DI PLÒOS
S O Ă’ LP ID
Diletta Albertini
conc ep t
C ON T E N T S
Foreword 9 Concept 13 Project 15 Tulle Explosion 35 Diplòos Release
65 Alternative Expansion 77 Bibliography 79 Index 83
FOR E WOR D La capsule collection Diplòos nasce dalla mia personale interpretazione delle macchie del test psicologico proiettivo – reattivo di Hermann Rorschach: la base di un noto strumento per l’indagine della personalità. Il test di Rorschach è come una rete che cattura immagini incoscie e simboli e attraverso questi ultimi, gli archetipi. L’archetipo, come concetto psicosomatico, collega il corpo alla psiche, l’istinto all’immagine. Il reattivo di Rorschach si trasforma in uno specchio che riflette al conscio i contenuti (incosci) repressi o esclusi. Gli schizzi che ho creato sono la concretizzazione cartacea delle mie ossessioni e della mia paura per la ‘scissione’ della personalità. Il tema che funge da apripista è quindi la schizofrenia, l’alterazione del pensiero e del comportamento. I disturbi della personalità sono spesso caratterizzati da deliri ed allucinazioni. Quest’ultime sono state connesse al problema della diplopia (diplopí a , diplopìe, Chir. da διπλος; diploos = doppio, e da οπτομαι; optomai = vedere), la visione simultanea di due immagini dello stesso oggetto. I difetti della percezione visiva si ricollegano in modo diretto alla mia Musa, un’individuo evanescente la cui identità mi è sconosciuta. Dalla composizione delle famose macchie, ho deciso di concretizzare l’idea della modificazione della ‘superficie’ del mio abito partendo dall’immagine di riferimento dell’album Unknown Pleasures * della band inglese Joy Division, creando così dei volumi il cui effetto chiaroscuro verrà dato da una particolare lavorazione. La tecnica utilizzata nell’assemblaggio del tulle, il tessuto che ho utilizzato, ha permesso di dare contemporaneità alla strut-
* L’immagine utilizzata in questo libro è tratta da un’edizione dell’enciclopedia di astronomia di Cambridge. Originariamente costituita da linee nere su fondo bianco posta in negativo nella front cover del disco.
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tura ed all’aspetto dei capi. Una superficie discontinua, che perde la sua funzione pittorica per assumerne una plastica, modulata secondo un disegno dal regolare ritmo compositivo, passibile di infinite declinazioni sul tema del contrasto luce – ombra, chiaro – scuro. In Diplòos a predominare sono i colori; non si tratta di giacche o di vestiti convenzionali ma di fusioni, di ibridi e mescolanze che giocano con il volume e con la costruzione. Una capsule collection di outfit unici che limitano la libertà di movimento e allo stesso tempo lo rendono reale, materica e visibile. Le macchie sono state ottenute dalla piegatura di un foglio con il colore posizionato al centro. In seguito il foglio è stato chiuso e il colore direzionato sulla sua superficie con il semplice movimento del dito. Il passo successivo nel processo è stato quello di prendere una foto in bianco e nero di un corpo il cui viso è stato sfuocato, per trasformarlo in un manichino. Applicando in seguito la macchia, adattandola e modificandola, si rende concreta la silhouette finale. Per la costruzione degli abiti in Diplòos mi sono servita di una base di tela grezza su cui ho applicato il tulle. Lo sviluppo progettuale è stato meticoloso, assemblando e cucendo le strisce arricciate di tulle secondo il preciso movimento e cambiamento cromatico che si riscontrava nella macchia. In generale ho usato questa lavorazione per la parte davanti, al contrario, per quella dietro, ho preferito rimarcare il contrasto rimanendo più lineare con l’utilizzo di materiali come canvas e pelle, facendoli aderire al corpo. Questo progetto mira ad illustrare quanto possa una macchia di tempera offrire dei modi alternativi di generare forme e silhouette inaspettate in modo puramente casuale.
