UCCELLI SOTICI magazine n.1
PREFAZIONE
PREFAZIONE
si fa nei social. Una memoria periodica di un gruppo social, una sorta di giornalino di classe, ma dal profilo scientifico non mediocre e dalla precisione informativa quasi sempre frutto della propria personale esperienza. Tanti gli argomenti e gli ambiti, per capirli vediamo quelli relativi al primo numero:
Banalissima premessa. Il mondo oggi è molto virtuale. Non nel senso ovvio che non esiste più nella realtà ma perché, altrettanto ovviamente, buona parte della comunicazione, passaggio di informazioni, acquisti, vendite finanche passioni ed hobbies, viaggiano su internet, nello specifico nei vari forum di interesse e soprattutto nell’ambito dell’ultima frontiera, i social. In particolare Facebook attraverso i suoi gruppi di interesse coalizza, raduna, raccoglie persone le più varie intorno al medesimo interesse, passione o hobby che sia. Non sempre ciò ha un’evidenza positiva, ma nell’ambito delle passioni hobbistiche questo in genere è una buona cosa, catalizzante, in grado di rilanciare interi settori. Prendiamo l’Ornitofilia, passione primeva, poco tecnologica ed antica. Una passione che è relativa ad amici piumati, cosi diversi da una specie all’altra ma anche individualmente nell’ambito della stessa specie, si da rendere il loro allevamento sempre imprevedibile, nonostante che l’esperienza indubbiamente smussi i picchi di sorpresa, sia negativa che positiva, senza peraltro mai eliminarli del tutto. Ed in entrambi i casi è questo il bello di questa passione, l’imprevedibilità appunto che soltanto un essere vivente sa trasmettere, insieme alla sua tenera vita. Questo hobby antitecnologico ed antico ha però avuto ed ha tuttora un grande rilancio e stimolo, nonché scambio di informazioni e soggetti, grazie ad internet ed i social in particolare. Oggi il negozio, tranne qualcuno il cui gestore abbia afferrato il grande cambiamento e viaggi anch’esso sui social, è quasi del tutto superato e qualsiasi articolo, dall’attrezzatura, ai mangimi, ai soggetti, li si trova su internet, dai siti di vendita ai social. Lo stesso si può dire dell’informazione specifica e specialistica. Facebook ha però un problema. Tutta la massa di informazioni che viene postata scivola via verso il basso velocemente, soppiantata da nuovo materiale immesso...e si perde. Da tutto questo noi amministratori di un gruppo Facebook Uccelli Esotici – Exotic Finch, uno dei tanti ma che si sta affermando via via come uno dei più importanti in lingua italiana, contando già oggi più di 3000 membri, da tutto questo, si diceva, noi abbiamo avuto l’ispirazione di una rivista online, totalmente gratuita e fatta dagli utenti di questo gruppo. Una rivista che può sopravvivere solo nell’ambito di un social, perché è per questo che nasce e vive, per non perdere appunto tutta la informazione che passa quotidianamente, almeno la più interessante ed importante. In un anno contraddittorio che ha visto la perdita della più importante rivista cartacea, Alcedo, ed il rilancio di quella della Federazione Ornicoltori Italiani, vi è più bisogno di questo. Inoltre il settore esotico non è mai ai primi posti di interesse nell’ambito dell’ornicoltura nostrana, sebbene abbia avuto grande rilancio proprio grazie ai giovani appassionati, formatisi su internet e sui social. Ed ecco la rivista Uccelli Esotici. Uscirà, circa, come un bimestrale, e conterrà articoli, esperienze, informazioni e tante foto dei beniamini, pulli o adulti che siano, postati dai membri sul gruppo. Tutti sono inviati a partecipare, non si guadagna nulla, solo si diffonde la propria informazione al servizio degli altri, esattamente come
EVOLUZIONE: Si trasla il concetto di selezione ed evoluzione nei sistemi isolati (quali gli arcipelaghi insulari), scoperto da Charles Darwin, dalle Galapagos ed i suoi famosi fringuelli (genere Geospiza) agli Arcipelaghi dell’Oceania per analizzare come sia avvenuta l’evoluzione degli uccelli appartenenti al Genere Erythrura, assai diffusi ed apprezzati in ambito allevativo (si pensi che ad essi appartiene il famosissimo Diamante di Gould). DIAMANTI AUSTRALIANI: saranno presenti ben 3 articoli relativi ad altrettante specie: ■ DIAMANTE RUFICAUDA: magnifico articolo ed esperienza inedita del nostro NostosTito Flavio Giuseppe (Luigi Pagliei) su questa specie talvolta a torto poco considerata. ■ DIAMANTE DI BICHENO: talvolta su Fb esistono gruppi piccoli, ipersettoriali, dedicati in tal ambito ad una sola specie quale è quello chiamato Diamante di Bicheno e dedicato a questa specie. Ed ecco l’articolo con esperienza di allevamento di Roberto Fonti, grande esperto ed appassionato di questa specie e fondatore di questo gruppo Fb. ■ DIAMANTE VARIOPINTO: splendido articolo di Edoardo Corsini su questo altrettanto splendido Diamante Australiano che vive in ambienti estremi come il deserto a Spinifex e che imprevedibilmente si è abbastanza ben adattato alla cattività riproducendosi anche in purezza. ASTRILDI E PLOCEIDI AFRICANI: settore meno diffuso rispetto agli “australiani” ma comunque in lenta affermazione (soprattutto le Astrildi) dopo il blocco alle importazioni che ha fatto quasi sparire questi uccelli dal mercato. 3 gli articoli presenti: ■ I TWINSPOT: articolo di qualche anno fa con relativo update su queste splendide Astrildi forestali africani, molto ricercate ma dal non facilissimo allevamento. ■ ASTRILDE VENTREGIALLO: questa specie unica di recente affermazione sta ritornando sui mercati italiani anche se soprattutto come uccello da importazione. Di non facile allevamento e riproduzione ■ TESSITORI PARTE 1: Il Genere PLOCEUS. Inizia questo viaggio alla scoperta di Uccelli meravigliosi, i Ploceidi, purtroppo oggi quasi scomparsi dal mercato a causa delle caratteristiche di allevamento e riproduzione di buona pare di loro. LONCHURAE ASIATICHE: IL PASSERO STRIATO. Dietro questo misconosciuto nome si cela l’Esotico più diffuso e conosciuto, il Passero del Giappone, versione domesticata del Passero Striato. Con questa storia sulle origini di questo amatissimo pet inizia anche il viaggio alla scoperta delle numerose specie di Lonchurae, la maggioranza delle quali presenti anche come Esotici di allevamento. L’ANGOLO DEI FRINGILLIDI: anche i Fringillidi sono da considerarsi Uccelli Esotici (ovviamente i Fringillidi esotici!). Il CANTORE D’AFRICA non sarà meravigliosamente colorato ma in compenso ha
PREFAZIONE
un canto considerato migliore e più vario perfino del canarino. Abbinato all’articolo l’esperienza riproduttiva di Saro Boccafoschi, esperto nell’allevamento di Canarini esotici. 6) PENNE E PENE: lo diceva sempre mia nonna! Gli uccelli non sono solamente meravigliosi gioielli alati da ammirare in una voliera o inseguire per ogni dove armati di macchina fotografica, ma talvolta creano problemi, tale per cui la convivenza con loro risulta difficoltosa. Tale è il caso del COLOMBO DI CITTA’ (volgarmente chiamato piccione) in questo bell’Articolo di Ivano Mortaruolo (1^ parte). L’ANGOLO DEI BECCHI STORTI. I Pappagalli (Psitacciformi) sono cosa diversa dai cosiddetti Uccelli Esotici. Peraltro molti appassionati di pappagalli e Pappagallini affolano questo gruppo. È quindi giusto pensare anche a loro con questo articolo di Marco Cotti sui PAPPAGALLI DEL GENERE RHYNCOPSITTA. PROTEZIONISMO: tutti gli uccelli allevati derivano da progenitori selvatici ed è compito nostro far sì che diventino domesticati e che si riproducano in cattività il prima possibile, si da non incidere con il prelievo in Natura sulla popolazione selvatica. Peraltro ciò non sempre è sufficiente. Si ha il caso di una specie perfettamente domesticata e che purtroppo viene ancora ricercata allo stato selvatico, sino a quasi farla estinguere del tutto. È il caso del CARDINALINO DEL VENEZUELA in serio pericolo di estinguersi in natura, nonostante sia ormai comune in tutto il Mondo come Fringillide di allevamento. FAI DA TE. Le voliere e la gabbie non sono una spesa indifferente specie se di qualità. Per risparmiare ed anche per venire incontro a particolari esigenze senza troppi sforzi ed abilità è possibile costruirsele in proprio con un po’ di tempo da dedicarci. Ce lo spiega Francesco Di Fazio. CULTURA GENERALE: come vedono gli Uccelli? Ce lo spiega Giuseppe Paolo Mignone in questo interessante articolo. RITRATTI. Diamo spazio ai membri del gruppo con 2 Articoli. Uno su un’allevatrice appassionata ed alle prime armi ma intenzionata a progredire, VALENTINA ZAZZETTI, con la storia di 2 Diamanti Mandarini, Big e Carrie, ed il resto a seguire. La seconda con un’allevatrice e ritrattista, di animali e soprattutto di Uccelli che alleva (ma anche no), ANNALISA SECOLI. FOTO. Tante tantissime foto postate nel gruppo raccolte. Pulli ed adulti in un meraviglioso collage, in cui ogni foto è ovviamente dotata di didascalia esplicativa. Non ci resta che augurarvi Buona Lettura. Gli Adm del gruppo Uccelli esotici - Exotic finches
TUTTI I PRODOTTI PER LA CURA E IL MANTENIMENTO DEI TUOI ANIMALI SOLO DA NOI LI PUOI TROVARE COSA ASPETTI? VIENICI A TROVARE
Sommario
GLI ESTRILDIDI È una raccolta di 15 volumi che è nata con lo scopo di far conoscere questo meraviglioso mondo ai neofiti, in ogni volume verranno descritte delle specie con le relative sottospecie oltre ad un inquadramento geografico ad una descrizione della loro vita in natura si analizzerà il loro allevamento le mutazioni create dall’uomo e tanto altro. Nel primo volume sono trattati gli esotici del genere Amadina e del genere Amandava. Isingoli volumi sono articolati in due parti la prima con la descrizione delle specie e la seconda con le tavole fotografiche a colori, queste saranno circa 50 a volume.
Le Erythrurae di Darwin...................................................................................8 Il Diamante Codarossa.....................................................................................62 I Twinspot..........................................................................................................70 La mia esperienza con gli Amaranto di Monteiro............................................86 Il Diamante di Bicheno.....................................................................................88 L’Astrilde Ventregiallo......................................................................................92 Il Diamante Variopinto.....................................................................................96 Il Diamante di Gould in purezza....................................................................106 Le capacità visive degli uccelli........................................................................110 Tessitori: il genere Ploceus (prima parte)......................................................116 Il Cardinalino del Venezuela (una specie in via d’estinzione)......................124 Tutto iniziò con Big e Carrie..........................................................................130 Allevare è arte. Intervista ad Annalisa Secoli................................................132 Pappagalli del genere Rhynchopsitta.............................................................134 Il Passero Striato.............................................................................................138 Il colore del canto: il Cantore d’Africa...........................................................148 La mia esperienza con il Cantore d’Africa.....................................................158 Il colombo di città...........................................................................................160 Gli amici pennuti del gruppo..........................................................................166
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
LE ERYTHRURAE LE ERYTHRURAE
di Darwin
di Darwin
Charles Darwin 1809 – 1882. Questo è quindi CharlesunDarwin anno particolare 1809 – 1882. ed in Questo tut- è quindi un anno particolare ed in tutto il mondo, dall’Inghilterra alle remote to Galapagos il mondo,si dall’Inghilterra celebra il bicentenario alle remote Galapagos si celebra il bicentenario della nascita del padre dell’evoluzionismodella moderno. nascitaAdel Milano padre fra dell’evoluzionismo l’altro si è moderno. A Milano fra l’altro si è da poco conclusa una bellissima mostra espositiva da poco conclusa alla Rotonda una bellissima della Besana, mostra espositiva alla Rotonda della Besana, proprio dedicata alla vita ed opere di Darwin, proprio mostra dedicata che è alla statavita accompagnata ed opere di Darwin, mostra che è stata accompagnata da quotidiane tavole ed incontri cui hannoda partecipato quotidianeil tavole gotha ed delincontri naturalismo, cui hanno partecipato il gotha del naturalismo, e non solo, italiano. Anche qui, nel nostroepiccolo, non solo, si vuole italiano. fareAnche omaggio qui,anel quenostro piccolo, si vuole fare omaggio a questa grande figura di naturalista, all’uomo sta di Scienza grande figura che, insieme di naturalista, a pochissimi all’uomo di Scienza che, insieme a pochissimi altri, ha dato l’avvio a ciò che non è stata solamente altri, ha dato unal’avvio rivoluzione a ciò che di pensiero non è stata solamente una rivoluzione di pensiero scientifico ma più in generale umano e sociale. scientifico Quest’articolo ma più in infatti generale si propoumano e sociale. Quest’articolo infatti si propone, meglio tenta, di rispondere ad un semplice, ne, meglio apparentemente, tenta, di rispondere quesito: ad cosa un semplice, apparentemente, quesito: cosa sarebbe accaduto se Darwin, con il famososarebbe brigantino accaduto Beagle, se Darwin, avesse fatto conrotta il famoso brigantino Beagle, avesse fatto rotta verso i meravigliosi arcipelaghi del Pacificoverso anziché i meravigliosi alle Galapagos? arcipelaghi La risposta del Pacifico anziché alle Galapagos? La risposta più immediata è: Darwin, allora 29enne, più si sarebbe immediata perdutamente è: Darwin,innamorato allora 29enne, si sarebbe perdutamente innamorato delle esotiche bellezze femminee di quei paradisi delle esotiche perduti,bellezze non avrebbe femminee mai scritdi quei paradisi perduti, non avrebbe mai scritto “On the origin of the species” ed avrebbe to “On terminato the origin i suoiofgiorni the species” danzando ed avrebbe terminato i suoi giorni danzando al soave suono della risacca e ricoperto da al ghirlande soave suono di fiori! della risacca e ricoperto da ghirlande di fiori! Si, probabilmente sarebbe andata così ed ilSi, Mondo probabilmente non avrebbe sarebbe avutoandata in omagcosì ed il Mondo non avrebbe avuto in omaggio uno dei più rigorosi e rivoluzionari librigiodiuno Storia deiNaturale. più rigorosi e rivoluzionari libri di Storia Naturale. Ma purtroppo ciò che sottende questa domanda Ma purtroppo è più complesso. ciò che sottende Uno deiquesta ca- domanda è più complesso. Uno dei caDarwinnel paragrafo pisaldi alla teoria evoluzionistica di Darwin pisaldi (cuialla si farà teoriacenno evoluzionistica nel paragrafo di Darwin (cui siCharles farà cenno
5 8
Charles Darwin
5 9
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
successivo) sono i famosi Fringuelli di Darwin, piccolo gruppo sistematico di L’EVOLUZIONE SECONDO successivo) sono i famosi Fringuelli di Darwin, piccolo gruppo sistematico di DARWIN L’EVOLUZIONE SECONDO DARWIN Darwin non scoprì l’evoluzione, nel tempo della for-intesa come cambiamento nel tempo della forEmberizidi assai simili fra loro, ma con alcune Emberizidi importantissime differenze adatDarwin non scoprì l’evoluzione, assai simili fra loro, ma con alcune importantissime differenze adat-intesa come cambiamento marappresentano e della fisiologia degliuccellini esseri viventi. Ciò erama giàenoto tempo. degli Darwin nonviventi. Ciò era già noto da tempo. Darwin non tative, e che vivono solo alle Galapagos. Ciò che rappresentano questi dellada fisiologia esseri tative, e che vivono solo uccellini alle Galapagos. Ciò che questi scoprì nemmeno che il motore principale dell’evoluzione era l’ambiente. Giàprincipale dell’evoluzione era l’ambiente. Già sarà spiegato nei dettagli più avanti. Possiamo però innanzitutto dire che la loro scoprì nemmeno che il motore sarà spiegato nei dettagli più avanti. Possiamo però innanzitutto dire che la loro Jean Baptiste una Lamarck, un secolo prima,Jean l’aveva intuito. Ciò checirca Darwin somiglianza ed al contempo le loro differenze rappresentano prova indiretta Baptiste Lamarck, un secolo prima, l’aveva intuito. Ciò che Darwin somiglianza eduna al contempo le loro differenze rappresentano prova circa indiretta scoprì fu il meccanismo dell’evoluzione, meccanismo che oggi è considerato anall’evoluzione. Un gruppo di uccellini chiaramente imparentati fra loro, che scoprì fu il meccanismo dell’evoluzione, meccanismo che oggi è considerato anall’evoluzione. Un gruppo di uccellini chiaramente imparentati fra loro, che cora alla luce di innumerevoli prove provenienti dalle piùluce varie hanno avuto cioè un’origine comune, a partire da unavuto piccolo di cora valido, alla di discipline innumerevoli prove provenienti dalle più varie discipline hanno cioègruppuscolo un’origine comune, a partire davalido, un piccolo gruppuscolo di scientifiche: genetica, paleontologia, immunologia, citologia, biologia molecolafondatori, e che si sono nel tempo differenziati fra loro in una serie di specie, scientifiche: genetica, paleontologia, immunologia, citologia, biologia molecolafondatori, e che si sono nel tempo differenziati fra loro in una serie di specie, biologia cellulare, biochimica... Nuova Sintesi (o neodarwiniognuna adattata ad un particolare ambiente e ognuna ad una particolare dell’arci- ambiente e re, re, biologia cellulare, biochimica... La cosiddetta Nuova Sintesi (o neodarwiniadattata adisola un particolare ad una particolare isola dell’arci- La cosiddetta smo) che ebbe, nel dopoguerra, come fari ispiratori un pool di scienziati di varie pelago. Il fenomeno si chiama radiazione adattativa ed avviene similmente in smo) che ebbe, nel dopoguerra, come fari ispiratori un pool di scienziati di varie pelago. Il fenomeno si chiama radiazione adattativa ed avviene similmente in discipline (Ernst Mayr, Huxley, genetista; Ronald e genetista; Julian Huxley, genetista; Ronald tanti arcipelaghi, specialmente vulcanici (cioè che hanno mai avuto contatdiscipline (Ernst Mayr, zoologo tantinon arcipelaghi, specialmente vulcanici (cioè che non hanno mai avutozoologo contat- e genetista; Julian Fisher, consiste nell’integrazione della teoriaconsiste darwiniana ti con la terraferma). Le Erythrurae ne sono un esempio. che ne sono un Fisher, statistico…) appunto nell’integrazione della teoria darwiniana ti altro con lavalido terraferma). LeEcco Erythrurae altro statistico…) valido esempio. Eccoappunto che con latragenetica mendeliana,e la popolazioni e lamendeliana, paleontologia, il vero quesito è il seguente: se Darwin fosse andato le isoleè indonesiane la genetica la genetica delle popolazioni e la paleontologia, il verotra quesito il seguente: esedel Darwin fosse andato le isole indonesiane delgenetica dellecon scienze poco o punto conosciute all’epoca di Darwin. Pacifico anziché alle Galapagos, sarebbero potutiPacifico diventare le Erythrurae i nuovi scienze poco o punto conosciute all’epoca di Darwin. anziché alle Galapagos, sarebbero potuti diventare le Erythrurae i nuovi Fringuelli di Darwin? Quindi un articolo sulla Fringuelli storia evolutiva delle Erythrurae, di Darwin? Quindi un articolo sulla storia evolutiva delle Erythrurae, La teoriaattraverso darwiniana di Evoluzione essere riassunta così: per selezione naturale può essere riassunta così: ma, soprattutto, un viaggio (solo virtuale purtroppo) attraversoun quelle esotiche La teoriapuò darwiniana di Evoluzione ma, soprattutto, viaggio (solo virtuale purtroppo) quelle esotiche per selezione naturale ■ Caratteri e loro modificazioni Darwin intuì che ciò che spontanee e casuali: Darwin intuì che ciò che e meravigliose isole, analogo a quello (questa volta reale) che isole, Darwin compìa in ■ Caratteri e loro modificazioni e meravigliose analogo quello (questa volta reale) che Darwin compì in spontanee e casuali: siamo, il nostro aspetto fisico, fisiologico e comportamentale, è un insieme Sudamerica e Galapagos e che fu per lui essenziale alla formulazione della sua, siamo, il nostro aspetto fisico, di fisiologico e comportamentale, è un insieme di Sudamerica e Galapagos e che fu per lui essenziale alla formulazione della sua, caratteri. Questi caratteri possono essere soggetti, nel loro passaggio da genitore ancor oggi valida, teoria evoluzionista. caratteri. Questi caratteri possono essere soggetti, nel loro passaggio da genitore ancor oggi valida, teoria evoluzionista. a figlio, a modificazioni spontanee ed assolutamente Individuispontanee appar- ed assolutamente casuali. Individui appara figlio, casuali. a modificazioni tenentiPremessa alla medesima specie presentano caratteri molto fra loro. Peraltro Prima però è necessario fare una piccola premessa. che si dividerà in piccola premessa. tenenti allasimili medesima specie presentano caratteri molto simili fra loro. Peraltro PrimaPremessa però è necessario fare una che si dividerà in esiste una variabilità individuale all’interno della specie, ma entro range ben 3 piccoli capitoletti. esiste una variabilità individuale all’interno della specie, ma entro range ben 3 piccoli capitoletti. definiti e limitati. L’evoluzione secondo Darwin definiti e limitati. L’evoluzione secondo Darwin ■ Ereditarietà dei caratteri: i caratteri sono trasmissibili per via Significato degli arcipelaghi isolati ■ Ereditarietà deiparentale. caratteri: Ii figli caratteri sono trasmissibili per via parentale. I figli Significato degli arcipelaghi isolati ereditano dai genitori una ricombinazione dei ereditano caratteri parentali. I fringuelli di Darwin dai genitori una ricombinazione dei caratteri parentali. I fringuelli di Darwin ■ Selezione delle modificazione dei caratteri: se modificazione, spontanea edei caratteri: se la modificazione, spontanea e ■ laSelezione delle modificazione casuale, di un carattere rappresenta un vantaggio per l’individuo che ne è por- un vantaggio per l’individuo che ne è porcasuale, di un carattere rappresenta tatore, allora questa modifica viene selezionatatatore, in senso positivo dall’ambiente. allora questa modifica viene selezionata in senso positivo dall’ambiente.
6 10
6 11
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Con ambiente si intende non solo l’ambiente fisico, maCon anche l’interrelazione, SIGNIFICATO DEGLI ARCIPELAGHI ISOLATI SIGNIFICATO DEGLI ARCIPELAGHI ISOLATI ambiente si intendelanon solo l’ambiente fisico, ma anche l’interrelazione, la L’evoluzione per selezione naturale, come detto, avviene L’evoluzione continuamente per selezione e dap- naturale, come detto, avviene continuamente e dapcompetizione, la pressione predatoria ecc. competizione, la pressione predatoria ecc. pertutto. a ricostruire la storia evolutiva pertutto. di un gruppo Peraltrodiriuscire specie a ricostruire la storia evolutiva di un gruppo di specie Un individuo portatore di una modifica positiva è quindi avvantaggiato rispetUn individuo portatore di una modifica positivaPeraltro è quindiriuscire avvantaggiato rispetnelle grandi continentali è spesso opera assai similidifficile. nelle grandi Troppo masse fittacontinentali è spesso opera assai difficile. Troppo fitta to ai suoi co-specifici, più vigoroso e si riproduce meglio, questa to ai trasmettendo suoi co-specifici, più vigoroso e sisimili riproduce meglio,masse trasmettendo questa rete diquesta interrelazioni, troppo complesso la rete Spesso di interrelazioni, non si riesce atroppo complesso l’ecosistema. Spesso non si riesce a modifica alla discendenza. Nel tempo quindi questa modifica modifica alla si afferma nella Nel tempo laquindi discendenza. modifica si afferma nella l’ecosistema. comprendere se due specie siano o meno davvero imparentate comprendere fra loro se due (aliasspecie ori- siano o meno davvero imparentate fra loro (alias oripopolazione. popolazione. gine comune) se invece la loro somiglianza non sia conseguenza gine comune) di simile o se invece adat-la loro somiglianza non sia conseguenza di simile adatOggi sappiamo che i caratteri sono l’espressione (i feni) geni. Mutazioni Oggidei sappiamo che i caratteri sono l’espressione (i ofeni) dei geni. Mutazioni tamento a simili condizioni ambientali. rete) evolutiva a simili è talmente condizioni ambientali. Il pattern (o rete) evolutiva è talmente spontanee a carico di un gene (segmento di DNA codificante pera una proteina) spontanee carico di un gene (segmento di DNA codificante per una proteina) Il pattern (o tamento complesso da,ospesso, vanificaremodificagli sforzi volti a ricostruirne complesso la storia. da, spesso, vanificare gli sforzi volti a ricostruirne la storia. causano (se espresse in entrambe le coppie del gene ocausano se dominanti) modifica(se espresse in entrambe le coppie del gene se dominanti) Prendiamo oraunun gruppo allora di isole SonoPrendiamo sorte spesso oranel un mezzo gruppo di isole vulcaniche. Sono sorte spesso nel mezzo zione del carattere. Se questa mutazione rappresenta un vantaggio allora essa si zione del carattere. Se questa mutazione rappresenta vantaggio essavulcaniche. si perallora eruzione lavica da faglie dell’oceano sono per nateeruzione in tempilavica da faglie sottomarine. Spesso sono nate in tempi afferma nel tempo nella popolazione, se svantaggiosa allora essanel si tempo estingue rapiafferma nella popolazione, sedell’oceano svantaggiosa essa si estingue rapi-sottomarine. Spesso brevio ed anche recentemente. hanno mai avuto contatti brevi ed con anche la terraferma recentemente. Non hanno mai avuto contatti con la terraferma damente. Il soggetto che decide il successo o meno di una mutazione spontanea damente. Il soggetto che decide il successo meno di una mutazione Non spontanea e, al momento della loro genesi, sono completamentee,prive al momento di vita edella ricoperte loro genesi, sono completamente prive di vita e ricoperte e casuale, è l’ambiente (selezione naturale). e casuale, è l’ambiente (selezione naturale). da lava continuamente eruttatasono e che va poi gradualmente solo da lavaraffreddandosi continuamente eruttata e che va poi gradualmente raffreddandosi Poche righe, una rivoluzione enorme. Secondo Darwin gli righe, esseri viventi sono Poche una rivoluzione enorme. solo Secondo Darwin gli esseri viventi e solidificandosi. Scoglideineri, desolati. Nel tempo l’attività e solidificandosi. vulcanica siScogli smorzaneri, desolati. Nel tempo l’attività vulcanica si smorza quindi tutti il frutto di una continua evoluzione e selezione dei caratteri, quindi tutti il frutto cioè di una continua evoluzione e selezione caratteri, cioè a fermarsi del tutto, tranne poi magari di colpo a fermarsi con una del tutto, grandetranne poi magari riaccendersi di colpo con una grande tutti i viventi sono imparentati fra loro (origine comune) è il tuttiei tanto viventimaggiore sono imparentati fra lorofino (origine comune) e tanto maggiore è il riaccendersifino esplosione. Queste vengono nelètempo ricoperteesplosione. di vita, prima Queste vegetale isole evengono nel tempo ricoperte di vita, prima vegetale e grado di somiglianza (omologia sistematica) fra due specie, maggiore (omologia è la grado tanto di somiglianza sistematica) fra due specie,isole tanto maggiore la prima pioniera poi,specie via via, più esigente. poi Poche animale, popolazioni prima pioniera di e poi, via via, più esigente. Poche popolazioni di loro parentela, cioè tanto più recente la loro formazione da una loroa partire parentela, cioè specie tanto più recente lapoi loroanimale, formazione a partire da euna organismi fondatori (piante ed animali) trovano in queste organismi terrefondatori deserte note(piante ed animali) trovano in queste terre deserte noteprogenitrice comune. progenitrice comune. voli procede opportunità, di predatori voli opportunità, di competitori. mancanza Le di predatori specifici, assenza di competitori. Le L’evoluzione è un processo graduale che procede però a velocità èvariabile in graduale che L’evoluzione un processo però amancanza velocità variabile in specifici, assenza popolazioni ad occupare le varie nicchie ecologiche, popolazioni presenti vanno sulla ad stessa occupare le varie nicchie ecologiche, presenti sulla stessa rapporto alla pressione ambientale (velocità tanto maggiore maggiore rapportoquanto alla pressione ambientale (velocità tanto vanno maggiore quanto maggiore oppure a colonizzare le di altre isole isola, Queste oppure popolazioni a colonizzare si le altre isole dell’arcipelago. Queste popolazioni si è la pressione ambientale). L’evoluzione avviene ovunque a caricoambientale). di tutte le L’evoluzioneisola, è la ed pressione avviene ovunque ed a carico tutte le dell’arcipelago. suddividono in una serie di sub-popolazioni che nel tempo suddividono si differenziano in una serie (perdi sub-popolazioni che nel tempo si differenziano (per forme viventi. Però è molto difficile osservarla direttamente, perché molto forme viventi. Però èlenta molto difficile osservarla direttamente, perché molto lenta evolutivo) tra loro, andando ciascuna, unaevolutivo) nuova spetra loro, andando a costituire, ciascuna, una nuova sperispetto ai nostri parametri. La si può intuire mediante la comparazione fra le La si può adattamento rispetto ai nostri parametri. intuire mediante la comparazione fra le a costituire, adattamento Quindi poche fondatrici, un numero maggiore, cie. Quindi ma sempre poche scarso, specie fondatrici, un numero maggiore, ma sempre scarso, specie viventi (neontologia), mediante la comparazionespecie con leviventi specie (neontologia), estinte (pa- mediante lacie. comparazione conspecie le specie estinte (padi speciegenetica, discendenti. Spinta ambientale forte, evoluzione di specie in genere discendenti. piuttosto Spinta ambientale forte, evoluzione in genere piuttosto leontologia), ed infine oggi mediante l’analisi genetica, cercando diedricostruire leontologia), infine oggi mediante l’analisi cercando di ricostruire rapida. Leggere la storia il processo di speciazione rapida.(formazione Leggere la storia di dueevolutiva, il processo di speciazione (formazione di due la loro storia evolutiva. Le prove a favore dell’evoluzione sono quindi, tranneLe prove a favore la loro storia evolutiva. dell’evoluzione sonoevolutiva, quindi, tranne o più arcipelaghi specie a partire è molto da una specie progenitrice) in questi arcipelaghi è molto rarissimi casi, tutte prove indirette. rarissimi casi, tutte prove indirette. o più specie a partire da una specie progenitrice) in questi
7 12
7 13
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Esempio di arcipelago vulcanico: le Filippine
Le Erythrurae di Darwin
più semplice che continenti. Ecco perché questi arcipelaghi insulari isolati Esempio di sui arcipelago più semplice che sui continenti. Ecco perché questi arcipelaghi insulari isolati sono considerati veri e propri laboratori Il più famoso è sono dell’evoluzione. considerati dei veri e propri laboratori dell’evoluzione. Il più famoso è vulcanico: dei le Filippine l’arcipelago delle Galapagos, formato dal’arcipelago 14 isole vulcaniche. È il più famoso delle Galapagos, formato da 14 isole vulcaniche. È il più famoso perché qui arrivò Darwin, e qui riuscì aperché leggerequi correttamente ciò eche arrivò Darwin, quiquesti riuscì a leggere correttamente ciò che questi isolotti di lava nera gli comunicavano, donandogli le basi per la formulazione isolotti di lava nera gli comunicavano, donandogli le basi per la formulazione della sua teoria. della sua teoria. Accanto a strane creature, iguane marine, cormorani con creature, ali minuscole ed marine, inAccanto a strane iguane cormorani con ali minuscole ed incapaci di volare, qui vivono dei piccoli uccellini nerastri (i maschi) o grigiastri capaci di volare, qui vivono dei piccoli uccellini nerastri (i maschi) o grigiastri (le femmine), invero piuttosto bruttarelli,(le mafemmine), che aiutarono Darwin, piùbruttarelli, di altre ma che aiutarono Darwin, più di altre invero piuttosto creature, a capire l’evoluzione. Oggi sonocreature, chiamatiaincapire suo onore i Fringuelli l’evoluzione. Oggi di sono chiamati in suo onore i Fringuelli di Darwin. Darwin.
