Trimestrale edito dagli alunni del Quinto Circolo didattico di Avellino Numero 2 Anno IX - Aprile 2014 Distribuzione gratuita
«PerquestomichiamoGiovanni» In occasione della festa della legalità per commemorare Don Giuseppe Diana e le vittime della mafia ci è stato presentato il libro di Luigi Garlando Il saluto delle dirigenti del V Circolo
Arrivi e partenze Dallo scorso 15 marzo questo Circolo è stato affidato alla Dirigente Marina D'Addazio che ha accettato di assumerne la reggenza e di farsi carico di questo impegno che si aggiunge a quello della direzione della Scuola Secondaria di 1° Grado "Enrico Cocchia". Non posso quindi non esprimerle, innanzitutto, il mio sincero ringraziamento per la sua disponibilità personale e professionale e per aver accettato di garantire, con la sua competenza ed esperienza, una serena conclusione dell'anno scolastico. Non è stato facile, per me, "lasciare" in corso d'anno, sia pure per altri compiti che non mi allontanano dal mondo della scuola, ma dal punto di vista affettivo c'è stata senz'altro una perdita, anche per i tanti incoraggiamenti e pensieri affettuosi che mi sono comunque giunti, e di cui ringrazio con autentica gratitudine. Tuttavia, sapere che una collega come Marina avrebbe assunto la reggenza del Circolo ha reso il mio distacco emotivamente molto meno gravoso. Fermo restando che nessun dirigente è indispensabile o insostituibile, ed io meno di tutti, è pur vero che ogni Scuola ha una propria, definita identità che si costruisce nel tempo attraverso l'analisi costante dei bisogni formativi del contesto territoriale e che si declina attraverso le specifiche scelte, pedagogiche, didattiche ed organizzative, che la caratterizzano e la diversificano rispetto alle altre. Ebbene, la Dirigente D'Addazio, con la sensibilità che le è propria, ha voluto da subito rassicurare tutti circa il voler esercitare la propria leadership all'interno di questa identità strutturata e dandomi, con grande generosità ed "esprit de finesse", la possibilità di intervenire ancora una volta su questo giornalino per un ulteriore saluto ed augurio di una serena conclusione dell'anno scolastico. Queste righe vogliono pertanto rappresentare un simbolico "passaggio di consegne" tra me e lei, nel segno di una continuità di intenti, di una condivisione di idee, di valori, di finalità educative e didattiche, di scelte curriculari ed organizzative. Lascio pertanto a lei le conclusioni, in una sorta di "suonata a quattro mani" per la quale, ancora una volta, sento di doverle sottolineare la mia profonda riconoscenza. Anch'io ringrazio la dirigente Cinthia Buonopane per la fiducia che ha voluto riporre in me nel chiedermi di assumere la reggenza del V Circolo didattico. Ho accettato per concludere in maniera serena l'anno scolastico nell'ottica della continuità organizzativa e gestionale con l'impostazione precedente, soprattutto perché, in passato, sono stata nella condizione di essere sostituita per due diversi anni scolastici. continua in ultima
Le nostre maestre, in occasione della festa della tro la mafia con una squadra, il pool antimafia, legalità, che si celebra il 19 marzo di ogni anno in che raccolse un fascicolo di seicentomila pagine ricordo di Don Giuseppe Diana, parroco di Ca- e quattrocentoquarantasette nomi di mafiosi. sal di Principe, ucciso nel 1994 dalla camorra, Furono condannati tutti. A Palermo si potè alzaquest'anno ci hanno letto un libro affascinante e, re la testa. Il piccolo Giovanni non immaginava allo stesso tempo, molto toccante che parla di un come sarebbe finita la storia. Purtroppo il 23 grande uomo, che ha rinunciato a tantissime cose maggio del 1992 Giovanni Falcone, la moglie e per rendere libero il territorio italiano dalla crimi- gli uomini della sua scorta morirono a causa di nalità organizzata. L'autore del libro è Luigi Gar- un attentato ordito dalla mafia. Dopo la sua morlando, il libro si intitola "Per te molta gente cominciò a lottare questo mi chiamo Giovancontro la mafia. Ai funerali c'era quani", la cui prima uscita risasi tutta Palermo e il padre di Giovan“Gli uomini pasle al 2004. Il libro narra di ni, il bambino della storia, che pure un bambino di nome Gioaveva dato da mangiare alla mafia, sano, le idee restavanni, che possiede un peda quel giorno si ribellò. "I miei ocluche, Bum, che ha la caratchi alla morte di Falcone si sono no e continuano a teristica di avere i piedi bruaperti"... ma gli fecero esplodere il camminare sulle ciati. Giovanni non sa pernegozio: tutto bruciò, tranne un peché Bum ha i piedi bruciati, luche a cui però si bruciarono i piegambe di altri uoma lo scoprirà al compidi. Questo libro ci ha colpito molto mini”. mento del suo decimo comperché abbiamo capito l'importanza pleanno... così gli ha prodella giustizia e delle nostre azioni. Giovanni Falcone messo il padre. Quel giorno Se oggi festeggiamo la giornata delarriva e i due iniziano un la legalità è anche grazie a Falcone, viaggio per le strade di Pache con il suo impegno ci ha aiutato lermo e non solo alla scoperta dei luoghi simbo- ad infliggere pesanti colpi alla mafia. Non poslo della vita di Giovanni Falcone. Per spiegare siamo dire che non esiste più la criminalità orgameglio a Giovanni cos'è la mafia, il padre prende nizzata, ma in questa lunga partita che dura da spunto da un episodio accaduto a scuola, quan- tempo e che durerà ancora per molti anni noi do Tonio, un compagno, facendo prevalere la leg- abbiamo fatto molti goal, grazie al nostro bomge "ingiusta", ruba le figurine e i soldi ai compa- ber Giovanni. Le nostre maestre ci hanno così gni come se fosse una cosa giusta da fare. Il papà invitato a riflettere sul fatto che si può iniziare a di Giovanni racconta che Falcone aveva iniziato combattere la mafia, la camorra già da piccoli, a fare "giustizia" sin da quando frequentava la nelle piccole cose e contro le piccole prepotenze. scuola elementare e che da grande divenne magistrato lottando fino alla fine dei suoi giorni con5aA - 5aB Via Scandone
La nuova Dirigente Con la partenza della preside Buonopane arriva la Reggente
Benvenuta al V Circolo Cara Dirigente-Reggente, siamo lieti di porgerVi il benvenuto nella nostra scuola. Sappiamo che siete già Dirigente di un'altra scuola della nostra città, pertanto Vi ringraziamo di essere stata disponibile a sostituire la nostra "vecchia" Dirigente. Noi, alunni del plesso "Madre Teresa di Calcutta", poiché Vi conosciamo solo di nome, possiamo chiederVi di incontrarVi di persona?
