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Uomo&Manager#1 - Mensile - Marzo 2013 - ¤ 0,89 GRATIS
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irca un anno fa, girovagando tra le pagine web di Google eravamo alla ricerca di una rivista che trattasse dell’uomo e del suo rapporto con il lavoro. Non abbiamo trovato nulla di soddisfacente. Cercavamo una serie di prodotti che potessero mostrarci trend ed elementi di moda, eravamo curiosi di comprendere alcune dinamiche del ruolo odierno del manager. Così, pian piano abbiamo provato a mettere insieme i nostri pensieri, cercando di capire noi stessi e quello che volevamo. Abbiamo analizzato il mercato, facendo ricerche e provando a comprendere le esigenze di chi come noi era in cerca di questo tipo di informazioni. Uomo&Manager nasce così, da una ricerca semplicissima di elementi d’interesse riguardo il mondo maschile, legato a quello del lavoro e della professione. Sappiamo già che molti di voi condivideranno questa nostra scelta, altri non l’apprezzeranno nemmeno. E nell’attesa di capire se realmente abbiamo fatto centro, daremo il massimo per cercare di creare una rivista che possa destare il vostro interesse! Valerio Di Castro
sommario 4
NEL RICORDO DELL’AVVOCATO A dieci anni dalla scomparsa di Gianni Agnelli, il suo ricordo vive ancora in tutti noi e la sua vita continua ad essere per molti un’ispirazione.
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CARLO BARDELLI: “IL MERCATO RIALZERÀ LA TESTA!” Amministratore Delegato di Xilo1934, manager da tutta la vita, ambisce a far diventare la sua azienda un punto di riferimento del settore.
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MACEF, INIZIA L’ERA 2.0
Internazionale della Casa, chiusi gli stand nei padiglioni della Fiera di Milano, trasferisce tutto il suo appeal sulla piattaforma digitale del web.
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E TU, DI CHE UFFICIO SEI? Classico, moderno, etnico,
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Uomo&Manager#1 Mensile - Marzo 2013 Chiuso in redazione il 28 Febbraio 2013 Autorizzazione Tribunale di Roma n. 3 del 15/1/2013 Direttore Responsabile Belinda Malfetti DC NETWORK di Valerio Di Castro Editore info@uomoemanager.it Partita IVA n. 12120261008
l’immagine dell’azienda a cui apparteniamo, ma anche la nostra essenza.
Foto di copertina Talent Garden
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COWORKING: UNA STRADA IN PIÙ PER I PROFESSIONISTI Nato nel 2005, in Italia sta prendendo piede in maniera massiccia. E i motivi sono evidenti…
ALFA ROMEO GIULIETTA BUSINESS Dedicata ai manager e ai professionisti. Questo è l’ulteriore rilancio del Biscione, per continuare l’escalation di successi e di
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IL RICHIAMO DELLO STILE Barbour I Woolrich I Baracuta
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STILOGRAFICA, UNA SCELTA CHE NON SI FA PIÙ
COMUNICAZIONE: MOLTO PIÙ DI UNA PAROLA In ambito aziendale, spesso a questa voce non si dà la giusta importanza. Nulla di più sbagliato…
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BLACKBERRY, RITORNO IN GRANDE STILE L’azienda canadese rilancia l’immagine del BlackBerry con l’introduzione del sistema operativo BB10 ed il lancio di due nuovi device: lo Z10 ed il Q10.
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QUESTIONE DI PUNTI DI VISTA Classici o alla moda, gli occhiali da sole sono un complemento che dà un’immagine personale forte e decisa.
