2019 settembre dicembre

Page 1

Della morte e del morire

Vol 3

2019

SETTEMBRE-DICEMBRE

Dello Scompiglio


AGOSTO RIAPERTURA SPE DA GIOVEDÌ

29

SPE ORE 15.00-19.00

SETTEMBRE PERFORMANCE

NUOVE DATE

VEN-SAB-DOM

13-14-15

INSTALLAZIONE

Sanctum

VIDEO

Avelino Sala

Riderless Horse

progetto vincitore del bando fino al 22 settembre INSTALLAZIONE

Cecilia Bertoni

Camera #5

prorogata fino al 22 dicembre

Compagnia Dello Scompiglio

On the corner

performance itinerante in 3 atti

di Cecilia Bertoni in collaborazione con Carl G. Beukman

Levi van Veluw a cura di Angel Moya Garcia fino al 22 settembre

COLLINA DELL’UCCELLIERA ORE 17.00

SABATO

28

DALLE ORE 16.00 SPAZI ESTERNI DELLA TENUTA PERFORMANCE

Francesco Lauretta

In hora mortis

progetto vincitore del bando SPE VIDEO

Miriam Gili

Diamanti

documentario non-fiction fino al 22 dicembre progetto vincitore del bando SPE ORE 21.00 PERFORMANCE

RESIDENZA DI CREAZIONE

Opera retablO

9-21 SETTEMBRE

Köszeg

Atto di Adorazione

29 SETTEMBRE REPLICA

Dante Antonelli

progetto vincitore del bando

progetto vincitore del bando ORE 18.00


OTTOBRE

LABORATORIO PER SCUOLE

Sara Basta

TEATRO RAGAZZI

Le maschere dei vivi per i morti

DOMENICA SPE ORE 15.30 e ORE 17.00

6

Teatro delle Briciole

Gianni e il gigante

progetto vincitore del bando

età consigliata: dai 4 anni SABATO

12

SPE e TENUTA ORE 11.00-19.30

Porte aperte alla Tenuta Dello Scompiglio XV Giornata del Contemporaneo

TEATRO RAGAZZI

DOMENICA SPE ORE 15.30 e ORE 17.00

20

inaugurazione

INSTALLAZIONE

Effetto Larsen

After/Dopo

un progetto su ciò che resta fino al 27 ottobre progetto vincitore del bando

Ticina mani di corteccia progetto vincitore del bando età consigliata: 6-11 anni e per tutti

ingresso libero alle installazioni in corso e alle opere permanenti SPE DALLE ORE 16.00

Il Teatro nel Baule

SABATO

26

CONCERTO

SPE ORE 19.30

NOGO Ensemble

La morte stanca, parla progetto vincitore del bando musiche di Jacob TV, Olivier Messiaen, David Lang, Franz Schubert

PERFORMANCE

SPE ORE 19.30

Cristina Planas Leitão

FM [featuring mortuum] progetto vincitore del bando

13 OTTOBRE REPLICA ORE 18.00

la programmazione potrebbe subire variazioni informazioni complete e aggiornamenti su programmi e orari

delloscompiglio.org


NOVEMBRE TEATRO RAGAZZI

DOMENICA SPE ORE 15.30 e ORE 17.00

10

TeatrO dell’Orsa

Pollicino

DICEMBRE TEATRO RAGAZZI

DOMENICA SPE ORE 15.30 e ORE 17.00

1

liberamente ispirato alla fiaba Le Petit Poucet di Charles Perrault

23

Zanna bianca liberamente ispirato ai romanzi e alla vita avventurosa di Jack London

età consigliata: dai 3 anni

SABATO

INTI

età consigliata: dai 7 anni

CONCERTO

SPE ORE 19.30

Auser Musici/Petra Magoni

Morire d’amore

La morte come catarsi nella drammaturgia femminile

SABATO

7

PERFORMANCE

SPE ORE 19.30

Stefano Questorio/ALDES

LILA – A Symphony PRIMA about Life and Death

progetto vincitore del bando ideazione Stefano Questorio in collaborazione con Spartaco Cortesi

un progetto inedito di Carlo Ipata musiche di Henry Purcell, Claudio Monteverdi, Leonardo Vinci, Louis-Nicolas Clérambault progetto vincitore del bando

DOMENICA SPE ORE 14.00-18.00 TEATRO RAGAZZI

DOMENICA SPE ORE 15.30 e ORE 17.00

24

La luna nel letto Associazione Culturale Tra il dire e il fare

Cappuccetto Rosso

età consigliata: dai 6 anni

22

finissage

INSTALLAZIONE

Cecilia Bertoni

Camera #5 VIDEO

Miriam Gili

Diamanti

documentario non-fiction


DAL

29 AGOSTO

SPE

ORE 15.00-19.00

Levi van Veluw Sanctum

a cura di Angel Moya Garcia fino al 22 settembre Levi van Veluw (Hoevelaken, Olanda, 1985), cresciuto in una città fortemente riformista, è affascinato dalla Chiesa e dai suoi rituali. La complessità, la convinzione e la sicurezza con cui la fede veniva proclamata nella sua congregazione, ma anche il gergo scarno con cui veniva espressa, lo hanno reso particolarmente sensibile al vocabolario visivo della seduzione religiosa. Nel suo lavoro, l’artista sembra combattere radicalmente il linguaggio formale della sua giovinezza e, nonostante questo, la suggestione dell’Apocalisse e la tendenza a mettere in dubbio ogni principio restano temi centrali, proprio come lo erano stati durante la sua educazione protestante. Per l’Associazione Culturale Dello Scompiglio, Levi van Veluw propone un’installazione ambientale, immersiva e fortemente evocativa, intitolata Sanctum, che si incentra sul tema del totale abbandono in un ambiente semireligioso.

Levi van Veluw Sanctum, 2019 foto di Guido Mencari Courtesy l’artista e Associazione Culturale Dello Scompiglio

Sanctum invita il visitatore ad entrare all’interno dello spazio espositivo attraverso un ingresso molto stretto per scoprire un luogo nascosto, irradiato da un misterioso bagliore blu scuro. Un’apertura, al centro della sala, conduce a quanto sembra essere un ambiente rituale, un sancta sanctorum. Lo spazio sembra familiare, ma allo stesso tempo del tutto inafferrabile. Si tratta di uno spazio oppressivo in cui la religione, ancora una volta, sembra avere un ruolo importante oppure ci troviamo nella rappresentazione di un mondo fantascientifico? Levi van Veluw ci presenta un universo alternativo, attraverso un ambiente in cui tutto deve essere ridefinito. Le forme riconoscibili e l’ambiente dirompente privano il visitatore del suo orientamento sensoriale e lo isolano dalle associazioni esistenti: tutto ciò che rimane sono gli strati più profondi della sua percezione sensoriale.


