Uomini e Cani Capirsi per Rispettarsi

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Crescere vivere bene con il proprio cane, in casa e tra la gente

Uomini e cani: Capirsi per rispettarsi

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Roberto D'Anna


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Indice

Introduzione Capitolo I UOMINI E CANI: CAPIRSI PER RISPETTARSI 1.1 Linguaggio canino 1.2 Vocalizzazioni 1.3 Espressioni del corpo 1.4 Comunicare con gli odori 1.5 Segnali di calma 1.6 L’aggressività 1.7 Parlare lo stesso linguaggio Capitolo II SCEGLIERE IL CANE GIUSTO 2.1 Perchè accogliere un cane 2.2 Quale razza fa per me? 2.3 Adottare un meticcio 2.4 Sesso ed età Capitolo III UN CUCCIOLO IN CASA 3.1 In casa con giardino 3.2 In appartamento Capitolo IV CANI E BAMBINI 4.1 In gravidanza 4.2 Arriva il neonato 7 E-mail: roberto.danna@alice.it


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4.3 Il Bambino cresce 4.4 Educare i bambini al rapporto con i cani Capitolo V EDUCAZIONE E ADDESTRAMENTO: CONSIGLI PRATICI 5.1 Condotta al guinzaglio 5.2 Vieni! 5.3 Seduto! 5.4 Resta! 5.5 Lascia! 5.6 Il Gioco Capitolo VI IL CANE OGGI: COMPAGNIA E UTILITÀ 6.1 I cani nelle forze dell’ordine e nell’esercito 6.2 I cani nella protezione civile e nelle unità da soccorso 6.3 I cani nelle attività e terapie assistite con l’ausilio di animali (Pet Therapy) 6.4 Il cane in città: diritti e doveri per una pacifica convivenza 6.5 Il cane in città: legislazione generale Contatti utili Bibliografia Ringraziamenti Biografia 8 E-mail: roberto.danna@alice.it


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Capitolo I

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1.1 LINGUAGGIO CANINO Uomini e cani comunicano in maniera differente e questo, come è facile immaginare, è spesso causa di piccole e grandi incomprensioni che possono sfociare in episodi anche gravi. È fondamentale che le persone si impegnino a conoscere le basi della comunicazione canina proprio per evitare che accadano incidenti. È un po’ come imparare una lingua straniera che si basa pochissimo sulla voce e tantissimo sulla comunicazione corporea. Uno degli aspetti da tenere sempre ben in mente è che il cane è più portato ad osservare il nostro corpo e le posizioni che assumiamo piuttosto che ascoltare la nostra voce; a riguardo il cane è più sens bile al tono che alle parole pronunciate. Il cane per comunicare con i suoi simili e con noi utilizza: • Vocalizzazioni che comprendono l’abbaio, il ringhio, l’ululato, il latrato, gli uggiolii e altri suoni. • Posture del corpo, che includono le posizioni delle labbra, l’espressione degli occhi (pupille dilatate e direzione dello sguardo) • Posizioni delle orecchie, della coda e del corpo • L’olfatto e ormoni • Il gioco

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1.2 VOCALIZZAZIONI Abbaio

L’abbaio è fondamentale per la comunicazione del cane, sia rivolta ai suoi simili che a noi. L’abbaio può essere un segnale di allerta, ovvero ha lo scopo di avvertire il proprio branco o famiglia che c’è qualcuno o qualcosa che si sta avvicinando al proprio territorio. Può essere un segnale per richiamare vicino a sé gli altri componenti del branco. Può anche servire per intimidire un intruso o per correggere, nel caso di una madre con i propri cuccioli, un comportamento non desiderato da parte di giovani. Nel caso di abbaio ripetuto può essere un segnale di solitudine, il cane chiama il resto del branco da cui si sente isolato. In alcuni cani può essere anche un saluto o un invito al gioco. Ringhio

Il ringhio ha diverse sfumature, può essere accompagnato dall’abbaio oppure no. Può essere basso o molto forte. È comunque un segnale di disagio che può essere di aggressività verso una minaccia imminente oppure un segnale di paura (il cane si sente minacciato, ha paura e non può fuggire e reagisce ringhiando).

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Ululati, latrati

Gli ululati e i latrati vengono utilizzati per manifestare diversi stati come l’essere soli e quindi esprimere un disagio, rispondere all’ululato di altri cani, far sapere agli altri di essere presente in un certo territorio. Il latrato è tipico dei cani da caccia che una volta trovata una pista da seguire lo comunicano agli altri della muta in questo modo. È un segnale che indica eccitazione. Nei cani ci sono anche altre vocalizzazioni come i guaiti e i piagnucolii, tipici dei cuccioli o dei cani che hanno dolore o che cercano di richiamare l’attenzione. Ansimare

L’ansimare è una necessità fisiologica del cane. Quando si alza la temperatura corporea, il cane, che non suda (solo dai cuscinetti), come invece fa l’uomo, a causa o dell’alta temperatura esterna (come accade in estate) oppure per stress dovuto ad ansia o a causa di uno sforzo fisico, inizia ad ansimare (bocca aperta e lingua fuori) per disperdere calore. L’ansimare quindi, a seconda del contesto in cui si trova il cane, può essere indice di stress positivo, se il cane sta giocando o fa un’attività piacevole, o stress negativo in caso di paura o di nervosismo. 15 E-mail: roberto.danna@alice.it


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Ribadiamo che per interpretare in maniera corretta ciò che cerca di dirci il cane non basta ascoltare ma serve soprattutto osservare la posizione delle varie parti del corpo dell’animale. Il cane è un maestro della comunicazione non verbale ed è un abile osservatore delle nostre mosse anche inconsce.

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1.3 ESPRESSIONI DEL CORPO Posizione delle labbra

La posizione delle labbra ci da delle informazioni su rabbia, dominanza, aggressività, paura, attenzione, rilassatezza. • Labbra arricciate denti scoperti: segnale di pre-attacco. Il cane si sente minacciato ed è pronto a reagire. • Labbra arricciate denti e gengive scoperte: il cane si prepara all’attacco • Bocca rilassata e leggermente aperta: il cane è tranquillo • Bocca chiusa, denti e lingua non visibili: il cane è in attenzione Sbadiglio

Lo sbadiglio è un segnale che l’uomo interpreta spesso in maniera errata. Si crede che esso sia un atteggiamento, come per l’uomo, di noia o stanchezza, ma spesso nel cane è segno di stress (per esempio in un cane che viene sgridato duramente dal proprietario che a questo segnale dovrebbe smettere immediatamente) o è un segnale che viene utilizzato per calmare un altro cane o il proprio padrone. Può essere utilizzato anche dall’uomo per comunicare calma e conciliazione ad un cane. 17 E-mail: roberto.danna@alice.it


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Leccare

I cuccioli leccano le labbra della madre per dire che hanno fame oppure come segno di pacificazione nel caso di leccate ad altri adulti del branco. Il cane che tenta di leccare il viso del proprio padrone sta esprimendo pacificazione e sottomissione e chiede attenzioni. Il cane che lecca le proprie labbra o l’aria è segnale di stress che può essere dovuto ad un ambiente nuovo o persone che lo mettono a disagio.Non è mai un segnale pericoloso. Occhi e direzione dello sguardo

• SGUARDO DIRETTO NEGLI OCCHI. Uno sguardo diretto con occhi e pupille dilatate è segno di minaccia e di dominanza. Un cane superiore che si avvicina ad un altro sta comunicando l’intenzione di attaccare. Fissare un cane negli occhi è sempre segno di sfida e minaccia e si può scatenare nel cane una reazione violenta. • SGUARDO SFUGGENTE, EVITA IL CONTATTO DIRETTO. Tra cani indica sottomissione, paura o comunque si cerca di evitare lo scontro. Nei cani verso le persone può essere indice di noia o di perdita di attenzione nei confronti del conduttore. • SBATTERE LE PALPEBRE. È un segnale di amicizia. 18 E-mail: roberto.danna@alice.it


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Posizione delle orecchie e del corpo

Le posizioni delle orecchie e della coda in un cane ci danno moltissime informazioni sulle sue intenzioni, ma dovrebbero essere sempre interpretate tenendo conto di tutto il contesto. • ORECCHIE DRITTE E LEGGERMENTE IN AVANTI: il cane è in attenzione per qualcosa o qualcuno. • ORECCHIE SCHIACCIATE INDIETRO SULLA TESTA: se il cane ha la bocca scoperta e mostra i denti allora è una minaccia che può essere provocata dalla paura. Se la bocca è rilassata allora il cane sta dimostrando amicizia e socievolezza. • POSIZIONE RIGIDA SULLE ZAMPE, MOVIMENTI LENTI IN AVANTI: tipico atteggiamento di un cane dominante che può essere anche indice di sfida verso un potenziale rivale. • PELO RIZZATO SULLE SPALLE E SUL DORSO: il cane è preoccupato per qualcosa e si trova in una situazione di disagio e non sa come comportarsi. Può essere segno di imminente attacco o solo di nervosismo. Un cane dominante generalmente solleva solo il pelo sul collo, un soggetto più insicuro su tutto il corpo.

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Posizione della coda

• CODA ORIZZONTALE NON RIGIDA: È un segnale di attenzione. Non c’è minaccia. • CODA ORIZZONTALE RIGIDA: segnale di sfida se si incontra un intruso o un estraneo • CODA ALZATA IN POSIZIONE ORIZZONTALE: è un segnale di dominanza. • CODA ALTA INCURVATA VERSO IL DORSO: è un cane sicuro di sé, che si sente il più forte. • CODA BASSA RILASSATA: il cane si sente tranquillo • CODA BASSA VICINA ALLE ZAMPE POSTERIORI, RIGIDA: può essere un segnale di paura o spesso di malessere, è tipico in un cane che sta male. • CODA INFILATA TRA LE ZAMPE: più la coda è bassa più l’animale è a disagio ed ha paura. Segnale anche di sottomissione e insicurezza. Movimenti della coda • SCODINZOLIO VELOCE: può essere segno di eccitazione o di tensione. • SCODINZOLIO LEGGERO CON OSCILLAZIONI PICCOLE: segnale di saluto sia verso il padrone che verso un cane conosciuto. • SCODINZOLIO AMPIO: segnale amichevole, che viene utilizzato anche nel gioco. • SCODINZOLIO AMPIO DOVE LA CODA VA A TOCCARE I FIANCHI DELL’ANIMALE: è un saluto speciale spesso rivolto al proprietario dopo un’assenza. Segno di allegria e felicità da parte del cane. 20 E-mail: roberto.danna@alice.it


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• SCODINZOLIO LENTO CON CODA A MEZZ’ASTA: segnale di perplessità da parte dell’animale che sta cercando di capire la situazione in cui si trova. 1.4 COMUNICARE CON GLI ODORI

Una parte fondamentale della comunicazione canina è sicuramente occupata dall’utilizzo dell’olfatto. Il cane possiede circa duecentoventi milioni di recettori nel naso, mentre l’uomo ne ha in media cinque milioni, questo dimostra come i cani ci superino di gran lunga nel discriminare e percepire gli odori che ci circondano e proprio a causa di ciò molto del “mondo olfattivo” dei cani resterà per noi un grande mistero. Il cane quando annusa fa entrare aria che resta per un po’ all’interno della canna nasale e ciò permette all’animale di distinguere gli odori. Proprio per questa loro capacità i cani vengono impiegati dalle Forze Armate per cercare mine oppure per trovare esplosivi, droga e altro ancora. Così come la Protezione Civile utilizza i cani per cercare persone disperse o che si trovano sotto le macerie di un terremoto. È fondamentale quindi per rispettare il benessere dell’animale, lasciare che possa annusare l’ambiente che lo circonda durante le passeggiate quotidiane, oppure lasciare che possa annusare i cani che incontra, proprio perché è necessario per una comunicazione corretta. Spesso si tende a tirar via il cane quando è troppo tempo che sta fermo ad annusare ed è un grave errore perché non si permette all’animale di “leggere” tutto il messaggio e si rende il cane nervoso. 21 E-mail: roberto.danna@alice.it


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I cani, soprattutto i maschi, tendono a marcare con l’urina posti verticali come pali, alberi, ruote delle macchine, mura ecc...perché la superficie verticale permette una migliore diffusione dell’odore nell’aria. I cani dominanti marcano con la pipì superfici molto alte, perché è più difficile per un altro cane coprirla con la propria. Anche le femmine possono urinare per marcare territorio ma anche nel momento del calore per far sapere ai maschi il loro stato. Gli odori sono così importanti per i cani che annusando i segni lasciati da altri animali riescono a capire il sesso, l’età e lo stato ormonale di questo. I cani quando si incontrano si annusano nella regione anale proprio per catturare tutte le informazioni possibili e utili per il proseguo della “relazione”. Questo modo di relazionarsi lo utilizzano anche con i proprietari o altre persone estranee. I cani percepiscono la differenza tra uomo e donna, eventuali gravidanze o altri stati ormonali della persona. Alcune medicine hanno la capacità di cambiare l’odore di una persona e il cane riesce a percepirlo.

