Rassegna stampa - Trilogia dell'Assenza e mostra Pablo Rubio

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Rassegna stampa

Trilogia dell’Assenza Tesorino, perché hai perso? | Riflessi in bianco e nero | Kind of Blue un progetto di Cecilia Bertoni

Estados indefinidos para una existencia mostra personale di Pablo Rubio, a cura di Antonio Arévalo

Prima/ inaugurazione 18 maggio 2013 SPE – Spazio Performatico ed Espositivo Tenuta Dello Scompiglio, Vorno (Lucca)


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Teatro 18, 19, 25, 26, 31 maggio 1 e 2 giugno TRILOGIA DELL’ASSENZA

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musicale mediterranea interpretati dal vivo da Antonello Paliotti Quartet, accompagnano il percorso di conoscenza di Colapesce. PISTOIA fino all'11 maggio TEATRI DI CONFINE

Tenuta dello Scompiglio via di Vorno, 67 - Capannori ) 0583.971475 www.delloscompiglio.org La Trilogia dell'assenza comprende tre performance che affrontano il tema del perdere e del vincere e della loro relazione con il tempo in tutte le sue dinamiche reali e non. La questione è affrontata da prospettive diverse e sviluppata in spazi e luoghi diversi della Tenuta dello Scompiglio. PISA 9 maggio ore 21 PICCOLA CONFERENZA SULLA COMICITÀ N. 3 La Città del Teatro via Tosco Romagnola, 656 - Cascina ) 050.744400 - www.lacittadelteatro.it Con Katia Beni, Anna Meacci e gli allievi del laboratorio Comici Senza Frontiere. 10 maggio ore 21 LISCIAMI Capire tutto in una notte La Città del Teatro via Tosco Romagnola, 656 - Cascina ) 050.744400 - www.lacittadelteatro.it Andrea Kaemmerle e i Gatti Mézzi in omaggio staordinariamente comico alla cultura popolare di feste patronali e sagre. 11 maggio ore 21 LA LEGGENDA DI COLAPESCE Teatro Verdi via Palestro, 40 ) 050.941111 - www.teatrodipisa.pi.it I ritmi della tarantella e della tradizione

) 0573.991609 - www.fts.toscana.it Teatri di confine sbarca anche a Pistoia. Il 3/5 alle 21.15 Dies irae - 5 episodi intorno alla fine della specie al Piccolo Teatro Bolognini, creazione collettiva del Teatro Sotterraneo; il 10 e 11/5 alle 18 e alle 21.15 Marosgelo a Villa di Scornio, spettacolo tratto da da Tre sorelle di Anton Cechov per l'adattamento e la regia Renata Palminiello. 18 maggio ore 21 PINOCCHIO. IL MUSICAL Nuovo Teatro Verdi viale Verdi, 45 - Montecatini Terme ) 0572.78903 www.teatroverdimontecatini.it PRATO 3 e 4 maggio ore 21 | 5 maggio ore 16 SADE: OPUS CONTRA NATURAM Teatro Fabbricone via Targetti, 10 ) 0574.608501 - www.metastasio.net Sade: opus contra naturam conclude un ciclo di cinque spettacoli che Enrico Frattaroli ha dedicato, dal 2002 al 2007, all’opera del Marchese de Sade. Spettacolo vietato ai minori di 18 anni. 10 e 11 maggio ore 21 | 12 maggio ore 16 MEMORIE DI UNA SCHIAVA Teatro Metastasio via Cairoli, 59 ) 0574.608531 - www.metastasio.it Spettacolo tratto dal romanzo della scrittrice sudafricana bianca Wilma Stockenstrom che racconta le memorie di una schiava.

MAGGIO 2013 FIRENZE dal 1 maggio al 2 giugno INCANTO Istituto Ernesto De Martino Villa San Lorenzo al Prato via Scardassieri, 47 - Sesto Fiorentino www.iedm.it Il 1/5 anteprima con la tradizionale Festa del 1° Maggio con pranzo popolare e a seguire canti e musiche. Il 24/5 alle 21.15 Peppe Voltarelli in un racconto in musica tra nuove canzoni, canti tradizionali e omaggi d’autore. Il 25/5 alle 21.15 tappa delle Stazioni Lunari con Ginevra Di Marco in Canto e libertà. Il 1/6 alle 21.15 i Malasuerte feat. Angelo “Sigaro” Conti della Banda Bassotti e il 2/6 alle 17 concerto di Giovanna Marini.

Concerti

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ne con un summit degli stati generali del reggae toscano. venerdì 3 maggio ore 22.30 L'ORSO Tender via Alamanni, 4 www.tenderclub.it Sapore del passato con la consapevolezza del presente. sabato 4 maggio ore 20.45 FRANCESCO DE GREGORI Teatro Verdi via Ghibellina, 99 www.bitconcerti.it e 45/40/35/26/20 Un artista che, come pochi, è in grado di stabilire una simbiosi empatica con la gente.

giovedì 2 maggio ore 22.30 MARIA ANTONIETTA Tender via Alamanni, 4 www.tenderclub.it Una lolita rock che canta di festini, ormoni e ragazzotti con tutta l'ansia di vivere di una generazione.

sabato 4 maggio ore 21.30 APPINO Auditorium Flog via Mercati, 24/b www.flog.it e 10/8 Il nuovo progetto del frontman del gruppo toscano Zen Circus. Con lui sul palco Giulio Ragno Favero e Franz Valente del Teatro degli Orrori ed Enzo Moretto dei A Toys Orchestra.

venerdì 3 maggio ore 21.30 JAKA & MICHELANGELO BUONARROTI BAND + CHISCO KG MAN + SPECIAL GUESTS Auditorium Flog via Mercati, 24/b www.flog.it e 7/5 Serata finale delle Vibranite della stagio-

sabato 4 maggio ore 22 LO STATO SOCIALE Palazzo delle Esposizioni piazza Guido Guerra, 13 - Empoli www.lostatosociale.it La rivelazione della scorsa stagione. Folle lucidità che inquadra una generazione.


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12 maggio 2013

LUCCA. Estados indefinidos para una existencia Una mostra personale di Pablo Rubio, a cura di Antonio Arévalo dal 18 maggio 2013

Riflessi in Bianco e nero- Cimitero della memoria Sabato 18 maggio porte aperte alla Tenuta Dello Scompiglio di Vorno (Lucca) dalle 11.00 alle 23.00: una giornata dedicata alle arti performatiche e visive celebra il completamento di otto anni di attività dell’omonima Associazione Culturale diretta dalla performer e regista Cecilia Bertoni, autrice della “Trilogia dell’Assenza” presentata a partire dalle ore 15.45 negli spazi esterni della Tenuta e nello Spazio Performatico ed Espositivo, SPE. Le performance che compongono la “Trilogia” - “Tesorino, perché hai perso?”, “Riflessi in bianco e nero”, “Kind of Blue” - e affrontano e si impigliano nel tema del perdere e del vincere, della sua relazione col tempo in tutte le sue dinamiche, reali e non, si replicano fino al 2 giugno dal venerdì alla domenica. La “Trilogia” intreccia il suo cammino con la mostra “Estados indefinidos para una existencia” dell’artista spagnolo Pablo Rubio, curata da Antonio Arévalo, che si inaugura nello stesso giorno nello Spazio Espositivo alle ore 11.00 e prosegue fino al 28 luglio. Entrambi i progetti, strettamente interrelati, si interrogano sul tempo passato e presente, indagando sulle finzioni dei ricordi e sulla solitudine dell’individuo. La “Trilogia dell’Assenza” chiude un percorso iniziato nel 2005 con la realizzazione di “Tesorino, perché hai perso?” e inaugura una nuova stagione di scambio tra spazi interni ed esterni, nella Tenuta Dello Scompiglio. Le tre performance parlano, ognuna a proprio modo, di come l’individuo viva il quotidiano, sommerso di ricordi reali o immaginari, di esperienze vissute o fantasticate e di incontri concreti o ideati, indagando su un’intimità che non è in grado di discernere se il passato è una concatenazione di eventi oppure se viene trasformato, alterato o manipolato per definire una propria identità presente. In ciascuna delle parti che compongono la “Trilogia” cambiano la relazione tra attori e spettatori e il mezzo usato: nella prima la relazione è frontale; nella seconda, un percorso all’aperto in quattro tappe fra azioni e installazioni, pubblico e performer talvolta si mischiano; nella terza si ribalta la relazione iniziale e il pubblico è su un’impalcatura, circondato da un’installazione video, con una torretta e un astronauta dal vivo in scena. “Tesorino, perché hai perso?” è una composizione di Cecilia Bertoni, Carl G. Beukman, Serge Cartellier, Claire Guerrier, Saskia Mees con Cecilia Bertoni e Serge Cartellier, diretti da Claire Guerrier che nasce e si sviluppa intorno all’assurdità ironica del vincere e del perdere, a come l’uno o l’altro condizionino esageratamente la stima che abbiamo di noi stessi e l’idea del successo nella nostra cultura. Due artisti-pattinatori, non più giovani e non più al culmine del successo, si stanno preparando al grande rientro. Devono vincere, oppure no? Si può, in verità, affermare che non importa se si vince o se si perde? Si può veramente rinunciare alla vittoria? La tentazione è grande; si sa che il momento del trionfo è delizioso. E se invece perdessero, cosa succederebbe? Ricordi e immagini dei ricordi si mescolano in un


del trionfo è delizioso. E se invece perdessero, cosa succederebbe? Ricordi e immagini dei ricordi si mescolano in un impasto dei tempi. “Riflessi in bianco e nero”, ideato e diretto da Cecilia Bertoni con musiche e suoni di Carl G. Beukman, è una performance itinerante divisa in quattro tappe: L’Attesa, La Perdita, Il Cimitero della Memoria (mostra collettiva), Il Funerale del Tempo. La performance si snoda su un itinerario che conduce dalla terra all’acqua, dalla sospensione aerea alla concretezza di una buca che sprofonda nel terreno, concentrandosi sulla perdita, sul tempo e sulla memoria. Nella terza tappa dell’itinerario i performer interagiscono con un’installazione realizzata da otto artisti le cui opere, create individualmente, disegnano un cimitero, un memoriale tra i pilastri di cemento che una volta sorreggevano un vigneto. Il percorso tra le tappe è segnato da musica, suoni e testi in forma di installazioni sonore. In “Kind of Blue”, infine, ideato e diretto da Cecilia Bertoni con Mauro Carulli in scena e musiche e suoni di Carl G. Beukman, gli interpreti delle prime due parti diventano i soggetti di un film in cui raccontano i loro segreti e i loro corpi visti come case imperfette. In un sala sotterranea, lo spettatore è su un’impalcatura circondato da un’istallazione video, mentre in scena, dal vivo, c’è una torretta con un astronauta che non sa più discernere fra ciò che è vero e ciò che è finto, personaggi reali e non, presente e passato, concretezza e immaginazione. Interventi visivi e sonori ispirati alla performance e uno dei video di “Kind of Blue”, disseminati nei diversi spazi dello SPE, accompagnano il pubblico nel corso della giornata. Da giugno i cortometraggi contenuti in “Kind of Blue” diventeranno, inoltre, un'opera a sé stante come video e video installazione. La “Trilogia dell’Assenza” dialoga e si confronta con la mostra “Estados indefinidos para una existencia” di Pablo Rubio (Cordoba, 1974), a cura di Antonio Arévalo, nello SPE Interrogandosi sugli stati indefiniti dei ricordi nella conformazione della propria identità, l’artista propone una grande installazione che rappresenta la memoria di coloro che hanno lasciato un segno del loro passaggio nel mondo attraverso leggere tracce sbiadite, ombre illusorie, luoghi sotterranei e ritratti anonimi; Rubio infatti utilizza oggetti a loro appartenuti - lettere, vestiti, chiavi e più in generale i segni tangibili - per creare un “trattato” sugli “Stati indefiniti per un’esistenza”. L’intera esposizione è un lavoro intimista che mira a costruire uno spazio sacro, individuale e collettivo, un non-luogo mentale e simbolico, che ha bisogno di sguardi che lo abitino, lo occupino fino a farlo riapparire, una sorta di palinsesto che rivive attraverso tracce e brandelli di memoria. “Estados indefinidos para una existencia” e la “Trilogia dell’Assenza”, si interrogano sul tempo passato e presente, indagano sulle finzioni dei ricordi, accennano alla sfuggevolezza delle esperienze e ci spingono a rimanere in attesa davanti a un silenzio che nessuno potrà mai infrangere. Il dialogo fra il linguaggio di Pablo Rubio e Cecilia Bertoni nasce già al Cimitero della Memoria, parte della performance Riflessi in Bianco e Nero, con una libreria di ricordi in cui la parola scritta si amalgama e si fonde fino a perdersi, bruciata, sotto la terra. Fino al 28 luglio dal giovedì alla domenica dalle 14.00 alle 18.00, o su appuntamento, e nei giorni di apertura serale dalle ore 14.00 fino a 30 minuti dopo il termine degli spettacoli. La “Trilogia” dà il via a un percorso fra spazi diversi – interni, esterni e sotterranei - della Tenuta; un percorso culturale e sensoriale nel quale le persone sono invitare a passeggiare, osservare, partecipare in modi diversi alla performance e degustare creazioni gastronomiche del tutto inedite. Tracce della “Trilogia” sono, infatti, reperibili anche nelle proposte della Cucina Dello Scompiglio, subito fuori le mura perimetrali della Tenuta, che sabato 18 maggio offre fino a sera aperitivi, spuntini e menù speciali dedicati, insieme al nuovo vino “Lavandaia, Madre 2010”, prodotto negli antichi vigneti Dello Scompiglio, disponibile in edizione limitata con etichetta realizzata da Pablo Rubio. A partire dal 18 maggio nel mezzanino dello SPE è inoltre visibile una installazione composta da fotografie, immagini e tracce della “Trilogia” e sono anche disponibili i quattro libri con gli appunti di Cecilia Bertoni sulla realizzazione delle performance, oltre al catalogo delle opere ospitate nella mostra collettiva “Il Cimitero della Memoria”, parte integrante di “Riflessi in Bianco e Nero”. Si inaugura così dal 18 maggio un ciclo di programmazione che si svilupperà da giugno a settembre 2013, durante il quale artisti che hanno già realizzato e mostrato il loro lavoro negli spazi esterni della Tenuta potranno completare il loro intervento elaborandone una fase all'interno, o viceversa, contribuendo così a una visione totalmente soggettiva Dello Scompiglio. Calendario programmazione Le performance della “Trilogia” proseguono fino al 2 giugno dal venerdì alla domenica: il venerdì dalle ore 17,30 si presenta “Riflessi in bianco e nero” all’esterno e “Kind of Blue” nello SPE, con ingresso limitato a 20 persone. Il sabato e la domenica dalle ore 15,45 è possibile invece assistere a tutta la “Trilogia dell’Assenza” nella giornata: “Tesorino, perché hai perso?”, con ingresso non soggetto a prenotazione e le altre due performance, sempre con accesso limitato a 20 persone. Sabato 18 maggio debutto (anteprima venerdì 17 maggio)