In realtà, proviaMissione Disponibile mo un po' di gedi A ssoluta A losia nei confronResponsabilità Dirigerci ti dei compagni Impegnativa Da. del plesso di via Scandone perché Nell’ Altra hanno più opporA mministrazione Zona tunità di incondI trarVi. prOvincia In conclusione, inoltre, Vi chiediamo di non venire di sor- Grazie in anticipo, Vi aspettiapresa, perché vorremmo ac- mo con ansia. coglierVi in modo "speciale". 4aA - 4aB Via Scandone
NOI E IL MONDO
2 I versi dei bambini
Pensando alla Direttrice Cara Direttrice ora che sei Ispettrice senza di noi sei più felice? Ogni qual volta le tue belve volevi addestrar noi lo sappiam stavi a recitar! Con la tua severità e la tua lealtà, cara Direttrice, sei sempre stata la nostra ispiratrice. I nostri cuori hai riempito di felicità aumentando la nostra chiassosità. Oggi noi tutti ti salutiam e, stai pur certa, non ti dimentichiam!!!! E un bel giorno, finalmente, se n'è andata la Dirigente. Si fa festa tutto il dì soprattutto il lunedì. Invece di studiare Storia stiamo tutti a far baldoria, feste, torte e panettoni fatti da padri e nonni pasticcioni. Ogni giorno sempre più in ritardo e si parcheggia senza riguardo, niente regole di grammatica niente problemi di matematica. Si fan solo prove fisiche e piovono i nove alle verifiche. Caspiterina, ma sto sognando? Cosa starò mai farfugliando? Lei è qui nel nostro cuore a far di ognuno una persona migliore, a vegliarci con il suo amore e a ricordarci ogni dì quanto sia bello stare qui!!! Cara Dirigente, ora che te ne sei andata avrai la carriera assicurata: da grandissima Direttrice a nientemeno che Ispettrice. Ma ora che sei andata via, dimmi, che fine farà la scuola mia??? Dirigente nervosa: oggi non è cosa. Dirigente arrabbiata: brutta giornata. Dirigente allarmata: la campanella non è suonata. Dirigente contenta: nessuno si lamenta!!! Cara Dirigente, sei stata per noi un esempio da imitare, una donna forte e sempre solare, una persona speciale con tanti esempi da dare, pronta a perdonare e a lodare. Cara Dirigente sei stata per noi un esempio da seguire! Il tuo forte abbraccio ci hai fatto sentire, come figli ci hai trattato e il tuo cuore come di mamma è sempre stato. Siamo cresciuti protetti da te, di noi hai fatto le tue reginette e i tuoi re. Ti abbiamo conosciuto da piccolini, ti salutiamo da ragazzini. Grazie per averci accompagnato con il tuo rigido dettato. Sei stata per noi la migliore e rimarrai per sempre nel nostro cuore!!! Con affetto: le tue belve della 5aC Via Scandone
I nostri saluti alla neo Ispettrice Buonopane
Cara Dirigente ti scrivo... Una dedica sincera a chi ci ha guidato sino ad oggi Oggi, con nostra grande sorpresa, la maestra ci ha letto i tuoi saluti e la poesia che ci hai dedicato. Abbiamo così deciso di disegnarci insieme a te in una scuola colorata e allegra, dove crescono tanti fiori e il sole sorride; poi, abbiamo messo il disegno alla parete della nostra aula per ricordarci dei tuoi consigli. Hai proprio ragione, se ci impegneremo e prenderemo voti alti, potremo da grandi realizzare i nostri progetti. Con la tua lettera, infatti, ci hai dato il "coraggio" di sognare, di essere pronti a partire per la nostra avventura alla conquista del mondo.
Noi ti auguriamo buona fortuna perché tu insegua il tuo "sogno" e ci auguriamo di rivederti presto per rivivere tanti bei momenti insieme, magari come quello dello scorso Natale, quando ci siamo tutti emozionati e tu ci hai fatto i complimenti. Disegnarci ci è sembrato un bel modo per dirti che ci mancherai tanto, che ti vogliamo e ti vorremo sempre bene e che ti terremo sempre nei nostri cuori. Ti mandiamo un abbraccio forte, più forte del mondo, anzi più forte del big bang! 4a - 5a Picarelli
L’ultimo giorno di lavoro al V Circolo
Una lettera per ogni alunno Quest'anno, dopo cinque anni trascorsi insieme, la nostra Dirigente, Cinthia Buonopane, ha lasciato la nostra scuola per un lavoro più importante, quello di "ispettrice scolastica". Lei ci sgridava a volte, ma per un motivo preciso. Era sempre presente nei momenti di incertezza o di difficoltà; era sempre presente al lavoro e questo ci fa capire l'importanza del suo valore e di quanto impegno ci mette nelle cose che fa. L'ultimo giorno trascorso insieme è stato quello in cui la squadra dell'Avellino calcio è venuta nella nostra scuola. Per salutarci la nostra Dirigente ha mandato una lettera a ciascuno di noi. E' stata una persona molto importante per la nostra infanzia e formazione scolastica, aiutandoci a crescere giorno dopo giorno. Ci dispiace che non ci sia più, ci dispiace arrivare a scuola e non trovarla vicino alla porta a sgridarci per il ritardo, ma siamo contenti per lei, perché avrà la soddisfazione di un lavoro più importante e siamo molto orgogliosi che lei sia stata il nostro Dirigente. 5aA - 5aB Via Scandone
Lettera di arrivederci Cara Dirigente, Ti auguriamo tanta felicità in questo nuovo lavoro di ispettrice, questo è stato l'ultimo anno che abbiamo trascorso insieme. Lasciarci e cambiare lavoro, probabilmente Ti sarà costato molto. Ci mancherai! Ogni mattina, quando venivi a controllare se eravamo in ritardo, quando passavi a farci un saluto (e ci chiamavi belve) o le volte che sei venuta a farci da maestra e ci hai interrogato… quanti ricordi! Tu, le tue urla e le tue regole ci mancherete tanto. Questa scuola è bella grazie a Te. Ti chiediamo se ogni tanto, anche facendo questo nuovo lavoro, ci verrai a trovare, magari alla scuola media. Questo è un anno strano… Tu sei andata via, ma andremo via anche noi. Ti auguriamo tanta felicità, cara Direttrice, e tanta fortuna. La Direttrice che verrà non sarà mai come Te e sappi che se non sarà alla Tua altezza, ti verremo a cercare!!! 5aA - 5aB Via Scandone
NOI E IL MONDO
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In mostra al Carcere Borbonico
La storia sul grande schermo
A lezione di storia
Milo, il gladiatore che amò Cassia