I FRINGUELLI DI DARWIN
8 14
I FRINGUELLI DI DARWIN
Darwin fu un eccezionale osservatore edDarwin analizzatore quegli uc- ed analizzatore sistematico. E quegli ucfu unsistematico. eccezionaleEosservatore cellini imbalsamati, nerastri o bruni, raccolti nelle varie isole nerastri delle Galapagos cellini imbalsamati, o bruni, eraccolti nelle varie isole delle Galapagos e gettati tutti insieme in una cassa del Beagle rappresentavano un rompicapo gettati tutti insieme in una cassa deled,Beagle rappresentavano un rompicapo ed, in seguito, un grande rammarico per nonin avere in precedenza il punto seguito, un grandeannotato rammarico per non avere in precedenza annotato il punto di raccolta di ciascun reperto. Il rompicapo consisteva nella notevolissima somidi raccolta di ciascun reperto. Il rompicapo consisteva nella notevolissima somiglianza di tutti gli esemplari raccolti, tranne un dettaglio: becco. Il becco eratranne un dettaglio: il becco. Il becco era glianza di tutti gliilesemplari raccolti, diversissimo in ciascun campione o gruppi di campioni: grosso, a forma di vandiversissimo in ciascun campione o gruppi di campioni: grosso, a forma di vanga, o piccolo, simile a quello di una Dendroica americana, conico e allungato, o ga, o piccolo, simile a quello di una Dendroica americana, conico e allungato, o slargato alla base. Allora, quando Darwinslargato presentòalla i suoi mammiferi ed uccelli, base. Allora, quando Darwin presentò i suoi mammiferi ed uccelli, raccolti durante il secondo viaggio con il raccolti brigantino Beagle, alla Geological durante il secondo viaggio Socon il brigantino Beagle, alla Geological Society of London (1837), diede quegli esemplari ad un suo conoscente per l’idenciety of London (1837), diede quegli esemplari ad un suo conoscente per l’identificazione: John Gould. Gould era già notissimo all’epoca come ornitologo tificazione: John Gould. Gould era di già notissimo all’epoca come ornitologo di fama e grande illustratore (con il preziosofama ausilio di sua moglie, Elizabeth Coe grande illustratore (con il prezioso ausilio di sua moglie, Elizabeth Coxen, di notevolissime capacità artistiche), xen, avevadigià pubblicato The Birds artistiche), of Euro- aveva già pubblicato The Birds of Euronotevolissime capacità
8 15
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
I fringuelli di Darwin: Fringuello dei cactus (imm. grande), Fringuelli terricoli (dall’alto in basso: maggiore, mezzano e minore)
16
17
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
pe in 5 volumi, impreziositi da bellissimepelitografie colorate a mano. da La bellissime risposta litografie colorate timida a emano. forestale e che Frimguello vampiro timida e forestale Frimguello e che vampiro in 5 volumi, impreziositi La risposta sul dorso di una Sula sul dorso di una Sula che Gould gli diede fu inaspettata per Darwin: queiglicampioni la rappresentavano propria dieta di integra la propria dieta di che Gould diede fu rappresentavano inaspettata per Darwin: quei integra campioni un gruppo del tutto nuovo di Passeriformi da di ben 12 spe- Emberizidi bacche con da vari bacche con vari insetti, il unEmberizidi gruppo del costituito tutto nuovo Passeriformi costituito beninsetti, 12 spe-il cie differenti. Presentavano una evidenteciesomiglianza con gli Zigoli una americani, pigliamosche Fringuello pigliamosche differenti. Presentavano evidente somiglianzaFringuello con gli Zigoli americani, ma soprattutto una vicinanza sistematicama frasoprattutto loro. Insomma grupposistematica di specie fra loro. Insomma (Certhidea olivacea). Ma le (Certhidea olivacea). Ma le una un vicinanza un gruppo di specie distinte, ma chiaramente imparentate fradistinte, loro, edma uniche. due specie dal comportadue specie dal comportachiaramente imparentate fra loro, ed uniche. mento più tipico e curioso mento più tipico e curioso Studi successivi hanno stabilito che i Fringuelli di Darwin constano di 16 sono ilconstano Fringuello Picchio Studi successivi hanno stabilito cheSpei Fringuelli di Darwin di 16 Spesono il Fringuello Picchio cie. Si differenziano principalmente, come per la foggia e le dimensioni pallidus) ed cie. detto, Si differenziano principalmente, come detto, per(Camarhynchus la foggia e le dimensioni (Camarhynchus pallidus) ed del becco, che prefigura differenti adattamenti alimentari e, di differenti conseguenza, il Fringuello (Gedel becco, che prefigura adattamenti alimentari e, di Vampiro conseguenza, il Fringuello Vampiro (Gecomportamentali. Così abbiamo i Fringuelli terricoli diffusiCosì in tutte le principali ospiza indifficilis septentriocomportamentali. abbiamo i Fringuelli terricoli diffusi tutte le principali ospiza difficilis septentrioisole (e quindi coabitanti) ma differenziati in (e3 quindi distintecoabitanti) taglie, soprattutto relanalis). Il primo si nutre di isole ma differenziati in 3 distinte taglie, soprattutto relanalis). Il primo si nutre di tivamente al becco: Minore (Geospiza fuliginosa), (Geospiza(Geospiza fortis), e fuliginosa), Mezzano larve ed insetti chefortis), va ricertivamente Mezzano al becco: Minore (Geospiza e larve ed insetti che va ricerMaggiore (Geospiza magnirostris). Si nutrono, come(Geospiza dice il nome, preferibilmencareilcome unpreferibilmenpicchio sui rami degli alberi, ma, nonun avendo la lunga lingua un ma, non avendo la lunga lingua di un Maggiore magnirostris). Si nutrono, come dice nome, care come picchio sui rami deglidialberi, te a terra ma mangiano picchio, utilizza rametto o una spina picchio, di cactus,utilizza che insinua nei buchi slargati te a terra ma un mangiano un rametto o una spina di cactus, che insinua nei buchi slargati semi di taglia differente e asemi beccate, per infilzare la preda (raro caso,a beccate, fra l’altro,perdiinfilzare utilizzo la di preda strumento di taglia differente e (raro nel caso, fra l’altro, di utilizzo di strumento nel proporzionali alle dimenmondo animale). Il secondo particolare. ForseIllasecondo scopertaèèancora avvenuta proporzionali alle dimen- è ancora più mondo animale). più particolare. Forse la scoperta è avvenuta sioni del becco stesso. Poi per puro Nutrendosi corpo delle Sule (grossi uccelli sioni delcaso. becco stesso. Poidelle zecche sulper puro caso. Nutrendosi delle pelagici), zecche sul corpo delle Sule (grossi uccelli pelagici), c’è una specie che sogun giorno un che esemplare con piccola perdita diprovocò sangue una al ferita con piccola perdita di sangue al c’èbel una specie sog- provocò unaunferita bel giorno un esemplare giorna volentieri sui cacgrosso Il sangue, di principi nutrizionali, dovette giornauccello. volentieri sui cac-ricchissimo oltretutto grosso uccello. Il sangue, ricchissimo oltretutto di principi nutrizionali, dovette tus Opuntia dell’arcipeessere di gradimento del fringuello, e l’abitudine alimentare sidel diffuse all’intera tus Opuntia dell’arcipeessere di gradimento fringuello, e l’abitudine alimentare si diffuse all’intera popolazione. esemplari di questapopolazione. specie occasionalmente parassitizzano lago dei cui Oggi semi gli si ciba, Oggi gli esemplari di questa specie occasionalmente parassitizzano Fringuello Fringuello lago dei cui semi si ciba, picchio picchio il Fringuello dei cactus leil Sule, beccandole groppone e nutrendosi delbeccandole loro sangue.sul groppone e nutrendosi del loro sangue. Fringuello dei sul cactus le Sule, (Geospiza conirostris). In(Geospiza conirostris). Infine un’altra, somigliante Insomma 16 specie assai simili fra loro nelle fattezze (tranneassai appunto becco) Insomma 16 specie similiilfra loro nelle fattezze (tranne appunto il becco) fine un’altra, somigliante per foggia del becco alle eper chefoggia hannodel occupato altrettante nicchie ecologiche. Darwin altrettante ipotizzò la nicchie loro ecologiche. Darwin ipotizzò la loro e che hanno occupato becco alle Vermivore e Dendroiche recente origine comune, continentale, e recente la loro rapida per isola-e la loro rapida diversificazione per isolaoriginediversificazione comune, continentale, Vermivore e Dendroiche nordamericane (warblers), mento geografico(warblers), (speciazione allopatrica) o anche solo alimentare (speciazione mento geografico (speciazione allopatrica) o anche solo alimentare (speciazione nordamericane
10 18
10 19
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
simpatrica). Insomma, per finire, questi umili uccellini diventarono in questi breve umili uccellini diventarono in breve simpatrica). Insomma, per finire, una delle prove indirette più forti allauna sua delle teoriaprove del’evoluzione. Diforti loro alla oggi,sua teoria del’evoluzione. Di loro oggi, indirette più pur con ampie incertezze, si è ricostruita storia evolutiva (vedi si figura). purlacon ampie incertezze, è ricostruita la storia evolutiva (vedi figura).
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Il Diamante di Tanimbar si chiama anche Il Diamante di Tanimbar si chiama anche Diamante tricolore. In questa foto (maschio) Diamante tricolore. In questa foto (maschio) si comprende appieno il perché si comprende appieno il perché
John Gould, l’anno successivo alla suaJohn collaborazione Gould, l’anno con Darwin, successivoandò alla asua sogcollaborazione con Darwin, andò a soggiornare in Australia, intendendo studiare giornare gli uccelli in Australia, di quel continente. intendendoIlstudiare risulta- gli uccelli di quel continente. Il risultato fu la monumentale opera The birds oftoAustralia fu la monumentale per la stesuraopera dellaThe quale birds Gould of Australia per la stesura della quale Gould impiegò più di dieci anni (sarà completata impiegò solo nel più 1848). di dieciMa anni soli(sarà tre anni completata dopo solo nel 1848). Ma soli tre anni dopo il suo trasferimento la sua adorata moglie il suo ed illustratrice trasferimento morì la sua di parto adorata nelmoglie 1841. ed illustratrice morì di parto nel 1841. Fu una tragedia per Gould, che le volle Fu dedicare una tragedia uno degli peruccelli Gould,australiani che le volle a lui dedicare uno degli uccelli australiani a lui più cari, mirabile per colori e contrasti. più Ancor cari,oggi mirabile gli inglesi per colori rammentano e contrasti. quella Ancor oggi gli inglesi rammentano quella dedica chiamandolo Lady Gouldian Finch dedica (Fringuello chiamandolo della Lady Signora Gouldian Gould).Finch Per (Fringuello della Signora Gould). Per noi italiani è semplicemente il Diamante noidiitaliani Gould.è Ed semplicemente essendo questa il Diamante specie un di Gould. Ed essendo questa specie un Erythrura, si può passare ora, con questa Erythrura, piccolasigiunzione può passare poetica, ora, con all’analisi questa piccola giunzione poetica, all’analisi dell’intera famiglia, cercando di usare ladell’intera metodologia famiglia, di Darwin. cercando di usare la metodologia di Darwin.
LE EYTHRURAE
LE EYTHRURAE
Finalmente si parla di cose nostre! Infatti Finalmente questa famiglia, si parla di quasi coseinutile nostre!dirlo, Infatti è questa famiglia, quasi inutile dirlo, è costituita da molte specie diffuse in tutto costituita il mondo da molte come uccellini specie diffuse ornamentali in tutto il mondo come uccellini ornamentali e di allevamento. Le specie sono elencate e dinella allevamento. seguente tabella: Le specie sono elencate nella seguente tabella:
11 20
11 21
Le Erythrurae di Darwin
22
Le Erythrurae di Darwin
NOME SCIENTIFICO
NOME VOLGARE
Erythrura prasina
Diamante quadricolore
Erythura hyperytrha
Diamante del bambĂš
Erythrura coloria Erythrura viridifaces
Diamante coloria Diamante facciaverde
Erythrura tricolor
Diamante di Tanimbar
Erythrura papuana Erythrura gouldiae Erythrura psitaccea
Diamante di Papua Diamante di Gould Diamante pappagallo
SOTTOSPECIE
DISTRIBUZIONE
E.p. prasina E.p. coelica E.h. hyperythra E.h. brunneiventris E.h. borneensis E.h. malayana E.h. intermedia E.h. microrhynca
Tailandia, Laos, Malesia, Sumatra, Giava Borneo Giava Luzon, Mindoro (Filippine) Borneo Malesia Piccole isole della Sonda Sulawesi Mindanao (Filippine) Luzon e Negros (Filippine) Timor, Tanimbar e isole minori della Sonda Nuova Guinea Australia settentrionale Nuova Caledonia
E.t. trichroa E.t. sanfordi E.t. modesta E.t. pinaiae E.t. sigillifera
Caroline e Kusaie Sulawesi Molucche sett. Molucche mer. Australia nord-orientale, Nuova Guinea
E.t. eichorni E.t. pelewnsis E.t. clara E.t. woofordi E.t. cyanifrons
Bismarck Palau Caroline Guadalcanal e Salomon Vanua Tu
Erythrura trichroa
Diamante di Kittlitz
Erythrura cyaneovirens regia (o E. regia)
Diamante reale
Vanua Tu
Erythrura cyaneovirens pealii (o E. pealii)
Diamante di Peale
Viti Levu, Vanua Levu (isole Fidji)
Erythrura cyaneovirens cyaneovirens (o E. cyaneovirens)
Diamante di Samoa
Isole Samoa
Diamante di Kleinschmidt
Vitu Levu, (isole Fidji)
12
Erythrura kleinschmidti
23
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Diamante di di Darwin, conquiSono specie per lo più insulari, che hanno, come Sono i Fringuelli conqui-che hanno, come specie di perDarwin, lo più insulari, i Fringuelli Kittlitz anche ripresopresenti sulle masse stato sistemi di arcipelaghi isolati. Peraltro risultano sulle masse stato anche sistemipresenti di arcipelaghi isolati. Peraltro risultano nel suo ambiente continentali, quali penisola indonesiana ed Australia Nord-Occidentale. Anche continentali, quali penisola indonesiana ed Australia Nord-Occidentale. Anche le isole di grandi dimensioni della zona indonesiana-malaysiana-oceanica, quali le isole di grandi dimensioni della zona indonesiana-malaysiana-oceanica, quali Celebes, Giava, Sumatra e la Nuova Guinea, non sono sfuggite alla loro einvaCelebes, Giava, Sumatra la Nuova Guinea, non sono sfuggite alla loro invasione. sione.
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Diamante di Kittlitz ripreso nel suo ambiente
Le varie specie di Erythrurae presentano numerose caratteristiche comuni: presentano numerose caratteristiche comuni: Le varie specie di Erythrurae ■ Corpo abbastanza compatto, talvolta tozzo,■ inCorpo cui il abbastanza colore di fondo è il talvolta tozzo, in cui il colore di fondo è il compatto, verde-erba brillante. verde-erba brillante. ■ Presenza di contrasti cromatici piuttosto netti e definitidia contrasti carico di cromatici testa, ■ Presenza piuttosto netti e definiti a carico di testa, gola, groppone e sopracoda soprattutto, a causagola, dellagroppone disposizione particolare e sopracoda soprattutto, a causa della disposizione particolare delle barbe e barbule delle piume, rifrattive nei delle confronti luce edelle in grado barbedella e barbule piume, rifrattive nei confronti della luce e in grado di scindere il raggio incidente e scomporlo nelle sue componenti di scindere il raggiocromatiche incidente e scomporlo nelle sue componenti cromatiche (effetto Tyndall). (effetto Tyndall). ■ Code brevi e tronche, ma in tre specie allungate, soprattutto timoniere ■ Code brevi e nelle tronche, ma in tre specie allungate, soprattutto nelle timoniere mediane. mediane. ■ Becchi nerastri, conici, robusti, tipicamente da granivori, ma anche quirobusti, con tipicamente da granivori, ma anche qui con ■ Becchi nerastri, conici, qualche piccola eccezione alla regola. qualche piccola eccezione alla regola. ■ Bulbi oculari in generale piuttosto grandi, adatti ad oculari una visione con luce ■ Bulbi in generale piuttosto grandi, adatti ad una visione con luce E quindi, al pari di Darwin, ora ci imbarchiamoEinquindi, un viaggio al parivirtuale di Darwin, (ahimè) ora ci imbarchiamo in un viaggio virtuale (ahimè) scarsa e filtrata. scarsa e filtrata. che ci evidente, porterà fratalaltra le bellissime cheindonesiani ci porterà fra ed oceanici. le bellissime isole ed arcipelaghi indonesiani ed oceanici. ■ Dimorfismo sessuale sempre presente, talvolta evidente, talaltra appena ac- presente, talvolta ■ Dimorfismo sessuale sempre appenaisole ac- ed arcipelaghi cennato, coi maschi presentanti in genere colorazioni piùcoi brillanti. cennato, maschi presentanti in genere colorazioni più brillanti. Il brigantino andrà bene nel XIX secolo, noi preferiamo Il brigantino un cabinato andrà bene moderno nel XIX secolo, noi preferiamo un cabinato moderno ■ Presenza nei pulli di tubercoli laterobuccali, di colorazione ■ Presenza neiazzurro pulli dibrillante, tubercoli laterobuccali, di colorazione azzurro brillante, e dotato di ogni comfort! e dotato di ogni comfort! riflettenti la luce, ed utili a guidare all’imbecco iriflettenti genitori. la luce, ed utili a guidare all’imbecco i genitori. Nellaè però cartina a seguire di l’itinerario Nella cartina a seguire l’itinerario e le tappe previste. Questa la breve presentazione della famiglia. OraQuesta è però il di applicare la momento breve presentazione della famiglia. Ora il momento applicaree le tappe previste. in di viaggio!! Per cui……mettiamoci in viaggio!! la metodologia scientifica alla nostra analisi, cioèla l’osservazione prima di tutto. metodologia scientifica alla nostra analisi, Per cioècui……mettiamoci l’osservazione prima tutto.
13 24
13 25
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
3
4
1 2
5 6 11 7 9 10 8
26
14
27
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Quaderni di Ornieuropa
I TAPPA: THAILANDIA
I TAPPA: THAILANDIA
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Non sono facili, come tutte le Erythrurae, Non sono ad incontrare facili, comema tutte se cile appostiamo Erythrurae, ad incontrare ma se ci appostiamo al confine tra un macchione di bambù al confine ed una tra coltura un macchione di riso, specie di bambù quandoedè una coltura di riso, specie quando è in semenza, possiamo vederli arrivare. in semenza, Si tratta del possiamo Diamante vederli quadricolore arrivare. Si tratta del Diamante quadricolore (Erythrura prasina). Arrivano in gruppetti (Erythrura misti, prasina). maschi eArrivano femmine.inPuntano gruppetti misti, maschi e femmine. Puntano dritto sulle colture. Notiamo il netto dritto dimorfismo sulle colture. sessuale, Notiamo il becco il netto allungato dimorfismo sessuale, il becco allungato a pinza, e, in una minoranza di soggetti, a pinza, il ventre, e, in una groppone minoranza e sopracoda di soggetti, dei il ventre, groppone e sopracoda dei maschi (e sopracoda nelle femmine) giallo, maschianziché (e sopracoda rosso carminio. nelle femmine) Sono giallo, agili e anziché rosso carminio. Sono agili e buoni arrampicatori sugli steli del bambù. buoni arrampicatori sugli steli del bambù.
Due maschi di Diamante quadricolore Due maschi di Diamante quadricolore
Risaia in Thailandia
15 28
Risaia in Thailandia
15 29
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Quaderni di Ornieuropa
II TAPPA: GIAVA
II TAPPA: GIAVA
Le Erythrurae di Darwin
Cascate pressotra i 1000 ed Qui bisogna un po’ scarpinare. Si arrancaQui fra bisogna la foresteunmontane, po’ scarpinare. tra i 1000 Si arranca ed fra la foreste montane, Jakarta (Giava), i 3000 metri, nella fitta jungla di bambù.i 3000 È possibile metri,incontrare nella fitta anche junglaqualche di bambù. È possibile incontrare anche qualche circondate quadricolore (anche se ad altitudini inferiori), quadricolore ma se ci(anche addentriamo se ad altitudini laddove inferiori), la ma se da ci addentriamo laddove la macchioni macchia è più fitta si possono intravvedere. macchia Sonoè molto più fitta rapidi, si possono veloci ed intravvedere. agiSono molto rapidi, veloci ed agidi bambù li, caratterizzati da coda corta e tronca.li,Sicaratterizzati tratta del Diamante da coda corta del bambù e tronca. Si tratta del Diamante del bambù (Erythrura hyperythra). Notiamo l’intensa (Erythrura colorazione hyperythra). color camoscio Notiamo della l’intensa colorazione color camoscio della gola e del petto in entrambi i sessi, ma più golascura e delnei petto maschi. in entrambi I maschi i sessi, inoltre ma più scura nei maschi. I maschi inoltre presentano la fronte, fino al vertice, di un presentano colore blu la fronte, intenso,fino più alacceso vertice, chedi un colore blu intenso, più acceso che nelle femmine. Occhi grandi, adatti ad una nelle vita femmine. nella semioscurità Occhi grandi, delleadatti foreste. ad una vita nella semioscurità delle foreste. Infine il sopracoda non è rosso, come in tute Infine le altre il sopracoda Erythrurae, non èma rosso, purecome colorin tute le altre Erythrurae, ma pure color camoscio (in qualche sottospecie verde). Ilcamoscio becco conico (in qualche e nerastro sottospecie è leggermenverde). Il becco conico e nerastro è leggermente curvato verso l’alto. Si nutrono principalmente te curvato diverso semi l’alto. di bambù. Si nutrono principalmente di semi di bambù.
Femmina di Diamante del bambù
Cascate presso Jakarta (Giava), circondate da macchioni di bambù
Femmina di Diamante del bambù
16 30
Le Erythrurae di Darwin
16 31
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Diamante facciaverde
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
III TAPPA: Diamante facciaverde Dopo lunga
LUZON
Le Erythrurae di Darwin
III TAPPA: LUZON
traversata tra Dopo lunga traversata tra Malesia e Borneo malese, Malesia e Borneo malese, giungiamo alle Filippine. giungiamo alle Filippine. Prima tappa la settentrionaPrima tappa la settentrionale isola di Luzon. Essa, inle isola di Luzon. Essa, insieme alla più meridionale sieme alla più meridionale isola di Negros, rappresenta isola di Negros, rappresenta l’habitat elusivo ed esclusil’habitat elusivo ed esclusivo di questa specie. Vive ai vo di questa specie. Vive ai margini della foresta intricata che ricopre margini le pendici, della a bassa foresta quota intricata (non che oltrericopre i le pendici, a bassa quota (non oltre i 1000 metri), dei rilievi montuosi. Il Diamante 1000 metri), facciaverde dei rilievi (Erythrura montuosi. viriIl Diamante facciaverde (Erythrura viridifacies). Lo si trova in vicinanza dei macchioni difacies). di bambu Lo si trova e talvolta in vicinanza si aggrega dei macchioni di bambu e talvolta si aggrega in grandi stormi erratici soprattutto in relazione in grandi alla stormi maturazione erraticidel soprattutto riso. Per ilin relazione alla maturazione del riso. Per il resto è specie assai forastica, timida. Notiamo restoche è specie nella forma assai forastica, del becco, timida. e nellaNotiamo che nella forma del becco, e nella diversa lunghezza delle timoniere centrali fra diversa maschio lunghezza e femmina delle esiste timoniere una cercentrali fra maschio e femmina esiste una certa rassomiglianza col Diamante quadricolore ta rassomiglianza (alcuni immettono col Diamante le due specie quadricolore (alcuni immettono le due specie in un’unica superspecie). Notiamo infine un in un’unica dettagliosuperspecie). unico fra le varie Notiamo specie infine un dettaglio unico fra le varie specie di Erythrurae: l’assoluta mancanza di unadiqualsiasi Erythrurae: colorazione l’assoluta blumancanza o rossa (odi una qualsiasi colorazione blu o rossa (o camoscio) della testa, gola o sottogola. La camoscio) testa è infatti dellaverde testa,erba golasiao nel sottogola. ma- La testa è infatti verde erba sia nel maschio che nella femmina come il resto del corpo. schio Iche duenella sessifemmina si differenziano, come il resto oltre del corpo. I due sessi si differenziano, oltre che per la lunghezza della coda (di un colore cherosso per laocra, lunghezza più o meno della coda brillante (di un a colore rosso ocra, più o meno brillante a seconda del sesso), anche per la diversa estensione secondadel delcolor sesso), senape anchedel persottocoda la diversa estensione del color senape del sottocoda e calzoni, maggiore nel maschio rispetto alla e calzoni, femmina. maggiore Da notare nel maschio che a Luzon rispetto alla femmina. Da notare che a Luzon ambienti molto simili li frequenta anche ambienti un’altra Erythrura, molto simili il Diamante li frequentadelanche un’altra Erythrura, il Diamante del bambù, ma ad altitudini maggiori (oltre i 1600 bambù, metri). ma ad altitudini maggiori (oltre i 1600 metri). Foresta pluviale di bassa montagna a Luzon
17 32
Le Erythrurae di Darwin
Foresta pluviale di bassa montagna a Luzon
17 33
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Quaderni di Ornieuropa
IV TAPPA: MINDANAO
IV TAPPA: MINDANAO
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Anche qui è necessario munirsi di attrezzaturaAnche da montagna. qui è necessario L’ascesamunirsi del monte di attrezzatura da montagna. L’ascesa del monte Katagland infatti non è cosa molto agevole. Ma, Katagland per fortuna infattinon nonè ènecessario cosa molto agevole. Ma, per fortuna non è necessario spingersi fino alla vetta, ci contenteremo di alture spingersi comprese fino alla fra vetta, i 1000cie contenteremo i 1600 di alture comprese fra i 1000 e i 1600 metri. Ai margini dell’intricata foresta tropicale metri.che Airicopre marginile dell’intricata pendici, nelleforesta tropicale che ricopre le pendici, nelle radura, fra l’erba, i Diamanti coloria (Erythrura radura,coloria) fra l’erba, si possono i Diamanti intravcoloria (Erythrura coloria) si possono intravvedere mentre beccuzzano in piccoli gruppi ovedere coppie.mentre Al termine beccuzzano della giornata in piccoli gruppi o coppie. Al termine della giornata ritornano nei macchioni di bambù e della boscaglia ritornano pernei la notte. macchioni Notiamo di bambù che e della boscaglia per la notte. Notiamo che il maschio presenta il rosso delle copritrici auricolari il maschio piùpresenta acceso ed il rosso estesodelle dellacopritrici auricolari più acceso ed esteso della femmina, come del resto il blu della fronte guance femmina, e pileo. comeSomigliano del resto il molto blu della fronte guance e pileo. Somigliano molto ai Diamanti di Kittlitz. Se ne differenziano per ai Diamanti la coda più di corta Kittlitz. ed, Se appunto, ne differenziano per la coda più corta ed, appunto, per la bellissima corona peri-auricolare rossa. per Vivono la bellissima solo qui ecorona sul Monte peri-auricolare Apo, rossa. Vivono solo qui e sul Monte Apo, sempre a Mindanao. sempre a Mindanao.
Maschio maschio
femmina
Maschio maschio
Le pendici del Monte Katanglad femmina (Mindanao)
Le pendici del Monte Katanglad (Mindanao)
18 34
18 35
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
V TAPPA: PAPUA NUOVA GUINEA
V TAPPA: PAPUANuova NUOVA GUINEA La Papua Guinea, teatro di aree inesplorate, di tribù che vivono ancora La Papuaall’età Nuovadella Guinea, teatro di aree inesplorate, di tribù che vivono pietra, di interi ecosistemi costituiti daancora nuove specie, scoperti quasi all’età della pietra, di interi ecosistemi costituiti da nuove specie, scoperti quasi ogni anno, ospita, altailquota, anche il Diamante ogni anno, ospita, in alta quota,inanche Diamante di Papua (Erythruradi Papua (Erythrura papuana). specie perè stata lungo tempo niente è statapiùconsiderata niente più che una papuana). È specie cheÈper lungo che tempo considerata che una delle tante sottospecie del Diamante di Ma alcune osservazioni delle tante sottospecie delKittlitz. Diamante di Kittlitz. Maetologialcune osservazioni etologiche l’hanno ascritta a ruolo di specie a sé stante. Il Diamante di Papua in effetti che l’hanno ascritta a ruolo di specie a sé stante. Il Diamante di Papua in effetti ha aspetto assai simile al Kittlitz, se ne differenzia per le dimensioni decisamente simileedalincurvato, Kittlitz,perselane differenzia pere,leneidimensioni decisamente maggiori,ha peraspetto il becco assai più robusto coda più lunghetta maggiori, per il becco più ilrobusto ed incurvato, la coda più lunghetta e, nei maschi, per una sottile striscia blu sotto becco. I Papua coesistono per in Nuova Guinea con i Diamanti di Kittlitz della sottospecie più grande fra coesistono in Nuova maschi, per una sottile striscia blu sigillifera sotto il(labecco. I Papua tutte), ma difficilmente si vedranno aggregati in stormi misti, sia perché si troGuinea con i Diamanti di Kittlitz della sottospecie sigillifera (la più grande fra vano qua e là sparsi ad altitudini superiori (sopra i 1000 metri), sia perché molto tutte),e ma difficilmente si vedranno in stormi meno socievoli più forastici dei Kittlitz. Difficili da aggregati vedere, dovremo quindi misti, sia perché si trovanoe qua là sparsi altitudini superiori aver fortuna, moltoe più forestali,adscendono meno a terra e si(sopra nutronoi 1000 preferi-metri), sia perché molto bilmentemeno di fichi socievoli e dei loro semi sugliforastici alti alberidei da frutto. e più Kittlitz. Difficili da vedere, dovremo quindi aver fortuna, e molto più forestali, scendono meno a terra e si nutrono preferibilmente fichi e dei loro semi sugli alti alberi da frutto. Coppia di Diamanti didi Papua
Coppia di Diamanti di Papua
Monti Tamrau (Nuova Guinea)
19 36
Monti Tamrau (Nuova Guinea)
19
37
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
VI TAPPA: TANIMBAR
La relativamente piccola isola di Tanimbar,VI insieme TAPPA: alla vicina TANIMBAR Timor Est (più La relativamente piccola isolail di Tanimbar, insieme alla vicina Timor Est (più altri isolotti vicini) alberga una fra le più piccole specie di Erythrurae: Diaisolotti fra le più piccole specie di Erythrurae: il Diamante di Tanimbar (Erythrura tricolor).altri È specie di vicini) pianuraalberga o bassauna montamanteVive di Tanimbar tricolor). È specie di pianura o bassa montagna, fino ai 1400 metri, molto schivo e forestale. ai margini(Erythrura delle intricate gna, fino ai 1400gruppi metri,omolto schivo foreste dell’isola e vicino ai macchioni di bambù in piccoli coppie. La e forestale. Vive ai margini delle intricate forestetropicale dell’isolahae adattato vicino aigli macchioni sua attitudine all’intrico oscuro della boscaglia occhi di bambù in piccoli gruppi o coppie. La sua attitudine all’intrico oscuro della boscaglia tropicale ha adattato gli occhi di questa specie alla visione nella semi-oscurità. In effetti fra tutte le Erythrurae questaoculari, specie alla visione nella più semi-oscurità. In effetti fra tutte le Erythrurae questa è quella che probabilmente presentadii bulbi in proporzione, quelladache probabilmente grossi e convessi. Si riproduce sulle alte cimequesta delle èpalme cocco. Osserviamopresenta i bulbi oculari, in proporzione, più grossiche e convessi. Si riproduce sulle un evidente dimorfismo sessuale con i maschi presentano un carico blualte cime delle palme da cocco. Osserviamo un evidente sessuale con i maschi che presentano un carico blu scuro intenso su testa, gola, petto, e che sfuma sui fianchidimorfismo nel verde carico delle intenso su testa, egola, petto, e che sfuma sui fianchi nel verde carico delle parti superiori e del basso ventre e addome;scuro inoltre il sopracoda il groppone superiori del bassopiùventre e addome; inoltre il sopracoda e il groppone sono rosso brillanti. Nelle femmine il blu è parti sostituito da uneturchese pallido rosso brillanti. Nelle femmine che sfuma in grigio-azzurro su fianchi, ed ilsono rosso brillante del sopracoda è più il blu è sostituito da un turchese più pallido che sfuma su fianchi, ed il rosso brillante del sopracoda è più sulle tonalità arancioni. Le sue abitudini in natura sonoiningrigio-azzurro gran parte sconosciusulle tonalità arancioni. Le sue abitudini in natura sono in gran parte sconosciute, in quanto specie molto elusiva. te, in quanto specie molto elusiva. Maschio di Diamante di Tanimbar in ammollo Maschio di Diamante di Tanimbar in ammollo
Moluku Kei (Tanimbar) Moluku Kei (Tanimbar)
20 38
20 39
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
VII TAPPA: AUSTRALIA VII SETTENTRIONALE TAPPA: AUSTRALIA SETTENTRIONALE Abbandoniamo per un momento Abbandoniamo isole ed isolotti per un emomento facciamoisole una ed capatina isolotti e facciamo una capatina in Australia. Esattamente la in penisola Australia. diEsattamente Capo York, estremo la penisola lembo di Capo settenYork, estremo lembo settentrionale del continente australiano. trionale del Lacontinente parte più aaustraliano. nord della penisola La parteè più an- a nord della penisola è ancora ricoperta di foresta pluviale cora ricoperta e qui è ancora di foresta presente, pluviale seppure e qui èinancora decre-presente, seppure in decremento, l’unica altra Erythrura mento, ad l’unica aver colonizzato altra Erythrura l’Australia: ad aver il Diamante colonizzato l’Australia: il Diamante di Kittlitz (sottospecie sigillifera). di Kittlitz Ma(sottospecie la sua presenza sigillifera). è davvero Madilaconfine, sua presenza è davvero di confine, per cui si può dire che la vera perErythrura cui si puòd’Australia dire che la vera è il Diamante Erythruradi d’Australia Gould è il Diamante di Gould (Erythrura gouldiae). Vive(Erythrura nella stessagouldiae). penisola (però Vive nella più a stessa sud) ed penisola in altre(però più a sud) ed in altre poche zone poche continente zone settentrionali australiano.del A lungo continente questaaustraliano. specie A lungo questa specie Vista della savana di Cape York Vista della savana di Cape Yorksettentrionali del (Australia Settentrionale). (Australia Settentrionale). è stata inclusa nel genere èPoephila, stata inclusa poi Chloebia nel genereper Poephila, caratteristiche poi Chloebia che per caratteristiche che Sotto, 3 maschi Sotto, 3 maschi la fanno avvicinare ad altri la Diamanti fanno avvicinare australiani ad altri (coda Diamanti lunga, bavetta…) australiani (coda lunga, bavetta…) di Diamante di Gould di Diamante di Gould e soprattutto ad alcune Lonchurae e soprattutto (quali ad la alcune castaneothorax, Lonchurae la (quali Donacola la castaneothorax, la Donacola nelle tre varietà selvatiche nelle tre varietà selvatiche di colore del capo di colore del capo pettocastano). Peraltro oggi pettocastano). un folto gruppo Peraltro di ornitologi oggi un folto ritiene gruppo che ildi ornitologi ritiene che il Diamante di Gould sia un’Erythrura Diamante diaberrante. Gould siaLe un’Erythrura sue aberrazioni, aberrante. che la Le sue aberrazioni, che la fanno nettamente distinguere fanno dalle nettamente altre specie distinguere dello stesso dalle genere, altre sono specieladello stesso genere, sono la conseguenza di un adattamento conseguenza agli spazi di un aperti, adattamento e l’abbandono agli spazi dell’habiaperti, e l’abbandono dell’habitat forestale. Infatti il Diamante tat forestale. di Gould Infatti viveilinDiamante pianure erbose di Gould secche viveein pianure erbose secche e con alberi sporadici e lì lo possiamo con alberitrovare, sporadici magari e lì lo preferibilmente possiamo trovare, vicino magari preferibilmente vicino ad un fiume o stagno. Notiamo ad un il fiume deciso o stagno. dimorfismo Notiamo sessuale il deciso coi maschi dimorfismo sessuale coi maschi presentanti colori nettamente presentanti più brillanti. coloriInutile nettamente descrivere più brillanti. qui un uccelInutile descrivere qui un uccellino noto in tutto il mondo.lino Però noto da naturalisti in tutto il mondo. di campo Però osserviamo da naturalisti che vidi campo osserviamo che vi sono 3 forme con la testa diversamente sono 3 forme colorata con la testa (in entrambi diversamente i sessi): colorata testa (in entrambi i sessi): testa nera (circa il 75%), testa rossa nera (circa (il restante il 75%), 25%), testae testa rossa giallo-arancione (il restante 25%), e testa giallo-arancione presente solo in sporadici presente esemplarisolo (circa in sporadici lo 0,05%).esemplari Si muovono (circa in lo fitti 0,05%). Si muovono in fitti stormi erratici alla ricercastormi di ciboerratici e pozzealla d’acqua. ricercaMolto di cibo socievole e pozzeanche d’acqua. Molto socievole anche durante il periodo riproduttivo. duranteInsomma il periodo un’Erythrura riproduttivo.davvero Insomma particoun’Erythrura davvero particolare e soprattutto semplicemente lare e soprattutto stupenda! semplicemente stupenda!
