ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI NAPOLI Diploma accademico di II Livello (Biennio Specialistico) in: Graphic design “Comunicazione Pubblica”
l’ impresa di comunicare Relatore:
Prof. Progetto Artistico:
Ludovica Caniparoli
Enrica D’Aguanno
Candidato:
Daniele Galasso N° Matricola: 36404 Sessione Autunnale 2014 Anno Accademico 2013/2014
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI NAPOLI Diploma accademico di II Livello (Biennio Specialistico) in: Graphic design “Comunicazione Pubblica”
titolo tesi:
l’ impresa di comunicare Relatore:
Prof. Progetto Artistico:
Ludovica Caniparoli
Enrica D’Aguanno
Candidato:
Daniele Galasso N° Matricola: 36404
Sessione Autunnale 2014 Anno Accademico 2013/2014
III
Indice Introduzione................................................................................................................... pag.1 I° Capitolo l’ Impresa................................................................................................................................pag.7 Come si organizza l’impresa....................................................................................pag.10 La funzione del marketing nella comunicazione pubblicitaria........pag 14 Le componenti del modello di marketing tradizionale......................... pag.16 Come interagiscono le componenti.......................................................... pag.18 Broadcasting..................................................................................................................... pag.28
II° Capitolo Dentro un mondo postindustriale e globale.............................................. pag.32 Reti per comunicare..................................................................................................... pag.35 Nuove dinamiche di consumo............................................................................... pag.42 Contaminazione e Ibridazione.............................................................................. pag.46 Advermarketing..............................................................................................................pag. 59
III° Capitolo Dal word of mouth al word of mouse............................................... pag.54 Quando la comunicazione è contagiosa.......................................... pag.57 L’efficacia dell’idea-virus on line........................................................pag.61 La contaminazione ai tempi di You Tube......................................... pag.62 I Social Network................................................................................... pag.68 Blog....................................................................................................... pag.70
IV
IV° Capitolo (Progetto Artistico) Comunicazione Valoriale............................................................................. pag.72 L’anomalia italiana......................................................................................... pag.76 Brand Abruzzo................................................................................................ pag.79 Rinascita di un territorio.............................................................................. pag.87 Una marca diventa un filosofia di vita...................................................pag.94 Il mito oggi...................................................................................................... pag.102
BIBLIOGRAGIA......................................................................................... pag.103 SITOGRAFIA............................................................................................... pag.104
V
VI
Introduzione Il nuovo millennio si è aperto all’insegna
cazione è di per se fare impresa, l’impresa
di profonde rivoluzioni sociali, culturali e
senza comunicazione è destinata a fallire.
tecnologiche. Il mondo contemporaneo è
Il concetto di impresa quindi si allarga di
diventato sempre più connesso e globaliz-
nuovi valori concettuali e semantici. Seb-
zato. Il novecento è passato alla storia con
bene in termini economici l’impresa abbia
il nome di “secolo breve”. Nonostante ciò si
una precisa definizione metodologica, in
è assistito, negli ultimi decenni del XX se-
tale progetto si cerca di non soffermarsi
colo, alla nascita delle principali rivoluzioni
unicamente al concetto di impresa attra-
prima citate. Espressioni e segnali, in quel
verso l’uso della sua definizione economi-
periodo, di un mondo pronto a proiettarsi
ca. Bensì si cerca di sottolineare l’eccezio-
verso un processo di globalizzazione non
nale impegno che si cela dietro lo sforzo
solo dei mercati, ma delle culture. Questo
di fare sia impresa che comunicazione. Im-
progetto ha un nome particolarmente ar-
pegno che si traduce in sforzi produttivi,
dito: “l’impresa di comunicare”. Il gioco di
creativi ed imprenditoriali arditi e avven-
parole non è casuale. Impresa e comuni-
turistici i quali sono soggetti al rischio di
cazione sono aspetti culturali ed econo-
fallire nei propri intenti. Si intuisce quindi
mici legati fra loro in modo profondo e
che impegno, conoscenza e coraggio so-
sinergico. Per capire in modo chiaro questo
no tutti valori necessari per un’impresa sia
concetto si può ricorrere ad un’ulteriore
comunicativa che imprenditoriale, ma non
frase chiave che sottolinea come il bino-
sono sempre del tutto sufficienti. Il rischio
mio impresa-comunicazione sia non solo
infatti è un’ altro elemento che rafforza il
inscindibile, ma fondamentale: la comuni-
rapporto di sinergia che vi è tra impresa
1
2
e comunicazione. In questo quadro molto
periodo in cui oggi noi viviamo. I 4 temi
complesso, sul come impresa e comunica-
affrontano rispettivamente le tematiche:
zione siano in realtà due facce della stessa
l’impresa tradizionale, l’era postindustria-
medaglia, è necessario all’interno di questo
le, le comunicazioni non convenzionali, la
progetto di tesi si definire con chiarezza
comunicazione valoriale. Tali tematiche
le complesse tematiche che legano il con-
seppur complesse sono in realtà molto
cetto di impresa e di comunicazione. Tale
vicine a noi, viviamo infatti quotidianamen-
necessità inoltre è ulteriormente rafforzata
te tali tematiche, attraverso l’esperienza
dall’incredibile periodo storico in cui og-
diretta. L’evoluzioni in corso colpiscono e
gi noi viviamo. Periodo questo scosso da
travolgono sia il mondo dell’impresa che
profondi cambiamenti repentini e radicali,
quello della comunicazione. Nel primo
che piuttosto che consolidarsi in anni o
capitolo di questo progetto di tesi si ef-
decenni come avveniva in passato oggi
fettua un’analisi approfondita su come si
ci travolgono in brevissimo tempo. Infatti
organizzi, sia strutturalmente che nei suoi
assistiamo, nell’arco di poche settimane
aspetti operativi, un’impresa. Ovviamen-
o mesi, assistiamo al consolidamento di
te tali nozioni sono legate ad un modello
nuove forme e di nuove dinamiche cul-
ideologico ed operativo di impresa definita
turali, le quali hanno profonde ripercus-
“tradizionale”, e per tanto tali indicazio-
sioni nella sfera sia sociale che in quella
ni teoriche fungono da nozioni base per
economica. Per questi e altri motivi, tale
comprendere, in un successivo passo le
progetto di tesi si articola in 4 capitoli in
mutazioni, le evoluzioni portate dal mon-
cui si affrontano rispettivamente 4 tema-
do della rete, temi questi trattati nei suc-
tiche fondamentali per la comprensione
cessivi capitoli. Sempre nel primi capitolo
e la lettura: sia del passato dell’impresa e
si affronta una delicata tematica legata al
della comunicazione, che dell’incredibile
concetto di marketing, anche esso defini-
to “tradizionale”, e delle implicazioni nel
stiamo alla diffusione e all’evoluzione nel
mondo della comunicazione nella seconda
mondo delle nuove dinamiche. Anche il
metà del XX secolo. Alla fine si affronta il
marketing è travolto da questo nuovo stru-
modello comunicativo di riferimento nel
mento così straordinario. Si sviluppano nel
XX secolo, il Broadcasting. Si analizza in
marketing forme di comunicazioni definite
tale paragrafo gli aspetti sociologici legati
“non-convenzionali” le quali si sviluppano
a questo forma di comunicazione di massa
e si diffondono attraverso la rete. Nel terzo
unidirezionale e univoca. Tale passaggio
capitolo vediamo come tali comunicazioni
è fondamentale per comprendere il cam-
“non-convenzionali” si diffondono attra-
biamento delle società dal XX al XXI se-
verso la rete. Viene analizzato nel dettaglio
colo, quindi di società passate da un’era
la capacità di diffusione “virale” (contagio-
industriale a un’era postindustriale. Nel se-
sa) dei contenuti promozionali definiti non-
condo capitolo si affrontano invece i temi
convenzionali. Attacchi creativi che pene-
legati al fenomeno della globalizzazione.
trano nel quotidiano sviluppando enorme
Società, quelle contemporanee, travolte da
meraviglia e interesse. Sviluppare emozio-
questo insolito e inedito fenomeno. Siamo
ni e coinvolgimento, questo è lo scopo di
di fatto dinanzi quindi a una nuova era.
queste nuove non-convenzionali forme di
L’era postindustriale è caratterizzata da
comunicazione. Ovviamente tutto ciò va
profondi mutamenti sociali, economici e
condiviso tra i propri simili attraverso blog,
culturali. Tecnologie, sempre più evolute e
social network, motori di ricerca, piattafor-
sempre più penetranti nel tessuto sociale,
me video (You Tube) e molto altro. È un
stimolano di fatto l’istaurarsi di nuove di-
mondo quello contemporaneo basato sulla
namiche culturali ed economiche. La rete
condivisione di contenuti di ogni tipo, il più
in questo senso è lo strumento cardine di
delle volte autoprodotti. Fenomeni sia cul-
questa rivoluzione, attraverso essa assi-
turali che economici nascono sempre più
3
4
spesso dal web e si trasformano in veri è
valoriale”. La comunicazione valoriale è
propri imperi economici come nel caso di
quella forma di comunicazione che incen-
esempi clamorosi come: Amazon, iTunes,
tra i propri obbiettivi comunicativi verso
Google e molti altri esempi. Individui e im-
l’espressione e la condivisione dei valori
prese diventano partecipi di questo nuovo
comuni verso il pubblico e verso i propri
palcoscenico cibernetico dove la visibilità è
consumatori. Il consumatore non è più vi-
l’elemento principale per conoscere a farsi
sto come un’individuo passivo, ma bensì
conoscere, visibilità acquisita ovviamente
agente attivo del cambiamento attraverso
attraverso la rete e i suoi strumenti. Il quar-
la condivisione degli stessi valori del brand
to è ultimo capitolo di questo progetto è
attraverso soprattutto la rete.
dedicato al “progetto artistico”. La rivolu-
Tale cambiamento non investe solo impre-
zione cibernautica in atto coinvolge molti
se private o pubbliche, investe soprattutto
aspetti del mondo della comunicazione.
le istituzioni. Istituzioni che devono rap-
Un’aspetto su cui ho voluto soffermare la
portarsi con i propri cittadini in modo del
mia attenzione, per la costruzione di que-
tutto diverso dal passato. Il pubblico sta
sto mio progetto di tesi, è rivolto verso il
mutando il modo con cui si rapporta con le
mondo del branding. Il quale da sempre è
istituzioni. È necessario un’ aggiornamen-
considerato il ramo della comunicazione
to dei canoni tradizionali delle istituzioni,
pubblicitaria più prolifero di innovazioni,
su come esse interagiscono con i propri
una vera è propria fucina di sperimenta-
cittadini. Per questo progetto artistico si
zioni di analisi e di sviluppo di nuove ten-
è scelto il caso delicato dell’Aquila post-
denze, di nuove forme comunicative e di
terremoto. Raccontando la voglia di riscos-
nuovi contenuti. Quest’ambito negli ulti-
sa dei propri cittadini e il desiderio di rico-
mi anni decenni si è di fatto dimostrato
struire la bellezza di un territorio “scosso”,
come il precursore della “comunicazione
in tutti i sensi, da un’evento drammatico.
Racconto in questa tesi come le istituzio-
sono i valori a cui il brand Harley Davidson
ni hanno risposto alle esigenze dei propri
si è sempre ispirato per la costruzione delle
cittadini in un momento così drammatico.
proprie moto, soddisfacendo i desideri di
Alla conclusione del 4 è ultimo capitolo
milioni di motociclisti nel mondo, i qua-
affronto il tema della “comunicazione va-
li non chiedono nient’altro ad una moto
loriale” prendendo ad esempio il brand
Harley Davidson che soddisfare i propri
della famosa casa motociclistica Harley
desideri di avventura.
Davidson. Nel paragrafo in discussione si tratta il tema legato alla comunicazione valoriale abbinadolo al mondo delle imprese private, prendendo come esempio famoso la storica e centenaria casa motociclistica. La quale, nonostante le mode, è riuscita a sopravvivere nei decenni proiettando il proprio brand e le proprie moto verso il futuro, tenendo quindi sempre in considerazione il passato storico della casa motociclistica e al contempo rivolgendo la propria filosofia aziendale al futuro e all’evoluzione del brand. Chi acquista una Harley Davidson acquista una fetta di quello che è il mito del “sogno americano”: libertà, fratellanza, esplorazione (mito della frontiera), visioni panoramiche di una natura selvaggia e incontaminata. Questi
5
I° Capitolo l’ Impresa Come si organizza l’impresa La funzione del marketing nella comunicazione pubblicitaria Le componenti del modello di marketing tradizionale Come interagiscono le componenti Broadcasting
L’ Impresa Il concetto d’impresa può essere spiegato
sato alla memoria con il nome di “secolo
in modo chiaro attraverso la sua definizio-
breve”, è stato caratterizzato da i due più
ne presa dal vocabolario.
sanguinari e cruenti conflitti mai avvenuti su scala globale. Nonostante ciò ha in sé
“ l’impresa sotto il profilo del diritto è un’atti-
una peculiarità unica nella storia. Infatti si
vità economica professionale organizzata al
sono svolte al suo interno trasformazioni
fine della produzione o dello scambio di beni
sociali, economiche, politiche e tecnologi-
o servizi”
che sviluppatesi con straordinaria velocità.
(Wikipedia 2014, def. Impresa)
Tali innovazioni porteranno rivoluzioni sociali, politiche ed economiche che cambie-
Questa definizione all’apparenza semplice
ranno radicalmente gli equilibri del mondo.
e intuitiva nasconde tuttavia dentro di sé
Costruendo ad oggi una società umana
un complesso “universo semantico”, in-
in cui è del tutto normale e consuetudine
trinseco di significati politici, sociali, eco-
pigiare un pulsante per avere: luce elettri-
nomici, culturali e storici. Infatti prima di
ca, riscaldamento, cibo, intrattenimento
procedere a ciò che potrebbe essere una
ed ogni sorta di confort comodamente in
troppo superficiale esemplificazione di co-
casa propria. Non si tratta di privilegi o
sa voglia dire “essere impresa” o su cosa
lussi degli sfarzosi salotti aristocratici il-
all’atto pratico fa un’impresa, va sottolinea-
luministici del XVIII secolo o delle grandi
to il contesto storico ed economico in cui il
corti d’Europa. Parliamo di comuni masse,
concetto d’impresa si forma contesto in cui
parliamo di borghesia. Cambiamenti pro-
noi ancora oggi viviamo. Il Novecento, pas-
fondi hanno rivoluzionato l’esistenza uma-
7
8
na e non basterebbero intere enciclopedie
vizi che l’ industria e l’ impresa dovevano
per cercare di dare una spiegazione più o
soddisfare. Si crea così la domanda. Questa
meno esplicativa di tutto ciò. Rimanendo
è andata aumentando velocemente dopo
fedele ai temi tratti in questo progetto di
la fine della seconda guerra mondiale, per
tesi, andrò ad evidenziare solo i cambia-
le migliorate condizioni economiche, so-
menti sociali, politici, economici che hanno
ciali, e politiche, frutto della pace e della
caratterizzato la nostra più prossima con-
collaborazione tra popoli, soprattutto in
temporaneità.
occidente. Tale domanda è stata soprat-
Come già accennato in precedenza la fine
tutto incoraggiata dall’enorme progresso
dei conflitti segna in Occidente (continente
culturale, scientifico e tecnologico, che
Nord Americano ed Europa) uno svilup-
hanno permesso una radicale innovazio-
po industriale, che avviatosi dalla I° rivolu-
ne industriale, migliorando le condizioni
zione industriale in poi, va consolidandosi
di vita di milioni di persone, con prodotti
nei primi decenni post-guerra (1945-1955-
sempre più accessibili alle masse popolari.
1965), anche se non in modo progressivo
L’ offerta come risposta alla domanda è
e omogeneo per tutti i paesi, portando le
composta da ciò che l’ industria, le aziende
società da contadine a società di stampo
e le imprese producono. Queste si con-
industriale e capitalistica. Tecnologie sem-
centrano nel soddisfare la domanda dei
pre più economiche e accessibili (automo-
consumatori.
bili, frigoriferi, lavatrici, telefoni e comun-
Arrivati a questo punto e chiarita la ra-
que in generale, l’accessibilità all’energia
dice storica, possiamo inoltrarci in una
elettrica) permisero il divenire di queste
definizione più approfondita del concet-
masse in consumatori. Persone, i consu-
to d’impresa. L’impresa, come già detto,
matori, che richiesero il soddisfacimento di
è un’attività economica organizzata alla
determinate necessità di base. Beni e ser-
produzione o allo scambio di beni o ser-
vizi. Il tutto attraverso un’organizzazione
La gestione delle risorse umane è fonda-
su modello economico e professionale, at-
mentale per il corretto funzionamento di
traverso l’uso di fattori produttivi. I fattori
un’impresa e per il raggiungimento della
produttivi sono l’insieme di:
produzione di capitali (obiettivo comune). Inoltre all’ impresa si collega anche il con-
capitale, mezzi di produzione,
cetto della concorrenza, ovvero la presen-
materie prime, forza lavoro
za sul mercato di altre imprese che producendo lo stesso bene o servizio (o simili)
Affinché l’impresa possa operare deve
creando competizioni in termini qualitativi
procurarsi (dalla vendita o scambio di beni
e quantitativi sulla vendita di uno stesso
e servizi) capitali sufficienti a capire se vi
prodotto o servizio1. La concorrenza è salu-
è la possibilità di tale avventura industria-
tare in quanto spinge l’impresa al continuo
le è soprattutto a superare il costo totale
miglioramento del proprio processo pro-
delle spese di produzione creando quindi
duttivo in termini di qualità del prodotto,
un profitto (o utile). Se ciò non avviene
di efficienza della produzione, alla migliore
l’impresa finisce inevitabilmente col falli-
gestione delle risorse umane e sulla ricerca
re. Inoltre l’impresa è un sistema sociale-
ed innovazione.
tecnico aperto, ovvero un insieme di parti interdipendenti con un comune obiettivo. Nello specifico le parti sono costituite da:
- beni, attrezzature e conoscenze (sistema tecnico) - risorse umane (rapporti sociali)
1 Wikipedia Foundation, http:// it.wikipedia.org/wiki/Impresa, In mancanza di questo parliamo di un mercato costituito da un’unica azienda (Monopolio).
