Il car design verso i linguaggi del futuro
Daniele Rizzo Liceo Artistico Statale U. Boccioni A.S. 2016/2017 Classe: 5°C
"Cars are not a suit of clothes; cars are an avatar. Cars are an expansion of yourself: they take your thoughts, your ideas, your emotions, and they multiply it."
Chris Bangle
Indice
Introduzone
1 Il car design da ieri a oggi 1.1 Il carrozziere diventa car designer 1.2 I primi Centri Stile: il design Pininfarina, Zagato e Bertone 1.3 L'auto sfreccia in letteratura: il Futurismo
2 Com'è l'auto nel 2017? 2.1 Il design premiato al Salone di Ginevra 2.2 Le grandi aziende: Fiat, Mercedes, BMW 2.3 I "piccoli" artigiani: Gli atelier di Zagato, UP Design, ItalDesign
Indice
3 La vettura del futuro 3.1 L'auto-robot: design e funzionalità si fondono 3.2 La mobilità verso il futuro: il car sharing 3.3 L'automobile e la città: un legame indissolubile
Conclusioni
INTRODUZIONE Quanta strada ha fatto la quattroruote da ieri a oggi? E come sarà nel futuro? I grandi carrozzieri sono ormai un lontano ricordo e la vecchia 500 o la Topolino si ritrovano solo nei libri di storia o nei musei. Le auto che vediamo sfrecciare oggi nelle nostre città allora erano un film di fantascienza. Il computer di bordo, i sedili riscaldati, il navigatore per i nostri nonni non erano che un sogno. Ora si punta anche oltre: tra 10 o 20 anni al massimo le auto si guideranno da sole, non avranno più le ruote, saranno totalmente elettriche, saranno connesse ai nostri smartphone e alla città e ci saluteranno chiamandoci per nome dopo averci identificato in modalità biometrica. Un' auto-robot, quindi, e una fantascienza sempre più vicina alla realtà. Lo storico carrozziere Battista Farina, meglio noto come Pinin Farina, di certo non avrebbe mai immaginato che le sue creazioni un giorno si sarebbero trasformate in robot, sculture in movimento completamente automatizzate, ma già era al lavoro sull’idea di aerodinamicità, aspetto ora più che mai caro ai progettisti delle auto del futuro. L’evoluzione dell’automobile ha quindi radici antiche che si ritrovano anche nelle vetture dei giorni nostri. Ma Pinin Farina è solo il primo dei tanti carrozzieri, o meglio centri stile, come Zagato, Bertone o Giugiaro, che hanno reso l’auto qualcosa di più che un semplice veicolo con quattro ruote.
IL CAR DESIGN DA IERI A OGGI
Il carrozziere diventa car designer Il mestiere del car designer nasce come un'attività artigianale, legata all'origine della diffusione dell'automobile, che, dalle officine dei "carrozzieri" e "scoccai", si è trasferita a poco a poco in centri specializzati di progettazione con la finalità di creare l'immagine del veicolo e la sua identità. Oggi la progettazione di autovetture è una categoria specializzata del disegno industriale che comprende varie categorie di professioni come: ergonomia ed ergotecnica, comunicazione visiva, elettronica, aerodinamica e stile.
Questa attività si svolge nei Centri Stile, autonomi oppure gestiti direttamente dalle case produttrici. Il fine di questi centri è quello di consentire lo sviluppo del prototipo e di fornire alle linee di produzione il progetto esecutivo del nuovo modello. È spesso presente, nei Centri Stile, un archivio di forme e stilemi per la conservazione e lo studio della memoria visuale di un marchio al fine di mantenerne l'identità e la specificità.
Una volta che tutti i concetti base di un'automobile, come abitabilità, comfort, sportività, ecologia, resistenza, target e contesto, sono stati definiti, si passa ad altri concetti più dettagliati quali ricerca ergonomica, ricerche stilistiche ed esercizi di stile, scelta dei materiali, soluzioni proposte e ricerche di mercato. Questi spesso vengono racchiusi in una concept car, la quale viene esposta (nel caso di modelli importanti) in eventi internazionali come i saloni dell'automobile. La fase concettuale si sviluppa fino ad arrivare sempre più vicina alla fattibilità del progetto e alla messa in produzione del modello definitivo conforme alle norme legislative.