Tra fossato, mura fortificate e celle... Nei giorni 5 e 7 marzo gli alunni delle classi quarte A e B della Scuola Primaria “Giovanni Palatucci” hanno visitato il museo risorgimentale del Carcere Borbonico, inaugurato nel 2011in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Il complesso ospita anche la Pinacoteca irpina, l'Archivio di Stato e la sezione archeologica di Corso Europa. L'imponente struttura ha catturato l'attenzione dei piccoli storici perché il passato in quel luogo sembra "rivivere"; le sbarre alle finestre, il fossato, le mura fortificate, le celle d'isolamento, le latrine hanno trasmesso ai bambini forti emozioni. Il progetto del carcere fu stilato dall'ingegnere Giuliano De Fazio, i lavori ebbero inizio nel lontano 1826 e si conclusero nel 1832. La struttura carceraria ha una forma esagonale, comprende grandi edifici con al
L'Egitto ha sempre esercitato un grande fascino sugli studiosi. Gli archeologi hanno sviluppato una specie di "mania dell'Egitto". Così nei musei di tutto il mondo è stata raccolta un'enorme quantità di materiale che ha permesso di allestire sale su sale. Lo storico greco Erodoto nel V sec. a. C. ha definito l' Egitto "dono del Nilo" perché da esso dipendeva la vita di tutto il suo popolo. Nel 4.500 a. C. i villaggi di canne e fango cominciarono a trasformarsi in piccole o grandi città. L'agricoltura, l'allevamento e il commercio avevano portato ricchezza e benessere. Gli Egizi erano di bassa statura, avevano la pelle olivastra e i capelli neri. Gli uomini indossavano gonnellini e mantelli in cuoio, mentre le donne indossavano tuniche bianche perchè avevano imparato a tessere le fibre del lino. Esse si truccavano e si ornavano con gioielli. Le città egizie erano organizzate in due regni: uno più a nord (Alto Egitto) e uno più a sud (Basso Egitto), governati ognuno dal proprio faraone. Successivamente, verso il 3000 a. C. questi due regni si fusero in uno Stato unitario, governato dallo stesso faraone. La vita dell' Egitto ruotava attorno al sovrano che veniva considerato una divinità. Al gradino più alto della piramide sociale c'erano i sacerdoti, gli scribi e i funzionari nobili, seguivano i guerrieri e gli artigiani, infine, gli schiavi. I bambini egizi portava-
centro una cappella. Un tempo era circondato da un fossato e l' accesso era consentito attraverso un ponte levatoio. La visita si è conclusa con una straordinaria esperienza: un laboratorio creativo. Gli alunni si sono divertiti a riprodurre con l'argilla antiche medaglie. 4aA - 4aB Via Scandone
Un pomeriggio di febbraio le maestre Maria Vittoria e Silvia ci hanno portato al cinema: proiettavano "Pompei". Siamo partiti da scuola verso le tre del pomeriggio, non era una bella giornata, ma per noi lo era; abbiamo avuto anche qualche problema al Partenio, risolto subito dalle maestre. Il film trattava dell'antica Roma e di Pompei, proprio ciò che stavamo studiando. Protagonista del film è Milo, un celto divenuto schiavo romano e poi gladiatore. La prima scena è molto forte: un combattimento tra Celti e Romani, che distruggono tutto e uccidono tutti, tranne Milo che si salva fingendo di essere morto. Presto però viene trovato, venduto come schiavo e diventa un forte gladiatore, che viene portato a Pompei a combattere nell'arena. Durante il viaggio incontra Cassia, figlia di un patrizio romano e tra i due nasce l'amore. Milo ha uno spirito ribelle e lotta per la sua libertà e quella dei suoi compagni. Le scene sono a volte crude ma "l'Eruzione del Vesuvio" è una di quelle più belle. Milo combatte con Attico, che sogna come lui di essere libero. Cassia è promessa in sposa ad un console romano, Claudio, che è malvagio, ma morirà sotto le ceneri del vulcano. In un primo momento i due giovani si salvano insieme, ma poi moriranno anche loro travolti dalla furia del vulcano e resteranno pietrificati. Il film è stato bellissimo e, anche se alcuni compagni hanno avuto paura e non hanno visto alcune scene, è stato bello andare insieme al cinema. 5aA - 5aB Via Scandone
Il fascino dell’Antico Egitto
Un mondo tra natura, forma e divinità no la testa rasata con una trecciolina che ricadeva da un lato. Si coprivano i fianchi con un gonnellino e andavano quasi sempre scalzi. Pochi di loro, figli dei nobili, frequentavano la scuola che iniziava a cinque anni e che preparava a diventare scriba. Gli altri bambini, invece, seguivano il padre per imparare un mestiere. Le bambine svolgevano in casa le faccende domestiche. La scuola era chiamata "Camera d'insegnamento" e il maestro con il termine "sebau". Gli scolari svolgevano le lezioni in un tempio ma anche all'aperto e ciò avveniva in un clima di grande severità. Accanto alle normali materie di studio c'era la ginnastica che serviva per imparare la lealtà e irrobustire il corpo. Lo studio della matematica e della geometria erano fondamentali per l'amministrazione e la contabilità. Anche il faraone studiava con impegno sin da piccolo e si esercitava, inoltre, nella dura vita militare. Da giovane il prescelto doveva dimostrare la propria forza e il coraggio sopravvivendo a lungo nel deserto e sconfiggendo
una belva feroce. I suoi momenti di svago erano: guardare le danzatrici acrobatiche insieme alla corte; ascoltare il suono dell'arpa e cacciare nelle paludi con arco e frecce. Gli Egizi credevano che il faraone regolasse le inondazioni del Nilo, perciò, lo ringraziavano costruendo le piramidi. Questo popolo credeva nella vita dopo la morte e quando un faraone moriva, veniva praticata un'incisione su un fianco del defunto, da cui venivano estratti tutti gli organi interni ad eccezione del cuore. Questi venivano deposti in grossi vasi detti "canopi". Il corpo, dopo il rito funebre, che veniva celebrato dai sacerdoti, era sistemato in una stanza all'interno della piramide unitamente