Sabato 18 maggio debutto (anteprima venerdì 17 maggio) Repliche: 19, 24, 25, 26, 31 maggio; 1 e 2 giugno Il Progetto Dello Scompiglio ideato e diretto da Cecilia Bertoni, prende vita nella omonima Tenuta, situata alle porte di Lucca, sulle colline di Vorno; una realtà in cui le attività legate alle arti visive e performatiche negli spazi interni ed esterni e il dialogo e le attività con la terra, con il bosco, con la fauna, con l’elemento architettonico contribuiscono a una ricerca di cultura. Ogni scelta relativa al Progetto è perciò valutata in relazione alla propria sostenibilità ambientale, attraverso forme di interazione e di responsabilità. All'interno della Tenuta Dello Scompiglio, accanto all'Azienda Agricola e all'Osteria, opera l'omonima Associazione Culturale. L'Associazione dal 2007 crea, produce e ospita spettacoli, concerti, mostre, installazioni; realizza residenze di artisti, laboratori, corsi e workshop; organizza e propone itinerari performatici all’aperto, visite guidate, lezioni Metodo Feldenkrais®; gestisce lo Spazio Performatico ed Espositivo (SPE). Una particolare attenzione è dedicata infine alle attività culturali per bambini e ragazzi, con rassegne teatrali, laboratori e campi estivi. Info e prenotazioni Biglietteria dello SPE:dal giovedì alla domenica dalle ore 14.00 |tel.0583 971125 |biglietteria@delloscompiglio.org Associazione Culturale Dello Scompiglio: Via di Vorno, 67 - Vorno (LU) |tel.0583971475| info.ac@delloscompiglio.org Ufficio stampa Tenuta Dello Scompiglio Angelica D'Agliano | 339 8077411 | angelica@delloscompiglio.org Consulenza di Giovanna Mazzarella | 348 3805201 | giomazzarella@gmail.com www.delloscompiglio.org

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Ven 17 Maggio 2013 - 13 29

Teatro Capannori

Tenuta Dello Scompiglio: “Trilogia dell’Assenza” e la mostra “Estados indefinidos para una existencia” Sabato 18 maggio

15/05/2013 - 19:20 Sabato 18 maggio porte aperte alla Tenuta Dello Scompiglio di Vorno (Lucca) dalle 11.00 alle 23.00: una giornata dedicata alle arti performatiche e visive celebra il completamento di otto anni di attività dell’omonima Associazione Culturale diretta dalla performer e regista Cecilia Bertoni, autrice della “Trilogia dell’Assenza” presentata a partire dalle ore 15.45 negli spazi esterni della Tenuta e nello Spazio Performatico ed Espositivo, SPE. Le performance che compongono la “Trilogia” “Tesorino, perché hai perso?”, “Riflessi in bianco e nero”, “Kind of Blue” - e affrontano e si impigliano nel tema del perdere e del vincere, della sua relazione col tempo in tutte le sue dinamiche, reali e non, si replicano fino al 2 giugno dal venerdì alla domenica. La “Trilogia” intreccia il suo cammino con la mostra “Estados indefinidos para una existencia” dell’artista spagnolo Pablo Rubio, curata da Antonio Arévalo, che si inaugura nello stesso giorno nello Spazio Espositivo alle ore 11.00 e prosegue fino al 28 luglio. Entrambi i progetti, strettamente interrelati, si interrogano sul tempo passato e presente, indagando sulle finzioni dei ricordi e sulla solitudine dell’individuo. La “Trilogia dell’Assenza” chiude un percorso iniziato nel 2005 con la realizzazione di “Tesorino, perché hai perso?” e inaugura una nuova stagione di scambio tra spazi interni ed esterni, nella Tenuta Dello Scompiglio. Le tre performance parlano, ognuna a proprio modo, di come l’individuo viva il quotidiano, sommerso di ricordi reali o immaginari, di esperienze vissute o fantasticate e di incontri concreti o ideati, indagando su un’intimità che non è in grado di discernere se il passato è una concatenazione di eventi oppure se viene trasformato, alterato o manipolato per definire una propria identità presente. In ciascuna delle parti che compongono la “Trilogia” cambiano la relazione tra attori e spettatori e il mezzo usato: nella prima la relazione è frontale; nella seconda, un percorso all’aperto in quattro tappe fra azioni e installazioni, pubblico e performer talvolta si mischiano; nella terza si ribalta la relazione iniziale e il pubblico è su un’impalcatura, circondato da un’installazione video, con una torretta e un astronauta dal vivo in scena. “Tesorino, perché hai perso?” è una composizione di Cecilia Bertoni, Carl G. Beukman, Serge Cartellier, Claire Guerrier, Saskia Mees con Cecilia Bertoni e Serge Cartellier, diretti da Claire Guerrier che nasce e si sviluppa intorno all’assurdità ironica del vincere e del perdere, a come l’uno o l’altro condizionino esageratamente la stima che abbiamo di noi stessi e l’idea del successo nella nostra cultura. Due artisti-pattinatori, non più giovani e non più al culmine del successo, si stanno preparando al grande rientro. Devono vincere, oppure no? Si può, in verità, affermare che non importa se si vince o se si perde? Si può veramente rinunciare alla vittoria? La tentazione è grande; si sa che il momento del trionfo è delizioso. E se invece perdessero, cosa succederebbe? Ricordi e immagini dei ricordi si mescolano in un impasto dei tempi. “Riflessi in bianco e nero”, ideato e diretto da Cecilia Bertoni con musiche e suoni di Carl G. Beukman, è una performance itinerante divisa in quattro tappe: L’Attesa, La Perdita, Il Cimitero della Memoria (mostra collettiva), Il Funerale del Tempo. La performance si snoda su un itinerario che conduce dalla terra all’acqua, dalla sospensione aerea alla concretezza di una buca che sprofonda nel terreno, concentrandosi sulla perdita, sul tempo e sulla memoria. Nella terza tappa dell’itinerario i performer interagiscono con un’installazione realizzata da otto artisti le cui opere, create individualmente, disegnano un cimitero, un memoriale tra i pilastri di cemento che una volta sorreggevano un vigneto. Il percorso tra le tappe è segnato da musica, suoni e testi in forma di installazioni sonore. In “Kind of Blue”, infine, ideato e diretto da Cecilia Bertoni con Mauro Carulli in scena e musiche e suoni di Carl G. Beukman, gli interpreti delle prime due parti diventano i soggetti di un film in cui raccontano i loro segreti e i loro corpi visti come case imperfette. In un sala sotterranea, lo spettatore è su un’impalcatura circondato da un’istallazione video, mentre in scena, dal vivo, c’è una torretta con un astronauta che non sa più discernere fra ciò che è vero e ciò che è finto, personaggi reali e non, presente e passato, concretezza e immaginazione. Interventi visivi e sonori ispirati alla performance e uno dei video di “Kind of Blue”, disseminati nei diversi spazi dello SPE, accompagnano il pubblico nel corso della giornata. Da giugno i


cortometraggi contenuti in “Kind of Blue” diventeranno, inoltre, un'opera a sé stante come video e video installazione. La “Trilogia dell’Assenza” dialoga e si confronta con la mostra “Estados indefinidos para una existencia” di Pablo Rubio (Cordoba, 1974), a cura di Antonio Arévalo, nello SPE Interrogandosi sugli stati indefiniti dei ricordi nella conformazione della propria identità, l’artista propone una grande installazione che rappresenta la memoria di coloro che hanno lasciato un segno del loro passaggio nel mondo attraverso leggere tracce sbiadite, ombre illusorie, luoghi sotterranei e ritratti anonimi; Rubio infatti utilizza oggetti a loro appartenuti lettere, vestiti, chiavi e più in generale i segni tangibili - per creare un “trattato” sugli “Stati indefiniti per un’esistenza”. L’intera esposizione è un lavoro intimista che mira a costruire uno spazio sacro, individuale e collettivo, un non-luogo mentale e simbolico, che ha bisogno di sguardi che lo abitino, lo occupino fino a farlo riapparire, una sorta di palinsesto che rivive attraverso tracce e brandelli di memoria. “Estados indefinidos para una existencia” e la “Trilogia dell’Assenza”, si interrogano sul tempo passato e presente, indagano sulle finzioni dei ricordi, accennano alla sfuggevolezza delle esperienze e ci spingono a rimanere in attesa davanti a un silenzio che nessuno potrà mai infrangere. Il dialogo fra il linguaggio di Pablo Rubio e Cecilia Bertoni nasce già al Cimitero della Memoria, parte della performance Riflessi in Bianco e Nero, con una libreria di ricordi in cui la parola scritta si amalgama e si fonde fino a perdersi, bruciata, sotto la terra. Fino al 28 luglio dal giovedì alla domenica dalle 14.00 alle 18.00, o su appuntamento, e nei giorni di apertura serale dalle ore 14.00 fino a 30 minuti dopo il termine degli spettacoli. La “Trilogia” dà il via a un percorso fra spazi diversi – interni, esterni e sotterranei - della Tenuta; un percorso culturale e sensoriale nel quale le persone sono invitare a passeggiare, osservare, partecipare in modi diversi alla performance e degustare creazioni gastronomiche del tutto inedite. Tracce della “Trilogia” sono, infatti, reperibili anche nelle proposte della Cucina Dello Scompiglio, subito fuori le mura perimetrali della Tenuta, che sabato 18 maggio offre fino a sera aperitivi, spuntini e menù speciali dedicati, insieme al nuovo vino “Lavandaia, Madre 2010”, prodotto negli antichi vigneti Dello Scompiglio, disponibile in edizione limitata con etichetta realizzata da Pablo Rubio. A partire dal 18 maggio nel mezzanino dello SPE è inoltre visibile una installazione composta da fotografie, immagini e tracce della “Trilogia” e sono anche disponibili i quattro libri con gli appunti di Cecilia Bertoni sulla realizzazione delle performance, oltre al catalogo delle opere ospitate nella mostra collettiva “Il Cimitero della Memoria”, parte integrante di “Riflessi in Bianco e Nero”. Si inaugura così dal 18 maggio un ciclo di programmazione che si svilupperà da giugno a settembre 2013, durante il quale artisti che hanno già realizzato e mostrato il loro lavoro negli spazi esterni della Tenuta potranno completare il loro intervento elaborandone una fase all'interno, o viceversa, contribuendo così a una visione totalmente soggettiva Dello Scompiglio. Calendario programmazione Le performance della “Trilogia” proseguono fino al 2 giugno dal venerdì alla domenica: il venerdì dalle ore 17,30 si presenta “Riflessi in bianco e nero” all’esterno e “Kind of Blue” nello SPE, con ingresso limitato a 20 persone. Il sabato e la domenica dalle ore 15,45 è possibile invece assistere a tutta la “Trilogia dell’Assenza” nella giornata: “Tesorino, perché hai perso?”, con ingresso non soggetto a prenotazione e le altre due performance, sempre con accesso limitato a 20 persone. Sabato 18 maggio debutto (anteprima venerdì 17 maggio) Repliche: 19, 24, 25, 26, 31 maggio; 1 e 2 giugno Il Progetto Dello Scompiglio ideato e diretto da Cecilia Bertoni, prende vita nella omonima Tenuta, situata alle porte di Lucca, sulle colline di Vorno; una realtà in cui le attività legate alle arti visive e performatiche negli spazi interni ed esterni e il dialogo e le attività con la terra, con il bosco, con la fauna, con l’elemento architettonico contribuiscono a una ricerca di cultura. Ogni scelta relativa al Progetto è perciò valutata in relazione alla propria sostenibilità ambientale, attraverso forme di interazione e di responsabilità. All'interno della Tenuta Dello Scompiglio, accanto all'Azienda Agricola e all'Osteria, opera l'omonima Associazione Culturale. L'Associazione dal 2007 crea, produce e ospita spettacoli, concerti, mostre, installazioni; realizza residenze di artisti, laboratori, corsi e workshop; organizza e propone itinerari performatici all’aperto, visite guidate, lezioni Metodo Feldenkrais®; gestisce lo Spazio Performatico ed Espositivo (SPE). Una particolare attenzione è dedicata infine alle attività culturali per bambini e ragazzi, con rassegne teatrali, laboratori e campi estivi. Per informazioni e prenotazioni: Biglietteria dello SPE:dal giovedì alla domenica dalle ore 14.00 | tel. 0583.97 11 25 | biglietteria@delloscompiglio.org Associazione Culturale Dello Scompiglio: Via di Vorno, 67 - Vorno (LU) | tel. 0583.97 14


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Sabato 18 maggio giornata dedicata alle arti performatiche Accade alla Tenuta Dello Scompiglio di Vorno (Lucca) di com - 16 maggio 2013 17:57 fonte ilVelino/AGV NEWS