considerata uno strumento di appeal…
personaggi
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moda
Nel ricordo
dell’AvvocAto A dieci anni dalla scomparsa di Gianni Agnelli, il suo ricordo vive ancora in tutti noi e la sua vita continua ad essere per molti un’ispirazione. Di Moreno Leonardi
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personaggi viaggi
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ipercorrendo la storia a cavallo del tempo, galoppando a falcate degne di uno stallone purosan-
riconoscere un secolo che sia stato più ricco e denso di eventi del ventesimo. Non è stato certamente un secolo del quale il genere umano, o quantomeno quant’altro. Ma è stato anche un secolo in cui il mondo ha mostrato tutta la sua voglia di vivere e di evolversi, di risollevarsi dopo le cadute, davvero rovinose, ad esempio delle due Guerre Mondiali. e, come spesso accade, in frammenti di storia come quello che ci siamo da poco messi alle spalle, ci sono personaggi che in un modo o nell’altro lasciano il segno, un marchio Politici, scienziati, atleti, militari, vengono certamen-
pur senza indossare investiture particolari, o divise, grandiosi personaggi. Sono passati 10 anni e qualche settimana da quando Gianni Agnelli, l’Avvocato d’inessuna corona si è mai posata, ha rappresentato la nazione come e più di un sovrano in molte circostanze. lui che, laureato in giurisprudenza in realtà non ha saputo traghettare l’azienda di famiglia, la Fiat, lungo percorsi tortuosi, nei quali solo un timoniere dalle idee limpide e dalle mani salde poteva disimpegnarsi. l’Avvocato Giovanni Agnelli, Gianni per tutti, è stato uomo, manager, imprenditore, senatore, sportivo, galantuomo e leale avversario di chi lo osteggiava. Ha creato uno stile proprio, sempre pungente e mai volgare, a partire da quel suo modo di parlare, così paterno e rassicurante,
CI SONO PERSONAGGI CHE IN UN MODO O NELL’ALTRO LASCIANO IL SEGNO, UN MARCHIO DIFFICILMENTE ALIENABILE E UNANIMAMENTE RICONOSCIBILE 6 UOMO&MANAGER
nel lanciare mode e cancellarle in uno schioccar delle dita. Ha sofferto l’Avvocato. la prematura scompardesignato alla guida dell’impero di casa Agnelli, quindi no. dolori forti, ma sempre composti, che si celavano mestamente fra le rughe sul suo volto. Gianni Agnelli, ha preso parte alla Seconda Guerra Mondiale, ma le sue gesta non sono mai state decantate se non quando ha ricevuto la Medaglia commemorativa del Periodo Bellico 1940-44, la croce al Merito di Guerra e la croce di Guerra al valor Militare. Sempre composto, sempre attento alle sfumature, sapeva che una frase detta in parole passavano inosservate. È stato un grande capo, di personaggi della politica, dell’economia, dello sport. da JFK a Pertini, da Kissinger a Platini. Gianni Agnelli ha avuto molti amori nella sua vita: prima di tutto la vita stessa, la sua in particolare di cui ha fatto un monumentale capolavoro, poi naturalmente la sua famiglia, con la moglie Marella caracciolo dei Principi di castagneto in primis, quindi la Fiat, la Juventus alla quale dedicava le sue domeniche pomeriggio dal 1947 quando ne divenne presidente, alla Ferrari, altra sua grande passione, e naturalmente lo sci e la vela. Gianni Agnelli è stato tutto. Un’ispirazione per i giovani, un punto di riferimento per che con il suo modo di essere tale, ha saputo farsi amare dagli amici e dagli avversari. e la testimonianza di questo è che ancora oggi, a dieci anni dalla sua scomparsa, se ne sente tremendamente la mancanza. UOMO&MANAGER 7
intervista
CARLO
BARDELLI
“IL MERCATO RIALZERÀ LA TESTA!” Amministratore Delegato di Xilo1934, manager da tutta la vita, ambisce a far diventare la sua azienda un punto di riferimento del settore. Di Belinda Malfetti 8 UOMO&MANAGER
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intervista
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na vita interamente dedicata al lavoro. Un Manager con la “M” maiuscola. Carlo Bardelli, 51 anni, amministratore delegato di XILO1934, è un uomo che le cose non le manda a dire. È stato per trent’anni AD di Cercamica Bardelli, poi divenuta parte del gruppo Altaeco, contribuendo, insieme con i suoi fratelli, alla crescita dell’azienda, di cui è tuttora azionista. Oggi è alla guida di XILO1934, marchio Piemonte Parquets, con l’obiettivo di farlo divenire brand di riferimento per il legno in architettura, materiale su cui si è pronti a scommettere per i pros-
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simi trent’anni, non solo per quel che riguarda il parquet in senso classico, ma anche per le facciate esterne, il decking, le boiserie e ulteriori innovazioni per l’architettura e l’edilizia. Ma le costruzioni e l’edilizia non sono le sue uniche passioni. Infatti, è presidente di Syncronia srl, società che gestisce il portale syncronia. com che sviluppa servizi gratuiti per architetti, ingegneri, designer, attraverso il quale Carlo Bardelli intende avviare nuovi modi di approccio al mondo del business telematico. Noi siamo riusciti ad intrufolarci nella sua agenda per entrare nel suo mon-
do e carpire meglio i pensieri di un manager affermato in un momento delicato come quello che l’Italia sta vivendo. Carlo Bardelli uomo e imprenditore: chi è? Sono un uomo-imprenditore che non sa rinunciare alla propria voglia di divertirsi nel lavoro e di credere in quello che fa. Tanto studio per arrivare a grandi risultati. Si ritiene più bravo o fortunato? Entrambe le cose. A chi deve dire grazie per la sua carriera?