agli oggetti utilizzati in vita. Infine il corpo mummificato era sottoposto ad un giudizio da parte del dio Anubi che lo accompagnava nei paradisi di Osiride. Gli Egizi consideravano sacri alcuni animali, come il coccodrillo che segnalava le piene del Nilo; le oche che garantivano cibo in abbondanza; il gatto che rappresentava la reincarnazione della dea Bastet; l'ippopotamo era considerato di male augurio in quanto rovinava i raccolti e rovesciava le imbarcazioni. Gli alimenti preferiti dagli Egizi erano i dolci preparati con mandorle e datteri, oltre alla frutta (uva, fichi e melograno). La loro scrittura si sviluppò nel 3000 a. C. e comprendeva un gran numero di segni. Era stata chiamata geroglifica (scrittura sacra). L'arte di questa scrittura era difficile da imparare ed era riservata soltanto agli scribi che occupavano un ruolo molto importante nella società. Dalla cultura degli Egizi abbiamo ereditato la geometria, il calendario e l'orologio solare. In architettura idearono l'obelisco, la colonna e il capitello. Questa civiltà è da considerarsi molto interessante, avvolta da grandi misteri per i suoi segreti nascosti che incitano l'uomo a scoprire sempre più le sue bellezze artistiche che nei tempi attuali tornano a vivere all'interno dei musei visitabili sia a Torino che in una sezione di quello Vaticano a Roma. 4aA - 4aB Umberto Nobile
NOI E IL MONDO
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I rifiuti... nel passato
Quando non c’era la differenziata Un excursus storico per analizzare lo smaltimento all’epoca dei nostri nonni
Il senso della legalità Qualche giorno fa, il 17 marzo, siamo stati in visita al Comando dei Carabinieri di Avellino (le maestre li chiamerebbero se ci comportassimo peggio di come già facciamo!). Al nostro arrivo siamo stati accolti da un tenente che subito ci ha condotti nella sala multimediale dove è stato proiettato un filmato che raccontava la storia dei Carabinieri, fin dal 1814. Terminato il filmato, abbiamo fatto delle domande a cui il tenente ha risposto con precisione e chiarezza. La visita è proseguita con un percorso diverso tra le nostre classi, in quanto una parte è andata a visitare la centrale di comando e una parte è stata condotta a vedere i mezzi dei carabinieri: una stazione mobile, un furgoncino che svolge lo stesso compito della stazione con la differenza che si trova già sul territorio, una moto, anch'essa dotata di tutto ciò che serve per intervenire in caso di emergenza, e un'automobile che hanno detto essere molto veloce e che pattuglia le strade della città. All'ultimo piano della stazione dei Carabinieri c'è la centrale operativa, una stanza con dei monitor e un centralino che raccoglie le telefonate per gli interventi. Ci hanno spiegato che per le strade ci sono delle telecamere collegate con la stazione dei Carabinieri ma anche con la Polizia, con le quali vigilano sulla tranquillità dei cittadini; dalla stessa sala i Carabinieri, con delle chiamate radio, sanno in qualsiasi momento dove si trovano i loro colleghi di pattuglia sul territorio (un nostro compagno ha anche parlato al microfono con un agente che stava di pattuglia sul territorio). Questa esperienza ci ha insegnato che i Carabinieri sono un ottimo esempio per noi piccoli perché difendono la giustizia, rischiando anche la loro vita. 5aA - 5aB Via Scandone
Quest'anno il nostro progetto di ampliamento dell'offerta formativa è "Riciclandia". Come si può capire dal titolo, ci occuperemo del riciclo, cioè del riutilizzo dei rifiuti per produrre nuovi oggetti o energia. In verità, nel nostro paese, la raccolta differenziata avviene da molti anni, ma ripetere le regole di una corretta differenziata è utile non solo a noi bambini ma sicuramente anche ai nostri genitori per evitare dubbi e confusione nocivi all'ambiente e quindi alla nostra salute. Conosciamo come avviene lo smaltimento dei rifiuti oggi, ma ci ha incuriosito sapere come avveniva al tempo dei nostri nonni. Abbiamo svolto per questo un'indagine, raccogliendo delle informazioni da nonni e, in qualche caso, anche da bisnonni. Notizie e curiosità davvero interessanti sono emerse dall'indagine! Prima di tutto non si producevano tanti rifiuti come oggi perché non c'erano nelle case dei nostri nonni tanta pla-
stica, tanti contenitori per alimenti, lattine, buste e sacchetti, carta e cartone. L'umido veniva dato in pasto agli animali da cortile, maiali e galline, o diventava concime per ortaggi insieme al letame degli animali o semplicemente sotterrato. La carta, poca, veniva usata per accendere il caminetto. I prodotti liquidi, come olio, latte, vino venivano messi in bottiglie di vetro, che si conservavano e venivano usate le volte successive. Non si usavano i detersivi per l'igiene personale e per il bucato, ma grossi pezzi di sapone o, addirittura, i nostri
bisnonni usavano la cenere! Non si compravano tanti vestiti e soprattutto non si buttavano: passavano ai fratelli minori o venivano dati al cenciaiolo, una specie di ambulante che, periodicamente, passava per le strade del nostro paese e ritirava vestiti e scarpe vecchie in cambio di posate, bicchieri e piatti nuovi. Le nostre nonne, però, stavano attente a non dare via tutto; per esempio, dalle lenzuola vecchie ricavavano strofinacci per la cucina o federe per cuscini. Certamente noi siamo abituati ad un modo di vivere completamente diverso, non possiamo fare a meno di tante cose che prima non c'erano ma che ora ci sono diventate indispensabili; pensiamo agli oggetti in plastica o ai detersivi, alla carta che usiamo ogni giorno... Per questo motivo, anche i rifiuti che produciamo sono aumentati; ma una soluzione è sicuramente la corretta raccolta differenziata. 4a Capriglia
La giornata della scuola