21 21 40
41
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Le Darwin Erythrurae di Darwin
Paesaggio della Nuova Paesaggio Caledonia della Nuova Caledonia Foto piccola: maschio Foto di piccola: Diamante maschio pappagallo di Diamante pappagallo
VIII TAPPA: NUOVA VIII TAPPA: CALEDONIA NUOVA CALEDONIA Quest’isola oceanica Quest’isola francese oceanica è l’unico francese posto èall’unico mondoposto dove al si possa mondotrodove si possa trovare un’Erythrura vareanch’essa un’Erythrura diffusamente anch’essaallevata diffusamente in tutto allevata il mondo: in tutto il il mondo: il Diamante pappagallo Diamante (Erythrura pappagallo psitaccea). (Erythrura Una psitaccea). piccola popolazione Una piccola hapopolazione ha mantenuto gli usi mantenuto tradizionali gli usi della tradizionali specie, frequentando della specie,ancora frequentando i marginiancora i margini delle foreste. A delle seguito foreste. dell’intenso A seguito disboscamento, dell’intenso disboscamento, la specie in maggiola specie in maggioranza è riuscita ranza ad adattarsi è riuscita ai cambiamenti ad adattarsi aiambientali, cambiamenti vivendo ambientali, vicino ai vivendo vicino ai giardini, le pianure giardini, erbose le epianure le coltivazioni. erbose ePeraltro le coltivazioni. si mantiene Peraltro comunque si mantiene comunque abbastanza schiva, abbastanza un macchione schiva, in uncui macchione rifugiarsiinrisulta cui rifugiarsi sempre vicino. risulta sempre vicino. Notiamo un dimorfismo Notiamo un sessuale dimorfismo appenasessuale accennato appena coi maschi accennato (di dimencoi maschi (di dimensioni leggermente sioni maggiori) leggermente che presentano maggiori) che il bellissimo presentano rosso il bellissimo brillante di rosso brillante di testa, gola, sottogola testa, egola, petto sottogola più diffuso e petto ed intenso più diffuso delleed femmine. intenso delle Notia-femmine. Notiamo che soggiornano mo che al suolo soggiornano in coppia al suolo o piccoli in coppia gruppioepiccoli talvoltagruppi in stormi e talvolta in stormi piuttosto modesti piuttosto numericamente. modesti numericamente. Il Diamante pappagallo Il Diamante soffre pappagallo di una soffre di una situazione ambientale situazione generale ambientale non idilliaca generale nell’isola, non idilliaca e di competitori nell’isola, ealidi competitori alimentari irresponsabilmente mentari irresponsabilmente introdotti (qualiintrodotti il Bengalino (quali moscato, il Bengalino Aman-moscato, AmanIX numerica.IX dava amandava)dava e quindi amandava) risulta einquindi notevole risulta contrazione in notevole numerica. contrazione
22 22 42
22 22 43
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Quaderni di Ornieuropa
IX TAPPA: VANUA TU
IX TAPPA: VANUA TU
23
23
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Diamante di Kittlitz
Diamante di Kittlitz
Il meraviglioso arcipelago delle Nuove Il meraviglioso arcipelago delle Nuove Ebridi, che ha ripreso il vecchio nome Ebridi, che ha ripreso il vecchio nome la fine colonialismo, è patria con la fine del colonialismo, è patria di con 2 specie di del Erythruae. La prima è co-di 2 specie di Erythruae. La prima è cosmopolita, l’Erythrura con il più ampio smopolita, l’Erythrura con il più ampio areale (fino a Celebes) e suddivisa in areale (fino a Celebes) e suddivisa in una serie quasi infinita(Erythrura di sottospecie: una serie quasi infinita di sottospecie: il Diamante di Kittlitz tri-il Diamante di Kittlitz (Erythrura trichroa). Se ci occupiamo della sottospecie chroa). Se ci occupiamo della sottospecie di Vanua Tu (cyanifrons) c’è però una di Vanua Tu (cyanifrons) c’è però una ragione precisa: sembra che lainmaggior ragione precisa: sembra che la maggior parte degli esemplari allevati tutto il parte degli esemplari allevati in tutto il mondo derivino proprio da questa sottospecie. Il Diamante di Kittlitz, osserviamondo derivino proprio da questa sottospecie. Il Diamante di Kittlitz, osserviamo, abbastanza ha abitudinischivo, simili alle altre Erythrurae: abbastanza schivo, si muove a terra mo, ha abitudini simili alle altre Erythrurae: si muove a terra in basso numero (spesso nuclei famigliari). Peraltro è comune, come dimostra in basso numero (spesso nuclei famigliari). Peraltro è comune, come dimostra il fatto che nei talvolta compare fitti stormi erratici nei periodi in cui il bambù il fatto che talvolta compare in fitti stormi erratici periodi in cui in il bambù o il riso sono in semenza. Per quanto timido il Kittlitz viene, più spesso di altre o il riso sono in semenza. Per quanto timido il Kittlitz viene, più spesso di altre osservato in natura, vivendo Erythrurae, osservato in natura, vivendoErythrurae, un po’ dappertutto: ai margini delle un po’ dappertutto: ai margini delle foreste, in aree disboscate, ai margini foreste, in aree disboscate, ai margini delle risaie, in montagna (fino a 3000 delle risaie, in montagna (fino a 3000 metri altitudine) come ininpiana, metri di altitudine) come in piana, fino alle di foreste di mangrovie riva alfino alle foreste di mangrovie in riva al mare. Insomma una specie altamente mare. Insomma una specie altamente adattabile, evoluta. Il dimorfismo sessualeadattabile, evoluta. Il dimorfismo sessuale è davvero blu della testa dei maschi più acceso ed esteso che nelle è davvero minimo, con il blu della testa dei maschi minimo, più accesocon ed ilesteso che nelle femmine, ed il rosso del groppone e sopracoda più vivo. femmine, ed il rosso del groppone e sopracoda più vivo.
44
45
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Diverso è il caso dell’altra Erythrura Diverso è il caso dell’altra Erythrura dell’isola, che anzi forse proprio per dell’isola, che anzi forse proprio per la competizione col Kittlitz e l’alte- la competizione col Kittlitz e l’alterazione ambientale con la riduzione razione ambientale con la riduzione della foresta primaria, sta soffrendo della foresta primaria, sta soffrendo ed è in decremento numerico: il ed è in decremento numerico: il Diamante reale (Erythrura cya- Diamante reale (Erythrura cyaneovirens regia o Erythrura re- neovirens regia o Erythrura regia). A differenza del Kittlitz, lui gia). A differenza del Kittlitz, lui vive solo qui. È probabilmente uno vive solo qui. È probabilmente uno Diamante Diamante dei più bei passeriformi del mondo dei più bei passeriformi del mondo pappagallo reale pappagallo reale ed insieme al Gould un’autentica ed insieme al Gould un’autentica tavolozza di colori. Infatti nei ma- tavolozza di colori. Infatti nei maschi il colore della testa e del pileo schi è rosso scarlatto chepileo contrasta il colore dellabrillante, testa e del è rosso scarlatto brillante, che contrasta mirabilmente col resto del corpo di un colore blu cobalto, delle mirabilmente col restocon dell’eccezione corpo di un colore blu cobalto, con l’eccezione delle scapolari e copritrici alari di colore verde intenso. Nelle femmine il cobalto scapolari e copritrici alari di colore verdeè intenso. Nelle femmine il cobalto è limitato al collo, gola, sottogola e petto, mentrealilcollo, bassogola, pettosottogola e l’addome sonomentre di limitato e petto, il basso petto e l’addome sono di un verde piuttosto spento. Insomma un è una specie, o sottospecie, davvero fantaverde piuttosto spento. Insomma è una specie, o sottospecie, davvero fantastica, ma estremamente difficile da vedere. infatti tipicamente stica, È maspecie estremamente difficile daforestale. vedere. È specie infatti tipicamente forestale. Si sposta in piccolissimi gruppi o coppie fra gliin altipiccolissimi rami degli gruppi alberi, soprattutto Si sposta o coppie fra gli alti rami degli alberi, soprattutto fichi dei cui frutti si nutre, anzi sembra un frutti vero specialista alimentare fichiessere dei cui si nutre, anzi sembra di essere un vero specialista alimentare di questo frutto. Il Diamante reale è quindi elusivo ed, oltretutto, forte molto elusivo ed, oltretutto, in forte questomolto frutto. Il Diamante reale è in quindi contrazione numerica. Delle 12 isole contrazione ed isolotti innumerica. cui era stata segnalata Delle 12 isolelaedsua isolotti in cui era stata segnalata la sua presenza, oggi questa specie è stata avvistata solo in questa 4. presenza, oggi specie è stata avvistata solo in 4. Cascata nella foresta pluviale di Vanua Tu
24 46
Cascata nella foresta pluviale di Vanua Tu
24 47
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Diamante di Peale
X TAPPA: ISOLE FIJI
Le Erythrurae di Darwin
Diamante di Peale
X TAPPA: ISOLE FIJI
Si va sempre più in posti vacanzieri,Sinon delpiù resto abbinare va male sempre in posti vacanzieri, non male del resto abbinare stupende nuotate in questi mari turchesi alle osservazioni ornistupende nuotate in questi mari turchesi alle osservazioni ornitologiche! tologiche! Le meravigliose isole ospitano dueLe specie distinte di Erythrumeravigliose isole ospitano due specie distinte di Erythrurae, una considerata piuttosto adattabile e diffusa, l’altra relit- adattabile e diffusa, l’altra relitrae, una considerata piuttosto tuale di un’antica colonizzazione dituale proto-erythrurae e invero di un’antica colonizzazione di proto-erythrurae e invero molto rara. molto rara. La prima è abbastanza facile da osservare, la èsi abbastanza trova in tutte le da osservare, la si trova in tutte le La prima facile isole Fiji, comprese le due principali:isole VitiFiji, Levu e VanualeLevu: il comprese due principali: Viti Levu e Vanua Levu: il Diamante di Peale (Erythrura cyaneovirens pealii o ErythruDiamante di Peale (Erythrura cyaneovirens pealii o Erythrura pealii). Delle tre sottospecie cyaneovirens la più disra pealii).questa Delleètre sottospecie cyaneovirens questa è la più dissimile alle altre due, la più piccola esimile la piùalle opportunistica. La altre due, la più sipiccola e la più opportunistica. La si trova generalmente in piana, spesso in prossimità delle coltivaziotrova generalmente in piana, spesso in prossimità delle coltivazioni di riso e sorgo. Durante la maturazione di queste due colturelail maturazione di queste due colture il ni di riso e sorgo. Durante Diamante di Peale risulta un vero flagello, unitamente al Padda Diamante di Peale risulta un vero flagello, unitamente al Padda (Padda orzyvora) a cui si unisce in bande miste. Fuori da (Padda orzyvora) a cuiquesto si unisce in bande miste. Fuori da questo periodo invece il Peale è specie piùperiodo schiva invece e forestale, sebbene il Peale è specie più schiva e forestale, sebbene permanga, in piccoli gruppi, semprepermanga, vicino allein radure aperte. Si sempre vicino alle radure aperte. Si piccoli gruppi, riproducono tutto l’anno e rimangono abbastanza socievoli riproducono tutto l’annoane rimangono abbastanza socievoli anche nei siti di riproduzione, non frammentandosi in coppie comenon frammentandosi in coppie come che nei siti di riproduzione, fanno altre Erythruae. I sessi sono assai entrambi con la sono assai simili, entrambi con la fannosimili, altre Erythruae. I sessi testa rossa che arriva fino a guance etesta zonarossa periauricolare. Ma nei che arriva fino a guance e zona periauricolare. Ma nei maschi il blu cobalto della gola e l’azzurro turchese del petto maschi il blu cobalto dellasugola e l’azzurro turchese del petto superiore sono decisamente più estesi periore e brillanti. Alcuni esemplari sono decisamente più estesi e brillanti. Alcuni esemplari non hanno la testa rossa, ma blu. Unanon mutazione hanno laspontanea testa rossa,che maliblu. Una mutazione spontanea che li rende molto simili ai Kittlitz (peraltro in queste isole assenti). rende molto simili ai Kittlitz (peraltro in queste isole assenti).
25 48
Tipico ambiente costiero di Vanua Levu
Tipico ambiente costiero di Vanua Levu
25 49
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
La seconda Erythrura delle Fiji la si trovaLasolo a VituErythrura Levu. È però seconda delle assai Fiji larara si trova solo a Vitu Levu. È però assai rara e timida, al punto che è da considerare un evento quasi eccezionale e timida, al punto che è da osservarla considerare un evento quasi eccezionale osservarla in natura. Si consideri che questa specie èincosì di difficile avvistamento da non natura. Si consideri che questa specie è così di difficile avvistamento da non essere riconosciuta dalla maggioranza degli abitanti dell’isoladalla comemaggioranza specie loca- degli abitanti dell’isola come specie locaessere riconosciuta le. Si tratta del Diamante di Kleinschmidt kleinschmidti). Uno le. Si(Erythrura tratta del Diamante di Kleinschmidt (Erythrura kleinschmidti). Uno degli ultimi siti in cui è stato osservato è ladegli foresta vicino Suva, me- è la foresta vicino a Suva, nella parte meultimi sitiain cui ènella statoparte osservato ridionale dell’isola. È in effetti l’Erythruraridionale più forestale ed insettivora fral’Erythrura tutte. dell’isola. È in effetti più forestale ed insettivora fra tutte. Un tempo si riteneva fosse intimamente legata alla foresta primaria sull’orlo Un tempo si riteneva fosse eintimamente legata alla foresta primaria e sull’orlo dell’estinzione. Oggi si è rivalutata la situazione (in meglio) grazie recenti osdell’estinzione. Oggi si è arivalutata la situazione (in meglio) grazie a recenti osLa foresta pluviale Suva, servazioni in natura che lo vogliono presente in un in areale piùche vasto servazioni natura lo rispetto voglionoapresente in unvicino arealea più vasto rispetto a Vitu Levu meridionale quanto ritenuto in precedenza e non così strettamente legato alla foresta eprimaquanto ritenuto in precedenza non così strettamente legato alla foresta primaria, ma anche ad ambienti parzialmente modificati. I Diamanti di Kleinschmidt ria, ma anche ad ambienti parzialmente modificati. I Diamanti di Kleinschmidt sono fortemente insettivori e si nutrono in modo assai simile ai Monarchi del in modo assai simile ai Monarchi del sono fortemente insettivori e si nutrono pacifico appartenenti al genere Clytorhynchus (in appartenenti inglese becchial d’averla). Essi pacifico genere Clytorhynchus (in inglese becchi d’averla). Essi infatti si muovono attivamente su e giù sui tronchi usando ilattivamente loro grossosubecinfatti si muovono e giù sui tronchi usando il loro grosso becco come leva per sondare nascondigli in co cerca di leva termiti spremere piccioli e in cerca di termiti e spremere piccioli e come peresondare nascondigli rametti morti. Inoltre si nutrono di infiorescenze di ficoInoltre e sonosistati osservati rametti morti. nutrono di infiorescenze di fico e sono stati osservati strappare soffici pezzi di corstrappare soffici pezzi di corteccia per raggiungere i tessuti teccia per raggiungere i tessuti Diamante di Diamante di sottostanti e per trovare insetti sottostanti e per trovare insetti Kleinschmidt Kleinschmidt ivi nascosti. Sono mediamente ivi nascosti. Sono mediamente solitari, o al massimo sono stati solitari, o al massimo sono stati osservati a coppie. Osserviamo osservati a coppie. Osserviamo che è l’unica Erythrura ad avere che è l’unica Erythrura ad avere la testa nera, il becco rosa (ranla testa nera, il becco rosa (ranfoteca depigmentata) e un dimorfoteca depigmentata) e un dimorfismo sessuale assente (maschi e fismo sessuale assente (maschi e femmine identici). femmine identici).
26 50
La foresta pluviale vicino a Suva, Vitu Levu meridionale
26 51
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Erythrurae di Darwin Le Erythrurae di Le Darwin
XI TAPPA: ISOLE SAMOA XI TAPPA: ISOLE SAMOA
tappa del ènostro viaggioarcipelago è nel perduto arcipelago L’ultima tappa L’ultima del nostro viaggio nel perduto di Samoa, in di Samoa, in pieno Oceano Pacifico. vive la terza sottospecieilcyaneovirens, il Diapieno Oceano Pacifico. Qui vive la terzaQui sottospecie cyaneovirens, Diamante di Samoa (Erythruracyaneovirens cyaneovirenso cyaneovirens o Erythrura cyamante di Samoa (Erythrura cyaneovirens Erythrura cyanevorens). I Diamanti di Samoa presentano aspetto e comportamento che nevorens). I Diamanti di Samoa presentano aspetto e comportamento che intermedio quello delle altre due sottospecie reale e Diaè intermedio traè quello delle tra altre due sottospecie (Diamante reale(Diamante e DiaPeale). Sono infatti Diamanti grossi e dal becco magmante di Peale).mante Sono di infatti Diamanti piuttosto grossipiuttosto e dal becco maggiormente allungato al meno Peale anche se meno massiccio del reale. giormente allungato rispetto al Pealerispetto anche se massiccio del reale. pur avendonei (in maschi) particolare nei cobalto, maschi) riflessi La colorazione, La purcolorazione, avendo (in particolare riflessi non cobalto, non certo per intensità quellareale. del Diamante reale. I diamanti di Saraggiunge certoraggiunge per intensità quella del Diamante I diamanti di Samoacome sono iforestali, come i reale si nutrono di fichi ma dimostrano un magmoa sono forestali, reale si nutrono di fichi ma dimostrano un mageclettismo, facendo ogni tanto alledella colture di in riso della costa in giore eclettismo,giore facendo visita ogni tantovisita alle colture di riso costa bande di discrete dimensioni. bande di discrete dimensioni.
Cascate di Upolu, Cascate di Upolu, Isole Samoa Isole Samoa
27 27 27 27 52
53
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
RITORNO A CASA
RITORNO A CASA Levu: Diamante di Kleinschmidt-Diamante di Levu: Peale,Diamante Papua Nuova di Kleinschmidt-Diamante Guinea: di Peale, Papua Nuova Guinea: Tornati stanchi, abbronzati e felici dal nostro lungo Tornati viaggio stanchi, in questi abbronzati posti mee felici dal nostro lungo viaggio in questi postidi meDiamante di Papua-Diamante Kittlitz). Diamante di Papua-Diamante di Kittlitz). ravigliosi, ora è venuto il momento dell’analisi comparativa, ravigliosi, ora lo è venuto step successiil momento dell’analisi comparativa, lo l’analisi step successiMa cominciamo con dei caratteri. La loro Macomparazione, cominciamo con insieme l’analisi alledei caratteri. La loro comparazione, insieme alle vo. Scopo? Creare un albero filogenetico o cladogramma, vo. Scopo? Creare che esemplifichi un albero filogenetico analisi o cladogramma, chequesti esemplifichi genetiche è in animali, in cui sono praticamente analisi genetiche inesistenti è in questi reperti animali, in cui sono praticamente inesistenti reperti graficamente l’evoluzione delle Erythruae. Una graficamente volta, a direl’evoluzione il vero lo sidelle fa Erythruae. Una volta, a(ledire il vero si fa uccelli fossilizzano paleontologici minuta ossalodegli paleontologici molto male (le minuta o per nulla), ossa degli uccelli fossilizzano molto male o per nulla), ancora, si raccoglievano campioni tassodermici, alias ancora, si sparava si raccoglievano agli uccellicampioni e li si tassodermici, aliasmetodo si sparava uccelli euna li sistoria evolutiva. l’unico per agli ricostruire l’unico metodo per ricostruire una storia evolutiva. imbalsamava. I campioni venivano poi sottopostiimbalsamava. ad analisi biometriche I campioni ed venivano anapoi sottoposti ad analisi biometriche ed ana- forma del becco Prenderemo in esame due caratteri: Prenderemo e coloreindella esame testa. due caratteri: forma del becco e colore della testa. tomiche comparative al ritorno nei vari Musei di Scienze tomicheNaturali. comparative Noialperò, ritorno da nei vari Musei di Scienze Naturali. Noi però, da Forma del Forma del becco profani romantici quali siamo, preferiamo altri metodi. profaniEdromantici in effettiquali ora esistono siamo, preferiamo altri metodi. Ed becco in effetti ora esistono Pertutte quanto in misura molto minore rispetto ai Fringuelli Per quanto di Darwin, in misura le Erythrumolto minore rispetto ai Fringuelli di Darwin, le Erythrualtri strumenti molto meno cruenti, prima fra tutte altrila strumenti fotografia.molto meno cruenti, prima fra la fotografia. rae ma presentano foggediffuse del becco leggermente differenti, rae presentano frutto e conseguenza fogge del becco di leggermente differenti, frutto e conseguenza di Innanzitutto però un’osservazione è d’obbligo: maInnanzitutto quanto sono però diffuse un’osservazione queste è d’obbligo: quanto sono queste specializzazioni alimentari. diverse specializzazioni alimentari. Erythrurae! Un territorio grande tre volte l’Europa, Erythrurae! fra isoleUn e continenti territorio digrande tre volte diverse l’Europa, fra isole e continenti di■ Becchi pinza: Questo il beccofarebbe risulta particolarmente ■ Becchi allungato a pinza: nel Diamante il becco risulta particolarmente allungato nel Diamante stanti migliaia di chilometri fra loro e separati dastanti solo Oceano. migliaia Questo di chilometri farebbe fra loro e separati da solo aOceano. quadricolore, Diamante facciaverde quadricolore, del bambù (in Diamante quest’ultimo facciaverde e Diamante del bambù (in quest’ultimo prefigurare un notevole istinto migratorio in questi prefigurare uccelli, un istinto notevole che invece, istinto migratorio in questi uccelli, istinto che invece, e Diamante in modo meno evidente). Si trattaalsempre di becchi in modo conicimeno ma più evidente). lunghettiSied tratta sempre di becchi conici ma più lunghetti ed nelle specie moderne almeno, manca del tutto. nelle Sonospecie speciemoderne in cui invece, almeno, al manca del tutto. Sono specie in cui invece, adattati a ghermire e sgusciare semi adattati a quali ghermire sonoequelli sgusciare del semi di medie dimensioni, quali sono quelli del contrario, si è selezionata una notevolissima inclinazione contrario, alla si è sedentarietà selezionata una nei notevolissima inclinazione alla sedentarietà nei di medie dimensioni, bambùcom’è ed il riso. Si tratta infatti di specie strettamente bambùgranivore ed il riso.e Si specializzate tratta infatti di specie strettamente granivore e specializzate loro, spesso minuscoli, territori insulari. E allora,loro, com’è spesso avvenuta minuscoli, la radiazione territori insulari. E allora, avvenuta la radiazione in Quando questo tipo alimentazione. in questo tipo di alimentazione. evolutiva? Un’ipotesi risiede nelle glaciazioni. Quando evolutiva? nel Quaternario Un’ipotesi risiede recente nelle glaciazioni. neldiQuaternario recente ■ Becchi universali: sono i classici a marginiuniversali: appiattiti di sono molte i classici becchi conici a margini appiattiti di molte il clima era invero più rigido, specie nelle zone temperate, il clima era i ghiacciai invero più erano rigido, assaispecie nelle zone temperate, i ghiacciai erano assai becchi conici■ Becchi specieliquida di Erythrurae eclettiche e poco specie da undipunto Erythrurae di vistaeclettiche alimen- e poco specializzate da un punto di vista alimenpiù estesi di oggi e la massa disponibile d’acqua più liquida estesidella di oggi Terrae la minore. massa Ildisponibile d’acqua della Terra minore. Il specializzate Diamanteerano di Gould, Diamante di Kittlitz, tare, quali Diamante Diamante di di TanimGould, Diamante di Kittlitz, Diamante di Tanimlivello dei mari era cioè inferiore rispetto ad oggi elivello probabilmente dei mari era erano cioèpresenti inferiore rispetto ad tare, oggi equali probabilmente presenti Diamante coloria, Diamante parte, Diamante Diamante coloria, di Samoa. Diamante di Peale e, in parte, Diamante di Samoa. dei corridoi di terre emerse tra un arcipelago e l’altro, dei corridoi oggi scomparsi di terre sotto emerse la tra su- un arcipelagobar, e l’altro, oggi scomparsi sotto la su- di Peale e, inbar, Si tratta di becchi piuttosto Si tratta da granivori quindi edifrugivori becchi piuttosto opaspecifici, tipici da granivori e frugivori opperficie dell’Oceano in seguito al disgelo. Gruppiperficie di proto-Erythrurae dell’Oceano insiseguito sareb- al disgelo. Gruppi di quindi proto-Erythrurae si sareb-aspecifici, tipici portunisti, sono queste specie che,portunisti, conseguentemente, quali sonovivono in effetti in queste specie che, conseguentemente, vivono in bero potuti avventurare (magari perché si erano perse bero potuti a seguito avventurare di un uragano) (magari perché si erano perse aquali seguito diin uneffetti uragano) habitat piuttosto (tranne il coloria). habitat piuttosto vari (tranne il coloria). in questi corridoi e colonizzare a tappe gli arcipelaghi in questi via via corridoi più lontani. e colonizzare a tappe gli arcipelaghi via via vari più lontani. una sola specie presenta ■ Becchiquesto a margini becco:taglienti: il Dia- una sola specie presenta questo becco: il DiaLa colonizzazione è probabilmente avvenuta più La volte colonizzazione nel tempo (a èondate probabilmente sucavvenuta■ Becchi più volte anelmargini tempo (ataglienti: ondate sucpappagallo. manteprecedente pappagallo. ma Esteriormente i margini è simile al modello precedente ma i margini cessive), così oggi in alcune zone troviamo coesistenti cessive), due così o più oggispecie, in alcune di cui zone troviamo mante coesistenti due o piùEsteriormente specie, di cuiè simile al modello delle valve non sono appiattiti piuttosto taglienti, dellea valve guisa non assaisono simile appiattiti a quellema piuttosto taglienti, a guisa assai simile a quelle una più adattata ed evoluta e l’altra più primitivauna e specialistica più adattata(esempio ed evoluta Vitu e l’altra più primitiva e specialistica (esempioma Vitu
28 54
28 55
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
dei Fringillidi. Sono becchi atti a triturare in egregioSono i semi, per una piùegregio opacoiesemi, polverulento. Le signorine Erythrurae più opacosembrano e polverulento. aver optato Le signorine per il Erythrurae sembrano aver optato per il deimodo Fringillidi. becchi atti aspetriturare in modo per una specie che in effetti risulta sostanzialmente granivora e meno di altre. o blu della testa (seppur il nero,colore il camoscio rosso oeblu l’arancione della testa sono (seppur pure il nero, il camoscio e l’arancione sono pure cie che in effettifrugivora risulta sostanzialmente granivora colore e menorosso frugivora di altre. ■ Becchi da frugivori: si tratta di becchi ■ Becchi mediamente massiccisidegli presenti). due colori però si formano in modo presenti). moltoI due differente. colori però si formano in modo molto differente. da più frugivori: trattaaltri, di becchi mediamente più Imassicci degli altri, atti a rompere frutti (in particolare fichi). Li a que-fichi). Li presentano specie adattatisi a queattipresentano a romperespecie frutti adattatisi (in particolare ■ Testa blu: la posseggono ■ Testa Kittlitz, blu: il la Diamante posseggono di Tanimil Diamante di Kittlitz, il Diamante di Tanimsto tipo di alimento ed eminentemente forestali, il Diamante reale ed il forestali, quali sto tipoquali di alimento ed eminentemente il Diamante reale ed ilil Diamante di bar, il Diamante di Papua e il Diamante bar,Coloria il Diamante (qui le di femmine Papua sie il sono Diamante Coloria (qui le femmine si sono Diamante di Papua. Diamante di Papua. incontentabili anche ildimostrate rosso in contemporanea). incontentabili volendo Il coloreanche il rosso in contemporanea). Il colore ■ Becchi da averla: non so in quale altro■ Becchi modo definire questonon becco è altro mododimostrate da averla: so inche quale definire questo becco chevolendo è blu si forma molto facilmente blu parlando): si forma molto bastafacilmente eliminare (evolutivamente il pigparlando): basta eliminare il pigpresente in una sola specie che, per moltepresente caratteristiche, è davvero il molte caratteristiche, in una sola specie unica: che, per è davvero unica: il (evolutivamente mento lipocromico gialloadatdalle barbe e dal mento verde ottieni lipocromico il blu. giallo dalle barbe e dal verde ottieni il blu. Diamante di Kleinschmidt. È un becco massiccio e piuttosto lunghetto,ÈadatDiamante di Kleinschmidt. un becco massiccio e piuttosto lunghetto, tato ad un’alimentazione particolarmente insettivora, tipica di questaparticolarmente Erythrutato ad un’alimentazione insettivora, tipica di questa Erythru■ Testa la posseggono Testa rossa:illaDiamante posseggonocoloria il Diamante pappagallo, il Diamante coloria ra. È inoltre l’unico becco la cui ranfoteca (l’astuccio superficiale) è ra. È inoltrecorneo l’unico becco la cuinon ranfoteca (l’astuccio corneorossa: superficiale) non è il Diamante■ pappagallo, nellasottostante zona peri-auricolare, (solo il Diamante nella zona di peri-auricolare, Peale, il Diamanil resto è blu), il Diamante di Peale, il Diamanpigmentata, mettendo in evidenza la sottilepigmentata, trama capillare sottostante e confemettendo in evidenza la sottile trama(solo capillare e confe- il resto è blu), te come reale nel e il Padda). Diamante di Samoa. Non ci te si può realedimenticare e il Diamante del Diamante di Samoa.di Non ci si può dimenticare del Diamante di rendo quindi un colore d’insieme rosa (esattamente comeunnelcolore Padda). rendo quindi d’insieme rosa (esattamente Gould (nel 25% dei soggetti). Il colore rosso Gould si forma (nel 25% in modo dei soggetti). più complesso Il colore rosso si forma in modo più complesso Colore della testa Colore della testa per l’aggiunta di pigmento rosso (anch’esso per di origine l’aggiunta lipocromica) di pigmento sul rosso vertice(anch’esso di di origine lipocromica) sul vertice di Già Darwin lo aveva notato e ci aveva scritto Giàanche Darwin un lolibro, aveva successivo notato e al ci suo aveva scritto anche un libro, alcune barbe.successivo al suo alcune barbe. più famoso, l’Origine delle specie. Il libro più si intitola: famoso,“La l’Origine selezione dellesessuale”. specie. Il libro si intitola: “La selezione sessuale”. Non tutti i caratteri si affermano o scompaiono Non tutti a causa i caratteri della Selezione si affermano Naturao scompaiono a ■ Testa causa della Selezione Naturanera: il colore nero è presente come ■ Testa mutazione nera: spontanea il colore nero in tutte è presente le come mutazione spontanea in tutte le le, operata dall’ambiente. Alcuni caratteri sono le, operata selezionati dall’ambiente. dalle signorine Alcunidelle caratteri sono selezionati specie. Il dalle gene signorine che regoladelle questa colorazione specie. è sul Ilcromosoma gene che regola W (il questa corrisponcolorazione è sul cromosoma W (il corrisponvarie specie. Beh, cari maschietti, tutto il mondo varie specie. è paeseBeh, e, sicari sa, sono maschietti, le signore tutto il mondo èdente paeseXe,dell’uomo) si sa, sonoed le signore essendo il sesso femminile dente (all’opposto X dell’uomo)dell’uomo) ed essendodizigoil sesso femminile (all’opposto dell’uomo) dizigoa scegliere molto più degli uomini, non solo a scegliere nel coloremolto dei divani! più degli Le uomini, femminenon solo nel colore dei divani! Le femmine tico (ZW) si esprime molto di più nelle femmine tico (ZW) che nei si esprime maschi.molto Stabilmente di più nelle il femmine che nei maschi. Stabilmente il di tantissime specie sono molto attente a scegliersi di tantissime il partner speciegiusto, sono molto cioè ilattente più a scegliersinero il partner giusto, il più è presente solocioè nel Diamante di Kleinschmidt nero è presente e nel solo Diamante nel Diamante di Gould di Kleinschmidt e nel Diamante di Gould sano, vistoso e che, nelle specie monogame, sano, dà vistoso in potenza e che, maggiori nelle specie garanzie monogame, dà in potenza maggiori garanzie (75% dei soggetti). (75% dei soggetti). di affidabilità e fedeltà al legame. Ecco chedianche affidabilità qui leecolorazioni fedeltà al legame. di testa Ecco e che anche qui le colorazioni di testa e petto, presenti anche nelle femmine, sono petto, più vistose presenti nei anche maschi. nelle La legge femmine, che sono più vistose nei maschi. legge chefacciaverde non ■ Altri colori: IlLa Diamante ■ Altri presenta colori: alcuna Il Diamante colorazione facciaverde a canon presenta alcuna colorazione a casembra valere nel mondo alato e che rende sembra spesso ivalere maschi nelmolto mondo piùalato colorati e che è: rende spesso rico i maschi più coloratiinè:questo forse un dellamolto testa, ricordando rico possibile della testa, antenato ricordando delle Erythruae, in questo forse un possibile antenato delle Erythruae, sono un semaforo cara, cioè sono sano esono libero undai semaforo parassiti. cara, Il piumaggio cioè sono sano e liberoildai parassiti. piumaggio Diamante delIlbambù ha testa e petto color il Diamante camoscio,del infine bambù nel ha Diamante testa e petto color camoscio, infine nel Diamante vistoso è cioè sinonimo di salute fisica e di assenza vistoso di è cioè acarisinonimo che rendono di salute lo stesso fisica e di assenza di di Gould acari che rendono una lo stesso è presente piccola aliquota didisoggetti Gould aè testa presente arancione. una piccola aliquota di soggetti a testa arancione.