 I primi centri stile
Battista “Pinin” Farina nasce a Torino il 2 novembre 1893. A undici anni inizia a lavorare nella piccola carrozzeria creata dal fratello maggiore Giovanni, la “Stabilimenti Farina”. Pininfarina si dimostra molto interessato al progresso tecnico: si sente portato verso l'automobile ed è affascinato dall'aeronautica e dal volo. Il 22 maggio 1930 viene fondata a Torino la Società Anonima Carrozzeria Pinin Farina, dedicata alla concezione e alla costruzione artigianale di carrozzerie speciali per singoli clienti o in piccola serie. Al Salone dell’Auto di Parigi del 1930 Pinin espone vetture Lancia, Alfa Romeo, Isotta-Fraschini, Fiat. La prima fuoriserie documentata di Pinin Farina, la Lancia Dilambda, partecipa invece al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este del 1931. Pinin è certo che quell’improbabile trabiccolo rumoroso e costosissimo diventerà lo straordinario strumento assolutamente rispettabile della mobilità individuale.
Con l’inizio degli anni Cinquanta crescono la fama e il successo internazionale di Pinin e della sua industria, o meglio, atelier (per la "vocazione" per il design). Nello stesso periodo vede la luce la Cisitalia 202, definita da Arthur Drexler una “scultura in movimento”, prima vettura al mondo entrata a far parte della collezione permanente di un museo d’arte moderna – il prestigioso MoMA di New York – come “una delle otto meraviglie dei nostri tempi”. Dopo gli anni 50 Pinifarina passa dalla dimensione artigianale a quella industriale. Infatti da quando Pinin ed Enzo Ferrari si incontrarono, i loro marchi definiscono, insieme, le più belle auto di tutti i tempi, in una collaborazione in costante evoluzione che dura ormai da più di mezzo secolo.
Non solo Ferrari ma moltissime altre case automobilistiche si accorderanno con Pininfarina, acquistando negli anni fama e prestigio diventando simbolo dei valori estetici del design italiano nel mondo. Oggi le attivitĂ si concentrano sul design (automotive e non-automotive), sui servizi di ingegneria (sviluppo prodotto, sperimentazione, costruzione di prototipi) e sulla realizzazione di piccolissime serie o di vetture esclusive di alta qualitĂ .
Zagato è un’azienda del settore automobilistico milanese, attiva nel design e nella produzione di carrozzerie. Venne fondata a Milano da Ugo Zagato, nel 1919, con l'intento di trasferire nel settore automobilistico le nozioni di tecnologia aeronautica apprese durante il periodo bellico. Le carrozzerie Zagato si distinsero subito per il design avanzato, la leggerezza e l'eccellente aerodinamica. La grande intuizione di Ugo Zagato, già nella prima metà degli anni venti, fu di abbandonare l'uso di strutture in legno, sostituendole con sagomate ed essenziali armature in acciaio, sormontate da leggere carrozzerie in alluminio. Le Alfa Romeo della scuderia Ferrari carrozzate Zagato, grazie a ciò, risultarono vincenti in quasi tutte le competizioni.
Ugo Zagato affinò i primi concetti di aerodinamica applicati all’auto introducendo parabrezza inclinati, luci aerodinamiche e ruote forate. Creò anche il concetto di ‘’panoramica’’ ottenendo maggior spazio e comfort all’interno dell’abitacolo. Nel 1960 a Ugo Zagato fu conferito il Compasso D’oro per la Fiat Abarth 1000, risultato di un design di qualità eccellente, per l’adeguatezza dei caratteri estetici e tecnologici alle funzioni specifiche. Negli anni 60 passò da una logica totalmente artigianale a schemi di tipo semiindustriale. Dalla zona del Portello si trasferì presso il nuovo quartier generale a Rho. L’azienda oggi è alla 3° generazione. Andrea e Marella Zagato hanno portato il marchio nel nuovo millennio continuando importanti collaborazioni con i principali costruttori come Lancia, Maserati e Alfa Romeo ma anche straniere come la Aston Martin.