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1.5 SEGNALI DI CALMA Sono dei segnali che il cane utilizza verso un suo simile e/o verso il proprio compagno umano per tranquillizzare una certa situazione che gli crea nervosismo e stress. Ne sono stati identificati e studiati una trentina da un’etologa norvegese di nome Turid Rugaas. Qui ne riportiamo alcuni. • Immobilizzazione. Due cani sconosciuti si incontrano e uno dei due si immobilizza, ciò serve a trasmettere calma all’altro animale. Gli uomini fraintendono questo atteggiamento pensando che il cane abbia paura e spesso intervengono causando anche risse. • Avvicinamento laterale.

Due cani sconosciuti liberi dal guinzaglio che si incontrano lo fanno sempre lateralmente, di fianco e mai frontalmente. Purtroppo i cani che si incontrano al guinzaglio sono costretti a fronteggiarsi muso a muso e questo scatena risse.

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• Sedersi/sdraiarsi.

Indica che il cane vuole tranquillizzare la situazione e comunica all’altro di non avere intenzioni bellicose. • Voltare la testa e distogliere lo sguardo... Il cane lo fa anche con il proprietario quando per esempio viene sgridato in maniera violenta, cerca di calmarlo voltando la testa e distogliendo lo sguardo. Il proprietario dovrebbe interrompere l’azione dopo questo segnale. Significa che il cane ha compreso. • Scrollarsi. I cani lo fanno dopo un gioco piuttosto violento o dopo che un uomo magari sconosciuto gli ha fatto un po’ troppe “coccole” senza le dovute accortezze. • Fare pipì. Anche questo è un modo per allentare tensione, soprattutto dopo l’incontro tra due cani che non si conoscono. • Sbadigliare vistosamente per più volte • Leccarsi velocemente le labbra • Grattarsi spesso

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1.6 L’AGGRESSIVITÀ

L’aggressività è un elemento naturale nel cane come nelle persone che serve per aiutare il soggetto a sopravvivere. L’aggressività è importante per procurarsi il cibo, per difendere il proprio branco-famiglia o i propri cuccioli e non meno importante per difendere il territorio. Fin qui quindi possiamo considerare l’aggressività un qualcosa di normale e allora perché un cane arriva a mordere una persona? Esistono vari tipi di aggressività che in determinate circostanze possono portare un animale a mordere, anche il proprio padrone.

Vari tipi di aggressività • Aggressività difensiva È la causa più frequente per cui un cane arriva a mordere una persona. Egli si sente così minacciato e magari impossibilitato a fuggire o evitare quella certa situazione per cui l’unica soluzione è mordere per difendersi. In questo tipo di aggressività rientra anche quella dovuta ad una ferita, quindi c’è dolore (come può accadere dal veterinario) o anche quando una persona punisce violentemente un cane fino a fargli male. Per evitare che un cane morda per questo motivo è fondamentale far socializzare il cucciolo appena lo accogliamo in casa con persone, animali e situazioni sempre nuove. Non avvicinarsi mai ad un cane sconosciuto senza seguire le regole della “buona” comunicazione.Non mettere mai il cane “alle strette”, senza che abbia una via di fuga. 25 E-mail: roberto.danna@alice.it


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• Aggressività predatoria Un cane per mangiare in passato aveva bisogno di cacciare le prede e ucciderle e per fare ciò una volta scovata la preda veniva inseguita per abbatterla. Questo comportamento lo si ritrova anche nei giochi che i cuccioli fanno fra loro o con la madre. È quindi naturale per un cane rincorrere ciò che si muove. Qualcosa che “scappa strillando” fa sempre scattare nel cane l’istinto di rincorrerlo e questo può avvenire anche nel caso di un bambino. Per evitare che questo tipo di aggressività provochi incidenti, è fondamentale crescere un cucciolo in maniera equilibrata, ben socializzato e ben educato. Solo così il cane da adulto imparerà a controllare questi impulsi e a rispettare il proprietario e la sua famiglia. • Aggressività territoriale Il cane è un animale territoriale, quindi è fondamentale per lui difenderlo contro gli estranei. Per questo motivo molti cani sono ottimi per la guardia. Si può fare in modo che il cane non esageri nella difesa anche quando è fuori dalla sua proprietà, non permettendogli per esempio di fare la pipì per marcare durante la passeggiata sempre e ovunque. Marcare la stessa strada ogni volta vuol dire ammettere che anche quella è territorio del nostro cane e questo potrebbe aumentare le probabilità di una rissa tra cani soprattutto maschi È buona norma non entrare mai in una casa di amici o soprattutto di sconosciuti da soli in presenza dell’animale, perché potrebbe comunque impedirci di entrare. Il proprietario deve essere sempre presente. • Aggressività da possessività Questa è la causa principale di incidenti che coinvolgono i bambini. Il cane può mostrarsi possessivo nei confronti della sua ciotola, dei suoi giochi, del posto dove dorme. Ribadiamo che la ossessività verso il cibo è assolutamente normale. Il cibo è una risorsa di vitale importanza e il cane lo sa, quindi è pronto a difenderla a qualunque costo. Per prevenire reazioni esagerate da parte del cane, occorre abituare il cucciolo che quando per esempio ci avviciniamo alla sua ciotola 26 E-mail: roberto.danna@alice.it


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mentre mangia non è per toglierla, ma per AGGIUNGERE qualcosa di molto meglio. Lasciamo che il nostro cucciolo mangi in pace un po’ del suo cibo e poi ci avviciniamo aggiungendo un altro bocconcino alla ciotola. Ben presto imparerà che ogni volta che ci avviciniamo a lui quando mangia è per un bellissimo motivo e non per competere, così da adulto non avrà problemi quando qualcuno anche accidentalmente toccherà la sua ciotola. Per gli oggetti è importantissimo insegnargli a giocare con noi, a condividere e lasciarci quello che ha quando glielo chiediamo. Quello che dobbiamo fare è scambiare con lui gli oggetti, ovvero “io do una cosa a te e tu ne dai una a me”. • Aggressività da dominanza Il cane essendo un animale sociale ha bisogno di avere nella famiglia un punto di riferimento, una guida. Se non la trova il cane tenderà a fare le cose “di testa propria”. E questo potrebbe portare a morsi per motivi di dominanza. È fondamentale porre delle regole chiare e che siano sempre le stesse fin da subito con il cucciolo occorre essere coerenti con i nostri insegnamenti, premiare il cane quando fa la cosa giusta. Una persona coerente, sicura di sé, non violenta e calma sarà per il cane una guida sicura e l’animale non avrà bisogno di prendere iniziative proprie. • Aggressività indotta dall’uomo Purtroppo esistono dei casi in cui il cane morde a sproposito perché è stato addestrato in maniera violenta a farlo. Spesso le persone tendono a riversare sull’animale le proprie insicurezze e crescono cani senza regole e aggressivi proprio per far paura agli altri. Un cane cresciuto con violenza e nel caso di criminali anche drogato per renderlo ancora più “feroce”, sarà sicuramente pericoloso ma questo non è certo colpa dell’animale.

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1.7 PARLARE LO STESSO LINGUAGGIO

Da quanto scritto in precedenza si nota come il linguaggio canino sia molto diverso dal nostro e questo può creare incomprensioni. Per poter quindi comunicare in maniera corretta con il nostro amico è fondamentale tenere presente alcuni aspetti molto importanti: • Avvicinarsi frontalmente ad un cane che non conosciamo per accarezzarlo è pericoloso. I cani non si relazionano mai la prima volta che si incontrano muso a muso, ma fanno dei giri circolari, in modo da potersi osservare con calma e comprendere lo stato d’animo l’uno dell’altro. Fissarsi dritto negli occhi è un segnale di minaccia e di sfida. • Un cane sconosciuto va sempre avvicinato lateralmente e senza fissarlo direttamente negli occhi. • Non imporre al cane la “nostra amicizia” ovvero se incontriamo un cane pauroso o timido non insistiamo affinchè accetti le nostre carezze, ma aspettiamo, ad una certa distanza, che sia il cane ad avvicinarsi a noi, magari per annusarci. 28 E-mail: roberto.danna@alice.it


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• Un altro errore è quello di abbracciare il cane al collo per loro è un segno di dominanza e se il cane non è abituato a questa dimostrazione d’affetto, potrebbe reagire aggredendoci. • Se abbiamo di fronte un cane timido o pauroso non avviciniamolo mai di fronte, ma mettiamoci in modo che il cane abbia davanti a lui il nostro fianco. Non fissiamolo, ma distogliamo lo sguardo.E’ molto utile piegarsi sulle ginocchia in modo da essere alla sua stessa altezza. • I cani che non si conoscono o che comunque non vivono con noi non dovrebbero mai essere accarezzati sulla testa ma si dovrebbe toccare prima il petto tenendo la mano bassa. Alzare la mano sopra la testa di un cane è un segnale di minaccia per l’animale. • Importante è anche il tono della voce. Un cane pauroso può essere tranquillizzato parlando con toni bassi amichevoli. Se si ha la necessità di fermare un cane a causa di un pericolo imminente occorre impartire l’ordine con voce decisa, dura, un tono non troppo basso ma nemmeno urlando. Teniamo sempre in mente che il nostro urlare è l’equivalente dell’abbaio eccitato di un cane. Nel caso in cui un cane sconosciuto ci stia minacciando (mostrando chiari segnali di aggressività) è importante tenere ben in mente le seguenti regole: • non voltarsi e correre via, perché l’animale sarebbe stimolato a inseguirci • abbassare lo sguardo e simulare uno sbadiglio (nel linguaggio canino è un segnale di pacificazione) • Fare qualche passo indietro senza fissare mai il cane direttamente negli occhi. Se si riesce ad arrivare ad una certa distanza mettersi di fianco rispetto all’animale. Se l’animale non si avvicina allora po29 E-mail: roberto.danna@alice.it


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tete allontanarvi lentamente sempre mostrando il fianco; se invece il cane fa dei passi verso di voi, allora si torna alla posizione frontale, senza mai guardare il cane negli occhi e si prova a simulare un nuovo sbadiglio. • A volte anche dire qualche frase con tono tranquillo o chiamare il cane con un nome da noi inventato con atteggiamento amichevole può servire a tranquillizzare l’animale.

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Capitolo II

Scegliere il cane giusto

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2.1 PERCHÈ ACCOGLIERE UN CANE Perché abbiamo deciso di prendere un cane? Cosa ci spinge ad accogliere in famiglia un animale? Queste sono le prime cose che ognuno dovrebbe chiedersi PRIMA di cercare un cane da adottare. Un cane può essere preso in famiglia per tantissime ragioni e molte, spesso, sono sbagliate e possono portare dopo un primo momento di entusiasmo a considerare il cane come un problema. Allora perchè accogliere un cane? • Prendiamo un cane se vogliamo un amico sincero accanto che ci tenga compagnia e ci accompagni in tutte le nostre attività. Un membro a tutti gli effetti della famiglia. • Prendiamo un cane se siamo degli sportivi e vogliamo un amico fidato che condivida con noi questa passione. • Prendiamo un cane se abbiamo tempo e spazio (ma soprattutto tempo) per occuparci di un altro essere vivente, dedicandogli le cure e l’affetto di cui necessita. • Prendiamo un cane se siamo convinti che nostro figlio beneficerà del contatto e dell’affetto di un altro essere vivente e saremo disposti a seguire attentamente e responsabilmente questo percorso. Ricordandoci sempre che un bambino si comporterà da bambino e il cane da cane e che quindi sarà nostra responsabilità vegliare su di loro.