9
Come si organizza l’ impresa In questo capitolo vedremo quali e quante
all’ interno della stessa e maggiore sarà la
siano le figure professionali presenti all’in-
complessità delle funzioni svolte. In que-
terno di un’impresa con funzioni e respon-
sto caso prendiamo come ad esempio un’
sabilità rivolte alla corretta gestione della
impresa nella media2.
comunicazione pubblicitaria (quindi del-
Cominciamo dal prodotto.
la comunicazione esterna) dell’ impresa
Il ruolo adibito alla gestione, di tale settore
stessa.
strategico per l’ impresa, ricade sulla figura
Figure queste definite professionali in
del Product Manager. Il Product Manager
quanto posseditrici di competenze specifi-
è a conoscenza delle informazioni neces-
che e inoltre responsabili della creazione e
sarie per la corretta valutazione degli ob-
della conoscenza dettagliata degli elemen-
biettivi e delle problematiche inerenti alla
ti fondamentali per l’impresa. Che sono:
comunicazione pubblicitaria legata al prodotto o ad una linea di prodotti (conosce
- Prodotto
profondamente il prodotto). Nel settore
- Brand
della gestione del brand troviamo, come
- Settore Marketing
figura professionale, il Brand Manager. Co-
- Gestione Operativa
me accade nel Product Manager, anche
- Governance Aziendale
questa figura conosce a fondo il Brand, i suoi valori, le sue aspettative. In poche
10
Ovviamente maggiori sono le dimensio-
parole è colui che detta le linee strategiche
ni dell’impresa maggiore sarà la presenza
comunicative sia del brand aziendale che
delle varie figure professionali operanti
del marchio di uno specifico prodotto o di 2 Mauro Ferranesi, Ariela Mortara, Guingo Sylwan, Manuale di teorie e tecniche della pubblicità, 2007, Carrocci editore, pag. 18
una linea di prodotti.
nali che non hanno funzioni dirette al con-
Per il settore marketing troviamo il Mar-
trollo della linea produttiva aziendale. Ov-
keting Manager. Il marketing ma nager è
vero i loro compiti non sono direttamente
specializzato nel coordinamento di tutte le
interessati alla gestione della comunicazio-
attività legate al lancio e alla vendita di un
ne pubblicitaria o del prodotto e del servi-
prodotto o di una linea di prodotti: analisi
zio fornito dall’ impresa. Piuttosto le loro
di mercato, sviluppo e test del prodotto,
funzioni ricadono nella gestione dell’area
lancio sul mercato, rinnovamento periodi-
strategica, degli affari e della gestione di
co del prodotto. Al di sopra di tutti questi
processi aziendali. Quindi parliamo di ruoli
specialisti di settore troviamo i primi ruoli
che (in teoria) dovrebbero occuparsi più
manageriali con funzioni di coordinamento
del funzionamento generale dell’ impresa
e razionalizzazione dei processi all’ inter-
che della comunicazione pubblicitaria di
no delle fasi produttive/creative (ovvero
uno specifico prodotto o servizio. Essi rap-
Gestione Operativa). Essi sono conosciuti
presentano il 2° gradino della Governance
con i nomi di:
e sono conosciuti con i nomi di: Direttore Commerciale o Managing Director.
Direttori Marketing e/o
AI successivo livello di Governance, al gra-
Direttori Commerciali.
dino più alto dell’organizzazione aziendale, troviamo:
Essi a vario titolo controllano e supervisionano una determinata linea di prodotti e servizi.
Amministratore Delegato (AD) o Chief Officer
Poi, a seconda delle dimensioni aziendali e del mercato di riferimento (imprese mono/
Egli gestisce l’ azienda nel suo complesso
pluri prodotto), troviamo figure professio-
dandone le linee guida generali. E’ la figura
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chiave del processo decisionale. Inoltre tra
cui interno i vari rami di produzione sono
i suoi compiti vi è anche la responsabilità
suddivisi in aree strategiche per gli affari in
della corretta comunicazione tra tutte le
base ai prodotti o servizi definiti strategici
figure professionali presenti all’interno di
per l’azienda (prodotti di punta). In tale
un’ azienda3.
fase il peso di questo processo decisionale,
Per capire come tutte le figure fin qui illu-
legato alla produzione della comunicazio-
strate operino in perfetto equilibrio, pos-
ne pubblicitaria dell’ impresa, ricade sui
siamo suddividere l’intero meccanismo in
Direttori Generali o sui Managing Director.
3 fasi distinte:
La terza e ultima fase riguarda il presentare l’intero processo produttivo/creativo
- Responsabilità del Prodotto
all’ A.D (Amministratore Delegato), agli
- Gestione Operativa
eventuali azionisti di maggioranza o agli
- Governance
eventuali impreditori/proprietari dell’impresa. Il più delle volte essi sono estranei
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La prima fase “Responsabilità del Prodot-
all’intero processo produttivo/creativo, ma
to” consiste nel suddividere in due gruppi,
la loro influenza è massima. Di certo più i
con compiti diversi e con maggiori o mino-
contenuti sviluppati nel processo creativo
ri gradi di autonomia, le figure del Product
si permeano dei valori istituzionali dell’a-
Manager, Brand Manager e del Marketing
zienda, più elevata sarà l’ identificazione
Manager. Con a capo delle operazioni pro-
dei contenuti con gli stessi valori azien-
duttive/creative, con funzioni di gestione e
dali. In conclusione possiamo notare che
controllo, i Direttori Marketing o Direttori
i processi interni di un’ impresa sono ba-
Commerciali
sati principalmente su concetti di condi-
La seconda fase “Gestione Operativa” in-
visione/approvazione. E se volessimo fare
teressa le aziende di grandi dimensioni al
un’ulteriore schematizzazione dei proces-
3 Mauro Ferranesi, Ariela Mortara, Guingo Sylwan, Manuale di teorie e tecniche della pubblicità, 2007, Carrocci editore, pag. 19
si produttivi/creativi della comunicazione
prietari dell’impresa. Che devono essere
pubblicitaria di un’impresa potremmo sud-
assolutamente e categoricamente tradotte
dividere i processi in 3 step.
in contenuti ai fini di comunicazione promozionale, veicolati nel modo più efficace
1° Step
possibile e comprensibili dal consumatore.
Raccolta delle informazioni necessarie af-
Tradurre in Azione il pensiero dell’impresa4.
finché la strategia di comunicazione sia la
Questo è il ruolo della comunicazione pub-
più vicina possibile agli obbiettivi commer-
blicitaria per un’impresa. Organizzazione
ciali/marketing.
gerarchica, precisione nella definizione
2° Step
delle competenze, processi decisionali
Adattare la comunicazione alle esigenze
stratificati, leadership della governance.
più larghe possibili in modo tale da creare
Questa è l’impresa.
un vero e proprio processo standardizzato di produzione di contenuti commerciali in perfetta sintonia con il lancio del prodotto o servizio. 3° Step Instaurazione della Mission. Ovvero dettare le linee generali dell’ azienda obbligando la comunicazione a basarsi (addirittura a fondersi) sulla storia dell’azienda. La stessa storia aziendale che si basa su regole non scritte, ma che evoca immagini idealistiche dell’impresa stessa. Immagini frutto di proiezioni delle menti di coloro che sono i pro-
4 Mauro Ferranesi, Ariela Mortara, Guingo Sylwan, Manuale di teorie e tecniche della pubblicità, 2007, Carrocci editore, pag. 19
13
La funzione del marketing nella comunicazione pubblicitaria
14
Come si è già illustrato nei paragrafi pre-
scandita e fondata sulla bravura dei grandi
cedenti, l’impresa nasce dall’unione di
maestri, la maggior parte dei quali prove-
vari fattori professionali, tecnici e sociali,
nienti da esperienze professionali diverse
che messi insieme si focalizzano verso la
dall’ ambito grafico, come pittori o archi-
produzione di un dato prodotto o di un
tetti di grande fama. La forza del messag-
dato servizio, per successivamente pro-
gio, la sua comprensibilità, il suo peso, la
cedere alla vendita o allo scambio degli
sua capacità di colpire sempre più ampie
stessi. Un’ impresa ha l’estrema necessità,
fette di pubblico era basata unicamente
in un mondo dove la concorrenza crea una
sulla sensibilità dell’artista a cui si richie-
competizione sempre più spietata, di farsi
deva un’opera, effettuata con le tecniche
conoscere dal grande pubblico; di espan-
e le tecnologie del suo tempo, in grado
dersi e ramificarsi sul mercato, che ormai
di colpire e fare leva nell’immaginario del
è diventato globale e di conseguenza, lì
grande pubblico. Tale consuetudine fu
dove si creano infinite possibilità di svi-
adoperata fino alla metà del 900’6. Dagli
luppo esistono infinite possibilità di fallire,
anni 50’ in poi, a piccolo passi, si svilup-
nel famoso “villaggio globale5”. In questo
parono strumenti sempre più specifici per
contesto la comunicazione pubblicitaria si
l’analisi matematico/statistica dei dati pro-
concentra, da decenni ormai, nell’uso sem-
venienti da analisi, ricerche e studi a fini
pre più intensivo dei sofisticati e potenti
commerciali. Nasce il marketing. Il mar-
mezzi del marketing. In passato accadeva
keting, tra le sue armi più potenti, ha la
che la comunicazione pubblicitaria fosse
capacità di inglobare all’interno di sé tutte
5 Marshall McLuhan, The Global Village, 1989, Oxford University Press
6 Pia Elliott, Just doing it, 2011, Fausto Lupetti Editore, pag 15
le conoscenze (passate, presenti e future)
di generare i migliori profitti possibili, ma
utili al suo potenziamento. Attingendo da
tiene in considerazione elementi organiz-
tutte le branche della conoscenza umana
zativi ed elementi ambientali. Quali il ri-
(matematica, sociologia, storia, geografia,
spetto dei dipendenti, la creazione di una
economia, scienze umanistiche, ect…)7 Il
solida immagine aziendale, soddisfazione
marketing in realtà è uno strumento. Lo
del cliente e l’impregno dell’impresa nel-
scopo del marketing è impostato verso
la comunità. Inoltre possiamo dire che il
l’ottimizzazione del rapporto tra imprese
marketing, benché sia considerato a tutti
e clienti e la massimizzazione della reci-
gli effetti scienza, è anche un pò un’arte.
proca soddisfazione.
E ciò rende comunque questo strumento
La nozione base di marketing quindi è es-
non infallibile. Anzi il marketing manager
senzialmente fondata su 4 elementi che
è consapevole che il mercato è composto
sono:
da esseri umani. I quali risultano essere nella maggioranza piuttosto complessi e
- Soddisfare i bisogni del consumatore
comunque nulla è mai o bianco o nero, ma
- Creare un legame tra impresa e consu-
milioni di possibili sfumature. Il marketing
matore
manager si trova quindi spesso ad operare
- Creare reciproca soddisfazione
in una forma di incertezza, ovvero a non
- Ottimizzare i profitti8
avere accesso alla completezza assoluta delle informazioni di cui avrebbe bisogno.
La distinzione tra ottimizzazione e mas-
Ecco perché il più delle volte è costretto
simizzazione è importante. La massimiz-
a fondere istinto e analisi sistematica dei
zazione è quella prassi che si concentra
dati. Prendendo il più delle volte decisioni
unicamente nel generare i più alti profitti
il cui risultato finale è del tutto incerto9.
possibili. Mentre l’ottimizzazione cerca sì
7 François Colbert, Marketing delle arti e della cultura,2000, Etas, pag XXIV 8 François Colbert, Marketing delle arti e della cultura,2000, Etas, pag. 3
9 François Colbert, Marketing delle arti e della cultura,2000, Etas, pag. 4
15
Le componenti del modello di Marketing Tradizionale.
16
I teorici del marketing usano modelli stan-
In tale sequenza vediamo, attraverso l’
dard per descrivere il modo in cui un’im-
uso dei numeri (1,2,3,4), l’ordine gerarchi-
presa immette un prodotto o un servizio
co dell’intero sviluppo sia industriale che
sul mercato. Il grafico che vediamo di se-
commerciale di un’ impresa, che adopera
guito si rifà al modello di marketing base
un modello di marketing tradizionale.
tra i più utilizzati tra le imprese commer-
Il meccanismo è molto semplice. Un’im-
ciali.
presa, come ho già detto più volte in pre-
È molto importante specificare che le parti
cedenza, cerca di soddisfare un bisogno
che compongo tale modello vanno lette
esistente tra i consumatori. Una volta preso
come all’interno di una sequenza.
atto dell’esistenza di tale bisogno, utilizza
il “sistema informativo” (SIM) per valutare
merciale, sia il punto di partenza del mo-
a fondo le importanti considerazioni sul-
dello che quello di arrivo.
le capacità o no da parte dell’impresa di soddisfare tale domanda. Considerazioni che si rivolgono ai fattori fondamentali per l’impresa, quali la disponibilità delle necessarie risorse (capitale, mezzi di produzione, forza lavoro), oppure considerazioni sul fatto se tale avventura industriale sia in linea con la mission aziendale. Insomma, evitare passi falsi che metterebbero l’impresa a un rischio inutile di spreco di fattori produttivi (vedi capitoli precedenti). Proseguendo se i dati ricevuti, provenienti da indagini di mercato approfondite, vengono convalidati dal SIM, essi vengono trasmessi all’impresa. La quale utilizza le 4 variabili del marketing mix (prodotto, prezzo, distribuzione e promozione) per creare il prodotto, determinarne il prezzo, cercare la filiera distributiva più adatta al prodotto e promuoverlo. Alla fine di questo processo il tutto si richiude al mercato. Lì dove tutto era cominciato10. Il mercato è quindi, per un’impresa com-
10 François Colbert, Marketing delle arti e della cultura,2000, Etas, pag. 12
17
Come interagiscono le componenti. Illustrate in precedenza le componenti di
Egli, tra le tante funzioni, deve fare propri
un modello di marketing tradizionale, si
tutti i fattori che influenzano il mercato
rende ora necessario approfondire come
di riferimento per l’ impresa, soprattutto
queste componenti tra loro interagiscano.
il fattore della concorrenza che, oggi, di-
IL MERCATO
venta globale. Il mercato B2C (business
Partiamo innanzitutto dalla definizione di
to consumer) è costituito da persone che
mercato. Si definisce mercato un gruppo di
comprano un bene o un servizio. Raramen-
agenti economici (consumatori, sponsor)
te accade che un determinato prodotto
che esprimono il desiderio o il bisogno di
interessi il 100% della possibile domanda.
acquistare o scambiare un determinato
Questa nozione è valida anche per quei
prodotto o servizio. Ciò crea quello che
prodotti di bene comune come zucchero,
gli economisti chiamano la domanda. Si
farina, sale , insomma tutte quelle materie
definisce quindi domanda l’insieme quan-
prime più consumate. Questo fenomeno è
titativo di beni o servizi acquistati o scam-
indice della presenza, in ogni singolo mer-
biati che gli agenti economici effettuano in
cato preso in considerazione, dell’esistenza
un determinato mercato. Per fare proprie
di vari “poli specifici di interesse”11. Proprio
le prospettive del consumatore un’impresa
per avere un quadro completo di quello
deve identificarsi con le caratteristiche del
che vogliono i consumatori e per riuscire a
suo mercato di riferimento. In questo pas-
sviluppare strategie di marketing efficaci,
saggio la funzione principale di analisi del
i marketing manager ricorrono alla seg-
mercato è svolta dal marketing manager.
mentazione del mercato. Tale operazione 11 François Colbert, Marketing delle arti e della cultura,2000, Etas, pag. 14
18
permette di definire a quali poli specifici
punto la domanda sia realmente omoge-
di interesse è rivolto il nostro prodotto o
nea. Dando al marketing manager la possi-
servizio e di conseguenza capire a quali
bilità di scegliere e di aggredire uno o più
segmenti di mercato deve fare riferimento
segmenti presenti all’interno del mercato.
l’impresa. Il principio che regola la prassi della segmentazione si basa sulla consa-
2) l’altra funzione della segmetazione con-
pevolezza della presenza, all’interno del
siste nel fornire un’analisi approfondita
mercato di riferimento, dell’ esistenza di
della struttura di mercato in modo tale da
varie realtà commerciali che abbiano al-
ricavarne una strategia.
meno un tratto in comune; ovvero siano composte da unità di consumo con biso-
Tale strategia viene chiamata posiziona-
gni simili, benché non perfettamente so-
mento del prodotto e di tale strategia esi-
vrapponibili (o uguali). Nasce quindi l’esi-
stono due tipologie. La prima basata sulla
genza di analizzare il mercato obiettivo,
differenziazione del prodotto dalla concor-
frammentadolo in diversi sottosegmenti.
renza, definendone la posizione strategica
Questa operazione trova il suo scopo nel
dello stesso. La seconda invece basata uni-
fatto che i bisogni di ogni sottogruppo so-
camente sulla domanda espressa in mo-
no simili tra loro , ma i vari sottogruppi non
do diretto dai consumatori facenti parte
lo sono. La segmentazione svolge quindi
di uno o più segmenti. Soddisfare quindi
due funzioni molto importanti:
in modo diretto e nel migliore dei modi i desideri dei clienti.
1) costringe l’impresa ad analizzare siste-
SISTEMA INFORMATIVO
maticamente i diversi bisogni espressi dai
Il “sistema informativo di marketing” (SIM)
segmenti, conducendo analisi di mercato
è il secondo strumento della sequenza vi-
approfondite per determinare fino a che
sta in precedenza. La sua funzione si ba-
19
sa sul fornire informazioni preziose per
per la promozione (una delle variabili del
la fase decisionale successiva all’interno
marketing mix).
dell’impresa. È costituito da un insieme di
- Esterni
strumenti utili all’impresa nella decisione
Per dati esterni si intende quei dati pro-
di intraprendere o no un’avventura indu-
venienti dall’esterno dell’azienda. E sono
striale. Il SIM utilizza tre tipi di dati:
suddivisi a loro volta in dati “primari” o “secondari”. I dati primari sono quei dati
- Interni
ricavati dall’analisi di mercato che l’impre-
Ovvero qualunque informazione utile al
sa stessa effettua per creare una propria
processo decisionale presente all’interno
strategia di marketing. Per dati seconda-
dell’impresa stessa. I dai interni di solito
ri si intendono invece i dati che vengono
derivano da sei fonti.
acquisiti dall’impresa da enti pubblici o aziende private, specializzate nelle analisi
(Sistema Contabile)
economiche.
(Rapporti di Vendita) (Elenco di clienti)
- Primari
(Report da Contatti sul Web)
I dati primari vengono raccolti direttamen-
(Staff Aziendale)
te dai consumatori attraverso studi di mercato, campionature e ricerche economiche.
