Master Thesis Polimi 2020

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Una promenade infrastrutturale

Corso di Laurea in Architettura - Ambiente Costruito - Interni AA 2019/2020

Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle Costruzioni Politecnico di Milano

15 dicembre 2020

Diana Zambelloni [916637]

Ilaria Ongari [918520]

Relatore: Filippo Orsini

Il
paradigma Corvetto:
da
cavalcavia urbano
a
spazio pubblico lineare

L’Italia è un paese che vanta un gran numero di infrastrutture urbane dismesse o sottoutilizzate, spesso al centro di dibattiti. Di fronte alla volontà dell’amministrazione di demolizione del cavalcavia Lucania a Corvetto, quar tiere nella periferia sud est di Milano, la nostra tesi si pone in contrapposizione. Il tema, proposto dall’Hub Tesi, è stato dapprima affrontato contemplando le questioni ambientali, economiche e compositive, per poi concen trarsi su quest’ultime. Nonostante il cavalcavia rappresenti l’immagine di un’epoca conclusa, l’intento è quello di far emergere le potenzialità di una struttura che può essere valorizzata fino a mutarne l’accezione nell’immagi nario collettivo, da negativa a positiva, rendendola un luogo attrattivo per l’intera Città. La volontà di tramanda re la memoria storica del cavalcavia, con tutte le sue contraddizioni, si affianca alle varie possibilità che offre. La ricerca teorica affrontata riflette dapprima sul tema dello spazio pubblico in generale, estrapolando dieci catego rie, e successivamente sul tema del parco lineare e del riuso di ex infrastrutture urbane. Approfondendo gli esem pi di parco lineare come strumento di rigenerazione, si è giunti alla conclusione che un intervento di carattere strettamente paesaggistico non basterebbe a soddisfare le esigenze del contesto. È per questo che, grazie alle spe culazioni teoriche di Bernard Tschumi, trasposte nel Parc de la Villette, si è deciso di concepire un dispositivo che oltre ad essere elemento di connessione, presenti un programma funzionale, articolato in molteplici funzioni, connesse in particolare alle associazioni di quartiere. Il progetto costruito è quindi discontinuo, ma mantiene una sua organicità, grazie agli elementi ricorrenti ed ai principi compositivi. Da ciò si generano le folies, che accompa gnano il visitatore nella promenade, portandolo ad alienarsi dalla realtà urbana, a raggiungere le altezze necessa rie ad usufruire del cavalcavia o a superarlo, proponendo nuovi luoghi per la socialità, la sostenibilità e la cultura. La promenade infrastrutturale vuole stupire, essere a servizio del cittadino e garantirne l’accessibilità ai suoi fruitori.

Italy is a country that boasts a large number of disused or underused urban infrastructure, often at the center of debates. Faced with the willingness of the administration to demolish the Lucania overpass in Corvetto, a neighborhood on the southeast outskirts of Milan, our thesis stands in contrast. The theme, proposed by the Hub Thesis, was first addressed by contemplating environmental, economic and compositional issues, and then focused on the latter. Although the flyover represents the image of a closed era, the intent is to bring out the potential of a structure that can be enhanced to change its meaning in the collective imagination, from negative to positive, making it an attractive place for the entire city. The desire to hand down the historical memory of the overpass, with all its contradictions, is combined with the various possibilities it offers. The theoretical research addressed first reflects on the theme of public space in general, extrapolating ten categories, and then on the theme of the linear park and the reuse of former urban infrastructures. Deepening the examples the linear park as an instrument of regeneration, it was concluded that a strictly landscape intervention would not be sufficient to meet the needs of the context. This is why, thanks to the theoretical speculations of Bernard Tschumi, transposed in the Parc de la Villette, it was decided to conceive a device that in addition to being a connecting element, presents a functional program, articulated in multiple functions, connected in particular to neighborhood associations. The built project is therefore discontinuous, but maintains its organicity, thanks to the recurring elements and compositional principles. From this are generated the folies, which accompany the visitor in the promenade, leading him to alienate himself from the urban reality, to reach the heights necessary to use the overpass or to overcome it, proposing new places for sociality, sustainability and culture. Una promenade infrastrutturale wants to amaze, to be at the service of the citizen and to guarantee its accessibility to its users.

Abstract

p. 7 p. 8 p. 19 p. 41 p. 42 p. 66 p. 77 p. 115 p. 127 p. 128 p. 142 p. 155 p. 199 p. 231

p. 168 p. 181 p. 189 p. 200 p. 206

Indice
1. Introduzione 1.1 La metamorfosi dello spazio pubblico 1.2 Glossario 2. Analisi 2.1 Carnet de Voyage (imaginaire) 2.1.1 Racconto di una passeggiata (Sopralluogo) 2.2 Sistemi 2.3 Stakeholders 3. Casi studio 3.1 Il parco lineare come progetto di riqualificazione 3.2 Il parco culturale urbano del XXI secolo 4. Esplorazione progettuale 4.1 Strategia 4.2 La Promenade 4.3 Programma funzionale 4.4 Elaborati grafici 5. Approfondimenti 5.1 Composizione ed elementi ricorrenti 5.2 Le Folies 6. Bibliografia e riferimenti iconografici p. 156

1. Introduzione

Analisi

6
1.1 La metamorfosi dello spazio pubblico 1.2 Glossario 2.
2.1 Carnet de Voyage (imaginaire) 2.1.1 Racconto di una passeggiata (Sopralluogo) 2.2 Sistemi 2.3 Stakeholders 3. Casi studio 3.1 Il parco lineare come progetto di riqualificazione 3.2 Il parco culturale urbano del XXI secolo 4. Esplorazione progettuale 4.1 Strategia 4.2 La Promenade 4.3 Programma funzionale 4.4 Elaborati grafici 5. Approfondimenti 5.1 Composizione ed elementi ricorrenti 5.2 Le Folies 6. Bibliografia e riferimenti iconografici