29 56
29 57
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
CONCLUSIONI
d. di kleinscmidt
CONCLUSIONI
d. di kleinscmidt
I due colori più diffusi, blu e rosso, assolvono alla stessa funzionebludieselezione Diamante di Gould: anche■ Gruppo questa Erythrura Diamante particolarissima di Gould: anche ha questa Erythrura particolarissima ha I due colori più diffusi, rosso, assolvono alla ■ Gruppo stessa funzione di selezione sessuale da parte delle femmine. Non vi sono prove unodelle dei femmine. due sia preferito probabilmente un’evoluzione a parte, probabilmente a partire da avuto proto-Erythrurae un’evoluzione piuta parte, a partire da proto-Erythrurae piutsessuale dache parte Non vi sono prove che uno dei dueavuto sia preferito rispetto all’altro. Peraltro il blu si forma rispetto più facilmente. rosso sembra tosto Il antiche. tosto antiche. all’altro.IlPeraltro il blu essersi si forma più facilmente. rosso sembra essersi formato quindi successivamente. Ne è unaformato prova ulteriore che anche nel gruppo ■ Gruppo Diamante di Kleinschmidt:■ Gruppo questa Erythrua, Diamante anch’essa di Kleinschmidt: unica, è questa Erythrua, anch’essa unica, è quindi successivamente. Ne è una prova ulteriore che anche nel gruppo cyaneovirens, tipicamente a testa rossa, ilcyaneovirens, colore blu si forma primitivamente in il colore bluda considerare forse quella da alcuni considerare caratteri forseagli quella antenati più vicina delle per alcuni caratteri agli antenati delle tipicamente a testa rossa, si forma primitivamente in più vicina per tutti i novelli. Il rosso si afferma in un secondo momento. Solosinel Diamante Erythrurae. rappresenta una specie Erythrurae. relitto, testimonianza Forse rappresenta della una primaspecie relitto, testimonianza della prima tutti i novelli. Il rosso afferma in un secondo momento. SoloForse nel Diamante pappagallo si nota completa assenza di blu in ogni fase di sviluppo piccoli.di blu in ogni espansione delle dei Erythrurae pappagallo si nota completadeiassenza fase di sviluppo piccoli. in Oceania. espansione delle Erythrurae in Oceania. Quest’ultima è cioè la vera ed unica Erythrura a testa rossa. Perrossa. finire ecco lo schema, il famoso alberoPer evolutivo. finire ecco lo schema, il famoso albero evolutivo. Quest’ultima è cioè la vera ed unica Erythrura a testa
30 58
d. pappagallo
d. reale d. di peale d. di samoa
di kittlitz di papua coloria di tanimbar
d. d. d. d.
d. pappagallo
d. reale d. di peale samoa d quadricolore d.. di d. facciaverde d. del bambu ’
di kittlitz di papua coloria di tanimbar di gould
d. d. d. d. d.
d. quadricolore d. facciaverde d. del bambu ’
d. di gould
I due caratteri esaminati sembrano, presi I due singolarmente, caratteri esaminati non essere sembrano, assoluta-presi singolarmente, non essere assolutamente indicativi di un percorso evolutivomente preciso. indicativi La formadidel unbecco percorso e il evolutivo colore preciso. La forma del becco e il colore della testa sembrano essersi cioè affermati della più testa voltesembrano ed in modo essersi indipendente. cioè affermati più volte ed in modo indipendente. Però la combinazione dei due caratteri dice Però qualcosa la combinazione di più. Dalla deicombinazione due caratteri dice qualcosa di più. Dalla combinazione comparativa dei due caratteri, nonché anche comparativa dall’analisi deidel dueterritorio caratteri,(zonaziononché anche dall’analisi del territorio (zonazione), le Erythrurae sono suddivisibili nei seguenti ne), le Erythrurae gruppi: sono suddivisibili nei seguenti gruppi: ■ Gruppo Diamante quadricolore-Diamante ■ Gruppo facciaverde-Diamante Diamante quadricolore-Diamante del facciaverde-Diamante del bambù: questo gruppo sembra aver subito bambù: un’evoluzione questo gruppo indipendente sembra fin averdasubito un’evoluzione indipendente fin da stadi piuttosto antichi. stadi piuttosto antichi. ■ Gruppo Diamante di Kittlitz-Diamante ■ Gruppo di Papua-Diamante Diamante di Kittlitz-Diamante coloriadi Papua-Diamante coloriaDiamante di Tanimbar: anche questo Diamante è un gruppodipiuttosto Tanimbar: omogeneo anche questo che è un gruppo piuttosto omogeneo che mostra però alcune caratteristiche comunimostra col successivo. però alcune caratteristiche comuni col successivo. ■ Gruppo cyaneovirens (Diamante reale, ■ Gruppo Diamante cyaneovirens di Peale, (Diamante Diamante reale, Diamante di Peale, Diamante di Samoa): è un gruppo a testa rossa ma in di cui Samoa): il rossoè un è comparso gruppo ain testa un rossa secon-ma in cui il rosso è comparso in un secondo momento sovrapponendosi al blu. Puòdoderivare momento dal sovrapponendosi gruppo precedente. al blu. Può derivare dal gruppo precedente. Questo schema è ununipotesi. Questoin schema considerazioni è un ipotesi. altriOve caratteri si prendessero in considerazioni altri caratteri ■ Gruppo Diamante pappagallo: questa ■ Gruppo ErythruraDiamante rappresentapappagallo: forse un ramo questa Erythrura rappresenta forse ramo Ove si prendessero se cui ne potrebbero produrre se ne validi. potrebbero Solo l’analisi produrre genetica altri ugualmente comvalidi. Solo l’analisi genetica compiuttosto primitivo e distaccatosi prematuramente piuttosto primitivo in cui il rosso, e distaccatosi forse, si èprematuramente afin il rosso, forse, si è af-altri ugualmente parativa (soprattutto a carico del DNA mitocondriale, parativa (soprattutto molto più a carico conservativo) del DNA mitocondriale, molto più conservativo) fermato fin da subito. fermato fin da subito.
30 59
Le Erythrurae di Darwin
Le Erythrurae di Darwin
Quaderni di Ornieuropa
permetterà forse ricostruzioni più accurate. Quaderni di Ornieuropa
Ciò che ho tentato di fare con questo articolo in effetti è stato solo spiegare il metodo di indagine utilizzato da Darwin per ricostruire una storia evolutiva. Storia che riguarda tuttiricostruzioni i vari gruppi animali che, nella loro meravigliosa biodipermetterà forse più accurate. versità, popolano il nostro Pianeta. Ciò che ho tentato di fare con questo articolo in effetti è stato solo spiegare il metodo di indagine utilizzato da Darwin per ricostruire una storia evolutiva. Storia che riguarda tutti i vari gruppi animali che, nellami loropiace meravigliosa biodisiamo partiti da Darwin e con Darwin chiudere. versità, popolano il nostro Pianeta.
Infine, Da quanto visto forse, se Darwin fosse finito fra queste isole e continenti anziché in Sudamerica, sarebbero le Darwin Erythrurae e non i Fringuelli Infine, siamo state partiti da e con Darwin mi piace chiudere. Dadelle quantoGalapagos ad vistoonori forse, sediDarwin fosse simbolo finito fra queste isole e continenti anziché in Su-essere oggi fra assurgere agli animali dell’evoluzione, oltre che damerica, sarebbero state le Erythrurae e non i Fringuelli delle Galapagos ad i più belli e assurgere popolari di simbolo compagnia. agli uccellini onori di animali dell’evoluzione, oltre che essere oggi fra i più belli e popolari uccellini di compagnia.
31 60
31
61
Diamante Codarossa
IL DIAMANTE CODAROSSA Neochmia ruficauda Gould 1837 di Luigi Pagliei Il Diamante codarossa o Diamante ruficauda, è un uccello passeriforme della famiglia degli Estrildidi. Inizialmente fu inserito all’interno del genere Amadina col nome di Amadina ruficauda, in seguito fu ascritto al genere Neochmia. Per alcuni studiosi il Diamante coda-rossa sarebbe filogeneticamente molto distante dai diamanti del genere Neochmia, tanto che proposero di elevare al rango di genere il sottogenere di appartenenza di questi uccelli, Bathilda Reichenbach, 1862. Il Diamante ruficauda è presente lungo tutta la fascia costiera nord dell’Australia, dal Pilbara alla penisola di Capo York. L’habitat del Diamante coda-rossa è costituito da aree secche erbose e cespugliose, con prevalenza di savana e presenza di alberi sparsi oltre che di fonti d’acqua dolce permanenti. Misura fra gli 11 ed i 12 cm di lunghezza, con un peso di 1011 grammi, ha una forma slanciata, con coda romboidale che costituisce 1/3 della lunghezza totale del corpo, è dotato di un becco forte ma meno tozzo rispetto a quello di altri diamanti australiani. La colorazione è bruno-grigiastra su gola, petto, nuca, dorso, ali e codione, con presenza di maculature circolari bianche su guance, collo, gola, petto e fianchi, mentre il ventre è bianco-grigiastro e la coda di colore grigio-violaceo; sulla faccia è presente una mascherina di colore rosso acceso che si estende fino a vertice, gola e guance ed è più estesa nel maschio (pare che la sua estensione aumenti con l’età) rispetto alla femmina, dove essa può ridursi ad una semplice banda che dal becco arriva all’occhio. Il becco è rosso corallo, gli occhi sono rossi, le zampe sono
62
63
Diamante Codarossa
di colore giallo. Si tratta di uccelli che vivono in stormi anche di grandi dimensioni fino a 500 soggetti, si muovono principalmente durante il giorno nell’erba alta, alla ricerca di cibo. Essendo una specie prevalentemente granivora, si nutre perlopiù di piccoli semi di piante erbacee ed integra la propria dieta con piccoli insetti soprattutto durante il periodo riproduttivo.
Diamanti codarossa
Tassonomia
Individuate tre sottospecie:
in voliera
Neochmia ruficauda ruficauda, la sottospecie nominale, diffusa in Australia centro-orientale ed attualmente considerata quasi estinta in purezza almeno in natura, caratterizzata dalla colorazione del ventre bianca e dalla minore estensione della mascherina rossa; Neochmia ruficauda subclarescens Mathews, 1921, diffusa con tre popolazioni isolate dall’Australia settentrionale fino al Pilbara ed un tempo considerata una specie a sé stante col nome di Bathilda subclarescens, caratterizzata da una notevole presenza del pigmento giallo-verdognolo su tutto il corpo e da una maggiore estensione della mascherina facciale rossa, è di taglia più grande rispetto alla sottospecie nominale, la zona dorsale presenta sfumature giallo-verdastre. Neochmia ruficauda clarescens Hartert, 1899, diffusa nella penisola di Capo York, caratterizzata dal sfumature giallo-verdognole su petto e ventre, la colorazione dorsale è più tendente verso il grigio e la mascherina rossa è mediamente più estesa rispetto alla sottospecie nominale. Questa è la specie che più comunemente si trova negli allevamenti. In passato venivano riconosciute anche altre due sottospecie di diamante coda-rossa (Neochmia ruficauda connectens e Neochmia ruficauda thorpei), attualmente considerate sinonimi rispettivamente della sottospecie nominale e della sottospecie clarescens, della quale anche la sottospecie subclarescens veniva in passato considerata una variante locale.
riproduzione in natura
Il periodo riproduttivo di questa specie coincide con la stagione delle piogge dell’emisfero australe e va all’incirca da Settembre a Febbraio.
64
Neochmia ruficauda ruficauda
Neochmia ruficauda clarescens
Diamante Codarossa
Entrambi i sessi collaborano nella costruzione del nido, che ha una forma sferica di 10-15 cm di diametro e si compone di fili d’erba e lanugine esternamente mentre all’interno è foderato da piume. Il nido viene ubicato nel folto della vegetazione vicino a fonti d’acqua, ad un’altezza compresa fra i 30 cm ed i 6 m. dal suolo. All’interno del nido vengono deposte dalle 4 alle 6 uova di colore biancastro, che è soprattutto la femmina a covare durante il giorno, mentre durante la notte esse vengono incubate da ambedue i sessi. La cova dura due settimane, ed i nidiacei ciechi ed implumi alla nascita vengono imbeccati da entrambi i genitori per circa 21 giorni, dopodiché sono pronti per l’involo; tuttavia, essi tendono a rimanere nei pressi del nido per altri 20-25 giorni, durante i quali vengono imbeccati sempre più raramente dai genitori. I giovani hanno guance e petto grigiastri e superiormente il piumaggio è bruno oliva.
allevamento e mutazioni
in alto in senso orario: coppia mutazione gialla; novelli , all imbecco; pulli di due giorni e, per finire, MASCHIO DI NEOCHMIA RUFICAUDA
FOTO ALLEVAMENTO GRISEICAPILLA
SUBCLARESCENS
Allevato stabilmente dai primi anni del 900 in Inghilterra ed in Olanda, nel nostro paese è rimasto praticamente sconosciuto sino al secondo dopo-guerra. Al giorno d’oggi è una specie molto comune nei nostri allevamenti; sia per il basso costo che per la facilità nel riprodurlo. Molto docile e calmo si riproduce anche in gabbie da 60 cm. e con i dovuti accorgimenti alleva la propria prole in purezza. Animale rustico si adatta senza problemi alla vita captiva. In cattività sono state selezionate molte mutazioni di colore, le più conosciute sono; Testa gialla mutazione recessiva lipocromica che trasforma il rosso della maschera, della coda e del sopraccoda nel giallo, la mutazione interessa anche il colore del becco e delle zampe; Agata è una mutazione sesso-legata che trasforma le eumelanine del soggetto completamente in eumelanine brune. Ciò comporta una diminuzione dell’intensità del soggetto mutato che cambia il suo fenotipo da verde oliva a verde giallastro, le remiganti tendono al bruno. La mutazione non interessa le zone lipocromiche che restano inalterate; •Giallo questa non è una mutazione ma bensì una combinazione della mutazione agata con una mutazione recessiva che riduce i pigmenti. •Acianico o pezzata, mutazione recessiva caratterizzata dalla presenza di pezzature sul corpo. Il Diamante ruficauda viene spesso utilizzato per ibridarlo con altri estrildidi, in particolare australiani. Io ho inserito questa specie nel mio allevamento molti anni fa, da subito ho ottenuto ottimi risultati per questo la consiglio anche ai neofiti; come alimentazione oltre ad un buon misto per esotici, aggiungo semi germinati, verdura amara, pastone con il 20% di proteina e spighe di panico giallo, durante il periodo riproduttivo aggiungo camole della farina ed un multi-vitaminico nell’acqua. Io allevo questa specie sia all’esterno in voliera che in allevamento al chiuso. Nel mese di Settembre preparo le coppie per la riproduzione, somministro loro sia un multi-vitaminico che la vitamina E, nel mese di Ottobre metto i nidi, per ogni coppia faccio fare dalle 2 alle 3 deposizioni l’anno, solitamente utilizzo i Passeri del giappone come balie, tranne per le coppie che allevo in voliera esterna che si riproducono in purezza. Consiglio a tutti di non far riprodurre i soggetti prima dei 12 mesi di vita, io tengo sempre divisi i maschi dalle femmine ed evito accoppiamenti tra soggetti consanguinei. Secondo la mia esperienza la vita media di questa specie in cattività si aggira attorno ai 7-8 anni di vita.
67
Gabbie d’autore
Gabbie da Show e accessori realizzati interamente a mano Ciao a tutti, mi chiamo Roberto ho la passione per l’artigianato e, in particolare, per la lavorazione del legno. Ho conseguito il diploma di laurea presso l’Accademia di Belle Arti La Sapienza di Roma. Nella vita capita di dover ricominciare... per l’ennesima volta mi rimetto in gioco immergendomi in quello di cui mi sono nutrito e con cui mi sono formato...cercando di salvare il mio sogno… “Tali oggetti sono interamente realizzati a mano con cura e originalità, rifiniti minuziosamente e dunque in grado di distinguersi da quelli prodotti industrialmente, che a causa della “clonazione” seriale vengono privati della loro unicità” CONTATTATEMI su
: Gabbie d’Autore
ORDINI PERSONALIZZATI E SU MISURA Per alcuni oggetti potrebbe essere possibile una eventuale modifica o personalizzazione. Se avete qualche idea e volete realizzarla in legno, vi prego di contattarmi in privato per espormela. IMBALLO E CONFEZIONE REGALO Non effettuo confezione regalo ma garantisco per la spedizione un imballo ben curato al fine di far pervenire al cliente l’oggetto da lui acquistato integro e funzionale. DISPONIBILITA’ PER LA VENDITA ALL’INGROSSO Sono eventualmente disponibile nel fornire agli esercizi pubblici una buona quantità di oggetti realizzati in serie (ma mai identici proprio perché realizzati a mano). Prego di contattarmi in privato. SPEDIZIONI: Effettuo spedizioni solo tramite Corriere Espresso con una tempistica di circa 2 o 3 gg lavorativi per tutto il territorio Italiano e circa 7 gg per tutta l’Europa. Subito dopo aver spedito il pacco, invierò all’acquirente un codice per della spedizione cosicchè potrà monitorarne la tracciabilità.
Twinspot
Astrilde verde punteggiato (Mandingoa nitidula schlegeli)
L
I TWINSPOT di Andrea Miraval
L’esterofilia impazza da tempo. Giuro di non appartenere a questa categoria di amanti del brunch, del misunderstaining o, peggio, dell’overlapping. Il “file” cartaceo mi piace ancora chiamarlo faldone, posso garantire! Sinceramente però non so come nominare questo raggruppamento non sistematico di stupendi Astrildidi africani se non con la parola anglosassone Twinspot. La traduzione letterale per questi uccellini sarebbe “Puntini gemelli”, ma sembrano più un duo comico di Zelig piuttosto che richiamare l’ornitologia. In italiano questi astrildidi vengono definiti con la seguente frase, poco fluida ed alquanto pomposa: “Astrildidi appartenenti ai Generi Hypargos, Clytospiza, Mandingoa ed Euschistospiza”, insomma praticamente uno scioglilingua. Questo mio piccolo lavoro, svolto anche con il cuore, la memoria ed una piccola personale esperienza allevativa, nonché la grande passione per questi “periferici” dell’ornicoltura, si adatta perfettamente a quanto riportato sulla pagina “Esotici” del sito dell’AOE: “non possiamo permetterci il lusso di tenere in prigionia certe specie solo per la loro bellezza o per farne oggetto di competizione. Oggi più che mai l’Allevatore deve proporsi la riproduzione degli uccelli che detiene. Data la situazione. l’ornicoltura si svuoterebbe di ogni significato se non si proponesse questo fine... ALLEVARE” In effetti si tratta di specie rare o rarissime nel campo dell’ornitofilia, che sarebbe il caso fossero a tutti costi conservate ed allevate. A dire il vero non sono mai state troppo comuni, neppure ai tempi dei grandi flussi migratori di Astrildidi africani. Niente a che vedere coi vari Cordon-Blu, Amaranti del Senegal, Becchi di Corallo e Guanciarancio. I timidi twinspot hanno sempre fatto fugaci apparizioni stagionali, stipati insieme (e mai in grande numero) ai suddetti irrequieti “waxbill” antropizzati (nel senso che vivono, negli ambienti di origine, anche a stretto contatto con l’uomo, in villaggi, soprattutto vicino alle rimesse del riso). I twinspot invece sono più discreti, forestali ed evitano il più possibile (con qualche eccezione stagionale) il contatto ravvicinato. Eppure non sono scomparsi negli allevamenti europei. In questi ultimi due anni li ho incontrati in diverse occasioni: una coppia di Astrilde di Dybowsky in vendita a Reggio Emilia, una coppia di Amaranto Fiammante a Zebras ed, infine, sorpresa immensa, interi gabbioni di Astrilde Verde Punteggiata di Schlegel chiaramente di cattura, al Bazar delle Erbe di Istanbul la scorsa estate! Vi parlerò di quest’incontro quando tratterò nel dettaglio questa specie. I Twinspot, pur appartenendo a diversi generi (poi li vedremo nel dettaglio) presentano molte caratteristiche anatomiche-comportamentali comuni (insieme ovviamente ad alcune specificità che differenziano fra loro le varie specie). Esse sono: la presenza di intensa maculazione a livello addominale e sui fianchi, formata da punti (gli spot) bianchi o biancastri su sfondo nero o marrone. Gli spot risultano sempre accoppiati a due a due (da cui il nome twin = gemelli), in maniera peraltro più o meno evidente a seconda della specie (massima nei Generi Mandingoa ed Hypargos, minore negli altri due). Entrambi i sessi presentano questa caratteristica, anche se nei maschi il contrasto degli spot rispetto allo sfondo risulta maggiore che nelle femmine. Un netto dimorfismo sessuale (spesso già visibile fin dalla primissima implumatura dei novelli) con i maschi
70
71
Twinspot
amaranto fiammante ˜hypargos
decisamente più colorati delle femmine (e questo è normale), ma con le femmine anch’esse decisamente attraenti (e questo è meno normale). Una spiccata terricolità (cioè amano soggiornare e nutrirsi sul terreno, qualcuno anche riprodursi) più o meno accentuata a seconda delle specie, ma comunque sempre presente. Un generale intolleranza verso la coabitazione con astrildidi di altre specie. Diverse le reazioni, da spiccato territorialismo aggressivo ad intima sofferenza fino a morirne. È quindi, lo diciamo da subito, sconsigliato l’alloggio in comunità polispecifiche. In cattività, questo lo posso confermare anche da mia esperienza, i twinspot sovente vanno incontro a patologie a carico del canale intestinale. Risulta oltremodo importante quindi tenerli separati da altri astrildidi più robusti di loro e potenziali vettori di infezioni, e curare molto l’alimentazione (vedi più avanti). Su questo vi riporto intanto un link ad un sito (http://astorwilliam.tripod.com/finches.html) di un appassionato veterinario che propone alcuni rimedi naturali alle patologie intestinali che possono colpire i twinspot.
amaranto roseo o di verreaux ˜ hypargos margaritatus ˜
TASSONOMIA:
niveoguttatus˜
4 i Generi:
Hypargos: è forse il genere più conosciuto in ornicoltura. Vi appartengono due specie: Hypargos niveoguttatus (Amaranto Fiammante – in iglese Peter’s Twinspot) Hypargos margaritatus (Amaranto di Verreaux o Amaranto Roseo – in inglese Pink-throated Twinspot) Mandingoa: è forse il genere più importato (nel passato ovviamente) in Italia. Vi appartiene una sola Specie con 4 distinte sottospecie: Mandingoa Nitidula Nitidula (Astrilde Verde Punteggiata o Amaranto Dorso Verde – in inglese Green-backed Twinspot); Mandingoa Nitidula Chubbi (Astrilde verde del Kenya) Mandingoa Nitidula Virginiae (Astrilde Verde di Fernando Po) Mandingoa Nitidula Schlegeli (la sottospecie più bella e la più comunemente importata, detta comunemente Astrilde verde di Schlegel) Euschistospiza: due le specie, di cui solo la prima riveste una qualche importanza in ornicoltura: Euschistospiza dybowskii (Astrilde di Dybowski – in inglese Dybowski Twinspot) Euschistospiza cinereovinacea (Astrilde cenerino – in inglese Dusky Twinspot) Clytospiza: con una sola specie: Clytospiza Monteiri (Amaranto di Monteiro – in inglese Brown Twinspot) Questi i 4 generi “classici” di Twinspot. Alcuni Autori includono in questo raggruppamento anche il Genere Spermophaga (i ben noti Beccoazzurri, che di tanto in tanto compaiono anch’essi nelle fiere espositive) in cui le femmine, e solo loro, presentano la tipica maculazione ventrale a spot accoppiati. E’ indubbiamente un Genere affine, però propriamente non si tratta di veri Twinspot (infatti gli inglesi li chiamano Bluebills). Ritengo quindi sia meglio trattarli in un articolo a parte. Infine vi è un probabilmente anche un parente, volato molto lontano, di questi Twinspot africani: il Diamante Variopinto (Emblema Picta) australiano. Troppe le affinità morfologiche e comportamentali perché si ritengano semplici analogie adattative (adattamento poi a che? Il Diamante Variopinto abita ambienti totalmente differenti) e non invece omologie sistematiche. Veniamo quindi alla descrizione più nei dettagli delle specie citate.
72
73
Twinspot
Twinspot
Amaranto fiammante
maschio Coppia di Amaranto di Verreaux
AMARANTO FIAMMANTE (Hypargos Niveoguttatus)
AMARANTO DI VERREAUX (Hypargos Margaritatus)
Per l’aspetto si guardino le foto. Inutile rimarcare l’imperiale bellezza del maschio e quella, più delicata ma altrettanto attraente, della femmina. Nonostante il nome, che negli appassionati può ingenerare confusione, questo Astrildide non è assolutamente imparentato con i veri Amaranto, appartenenti al Genere Lagonosticta (fra l’altro è anche parecchio più grosso). Ciò che li accomuna è solo la colorazione di fondo del maschio. E’ distribuito, in diverse sottospecie – con differenze minime, tanto che molti Autori le ritengono semplici Varietà di un’unica specie – in tutta l’Africa Sud-Orientale, dal Malawi fino al Mozambico, su su fino all’estremità meridionale della Somalia, passando per il Kenya. Come tutti i Twinspot, per le sue elusive abitudini di vita, passa facilmente inosservato, sì da essere ritenuto probabilmente molto più raro di quanto in realtà non sia. Abita ai margini dei boschetti di Acacia o di foreste secondarie, spesso soggiorna volentieri al suolo, fra l’erba alta e incolta e nel sottobosco, sempre però vicino a un pronto riparo arboreo dove fuggire in caso di pericolo, in piccoli gruppi o coppie. E’ il Twinspot maggiormente antropizzato, vive infatti anche ai margini dei villaggi, sempre però tenendo un atteggiamento distaccato e timido nei confronti delle attività umane. Nidifica a terra o al massimo ad un metro di altezza, costruendo un nido sferico. L’amaranto fiammante non sopporta la coabitazione con altre specie di Astrildidi, in ispecie quelli che mostrano parti del corpo colorate di rosso (i rischi di ecatombe operate da questi, in fondo, rustici Astrildidi è sempre dietro l’angolo). Per il resto dei dettagli si rimanda alla sezione Allevamento (le specie verranno trattate insieme). E’specie abbastanza comunemente allevata anche se è difficile affermare che si sia fissata una popolazione stabile ed uno stock veramente domesticato. Comunque la UK Waxbill Finch Society http://www.waxbillfinchsociety.org.uk/Breedings%20Spreadsheet.html suggerisce la nascita di 29 soggetti inanellati nel 2008 nel Regno Unito, il che fa ben sperare per il futuro di questa specie negli allevamenti europei. Vi è anche chi li alleva in Italia (Cinti ad esempio).
Difficile dire se si sia in presenza di un “caro estinto” nell’ornicoltura oppure se ancora qualche sparuto gruppo resista da qualche parte. Io ad esempio, che bazzico negozi specializzati e fiere e mostre espositive da 25 e passa anni, questa specie non l’ho mai vista dal vivo, neppure ai tempi “d’oro” delle importazioni dall’Africa. Eppure so di sicuro che in Europa è arrivato. Ho qui sottomano un vecchissimo libro, pure molto ben fatto, di Horst Muller, noto allevatore tedesco degli anni 70. Nei Paesi Nordici (Inghilterra, Olanda e Germania) qualche partita di questo bellissimo Astrildide è sicuramente giunta nei decenni trascorsi. Ma a che prezzo? E’ interessante farne un breve cenno, anche per non rimpiangere troppo questo mercato di piccoli schiavi importati ed anzi implementare l’allevamento captivo di quelli rimasti. Cito: “Diverse spedizioni di questo uccellino arrivarono in Inghilterra nel 1933, nonostante ciò dovettero tutti perire in breve tempo perché non se ne sentì più parlare fino al 1961, quando l’importatore tedesco A. Woestendiek ne pose in vendita un certo numero. Quasi tutti erano maschi. Infatti, a causa della salute estremamente delicata delle femmine, solo alcuni esemplari di queste sopravvissero: probabilmente le perdite furono dovute alle scomodità del lungo e penoso viaggio di spedizione. Herr Woestendik trovò il metodo per importare questi uccelli, evitando queste perdite così gravi. In effetti scoprì che questi Amaranti riuscivano a sopravvivere solo quando trasportati non in compagnia (nella stessa gabbia) con altre specie di Astrildidi”. Ecco, quanto detto serve anche a capire come, fra i Twinspot, questi siano decisamente i più delicati, assolutamente da tenere (quando mai se ne venisse in possesso) da soli, in singola coppia. L’Amaranto di Verreaux è specie di delicata quanto incomparabile bellezza. Inizialmente considerato una sottospecie dell’Amaranto Fiammante, oggi è considerata specie a sé stante a seguito di esami approfonditi delle differenze anatomico-fisiologico-comportamentali tra le due specie. Vive nel Mozambico meridionale
74
75
Twinspot
Twinspot
fino al Transvaal oriental, Swaziland orientale e Natal settentrionale, Sudafrica. Vive in ambienti simili a quelli dell’Amaranto Fiammante, ma è più forestale del precedente e molto più schivo (mai lo si trova in vicinanza dei villaggi). Raramente si intruppa con altre specie di Astrildidi, ed anche i gruppi monospecifici sono di modeste dimensioni (talvolta formati da una sola coppia). Gran parte del suo areale è sovrapposto a quello dell’Amaranto Fiammante, ma non si sono mai registrati in natura casi di ibridazione (e questo conferma lo status di specie a sé stante, almeno a seguire la relativa definizione più moderna, data da Ernst Mayr, padre della moderna Nuova Sintesi Evoluzionista: “Due individui appartengono a due specie distinte, se, quando posti in condizioni naturali, non si ibridano mai”). Anche il richiamo ed il canto (che ricorda quello dell’Amaranto del Senegal – Lagonosticta Senegala) dell’Amaranto di Verreaux è profondamente differente da quello del suo stretto parente dai colori più accesi, classica barriera anti-ibridazione per specie strettamente imparentate, simili morfologicamente e simpatriche (cioè viventi nello stesso territorio).