Le informazioni reperite da dati interni
L’ impresa può svolgere direttamente tali
possono influenzare una o più variabili del
ricerche che risultano essere lunghe e mol-
marketing mix. Inoltre i dati permettono
to complesse, oppure ricorrere a società
all’impresa di correggere una strategia già
esterne specializzate in queste tipologie
in atto. Per esempio se vi è il crollo di un
di ricerche12.
prodotto dell’impresa va esteso il budget
MARKETING MIX 12 François Colbert, Marketing delle arti e della cultura,2000, Etas, pag. 15
20
Ogni strategia di marketing mix è costituita
a quell’insieme di benefici, reali o immagi-
sempre dalle stesse 4 variabili:
nari, che il prodotto o servizio gli permette di usufruire e in fin dei conti di goderseli.
prodotto, prezzo,
Non a caso i consumatori investono il pro-
distribuzione e promozione
prio denaro nel riuscire ad accaparrarsi un dato prodotto in funzione di accedere ai
Un marketing di successo si basa sul per-
diritti e benefici prima descritti. Sulla base
fetto quanto abile equilibrio tra le 4 va-
di questa importante nozione le imprese,
riabili che andrò ad illustrare brevemente.
per sviluppare strategie di marketing effi-
PRODOTTO
caci, devono riuscire a cogliere e a usare
Per lo specialista del marketing la defini-
nel modo più avveduto possibile il punto di
zione di prodotto ricade in questa formula:
vista del consumatore. Entrare “nei panni del cliente”. Chiarito questo punto possia-
prodotto = insieme di benefici che vengono percepiti dal consumatore
mo di che: Nel concetto di prodotto, nella maggior
In effetti su tale definizione c’è da concor-
parte delle volte, rientrano 3 elementi chia-
dare sul fatto che il prodotto, inteso sia
ve i quali spingono il consumatore all’ac-
come bene o servizio, può essere descrit-
quisto. E sono:
to sia nei suoi aspetti tecnici sia nei suoi aspetti prettamente simbolici. Infatti il con-
1) Acquisizione del prodotto stesso
sumatore all’atto dell’acquisto, sia esso un bene o servizio, non assume solo il diritto
2) Acquisizione del diritto di accedere ai
di possedere quell’oggetto o di usufruire di
servizi connessi al prodotto
quel servizio, ma avviene qualcosa di più profondo. Egli assume il diritto di accedere
3)Acquisire il valore (simbolico, affettivo,
21
o di qualsiasi altra natura) che lo stesso
ricordi d’infanzia, al sentimento di prote-
consumatore attribuisce al prodotto.13
zione, insomma al fanciullo che è sempre dentro di noi. Tutto ciò con un semplice lo-
Dare un valore affettivo ad un prodotto è
go. Ovviamente non tutte le marche hanno
l’argomento chiave per questo progetto
tali capacità di penetrazione così profonde
di tesi. Può essere umano creare un le-
nella psiche dei consumatori14. In sintesi un
game affettivo con un prodotto? O me-
marchio viene definito tale sulla base della
glio dire, con una marca corrispondente
sua corrispondenza alle 5 caratteristiche di
a tutta un’ampia gamma di prodotti? La
seguito elencate:
risposta non è semplicemente affermativa. Anzi, il consumatore sviluppa nell’arco
1) qualità percepita,
della sua vita fedeltà ad una marca o ad
2) conoscenza del nome,
un brand aziendale. Come vedremo, l’uso
3) fedeltà alla marca,
della marca si rileva l’arma più potente a
4) associazione con elementi importanti,
disposizione degli uomini marketing. Ba-
5) asset tangibili e intangibili15.
sti pensare che la semplice presenza di
PREZZO
una determinata marca, su un generico
Dal punto di vista del consumatore, il prez-
prodotto, innesca un meccanismo psico-
zo è ciò che egli è disposto o pagare per
logico molto potente. Alla semplice vista
acquistare un prodotto o servizio (tasse
di un determinato simbolo grafico (logo),
incluse).
esempio le piccole orecchie circolari del
Per calcolare il prezzo di un prodotto oc-
famoso cartoon Mickey Mouse prodotto
corre tenere in considerazione 4 variabili
dalla Walt Disney, si scatena nelle menti dei
che lo determinato.
sei consumatori un oceano di sensazioni
22
che riecheggiano dalla gioia, all’affetto, ai
- Spese Correlate (spese ulteriori conse-
13 François Colbert, Marketing delle arti e della cultura,2000, Etas, pag. 17
14 François Colbert, Marketing delle arti e della cultura,2000, Etas, pag. 34 15 François Colbert, Marketing delle arti e della cultura,2000, Etas, pag. 36
cutive all’acquisto del prodotto),
trebbe innescare la guerra dei prezzi con
- Tempo (Il tempo è denaro, questo vale
la concorrenza, con conseguente crollo dei
anche per il consumatore),
prezzi)
- Rischio (Provare una nuova marca o un
- Equilibrio Competitivo (Dare un prezzo
nuovo prodotto significa correre un ri-
al proprio prodotto in linea con quelli della
schio),
concorrenza)
- Sforzo Compiuto (Sforzo sia economico
- Immagine Aziendale (Dare un prezzo al
che di energie).
proprio prodotto in condivisione all’immagine aziendale. Questa soluzione è molto
Dal punto di vista aziendale determinare il
usata dalle marche di prestigio in svariati
prezzo di un prodotto o servizio equivale
settori, un’ esempio quello del lusso).
a dare un input al mercato di riferimento sul valore che l’impresa dà al suo prodotto
Infine gli obiettivi legati alla determinazio-
o servizio. Inoltre c’è da tenere conto, con
ne del prezzo costituiscono un tutt’uno con
i consumatori, della concorrenza e delle
i metodi che possono assistere il marketing
Autority Governative (Antitrust). Per que-
manager nel prendere la decisione finale.
sto la decisione di determinare un prezzo
I quali metodi sono basati su:
ad un qualsiasi prodotto può basarsi su diversi obiettivi:
- Consumatore (Basare il prezzo chiedendo al consumatore quanto vuole spendere.
- Profitti o Margini di profitto (tentare di
Il rischio di tale metodo risiede nel fatto
avere più profitti possibili),
che il consumatore per sua natura è volubile. Posto dinanzi alla scelta di due pro-
- Vendite (aumentare le vendite, abbas-
dotti simili, ma con prezzi diversi, sceglierà
sando il prezzo del mio prodotto. Ciò po-
sempre quello che costa meno)
23
- Concorrenza (Stabilire lo stesso prezzo
I canali sono costituiti da tutti coloro che
in relazione con la concorrenza. Ciò com-
hanno un ruolo nel flusso di merci dal pro-
porta il rischio di non tiene conto dei propri
duttore al consumatore (agenti, negozi,
costi di produzione. Che non sempre sono
ect..). La distribuzione fisica è la funzione
gli stessi per le imprese).
che garantisce il flusso del prodotto nel
- Costo (Determinare il prezzo in base al
passaggio da un intermediario all’altro. La
costo per unità prodotta. La differenza tra
localizzazione infine è la scelta del sito fi-
costo e prezzo risulterà essere l’utile)
sico dove il prodotto può essere venduto.
DISTRIBUZIONE
Ovvero in quale negozio, o in quale catena
Siamo arrivati alla variabile distribuzione.
di negozi, oppure nel caso avvenisse l’in-
Essa è composta da tre elementi distinti.
tenzione da parte dell’impresa di aprire un proprio punto vendita, tale funzione allar-
24
- Canali (o Reti) distributivi/e
ga i propri compiti in funzione della giu-
- Distribuzione fisica
sta localizzazione sul territorio. Di questa
- Localizzazione geografica.
variabile distribuzione c’è da specificare
che il canale di distribuzione è composto
marketing mix ed infine il marketing è una
dal numero totale di persone e delle loro
parte del modello globale di un piano stra-
relative funzioni. Maggiore sarà il numero
tegico per un’impresa. Chiarito ciò, seb-
totale più lunga risulterà la catena distri-
bene le imprese comunichino attraverso
buzione, e maggiore sarà la complessità.
l’uso di contenuti e messaggi la percezione
Questo ovviamente fa lievitare di molto i
dell’immagine aziendale da parte del con-
costi aumentando il prezzo finale al consu-
sumatore è anche e soprattutto influenzata
matore, inoltre l’impresa perde il controllo
dalle variabili prodotto, prezzo e distribu-
sul suo prodotto16.
zione. Politiche errate sul prezzo o sulla
COMUNICAZIONE
distribuzione potrebbero comunicare un
Infine arriviamo alla quarta e ultima va-
messaggio sbagliato o contrario alle inten-
riabile che compone il marketing mix, la
zioni commerciali dell’impresa. Per questo
comunicazione. Questa variabile è vitale
si rileva ancora una volta importante il per-
per la strategia marketing di un’impresa.
fetto equilibrio tra le variabili che compon-
E’ proprio la comunicazione che tiene in
gono il marketing mix. La comunicazione
stretto contatto l’impresa con il merca-
si discosta dalle altre per un potere unico
to, come un ponte, necessario per la vita
nel suo genere di cui essa ne è detentrice.
stessa dell’impresa. Spesse volte si crea
Essa è in grado di modificare la percezione
confusione sula definizione di parole come
di un’impresa e cambiare l’atteggiamento
marketing, pubblicità e comunicazione che
del consumatore nei confronti della stes-
all’apparenza possono sembrare simili, ma
sa. Accrescendo notorietà e conoscenza,
come vedremo non lo sono. Innanzitutto la
informando, convincendo ed educando i
pubblicità è solo uno degli strumenti di cui
clienti (esistenti e potenziali) sui prodot-
la variabile comunicazione si può dotare.
ti forniti dall’impresa. La comunicazione
Poi la comunicazione è una variabile del
è la variabile con un peso fondamentale
16 François Colbert, Marketing delle arti e della cultura,2000, Etas, pag 56
25
all’interno di un piano di marketing. Co-
come target. La vendita diretta consiste
me abbiamo accennato in precedenza la
nella trasmissione di un messaggio tra una
pubblicità è uno degli strumenti di cui la
persona all’altra tramite contatto diretto
variabile comunicazione si dota. La somma
(venditore - consumatore). Questo stru-
di questi strumenti può essere elencata in:
mento, se pur molto limitato nelle dimensioni e nelle opportunità di raggiungimento
- PUBBLICITA’
del target, risulta essere uno degli stru-
- VENDITA DIRETTA
menti più persuasivi. Questo perché conta
- RELAZIONI PUBBLICHE (PR)
sull’abilità di convincimento e coinvolgi-
- PROMOZIONI VENDITA
mento del venditore, che se bravo, riesce a instaurare un rapporto più umano con il
26
Iniziando dallo strumento “pubblicità” può
consumatore. Le relazioni pubbliche sono
essere definita come il mezzo impersonale
state definite come la funzione di mana-
tramite il quale un’impresa paga per co-
gement che valuta gli atteggiamenti del
municare con il suo mercato obiettivo. Un
pubblico pianificando ed eseguendo un
messaggio che può comparire su diversi
programma d’azione per guadagnarsi rico-
media, sia on-line che off-line. Di per sé
noscimento e consenso pubblico. Una delle
l’annuncio pubblicitario comporta un pa-
armi principali delle relazioni pubbliche è
gamento da parte dell’impresa a un vei-
la comunicazione istituzionale che serve
colo pubblicitario di supporto (medium).
a promuovere un prodotto o un’impresa
La sfida per il marketing manager consiste
sui media senza pagare. La relazione con
nel capire quali siano i media più appro-
i media, i comunicati stampa, conferenze
priati per veicolare il messaggio. Veicolo
stampa, redazionali, presentazioni sono
questo che deve essere in sintonia con l’a-
esempi di comunicazione istituzionale. Lo
nalisi del profili del pubblico da noi preso
svantaggio di tale soluzione è di non poter
controllare tutti gli aspetti della copertura del messaggio né effettuare alcun tipo di controllo. Tutto dipende dalla stampa. Infine la promozione delle vendite è uno degli strumenti più creativi della variabile promozione. Essa basa i suoi sforzi affinché il consumatore non dimentichi mai il nome dell’impresa o del suo prodotto a fruizione conclusa. In principio era consuetudine utilizzare prodotti spin-off in grado di catturare la curiosità del consumatore. Negli ultimi anni si stanno facendo strada i corporate gift, i quali non sono altro che gadget (portachiavi, tazze, ect…) in grado di far affezionare il consumatore al prodotto o all’impresa stessa17.
17 François Colbert, Marketing delle arti e della cultura,2000, Etas, pag 231
27
Broadcasting
28
Si rende ora indispensabile un’analisi socio-
turale evoluzione della fotografica. Esso si
logica dei mezzi di comunicazione di mas-
innalza sin dagli albori a medium di massa.
sa che hanno segnato così profondamente
Racconta sin dagli albori della modernità
il XX secolo. In questo paragrafo, seppur in
dei movimenti sociali che nelle metropoli
brevi cenni, narrerò delle evoluzioni tecno-
di fine ‘800 testimoniano il dramma delle
logiche figlie prima e generatrici poi delle
condizioni esistenziali delle masse ope-
società e dei mezzi di comunicazione in
raie. Smarrimento dell’identità individua-
cui oggi noi siamo immersi. Inoltre met-
le e collettiva e le sempre più disastrose
terò l’accento sugli studi e sulle riflessioni
condizioni di vita, il cinema è lì presente
dei grandi sociologi della comunicazione
come funzione di valvola di sfogo tanto
i quali a cavallo tra il XX e il XXI hanno
da trasformarsi nei decenni successivi in
ricostruito i passaggi principali delle con-
elemento fondamentale per alleggerire il
seguenze tecnologiche/sociali dei media e
peso della vita stressante e logorante tipi-
sui loro effetti diretti e indiretti sulle grandi
ci della condizione operaia, tanto da tra-
masse.
sformarsi in una forma di assuefazione. Il
Tutto comincia con l’invenzione dei fratelli
cinema conserva, oltre alla sua dimensione
Lumière, il cinema. Questo viene individua-
di mezzo artistico e di critica sociale, la
to dai sociologi come la madre di tutte le
sua base tecnologica. La quale si basa nel
tecnologie mediali. Infatti il cinema rap-
catturare immagini in movimento (istanti di
presenta molto di più un semplice mezzo
vita) e nel riformulare la realtà. Attraverso
di impressione su pellicola di immagini in
l’uso del montaggio (adoperare sequen-
movimento, insomma come fosse una na-
ze non lineari e la successione di campi
e controcampi in distonia) e degli effetti
“stazione emittente” (antenna) a una “sta-
speciali (ottico-meccanici in origine, digita-
zione ricevente” (radio). L’emittente parla
li nell’era dell’informatica), il cinema inizia
in modo diretto e univoco, il ricevente as-
le grandi masse a praticare, sulle forme
sorbe il messaggio senza la possibilità di
solide delle metropoli, processi di alleg-
interagire. Inizialmente, la radio si sviluppò
gerimento e di fluidificazione del mondo
in ambito domestico, poi successivamente
fisico. La manipolazione tecnologica del-
anche nelle automobili. La radio è il primo
la realtà materiale genera la costruzione
esempio di comunicazione unidirezionale
di territori mentali del tutto immaginari,
(Broadcasting), in grado di compensare in
operando al contempo una decostruzione
futuro le lacune del cinema muto.
della realtà materiale. Un nuovo principio
Sebbene però la radio abbia innescato la
di realtà, fondato sulla tecnica18.
rivoluzione della comunicazione di mas-
Quasi contemporaneo al cinema nasce un
sa, essa sopperiva nell’uso dell’immagine.
altro medium tecnologico pronto a cam-
L’immagine è la più ancestrale forma di
biare in modo profondo l’ interazione con
comunicazione dell’essere umano, dalle
la realtà così come si era conosciuta fino
pitture rupestri, alle arti, alla stampa, egli
allora, la radio. La comunicazione radio-
ha sempre cercato forme di rappresenta-
fonica, inventata da Marconi, fu la prima
zione della realtà. Per quanto nella prima
forma di comunicazione a trasmissione
metà del ‘900 l’evoluzione tecnologica
sincrona (in termini più attuali “diretta”)
fosse stata rallentata dai conflitti bellici la
in grado di raggiungere nello stesso me-
seconda metà vede affacciarci sul panora-
desimo istante ogni parte del globo. Un
ma dei mezzi di comunicazione un nuovo
medium quello radiofonico con funzione
quanto straordinario mezzo. Figlia del con-
di linguaggio unidirezionale. Ovvero uno
nubio tra immagine e sonoro, la televisione
a molti (in inglese one – to many), da una
espande i territori dell’immaginario verso
18 Alberto Abruzzese, Paolo Mancini, Sociologie della Comunicazione, 2007, Gius. Laterza & Figli, pag.128
29
confini inesplorati. Si ha la definitiva con-
processi standardizzati, più metodici e
sacrazione della comunicazione di flusso19.
selettivi, in grado di selezionare ed rag-
La televisione, media bidimensionale sia
gruppare le fette di pubblico in segmenti
personale che collettiva, costruisce le so-
di mercato. Ramificazione e penetrazione
cietà attraverso una definitiva conversio-
del messaggio in modo profondo ed al-
ne, anche delle zone più rurali dell’Europa,
largato, come nessun altro mezzo prima
dell’Occidente e poi del mondo, in società
di allora, la televisione riesce a propagarsi
industriali/capitalistiche. La comunicazio-
in modo veloce e massiccio. La televisione
ne pubblicitaria, che fino alla metà del XX
diventa un oggetto di culto, desiderata da
secolo aveva concentrato i suoi sforzi cre-
milioni di persone, trasmette in continua-
ativi e comunicativi principalmente sulla
zione, ossessiva, compulsiva, diretta, coin-
carta stampata (giornali, riviste, manifesti,
volgente, accattivante, ottimista, istituzio-
locandine, ect…) come mezzo di riferimen-
nale, gerarchica, rassicurante, ammaliante,
to, raramente nella radio, trova nel nuovo
coinvolgente, questa è la televisione. Un
mezzo televisivo il nuovo mondo; la strada
flusso ininterrotto in grado come la radio
verso orizzonti inimmaginabili. Lo stesso
di raggiungere ogni parte della terra, con
sviluppo di strumenti come il marketing o
l’ulteriore vantaggio di poter trasmettere
i modelli di strategie comunicative insieme
in diretta (in tempo reale e dal vivo) da
alle nuove organizzazioni d’impresa sono
qualsiasi parte del mondo, qualsiasi gene-
frutto di radicali cambiamenti che investo-
re di contenuto audiovisivo. Informazione,
no le imprese, il mercato e la stessa comu-
intrattenimento, contenuti promozionali,
nicazione pubblicitaria. Portati tutto dal
cultura, persino la guerra!. La televisione è
nuovo mezzo televisivo. Nei nuovi assetti
il media che porta il mondo nell’era dell’in-
strategici l’introduzione della televisione
formazione o meglio del flusso dell’infor-
spinge la comunicazione pubblicitaria in
mazione. Il Broadcasting.