DAL

29 AGOSTO

SPE

ORE 15.00-19.00

Avelino Sala

Riderless Horse video fino al 22 settembre PROGETTO VINCITORE

della morte e del morire

Avelino Sala Riderless Horse, 2019 Performance e videoinstallazione Courtesy l’artista e Associazione Culturale Dello Scompiglio

Nel contesto dell’arte contemporanea la morte solleva grandi narrazioni. Nei riti funebri dei grandi guerrieri o leader politici è stata spesso usata una procedura, che probabilmente proviene già dai tempi di Gengis Khan e anche dalle culture del Nord America, in cui il cavallo del defunto passeggiava solennemente con un soldato al suo fianco. La particolarità di questa azione simbolica è che le staffe, gli stivali e la spada del cavaliere sono posizionati all’indietro. Questa pratica militare che si è svolta, ad esempio, nella sepoltura di Kennedy, ci proietta verso un’idea eroica della morte. Avelino Sala (Gijón, Spagna, 1972), colloca questa video-installazione, creata a seguito di una performance, come un esercizio simbolico dell’anti-memoriale in cui si mette in discussione quell’idea di eroe e di leader, rappresentata in tutta la statuaria classica principalmente attraverso un uomo a cavallo, e si interroga sulla necessità che quei politici siano in primo piano, quegli eroi (caduti) nell’attualità. Forse la società contemporanea, che già vive in una modalità liquida e in una comunità orizzontale, non ha più bisogno di cavalieri o eroi posti su un piedistallo. In questo modo, il rovesciamento del potere, la discesa dal piedistallo, ci consegna il cavallo come unico testimone della memoria. Questo progetto rappresenta anche la caduta del patriarcato, in quanto quella figura dominante eteropatriarcale, il “leader amato”, è caduto dal cavallo, indicandoci che, alla fine, abbiamo il nostro destino e non abbiamo più bisogno di seguire nessun altro. Forse questa è l’ultima azione simbolica del suo funerale.


DAL

29 AGOSTO

SPE

SETTEMBRE ORE 15.00-19.00 DA OTTOBRE A DICEMBRE ORE 14.00-18.00

Cecilia Bertoni Camera #5

prorogata fino al 22 dicembre suono Carl G. Beukman tecnica e allestimento

Paolo Morelli, Alice Mollica, Chiara Nardi con Daniele Ghilardi L’atto di scrivere il mio testamento è stato lo stimolo necessario per indagare più concretamente sulla mia morte, sulla necessità della morte. Sfogliando la storia, ripercorrendone i linguaggi estetici, ho scorto nelle rappresentazioni funerarie il desiderio di portarsi la sicurezza della propria casa nell’aldilà. Io invece vorrei sgusciare via dalla materialità della mia casa, anche intesa come corpo. Percepisco la morte come un attimo fra due processi opposti e interdipendenti. Per quest’attimo di passaggio mi voglio poter spogliare di tutto ciò che appartiene a questo mondo per poter essere altrove con leggerezza, senza ancore.

foto di Cecilia Bertoni

Oscillo tra la sicurezza e l’insicurezza di cosa possa rimanere di me una volta denudata dalla corporeità, dal tempo e dallo spazio terreno per entrare in un’esistenza che ora solo intuisco. Immagino il mio funerale e mi appare il mio corpo nudo, che entra e brucia nelle fiamme avvolto in questo telo funerario sul quale ho ricamato l’inestricabile alleanza fra la vita terrena e la vita nell’altrove. Per disegnare questo passaggio mi sono appoggiata poeticamente alla simbologia alchemica. (Cecilia Bertoni) Bibliografia

Marie-Louise von Franz, La morte e i sogni Bollati Boringhieri, 1986 Willy Minkes, Wrap the Dead: The Funerary Textile Tradition from the Osmore Valley, South Peru and Its Social-political Implications Faculty of Archaeology, Leiden University, 2005


13-14-15

NUOVE DATE SETTEMBRE

ALLA COLLINA DELL’UCCELLIERA ORE 17.00

Compagnia Dello Scompiglio On the corner performance itinerante in 3 atti di Cecilia Bertoni in collaborazione con Carl G. Beukman regia Cecilia Bertoni musica, suoni e rumori Carl G. Beukman con Cecilia Bertoni, Mauro Carulli, Mariagrazia Pompei, Charlotte Zerbey riprese e montaggio video Bam, Cecilia Bertoni tecnica e costruzione scene Paolo Morelli, Alice Mollica, Chiara Nardi assistente alla regia Mauro Carulli direttrice di produzione Michela Giovannelli con il prezioso aiuto di Valentina Pracchia, Deniel Balestra

e tutti i collaboratori Dello Scompiglio

Numero limitato di 22 partecipanti Si raccomanda la prenotazione


Questa casa non è più la mia casa. Vorrei sgusciar via, Svanire nella nebbia. Sognare - danzare, Dormire. Quel lungo sonno.

In cima alla Collina dell’Uccelliera, due vecchi metati restaurati e un grande terrazzamento alberato ospitano lo spettatore e diventano scenari dei tre atti che compongono la performance itinerante On the corner. Ciascun atto attinge alla vasta tematica della morte e del morire. La situazione site specific diventa supporto alla drammaturgia. Lo spettatore viene talora avvolto dall’ambiente, talora coinvolto direttamente. Oppure rimane spettatore distante. L’atto al Metato del Bambù racconta del periodo prima della morte, in cui il morente vive spesso in due mondi paralleli. In uno lotta per la sopravvivenza concreta, riduce le sue necessità al minimo, restringe lo spazio intorno a sé. Nell’altro comincia a entrare in un’esperienza più e più immateriale e fluida. Nel caso in cui creda alla vita dopo la morte, si abitua a una vita senza corpo, senza spazio e senza tempo. In caso contrario, semplicemente si abitua al nulla. Sempre più vive in un mondo difficilmente comunicabile e inaccessibile ai viventi e proprio per questo la solitudine viene vissuta nella sua espressione più totale. I viventi lo stanno a guardare impotenti.