Al mercato, ai collaboratori, agli sforzi, al destino, ai clienti, a mamma e papà... La lista è lunga... È davvero così difficile fare l’imprenditore al giorno d’oggi? No, purtroppo in questo momento non è facile riuscire a farlo in Italia. A causa del momento finanziario difficile, molti imprenditori scelgono di investire all’estero. Lei è d’accordo con questa scelta? Non sono d’accordo, ma non posso fare a meno di constatare che molti si sono trovati senza possibilità di alternative. Cosa sta succedendo nel nostro Paese dal punto di vista imprenditoriale? Che momento è? Il mercato italiano è ridotto al lumicino in vari settori. Ma presto o tardi sono sicuro che tornerà a ciò possa avvenire. La nostra forza lavoro, pur avendo potenziali superiori a quelli riscontrabili in moltissimi Paesi, non riesce a benenella sua globalità, è a pezzi. Si stanno facendo i passi giusti per tornare ad essere competitivi con gli altri Paesi? Purtroppo in questo momento non riesco a vedere alcun passo. Gli imprenditori fuggono e questo forse li renderà più competitivi. Lo Stato frana e non riesce a fare le riforme indispensabili. Quando ci riesce come minimo sono inutili, se non dannose. Ha mai preso decisioni che non avrebbe voluto prendere? Quali? Nel biennio 2006/2008, prevedendo con anticipo la crisi, ristrutturammo il gruppo industriale che fa capo
“SONO UN UOMOIMPRENDITORE CHE NON SA RINUNCIARE ALLA PROPRIA VOGLIA DI DIVERTIRSI NEL LAVORO E DI CREDERE IN QUELLO CHE FA” UOMO&MANAGER 11
intervista
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alla mia famiglia. Questo costò dei per salvarne molti”, si usa dire. Nell’ego di un imprenditore industriale questa è una ferita, ma fu indispensabile. Lei si sente un manager “arrivato”? Ma come? Ho appena iniziato! Che consiglio darebbe a se stesso se fosse all’inizio della sua carriera? Di fare ciò in cui si crede e di non bile. A noi imprenditori non motiva nessuno e nulla. Dobbiamo motivarci da soli e trovare dentro di noi le risorse per fare i passi in avanti. Ha mai avuto la sensazione di non farcela? Ogni giorno. Per questo ogni giorno moltiplico gli sforzi. Quali sono le qualità che un manager moderno deve possedere? Dovrei fare un lungo elenco, ma la prima che mi viene da dire, il buonumore, forse? L’immagine, al giorno, d’oggi conta ancora? Più che mai, è davvero molto importante. È più importante il potere economico o quello politico? Guardando a quanto succede, direi quello economico. Sarebbe bello fossero disgiunti, ahimè...! Crede ancora nella meritocrazia? Sì. Guai a smettere di credere in questo. Ma per me è un merito anche solo la buona volontà. In un team io conto molto più su chi ha basse capacità ma desidera un risultato, che su un buon ingegno svogliato o che pensa solo a se stesso.
“NOI IMPRENDITORI DOBBIAMO MOTIVARCI DA SOLI E TROVARE DENTRO DI NOI LE RISORSE PER FARE I PASSI IN AVANTI”
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Macef, inizia
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a l’era 2.0
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n tempi di crisi come quelli odierni, in cui sempre più aspetti della nostra vita, dal business alla socializzazione, prendono vita e si esplicano attraverso strumenti digi-
alle nuove esigenze e cerca nuove opportunità di business, per far fronte in maniera concreta alle attuali problematiche economiche. Così, fedele ad una tradizione che lo Macef, il Salone Internazionale della Casa, una volta chiusi i battenti della 94ª edizione, non si è fermato, anzi: una volta terminato versione web, spostandosi dai padiglioni di Fiera Milano a quelli virtuali della rete, sta, accolta con interesse da espositori e UOMO&MANAGER 15
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compratori in particolar modo dall’estero, in prima linea. Durante i quattro giorni di nologia, propone un’ampia panoramica dei prodotti esposti,dalle proposte di tendenza alla tradizione artigianale, moltiplicando le opportunità di stringere contatti e poral prossimo 22 marzo, andando ben oltre ness non si ferma, dunque, le trattative e gli affari vanno avanti come le visite agli stand virtuali, offrendo prodotti, novità e grande occasione per chi espone e per chi compra di proseguire trattative, stringepiattaforma a loro dedicata. Marco Serioli, direttore della divisione Exhibitions di Fiera Milano, spiega di essersi ispirato per questa piattaforma digitale al Pitti di Firenze, che due anni fa ha realizzato e ottimizzato il software necessario alla oggi aderisce circa l’85% dei suoi esposi– precisa il dott. Serioli - sono complementari, e l’appuntamento digitale ha senso solo come prolungamento di un evento readue obiettivi: aumentare le opportunità di business tra produttori e acquirenti; e intercettare un maggior numero di buyer -
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arredamento
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l’immagine dell’azienda che rappresentiamo, ma anche la nostra essenza. Analizziamo cinque stili diversi per cinque personalità uniche. 18 UOMO&MANAGER
moda
u fficio sEi?
LA MAISON DU MONDE
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no stile essenziale, che denota una scelta radicale per proporre la propria immagine di manager. Un loft è certamente l’ambiente ideale per ospitare questo tipo di arredamento, che ha bisogno di molta luce per esprimere tutta la sua essenza. Sembra quasi di essere catapultati in un altro tempo, un’altra epoca: passata o futura, dipende dai punti di vista. Quel che è certo è che l’ambiente cattura la vista e rapisce per la sua capacità di differenziarsi, di essere unico, anticonvenzionale. Per artisti? Sì, certo, ma non solo, anche per chi ha voglia di sentirsi fuori dagli schemi. UOMO&MANAGER 19
arredamento viaggi
DVOFFICE
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er veri business man, in questa colorazione regala serietà e importanza a tutto l’ambiente. La grande componibiltà del mobilio assicura la possibilità di disporre ogni singolo elemento a proprio piacimento. Lo spessore del piano e la linearità delle gambe di sostegno danno la sensazione del galleggiamento sul piano di lavoro. Un ambiente ideale anche per ospitare delle piccole Una proposta di alto livello, che non lascia indiffee i dettagli prestigiosi.