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C ONC E P T La scelta tra colore e forma può anche venir studiata nel test di Rorschach. Alcune delle tavole di questo test offrono all’osservatore l’opportunità di basare la descrizione di quello che vede sul colore piuttosto che sulla forma, e viceversa; qualche soggetto può identificare una figura dal suo contorno, anche se il colore ne contraddice l’interpretazione, mentre un altro può descrivere due rettangoli azzurri disposti simmetricamente come ‘il cielo’ o dei ‘non ti scordar di me’ trascurando la forma a favore del colore, Rorschach e i suoi seguaci affermano che tali differenze di reazione sono in rapporto con analoghe differenze di caratteri della personalità. I primi ad essere sottoposti a questo esperimento furono dei malati mentali. Rorschach scoprì che gli individui di carattere euforico erano più sensibili al colore, mentre i tipi depressi reagivano di preferenza alla forma. Il predominio del colore indica apertura agli stimoli esterni: si riscontra quindi in individui sensibili, facilmente influenzabili, instabili, disorganizzati, facili alle esplosioni emotive. La propensione per la forma si accorda con il carattere introverso, con un forte controllo degli impulsi, con l’atteggiamento pedantesco e poco emotivo. Rorschach non avanzò alcuna teoria sui rapporti che intercorrono tra il comportamento percettivo e la personalità. Rorschach constatò che le persone che sanno controllare le loro emozioni hanno una preferenza per il blu e il verde e evitano il rosso. Se un artista si limita ad usare il bianco e il nero come fece, per esempio, Redon per un lungo periodo, ciò richiamerà alla mente dello psicologo il famoso shock cromatico che si osserva nelle reazioni di alcuni individui al test delle tavole di Rorschach. Traendo spunto dalle macchie propongo forme e volumi inediti che replicano fedelmente le forme ed i colori disegnati sul foglio. Gli abiti, assemblati e progettati in un gioco di stratificazioni e sproporzioni, riprogettano i corpi di chi gli indossa suggerendo una nuova morfologia. Dalla modulazione ritmica delle forme e dei tessuti nasce così un microcosmo ordinato, perfettamente simmetrico: Diplòos.
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PROJ EC T
T U L L E E X PL O SION
Questo capitolo è dedicato a ‘Tulle Explosion’, titolo che trae ispirazione dalle immagini usate come riferimento per ogni nucleo lookbook. Le fotografie sono creazioni scattate dall’inglese Nick Knight per la pubblicazione Another Man, chiamate infatti ‘Paint Explosions’. Alcuni di questi scatti si adattavano particolarmente a certi outfit di Diplòos, rimanendo invariati nei colori proposti dal fotografo * (pagine 49, 55), altre invece sono il frutto della manipolazione digitale avvenuta servendomi del programma Photoshop (pagine 39, 45, 59). L’effetto complessivo dell’esplosione di pittura reso da Nick Knight è molto simile al trionfo di tulle della capsule collection. La forza espressiva, vicina alle silhouette, ha permesso di poter contestualizzare nel progetto la manifestazione artistica costituita dalle esplosioni. Ogni fotografia è accompagnata da testi estratti da vari saggi sulla teoria del colore che ho trovato particolarmente esplicativi. Mi sono avvalsa di trattazioni come: Interazione del colore di Josef Albers, Arte del colore di Johannes Itten e Dello Spirituale nell’Arte di Wassily Kandinsky. Le citazioni motivano in modo pertinente ogni singolo accostamento cromatico. Infine, a completamento degli scatti lookbook, ho aggiunto una sintetica didascalia descrittiva di ciascun outfit. La scelta è dettata dalla linea del progetto che richiedeva l’uso limitato delle parole lasciando più spazio al potere espressivo dello scatto. Non a caso ho deciso di omettere anche ogni disegno tecnico, troppo piatto per rappresentare un’idea così aerea e voluminosa. Le fotografie sono il mio modo personale di illustrare Diplòos in quanto ritengo che l’occhio che guarda sia immediatamente catturato dall’immagine cogliendone ogni dettaglio ed ogni sfumatura di colore.
* Knight Nick, Paint Explosions, Another Man, Issue 1, Fall Winter, 2005.
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È ovvio che qualsiasi coppia di colori può produrre varie miscele. Oltre all’illusione della miscela, si constaterà un altro inganno e cioè che un colore sembra diventare visibile attraverso l’altro. La miscela perde la sua opacità e appare trasparente o traslucida. Per fare in modo che l’occhio possa leggere questa doppia illusione di mescolanza e trasparenza, i colori dovranno essere messi in modo da sovrapporsi: le parti ombreggiate appartengono a ognuna delle forme che sovrappongono e queste rappresentano dunque logicamente il luogo in cui si verifica la miscelazione di colori.
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Giacca in pelle di vitello ed ecopelle sul retro, apertura con cerniera sul davanti in tulle nei toni del bianco, panna, rosa salmone, bordeaux. La silhouette è completata da una tuta intera in ecopelle.