Il Metato del Pastore diventa metafora della casa intesa come il corpo che abitiamo. Il corpo a volte è accogliente, si muove, ci porta nel mondo, comunica, ma può anche diventare inospitale. Il dolore fisico c’imprigiona, ci isola in uno spazio sempre più limitato, pericolante e solitario dal quale vorremmo evadere. Per sempre. Fra le due case, all’ombra degli alberi, mentre lo spettatore si rifocilla viene invitato a partecipare a un gioco. E come in tutti i giochi vige l’arbitrarietà di chi vince e di chi perde. fino al 22 dicembre, sempre di Cecilia Bertoni, è visitabile Camera #5, installazione in cui l’artista, partendo dalla scrittura del proprio testamento, indaga sulla morte e sulla sua necessità.


28 SETTEMBRE SPAZI ESTERNI DELLA TENUTA DALLE ORE 16.00

Francesco Lauretta In hora mortis PROGETTO VINCITORE

della morte e del morire

foto di Paolo Giorgio

performer Francesco Lauretta musiche Diego Dall’Osto flauto Teresa Morandini costumi e Caronte Francesco Campidori

Quando ti ritraggo morto gli altri si sorprendono ancora vivi Come uno spettro, galante, Caronte attende i vivi radunatisi ai piedi della morbida collinetta che si erge davanti all’ingresso della casa rossa Dello Scompiglio. Null’altro. Lentamente e silenziosamente il processo comincia a formarsi: passo dopo passo, lo spettro guida gli altri, ora fermandosi come colpito da un riflesso vitale ora accelerando il passo per non dimenticare infine il traguardo. Il pubblico dei vivi - molti dei quali cadranno - zoppicherà dietro lui seguendo silenziosi la processione che lentamente li trasformerà in anime vive-morte. Ad attenderli, dopo un cenno di benvenuto dello spettro cerimoniere, l’artista. Elegantemente vestito di scuro, con la testa luminosa e purpurea come fuoco, illuminato, accomodato, l’artista invita i vivi a farsi morti, a stendersi, uno ad uno, su un letto candido. Lì ritrae i cadaveri e dopo ogni ritratto li lascia andare. Intorno alla scena una graziosa fanciulla, venuta da chissà quali spazi e mondi, duetta con i segni finali lasciati dall’artista, appena tracciati sui fogli e con la morte che si manifesta nelle note rimaste nell’aria della valle, lì spiegata e ampia, con flauti e incantatori. Tutto si svolge finché le tenebre non inghiottono l’intera scena dei corpi vivi e morti, e i risuscitati. Una melodia finale zampillerà nell’aria come le flebili lucette delle lucciole: tutto è finito, Signori, così è il mistero.


28 SETTEMBRE SPE

DALLE ORE 16.00

Miriam Gili Diamanti

documentario non-fiction fino al 22 dicembre PROGETTO VINCITORE

della morte e del morire

Diamanti è un documentario silente che racconta la storia di qualcosa che non è più presente, ma che continua ad esistere in una altra forma artificiale creata dall’uomo. Come in una dimensione di cinema di fantascienza, il corpo umano senza vita viene trasformato in un oggetto del desiderio: un diamante. Un diamante della memoria, un diamante blu. Algordanza - parola che in romancio significa “ricordo” - produce in Svizzera autentici diamanti dalle ceneri di cremazione o dai capelli (qualora non fossero disponibili le ceneri) delle persone care scomparse, trasformando la morte in un diamante che "è per sempre". Alchimia, fantascienza, orrore, meraviglia? Il documentario sperimentale è stato girato all’interno di questa compagnia svizzera seguendo i processi di trasformazione del corpo deceduto a diamante e fa parte di una ricerca più articolata sulle possibilità di disposizione del corpo dopo la morte. La morte diventa un oggetto del desiderio? La morte si può indossare o comprare? Guardando il caro estinto brillare in un diamante si accetta più facilmente una perdita? Diamanti è un viaggio tra l’ombra delle ceneri e la luce del diamante o un viaggio di un corpo imprigionato per sempre in un diamante che brilla di luce.


28-29 SETTEMBRE SPE SABATO ORE 21.00 - DOMENICA ORE 18.00

Opera retablO Köszeg PROGETTO VINCITORE

della morte e del morire

una creazione Opera retablO regia Ledwina Costantini di e con Daniele Bernardi e Ledwina Costantini costumi Caterina Foletti video Massimiliano Rossetto fotografie Sara Pellegrini, Stefano Sergi e Ivana Ziello produzione Opera retablO in coproduzione con Teatro Sociale Bellinzona

foto di Köszeg Ivana Ziello

spettacolo creato con il sostegno di Repubblica e Cantone Ticino - Fondo Swisslos; Pro Helvetia; Tognetti/Auto SA; Carthesio SA spettacolo semifinalista all’Incontro Svizzero dei Teatri 2016 di Ginevra

Kőszeg, liberamente ispirato a Il grande quaderno di Ágota Kristóf, narra di identità, di guerra, di morte, di separazione, di un’umanità condannata al limite, al margine e della sua grande capacità di resilienza. Protagonisti di Kőszeg sono due fratelli, indivisibili e intercambiabili come se avessero un’anima sola. Due piccoli adulti dalla prodigiosa intelligenza che, grazie alla logica della sopravvivenza, sviluppano una cristallina etica di vita. Intorno a loro, si muovono personaggi disegnati con pochi tratti scarni in un contesto di fame e morte. Uno spettacolo duro dove tutto è reso feroce ed essenziale da una recitazione limpida e diretta. Nel susseguirsi delle immagini, sempre in bilico tra età adulta e infanzia, Kőszeg propone, attraverso una forte risonanza con l’attualità e le sue guerre, i suoi flussi migratori, un racconto crudo, toccante, che non lascia spazio alle divagazioni e dove amore, morte, violenza, fragilità, identità e perdita d’identità sono le protagoniste.