DOIMOFFICE
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gno di spazio per muoversi liberamente ed gio. La scrivania con piano legno canaletto dà l’idea di una certa solidità e non ci riferiamo solo alla qualità del mobile in sé… Grande spazio di archiviazione anche nella libreria con anta scorrevole e nel mobiletto laterale, sul
in carriera, ma soprattutto per professionisti che mettono in mostra tutto il loro potere.
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IKEA
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ochi elementi, molta sostanza in questo ango-
adeguato per chi decide di lavorare da casa e non ha molto spazio a disposizione, questa composizione dà comunque la sensazione di quale non manca nulla. Linee essenziali nelle componenti, lo rendono adatto a giovani in cerca di conferme e in rampa di lancio nel mondo del lavoro. C’è spazio per un portatile ma anche per un desktop pc e una stampante. Insomma, il proprio piccolo angolo per lavorare a casa è assicurato.
CALLIGARIS
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Quel che conta è il design e lo sfruttamento degli spazi. Il bianco regala un senso di serenità a tutto l’ambiente, mentre le poltrone nere rappresentano macchie di colore molto trendy. Questa struttura appare ideale per una soluzione di presentato dalla libreria autoportante modulare.
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dossier
Coworking
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STEFANOBORGHI.COM
UNA STRADA IN PIÙ PER I PROFESSIONISTI Di Moreno Leonardi
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dossier
Nato nel 2005, in Italia sta prendendo piede in maniera massiccia. Centri di coworking stanno nascendo ad una velocità impressionante. E i motivi sono evidenti…
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NELL’ULT GENERE RADDO CONTANO C 24 UOMO&MANAGER
TALENT GARDEN
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Il coworking… per i suoi pionieri Oggi è facile parlare di coworking, ma qualche anno fa, nessuno sapeva cosa fosse. Eppure ci sono dei professionisti in Italia che, credendo in un’idea, hanno realizzato e creato qualcosa che non esisteva. Noi li abbiamo intervistati chiedendo loro un’opinione sull’evoluzione del coworking nel nostro Paese. MASSIMO CARRARO fondatore Rete Cowo 1. Come si sta sviluppando questo nuovo tipo di lavoro nel nostro Paese? Siamo indietro rispetto agli altri? In realtà, l’Italia è stata tra i pionieri europei del coworking. Il network Cowo (CoworkingProject.com), che ho contribuito a fondare, italiane, più Barcellona. 2. Chi è il professionista che sceglie il coworking? Un professional smart, che comprende il valore dello spazio come luogo di networking. Cosa incide maggiormente nella scelta del coworking: i bassi costi o la possibilità di avere relazioni costanti con realtà differenti o anche simili alla propria? È la scelta “smart” che apre alle relazioni e alle reti professionali e a una certa economia di gestione, il che non guasta. ELISABETTA FRASCA 1. Come si sta sviluppando questo nuovo tipo di lavoro nel nostro Paese? Siamo indietro rispetto agli altri? Si, di molto. Manca la consapevolezza del libero professionista (molti lo sono per necessità indotta) ma soprattutto, rispetto agli altri Paesi, manca la presenza
IMO ANNO QUESTO DI ATTIVITÀ È QUASI PPIATA: IN ITALIA SI IRCA 70 STRUTTURE
sociale di collettività al di là del singolo spazio di coworking. Ma quando per bisogno, quando per curiosità, quando per creare una nuova impresa, il coworking (se inteso come semplice spazio di lavoro condiviso), si sta espandendo a macchia d’olio. Quando abbiamo aperto noi, nel 2009, in tutti’Italia eravamo forse una quindicina… 2. Chi è il professionista che sceglie il coworking? UOMO&MANAGER
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SPQwoRk
Un libero professionista, di media fra i 25 e i 45 anni (ma ci sono a volte anche 70enni!), più spesso di sesso maschile, ma comunque una persona estroversa, aperta e curiosa, spesso legata ad ambiti di lavoro creativi, di comunicazione, d’informatica. Una persona che vede nella condivisione un’opportunità di crescita, di... moltiplicazione di occasioni, di contatti, di possibili soluzioni e di esperienze. Cosa incide maggiormente nella scelta del coworking: i bassi costi o la possibilità di avere relazioni costanti con realtà differenti o anche simili alla propria? Le rispondo come un nostro coworkers rispose ad una giornalista durante un’intervista al telegiornale: “Se