19 Alberto Abruzzese, Paolo Mancini, Sociologie della Comunicazione, 2007, Gius. Laterza & Figli pag. 129
30
II째 Capitolo Dentro un mondo postindustriale e globale Reti per comunicare Nuove dinamiche di consumo Contaminazione e Ibridazione Advermarketing
Dentro un mondo postindustriale e globale Il quadro dei mutamenti socioeconomi-
L’affermazione delle società postindustriali
ci, che caratterizzano il XXI secolo, è la
comporta l’instaurazione di nuove dina-
conseguenza di due circostanze fra loro
miche economiche all’interno dei sistemi
strettamente connesse. La prima circo-
economici tradizionali, modificando in
stanza riguarda il passaggio delle società
modo radicale il consolidato rapporto tra
da un’era industriale ad un’ era postindu-
produzione e consumo.20 Per capire più a
striale. La seconda circostanza invece ve-
fondo l’entità rivoluzionaria di tali nuove
de un sempre più consolidato processo di
dinamiche economiche c’è da sottolineare
globalizzazione dei mercati mondiali.
un aspetto storico molto importante. Le
Tra i primi intellettuali a parlare di tali mu-
realtà sociali ed economiche delle nazioni
tamenti fu il sociologo americano Daniel
del mondo per molto tempo hanno gettato
Bell nel 1973. Egli intuì l’avvento di un nuo-
le proprie radici nel tessuto culturale dei
vo modello sociale, i cui principali fattori
singoli territori o dei singoli Stati, generan-
caratterizzanti risiedevano nel:
do al contempo dinamiche economiche basate sui mercati locali e nazionali. Tali
1) dare sempre maggiore spazio alla pro-
dinamiche economiche in passato erano
duzione di beni immateriali;
legate alle usanze locali o meglio dire al background culturale delle popolazioni
2 )dettare la supremazia dei processi in-
nei singoli Stati. Di conseguenza i siste-
formativi e comunicativi a scapito dei pro-
mi economici dei vari Stati erano il frutto
cessi produttivi.
dell’espressione culturale delle varie nazio20 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag.7
32
ni del mondo. Ciò comportava l’ instaurarsi
visti in precedenza. Il concetto d’impresa
di delicati quanto indispensabili equilibri
nell’era dei mercati globalizzati, si sdoppia
sociali ed economici. Detto ciò, per capi-
in due logiche di organizzazione impren-
re il fenomeno della globalizzazione, va
ditoriale in cui convivono contemporane-
tenuto bene in mente che tale fenomeno
amente sia un’anima locale che un’anima
agisce innanzitutto sul piano strettamen-
globale. Cioè abbiamo un’impresa che è
te culturale. Infatti la globalizzazione è un
al contempo sia legata al territorio e alle
fenomeno culturale che tende a ridefinire
sue radici storiche sia libera di agire ed
gli usi, i costumi, i valori e le consuetudi-
interagire sul piano del mercato globale
ne delle popolazioni del mondo. Quindi,
(con le corrispettive implicazioni nelle di-
le nuove dinamiche economiche globali
namiche operative). Quindi i vecchi equi-
sostituiscono le vecchie dinamiche econo-
libri economici e sociali degli Stati vengo-
miche dei mercati locali, agendo proprio
no messi in discussione dai processi e dai
sulla ridefinizione del tessuto culturale. La
meccanismi della globalizzazione. La quale
conseguenza più evidente di tale proces-
per sua natura non tiene in considerazio-
so risiede nel fenomeno del “meticciato”,
ne le realtà sociali ed economiche delle
ovvero di un fenomeno che dimostra l’i-
varie nazioni, favorendo fenomeni come
nesorabile convergenza di tutte le realtà
la “multi-nazionalizzazione” delle merci e
culturali del mondo in un unico grande
la “multi-delocalizzazione”.22 Fenomeno
modello culturale, sociale, artistico ed im-
quest’ultimo in cui le imprese tendono a
prenditoriale.21 Il fenomeno della globaliz-
delocalizzare risorse umane e luoghi di
zazione, oltre a influenzare e a ridefinire i
produzione ricercando nuovi sbocchi di
canoni culturali delle popolazioni, modifica
mercato in giro per il mondo.
anche l’aspetto organizzativo dei mercati locali generando processi di sviluppo mai 21 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 8
22 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 9
33
il “gangnam style” è il fenomeno dell’ industria culturale prodotta del web. È divenuto il più potente ed invasivo fenomeno culturale/discografico degli ultimi anni. Con un risultato di 2.000.000.000 è piu di visualizzazioni.
Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=9bZkp7q19f0
34
Reti per comunicare Lo svilupparsi delle modalità di comunica-
panorama mondiale sempre più connesso,
zioni telematiche nel XXI secolo ha favorito
la necessità, da parte delle imprese, delle
ed accelerato i processi di globalizzazione
istituzioni e persino dei singoli individui,
dei mercati mondiali e di consolidamento
di rendersi visibili e conosciuti al grande e
delle società in chiave industriale. Le dina-
sterminato pubblico mondiale.23 Farsi rico-
miche economiche delle società postindu-
noscere ed acquisire quanta più visibilità
striali basano la loro operatività sul conti-
possibile sono i concetti chiave delle attuali
nuo circolo di informazioni provenienti da
dinamiche economiche nell’era postindu-
ogni angolo del mondo. Di conseguenza
striale. Per le modalità di comunicazioni
l’economia di tipo globale fonda i propri
telematiche, il modello (o la tecnologia) più
sistemi logici ed operativi basandosi pro-
utilizzato come veicolo o meglio dire come
prio sul continuo flusso di informazioni di
vettore di tali informazioni “globalizzate” è
tipo economico provenienti dai mercati
quello della rete. La tecnologia della rete si
del mondo, il tutto attraverso un aggior-
è dimostrata una forma di comunicazione
namento delle informazioni in tempo reale.
unica nel suo genere dimostrando (negli
Il flusso di informazioni avviene attraverso
ultimi15 anni) di possedere una forza inno-
l’uso di comunicazioni telematiche sempre
vatrice e rivoluzionaria dirompente. Una
più veloci e sempre più diffuse sul territo-
forza in grado di scuotere le fondamenta
rio globale. Lo svilupparsi di tali connes-
dei modelli di comunicazione tradizionali.
sioni rende ai nostri giorni l’accesso a tali
Infatti la rete ha modificato ed articolato i
comunicazioni telematiche indispensabile.
modelli comunicativi tradizionali generan-
Si prospetta quindi, in questo senso, in un
do ruoli e competenze specifiche del tutto
23 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 10
35
nuove ed inattese all’interno del panorama
da un equazione semplice: interlocutore
delle comunicazioni. Parliamo dell’avvento
simile a una stazione “emittente” (TV, ra-
di nuovi generi di soggetti economici, po-
dio, cinema, giornali), spettatori/ pubblico/
litici, sociali e culturali in grado di operare
lettori simili invece a tantissime stazioni
in simultanea sia nell’ambiente dei media
“riceventi” . Tale modello rendeva di fatto
tradizionali “mass mediatici” sia nel nuovo
lo spettatore un ricevente passivo di tale
contesto dei “new media” creati dall’avven-
flusso mediatico.
to della rete. L’influenza, che i new media
Un modello quello della rete opposto
hanno generato nei confronti dei media
tecnologicamente e ideologicamente a
tradizionali, basa la sua straordinaria forza
quello del broadcasting. Nella rete tanti
rivoluzionaria su un concetto semplice ma
emittenti (rappresentati dagli internauti)
allo stesso tempo disarmante per il suo im-
trasmettono una pluralità di messaggi di
patto culturale ed ideologico. Il modello del
tipo economico, sociale e culturale ai mol-
broadcasting, già dimostrato nei paragrafi
teplici soggetti connessi del mondo. Quin-
precedenti, aveva caratterizzato la cultura,
di ad una logica culturale generalista del
le politiche economiche e le società del XX
modello broadcasting si contrappone una
secolo. Tali società infatti erano in perfetta
logica culturale, quella della rete, creata
simbiosi con un modello di comunicazione,
da milioni di persone (se non miliardi), le
quello del broadcasting, composto da un
quale riversano il proprio sapere, specifi-
flusso ininterrotto di informazioni veicolate
co in ogni campo, nel grande oceano del
in modo univoco, unidirezionale, diretto
web. I fattori favorevoli allo sviluppo di tale
e senza alcuna possibilità di interagire né
rivoluzione sono:
con le tecnologie né con gli interlocutori
36
mediatici. Quindi si profilava una situazione
1) l’espansione vertiginosa delle tecnolo-
di veicolazione di messaggi rappresentata
gie informatiche;
2) la maggiore esemplificazione dell’uso
l’espansione della rete non si limita ad ef-
di tali tecnologie (sia informatiche che del
fettuare una rivoluzione di tipo culturale
web). Le quali ogni anno che passa sono
ed ideologica nei confronti della tradizione
rese sempre più facili da usare e sempre
dei media generalisti. All’espansione della
più intuitive.
rete corrisponde un’altra radicale e fondamentale rivoluzione, quella che scuo-
Come accennato all’inizio del paragrafo
te in modo drastico le vecchie dinamiche
37
di mercato dei sistemi economici del XX
striali, alle tradizionali tipologie di imprese
secolo. Le dinamiche definite tradiziona-
che seguono il meccanismo tradizionale
li, sotto l’influsso rivoluzionario della rete,
di compra/vendita di merci in serie e in
sono costrette a rinnovarsi nei meccanismi
grandi volumi, si stanno affiancando re-
economici cambiando forma e rendendoli
altà economiche e industriali molto diffe-
sempre più complessi e articolati. Per chia-
renti. In tali nuove realtà economiche, le
rire bene questo punto vanno compresi i
dinamiche operative delle nuove imprese
concetti chiave alla base di questi nuovi
si basano sui mercati creati dalla rete. Le
modelli economici (i quali corrispondono
nuove imprese abbattono tutti i tipici costi
in ultima analisi ai nuovi modelli di merca-
di distribuzione e promozione delle pro-
to). Innanzitutto va sottolineato che ciò
prie merci e ancor di più di propri servizi,
che è veramente in discussione in queste
grazie al fatto che la tecnologia della rete
nuove dinamiche economiche di mercato,
offre loro le 2 variabili del marketing mix
quindi ciò che costituisce le “nuove econo-
all’ interno dello stesso vettore tecnologi-
mie”, è il rapporto tra coloro che generano
co, la rete stessa.24 Nell’attuale panorama
domanda (consumatori) e coloro che pro-
economico globale assistiamo quindi alla
ducono offerta (imprese). Il rapporto tra gli
coesistenza di vecchie tipologie di impre-
agenti sociali ed economici (consumatori e
sa (basate su modelli di compra/vendita
imprese) consolidatosi dal dopoguerra fino
tradizionali) con le nuove tipologie di im-
alla fine del XX secolo, si sta lentamente
presa basate sulle dinamiche economiche
trasformando. Il semplice meccanismo in
dei nuovi mercati creati dal web. Il ruolo
cui l’impresa offriva beni o servizi ai consu-
del consumatore nel web è completamente
matori, che li fruivano, si sta trasformando
diverso da quello che gli era stato assegna-
verso logiche di mercato incredibilmente
to nella logica generalista del broadcasting
complesse. Nelle attuali società postindu-
e dei modelli di dinamiche economiche 24 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 11
38
tradizionali. Nel XXI secolo il consumato-
in maggiore espansione. L’e-commerce,
re non è più rigidamente rinchiuso in or-
il peer to peer e lo storage e molte altre
ganizzazioni schematiche dettate a priori
tipologie di nuovi mercati rendono oggi
dall’impresa in maniera selettiva attraverso
l’universo del web la nuova frontiera dei
analisi del target.25 Il consumatore nel web
mercati globali.26
assume ruoli del tutto nuovi di acquirente/ consumatore/produttore di domanda di un determinato bene o servizio. Trasformandosi il più delle volte in un ulteriore ruolo di produttore/venditore/generatore di offerta. Tale fenomeno è in atto e ci è testimoniato dall’enorme quantità di prodotti audio-visivi che i singoli internauti (singoli individui) producono e vendono sul web sfruttando le possibilità produttive fornite dalle tecnologie informatiche, le quali sono sempre più potenti nelle prestazioni e al contempo sempre più economicamente accessibili. Tecnologie come software, immagini, video , 3D, insieme ai canali di promozione (social networks, motori di ricerca) e distribuzione (storage) offerti dalla rete a costi minimi rendono il mondo dell’e-commerce (elettronic commerce) una realtà economica consolidata, 25 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 12
26 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 14
39
Le nuove tecnologie grazie alle possibilitá di distribuzione di contenuti (peer to peer) e al download, stanno costituendo di fatto la trasformazione del “mercato di massa” a una “massa di mercati”. La proliferazione di database di contenuti come iTunes e Amazon ne sono la prova. Si assiste all’ abbasamento dei costi di produzione e distribuzione. Distribuzione basata e agevolata dalle grandi possibilit’ di storage messe a disposizioni dai server.
40
Le nuove tecnologie grazie alle possibilitá di distribuzione di contenuti (peer to peer) e al download, stanno costituendo di fatto la trasformazione del “mercato di massa” a una “massa di mercati”. La proliferazione di database di contenuti come iTunes e Amazon ne sono la prova. Si assiste all’ abbasamento dei costi di produzione e distribuzione. Distribuzione basata e agevolata dalle grandi possibilit’ di storage messe a disposizioni dai server.
41
Nuove dinamiche di consumo In questi ultimi anni si è affacciata sul pa-
dinamiche di consumo hanno attraversa-
norama dell’economia globale una nuova
to diverse fasi evolutive.27 Dal dopoguerra
dimensione del consumo. Questa nuova
in poi si è registrata la prima versione di
dimensione del consumo è il risultato di un
dinamica di consumo definita come “con-
lungo processo evolutivo, molto articolato,
sumo segnaletico”. Il consumo segnaletico
che sostanzialmente coincide con le tra-
degli anni sessanta era caratterizzato da
sformazioni economiche sociali e culturali
un netto orientamento del consumatore
fin qui descritte. Ripercorrendo le fasi sto-
verso beni di consumo di tipo durevole,
riche dell’epoca industriale vediamo che
l’automobile è il simbolo di questa dinami-
sin dai tempi della seconda rivoluzione in-
ca di consumo. Negli anni settanta le di-
dustriale le dinamiche di consumo hanno
namiche di consumo convergono verso un
sempre, inseguito prima e adottato poi, il
modello completamente diverso da quello
mutamento delle società e degli individui,
precedente, parliamo di “consumo di di-
adeguando i propri meccanismi economici
stinzione”. In tale modello l’acquisizione
ai mutamenti tecnologici e sociali in atto.
di determinati prodotti e la fruizione degli
In Europa, a causa dei due conflitti bellici
stessi assumeva un valore prettamente di
mondiali, della lunga permanenza di regi-
simbolico, elevando tali oggetti a status
mi totalitari e della radicata mentalità di
symbol. Gli oggetti acquistati si trasfor-
regolamentazione del mercato da parte
mavano in elementi distintivi dell’individuo
degli stati, le modalità di consumo po-
indicandone l’appartenenza sociale, cultu-
stindustriali si sono potute evolversi solo
rale e di censo.28
a partire dagli anni ’80 in poi. In Italia le
È dagli anni ’80 in poi che la dimensio27 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 13
42
28 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 14
ne del consumo rompe con i tradizionali
e i loro prodotti , di cui non è solo semplice
vincoli tra produzione e fruizione. Il con-
fruitore passivo, ma bensì pieno coopro-
sumatore nel decennio ’80 ha iniziato a
tagonista. Il consumatore postmoderno è
manifestare un forte eclettismo nelle scelte
una figura che formula bisogni sempre più
d’acquisto, costituendo di fatto una nuo-
complessi. Egli è alla perenne ricerca di
va figura del consumatore, il consumatore
prodotti in grado di fornire qualità tangibili
postmoderno. Il consumatore postmoder-
e intangibili.30 Il consumatore dialoga in
no è una figura che scopre nell’acquisto
modo profondo con i prodotti cercando di
un nuovo valore simbolico che non è più
modificarli e renderli sempre più corrispon-
legato alla logica di soddisfazione di una
denti ai propri bisogni reali ed immaginari.
necessità o di un desiderio. Egli scopre una
Il consumatore postmoderno si può defi-
nuova valenza comunicativa nell’acquisto
nire come una figura maieutica in grado al
di beni e servizi, attraverso l’acquisto e
contempo di essere produttore, consuma-
la fruizione il consumatore postmoderno
tore e generatore di senso che va attribuito
esprime la propria personalità.29 Questo
alle merci affinché queste siano in grado
fenomeno si completa nella sua evoluzio-
di soddisfarlo (nel gergo anglosassone si
ne negli anni ’90. Il consumatore postmo-
usa la parola “prosumers”).31 In questa ti-
derno in quel periodo matura, sempre di
pologia di consumatore non interessa più
più, l’importanza di costruirsi un consumo
il semplice possesso di un prodotto o la
di tipo individualizzato . Agli inizii del XXI
ricerca di uno status symbol. A questo tipo
secolo la figura del consumatore postmo-
di consumatore i ragionamenti di tipo uti-
derno si consolida in modo permanente.
litaristici o simbolici corrispondono a pa-
Tale tipologia di consumatore si traduce in
radigmi obsoleti e quindi non considerati
un individuo competente in grado di intra-
all’atto dell’acquisto. Il consumatore post-
prendere un dialogo diretto con le imprese
moderno instaura una relazione emotiva e
29 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 15
30 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 16 31 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 17
43
percettiva con i beni o i servizi, al fine di creare una dimensione di amicizia intima e personale. Il consumatore si trasforma in un sensation seekers (cercatore di emozioni e suggestioni). La ricerca di emozioni lo spinge verso occasioni di consumo che garantiscono esperienze sensoriali, poiché ad ogni acquisto o a ogni fruizione (viaggio, cibo, spettacoli, ect…) il consumatore è parte di un più generale processo di autodefinizione identitaria. Ad ogni esperienza sensoriale aggiunta, derivata dall’acquisto o dalla fruizione di un nuovo prodotto o di un nuovo servizio, si costituisce un insieme di operazioni atte a sviluppare e a costruire nella mente del consumatore una propria identità che verrà comunicata ai propri simili. Dimostrando tali prodotti oppure condividendo tali emozioni.32
32 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 17
44
45
Contaminazione e Ibridazione I fenomeni della contaminazione e dell’i-
comunicativo dove l’unica regola vigente
bridazione nella comunicazione odierna,
risulta essere quella fondata sul concetto
informatizzata e globale, scuotono in mo-
di contaminazione. La contaminazione è
do profondo il modo con cui, sino ad oggi,
un fenomeno in cui si assiste ad una con-
si è inteso e si è fatta la comunicazione. Il
tinua quanto imprevedibile convergenza
modo di fare pubblicità dal dopo guerra in
dei modelli comunicativi verso:
poi è stato fortemente influenzato dal modello organizzativo di tipo anglosassone.