12 OTTOBRE SPE e TENUTA DELLO SCOMPIGLIO ORE 11.00-19.30

XV Giornata del Contemporaneo

Porte aperte alla Tenuta Dello Scompiglio ingresso libero alle installazioni in corso e alle opere permanenti L’Associazione Culturale Dello Scompiglio aderisce alla XV Giornata del Contemporaneo, organizzata da AMACI per la promozione dell’arte contemporanea. Per l’intera giornata sarà possibile visitare gratuitamente le installazioni in corso presso lo SPE e le opere permanenti presenti all’interno della Tenuta. INSTALLAZIONI IN CORSO:

Cecilia Bertoni Camera #5

Miriam Gili Diamanti

documentario non-fiction

inaugurazione

Effetto Larsen After/Dopo

un progetto su ciò che resta


inaugurazione

12 OTTOBRE SPE

DALLE ORE 16.00

“Qual è il miracolo più grande?” “Ogni giorno la morte colpisce, e noi viviamo come se fossimo immortali. Questo è il miracolo più grande.” (Mahabharata, Vana Parva)

Effetto Larsen After/Dopo

Un progetto su ciò che resta fino al 27 ottobre PROGETTO VINCITORE

della morte e del morire

ideazione e direzione artistica Matteo Lanfranchi sound design e direzione tecnica Roberto Rettura allestimento e visual Paola Villani assistenza Laura Dondi organizzazione Isadora Bigazzi

After/Dopo è prodotto e sostenuto da In Situ Act project, co-finanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea, La Strada (Graz, Austria), Pergine Spettacolo Aperto, Danae Festival, Associazione Culturale Dello Scompiglio

La presa di coscienza della nostra mortalità rende più prezioso il tempo che ci resta, ma raramente si riflette sulla propria fine. Essere consapevoli della fugacità della vita significa prepararsi a lasciare ciò a cui teniamo, riflettere su ciò che di noi resterà, apprezzare il presente. Il nostro passaggio in questo mondo lascia segni evidenti: oggetti, relazioni, immagini, ricordi. After/ Dopo è un percorso dove i visitatori sono invitati a depositare le proprie tracce intime in maniera anonima, creando col loro passaggio uno spazio di condivisione e riflessione. Un progetto partecipativo e site-specific nato per indagare il rapporto con l’unica certezza possibile: la fine dell’esistenza. Il primo passo del percorso di After/Dopo è una condizione: per tutta la sua durata, immaginare di non esserci più. Il pubblico è libero di restare per il tempo che desidera, scegliere che segni lasciare, decidere quando andarsene. Le attività che incontra sono semplici: rispondere a domande, tracciare una mappa delle proprie relazioni, lasciare un messaggio. Semplici come le tracce lasciate, fatte di fogli di carta, sassi e scritte, che nel loro insieme creano un’installazione.


12-13 OTTOBRE SPE SABATO ORE 19.30 DOMENICA ORE 18.00

Cristina Planas Leitão

FM [featuring mortuum] PROGETTO VINCITORE

della morte e del morire

ideazione e direzione artistica Cristina Planas Leitão interpreti e creazione Cristina Planas Leitão,

Valentina Campora, Daniela Cruz light design e direzione tecnica Cárin Geada musica originale Flávio Rodrigues produzione bactéria coproduzione

Teatro Municipal do Porto (PT) - Festival DDD sostegno alla produzione Secretaria de Estado da Cultura / Direção Geral das Artes; Fundação Calouste Gulbenkian (PT) – Programa de Apoio à Criação; Fundação GDA Direitos dos Artistas FM esplora il reale sulla scena: quali dispositivi possono indurre a credere nella simulazione e nel falso e quali artifici possono provocare sentimenti ed emozioni nel pubblico. Come può essere interpretata la morte per arrivare al coinvolgimento emotivo del pubblico, quando il performer è proprio lì, in carne ed ossa, sulla scena?

foto di Susana Neves

Come può quel corpo ingannare la memoria dello spettatore? L’illusione della morte sarà evidente, costruita davanti al pubblico, ma con la potenza del reale. La morte è una costante di tutta la performance. Nella pièce la morte è persistente. Morte e ripetizione. Morire più volte, morire tutti i giorni, morire per sempre, morire per sempre e di nuovo, come nella recita di ieri. La pièce, poetica e familiare, ma inspiegabile, ci fa riflettere sulla presenza della morte nella performance e sul teatro come luogo di tutte le possibilità, perfino rendendo possibile l’impossibile. In questo spettacolo sul “far credere” ci sono due oggetti paralleli, uno vivo e uno morto, che diventano l’elemento centrale. Carico di molteplici livelli e significati, lo spettacolo ci disarma in modo accessibile, seppur profondo, trascendendo il momento presente verso un altro extracorporeo piuttosto comprensibile.


26 OTTOBRE SPE

ORE 19.30

NOGO Ensemble

La morte stanca, parla PROGETTO VINCITORE

della morte e del morire

Jacob TV Grab it!

per chitarra elettrica e traccia audio-video (1999)

Olivier Messiaen Louange à l’immortalité de Jésus, VIII movimento del Quatuor pour la fin du temps

per violino e pianoforte (1940)

David Lang Wed

per pianoforte (1995)

Franz Schubert Der Tod und das Mädchen per voce e pianoforte (1817)

Franz Schubert Der Erlkönig per voce e pianoforte (1815)

David Lang Death Speaks

per soprano, violino, chitarra elettrica e pianoforte (2013)

NOGO Ensemble soprano Patrizia Polia violino Filippo Fattorini chitarra elettrica Luca Nostro piano Lucio Perotti foto di Serena Capparelli

Sguardi sulla morte, sguardi della morte sulla vita. La prima parte del concerto è dedicata a una riflessione su quel momento di sospensione in cui la vita anticipa la morte: i detenuti nel braccio della morte di Grab it!; il prigioniero Messiaen nel mistico atto finale del suo Quatuor pour la fin du temps; il ricordo di una persona scomparsa di Wed. Nella seconda parte del concerto, sono proposti brani di David Lang e Franz Schubert. I testi delle cinque “canzoni” di Lang sono il risultato di un assemblaggio di frasi scelte da trentadue Lieder di Schubert, in cui la Morte parla ai mortali, è una persona, questo è ciò che attrae Lang. Così come nei due Lieder di Schubert, la morte prende vita e si rivolge a noi con amore, compassione, ci chiede non solo di non averne paura, ma addirittura di andare senza essere chiamati. Tolto il velo di Maya della vita individuale, la morte è la vera vita. Il destino è ineluttabile, a noi la scelta di combatterlo attaccandoci alle nostre brevi vite oppure vivere secondo la rivelazione che la morte è, in quanto limite della vita di ognuno di noi, amore universale, una porta mistica verso la luce. Le opere scelte per il programma a loro modo affrontano il tema del fascino della morte, con tonalità talvolta inquiete, a volte religiose e spirituali, a volte più estatiche e pacificate, ma tutte ci invitano, quale che sia la nostra visione e la nostra paura più grande, a non rimuovere la morte espandendo una prospettiva consumistica e possessiva della vita, cosa che succede sempre di più nella nostra società, ma ad accoglierla con amore nei riti del nostro quotidiano.