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di internet in più”. Chi decide di venire lo fa perché mancanza di stimoli e quindi ad una scarsa produttività e soprattutto alla chiusura su se stessi, all’incapacità di cogliere i cambiamenti e le possibilità di mercato. DAVIDE DATTOLI cofondatore Talent Garden 1. Come si sta sviluppando questo nuovo tipo di lavoro nel nostro Paese? Siamo indietro rispetto agli altri? Purtroppo l’Italia, per via della radicata attitudine a non utilizzare la lingua inglese, subisce un naturale ritardo rispetto ad altri Paesi nella diffusione di tendenze o novità nella maggior parte degli ambiti. Anche in questo caso non possiamo dire di aver avuto dei tempi di reazione rapidi... Probabilmente in Italia facciamo anche più fatica ad accettare una rivoluzione del mondo del lavoro, che in altri Stati si sta già completando, quindi il fatto di non aver aperto spazi di questo tipo in contemporanea con altre Nazioni, forse, non è stato un problema insanabile. Anzi, ha permesso ai pionieri del coworking di “aggiustare” il colpo per offrire al mercato un modello di “coworking all’italiana”. Nel nostro caso, ad esempio, l’aver focalizzato i target nell’ambito digitale e l’esser partiti dalla Provincia e non dalla metropoli ci ha aiutati a capire quello che i liberi professionisti si aspettano da uno spazio di lavoro condiviso. Nel nostro Paese, infatti, quello che mancava prima era un polo che aggregasse, a partire dalla Provincia, i professionisti; qualcosa che permettesse loro di restare indipendenti, ma allo stesso tempo li facesse sentire appartenenti ad una rete, ad un sistema che li potesse valorizzare e promuovere in maniera naturale e quasi spontanea. Proprio grazie UOMO&MANAGER
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IL COWORKING PUÒ DIVENTARE PARTNERSHIP O PUÒ ESSERE LA RAMPA DI LANCIO PER REALIZZARE UN CO-BUSINESS -
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alla consapevolezza dei vantaggi professionali che la condivisione porta spontaneamente, anche in Italia questa
In Italia, purtroppo non esiste omogeneità di concetto tra nord e sud, è quindi necessaria una netta distinzione della
certi versi lo è, sta avendo sempre più successo e riscontro anche in ambienti tradizionali. 2. Chi è il professionista che sceglie il coworking? Non c’è un modello standard che possa inquadrare una persona che sceglie di lavorare in uno spazio di coworking, in realtà non è la professione che ne determina la scelta, ma è l’apertura mentale verso un nuovo tipo di lavoro che porta le persone a scegliere di impostare in maniera diversa la loro quotidianità. Oltre a freelance, giovani imprenditori, startupper, sempre più aziende scelgono di far fruttare al meglio le potenzialità dei loro dipendenti offrendo la possibilità di trascorrere qualche giornata alla settimana
Il tessuto lavorativo e sociale del nord, con Milano a farla da padrona, è più favorevole allo sviluppo di questo tipo di soluzioni lavorative, dove la collaborazione ed il lavoro autonomo sono all’ordine del giorno. L’amministrazione pubblica, inoltre, è molto attenta nell’interpretare le proposte della cittadinanza, sempre più sensibile alle economie emergenti, che quasi sempre coincidono anche con le nuove tendenze. Un altro aspetto del fenomeno del coworking nel Nord Italia, è caratterizzato dai brand
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lavorare ed apprendere allo stesso tempo. L’esperienza del coworking è vista come momento di scambio ed arricchimento professionale, questa è una tendenza a cui stiamo assistendo anche in un mondo immobile come quello coworking per le nuove professioni. Cosa incide maggiormente nella scelta del coworking: i bassi costi o la possibilità di avere relazioni costanti con realtà differenti o anche simili alla propria? Chi sceglie di lavorare in uno spazio di lavoro condiviso non lo fa per risparmiare (i costi di uno spazio sono bassi, ma se la scelta fosse dovuta ai prezzi non avremmo assistito alla rivoluzione che è in atto). I motivi che portano a questa scelta sono la voglia di condividere, sperimentare, imparare e mettersi in gioco in prima persona, ma soprattutto la consapevolezza che il mondo del lavoro è cambiato e che, se si vuole restare al passo con i tempi, non si può perdere la possibilità di prendere parte a questo movimento! TOMMASO SPAGNOLI CEO e Project Manager SPQwoRk 1. Come si sta sviluppando questo nuovo tipo di lavoro nel nostro Paese? Siamo indietro rispetto agli altri? Siamo indietro per alcuni aspetti, ma non tutti i coworking d’Italia sono “indietro” rispetto al resto d’Europa! Ad oggi la Germania è la Nazione che conta più spazi, con seguire Francia, Spagna e poi Italia. Questa graduatoria si basa però solo sul numero delle strutture per Paese. La Francia per esempio è stata pioniera per ciò che riguarda l’aspetto sociale del fenomeno, essendo stata la prima nazione a destinare fondi pubblici alle attività di coworking.