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La Tenuta Dello Scompiglio di Vorno (Lucca) apre le porte dalle 11 alle 23 di sabato 18 maggio per una giornata, che celebra il completamento di otto anni di attività dell’omonima Associazione Culturale, dedicata alle arti performatiche e visive con due progetti artistici, strettamente interrelati, che si interrogano sul tempo passato e presente, indagando sulle finzioni dei ricordi e sulla solitudine dell’individuo. Dalle ore 15.45 negli spazi esterni e interni della Tenuta e nello Spazio Performatico, vengono presentate tre performance che compongono la “Trilogia dell’Assenza”: “Tesorino, perché hai perso?”, “Riflessi in Bianco e Nero”, “Kind of Blu” - dirette dalla performer e regista Cecilia Bertoni, anche ideatrice dell’intero Progetto della Tenuta, che affrontano il tema del perdere e del vincere, della sua relazione col tempo in tutte le sue dinamiche, reali e non. Repliche fino al 2 giugno dal venerdì alla domenica. La “Trilogia” intreccia il suo cammino con la mostra dello spagnolo Pablo Rubio, a cura di Antonio Arévalo, che si interroga sugli stati indefiniti dei ricordi nella conformazione della identità personal, inaugurata alle ore 11.00 nello Spazio Espositivo. La “Trilogia dell’Assenza” e la mostra “Estados indefinidos para una existencia” si interrogano entrambi sul tempo passato e presente, indagano le finzioni dei ricordi e la solitudine dell’individuo, accennano a perdite e assenze che non possiamo intuire, alla impossibilità di trattenere gli attimi e spingono a rimanere in attesa davanti a un silenzio che nessuno potrà mai infrangere. Libri, sedie, percorsi, luci e ritratti conducono, con modalità diverse, verso un itinerario tortuoso, fisico e mentale, che da una prospettiva stabile e frontale porta a una consapevolezza scandita da soste, per ritornare alla chiusura definitiva in se stessi. Raggiunge cosi una nuova tappa il dialogo fra il linguaggio di Pablo Rubio e quello di Cecilia Bertoni, nato nel “Cimitero della Memoria”, parte della performance “Riflessi in Bianco e Nero”. Le performance che compongono la “Trilogia” compongono un percorso fra spazi diversi – interni, esterni e sotterranei - della Tenuta; un percorso culturale e sensoriale nel quale le persone sono invitare a passeggiare, osservare, partecipare in modi diversi alla performance. Parlano di come l’individuo viva il quotidiano sommerso di ricordi reali o immaginari, di esperienze vissute o fantasticate, di incontri concreti o ideati. Indagano su un’intimità che non è in grado di discernere se il passato è una concatenazione di eventi o se viene trasformato, alterato o manipolato, per definire una propria identità presente. La “Trilogia” chiude un cammino iniziato nel 2005 con la realizzazione di “Tesorino, perché hai perso?” e inaugura una nuova stagione di scambio tra spazi interni ed esterni, nella Tenuta Dello Scompiglio. La mostra “Estados indefinidos para una existencia” di Pablo Rubio costruisce un’ambientazione in cui le pagine, che trattengono i ricordi e conformano la memoria collettiva, si svincolano dal corpo della storia e precipitano irrimediabilmente verso il pavimento. Brandelli di un passato incontenibile, frammenti di memorie ormai scomparse, oggetti anonimi dimenticati; stati indefiniti che compongono una stratigrafia di segni che si sviluppano nello spazio come isole sospese in una completa solitudine. L’artista propone una grande installazione che rappresenta la memoria di coloro che hanno lasciato un segno del loro passaggio nel mondo attraverso leggere tracce sbiadite: oggetti a loro appartenuti - lettere, vestiti, chiavi e più in generale i segni tangibili – utilizzati per creare un “trattato” sugli “Stati indefiniti per un’esistenza”. Aperta fino al 18 luglio.

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GIOVEDÌ, 16 MAGGIO 2013

"La Trilogia dell'Assenza", ovvero una giornata di performance alla Tenuta dello Scompiglio 16-05-2013 / ARTE / STEFANO GIUNTINI

CAPANNORI (Lucca), 16 maggio - Una mostra di

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testi: Cecilia Bertoni, Mauro Carulli e i performer. Friedrich Nietzsche. costume: Rosanna Monti tecnica: Paolo Morelli e BAM costruzione scene: Cipriano Menchini, Paolo Morelli film in cucina e nei bagni: riprese, Mauro Carulli

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montaggio, Mauro carulli con Cecilia Bertoni film in green screen: riprese, montaggio e tecnica, BAM, Paolo Morelli una produzione Associazione Culturale Dello Scompiglio In Kind of Blue la regista crea dei ritratti video esplorando i performer, le registe e il musicista delle prime due parti della Trilogia come persone senza un ruolo, se non

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quello di essere sé medesimi. Raccontano dei loro segreti e dei loro corpi come case

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performance precedenti. Entriamo in un cast e la nostra storia, volenti o nolenti, si affianca a quella di altri individui. Creando altre storie. Mentre scorrono le immagini dell'installazione video, che avvolgono il pubblico seduto su un'impalcatura, dal vivo ci sono una torretta, e un astronauta, il quale vorrebbe vedere tutto da una specie di aldilà. E non sa più la differenza fra ciò che è vero e ciò che è finto, ciò che è concreto e ciò che è fittizzio, ciò che è incarnato e ciò che non lo è, ciò che è passato e ciò che è presente. Da giugno 2013 i cortometraggi di Kind of Blue diventeranno opera autonoma in forma di video e installazione video, in edizione limitata.

Tesorino, perché hai perso? una composizione di: Cecilia Bertoni, Carl G. Beukman Serge Cartellier, Claire Guerrier, Saskia Mees regia e video: Claire Guerrier performer: Cecilia Bertoni, Serge Cartellier suono e musica: Carl G. Beukman disegno luci: Pierre Montessuit scene e costumi: Cecilia Bertoni, Claire Guerrier video: Claire Guerrier audio e luci: Luca Telleschi e Paolo Morelli costruzione scene: Vincenzo Suriano e Cipriano Menchini ufficio stampa: Giovanna Mazzarella una produzione: Associazione Culturale Dello Scompiglio a cura di Michela Giovannelli "Descrizione di una strada senza uscita. Sono in due, oltre i quaranta anni, non più al culmine del successo.Hanno 50 minuti per prepararsi al grande rientro. Devono vincere. Oppure no? La tentazione è grande, il momento del trionfo delizioso. E se perdessero, cosa succederebbe? Due angeli cadono, direttamente in un tritacarne. Urla e frantumazione. Un'esalazione di paura. Giorno dopo giorno ci proveranno ancora, fino a che la morte non li redimerà. Un'installazione 'mobile', tragicomica, sul palcoscenico dove si seguono le immagini di due pattinatori sul ghiaccio, ma dove il ghiaccio non c'è più. Un corpo, solo sul ghiaccio, solo nella pioggia. Solo con il suo incubo di sconfitta.Cade nell'acqua mentre sogna di danzare sulla sua superficie. Qualcuno sta danzando sul ghiaccio: tracciando con solchi taglienti - come fosse il corso della sua vita - con macchie e graffi, cicatrici e ferite, quella superficie vasta e liscia. E le medaglie, le coppe e i premi che tremolano in lontananza. Sarà invece sconfitta? A chi importa? Chi osa? Noi 2 Atti quotidiani in un assurdo condominio Isolamento e simbiosi - separati e uniti da Radio Gogo che tutti ascoltiamo Negli atti abitudinari del risveglio ricordi - e immagini dei ricordi - si mescolano. Un impasto dei tempi. Il successo - essere amati L'insuccesso - essere rigettati diventano la nostra stessa voce interiore che ci commenta - senza tregua - come per tenerci a bada dalla spontanea azione del momento".

Riflessi in bianco e nero performance itinerante in quattro tappe all'Uccelliera L'Attesa

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al frassino La Perdita alla vigna abbandonata Il Cimitero della Memoria allo stagno Il Funerale del Tempo idea, regia e scene: Cecilia Bertoni suoni e musica: Carl Beukman con: Marialucia Carones, Serena Gatti, Marco Di Campli San Vito, Piero Leccese, Luigi Petrolini e Andrea, Angel, Cipriano, Deniel, Denny, Derox, Fausto, Francesco, Ilario, Lorenzo, Michele, Paolo Mostra collettiva: Davide Orlandi Dormino, Silvia Giambrone, Pablo Rubio, Chiara Scarfò, Gian Maria Tosatti, Barbara Uccelli, Enrico Vezzi, Claudia Zicari a cura di Angel Moya Garcia con Cecilia Bertoni testi: Cecilia Bertoni, Marialucia Carones, Serena Gatti citazioni da: Murakami Haruki, Friedrich Nietzsche, Harold Pinter e dai dizionari Garzanti e Sveva per il contributo ai dizionari si ringraziano: Barbara Goretti, francesca Banchelli. Lorenza Bertoni, Massimo Bottega, Susanne Braun, Chiara Camoni, Marco Di Campli San vito, Stefania Iattarelli, Gabriele Meschi, Carlo Montoli, Angel Moya Garcia, Andrea Pallotta, Patrizia Pozzoli, Stefania Restelli, Enrico Vezzi assistente alla regia: Alice Mollica tree climber: Paolo Carrara, Giorgio Grande costruzione scene: Vincenzo Suriano con Cipriano Menchini allestimento mostra: Cipriano Menchini e Paolo Carrara audio e tecnica: Paolo Morelli e Luca Telleschi una produzione Associazione Culturale Dello Scompiglio La fase di Riflessi in bianco e nero, in bilico fra l'installazione e l'azione, si concentra sul perdere, la perdita, i perdenti, il tempo e la memoria. L'itinerario in 4 tappe in luoghi molto diversi, si staglia su un percorso in discesa. La prima tappa, L'attesa, all'ombra dei lecci dell'Uccelliera orchestra in un'immagine i temi della performance. La seconda tappa, La perdita, si svolge su una piramide di terrazzamenti presso un enorme frassino: 3 uomini presenti ma distanti e 3 uomini assenti. Ai piedi dei terrazzamenti 2 buche, 2 donne che confidano al ventre della terra i loro segreti. Possiamo perdere solo quello che abbiamo. Finire di possedere la vita, il respiro, il tempo, la memoria la materia, le persone, i sensi... La terza tappa, Il Cimitero della Memoria, si sviluppa sul territorio di una vecchia vigna, i cui resti sono pilastri di cemento. Ricordi effimeri, simulacri, vuoti calpestabili, librerie di frammenti dimenticati, spazi privati, immagini incustodite, passaggi socchiusi, suoni che si dileguano nel tempo o luoghi mentali in bilico tra il passato e il presente dei performer e degli 8 artisti invitati a riflettere per elaborare una lettura soggettiva della memoria. La quarta tappa, Il Funerale del Tempo, si svolge allo stagno e si focalizza sulle dinamiche del tempo. Quello esteriore ci incatena a un percorso scandito con precisione dalla nascita alla morte. Quello interiore, fra memorie che ci riconducono nel passato e desideri che ci proiettano nel futuro, ci disorienta nel presente. Come il respiro, il tempo è sempre, comunque ed ovunque presente. Tutto il percorso è segnato dalla musica e dai suoni in forma di installazioni sonore. La Trilogia inaugurerà un ciclo di programmazione che si sviluppa da giugno a settembre 2013, durante il quale artisti che hanno già realizzato e mostrato il loro lavoro negli spazi esterni della Tenuta potranno completare il loro intervento elaborandone una fase all'interno, o viceversa, contribuendo così a una visione totalmente soggettiva Dello Scompiglio. Fra loro Pablo Rubio, Caterina Pecchioli, Perrine Mornay (con il Collectif Impatience), Piero Leccese, Yael Karavan, Mauro Carulli (con l'ensemble CaRma) Nel corso della giornata saranno anche consultabili e acquistabili le quattro riviste della “Trilogia dell’Assenza”, che contengono gli appunti di Cecilia Bertoni sulla realizzazione delle tre performance e il catalogo delle opere del Cimitero della Memoria. Sempre presso la Cucina Dello Scompiglio saranno disponibili aperitivi, spuntini, merende pranzo e cena ispirati alla “Trilogia dell’Assenza”.

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CULTURA Giovedì 16 Maggio, 2013 - 8:56 da pb

VORNO (LU) - Sabato 18 maggio porte aperte alla Tenuta Dello Scompiglio di Vorno (Lucca) dalle 11.00 alle 23.00: una giornata dedicata alle arti performatiche e visive celebra il completamento di otto anni di attività dell’omonima Associazione Culturale diretta dalla performer e regista Cecilia Bertoni, autrice della “Trilogia dell’Assenza” presentata a partire dalle ore 15.45 negli spazi esterni della Tenuta e nello Spazio Performatico ed Espositivo, SPE. Le performance che compongono la “Trilogia” - “Tesorino, perché hai perso?”, “Riflessi in bianco e nero”, “Kind of Blue” - affrontano e si impigliano nel tema del perdere e del vincere, della sua relazione col tempo in tutte le sue dinamiche, reali e non. La “Trilogia” intreccia il suo cammino con la mostra “Estados indefinidos para una existencia” dell’artista spagnolo Pablo Rubio, curata da Antonio Arévalo, che si inaugura nello stesso giorno nello Spazio Espositivo alle ore 11.00 e prosegue fino al 18 luglio. Entrambi i progetti, strettamente interrelati, si interrogano sul tempo passato e presente, indagando sulle finzioni dei ricordi e sulla solitudine dell’individuo.


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una existencia", dell'artista spagnolo Pablo Rubio, curata da Antonio Arévalo, che prosegue fino al 28 luglio. Entrambi i progetti, strettamente collegati, si interrogano sul tempo passato e presente, indagando sulle finzioni dei ricordi e sulla solitudine dell'individuo.

beghe

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Un'esalazione di paura. Giorno dopo giorno ci proveranno ancora, fino a che la morte non li redimerà. Un'installazione 'mobile', tragicomica, sul palcoscenico dove si seguono le immagini di due pattinatori sul ghiaccio, ma dove il ghiaccio non c'è più. Un corpo, solo sul ghiaccio, solo nella pioggia. Solo con il suo incubo di sconfitta.Cade nell'acqua mentre sogna di danzare sulla sua superficie. Qualcuno sta danzando sul ghiaccio: tracciando con solchi taglienti - come fosse il corso della sua vita - con macchie e graffi, cicatrici e ferite, quella superficie vasta e liscia. E le medaglie, le coppe e i premi che tremolano in lontananza. Sarà invece sconfitta? A chi importa? Chi osa? Noi 2 Atti quotidiani in un assurdo condominio Isolamento e simbiosi separati e uniti da Radio Gogo che tutti ascoltiamo Negli atti abitudinari del risveglio ricordi - e immagini dei ricordi - si mescolano. Un impasto dei tempi. Il successo - essere amati L'insuccesso - essere rigettati diventano la nostra stessa voce interiore che ci commenta - senza tregua - come per tenerci a bada dalla spontanea azione del momento".