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Cosa dovrebbe spingerci a non prendere un cane? • Non prendiamo un cane solo perché abbiamo tanto spazio ma a casa non ci siamo mai e lavoriamo 10 ore al giorno. Il cane è un animale sociale che ha bisogno del contatto umano. Crescere un cane senza la costante e attenta presenza del proprietario non farà altro che formare un adulto pieno di problemi, con poco attaccamento verso il padrone e troppo per la casa. Meglio un cane che vive in un miniappartamento sempre con il suo padrone che un altro libero in una villa senza vedere quasi mai nessuno, anche se i cani sono due. • Non prendiamo un cane solo perché abbiamo visto un cucciolo in una vetrina di un negozio e ci fa tenerezza o pena. Quel cucciolo crescerà e comunque avrà bisogno di attenzioni e cure sempre. Non facciamoci guidare dall’emozione del momento. • Non prendiamo un cane come regalo di Natale o altro se non ci abbiamo ragionato bene prima. Regalarlo ai propri figli va bene se siamo consapevoli che ci comporterà comunque molte responsabilità, che i figli potrebbero stancarsi dell’animale e non essendo un oggetto che si può mettere da una parte una volta passata la novità, toccherà poi ai genitori occuparsi di lui. • Non prendiamo un cane se abbiamo visto un film al cinema (o foto su qualche rivista) e il cane protagonista, ci ha così colpiti e commossi che ne vogliamo uno come quello. Ricordiamoci sempre che i cani attori sono sempre più di uno e che nei film vengono dovutamente addestrati per fare quella parte. Non scegliamo mai un cane solo per l’aspetto fisico. Non prendiamo un cane infine se non siamo più che convinti (e lo deve essere tutta la famiglia) di quello che comporterà avere accanto a sé un cane per 10-15 anni e dei sacrifici che occorrerà fare per crescerlo bene e occuparsi di lui.

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Ci sono sicuramente tante altre motivazioni per prendere o non prendere un cane, ma teniamo sempre in mente che il cane ama il proprio padrone piÚ di se stesso, che per lui morirebbe (nel vero senso della parola), quindi merita il nostro rispetto fin da subito. Se alla fine siamo arrivati alla conclusione che vogliamo davvero un cane allora avremo accanto un amico sincero che ci amerà senza riserve e con tutta l’anima fino alla morte.

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2.2 QUALE RAZZA FA PER ME?

Per comprendere le varie razze canine esistenti oggi e le loro caratteristiche dobbiamo parlare un po’ della loro storia. Le teorie più recenti dicono che il progenitore del cane domestico sia il lupo e che da lui abbia ereditato la sua socievolezza, il suo vivere in branco. Il cane riconosce un capo e altri superiori gerarchici. Il vivere in branco comporta inoltre il seguire delle regole e il rispettare dei ruoli precisi al suo interno. Nel corso del tempo è chiaro che il cane si è evoluto e certe abitudini o aspetti del suo vivere si sono modificati. Il contatto stretto con l’uomo, lo ha sicuramente influenzato, come anche il cane ha aiutato l’uomo nella sua evoluzione. Se il lupo è rimasto nei secoli costante nelle sue abitudini e aspetto fisico, ben diverso è stato per il cane che si è differenziato dal lupo entrando in contatto con l’uomo che nei secoli ne ha modificato l’aspetto fisico, le funzioni e anche la comunicazione. L’uomo inizia così a “selezionare” i cani in modo che possano aiutarlo nei vari compiti, come: andare a caccia per procurarsi il cibo; 35 E-mail: roberto.danna@alice.it


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fare la guardia alla casa, alla famiglia, alle proprietà in generale; per fare semplicemente compagnia; per custodire e guidare il gregge o le mandrie di bovini; per tirare le slitte nel grande nord o per cacciare i leoni molto più a sud...e così via. Diciamo quindi che la funzione è stata una delle “cause” della nascita di così tante razze canine. Da quanto detto sopra quindi è fondamentale per scegliere e poi crescere bene un cucciolo leggere prima qualche testo che parli del cane in generale e successivamente dei libri che trattino della razza che ci piace di più. Molto utile è sicuramente frequentare esposizioni canine, manifestazioni sportive o simili per poter parlare con allevatori o privati che possiedono la razza che ci interessa, in modo che possano dirci pregi e difetti del cane che vorremmo. Tutti i cani hanno delle necessità comuni e tutti usano un determinato linguaggio, ma ogni razza ha delle caratteristiche ben precise. Per esempio un fanatico del footing non prenderà mai un Pechinese, un amante del trekking in montagna non prenderà un bassotto come una persona sedentaria che ama la tv e la passeggiata al parco cittadino non prenderà un levriero...di esempi se ne possono fare molti, alcuni sembrano banali ma purtroppo spesso non lo sono affatto. Uno dei problemi più ricorrenti nel gestire un animale in città è dovuto, spesso, ad una scelta sbagliata dell’animale. Se viviamo in un appartamento in centro città al 5° piano di un affollatissimo condominio è impensabile prendere un San Bernardo o un meno ingombrante Siberian Husky, ma sarà più adeguato un cane di taglia media e/o piccola che abbia meno bisogno di attività fisica. Insomma la scelta deve essere consapevole e dovrebbe tener conto della nostra personalità, del nostro stile di vita (con chi viviamo, quanto tempo libero abbiamo, in che tipo di casa viviamo...ecc...). Ragionare prima eviterà quasi sicuramente problemi in futuro. Ricordate che un cane che debba separarsi dal proprio padrone per qualunque motivo, sarà un cane triste, proprio perché lui ci ama sempre e comunque. Le razze canine riconosciute dalla FCI (Fédération Cynologique Internationale) sono 339 e la FCI comprende 84 paesi membri di tutto il mondo. 36 E-mail: roberto.danna@alice.it


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In Italia l’ente di controllo delle razze è l’ENCI (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) e raggruppa le 339 razze in 10 gruppi che sono: Gruppo 1 Cani da Pastori e Bovari (esclusi bovari svizzeri): ne fanno parte il Pastore Tedesco, il Pastore Belga ecc...

Gruppo Cani di tipo Pinscher e Schnauzer – Molossoidi e Cani Bovari Svizzeri: ne fanno parte Rottweiler, Dobermann, Pinscher ecc...

Gruppo 3 Terrier: ne fanno parte Fox terrier, Yorkshire terrier ecc...

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Scegliere il cane giusto

Gruppo 4 Bassotti

Gruppo 5 cani di tipo Spitz e tipo primitivo: ne fanno parte i Siberian Husky, i Samoiedo ecc...

Gruppo 6 segugi e cani per pista di sangue

Gruppi 7 cani da ferma

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Gruppo 8 cani da riporto cani da cerca cani da acqua: ne fanno parte il Labrador Retriever, il Golden Retriever, il Cocker Spaniel Ingles

Gruppo 9 cani da compagnia: ne fanno parte Pechinese, Bolognese, Chihuahua...

Gruppo 10 Levrieri

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Scegliere il cane giusto

I raggruppamenti delle razze servono innanzitutto per darci un’idea della funzione originaria dei vari cani e quindi comprendere un po’ meglio le caratteristiche di quella particolare razza. Ad esempio se siamo delle persone sportive che adorano le lunghe camminate e magari frequenti gite al mare o in montagna, un Labrador Retriever sarà sicuramente un ottimo compagno di avventura. Se invece, all’opposto, ci piace la vita comoda con qualche passeggiata al parco o in centro città, un bolognese o un maltese potrà fare sicuramente al caso nostro. È verissimo che all’interno di una razza si possono trovare soggetti con

caratteri assai diversi fra loro e che magari si “scostano” un po’ dalle peculiarità della loro razza, ma in linea generale è utile tenere sempre ben in mente le origini di quel determinato cane al momento della scelta. Una volta che abbiamo deciso di adottare un cucciolo di razza è bene sapere alcune cose importantissime: • un cucciolo di razza va SEMPRE acquistato da un allevatore serio. Egli si riconosce dal fatto che alleva da anni quella determinata razza e ne conosce tutte le caratteristiche. Un allevatore serio sa dire pregi e difetti dei suoi cani e spesso fa tantissime domande al possibile acquirente per essere sicuro che il cucciolo andrà alla persona giusta. Un allevatore serio farà vedere non solo i cuccioli ma anche i genitori (può non essere presente il padre, ma la madre sicuramente sì). L’allevatore serio vi darà il cucciolo vaccinato, con la garanzia scritta che i genitori sono esenti da certe patologie ereditarie e accompagnato da pedigree (che arriva generalmente a casa del nuovo proprietario dopo alcuni mesi di tempo). Un cucciolo acquistato da un allevatore serio si paga un determinato prezzo (che può sembrare anche alto) ma non perché il cucciolo ha il pedigree (che ha un costo economico irrisorio per averlo dall’ENCI), ma perché è frutto di una selezione attenta della sua salute e della sua crescita e perché i genitori sono stati debitamente con40 E-mail: roberto.danna@alice.it


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trollati sia fisicamente che caratterialmente e questo comporta un costo. • un cucciolo di razza lo si può trovare anche da un privato, ma spesso il costo è simile a quello di un allevatore. Se invece il prezzo è più basso spesso è perché non c’è nessuna selezione dietro ma viene da una cucciolata fatta da due cani qualunque. Il pedigree di un cucciolo ha un costo bassissimo quindi diffidate sempre da chi vi dice che per avere questo certificato dovete pagare somme molto più alte per averlo. Il cucciolo o possiede il pedigree perché il proprietario lo ha richiesto (e costa pochissimi euro) oppure semplicemente non ce l’ha. Il pedigree non è un pezzo di carta inutile ma è la carta di identità del cucciolo. E’ il documento che attesta non solo il nome, la razza e la data di nascita del cucciolo, ma anche che i suoi genitori, nonni, bisnonni e così via, erano esenti da malattie, che sono stati controllati e magari sono stati anche impiegati in attività tipiche per quella razza. Un cucciolo di razza dovrebbe sempre essere acquistato con il pedigree.

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2.3 ADOTTARE UN METICCIO

Quando decidiamo di adottare un cane la nostra scelta potrebbe ricadere su un cane fantasia o un meticcio. Il discorso è complesso perché in questo caso le valutazioni da fare sono molte. Adottare un cane dal canile è sicuramente un’azione bellissima, ma il fatto di decidere di togliere un cane dal canile non ci da il diritto di non ragionare sempre e comunque su quello che comporta avere un cane. Un cane già adulto è sicuramente più facile da gestire per quanto riguarda la questione dei bisognini in casa e magari ci creerà meno problemi nel lasciarlo solo. Occorre però scegliere il cane in base per esempio alla taglia o in base al sesso (considerato che i cani del canile sono sterilizzati le femmine generalmente sono più pacifiche dei maschi) o in base alla lunghezza del pelo e così via... . Spesso si sente dire che i cani meticci sono più sani e robusti ma si possono ammalare come quelli di razza. È sicuramente vero, che alcune razze hanno delle malattie ereditarie dovute alla selezione che i meticci possono non avere, ma questo non esclude che meticci di grossa mole possano soffrire, per esempio, di displasia dell’anca come un pastore tedesco o un Labrador. Come accade per gli uomini il male non ha riguardo per nessuno.

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Quindi sia che decidiamo di adottare un cane di razza che un meticcio dobbiamo sempre tener conto che: • il cane va educato e cresciuto nella maniera migliore possibile • il cane è un impegno e un membro della famiglia per tutta la sua vita Il proprietario deve sempre aver rispetto delle persone che lo circondano, raccogliendo le deiezioni del proprio cane e tenere sempre il cane al guinzaglio. 2.4 SESSO ED ETÀ

Una delle domande più frequenti è questa: prendo un maschio o una femmina? Cucciolo o adulto? Diciamo che entrambi i sessi hanno vantaggi e svantaggi. Il maschio spesso viene preferito perché più imponente e più facile all’apparenza da gestire perché “non va in calore” come la femmina. Vero che il maschio non ha i periodi di calore ma è vero che è recettivo alle femmine per tutto l’anno. Quindi se sente una cagnetta in calore anche a chilometri di distanza da casa propria, tenterà di scappare per poterla raggiungere. Un maschio inoltre nel momento della maturazione diventa competitivo, se non addirittura “rissoso”, con gli altri cani del suo stesso sesso e questo è un problema nella gestione di tutti i giorni, soprattutto se viviamo in città e ci sono tantissimi cani. Il maschio inoltre è molto territoriale, quindi marca con l’urina, molto frequentemente, il suo territorio.

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In alcune razze il maschio è sicuramente più imponente di una femmina, ma non dovrebbe essere questo il motivo per preferirlo. La femmina è generalmente più docile e socievole, rispetta la gerarchia in famiglia e si attacca moltissimo a tutti i membri. Va in calore due volte l’anno con una durata di circa 15-20 giorni a ciclo, ma passati questi periodi lei non pensa più ad accoppiarsi e non scappa di certo per cercare il maschio. In alcune razze da guardia e difesa si possono trovare delle femmine dal carattere molto forte e magari molto competitive con altre femmine, ma se amiamo lasciare libero il cane ai giardinetti insieme ad altri 10 cani sconosciuti non prenderemo certo un rottweiler o un dobermann, ma sicuramente andremo su razze che presentano meno aggressività intra-specifica (cioè verso altri cani) come le razze da caccia o da compagnia. Il discorso dell’età può essere riassunto così: se prendiamo un cucciolo dovremmo crescerlo con tante attenzioni, i primi tempi ci farà “impazzire” e richiederà da noi tanto tempo e attenzioni. Si adeguerà alle nostre abitudini con il tempo. Un cane già adulto ci faciliterà la gestione dei bisogni e delle uscite ma potrebbe avere dei comportamenti già fissati difficili magari da correggere. La scelta di prendere un cucciolo o un adulto dipende molto dal nostro stile di vita e dalla nostra esperienza.