e volenterose, da inserire, poi, nelle grandi corporate. Le amministrazioni pubbliche del Nord Italia, pertanto, hanno promosso e divulgato diverse proposte per agevolare economicamente freelancer che vogliono avviare start up nei coworking (es. Milano e Ferrara). A Roma la tendenza è particolare, rispecchia i meccanismi della politica capitolina. Ad oggi nell’area metropolitana di Roma si contano, in possono considerarsi tali. Non è ancora chiaro il concetto di network, di community, tendendo a promuovere un più sterile concetto di condivisone di spese, ad esempio, si trovano annunci del tipo: “occupa il posto che ho in più”.... 2. Chi è il professionista che sceglie il coworking? vuole essere più vicino all’idea di un “Villaggio Globale”, essendo anche il coworking più grande del centro-sud, ospitiamo, infatti, sia professionisti provenienti dal mondo oltre ad associazioni culturali e compagnie teatrali che si appoggiano da noi per riunioni, approfondimenti, forum, workshop... Il professionista che sceglie il coworking, più in generale, è colui che cerca di costruirsi il proprio lavoro, fatto di talento, buona volontà ed inevitabilmente ampliare e coltivare. Cosa incide maggiormente nella scelta del coworking: i bassi costi o la possibilità di avere relazioni costanti con realtà differenti o anche simili alla propria? I fattori principali secondo me sono, la fuga dalle pareti e situazioni domestiche, la ricerca di un network per ampliare il proprio portfolio clienti, il potersi presentare in modo professionale con i clienti, non avere problemi di gestione attività, ed ovviamente il poter intrattenere relazioni costanti sempre fonte di stimolo, senza dimenticare le ragioni di convenienza economica. UOMO&MANAGER
strategie
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Molto più di una parola In ambito aziendale, spesso a questa voce non si dà la giusta importanza. Nulla di più sbagliato… Di Daniela Morena
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LA COMUNICAZIONE D’IMPRESA È IL PONTE CHE COLLEGA L’AZIENDA AL MERCATO -
IL LOGO O MARCHIO -
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LA STRATEGIA E L’IMMAGINE
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strategie
UNA COMUNICAZIONE SU CARTA INTESTATA ACQUISTA VALORE
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IL BIGLIETTO DA VISITA
LA CARTA INTESTATA -
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ritorno in grande STILE L’azienda canadese mette da parte il marchio Rim e rilancia l’immagine del BlackBerry con l’introduzione del sistema operativo BB10 ed il lancio di due nuovi device: lo Z10 ed il Q10. Valerio Di Castro
Z10: PRONTO A COMPETERE CON TUTTI Esteticamente bello, ma non più di tutti gli altri smartphone touch su piazza, lo Z10 è estremamente competitivo per quel che riguarda il display: si presenta infatti con un grandioso 4,2 pollici da 356 ppi, rispetto ai 326 dell’iPhone. Ha una doppia fotocamera (quella posteriore è da 8 MP) che permette di registrare in HD a 1080p con quella principale e a 720p con quella anteriore e supporta già le reti LTE e NFC. Usa un processore dualcore da 1,5 GHz, 2GB di RAM, 16GB di memoria interna. Ma la forza del nuovissimo Z10, che in Italia uscirà questo mese, è 34 UOMO&MANAGER
il software che permette di utilizzare le applicazioni senza soluzione di continuità. È possibile passare da una all’altra con un unico tocco. Rivoluzionario. Il merito di questo è della struttura ad hub di BlackBerry10. Ed insieme a questa rivoluzione del software, l’altra grande novità riguarda la tastiera: la leggendaria QUERTY dell’azienda canadese, viene sostituita da una vera e propria tastiera digitale, in grado di “indovinare” le parole in mente all’utilizzatore con grande il numero dei caratteri da digitare notevolmente. E poi, parlando di
far menzione del Time Shift, che permette di acquisirne in sequenimperfezioni dell’immagine... Inoltre, Remember, un contenitore dinamico di dati documentali e di agenda, e il BlackBerry Messenger, la nuova versione della chat e videoconferenza che permette di effettuare chiamate vocali attraverso Internet e di scambiare lo schermo con i propri colleghi. E a rendere ancor più appetibile il tutto, ci pensa lo store di BlackBerry con oltre 70.000 applicazioni pronte all’uso.