Riflessi in bianco e nero performance itinerante in quattro tappe all'Uccelliera L'Attesa al frassino La Perdita alla vigna abbandonata Il Cimitero della Memoria allo stagno Il Funerale del Tempo idea, regia e scene: Cecilia Bertoni suoni e musica: Carl Beukman con: Marialucia Carones, Serena Gatti, Marco Di Campli San Vito, Piero Leccese, Luigi Petrolini e Andrea, Angel, Cipriano, Deniel, Denny, Derox, Fausto, Francesco, Ilario, Lorenzo, Michele, Paolo Mostra collettiva: Davide Orlandi Dormino, Silvia Giambrone, Pablo Rubio, Chiara Scarfò, Gian Maria Tosatti, Barbara Uccelli, Enrico Vezzi, Claudia Zicari a cura di Angel Moya Garcia con Cecilia Bertoni testi: Cecilia Bertoni, Marialucia Carones, Serena Gatti citazioni da: Murakami Haruki, Friedrich Nietzsche, Harold Pinter e dai dizionari Garzanti e Sveva per il contributo ai dizionari si ringraziano: Barbara Goretti, francesca Banchelli. Lorenza Bertoni, Massimo Bottega, Susanne Braun, Chiara Camoni, Marco Di Campli San vito, Stefania Iattarelli, Gabriele Meschi, Carlo Montoli, Angel Moya Garcia, Andrea Pallotta, Patrizia Pozzoli, Stefania Restelli, Enrico Vezzi assistente alla regia: Alice Mollica tree climber: Paolo Carrara, Giorgio Grande costruzione scene: Vincenzo Suriano con Cipriano Menchini allestimento mostra: Cipriano Menchini e Paolo Carrara audio e tecnica: Paolo Morelli e Luca Telleschi una produzione Associazione Culturale Dello Scompiglio La fase di Riflessi in bianco e nero, in bilico fra l'installazione e l'azione, si concentra sul perdere, la perdita, i perdenti, il tempo e la memoria. L'itinerario in 4 tappe in luoghi molto diversi, si staglia su un percorso in discesa. La prima tappa, L'attesa, all'ombra dei lecci dell'Uccelliera orchestra in un'immagine i temi della performance. La seconda tappa, La perdita, si svolge su una piramide di terrazzamenti presso un enorme frassino: 3 uomini presenti ma distanti e 3 uomini assenti. Ai piedi dei terrazzamenti 2 buche, 2 donne che confidano al ventre della terra i loro segreti. Possiamo perdere solo quello che abbiamo. Finire di possedere la vita, il respiro, il tempo, la memoria la materia, le persone, i sensi... La terza tappa, Il Cimitero della Memoria, si sviluppa sul territorio di una vecchia vigna, i cui resti sono pilastri di cemento. Ricordi effimeri, simulacri, vuoti calpestabili, librerie di frammenti dimenticati, spazi privati, immagini incustodite, passaggi socchiusi, suoni che si dileguano nel tempo o luoghi mentali in bilico tra il passato e il presente dei performer e degli 8 artisti invitati a riflettere per elaborare una lettura soggettiva della memoria. La quarta tappa, Il Funerale del Tempo, si svolge allo stagno e si focalizza sulle dinamiche del tempo. Quello esteriore ci incatena a un percorso scandito con precisione dalla nascita alla morte. Quello interiore, fra memorie che ci riconducono nel passato e desideri che ci proiettano nel futuro, ci disorienta nel presente. Come il respiro, il tempo è sempre, comunque ed ovunque presente. Tutto il percorso è segnato dalla musica e dai suoni in forma di installazioni sonore. La Trilogia inaugurerà un ciclo di programmazione che si sviluppa da giugno a settembre 2013, durante il quale artisti che hanno già realizzato e mostrato il loro lavoro negli spazi esterni della Tenuta potranno completare il loro intervento elaborandone una fase all'interno, o viceversa, contribuendo così a una visione totalmente soggettiva Dello Scompiglio. Fra loro Pablo Rubio, Caterina Pecchioli,Perrine Mornay (con il Collectif Impatience), Piero Leccese, Yael Karavan, Mauro Carulli (con l'ensemble CaRma) Nel corso della giornata saranno anche consultabili e acquistabili le quattro riviste della “Trilogia dell’Assenza”, che contengono gli appunti di Cecilia Bertoni sulla realizzazione delle tre performance e il catalogo delle opere del Cimitero della Memoria. Sempre presso la Cucina Dello Scompiglio saranno disponibili aperitivi, spuntini, merende pranzo e cena ispirati alla “Trilogia dell’Assenza”. Stefano Giuntini per loschermo 09:42 Scritto in arte contemporanea | Link permanente | Commenti (0) | Segnala | OKNOtizie

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Alla Tenuta dello Scompiglio la Trilogia dell'Assenza per gli otto anni dell'associazione culturale Venerdì, 17 Maggio 2013 16:17 Vota questo articolo

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La Tenuta Dello Scompiglio di Vorno apre le porte dalle 11 alle 23 di sabato 18 maggio per celebrare il completamento di otto anni di attività dell’omonima associazione culturale con una giornata dedicata alle arti performatiche e visive con due progetti artistici interrelati che si interrogano sul tempo passato e presente, indagando sulle finzioni dei ricordi e sulla solitudine dell’individuo. Negli spazi esterni della tenuta e nello Spazio Performativo, dalle 15,45 viene presentata la Trilogia dell’Assenza: tre performance Tesorino, perché hai perso?, Riflessi in Bianco e Nero, Kind of Blu - dirette dalla performer e regista Cecilia Bertoni, anche ideatrice dell’intero Progetto della Tenuta, che affrontano e si impigliano nel tema del perdere e del vincere, della sua relazione col tempo in tutte le sue dinamiche, reali e non. Le performance si replicano fino al 2 giugno, dal venerdì alla domenica. La Trilogia intreccia inoltre il suo cammino con la mostra dell’artista spagnolo Pablo Rubio, a cura di Antonio Arévalo, inaugurata alle 11 nello Spazio Espositivo, che si interroga sugli stati indefiniti dei ricordi nella conformazione della identità personale. Fino al 28 luglio. La Trilogia dell’Assenza e la mostra Estados indefinidos para una existencia si interrogano entrambi sul tempo passato e presente, indagano le finzioni dei ricordi e la solitudine dell’individuo, accennano a perdite e assenze che non possiamo intuire, alla impossibilità di trattenere gli attimi e spingono a rimanere in attesa davanti a un silenzio che nessuno potrà mai infrangere. Libri, sedie, percorsi, luci e ritratti conducono, con modalità diverse, verso un itinerario tortuoso, fisico e mentale, che da una prospettiva stabile e frontale porta a una consapevolezza scandita da soste, per ritornare poi alla chiusura definitiva in se stessi. Raggiunge cosi una nuova tappa il dialogo fra il linguaggio di Pablo Rubio e quello di Cecilia Bertoni, nato nel Cimitero della Memoria, parte della performance Riflessi in Bianco e Nero. Le performance della Trilogia parlano di come l’individuo viva il quotidiano sommerso di ricordi reali o immaginari, di esperienze vissute o fantasticate, di incontri concreti o ideati. Indagano su un’intimità che non è in grado di discernere se il passato è una concatenazione di eventi o se viene trasformato, alterato o manipolato, per definire una propria identità presente. La Trilogia chiude un cammino iniziato nel 2005 con la realizzazione di Tesorino, perché hai perso? e inaugura una nuova stagione di scambio tra spazi interni ed esterni, nella Tenuta Dello Scompiglio. Dopo il debutto del 18 maggio, repliche dal venerdì alla domenica fino al 2 giugno. Tesorino, perché hai perso? è una composizione di Cecilia Bertoni, Carl G. Beukman, Serge Cartellier, Claire Guerrier, Saskia Mees con Cecilia Bertoni e Serge Cartellier, diretti da Claire Guerrier che nasce e si sviluppa intorno all’assurdità ironica del vincere e del perdere, a come l’uno o l’altro condizionino esageratamente la

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stima che abbiamo di noi stessi e l’idea del successo nella nostra cultura. Riflessi in bianco & nero, ideato e diretto da Cecilia Bertoni con musiche e suoni di Carl G. Beukman, è una performance itinerante in quattro tappe e si concentra sulla perdita, sul tempo e sulla memoria. Nella terza tappa, i performer interagiscono con le installazioni di otto artisti che disegnano un cimitero, un memoriale tra i pilastri di cemento. Il percorso tra le tappe è segnato da musica, suoni e testi in forma di installazioni sonore. In Kind of Blue, ideato e diretto da Cecilia Bertoni, con Mauro Carulli in scena, musiche e suoni di Carl G. Beukman, gli interpreti delle prime due parti diventano i soggetti di un film in cui raccontano i loro segreti e i loro corpi visti come case imperfette. In scena, dal vivo, una torretta e un astronauta che non sa più discernere fra ciò che è vero e ciò che è finto, personaggi reali e non, presente e passato. Interventi visivi e sonori ispirati alla performance e uno dei video di Kind of Blue, disseminati nei diversi spazi dello Spe, accompagnano il pubblico nel corso della giornata… La mostra di Pablo Rubio costruisce un’ambientazione in cui le pagine, che trattengono i ricordi e conformano la memoria collettiva, si svincolano dal corpo della storia e precipitano irrimediabilmente verso il pavimento. Brandelli di un passato incontenibile, frammenti di memorie ormai scomparse, oggetti anonimi dimenticati; stati indefiniti che compongono una stratigrafia di segni che si sviluppano nello spazio come isole sospese in una completa solitudine. L’artista propone una grande installazione che rappresenta la memoria di coloro che hanno lasciato un segno del loro passaggio nel mondo attraverso leggere tracce sbiaditi; Rubio utilizza infatti oggetti a loro appartenuti - lettere, vestiti, chiavi e più in generale i segni tangibili - per creare un trattato sugli Stati indefiniti per un’esistenza”. L’intera esposizione è un lavoro intimista che mira a costruire uno spazio sacro, individuale e collettivo, un non-luogo mentale e simbolico, che ha bisogno di sguardi che lo abitino, lo occupino fino a farlo riapparire, una sorta di palinsesto che rivive attraverso tracce e brandelli di memoria. Le performance che compongono la Trilogia compongono un percorso fra spazi diversi – interni, esterni e sotterranei - della Tenuta; un percorso culturale e sensoriale nel quale le persone sono invitare a passeggiare, osservare, partecipare in modi diversi alla performance e degustare creazioni gastronomiche del tutto inedite. Tracce della Trilogia sono, infatti, reperibili anche nelle proposte della Cucina Dello Scompiglio, subito fuori le mura perimetrali della Tenuta, che sabato 18 maggio offre fino a sera aperitivi, spuntini e menù speciali dedicati, più il nuovo vino Lavandaia, Madre 2010, prodotto negli antichi vigneti Dello Scompiglio. A partire dal 18 maggio nello Spe è visibile, inoltre, una mostra fotografica e di immagini della Trilogia e sono disponibili i quattro libri con gli appunti di Cecilia Bertoni sulla realizzazione delle performance, più il catalogo delle opere ospitate nella mostra collettiva Il Cimitero della Memoria, parte integrante di Riflessi in Bianco e Nero. Calendario e orario Performance dal 18 maggio al 2 giugno, dal venerdì alla domenica. Il venerdì dalle 17,30 Riflessi in bianco e nero e Kind of Blue. Il sabato e la domenica dalle 15,45 si può assistere a tutta la Trilogia dell’Assenza, con Tesorino, perché hai perso? con ingresso non soggetto a prenotazione e le altre due performance, con accesso limitato a 20 persone. Per Riflessi in bianco e nero, oltre alla performance dal vivo alle ore 17,20, è prevista una proiezione in presa diretta nello Spazio Performatico; per Kind of Blue in programma due esecuzioni alle 19,30 e alle 21. Prima: sabato 18 maggio (anteprima venerdì 17 maggio) alle 15,45. Repliche: 19, 24, 25, 26, 31 maggio; 1 e 2 giugno. Per Riflessi in bianco e nero e Kind of Blue l’ingresso è limitato sempre a 20 persone. Mostra: fino al 28 luglio dal giovedì alla domenica dalle 14 alle 18, o su appuntamento. Nei giorni di apertura serale dello Spe dalle 14 fino a mezz’ora dopo il termine degli spettacoli. Letto 42 volte Pubblicato in

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18 maggio 2013

LUCCA. Estados indefinidos para una existencia Una mostra personale di Pablo Rubio, a cura di Antonio Arévalo dal 18 maggio 2013

Riflessi in Bianco e nero- Cimitero della memoria Sabato 18 maggio porte aperte alla Tenuta Dello Scompiglio di Vorno (Lucca) dalle 11.00 alle 23.00: una giornata dedicata alle arti performatiche e visive celebra il completamento di otto anni di attività dell’omonima Associazione Culturale diretta dalla performer e regista Cecilia Bertoni, autrice della “Trilogia dell’Assenza” presentata a partire dalle ore 15.45 negli spazi esterni della Tenuta e nello Spazio Performatico ed Espositivo, SPE. Le performance che compongono la “Trilogia” - “Tesorino, perché hai perso?”, “Riflessi in bianco e nero”, “Kind of Blue” - e affrontano e si impigliano nel tema del perdere e del vincere, della sua relazione col tempo in tutte le sue dinamiche, reali e non, si replicano fino al 2 giugno dal venerdì alla domenica. La “Trilogia” intreccia il suo cammino con la mostra “Estados indefinidos para una existencia” dell’artista spagnolo Pablo Rubio, curata da Antonio Arévalo, che si inaugura nello stesso giorno nello Spazio Espositivo alle ore 11.00 e prosegue fino al 28 luglio. Entrambi i progetti, strettamente interrelati, si interrogano sul tempo passato e presente, indagando sulle finzioni dei ricordi e sulla solitudine dell’individuo. La “Trilogia dell’Assenza” chiude un percorso iniziato nel 2005 con la realizzazione di “Tesorino, perché hai perso?” e inaugura una nuova stagione di scambio tra spazi interni ed esterni, nella Tenuta Dello Scompiglio. Le tre performance parlano, ognuna a proprio modo, di come l’individuo viva il quotidiano, sommerso di ricordi reali o immaginari, di esperienze vissute o fantasticate e di incontri concreti o ideati, indagando su un’intimità che non è in grado di discernere se il passato è una concatenazione di eventi oppure se viene trasformato, alterato o manipolato per definire una propria identità presente. In ciascuna delle parti che compongono la “Trilogia” cambiano la relazione tra attori e spettatori e il mezzo usato: nella prima la relazione è frontale; nella seconda, un percorso all’aperto in quattro tappe fra azioni e installazioni, pubblico e performer talvolta si mischiano; nella terza si ribalta la relazione iniziale e il pubblico è su un’impalcatura, circondato da un’installazione video, con una torretta e un astronauta dal vivo in scena. “Tesorino, perché hai perso?” è una composizione di Cecilia Bertoni, Carl G. Beukman, Serge Cartellier, Claire Guerrier, Saskia Mees con Cecilia Bertoni e Serge Cartellier, diretti da Claire Guerrier che nasce e si sviluppa intorno all’assurdità ironica del vincere e del perdere, a come l’uno o l’altro condizionino esageratamente la stima che abbiamo di noi stessi e l’idea del successo nella nostra cultura. Due artisti-pattinatori, non più giovani e non più al culmine del successo, si stanno preparando al grande rientro. Devono vincere, oppure no? Si può, in verità, affermare che non importa se si vince o se si perde? Si può veramente rinunciare alla vittoria? La tentazione è grande; si sa che il momento del trionfo è delizioso. E se invece perdessero, cosa succederebbe? Ricordi e immagini dei ricordi si mescolano in un