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Capitolo III

Un cucciolo in casa

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Un cucciolo in casa

La prima cosa da tenere ben in mente con un cucciolo è che ha bisogno di tempo per adattarsi alla nuova vita, alla nuova famiglia e alla nuova casa. Il cucciolo non dovrebbe mai essere tolto alla madre prima dei 50 giorni di età. Prima di andare a prendere il cane cerchiamo di rendere la casa “a prova” di cucciolo. Qui di seguito riportiamo alcuni suggerimenti.

3.1 IN CASA CON GIARDINO

Se il cucciolo vivrà in una casa con ampio giardino, o addirittura terreno, e quindi starà per lo più all’esterno è importante: • Fornire fin da subito il cucciolo di una cuccia accogliente e calda. L’ideale se lo vogliamo far dormire fuori da subito, prendere il cucciolo in primavera-estate. • Non consolarlo quando piange, ma fargli vedere che siamo presenti e che non ha nulla da temere nella nuova casa. • Togliere dalla portata del cucciolo diserbanti, veleno per topi, piante tossiche, detersivi...chiuderli in un armadietto. • Se abbiamo un cancello automatico, stiamo attenti che il cucciolo non scappi quando si apre. Il piccolo non può capire fin da subito il pericolo che corre. 47 E-mail: roberto.danna@alice.it


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Un cucciolo in casa

• Mettiamo “in sicurezza” tutto quello che non vogliamo che il cucciolo distrugga, soprattutto in nostra assenza, come piante particolarmente pregiate, arredi o altro. • Controlliamo che la recinzione sia a prova di cucciolo per evitare fughe o incidenti.

3.2 IN APPARTAMENTO

Se la nuova casa del cucciolo sarà un appartamento senza giardino è fondamentale creare fin da subito degli spazi sicuri e che siano solo per il cane. • Togliamo dalle stanze, che frequenterà il cucciolo, tappeti, soprammobili, piante tossiche, detersivi, fili della corrente ecc... • Il cucciolo all’inizio farà pipì un po’ ovunque quindi meglio togliere dal pavimento le cose che si potrebbero sporcare. • Creiamo un angolo tutto per lui con una cuccia (che può essere una cesta, un cuscino o un semplice scatolone di cartone con una maglia dentro ecc...) e due ciotole una per l’acqua e una per il cibo. • Teniamo sempre a portata di mano degli stracci per pulire eventuali pipì e magari qualche gioco che il cucciolo possa rosicchiare.

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I primi giorni serviranno per adattarsi l’uno all’altro e iniziare ad impostare le prime regole. Ricordiamo che il cane è un animale sociale e abitudinario, quindi fin da subito, il cucciolo dovrebbe mangiare e uscire ad orari regolari. È chiaro che un cane così piccolo seminerà pipì un po’ ovunque, il fisico non gli permette certo di trattenere la pipì per troppo tempo. Quindi evitiamo di sgridare il cucciolo, ma portiamo pazienza e cerchiamo di portarlo fuori a sporcare il più spesso possibile. Il segreto per insegnare a sporcare fuori il più velocemente possibile il cucciolo è elogiarlo tantissimo quando si libererà fuori. Il cucciolo all’inizio potrebbe preferire sporcare in casa piuttosto che fuori, questo perché l’ambiente nuovo con odori di altri cani adulti genera paura nel cucciolo che pur di non lasciare suoi odori in giro, tratterrà i bisogni fino al ritorno a casa. Portiamo pazienza e nel momento in cui si libererà fuori facciamogli tanti elogi. Evitiamo di rimproverare e addirittura picchiare il cucciolo quando sporca in casa: è il sistema migliore per rendere il cucciolo pauroso nei nostri confronti e indurlo a non fare più i bisogni davanti a noi e quindi farli di nascosto. L’alimentazione per i primi giorni dovrebbe essere, dove possibile, quella che il cucciolo aveva al momento dello svezzamento. Oggi ci sono in commercio ottimi mangimi secchi per cuccioli, andranno benissimo per crescerlo in maniera equilibrata. Le prime settimane insieme sono le più importanti perché si gettano le basi per la futura vita insieme. Un buon proprietario dovrebbe puntare sempre a instaurare un rapporto stretto con il proprio cucciolo, dandogli regole e punti fermi, affetto, protezione e comprensione. I cuccioli a due mesi sono esseri indifesi che devono ancora comprendere come “stare al mondo”. E per esplorare ciò che li circondano essi utilizzano la bocca e tendono a mordere qualunque cosa gli capiti a portata di muso. La prima cosa da fare è insegnargli a moderare il morso, che comunque già la madre gli avrà fatto capire, non permettendogli di giocare con le nostre mani o altre parti del corpo ma solo con i suoi giocattoli. 49 E-mail: roberto.danna@alice.it


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Un cucciolo in casa

Non imponiamoci fisicamente ma quando esagera diamogli sempre un’alternativa più divertente (un altro gioco) o smettiamo di giocare con lui. Spesso i problemi legati a morsi forti e ripetitivi dei cuccioli sui proprietari deriva dall’aver preso il cucciolo troppo presto e quindi non aver dato il tempo alla madre di insegnare al piccolo a moderare la forza. NON PRENDIAMO MAI I CUCCIOLI SOTTO I 50 GIORNI DI ETÀ. Fondamentale sono le uscite al guinzaglio per fargli conoscere il mondo che lo circonda. Il cucciolo dovrebbe fin da subito accompagnare il proprietario nelle uscite (brevi all’inizio, il cucciolo si stanca facilmente ed ha bisogno di dormire molto). TUTTI I CUCCIOLI DEVONO ESSERE SOCIALIZZATI E PORTATI IN POSTI DIVERSI PER CONOSCERE PERSONE, ANIMALI E TUTTE LE SITUAZIONI CHE COMPONGONO IL NOSTRO MONDO. Anche se abbiamo una villa con terreno e il cane vivrà per lo più in questo contesto di libertà dovrebbe essere comunque portato fuori al guinzaglio, essere accarezzato da persone diverse e giocare con altri cani. Un cucciolo che cresce conoscendo ciò che lo circonda sarà un adulto equilibrato che non ci creerà problemi in futuro. Quindi le uscite dovranno essere regolari e con percorsi i più diversi possibili. Già dalle prime uscite potremmo impostare i primi rudimenti di educazione come insegnargli che passeggiare è divertente perché oltre che esplorare ciò che lo circonda può giocare con noi. Con gli altri cani è importante che impari a conoscerli e magari giocarci insieme, ma ricordiamoci sempre che quello che conta davvero è il rapporto che lui avrà con noi e il rispetto che nutrirà sempre e comunque per le nostre decisioni. Un cane adulto soprattutto se appartenente a certe razze con un’aggressività intra-specifica molto alta e maschio (come i cani da pastore, molossoidi e altri) non andrà mai lasciato libero in un gruppo di cani sconosciuti se ci sono anche esemplari dello stesso sesso. 50 E-mail: roberto.danna@alice.it


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Quindi va benissimo socializzare il cucciolo con i suoi simili e farlo giocare insieme a loro, ma la cosa fondamentale è stringere un rapporto leale e di fiducia con noi. Parlando delle razze abbiamo visto come alcune, per la loro storia, abbiano un istinto predatorio molto alto (per esempio le razze da caccia, da pastore, i terriers e alcuni molossoidi), quindi è importante che fin da cuccioli, insegniamo loro, a non inseguire piccoli animali come piccioni, gatti e altro. Questo comportamento che può sembrare divertente con il cucciolo si trasformerà in un problema assai serio con l’adulto, che se di mole notevole, potrebbe procurarci guai. Tra l’altro incoraggiare un cane a inseguire animali o oggetti in movimento potrebbe portare il cane a inseguire e “catturare” con spiacevoli conseguenze anche bambini piccoli o in bicicletta. TENIAMO SEMPRE BENE IN MENTE CHE QUELLO CHE IL CUCCIOLO IMPARA E FA DA PICCOLO LO RIPETERÀ ANCHE DA GRANDE. TUTTO QUELLO CHE NON VOGLIAMO CHE FACCIA DA ADULTO NON LO DOVRÀ FARE NEMMENO DA PICCOLO.

Riassumendo per avere un cane adulto equilibrato è importante iniziare bene. Quindi: • Riflettiamo bene se in base al nostro stile di vita, sia il caso o no, di adottare un cane. (di razza o maticcio che sia). • Scegliamo la razza giusta riflettendo, non sull’aspetto fisico del cane, ma sulle sue attitudini ed esigenze. Stesso discorso vale per i meticci presi in canile. Scegliamo attentamente. • Se prendiamo un cane di razza, il cucciolo deve avere sempre il pedigree e acquistiamolo solo in un allevamento serio, altrimenti non spendiamo soldi ma andiamo ad adottare un cane in canile. Lì vi sono anche cani di razza. • Non adottiamo mai un cucciolo prima dei due mesi di età. • Stabiliamo fin da subito regole chiare, siamo affettuosi e rassicuranti con il cucciolo e non sgridiamolo picchiandolo o altro, ma usiamo coerenza e pazienza. Tutto quello che non vogliamo che faccia da adulto non lo dovrà fare nemmeno da cucciolo. 51 E-mail: roberto.danna@alice.it


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• Socializziamo il cucciolo fin da subito, portandolo a spasso, facendolo accarezzare e portandolo a giocare con altri cani. Facciamo in modo che viva il mondo e impari a conoscerlo in tutto e per tutto. Non isoliamo il cucciolo solo perchÊ abbiamo tanto spazio o magari altri cani di casa. Il cucciolo DEVE socializzare. Altrimenti avremo un adulto problematico.

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Capitolo IV

Cani e bambini

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Cani e bambini

Sicuramente una delle amicizie più belle che esistono sono proprio quelle tra cani e bambini. Per natura i cani rispettano e proteggono i bambini che fanno parte della famiglia e tollerano quelli estranei. Purtroppo sempre più spesso si sente parlare nella cronaca nera di incidenti anche mortali che hanno come protagonisti i cani e i bambini. Perché un cane arriva a mordere seriamente un bambino? Che cosa scatena nel cane una simile reazione? Chiariamo subito che i cani non impazziscono. Non attaccano all’improvviso, ma prima di arrivare al morso, il cane ci ha sicuramente comunicato il suo stato di disagio in diversi modi. Abbiamo parlato nel capitolo 1 dei segnali di calma. Segnali che il cane lancia quando una determinata situazione gli procura stress. E il sottovalutare questi segnali spesso è una delle cause per cui il cane, alla fine, non ha altra scelta che attaccare la causa del suo malessere. I bambini si comportano come tali e spesso, quando sono ancora piccoli, vedono nel cane un oggetto, un giocattolo da toccare, da usare anche in maniera brusca, causando nel cane anche dolore. In natura i cuccioli del branco vanno sempre curati e difesi, perché sono la garanzia della sopravvivenza del branco stesso. Detto questo si deduce come sia naturale per i cani accettare i bambini di casa e difenderli a tutti i costi. Per quelli che non fanno parte della famiglia, invece, il discorso è diverso. Dipende molto dal carattere e dalle esperienze fatte dal cane. Se i bambini in questione sono giocherelloni e rispettosi dell’animale, sicuramente verranno accettati senza problemi; ma in caso di “sgarbi” e dispetti, il cane potrebbe reagire. Quello che il cane sopporta nei bambini di casa non è assolutamente detto che lo sopporti anche da altri bambini. In questo caso è importante far notare che ci sono differenze sostanziali tra soggetti di razze diverse: per esempio i molossoidi e i terrier sono spesso temuti ed invece sono razze molto pacifiche e tranquille con i bambini. I cani da pastore possono essere molto nervosi, così come le razze piccole. 55 E-mail: roberto.danna@alice.it