La Bertone, fondata nel 1912, è un'altra delle firme del “made in Italy” nel settore dell’automobile e ne ha accompagnato l’evoluzione tecnologica e stilistica attraverso il suo primo secolo di vita. Con le grandi fuoriserie, dagli esordi dell’azienda agli anni Trenta, ha entusiasmato il pubblico dei più esigenti collezionisti e “gentleman-driver”. Sotto la guida di Nuccio, figlio del fondatore, la Bertone entra a vele spiegate negli anni Sessanta, cavalcando il “boom” economico con vetture destinate a entrare nella storia, ancora una volta sintesi di alta sartoria e tecnologia d’avanguardia.
Bertone collabora con numerose case automobilistiche, firmando modelli di punta quali Lamborghini Countach, Lancia Stratos, Fiat X1/9, Lamborghini Miura e la serie X della CitroÍn, insieme a designer come Marcello Gandini e Giorgetto Giugiaro. L’evoluzione del settore automotive porta a una ristrutturazione del Gruppo. La Bertone design riparte dal valore del marchio, sotto la guida di Aldo Cingolani, con un team di grande esperienza realizzando progetti come il Frecciarossa 1000 per Trenitalia (2013), Project Zero in collaborazione con Augusta Westland (2013), e i nuovi spazi espositivi per il Gruppo Graniti Fiandre (2014).
L'auto sfreccia in letteratura: il futurismo Negli anni in cui nascevano i grandi nomi e le grandi aziende del car design l’automobile diventa un icona, un simbolo, a livello culturale. Simbolo della modernità e del progresso sempre più veloce e connesso, è al centro del movimento artistico e letterario del Futurismo. Con il termine "Futurismo" si indica una corrente d’avanguardia, che ha origine con Filippo Tommaso Marinetti. Il Manifesto del Futurismo è stato pubblicato sul quotidiano francese “Le Figaro” nel 1909. Successivamente sono stati pubblicati altri manifesti, che definivano i caratteri generali delle varie arti: letteratura, teatro, pittura, scultura, architettura e musica.
Il Futurismo contrappone al passato la moderna civiltà della macchina, la bellezza e l’ebbrezza della velocità Marinetti esprime così il suo pensiero riguardo l’automobile: “Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo, un ’automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, é più bello della Vittoria di Samotracia”. Questo vuole dire che c’era già una visione di bellezza e di estetica nei confronti dell’automobile, vista non solo come mezzo di trasporto ma come oggetto capace di emozionare tanto da diventare un' icona del pensiero dell’epoca. C’è un abbandono del passato e uno sguardo verso il futuro e il progresso.
COME E' L'AUTO NEL 2017?
Il design premiato al salone di Ginevra Dal ‘900 a oggi la concezione dell’auto e, più in generale, il car design sono cambiati. Per comprendere quali sono le tendenze di oggi dell’industria automobilistica non c’è modo migliore che dare un rapido sguardo alle novità presentate all’ultimo International Motor Show di Ginevra, il più importante evento espositivo del settore.
Le auto esposte a Ginevra sono pezzi della cultura contemporanea, oggetti del desiderio in cui il design supera di gran lunga la percezione della tecnologia applicata. Tra i primi modelli che saltano all’occhio ci sono sicuramente le Luxury Cars, che quest'anno si sono presentate in tutta una gamma di abbinamenti cromatici, fino a poco tempo fa impensabili su questo tipo di vetture. Come le Cadillac con le pinne alate degli anni 60, che simulavano reattori e razzi che poi avrebbero portato l'uomo sulla luna, cosi le nuove Rolls Royce e le Bugatti e le Bmw hanno sfoggiato incredibili bicolori, che sembrano richiamare proprio quello spirito innovativo che il mondo dell'automobile conobbe allora. La ragione sta forse nell'evoluzione del pensiero Automotive che vede affermarsi ancora più di prima la potenza immaginifica dell'idea grafica: c’è un nuovo senso dell'innovazione tecnologica molto simile all'euforia spaziale degli anni 60 in America. Inoltre una Ferrari, o una meravigliosa Audi R8, anche se ferme, appaiono quasi in continuo movimento: il design riprende l’idea del flusso dell’aria, molte componenti sono studiate con un occhio alla dinamicità.