del trionfo è delizioso. E se invece perdessero, cosa succederebbe? Ricordi e immagini dei ricordi si mescolano in un impasto dei tempi. “Riflessi in bianco e nero”, ideato e diretto da Cecilia Bertoni con musiche e suoni di Carl G. Beukman, è una performance itinerante divisa in quattro tappe: L’Attesa, La Perdita, Il Cimitero della Memoria (mostra collettiva), Il Funerale del Tempo. La performance si snoda su un itinerario che conduce dalla terra all’acqua, dalla sospensione aerea alla concretezza di una buca che sprofonda nel terreno, concentrandosi sulla perdita, sul tempo e sulla memoria. Nella terza tappa dell’itinerario i performer interagiscono con un’installazione realizzata da otto artisti le cui opere, create individualmente, disegnano un cimitero, un memoriale tra i pilastri di cemento che una volta sorreggevano un vigneto. Il percorso tra le tappe è segnato da musica, suoni e testi in forma di installazioni sonore. In “Kind of Blue”, infine, ideato e diretto da Cecilia Bertoni con Mauro Carulli in scena e musiche e suoni di Carl G. Beukman, gli interpreti delle prime due parti diventano i soggetti di un film in cui raccontano i loro segreti e i loro corpi visti come case imperfette. In un sala sotterranea, lo spettatore è su un’impalcatura circondato da un’istallazione video, mentre in scena, dal vivo, c’è una torretta con un astronauta che non sa più discernere fra ciò che è vero e ciò che è finto, personaggi reali e non, presente e passato, concretezza e immaginazione. Interventi visivi e sonori ispirati alla performance e uno dei video di “Kind of Blue”, disseminati nei diversi spazi dello SPE, accompagnano il pubblico nel corso della giornata. Da giugno i cortometraggi contenuti in “Kind of Blue” diventeranno, inoltre, un'opera a sé stante come video e video installazione. La “Trilogia dell’Assenza” dialoga e si confronta con la mostra “Estados indefinidos para una existencia” di Pablo Rubio (Cordoba, 1974), a cura di Antonio Arévalo, nello SPE Interrogandosi sugli stati indefiniti dei ricordi nella conformazione della propria identità, l’artista propone una grande installazione che rappresenta la memoria di coloro che hanno lasciato un segno del loro passaggio nel mondo attraverso leggere tracce sbiadite, ombre illusorie, luoghi sotterranei e ritratti anonimi; Rubio infatti utilizza oggetti a loro appartenuti - lettere, vestiti, chiavi e più in generale i segni tangibili - per creare un “trattato” sugli “Stati indefiniti per un’esistenza”. L’intera esposizione è un lavoro intimista che mira a costruire uno spazio sacro, individuale e collettivo, un non-luogo mentale e simbolico, che ha bisogno di sguardi che lo abitino, lo occupino fino a farlo riapparire, una sorta di palinsesto che rivive attraverso tracce e brandelli di memoria. “Estados indefinidos para una existencia” e la “Trilogia dell’Assenza”, si interrogano sul tempo passato e presente, indagano sulle finzioni dei ricordi, accennano alla sfuggevolezza delle esperienze e ci spingono a rimanere in attesa davanti a un silenzio che nessuno potrà mai infrangere. Il dialogo fra il linguaggio di Pablo Rubio e Cecilia Bertoni nasce già al Cimitero della Memoria, parte della performance Riflessi in Bianco e Nero, con una libreria di ricordi in cui la parola scritta si amalgama e si fonde fino a perdersi, bruciata, sotto la terra. Fino al 28 luglio dal giovedì alla domenica dalle 14.00 alle 18.00, o su appuntamento, e nei giorni di apertura serale dalle ore 14.00 fino a 30 minuti dopo il termine degli spettacoli. La “Trilogia” dà il via a un percorso fra spazi diversi – interni, esterni e sotterranei - della Tenuta; un percorso culturale e sensoriale nel quale le persone sono invitare a passeggiare, osservare, partecipare in modi diversi alla performance e degustare creazioni gastronomiche del tutto inedite. Tracce della “Trilogia” sono, infatti, reperibili anche nelle proposte della Cucina Dello Scompiglio, subito fuori le mura perimetrali della Tenuta, che sabato 18 maggio offre fino a sera aperitivi, spuntini e menù speciali dedicati, insieme al nuovo vino “Lavandaia, Madre 2010”, prodotto negli antichi vigneti Dello Scompiglio, disponibile in edizione limitata con etichetta realizzata da Pablo Rubio. A partire dal 18 maggio nel mezzanino dello SPE è inoltre visibile una installazione composta da fotografie, immagini e tracce della “Trilogia” e sono anche disponibili i quattro libri con gli appunti di Cecilia Bertoni sulla realizzazione delle performance, oltre al catalogo delle opere ospitate nella mostra collettiva “Il Cimitero della Memoria”, parte integrante di “Riflessi in Bianco e Nero”. Si inaugura così dal 18 maggio un ciclo di programmazione che si svilupperà da giugno a settembre 2013, durante il quale artisti che hanno già realizzato e mostrato il loro lavoro negli spazi esterni della Tenuta potranno completare il loro intervento elaborandone una fase all'interno, o viceversa, contribuendo così a una visione totalmente soggettiva Dello Scompiglio. Calendario programmazione Le performance della “Trilogia” proseguono fino al 2 giugno dal venerdì alla domenica: il venerdì dalle ore 17,30 si presenta “Riflessi in bianco e nero” all’esterno e “Kind of Blue” nello SPE, con ingresso limitato a 20 persone. Il sabato e la domenica dalle ore 15,45 è possibile invece assistere a tutta la “Trilogia dell’Assenza” nella giornata: “Tesorino, perché hai perso?”, con ingresso non soggetto a prenotazione e le altre due performance, sempre con accesso limitato a 20 persone. Sabato 18 maggio debutto (anteprima venerdì 17 maggio)


Sabato 18 maggio debutto (anteprima venerdì 17 maggio) Repliche: 19, 24, 25, 26, 31 maggio; 1 e 2 giugno Il Progetto Dello Scompiglio ideato e diretto da Cecilia Bertoni, prende vita nella omonima Tenuta, situata alle porte di Lucca, sulle colline di Vorno; una realtà in cui le attività legate alle arti visive e performatiche negli spazi interni ed esterni e il dialogo e le attività con la terra, con il bosco, con la fauna, con l’elemento architettonico contribuiscono a una ricerca di cultura. Ogni scelta relativa al Progetto è perciò valutata in relazione alla propria sostenibilità ambientale, attraverso forme di interazione e di responsabilità. All'interno della Tenuta Dello Scompiglio, accanto all'Azienda Agricola e all'Osteria, opera l'omonima Associazione Culturale. L'Associazione dal 2007 crea, produce e ospita spettacoli, concerti, mostre, installazioni; realizza residenze di artisti, laboratori, corsi e workshop; organizza e propone itinerari performatici all’aperto, visite guidate, lezioni Metodo Feldenkrais®; gestisce lo Spazio Performatico ed Espositivo (SPE). Una particolare attenzione è dedicata infine alle attività culturali per bambini e ragazzi, con rassegne teatrali, laboratori e campi estivi. Info e prenotazioni Biglietteria dello SPE:dal giovedì alla domenica dalle ore 14.00 |tel.0583 971125 |biglietteria@delloscompiglio.org Associazione Culturale Dello Scompiglio: Via di Vorno, 67 - Vorno (LU) |tel.0583971475| info.ac@delloscompiglio.org Ufficio stampa Tenuta Dello Scompiglio Angelica D'Agliano | 339 8077411 | angelica@delloscompiglio.org Consulenza di Giovanna Mazzarella | 348 3805201 | giomazzarella@gmail.com www.delloscompiglio.org

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Giorno e notte week end SABATO 18 E DOMENICA 19 MAGGIO Lucca Sabato alla Tenuta dello Scompiglio (Vorno via di Vorno, 67, dalle 11 alle 23) una giornata dedicata alle arti performatiche e visive, celebra il completamento di otto anni di attività dell'Associazione Culturale Dello Scompiglio diretta dalla performer e regista Cecilia Bertoni, autrice della “Trilogia dell’Assenza”, che viene presentata a partire dalle ore 15.45 negli spazi esterni della Tenuta e nello Spazio Performatico ed Espositivo - SPE, con repliche previste dal venerdì alla domenica sino al 2 giugno. Le performance che la compongono - “Tesorino, perché hai perso?”, “Riflessi in bianco e nero”, “Kind of Blue” - affrontano e si impigliano nel tema del perdere e del vincere, della sua relazione col tempo in tutte le sue dinamiche, reali e non. La “Trilogia” intreccia, inoltre, il suo cammino con la mostra “Estados indefinidos para una existencia” dell’artista spagnolo Pablo Rubio, curata da Antonio Arévalo, che prosegue fino al 28 luglio.


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Gio 30 Maggio 2013 - 9 55

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“Trilogia Dell’Assenza”, ultime repliche alla Tenuta Dello Scompiglio di Vorno Dal 31 maggio al 2 giugno

29/05/2013 - 17:51

Venerdì 31 maggio dalle ore 17.30, sabato 1 e domenica 2 giugno dalle ore 15.45 nella Tenuta Dello Scompiglio di Vorno (Lucca) si tengono le ultime repliche di “Trilogia Dell’Assenza”, diretta dalla performer e regista Cecilia Bertoni; le tre performance che la compongono “Tesorino, perché hai perso?”, “Riflessi in Bianco e Nero” e “Kind of Blue”, sono incentrate sul tema del perdere e del vincere, della sua relazione col tempo in tutte le sue dinamiche, reali e non. La “Trilogia” intreccia il suo cammino con la mostra “Estados indefinidos para una existencia” dello spagnolo Pablo Rubio, a cura di Antonio Arévalo, che si interroga sugli stati indefiniti dei ricordi nella conformazione della identità personale e prosegue sino al 28 luglio nello Spazio Espositivo. La “Trilogia dell’Assenza” e la mostra “Estados indefinidos para una existencia” si interrogano entrambi sul tempo passato e presente, indagano le finzioni dei ricordi e la solitudine dell’individuo. Libri, sedie, percorsi, luci e ritratti conducono, con modalità diverse, verso un itinerario tortuoso, fisico e mentale, che da una prospettiva stabile e frontale porta a una consapevolezza scandita da soste, per ritornare alla chiusura definitiva in se stessi. Raggiunge cosi una nuova tappa il dialogo fra il linguaggio di Pablo Rubio e quello di Cecilia Bertoni, nato nel “Cimitero della Memoria”, parte della performance “Riflessi in Bianco e Nero”. Le performance che compongono la “Trilogia” tracciano un percorso fra spazi diversi – interni, esterni e sotterranei - della Tenuta; un percorso culturale e sensoriale nel quale le persone sono invitare a passeggiare, osservare, partecipare in modi diversi alla performance. Parlano di come l’individuo viva il quotidiano sommerso di ricordi reali o immaginari, di esperienze vissute o fantasticate, di incontri concreti o ideati. Indagano su un’intimità che non è in grado di discernere se il passato è una concatenazione di eventi o se viene trasformato, alterato o manipolato, per definire una propria identità presente. La “Trilogia” chiude un cammino iniziato nel 2005 con la realizzazione di “Tesorino, perché hai perso?” e inaugura una nuova stagione di scambio tra spazi interni ed esterni, nella Tenuta Dello Scompiglio. Con la mostra “Estados indefinidos para una existencia” l’artista Pablo Rubio propone una grande installazione che rappresenta la memoria di coloro che hanno lasciato un segno del loro passaggio nel mondo attraverso leggere tracce sbiadite: oggetti a loro appartenuti - lettere, vestiti, chiavi e più in generale i segni tangibili – utilizzati per creare un “trattato” sugli “Stati indefiniti per un’esistenza”. Per informazioni e prenotazioni
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 tel. 0583.97 11 25 - biglietteria@delloscompiglio.org Associazione Culturale Dello Scompiglio Via di Vorno, 67 - Vorno (LU)
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La “Trilogia dell’Assenza” e la mostra “Estados indefinidos para una existencia” si interrogano entrambi sul tempo passato e presente, indagano le finzioni dei ricordi e la solitudine dell’individuo. Libri, sedie, percorsi, luci e ritratti conducono, con modalità diverse, verso un itinerario tortuoso, fisico e mentale, che da una prospettiva stabile e frontale porta a una consapevolezza scandita da soste, per ritornare alla chiusura definitiva in se stessi. Raggiunge cosi una nuova tappa il dialogo fra il linguaggio di Pablo Rubio e quello di Cecilia Bertoni, nato nel “Cimitero della Memoria”, parte della performance “Riflessi in Bianco e Nero”. Le performance che compongono la “Trilogia” tracciano un percorso fra spazi diversi – interni, esterni e sotterranei - della Tenuta; un percorso culturale e sensoriale nel quale le persone sono invitare a passeggiare, osservare, partecipare in modi diversi alla performance. Parlano di come l’individuo viva il quotidiano sommerso di ricordi reali o immaginari, di esperienze vissute o fantasticate, di incontri concreti o ideati. Indagano su un’intimità che non è in grado di discernere se il passato è una concatenazione di eventi o se viene trasformato, alterato o manipolato, per definire una propria identità presente. La “Trilogia” chiude un cammino iniziato nel 2005 con la realizzazione di “Tesorino, perché hai perso?” e inaugura una nuova stagione di scambio tra spazi interni ed esterni, nella Tenuta Dello Scompiglio. Con la mostra “Estados indefinidos para una existencia” l’artista Pablo Rubio propone una grande installazione che rappresenta la memoria di coloro che hanno lasciato un segno del loro passaggio nel mondo attraverso leggere tracce sbiadite: oggetti a loro appartenuti - lettere, vestiti, chiavi e più in generale i segni tangibili – utilizzati per creare un “trattato” sugli “Stati indefiniti per un’esistenza”. Info e prenotazioni
 Biglietteria dello SPE dal giovedì alla domenica dalle ore 14.00
 tel. 0583971125 | biglietteria@delloscompiglio.org Associazione Culturale Dello Scompiglio Via di Vorno, 67 - Vorno (LU)
 tel. 0583971475 | info.ac@delloscompiglio.org La redazione @LoSchermo |

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Pablo Rubio Estados indefinidos para una existencia

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Pablo Rubio / Estados indefinidos

a cura di Antonio Arévalo dal 18 maggio al 28 luglio 2013

para una existencia @ Tenuta Dello Scompiglio

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TAGS: ANTONIO AREVALO, ARTE, CULTURA, ESPOSIZIONI, PABLO RUBIO, SPAZIO PERFORMATICO ESPOSITIVO, SPETTACOLO, TENUTA DELLO SCOMPIGLIO.