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Da ciò si deduce come sia fondamentale e assolutamente necessario il controllo dei genitori. La prima regola aurea per i genitori è quella di NON LASCIARE MAI SOLI BAMBINI E CANE. Ora esaminiamo alcune situazioni pratiche. Uno dei casi più comuni è quello in cui si adotta un cane e poi arriva il bambino. Gli elementi da tenere in considerazione per far sì che il cane accetti il bambino e ne diventi un compagno di vita affettuoso e fidato, sono davvero molti. • Carattere del cane. Un cane socievole, equilibrato, abituato a interagire con persone, animali e situazioni sempre nuove, sarà un cane aperto e accetterà facilmente la presenza del neonato. Un cane adulto schivo e timido andrà gestito in maniera più attenta soprattutto quando il bambino inizierà a gattonare e camminare. I movimenti “a scatti” dei bambini possono creare disagio e stress nei cani e se messi nella stessa stanza con loro senza possibilità di andarsene, può scatenare una reazione violenta da parte dell’animale. Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, per avere un cane il più possibile socievole ed equilibrato, dovremmo scegliere con accuratezza il cucciolo da portarci a casa (razza o nel caso del meticcio taglia e livello di vivacità-socievolezza verso le persone...), crescerlo socializzandolo con persone e animali nuovi, fargli conoscere il mondo che lo circonda. Non tenerlo isolato, anche se abbiamo un terreno o un giardino grande. Imparare a comunicare correttamente con lui, osservandolo e giocando insieme. Educarlo fin dall’inizio. • Rapporto con il proprietario. Se il cane presente in casa al momento dell’arrivo del bambino ha un equilibrato e stretto rapporto con il proprietario e sa perfettamente qual è il suo posto nella gerarchia familiare, accetterà di buon grado e senza problemi l’arrivo del neonato. All’inizio lo considererà come proprietà del padrone ma man mano che crescerà lo accetterà sempre più come membro della famiglia. 56 E-mail: roberto.danna@alice.it


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• Abitudini e regole in casa. Un cane abituato ad avere un suo spazio in casa, a non invadere come e quando vuole, quelli del proprietario, non avrà alcun problema ad accettare la presenza di un altro componente della famiglia. Ora vediamo praticamente cosa si può fare per preparare il cane all’arrivo del neonato. 4.1 IN GRAVIDANZA Modificare alcune abitudini. Occorre esaminare con obiettività la vita che conduciamo con il nostro cane e renderci conto se ci sono delle abitudini che il nostro cane ha e che non potremmo mantenere una volta nato il bambino. Se è così, occorre modificare subito queste abitudini. Per esempio: il cane è abituato a dormire sul divano o sul letto e abbiamo deciso che non potrà più farlo quando ci sarà il bambino, quindi iniziamo con l’allestire un angolo per il cane (cosa che avremmo dovuto fare già con il cucciolo) dove ci sia una cuccia o una cesta dove possa dormire e le sue ciotole e siamo determinati a non permettere più al cane di salire sul divano o sul letto, premiandolo tantissimo quando sta nel suo posto e facendolo scendere quando cerca di salire ( i primi tempi sono i più difficili perché il cane insisterà molto per non cambiare questa abitudine). Troviamo un posto della casa tranquillo e che, al momento dell’arrivo del bebè e quindi dei numerosi ospiti che potrebbero venire a trovarci, non disturbino troppo l’animale. Il cane non deve essere escluso dalla vita familiare, ma non dovrebbe nemmeno essere costretto a subire troppo stress, soprattutto i primi giorni dall’arrivo del bambino a casa. Un’altra abitudine che si può cambiare potrebbe essere quella di vietare alcune stanze della casa al cane. Alcuni animali crescono avendo libero accesso in tutta la casa e questo può diventare un problema 57 E-mail: roberto.danna@alice.it


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nel momento in cui arriva il bambino. Quindi fin da subito si può far capire al cane che in certe stanze non si può più entrare. Cambiare le abitudini non vuol dire stravolgere la vita del cane. Uno degli errori più comuni è quello di isolare letteralmente il cane non appena arriva il bebè. Alcuni cani che dormivano tranquillamente nel letto con il padrone si ritrovano da un giorno all’altro chiusi in giardino o peggio nel terrazzo lontano da tutti. Il cane è un membro della famiglia e ne deve far parte per tutta la sua vita. Abituare il cane ai suoni e oggetti del bambino. Un’altra cosa che la neo-mamma può fare è abituare il cane al via vai del passeggino iniziando ad usarlo prima della nascita del bambino. Una cosa molto utile che si può fare nel caso di cani che non hanno mai frequentato bambini è quello di registrare, in un cd, il pianto di un bambino e farlo ascoltare al cane in momenti diversi della giornata ad un volume basso. Se il cane dovesse mostrare paura o nervosismo, non consoliamolo e non interveniamo, ma cerchiamo di essere il più tranquilli possibili. Più noi siamo rilassati più lo sarà il cane. Se abbiamo conoscenti o amici che hanno bambini piccoli potrebbe essere utile fare una passeggiata con loro insieme al cane. E ricordiamo di essere sempre positivi e allegri quando il cane è in presenza di bambini. Aiutiamolo a fare un’associazione positiva: bambini = qualcosa di molto bello e divertente.

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4.2 ARRIVA IL NEONATO I primi giorni saranno sicuramente i più difficili per tutti. Per i genitori che devono abituarsi ai ritmi del bambino e per il cane che, per forza di cose, avrà meno attenzioni del solito. In questo potrebbero esserci di aiuto amici e parenti che potrebbero comunque far uscire il cane per passeggiate più o meno lunghe, aiutando i proprietari a farlo giocare e far fare i bisogni. Se ciò non è possibile servirà che il papà del bambino si impegni comunque ad occuparsi del cane, per i pasti e per le uscite. In questa fase è importantissimo far annusare copertine e oggetti che hanno l’odore del neonato, possono essere utili anche i pannolini. Non escludiamo il cane dalla vita casalinga.

4.3 IL BAMBINO CRESCE I momenti più delicati sono sicuramente quelli in cui il bambino inizia a gattonare e relazionarsi con il mondo. I genitori devono sempre vegliare i giochi del bambino quando sta insieme al cane, per evitare che i due si possano far male a vicenda. Occorre prestare molta attenzione se ci sono a terra giochi del bambino che il cane potrebbe prendere e contendere al bambino. Attenzione anche ad eventuali pezzetti di cibo a terra che potrebbero provocare reazioni aggressive da parte dell’animale. Ribadiamo comunque che un cane educato, ben socializzato e con un rapporto stretto con il proprietario non avrà alcun problema ad accettare il bambino e i suoi giochi.

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4.4 EDUCARE I BAMBINI AL RAPPORTO CON I CANI

I bambini dovrebbero essere educati dai genitori ad avere un corretto rapporto con i cani, sia quelli di casa che quelli estranei. Man mano che il bambino cresce è fondamentale che i genitori gli insegnino il rispetto e i comportamenti corretti da tenere con il proprio cane. Alcune regole che tutti i bambini dovrebbero conoscere e rispettare sono: • Non disturbare il cane mentre dorme, mangia o sta rosicchiando un osso. • Non tirare orecchie, coda o i peli del cane. Fanno male al cane e non sono affatto simpatici, meglio una carezza o giocare insieme. •Non togliere oggetti o peggio, cibo, con le mani dalla bocca del cane. Queste regole valgono con il cane di casa, ma a maggior ragione con cani che non fanno parte della famiglia. Occorre fare molta attenzione ai giochi tra bambini e cani di persone che conosciamo (parenti e amici) che però non vivono insieme al bambino. Ci sono cani che vivono in un ambiente privo di stimoli e che non hanno mai visto un bambino. Per esempio cani che vivono dentro

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giardini di ville, case isolate ecc...questi cani non conoscendo i bambini potrebbero averne paura oppure considerarli solo degli intrusi del proprio territorio. Quindi stiamo molto attenti in questi casi, soprattutto se i cani sono più di uno. Spieghiamo sempre ai bambini che: • non si tocca il cibo di un cane nemmeno se si trova abbandonato a terra (tipo biscotti o ossa). • Non si toccano giochi o palloni a meno che non ci sia il proprietario presente e non sia lui ad intervenire. • Non si entra in un giardino dove vi è un cane adulto (o peggio due) senza il permesso e la presenza del proprietario. • Non cercare mai di accarezzare un cane che non si conosce. • Non fissare mai un cane che ci sta abbaiando contro. • Non correre se c’è un cane che si avvicina. I genitori che non hanno animali e che magari non amano i cani, non dovrebbero crescere bambini che hanno paura dei cani per una serie di motivi molto importanti. Il primo è che viviamo in città sempre più affollate e sempre più popolate da cani (per fortuna!), un bambino che cresce con la paura dei cani vivrà sicuramente molto male e il solo camminare per le vie del centro potrebbe diventare un incubo. Un altro motivo molto serio è che un bambino che ha paura dei cani li eviterà sempre e comunque non imparando mai ad affrontare situazioni che potrebbero capitare, per esempio l’incontro con un cane libero, senza proprietario. Un bambino che ha paura urla, scappa, mentre un bambino che conosce i cani magari lo affronta o lo ignora con tranquillità, e questo può fare la differenza tra l’essere attaccati o l’essere lasciati in pace. 61 E-mail: roberto.danna@alice.it


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Quindi i genitori che non solo non hanno alcuna intenzione di prendersi un cane ma magari ne hanno anche timore dovrebbero comunque insegnare ai propri bambini alcuni concetti fondamentali: • Il cane non morde se non ne ha motivo. • Il cane non trasmette malattie ai bambini •Il cane non è un animale cattivo e sporco: perché un giorno potrebbe salvarvi la vita. • Il cane è un essere vivente che va sempre rispettato. Vale la pena affrontare anche il caso in cui un bambino abbia paura dei cani, nonostante i genitori non ne abbiano. I genitori potrebbero aiutare il bambino accarezzando i cani socievoli ed amichevoli che si incontrano passeggiando, non però costringendo lui a farlo. Far vedere film o video in cui ci siano cani protagonisti in maniera positiva. Se il bambino inizierà a mostrare interesse per i cani si potrebbe portarlo in qualche centro cinofilo serio dove possa interagire, senza essere forzato, con cani socievoli ed educati. Gli episodi di cronaca spesso sono incidenti che si sarebbero potuti evitare. Un cane non attacca all’improvviso. Un cane non decide di mordere o uccidere perché ha la giornata storta, i cani non impazziscono (a meno che non siano malati, ma questa è un’altra storia). Detto ciò i bambini dovrebbero imparare a rispettare il proprio animale. Non disturbandolo quando il cane riposa o sta mangiando, non sottoporlo a dispetti inutili e così via... È sempre compito dei genitori vigilare che queste regole vengano rispettate.

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Cani e bambini

I bambini che crescono in compagnia di un cane hanno sicuramente “una marcia in più” rispetto ai loro coetanei che non ne hanno, ma ciò avviene solo se imparano che i cani sono membri effettivi della famiglia, che hanno delle esigenze che vanno sempre rispettate. • Insieme al cane il bambino impara a convivere e rispettare la diversità. • Impara a condividere i propri giochi e il proprio cibo. • Impara cosa vuol dire prendersi cura di qualcuno: curarlo portandolo dal veterinario, dandogli da mangiare e portarlo a spasso. • Imparano ad affrontare i piccoli dolori della vita come la perdita del proprio animale o la malattia. Tutto questo avviene solo se i genitori sono bravi ad insegnare ai propri bambini il valore di un animale, a guidarli e se sono stati bravi a crescere ed educare il cane in maniera equilibrata. Ultima cosa, ma non meno importante, è quella di insegnare al bambino che il cane non è un oggetto ma una responsabilità. Quindi il cane non può essere un semplice regalo di Natale o di compleanno. I genitori non dovrebbero mai cedere a richieste del genere se non sono pienamente consapevoli che il cucciolo crescerà e che avrà bisogno di cure e amore per almeno 13-15 anni e che il loro bambino potrebbe stancarsi presto del cane. Un cane, e non finiremo mai di ripeterlo, va adottato solo se tutta la famiglia è d’accordo sia nella scelta che nel condividersi le responsabilità. Solo se saremo disposti a prenderci sempre cura di lui. E se il nostro tipo di vita ci consente di avere un cane. Non tutti possono avere un cane.