- riversamenti dei propri contenuti nei
Tale modello si presenta con un’organiz-
nuovi canali offerti dai new media,
zazione, gestionale ed operativa, suddivisa in comparti prestabiliti, all’interno dei quali
- una contaminazione che si esprime verso
lavorano ed operano figure professionali
l’inesorabile diffondersi di nuove tipologie
specializzate. Coordinamento gerarchico e
di logiche operative/gestionali, di nuovi
suddivisioni delle competenze, il modello
contenuti e di nuovi stili comunicativi.
anglosassone si presenta rigido e schematico. Questo modello, che per decen-
La contaminazione quindi è un fenomeno
ni è stato preso in considerazione come
che non si sofferma alle tecnologie o ai
modello operativo e gestionale “ideale”,
nuovi strumenti telematici; essa si fa por-
risulta essere obsoleto in quanto ecces-
tatrice di nuovi visioni e di nuovi modelli di
sivamente rigido per i suoi canoni della
pensiero. Fare quindi una giusta e corretta
comunicazione telematica.33 Con l’espan-
comunicazione integrata (sia on-line che
sione della rete si apre un nuovo scenario
off-line) risulta essere molto complesso. Le
33 Franco Pomilio, Comunicazione 3.0 Pensieri e idee per una rivoluzione integrata, Fausto Lupetti Editori, pag. 23
46
agenzie devono fare proprio il fenomeno
cui semplici internauti si trasformano in
della contaminazione.34 Ciò può avvenire
“users generate content” (generatori di
solo attraverso un indispensabile aggior-
contenuti). Un contesto complesso, dove
namento del rigido modello anglosassone
gli specialisti della comunicazione devo-
verso queste nuove dinamiche operative.
no espandere i propri confini e le proprie
Il fenomeno della contaminazione, se as-
competenze professionali. Bisogna perciò
sorbito, genera a sua volta un ulteriore
abbandonare la logica dell’unica specializ-
fenomeno comunicativo chiamato ibrida-
zazione, a favore di una logica impostata
zione. La contaminazione libera così i pro-
più verso il meticciato.
fessionisti, operanti nelle agenzie, da quei
“…l’ibridazione è il primo passo verso la
compartimenti stagni in cui erano relega-
costruzione di un linguaggio e di una comu-
ti (nell’ottica della gestione sia operativa
nicazione continuamente contaminata, dove
che della comunicazione, basata sul mo-
le identità professionali dei vari soggetti si
dello anglosassone). L’abbattimento degli
incontrano e si scontrano…”
ostacoli operativi genera, nei professionisti,
(Franco Pomilio, 2011)
nuovi principi di organizzazioni operative. Infatti, sebbene conservino le loro specifiche competenze (altamente affinate negli anni), i professionisti si trovano sempre più spesso ad operare in contesti sociali e lavorativi sempre più ampi, i quali necessitano di ulteriori quanto approfondite capacità professionali.35 Tali nozioni vanno considerate in base al momento storico in cui oggi noi viviamo. Un mondo, quello di oggi, in 34 Franco Pomilio, Comunicazione 3.0 Pensieri e idee per una rivoluzione integrata, Fausto Lupetti Editori, pag. 24 35 Franco Pomilio, Comunicazione 3.0 Pensieri e idee per una rivoluzione integrata, Fausto Lupetti Editori, pag. 25
47
48
Advermarketing In un clima di forte rottura degli schemi
- Marketing.
tradizionali e di profondi innovazioni sociali, economiche e culturali anche il marke-
Tale fenomeno non riguarda solo le impre-
ting si adatta ai nuovi modi di concepire la
se, anche il marketing deve rapportarsi con
comunicazione. Di fatto le innovazioni por-
una nuova realtà. Una realtà comunicativa
tate dalla rete impartiscono al marketing
dove con i consumatori si apre un dialogo.
un vero e proprio cambio di prospettiva.
Con i consumatori, si ci instaura un vero e
In questo periodo il marketing acquisisce
proprio rapporto relazionale. Il consolidarsi
nuovi significati e nuove finalità. Il XXI se-
di questo nuovo stato di cose costringe il
colo si apre come un periodo in cui si de-
marketing ad abbandonare qualsiasi logi-
notano fenomeni del tutto rivoluzionari.
ca di tipo gestionale ed operativa “tradi-
Basti pensare che oggi le imprese non sono
zionale” della comunicazione. Il marketing
più le uniche detentrici dei valori aziendali,
deve lasciarsi contagiare dalla rete, deve
ovvero oggi le imprese non impongono
abbandonare le rigide ed obsolete strate-
(ma subiscono) da parte dei consumato-
gie comunicative tradizionali, sostituendo-
ri le linee guida di gestione dell’impresa,
le con quelle più dinamiche ed elastiche
generando ovviamente i suoi nuovi valori
scaturite dall’influenza della rete. Il mar-
aziendali.36 Le imprese perdono il controllo
keting in questo senso si spinge verso l’
assoluto di tutto:
abbandono dei propri contesti tradizionali e dei propri metodi operativi tradizionali,
- Prodotti,
fondati questi su sequenze di operazioni
- Gestione dell’impresa,
schematiche più o meno preordinate.37 Il
36 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 40
37 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 40
49
marketing smette di essere una disciplina
vita e la personalità del target scelto come
teorica e gestionale per scendere in stra-
obbiettivo;
da, tra il pubblico e tra i consumatori. Per queste nuove frontiere della comunicazio-
- basare l’intera strategia di mercato su
ne si stanno sviluppando, negli ultimi an-
processi comunicativi multidirezionali.
ni, delle nuove figure professionali, gli advermarketing. Queste figure professionali
Nuove forme di comunicazione non-con-
devono il proprio nome alla creazione di
venzionali stanno nascendo.38 Esse non
un neologismo, frutto della fusione di due
sono soltanto frutto di formule matema-
parole: advertising e di marketing. Questi
tico/statiche, come avveniva in passato;
nuovi specialisti concentrano i propri sforzi
rappresentano piuttosto i nuovi modi di
creativi attraverso l’uso di approcci, meto-
relazionarsi dell’imprese. Le quali tendono
dologie e strategie di intervento definite
a determinare, con il consumatore, dina-
“non- convenzionali”. Tali nuove forme di
miche emotive ed esperienziali attraverso
comunicazione non-convenzionali hanno
l’uso della comunicazione non- convenzio-
connotazioni (strumenti, metodi e finali-
nale. Il loro scopo è creare tensioni, piut-
tà) molto diverse tra loro. Nonostante ciò
tosto che attirare attenzioni. Tali forme di
esse sono accumunate da due principali
comunicazioni cercano di sviluppare nel
caratteristiche strutturali:
consumatore sentimenti di complicità ed affetto.39
- rapportarsi realmente ed efficacemente
In alcune delle tecniche utilizzate (questo
con il consumatore veicolando emozioni
accade soprattutto nel viral marketing)
e producendo esperienze comunicative
per le comunicazioni non- convenziona-
ed emozionali (comunicazione valoriale
li si attinge alla cultura del “cyber space”
ed esperienziale), in linea con lo stile di
(spazio virtuale). La cultura cyber è una re38 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 41
50
39 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 41
altà culturale proveniente dalla rete, ormai
eterogeneo, giustificano il ricorso a tali
consolidata tra i milioni (se non miliardi)
tecniche comunicative e giustificano an-
di internauti in tutto il mondo. I suoi forti
che l’intero lavoro di sviluppo di strategie
elementi controculturali rendono la cul-
apposite.41 Autoironia e umorismo diven-
tura cyber indispensabile, per coloro che
tano armi strategico/tattiche per penetra-
fanno comunicazioni non- convenzionali.
re l’immaginario delle persone. Gli adver-
Sempre più spesso accade che parole pro-
marketing tendono a immedesimarsi nel
venienti dal linguaggio cibernetico (come
consumatore comprendendone a fondo
face, camouflage, ect…) entrino nel lessico
le motivazione, sia emotive che razionali,
comune di tutti i giorni. Un lessico sempre
che spingono quest’ultimo a decidere di
più diffuso non solo nel mondo del cyber
comprare o no un prodotto. Intercettare
space, ma anche nel mondo reale. La re-
il consumatore e circondarlo non solo nei
te quindi formula fenomeni comunicativi
luoghi dove acquista i prodotti, ma anche
nuovi.40 La comunicazione pubblicitaria,
lì dove vive, dove si diverte, dove lavora,
in tale contesto, è costretta a cavalcare
dove studia, dove incontra i propri simili.42
tali fenomeni comunicativi, tutti accumu-
L’ advermarketing fa propria la logica del-
nati inoltre da sforzi creativi la cui base
la connettività innescando e sviluppando
ideologica si fonda sul concetto di diver-
nuove forme di esperienze comunicaziona-
sione e di scherno. Diversione e scherno
li, riconoscendo nel consumatore un indivi-
diventano atti creativi mai fine a se stessi,
duo con cui dialogare. Gli advermarketing
ma diventano messaggi precisi con finalità
hanno innescato nel marketing una rivolu-
promozionali precise (anche tali messaggi
zione straordinaria e profonda. Le famose
si presentano dai toni leggeri e scherzosi).
4P classiche del marketing (product, price,
Gli obiettivi comunicativi da raggiungere,
place e promotion) si sono trasformate,
in un mondo comunicativo complesso ed
nelle comunicazioni non- convenzionale,
40 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 42
41 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 42 42 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 43
51
nelle 4P del “societing” (people, place, plan e project). Solo la parola Place è rimasta invariata nei due modelli tra loro contrapposti. Sotto l’aspetto strettamente legato alla comunicazione queste strategie operano una trasformazione decisa che contrappone al tradizionale rapporto consumatore/ prodotto un nuovo rapporto di relazione emotiva tra i consumatori e i valori del brand aziendale (consumatore/brand).43
43 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 44
52
III° Capitolo Dal word of mounth al word of mouse Quando la comunicazione è contagiosa L’efficacia dell’idea-virus on line La comunicazione ai tempi di You Tube I social network I Blog
Dal Word of Mouth al Word of Mouse In un quadro così complesso e dinamico
reti mediali: social network, blog, motori
il marketing adatta le proprie strategie ai
di ricerca, internet shop, forum. Tali reti da
nuovi scopi. Il principale scopo è quello di
chi sono composte? Ma da consumatori,
adeguarsi e di adeguare le proprie opera-
ovvio!.44
tività, alle nuove dinamiche di consumo, in
Una strategia di passaparola, nell’era della
modo tale da rispondere alle nuove esigen-
rete, si trasforma in pochissimo tempo in
ze comunicative ed identitarie necessarie
una vera e propria catena comunicativa
ai consumatori, ravvivando il dialogo tra
composta da un meccanismo radicato di
imprese e i consumatori.
complicità che si autoallinea senza alcun
Il passaparola (word of mouth) è da sem-
bisogno di interventi esterni o di forzature.
pre considerato un fattore vincente del
Tale strategia comunicativa è necessaria,
marketing tradizionale. Nel tempo questa
se non addirittura indispensabile, in un si-
forma di strategia è diventata, da semplice
stema di overload comunicativo. Il passa-
quanto elementare strategia comunicativa,
parola diventa un utilissimo e potentissimo
il fulcro del marketing postmoderno. Infatti
strumento per comunicare. I meccanismi
in questo particolare periodo tale forma
di azione del passaparola usano gli stessi
comunicativa ha assunto diverse forme,
canoni con cui si forma l’opinione pubbli-
formulando nuove tendenze e nuove stra-
ca. Tale teoria (tratta dalla parola inglese
tegie. La diffusione delle informazioni, o
“two-step-follow-of-comunication” (Katz,
meglio dire dei “consigli d’acquisto”, ai
Lazarfeld, 1955)45 dice che i cittadini so-
consumatori oggi avviene attraverso le
no influenzati, generalmente, da due fonti 44 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. pag 49
54
45 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 51
di informazioni, le quali agiscono in tempi
vasti orizzonti di sviluppo, si è passati dal
diversi:
“word of mouth” al “word of mouse”. Le nuove tipologie di marketing hanno fatto
- i media (operano nel breve periodo)
tesoro di tali trasformazioni, aggiornando le proprie strategie del “passaparola tra-
- le opinioni degli “opinion leardes” (ope-
dizionale” a quelle del “passaparola della
rano nel lungo periodo)
rete”. Il consumatore nella rete diventa un ve-
In una condizione di eccessivo surplus di
ro e proprio ambasciatore dei valori del
informazioni e di assuefazione alle infor-
marchio. Questo processo porta alla co-
mazioni le persone tendono sempre di più
struzione di un’ottima reputazione dell’im-
a fidarsi delle informazioni e dei consigli
presa. Le modabilità operative del word of
provenienti da fonti tradizionali come: per-
mouse si basano su strategie comunicative
sone fidate, amici o in generale da tutti
diverse tra loro, ma che possono essere
colori di cui si pensa il totale disinteresse.
suddivise in vari gruppi:
Si crea quindi un clima favorevole alla fiducia e di apertura verso quei prodotti o
i “referral”, ossia attività nota come “se-
quei brand che gli utenti/consumatori de-
gnala ad un amico”. È il modo più semplice
finiscono come ottimali e soddisfacenti.46
per garantire il passaparola su un prodot-
Ora il passaparola è stato da sempre si-
to, offrendo un piccolo incentivo a coloro
nonimo di comunicazione orale o faccia a
che segnalano nuovi clienti all’impresa (in
faccia. Oggi con l’avvento della rete nuove
contanti o sotto forma si regalo);
forme di passaparola si stanno consolidando. Il passaparola tradizionale ha trovato
il “tryvertising”, variante evoluta del sam-
nel mondo della rete nuovi territori e nuovi
pling (distribuzione di campioni gratuiti).
46 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 52
55
Tale versione dispensa prodotti in modo
“l’influencer outreach”, basato sul con-
selettivo agli “utilizzatori leader”, in mo-
cetto di “opinion leaders” e sulla capacità
do da trasformare tali clienti (stimolati e
di influenza di tali individui. Si individua un
ripagati da un trattamento privilegiato, da
leader e lo si trasforma in un promotore
intenditori) in promotori del marchio;
consapevole del brand. Sul web tale tecnica quadruplica la sua efficacia rispetto
“empowered” (coinvolgimento), attribuire
al sua forma offline (tradizionale);
il potere al cliente di decidere: quale o quali prodotti lanciare, il o il loro packaging e la
“l’innovation”, è la tecnica più antica ba-
loro comunicazione. I sondaggi web o le
sata sull’avvento di un qualcosa di nuovo
votazioni tramite SMS sono le soluzioni più
e di straordinario di cui discutere.47
usate quando si tratta con target composti principalmente da giovani;
i “brand ambassador”, ovvero la scelta dei consumatori più soddisfatti dal brand a contribuire alla propagazione dei privilegi, delle anticipazioni e delle anteprime esclusive da condividere con gli amici;
le “causal campaigns”, collegare al brand una buona causa (etico-religiosa) ottenendo un effetto di mobilitazione da parte dei consumatori divenuti a loro volta dei volontari della causa e quindi del brand; 47 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 53
56
Quando la comunicazione è contagiosa La comunicazione virale è una strategia co-
rienze e di autorevolezza a ogni passaggio
municativa basata su due concetti basilari:
comunicativa di persona in persona. In questo contesto i marchi e i prodotti
- il passaparola,
sono trattati come “idee”, di cui vengono enfatizzati gli aspetti di novità e di origi-
- il meccanismo di “propagarsi dal basso”
nalità. Segni distintivi questi più adatti e
(quest’ ultimo è teso a innestare un effetto
consoni ad attirare l’attenzione del pub-
valanga).
blico in modo veloce.48 Il prodotto o il marchio, trasformandosi in
Questa strategia per la sua estrema dutti-
“idea”, diventa un qualcosa di intangibile
lità diventa applicabile ovunque e in qual-
in grado di insinuarsi all’interno dell’imma-
siasi circostanza. La contaminazione virale
ginario individuale e collettivo. Ciò avviene
fonda la propria efficacia sull’idea che gra-
proprio perché, trasformandosi in un’ idea,
zie al “word of mouse” i messaggi partiti,
il prodotto o il marchio si costruisce in un
da un nucleo ristretto di individui, si pro-
nucleo significativo che si presta a trasfor-
pagano velocemente come virus, fino “a
mazioni in tendenze o in mode culturali,
contagiare” porzioni sempre più ampie di
diventando a sua volta quindi un fenomeno
persone (cittadini, consumatori, internau-
culturale.
ti e clienti). Il tutto avviene attraverso un meccanismo che si autoallinea, si moltipli-
“…ideavirus: un messaggio idea, a cui è legato
ca in progressione e si arricchisce di espe-
un prodotto, capace di propagarsi veloce-
48 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 58
57
mente superando i filtri cognitivi, individuali, e di attecchire in profondità
cisione dell’acquisto di un bene o servizio, il parere di un espero fidato!.50
sui target di riferimento…”
Sotto il profilo della costruzione di un im-
(Godin, 2001)
pianto strategico, la comunicazione virale si concentra verso la progettazione del
Sostanzialmente la “viral communication”
“Viral-DNA” del prodotto, del servizio
(o viral marketing) punta sul coinvolgimen-
o della comunicazione, identificando le
to emotivo e razionale degli individui, che
persone potenzialmente interessate e in-
non vengono più considerati come ricettori
serendo i contenuti nei social network di
passivi, ma al contrario come veri e pro-
riferimento, agevolando e incoraggiando
pri attori delle dinamiche comunicative.49
la condivisione con altre persone. Gli ele-
Chiamati inoltre ad assumere una funzione
menti sui cui fare affidamento, e che sono
chiave nella trasmissione del messaggio, in
fondamentali al fine del successo di una
virtù dell’autorevolezza dell’individuo ver-
strategia viral, sono :
so i propri simili (amici, parenti, conoscenti, opionon learders, ect…).