ASTRILDE VERDE PUNTEGGIATA (Mandingoa Nitidula) Mi accingo a riportare notizie di questo stupendo Twinspot con un lieve peso nel cuore, per i motivi che illustrerò più avanti. A questa specie sono particolarmente affezionato, in quanto ne ho detenuto per un certo tempo molti anni fa una coppia (appartenente alla sottospecie più bella, detta di Schlegel), trovata e comprata a poco prezzo in un normalissimo negozietto di Milano. Non ne sapevo molto e quindi l’esperienza non è stata felicissima (con la femmina morta dopo pochi mesi ed il maschio sopravvissuto fino ai due anni). E’ stata un’esperienza pure molto fruttuosa, di ciò che non si deve fare e, successivamente, di ciò che si deve fare. Il fatto che il maschio mi sia sopravvissuto molto più a lungo della femmina è dovuto ad una raccolta di scarne informazioni bibliografiche (non esisteva ancora internet) sulla specie, ed all’osservazione comportamentale della coppia. Introdotti in una volierotta in coabitazione con altri Astrildidi africani (sistemazione per me idonea, in quanto per i nuovi soggetti, specie di cattura, lo stare insieme agli altri è spesso un giovamento, in quanto superano la timidezza iniziale ed imparano a variare l’alimentazione, semplicemente per imitazione), mostrarono fin da subito un comportamento differente, preferendo stare appartati fra il fogliame (finto) della voliera, spesso ognuno per conto proprio. Scendevano solo per mangiare, poi risparivano prontamente. Evitavano contatti con gli altri, non mostrando mai né interesse né aggressività (anzi questa è secondo me una specie totalmente non aggressiva nè territoriale), ma anzi spesso subendo le intemperanze amorose degli altri. Speravo che col tempo, prima di prendere le necessarie informazioni, si adattassero. Ma ciò non accadde, anzi la femmina cominciò a dimagrire, colpita da una forma di dissenteria cronica. A nulla valsero antibiotici, vitamine. Le feci verdastre scendevano copiose, la isolai ovviamente, ma ciò non la salvò. A quel punto preparai una gabbia da 120 per il maschio e solo per lui, la infrascai con rampicanti finti e ci misi il vedovo. L’alimentazione la variai il più possibile con spighe di erbe prative, miscele per spinus, e camole della farina a dosi giornaliere. Il maschio mutò, impallidendo leggermente il bellissimo color rosso-aranciato della gola e delle gote, ed a quel punto si assestò, diventò più confidente, soggiornando spesso sul fondo della gabbia in totale rilassatezza (la terricolarità è una loro caratteristica come detto),
76
Coppia di Astrilde verde punteggiata
rimanendo in salute per altri due anni, e regalandomi ogni mattina trilli un po’ striduli (la sua richiesta di una femmina non fu però esaudita perché non ne trovai più). Questa mia piccolissima esperienza è prologo per quel peso nel cuore di cui sopra. Questa specie sta scomparendo dagli allevamenti mondiali! Le statistiche sono infatti desolanti: nel 1999 si contavano appena 6 esemplari negli allevamenti olandesi, anche la UK Waxbill Society non riporta nascite dal 2005 in tutto il territorio britannico. Le cause sono tantissime, a cominciare dalla temperatura che deve essere sempre costante e non troppo umida, per finire, con il fattore principale: l’alimentazione. Vorrei soffermarmi un attimo su questo aspetto per questa specie (l’alimentazione sarà poi trattata anche in generale per tutti i Twinspot) perché credo sia un tallone di Achille particolare per il nostro Mandingo multicolore. L’alimentazione universale per i granivori africani non è sufficiente per gli individui di questa specie. Li mantiene magari in vita per 1-2 anni ma li fa invariabilmente soccombere non oltre il limite temporale indicato, spesso per infezioni intestinali. Questo rappresenta anche un grosso limite alla riproduzione. Infatti, come molti Astrildidi africani, anche la Mandingoa Nitidula è longeva, e si citano casi di riproduttori in ottimo stato anche a 6-8 anni di età. Inoltre, inutile dirlo, una corretta alimentazione è condizione essenziale per mettere in estro i soggetti
77
Twinspot
Twinspot
e permettere loro la deposizione e lo svezzamento dei pulli. Tante le ricette: un solo denominatore comune: la varietà. Innanzitutto erbe e spighe prative: Briza media (i sonaglini di montagna), Dactylis glomerata (erba mazzolina), Agropyrum (gramigna), spighe di miglio immature, Plantago Lanceolata (piantaggine). Certo non tutto è rintracciabile per tutto l’anno, ma questo non rappresenta un problema, anzi, Karl Mann e Immel (1967) suggeriscono che per ottenere successi riproduttivi va rispettata anche una certa stagionalità alimentare, variando la ricchezza e varietà dell’alimento offerto, proprio come avviene in natura. Secondo: l’alimentazione insettivora, essenziale come per tutti i Twinspot. Dai bigattini scottati, alle piccole camole della farina (Tenebrio Monitor), fino alle Drosophile, tutto va bene, purchè non siano legate solo al periodo riproduttivo ma presenti tutto l’anno (anche qui facendo variare la quantità in modo stagionale). A questo, come base, la solita miscela per esotici, abbinata, ed in recipienti a parte, ad una serie di altre miscele (disponibili in commercio) di semi minuti (lattuga, cicoria…). Qualcun altro suggerisce risone germinato (Knockel), qualcun altro ancora, per lo svezzamento dei pulli, nettare (ottimo anche quello offerto secco). A chi sta girando pullo e novello di astrilde verde punteggiata
la testa e vuole intraprendere l’allevamento di questa stupenda specie, consiglio di mettere ogni ben di Dio a disposizione e lasciare scegliere a loro! Oltretutto il gusto e la variabilità individuale (ed anche delle varie sottospecie) è sempre in agguato! Necessario, ovviamente, anche l’apporto minerale (grit e gusci d’uovo bolliti). La Mandingoa, soprattutto nella sua sottospecie Schlegel, è stata il Twinspot più importato in Italia. A chi dispera oggi di trovarla, visto quanto detto, lascio questa mia piccola testimonianza capitatami a Istanbul nell’agosto del 2008 (e di cui vi allego foto). Vagando in un pomeriggio assolato di inizio Agosto nel famoso Bazar delle Erbe di Istanbul, mi imbattei in una serie di negozi di animali, posti nel perimetro esterno al Bazar (che è al chiuso ed è dove si vendono le famose spezie). Entro incuriosito, convinto di trovarmi di fronte ai soliti canarini e invece…..gabbioni con Vedove del Fischer, Dominicane, Nonnette Maggiori, Bengalini Moscati, Combassu, Canarini del Mozambico, tutti di cattura ovviamente (oltre a Diamanti Australiani di ogni varietà, questi inanellati). Ma l’uccellino più numeroso, in diversi negozi oltretutto, era proprio la Mandingoa Nitidula di Schlegel! Interi grupponi mediamente in buona salute e bel piumaggio. Mi informo ed il negoziante mi dice che c’è
78
un via vai internazionale lì. Allevatori tedeschi. olandesi, inglesi soprattutto. Rilasciano certificati CITES (me li tira fuori da un bancone un mazzo), non credo proprio regolari, per il trasporto in aereo. È ciò che sta capitando in molti Paesi, non ancora completamente UE, dal blocco delle importazioni di avifauna esotica, causa aviaria. Da lì passa il contrabbando di astrildidi africani che lì si rifanno una “verginità” legale e possono poi arrivare nella UE come uccelli di quei paesi. Il gioco mi è stato subito chiaro. Non consiglio ovviamente simili pratiche, solo lasciare una piccola testimonianza che fa forse ben sperare per il futuro captivo di questa specie, purchè si trovi la “ricetta” corretta per allevarla.
la sua vita in libertà La Mandingoa esiste con 4 sottospecie come detto. La sottospecie “nominale” (Mandingoa Nitidula Nitidula) detta semplicemente Astrilde Verde Punteggiata è distribuita in Tanzania, Zaire, Zambia, Malawi, Zimbawe fino al Mozambico settentrionale. La sottospecie “Schlegel” (Mandingoa Nitidula Schlegeli) detta Astrilde Verde di Schlegel si trova in buona parte dell’Africa Occidentale, Sierra Leone, Guinea, Liberia, Ghana, giù fino a Camerum e ad est fino a Uganda e Tanzania nord-occidentale. La sottospecie “virginiae” (Mandingoa Nitidula Virginiae) detta Astrilde Verde di Fernando Po vive esclusivamente sull’isola di Fernando Po, isola della Guinea Equatoriale, ora rinominata Bioko, La sottospecie “chubbi” (Mandingoa Nitidula Chubbi) detta Astrilde Verde del Kenya vive in Sudan sud-orientale e Etiopia meridionale, fino al Kenya, Tanzania settentrionale e isola di Zanzibar. Dalla distribuzione si comprende anche perché sia stata la Schlegel la sottospecie più importata, provenendo la gran massa degli astrildidi importati dall’Africa Occidentale. La distribuzione amplissima di questa specie fa ritenere che siano altrettanto variati gli habitat a cui si è adattata. Ma qualche punto in comune lo si può trovare: la Mandingoa vive in piccoli gruppi o coppie nel sottobosco di fitte foreste secondarie o fluviali, non disdegnando anche le piantagioni di Manioca o di Canapa quando gli alberi sono in semenza. Mostra sempre un comportamento estremamente elusivo, pronta a nascondersi nel fitto sottobosco al minimo cenno di pericolo (come tutti i Twinspot anche questa viene considerata molto più rara di quanto sia, perché sempre pochissimo notata a causa del suo comportamento forastico). Si ciba a terra di una grande varietà di semi e di piccoli insetti.
ASTRILDE DI DYBOWSKI (Euschistospiza Dybowskii) Forse tra i Twinspot questa è quella che meglio sopporta la coabitazione con altre specie di Astrildidi. In Natura infatti la Dybowski si trova spesso in stormi misti, abbinata più che altro con gli Amaranto Beccoblu (Lagonosticta Rubricata) ed Amaranto Becconero (Lagonosticta Rara). Si trova in savane erbose ma sempre in vicinanza di boschetti nel cui folto subito si nasconde quando sente pericolo. Anch’essa si nutre a terra preferibilmente. E’ distribuita in buona parte dell’Africa Occidentale (Sierra Leone, Guinea, Camerun e, verso nord, anche accidentalmente compare nella Gambia e nel Senegal meridionale). Una popolazione separata da questa è distribuita anche nella Repubblica Centrafricana, Zaire settentrionale e
79
Twinspot
Twinspot
Astrilde di Dybowski maschio
Astrilde cenerino
Sudan Meridionale. I due sessi si differenziano soprattutto per le dimensioni leggermente diverse (con la femmina più piccola) e per la colorazione d’insieme del maschio decisamente più brillante, soprattutto relativamente al rosso del mantello e sopracoda (carattere questo distintivo per la specie). Si diceva che sopporta abbastanza bene la coabitazione con altri Astrildidi, il discorso però cambia profondamente relativamente alla convivenza con i conspecifici. Il maschio in particolare si dimostra molto aggressivo e se non trova altri maschi dove canalizzare la sua aggressività, in ispecie durante l’epoca degli amori, sovente aggredisce a beccate la femmina fino ad ucciderla. Questo mi è stato confermato anche dai pochi allevatori italiani che hanno avuto a che fare con questa specie e che hanno avuto perdite di femmine a causa del comportamento focoso-aggressivo del maschio. Il consiglio è di tenere a vista i partner per un po’ di tempo, però separati, in modo che si abituino e smorzino nel tempo la loro aggressività. L’Astrilde di Dybowski si dimostra un buon riproduttore in cattività, anche in purezza se trova le condizioni adeguate (voliera plantumata). Come molti Twinspot preferisce costruire il nido, di forma sferica, a terra (o a poca altezza dal suolo), infrascato e ben celato in un cespuglio,. E’ raro che una coppia riutilizzi lo stesso nido della covata precedente. Peraltro, pur essendo ancora abbastanza presente negli allevamenti di appassionati (soprattutto di Belgio, Olanda e Germania), questa specie
80
maschio
ha visto calare il numero dei suoi rappresentanti in cattività nell’ultimo decennio. Molte coppie mostrano segni di sterilità, con produzione di uova bianche o sviluppi di embrioni che non arrivano alla schiusa. Ciò, ed è un problema forse generalizzabile a tutti i Twinspot, è probabilmente dovuto ad un eccesso di inbreeding (inincrocio) fra individui che provengono tutti da esigue partite di importazione. La cosiddetta deriva omozigotica si accentua negli anni riducendo progressivamente il tasso di fertilità. Essenziale a questo scopo sarebbe lo scambio più accentuato possibile di esemplari fra i vari allevamenti.
ASTRILDE CENERINO (Euschistospiza cinereovinacea) Inserisco una breve descrizione di questo Twinspot solo per amore di completezza tassonomica. In effetti non sembra proprio essere una specie oggi allevata (perlomeno non in Italia). Peraltro in ornicoltura le sorprese sono sempre dietro l’angolo, e così capita che una specie, data per dispersa, ricompaia da qualche allevamento come per incanto. Purtroppo però non sembra essere questo il caso, perché appunto mancano compiutamente dati documentali riguardo al suo allevamento ed il materiale fotografico che si reperisce sul web è relativo solo ad animali in natura o vecchissime foto in gabbia (come quella allegata). Si è a conoscenza di una caso di importazione di questa specie, nel 1963, ma non si sono più avute notizie, facendo ritenere
81
Twinspot
Twinspot
che tutti i soggetti importati perirono dopo breve tempo. Peraltro altre importazioni devono per forza essere accadute perché la UK Waxbill Finch Society riporta la nascita di due esemplari nel 2001. L’Astrilde Cenerino con le sue due sottospecie (E.C. cinereovinacea e E.C. graueri) abita l’Angola occidentale (la prima) e (la seconda) l’Uganda sud-occidentale fino Zaire, Rhuanda e Burundi. In natura è molto poco conosciuto, dato il suo comportamento estremamente schivo. Vive comunque nell’erba alta, in valli di montagna di alta quota od altopiani erbosi tra i 1500 e i 1800 m di altitudine, in vicinanza di boschetti e macchie cespugliose. Anch’esso si nutre a terra.
Amaranto di Monteiro maschio
AMARANTO DI MONTEIRO (Clytospiza Monteiri) Difficile trovare notizie su questo Twinspot, uno dei più rari (insieme all’Amaranto di Verreuax) ad essere allevati. Personalmente non l’ho mai osservato dal vivo, però, parlando con un allevatore italiano, ho scoperto che anche in Italia esiste qualcuno che ci ha avuto a che fare e che è pure riuscito a farlo riprodurre. In effetti, a differenza dell’Amaranto di Verreuax, anche la UK Waxbill Society cita 7 casi di pulli inanellati nel Regno Unito nel corso del 2008. E’ del resto una magnifica specie, facilmente riconoscibile dagli altri Twinspot per la marcata colorazione marrone-castano, fittamente punteggiata di spot biancastri, al di sotto del mento e della gola in entrambi i sessi. Il maschio si distingue dalla femmina per la caratteristica striscia rossa (a guisa di piccola cravatta) che va dal mento al centro alla parte inferiore della gola. La stessa colorazione si trova sul groppone e sopracoda. Gli spot tendono a fondersi sul ventre diventando delle piccole barrette orizzontali ad anelli.. La femmina presenta una colorazione d’insieme più smorta (soprattutto relativamente al grigio delle redini) e con il “cravattino” di colore bianco sporco anziché rosso. Il modo di incedere di questo Twinspot sul terreno è caratteristico, a postura orizzontale e saltelli piuttosto lunghi. Sembra essere una specie piuttosto robusta e, insieme alla precedente, forse con meno problemi di natura alimentare di altri. E’ però esigente riguardo alla temperatura che non deve scendere mai sotto i 15° e con umidità piuttosto bassa. Condizione essenziale per ottenerne la riproduzione è l’alloggio in voliera plantumata. Altrimenti sembra che la femmina non arrivi nemmeno alla deposizione delle uova. Il nido da fornire ideale per questa specie (se non lo si desidera farlo costruire in proprio) sembra essere una noce di cocco forata. Altrimenti è essenziale la fornitura si abbondante materiale da nido, che la coppia, specialmente il maschio, costruiranno con zelo a poca distanza dal terreno, il più possibile nascosto alla vista, di forma sferica ed ingresso laterale. Specie timida, sopporta poco la coabitazione. L’Amaranto di Monteiro è distribuito nella Nigeria sud-orientale, fino al Kenya occidentale ed all’Angola nord-occidentale. In natura ha comportamento timido e schivo e vive ai margini delle foreste, generalmente in zone umide (ma non paludi ed acquitrini), in piccoli gruppi o in coppia. Si nutre tra la vegetazione bassa o a terra, sempre in vicinanza di un riparo dove volare al minimo pericolo.
NOTE DI ALLEVAMENTO
Molto è stato già detto a proposito delle singole specie, riporterò quindi qui solo le note essenziali ed assimilabili a tutte le specie.
82
Alloggio
L’ideale per queste specie è la cosiddetta serra-voliera, ideazione dei Paesi Bassi e che però in Italia non ha preso molto piede. Trattasi di una voliera plantumata con un rapporto piante-uccelli molto vicino alle condizioni naturali (cioè alto numero di piante e basso numero di uccelli), con copertura e riscaldamento interno (ed in aggiunta luce artificiale) per superare i freddi mesi invernali. In queste condizioni un piccolo gruppetto di Twinspot (o una sola coppia) troverebbe le migliori condizioni per essere allevato. Al fondo si dovrebbe fare molta attenzione, piantandovi una fitta copertura erbosa e tenendolo sempre in condizioni molto igieniche (in quanto, come detto, i Twinspot amano soggiornarvi e beccuzzare fra l’erba), e mettendovi anche qualche roccia su cui i gli ospiti possano posarsi per osservare i dintorni. Detto ciò, viste le difficoltà di allestimento, direi che nei nostri comuni allevamenti un gabbione o volierotta da interni (per una sola coppia e, per le specie meno aggressive, anche due o tre) con un angolo di piante e rampicanti finti (dove possano nascondersi) ed un fondo spazioso (magari ricoperto da morbido truciolato) dovrebbe anche andare abbastanza bene. Ricordarsi sempre che la temperatura per questi astrildidi non deve mai scendere sotto i 15°C (l’unico che forse sopporterebbe temperature inferiori è l’Astrilde Cenerino…se solo esistesse in cattività!). Infine amano molto bagnarsi, l’acqua, fresca e tenuta sempre pulita, non deve quindi mai mancare.
83
Twinspot
Twinspot
Da sinistra: mandingoa nitidula nitidula, astrilde di dybowski femmina
astrilde di dybowski maschio e mandingoa schlegeli novello
Socialità, comportamento
inserire nel gabbione pezzi di terra ricchi di minute larve che possano ghermire. A tutto ciò ovviamente non deve mai mancare il solito miscuglio di semi per esotici ed altre miscele di semi selvatici (anche il risone – meglio germogliato – è consigliabile).
Come già ampiamente ricordato, è meglio alloggiare i Twinspot non in compagnia di altre specie di astrildidi (fa forse eccezione l’Astrilde di Dybowsky e l’Amaranto di Monteiro). Nonostante la loro forasticità in natura, presto in cattività perdono quasi tutti la loro indole timida e si dimostrano confidenti verso l’allevatore (ricordo gli occhioni miti delle mie Mandingoa, molto diversi da quelli terrorizzati dei miei Diamanti Quadricolore, anche per molto tempo dopo che li avevo presi!). Sono in genere di indole calma e tranquilla, tranne ovviamente durante l’epoca degli amori. Ciò nonostante è essenziale per il loro equilibrio psicologico che si mostrino quando ne hanno voglia e possano ripararsi in qualche anfratto cespuglioso, che non deve mai quindi mancare.
Alimentazione
Come già detto questi Astrildidi sono, più o meno a seconda della specie, piuttosto esigenti. In Gambia ricordo lo stazionamento vicino alle rimesse del riso di gruppetti di Cordon Blu, Combassu ed Amaranti del Senegal. Una coppietta di amaranti soggiornava volentieri anche davanti al ristorante dell’eco-lodge dove soggiornavo. Questo per dire che i comuni astrildidi africani, che sono giunti a migliaia da noi negli anni scorsi, hanno un comportamento alimentare in natura altamente opportunista, vivendo in prossimità dei villaggi e pronti e ghermire qualsiasi avanzo capiti loro a tiro di becco. Non così i Twinspot che sempre prediligono beccuzzare le semenze selvatiche e gli insettini che vi trovano nascosti (e che quindi dai villaggi in genere si tengono lontani). Quindi….non trattate un Twinspot come un cordon blu! Dategli sempre un alimentazione la più variata possibile, con l’aggiunta di spighe d’erbe prative, verdura ed anche piccoli pezzi di frutta. Inoltre sempre un ricco apporto proteico animale: camole della farina tutto l’anno e, durante la stagione riproduttiva, aumentate l’apporto con ciò che è disponibile (Drosophile, ragnetti, insettini, bigattini sbolliti….). Un’ottima idea sarebbe quella di
84
Riproduzione
Se le condizioni sono ottimali la riproduzione può avvenire con successo. Non tutte le specie depongono però in gabbia (ecco perché ho suggerito almeno un gabbione). Lo fa sicuramente l’Amaranto Fiammante e l’Astrilde di Dybowski, di altri non sono altrettanto sicuro. Il nido è sempre meglio farlo costruire ai genitori (la costruzione li stimola per il successivo accoppiamento-deposizione). In genere costruiscono un nido sferico, con abbondante materiale, posto o sul terreno o a poca distanza da esso, sempre molto ben anfrattato e che raramente riutilizzano per una seconda deposizione (preferendo farne uno nuovo). L’alternativa è fornire loro le normali cassettine o noci di cocco con foro di ingresso (e sempre abbondante materiale per riempirlo). L’allevamento con le balie (Passeri del Giappone) so che viene normalmente effettuato per l’Amaranto Fiammante, non ho notizie certe sugli altri ma ritengo sia possibile (per passeri selezionati appositamente e abituati a nutrirsi di alimenti vivi e di pastoncini riccamente proteici).
CONCLUSIONI
Trattasi di specie evidentemente adatte ad allevatori esperti. Trattasi però anche di specie superbe nella loro bellezza e di cui deve essere sicuramente aumentato il loro allevamento captivo, pena il rischio che scompaiano definitivamente dall’ornicoltura. La speranza è che, dopo questa carrellata, parecchi allevatori, se riescono a reperirli, vogliano cimentarsi nel loro allevamento e magari riportare qui le loro esperienze riproduttive, essendo la letteratura in tal senso, per queste specie, assai scarsa e mal documentata.
85
Amaranto di Monteiro
Esperienza di Ralf Stefani con gli AMARANTO DI MONTEIRO
T
Talvolta anche le specie più rare ed introvabili riservano le sorprese migliori. L’Amanranto di Monteiro (Clytospiza monteiri) insieme all’Astrilde verde punteggiata (Mandingoa nitidula) rappresentano indubbiamente le specie di Twinspot di maggiori difficoltà allevative. Ma mentre le Mandingoa sono soggette ancora ad una discreta importazione (peraltro limitata alle grandi fiere espositive) i Monteiro si trovano quasi esclusivamente di allevamento. Pochissimi e cari soggetti di origine per lo più olandese.
86
Ecco che trovare dalle nostre parti un allevatore giovane bravo e vincitore di numerosi premi alle fiere di settore che è riuscito a riprodurli è un colpo di fortuna. Ralf Stefani di Trento ci è riuscito e gentilmente ci ha concesso la sua esperienza corredata di alcune foto. “I monteiro li ho presi a Reggio Emilia anellati olanda del 2015.li ho alloggiati in un gabbione da 1,20 metri e gli ho fornito miscela per esotici
manitoba con aggiunta della metá di scagliola ,grit arricchito di sali minerali in polvere piu carbone attivo. Come pastoncino dò il cedé per esotici smezzato con pastone in grani happy bird riproduzione, sempre per esotici. Dopo un mese di ambientamento con bagnetto quotidiano e fornitura di vitamina, ho messo piu nidi diversi che la coppia ha imbottito con fibra di cocco e misto sisal juta cotone l’interno. La prima deposizione si è avuta
poco dopo e le 4 uova deposte, tutte feconde, sono state passate ai Passeri del Giappone che però le hanno covate male e quindi non sono schiuse. Alla seconda covata ho diviso le uova tra più coppie di balie e se ne sono schiuse 2 da cui ho avuto le 2 femmine svezzate, Il maschio padre é però andato in muta e le uova della 3 deposizione erano tute infeconde per cui ho tolto i nidi e li rimetteró a fine settembre.”
87
Diamante di Bicheno
Diamante di Bicheno
Prefazione di Andrea Miraval I Gruppi su Facebook dedicati agli Uccelli ed al loro allevamento sono i più svariati sia come dimensioni (alias numero di membri) che come settore dell’ornitologia di loro competenza. Vi sono quelli dedicati a tutti gli uccelli di allevamento, quelli solo ai canarini, a particolari razze di canarini (come i gloster o gli arricciati), quelli agli esotici in genere o a specifiche specie. Molti ad esempio vedono sua Maestà il Diamante di Gould unico protagonista, ma ve ne è uno che mi ha subito incuriosito ed è dedicato interamente al Diamante di Bicheno (Taeniopygia bichenovii) e consta circa 260 membri. Un classico gruppo di nicchia, non interessato ad accumulare utenti, ma aperto solo a veri appassionati di questa specie che, se pur molto apprezzata nonostante non presenti colorazioni vistosi come altre Erythurinae (la subfamiglia di Estrildidae nota volgarmente con il termine di Diamanti Australiani ed Oceanici), non è ancora cosi diffusa come il suo cuginetto stretto, per certi aspetti cosi simile per altri cosi diverso, il Diamante Mandarino (Taeniopygia guttata castanotis). L’amministratore del Gruppo si chiama Roberto Fonti ed ho scoperto, come l’articolo sottostante comprova abbondantemente, che è grande appassionato ed esperto nell’allevamento di questo splendido Diamante Australiano. Prima di dargli la parola, mi piace citare 2 righe tratto dal Libro di Eva Hülsmann “I tropici in casa” che descrivono benissimo il fascino di questo uccellino: “La mia prima breccia nel cuore, che fino ad allora era stato tutto dei mandarini, l’aprirono i Diamanti di Bicheno, da noi chiamati i Bikini……il loro modo di corteggiare era come il loro aspetto, elegante e pieno di fascino...”. uccellini eleganti, discreti, cosi simili e dissimili dai loro cuginetti mandarini, appunto...la parola a Roberto Fonti.
La mia esperienza con il DIAMANTE DI BICHENO di Roberto Fonti
89
Cantore d ’Africa
D
da sinistra: nidiacei; imbecco allo strecco; ibrido con pdg. allevamento di roberto fonti
Dietro quel minuscolo e tenero corpicino che dal colore e dal disegno ricorda un “micro gufetto” (owl finch) di circa dieci centimetri di lunghezza, si nasconde un vero e proprio osso duro! Difende a spada tratta il proprio nido e non teme rivali! Ci tengo a precisare che il Diamante di Bicheno (nome scientifico Taeniopygia bichenovii), prende il suo nome in onore di James Ebenezer Bicheno, illustre segretario della “Linnean Society” di Londra e per questo motivo è corretto chiamarlo Bicheno e non Bichenow (www.allevamentonevada.it/diamante-di-bichenow.html). Presi la prima coppia un po’ per “gioco” ma in pochissimo tempo riempii l’allevamento di questi “micro gufetti”. È una specie che non richiede particolari cure ed attenzioni; alloggio la coppia in gabbie da cova da 55 cm con nido in plastica tipico per esotici, somministro un’alimentazione base di misto semi per esotici al quale aggiungo una buona dose di semi di scagliola ed inoltre fornisco del pastoncino secco bianco in cui mescolo della spirulina e calcio in polvere. Unica precauzione da prendere quando si alleva il Diamante di Bicheno è quella di fornire un generoso apporto di calcio in concomitanza alla vitamina D3 (che favorisce l’assimilazione del calcio) nella dieta poichè nel periodo riproduttivo soffre particolarmente di problemi di ovodeposizione. Il dimorfismo sessuale nel Diamante di Bicheno è pressoché confutabile difatti l’unico modo sicuro per decifrarne il sesso è il sessaggio molecolare. Anche l’osservazione aiuta a definir-
90
ne il sesso in quanto solo i maschi emettono un tipico canto labile più o meno articolato. Altra caratteristica che potrebbe aiutare a decifrarne il sesso che non ritengo sia affidabile è una lieve differenza del disegno della calotta e delle barre pettorali tra il maschio e la femmina; tale differenza non è evidente nei soggetti selezionati. L’unica mutazione ufficiale riconosciuta dalla Federazione Orticoltori Italiana è il bruno. L’ allevamento di questo Diamante australiano mi ha regalato particolari emozioni. Secondo la mia personale esperienza, in cattività e più specificatamente in gabbia da cova non si riproduce molto facilmente, difatti è una specie piuttosto riservata che dopo un’assidua e dedita cova, tende a nascondere i pullus appena nati sotto il materiale da imbottitura del nido soffocandoli. Dopo due episodi di questo tipo, pensai bene di riporre le loro uova nei nidi delle balie cominciando così una vera e propria selezione che mi ha regalato numerose soddisfazioni ed emozioni come ad esempio l’imbecco ed allevamento a mano di un nidiaceo abbandonato dai genitori, l’ibridazione con altre specie differenti e tanto altro. A proposito di ibridazione, ho sperimentato la tipica con il Diamante Mandarino (Diamante di Bicheno x Diamante Mandarino) ed inoltre quella con il Passero del Giappone (Passero del Giappone x Diamante di Bicheno) ottenendo ibridi molto interessanti e quest’ultimi particolarmente rari. Diamante di Bicheno? Allevatelo e non ve ne pentirete.
91
L’ASTRILDE VENTREGIALLO o astrilde nano
L
di Andrea Miraval
La confusione nell’ambito degli Astrildi africane è massima, soprattutto quando si ha a che fare con importatori ignoranti o, peggio, non in buonafede. E così mi trovai tantissimi anni fa a comprare una coppia mista che proprio non ci azzeccava. Maschio di Astrilde testanera (Estrilda atricapilla) e femmina di Astro di Dufresne (Coccopygia melanotis). Giuro pensavo fosse una coppia, e così mi era stata venduta tra mille assicurazioni, chiamandomela guancenere oltretutto, ed invece non lo era affatto, come ho scoperto molti anni dopo. In effetti le Astrildi africane cosiddette testa nera sono tante. Facciamo un po’ di chiarezza. La più comune astrilde testanera è sicuramente la Estrilda erythronotos che si chiama ASTRILDE GUANCENERE, poi c’è una sua congenere strettissima, la ASTRILDE VENTRE ROSATO (Estrilda charmosyna) che ha anch’essa le guance nere. Tutto chiaro? La situazione si complica perché occasionalmente si trova la vera ASTRILDE TESTANERA (Estrilda atricapilla) dal bellissimo codione rosso carico. Una sua (quasi sosia) è l’ASTRILDE NONNULA (Estrilde nonnula) che ha anch’essa la testa nera ma il rosso molto meno diffuso e limitato al sopracoda. Può bastare? No, perché c’è infine l’ASTRO DI DUFRESNE (Coccopygia melanotis). Ecco qui solo il maschio ha la testa nera, la femmina invece ne è del tutto priva. E solo quella che fino a poco tempo era considerata una delle tante sottospecie, la melanotis melanotis, presenta un simile dimorfismo sessuale (insieme a dire al vero ad un’altra sottospecie, la bocagei). In altre 3 sottospecie quartinia, kilimensis e stuartiwini al contrario il maschi non ha traccia di nero sulla testa, somigliando alla femmina. Pochi anni fa, sulla base di analisi genetiche comparative, la Sottospecie Quartinia è divenuta Specie tipica con 3 sottospecie: quartinia, kilimensis e stuartiwini, lasciando all’Astro di Dufresne solo 2 sottospecie: la tipica, melanotis, e la bocagei, entrambe, come detto, con il maschio a testa nera (ma lasciatemelo, la bocagei con un ventre giallo carico, rendendo probabilmente questa sottospecie la più bella tra tutte!!)
L`ASTRILDE VENTRE GIALLO
Coppia di Astrilde ventregiallo
92
Così la chiamiamo, è originaria dell’Etiopia meridionale e dell’Uganda nord orientale. Come la melanotis è un’Astrilde che, seppur non si può definire eminentemente forestale, ama la volta arborea sulla propria testa, è cioè legata ad habitat verdeggianti, lussureggianti, in genere anche in alta quota, fino a circa 1800 metri. Raramente si fa vedere in gruppetto, solo durante la stagione cosiddetta erratica, non riproduttiva ma comunque in numero limitato. Durante la stagione riproduttiva, corrispondente al nostro autunno inver-
93
Astrilde ventregiallo
astro di dufresne maschio
no, si fa vedere in coppia o in solitaria quando affaccendati nella cova e svezzamento. Non risulta timido, ma nemmeno chiassoso, discreto, si nutre in alto con agili evoluzioni, anche se non disdegna “pascolare” in prati erbosi, mai imbrancato con altre specie di suoi consimili. La nota caratteristica di questa specie sono le dimensioni davvero minuscole (circa 9 cm) rendendola la seconda Astrilde africana più piccola, dopo il Bengalino Ventre Arancio (Amandava subflava), da cui il nome nana. Altre caratteristiche, che permettono decisamente di differenziare questa specie da altre simili, sono le due valve del becco di differente colore, nera sopra e rosso arancio carico sotto (esattamente come per l’Astro di Dufresne peraltro) e soprattutto il giallo carico di cui entrambi i sessi sono dotati nella zona ventrale. Le differenze tra i sessi sono minime, ma con un buon occhio pare che maschio e femmina si distinguano soprattutto nel zona sottocaudale (parlo per sentito dire). La sopracoda per entrambi è di colore rosso arancione.