23 NOVEMBRE SPE

ORE 19.30

Auser Musici/Petra Magoni Morire d’amore

La morte come catarsi nella drammaturgia femminile PROGETTO VINCITORE

della morte e del morire

un progetto inedito di Carlo Ipata con Petra Magoni e Auser Musici Henry Purcell (1659-1695) Lamento di Didone Claudio Monteverdi (1567-1643) Lamento d’Arianna Leonardo Vinci (1690-1730) da Didone abbandonata: aria - Son regina e sono amante aria - Se vuoi ch’io mora recitativo ed aria - Dunque morir dovrò Louis-Nicolas Clérambault (1676-1749) cantata teatrale Medea voce Petra Magoni Auser Musici flauto e direzione Carlo Ipata violini Dagmar Valentova, Alessia Pazzaglia viola Daniele Del Lungo violoncello Valeria Brunelli contrabbasso Pietro Horvath tiorba Giovanni Bellini clavicembalo Alessandra Artifoni

foto di Angelo Trani

Auser Musici è in residenza presso il Teatro di Pisa e beneficia del sostegno della Regione Toscana

foto di Rudy Pessina

Due realtà apparentemente lontane si incontrano in questo progetto: l’incommensurabile versatilità vocale di Petra Magoni e la passione per l’estetica e la drammaturgia barocca di Carlo Ipata e dei suoi Auser Musici. Filo conduttore è il ruolo della morte con cui si confrontano le grandi figure femminili del teatro classico quali Arianna, Didone e Medea. Da Monteverdi a Purcell, passando per Vinci e Clérambault, i grandi compositori del passato hanno messo in musica i tormenti e le passioni di eroine che affrontano con estremo coraggio le figure maschili di Teseo, Enea e Giasone, trovando nella morte e nel suicidio l’unica modalità per sfuggire alla loro solo apparente condizione di debolezza. Per queste eroine la morte costituisce sempre un destino ineluttabile, sia essa accolta con gioia o con dolore ed è sempre collegata all’amore, anche se ogni volta in modo diverso: per Didone il suicidio è l’unico modo per mettere fine alla dicotomia tra l’essere regina e il dover/poter amare qualcuno (amore impossibile); per Arianna la morte costituisce la sola via d’uscita per far fronte all’amore perduto; per Medea, nella cantata di Clérambault, l’omicidio è il modo per affrontare l’amore tradito.


7 DICEMBRE SPE

ORE 19.30

Stefano Questorio/ALDES

LILA - A Symphony PRIMA about Life and Death PROGETTO VINCITORE

della morte e del morire

un progetto di Stefano Questorio in collaborazione con Spartaco Cortesi ideazione/coreografia Stefano Questorio suono e composizioni musicali Spartaco Cortesi con Jari Boldrini, Gloria Dorliguzzo, Giulio Petrucci,

Barbara Stimoli, Flora Vannini

una produzione ALDES / Associazione Culturale Dello Scompiglio con il contributo di MiBAC - Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direz. Generale per lo spettacolo dal vivo, Regione Toscana - Sistema Regionale dello Spettacolo

LILA è un progetto ibrido, un palazzo della mente, una visione in bilico tra la performance, la danza e l’installazione di corpi e suono. LILA affronta il tema della morte nutrendosi nella sua essenza profonda di una visione filosofica ben precisa, che proviene da Oriente. Secondo alcune scuole filosofiche indiane, nascita e morte non sono che “manifestazioni” che appaiono e scompaiono dalla tela di fondo da cui tutto emerge e in cui tutto si riassorbe. Nello shivaismo tantrico questa tela di fondo si chiama “Coscienza” e coincide con la divinità stessa, Shiva: la creazione e la distruzione non sono che il “gioco” (Lila, in sanscrito) del Dio che danzando crea e distrugge il mondo manifesto, e lo fa appunto per “gioco”. LILA, lungi dal riferirsi all’iconografia orientale e al suo esotismo, usa questa visione filosofica come scheletro, come ossatura che muove una sinfonia corale di corpi e azioni per creare una esperienza immersiva, un ambiente rarefatto e metafisico, in cui la presenza disarmata e disarmante dei performer restituisce la danza silenziosa del Dio che crea e distrugge il mondo per gioco.


L’Associazione Culturale Dello Scompiglio conclude la stagione Della morte e del morire, incentrata sull’individualità in relazione alla morte e, più specificamente, alle sue tre dimensioni: la dimensione socio-politica (l’eutanasia, l’aborto, il suicidio, la pena di morte o le morti accidentali come conseguenza di conflitti o disastri naturali), la dimensione ideologica (l’ateismo, l’agnosticismo e i credi religiosi, esoterici e mistici sulle possibilità di vita dopo la morte) e la dimensione celebrativa (gli aspetti relativi ai diversi rituali funerari e all’elaborazione del lutto). La rassegna autunnale presenta l’ultima serie dei progetti vincitori del Bando internazionale, rivolto ad artisti in ogni declinazione delle arti - che ha visto la partecipazione di oltre cinquecento progetti - accanto alle creazioni e alle produzioni della Compagnia Dello Scompiglio, alle mostre e alla rassegna di teatro per ragazzi. Sono quattro i progetti inediti vincitori del bando che passano alla fase di produzione:

di

After/Dopo

Effetto Larsen

LILA - A Symphony about Life and Death di Stefano Questorio /ALDES Atto di Adorazione

di

di

Dante Antonelli

Interbeing - The fluidity of Death

Alessio Trevisani/Freies Tanz Ensemble


TEATRO RAGAZZI

6SPEOTTOBRE 15.30 ORE

e ORE 17.00

foto di Jacopo Niccoli

Teatro delle Briciole Gianni e il gigante

ideazione e regia Emanuela Dall’aglio collaborazione artistica Mirto Baliani con Emanuela Dall’aglio e la partecipazione di Veronica Pastorino costumi e oggetti di scena Emanuela Dall’aglio con la collaborazione di Andrea Bovaia,

Veronica Pastorino e Paolo Romanini musiche e suoni Mirto Baliani ideazione luci Emiliano Curà assistente alla produzione Jessica Graiani voce dei giganti Daniele Bonaiuti