Compaiono sulla scena anche le fuoristrada, specializzate in percorsi meno convenzionali. Auto che hanno un assetto e un aspetto decisamente più aggressivo pensato per il loro utilizzo, come la nuova Jeep Grand Cherokee, il nuovissimo Mercedes Maybach G 650 con passo lungo e dimensioni da far spavento, pronto a qualsiasi imprevisto, e la Citroèn C4 Cactus in variante ‘’special’’ destinata ai percorsi off road.
R A C T A H U W O Y O D E K I L ? Y A D O T Una domanda che sorge spontanea in visita al Salone di Ginevra è che auto piacciono oggi? Quale è la caratteristica migliore o che stile, che colori, che linea deve avere per convincere, se non tutti, almeno gran parte degli automobilisti? Quest’anno ad aver vinto il Premio “Car of the Year” sono state le due case che sono riuscite a rinnovarsi meglio, ovvero Alfa Romeo e Peugeot che, con la nuovissima Giulia e la 3008, sono salite sui primi due gradini del podio. Sono queste le due auto che secondo i centinaia di giudici e giornalisti di tutto il mondo hanno saputo meglio interpretare i bisogni della clientela. Resta poi da vedere come andranno le vendite: il mercato è l’unico vero giudice per decretare il successo di qualsiasi novità tecnologica.
Le grandi aziende: Fiat Mercedes Volkswagen Â
UNO STILE PROIETTATO VERSO IL FUTURO: IL LAVORO DIETRO I CENTRI STILE FIAT, MERCEDES E VOLSKWAGEN
>>I grandi produttori di auto e i colossi mondiali come Fiat Mercedes Volskwagen realizzano ogni anno auto nuove: cosa c’è dietro il loro lavoro?
La realizzazione di una nuova auto parte dalla tradizione. Ogni casa automobilistica ha alle spalle tutta una serie di linee guida e di canoni immutabili che definiscono il marchio e rendono il prodotto sempre riconoscibile. È la ‘’Brand identity’’, il filo conduttore che lega tutte le invenzioni e le caratteristiche del marchio che si devono ritrovare anche nell’ultima uscita. Dietro la brand identity ci sono numerose credenze e idee che il brand vuole mantenere come valori cardine. La brand identity di Fiat è ricercata attraverso la forma: se osserviamo una 500, una Panda o una Punto si ritrovano diversi elementi in comune legati alla forma e allo stile. Anche tra i diversi modelli di 500 si ritrova un filo conduttore comune: le doppie luci arrotondate, il cofano a ‘’conchiglia’’, i fanali posteriori verticali e molti altri elementi.
L a filosofia di Mercedes invece è la ‘’sensual purity’’,
binomio di
emozione e intelligenza, bellezza e tecnologia, dettato dal Responsabile del design Gorden Wagener. Senza tralasciare le caratteristiche tipiche del marchio come il taglio inconfondibile della calandra e dei fanali, per non parlare della dinamicità e la sensualità di cui ogni auto è dotata.
USER EXPERIENCE
Oltre la forma c’è anche la funzione. Le case automobilistiche puntano sempre a realizzare veicoli versatili, fruibili e condivisibili, concepiti come presenze rassicuranti e non invase, forme prossime a dialogare con l’utilizzatore nella ritualità dei ritmi quotidiani. Al centro della realizzazione di un’auto di successo si trova la user experience: ovvero l’esperienza dell’utente, il modo in cui le persone si interfacciano con l’automobile in un mondo che cambia sempre più velocemente. I designer di oggi, ad esempio, si pongono quesiti su come le persone possano interagire con ogni singolo oggetto all’interno dell’abitacolo, cercando di arrivare alla massima semplicità e allo stesso tempo al massimo comfort.