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Capitolo V

Educazione e addestramento: consigli pratici

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Educazione e addestramento: consigli pratici

Prima di affrontare questi argomenti è importante chiarire alcuni aspetti. Educare e addestrare un cane non vuol dire semplicemente trattare l’animale come un essere che subisce passivamente le lezioni e che deve imparare tutto. Educare un cane vuol dire innanzitutto conoscerlo, vuol dire instaurare con lui un rapporto così forte che ci permetterà di insegnargli delle cose ma anche di imparare noi qualcosa da lui. Per educare un cane occorre conoscere il suo modo di comunicare (come abbiamo visto nel cap.1) in modo che non ci siano incomprensioni e serve pazienza. Ogni proprietario dovrebbe conoscere bene il proprio animale e sapere quali sono i suoi pregi e i suoi difetti, cosa gli piace e cosa non gli piace e così via. Il rapporto che si è creato tra il cane e la persona è un punto di partenza fondamentale per lavorare bene insieme e si basa sulla comunicazione, sul legame affettivo e sulle gerarchie che si creano in famiglia. La comunicazione dovrebbe essere il più chiara possibile. Tutti i cani imparano con il tempo a interpretare i segnali che utilizzano i proprietari spesso però i proprietari non riescono a fare la stessa cosa con i loro cani. Il legame affettivo è ciò che unisce i componenti di un gruppo, che aiuta a risolvere eventuali conflitti e che aiuta la sopravvivenza del branco stesso. L’affetto si manifesta con il contatto fisico e un cucciolo che non ha mai provato le coccole di una persona nei primi tre mesi di vita avrà delle difficoltà da adulto a legarsi all’uomo. La gerarchia in un gruppo è fondamentale per determinare ruoli e compiti e per il buon “funzionamento” di tutto il branco. In una famiglia composta da persone e cani è importante che ci sia un leader, una guida. Essere un leader per il proprio cane, non significa essere dei dominatori duri, severi e tantomeno dei violenti. Un buon leader deve fare da guida per la crescita, l’educazione del proprio animale. Il cane deve maturare rispetto e motivazione per fare ciò che la guida gli chiede. 66 E-mail: roberto.danna@alice.it


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Un buon leader deve essere responsabile delle necessità e delle esigenze del cane. Capire quando una situazione lo sta mettendo a disagio o provoca stress e quindi toglierlo da lì o aiutarlo ad affrontare la cosa. Un buon leader protegge il suo branco e non lascia che lo faccia qualcun altro. Sa evitare o affrontare i pericoli quando si presentano e non mette mai in pericolo il proprio cane. In casa il proprietario dovrebbe mettere in pratica dei comportamenti (fin da subito con il cucciolo) che aiutino l’animale a comprendere la propria posizione all’interno della famiglia. Alcuni di questi possono essere: • Saper ignorare il cane. Concedere attenzioni e coccole al cane quando lo decidiamo noi, non assecondare le sue richieste. • Regola del Niente per Niente. Se vogliamo dare un premio al cane chiediamogli sempre prima di fare qualcosa per noi. Per esempio: Seduto e poi ti premio. • Abituare il cucciolo ad essere manipolato fisicamente. Controllare regolarmente le orecchie, la bocca e spazzolarlo è un buon modo per insegnargli ad accettare queste attenzioni. • Iniziare e finire il gioco di nostra iniziativa. Utilizzare per questo un gioco che non dovrà mai essere lasciato a disposizione del cane. Quel determinato oggetto lo si usa insieme e poi lo si toglie. • Dare da mangiare al cane sempre agli stessi orari, farlo dormire possibilmente in posti suoi. Limitare la sua attività in casa. Alcuni spazi devono essere solo del proprietario e dei membri della famiglia. • Cerchiamo di ragionare da “capo”. Noi decidiamo per esempio dove andare in passeggiata, quanto giocare ecc... . Non permet67 E-mail: roberto.danna@alice.it


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tiamo al cane di prendere iniziative come l’aggredire un altro cane solo perché sta passando dall’altro lato del marciapiede. Decidiamo noi cosa è pericoloso e cosa no. • Non sottovalutiamo i problemi. Non aspettiamo che il cane cresca troppo per intervenire su comportamenti che non ci piacciono e che non riusciamo a correggere. I problemi non si risolvono da soli, ma generalmente si aggravano con il tempo. Alla luce di questo l’educazione non è altro che l’insegnare al cane le regole del buon vivere basandoci sulla relazione che abbiamo instaurato con lui. L’educazione del cane dovrebbe sempre tener conto di alcuni concetti fondamentali come lo stimolo, la motivazione, il premio e punizione. Lo stimolo è tutto ciò che è esterno al cane e che è capace di provocare delle reazioni. Perché questo sia efficace deve avere una certa intensità che viene chiamata stimolo-soglia. Il livello dello stimolo (alto o basso) necessario per provocare una reazione dell’animale dipende dalla reattività individuale del soggetto. Uno stimolo può essere sufficiente per far agire un cane e non un altro. La risposta è soggettiva. Gli stimoli possono essere: • Neutri: non provocano nessuna reazione oppure provocano una reazione iniziale ma poi si estingue rapidamente. (per esempio un oggetto che all’inizio spaventa il cane o lo incuriosisce ma dopo averlo annusato perde subito interesse) • Positivi e Negativi: provocano una reazione del cane che a seconda dell’esperienza o del carattere del cane può essere positiva o negativa. La motivazione è l’impulso interno (fisico, fisiologico o emotivo) di un animale ad esibire un certo comportamento, come il bere è motivato dalla sete. 68 E-mail: roberto.danna@alice.it


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La motivazione viene anche indicata come pulsione. La motivazione dipende anche dal carattere (se il cane è un giocherellone oppure no, per esempio), dalle esperienze, dalle condizioni fisiche ed emotive, dal rapporto con il conduttore, dall’ambiente esterno. Un bravo educatore dovrebbe saper intervenire in maniera corretta su questi elementi per poter insegnare al cane i vari comandi. A questo punto parliamo anche del ruolo che svolgono i premi e le punizioni nell’educare un cane. È luogo comune pensare che per gestire un cucciolo occorra premiarlo e punirlo in maniera alternativa a seconda delle situazioni, questo porta spesso i proprietari a punire sempre il cane quando (secondo loro) sbaglia qualcosa. Chiariamo innanzitutto che quello che per il conduttore è una punizione potrebbe non esserlo per il cane. Facciamo l’esempio del cucciolo che viene sgridato quando raccoglie qualcosa da terra mentre è in passeggiata. Il cucciolo probabilmente continuerà, nonostante la sgridata, a raccogliere le cose da terra perché la sgridata potrebbe essere interpretata come un’attenzione da parte del padrone e ripetendo quel comportamento il cucciolo ottiene sempre quell’attenzione. Alla luce di ciò è sempre meglio, per educare il cane, sfruttare il rapporto che abbiamo con il cane e i premi, anziché le punizioni. Nel contesto urbano in cui viviamo il concetto di cane educato è sicuramente diverso da quello inteso qualche tempo fa in campagna. Un cane doveva fare la guardia alla proprietà, alla famiglia e agli animali domestici. Non era richiesto che andasse al guinzaglio senza tirare per le strade cittadine e non era nemmeno indispensabile che andasse d’accordo con i bambini di casa, doveva semplicemente lasciarli stare. Oggi tutto è cambiato. Viviamo in spazi sempre più stretti, abbiamo una vita sempre più veloce e piena di cose da fare e stiamo in un ambiente sempre più oberato di regole e doveri. Un cane oggi più che mai deve essere educato per poter sopravvivere a questi contesti.

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Un cane in città dovrebbe: • Passeggiare al guinzaglio senza tirare e senza aggredire o infastidire tutto ciò che incontra (persone, animali, altri cani, biciclette, automobili ecc...) • Eseguire i comandi di base come VIENI, SEDUTO, RESTA in tutti i contesti. • Rispettare gli oggetti del proprietario e anche gli altri animali domestici. • Rispettare gli ospiti e amici. • Rispettare i bambini di casa. Un cane non dovrebbe: • Tirare al guinzaglio e aggredire gli altri animali o persone. Un cane non dovrebbe mai essere un pericolo per chi ci sta intorno. • Non saltare addosso a tutti quelli che incontra, compresi amici e parenti. • Non abbaiare senza motivo in maniera ossessiva • Non occupare posti privilegiati in casa, come divani o letti, tanto da magari “ringhiare” se qualcuno prova a spostarlo. • Non inseguire piccoli animali o oggetti in movimento.

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Questi sono solo alcuni aspetti della vita di tutti i giorni. Ricordiamoci che molti cani acquisiscono cattive abitudini perché gli vengono concessi da piccoli e quando ci si rende conto che sono diventati un problema diventa complicato intervenire per correggerli. Prima di passare ad alcuni suggerimenti pratici di educazione, ricordiamo che educare un cane non significa solo fare delle lezioni ma applicare delle regole tutti i giorni. • Cerchiamo di essere sempre coerenti, costanti e pazienti con il nostro animale • Stabiliamo fin da subito un rapporto fatto di fiducia e rispetto. Premiamo tantissimo il cane quando si comporta bene. Evitiamo di punirlo sempre quando sbaglia. • Garantiamogli un’adeguata attività fisica. Non possiamo pretendere una condotta al guinzaglio impeccabile se il cane resta solo per 10 ore al giorno chiuso in un appartamento ( o lasciato fuori in giardino o in un terreno) tutti i giorni. • Quando gli insegniamo cose nuove iniziamo sempre in ambienti con poche distrazioni e premiamolo molto. • Siamo sempre allegri e di buon umore quando decidiamo di lavorare con lui. Apprendere deve essere sempre divertente. • Facciamo pochi esercizi per poco tempo al giorno. Non esageriamo con il lavoro. • Rispettiamo l’indole, il carattere e l’attitudine del nostro cane, sia come individuo sia come appartenente ad una certa razza. • Quando sorgono problemi che non riusciamo a correggere sin da cucciolo, non aspettiamo che cresca per intervenire perché pensiamo che passerà da solo, ma rivolgiamoci ad un esperto che ci aiuti. 71 E-mail: roberto.danna@alice.it


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Ed ecco alcuni suggerimenti pratici per insegnare alcuni comandi di base. 5.1 CONDOTTA AL GUINZAGLIO

La passeggiata al guinzaglio lunga o breve che sia dovrebbe essere, non solo un momento per far fare i bisogni al cane, ma un modo piacevole e proficuo per passare del tempo insieme. Quando camminiamo ricordiamoci sempre che siamo in due (cane più padrone) e non un cane ed un essere umano (da una parte il cane che tira come un treno per portarci a litigare con il cane del vicino e dall’altra il suo padrone che ha fretta di andare al lavoro e quindi trascina il cane in modo che si sbrighi). Per insegnare ad un cane a non tirare è necessario: • Garantire almeno tre uscite al giorno, regolari. Due lunghe e una un po’ più breve. • Il cucciolo non deve giocare con il guinzaglio o con il collare. Sono oggetti del padrone e deve imparare a rispettarli. • Insegniamo al cane a farsi mettere collare e guinzaglio con calma, senza saltare o abbaiare. • Una volta all’aperto prendiamo il comando della situazione e decidiamo noi che percorso fare. Lasciamo che il cane faccia i suoi bisogni e annusi, ma quando è necessario attiriamo la sua attenzione in modo che ci ascolti, anche quando è distratto. 72 E-mail: roberto.danna@alice.it


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I motivi per cui un cane inizia a tirare al guinzaglio sono molti, i più comuni sono: • Il cane esce poco al guinzaglio e le passeggiate durano troppo poco. Quindi quando l’animale esce è così eccitato che non ci ascolta. Alcuni tipi di cani hanno bisogno di molta attività fisica per scaricare le loro enormi energie, se non fanno ciò diventano ingestibili ogni volta che escono. • Il cane è abituato a saltare, abbaiare o altro per attirare l’attenzione del proprietario ( che gli concede queste attenzioni) e quindi quando è al guinzaglio cerca di fare quello che vuole diventando ingestibile. • Il cane non ha un rapporto equilibrato e di fiducia con il proprio padrone. Alcuni cani che si sentono “i capi” di casa si sentono in diritto di aggredire e cacciare gli altri cani che incontrano lungo la loro strada, trascinando letteralmente il padrone. Se il cane ha fiducia nel proprio compagno umano e sa che può contare su di lui non avrà motivo di litigare con tutti e tutto. • Il cane non è stato ben socializzato e quindi tutto quello che incontra gli risulta nuovo e fonte di stress. In questo caso occorre lavorare sul controllo. • Il cane è stato abituato a rincorrere uccelli e gatti e oggetti in movimento, così quando è al guinzaglio e vede uno di questi animali, trascina via il proprietario, “sordo” a qualunque protesta o ordine. • Portiamo fuori il cane con un collare e un guinzaglio non adatto. Il collare non dovrebbe mai essere di tipo “a strangolo” e il guinzaglio non dovrebbe essere né troppo lungo e né troppo corto.

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Se il cane tira al guinzaglio. Cosa fare: • Il cane deve indossare un collare fisso di pelle o nylon o similari. Utilizziamo un guinzaglio di media lunghezza di corda o pelle che abbia un’ impugnatura comoda e che in caso di “strattone” da parte del cane non ci faccia male alle mani. • Teniamo il guinzaglio il più morbidamente possibile, non tiriamolo e non strattoniamo il cane ogni volta che si allontana da noi. • Quando il cane ci tira da un lato o in avanti, prendiamo l’abitudine di bloccarci come delle statue e non andiamo né in avanti né indietro. Restiamo fermi. Il cane tenterà di tirarci ma appena capirà che non ci muoveremo si fermerà e si volterà a guardarci, in quel momento parliamo gentilmente al cane e avanziamo. Se il cane ripete il tiraggio, fermiamoci di nuovo e aspettiamo che il cane smetta di tirarci e si calmi. Qualunque cane ben socializzato e con un buon rapporto con il padrone alla fine comprenderà che tirando otterrà solo il blocco della passeggiata. Siamo sempre pronti a premiare con carezze ed elogi il cane quando cammina in maniera corretta. • Un altro sistema per insegnare al cane a smettere di tirare è quello di cambiare bruscamente direzione trascinando il cane con noi (non strattonandolo ma semplicemente tirandocelo dietro). I cani si disorientano e tornano spontaneamente vicino a noi. In quel momento va premiato. • Ricordiamoci: il cane continua a fare un certo comportamento fin quando porta un beneficio. Nel momento in cui non serve più a nulla, il comportamento scompare. Se siamo costanti nelle nostre decisioni e regole il cane si adeguerà facilmente.