Dopo il lupo di Rosso Cappuccetto e la strega di Gretel e Hänsel, l’ultimo capitolo della trilogia Storie sulle spalle, liberamente ispirato alla fiaba dei Grimm Sette in un colpo, affronta un altro archetipo della paura: il gigante che mangia i bambini, la creatura enorme che unisce forza fisica e scarsa intelligenza. Protagonista è un bambino che sfida il gigante in una gara tra forza e astuzia, che appartiene ad una delle strutture generative della fiaba orale. Un mattino, orgoglioso della sua destrezza nell’uccidere sette mosche in un colpo, Gianni decide di prendersi un meritato giorno di vacanza, ma sulla strada di casa incontra un gigante. Comincia così una serie di avventure, in cui il bambino vincerà il temibile avversario con prove di scaltrezza che gli consentiranno di tornare vittorioso. Il tema del gigante, radicato nei racconti della tradizione orale di varie culture, è reinventato qui nella figura di un antagonista smisurato, nutrito di un moderno immaginario figurativo: bestione grottesco che evoca riti e miti ancestrali, rappresentato nella sua relazione conflittuale con l’eroe infantile, ma anche umoristicamente descritto in una sua bizzarra individualità. La fusione tra fiaba classica e moderna interpretazione visiva riflette la misteriosa universalità della fiaba antica, anche grazie a una minuziosa partitura vocale e musicale, che scandisce tutte le tappe del viaggio iniziatico del protagonista. Teatro di figura. Età consigliata: dai 4 anni


TEATRO RAGAZZI

20 OTTOBRE SPE 15.30 ORE

e ORE 17.00

Il Teatro nel Baule

Ticina mani di corteccia PROGETTO VINCITORE

della morte e del morire

da un’idea di Luca Di Tommaso drammaturgia e regia Sebastiano Coticelli,

Simona Di Maio, Luca Di Tommaso con Sebastiano Coticelli, Simona Di Maio, Luca Di Tommaso e Dimitri Tetta assistente alla regia Carla Guardascione scene, maschere e pupazzi Monica Costigliola, Angelo De Tommaso, Simona Guarino e Il Teatro nel Baule costumi Gina Oliva disegno luci Paco Summonte produzione Il Teatro nel Baule e I Teatrini coproduzione L’Asilo in collaborazione con Nostos Teatro menzione speciale e Premio giuria Ombra, Premio Scenario Infanzia 2017 selezionato al Festival Segnali 2018, selezionato al 8Th Theatre Olympics 2018 in India foto di Diego Bernabei De Nicola

Solitaria, silenziosa, Ticina vive in una dimora scura, circondata da oggetti che appaiono e scompaiono, suoni sconosciuti e misteriose creature. Ticina è buffa, strana, diversa, ma come tutti desidera trovare un amico. Ticina, dal viso rugoso e dalle mani di corteccia, va e viene dalla città spaventando tutti per il suo aspetto, non c’è una persona che voglia restare con lei. In questi suoi viaggi scopre pian piano il suo dono che è anche la sua maledizione: tutto ciò che per sbaglio o per volere tocca con le sue mani di corteccia, appassisce, si rompe, svanisce. Ma un giorno grazie ad una piccola luce, qualcosa, o qualcuno, nasce nel buio del suo laboratorio, tra ampolle, vestiti dismessi e oggetti dimenticati. Ticina non è più così sola. Qualcosa di inaspettato, terribile e meraviglioso, l’attende. L’incontro con un altro essere, molto diverso da lei, l’aiuterà a vedere il mondo da un’altra prospettiva, e scoprirà che anche le cose apparentemente più dolorose, guardate con gli occhi dell’amore, possono rivelarsi meravigliose Lo spettacolo utilizza un linguaggio del tutto privo di parole, ispirandosi ai grandi clown del passato, al cinema muto, all’humor ̒ mascherato̓ dei Familie Flöz e alle atmosfere grottesche di Tim Burton.

Teatro di immagini, oggetti, pupazzi. Età consigliata: 6-11 anni e per tutti.


TEATRO RAGAZZI

10 NOVEMBRE SPE 15.30 17.00 ORE

e ORE

TeatrO dell’Orsa Pollicino

liberamente ispirato alla fiaba Le Petit Poucet di Charles Perrault testo teatrale Bernardino Bonzani, Monica Morini attori Bernardino Bonzani, Franco Tanzi costruzioni Franco Tanzi regia Monica Morini tecnica e luci Nicolò Sala produzione TeatrO dell’Orsa

Una storia di coraggio da una delle più belle fiabe di Perrault. Quando la crisi rosicchia anche i bisogni più elementari, il cibo, la casa, la scuola, bisogna vincere la paura. Allora un sentiero di molliche di pane ci porta nel bosco, ci dice che possiamo essere forti anche quando siamo i più piccoli. Come Pollicino occorre ritrovare la strada di casa e quando proprio non si può fare altrimenti, si deve trovare la forza e l’astuzia di affrontare l’orco. Perché anche i più piccoli, alti come Pollicino, possono raggiungere grandi risultati. Basta avere un cervello fino, orecchie aperte e grandi stivali fatati. Gli oggetti e gli elementi scenografici sono stati ideati e interamente realizzati con materiale di riciclo, legno, metalli, stoffe, materie plastiche, persino lampade. Sul palco, la materia ch’era perduta riprende vita, riacquista un’anima ed entra nella storia per amplificare emozioni. Teatro di figura e narrazione. Età consigliata: dai 3 anni


TEATRO RAGAZZI

24SPENOVEMBRE 15.30 ORE

e ORE 17.00

La luna nel letto Associazione Culturale Tra il dire e il fare Cappuccetto Rosso con i danzatori della Compagnia EleinaD

Claudia Cavalli, Erica Di Carlo, Francesco Lacatena, Marco Curci, Roberto Vitelli drammaturgia, regia, scene e luci Michelangelo Campanale coreografie Vito Cassano assistente alla regia Annarita De Michele costumi Maria Pascale video Leandro Summo in coproduzione con Teatri di Bari e Cooperativa Crest con il sostegno di scuola di danza Artinscena si ringraziano Filomena De Leo, Rina Aruanno, Maria De Astis, Licia Leuci spettacolo vincitore Festeba’, 2018 premio Infogiovani Young&Kids Fit - Festival internazionale del teatro e della scena contemporanea, Lugano, 2018 Eolo Award, 2019

Teatro danza, arti visive. Età consigliata: dai 6 anni

foto di Tea Primiterra

Un lupo si prepara a cacciare. Qualsiasi animale del bosco, può andar bene; l’importante è placare la fame. Ma la sua preda preferita è Cappuccetto Rosso. Come in un sogno ricorrente o in una visione, cura ogni dettaglio della sua cattura: un sentiero di fiori meravigliosi è l’inganno perfetto. Questo però gli costerà la vita. Così è scritto, da sempre. In questo show che chiamiamo vita, egli non è soltanto un lupo, ma il Lupo, che non vince… ma non muore mai. Michelangelo Campanale dirige i danzatori – acrobati della Compagnia EleinaD affrontando la più popolare tra le fiabe: Cappuccetto Rosso, che arriva da lontano e grazie alla scrematura del tempo racconta argomenti legati alla vita, in maniera semplice, ma esatta. Le relazioni tra i personaggi e la dinamica della storia si rivelano sulla scena attraverso il corpo, il linguaggio non parlato, ispirato all’immaginario dei cartoni animati di inizio ’900; le luci, i costumi e le scene si compongono in una danza di simboli, citazioni pittoriche (Goya, Turner, Bosch, Leonardo da Vinci), che ridisegnano la fiaba con la semplicità di ciò che vive da sempre e per sempre.