Oltre ai centri stile interni di Mercedes, Fiat ecc. esistono anche realtà più ‘’piccole’’ ma non per questo meno importanti. Tra queste ritroviamo le già citate Pininfarina e Zagato insieme a Italdesign, per non parlare di aziende costituite più recentemente, come Up design o Idea institute. Si tratta di atelier specializzati in product design, trasportation design e automotive design. La loro attività è realizzare prodotti unici e inediti o prototipi in collaborazione con i grossi marchi della GDO. È come se fossero dei veri e propri artigiani e stilisti dai quali spesso provengono idee innovative, progetti inusuali e spunti curiosi che talvolta influenzano le creazioni delle grosse industrie.
Un esempio è Up design, nuovo marchio del campo dell’automotive e del product design, di Umberto Palermo. Up design è in realtà una società che racchiude al suo interno diversi brand: Mole costruzione artigianale, che si occupa di creazione e personalizzazione di automobili fuoriserie; Street Up, specializzato in veicoli per lo street food e allestimenti bespoke; Sofa Up, per i divani; Watch Up, per gli orologi; e infine Bike Up, per le biciclette. Le ultime realizzazioni di Mole costruzione artigianale vengono presentate ogni anno al Salone di Torino. Il logo raffigura la Mole Antonelliana come riferimento alla capitale del car design.
''L'auto del futuro? La carica emotiva delle auto d'epoca unita alle nuove tecnologie con un linguaggio estremamente moderno.''
Andrea Zagato
L'AUTO DEL FUTURO
L'auto-robot: design e funzionalità si fondono Ma quale strada intraprenderà il car design per i prossimi anni? Alcuni percorsi sono già stati tracciati. Un recente speciale del Corriere della Sera fornisce una panoramica completa su quale sarà l’auto del futuro con una serie di obiettivi su cui le case automobilistiche sono già al lavoro:
• Autonomia (auto a guida autonoma, cioè che si guidano da sole) • Consumi (auto ibride, elettriche o comunque con impatti ambientali ridotti) • Distrazione (auto con tecnologie che limitano gli errori umani e gli incidenti) • Robot (l’intelligenza artificiale al volante) • V2V (Vehicle to Vehicle, cioè un sistema che consente a due auto di comunicare tra loro, ad esempio in situazione di pericolo) • Led (l’estetica delle auto si arricchisce di nuove lampadine che durano di più e consumano di meno)
CONSUMI
AUTONOMIA DISTRAZIONE
V2V ROBOT
LED
Al cuore delle innovazioni per il futuro dell’automotive c’è soprattutto il motore elettrico. Alcuni esempi di applicazione li abbiamo già visti nella Formula 1. Si tratta di una tecnologia che gioca un ruolo non solo nell’ambito meccanico ma anche in quello estetico: con l’introduzione del propulsore elettrico si può fare a meno di alcune componenti delle auto di adesso, come la calandra e tutte quelle parti legate alla funzionalità del motore tradizionale, e ci sarà più spazio per il bagagliaio, per gli alloggiamenti e per le sedute. L’auto del futuro dice addio anche al guidatore che potrà godersi la tranquillità del viaggio in sicurezza mentre la vettura lo porterà in autonomia a destinazione. Come in una navicella spaziale i viaggiatori staranno seduti e rilassati come nel salotto di casa, senza più nemmeno un vero e proprio lato frontale e lato posteriore. Stiamo parlando di robot su gomma in grado di leggere la segnaletica stradale, accelerare e frenare senza il nostro minimo intervento e persino di decidere il momento giusto per un sorpasso.
Come ha affermato Giorgetto Giugiaro, designer e imprenditore italiano, però ‘’c’è bisogno di un cambiamento graduale: rivoluzioni troppo spinte non aiutano le vendite. Spingere sull’acceleratore va bene ma non bisogna dimenticare le abitudini dei clienti. L’importante è procedere nella direzione di un design essenziale, semplice con una linea elegante, raffinata e moderna.’’