Capo unico, la cerniera si sposta lungo la schiena ed il dietro dell’abito, attraverso i ‘motivi’ di pelle marrone e rosa, rispecchia quasi fedelmente il movimento del tulle che si trova sulla parte davanti.
Si parla di contrasto quando si avvertono differenze o intervalli evidenti tra due effetti cromatici posti a confronto. Il contrasto di colori puri è il più semplice dei sette contrasti. Non presenta una particolare complessità visuale, in quanto basta a crearlo l’accostamento di qualsiasi colore al più alto punto di saturazione. Come l’opposizione di bianco – nero costituisce il culmine del contrasto chiaroscurale, così l’accostamento di rosso e blu rappresenta il massimo grado di tensione fra colori puri.
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Abito il cui retro, con cerniera a contrasto, è dato dalla combinazione di canvas e pelle di vitello azzurra, il tulle della stessa tonalità e rosso si estende fino al davanti armonizzandosi con questi materiali.
Il colore in minoranza, trovandosi, per così dire, in difficoltà, si difende con l’apparire più luminoso di quando è presente in quantità proporzionata. Entro il colore possono esistere forze che danno luogo, già da sole, a effetti di profondità, e che si manifestano in forma di contrasti chiaroscurali, di caldo – freddo, di qualità o di quantità... Per l’effetto di profondità la tinta del fondo o quelle contigue sono quindi altrettanto importanti del colore che è aggiunto... Col contrasto di qualità valgono le seguenti leggi spaziali: un colore luminoso puro viene più in avanti di un colore altrettanto luminoso ma meno puro; però se insieme al contrasto di qualità agiscono i contrasti di luminosità o di caldofreddo, l’effetto si inverte o si annulla.
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Giacca costituita davanti interamente da tulle nei toni del rosso, del nero e del bianco. Il dietro, piÚ lungo, è composto da canvas e pelle di vitello opaca. L’outfit si completa con una tuta in ecopelle scura ed inserti in maglina traforata.
Il tulle, presente nelle cromie del rosso e del bianco, struttura volumetricamente le maniche, il corpetto e la parte posteriore, ricordando il gonfiore della tournure.
ll movimento del giallo e del blu, crea un grande contrasto, con un moto eccentrico e concentrico. L’azione del giallo si intensifica quanto più chiaro esso diventa (detto nel modo più semplice: quanto più bianco vi si mescola) , l’azione del blu diviene tanto più intensa quanto più scuro diventa il colore (mescolandovi del nero) . Questo fatto acquista un’importanza ancora maggiore quando si osservi che il giallo tende a tal punto al chiaro (bianco) che non può esistere in generale un giallo molto scuro. Esiste dunque una profonda affinità fisica fra il giallo e il bianco, così come fra il blu e il nero, poiché il blu può raggiungere una profondità prossima a quella del nero.
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Abito casacca oversize: assemblamento di tulle ad eccezione della schiena in pelle lucida. L’effetto cromatico colpisce; l’impiego del giallo e dell’azzurro intenso rafforzano l’impatto visivo.
I colori puri e le loro combinazioni si sviluppano e si estendono dal bianco al nero. Il nero con la sua profonda oscurità è necessario per regolare la luminosità delle luci colorate. La chiara lucentezza del bianco è indispensabile per dare ai colori la loro forza fisica. Tra il nero e il bianco pulsa il mondo variopinto dei fenomeni colorati. Tuttavia solo fino a quando i colori restano legati al mondo degli oggetti noi siamo in grado di percepirli e di riconoscere le leggi che li governano.
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Body caratterizzato da pantaloncini che ricordano i costumi da bagno degli anni ‘50. Il retro è lavorato con inserti di pellame nero opaco e azzurro lucido mentre la parte anteriore gioca con il tulle.
Vestito bianco e nero, la dissonanza cromatica è evidente nella lavorazione: davanti la ricchezza materica del tulle, dietro il rigore e la purezza dell’accostamento di pelle nera con il canvas bianco doppiato con una maglina traforata.