TEATRO RAGAZZI

1 DICEMBRE SPE 15.30 ORE

INTI

e ORE 17.00

Zanna Bianca

della natura selvaggia liberamente ispirato ai romanzi e alla vita avventurosa di Jack London di Francesco Niccolini regia Francesco Niccolini e Luigi D’Elia con Luigi D’Elia scene costruite da Luigi D’Elia luci Paolo Mongelli distribuzione Francesca Vetrano una produzione I N T I con il sostegno della Residenza artistica di Novoli Vincitore del premio EoloAwards 2019 come Miglior Spettacolo

Nel grande Nord, al centro di un silenzio bianco e sconfinato, una lupa con chiazze di pelo color rosso cannella sul capo e una lunga striscia bianca sul petto ha trovato la tana migliore dove far nascere i suoi cuccioli. Tra questi un batuffolo di pelo che presto diventerà il lupo più famoso di tutti i tempi: Zanna Bianca. Luigi D’Elia e Francesco Niccolini tornano nel luogo che amano di più, la grande foresta. Ma se anni fa l’hanno raccontata con gli occhi di un bambino e di un nonno, questa volta rinunciano agli esseri umani e alle loro parole, per incontrare chi della foresta fa parte come le sue ombre, il muschio, l’ossigeno: i lupi. Questo è uno spettacolo che ha gli occhi di un lupo, da quando cucciolo per la prima volta scopre il mondo fuori dalla tana a quando fa esperienza della vita, della morte, della notte, dell’uomo, fino all’incontro più strano e misterioso: un ululato sconosciuto, nella notte. E da lì non si torna più indietro. Un racconto che morde, a volte corre veloce sulla neve, altre volte si raccoglie intorno al fuoco. Un omaggio selvaggio e passionale che arriva dopo dieci anni di racconto della natura, a Jack London, ai lupi, al Grande Nord e all’antica e ancestrale infanzia del mondo. Teatro d’attore. Età consigliata: dai 7 anni


LABORATORIO PER SCUOLE

Sara Basta

Le Maschere dei Vivi per i Morti PROGETTO VINCITORE

della morte e del morire

laboratorio con un gruppo di adolescenti destinato alle scuole di Capannori e Lucca progetto Sara Basta video Daniele Spanò

Gli adolescenti, appena usciti dalla piena infanzia, ma ancora non entrati nell’età adulta, rappresentano il legame con una memoria viva del mondo immaginifico dell’infanzia e la tensione verso la razionalità propria della vita adulta. In questa fase di rapida trasformazione, che attraversa momenti poco lineari, densi di emozioni contrastanti, durante il laboratorio sarà affrontato il tema della morte, osservata come “passaggio” ad un altro stato della vita. Dopo una prima fase di ricerca sui differenti modi di ritualizzare la morte, verranno analizzate le moltissime tradizioni che associano al rito funebre la costruzione di maschere che accompagnano i rituali di transizione: il “viaggio dei morti”.

Le maschere realizzate saranno la rappresentazione della cultura di riferimento di ogni partecipante, rispecchieranno i gusti e gli interessi dei ragazzi e delle ragazze. Nello stesso tempo conterranno la memoria dei propri avi e di tutte le persone che si intende ricordare. Una volta terminate le maschere, verrà realizzata una performance con tutti i partecipanti. Tutti gli incontri saranno documentati con riprese audio/video.


Residenze di creazione 2019 9-21 SETTEMBRE

Dante Antonelli Atto di Adorazione PROGETTO VINCITORE

della morte e del morire

27 AGOSTO-6 SETTEMBRE / 28 NOVEMBRE-7 DICEMBRE

Stefano Questorio/ALDES LILA – A Symphony about Life and Death PROGETTO VINCITORE

della morte e del morire


RESIDENZA DI CREAZIONE

9-21 SETTEMBRE

Dante Antonelli

Atto di Adorazione PROGETTO VINCITORE

della morte e del morire

di Dante Antonelli | gruppo W.O.W. con Claudio Larena, Giovanni Onorato, Arianna

Pozzoli, Pietro Turano musica live set Mario Russo drammaturgia e regia Dante Antonelli ambiente scenico Francesco Tasselli costumi Vincenzo Verdesca collaborazione alla coreografia Salvo Lombardo consulenza per le arti marziali Antonio Ricci consulenza musicale Pierluigi Orlando si ringraziano Edoardo Camilletti, Euridilla Scarponi produzione Romaeuropa Festival, 369gradi

con il supporto di Associazione Culturale Dello Scompiglio - progetto vincitore del Bando Della morte e del morire | Residenza produttiva Carrozzerie n.o.t con il sostegno di Periferie Artistiche - Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio Settimo Cielo/Teatro di Arsoli, MiBACT Direzione Generale dello Spettacolo - Regione Lazio Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili in collaborazione con Associazione Spellbound foto di scena Piero Tauro foto Corrado Murlo video Francesco Tasselli

foto di Corrado Murlo

Quattro ventenni s’incontrano in un parco per sentirsi liberi da vincoli familiari e sociali. Il parco, nell’azione, diventa per loro foresta selvaggia e primitiva dove affrontare i propri traumi e legarsi agli altri in un patto d’amore e fratellanza. Tra parole, corpi, musica e danza, Atto di Adorazione, ispirato dalle opere dello scrittore Yukio Mishima, offre uno spaccato di gioventù contemporanea, che rivendica il proprio diritto di esistere oggi e domani. Coraggiosi, incoscienti e ambiziosi, pieni di contraddizioni e incompresi, incompiuti loro stessi in certo senso, sono i figli diretti dei giovani che ci ha voluto raccontare il poeta giapponese: lacerati e fragili, pieni di ferite inspiegabilmente profonde, sono disposti a tutto pur di vincere il dolore e vivere le loro vite, con lo slancio spirituale di chi può davvero cambiare forma al mondo come lo ha ereditato, morire per un’idea e per essa combattere con tutte le forze. Atto di Adorazione è una scrittura originale creata con l’idea che l’adorazione di qualcosa o di qualcuno e perfino di se stessi ci avvicini alla creazione più pura. Ogni gesto compiuto per il teatro è un atto di adorazione e, allo stesso tempo, ogni personaggio, ogni storia e ogni relazione sul palco affondano e prendono forma a partire da questa adorazione dell’altro e di sé, di sé nell’altro, dell’altro in sé.