Prosegue l’attività espositiva nella Tenuta Dello Scompiglio di Vorno (Lucca): dopo l’installazione site-specific “Spazio #06” dell’artista romano Gian Maria Tosatti, a cura di Angel Moya Garcia, e “Incontri”, collettiva di otto giovani artisti legati al territorio toscano curata da Lorenzo Bruni, sabato 18 maggio alle ore 11.00 si inaugura la mostra “Estados indefinidos para una existencia” dell’artista spagnolo Pablo Rubio (Córdoba, 1974) curata da Antonio Arévalo.


Pablo Rubio - Estados Indefinidos para una existencia Installazione ambientale Courtesy Associazione Culturale Dello Scompiglio

“La mostra ‘Estados indefinidos para una existencia’ – dichiara il curatore Antonio Arévalo – è una grande installazione in cui Pablo Rubio crea nuovi spazi dell’immagine attraverso le diverse trame come in una parafrasi, un’accumulazione o un carrousel. L’artista rappresenta la memoria di coloro che hanno lasciato un segno del loro passaggio nel mondo attraverso leggere tracce sbiadite, ombre illusorie, luoghi sotterranei e ritratti anonimi; utilizza le cose a loro appartenute, come lettere, vestiti, chiavi e oggetti, in una grande installazione per la creazione di un ‘quasi trattato’ sugli ‘Stati indefiniti per un’esistenza’. Un lavoro intimista che mira a costruire uno spazio sacro, individuale e collettivo, un non-luogo mentale e simbolico, che ha bisogno di sguardi che lo abitino, lo occupino fino a farlo riapparire, una sorta di palinsesto (da pálin psestòs, ‘raschiato di nuovo’, riferito all’uso di raschiare via le vecchie scritture dai papiri prima di riutilizzarli), che rivive attraverso tracce e brandelli di memoria. Frammenti legati alla vita della casa che fu, le cui porte compongono una soglia chiusa da mura di oblio, soglia che è sia separazione sia possibilità di un’alleanza di unione, di riconciliazione. Pablo Rubio ha bisogno di fare domande incerte sul tempo. Ci parla di un luogo per il quale siamo stati scelti e in cui il nostro sguardo deve divenire profondo, un rifugio dall’assenza e dal dolore, il luogo della speranza e l’infanzia recuperata, un luogo in cui convivono gli interrogativi e gli istanti segreti, le memorie e le architetture ingarbugliate. L’artista tenta di ordinare il caos, perché le nostre voci di viventi sono spesso assordanti, devianti…Troppe. Perché quello che si vuole abitare non è un corpo nuovo, ed è necessario entrarvi in silenzio, per dare modo agli oggetti e alle parole sospese di creare nuove geografie, altri luoghi, mappe e radici sconosciute.


Pablo Rubio - Estados Indefinidos para una existencia Installazione ambientale Courtesy Associazione Culturale Dello Scompiglio

La non luce si fa densa e la penombra precipita verso di noi, le carte e le tavole che aspettano sotto, scarsamente illuminate, affogano e diventano stalagmite, colonne in cerca di un cielo, che non è altro che superficie. Le pagine che trattengono i ricordi e conformano la memoria collettiva si svincolano dal corpo della storia, sono precipitate irrimediabilmente verso il pavimento. Perché, come ha detto Guillén, ‘la cosa più profonda è l’aria’”.

L’autore ha partecipato, inoltre, alla collettiva “Il Cimitero della Memoria”, a cura di Angel Moya Garcia, che è visibile negli spazi esterni della Tenuta ed è parte integrante della performance “Riflessi in Bianco e Nero”, di Cecilia Bertoni. L’esposizione è aperta al pubblico fino al 28 luglio dal giovedì alla domenica dalle ore 14.00 alle ore 18.00 oppure su appuntamento. Nei giorni di apertura serale dalle ore 14.00 fino a mezz’ora dopo il termine degli spettacoli.

Pablo Rubio (Córdoba, 1974) ha partecipato ai progetti: “Discipulos”, CLANG, Scicli (RG); “Anatomia vertical y un autorretrato sirio”; “Radiografias para una manana”; “Quadrato Nomade” Palazzo delle Esposizioni, Roma; “Il cimitero della memoria”, Tenuta Dello Scompiglio, Vorno; “L’identità frammentata”, Galería WOA (Lisboa-Estoril), Gallería Ingresso Pericoloso, Roma; Estampa 19º Feria Internacional de Arte Múltiple Contemporáneo, Madrid; “The Wall (archives) #3”, Bologna; “La Insoportable Levedad De La Vida”, Espacio Rojo, Córdoba.

Il Progetto Dello Scompiglio ideato e diretto da Cecilia Bertoni, prende vita nella omonima Tenuta, situata alle porte di Lucca, sulle colline di Vorno; una realtà in cui le attività legate alle arti visive e performatiche negli spazi interni ed esterni e il dialogo e le attività con la terra, con il bosco, con la fauna, con l’elemento architettonico contribuiscono a una ricerca di cultura. Ogni scelta relativa al Progetto è perciò valutata in relazione alla propria sostenibilità ambientale, attraverso forme di interazione e di responsabilità. All’interno della Tenuta Dello Scompiglio, accanto all’Azienda Agricola e all’Osteria, opera l’omonima Associazione Culturale. L’Associazione dal 2007 crea, produce e ospita spettacoli, concerti, mostre, installazioni, teatro per ragazzi; realizza residenze di artisti, laboratori, corsi e workshop; organizza e propone percorsi all‘aperto, lezioni Metodo Feldenkrais ®; gestisce lo Spazio Performatico ed


Espositivo (SPE).

– Spazio Performatico Espositivo – SPE Informazioni e prenotazioni: biglietteria@delloscompiglio.org |0583 971125

Associazione Culturale Dello Scompiglio Via di Vorno, 67 | 55012 Vorno, Capannori (LU) | www.delloscompiglio.org |0583 971475 | 338 7884145

Ufficio Stampa Tenuta Dello Scompiglio Angelica D’Agliano | 339 8077411 | angelica@delloscompiglio.org

Consulenza di Giovanna Mazzarella | 348 3805201 | giomazzarella@gmail.com

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L’esposizione è aperta al pubblico fino al 28 Luglio dal Giovedì alla Domenica dalle ore 14.00 alle ore 18.00 oppure su appuntamento. Nei giorni di apertura serale dalle ore 14.00 fino a mezz’ora dopo il termine degli spettacoli. Pablo Rubio (Córdoba, 1974) ha partecipato ai progetti: “Discipulos”, CLANG, Scicli (RG); “Anatomia vertical y un autorretrato sirio”; “Radiografias para una manana”; “Quadrato Nomade” Palazzo delle Esposizioni, Roma; “Il cimitero della memoria”, Tenuta Dello Scompiglio, Vorno; “L’identità frammentata”, Galería WOA (Lisboa-Estoril), Gallería Ingresso Pericoloso, Roma; Estampa 19º Feria Internacional de Arte Múltiple Contemporáneo, Madrid; “The Wall (archives), 3”, Bologna; “La Insoportable Levedad De La Vida”, Espacio Rojo, Córdoba. Il Progetto Dello Scompiglio ideato e diretto da Cecilia Bertoni, prende vita nella omonima Tenuta, situata alle porte di Lucca, sulle colline di Vorno; una realtà in cui le attività legate alle arti visive e performatiche negli spazi interni ed esterni e il dialogo e le attività con la terra, con il bosco, con la fauna, con l’elemento architettonico contribuiscono a una ricerca di cultura. Ogni scelta relativa al Progetto è perciò valutata in relazione alla propria sostenibilità ambientale, attraverso forme di interazione e di responsabilità. All'interno della Tenuta Dello Scompiglio, accanto all'Azienda Agricola e all'Osteria, opera l'omonima Associazione Culturale. L'Associazione dal 2007 crea, produce e ospita spettacoli, concerti, mostre, installazioni, teatro per ragazzi; realizza residenze di artisti, laboratori, corsi e workshop; organizza e propone percorsi all‘aperto, lezioni Metodo Feldenkrais ®; gestisce lo Spazio Performatico ed Espositivo (SPE). Associazione Culturale Dello Scompiglio Via di Vorno, 67 Vorno 55012 Capannori (LU) Tel. +39 058 3971475 www.delloscompiglio.org

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Pubblicato: Martedì, 14 Maggio 2013 Autore: WSI Administration

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Un non-luogo mentale (http://www.insideart.eu/2013/05/24/un-non-luogo-mentale/) Tweet 0 Claudia Quintieri (http://www.insideart.eu/author/claudia-quintieri/) 24/05/2013 (http://www.insideart.eu/2013/05/24/un-non-luogo-mentale/) Lucca, Tenuta dello scompiglio e Pablo Rubio, gli ingredienti per un viaggio fra l'oggi e il domani

La tenuta dello Scompiglio Scompiglio, complesso di origine seicentesca, sorge a Vorno, in provincia di Lucca. Si divide fra zone dedicate all’attività agricola e spazi dedicati alle attività culturali: teatro, sale espositive, sale prove, residenze per artisti. Il primo casolare che si incontra è adibito a osteria, la Cucina dello scompiglio, che si serve dei prodotti della tenuta e di produttori locali. Il restauro del luogo è iniziato nel 2003 e dal punto di vista energetico si avvale del principio della sostenibilità ambientale utilizzando materiali eco-compatibili per produrre energia rinnovabile. L’associazione culturale dello Scompiglio, che si colloca nel progetto di riqualificazione della zona, organizza residenze per artisti, mostre, workshop, laboratori, corsi, spettacoli, concerti, teatro per ragazzi, installazioni, percorsi all’esterno. Alla Tenuta si svolge la mostra Estados indefinidos para una existencia dell’artista di Córdoba Pablo Rubio Rubio, a cura di Antonio Arévalo Arévalo. Percorrendo in discesa le scale dell’edificio espositivo, lo Spe, sulla sinistra si incontra una tenda da attraversare. Una volta entrati ci si immerge in uno spazio di circa seicento metri quadri per circa sette metri di altezza: l’oscurità è rischiarata solamente da piccole lampade posizionate in vari punti all’interno della grande installazione dell’artista, e il silenzio regna. Cumuli di fogli sparsi e libri neri, tavoli su cui sono appoggiati ancora i fogli e i libri, forbici, chiodi, sedie, fili scuri che collegano tutti gli elementi, creano uno spaesamento visivo che porta con sé un cortocircuito emozionale. Gli oggetti sono interiorizzati come se ci si addentrasse in un cimitero della memoria: la loro origine è stratificata nel tempo, sono ispirati e tratti dall’antica casa studio dove Rubio vive, a Córdoba. Ogni parte della suggestiva installazione ricorda ciò che l’artista ha trovato nella casa quando vi è andato ad abitare. I fogli sono riproduzioni di disegni e scritti lasciati nel tempo dalle persone che lì hanno vissuto; le forbici, i chiodi, un posacenere sono tutti parte dell’abitazione. I libri neri sono stati realizzati con cenere, pigmenti e cera d’api che l’artista ha applicato su superfici vergini lasciandole esposte al sole estivo spagnolo fino a farle bruciare: sono la testimonianza della terra d’origine di Rubio. I fili neri riportano ai fili di una tenda situata all’esterno della casa che serviva a riparare dal sole i bambini di una vecchia scuola che lì si teneva: rappresentano, secondo il pensiero dell’artista, le radici della memoria, come le radici del grande albero di limone che lì sorge, che oramai sono arrivate fino all’edificio abitativo. Le sedie invece sono state comprate in un mercatino di Lucca, anche se molto simili a quelle originarie, per un motivo ben preciso: creare un collegamento con la terra che accoglie l’opera. Così i tavoli sono per metà andalusi e per metà realizzati a Lucca. La grande porta che si trova alla fine della sala, per metà andalusa, per metà toscana, simboleggia la soglia delle memorie, dei ricordi, ma anche l’incertezza del futuro che ci attende e la caducità del presente, è il collegamento fra passato, futuro e contemporaneità, è una porta verso l’indefinito. In contrappunto visivo rispetto alla porta, uno specchio antico proveniente da Cordoba crea un trait d’union fra tutti gli elementi installativi: «come un pendolo che attraversa l’opera», dice l’artista. Un gigantesco autoritratto di Rubio stesso guarda tutta l’installazione a simboleggiare un pensiero vivo verso ciò che è stato, la sua testimonianza del passato. Antonio Arévalo definisce il lavoro: «Un lavoro intimista che mira a costruire uno spazio sacro, individuale e collettivo, un non-luogo mentale e simbolico, che ha bisogno di sguardi che lo abitino, lo occupino fino a farlo riapparire, una sorta di palinsesto (da pálin psestòs, ‘raschiato di nuovo’, riferito all’uso di raschiare via le vecchie scritture dai papiri prima di riutilizzarli), che rivive attraverso tracce e brandelli di memoria». Durante la giornata di inaugurazione della mostra si sono svolte tre performance che compongono la Trilogia dell’assenza: Tesorino, perché hai perso?, Riflessi in bianco e nero, Kind of blue, un progetto a cura di Cecilia Bertoni sulle tematiche della perdita, della memoria e del ricordo. Fino 28 luglio; Tenuta dello scompiglio, via Vorno 67, Lucca; info: www.delloscompiglio.org (www.delloscompiglio.orghttp://)

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Trilogia dell’Assenza

Recensione di Sharon Tofanelli (27/5/2013 - persinsala.it)

Cecilia Bertoni e Pablo Rubio. Tempo, mente e solitudine alla Tenuta dello Scompiglio. E il piccolo borgo di Vorno si apre alla multidisciplinarità dell’arte.