NOTE DI ALLEVAMENTO
astrilde ventregiallo
altra astrilde ventregiallo
il famoso, ora a riposo, allevatore Tony Jochem definisce questa specie (come il Dufresne) non facile a mantenere in salute in cattività, sembra che manchi qualche alimento essenziale non ancora identificato. Peraltro forse questi ostacoli con la lentissima diffusione di questa specie in cattività, stanno diminuendo perché altri allevatori definiscono la specie non difficile, se si tengono conto due fattori: Temperatura. È specie inadatta, a differenza di altri Astrildi, ad essere allevata all’aperto anche se in ambienti riparati. Desidera temperatura costante di almeno 20-22 gradi. Infrascamento. La specie dà il meglio di sé in voliera (meglio se plantumata) e riscaldata in inverno. È specie, tranquilla, discreta anche in cattività. Ama stare in coppia o piccolo branchetto anfrattata tra le frasche, vere o finte che siano, mostrandosi alla vista quando ne ha voglia. È quindi essenziale per mantenere una buona salute psico-fisica che possa celarsi quando ne ha piacere (vedi foto in un aviario). La quartinia è specie come detto discreta e tranquilla, non particolarmente amante della promiscuità con altre specie, dalle quali si tiene a riverita e indifferente distanza, preferendo di gran lunga
94
la compagnia dei propri consimili. I suoi coinquilini dovranno, ove sia alloggiata in voliera, presentare simile inclinazioni comportamentali. Come alimentazione va bene la solita miscela per esotici, unita a semini prativi minuscoli, fonio paddy, verdura, spighe immature, buffalo worms o bigattini, ottima in tal senso è la presenza di cespugli veri in voliera che attirano insettini ed afidi di cui la quartinia è ghiotta. È accorgimento utile porre mangiatoir e beverini in alto fra le frasche, così da permettere l’approvvigionamento in luogo tranquillo e riparato. Le minute dimensioni possono rendere problematica l’alimentazione insettivora (le camole risultano troppo grandi ad esempio e non sempre è agevole trovare i buffalo) e quindi l’allevatore tedesco Kurt, che l’ha riprodotta più volta, ha utilizzato un pastone integrato, la cui ricetta si trova sul sito di hoffmannphotography e che vi riporto:
astro di dufresne femmina
astrilde ventregiallo femmina
1000 g Polline finemente macinato a macina 2,5 Kg di destrosio 250 g di Nekton tonic 500 g di farina di biscotti 5 cucchiai di lievito di birra in polvere 5 g complesso multivitaminico in polvere 5 cucchiaini Nekton MSA (Calcio D3)
Con questo pastoncino anche in assenza di pinkies, sembra che le quartinie tirino bene su i piccoli. Nidi ben infrascati sia a cassetta sia di vimini, deve essere lasciato alle coppie abbondante materiale per imbottire nido. Il nido viene preparato da entrambi i sessi in circa 7-10 giorni (a partire da zero) e consiste (quello naturale) in un ovoide con ingresso laterale, costituito dafili di erba, infiorescenze e occasionalmente muschio. È piazzato a circa 1,5 metri dal suolo. Entrambi i sessi incubano le 4-5 uova che in genere producono. I piccoli nascono dopo circa 14 gg e sono imbeccati da entrambi i genitori. Ci sono diversi casi di riproduzione in cattività (una del nostro Gino Pieretti) sia in gabbia che voliera. Data la somiglianza dei sessi e l’indole riservata è meglio allevare questa specie in voliera o gabbione infrascato ed in piccolo gruppetto.
astro di dufresne maschio
95
Diamante variopinto
Maschio di Diamante Variopinto
IL DIAMANTE VARIOPINTO
N
Questo piccolo uccello, come tutti quelli della fauna australiana, presenta una meravigliosa colorazione, ma anche l’allevamento è molto stimolante.
di Edoardo Corsini
Nei paesi centroeuropei è più diffuso che in Italia, dove sono pochi gli appassionati che lo allevano, in Australia al contrario è abbastanza comune fra gli ornicoltori, così negli USA, dove peraltro negli ultimi anni si nota un certo decremento, forse dovuto al costo più elevato rispetto ad altre specie. Nel nostro paese il prezzo di una coppia si aggira sui €.200 certamente non fra quelli più economici, ma neanche proibitivo, tenuto conto delle soddisfazioni che può dare. In questo articolo ho preferito mettere a raffronto la mia esperienza, limitata a due anni di riproduzione, con le notizie raccolte da altri allevatori italiani, nonché con quelle trovate su Internet, dove ho selezionato due articoli, uno di un autore australiano ed un altro degli Stati Uniti. Come premessa fornirò alcune notizie di carattere generale, collocazione tassonomica, habitat, livrea, dimorfismo sessuale, alimentazione e comportamento in natura. I tassonomisti sono divisi in due scuole di pensiero. Una che ipotizza un antenato comune che, nel corso della deriva dei continenti, abbia dato origine ad un ceppo australiano, con il tempo adattatosi al nuovo ambiente, quindi considerano gli Emblema appartenenti alla sub-famiglia delle Estrildinae e li accostano per morfologia ed abitudini comportamentali agli Amaranto ed Astri africani, dei generi Mandingoa, Hypargos ed Euschistospiza, fra i quali i più noti sono Amaranto dorso verde , Amaranto fiammante ed Astro di Dybowski . L’altra invece afferma trattarsi di veri e propri Diamanti australiani, che si sono differenziati a seguito di un processo di adattamento all’ambiente in cui vivono. Il genere comprende quattro specie: il Diamante guttato (Emblema guttata) è il più diffuso ed allevato degli altri, il Diamante Codadifuoco (Emblema Bella) ed il Diamante Orecchie Rosse (Emblema Oculata), molto difficili da reperire, non solo sul mercato europeo, ma anche negli Stati Uniti e nel paese di origine, dove presentano costi elevati; in Australia il prezzo di una coppie è compreso fra i 1.000 ed i 1.500 $; infine il Diamante Variopinto (Emblema picta). Gli Emblema vivono in areali diversi, solo quelli del Guttato e del Codadifuoco in parte si sovrappongono. Quest’ultimo ed il Diamante Orecchie Rosse hanno habitat abbastanza simili (boschi, foreste, praterie), mentre quello del Variopinto si distingue del tutto. Occupa le coste dell’Australia orientale, spingendosi fino alle zone interne centrali, territori caratterizzati da deserti, colline rocciose e dune, dove si alternano cespugli di acacia e Spinifex, pianta erbosa cosparsa di aculei tipica di queste regioni aride. Il Diamante Variopinto mostra più degli altri emblema il processo di speciazione per adattarsi a questo habitat inospitale: il becco abbastanza lungo ed appuntito gli serve, senza ferirsi, per alimentarsi dei semi della spinifex, fra i cui cespugli vive e nidifica, uscendo solo per muovendosi furtivamente in terra, tranne
96
97
spiccare qualche breve volo. Ho notato che in gabbia, oltre volare da un posatoio all’altro, si libbra fermo a mezz’aria, quasi come un colibrì; in questa posizione a volte l’ho visto nutrirsi dei semi della spiga del panico, oppure introdurre il becco nel beverino per bere. Posso supporre che questa particolarità gli consenta di estrarre i semi della spinifex estraendoli con il sottile beccuccio senza posarsi sulla pianta spinosa. Oltre ai semi contribuisce alla sua alimentazione qualche preda viva, specialmente nel periodo della riproduzione. Nonostante avvezzo a vivere in zone a clima secco, nelle vicinanze del suo territorio le pozze d’acqua non devono mancare per consentirgli, oltre che dissetarsi, abbondanti abluzioni. Il maschio del Diamante Variopinto presenta il dorso marrone caldo, accostabile a quello delle toniche francescane; la parte inferiore del corpo, a partire dalla gola fino alla zona anale, è nera decorata sui fianchi da numerosi puntini bianchi, caratteristica di molti altri diamanti. A questo si aggiunge il rosso della maschera, che si estende dalla cervice alla gola; poco giù lo caratterizza, fino quasi al ventre, una sottile striscia di eguale colore, che ricorda il sangue che sgorga da una ferita. Quest’immagine mi induce a suggerire di cambiare la denominazione italiana in Diamante insanguinato, più suggestiva ed aderente alla realtà. Il nero dei fianchi è interrotto alla fine dal codione sempre dello stesso rosso brillante. La parte superiore del becco
Habitat del diamante vario� pinto: il deserto a Spinifex
98
è nera, quella inferiore rossa, le zampe sono carnicine. La descrizione della livrea ci porta a parlare dell’evidente dimorfismo sessuale: nella femmina il lipocromo, presente solo nel codione, è leggermente meno brillante e meno esteso; in alcuni soggetti qualche piumetta rossa si intravede nel petto; ma quello che li distingue a prima vista é la puntinatura, che partendo da sotto il becco si estende più fitta di quella del maschio. Le dimensioni sono di 10,5-11,5 centimetri, identiche nei due sessi. I novelli presentano prima della muta colori simili a quelli della femmina, ma con il rosso del codione più spento ed assenza nella maschera e nel petto; pulli di nove giorni i puntini bianchi sono meno nitidi di quelli degli adulti.BAttualmente si è manifestata fra i soggetti in cattività una sola mutazione libera e recessiva, a seguito della quale il rosso, presente nelle zone di elezione, vira in una bella tonalità intensa di arancio. Tenuto conto dell’incremento del numero dei soggetti allevati, non è da escludere che presto ne possa apparire un’altra inedita.
HABITAT
Le caratteristiche del suo habitat farebbero pensare a un uccellino forastico e scarsamente adattabile ad altri climi; in base alla mia esperienza, invece paradossalmente si presenta in allevamento molto meno forastico di estrildidi, come il Diamante pappagallo ed il Diamante di Kittlitz, mostrandosi robusto e non sofferente alle diverse situazioni climatiche. In questo mi trovo in disaccordo con l’allevatore australiano Bruno Dixon, che scrive: “........é” ’ importante fornire alcune delle condizioni di quelle in cui vive in natura, questo può fare la differenza tra successo riproduttivo e fallimento totale. Forse è stata la difficoltà degli allevatori di comprendere queste esigenze, che ha portato alla caduta nella sua popolarità, quando i risultati non sono stati immediati”. Mentre conferma alla mia opinione è espressa dall’allevatore americano Kerri McCoy, il quale dopo averne acquistato uno stock di importazione scrive: “hanno richiesto un certo periodo di acclimatamento, ma alla fine si sono adattati completamente al nuovo ambiente…..al contrario da quanto affermato dagli avicoltori australiani……; forse l’origine e la domesticazione degli stock gioca un ruolo importante nelle differenze comportamentali.” Ritengo che la sua domesticazione si è manifestata in modo rapido, tanto che oggi i soggetti presenti nel nostro continente, allevano quasi sempre in “purezza”. Molti sono quelli a sostenere che questo tipo di riproduzione è il migliore per ottenere risultati positivi sia in termini di quantità di novelli svezzati, che di qualità. Concordo con questa opinione e cercherò di spiegarlo in base alla mia esperienza. Nel 2008 ho acquistato la mia prima coppia di Picta, anellati stesso anno. In autunno li ho collocati nella batteria, dove ho messo a disposizione due moduli da 60 cm. ciascuno. Mi era stato consigliato da allevatori italiani di porre il nido in basso; ho messo a disposizione due comuni nidi a cassetta per esotici, uno nello
99
allevamento e foto di E. Corsini
Diamante variopinto
Diamante variopinto
Diamante variopinto
allevamento e foto di E. Corsini
Coppia di novelli con la madre
sportello inferiore (quasi a livello del fondo), l’altro più in alto, che hanno invece preferito. Il primo tentativo è andato male, secondo la mia opinione, a causa della fortissima umidità che ha caratterizzato l’autunno di quell’anno, che ha influito negativamente anche sulla riproduzione dei Diamanti di Gould, la specie alla quale mi dedico prevalentemente. Ho tenuto separata la coppia fino a febbraio, quando ho potuto osservare il maschio che, cantando intensamente, dava segni di estro. Il canto è all’unanimità descritto come il rumore stridente e sgradevole di un tergicristallo quando manca l’acqua, per finire con un trillo; comunque a me sembra che non manchi di fascino, esprimendo con la sua forza la gioia di vivere che questo esserino vuole manifestare. Dopo pochi giorni la coppia ha iniziato la costruzione del nido, utilizzando fra i diverso materiali che ho messo a disposizione, la fibra di cocco con la quale hanno ultimato una bella coppa, che si alzava dalla parte posteriore verso l’alto. In fine per renderlo soffice hanno collocato al fondo juta e sfilacci di cotone; ma non hanno lesinato di strapparsi qualche piumetta per completare l’opera. Il maschio trasportava il materiale nel nido, collaborando con la femmina alla sua sistemazione. Gli allevatori australiani forniscono in abbondanza carbone vegetale ai riproduttori, affermando che lo collocano nel fondo del nido, forse istintivamente per sfruttarne la qualità assorbente di umidità. I miei soggetti lo hanno sistematicamente ignorato e lo stesso afferma l’americano Kerri McCoy: “I materiali scelti per la nidificazione sono stati fibra di cocco, piume ed erba; anche se il carbone è stato fornito non lo hanno utilizzato nella costruzione del nido.” Tenuto conto del clima secco e caldo del loro habitat naturale, nonostante i ceppi che alleviamo siano ben acclimatati, ritengo comunque che il prolungato eccesso di forte umidità possa nuocere loro; consiglio pertanto di coprire il fondo della gabbia con piccoli trucioli di faggio (in vendita per i piccoli roditori), che ha proprietà assorbenti. Se si cosparge anche con sabbia, sali minerali e calcio in polvere, si potrà osservare i Diamanti variopinto soffermarsi a beccuzzare avidamente. (*)
100
Altro suggerimento è quello di togliere la griglia di fondo, in quanto sono uccelli che vi sostano molto tempo ed a lungo andare le zampe e le unghia potrebbero deformarsi. Ho attribuito a questo il motivo che alcuni miei soggetti hanno presentato le dita o le unghia non ben allineate. Un’altra causa potrebbe essere nella ridotta dimensione dell’anello prescritto lo “Z” di mm.2, che spesso costringe l’allevatore a forzarne l’introduzione. La C.T.N. – I.E.I da quest’anno ha previsto l’anellino “K” di mm.0,2 più grande. Nel mio allevamento l’alimentazione è costituita dalla stessa miscela che utilizzo per i Gould, misto per esotici con il 60% di scagliola e frequentemente spighe di panico; un prodotto polivitaminico per 5 giorni ogni 2 mesi durante il riposo; durante la fase riproduttiva e la muta riduco l’intervallo ad 1 mese. Inoltre durante la riproduzione fornisco giornalmente spiga di panico, semi germinati, miscelati a pastone secco all’uovo, arricchito con spirulina, calcio e probiotici. Interessantissimo si è rivelato il rituale di corteggiamento: il maschio cantava sempre più forte, quindi prendeva un filo d’erba con il becco agitando la testina, a volte anche librandosi a mezz’aria, e quando la femmina mostrava di accettare, accucciandosi e facendo fremere la codina, avveniva la copula. Ultimata la costruzione del nido, la femmina ha iniziato a sostarvi sempre più a lungo e dopo circa due settima dalla formazione della coppia ha deposto il primo uovo, che ho tolto per sostituirlo con uno finto; lo stesso ho fatto con quelle successive. Dopo il quarto ed ultimo uovo li ho collocati sotto una coppia di Passeri del Giappone, allo scopo di osservare prudentemente come si comportassero i Picta con quelle finte. Con mia grande soddisfazione la femmina covava assiduamente, sostituita immediatamente dal maschio durante le brevi sortite per soddisfare i bisogni fisiologici; durante la notte era solo lei a provvedere alla cova, mentre il compagno sostava sul posatoio nei pressi del nido. Alla speratura delle uova poste sotto i Passeri tre risultavano feconde. Incoraggiato dal loro comportamen-
101
Diamante variopinto
to, un paio di giorni prima della presunta schiusa, ho ritrasferito le uova dalle balie, comunque lasciando prudentemente loro quelle finte. La prima schiusa è avvenuta al 15° giorno, facendomi disperare nel successo, essendo in ritardo in base alle mie previsioni; ma subito è subentrata una grande soddisfazione quando ho constatato che il gozzo del pullus presentava segni di essere stato imbeccato; lo stesso si è verificato con il secondo nato, mentre il terzo uovo non si è schiuso. I genitori mostravano un forte attaccamento alla prole, tanto che a volte ero costretto per effettuare i controlli ad allontanarli leggermente con il dito. La crescita procedeva bene ed al 7° giorno ho anellato il primo nato, tenendo sotto controllo la situazione per timore che il piccolo fosse defenestrato per la presenza dell’anello Circostanza che si è verificata poco dopo; ho ricollocato subito il malcapitato nel nido, continuando a tenere d’occhio; ma fortunatamente tutto è andato per il verso giusto; è stato questo l’unico caso del genere che non si è ripetuto neanche con altre coppie. Al 20° giorno i piccoli si sono catapultati entrambi dal nido, iniziando a reclamare, rincorrendo i genitori per chiedere l’imbeccata: in questa fase dimostrano un comportamento caratteristico e diverso dalle altre specie, che normalmente affidiamo ai Passeri del Giappone, per cui non sono molte le coppie di balie che si prestano a svolgere diligentemente il loro compito. Come ho potuto constatare anche con le successive nidiate il gruppo dei pulli insegue i genitori, naturali o adottivi, strillando ed agitando le ali, fino a costringerli, ultimato l’imbecco, a cercare rifugio nell’alto della gabbia; ho notato a volte un piccolo restare attaccato al becco mentre l’adulto si involava, in quanto non ancora soddisfatto, oppure beccarlo per attirare la sua attenzione, mentre nutriva i fratelli. Gli Emblema picta accettano con pazienza l’irruenza dei figli in quanto per loro è naturale, ma comprendo quei Passeri del Giappone che si allontanano impauriti. Poiché i pulli una volta involati non rientrano nel nido neanche la notte, ho lasciato sul fondo le spighe di panico vuote, per fornire loro un morbido appoggio ed evitare che la tenera cartilagine dello sterno potesse deformarsi. Nella seconda stagione dopo che i Variopinto hanno svezzato in purezza sei pulli, alla terza deposizione ho passato tre delle cinque uova alle “balie” per sperimentare anche questa tecnica. Alcuni allevatori mi avevano avvertito che a volte non vengono nutriti fin dalla nascita, per le dimensioni molto piccole del becco, ma la coppia delle mie “balie” si é comportata benissimo fino allo svezzamento; solo all’involo ho notato il maschio restare interdetto alle prime richieste di cibo, dopo ha svolto regolarmente il suo compito, portandolo a termine da solo, in quanto la femmina non ha accettato quella particolare richiesta di imbecco. Richiamo l’attenzione di coloro che desiderano cimentarsi nell’allevamento di questo bellissimo uccello che la fase più delicata, sia in “purezza” che con “balie”, si presenta nella fase di svezzamento. Accade spesso che qualche nidiaceo, anche se al momento di lasciare il nido è sviluppato quanto ai fratelli, rimane indietro nello sviluppo; attribuisco la causa sempre allo strano comportamento post-involo, cioè una minore intraprendenza rispetto agli altri, che influisce sulla quantità di nutrimento che riceve. La mia conclusione è che i Diamanti variopinti depongono molte uova, dalle 4 alle 5 effettuando anche tre deposizioni; sono degli ottimi gallatori, aggirandosi generalmente la fecondità vicino al 90%, ma alla fine i pulli svezzati non superano il 50% delle nascite. Per la preparazione alle mostre ho usato il piccolo accorgimento di utilizzare un contenitore alto, collocando i posatoi molto in basso, in modo da distanziarli quanto più possibile dal tetto. Questo per evitare che il
102
Maschio dell’allevamento Corsini
nostro piccolo esotico australiano si rovinasse il piumaggio della testolina a causa del suo comportamento di librarsi in alto. Il Diamante variopinto non è una specie standardizzata, quindi l’allevatore dovrà indirizzare la selezione basandosi su criteri di carattere generali ed in base al proprio gusto estetico. Un buona taglia, un piumaggio composto e lucido sono i primi fattori che lo valorizzano. I soggetti con maschera quanto più estesa e regolare saranno da preferire; lo stessa dicasi per le ”perle” dei fianchi che dovranno essere di colore bianco pulito. Il lipocromo rosso del petto è bene che scenda senza interruzioni, mentre, a mio parere, le irregolarità dei bordi non dovrebbero costituire penalità, in quanto servono ad accentuare la peculiarità di accostarlo ad una ferita sanguinante. Per concludere ritengo il Diamante variopinto una specie molto robusta, che si è adattata molto bene alla vita captiva, senza necessità di particolari esigenze alimentari, di locali e dimensioni di gabbia per riprodursi; soltanto i piccoli richiedono maggiore attenzione in fase di svezzamento. Ma un appassionato allevatore conosce che, per ottenere successo con gli esotici, qualche piccolo accorgimento è necessario, compensato peraltro dalla soddisfazione del successo ottenuto nella loro riproduzione. Inoltre quest’altro piccolo gioiello della fauna australiana presenta interessantissimi aspetti comportamentali che è un piacere soffermarsi ad osservarlo.
103
Diamante variopinto
Ripeto che la mia esperienza è limitata a due stagioni riproduttive, quindi è gradito qualsiasi scambio di notizie, contattandomi al mio indirizzo di posta: allevatore@diamantedigould-corsini.libero.it Dicembre 2010 (*) PS - Mentre pubblico questa pagina sul Sito, si stanno registrando le giornate più caldo dell’estate. Nel mio locale la temperatura ha superato anche i 31°. Nessuna delle altre specie allevate ne ha sofferto; al contrario i Variopinto, sostavano con il becco aperto. Una mattina ho trovato un novello sul fondo gabbia boccheggiante, dopo poco é morto. Mi sono meravigliato in quanto nel loro ambiente naturale la temperatura raggiunge livelli altissimi; ma mi sono ricordato anche di avere letto che le pozze d’acqua non devono mancare per bere e bagnarsi. Così ho trovato il rimedio. tenendo a disposione l’intera giornata il bagnetto.
Nella foto grande, una femmina di variopinto. nella foto piccola, un Tipico nido abbeverata in natura
104
a terra in natura
105
Diamante di Gould
DIAMANTE DI GOULD IN PUREZZA
D
di Massimo Taverni
Di libri o di fonti più o meno autorevoli in giro ce ne sono tanti, di certo non intendo ammorbarvi con notizie sulla morfologia o sulla fisiologia di questo estrildide che potete trovare ovunque: qui voglio trasferirvi la mia esperienza e, se ne sono capace, comunicarvi quel qualcosa che non c’è e che forse non può essere trattato altrove. A molti il tono potrà sembrare un po’ scanzonato e poco ufficiale: diciamo che se io per primo non tollero coloro che si esprimono su questa nostra passione e semplice hobby come fossero degli ingegneri nucleari è inevitabile che mi regoli di conseguenza. Non esiste una scienza esatta, ci possono essere degli accorgimenti più o meno condivisibili, ma nulla che debba esasperare una gestione e un vissuto di un qualcosa che deve innanzitutto essere una passione gioiosa e niente di più. Pertanto mi scuso sin d’ora se il mio tono non risulterà autorevole o autocelebrativo, a qualcuno potrà anche far storcere il naso, ma so che alla gran parte dei veri appassionati piacerà.
SCELTA, ALLOGGIAMENTO e SISTEMAZIONE Nella scelta di uno o più soggetti valgono le semplici regole applicabili a qualsiasi volatile: è opportuno osservare a distanza il soggetto che deve dimostrare, senza esserlo per paura della vostra vicinanza, di essere vivace e vitale, con piumaggio serico, aderente e uniforme. Controllare se respira con il becco chiuso e non rantola, segno inequivocabile di acariasi respiratoria e che le zampe siano squamose nella norma: diversamente potrebbero essere in atto processi degenerativi legati a funghi, acari o semplicemente il soggetto può avere un’ età avanzata e se si acquista è giusto esserne consapevoli. Personalmente preferisco l’allevamento in voliera, in colonia, in modo che i soggetti possano scegliersi e la riproduzione in purezza
106
107
Diamante di Gould
risulti semplice e quasi consequenziale. L’unico accorgimento in questo caso per pilotare minimamente la selezione consiste nell’inserire nella stessa voliera soggetti che non siano consanguinei e se si vogliono ottenere soggetti pastello scegliere portatori x doppio fattore, in modo da evitare abbinamenti spontanei tra soggetti pastello doppio fattore che io sconsiglio. Ma se si è bravi a scegliere le coppie giuste, nel senso che i due soggetti si piacciano e vadano d’accordo, i gould riproducono da soli anche in gabbiette da 45 cm. In genere dopo un paio di giorni lo capisci perché dormono appaiati sul posatoio, diversamente ognuno sta per conto proprio. Il rituale di corteggiamento per chi non lo conoscesse è bellissimo e particolare, più facile vederlo che descriverlo, nella photo-gallery trovate dei video al proposito. Dicevamo della sistemazione: il gould non ha particolari esigenze, è un uccellino che si adatta molto bene, ma per farlo stare dignitosamente io non terrei mai una coppia in una gabbia troppo piccola, diciamo che il minimo sindacale dovrebbe essere di 60 cm di lunghezza per intenderci.
In merito agli accessori: meno posatoi ci sono meglio è Gli uccelli devono poter aprire almeno le ali, che già li priviamo egoisticamente (inutile negarlo) della libertà per poterli ammirare da vicino, quindi posatoi pochi e ben distanti tra di loro. Eliminare tassativamente altalene e altri accessori inutili che occupano parte di quel poco spazio e non servono assolutamente a niente: lo
108
spazio deve essere sfruttato al meglio e in modo spartano, le stesse mangiatoie e beverini, meglio se entrambi esterni, devono essere facili da raggiungere, da togliere e da pulire, tutto quello che ingombra o è superfluo anche se soddisfa e gratifica il nostro “senso estetico” va eliminato. La gabbia se è all’interno deve essere posizionata in un punto fisso, senza essere spostata in continuazione, vicina a una fonte di luce (finestra), riparata dalle correnti d’aria e lontana dalle fonti di calore. Una regola che vale per tutti gli uccelli è che il riscaldamento in genere fa più danni che altro, quindi anche se il locale è riscaldato importante stare distanti dai termosifoni. Meglio se su un lato della gabbia il tetto è parzialmente coperto, agli uccelli piace stare al riparo e tendenzialmente andranno a dormire proprio in corrispondenza di questi ripari. Voliera. Può essere interna o esterna. Per le voliere interne valgono i discorsi fatti per le gabbie, solo con spazio diverso. Le voliere esterne, che preferisco, se sono fatte in parte di muratura e sono coibentabili risultano molto funzionali ed efficaci. Ce ne sono di tanti tipi, la mia di cui potete vedere foto e video (link) è fatta in cemento, legno e materiale coibentante. Solo il lato sud è scoperto, coperto solo da rete in primavera-estate e da rete più plexiglass d’inverno. Ce ne sono di componibili in commercio , oppure con un po’ di ingegno e buona volontà la si può costruire. Anche su you tube potete trovare tanti esempi, alcuni un po’ rudimentali, altri anche geniali, e facendo un tour sicuramente potreste trovare la giusta ispirazione qualora decidiate di costruirne una.
109
assiolo
LE CAPACITÀ VISIVE DEGLI UCCELLI di G. Zaino - Fonte Avifauna, Giuseppe Paolo Mignone
N Capacità visive
Negli uccelli i centri visivi sono estremamente sviluppati, infatti detengono il primo posto tra gli organi sensoriali, sia per struttura che per grandezza. Le capacità visive sono anche in rapporto alla grandezza degli occhi. Gli uccelli che hanno abitudini notturne, come per esempio i rapaci, hanno occhi proporzionatamente più grandi, poichè vivono al buio hanno un’apertura oculare più ampia, un «obiettivo» più luminoso, capace cioè di raccogliere una maggiore quantità di luce. Circa la posizione degli occhi va notato che quando è laterale, rispetto alla testa, permette una più grande ampiezza del campo visivo (controlla davanti e di fianco e anche un po’ all’indietro) ma se è frontale dà una maggiore esattezza nella valutazione della profondità, per il fatto che i due occhi vedono, ciascuno lo stesso oggetto, sotto un angolo un po’ diverso. A questo proposito, val la pena di osservare più attentamente gli occhi. degli uccelli. Infatti, se la posizione solitamente laterale degli occhi diminuisce la parte del campo visivo in cui è possibile la visione binoculare, ridotta ad uno stretto angolo sul davanti, a tale inconveniente ovvia in parte la presenza di due fovee in ogni occhio. La fovea è il punto più sensibile della retina, quella in cui convergono i raggi che passano attraverso il cristallino. Gli uccelli hanno due fovee: una centrale che serve per la visione laterale• una laterale che serve per la visione anteriore nel settore della visione binoculare. Faccio osservare che il settore della visione binoculare è di 140° per l’uomo, e di soli 60’° per i rapaci notturni, di 50° per quelli diurni• di 30° per gli altri uccelli. Per contro, appunto in virtù della posizione laterale degli occhi, il campo visivo totale degli uccelli abbraccia ben 300 gradi, pari all’85% dell’intera circonferenza, contro i 160° dell’uomo. Gli uccelli sono dotati anche di una acutezza visiva che è probabilmente superiore a quella dell’uomo e quindi si può ritenere che sia altrettanto superiore il potere risolvente, ossia la capacità di distinguere i particolari. E’ da notare anche che la luce che entra nell’occhio degli uccelli, prima di arrivare alle cellule visive, attraversa dei filtri colorati di giallo, arancione, rosso e verde. Si suppone che questi filtri abbiano la funzione di modificare i colori, accentuandone il contrasto,• quindi contribuiscano a dare una maggiore nitidezza all’immagine. Gli uccelli a differenza dell’uomo posseggono una terza palpebra, che è semitrasparente, chiamata «membrana nittante», posta all’angolo interno dell’occhio: può spostarsi lateralmente e consentire all’uccello di attenuare una luce troppo viva.
Turaco di Livingstone
anatra mandarina e il falco pellegrino
113
qui sotto:
Capacità visive
tessitore dagli occhiali, granatino comune, arpia e, per finire, malcoa petto castano
NOTA
Questo lavoro di G. Zaino, invero, una lettura non superficiale, ma attenta per l’importanza che riveste dal punto di vista ornitofilo, anzi, etologico. Più che la mia penna, a tracciarne e sottolinearne il commento, sarà quella ben più competente del Lorenz in uno stralcio che traggo da «Er rodete mit dem Vieh don Vo Reln und don Fischen».Ecco che cosa scrive il grande etologo sulla coesistenza e dipendenza tra l’uomo e il mondo zoologico, secondo le capacità visive di entrambi.«E assai diffusa la credenza che lo sguardo umano abbia un potere singolare. Nel Libro della giungla di Kipling, Mowgli viene cacciato via dai lupi perchè questi non possono sopportarne lo sguardo, e perfino il suo migliore amico, la pantera nera Bagheera, non riesce a guardarlo direttamente negli occhi. Come in ogni credenza popolare, anche in questa c’è un pizzico di verità, e nonostante il titolo del libro sugli animali di Paul Eipper, Gli animali ti guardano, è caratteristico che i mammiferi e gli uccelli non si guardano quasi mai direttamente l’un l’altro, come non amano fissare in faccia l’uomo loro amico. In quasi nessun animale la retina è così specializzata da permettere una nitidezza visiva simile a quella dell’uomo: nell’uomo, infatti, la fovea centrale è specializzata per la visione nitida, e poichè le parti esterne della retina danno un’immagine decisamente peggiore, i nostri occhi vagano quasi ininterrottamente da un punto all’altro, mettendoli in asse l’uno dopo l’altro sulla fovea centrale, ed è solo un’impressione illusoria quella di vedere contemporaneamente l’intera immagine con nitida precisione. Invece nella maggior parte degli animali questa divisione del lavoro tra centro e periferia della retina non è
114
così pronunciata come nell’uomo; essi cioè hanno una visione meno nitida al centro e migliore alla periferia. Per questa ragione gli animali fissano un oggetto più raramente e meno a lungo. Provate ad osservare quante volte vi guarda direttamente un cane che passeggia con voi per i campi senza essere legato, e vedrete che ciò accade sì e no una o due volte in molte ore, tanto da dar l’impressione che per puro caso il cane faccia la stessa strada del padrone. Ciò dipende dal fatto che con la sua visione periferica il cane può esattamente rendersi conto dove si trova il padrone in quel momento. La maggior parte degli animali capaci in genere di fissare un oggetto con entrambi gli occhi, come pesci, rettili, uccelli e mammiferi, lo fanno sempre soltanto per breve tempo e in momenti in cui sono tutti tesi verso uno scopo: o temono l’oggetto fissato, o hanno qualche progetto al riguardo, e per lo più non si tratta di niente di buono. Per l’animale fissare un oggetto equivale quasi a prender di mira, e in conseguenza un animale che si sente direttamente fissato da un altro (sia pure questi l’uomo) lo prende come un atto esplicitamente ostile, o addirittura minaccioso. Da ciò derivano determinate regole di cortesia e di tatto nei rapporti con gli animali: chi vuol conquistarsi la fiducia di un gatto timido, di un giovane cagnolino o di un uccellino pauroso, si faccia una regola di non guardarlo mai fisso, e posi l’occhio su di lui soltanto per poco tempo e come per caso». Ci sembra che Zaino spieghi esaurientemente i motivi ottici di queste fondamentali regole di comportamento fra l’uomo e gli uccelli.
115
Prima parte
Occhiello da pensare
TESSITORI: il genere Ploceus di Andrea Miraval
Q
Questo è dedicato a Dario Corea che ha copiato in DVD un raro, oramai, documentario sui tessitori d’Africa e poi scaricato su youtube linkando il nostro gruppo. Il settore Ploceus, Euplectes, Malimbus, Plocepasser, Quelea, fino ai giganteschi Dinemellia e Bubalornis...e chi più ne ha più metta, è settore in ornitofilia parallelo a quello delle Astrildi e purtroppo oggi molto marginale e defilato rispetto a quello. Tanti i motivi, proverò ad elencare i principali: 1) Tendenza alla riproduzione coloniale (non per tutte le specie comunque), in modo molto più evidente rispetto alle Astrildi; 2) Tendenza alla poligamia (non per tutte le specie comunque) per cui un maschio tende a formare un harem di diverse femmine con cui si accoppia. Questa come detto non è condizione universale per tutte le specie e lo è tanto maggiormente quanto è presente uno spiccato dimorfismo sessuale fra maschio e femmina, per cui il maschio presenta un piumaggio nuziale molto sgargiante ed in netto contrasto con quello di eclisse, quando diventa molto più somigliante alla mimetica (anche se non in tutte le specie) femmina. 3) Iperproduzione di nidi. il nome Tessitori non è casuale, in quanto i maschi di queste specie hanno spiccatissima tendenza a costruire, con attività frenetica ed instancabile, nidi di forma e foggia assai bella varia e complessa, anche se con modello basico a tipica forma di pera per tutte le specie, con ingressi veri, falsi ingressi per sviare i predatori (soprattutto serpenti). La costruzione del nido è precondizione importante per queste specie per accoppiarsi felicemente e portare a compimento la covata.