Opere permanenti Cecilia Bertoni e Claire Guerrier con Carl G. Beukman Camera #3 2014

Francesca Banchelli

There is not a priori answer to this dilemma (The Dolphin Hotel) 2012

F.Marquespenteado In sosta 2014

Ettore Favini e Antonio Rovaldi W18S 2012


Il Cimitero della Memoria a cura di Angel Moya Garcia con Cecilia Bertoni 2010

Valentina Vetturi Un Esilio 2011

Cecilia Bertoni con Carl G. Beukman L’Attesa 2010

Alfredo Pirri

Arie per lo Scompiglio 2009

La visita alle opere permanenti Dello Scompiglio è possibile negli orari di apertura dello SPE e negli orari di apertura dell’ufficio. Si raccomanda vivamente la prenotazione. La visita è soggetta alle condizioni climatiche.


Informazioni Biglietti spettacoli e performance ingresso concerti e performance: € 17,00 - 15,00 - 10,00 ingresso esposizioni/opere permanenti: € 5,00

Orari mostre e libreria - SPE

RIAPERTURA SPE, GIOVEDÌ 29 AGOSTO AGOSTO-SETTEMBRE

dal giovedì alla domenica, ore 15.00-19.00 oppure su appuntamento OTTOBRE-DICEMBRE

intero: € 7,00 ridotto bambini 3-12 anni, over 65: € 5,00

dal giovedì alla domenica, ore 14.00-18.00 oppure su appuntamento nei giorni di spettacolo gli spazi sono aperti fino a mezz’ora dopo il termine degli eventi

Manifestazioni a ingresso libero

Visite alle opere permanenti

Biglietti Rassegna Teatro Ragazzi

finissage 22 settembre installazioni: Sanctum di Levi van Veluw e Riderless Horse di Avelino Sala in occasione del finissage è visitabile l’installazione Camera #5 di Cecilia Bertoni prorogata fino al 22 dicembre 12 ottobre XV Giornata del Contemporaneo inaugurazione installazione After/Dopo di Effetto Larsen

finissage 22 dicembre video Diamanti di Miriam Gili e installazione Camera #5 di Cecilia Bertoni la programmazione potrebbe subire variazioni informazioni complete e aggiornamenti su programmi e orari

delloscompiglio.org

Aggiornamenti, dettagli e durata dei percorsi: delloscompiglio.org La visita alle opere permanenti Dello Scompiglio è possibile negli orari di apertura dello SPE e negli orari di apertura dell’ufficio. Si raccomanda vivamente la prenotazione. La visita è soggetta alle condizioni climatiche. Dettagli e durata dei percorsi: delloscompiglio.org Nella giornata scelta per la visita, prenotando il cestino alla Cucina Dello Scompiglio, è possibile fare un picnic negli spazi esterni della Tenuta, con l’opportunità di creare un proprio itinerario che si snoda fra le opere e il contesto naturale per cui sono state ideate

per le manifestazioni all’aperto alla Tenuta Dello Scompiglio sono consigliate calzature sportive non sono ammessi cani


Informazioni e prenotazioni

SPE - Spazio Performatico ed Espositivo biglietteria: dal giovedì alla domenica, in orario d’apertura +39 0583 971125 biglietteria@delloscompiglio.org Associazione Culturale Dello Scompiglio ufficio: lunedì-venerdì, ore 9.00-17.30 +39 0583 971475 +39 338 7884145 info.ac@delloscompiglio.org

Cucina Dello Scompiglio

Situata subito fuori le mura della Tenuta, la Cucina sarà sempre aperta nei giorni di spettacolo dando la possibilità di pranzare, fare merenda, prendere l’aperitivo o cenare nei suoi spazi interni ed esterni. informazioni e prenotazioni: +39 0583 971473 cucina@delloscompiglio.org

Associazione Culturale Dello Scompiglio

Giuria del Bando Della morte e del morire Cecilia Bertoni Presidente della giuria, direttrice artistica e membro fondatore dell’Associazione, ideatrice del Progetto Dello Scompiglio Michela Giovannelli Membro fondatore dell’Associazione e amministratrice Marialucia Carones Membro fondatore dell’Associazione e responsabile della sezione dedicata ai bambini Angel Moya Garcia Co-direttore per le arti visive dell’Associazione Antonio Caggiano Direttore artistico per l’attività musicale dell’Associazione Segreteria organizzativa, progetto ragazzi e bambini Salvina Rosso Elisa Di Meo Addetta stampa Angelica D’Agliano

Consulenza Ufficio Stampa Giovanna Mazzarella Progettazione grafica Alessandra Mezzetti Direzione tecnica Paolo Morelli Staff tecnico Alice Mollica Chiara Nardi

Stampato su carta ecologica Symbol Freelife Satin delle Cartiere Fedrigoni StampatoFSC su carta ecologica Symbol Freelife Satin, Cartiere Fedrigoni certificata

Biglietteria Maria Ilaria Panuccio Giulia Bonito Traduzioni Maria Ilaria Panuccio Flavia Watts


Te r r a e F o r e s t a , C u l t u r a , C u c i n a

Impulso > dare spazio ad una cultura dove i sensi, l’istinto e l’incontro fra artisti, pubblico, natura, coltura siano stimolati, eccitati, riempiti, svuotati... dove in mezzo al pubblico ci si possa sentire forse un po’ più individui

Associazione Culturale Dello Scompiglio direttrice artistica Cecilia Bertoni +39 0583 971475 +39 338 7884145 info.ac@delloscompiglio.org

SPE - Spazio Performatico ed Espositivo +39 0583 971125 biglietteria@delloscompiglio.org via di Vorno, 67 55012 Vorno, Capannori (LU) Comune di Capannori

delloscompiglio.org


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.