Sono note le sperimentazioni delle vetture elettriche della casa automobilistica Tesla. Nell’ottobre del 2015 ha lanciato Autopilot, un sistema che consente alle auto di guidare e sterzare autonomamente. Ci sono sensori a lunga distanza incastonati nei paraurti così come la telecamera sul parabrezza, il radar e il navigatore satellitare per una visione a 360 gradi di quello che avviene intorno alla vettura e delle condizioni del traffico. Anche la velocità viene regolata autonomamente. Ma quanto può essere sicura un’auto del genere? Probabilmente Tesla ancora non sa rispondere, dato che proprio di recente ha dovuto fare i conti con un incidente mortale.
Altri esempi di auto 4.0 arrivano da Bmw, Volkswagen e Toyota, nuove idee che pian piano porteranno davvero il guidatore a stare con le mani sulle ginocchia e non sul volante. Parliamo quindi delle ultime concept car di queste tre case, chiamate anche “auto iperconnesse’’.
TOYOTA SPERIMENTA CON CONCEPT-I Sembra uscita da un film la concept car intelligente Toyota Concept-I, appena presentata dalla casa automobilistica giapponese, che promette di cambiare per sempre il tradizionale rapporto macchina-guidatore, trasformandolo in una sincera amicizia.
Punto di forza del nuovo prototipo è Yui, una intelligenza artificiale nelle vesta di assistente personale, che assiste il guidatore comunicando con lui usando la luce, il suono e il tatto: è capace di imparare e di crescere con il proprietario dell’auto arrivando ad anticiparne i bisogni, stimolarne l’immaginazione e migliorarne la vita.
Come i veicoli più futuristici, anche Concept-I dispone di entrambe le modalità di guida: quella manuale e quella automatica. La vettura è inoltre in grado di monitorare continuamente l’attenzione del conducente e le condizioni della strada, per segnalare tempestivamente eventuali pericoli. Ha un look aperto e spazioso, ma anche sportivo e intrigante. Le forme e i motivi geometrici trasmettono un senso di movimento e attività. Il design si articola intorno al concetto chiave di “calore dinamico” e alla parola giapponese “Omotenashi”, termine utilizzato per indicare l’ospitalità impeccabile al momento giusto. I materiali utilizzati per gli interni sono lo stagno, materiale naturale e antimicrobico. L’illuminazione è invece stata pensata per comunicare le diverse modalità di guida agli altri utenti della strada.
L'AUTO DEL FUTURO SECONDO BMW? È UN LIVING! Il più recente prototipo di auto del futuro targato Bmw si chiama invece i Inside Future. Tutta ologrammi e tecnologia sci-fi, è un’auto in cui l’attenzione si concentra non più tanto sulla guida, ma piuttosto sull’arredamento interno. L’obiettivo è arrivare quasi a confondere l’auto del futuro con il salotto: in un domani nel quale verranno dimenticati incidenti, ingorghi e molti dei pericoli di un viaggio in macchina, grazie alla guida automatica e alla connettività intelligente, la priorità diventa il comfort.
La i Inside Future è uno scultoreo prototipo di vettura, equipaggiato con le più avveniristiche tecnologie sviluppate dalla casa tedesca. Un modello che porta l’interior design all’interno dell’abitacolo e la domotica nell’automobilismo. È probabile che sentendosi chiamare semplicemente auto, la Bmw i Inside Future possa anche offendersi. Tra le tante soluzioni fantascientifiche che la rendono unica, infatti, ci sono idee che potrebbero stravolgere la vita di tutti i giorni come l’HoloActive Touch, una tecnologia che permette di generare dalla plancia modelli 3D virtuali per gestire attraverso i gesti le principali funzioni della macchina. L’abitacolo della i Inside Future è praticamente un living disegnato su misura per utenti costantemente connessi. Una volta affidata la guida all’intelligenza artificiale, i passeggeri potranno anche avere la possibilità di ricevere le consegne Amazon Prime lungo il percorso, di gustare un ottimo film durante il viaggio tra luci soft e vetri oscurati, di poter sempre controllare via smartphone il veicolo e l’ambiente circostante. Per i più nostalgici anche qualche trasgressione vintage, come il fascino squisitamente analogico di un libro. Una esagerazione? Per chi la pensa così resta comunque la possibilità di prendere in mano il volante e farsi qualche chilometro di guida senza l’A.I.