- prevedere sempre l’offerta di prodotti
La comunicazione virale, essendo dunque
o servizi gratuiti, al fine di attirare l’at-
un meccanismo di diffusione delle espe-
tenzione su un altro prodotto o servizio
rienze (in inglese experience-delivery-
a pagamento,
meccanism), si basa sul riconoscimento
58
reciproco fra gli individui con reciproco
- prevedere modabilità di facile trasmissi-
disinteresse economico, comportando
bilità dei messaggi, in modo da consentire
un’identificazione e una partecipazione
a chi lo riceve di trasferirlo in tempo rapi-
emotiva dei consumatori, per i quali vale
do. La comunicazione istantanea, il basso
come punto di riferimento, all’atto di de-
costo e la semplicità fanno di Internet il
49 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 60
50 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 61
contesto ideale, ma non esclusivo, della
virale viene travisata, oppure viene letta
comunicazione virale,
in modo del tutto sbagliato (considerata uno strumento che fa “poco rumore”) o
- prevedere la possibilità di una rapida
addirittura si confonde l’idea creativa (per
crescita della domanda, grazie alla veloce
quanto brillante sia) come fine ultimo di
diffusione dei messaggi/idea e rispondere
una campagna. (obiettivo primario della
con un altrettanta offerta rapida,
strategia). Nulla di più sbagliato!.52 Per una corretta realizzazione di una cam-
- intercettare i comportamenti comuni
pagna virale è necessario definire a pri-
all’interno dei target di riferimento,
ori in modo chiaro e deciso, gli obiettivi comunicativi da raggiungere e definire la
- utilizzare reti comunicative profonde già
corretta gestione delle risorse a disposi-
esistenti,
zione. Possiamo suddividere le prime fasi di preparazione di una campagna virale in:
- utilizzare le risorse altrui usando siti, pubblicazioni, blog, ect… gestiti e realiz-
- definizione delle risorse interne: budget,
zati da altri, al fine di sfruttarne la rete
timing, figure professionali impiegate, tec-
e di trarre vantaggio dal relazionale esi-
nologie adottate,
stente.51 - definizione delle metriche: volumi di Nella comunicazione virale è molto faci-
vendita, obiettivi di fatturato, quantità di
le incappare in una molteplicità di errori.
adesioni, incremento del ciclo di vita del
Questo fenomeno è dovuto al meccani-
prodotto,
smo con cui si formula la viralità di una campagna. Quasi sempre una campagna
- gestione e controllo del “negative word
51 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 62
52 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 63
59
of mouse”: monitoraggio del passaparola, strumenti di feedback diretti e indiretti, servizio consumatori, strategie di crisi,
- gestione della base e acquisizione consumatori: segmentazione clienti in essere, profilatura audience, profilatura clienti obiettivo, individuazione web community,
- integrazione della presenza on line: rendiconto della situazione attuale, previsione della presenza futura, collegamenti piattaforme esterne, individuazione di siti sensibili alla viralità, integrazione online/offline,
- integrazione nei processi di marketing complessivi: definizione incentivi e promozioni, implementazione database aziendale, “lead time” degli elementi caratterizzanti,
- definizione dei contenuti e delle modabilità di distribuzione: pianificazione effettiva della campagna virale.53 Qualunque sia la strada o la strategia se53 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 64
60
L’efficacia dell’idea-virus on line guita, gli strumenti utilizzati per diffondere
in maniera tale che sia le tecnologie che
il messaggio virale sono sostanzialmente
i contenuti risultino essere perfettamen-
legati alle tecnologie disponibili nella rete.
te e totalmente integrati tra loro. Questo
Internet costituisce di fatto l’habitat ideale
equilibrio perfetto sta trasformando gli
della viral communication. Gli strumenti
individui in una sorta di apparati comuni-
usati in rete incarnano pienamente il carat-
cativi complessi, malleabili e raggiungibili
tere “parassitario” della comunicazione vi-
in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.
rale, la quale di fatto sfrutta ciò che già esi-
In questo panorama l’impresa deve avere
ste per scopi promozionali. Tali strumenti
una presenza attiva sul web, assumendo
sono ideali per indirizzare idee e contenuti
il controllo dinamico sia del web che dei
verso una soluzione comunicativa che va-
new media.54 La viral communication risul-
lorizzi la “brand communities” (comunità di
ta essere quindi per sua natura una forma
appassionati di un determinato marchio).
di comunicazione transmediale in grado di
Le caratteristiche fin qui descritte illustra-
dare risposte efficaci alle nuove necessità
no le complesse pratiche di fruizione dei
comunicative dell’impresa nel XXI secolo.
contenuti che risultano, oggi, di fatto orizzontali (non verticistici), ipertestuali e polimediali (in virtù di tecnologie diverse con diverse modabilità espressive). Telefonini, computer, smartphone, tablet, TV canalizzano contenuti come video, immagini, suoni e testi, i quali vengono fruiti e generati 54 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 69
61
La comunicazione ai tempi di You Tube La comunicazione ai tempi di You Tube
attraverso il passaparola della rete (word
Il costo di realizzazione di un video virale
of mouse). Lo scopo principale di You tu-
oggi risulta essere decine di volte inferiore
be è quello di consentire agli internauti di
a quello di un tradizionale spot da passare
rendere pubblico il proprio prodotto e di
nei media tradizionali, quali televisione o
farlo conoscere allo smisurato pubblico
cinema (senza poi considerare poi i costi di
della rete.
acquisto degli spazi pubblicitari). I conte-
Detto ciò quindi è inutile sottolineare che
nuti audiovisivi virali sono caratterizzati dal
qualsiasi campagna virale non sarebbe ef-
forte spirito ironico ed irriverente. Infatti
ficace se non si usasse questo stranissimo,
devono il successo e la loro dirompente
ma straordinario media-contenitore. Il più
diffusione grazie alla loro anima giocosa,
usato, il più cliccato, il più famoso genera-
ma tutto ciò non sarebbe mai potuto av-
tore di contenuti; grazie a You Tube perciò
venire senza You Tube. Questo media è un
si sono moltiplicati in modo esponenzia-
ibrido, in quanto è allo stesso tempo sia un
le le campagne virali basate su contenuti
media che un contenitore, è l’emblema del
audiovisivi.55
web 2.0. Questa piattaforma è raggiungibi-
You Tube nel tempo è diventato il cana-
le da chiunque nel mondo e chiunque può
le ideale per propagare l’idea/messaggio,
caricare sullo stesso qualsiasi filmato auto-
stimolando il passaparola. Inoltre ha inne-
prodotto. Il successo di You Tube è a sua
scato, il più delle volte, delle forme di imi-
volta determinato dalla facilità con cui si
tazioni (dal tono sarcastico e caricatura-
può creare un video e diffonderlo nel web
le) dei video più di successo presenti sullo 55 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 71
62
stesso You Tube. In questi anni assistiamo
Da anni ormai per coloro che vivono e la-
all’aumento di tale fenomeno, che non fa
vorano nel mondo della comunicazione
altro che stimolare la cultura del video vi-
(creativi, agenzie, clienti e centri media)
rale, in quanto non c’è miglior pubblicità
riuscire a ideare e a pianificare un video
che quella della satira. La cultura dei video
che diventi virale su You Tube. È il vero
virali ha aumentanto nel tempo l’effetto di
sogno nel cassetto di questa straordinaria
propagazione dei video virali.
epoca in cui viviamo. Per molto tempo si
63
A Coca-Cola vending machine is transformed into a happiness machine delivering “doses” of happiness. Where will happiness strike next? Un distributore automatico di felicità: è il concept alla base di Happiness Machine, operazione di Guerrilla Marketing realizzata da Coca-Cola in un campus americano.
Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=lqT_dPApj9U
64
Fonte: http://www.ninjamarketing.it/2013/04/18/viral-video-book-il-potere-dellonlinevideo-adv-infografica/
65
è cercato di definire una tipologia di contenuto ideale affinchè un video diventasse virale, ma è solo con l’esplosione dei social network e di You Tube si è avuto una vera e propio consolidamento del concetto di viral-video. In tal senso si può definire virale un video quando questo riesce a rispettare obbiettivi di visualizzazione più alti possibili. Questo avviene attraverso il passaparola sul web (Word of Mouse).
Le 7 regole per rendere un video una “viral-hit”
01
Story Matter Most La storia è la
tagemmi utilizzati dai creativi è catturare
cosa più importante del video.
l’attenzione dell’utente nei primi 5 secondi:
Nei video virali, la storia è centrale ed è più
incuriosirlo e tenerlo incollato allo schermo
importante del prodotto stesso. Il prodotto
fino alla fine del video.
deve avere un ruolo marginale; apparire idealmente alla fine del video o non apparire proprio.
03
Emotional Roller Coaster La
capacità una storia con il video,
ovvero lo storytelling, deve avere un an-
02
First Five Seconds Nei video vi-
damento da montagna russa emozionale.
rali di successo, uno degli stra-
Idealmente nell’arco di un video bisogne-
Fonte: http://www.ninjamarketing.it/2013/04/18/viral-video-book-il-potere-dellonline-video-adv-infografica/
66
rebbe alternare momenti di tristezza a mo-
un video viene condiviso e passato ad altre
menti di gioia e cos’ via. Soltanto in questo
persone è in motivo edonistico. Nessuno
modo è possibile tenere viva l’attenzione
vuole essere associato ad un contenuto
dello spettatore fino alla fine del video. Di
che crei disgusto o simili. Lo shock quin-
solito per farlo si utilizza lo strategemma
di limita la possibilità che il contenuto sia
del dualismo “What is/ What could be” (
condiviso.
Qual è la situazione attuale / come potrebbe essere) alternandolo più volte nell’arco dello stesso video. Un vero e proprio saliscendi emozionale.
06
Hours Critical Mass Le prime 48 di vita online del video so-
no fondamentali. Riuscire a raggiungere massa critica di visualizzazione in questo
04
Tastemakers Nelle fasi iniziali
intervallo di tempo è fondamentale per
di distribuzione, è opportuno
fare esplodere la viralità
che il video venga distribuito a selezionati influencer: l’endorsement di celebrity, ad esempio, può aiutare sensibilmente un vi-
07
Size Doesn’t Matter Le visualizzazioni sono fondamentali,
deo; l’ utilizzo di testimonial non ha, invece,
ma quello che è realmente importante è il
un effetto così potente come si potrebbe
numero di condivisioni (share): per aume-
immaginare.
trale in modo significativo è utile inserire nel video una “call to action”, una vera e
05
Surprise, Don’t Shock Nello
propria spinta o un preciso suggerimento
storytelling l’elemento sorpre-
a condividere il video.
sa è perfetto per generare viralità: bisogna però fare molta attenzione a non scioccare l’utente. Una delle ragioni principali per cui Fonte: http://www.ninjamarketing.it/2013/04/18/viral-video-book-il-potere-dellonline-video-adv-infografica/
67
I social network L’interesse della comunicazione virale nei
coinvolgimento massiccio degli opinion
confronti dei social network consiste so-
leader.56 Nei nodi forti troviamo principal-
stanzialmente nella capacità esponenziale
mente due figure di utenti:
di trasmissione delle informazioni che essi hanno, facendole passare da un network
- gli innovator,
all’altro. Ognuno di questi social network costituisce di fatto una comunità più o
- gli early adopter.
meno estesa e con un profilo identitario ben definito. Ciò è dovuto anche dal grado
Se si vuole però avere una strategia vera-
di “densità” (numero di utenti) del social
mente efficace bisogna puntare sulla figura
network. I social a densità alta sono de-
del connecter. Tale figura si trova princi-
finiti “nodi forti”, tali social sono caratte-
palmente nei nodi definiti deboli, i quali
rizzati da una forte coesione identitaria.
risultano essere una risorsa indispensabile
Tale condizione permette un circolo delle
per la diffusione delle informazioni (data
informazioni, all’interno dei social, molto
la loro natura di emittenti puri).
più fitto. Al contrario i social definiti “nodi deboli”, tendono invece alla diffusione delle informazioni verso l’esterno: altri social networks, motori di ricerca, (etc..). Una campagna virale efficace deve essere in grado di individuare i nodi deboli e far leva su di essi, operando al contempo un
56 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 73
68
69
I Blog Così come i social network, anche i blog
Contraddistinta dalla tracciatura di percor-
sono interessanti per gli scopi della co-
si significativi che costituiscono l’universo
municazione virale. Tale interesse è dovu-
valoriale del blogger. Dunque l’autorevo-
to alla grande ed unica capacità dei blog,
lezza dei blog fa gola a coloro che struttu-
quella di fare da ponte tra le varie comuni-
rano e costruiscono strategie comunicative
tà online. I blog sono diventati un punto di
virali, grazie anche alla natura fiduciaria
riferimento importantissimo nelle dinami-
dei blog.58
che di mercato in quanto hanno acquisito nel tempo maggiore peso e forza, in virtù anche dell’aumento della considerazione da parte dei consumatori. I consumatori ritengono che i blog siano fonti molto autorevoli e veritieri, per cui le informazioni su marche o prodotti (che sempre più spesso i blog veicolano) sono percepite con la massima credibilità.57 Il blog acquisisce la personalità di colui che lo gestisce (il blogger), il quale instaura un meccanismo di fiducia con i propri lettori. Il blog si contraddistingue come una forma particolarissima di presenza sul web, per certi versi con toni molto personali (quasi privata), eppure decisamente pubblica. 57 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 74
70
58 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag. 76
artworks
“progetto artistico�
Comunicazione valoriale Dove aver trattato nei capitoli precedenti
Tale affermazione può sembrare un gioco
i concetti chiave, che caratterizzano la no-
di parole, ma non lo è. Questa nozione si
stra epoca postmoderna, si rende necessa-
spinge verso una comprensione profon-
rio un’ approfondimento di tali tematiche
da del concetto chiave che si cela dietro
comunicative nella loro applicazione pra-
questa breve, quanto evocativa, frase. Per
tica. Il titolo scelto per il progetto artistico,
comprendere tale frase non va dimenticato
DECONSTRUCTING BRAND (decostruzio-
un elemento molto importante. Il mondo
ne del brand), illustra in modo chiaro le
in cui viviamo è ormai consolidato ver-
intenzioni di questo progetto. In questo
so un’economia di tipo globale in eterno
capitolo analizzerò in modo approfondi-
mutamento. Soggetti sociali ed economici
to le tematiche: tecniche, economiche, e
(imprese ed istituzioni) devono rimanere
artistiche legate al particolare mondo del
al passo con tali trasformazioni.
branding. Prima di procedere va capita, in
Nell’ambito dei soggetti economici (impre-
modo chiaro e profonda, la nozione prin-
se) il grande cambiamento ideologico con
cipale del modo in cui oggi va inteso il
cui essi devono rapportarsi si può esplicare
mondo del branding.
in questo concetto chiave:
“…in un epoca postmoderna come quella
“… il primo prodotto da vendere da parte di
attuale risulta essere necessario, se non indi-
un’ impresa è il proprio marchio…”
spensabile, trasformare il logo in una marca…”
(Daniele Pitteri ,2011)
(Michael Evamy, 2012)
Da questa affermazione capiamo che le
72
imprese per non rimanere escluse dall’e-
il resto della comunicazione, è costretto a
conomia sempre più globale, pervasiva e
modificare ed aggiornare i propri paradig-
penetrante, devono basare i propri asset
mi culturali e conseguenzialmente anche
aziendali e comunicativi sul brand azienda-
i propri meccanismi operativi. Le imprese,
le e non più sul prodotto, come accadeva
o in generale tutti i soggetti economici,
nella seconda metà del XX secolo. Solo il
devono sciogliere i tradizionali meccanismi
brand, grazie al suo enorme bagaglio va-
del rapporto con i propri clienti, indirizzan-
loriale e simbolico, consente all’impresa di
dosi verso nuovi meccanismi di interazione
occupare una posizione strategica vantag-
con il pubblico59. Nel XXI secolo non è l’im-
giosa nei confronti della concorrenza, che
presa che detta le regole, ma è il consu-
oggi sempre di più diventa globale. Sorge
matore che decide cosa si deve produrre
quindi spontanea la domanda, ma che cosa
e quanto si deve produrre. In un panorama
è il brand?
in cui le imprese hanno perso ogni forma di
Al concetto di brand si legano molte deli-
controllo autoritario sui propri meccanismi
cate quanto complesse tematiche di tipo
produttivi e comunicativi e dove troviamo
culturali ed economiche. Come ho già po-
una concorrenza smisurata (a volta sleale),
tuto scrivere nei precedenti capitoli l’era in
chiunque può benissimo produrre lo stesso
cui viviamo è caratterizzata da profonde
tipo di prodotto in modo più economico,
trasformazioni. Queste trasformazioni ope-
creando un serio danno alle imprese che,
rano a 360 gradi e investono tutti i setto-
sulla qualità del prodotto, avevano incen-
ri. Anche la comunicazione è investita da
trato i propri asset principali.
queste trasformazioni. Assistiamo quindi
La funzione del brand diventa, in un pano-
ad un nuovo modo di concepire il mondo
rama così difficile e molto complesso, stra-
economico, industriale e comunicativo. Il
tegica e fondamentale. I tradizionali valori
mondo del branding, come d’altronde tutto
che in passato attribuivano al brand i valori 59 Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing Nuove forme di comunicazione d’impresa, 2010, Carocci Editore, pag 23
73
distintivi di una marca nei confronti della
responsabilità giuridiche, sociali ed eco-
concorrenza (qualità delle materie prime,
nomiche dei territori su cui esse operano.
eccellenza manifatturiera, notorietà, ect…)
Le istituzioni di conseguenza, consapevoli
sono diventati asset deboli e insufficienti,
delle loro responsabilità, devono spingersi
quindi non più in grado di garantire, da
verso una comunicazione più vicina e com-
soli, la differenziazione di un’impresa dalla
prensibile al cittadino. Per raggiungere tale
concorrenza.
obbiettivo le istituzioni devono ovviamente dotarsi dei nuovi strumenti mediali e fare
“…il cliente non è più fedele al marchio, è il
propri i nuovi modi delle nuova comunica-
marchio che deve diventare fedele al clien-
zione valoriale. Ciò implica ovviamente l’
te…”
assunzione di nuove metodologie di comu-
(Daniele Pitteri, 2011)
nicazione istituzionale all’interno dei propri meccanismi operativi. La nuova forma di
74
Il vento dell’innovazione investe, anche e
comunicazione istituzionale si specchia
soprattutto, il mondo della comunicazione
nella cultura e negli usi delle popolazioni
dei soggetti sociali e delle istituzioni pub-
e dei territori in cui le istituzioni operano.
bliche. Anche se tali tipologie di soggetti
Le stesse devono rispondere alle esigenze
non sono influenzati in modo diretto dal
che sorgono dai territori e dai cittadini, i
fenomeno della globalizzazione dei mer-
quali in ogni circostanza devono sempre
cati, essi ne sono inevitabilmente investiti
sentire le istituzioni come una figura vicina
in modo indiretto. Le istituzioni, a diffe-
e familiare. L’istituzione deve dimostrare il
renza dei soggetti economici (imprese),
profondo attaccamento (il profondo amo-
devono rapportarsi con il pubblico su di un
re) al territorio gestito. La comunicazione
livello comunicativo molto più delicato e
pubblica deve quindi esprimere valori forti
complesso, in virtù delle le loro importanti
e decini i quali devono essere pienamen-
te condivisi dai cittadini. Si apre così uno
ottimale deve formularsi, al suo interno,
scontro fra la tradizionale forma di comu-
una convivenza tra il modello di comuni-
nicazione istituzionale (gerarchica, rigida,
cazione istituzionale tradizionale e il nuo-
geocentrica e molto formale) e la nuova
vo modello di comunicazione istituzionale.
forma di comunicazione istituzionale più
Questo dualismo garantisce all’istituzione
improntata verso i valori condivisi dal terri-
un’operatività ottimale in quanto:
torio e dagli usi locali. La nuova comunica-
nei settori in cui vi è ancora la necessità di
zione istituzionale è vicina alle persone, ma
utilizzare un linguaggio burocratico, si usa
soprattutto è vicina a temi strategici quali
il modello tradizionale
l’ambiente e la preservazione naturalistica
lì invece dove nasce l’esigenza di parlare ad
del territorio. 60
un pubblico sempre più variegato è meglio
Quella della comunicazione istituzionale
usare il nuovo modello di comunicazione
contemporanea risulta essere una sfida
istituzionale.
molto ardua. Contiguità con il pubblico,
Abbiamo quindi la convivenza di una for-
valori, condivisione, compressibilità, le isti-
ma comunicazionale improntata su una
tuzioni devono fare propri questi concetti.
logica fortemente gerarchica (per quanto
Nonostante ciò il più delle volte risulta
riguarda i rapporti tra istituzioni) insieme
essere davvero complesso e lento questo
a una forma di comunicazione più adatta
processo di aggiornamento. Ciò è dovu-
alla vita pubblica.