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5.2 VIENI!

Premesso che in città i cani hanno l’obbligo di essere condotti sempre al guinzaglio, ci possono essere dei posti in campagna o nelle aree libere per cani, dove lo si può lasciare libero. Il cane ha necessità di annusare ed esplorare per conoscere il mondo che lo circonda ma allo stesso tempo deve imparare a restare vicino a noi e tornare quando lo chiamiamo. Ma come riuscire in un’impresa del genere? Il cane è un animale sociale e una delle paure più grandi che esso ha è quella di restare solo. Quindi iniziamo fin da piccolo ad abituarlo a stare vicino a noi, premiandolo ogni volta che si avvicina soprattutto quando siamo a spasso. Cerchiamo di essere sempre positivi e allegri e insegniamo al cucciolo che venire da noi vuol dire sempre avere qualcosa di bello in cambio, che può essere una parola dolce, una carezza, un gioco. Esercitiamoci prima in casa o in ambienti con poche distrazioni e piano piano attiriamo l’attenzione del nostro cane anche in posti più complessi. Ricordiamoci che: • Il cucciolo non deve venire da noi semplicemente perché glielo chiediamo, ma dobbiamo fornirgli un’ottima ragione per farlo. La ragione può essere una nostra carezza, le nostre attenzioni, il nostro affetto. E’ fondamentale per questo aver creato un rapporto sereno e di fiducia con il nostro cucciolo. • Siamo ragionevoli ed evitiamo di “sprecare” la voce per chiamare il cucciolo quando, per esempio, sta giocando con altri cani e noi 75 E-mail: roberto.danna@alice.it


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abbiamo deciso di andarcene. I primi tempi andiamo noi a prenderlo e portiamolo via coccolandolo e con allegria. Cerchiamo di essere sempre più interessanti degli altri. Una volta adulto il nostro cane tornerà sempre e comunque quando lo chiameremo. Stesso discorso vale quando il cane annusa con molto interesse qualcosa. Evitiamo di urlare per richiamare la sua attenzione ma aspettiamo che alzi un po’ la testa per guardarci e allora approfittiamo per chiamarlo. • Se siamo in ambiente aperto, per esempio, in un campo e il cane si sta allontanando troppo, chiamiamolo con calma e voce decisa. Se non torna non corriamogli dietro, ma proviamo ad andare dalla parte opposta correndo e chiamandolo. Il cane per paura di restare solo ci raggiungerà. Premiamolo tantissimo quando arriva. • Chiamiamo il cane piegandoci sulle ginocchia e battendo le mani in maniera allegra. Attiriamo sempre la sua attenzione. • Perdere la pazienza è umano e normale in certe situazioni, ma punire un cane perché è tornato da noi anche dopo un pò che lo stavamo chiamando, vuol dire perdere la sua fiducia e insegnargli che venire da noi vuol dire prendere una punizione. Siamo coerenti e il più tranquilli possibili. • Se siamo nervosi o abbiamo poco tempo non liberiamo il cane, ma limitiamoci ad una semplice passeggiata. Non mettiamo mai il cane in condizione di disobbedirci. • Essere calmi, tranquilli e allegri quando chiamiamo il cane non vuol certo dire essere remissivi o accettare passivamente che il cane non ci ascolti. Ci sono delle situazioni di pericolo in cui non possiamo aspettare che il cane ci obbedisca oppure conoscendo il nostro animale, sappiamo che in quella occasione non ci darà mai ascolto, allora interveniamo fisicamente, prendendolo o non lasciandolo libero fin dall’inizio.Il buon senso dovrebbe guidare sempre le nostre azioni e decisioni. 76 E-mail: roberto.danna@alice.it


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5.3 SEDUTO!

Sedersi per il cane è naturale quindi insegnargli a farlo a comando è semplice. Il metodo migliore è premiare il cane quando lo fa spontaneamente, per esempio mentre ci aspetta quando parliamo con qualcuno oppure in casa quando si riposa. Per un periodo di tempo premiamolo sempre e nel momento in cui lo lodiamo inseriamo la parola “Seduto!” così ben presto assocerà l’azione alla parola. Con il passare del tempo lo premieremo sempre un po’ meno fino a quando diventerà per lui normale sedersi quando glielo chiediamo.

5.4 RESTA!

Il resta! Dovrebbe essere utilizzato per insegnare al cane ad aspettare il proprietario, per esempio quando va in una stanza della casa dove il cane non può entrare. Oppure si può usare per far capire al cane che deve aspettarci se entriamo in un negozio e lui non può entrare e lo lasciamo insieme ad altri o ancora per far sì che ci aspetti se ci stiamo vestendo per uscire. 77 E-mail: roberto.danna@alice.it


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Una volta che il cane ha imparato il seduto si può aggiungere questo comando. La parola Resta dovrebbe essere accompagnata da un gesto della mano (per esempio palmo della mano aperto verso il cane). Il cane una volta seduto davanti a noi gli viene dato il comando e ci si allontana solo di un passo all’indietro, senza voltare le spalle al cane, se il cane non si muove ci riavviciniamo subito a lui e lo premiamo. Facciamo questo esercizio diverse volte allontanandoci da lui sempre un po’ di più, ma senza voltargli mai le spalle. Dopo qualche tempo il cane avrà imparato a restare nella posizione iniziale e aspettare che noi torniamo da lui. Fondamentale è premiare sempre quando è bravo e fare gli esercizi prima in posti senza distrazioni, magari in casa. Più l’ambiente è pieno di stimoli, più dovremmo premiare il cane quando riesce ad aspettarci. 5.5 LASCIA! Un altro comando utile da insegnare al cane è il “Lascia!” che serve sia quando il cane ci ruba qualcosa che è nostro sia quando prende in bocca qualcosa di pericoloso. Quando il cane afferra qualcosa e capisce che noi vogliamo riprendere l’oggetto può scappare, sputarlo o difenderlo. Per insegnare questo comando al cane è importante fargli capire che non siamo in alcun modo in competizione con lui e che se lascerà l’oggetto noi continueremo a giocare con lui o comunque lo premieremo. Impostiamo tutto sul concetto dello scambio: tu dai una cosa a me e io ne do una a te. Quindi praticamente gli lanciamo un gioco e quando il cane lo ha preso, lo chiamiamo a noi e con un bocconcino in mano aspettiamo che il cane lo lasci. Appena l’oggetto viene lasciato, lo raccoglieremo e premieremo il cane con il bocconcino oppure possiamo lanciargli, come premio, un altro gioco. La cosa da ricordare sempre è di non inseguire il cane quando ci ruba qualcosa, di non infilare le mani nella sua bocca per strappargli l’oggetto (è il 78 E-mail: roberto.danna@alice.it


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sistema migliore per insegnargli a ingoiare tutto ciò che trova pur di non darcelo) e non facciamo prove inutili come quella di togliergli la ciotola mentre mangia. Se proprio vogliamo abituarlo a non reagire se qualcuno si avvicina al suo cibo, prendiamo l’abitudine di aggiungere mentre il cane sta mangiando altro cibo alla sua razione, magari qualcosa di molto appetitoso. Questo gli farà capire che se qualcuno si avvicina alla sua ciotola non sarà per rubargli il cibo, ma per aggiungere cose buone. 5.6 IL GIOCO

Un sistema positivo e rapido per insegnare al cane nuovi comportamenti e regole sociali è quello di giocare spesso con lui. Tutti i cani giocano, sia da cuccioli che da adulti e persino nella vecchiaia. Il gioco è uno strumento fondamentale per sviluppare competenze e abilità, per conoscere gli altri animali e per interagire con le persone. È fondamentale che un buon proprietario, non solo giochi con il cane, ma che lo gestisca lui. Il proprietario dovrebbe iniziare e finire il gioco quando lo decide lui e non quando il cane si è stancato e se ne è andato via da noi. Dovrebbe esserci sempre un qualcosa di bello e di molto accattivante per il cane, tipo una pallina o un pupazzo, con cui si gioca solo quando si è insieme e che non andrebbe mai lasciato a disposizione del cane. Il proprietario dovrebbe anche sapere quale gioco preferisce il suo cane. Ci sono animali che preferiscono la lotta invece che il riportare 79 E-mail: roberto.danna@alice.it


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la pallina, altri che preferiscono la ricerca di oggetti invece che giocare con il pallone e così via...ogni cane avrà un suo particolare gioco. Gestire in maniera corretta questa attività ci permetterà di insegnare al cane dei comportamenti positivi come: il lasciare un oggetto che ha in bocca, il moderare la forza quando si lotta insieme, il controllo della propria esuberanza, il non essere prepotente per ottenere qualcosa. Molti dei problemi di possessività che hanno i cani sono anche frutto di un errato gioco con l’animale. Spesso si tende a giocarci, per esempio nel lancio della pallina, così tanto che si finisce per ossessionare il cane o per stancarlo così tanto che impara ad afferrare la pallina e a non lasciarcela più. Il gioco deve essere un’attività sempre positiva che deve servire sia per far divertire e scaricare il cane, ma soprattutto per divertirsi e imparare insieme. Alcuni giochi che si possono fare con il proprio cane sono: • Gioco con la pallina. Tutti i cani generalmente amano le palline e amano afferrarle dopo averle rincorse. Tiriamo la pallina, il cane la prende e torna verso di noi per portarcela. Non ci avviciniamo a lui e non allunghiamo la mano per prendergliela dalla bocca, ma aspettiamo che la lasci cadere a terra. Se tentiamo di prenderla il cane scapperà. Appena lui la lascia, noi la raccoglieremo e la lanceremo subito. Deve essere un gioco di collaborazione e non di competizione. • Tira e Molla.

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È un gioco bellissimo per molti cani soprattutto quelli che amano usare la bocca per afferrare cose e rosicchiare. Giocare in maniera corretta aiuterà il cane ad imparare a rispettare l’altro, a non esagerare con la competizione, a controllarsi. Prendete una treccia e agitatela davanti al cane, quando il cane la prende con la bocca tenetela ben stretta e iniziate a tirare. Alternate momenti di tira e molla con delle corse in modo da non esagerare. Non è una competizione su chi è il più forte, il dominatore, ma deve essere un gioco di complicità. Una volta vinco io una volta vinci tu. La treccia deve essere un mezzo comune per giocare insieme. Quando il cane è molto eccitato e si sta impegnando, lasciategli il gioco e vedrete che se lo porterà via correndo, magari aspettando che voi lo inseguite per riprenderla. Anche questo è divertente. Se il cane si eccita troppo, diventa troppo irruento o esagera nei suoi modi, smettete di giocare e riprendete questo gioco più tardi. • Ricerca olfattiva. Per il cane usare il naso per cercare qualcosa o qualcuno è molto divertente. Quindi nascondere anche in casa in qualche angolo un biscotto o una pallina o altro e incitare il cane a cercarlo può essere molto divertente e gratificante per voi e per il cane. All’inizio occorre fare cose molto semplici e man mano che l’animale diventa più esperto e bravo si può aumentare la difficoltà. • Percorso a ostacoli. Se abbiamo un giardino anche piccolo potrebbe essere divertente insegnare al cane a saltare ostacoli piccoli e semplici, come un’asta messa in orizzontale fra due sedie o insegnargli uno slalom fra più oggetti. Essere fantasiosi in questo caso può aiutare a trovare nuovi modi per divertirsi insieme.

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• Riporto di oggetti.

Un’altra attività che si può far fare al cane è insegnargli a prendere degli oggetti come palline, pupazzi, o altro e riporli in posti precisi, per esempio in una cesta. Sono livelli di educazione avanzata ma un cane se viene adeguatamente stimolato può davvero imparare tantissime cose.