Open day, che bella esperienza Il primo sabato di febbraio la scuola primaria Madre Teresa di Calcutta ha organizzato l'"open day". Entusiasti ed incuriositi gli alunni hanno chiesto alle maestre: "Da quando si fa l'open day per la scuola primaria?" Le maestre hanno risposto: "Da quando ci siamo trasferiti nella nuova scuola, cioè da due anni". Il lavoro di preparazione ha coinvolto molto gli alunni, che hanno realizzato la cartellonistica per addobbare la scuola e tutte le attività da svolgere nei sei laboratori. Ogni alunno, "tutor" all'interno di un laboratorio, ha avuto il compito di coinvolgere i piccoli ospiti di cinque anni e le loro famiglie nelle varie attività: visione di DVD e giochi a quiz nel laboratorio di inglese; circle time nel laboratorio linguistico; lavori artigianali e murales in quello artistico (anche l' ex dirigente del Circolo ha lasciato lì il suo "segno"); produzione di ritmi con strumentario orff, coreografie e cup song nel laboratorio musicale; percorsi misti, freccette e lanci ai barattoli in quello motorio; infine, nel laboratorio logico-matematico, circa quindici postazioni multimediali per lo svolgimento di giochi didattici. La giornata è stata impegnativa per gli organizzatori, ma molto divertente. "Ci siamo sentiti soddisfatti del nostro lavoro" hanno affermato gli alunni, "e fieri di aver contribuito, con l'incoraggiamento alle iscrizioni, a sostenere il plesso Madre Teresa di Calcutta (ex via Piave)". 5 aA - 5 aB Madre Teresa di Calcutta
NOI E IL MONDO
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Il trionfo dell’amicizia
Lettura e giornalismo
Nasce il club “fratellanza”
Il magico mondo della biblioteca
La mattina del 19 marzo 2014 un alunno della classe 5 B del plesso Madre Teresa di Calcutta sceglie alcuni compagni, con i quali ha più empatia, per realizzare un album di fotografie. I quattro membri del piccolo gruppo decidono di darsi dei ruoli, delle regole e delle funzioni non condivise, però, dalla totalità della classe perché ritenute ingiuste e lesive nei confronti di chi di quel gruppo non è membro. La situazione precipita quando l'alunno "più buono" della classe decide di far parte del gruppo dei "cattivi", nonostante i tentativi degli altri di dissuaderlo. Cominciano conflitti e polemiche, ma soprattutto piani strategici di spionaggio tra i due gruppi. La maestra, allora, decide, come fa sempre in questi casi, di aprire il "confessionale", cioè una seduta di gruppo in cui ognuno possa esprimere le proprie problematiche. Dopo la chiusura del "confessionale", gli alunni verbalizzano tutto sul quaderno espo-
"Leggere non è un dovere ma un piacere". Avevamo sempre pensato che leggere fosse bello, interessante, educativo, fantastico, ma dal giorno in cui abbiamo fatto visita alla biblioteca provinciale ci siamo resi conto che il mondo dei libri è magico. Libri ordinati negli scaffali, colorati, profumati, impolverati, ma lì per noi, per introdurci in mondi fantastici o reali. Lì in quel luogo suggestivo oltre ad apprezzare il "libro", abbiamo trascorso un momento indimenticabile. Una tombolata con "effetto collaterale": vincita di un libro. Ognuno di noi ha avuto il suo momento di "gloria" e ne ha vinto uno . Eravamo più di 40 e altrettanti libri, alla fine, sono magicamente traslati dalla biblioteca provinciale a quelli della nostra scuola.
nendo opinioni personali in merito all'accaduto. Emergono giudizi diversificati, ma appare evidente a tutti l'ingiustizia e l'inutilità di avere comportamenti discriminanti. Il gruppo dei "cattivi" decide, allora, di liberalizzare l'entrata nel club. E' il 21 marzo 2014 quando prende vita il "Club Fratellanza", dotato di regole democratiche che si ispirano ai valori dell'amicizia e del quale l'intera classe fa parte. Ecco, in esclusiva, i 13 punti del regolamento: dove va uno vanno tutti; non litigare; non tradire; fare lavori e progetti insieme; ascoltare il capo, carica della durata di un solo giorno; non fare la spia; scrivere un diario di bordo; comunicare per iscritto giorno e orario delle riunioni; non "sparlare" dei componenti del club e degli esterni; espulsione di tre giorni per chi infrange le regole; riunione giornaliera alle ore 10:35; turnazione dei ruoli; libera scelta di far parte del club. 5aB Madre Teresa di Calcutta
Ora più di 40 libri fanno bella mostra di sé nella nostra biblioteca e attendono una mano che li scelga per essere letti. Ora si che pensiamo... "Leggere è un piacere non un dovere". 5 aA - 5 aB Madre Teresa di Calcutta
L’Avellino calcio in visita al V Circolo di via Scandone
Un incontro speciale La firma sui cartelloni Il 24 febbraio scorso è stata ospite della nostra scuola la squadra di calcio della nostra città: A.S. Avellino. Sin dalla mattina eravamo impazienti di incontrarla ed, allo stesso tempo, emozionati; l'attesa sembrava infinita. Quando finalmente siamo stati chiamati e siamo andati nell'auditorium, ci siamo resi conto che già c'erano gli alunni delle altre classi, con striscioni inneggianti alla squadra, magliette e bandiere biancoverdi. Al centro dell'auditorium c'erano già i giocatori che ci osservavano attentamente ed incuriositi. Un dirigente dell'Avellino ci ha fatto un bel discorso sull'importanza dello sport in generale, dicendo che lo sport è amicizia, divertimento, partecipazione, sottolinenando che è giusto tifare la propria squadra, ma senza violenza e con rispetto per l'avversario. Dopo abbiamo vissuto il nostro momento di gloria, facendo domande ai nostri idoli che hanno dato risposte a tutte le nostre curiosità. Il più intervistato è stato il "Pitone" Biancolino. Con nostra somma gioia, poi, i calciatori sono venuti in classe a farci gli autografi. E' stata una bella esperienza, soprattutto perché ci hanno anche invitato allo stadio a vedere una partita: non vediamo l'ora! 4aC Via Scandone
Era un mercoledì e a scuola c'era ancora il nostro Dirigente, che ci comunicava che il lunedì successivo sarebbe venuta a scuola la squadra dell'Avellino calcio. Dopo molti litigi siamo riusciti a creare dei bei cartelloni, pieni di slogan che incitavano i giocatori. Arrivati i calciatori, eravamo tutti molto emozionati, non potevamo credere ai nostri occhi, soprattutto perché c'era il nostro calciatore preferito: Biancolino. Appena finito l'incontro tenutosi nell'anfiteatro, i calciatori ci hanno raggiunto in classe per autografare i cartelloni che avevamo preparato. Il presidente dell'A.S. Avellino ha, infine, regalato un portachiavi ed un album raccolta figurine a ciascun bambino e ha promesso che ci avrebbe invitato allo stadio a vedere una partita di campionato. Abbiamo vissuto un'emozione bellissima... non dimenticheremo mai quella giornata piena di cori e colori. 5aA - 5aB Via Scandone