C’
era una volta Rim, azienda canadese che con le sue creazioni ha iniziato la “smartphonizzazione” del mondo, sviluppando i dispositivi BlackBerry. Prima di tutto questo, Nokia e -
States, con una loro storia che inizia con i cercapersone. Era il 2002 quando comparve il primo che aveva -
primitivo accesso ad internet tramite GPRS/EDGE,
SCHEDA TECNICA DIMENSIONI 130 x 65,6 x 9,3 millimetri,138 grammi di peso
CAPACITÀ DI ARCHIVIAZIONE 16 gB
MEMORIA ESTERNA DISPLAY touchscreen micro-sd max 32 gB multi-touch capacitivo. diagonale CONNETTIVITÀ umts/ hspa, lte, Wi-Fi 802.11n, da 4,2 pollici. 802.11g, 802.11B, 802.11a, TECNOLOGIA lcd gps, Bluetooth 4.0, nFc RISOLUZIONE VIDEOCAMERA 1280×768, 356ppi anteriore 2 mp con SISTEMA OPERATIVO risoluzione video 720p. posteriore 8 mp, Flash BlackBerry os 10 led, autoFocus con PROCESSORE dualrisoluzione video 1080p core da 1,5 ghz PORTE Jack 3,5 mm, MEMORIA 2gB ram micro usB, micro hdm
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hi-tech
rivoluzione. Ma è con la serie 8 che BlackBerry entra
8100 Pearl e poi con i vari 8800, 8820, 8830, 8300, rispetto alla concorrenza. Se volevi essere connesso sempre con il lavoro e non solo, avevi un unico di avere un prezzo d’acquisto certamente alto ma non -
sistemi operativi Apple e Android... BlackBerry ne -
ma l’arrivo al timone dell’azienda di Thorsten Heins
padrone di sé stesso, avendo messo da parte lo storico
LO Z10 E IL Q10: DUE SCINTILLANTI NOVITÀ CHE SONO DESTINATE INEVITABILMENTE A RIPORTARE IN AUGE IL NOME BLACKBERRY 36 UOMO&MANAGER
Q10: PER GLI IRRIDUCIBILI DELLA TASTIERA Dedicato ai nostalgici del passato ma anche a chi proprio non Con lo Z10 condivide il sistema operativo, ma le differenze sono evidenti, a partire dal design. Lo schermo è nettamente inferiore come dimensioni. A disposizione ci sono 3,1 pollici per tenere sott’occhio tutto quanto interessa. Le linee del design sono tondeggianti e richiamano in parte quelle del passato, ma le differenze rispetto alle serie precedenti sono evidenti, eccome. Il display stesso ha una risoluzione di 720x720 pixel e una densità di 330 dpi, la fotocamera da 8 megapixel lo rende competitivo con i grana 64 Gb; il processore è un chip dual core da 1,5 GHz, mentre la RAM è da 2 GB. Sarà commercializzato ad aprile.
SCHEDA TECNICA DIMENSIONI 119.6×66.8×10.35 millimetri,139 grammi di peso TASTIERA QWerty
CAPACITÀ DI ARCHIVIAZIONE 16 gB (da conFermare) MEMORIA ESTERNA micro-sd max 32 gB
CONNETTIVITÀ Wi-Fi 802.11n, 802.11g, 802.11B, DISPLAY touchscreen 802.11a, gps, Bluetooth multi-touch 4.0, nFc capacitivo. diagonale da 3,1 pollici. VIDEOCAMERA tecnologia lcd anteriore 2 mp con RISOLUZIONE 720×720, risoluzione video 720p. posteriore 8 mp, Flash 330 ppi led, autoFocus, SISTEMA OPERATIVO RISOLUZIONE VIDEO BlackBerry os 10 1080p PROCESSORE dual-core da 1,5 ghz PORTE Jack 3,5 mm, micro usB MEMORIA 2gB ram UOMO&MANAGER
motori
ALFA ROMEO
GIULIETTA
BUSINESS
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Dedicata ai manager e ai professionisti. Questo è l’ulteriore rilancio del Biscione, per continuare Di Moreno Leonardi UOMO&MANAGER 39
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IL POTENTE MOTORE TURBODIESEL 1.6 JTDM 105CV È CAPACE DI ARRIVARE AD UNA VELOCITÀ MASSIMA DI 185 KM/H ED UNO SCATTO DA 0 A 100 KM/H IN 11,3 SECONDI
Ci
sono automobili che sembrano essere nate per un motivo
fa Romeo ha rilanciato tre anni fa, in occasione del Salone di Ginevra, uno dei nomi che hanno reso celebre nel mondo la Casa del Biscione
non sono mancate, ma pian piano, nel tempo, la nuova Giulietta ha saputo conquistare una miriade volevano apparire, ma soprattutto 40 UOMO&MANAGER
ne base, la Giulietta Business offre tempo è divenuta una delle auto, cosiddette corporate, più presenti -
to e recentemente ha messo in campo una versione speciale della Giulietta, la Business, dedicata
Blue&Me con vivavoce Bluetooth -
sedili anteriori, cruise control e bracciolo anteriore con vano porta
Sound System con lettore CD/MP3 e sei altoparlanti, volante in pelle -
ta con il potente motore turbodiesel re ad una velocità massima di 185 km/h ed uno scatto da 0 a 100 km/h in soli 11,3 secondi, con una coppia
Business Class Pack, che include turbina con pneumatici da 225/45
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che conquista il cuore di chi non ha ad altro se non al lavoro, è il fatto -
SCHEDA TECNICA ALFA ROMEO GIULIETTA BUSINESS PREZZO A PARTIRE DA 24.250 EURO MOTORE TURBODIESEL 1.6 JTDM DA 105 CV, 320 NM A 1.750 GIRI/MINUTO PRESTAZIONI 185 KM/H, 0-100 KM/H 11.3 SEC., 27 KM/L, 114 G/KM
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moda P/E 2013 I barbour
Il rIchIamo dello stIle Leggerezza nelle lavorazioni e una presenza vibrante del colore, oltre ad una grandissima attenzione nella vestibilitĂ .