DI PL Ò O S
R E L E A SE In Cromofobia, David Batchelor afferma che il bianco nelle opere minimaliste rimaneva una qualità materiale, un colore specifico su una superficie specifica: bianco empirico, plurale e dunque non ‘puro’. Non astratto, isolato ma aperto alla contaminazione. Nel razionalismo di Le Corbusier, ‘la retorica di ordine, purezza e verità è iscritta in una perfetta, accecante bianca superficie’... Nel lavoro dell’artista Francesco Lo Savi, la luce è essenziale per la conoscenza dello spazio: delinea il profilo delle cose, attraversa e definisce gli ambienti. E’ dunque essenziale dirigerla e incanalarla in una concezione spaziale pura dove essa è l’unico elemento che definisce la dimensione fisico-volumetrica delle superfici. * La realizzazione degli scatti fotografici parte dal concept del progetto Diplòos. La macchie di Rorschach costituiscono il nucleo centrale del processo creativo della collezione ed ad esse e ai loro contenuti, ci si è ispirati anche nella realizzazione delle immagini fotografiche. E’ stata scelta come tecnica di scatto la doppia esposizione che intrinsecamente porta con sè la messa in immagine del doppio. La resa visiva rimanda alle macchie ed emozionalmente riporta a tutte quelle piccole o grandi oscillazioni del proprio sè, che ognuno vive individualmente. Una tecnica che permette di riportare in immagini il concept artistico che caratterizza tutta la collezione in maniera fortemente coerente. L’ossessione per il doppio e per la simmetria, caratterizzanti tutta la collezione, sono basilari anche nella realizzazione del servizio fotografico. Specchiando l’immagine il corpo assume forme ed espressioni innaturali, il risultato è destabilizzante ed artificioso. Il bianco ottico, asettico, puro, fa si che ogni cosa sembri venire emanata dalla luce e da essa avvolta; le strutture si dissolvono e i contorni sfumano integrandosi con il colore bianco.
* Guzman Irene, Espandere il corpo. Le dimensioni spaziali di Cosmic Wonder, in Zone Moda Journal Morphing, Bologna, Pendragon, 2009, pp. 24 – 35 / citazione a p. 27.
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Comporre significa in questo caso accostare due o più colori in modo che il loro accordo d’insieme abbia un’espressione tipica e caratteristica. A tal fine, la scelta di questi colori, la loro posizione reciproca, il posto da essi occupato, il loro andamento direzionale entro la composizione, i loro schemi relazionali, la loro quantità, il loro contrasto e i loro effetti di simultaneità, assumono un’importanza decisiva. * Questa postilla è dedicata allo sviluppo di una ipotetica collezione il cui embrione è dato dai due outfit che più mi sembravano in armonia. La palette è composta da colori tenui, cromie delicate sui toni del marrone, del rosa e del bianco. Le uniche illustrazioni presenti in questo volume sono appositamente riservate alla valorizzazione degli abiti scelti. Grazie alle rappresentazioni grafiche di Natalia Resmini, l’equilibrio dei colori diseguali trova particolare esaltazione sul foglio bianco dove i toni chiari si allineano sul piano di fondo e i toni scuri sono gradualmente sospinti in primo piano.
* Johannes Itten, Arte del colore, Il Saggiatore, 1983.
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BI BL IO G R A PH Y Albers Josef Interazione del colore Pratiche Editrice, 1971. Arnehim Rudolf Art and Visual Perpection: a Psychology of the Creative Eye Feltrinelli, 1971. Brand Jan, Teunissen José (a cura di) The Art of Fashion: Installing Allusions. Museum Boijmans Van Beuningen Rotterdam, 2009. Cotton Charlotte (introduzione di), Knight Nick Collins DesignNew York, 2009. Debo Kaat, Verhelst Bob (a cura di) Maison Martin Margiela. (20) TheExhibition exhibition catalogue, Antwerpen, MoMu, 2008. De Givry Valerie Art & Mode : l’inspiration artist que des createurs de mode Regard, Paris, 1998. Diderot Denis, May Gita (edizione a cura di) Essai sur la Peinture (1796) Hermann, 1984. Flaccavento Angelo, Frisa Maria Luisa Lupano Mario, Danese Elda, Montanari Amanda Cut & Past & Tell, 2009. Frisa Maria Luisa, Tonchi Stefano Walter Albini e il suo tempo, L’immaginazione al potere Edizioni Marsilio 2010.