NOI E IL MONDO
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La giornata della memoria
Per costruire un mondo più giusto La trasferta del Papa
Un buon seme darà un buon frutto
Papa Francesco lascia Ariccia e torna in Vaticano dopo esercizi spirituali: «Torniamo con un buon seme». Città del Vaticano, 14 marzo 2014. Papa Francesco, in pullman insieme ai membri della Curia, è rientrato oggi in Vaticano dopo aver partecipato alla settimana degli esercizi spirituali di Quaresima da domenica 9 marzo sino a venerdì 14 marzo. «Un buon seme, che darà frutto». Così Francesco ha sintetizzato il risultato della settimana di esercizi spirituali nella casa paolina del Divino Maestro e ha ringraziato il sacerdote che li ha condotti, don Angelo De Donatis, parroco della chiesa romana di San Marco al Campidoglio. «Vorrei ringraziarla a nome mio e di tutti noi, per il suo aiuto in questi giorni, il suo accompagnamento, il suo ascolto» - ha affermato il Papa, rivolgendosi a don Angelo. «Noi adesso torniamo a casa con un buon seme: il seme della Parola di Dio. È un buon seme, quello. Il Signore invierà la pioggia e quel seme crescerà. Crescerà e darà il frutto», ha assicurato il Pontefice. 5 aA - 5 aB Umberto Nobile
Quest'anno, noi alunni di IV C, insieme con i nostri compagni delle classi quinte, abbiamo inteso dedicare particolare attenzione alla "giornata della memoria". In questa giornata, come sappiamo, si ricordano i milioni di ebrei (sembra circa 6 milioni) che, durante la seconda guerra mondiale, sono stati imprigionati, portati nei campi di concentramento e lì fatti morire in vari modi: di malattia, di fame, ma i più ammazzati nelle camere a gas. Questo sterminio fu voluto da Hitler, capo della Germania, che li considerava una razza inferiore ed inoltre, siccome essi erano molto ricchi, temeva che potessero assumere il comando della Germania. Hitler considerava i tedeschi una razza superiore, la cosiddetta "razza Ariana": tutti alti, atletici, biondi e con gli occhi azzurri (anche se lui era basso e con i capelli scuri). Voleva far scomparire gli ebrei che potevano anche danneggiare la "razza Aria-
na" se si sposavano con i tedeschi. In previsione di celebrare, anche noi, la "giornata della memoria", abbiamo letto un libro molto famoso: "Il bambino con il pigiama a strisce". E' un libro molto bello, ma
anche molto triste, tant'è che molti di noi hanno pianto durante la lettura: è la storia di un bambino, di nome Bruno, figlio di un ufficiale dell'esercito tedesco che vive con la sua famiglia vicino al campo di concentramento di "Auschwitz". Bruno conosce un bambino ebreo e per giocare con lui si
intrufola nel campo di concentramento. Proprio mentre sta nel campo, i soldati tedeschi prendono un gruppo di prigionieri e li portano nelle camere a gas facendoli morire: tra questi ci sono anche Bruno ed il suo amico ebreo che muoiono insieme. La lettura di questo libro è stata molto importante perché ci ha fatto riflettere sull'importanza della pace nel mondo, per evitare che succedano queste cose così brutte. Poi abbiamo avuto una bellissima idea: insieme con gli alunni di quinta abbiamo disegnato alcune sequenze del libro che avevamo letto e le abbiamo attaccate sui muri della scuola, così anche gli altri alunni delle altre classi hanno potuto vedere le cose brutte che una guerra può causare e, crediamo, condividere il nostro pensiero che gli uomini debbano essere giusti, rispettosi del prossimo e non fare guerre che provocano tante morti e dolori. 4aC Via Scandone
La vita nei campi di concentramento
Le Medaglia al mio bisnonno Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria in ricordo delle persone fatte prigioniere e uccise dai Tedeschi durante la seconda guerra mondiale. In questa occasione, quest'anno, sono state assegnate qui ad Avellino ben 8 Medaglie d'Onore ai cittadini fatti prigionieri dai Tedeschi. Uno di questi cittadini è il mio bisnonno: Donato Abbenante. Il mio bisnonno è stato un Sottotenente di Fanteria e il giorno 8 settembre 1943 è stato fatto prigioniero dai Tedeschi e portato in un campo di concentramento. I Tedeschi gli hanno chiesto più volte di collaborare con il proprio esercito, ma lui ha tutte le volte rifiutato, ed ogni volta è stato trasferito in un nuovo campo, trasportato nei vagoni bestiame dei treni merci, e poi costretto ad affrontare lunghi tragitti a piedi. Arrivato nel campo veniva perquisito, spogliato, disinfettato e a volte mandato nudo nella neve. Dormiva a terra in delle baracche di legno, non mangiava quasi niente e ha dovuto sopportare la fame, il freddo e tanta sofferenza. Ha cambiato cinque campi di concentramento finché, il 4 settembre 1945, con la fine della guerra, è stato finalmente libero ed è potuto tornare nella sua amata Italia. Francesco Nicolini 2aB Umberto Nobile
NOI E IL MONDO
L’appello della Lega Antivivisezione
Basta con i delfini-clown Basta con i delfini clown! Petizione contro i delfinari che in Italia non svolgono alcuna attività didattica o scientifica "Mai più zoo d'acqua, mai più delfini-clown!" E' l'appello lanciato dalla Lega antivivisezione e da Mare vivo, attraverso una petizione che potrà essere sottoscritta in centinaia di piazze italiane, sabato 29, domenica 30 marzo e il 5 e 6 aprile. «Con questa petizione- chiarisce l'associazione - intendiamo chiedere al governo e al Parlamento una nuova legge, che vieti l'importazio-