solitudini. Chi non interromperebbe la corsa se ne avesse opportunità? Di più. Emergere per un lasso di tempo dallo scorrere lineare della vita. Emergere, un movimento verticale, perpendicolare. E guardare il tempo, guardarlo con occhio lucido, con occhio cinico. L’occhio di un dio, l’occhio di un misero. L’occhio di chi è fuori dal torrente. Qualcosa di molto simile a questo è accaduto a Vorno (un paesino sopra Lucca), nella Tenuta dello La Tenuta dello Scompiglio è un’ampia area multifunzionale immersa tra colline di ulivi e vigne, un piccolo paradiso dal carattere quasi ascetico consacratosi interamente all’agricoltura e alla cultura artistica. È in questo spazio apparentemente rustico e semplice che si materializzano scenari dal carattere perturbante e violento. Ed è qui che comincia la Trilogia dell’Assenza , un complesso sistema in tre atti, come nel teatro, sotto l’idea e la direzione di Cecilia Bertoni. L’artista – una mente visionaria e cruda – non ha esitato a partecipare a sua volta alle performance della giornata incastrando le date del suo ampio progetto con quelle della mostra artistica dello spagnolo Pablo . Rubio, Ore 14.30. La prima mezz’ora è dedicata a lui. Ci fanno varcare una tenda, la richiudono alle nostre spalle. Penombra. Rubio ha concepito una camera interiore: uno spazio immenso e abbandonato, umido, profondo, bombardato. Pagine sul pavimento, ammonticchiate tra loro, sotto piccole lampade. La luce crea isole nell’oscurità, punti sporadici di comprensione. Dove non c’è luce le pagine muoiono. Un abisso si frappone tra i frammenti di luce. È in questo ambiente amabile e al contempo inospitale, dove tutto è legato strettamente da spaghi neri, che l’uomo cerca e trova profonde analogie. E il colpo di grazia si ha quando si torna indietro, verso lo specchio, per capire: tutto questo è dentro di noi, dentro di noi. Ore 15.45, primo atto della Trilogia : Tesorino, perché hai perso? Sono in due, un uomo e una donna. Pattinatori. Non sono più giovanissimi. Alle spalle hanno la gloria, davanti l’ennesima prova, la gara. Ma è passato tanto tempo, così tanto dall’ultima volta. Devono vincere. L’atto, circa un’ora di performance , focalizza l’obiettivo in uno pseudocamerino di prova. I due, Serge Cartellier e la stessa Bertoni, sanno di dover vincere. E il loro desiderio prende corpo, ingigantisce, si colora. È sottofondo voci registrate, maschile e femminile, forse le stesse dei pattinatori, ci raccontano aneddoti d’infanzia, traumi. La donna è forse la stessa persona, l’unica che nel giorno della comunione portava un abito vergognoso; l’uomo è forse lo stesso che fugge – nell’audio – dal padre, che vuole riprenderlo con indosso una sottana. Il camerino si dilata e si restringe con la convulsione di un cuore. L’attesa, scandita da voci radiofoniche che annunciano i minuti mancanti all’esibizione, si avvelena di disperazione. Lei si trucca, lui si fabbrica un ridicolo cappello col nastro adesivo, si specchia, piange. Una coppa transita tra le loro mani, coppa da cui bevono, su cui piangono, che lasciano precipitare. Una coppa che li segue ovunque, anche nella quotidianità (la scena simbolica in cui i due mangiano pere, seduti al tavolo con la coppa tra loro). Accompagnati dalle voci di Radio Gogo, l’uomo e la donna sono in balia del vincere e del perdere. Su di essi si basa la stima che hanno per se stessi e per l’altro. E l’attesa, sempre più surreale, trascorre tra insulti e arrampicate, in una perenne e ossessiva ambizione verso la verticalità. Salire è lo scopo di entrambi. Persino in vetta non


sono soddisfatti e scendono, in assenza di scelta. Il fatto che non siano pronti è palese: forse perderanno. È un’ironia depressa quella che si presenta di fronte ai nostri occhi, un sarcasmo leopardiano e abbruttente che porta i performer alla morte interiore (tra le scene, anche il funerale simbolico della donna). Poi, il conto alla rovescia. Buio. I due cadono, si rialzano. E lentamente, come morti, vanno verso la competizione. Devono, devono vincere. Ore 17.20. Secondo atto: Riflessi in bianco e nero. Gli interpreti ci accompagnano fuori, tra i boschi. Camminiamo a lungo su sentieri scoscesi, nel fango. La prima tappa è in cima alla vetta, sull’Uccelliera. Si intitola Attesa. C’è una tavola imbandita di fragole e bevande. Qualche spettatore mangia, talaltro beve. Appesi a un ramo penzolano dei pattini da ghiaccio; sotto c’è uno specchio – forse a simulare il ghiaccio. Accanto, su una sedia, due dizionari aperti sul termine “attesa”. Una voce registrata ripete l’ora a ogni minuto. Qualcuno dovrebbe arrivare, ma non arriverà. E il suono del pattino che graffia il ghiaccio rievoca il dolore delle attese inutili, delle ore scialacquate. Attendiamo per dieci minuti, senza parlare. Mentre una voce registrata ci invita a seguire la guida, ci avverte di non pattinare finché la superficie del ghiaccio non si sarà rimarginata. Seconda tappa: Perdita. Siamo ai piedi di una ripida discesa. La registrazione riprende dal dizionario la definizione di “perdita”. Due buche nel terreno e, in alto, sei sedie sparpagliate lungo i valloni. Tre uomini siedono su altrettante sedie, maneggiando dei libri. Sulle altre tre riposano camicie, scarpe e recipienti pieni di ghiaccio e liquido rosso. Nelle buche due donne, una vestita di nero, l’altra di bianco. La nera, soggetta al tempo, scava la propria buca come una fossa; la bianca, avversa al tempo, si ammazza di fatica nel tentare di richiudere la propria. Ninne nanne, ricette di cucina, declinazioni di verbi al presente, al passato, al futuro. Un uomo strappa le pagine, se le strofina in faccia, le divora; un’altro le consuma lentamente; un ultimo finisce il proprio libro e rotola via lasciando la sedia vuota. E infine, anche noi ce ne andiamo. Terza tappa: Il cimitero della memoria. La vallata, molto ripida, è costellata di opere d’arte moderna. Gli altoparlanti definiscono “memoria”. Ci dicono di fare ciò che vogliamo. È un attimo. I performer si sparpagliano nella valle, gettandosi sugli oggetti. La donna in bianco, con i pattini ai piedi, volteggia su una piattaforma pallida (emblema della memoria, secondo un’intervista all’artista, che la visualizza come una distesa immacolata). Altri si rotolano sulla “memoria”, ognuno coprendo le tracce precedenti con le proprie. La distesa resta bianca. Un folle grida di seguire la guida, poi scompare in una fossa continuando a gridare. Ultima tappa: Il funerale del tempo. Il susseguirsi degli eventi si lega con il flusso delle acque. Anche per questo il “funerale” si svolge ai piedi di uno stagno. Una vedova siede su un masso, una sposa è sospesa sulle nostre teste. Altri sono in piedi, o distesi tra le radici di un albero. Lentamente la scena si svuota. Le persone, forse il tempo oggettivo, se ne vanno una dopo l’altra. La sposa cala verso l’acqua, la vedova rovescia un bacile di ghiaccio e fluidi rossi: ma chi sono costoro? Forse la stessa donna? È la vedova che rimembra il passato o è la sposa a presagire il futuro? E dov’è questo tempo di cui tanto si parla e che si compiange? Cos’è? Una voce risponde dagli altoparlanti: «È l’essere umano. Perché gli altri esseri non lo temono». Il tempo. Lo abbiamo visto nel camerino, tra i due pattinatori. E qui. Il tempo, la linea sottile tra vittoria e sconfitta. Torniamo alla Tenuta. Ore 20.20, ultimo atto. Si intitola Kind of blue – come l’album di Miles Davis del ’59. Lo spazio, se possibile, si fa ancora più claustrofobico. Siamo su un’impalcatura al di sopra di una stanza. Un uomo dorme sotto una torretta, completamente nudo. Sulle pareti scorrono video, corpi spezzettati che si muovono a mezz’aria. Sono i corpi dei performer. Kind of blue – un tipo di azzurro, un mood; il blues è anche un genere musicale. Parola dai molteplici significati. Quel “tipo di malinconia”. Perché di questo parla la performance, di una particolare sfumatura di tristezza: quella del superuomo. Una voce registrata cita alcuni passi di Nietzsche, i più gloriosi, che menzionano la solitudine di un forte tra i deboli, Zarathustra. L’uomo si veste, è un astronauta. Completamente solo su un pianeta a parte, volontariamente avulso dalla realtà umana. Con l’andare del tempo la sua forza si sgretola, la solitudine lo attanaglia. E sul pavimento qualcuno proietta un video. Ancora i performer. Scene crude e impietose che catapultano a forza lo spettatore nella sfera privata degli


attori. Abbondano le vasche da bagno, le cucine, i corpi nudi. Ogni personalità è esasperata e condensata in scenari surreali: c’è chi si ritrae sullo specchio, chi pulisce il bagno tingendosi di rosso e avvolgendosi nella plastica; c’è chi si lava vestito. E poi una tavolata: tutti mangiano, anche l’astronauta. Lui è reale, non loro. La barriera del tempo e dello spazio si frappone tra l’uomo e i suoi amici lontani, semplici, terreni. I bicchieri si rovesciano, il blu allaga la tavola, la stanza, l’esistenza. L’uomo non si alzerà più. Si può essere Zarathustra. Ma la solitudine? Lui stesso, il superuomo, si ritrova a consolare il mare. Il pubblico esce: è tutto finito. La Trilogia dell’Assenza. Tempo, perdita, solitudine, vittoria. Ma chi è il vero assente in questa epopea del delirio? Cosa realmente offre, cosa sottrae? Gli eventi, le percentuali, le potenzialità? L’uomo, forse. È l’uomo il grande assente della vita. Tenuta dello Scompiglio, ore 22.00. Per comprendere l’assenza talvolta è necessaria un’assenza maggiore. E poi fermarsi, alla fine. Riconsiderare. Sì. Per ripartire.

La performance continua: Associazione Culturale Dello Scompiglio Vorno (Lucca) fino a domenica 2 giugno Trilogia dell’Assenza da un progetto di Cecilia Bertoni Tesorino, perché hai perso? una composizione di Cecilia Bertoni, Carl G. Beukman, Serge Cartellier, Claire Guerrier e Saskia Mees regia Claire Guerrier con Cecilia Bertoni e Serge Cartellier suono e musica Carl G. Beukman luci Pierre Montessuit scene e costumi Cecilia Bertoni e Claire Guerrier video Claire Guerrier audio e luci Luca Telleschi e Paolo Morelli Riflessi in bianco e nero idea, regia e scene Cecilia Bertoni suoni e musica Carl G. Beukman con Marialucia Carones, Serena Gatti, Marco di Campli Sani Vito, Piero Leccese, Tazio Torrini e Alessio, Andrea, Deniel, Derox, Fausto, Federico, Francesco e Paolo mostra collettiva (le opere nel “cimitero della memoria”): Clara Conci, Davide Orlandi Dormino, Silvia Giambrone, Pablo Rubio, Chiara Scarfò, Gian Maria Tosatti, Enrico Vezzi e Claudia Zicari a cura di Angel Moya Garcia con Cecilia Bertoni assistente alla regia Vincenzo Suriano allestimento mostra Cipriano Menchini audio e tecnica Luca Telleschi e Paolo Morelli tree climber Paolo Carrara testi Cecilia Bertoni, Marialucia Carones e Serena Gatti. citazioni da Haruki Murakami e Friedrich Nietzsche Kind of blue


idea, regia e scene Cecilia Bertoni musiche, suoni e rumori Carl G. Beukman aiuto regia Alice Mollica astronauta Mauro Carulli nei film Cecilia Bertoni, Carl G. Beukman, Marco di Campli San Vito, Marialucia Carones, Serena Gatti, Claire Guerrier, Piero Leccese, Mees, Luigi Petrolini e Andrea, Cipriano, Deniel, Derox, Fausto, Francesco, Paolo G., Paolo C., Didi & Gogo testi Cecilia Bertoni, Mauro Carulli e i performer, Friedrich Nietzsche costume Rosanna Monti tecnica Paolo Morelli e BAM costruzione scene Cipriano Menchini e Paolo Morelli Film in cucina e nei bagni riprese Mauro Carulli montaggio Mauro Carulli e Cecilia Bertoni Film in green screen riprese, montaggio e tecnica BAM e Paolo Morelli Estados para una existencia mostra personale di Pablo Rubio a cura di Antonio ArĂŠvalo fino a domenica 28 luglio


Pablo Rubio - “Estados indefinidos para una existencia”

29/5/2013 (visum.it)

Pablo Rubio - “Estados indefinidos para una existencia” La Tenuta Dello Scompiglio a Vorno in provincia di Lucca, fino al 28 luglio 2013, ospita un’installazione di grande dimensioni dell’artista di Cordoba, Pablio Rubio in cui si creano nuovi spazi dell’immagine. Carmen del Vando Blanco

Alle porte di Lucca il 'Progetto Dello Scompiglio', ideato e diretto da Cecilia Bertoni, prende vita nell'omonima tenuta, sulle colline di Vorno: una realtà in cui le attività legate alle arti visive e performatiche negli spazi interni ed esterni e il dialogo e le attività con la terra, con il bosco, con la fauna, con l'elemento architettonico, svolgono una ricerca di cultura. E ogni scelta per il Progetto viene valutata in relazione alla propria sostenibilità ambientale come l'installazione di Pablo Rubio.

Difatti, dopo l'opera site-specific “Spazio#06” dell'artista romano Gian Maria Tosatti, a cura di Angel Moya Garcia, e di “Incontri”, mostra collettiva di otto giovani autori legati al territorio toscano, curata da Lorenzo Bruni, si è inaugurata “Estados Indefinidos para una existencia” - titolo rimasto in spagnolo dovuto alla cittadinanza del suo autore -, di Pablo Rubio (Cordoba, 1974) e curata da Antonio Arévalo.

Come spiega Arévalo: “è una grande installazione in cui Rubio crea nuovi spazi dell'immagine


attraverso le diverse trame come in una parafrasi, un'accumulazione o un 'carrousel'.”

“L'artista rappresenta la memoria di coloro che hanno lasciato un segno del loro passaggio nel mondo attraverso leggere tracce sbiadite, ombre illusorie, luoghi sotterranei e ritratti anonimi; utilizza le cose a loro appartenute, come lettere, vestiti, chiavi e oggetti, in una grande installazione per la creazione di un 'quasi trattato' sugli 'stati indefiniti per un'esistenza'”, e aggiunge: “si tratta di un lavoro intimista che mira a costruire uno spazio sacro, individuale e collettivo, un non-luogo mentale e simbolico, che ha bisogno di sguardi che lo abitino, lo occupino fino a farlo riapparire, una sorta di palinsesto - da pàlin psestòs, 'raschiato di nuovo', riferito all'uso di raschiare via le vecchie scritture dai papiri prima di riutilizzarli-, che rivive attraverso tracce e brandelli di memoria. Frammenti legati alla vita della casa che fu, le cui porte compongono una soglia chiusa da mura di oblio, soglia che è sia separazione sia possibilità di un'alleanza di unione, di riconciliazione. Pablo Rubio ha bisogno di fare domande incerte sul tempo.”