VOLKSWAGEN REINVENTA LO STORICO PULMINO Pochi veicoli hanno un design iconico quanto il pulmino Volkswagen. Il team di design della casa automobilistica ha saputo reinterpretare l’essenza dello storico modello T1 con il concept I.D. Buzz minibus. La mission della squadra di disegnatori: da una parte evocare l’immagine del Bulli attraverso alcuni elementi tipici, dall’altra esprimere coerenza con la filosofia di design della nuova famiglia I.D dedicata al futuro.
A prima vista spiccano gli aspetti più iconici del design esterno: la verniciatura bicolore e il disegno a V sul fronte. Sono un omaggio al T1, come le tre feritoie sul montante posteriore. Il tutto però espresso da un look contemporaneo, con un approccio cosiddetto “puristico”, cioè evitando troppi dettagli.
Le tipiche caratteristiche della propulsione elettrica hanno inoltre aumentato lo spazio: la plancia ad esempio non esiste più. E proprio per questo le informazioni principali sullo stato di salute del veicolo sono ora proiettate nel campo visivo del guidatore tramite un head-up display in realtà aumentata, in modo che siano visibili virtualmente sulla strada in 3D. Il volante diventa poi un drivepad multifunzione, privo di tasti fisici e già predisposto a retrarsi nella plancia e consegnare la vettura alla modalità di guida autonoma.
Se cambia l’automobile, cambia la progettazione
Come si evolvono le vetture, riceve una spinta verso il futuro anche la progettazione dell’automobile, il modo di pensare la realizzazione e il business plan. Interpreta al meglio le novità in arrivo in questo ambito Italdesign, ora più che mai atelier d’avanguardia. Passata sotto il controllo azionario di Wolkswagen nel 2010, l’azienda ha rafforzato le proprie competenze. I tecnici hanno sviluppato nuove capacità professionali e il team di design ora lavora con le tecnologie 3D e di realtà virtuale. Nel nuovo ruolo di Responsabile del design, Filippo Perini (ex Lamborghini) ha introdotto numerosi cambiamenti, come la fusione del lavoro che unisce giovani ed esperti per migliorare tutti insieme.
Italdesign lo scorso anno si è presentata al Salone dell’auto di Ginevra con una concept car che punta ad essere rivoluzionaria: Gtzero. Innovativi sono stati il metodo e gli strumenti per la realizzazione della GTzero. Solitamente si realizzano vari modelli preliminari, virtuali e fisici, che mostrano come sarà il veicolo una volta in produzione. Per GTzero non è stato creato alcun modello: l’auto è stata concepita, e si sono fatte le dovute valutazioni, soltanto digitalmente attraverso la realtà virtuale e la realtà aumentata e. Di cosa si tratta? Si parla di realtà virtuale quando con un visore si posso osservare contenuti foto o video a 360 gradi. Si parla invece di realtà aumentata quando, sempre grazie a un visore, si possono aggiungere alla realtà elementi digitali.
Gli esperti di Italdesign hanno così potuto osservare l’auto nella sua tridimensionalità e inserita nella realtà, consentendo valutazioni addirittura millimetriche sulla forma. A differenza di un normale schermo di computer, la realtà virtuale e quella aumentata permettono di investigare e modificare continuamente forme e dettagli durante le fasi di progettazione. Un vantaggio anche per il committente di un progetto automobilistico, la cui esperienza in fase di presentazione viene portata ad uno stadio maggiore: ha ad esempio la possibilità di confrontare all’interno del piano virtuale i diversi modelli come se fossero reali. È stato anche possibile sedersi a bordo della GTzero ancor prima che la vettura esistesse fisicamente. Con questi nuovi strumenti si è riusciti così a dar vita a un prodotto finito riducendo allo stesso tempo i costi e i tempi.