ne di delfini e di altri cetacei a fini di spettacolo: un rifugio per delfini». «Le nostre indagini - dichiara il vicepresidente della Lav, Roberto Bennati - confermano che in Italia i delfinari non hanno alcuna funzione educativa né scientifica o di conservazione della specie, facendo, invece, solo spettacolo: un inganno a cui dobbiamo porre fine. Di qui la petizione che porta con sé un ulteriore e significativo obiettivo: la costruzione del primo rifugio per i delfini in un'area di mare protetta, che
possa accogliere i cetacei provenienti da strutture dismesse. Non siate complici!» «Si tratta - dicono alla Lav - di un grande progetto finanziato per reinserire questi mammiferi nel loro habitat naturale, per restituire loro la libertà». I volontari dell'associazione, che con le loro denunce hanno contribuito alla chiusura del delfinario di Rimini, chiedono inoltre ai cittadini «di non andare a visitare i delfinari, per non essere complici di questa inaccettabile prigionia». 5aA e 5aB Umberto Nobile
I fratellini di Avella a Masterchef
Gemelli ai fornelli dall’Irpinia Solidarietà animale
Piccione veglia il proprio compagno Tanta solidarietà... anche tra piccioni. Il piccione veglia il compagno morto per settimane. Tutto è accaduto a Savona, dove un piccione ha vegliato per intere settimane il suo compagno di voli, morto sul tetto di un magazzino nel centro della città. Il compagno, o la compagna, è subito sceso e si è appollaiato al suo fianco, senza abbandonarlo neanche un minuto. La cosa sconvolgente è che altri piccioni hanno mostrato solidarietà, portando il cibo al volatile. La scena ha intenerito e commosso moltissimi cittadini che hanno assistito alla vicenda. 5aA - 5aB Umberto Nobile
Anche quest'anno la "Zeza di Capriglia" si è esibita per noi piccoli spettatori della scuola Primaria e dell'Infanzia di Capriglia Irpina, offrendoci uno spettacolo molto divertente che ha dato inizio alle varie esibizioni dell'omonima associazione non solo nel nostro paese, ma anche in altri della provincia e nella stessa città di Avellino, coinvolgendo, inoltre, diverse scuole. Dopo alcuni anni di silenzio, l'associazione è ritornata ad allietare le strade con la famosa scenetta cantata al suono del trombone e della grancassa. Il termine Zeza deriva dal diminutivo di Lucrezia, una delle protagoniste, e ancora oggi viene utilizzato per indicare una donna civettuo-
"Masterchef Junior", i gemellini della Campania che si sfideranno da avversari ai fornelli. La passione per la cucina è nel loro "Dna" e la bravura con le pentole è un fatto di famiglia. Per questo è quasi normale che Matteo e Federica De Masi , fratellini d'Avella, in provincia di Avellino, siano tra i protagonisti della prima edizione italiana di "Junior Masterchef". La sfida televisiva tra cuochi, che ha sbaragliato la concorrenza degli altri "talent", verrà proposta da Sky a partire dal 13 marzo nella versione baby. Nella nutrita schiera di chef in miniatura ci saranno anche i gemelli De Masi. Ragazzini nati, metaforicamente, tra le padelle e le stoviglie e baciati da una precoce abilità ai fornelli che, a quanto pare, si tramanda in famiglia da generazioni. Gli ''enfant prodige'' dell'arte culinaria da giovedì sera saranno protagonisti del reality show che premierà il bambino più bravo a creare pietanze ed impiattarle con la sapienza di uno chef stellato. 5aA - 5aB Umberto Nobile
La zeza di Capriglia
Trombone e grancassa per allietare i bambini la. Gli altri protagonisti sono Pulcinella, marito di Zeza, la figlia Purziella (o Vincenzella), Don Zinobbio e il Marinaio, suoi corteg-
giatori. La scena si apre con il canto di Zeza, che attira i cacciatori, per trovare marito a sua figlia Purziella. Pulcinella non è d'accordo con sua moglie perché ritiene che la figlia sia troppo giovane per sposarsi. Ad un certo punto compaiono i due contendenti di Purziella: il Marinaio, che presto si arrende di fronte alla gelosia del padre, e il medico don Zinobbio che, invece, si mostra imperterrito an-
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Uno spot contro la droga Laboratorio linguistico Percorso: ricerche, discussioni, osservazioni, domande… Conclusioni Le sostanze stupefacenti sono conosciute ed usate dall'uomo fin dall'antichità, quando erano considerate magiche ed erano impiegate nei riti religiosi. Oggi vengono usate anche a scopo curativo, ma da qualche decennio il loro abuso ha trasformato il fenomeno in un grave problema sociale. L'uso di tali sostanze può causare gravi danni e indurre una forte dipendenza fisica e psichica per la rapidità con cui l'organismo si abitua a loro. Con la sospensione delle sostanze stupefacenti si va incontro a crisi di astinenza e con il loro uso l'organismo umano subisce danni irreparabili. Noi siamo contro la droga e contro gli spacciatori, troppe giovani vite sono state spezzate... SPOT CONTRO LA DROGA "Tu la consumi, lei ti consuma, vale la pena”? "La droga ti consuma, la droga ti spegna, la droga ti UCCIDE! NO alla droga! Sì alla vita”! "DROGA! Adolescenti in crisi, scegliete di vivere, non la usate! "Prendere la droga è come indossare qualcosa fuori moda”. "Nel mondo della droga è facile ENTRARE; difficile è USCIRE”. "Possiedi droga? Spacci droga? Incomincia a tremare, i carabinieri ti verranno a cercare”. 5aA Madre Teresa di Calcutta
che dopo essere stato percosso da Pulcinella. Alla fine quest'ultimo dà il consenso alle nozze che vengono festeggiate con il famoso ballo della quadriglia, fioraie che distribuiscono fiori a tutti i presenti e scalettieri che allungano le loro originali scale fino ai balconi delle abitazioni per ricevere un'offerta in denaro in cambio di un omaggio floreale. L'associazione si sta impegnando molto affinché quest'importante tradizione culturale del nostro territorio non vada perduta. Noi bambini siamo grati a tutti coloro che hanno contribuito alla sua riscoperta e valorizzazione anche perché ci ha regalato tanta allegria e buon umore. 5a Capriglia
NOI E IL MONDO
Il 19 marzo