116
117
CARATTERISTICA IMPORTANTE
tessitore dal cappuccio marrone ( .maschio.) linetta ploceus insignis
118
Per i maschi di queste specie la costruzione del nido non è spesso prologo alla riproduzione, vale a dire che i maschi intessono di continuo i loro bellissimi nidi ma a questo spesso non segue alcun evento riproduttivo o semplici deposizioni di uova da parte della femmina. 4) Cicalleccio instancabile e fastidioso, specialmente durante la fase riproduttiva, che peraltro può estendersi per mesi. Pensiamo ai tessitori in allevamento: gabbia sconsigliata, voliera da preferire, acquistarne gruppetto con numero di maschi pari a circa 1/3 rispetto alle femmine, fornire loro abbondantissimo materiale per costruire i nidi. sono queste tutte caratteristiche che indirizzano la maggioranza degli allevatori verso altre specie, essendo fra l’altro la selezione per isolare e fissare eventuali mutazioni impedita totalmente dalla tipologia di allevamento consigliato. E così i tessitori rimangono prerogativa di pochissimi allevatori, veramente appassionati e che possiedono gli spazi idonei per poterli allevarli correttamente. è un vero peccato perché si tratta di uccelli, specie i maschi, davvero molto belli e in maggioranza assai resistenti, frugali nell’alimentazione ed adattabili alla vita in cattività, dove vivono a lungo. Mondo strano quello dei Tessitori, con quantità enorme di specie, quasi interamente africane (alcune diffuse anche in Asia ed Australia), anche se, come uccelli infestanti e con l’aiuto dell’uomo sono stati esportati in molte realtà anche lontane come le isole caraibiche. Nella Repubblica Dominicana dove sono andato, al centro del Villaggio Gturistico vi era una fiorente colonia di, appunto, Village Weavers, cioè Tessitori dei Villaggi, più comunemente noti in italiano col nome di Tessitori Gendarme - Ploceus Cucullatus, tipicamente africani e certo scappati un giorno lontano da qualche gabbia e avendo pian piano colonizzato l’intera isola. Impossibile trattare tutti i tessitori insieme... tutti appartengono alla famiglia dei PLOCEIIDI, insieme ai nostrani Passeri (anche se recentemente questi ultimi sono stati spostati in una Famiglia a parte, i Passeridae), ma sono suddivisi in un elevato numero di Generi. Cominciamo dal più numeroso il GENERE PLOCEUS. A questo genere appartengono i Tessitori più comuni, in cui il giallo per i maschi soprattutto (ma anche per le femmine con toni più sfumati) la fa da padrone. Rispetto ad altri Generi quali Euplectes i Ploceus presentano una minor tendenza alla poligamia ed alcune specie (soprattutto di foresta) menano vita solitaria. Il piumaggio di eclissi spesso non è così dissimile
A sinisstra, Tessitore Baglafecht femmina, Ploceus Baglafech. Qui, Tessitore d’orato africano femmina, Ploceus Subaureus
Tess it o
re T ave t
a
a sinistra, tessitore gola marrone meridionale, ploceus xanthopteris. Qui, tessitore
tessitore collo
dagli occhiali
nero, ploceus
ploceus ocularis
nigricollis
qui sotto, , tessitore d orato di hulob, ploceus xanthops femmina. a destra, tessitore testa nera, ploceus melanocephalus
da quello nuziale come per altri generi e maschio e femmina spesso mantengo anche al di fuori del periodo riproduttivo piumaggi differenti anche se meno brillanti e colorati (soprattutto per i maschi). 2 specie mi piace menzionare: PLOCEUS CUCULLATUS, TESSITORE GENDARME, è la specie più comune, che chiunque vada nell’Africa subsahariana incontra. è inurbato e vive all’interno dei villaggi in colonie anche di grandi dimensioni (da cui il nome inglese VILLAGE WEAVER) ed è anche il tessitore del Genere Ploceus che è stato (ed ancora occasionalmente è) più importato in assoluto. La seconda specie è invece rarissima e sulla carta protettissima: il TESSITORE DI CLARKE (PLOCEUS GOLANDI) il cui areale è ormai ristretto a piccole porzioni di ciò che rimane della cosiddetta DRY TROPICAL FOREST, la foresta costiera del Kenya, che vede nel National Park di Arabuko Sokoke la sua porzione più famosa (soprattutto a causa dei cosiddetti ELEPHANT MOUSES, mammiferi insettivori arcaici col muso allungato in una sorta i proboscide). Io ho partecipato ad una sorta di “spedizione” per turisti ingenui alla ricerca di questa rarissima specie, non l’ho ovviamente vista, anzi ho saputo in seguito che in Agosto la specie era migrata, come suo solito, verso zone dell’interno...insomma la classica fregatura africana!
121
tessitore gendarme, ploceus cucullatus
, tessitore d orato africano, plceus subaureus
Protezionismo
IL CARDINALINO DEL VENEZUELA (una specie in via d’estinzione)
È
È indubbio che ogni specie oggi allevata abbia origini selvatiche. Da questo non si può prescindere e sono ipocrisie i pensieri che tutto il prelievo in Natura sia in fondo una goccia in un mare, che tanto molte delle specie allevate siano in realtà specie infestanti e quindi in sintesi è perfino meglio siano catturate che uccise a pietrate...ecc ecc. Scuse un po’ puerili. La cattura iniziale di specie oggi diffuse e da generazioni allevate in cattività rappresenta la parte non nobile di questo hobby per altri aspetti invece molto educativo. Chiunque pensi, si legga sopra, che le catture a scopo ricreativo (cioè aventi il fine di creare uccellini da compagnia) in fondo siano un’esigua causa di diminuzione della specie, in confronto ai cambiamenti ambientali, all’antropizzazione, alla caccia a scopi alimentari, alla persecuzione in quanto animali nocivi, chiunque pensi ciò nella maggioranza dei casi ci azzecca. Ma, come in ogni cosa, ci sono le eccezioni. E di queste eccezioni, motivo anche per una riflessione, vorrei parlare. Una di queste eccezioni è il CARDINALINO DEL VENEZUELA, Carduelis (Spinus) Cucullata. Mi piace infine cominciare da questo Spinus per parlare ogni tanto anche di Fringillidi, uccelli dei quali non ho esperienze allevative e di cui quindi non parlerò mai di come si allevino, sperando lo faccia chi se ne intende ed ha esperienze.
CARATTERISTICHE e HABITAT
Angel waterfall of Venezuela
Il Cardinalino del Venezuela è un Fringillide esotico. Appartiene al genere Carduelis, Genere che comprende anche il nostrano Lucherino. Peraltro molti autori preferiscono considerare questa specie, unitamente alla genia di specie di Fringillidi Sudamericani che in questi ultimi anni hanno invaso il mercato allevativo, come appartenente a Genere a parte: SPINUS. Rappresenta l’unico Spinus presentante il rosso, nel maschio, come colorazione di fondo al posto del giallo, colore invece costante nelle altre specie. Il dimorfismo sessuale è evidente, e non voglio spendervi parole, lasciando ogni riflessione alle foto (per chi ovviamente non conosca la specie). Il Cardinalino del Venezuela abita le aree aperte ai
124
125
Protezionismo
margini delle foreste ad altitudini comprese tra i 300 ed i 1300 metri. Un tempo formava grandi bande erratiche fuori dalla stagione riproduttiva, ma oggi è difficile perfino vedere una coppia.
DISTRIBUZIONE Cominciano le note dolenti. Il Cardinalino del Venezuela è oggi rarissimo. Una volta diffuso dal Venezuela alla Colombia da una parte, ed a tutta la Guyana fino ad arrivare in Brasile dall’altra, oggi la popolazione selvatica è ridotta a poche centinaia di individui, in areale assai frammentato. La popolazione più cospicua sembra essere quella della Guyana che, scoperta e rivalutata in tempi recenti, ha fatto tirare un respiro di sollievo ed allontanato il rischio di estinzione. In ogni caso si supera in tutto di poco i 1000 esemplari stimati in libertà.
MOTIVI DELLA RAREFAZIONE I motivi PRINCIPALI della rarefazione al limite dell’estinzione sono facili da comprendere: LE CATTURE A SCOPO ORNAMENTALE. Per capire le ragioni dell’estrema pressione che questa specie ha subito in tutto il XX secolo e che in parte sta ancora subendo, si legga il bel libro di Tim Birkhead THE RED CANARY: THE STORY OF THE FIRST GENETICALLY ENGINEERED ANIMAL, Bloomsbury Edition. Non so se vi sia edizione in italiano, io l’ho letto in inglese, ma è scritto bene ed è facilmente comprensibile. Tim Birkhead non è un allevatore ma uno zoologo specialista in comportamento evolutivo animale (quella branca delle scienze etologiche che si chiama sociobiologia). Quello che Tim descrive nel suo libro in dettaglio è, ben prima che arrivasse la pecora Molly, un esperimento di ingegneria genetica in cui si è creato un Canarino rosso, cioè un canarino, che di fondo è naturalmente giallo come buona parte dei fringillidi, a fattore rosso lipocromico. Inutile perfino dire come si sia creato, tanto è nota la cosa. Incrociando un maschio di Cardinalino del Venezuela con una femmina di comune Canarino Sassone giallo, si ottengono egli ibridi F1 fra cui le femmine sono per lo più sterili mentre i maschi F1 sono in parte fertili. Reincrociando un F1 con femmina di canarino si fissa nel tempo la colorazione rossa liprocromica con incroci successivi accorti ed appropriati. Quindi un autentico atto creativo di un ibrido detto Canarino a Fattore Rosso, frutto di un esperimento di inconsapevole ingegneria genetica.
OGGI La situazione oggi è cambiata ma non per questo la sorte di questo meraviglioso Fringillide è migliorata. Vero è che oggi il Cardinalino è comunemente allevato (al punto che la popolazione captiva è di gran lunga superiore a quella in libertà), certo è che la colorazione rossa è ampiamente diffusa nei canarini e per rafforzarla si usano comunque i cardinalini disponibili, cioè nati in cattività.......vero tutto questo, però non sufficiente. La pressione di cattura mediante trappole, cui questa specie, comunque confidente e curiosa, sembra essere particolarmente incline ad essere ingannata, continua. Soprattutto in Guyana
126
127
Protezionismo
dove è più difficile la protezione. Il motivo è che la diffusione captiva in quelle aree è paradossalmente minore che in Europa e quindi è paradossalmente più facile entrarvi in possesso mediante catture illegali. Il fatto che la specie sia in pericolo di estinzione per certi versi rende i suoi esemplari perfino più ambiti.
PROGETTI DI PROTEZIONE Rimando al sito http://blog.umd.edu/braunlab/red-siskin-conservation/ molto interessante ed approfondito. Le azzioni intraprese o da intraprendere (mediante specifici piani a campagne nazionali ed internazionali) sono le seguenti: 1) Valutazione del livello di presenza e protezione della specie all’interno delle riserve e parchi protetti. Ciò è stato fatto in Venezuela, Colombia e Porto Rico (dove peraltro è dubbia la presenza attuale della specie, tra l’altro pure, sembra, esistente (o esistita) come conseguenza di fughe di soggetti di cattura); 2) Migliorare la situazione della legislazione a tutela di questa specie; 3) Sviluppare un piano di gestione efficace per garantire la protezione della popolazione della Guyana; 4) Indagare la possibilità di PROGRAMMI DI ALLEVAMENTO e REINTRODUZIONE IN CATTIVITA’. Ho messo questo punto volutamente in maiuscolo. Tralasciando le difficoltà di reintrodurre una specie allevata da generazioni, selezionare ceppi pure (cioè esenti da mutazioni e portatori di mutazioni apparentemente ancestrali) qui si arriva al paradosso: la salvezza di una specie è stata ed è al tempo stesso la principale causa della sua scomparsa!!!
RIFLESSIONE FINALE Questo esempio non è unico, per altre specie la cattura in Natura è stata causa di forte rarefazione (si vedano i casi del Padda di Timor o del Bengalino Verde). Le catture ed i prelievi di uccelli in Natura vanno limitate il più possibile. Non bisogna rimpiangere i tempi delle importazioni. Molte specie sono al limite dell’estinzione o estinte in cattività. Compito di un bravo allevatore è cercare di riprodurre quello che si ha per ridiffonderlo eventualmente e non cercare di appropriarsi di uccelli catturati. Che il caso del Cardinalino sia spunto per evitare d’ora in avanti certi comportamenti.
mappa di distribuzione del cardinalino
128
129
Tutto iniziò con BIG E CARRIE
I
di Valentina Zazzetti
Iniziai la mia avventura “ornitologica” 10 anni fa, quando entrai in un piccolo negozio di animali qui nel quartiere per comprare i croccantini ai miei cani; a un tratto fui attratta da quella batteria di gabbie (6 circa) contenente 2/3 esemplari di varie specie di uccelli... lì, scattò la scintilla! Dissi alla commessa quale uccellino poteva consigliarmi non avendo alcuna esperienza e lei mi rispose sicura: “una bella coppietta di diamanti mandarini!” ...quel giorno tornai a casa con loro e armata di gabbia e tutto il necessario iniziai a prendermene cura senza dover fare chissà cosa se non pulire la gabbia e rifornire l’acqua e il cibo... mi godevo solo lo spettacolo di vederli zompettare e canticchiare allegramente...li chiamai “Big e Carrie” (vedevo Sex & the City)! Arrivata la primavera senza che nemmeno me ne resi conto uscirono dal nido altri due piccolini tutti marroni... erano troppo carini ...ma una volta potuto li regalai. Dopo pochi giorni la mamma scappò (forse per cercarli); io e Big eravamo dispiaciutissimi tanto che lui dopo poco morì... Da li iniziò la mia avventura con i pappagalli: le Calopsiti Paride e Penelope, le cocorite Blu e Joielle (dal cartone Rio), i 6 roseicollis e infine i meravigliosi fisher Mimi’ e Coco’... purtroppo abito in un condominio di 8 piani e forse troppo tardi capii che i pappagalli non potevano convivere con questi presupposti viste le continue lamentele per il chiasso che facevano e quindi una volta venduti loro e voliera giurai che la mia avventura era giunta al capolinea!
130
Il fatto è che proprio non ci riesco e così ora mi trovo di nuovo con una bellissima gabbietta e una bellissima diamantina bianca... eh sì, sono tornata alle origini; ho capito che quando si ha una passione non bisogna seppellirla ma trovare la giusta misura per poterla coltivare e i diamantini come tutti gli esotici sono la giusta scelta. A breve prenderò anche un gould testa rossa perché hanno dei colori meravigliosi e poi, e poi, chissà! Tanto lo so che non finisce qui ...
L’intervista
L’intervista
Allevare è arte L’hobby per l’ornicoltura abbinato ad indubbio estro artistico produce dei connubi interessanti come in Annalisa Secoli…
testa azzurra e passeri del giappone. La mia più grtande gioa però è Charlie…...
C
Ciao Annalisa, è un po’ che vediamo tutti in questo gruppo le tue opere, disegni di differente foggia ma anche ciondolini...ci hai messo curiosità...raccontaci un po’ di te… Ciao Andrea sono Annalisa Secoli, ti dico subito che a scrivere sono un pò impedita ma ti racconto un po la mia storia….. Non ti preoccupare, nessuno è professionista qui, ci stiamo tutti arrangiando in questa avventura di una rivista Facebook… Ah bene sono in compagnia allora….allevo uccellini da quando avevo 14 anni, quindi sono 11 anni circa. La mia passione nacque quando al dodicesimo compleanno una mia amica mi regalò il primo diamante di gould (era un petto bianco testa rossa) . Da li mi sono informata sempre di più su svariati libri e forum dedicati e ho appreso quasi tutto quello che so adesso sull’allevamento. Ma la cosa più utile per imparare ad allevare secondo me è confrontarsi il più possibile con altre persone e allevatori appassionati. Le mostre ornitologiche sono un ottimo luogo di ritrovo per esempio. Oggi allevo alcuni uccelli esotici tra cui diamanti di Gould, diamanti mascherati, astrildi
Il tuo fidanzato? In un certo senso…. ma è grigio e con la coda color aceto...è un Pappagallo cenerino, soprannominato affettuosamente Pollo. Gli voglio talmente bene da avergli dedicato il nome del mio allevamento, che infatti si chiama”Gli amici di Charlie”. È con me da 5 anni e l’ho preso che era ancora un pulletto perché i genitori lo avevano abbandonato. Adesso è quasi un figlio per me, un blaterone straviziato e coccolato. E questo per quanta riguarda la tua esperienza di allevatrice, ma i disegni….. Quella mia seconda passione il disegno artistico, e per unire le due cose adesso disegno molto spesso i volatili, in generale disegno solo animali visto che ne sono innamorata. :) Non ho mai frequentato scuole di disegno, diciamo che sono autodidatta. Le tecniche che preferisco usare sono quelle con le matite colorate, gli acrilici su tela e i disegni a biro. Di recente mi è nata una nuova passione che è quella del modellismo, infatti vorrei creare ciondoli, portachiavi, calamite, bracciali ect. dedicati ai volatili da vendere agli allevatori interessati, saranno una vera FIGATA vedrai! Infine ho una pagina facebook dedicata ai miei disegni che si chiama Annalisa Secoli Art. Mi raccomand e perfavore mettete tutti un bel “Like” sulla mia pagina, condividetela e fatela edere a tutti i vostri amici e contatti!
133
L’angolo dei becchi storti
PAPPAGALLI DEL GENERE RHYNCHOPSITTA
L
di Marco Cotti
La faccia rivestita di penne e la coda breve distraggono l’attenzione dalle caratteristiche, per altro simili a quelle delle are, del Pappagallo dal grande becco (R. pachyrhyncha) e del Pappagallo dalla fronte marrone (R. terrisi). Alcuni testi di ornitologia li considerano sottospecie piuttosto che specie distinte. Le loro dimensioni sono, rispettivamente, di 38 e di 43 cm. La livrea del Pappagallo dal grande becco è di un bellissimo tono di verde scuro. La fronte e il vertice del capo sono rossi; una larga striscia pure rossa attraversa l’occhio. L’estremità delle ali e le cosce sono rosso scure. Le copritrici inferiori delle ali sono di colore giallo brillante. Gli immaturi hanno molto meno rosso nella livrea: il rosso è prevalentemente presente sulla fronte come anche sulla parte anteriore della corona. La pelle attorno all’occhio è bianchiccia (gialla negli adulti). Fra i pappagalli neotropicali è la specie che ha la distribuzione- più settentrionale. Un tempo era presente negli stati meridionali degli Stati Uniti, nell’Arizona del sud e nel Nuovo Messico, come irregolare visitatore invernale fino a circa il 1930. Non si sa se negli Stati Uniti si riproduceva oppure se era solo un semplice visitatore in periodi di scarsità di cibo. Più recentemente è stato osservato solo nel Messico ma ha nidificato 150 km all’interno del territorio degli Stati Uniti. Se vi si fosse nuovamente stabilito, ciò potrebbe in definitiva dimostrarsi fondamentale per la sua sopravvivenza, data la progressiva riduzione del suo habitat e in particolare dei grandi pini o dei ceppi di alberi morti in cui nidifica. Un tempo le montagne dell’Arizona erano fortemente interessate da attività umane, con fattorie, miniere e prospezioni minerarie; molti uomini avevano fucili e molti pappagalli dal grande becco furono uccisi. Oggi la popolazione si è molto ridotta in queste regioni e l’habitat per i pappagalli è eccellente, con molti potenziali siti di nidificazione in vecchie cavità dei tronchi scavate dai picchi. Il disboscamento è stato limitato dato che i ripidi pendii lo rendono difficile. La grande quantità di Pappagalli dal grande becco contrabbandati negli Stati Uniti nel- 1985 e nel 1986 (le stime vanno da alcune centinaia a oltre un migliaio) lascia pensare che questa specie si sia nuovamente stabilita in Arizona. Nel settembre 1986 fu effettuato un primo lancio di tredici esemplari selvatici confiscati ai bracconieri. Il 16 ottobre ne furono rilasciati altri. L’alta mortalità risultante fra gli uccelli liberati avrebbe potuto essere evitata: i lanci coincisero con la migrazione autunnale di rapaci che ebbero a disposizione prede facili, data la scarsa abilità al volo di alcuni dei Pappagalli dal grande becco. Si spera che i futuri lanci vengano effettuati con maggiori cautele e che questo nobile pappagallo possa nuovamente far parte degli uccelli indigeni degli Stati Uniti. Il Pappagallo dal grande becco viene fatto riprodurre in pochi allevamenti privati; infatti molti avicoltori lo
134
Rhyncopsitta terrisi
135
L’angolo dei becchi storti
rhyncopsitta pachyrhyncha
Coppia di Rhynchopsitta pachyrhyncha
considerano troppo rumoroso e demolitore. Bisogna tuttavia considerare che fuori degli Stati Uniti c’è scarsa disponibilità di Pappagalli dal grande becco e vanno registrate molte discussioni fra gli avicoltori statunitensi relativamente alla possibilità, o meno, di consentire la cattura di questi pappagalli, ormai considerati una specie indigena. La covata va da due a quattro uova e l’incubazione dura ventisei giorni. In Europa questa specie nidifica tardi (in agosto o in settembre) e non si è dimostrata prolifica. Il Pappagallo dalla fronte marrone differisce da quello dal grande becco per il colore delle penne della fronte che, come dice il nome, sono di colore bruno marrone. La striscia sull’occhio e l’estremità delle ali e delle cosce sono rosso bruniccio e le copritrici inferiori delle ali grigio-argentee. Vive solo nella regione nord-orientale del Messico, nelle foreste di pini e di solito ad un’altitudine che può variare da 2.000 a 3.500 m. Negli anni recenti il numero di questi pappagalli è notevolmente diminuito perché la loro limitata area di distribuzione li rende estremamente vulnerabili. Nidificano nelle cavità delle rupi. Sono stati visti corvi entrare nelle cavità ove sicuramente nidificavano i pappagalli, quasi certamente per razziare uova o pulcini. Inoltre le foreste miste di conifere da cui i pappagalli dalla fronte marrone dipendono per il cibo, si vanno rarefacendo a causa del fuoco, dei tagli boschivi, del pascolo e delle coltivazioni. Questa specie è quasi sconosciuta in cattività.
136
Passero Striato
Viaggio nel mondo delle Lonchurae
Prima parte
IL PASSERO STRIATO di Andrea Miraval
lonchura striata fumigata
138
C
Comincia qui un affascinante, spero, viaggio tra le 41 (riconosciute finora) specie appartenenti al Genere Lonchura. Certo non le vedremo tutte (anche se una buona parte sì) ma solo quelle che occupano un posto rilevante (o periferico) nel mondo dell’ornicoltura amatoriale. Per dirla più semplicemente analizzeremo solo le specie che frequentemente o occasionalmente si incontrano fra gli appassionati ed alle mostre e mercati di settore. Le Lonchure rappresentano infatti un Genere di Astrildi che contengono alcune specie di Passeriformi benissimo adattatisi alla vita captiva, in primis il cosiddetto Passero del Giappone che andrebbe in realtà chiamato Passero striato, essendo la versione domestica di questa specie. Le Lonchurae nell’ambito del settore dei cosiddetti Uccelli Esotici, alias passeriformi granivori appartenenti principalmente alle Famiglie dei Ploceidi e soprattutto degli Estrildidi o Astrildi, sono un sottosettore con specifici appassionati. La bellezza di questi uccelli infatti non risiede nei colori brillanti ma nelle varie sfumature di nero, marrone, beige e bianco del loro piumaggio spesso mirabilmente contrastanti.
139
Passero Striato
L´assenza di lipocromi e la presenza dei soli pigmenti feomelanici non rendono meno attraenti queste astrildi. DA SINISTRA: CAPPUCCINO TRICOLORE, DOMINO, DONACOLA PETTOCASTANO
CARATTERISTICHE E TASSONOMIA Le Lonchure sono una Famiglia di Astrildi (Lonchurinae). Lonchura significa “Coda a punta” ma questa in effetti non è caratteristica comune a tutte le specie, alcune delle quali presentano code tronche e brevi. Si deve questa parola al fatto che la prima specie descritta ed ascritta a questo genere fu il Domino (Lonchura punctulata) che appunto presenta coda rastremata a punta, come tutte le specie asiatiche definite in italiano con l’improprio nome di Passero. In realtà la prima classificazione delle specie oggi inserite in questo raggruppamento descriveva differenti Generi, quali Lonchura (appunto), Munia, Spermestes, Donacola, Euodice, Odontospiza, Eteromunia e Padda. Oggi un riassestamento sistematico (conseguenza di fini analisi morfo-comparative, comportamentali e genetiche) ha portato tutte queste specie ad un grado di apparentamento molto maggiore tra loro. Appartengono quindi tutte al medesimo Genere, suddiviso in una serie di Sottogeneri che corrispondono ai Generi precedenti. Prima di parlare di questi sottogruppi è però essenziale identificare le caratteristiche comuni a tutte le Lonchurae che possono essere così elencate:
Assenza di lipocromi: i pigmenti liposolubili gialli, rossi e verdi che donano splendide cromie, combinandosi
fra loro, in altre famiglie di Astrildi, sono qui compiutamente assenti. Sono presenti solo pigmenti feomelanici che donano cromie nella gamma del marrone. Combinandosi riescono talvolta anche a conferire colorazioni rossastre o giallastre, come nel Cappuccino Ventre Rosso (Lonchura spectabilis) o il Cappuccino nero (Lonchura stygia) in cui il sopracoda risulta giallastro e, solo per il primo, il ventre rossastro. La cromia predominante anche in queste specie è però quella della scala dei marroni, dal bianco al nero.
Ali corte: le ali non sono mai eccezionalmente sviluppate, risultando abbastanza corte e tozze in praticamente tutte le specie.
Becco decisamente tozzo e grande: la predisposizione ad alimentazione quasi eminentemente granivora
140
(tranne che durante il periodo riproduttivo) ha fatto evolvere in queste specie un becco decisamente adatto all’uopo, robusto, slargato alla base, talvolta enorme (come nel Cappuccino beccogrosso, Lonchura grandis o come nella Nonnetta maggiore, Lonchura fringilloides). La colorazione è totalmente nerastra, o color piombo-argentata, oppure, condizione più comune, con la valva superiore scura e quelle inferiore di tonalità decisamente più chiara (grigio chiaro o biancastra). In una specie il becco assume colorazione rossastro-rosacea ma non per presenza di lipocromi ma per assenza di pigmenti feomelanici. La ranfoteca è cioè depigmentata e la fitta rete di capillari sottostanti si rende evidente conferendo al becco il colore di cui sopra. Questa condizione si verifica ovviamente nel Padda, Lonchura orzyvora.
Alto livello di socialità: anche se le Lonchure selvatiche non sono ai livelli del Passero del Giappone che ha inventato “la comune” anche durante il periodo riproduttivo (tutti dentro al nido, tutti insieme alla vecchia figliolanza, perfino quando ci sono uova di una nuova figliolanza..) è indubbio siano Astrildi estremamente socievoli, che amano la compagnia dei conspecifici anche durante il periodo riproduttivo (bassa territorialità, con territorio che si riduce al solo nido e qualche centimetro intorno). Vivere e riprodursi in colonia offre numerosi vantaggi soprattutto nei confronti della predazione (difesa passiva). Le coppie sono monogame e mantengono questo legame per più di un evento riproduttivo. Assenza di dimorfismo sessuale: distinguere un maschio da una femmina di qualsiasi specie di Lonchura è roba per intenditori. Vi è qualche dettaglio anatomico quale un maggior spessore della base inferiore del becco nel maschio rispetto alla femmina, una testa più arrotondata nel maschio, ma l’unico di fatto certo fattore di riconoscimento dei sessi è il canto del maschio. Un canto fra l’altro minimo, costituito in buona parte da suoni di frequenza molto corta, ultrasuoni quindi non udibili al nostro orecchio (ma udibili ed apprezzabili a quello delle femmine). Ciò è ovviamente conseguenza dell’estrema monogamia che le Lonchure presentano.
141
Lonchura striata acuticauda
Queste la caratteristiche comuni. Poi vi sono alcuni caratteri che suddividono le Lonchurae in una serie di sottogruppi. Una volta come detto, il genere Lonchura era solo relativo al gruppo di specie asiatiche, denominate Passeri o Domini. Le altre Lonchurae appartenevano a Generi differenti che oggi sono divenuti altrettanti Sottogeneri (i sottogruppi di cui sopra) che trovano corrispondenti nomi volgari in italiano. Di seguito l’elenco dei Sottogeneri: Lonchura: Passeri e domino Spermetes = Rondinelle o Nonnette Munia = Cappuccini Donacola = Donacole Euodice = Becco di piombo e Becco d’argento Odonstospiza = Becco di piombo testa grigia Eteromunia = Donacola petto bianco Padda = Padda e Padda di Timor Cominciamo qundi il nostro viaggio dal Sottogenere Lonchura, quelli che volgarmente sono chiamati Domini e Passeri (anche se con il Passero vero e proprio, Passer domesticus, hanno ben poco in comune e non sono strettamente imparentati). E cominciamo dalla specie di Lonchura, più docile, domestica e diffusa in allevamento con il nome (improprio) di PASSERO DEL GIAPPONE. Il PASSERO STRIATO (Lonchura striata). Vedremo le sue caratteristiche ed il suo stile di vita, e la storia del suo addomesticamento che lo ha portato ad essere senza dubbio, la specie di Passeriforme che meglio si è adattata a vivere in cattività.
142
Lonchura striata subsquamicollis
IL PASSERO STRIATO (Lonchura striata)
Questa misconosciuta specie agli allevatori in realtà si cela, come detto, dietro mentite spoglie. Prima di parlare di come si sia originato il cosiddetto Passero del Giappone (Lonchura striata domestica) parliamo rapidamente della Specie da cui si è originata, il Passero Striato appunto.
DISTRIBUZIONE, HABITAT E COMPORTAMENTO IN NATURA
È specie molto diffusa, con numerose sottospecie, dall’India alla Cina meridionale, passando per la Thailandia, la penisola Malese, Sumatra fino a Taiwan. Insomma una specie cosmopolita, adattabile e che vive in numerosi habitat, dalle aride praterie aperte ai giardini e parchi suburbani dove è spesso associato, talvolta in stormi misti, al Domino (Lonchura punctulata) e Cappuccini. A differenza del Domino però il Passero striato è meno confidente con l’uomo, alla cui vista scompare rapidamente nel folto dei cespugli o dei canneti di bambu. Si nutre sia a terra sia sulle piante dove queste Lonchurae si arrampicano agilmente. Si nutre di semenze di vari tipi, sia secche che immature. Normalmente forma stormi modesti, composti al massimo da 10 individui, ma in particolari periodi dell’anno, quando ad esempio il riso è giunto a maturazione, è capace di formare bande erratiche anche di notevoli dimensioni. Insomma come già ricordato, è specie estremamente adattabile, opportunistica, in grado di mutare il suo comportamento in rapporto alle condizioni ambientali e trofiche.
143
Lonchura striata
swinhoei
Lonchura striata swinhoei
RIPRODUZIONE
Il Passero striato mantiene la sua socialità anche durante il periodo riproduttivo che coincide largamente con la stagione monsonica delle piogge. Costruisce rozzi nidi sferoidali con ingresso laterale, assemblati su bassi cespugli o talvolta a terra tra l’erba alta. I vari nidi della colonia sono posizionati anche molto vicini l’uno all’altro, indice di bassa territorialità intraspecifica. Vi vengono deposte 3-8 uova con una media di 5 biancastre. L’incubazione cui entrambi i genitoi vi si dedicano assiduamente dura mediamente 14 giorni. I pulli lasciano il nido a 3 settimane e divengono indipendenti a 5. Peraltro non rompono i rapporti con la famiglia di origine, come avviene per tante altre specie e se i genitori non sono impegnati in altra covata, continuano ad usare il nido come camera comune insieme ai genitori. Talvolta anche altri esemplari, magari figli di precedenti covate, si uniscono all’allegra brigata. E così di notte queste rozze palle di fibre intrecciate sono spesso stracolme di Passeri striati...del resto nulla di nuovo sotto il sole per chiunque abbia avuto a che fare con i suoi discendenti domestici!
SOTTOSPECIE
si riconoscono 8 sottospecie di Passero striato, di cui una la swinhoei, che vive nella Cina meridionale è quella fortemente indiziata di essere quella da cui sono derivati tutti i Passeri del Giappone. Le differenze tra le varie sottospecie sono relative al colore del dorso e del sopracoda, alla colorazione del ventre, alla lunghezza della coda etc. non mi soffermerò qui ad elencare le varie sottospecie, di cui ho allegato però qualche foto.