La mobilità verso il futuro: il car sharing Con l’auto del futuro arrivano anche nuove parole chiave che già conosciamo bene: connettività, digitalizzazione e condivisione. Si evolvono non solo le tipologie di veicolo ma cambia anche l’idea stessa di mobilità. L’esempio più lampante di questo cambiamento in atto lo si vede già nel successo del car sharing. Il car sharing è un servizio che permette di noleggiare un'automobile su prenotazione, prelevandola e riportandola in un qualsiasi parcheggio, e pagando in base all'utilizzo fatto. La vettura si può prenotare direttamente via smartphone tramite app scegliendola all’interno della flotta disponibile nella propria città: si cerca su una mappa il veicolo più vicino, si apre l’auto con un PIN personale e si termina il noleggio nello stesso modo. Il pagamento avviene tramite le carte registrate sull’app. Enjoy, Car2go, DriveNow sono tre dei più famosi servizi attivi in Italia, in Europa e in tutto il mondo.
È un servizio in linea con le nuove politiche di mobilità sostenibile, perché si rinuncia all'automobile privata ma non alla flessibilità delle proprie esigenze di mobilità. L'auto, in questo modo, passa dall'ambito dei beni di consumo a quello dei servizi. I vantaggi del car sharing possono essere diversi:
Riduzione dei costi: con l’auto a noleggio non si paga il carburante, l’assicurazione, il bollo o il parcheggio nelle aree ad accesso limitato delle città, perché sono costi inclusi nel servizio. Riduzione dell’impatto ambientale: se si lascia a casa la propria vettura ci sono meno auto in circolazione nella città. Un’auto sempre a disposizione: sono ormai numerosi i servizi di car sharing attivi ed è sempre facile reperire una vettura vicino a sé. Più sicurezza: prendendo un’auto a noleggio si ha la garanzia di un veicolo sempre sotto controllo in cui la manutenzione è all’ordine del giorno.
L’automobile e la citta: un legame indissolubile In una città in cui le auto vengono condivise ci sarà sempre più bisogno anche di una maggiore connessione con i veicoli. Tanto più se nel futuro saremo abituati a vedere vetture in grado di muoversi in autonomia e in cui il guidatore si affida all’intelligenza artificiale. La città del futuro sarà così: una smart city in cui le auto si fermano da sole prima degli attraversamenti pedonali, in cui sarà possibile prevedere il traffico prima di salire a bordo dell’auto, e in cui due o più vetture possono comunicare tra loro. Ad esempio una macchina potrà “dire” all’altra “guarda che hai un fanale rotto!”, oppure “devi spostarti perché altrimenti non riesco a passare”.
Come cambiano l’automobile e le modalità di guida, cambia quindi anche il contesto urbano: le strade non avranno più l’aspetto che hanno adesso e ci saranno nuove segnaletiche tra cui alcune automatizzate e pronte a “dialogare” con la vettura. Non è detto che le strade saranno per forza ancora in orizzontale: come nei film di fantascienza le vetture potranno muoversi anche in altre direzioni, fino ad arrivare a volare, muovendosi in altezza su binari virtuali. Si muoveranno insieme ai droni, come ad esempio quelli di Amazon per le consegne veloci.
BIBLIOGRAFIAÂ - FIAT 500, the design book - Auto & design magzine
SITOGRAFIA - sito Bmw group design - sito mercedes benz design - Rai, Sculture in movimento - I grandi carrozzieri d`Italia - SPD, Chris Bangle, i linguaggi del futuro - ricerche e interviste si web/you tube di designer come: Marcello Gandini, Giorgetto Giugiaro, Chris Bangle ecc.
Altre info: - Visita al Salone dell'Auto di Ginevra 2017 - Visita al Salone dell'Auto di Torino 2016-2017
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