Tabellina del papà Papà x 1= ti voglio bene come nessuno Papà x 2= son sicure le mani tue Papà x 3= sono felice solo con te Papà x 4= fai le fusa come un gatto Papà x 5= mi piaci quando batti il cinque Papà x 6= sei bello così come sei Papà x 7= dici sempre parole corrette Papà x 8= ti seguo come un aquilotto Papà x 9= superi sempre tutte le prove Papà x 10= pensandoci, vali più di 10 4aA Madre Teresa di Calcutta
Propongo Auguri Per Amore
Bilioni diAbbracci Baci Bisogna Offrirgli
4aB Madre Teresa di Calcutta
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Le leggende pasquali
Perché uova, colomba e salice La leggenda delle uova colorate Sapete perché si colorano le uova di Pasqua? Una leggenda racconta che Maria Maddalena andò, insieme ad altre donne, al sepolcro di Gesù, ma lo trovò vuoto. Di corsa si recò dove erano riuniti i discepoli per comunicare loro la straordinaria novità. Pietro, uno dei discepoli, la guardò stupito e le disse che avrebbe creduto alle sue parole solo se le uova contenute in un cesto sul tavolo sarebbero diventate rosse. Dopo un istante le uova si colorarono di un rosso intenso convincendo, così, lo scettico Pietro. La leggenda della colomba pasquale Un giorno un re si perse nel bosco, vide un convento di monaci e bussò alla porta per chiedere una sistemazione. Il re chiese ai monaci di cucinare alcune colombe che aveva con sé per mangiarle poi insieme, ma essi spiegarono che non potevano perché era il periodo precedente la Pasqua. Il re ordinò loro di cucinarle lo stesso, ma al momento del pranzo essi si rifiutarono di mangiarle. Miracolosamente, le colombe ritornarono vive e volarono via festose. Il re rimase sbalordito e, per farsi perdonare, fece preparare un grande pane dolce a forma di colomba. Era la prima colomba pasquale, buona e profumatissima. La leggenda del salice Gesù saliva faticosamente verso il Calvario, portando sulle spalle, piene di piaghe, la pesante croce, mentre sangue e sudore gli rigavano il volto coronato di spine. Sua madre e altre pie donne gli camminavano accanto. Ad un tratto Gesù cadde al suolo; due soldati si avventarono su di lui e gli ordinarono di rialzarsi, allontanando la madre che cercava di aiutarlo. La croce troppo pesante lo faceva cadere di continuo. Gli capitò di cadere anche ai piedi di un salice e cercò di aggrapparsi disperatamente al tronco. L'albero ebbe tanta pietà che chinò i suoi rami lunghi e sottili fino a terra, di modo che Gesù potesse afferrarli più facilmente e rialzarsi. Quando Gesù riprese il suo cammino, l'albero rimase coi rami pendenti verso terra e da allora fu chiamato "salice piangente". 5a Capriglia
dalla prima pagina La prima volta da un collega che ha voluto continuare a garantire la continuità d'impostazione, la seconda volta da un'altra che era di avviso opposto. Ebbene in questa seconda occasione ho provato la delusione ed il dolore che può provare solo chi vede uccidersi una propria creatura. Ho anche avuto un'ulteriore prova che a costruire si impiega tanto e a distruggere ci vuole poco! È quindi con piacere, dedizione e rispetto che cerco di portare a termine l'anno scolastico anche nel V Circolo, come nella scuola secondaria di 1° grado "Cocchia", con la collaborazione di tutto il personale docente e ATA, in sinergia funzionale con le famiglie. A tutti chiedo di continuare ad avere rispetto delle regole e a tenere costantemente presente quanto sancito dagli organi collegiali competenti nei documenti costitutivi della scuola che non possono in alcun modo essere disattesi per il cambio del dirigente scolastico! Un affettuoso saluto ai bambini di tutti i plessi che avrò poca occasione di vedere nella mia breve permanenza nel circolo. Ad essi, però, vanno le attenzioni costanti di tutto il personale che cercherò di coordinare al meglio per assicurare, anche in questo breve arco di tempo, la migliore offerta formativa possibile e la più attenta vigilanza. Cinthia Buonopane Marina D'Addazio
Sapori d’Irpinia
Vuoi gustare... Se vuoi gustare i sapori di Avellino devi comprare un torroncino lungo la strada che porta in montagna troverai una dolce castagna. Invece, in collina di prima mattina rara e nascosta una deliziosa nocciolina ti chiama silenziosa e aspetta un goloso che la mangi in tutta fretta. Questo viaggio che hai appena incominciato ti conquisterà gli occhi e il palato. Ricordandoti i sapori del passato tra i vigneti potrai passeggiare un bicchiere di vino gustare, assaporare i fusilli al tegamino, una specialità di Avellino. Il caciocavallo potrai impiccare e con gli amici gustare. Insieme al duomo, al re e alla fonte vedi scolpito nei fianchi del monte Terminio un monumento al sapore irpino nel cuore di Avellino. 4aA - 4aB Via Scandone
Pasqua e modi di dire
I detti legati alla festività PASQUA ALTA: questa espressione viene usata quando la data di Pasqua è in ritardo rispetto al tempo in cui di solito ricorre; si dice PASQUA BASSA quando è, invece, in anticipo. Quest'anno, ad esempio, la Pasqua è alta perché viene il 20 aprile. ESSERE FELICI COME UNA PASQUA: riferito a chi manifesta grande felicità poiché il giorno di Pasqua è un giorno di grande gioia. LUNGO COME UNA QUARESIMA: riferito a una persona o cosa prolissa, noiosa. HA SCIUPATO TUTTO E ADESSO FA QUARESIMA: riferito a chi ha dissipato i propri averi e poi fa digiuno, vive in povertà. PORTARE LA PROPRIA CROCE: vuol significare la capacità di sopportare e accettare i momenti difficili della vita. Questo modo di dire deriva dalla salita al Calvario di Gesù. GETTARE LA CROCE ADDOSSO A QUALCUNO: si usa per attribuire la responsabilità di un'azione a un'altra persona. LA CROCE CHE CI SI FA DA SOLI E' LA PIU' PESANTE: vuole indicare che è più difficile superare le conseguenze negative di azioni commesse da noi stessi. ESSERE COME SAN TOMMASO: si riferisce a quelle persone che non credono a un fatto accaduto se non possono constatare di persona, proprio come l'apostolo Tommaso che si rifiutò di credere all'apparizione di Gesù risorto riferita dai compagni. 5a Capriglia