144
IL PASSERO DEL GIAPPONE: STORIA DEL SUO ADDOMESTICAMENTO
Se il processo di addomesticamento di un modesto Fringillide delle Isole Canarie da parte degli Spagnoli (in particolare l’aristocrazia e addirittura la Corona spagnola), fino a farlo diventare il più famoso uccellino da gabbia, parlo ovviamente del Canarino (Serinus canaria)...se questo processo è abbastanza ben documentato, una cortina fumosa ammanta le origini del Passero del Giappone, fino a ritrovare sui tanti testi classici dedicati all’allevamento di questa specie, l’affermazione che probabilmente questa Lonchura domestica è frutto di incroci ripetuti tra varie specie di Lonchurae selvatiche. Ad esempio Giorgio de Baseggio nel suo classico “I ploceidi, piccoli esotici da gabbia e da voliera” ipotizza l’ibridazione di ben 3 specie: il Passero striato sottospecie indiana (Lonchura striata striata), il Passero striato sottospecie “acuticauda” (Lonchura striata acuticauda) ed il Domino (Lonchura punctulata). Altri parlano di incroci multipli fra varie specie di Lonchure, tra cui il Becco di Piombo, il Passero Striato, la Donacola, et al, operate da bravissimi allevatori giapponesi. Una sorta di fusione nucleare che ha creato questa specie incredibilmente adatta alla vita captiva e capace di “sostenere” in qualità di balia un gran numero di stupende specie di Astrildi, australiani ed africani. Allevatori giapponesi, talmente bravi da essere ancora oggi inimitabili per chiunque si voglia cimentare nell’ibridazione delle Lonchurae, da cui nascono progenie in gran parte sterili e non in grado di mantenere i caratteri nell’eventuale figliolanza che da essi deriva. Una bravura di questi antichi allevatori così incredibile da essere di fatto falsa. L’analisi genetica ha spazzato ogni dubbio. Il Passero del Giappone non è un ibrido, o una chimera un pezzo dell’una specie, un pezzo dell’altra. È semplicemente il Passero striato addomesticato, nulla di più. I motivi per cui per così tanti anni ci si è baloccati ad immaginare il PdG come prodotto di raffinatissime (ed ormai perdute) tecniche di ibridazione sono da ricercarsi, oltre che nella mancanza di testimonianze e referti storici in merito, in un libro del 1894 di Arthur Butler, “Fringuelli esotici in cattività”, dove c’è il primo riferimento che il PdG sia un ibrido tra il Becco di Piombo ed il Passero striato. Da qui come un copia incolla, tanti hanno portato avanti negli anni la teoria della chimera. Si devono attendere gli anni ‘50 con i lavori di Desmond
145
Passero Striato
Morris (noto etologo e divulgatore inglese, autore fra l’altro del celebre libro sul comportamento umano “La scimmia nuda”) ed Erica Elser (allevatrice ed ornitologa) di comparazione comportamentale e morfologica tra il PdG ed altre specie di Lonchure per comprendere la vera origine, molto meno farraginosa e semplice. Ci si deve ora chiedere però perché il Passero del Giappone si chiami così, visto che deriva da un progenitore che, per quanto presenti un ampio areale, in Giappone non ci sia mai stato, se non come animale di provenienza captiva, nemmeno per sbaglio. L’allevamentto del Passero striato risale alla notte dei tempi. Sono scarsissime le informazioni e tutte però provengono dalla Cina e dal Vietnam dove pare già 4000 anni fa fosse già tenuto come animaletto domestico nelle case. In Cina l’allevamento fu poco successivo. Si deve attendere il XVIII secolo perché commercianti cinesi portassero in Giappone i primi esemplari di Lonchura striata, suscitando interesse soprattutto relativamente al suo comportamento ed alla sua docilità e adattabilità alla vita captiva. Meno relativamente al suo aspetto. In un manoscritto commerciale cinese rinvenuto si parla, insieme ad altri prodotti, dello smercio di “piccoli uccelli marroni” chiamati Bengalesi. Uno dei primi chiari riferimenti del PdG. In Giappone cominciano a comparire le prime mutazioni di colore in primis la depigmentazione schizocroica a carico dell’intero piumaggio (esemplari bianchi) o a chiazze alternate a macchie pigmentate marroni con la formazione dei ben noti pezzati. Riscuotono immediato successo e sono quindi selezionate e definite dai bravissimi allevatori giapponesi. Altra mutazione selezionata in Giappine è la fulva (mutazione feomelanica). La pezzatura e soprattutto gli esemplari bianchi determinarono la fortuna di queste Lonchure anche in Europa. Il tedesco Karl Russ fu il primo importatore (1871) e divulgatore europeo del PdG, soprattutto di esemplari bianchi, tutti provenienti dal Giappone, dove questa mutazione come detto si era fortemente affermata. Cambiò anche il nome da Fringuello del Bengala come erano chiamati in Giappone (facendo intendere la sua vera origine) a Japanische Movchen cioè Piccolo Gabbiano Giapponese. Fu da qui in avanti che l’aggettivo “Giapponese” o “del Giappone” fu introdotto nel nome con cui queste Lonchure erano chiamate. Quindi PdG bianchi o pezzati (e poco dopo ciuffati) furono i primi ad affermarsi in Europa. Questo il ceppo primitivo. Per ritornare ad avere standard più simili al ceppo selvatico si deve attendere gli anni ‘50 quando in Danimarca gli allevatori Ehehjelm e Langberg, mediante un fine lavoro di reincrocio con esemplari di Passero Striato selvatico appartenenti alla sottospecie squamicollis e striata soprattutto, che definiscono esemplari bruni puri. Arriviamo rapidamente all’oggi quando ancora gli esemplari monocromatici, bruni, fulvi o argentati rappresentano i soggetti di maggiore selezione ed i pezzati quelli di minor pregio e originali europei.
Lonchura striata domestica
Cantore d ’Africa
Il colore nel canto: IL CANTORE D’AFRICA
V
di Andrea Miraval
Voglio parlare di un uccellino quasi insignificante quanto a colorazione, di un grigio smorto, nemmeno metallico o iridiscente. E non è che il maschio riservi sorprese: anche lui porta lo stesso pigiama stazzonato color fuliggine! E allora, cos’ha di particolare? Ecco questo insignificante Fringillide africano, un tempo protagonista, suo malgrado di massicce importazioni, si trasforma al pari di un licantropo in un principe maestoso quando riesce a dare sfogo alla sua ugola d’oro! Per noi allevatori di estrildidi africani ed australiani (in parte anche asiatici, si vedano le lonchurae), per noi amanti di uccelli dagli splendidi colori contrastati, dai riflessi spesso metallici (effetto Tyndal) mirabili alla vista, talvolta anche durante il periodo della muta, per noi amanti dell’incanto dei dorsi verde prato che rimandano a mimetismi relativi a jungle sempreverdi, per noi amanti della socialità che spesso permane anche durante la stagione riproduttiva, per noi amanti di tutto questo..... il canto rimane però quasi sempre un’utopia. Dagli sgraziati “cigolii” del Gola Tagliata, al prolungato allarme antifurto del Diamante Guttato, fino al cinguettio flebilissimo ed in parte muto del Diamante di Gould, al “raschiamento” del Passero del Giappone, fino ad arrivare al monotono pepepepepe del Diamante Mandarino. Per trovare una cascata di note che possa avere un senso ci si deve imbattere in qualche Astrilde africana come il Cordon Blu (entrambi i sessi fra l’altro) o il rarissimo Becco Azzurro pettorosso. Ma comunque nulla regge il passo come la melodia di un Serino africano o di uno Spinus sudamericano. Il mondo degli Esotici e dei Fringillidi, oggi piuttosto separati, erano un tempo assai più promiscui, specialmente relativamente allo splendido mondo dei Canarini Africani. Ne arrivavano diverse specie all’epoca delle grandi importazioni
148
149
unitamente ed insieme alle astrildi africane. Fra queste i più comuni erano senz’altro il Canarino del Mozambico (Serinus Mozambicus) e, appunto, il nostro Cantore d’Africa (Serinus Leucopygius). Però prima di addentrarci a capire il comportamento e le modalità di allevamento del Cantore d’Africa mi piace fare un breve cappello introduttivo sui Canarini Africani.
CANARINI AFRICANI
canarino del capo
150
L’Africa dona una moltitudine di specie di Canarini. Accanto al progenitore dell’uccellino domestico più conosciuto e diffuso del mondo, Serinus Canaria alias Canarino, diffuso su alcune isole politicamente territorio spagnolo (le Canarie), ma geograficamente anch’esse appartenenti all’Africa, si trovano molte altre specie africane, gialle o biancastre, e che abitano habitat profondamente differenti, dalla foresta tropicale passando per gli aridi altopiani etiopici, fino ad arrivare a zone sub o semidesertiche. Anche gli areali variano enormemente in estensione, da specie quasi cosmopolite come il Canarino del Mozambico – Serinus Mozambicus (che nonostante il nome è diffuso ben oltre il Mozambico), o il canarino solforato – Serinus sulphuratus, o il nostro cantore d’Africa, a specie con areale ridottissimo o residuale di ben altre estensioni nel passato, come il canarino golagialla (Serinus flavigula) o il canarino del Salvadori (Serinus xantholaema), presenti solo su limitatissime aree degli altopiani dell’Etiopia centrale e meridionale. Una specie molto particolare perché atipicamente di colore cannella, il Canarino dell’isola di Principe (Serinus rufobrunneus) è presente appunto solo sulle Isole di Sao Tome e Principe. Alcune specie sono state protagoniste di importazioni più o meno massicce, più o meno estese nel tempo. Oggi possono dirsi affermate, o semplicemente presenti e riprodotte in cattività alcune specie, che trovano estimatori meno numerosi di quelli relativi agli spinus sudamericani ed ancor meno di quelli relativi ai carduelis europei, di seguito elencate: ■ CANARINO DEL MOZAMBICO (Serinus mozambicus) ■ CANARINO SOLFORATO (Serinus sulphuratus) ■ CANARINO VENTREBIANCO (Serinus dorsostriatus) ■ CANARINO VENTREGIALLO (Serinus flaviventris) ■ VENTURONE AFRICANO (Serinus citrinelloides) ■ CANARINO GOLANERA (Serinus atrogularis) ■ CANARINO GOLABIANCA (Serinus albogularis). Oltre a queste ovviamente il nostro Cantore d’Africa...
In alto a sinistra: Cantore d’Africa, Canarino di Ruppel e, Canarino del Mozambico
Canarino ventregiallo
Canarino venterbianco
Canarino golanera
TASSONOMIA
Il Cantore d’Africa appartiene alla Famiglia dei Fringillidi. Cosa significhi ed in cosa i Fringillidi si differenzino dagli Estrildidi e Ploceidi è argomento che abbiamo già affrontato in specifico articolo. Qui mi piace descrivere brevemente il Genere Serinus, genere appunto ascritto alla famiglia dei Fringillidi. La nuova rivalutazione sistematica ha scorporato il genere Serinus in 2 generi: Serinus e Critharga, che comprende la maggioranza delle specie. Io non essendo tassonomo, mi piace nominare tutti questi uccellini semplicemente Serinus, in attesa di nuove e sempre possibili rivalutazioni. I Serinus sono Fringillidi del vecchio mondo. Diffusi in Europa, Asia Mediorientale ed Africa. I Serinus presentano come caratteristica anatomica peculiare un becco conico più massiccio e soprattutto meno allungato dei rappresentanti del Genere Carduelis. Anche il dimorfismo sessuale nel Serinus non è mai marcato come per alcune specie di Carduelis (si vedano sopra tutte il Carduelis Cucullatus – Cardinalino del Venezuela o il Carduelis xanthogastra – Lucherino ventregiallo) ma accennato (seppur visibile) o del tutto assente come nel nostro Cantore d’Africa.
PRIMO INCONTRO
Ho avuto due coppie di questo gioiello canoro africano. Cosa dire? La mia personale esperienza è che quest’uccellino può convivere con altri astrildi o fringillidi a patto che gli si lasci grande spazio. È insomma personaggino battagliero e piuttosto territoriale, a guisa di tanti fringillidi, soprattutto e sostanzialmente nel periodo amoroso. A parte questo il suo canto semplicemente “riempie ogni spazio” con cascate di note tanto varie quanto cristalline. Sono anche riuscito a farlo riprodurre, cedendo le uova ad un amico e facendole covare da canarini sassoni di modeste dimensioni. Però qui voglio parlarvi del mio primo incontro che è anche monito per chiunque possa rimpiangere (o magari invece perché non le ha mai vissute di persona) l’epoca delle grandi importazioni di massa di uccelli esotici. I Cantori d’Africa arrivavano in partite molto numerose verso la tarda primavera. Li stipavano in gabbioni, molti con chiari scompensi nel bioritmo causati da stress, con evidenti ed estese zone di alopecia sul dorso collo e talvolta anche ventre. Gli occhi, per questa specie in particolare, dovevano evidentemente rappresentare un punto debole o forse nello stress del trasporto e
Canarino pettogiallo
del sovraffolamento i vari soggetti si beccavano vicendevolmente con forza...fatto sta che gli occhi erano spesso gonfissimi e chiusi. L’aspetto diventava perciò grottescamente orribile, con la testa pelata e gli occhi sporgenti! Che pena pensavo. Non mi avevano mai attratto particolarmente ma a pensare come si potevano ridurre quelli ancora sani, ne presi una coppia senza molta convinzione, anche se già a a conoscenza delle sue notevoli doti canore....beh forse è stata la specie che mi ha riservato più sorprese per il temperamento, l’indole domestica ed il canto...al punto che ora quando li guardo (le rare occasioni in cui oggi ci si imbatte in loro) mi appaiono perfino belli esteticamente!
HABITAT E DIFFUSIONE
Il Cantore d’Africa non è certo specie rara o discreta. Lo si trova praticamente in tutta l’Africa subsahariana (con tutte le sue numerose sottospecie) dalla Nigeria all’Etiopia. È legato fortemente ad un ambiente subdesertico, di boscaglia arida o savana aperta al di sotto dei 1000 metri. Si associa spesso ad Astrildi ed altri Fringillidi, tra cui il preferito è l’altro Canarino africano molto amato e conosciuto da noi allevatori; il Canarino del Mozambico (Serinus Mozambicus). Difficilmente in grandi bande, più spesso in gruppetti o meglio in coppia, ricerca il cibo a terra fra la sterpaglia secca, dove si nutre di grande varetà di semi. Risulta di indole mite, confidente e facilmente avvicinabile, e questa è stata (ed è ancora) la sua maledizione perché è facilmente catturabile mediante trappole.
ESPERIENZE DI ALLEVAMENTO.
Piccola premessa: nonostante la grande diffusione fino ai primi anni del nuovo millennio, cioè fino al blocco importativo, oggi la specie è piuttosto rara negli allevamenti. Questo lo si deve fondamentalmente a 3 cause: ■ si preferiscono oggi altre specie di canarino, un tempo minormente importate e, proprio per questo motivo, a cui più allevatori ci si sono dedicati fin dall’inizio nella loro riproduzione. Risultato oggi sono decisa-
153
Cantore d ’Africa
Cantore d ’Africa
mente più diffuse rispetto al nostro cantore d’Africa. Queste specie, quali il Venturone Africano, il Canarino Ventrebianco ed Canarino Ventregiallo, sono anch’esse dotate di canto variegato (anche se secondo me non all’altezza del Cantore d’Africa) ma hanno aspetto e colori decisamente più vari ed attraenti. ■ Il cantore d’Africa ha avuto molti più amanti tra gli ibridologi che tra gli allevatori che amano propagare la specie in purezza. E così è stato molto più ibridato con tantissime specie di Serini africani e Fringillidi in genere che allevato in purezza. ■ La terza causa è quella più comune: data la grande disponibilità come uccello di importazione e venduto a prezzi irrisori, ha avuto pochi allevatori “illuminati” che si sono impegnati a riprodurlo in cattività, in quanto per lungo tempo il suo allevamento non ha rappresentato ovviamente un business.
Risultati: oggi non è facilissimo da trovare
White rumpe
ALIMENTAZIONE risulta fringillide altamente frugale nel vitto, condizione del resto evidente se si pensa quale habitat abiti in natura. La miscela base può essere benissimo quella per esotici, in quanto il seme base per il Cantore è il panico. Io consiglio però di aumentare la quantità di scagliola presente, meglio ancora se inserita in miscela a parte per canarini. Comunque la percentuale di scagliola utilizzata dal cantore è davvero poca cosa se paragonata al panico, che rimane, ripeto, il seme base, da fornire anche in spighe. Una piccola quantità di perilla e miglio bianco mantiene gli uccelli in salute. La verdura (insalata, foglie di cavolo et al) è pure molto ben gradita così come la mela in fette. Essenziale soprattutto a fini riproduttivi è fornire alla femmina grandi quantità di Calcio, sotto forma di grit, osso di seppia e guscio di uovo (meglio se non bollito in auanto ritiene maggiori quantità di calcio) per evitare la facile ritenzione dell’uovo, ceh, inutile a dirsi, può risultare fatale. L’allevatore Rocky Beckam suggerisce di preparare quotidianamente frittatine di uova sode schiacciate soprattutto nel periodo riproduttivo. La quantità di proteine acquisite per l’imbecco dei piccoli sarà compendiata anche da camole della farina e pastoncini all’uovo adatti ai canarini. ALLOGGIO l’alloggio può essere un problema come detto, a causa del caratterino focoso e battagliero che si evidenzia soprattutto durante la riproduzione. Dato che oltretutto il periodo riproduttivo è il medesimo delle specie di Astrildi comunemente allevate (corrispondente al nostro inverno) gli scontri e le aggressioni, operate soprattutto dal maschio, ove gli spazi non fossero sufficientemente ampi, potrebbero risultare eccessivi. Se allevato in ampie gabbie è necessario salvaguardare anche la femmina del cantore dagli eccessi focosi del maschio durante la fase di cova e svezzamento, per cui spesso i due genitori saranno all’uopo separati da apposito divisorio. Per concludere: se in voliera alloggiare UNA SOLA COPPIA e con ampi spazi a disposizione. Se in gabbia va bene gabbia da 60 ma CON DIVISORIO. Nel locale di allevamento si dovrebbe evitare la coabitazione tra diverse coppie anche se suddivise in gabbie distinte. Il canto degli altri maschi infatti eccita le femmine inducendole ad abbandonare la covata ed iniziare nuovo ciclo ovulatorio.
154
155
Cantore d ’Africa
Canarino testa striato
Cantore d ’Africa
RIPRODUZIONE il Cantore d’Africa si riproduce abbastanza facilmente ed alleva bene la prole, questo ovviamente se si rispettano alcune sue esigenze e si tiene conto di alcune sue caratteristiche: DIMORFISMO SESSUALE questo rappresenta un problema perché è praticamente inesistente a parte il canto, che è ovviamente caratteristica solo maschile. Peraltro già dal 1800 ci si è accorti di alcuni dettagli che possono aiutare nel riconoscimento dei sessi. Il maschio sembra avere una sorta di pizzetto biancastro sottostante il becco che manca nella femmina e che si evidenzia quando il maschio gonfia la gola mentre canta. Inoltre il ventre nel maschio tende al bianco candido mentre nella femmina al bianco sporco. Tutti dettagli veri ma che non sono purtroppo sempre presenti, per cui la certezza del sessaggio, in fin dei conti, la dà praticamente solo il canto. NIDO Il cantore d’Africa risulta discreto nella scelta del luogo dove nidificare, optando per luoghi appartati e nascosti alla vista. Sugli alti rami infrascati della voliera il maschio può costruire un tipico nido a coppa, ma accetta anche di buon grado un nido artificiale di dimensioni inferiori di quello fornito ai normali canarini. Quello per gli spinus ed in particolare quello destinato ai Cardinalini del Venezuela (che hanno dimensioni simili) è perfetto. Se allevato in gabbia ci si premurerà perciò di infrascare con piante sintetiche un angolo, al cui interno inserire il nido. Il maschio si darà da fare per infrascare il nido con pagliuzze e sfilacci di juta, che quindi andranno forniti in abondanza. COVA E SVEZZAMENTO Quando la femmina giudica il nido ultimato, dopo opportuno accoppiamento con il suo focosissimo maschietto, vi depone una manciata di piccole uova macchietate, in genere 2-3, più raramente 4. solo la femmina, come per la maggioranza dei Fringillidi (ed a differenza degli Estrildidi) si occuperà di covarle. Le uova schiudono dopo 12 giorni. Dell’imbecco dei pulli si occupano entrambi i genitori. Inutile dire di aumentare l’apporto proteico e vitaminico, fornendo in questo periodo nutrienti pastoncini all’uovo, camole della farina e spighe immature di erbe prative quali mordigallina, piantaggine, centocchio. Anche il calcio non dovrà mai mancare in quanto essenziale per la ossificazione adeguata del pulloin crescita. Alla nascita i pulli sono scuri ricoperti di fitto piumino grigio cenere. Dopo poco meno di 3 settimane i pulli lasciano il nido e vengono portati, da questo momentio in avanti, allo svezzamento dal solo maschio, mentre la femmina si appresta ad una nuova covata. Può capitare che il mascvhio scambi per rivali i figli novelli verso il termine dello svezzamento, aggredendoli ed inseguendoli. Sarà anche per questo opportuno se allevati in gabbia, separare i novelli mediante opportuno divisorio. CONCLUSIONI: vista la non grandissima diffusione attuale, allevare questo splendido canterino è davvero opportuno. Lui saprà ripagare con un temperamento davvero interessante ed un canto sublime!
156
157
La mia esperienza con il CANTORE D’AFRICA Saro Boccafoschi è esperto nell’allevamento dei Canarini esotici. Accanto al ben noto Serinus canariae, ovviamente il canarino, con le sue mille varietà di colore, di canto e di posizione, altre specie di Serinus o Critharga africani hanno il loro stuolo di appassionati. Come Saro appunto, che ci racconta brevemente la sua esperienza riproduttiva con il Cantore d’Africa.
di Saro Boccafoschi
I
Introdotti da quest’anno nel mio allevamento 2 coppie di Serinus Leucopigyus; molto difficile distinguerne il sesso specie se si acquistano di cattura, ma una volta formata la coppia si può assistere a veri e propri capolavori di nidificazione (spesso ad opera del maschio), la femmina cova con dedizione le sue uova al pari di una canarina ed altrettanto dicasi per l’allevamento della prole, in cui il maschio svolge un ruolo fondamentale nelle imbeccate dei primi giorni in quanto la femmina molto raramente si allontana dal nido. Ai miei regolari controlli
dei nidiacei, i pulli avevano sempre il gozzo pieno: niger germinato, panico, pastoncino, uovo sodo e foglia di lattuga, quest’ultima molto gradita dai genitori ed utile per l’idratazione dei pulli specie nei primi giorni. Una volta involati i piccoli, il maschio non ha mai assunto un atteggiamento ostile verso gli stessi sebbene il tutto si è svolto in una gabbia da 65 cm. Attualmente la femmina sta di nuovo preparando il nido ed i piccoli sono quasi del tutto svezzati, ma ancora insieme ai genitori che non sembrano infastiditi dalla loro presenza.
IL COLOMBO DI CITTÀ
I
di Ivano Mortaruolo
Il sovraffollamento dei Colombi di città sta assumendo dimensioni di una certa rilevanza, causando sostanzialmente problemi di ordine estetico, igienico-sanitario e ambientale . Tutto ciò ha sollecitato, in questi ultimi anni, un vivo dibattito fra studiosi, associazioni animaliste, responsabili di amministrazioni pubbliche e comitati dei cittadini, che ha contribuito a dare impulso ad una letteratura scientifica e divulgativa, la quale ha cercato di focalizzare il fenomeno e, nel contempo, di offrire soluzioni. Purtroppo non di rado, segnatamente per la scelta dei metodi di contenimento dei volatili, sono state espresse opinioni discordanti e, a tutt’oggi, una soluzione che appaghi un po’ tutte le aspettative sembra lontana. Tale diversità di pareri sembra interpretare, seppur indirettamente, l’ambivalenza proposta dai Colombi : da una parte costituiscono un rilevante disagio per la collettività, dall’altra attivano sensazioni di piacevolezza e rievocano simbologie di spiccato taglio positivo ( rappresentavano, infatti, l’amore, la purezza dell’animo, la verginità, la pace, la serenità, la semplicità e persino lo Spirito Santo ). Il legame che ci unisce a questi volatili ha dunque profonde matrici inconsce, essendosi consolidato con millenni di convivenza non solo nel mondo occidentale, ma anche in quello orientale. Peraltro, la domesticazione di questo uccello avvenne in Asia: vi sono infatti numerosi documenti in cui è evidenziato che l’allevamento del Colombo era abbondantemente praticato nella Mesopotamia e in particolare in Babilonia ( Ghigi, 1968 ).
160
161
Colombo di città
ASPETTI BIOLOGICI
I colombi che affollano le nostre città sono la risultante di meticciamenti avvenuti fra soggetti domestici che in vario modo hanno trovato la libertà ( fuga dagli allevamenti o da campi di tiro a volo, mancato ritorno alla piccionaia di soggetti addestrati per le competizioni, rilascio volontario di esemplari in occasione di manifestazioni storico-folcloristiche, ecc. ). Pertanto, discendono in maniera indiretta dal Colombo selvatico Columba livia, che è ritenuto il progenitore di tutte le razze domestiche. Conseguentemente al Colombo di città ( anche detto urbano ) è stato attribuito un inquadramento tassonomico a parte con la denominazione scientifica di Columba livia forma domestica. Del resto fra la forma selvatica ( a cui viene attribuito l’aggettivo di “torraiolo” nei casi in cui subisce un processo d’inurbamento ) e quella urbana esistono sostanziali differenze di ordine morfologico, cromatico, comportamentale e, naturaliter, genetico. Il prof. N. E. Baldaccini ( 1989 ), uno studioso che ha realizzato importanti approfondimenti sull’argomento, traccia un profilo comparativo che così si può riassumere. Il Colombo di città è più tozzo e robusto, con becco più potente, cere nasali maggiormente sviluppate e capo con tendenza ad essere più grande ed allungato. Inoltre, sono rilevabili soggetti con il ciuffo dietro la nuca o tarsi ricoperti di piume ovvero di grosse dimensioni, peculiarità queste di alcune razze domestiche. La livrea assume poi moltissime colorazioni e il disegno spesso varia ( i Colombi selvatici sono invece sostanzialmente caratterizzati da un cromatismo grigio lavagna con due barrature alari e la banda terminale della coda di colore nero, mentre il groppone è bianco ). Anche il comportamento dei nostri “ospiti alati “ evidenzia delle marcate differenziazioni: si lasciano avvicinare facilmente e, pertanto, hanno una distanza di fuga accorciata , l’attività di volo è più circoscritta e realizzata meno agevolmente, la riproduzione conosce poche soste ( mentre i Colombi selvatici realizzano due-tre covate all’anno ), la ricerca del cibo è fortemente condizionata dalla distribuzione che in vario modo viene effettuata dall’uomo, ecc. Come accennato, diverso è il patrimonio genetico esistente fra la specie domestica e quella selvatica, ma alcuni episodi di sovrapposizione di popolazioni hanno generato un “inquinamento” di quest’ultima, come dimostrano gli esami elettroforetici praticati . Ciò ha suscitato viva preoccupazione negli studiosi, perché fra i due gruppi di volatili non esistono barriere riproduttive ( Baldaccini , 1989 ). Va inoltre evidenziato che in Italia sono ormai pochissime le colonie di torraioli in buono stato di conservazione ( quella che ha colonizzato la torre campanaria di Opi, una cittadina abruzzese, è stata segnalata in varie relazioni ).
ASPETTI SANITARI E DANNI AMBIENTALI
L’eccessiva presenza dei Colombi urbani si traduce anche in un abnorme quantitativo di guano depositato in aree relativamente circoscritte e dove spesso è difficoltosa la rimozione. Per dare un’idea del fenomeno, basti segnalare che un volatile ogni anno emette circa due chilogrammi e mezzo di materiale fecale e che a Torino è stimato un quantitativo giornaliero complessivo di circa una tonnellata ( quest’ultimo dato è stato fornito dalla Regione Piemonte ). I danni che ne derivano sono eterogenei e di non trascurabile entità. E’ stato infatti accertato che le deiezioni sono in grado di compromettere la consistenza di pietre e marmi, in quanto, a seguito di una reazione chimica, il carbonato di calcio si trasforma in calcio solfato, che risulta meno consistente ( Ballarini, 1989 ). I conseguenti effetti devastanti su monumenti e strutture architettoniche sono stati più volte segnalati anche dalla stampa di orientamento divulgativo.
162
163
Colombo di città colombo selvatico
Non trascurabile appare inoltre il ruolo, sempre ai fini del danneggiamento di immobili, dell’azione meccanica esercitata dalle unghie (durante la deambulazione) e dal becco (i Colombi ingeriscono rilevanti quantitativi di materiale calcare come, ad esempio, la calcina). Un aspetto poco noto, ma che determina perdite economiche non trascurabili, è rappresentato dai danni alle auto. Invero, gli escrementi, se non vengono rimossi prontamente, corrodono in maniera inesorabile la vernice (Mortaruolo, 1997). Nelle feci dei Colombi di città sono spesso presenti numerosi agenti patogeni in grado d’infettare l’uomo ed anche altri animali. Pertanto, tale materiale organico costituisce una fonte potenziale di pericolo per bambini, anziani ed immunodepressi. Fra le zoonosi più conosciute segnaliamo la salmonellosi, la toxoplasmosi, l’ornitosi e numerose micosi (da esami praticati su numerosi campioni di materiale fecale, è emersa la presenza di venticinque specie di blastomiceti potenzialmente patogeni per l’uomo). Per quanto attiene all’ornitosi, il cui agente eziologico è la Chlamidia psittaci, le indagini sierologiche praticate su più popolazioni hanno messo in luce percentuali di positività non trascurabili ( anche superiori al quaranta per cento). Va altresì evidenziato che piccole particelle di feci, unitamente a frammenti di piume, desquamazioni cutanee, ecc. , possono causare patologie di natura allergica.
ASPETTI GIURIDICI
La sentenza emessa dal Pretore di Cremona (dott. Nuzzo) in data 18.01 1988 costituisce una lucida e competente rappresentazione del Colombo urbano, sia per quanto attiene ai molteplici aspetti della sua biologia, sia per la relativa configurazione giuridica. Viene così evidenziato che tale uccello non è tutelato dalla legge 27.12.1977 n. 968 (abrogata successivamente dalla legge 11.02.1992 n. 157) poiché, non essendo una specie selvatica, non fa parte del cosiddetto patrimonio indisponibile dello Stato. Ne consegue che, proprio per la
164
sua natura di volatile domestico urbanizzato, il Colombo di città, al pari di altri animali di allevamento, può essere oggetto di sfruttamento (comprendente anche la cattura e l’uccisione ). Tale possibilità incontra però un limite: non devono realizzarsi azioni che configurino la fattispecie del reato di maltrattamenti ( art. 727 del Codice Penale). Parimenti illuminante dal punto di vista giuridico (ma lo è anche per gli aspetti biologici, etologici, sanitari, ecc.) si rivela anche la deliberazione della Giunta Regionale Umbra 22.12.2000 n.1532, con la quale si individua nella figura del Sindaco il referente per la gestione delle problematiche di natura igienico–sanitaria connesse all’area urbana; mentre per le questioni relative al contenimento dei danni all’agricoltura e all’allevamento, la competenza spetta alla Provincia. Giova per ultimo rilevare che il secondo comma dell’art. 19 della legge n. 157 dell’11.02.1992 consente, ove altre strategie di contenimento non abbiano sortito un risultato soddisfacente, di poter ricorrere anche a piani di abbattimento della fauna protetta, qualora si configurino problemi alla salute pubblica, al patrimonio storico-artistico, ecc. Questa disposizione ci suggerisce, seppur indirettamente, che a fortiori tale estremo mezzo di contenimento della popolazione può essere utilizzato anche per i Colombi di città.
BIBLIOGRAFIA ■ G. Ballarini, N. E. Baldaccini e F. Pezza, 1989 - Colombi in Città. Istituto Nazionale di Biologia della Selvaggin “Alessando Ghigi”, Ozzano dell’Emilia. ■ Deliberazione della Giunta Regionale Umbra 22 dicembre 2000 n.1532. ■ A. Ghigi, 1968 – Trattato di Avicoltura.UTET, Torino. ■ I. Mortaruolo,1997 – Colombi malati. Città viva n. 2, Todi ( PG ). ■ Sentenza del Pretore di Cremona n. 48 del 18 gennaio 1988
165
GLI AMICI PENNUTI DEL GRUPPO Esemplare PdG bruno. Maggio 2017, Alessandro Originale
Coppia Amaranti Fiammanti novelli appena mutati. Luglio Canarini bianchi. Aprile 2017, Allevamento Pepè 2017, Allevamento Estrilda Massimo Lavarra
Maschio intenso del 2016 totalmente cieco e ottimo canterino... Kittlitz novelli. Febbraio 2016, Andrea Miraval il mio cocco. Marzo 2017, Allevamento Pepè
Covata di Becchi d’argento. Marzo 2017, Andrea Miraval
Andrea Miraval Novelli Gould e loro balie insieme 03 2016
Andrea MIraval. Novelli di Kittlitz 11 2016
Nidiata diamanti mascherato. Aprile 2017, Angelo Manzoli
Piccoli ruficauda (mutati). Marzo 2017, Angelo Manzoli
Femmina Astrilde ventregiallo. 2017, Annalisa Saccani
Terzetto maschi Diamanti di Gould. 2017, Annalisa Secoli.
Prime nascite di Cardinalino del Venezuela. 2017, Antonio Fiorenza.
Famiglia di Gould. Novembre 2016, Arianna Provasi
Piccoli diamanti di gould blu nati in purezza. 2016, Cesario Cesaro.
Pulli di Cappuccino testa bianca. Maggio 2017, Christian Papis
Nnidiata mista diamante di Gould e Amadine testa rossa, Gennaio 2017, Cinzia Vero
Pullo di Diamante Mandarino di Timor. Agosto 2015, Claudio Durando
Gruppo astrildi testa azzurra. Luglio 2017, Cristina Formicola.
Pulletti mutati emblema picta. Dicembre 2016 , Cristina Formicola
Pyrenestes sanguineus coppia affaccendata sul nido. Giugno 2017, Cristina Formicola
Diamanti mandarini. 2017, Dario Corea
Femmine Diamante Mandarino. Ottobre 2016, Dario Corea. Coppia di Nonnette nane (Lonchura nana), Edoardo Corsin. Covata codalunga. Aprile 2017, Francesco Alessi
Diamanti di Gould maschi 2013. Giovanni Vani Bianchi
Novello Bengalino ventre arancio. Maggio 2017, Jean Silva.
DISEGNO DI MASSIMO RADAELLI
Melba del Sudan maschio. Settembre 2016, Leonardo Baldini
Maschio Mandingoa e duo di novelli di Diamante Variopinto Pulli di Astrilde guance nere. Novembre 2016 , Nostos Tito Ottobre 2016, Luis Baleia. Flavio Giusdeppe.
Coppia Astri montani di Reichenow. Giugno 2017, Nostos Tito Flavio Giuseppe
Nidiata Passerio del Giappone nero bruni. Maggio 2017, Rodolfo Gherlone.
Novello Diamante pappagallo maggio 2017, Rosario Capogreco Novelli di Carpodaco messicano Maggio 2017, Rosario Capogreco.
Piccolo di cordon blu. Aprile 2017, Rosario Capogreco.
Kittlitz lutino soggetto di 100 gg. Maggio 2017 , Salvatore Giordano
Sandro Nalesso 15 Aprile 2017 - Novello Bengalino moscato Silvano Cravero. Gennaio 2017 Novelli di Cantore di Cuba Simone Olgiati . Aprile 2017 Cappuccino nero
Novello di Cappuccino testa grigia Lonchura griseicapilla Giugno 2016 , Stefano Giannetti
Nidiata di 7 Diamanti Mandarino Toy Grigio. Maggio 2017, Vito Racamato.
Novelli di Astro di Sidney. Marzo 2016, Walter Casadei