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Itten Johannes Arte del colore Il Saggiatore, 1983. Kandinsky Wassily Dello Spirituale nell’Arte, Scritti Critici e Autobiografici Feltrinelli, 1974. Knight Nick Paint Explosions Another Man, Issue 1, Fall Winter 2005. Mower Sarah, Wintour Anna (introduzione di), Martinez Raul Stylist: The Interpreters of Fashion Rizzoli, New York, 2007. Muzzarelli, Maria Giuseppina, Lupano Mario (a cura di) Zone Moda Journal – Morphing, Pendragon, Bologna 2009. Sostero Marco, Gandolfi Daniele, Rogora Giuseppe A Corpo simbolo Rorschach: Processi Simbolici e Archetipici al Test Rorschach in Medicina Psicosomatica Mimesis, 1990. Tate, Europe’s Largest Art Magazine: http://www.tate.org.uk/tateetc/issue10/outoftheblue.htm Thorogood Simon Phashion: A Brief History and Design Philosophy Fashion Practice, Volume 1, Issue 2, 2009. Tortora Phyllis Fairchilds Dictionary of textiles, Fairchild New York, 1996. Vogue Encyclo: http://www.vogue.it/encyclo/tessuti/t/storie-di-tulle
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I N DE X
Albers Josef, 39 Arnehim Rudolf, 13 Itten Johannes, 45, 49, 59, 77 Kandinsky Wassily, 55 Sostero Marco, Gandolfi Daniele, Rogora Giuseppe, 9
pa in t ex plosions Knight Nick, 39, 45, 49, 55, 59
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speci a l t h a n k s to Angelo Figus, Annamaria Minto for Diplòos’design.
Elaborato finale Corso di laurea in
Titolo elaborato finale Diplòos Cognome e nome Diletta Albertini Matricola n. 266956 Anno accademico
2011/2012
Supervisore Gabriele Monti Sessione di laurea Aprile
Firma
Abstract
Cognome e nome Albertini Diletta Corso di laurea Design della Moda Sessione di laurea Aprile
Titolo tesi o elaborato finale Diplòos Relatore (tesi di laurea) Gabriele Monti Supervisore (elaborato finale) Gabriele Monti Abstract in italiano Il primo volume è un Concept book che narra il processo di creazione della capsule collection Diplòos. Il doppio è inteso nell'accezione di speculare, reso graficamente dalla mia interpretazione delle macchie del test psicologico proiettivo di Rorschach per l'indagine della personalità, ho creato volumi in cui l'effetto chiaroscuro è dato dalla combinazione di tulle, materiale che ha concretizzato la mia idea di superficie vibrante dell'abito. Partendo dall'immagine voluta da Peter Saville per l'album Unknown Pleasures del gruppo musicale inglese Joy Division, ho assemblato strisce di tulle arricciate per avvicinarmi all'effetto della copertina, ottenendo una lavorazione che propone volumi inediti. Il secondo volume si presenta più come un allegato, un'appendice del precedente, vengono al suo interno presentate tre narrazioni fotografiche, organizzate nelle sezioni: materiale, volume e colore. I tre elementi citati compongono gli aspetti compositivi degli abiti e i rispettivi scatti sono stati volutamente collocati su coppie di doppie pagine. L'abito diventa un pretesto per un discorso più ampio di scomposizione delle caratteristiche che lo strutturano, inoltre il setting, la modella, il fotografo contribuiscono a costruire un senso intorno all'abito che oltrepassa l'oggetto stesso. Abstract in inglese The first volume is a concept book which explains the creation process of capsule collection Diplòos. The doble is seen as specular, and it is transformed graphically through my interpretation of Rorschach's psycological projective test splashes to investigate personality. I created volumes, in which the light and shade effect is generated by the combination of tulle, a material that made concrete my idea of a dress vibrating surface. Starting from the cover of Unknown Pleasures, an album of the english music band Joy Division, demanded by Peter Saville, I assembled crimped tulle strips to get closer to the cover effect, obtaining a manufacturing which presents original volumes. The second volume is more like an attachment, an addendum to the previous one. It presents three photographic narrations, organized in sections: material, volume and colour. these three quoted elements are the constituent parts of the clothes and the latters' shots have been deliberately placed in double pages couples. The dress becomes the pretext of a wider discourse on the factorization of its features, moreover the setting, the model and the photographer contribute to create a meaning round the dress, which outstrips the dress itself.
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UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA FACOLTA’ DI DESIGN E ARTI
DICHIARAZIONE DI CONSULTABILITA’ O NON CONSULTABILITA’ DELL’ELABORATO FINALE (da inserire come ultima pagina della dell’elaborato finale)
Il/La sottoscritto/a Diletta Albertini
matr. n. 266956
laureando/a in Design della Moda sessione Aprile
dell’a.a. 2011/2012 DICHIARA
che l’elaborato finale dal titolo: Diplòos
è consultabile da subito potrà essere consultato a partire dal giorno ………………….. non è consultabile (barrare la casella della opzione prescelta)
data …………………..
firma ………………………