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moda P/E design 2013 I barbour viaggi
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moda P/E 2013 I woolrich
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outdoor moderno Alla ricerca di un’estetica legata all’uso dei materiali. Il risultato è uno stile superbo che non può mai passare inosservato.
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moda P/E 2013 I woolrich
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moda P/E 2013 I baracuta
Fra tradIzIone e modernItà Nel rispetto dell’immagine iconica del marchio, ecco due nuove etichette: la Ivory Label e la Blue Label. L’eleganza è sempre al top.
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moda P/E 2013 I baracuta
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sun glasses
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questione di punti di vista Classici o alla moda, gli occhiali da sole sono un complemento che da un’immagine personale molto forte e decisa. Guai a sbagliare, occhio alla scelta! Il look deve essere globale.
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1 prada2 burberry 3-4 salice 5-6 prada 7-8-9 dolce&Gabbana 10 Kway bianchi 11 italia independent care label 12-13 italia independent 14-15-16 tonino lamborGhini eyewear 17-18 oliver peoples UOMO&MANAGER 55
quello che ci distingue
Stilografica, UNA SCELTA CHE NON SI FA PIÙ I manager più esperti continuano ad apprezzarne il ruolo non viene più considerata uno strumento di appeal. Di Moreno Leonardi
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ella naturale evoluzione delle cose, del mondo della scienza e della tecnologia in particolare, ci sono strumenti di uso si rendersene conto. Il giorno prima ci sono ne dimentichiamo, come se non fossero mai
-
economica, culturale e sociale di chi la possedeva. Spesso era d’oro ed era solito regalarla in occasioni speciali, come una laurea, una -
Chi ne ha mai usata una alzi la mano, sono certo che lo avrete fatto in tanti. Ma sono anche abbastanza sicuro che chi ha rispo-
gli altri nella scala gerarchica e sociale. Di fatto era la penna dei manager. Ed era consi-
riposta in un pratico astuccio, fra gli oggetti
redigono documenti che hanno una valenza
superiore alla media. Non vogliamo
modo decisivo allo sviluppo della
per tutti un oggetto o poco più. Sono molti i professionisti che continuano ad utilizzarla, ma le nuove leve, i giovani manager rampanti, forse non la considerano più con lo stesso valore di un tempo.
funzionante. Da allora fu un crescendo, uno sviluppo incredibile che ebbe il suo apice tra gli anni ‘20 e ‘30 del Novecento.
UN PO’ DI STORIA Carta, penna e calamaio... si diceva una volta e la penna a cui si face-
lo. Forse niente, snaturata dal suo -
che noi tutti conosciamo al giorno d’oggi, bensì la penna d’oca. Il problema, come recita l’adagio, era che bisognava costantemente intingerla nell’inchiostro per poter scrivere. I primi tentativi per migliorare la
soprammobile, un oggetto da porre in esposizione sulle scrivanie in radica più costose, magari all’interno del proprio astuccio originale, intonse, a volte nemmeno caricate di un minimo di inchiostro. Restano un segno distintivo, ma non nella loro essenza di nobili strumenti di scrittura. Il motivo? Molto semplice.
diciottesimo e l’inizio del diciannodei pennini di legno con la punta di metallo, ma pur sempre nell’inchiostro andavano intinti. Anche se di tentativi ne furono fatti a centinaia nell’arco della storia (uno dei primi si fa risalire addirittura al decimo no commissionò ai suoi esperti la realizzazione di uno strumento per scrivere che non macchiasse le mani), la comparsa della penna sti-
Edson Waterman, inventò l’alimentatore multicanale, che contribuì in
LA PENNA STILOGRAFICA AI GIORNI NOSTRI
articolo simile per la penna a sfera: la mancanza di praticità. I padri deldella scrittura, trascorrevano anche ore intere a riportare su un foglio di carta i propri pensieri e la stilo deve essere utilizzata in un modo ben preciso per poter produrre dei tratti d’inchiostro e va adoperata con grandi attenzioni: la parte bassa del pennino deve strusciare sul foglio, mai in posizione verticale.
considerate un lusso, a causa dei tempi stretti che ciascuno di noi può dedicare ad ogni cosa nell’arco della nota o redigere un atto documentale. ha fatto il resto. Oggi gli appunti non si prendono più su immacolati spesso ci troviamo in posizioni nelle scrivere. te il giorno della laurea vengono così relegate sugli scaffali delle librerie e sempre meno utilizzate. E ovviamente anche le vendite hanno avuto un calo evidente. Un peccato per gli amanti delle tradizioni, ma anche per chi impazzisce per le cose belle,
meraviglioso, caratterizzato da linee morbide ed eleganti, e i cui pennini riportano incisioni degne dei grandi artisti. Il tempo, si sa, cancella molte cose, ma i tratti delle stilo per gli amanti della scrittura rimangono indelebili e incomparabili.
OGGI GLI APPUNTI NON SI PRENDONO PIÙ SU IMMACOLATI FOGLI DI CARTA UOMO&MANAGER 57
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