to alle forti resistenze interne dettate da
Le istituzioni, affinché possano avere a
un’organizzazione strutturale ancora ec-
disposizione un’ identità comunicativa
cessivamente legata a modelli comuni-
operante a 360 gradi, devono mantene-
cativi tradizionali obsoleti e incompren-
re questo difficile equilibrio, composto da
sibili a molti. Paradossalmente affinché
due modelli comunicativi completamente
un’istituzione possa operare in maniera
opposti.61
60 Franco Pomilio, Comunicazione 3.0 Pensieri e idee per una rivoluzione integrata, Fausto Lupetti Editori, pag. 45
61 Franco Pomilio, Comunicazione 3.0 Pensieri e idee per una rivoluzione integrata, Fausto Lupetti Editori, pag. 60
75
L’anomalia italiana Da molti anni sulla scena internazionale
tanea. Ma che cosa è una crisi? È perché
si discute e si riflette su di una questio-
l’Italia viene definita come una strana
ne di origine puramente paradigmatica. Il
anomalia?62
dibattito concentra i propri toni, e le pro-
Cominciamo da subito col definire che
prie riflessioni, verso la ricerca di un mo-
cosa sia una crisi. Ciò che accumuna tut-
dello comunicativo ideale e standardizzato
te le possibili tipologie di crisi è sempre
adatto al superamento di qualsiasi tipolo-
un unico concetto di base. La “crisi” è il
gia di crisi (catastrofi, crisi economiche,
fenomeno frutto di un evento dirompen-
crisi sociali, ect…).
te, che travolge e sconvolge. Un evento
In questa direzione, sulla scena mondiale,
dai toni drammatici che lascia dietro di sé
si denota come modello unico e attuabi-
un lungo strascico di distruzione. La di-
le, quindi in grado di rispondere in modo
struzione costringe a prendere decisioni
preciso chiaro e tempestivo all’insorgere di
in breve tempo. Decisioni, che il più delle
una crisi, quello anglosassone del “CRISIS
volte, risultano essere importanti e molto
MANAGEMENT”. Il crisis management è il
sofferte. Ci obbliga a decidere cosa si può
modello gestionale/comunicativo ideato
recuperare e cosa si deve abbandonare.
nei paesi di origine anglosassone. Tale mo-
In questo senso l’Italia è il paese delle cri-
dello viene indicato come “modello ideale”
si continue. In Italia si vive in eterna crisi.
per la gestione e il superamento di una crisi
Crisi dell’immondizia, crisi economica, crisi
in atto (qualsiasi fosse l’entità e la potenza
politica, crisi sociale. In un certo qual modo
distruttiva).
l’Italia sembra essere una nazione molto
A questo punto sorge una domanda spon-
avvezza alle crisi, specie se queste risultino 62 Franco Pomilio, Comunicazione 3.0 Pensieri e idee per una rivoluzione integrata, Fausto Lupetti Editori, pag. 39
76
essere prolungate e di interesse nazionale.
oppure no, deve essere quello di ristabilire
Siamo il paese dell’anomalia, ma sorpren-
una sorta di normalità, restaurando l’or-
dentemente ciò non si dimostra come un
dine pubblico. Le istituzioni, come ovvio
difetto. Anzi risulta essere un’ unica grande
che sia, hanno un ruolo fondamentale per
virtù italiana.
il ripristino della quiete e della normalità
Per molti aspetti questa inclinazione a vi-
dopo una crisi. Tra le principali funzioni
vere in eterna crisi rende la popolazione
spettanti alle istituzioni, la più importante e
italiana e le sue istituzioni “allenate” alle
fondamentale, risiede nel concordare, con
situazioni di rottura. Siamo allenati a vi-
la popolazione locale, un nuovo patto di
vere in situazioni difficili. Siamo abituati
reciproca fiducia. Ciò può sembrare banale
(cittadini, enti e istituzioni) a ricercare nella
e schiocco, ma non lo è. Una crisi vera in-
distruzione il germe della ricostruzione. Ciò
veste tutto!. Anche la fiducia dei cittadini
vale sia per quelle tipologie di crisi di tipo
verso le proprie istituzioni.63
strutturale (lunghe e sistemiche), sia per le
In questo passaggio così delicato va sotto-
crisi più profonde (quelle che distruggono
lineato un’ aspetto fondamentale. Le isti-
ogni modello precedente imponendo una
tuzioni non devono riproporsi ai cittadini
visione radicalmente nuova). La situazione
come enti dediti a ristabilire il prosieguo
Aquilana post-sismica è l’emblema della
delle normali funzioni e dei normali rap-
crisi all’italiana. L’Aquila vive da anni in una
porti pubblico/istituzioni così come si era-
situazione di crisi lunga e prolungata, di-
no consolidati prima dell’evento nefasto.
ventando così il prototipo del crisis mana-
Questo atteggiamento è molto dannoso,
gement all’italiana. È inutile ricordare che
in quanto tende a comunicare al pubblico
lo scopo principale di un modello gestio-
l’intenzione, da parte delle istituzioni, di
nale/comunicativo, sia esso ispirato al mo-
ignorare che sia avvenuta la crisi. Questo
dello del crisi management anglosassone
è sbagliato. Il modo invece costruttivo 63 Franco Pomilio, Comunicazione 3.0 Pensieri e idee per una rivoluzione integrata, Fausto Lupetti Editori, pag. 41
77
per superare la crisi è quello di rispondere alle esigenze dei cittadini, comunicando vicinanza e disponibilità . Le istituzioni devono saper reagire in maniera decisa nel restaurare gli equilibri perduti. Essere vigili e vicini alla gente, ma al contempo lavorare in modo veloce alla lunga fase di ricostruzione.64
64 Franco Pomilio, Comunicazione 3.0 Pensieri e idee per una rivoluzione integrata, Fausto Lupetti Editori, pag. 42
78
Il brand Abruzzo MARCHIO E CLAIM manuale d’uso
naturalmente tuo
made in nature, made in italy
Il claim.
Si è scelto di enfatizzare il concetto di appartenenza: l’ospitalità è un aspetto connaturato al luogo, che coinvolge direttamente chi lo visita. La natura avvolge e coinvolge fino a diventare parte di te, una risorsa che ti appartiene. Si supera, dunque, la sfera puramente descrittiva, per entrare in una di soggettivazione, in cui l’Abruzzo viene ad identificarsi con il visitatore stesso. La doppia valenza semantica attribuita alla parola “naturalmente” ne garantisce un doppio livello di lettura: uno legato all’antropomorfizzazione del territorio, l’altro legato all’aspetto di un’ospitalità garantita. Chi sceglie l’Abruzzo ha la certezza di trovarsi in un luogo che lo farà sentire come a casa. L’identificazione del luogo con la natura, diventa una sorta di “marchio di riconoscibilità e qualità”: l’Abruzzo è fatto di e per la natura, un aspetto, dunque, connaturato al luogo. Visitarlo significa riscoprirla, apprezzarla, viverla in tutte le proprie sfumature e stagioni. L’etichetta “made in” valorizza il concetto di produzione/ creazione d’eccellenza, identificando la provenienza e diventando simbolo di qualità, riconoscibilità e originalità. Al concetto di “made in nature” è stato affiancato quello di “made in Italy” sia per colmare il gap di conoscenza e di percezione che esiste ancora all’estero in merito al posizionamento geografico dell’Abruzzo, sia per rafforzare un concetto universalmente riconosciuto che ormai esprime l’appartenenza al nostro territorio, l’Italia, e ai valori positivi ad asso associati.
2
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Garamond ITC - Light Italic
Fonte: http://www.abruzzoturismo.it/docs/manuale_logo.pdf
25mm
Il carattere del claim non deve essere minore di 7.5 punti.
DIMENSIONE MINIMA - MARCHIO MULTICOLORE
40% X
50% X
50% X
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X
50% X
40% X
Garamond ITC - Light Italic
Il carattere del claim non deve essere minore di 6 punti.
DIMENSIONE MINIMA - MARCHIO MULTICOLORE
25mm
Fonte: http://www.abruzzoturismo.it/docs/manuale_logo.pdf
50% X
4
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82 STAMPA C:99 M:41 Y:0 K:0 SCHERMO R:0 G:103 B:171
PMS 362 C STAMPA C:75 M:5 Y:100 K:0 SCHERMO R:7 G:159 B:57
STAMPA C:0 M:100 Y:100 K:10
SCHERMO R:196 G:38 B:29
PMS 348 C
STAMPA C:100 M:30 Y:100 K:0
SCHERMO R:0 G:115 B:58
SCHERMO R:35 G:31 B:32
STAMPA C:0 M:0 Y:0 K:100
PMS BLACK C
SCHERMO R:28 G:50 B:127
STAMPA C:100 M:85 Y:0 K:0
PMS 661 C
SCHERMO R:243 G:174 B:0
STAMPA C:0 M:30 Y:100 K:0
PMS 7409 C
Fonte: http://www.abruzzoturismo.it/docs/manuale_logo.pdf
PMS 7461 C
PMS 485 C
5
Garamond ITC - Book
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890!ӣ$%&/( ) Garamond ITC - Book Italic
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890!ӣ$%&/( ) Garamond ITC - Light
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890!ӣ$%&/( ) Garamond ITC - Light Italic
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890!ӣ$%&/( ) Fonte: http://www.abruzzoturismo.it/docs/manuale_logo.pdf
7
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84 Fonte: http://www.abruzzoturismo.it/docs/manuale_logo.pdf
25 mm
Il carattere del claim non deve essere minore di 7.5 punti.
DIMENSIONE MINIMA - MARCHIO MONOCOLORE
9
Il carattere del claim non deve essere minore di 6 punti.
DIMENSIONE MINIMA - MARCHIO MONOCOLORE
25mm
Fonte: http://www.abruzzoturismo.it/docs/manuale_logo.pdf
10
85
86 Fonte: http://www.abruzzoturismo.it/docs/manuale_logo.pdf
17
Rinascita di un territorio Rilancio del territorio!
verso il progressivo diffondersi di modelli
Questa è la parola chiave della campagna
di turismo: eco – sostenibile, naturalistico,
di restyling dell’immagine turistica dell’A-
ed enogastronomico, valorizzando il patri-
bruzzo. Una campagna questa partico-
monio territoriale e paesaggistico. Que-
larmente delicata, in quanto si inserisce
sto è lo scopo di questa nuova campagna.
sull’onda lunga delle conseguenze trau-
Questi sono i valori da sempre che costi-
matiche del sisma avvenuto nel 2009. Il
tuiscono la principale attrazione di questa
sisma ha danneggiato, in particolar modo,
regione.
proprio quei territori montanari che costi-
È evidente che un evento emotivamente e
tuiscono la punta di diamante dell’offerta
materialmente devastante, come un terre-
turistica regionale.65
moto, influisce inevitabilmente sulla perce-
Per capire l’entità del danno va sempre te-
zione diffusa sul territorio colpito, dando
nuto in mente questo concetto:
una cattiva immagina e ancor peggio una cattiva quanto funesta sensazione. Il ter-
“… un’ evento sismico non si esercita solo nel-
remoto poteva distruggere i valori natu-
la dimensione del tempo, ma anche in quella
ralistici della regione Abruzzo. Per questo
dello spazio…”
la regione Abruzzo ha ritenuto di dover
(Franco Pomilio, 2011)
procedere a una rivitalizzazione del proprio brand turistico, accompagnando la
Il comparto turistico in Abruzzo ha intra-
campagna con la creazione di un nuovo
preso un nuovo quanto promettente per-
claim. “Made in Nature”.
corso di sviluppo. Puntando ogni sforzo
Da tale claim deriva una percezione estesa
65 Franco Pomilio, Comunicazione 3.0 Pensieri e idee per una rivoluzione integrata, Fausto Lupetti Editori, pag. 43
87
del concetto di natura. Una sintesi sia della sua forma arcaica che della sua capacità di rispondere alle richieste di autenticità e sostenibilità dei flussi turistici contemporanei, nazionali e internazionali.66 L’obbiettivo principale della campagna è quello di massimizzare la riconoscibilità del marchio Abruzzo rispetto al target specificatamente turistico. Ciò avviene attraverso il potenziamento di una serie di valori chiave quali: ospitalità, accoglienza, cura e attenzione verso il visitatore. La consapevolezza di ciò che è accaduto nel 2009 rende la regione Abruzzo una terra orgogliosa e fiera. Il sisma diventa un elemento simbolico in grado di catalizzare il cambiamento e la risposta a questo drammatico evento attraverso una chiamata a raccolta di tutte le capacità, le idee e le forze del territorio. Coloro conosco l’ Abruzzo sanno bene che gli abitanti di quella regione hanno l’attitudine alla fierezza, all’ ospitalità e alla solidarietà. Gli abruzzesi sono in contatto diretto con la natura, incontaminata e spesso aspra della propria regione, 66 Franco Pomilio, Comunicazione 3.0 Pensieri e idee per una rivoluzione integrata, Fausto Lupetti Editori, pag. 44
88
la quale però al contempo si fa generatrice
approfondita analisi del quadro competi-
di sentimenti profondi di familiarità e di
tivo. Avvalendosi di un rigoroso approccio
protezione.
metodologico atto a definire il posiziona-
La strategia comunicativa formulata per
mento del “brand Abruzzo”, sul mercato
l’Abruzzo non si sarebbe potuta definire
turistico nazionale, (sul piano di valori per-
se non attraverso una preventiva quanto
cepiti) nei confronti delle principali concor-
89
renze turistiche rappresentati dalla altre regioni italiane. Dalla analisi risulta essere confermata l’identificazione dell’ Abruzzo come una delle principali destinazioni verdi e naturalistiche del mercato turistico italiano. Per questo è emersa la necessità di indirizzare la rielaborazione del brand Abruzzo verso un’identità complessiva basata sul concetto di “natura”, meno descrittiva ma molto più metaforica ed emozionale. Il nuovo valore chiave di “natura” viene fuso insieme a quello dell’ospitalità tipica delle genti di questa regione, l’Abruzzo. La strategia si esplica quindi in un potenziamento e in una rimodulazione del brand Abruzzo, piuttosto che di un suo ri-posizionamento. La caratterizzazione naturalistica viene conservata e “capitalizzata”67, anche dandone ulteriori sfumature simboliche. In grado di esprimere l’ innalzamento e la diversificazione dell’offerta turistica operando al contempo una sorta di trasformazione semantica, che lega il “carattere del territorio” con “quello della sua gente”. 67 Franco Pomilio, Comunicazione 3.0 Pensieri e idee per una rivoluzione integrata, Fausto Lupetti Editori, pag. 45
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U
L'identità condivisa,
IDENTITY DAY
n unico slogan, un solo marchio sotto il quale unire tutte le proposte turistiche della regione. "Abruzzo, naturalmente tuo" è il nuovo claim che accompagnerà il logo Abruzzo per la promozione del turismo in
Italia. Il "richiamo" (tecnicamente chiamato "claim") commerciale in grado di penetrare i mercati turistici nazionali, reso pubblico lo scorso dicembre dall'assessore Mauro Di Dalmazio contribuisce ad identificare il brand sul mer-
L'assessore al Turismo Mauro Di Dalmazio durante la presentazione del nuovo claim. A fianco, il nuovo logo e il claim. (in basso nella versione per il mercato estero)
cato. La creazione del nuovo slogan, che sostituisce il precedente "Natura e passione", ha interessato anche il mercato internazionale per il quale la Regione ha voluto un'identificazione diversa. Da qui la nascita di un claim ad hoc per l'estero: "Abruzzo made in nature, made in Italy", che ha il doppio obiettivo di considerare, fuori dai confini nazionali, l'Abruzzo come principale attrattore della domanda naturalistica e di collocare la regione, non solo geograficamente, all'interno del Sistema Italia. La doppia funzione del claim indirizzato al mercato interna-
Un nuovo claim per il turismo regionale
STRATEGIE
zionale dovrebbe dunque dare una nuova collocazione alla “destinazione Abruzzo” a cui si aggiunge la specifica attività di promozione della Regione e dell'Aptr quest'anno più che mai attenti ai potenziali mercati obiettivo. Sul nuovo claim "Abruzzo, naturalmente tuo" la società di rilevazione Ispo ha avviato un'indagine statistica. Secondo Renato Mannheimer, alla guida dell'istituto di ricerca, «L'86% del campione statistico intervistato di fronte allo slogan “Abruzzo, naturalmente tuo” pensa subito alla natura, dato che conferma il valore del claim e l'obiettivo principale per il quale esso è stato pensato. Inoltre, quando si dice Abruzzo –ha spiegato il docente dell'Università di Milano-Bicocca– il 18% pensa al mare, il 17% alla montagna invernale, il 16% alla montagna estiva, il 14% alla cultura, il 14% all'enogastronomia. Come si vede, dunque, nell'o-
pinione pubblica nazionale l'Abruzzo attrae per tutti i settori più importanti del mercato turistico. Non è cosa da poco e di certo non comune ad altre regioni». Il lancio del nuovo claim è solo la fase di startup, la punta dell'iceberg insomma, di una serie di attività di promozione turistica della “destinazione Abruzzo” messe in atto dall'assessore Di Dalmazio congiuntamente alle misure di sburocratizzazione delle strutture ricettive, la creazione del polo di innovazione, l’accordo sulla tassa di soggiorno, la sinergia tra enti e istituzioni sulla diffusione ed il consolidamento dell’identità turistica condivisa attraverso l’applicazione e l’uso sistemico degli elementi di comunicazione del brand e del claim.
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U
na nuova identità turistica condivisa. L'Identity day, organizzato dall'assessorato al Turismo, segna un punto di svolta nella promozione turistica dell'Abruzzo sui merca-
ti nazionali e internazionali. «In questo modo –esordisce l'assessore al Turismo, Mauro Di Dalmazio– da un lato si evita la frammentazione della promozione dei singoli territori e dall'altro si dà un'idea unitaria del prodotto e della cultura dell'identità turistica di un territorio». È questa la funzione principale del nuovo claim “Abruzzo, naturalmente tuo”, ma per fare questo è necessario un uso uniforme dello slogan che identifica il brand. «Ed è quello che stiamo facendo –aggiunge Di Dalmazio– perché il claim esprime molto
di più di un semplice slogan; è lo strumento per rafforzare l'identità regionale e per questo deve essere condiviso. Da qui il manuale d'uso del nuovo claim Abruzzo rivolto soprattutto agli operatori del settore e ai soggetti istituzionali con i quali abbiamo siglato un protocollo d'intesa». Il corretto uso del nuovo claim presuppone poi uno dei punti più qualificanti della politica di promozione regionale: la strategia unitaria. «Tutti i soggetti, pubblici e privati, che operano nel settore devono capire che non è possibile, soprattutto per
L'identità condivisa, perno della promozione turistica
IDENTITY DAY
ture, made in Italy", che ha il doppio obiettivo di considerare, fuori dai confini nazionali, l'Abruzzo come principale attrattore della domanda naturalistica e di collocare la regione, non solo geograficamente, all'interno del Sistema Italia. La doppia funzione del claim indirizzato al mercato interna-
ragioni finanziarie, un'ulteriore frammentazione della promozione del prodotto turistico e che invece la strategia unitaria di promozione deve essere portata avanti con tutte le istituzioni e le associazioni di categoria. In questa direzione vanno i protocolli d'intesa firmati con le principali associazioni di categoria del settore turistico (Assoturismo, Faita, Federalberghi, Federturismo e Fiavet) e con le quattro Province, l'UPI e l'Anci regionale. «Si tratta di un segnale importante per il nostro turismo», ha dichiarato l'assessore «perché
principale per il quale esso è stato pensato. Inoltre, quando si dice Abruzzo –ha spiegato il docente dell'Università di Milano-Bicocca– il 18% pensa al mare, il 17% alla montagna invernale, il 16% alla montagna estiva, il 14% alla cultura, il 14% all'enogastronomia. Come si vede, dunque, nell'o-
uno dei profili di maggiore rilevanza nella creazione dell'identità turistica di un brand è la percezione di un sentimento identitario comune che poi si traduce in strategie unitarie, azioni comuni, tutto un sistema che si muove in blocco per arrivare a obiettivi condivisi, una nuova sensibilità, ma soprattutto una capacità a sapersi proporre con regole e indicazioni che proprio il claim deve dare».
damento dell’identità turistica condivisa attraverso l’applicazione e l’uso sistemico degli elementi di comunicazione del brand e del claim.