“Ci parla di un luogo... un luogo in cui convivono gli interrogativi e gli istanti segreti, le memorie e le architetture ingarbugliate... L'artista tenta di ordinare il caos. La non luce si fa densa e la penombra precipita verso di noi... le pagine che trattengono i ricordi e conformano la memoria collettiva si svincolano dal corpo della storia, precipitate irrimediabilmente verso il pavimento”.

Pablo Rubio ha partecipato, ultimamente, alla collettiva 'Il Cimitero della memoria', che è visibile negli spazi esterni della Tenuta ed è parte integrante della performance 'Riflessi in Bianco e Nero, di Cecilia Bertoni; mentre più indietro, a 'Quadrato Nomade' aperta al Palazzo delle Esposizioni, di Roma e 'Estampa 19° Feria Internacional de Arte Multiple Contemporaneo' di Madrid nonché 'The Wall (archives)#3' a Bologna, fra altri importanti appuntamenti.


Da indicare che dal 2007 l'Associazione Culturale 'Tenuta Dello Scompiglio' produce spettacoli, concerti, mostre, installazioni e teatro per ragazzi, e inoltre si propone come residenza di artisti, laboratori, corsi e workshop, nel nome dell'arte e nel pi첫 grande rispetto per la natura. Carmen del Vando Blanco

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Dello Scompiglio: uno spazio performativo immerso nella natura toscana

Dello Scompiglio: uno spazio performativo immerso nella natura toscana VENERDÌ 31 MAGGIO 2013 09:58

INES BARALDI

Sarà questo l’ultimo weekend per assistere alla "Trilogia dell’Assenza", tre performance a cui l’associazione culturale Dello Scompiglio, sotto la guida di Cecilia Bertoni, ha dedicato gli ultimi otto anni di attività. Negli spazi esterni della Tenuta di Vorno (in provincia di Lucca) e nel suo Spazio Performatico ed Espositivo (SPE) si potrà assistere alla sessione consecutiva delle perfomance “Tesorino, perché hai perso?”, “Riflessi in bianco e nero” e “Kind of Blue”. Tre parti di un racconto sulla relazione tra vittoria e sconfitta, fra individuo e sua quotidianità, tra i ricordi, l’immaginazione e la definizione di un’identità, elementi che chiudono il progetto iniziato nel 2005 con la realizzazione del primo atto. Oggi vengono riproposti in versione integrale, dispiegandosi per tappe nel luogo in cui hanno avuto origine: una prima parte viene presentata nello spazio chiuso dello SPE, mentre la seconda si snoda lungo un percorso all’esterno, fra azioni e installazioni, che accompagna infine il pubblico su un’impalcatura sovra-scena da cui potrà seguire il dipanarsi di “Kind of Blue”. Il Cimitero Della Memoria (photo: D. Pellegrini)

Il progetto nasce nell’omonima tenuta, ex Villa Minutoli-Tegrimi, dal 2003 oggetto di recupero e rivitalizzazione secondo criteri di bioarchitettura, ecologia e sostenibilità. La ristrutturazione dell’organismo architettonico e agricolo, che occupa circa 200 ettari di territorio alle porte di Lucca, e il recupero dei fabbricati, ora in parte destinati alle attività dell’associazione, sono il punto di partenza per un’attività che tenta di integrare lo spazio al suo attuale utilizzo, e insieme agli ambienti esterni (in particolare il parco, la Collina dell’Uccelleria e il Cimitero della Memoria) si fanno scenario per performance e installazioni. Lo Scompiglio, oltre a costituirsi come spazio di prova per le produzioni teatrali della compagnia, promuove poi residenze d’artista e ospita spettacoli e rassegne di musica e arti visive.

-"$'#$%.,#$ Dello Scompiglio: uno spazio performativo immerso nella natura toscana

Proprio per questo il 18 maggio scorso, insieme alla "Trilogia

Torna Prosa et Labora. Perché di urgenze non ce n'è

dell’Assenza" è stata inaugurata la mostra “Estados indefinidos para una existencia”. La grande installazione dell’artista spagnolo Paolo

mai abbastanza

Rubio, curata da Antonio Arévalo, prosegue qui l’attività espositiva.

drammaturgia

Dopo l’installazione site specific “Spazio #06” di Gian Maria Tosatti e “Incontri”, una collettiva di otto giovani artisti legati al territorio toscano e curata da Lorenzo Bruni, Rubio compone un viaggio Kind of blue sulle tracce della memoria attraverso oggetti, parole e letture provenienti dal suo studio e dagli strati di esistenza che l’hanno abitato prima del suo arrivo, ponendo se stesso e la propria immagine nel mezzo di un percorso in penombra, fatto di pezzi di vita altrui, architetture aggrovigliate di fogli, forbici, orologi e paralumi.

Da Sartre a Mayorga le diverse Vie della Endgame: Franca Rame Onegin. Commentaries. A Vie il nuovo lavoro di Hermanis

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Si tratta, come spiega Arévalo, di “una sorta di palinsesto (da ‘pálin psestòs’, ‘raschiato di nuovo’, riferito all’uso di raschiare via le vecchie scritture dai papiri prima di riutilizzarli), che rivive attraverso tracce e brandelli di memoria. Frammenti legati alla vita della casa che fu, le cui porte compongono una soglia chiusa da mura di oblio, soglia che è sia separazione sia possibilità di un’alleanza di unione, di riconciliazione”.

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Con la "Trilogia dell’Assenza" lo Scompiglio inaugura anche un ciclo di attività che si terranno tra giugno e settembre negli spazi interni ed esterni della tenuta, e che si articoleranno in focus e attività piuttosto eterogenei: una giornata dedicata al teatro ragazzi (in programma per domenica 9 giugno), la rassegna “Sedeo Ergo Sum”, sviluppo di una ricerca di Caterina Pecchioli iniziata a Vorno nel 2010 e che si dipanerà attraverso sculture, La mostra di Pablo Rubio (photo: D. Cappello) installazioni e fotografie; ma anche i Campi dello Scompiglio dedicati alle attività coi bambini; oltre a due residenze (Collectif Impatience e CaRma) e alla messa in scena di “Somnambules & the 7 Deadly Sins” di The Karavan Ensemble e dei “Tre studi per-forme” di Piero Leccese.

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Alla%ricerca%del tempo%perduto con%Cathy Marchand

Sharon%Fridman, Ferenc%Fehér%e l'essenza%della danza

Mercanti%di%storie. La%poesia%di%Piero Ciampi%al%Torino Fringe%Festival

Sonja.%La%delicata poesia%di%Alvis Hermanis

Nell'intimo%di%una congiura. Videointervista%sul Giulio%Cesare%di Andrea%Baracco

Romeo%e%Giulietta, nel%mondo%liquido del%Lemming

Sul%senso%di%una tumulazione teatrale. Videoprocesso%a Daniele%Timpano

Mai%abbastanza parole%per Mariangela Gualtieri

Jurij%Ferrini.%Per una%povertà 'francescana'%del teatro

Benoît%Lachambre in%mutazione%con Daniele%Albanese

Federica%Fracassi da%Eva%Braun%a Blondi

La%trilogia%di Orlando%secondo Caterina%Poggesi

In%bilico%fra esistenza%e%fuga. Conversazioni%con Jeanne%Mordoj%e Yoann%Bourgeois

Numerose occasioni per scoprire un luogo immerso nella natura. Tags: Accademia Dello Scompiglio

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Rebus per un parco a tema Pubblicato il 31 maggio 2013 · in alfapiù, teatro · Add Comment

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Maria Cristina Reggio Vicino a Lucca cʼè un parco singolare che contorna una bella villa restaurata da pochi anni, la Tenuta dello Scompiglio. Il nome sembrerebbe fare riferimento a un’antica famiglia proprietaria da secoli di tanta bellezza, invece non si tratta di un patronimico, bensì di un sostantivo che indica il tipo di relazione tra le arti a cui la Tenuta è dedicata: lo scompiglio, per lʼappunto, ovvero scompaginamento delle arti. La performance art, le arti performative e visive, quelle culinarie e musicali, nonché i metodi per la cura del corpo come il Feldenkrais, si incrociano negli spazi aperti e in quelli chiusi di questa proprietà, dove gli spettatori-avventori, preferibilmente muniti di calzature sportive, vengono invitati a compiere diversi percorsi alla scoperta delle installazioni (tra le altre, una di Alfredo Pirri nella cappella sconsacrata e una di Jannis Kounellis sotto un immenso albero secolare) e dei video in mostra, nonché delle performance e delle contaminazioni in esse contenute tra linguaggi artistici e para-artistici, come in un parco a tema, dedicato alle epifanie del corpo (un poʼ trekking, un poʼ fitness, un poʼcirco, e molto happening sontuoso). Lʼultimo progetto alla Tenuta dello Scompiglio, previsto fino alla fine di maggio, è la Trilogia dell’assenza, di Cecilia Bertoni: un allestimento multiplo che comprende tre lavori nei quali si mescolano performance, video e mostre con itinerari a piedi per visitare le installazioni del parco. Il primo si svolge nel buio di

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una cornice teatrale, Tesorino, perché hai perso?, una composizione di Cecilia Bartoni, Carl Beukamn, Serge Cartellier, Claire Guerrier e Saskia Mees, è incentrato su temi autobiografici come la perdita, il ricordo, lʼinfanzia. Il secondo, Riflessi in bianco e nero, ideato e diretto da Cecilia Bertoni, con musiche e suoni di Carl G.Beukman, riprende e svolge le stesse tematiche, ma le sviluppa allʼesterno, nel parco, in un’ulteriore tripartizione che comprende lʼAttesa, il Cimitero della Memoria

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e il Funerale del Tempo. Qui gli spettatori vengono coinvolti con il loro corpo in un aspro cammino che sembra quasi un pellegrinaggio, sollecitati a muoversi in gruppo dagli ordini perentori di uomini-guide in completo scuro muniti di altoparlanti astili, gli stessi che precedono le processioni postconciliari. Anche in questo caso ritornano i ricordi di una criptica esperienza passata, in un faticoso tragitto che, inerpicandosi sulle alture della Tenuta, incontra sepolture diverse, accompagnate sempre da atletici performer che saltano, corrono, si inseguono, fino a un’immagine finale molto intensa, nel ninfeo, con un’acrobataangelo sospesa sul filo orizzontale di un piccolo lago. Trionfo

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teatralità l’armonia naturale del paesaggio sonoro. Nel suo Arte come esperienza, un testo ispiratore per molta perfomance art, John Dewey scriveva che «Lʼesperienza accade continuamente, poiché l’interazione tra la creatura vivente e le condizioni ambientali è implicata nello stesso processo del vivere», e dunque l’arte che presuppone l’esperienza fisica dello spettatore non richiede necessariamente una trasformazione teatrale dell’ambiente, e si accontenta di mostrare, come fa la land art, ciò che esiste già. Per questo, forse, la musica appare ridondante e in contrasto con questo raro ambiente naturale, già ricco di suoni. L’ultimo tassello della trilogia, Kind of blue, anchʼesso firmato da Cecilia Bertoni, con Mauro Carulli in scena e le musiche di Carl G. Beukman, è il ritorno per gli spettatori a uno spazio chiuso e prevede il passaggio attraverso un’installazione grande come un magazzino di ricordi (Estados indefinidos para una existencia di Pablo Rubio, a cura di Antonio Arévalo) che conduce in una stanza dove un video proiettato su tutte le pareti, interagisce con il corpo vivo di un performer e con i suoi tentativi, continuamente frustrati, di partecipare a un banchetto virtuale. Nel video i temi della perdita e della sconfitta prendono una consistenza più chiara e risolta, dovuta anche allo stesso linguaggio del mezzo che si presta particolarmente alla sospensione, al gesto interrotto, all’immagine frammentata.

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Testo originale

artribune.com

Entrambi i progetti, strettamente interrelati, si interrogano sul tempo passato e presente, indagando sulle finzioni dei ricordi e sulla solitudine. Da due punti diversi: da una parte quello performativo, dall’altra installativo. Quali progetti? Quelli della giornata dedicata alle arti performatiche e visive che – sabato 18 maggio – celebra il completamento di otto anni di attività della Tenuta Dello Scompiglio di Vorno, nel lucchese. La performance è del resto iscritta nel DNA di Cecilia Bertoni, direttrice ed animatrice della Tenuta e nello Spazio Performatico ed Espositivo: che nell’occasione presenta la sua Trilogia dell’Assenza, tre performances che “affrontano e si impigliano nel tema del perdere e del Pablo Rubio – Riflessi in Bianco e nero. Cimitero della memoria vincere, della sua relazione col tempo in tutte le sue dinamiche, reali e non”. Intrecciandosi, nelle tematiche, con le opere della mostra Estados indefinidos para una existencia, dello spagnolo Pablo Rubio (Cordoba, 1974), a curata da Antonio Arévalo: una grande installazione – questa visibile fino al 18 luglio – con la quale l’artista “rappresenta la memoria di coloro che hanno lasciato un segno del loro passaggio nel mondo attraverso leggere tracce sbiadite, ombre illusorie, luoghi sotterranei e ritratti anonimi“. Come? Utilizzando oggetti a loro appartenuti – lettere, vestiti, chiavi -, un lavoro intimista “che mira a costruire uno spazio sacro, individuale e collettivo, un non-luogo mentale e simbolico“. www.delloscompiglio.org leggi anche Scompiglio performatico (ed espositivo)

Work in progress Scompiglio. Si continua a ...

Quattro mura, per dar ricovero a tante idee ...

I tre vincitori dello Scompiglio. Banchelli, ...

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May 22, 2013 08:58:30AM MDT


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TRILOGIA DELL’ASSENZA, DUE PROGETTI A VORNO Rai TRILOGIA DELL’ASSENZA, DUE PROGETTI A VORNO La “ Tenuta dello Scompiglio” di Vorno (Lucca) apre le porte domani per una giornata dedicata alle arti performatiche e visive con due progetti artistici Da un lato si presenta la “ Trilogia dell’Assenza”, diretta dalla performer e regista Cecilia Bertoni,con al centro la tematica del perdere e del vincere. Dall’altro si inaugura la mostra personale di Pablo Rubio, “Estados indefinidos para una existencia”, a cura di Antonio Arévalo, che si interroga sugli stati indefiniti dei ricordi. La rassegna è aperta al pubblico fino al 18 luglio.


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