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Capitolo VI

Il cane oggi: compagnia e utilitĂ

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Il cane oggi: compagnia e utilità

Il cane oggi ha sensibilmente cambiato la sua “funzione” e se in tempi passati avere un cane significava possedere un aiuto costante in diverse attività (caccia, guardia, difesa ecc...) oggi il cane è diventato, per moltissime persone, semplicemente un animale da compagnia e in alcuni casi uno status symbol. Ma per fortuna non si è ancora perso del tutto il concetto di ausiliario e di utilità. Il cane è divenuto compagno insostituibile in diversi campi come nell’ambito della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, dell’Esercito, come ausiliario nella lotta alla criminalità, alla droga, al contrabbando di materiale di vario genere e per la ricerca di esplosivi. Ritroviamo il cane anche come guida per i non vedenti, aiuto per persone disabili e addirittura per persone che hanno perso l’udito. Il cane è anche un ausiliario di attività e terapie rivolte a disabili mentali e fisici, anziani, bambini e adulti con varie problematiche (la così detta Pet Therapy). Non dimentichiamo poi i cani impiegati nella Protezione Civile, nelle Unità di Salvataggio in mare o nei laghi ecc... Possiamo quindi dire che non è propriamente vero che oggi il cane è solo un animale da compagnia ma è ancora protagonista di diverse attività insieme all’uomo.

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6.1 I CANI NELLE FORZE DELL’ORDINE E NELL’ESERCITO

Il cane è da sempre accanto all’uomo, nel bene e nel male. Nel corso della storia è divenuto un ausiliario indispensabile in vari settori delle forze dell’ordine. Sicuramente ha avuto un ruolo fondamentale e ce l’ha tutt’ora nelle zone di guerra: i cani addestrati a vari compiti come la ricerca di esplosivi, di droga, di mine, di prigionieri in fuga ecc...affiancano i soldati di eserciti di tutte le nazioni del mondo e quasi sempre i soldati devono la loro vita proprio a questi compagni a quattro zampe. Per onorare la memoria degli atti eroici di questi animali in tutto il mondo sono stati eretti monumenti e statue. In America, per esempio, vi sono migliaia di monumenti del genere in ricordo dei cani impiegati sulle linee del fronte, i K9, questi cani venivano impiegati come messaggeri o come sentinelle.. Stati come l’Arizona, il Texas, Canada, Florida, Georgia ecc..hanno tantissime di queste statue. In ambiente urbano il cane viene addestrato: a fiutare droga e/o stupefacenti in generale, esplosivi. Viene addestrato come cane antisommossa e viene impiegato anche all’interno degli stadi di calcio o nelle grandi manifestazioni. 85 E-mail: roberto.danna@alice.it


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Tali addestramenti iniziano con cuccioli selezionati fin dalla nascita e proseguono per tutta la vita lavorativa del cane. Gli addestramenti sono tutti basati sul gioco incoraggiando, a seconda del compito che poi dovrà svolgere il cane, certe attitudini naturali di quel singolo soggetto.

6.2 I CANI NELLA PROTEZIONE CIVILE E NELLE UNITÀDA SOCCORSO

Un altro settore in cui il cane da sempre ha aiutato l’uomo è proprio quello del salvataggio delle persone. Che questo avvenga in acqua (nel caso dei cani-bagnino) o sotto la neve o sotto le macerie dopo un terremoto o in un bosco non conta, il cane si è dimostrato un compagno e un socio indispensabile per salvare vite in condizioni proibitive per qualunque essere umano. I cani bagnino si stanno diffondendo sempre più nelle nostre spiagge. La loro preparazione inizia dai sei mesi d’età (ma si può iniziare anche con cani già adulti) e devono essere abituati ad operare in mezzo alla folla dei bagnanti senza mai distrarsi, a nuotare anche a lungo, a trascinare persone e anche piccole imbarcazioni e sono gli unici ad essere addestrati in modo continuativo dagli elicotteri SAR (Search and Rescue) dell’Aeronautica. 86 E-mail: roberto.danna@alice.it


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Le razze impiegate sono tutte quelle che per genetica e storia hanno una naturale predisposizione alle attività in acqua e hanno un fisico robusto, come i Labrador e i Golden Retriever, Terranova, Leonberger, Bovari del Bernese ecc... . Un binomio cane-conduttore per essere operativo deve ottenere il Brevetto di Salvataggio che viene riconosciuto dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto. I cani impiegati dalla Protezione Civile in situazioni di catastrofi naturali, incendi, smarrimenti di persone in boschi o foreste ecc...vengono addestrati con metodi assolutamente non-coercitivi ad operare nelle situazioni più varie e spesso molto disagevoli. Essi assolvono a compiti come ricerca di persone vive o morte sotto le macerie, la neve o in superficie nel caso di persone che si sono perse nei boschi o nelle foreste. I cani iniziano l’addestramento da giovani e gli si insegna a seguire una pista e a discriminare un certo odore rispetto ad altri (per esempio quello di una persona che si è persa). Le razze impiegate in questi compiti sono varie si va dai pastori tedeschi, al labrador, al golden, ai terrier ai meticci...l’importante è che abbiano un fisico robusto, un ottimo fiuto, siano molto affiatati con il loro conduttore e siano molto socievoli. Anche in questo caso i binomi cane-conduttore per diventare unità operative devono superare un esame abilitativo riconosciuto che li porterà ad ottenere il Brevetto per poter poi operare. Le unità cinofile operative devono essere sempre pronte a partire in caso di necessità ed attivarsi in tre ore circa.

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6.3 CANI NELLE ATTIVITÀ E TERAPIE ASSISTITE CON L’AUSILIO DI ANIMALI (PET THERAPY)

Negli ultimi anni si stanno sempre più diffondendo progetti rivolti a persone con disabilità fisiche e psichiche che hanno come collaboratori animali domestici (cani, cavalli, gatti ecc...) e sicuramente i cani hanno un ruolo di primo piano. La naturale socialità dei cani nei confronti dell’uomo lo rende un partner ideale di medici, psicologi, psichiatri, fisioterapisti ma anche di educatori, nel mettere in atto azioni terapeutiche verso pazienti con varie patologie. Il cane partecipa alla terapia per quella determinata persona trasmettendo fiducia e affetto incondizionati, stimola all’azione e al prendersi cura di sé. I binomi cani-conduttore possono recarsi in strutture dove vengono realizzati tali progetti che possono essere residenze protette per anziani, centri diurni per anziani o disabili, case famiglie, ospedali ecc... . Inoltre il cane è un ottimo stimolo per i bambini ad imparare il rispetto per la vita, per gli altri e per la diversità. Le caratteristiche che deve avere un cane per operare in tali progetti sono: la socievolezza, la fiducia nell’uomo, un’ottima tempra che gli permetta di sopportare situazioni anche stressanti, educazione e uno stretto rapporto con il proprio conduttore. Non deve avere paure per rumori forti e improvvisi.

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I cani vengono anche addestrati come guide per i non-vedenti e come ausiliari di persone disabili. Inoltre si sta studiando la capacità che hanno alcuni soggetti di prevedere grazie al loro straordinario fiuto l’arrivo di attacchi epilettici in persone affette da questo disturbo, questo porterebbe a rendere la vita di queste persone molto più sicura. In ultima analisi occorre ribadire che qualunque sia il compito svolto dal nostro amico a quattro zampe con noi e per noi, deve essere sempre rispettato e amato, sia nella sua educazione e addestramento che nella sua vita quotidiana. Il cane è un socio-compagno e non deve mai essere considerato uno strumento per ottenere qualcosa. Non esistono cani che nascono come cani da pet therapy o come cani per disabili e non esistono razze per fare questo o quello sempre e comunque. Ci sono razze più o meno portate per certi compiti e soprattutto ci sono soggetti più propensi di altri per svolgere certe attività.

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6.4 IL CANE IN CITTÀ: DIRITTI E DOVERI PER UNA PACIFICA CONVIVENZA

La presenza in ambienti urbani di sempre più animali domestici e in particolare di cani, rende assolutamente necessario istruire adulti (proprietari e non di cani), bambini e anziani su come relazionarsi con i cani e come gestirli in maniera adeguata. In questi ultimi anni a seguito di incidenti ma anche di ricorrenti lamentele e liti condominiali causate dalla presenza di cani, le varie istituzioni nazionali e locali hanno emanato a più riprese leggi e regolamenti per limitare tali intolleranze. Prima di fare una panoramica sulle leggi vigenti sul territorio nazionale, ci sembra utile riepilogare le cose che un buon padrone dovrebbe sempre fare nei confronti del proprio cane e delle persone che lo circondano. Un buon proprietario dovrebbe: • Scegliere con accuratezza e senso di responsabilità il cucciolo da adottare non basandosi solo su canoni estetici ma soprattutto sul tipo di vita che potremmo dare al cucciolo prima e all’adulto poi 90 E-mail: roberto.danna@alice.it


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• informarsi prima di prendere il cucciolo sulle caratteristiche peculiari della razza di appartenenza o nel caso di meticci, su come comunicano e quali esigenze hanno i cani in generale • essere, insieme alla propria famiglia, sempre il punto di riferimento del cane in ogni circostanza e dovrebbero gestire in maniera adeguata tutte le risorse vitali: cibo, uscite, gioco • socializzare il cucciolo appena arriva a casa, portandolo in ambienti nuovi e fargli conoscere tutte le situazioni che possono capitare nell’ambiente in cui vive • incoraggiare, premiandolo, il cucciolo e successivamente l’adulto, ogni volta che mette in atto un comportamento da noi voluto • evitare lunghi discorsi con il cane, ma utilizzare sempre parole brevi e precise • abituare il cane a restare solo in casa e a rispondere al richiamo in ogni circostanza • Abituare il cane ad essere manipolato (controllo delle orecchie, degli occhi, spazzolatura ecc...) • Essere sempre coerenti. Quello che non vogliamo che faccia da adulto non lo deve fare nemmeno da cucciolo • Frequentare dove è possibile un corso di educazione di base con il proprio cucciolo e chiedere aiuto ad un esperto nel momento in cui non si riesce a gestire una determinata situazione, non aspettare che il cane cresca, pensando, a torto, che il comportamento scomparirà con il tempo.

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Ricordiamo sempre che il cane è un essere vivente diverso da noi, con esigenze e caratteristiche che vanno sempre tenute in considerazione. 6.5 IL CANE IN CITTÀ: LEGISLAZIONE GENERALE

• GUINZAGLIO E MUSERUOLA. TUTTI I CANI DEVONO ESSERE CONDOTTI SEMPRE AL GUINZAGLIO. Il guinzaglio deve avere una lunghezza non superiore a mt. 1,50. La museruola è obbligatoria in tutti i mezzi pubblici, negozi e altri locali pubblici. Il proprietario che conduce il proprio cane libero da guinzaglio in aree pubbliche può essere multato. Il proprietario è sempre tenuto ad avere con sé una museruola da mettere in caso di emergenza. • ANAGRAFE CANINA. Il cucciolo appena entra a far parte della nuova famiglia deve essere registrato all’anagrafe canina, nel secondo mese di vita, del Comune di residenza o alla ASL di competenza tramite l’inserimento di un microchip identificativo. Dalla lettura di tale microchip si potrà risalire ai dati anagrafici del proprietario (G.u. n. 194-2008) • ASSICURAZIONE. È necessario stipulare un’assicurazione che copra eventuali danni a terzi causati dal cane stesso. È obbligatoria per i soggetti iscritti al registro dei cani ritenuti a rischio, consigliabile per gli altri. • IN AUTO. il cane, se è uno solo, deve viaggiare in modo che non costituisca pericolo per il conducente. Se sono più soggetti devono viaggiare all’interno di apposite gabbie o nel retro dell’auto, separati dal conducente con una rete o delle sbarre. • CONDOMINIO. Il divieto di tenere animali deve essere stabilito 92 E-mail: roberto.danna@alice.it


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dall’intero condominio e va comunicato prima che un nuovo inquilino entri nello stabile. Sarà comunque premura del proprietario fare in modo che l’animale non disturbi nelle ore notturne il vicinato e non sporchi le aree comuni. • CANI PERICOLOSI. Non esiste più la lista delle razze ritenute pericolose, ma la nuova normativa impone ai veterinari di segnalare i cani che sono stati protagonisti di incidenti o aggressioni al servizio veterinario della ASL di competenza, che provvederà a far fare un corso obbligatorio al proprietario di tale cane. I cani ritenuti pericolosi verranno iscritti in un apposito registro e devono essere condotti sempre con guinzaglio e museruola. • DEIEZIONI. I proprietari sono obbligati a raccogliere le deiezioni dei propri animali. • MALTRATTAMENTO. I cani devono essere tenuti in spazi adeguati puliti e devono avere sempre a disposizione acqua e cibo. Il maltrattamento è punito severamente ed è diventato reato penale. • TAGLIO DI CODA E ORECCHIE. Dal 2009 vi è il divieto assoluto del taglio di orecchie e coda per tutte le razze. Dove è necessario tagliare (coda o orecchie) deve essere documentato da un certificato veterinario che ne confermi la necessità.

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Roberto D'Anna

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