Una marca diventa una filosofia di vita Il brand Harley-Davidson o lo ami o lo odi.
a mano ed appesa fuori al porta.
Questo brand ha una personalità unica nel
Il mito della Harley-Davidson prese corpo
suo genere, totalmente definita che è stato
sin da subito grazie alle spiccate doti di
in grado di creare una comunità planetaria
marketing dei due soci fondatori. Ciò che
fondata sulla condivisione dei medesimi
contribuì alla consolidamento del mito fu-
valori e del medesimo stile di vita “on the
rono le imprese motociclistiche storiche.
road”.
Tra queste la più famosa fu quando una
La prima motocicletta costruita fu la Hil-
Harley-Davidson riuscì ad accaparrarsi, nel
debrand & Wolfmuller nel 1894. Era pra-
lontano 28 aprile 1921, un record storico
ticamente una bicicletta motorizzata. La
raggiungendo per prima i 160 km/h. Ta-
vera storia della casa motociclistica inizierà
le impresa consegnò alla storia del brand
solo nove anni dopo nel 1901. I compagni
Harley-Davidson un traguardo fondamen-
di studi Harley Williams, 21 anni, e Arthur
tale, da li in poi infatti al brand Harley-Da-
Davidson, 20 anni, furono i fondatori di
vidson furono associati valori di velocità
questa gloriosa e prestigiosa azienda. La
e alte prestazioni. Le grandi vittorie del
società Harley-Davidson Motor Co. Ven-
settore corse incrementarono la fama di
ne alla luce all’interno di un capanno di
questo brand. Grandi campioni come l’i-
attrezzi di 13 metri quadrati nello città di
talo-americano Joe Petroli consegnaro il
Milwaukee, Wisconsin U.S.A. 68
brand e le moto Harley-Davidson al mito.69
L’insegna della piccola officina era dipinta
68 Albert Saladini, Pascal Szymezak, Harley Davidson. Uno stile di vita, Edizioni White Star, pag. 35
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69 Albert Saladini, Pascal Szymezak, Harley Davidson. Uno stile di vita, Edizioni White Star, pag. 37
The Harley-Davidson® Guide for Women
Vol. 1
women riDers share passion see how they took control
bikes, Dealers, rallies an a-to-z h-d primer
apparel built for the roaD
with the right gear, you’ll feel ready
learn what you neeD to know
take a class, get on a motorcycle, find the freedom — start today
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42 Quick reference a glossary of terms and a handy guide to more information.
34 events & organizations rallies, rides and charitable events are a large part of harley culture. ready to join the fun?
10 motorcycles & dealerships with more than 35 models to choose from, harley-davidson and Buell have a bike to fit you and your style.
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26 harley® apparel motorclothes® gear delivers comfort, performance and style without sacrificing your feminine silhouette.
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general merchandise creative director and great-granddaughter of founder william a. davidson
karen davidson
have you noticed a trend in your rearview mirror? Women all over the world are discovering the thrill of owning and riding motorcycles. Are you interested in joining the adventure? This is the A-to-Z primer that’ll get you started: from education, to your first Harley-Davidson® or Buell® motorcycle purchase, to the insand-outs of customizing and gearing up. Hear it first-hand, from real women who have heeded the call of freedom and found camaraderie on the open road. Up front or as a passenger — the thrill of riding is at your fingertips. Prepare to change lanes and learn what it means to take control of your own handlebar.
The Harley-DaviDson Guide for Women
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we ride to complete our road map, which begins the day blank; and to find friends, family and kindred spirits along our journey. We grab hold of the throttle, our engine growls, our chrome gleams. We ride because our bikes represent what’s truly inside of us. It’s the desire for freedom and adventure, to chase our own agenda and to escape for just a few miles. We ride because we never look back. Because our time is now.
What’s around that next bend?
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> Local events chances are, there’s a ride, rally or event near you. share your experience, make new friends. talk to your local dealer or check our web site for a searchable calendar.
> Rides own the road with a few thousand friends. rides come in all sizes and locales. the annual rolling thunder ride for freedom in washington, d.c., for example, pays tribute to u.s. veterans.
> Rallies ask anyone who’s been. Bike rallies make you one with the crowd. the annual sturgis and daytona rallies are some of the world’s largest — intersections for thousands of bikes and the individuals who ride them.
Meet us there sometimes the adventure begins locally with a friend or family member. other times, you’ll be a part of a motorcycle pilgrimage. Make new friends, share stories or swap ideas — it’s all part of the experience. When your style meshes with the kindred spirits you find on the road, you’ll see what we mean by the community of riders.
events & organizations yes, it’s my bike What’s it like to be a female Harley® rider? Our riders explain.
1. rachel steele “if it’s a pretty day, i can pick up and go. i don’t have to call anyone to say, ‘can you come and get me?’ ”
kathie hiatt “i’m not afraid to live my life.”
2. 3.
stephanie jones “it’s wonderful just to look out and feel the wind and the sun on you. just to feel in control of what you’re doing.”
4.
lisa wright “the reactions you get are priceless. it’s fun to say, ‘that’s my bike.’ ”
5.
stumped aBout a word or term? check the glossary on page 42.
linda morrisey “it can replace things that people might have lost in other parts of their lives.” 38
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ride proud
The experience is one thing, the rewards are another. Many events raise money for charity and support great causes.
1-4 women’s day ride
at the 2008 daytona Bike week, hundreds of harley-davidson women joined together in daytona Beach, fla., to raise $67,000 for the muscular dystrophy association.
5 rock river ridin’ to a cure
started in 1995, this ride has raised nearly $3 million for breast cancer research. sponsored by the rock river h.o.g.® chapter and wisconsin harley-davidson, it draws hundreds of riders annually. get involved at ridintoacure.com.
6 mda summer camps
39
many riders volunteer their time to interact with kids at mda summer camps across the country. the muscular dystrophy association is harley-davidson’s biggest charity. there are rides for mda all over the u.s. check mdarides.org.
www.harley-davidson.com/womenriders
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it’s a reflection of you Customizing your Harley-Davidson motorcycle is about you — about selecting accessories that work together to reflect your personality. so you’ve got to envision your bike as a whole and choose the options that will make that vision a reality. ®
dson®
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beauty is in the details Our accessories are versatile enough to stylize your dreams.
decorative collections whether it’s skulls, flames or smooth chrome, an accessory collection draws the eye from one end of the bike to the other.
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stock custom
hand controls put your hands in the perfect position. hand controls equip your bike for comfort and style.
color shop paint express yourself with color shop custom paint. the design will mirror your attitude and the quality of finish will reflect your bike’s inner soul.
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Il mito oggi motorcycles & dealerships
Le evoluzioni del design vintage hanno scandito nel tempo la fama delle moto
it won’t take deep pockets owning a motorcycle is easier than you think. annual costs are often considerably lower than the comparable costs of owning a car. and harleyDavidson has a range of in-house services that will help you maximize your investment.
Harley-Davidson, conquistando un posto speciale che ancora oggi ha all’interno dell’ immaginario collettivo. Il brand Harley-Davidson conserva intatto il fascino colmo di
gas harley-davidson® motorcycles are fuel efficient. touring models, for example, get 54 miles per gallon on the highway. some sportster® motorcycles can range up to 60 mpg.
significati trasversali, che viene associato a un modo tutto speciale di intendere la vita. Aggregazione ed espressione di una personalità unica, chi sceglie una Harley40 30 20
Davidson sa cosa desidera dalla vita.
10
Un’altra chiave di lettura legata al successo della Harley-Davidson è quella di aver
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mantenuto nel tempo una costante attenzione alle innovazioni tecnologiche e ai cambiamenti senza però rinnegare il glorioso passato. Non cadendo nelle trappole
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delle mode, ma al contrario di molti suoi concorrenti, la Harley-Davidson ha mantenuto fede a se stessa, non tradendo mai i
at 19, lauren melBerg walke a dealership and rolled out harley® motorcycle of her
propri fedelissimi clienti. L’immortalità par16
stumped aBout a word or term? check the glossary on page 42.
te anche dal logo, così come lo vediamo Page
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kathie hiatt
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“Normally, I’ll just wear black, but Harley’s color selection is fantastic,” says Stephanie Jones, a 46-year-old associate director of pre-college programs at Kettering University in Flint, Mich. She’s been riding for nine years, ever since she and four friends decided they were tired of riding on the backs of their husbands’ bikes. “Anything leather I love,” she says. “I have a shirt with fringes. And as a woman, you still want to look feminine on the bike, so the shaping and styling help show that off.” Stephanie learned to ride with the encouragement and guidance of her church pastor and riding mentor, and recently bought her latest bike, a 2006 Softail® Deluxe motorcycle. She participates in a 15-member motorcycle ministry through her church, riding on Sundays to visit the sick. Her example has inspired her brother, sister and brother-in-law to ride, and her 20-year-old son, too. It’s all part of how riding makes her feel. “You want to be someone else,” she says. “I work in an office, so I have to dress up every day, and for church I dress up. So when I get on my bike, I like to be comfortable and casual, but also make a statement. Yes, I’m a professional, but I’m also a woman who rides a bike. I want to be noticed.”
stephanie jones
“i like to be comfortable anD casual, but also make a statement. yes, i’m a professional, but i’m also a woman who riDes a bike. i want to be noticeD.”
“when i sit on that bike anD i look in its mirror, i see me at 20. i feel like i’ve steppeD back in time insiDe myself, anD that really wilD siDe of me is able to come out.”
Kathie Hiatt doesn’t have to imagine. She lives it. On purpose. “People are usually like ‘Are you nuts?’ ” she laughs. “But when I sit on that bike and I look in its mirror,” she says with her trademark intensity, “I see me at 20. I feel like I’ve stepped back in time inside myself, and that really wild side of me is able to come out. You’re on the bike, this big machine, and you’re in control. It’s empowering, liberating and exciting all at the same time.” And geared up in MotorClothes® apparel, she’s prepared for anything. “One of the most fantastic pieces of equipment Harley has ever made is the Switchback Jacket,” says Hiatt, 48, a personal trainer. “Oh my god! This year, I rode through the first week of December in Chicago.” Versatile products like the Switchback Jacket make it possible. As the authority on motorcycle gear, Harley-Davidson MotorClothes apparel has many more just like them. Protection, climate control, versatility, whatever —it’s the best gear a rider can equip themselves with, no matter the situation. Kathie, who rides a 2007 Street Glide® motorcycle, also wears the FXRG® full face helmet, which she likes because it protects her face from road debris as well as her skin from the sun. “People say I don’t look my age,” she says. “Of course I wear sunscreen, but the helmet is a big part of that, too. I don’t want my face to look like a saddle.” MotorClothes apparel isn’t just a scaled-down version of gear built for men. It’s clothing that delivers comfort and performance without sacrificing a feminine silhouette. It’s industry-leading innovation combined with great fit, solid function and a commitment to variety. And it wouldn’t be Harley-Davidson gear without reams of input from real riders.
magine riding your motorcycle through the dull gray bite of a Chicago morning at 4:30 a.m. The wind is taunting you, and the chill is threatening an unwelcome stay in your bones.
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Harley Apparel
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“you oughta try it” like kathie and stephanie, lisa wright speaks boldly because she knows she can back it up. She’s friendly and approachable. But there’s an edge to her, a craving for energy and laughter, and it’s fueled in part by the rider lifestyle. As a rider and a mother, Lisa loves it when her 9-year-old daughter sings from a perch on the back of Lisa’s 2007 Fat Boy® motorcycle. When she pleads with her mom to let her wear her little leather chaps to school, Lisa compromises by allowing her the leather jacket, the one with all the patches. At 43, the Fort Wayne, Ind., resident knows she’s raising the next generation of riders. But she pauses when she considers her 14-year-old son Devin. She hopes her riding will teach him just what a strong woman is, “how she isn’t necessarily going to ride behind you, but be your equal and be your partner.” “Everywhere I go,” Lisa says, “when I’m all dressed up in leather, there are women who’ll look at me with smiles on their faces, like, ‘Wow that’s really cool.’ Or say, ‘That looks like fun.’ And I’ll always say, ‘You know, you oughta try it.’ ” Kathie Hiatt would like to become a Rider’s Edge® Instructor, so she can help as many people as possible experience the joy of motorcycling. In the meantime, she recalls a story from when she first purchased her bike. “My buddy said, ‘Oh, you can’t get a motorcycle; the hot chicks ride in back.’ I said, ‘Someone has to break ground for the hot chicks then.’ ”
Age 43 Occupation permanent makeup artist
Age 46 Occupation associate director of pre-college programs
Why she loves her Softail “two of my last three bikes were sportster® motorcycles, but my deluxe feels like it was built just for me.”
When not riding stays active with her church
Current bike 2006 softail® deluxe
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What inspired her to start riding “part of it was because everyone told me not to!”
When not riding practices tae kwon do
Current bike 2007 street glide®
Started riding 2007
Occupation personal trainer
Age 48
darien, ill.
kathie hiatt
www.harley-davidson.com/womenriders
Music that inspires her to ride “songs that, if i were to close my eyes, i’d feel my heart move ahead of me like i do on my bike.”
When not riding roots for the indianapolis colts
Current bike 2007 fat Boy®
Started riding 2007
fort wayne, ind.
Burton, mich.
Started riding 1999
lisa wright
stephanie jones
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così si è conservato. Dal 1910 il brand ha si traduce in un simbolo di tipo “Bar and Shield” (Fascia e Scudo), venne registrato legalmente nel 1911.70 Tra le azioni di branding che hanno contribuito a costruire il marchio/mito ci sono gli eventi creati per celebrare le varie ricorrenze della Harley-Davidson, abbinandolo a grandi nomi dello spettacolo. I valori fondamentali trasmessi del brand Harley-Davidson trasmessi c’è il profondo amore per la libertà è l’avventura. Associati poi alle infinite autostrade statunitensi e al concetto di coast-to-coast da percorrere e da vivere (Ovest-West). Fratellanza e solidarietà creano di fatto un’enorme famiglia, a cui fanno parte persone dai ceti più disparati come dottori, ingegneri, architetti, avvocati, operai, pensionati. Tutti diventano uguali, tutti parte della stessa grande famiglia della Harley-Davidson.
70 Albert Saladini, Pascal Szymezak, Harley Davidson. Uno stile di vita, Edizioni White Star, pag. 42
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Welcome
The Legend Of Harley-Davidson
N
ow in its 106th year of production, can anyone argue against the notion that Harley-Davidson is the most famous make of motorcycle in the world? Over those 106 years other brand names have come and gone, but Harley stands, undisputedly the oldest motorcycle manufacturer that can claim uninterrupted production. So, what you have in your hands is a celebration of the Milwaukee marvel. I’ve hugely enjoyed editing this very special one-off, and the writers, photographers and illustrators who have worked on it with me are some of the very best around. A lot has been written about Harleys over the years, so it was a challenge to find something new to say. Well, in theory it should have been. In reality, I didn’t have to look too far or think too long. In these 164 glossy pages, you’ll find features on military Harleys, custom Harleys, racing Harleys, partying Harley owners … as well as the most authoritative feature on Evel Knievel, the greatest Harley movie ever made, and a round-up of the best books about Harleys. Harley ownership has grown enormously in recent years. The biggest single catalyst was undoubtedly the introduction of the Evo engine in the early Eighties, but since then things have just got better and better.
There are Harley-Davidson dealerships in locations you’d never have imagined to find them: In Moscow (utterly unthinkable in the early Eighties), in other ex-Eastern Bloc countries such as Poland and the Czech Republic, and in the Far East – Hong Kong, Singapore and even Beijing. There have even been rumours of an H-D showroom opening in Vietnam. Quite incredible. The whole world has been Harleyfied, and is all the better for it. Not long before we went to press with this publication, HarleyDavidson announced that sales of new bikes were down significantly through 2008 (though up by 3% in Europe, interestingly). The explanation isn’t that Harley ownership is shrinking; not a bit of it. In these difficult times, folks are hanging on to their bikes for longer, and are postponing buying a new model – no matter how appealing. And that 2009 range really is extensive; just look at what’s on offer, from affordable Sportsters to the mighty V-Rod muscle. What on earth would those first Milwaukee pioneers make of their legacy if they could see it? Well, they’d be proud and rightly so – and, undeniably, absolutely stunned by just how far the names Harley and Davidson have travelled. Steven Myatt, Editor
Welcome | 003
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Bibliografia Franco Pomilio, Comunicazione 3.0 “Pensieri e idee per una rivoluzione integrata”, Fausto Lupetti Editore. Daniele Pitteri, Anna Pellegrino, Advermarketing: Nuove forme di comunicazione d’impresa, Carocci Editore. François Colbert, Marketing delle arti e della cultura, Etas edizioni. Mauro Ferraresi, Ariela Mortara, Guingo Sylwan, Manuale di teorie e tecniche della pubblicità, Carocci Editore. Alberto Abruzzese, Paolo Mancini, Sociologie della comunicazione, Gius Laterza & Figli. Daniele Baroni, Il Manuale del Design Grafico, Longanesi. Bauman Zygmunt, Modernità liquida, Editori Laterza. Albert Saladini, Pascal Szymezak, R. Terrone, E. Lavagno, M. Cardaci, Harley Davidson. Uno stile di vita, Editore White Star
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Sitografia Wikipedia Foundation Inc., http://it.wikipedia.org/wiki/Impresa http://www.abruzzoturismo.it/docs/manuale_logo.pdf http://www.abruzzoturismo.it/docs/AbruzzoTurismoNews2012.pdf Facebook: Ninja Marketing, https://www.facebook.com/ NinjaMarketing?fref=ts http://www.ninjamarketing.it/2013/04/18/viral-video-book-il-potere-dellonline-video-adv-infografica/ www.amazon.com www.itunes.com www.youtube.com https://www.youtube.com/watch?v=9bZkp7q19f0 https://www.youtube.com/watch?v=lqT_dPApj9U http://www.harley-davidson.com/en_US/media/downloads/women/HD_ GTR_eBook.pdf
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DANIELE GALASSO danielegalasso.eu