La ricerca teorica qui presentata verte sullo spazio pubblico, tema sul quale si con centrerà la nostra azione progettuale ed il lavoro svolto. Lo spazio pubblico è qui in teso nelle sue molteplici accezioni e continue trasformazioni. In questo breve excur sus si tenta di rintracciarne le principali caratteristiche, i fattori di crisi che lo hanno investito negli ultimi decenni e le potenzialità progettuali di questa metamorfosi. Viene inoltre enunciato l’ambito entro il quale si colloca il progetto descrit to, ovvero le infrastrutture stradali come occasioni di rigenerazione. Que ste ultime verranno considerate come nuove spazialità, dove è importante mantenere una memoria storica, al fine di ricucire il rapporto con il contesto.

7

1.1

La metamorfosi dello spazio pubblico

Lo spazio pubblico

Fin dai tempi più antichi l’uomo non ha agito soltanto nello spazio, non ha soltanto percepito lo spazio o è esistito nello spazio, e ha pensato allo spazio, ma ha anche creato lo spazio, per esprimere la struttura del suo mondo, quale reale “imago mundi”.1

Fin dalle origini, l’uomo ha cercato di soddisfare i propri bisogni primari modificando il mondo naturale che lo circondava. La protezione dalle intemperie ha dato adito prima alla ricerca di un riparo naturale, e poi alla realizzazione di una copertura, ovvero alla costruzione di uno spazio adeguato alle condizioni umane di vita. Dalla delimitazione dello spazio con il tracciamento del limen, il confine sacro che divideva città e campagna, separando nettamente due mondi distinti (l’ordine della società e il disordine della natura), gli uomini si sono appropriati di uno spazio tramite incisioni e depositi, modificando così le condizioni del territorio naturale. Le modifiche che l’uomo ha imposto alla natura sono frutto di un pensiero razionale, il quale è espressione di una particolare società, dei suoi usi e costumi, delle sue idee e delle strutture sociali ed economiche che la governano. Secondo Lefebvre (1976), la storia si compone dell’avvicendarsi di modalità di produzione dello spazio diffe renti, derivate dalle diverse società che si succedono nel corso del tempo. Priva di una scansione rigida e imper meabile, la storia è composta da complessità e contraddizioni (Venturi, 1966), che si iscrivono nello spazio, im primendosi come segni da ripercorrere, rintracciando la successione degli eventi nel tempo. I processi produttivi producono trasformazioni e trasposizioni che si rileggono nelle stratificazioni che lo spazio porta con sé, i segni del tempo di cui parla Bernardo Secchi (2000).

“Possiamo dire che un gruppo si appropria uno spazio, quando lo spazio naturale si modifica secon do i propri bisogni e le proprie possibilità.” 2

Produrre uno spazio significa abitarlo, prenderne possesso. Il sociologo Richard Sennet, rileggendo Heidegger, pone l’accento sulla difficoltà dell’insediarsi. Il termine tedesco Dasein, che il filosofo utilizza ampliandone il significato da esserci ad abitare impone una riflessione sulla ricerca dell’uomo di un luogo dove ancorarsi per con trastare l’Angst (Sennet, 2018). Questa espressione consente il riconoscimento di un dualismo insito nella città, lo spazio prodotto concettualmente e concretamente dall’uomo. Per esplicitare meglio questa distinzione, Sen net (2018) ricorre alla lingua francese nella quale due termini diversi connotavano lo spazio concreto e lo spazio immateriale che costituiscono la città, riprendendo la separazione di matrice cristiana tra la città di Dio e la città degli uomini. Il termine ville indicava il luogo concreto e fisico, misurabile e quantificabile, mentre cité descriveva la “rappresentazione mentale, in cui concorrevano percezioni, comportamenti e credenze di vario tipo” 3. Pertanto, si può considerare la città come duale, fondata su una dialettica visione che oppone la sua consistenza materiale alla sua “immagine ambientale” (Lynch, 2016) di cui ogni utente costruisce uno schema stabile composto di relazioni tra i diversi elementi che compongono la città (Norberg-Schulz, 1982), fatto di significati individuali e collettivi, percorsi, margini, quartieri, nodi e riferimenti (Lynch, 2016).

1 Norberg-Schulz 1982: 14

2 Lefebvre 1976: 169

3 Sennet 2018: 11

8
9 [I] Eisen, C. (1755), The Primitive Hut, Boston: DOME /MIT Library Collections

Questo dualismo permea dunque non solo la città nel suo complesso, ampliandone il suo significato dalla con cretezza spaziale all’insieme di relazioni, ma anche lo spazio pubblico, individuato come l’elemento strutturante della città. Lo spazio pubblico si caratterizza infatti non solo dai bordi che lo delimitano, ma anche e forse so prattutto dai significati che vi sono riposti dalla storia, dalla società e dai singoli individui. Dare una definizione univoca di spazio pubblico limiterebbe la complessità del concetto. È possibile, tuttavia, tentare di descriverne le diverse accezioni, a partire dal dualismo, come sopra descritto.

In primo luogo, lo spazio pubblico è inteso come vuoto. È lo spazio fisico vuoto conformato dalle masse edi ficate, che ne determinano compressioni e dilatazioni. È lo spazio del movimento e della relazione, luogo depu tato grazie alla sua continuità a divenire il tessuto connettivo della città, assurgendosi ad elemento strutturante, determinando gerarchie tra le diverse parti. Lo spazio pubblico potrebbe essere dunque inteso come il negativo del costruito, ciò che rimane dalla sottrazione dei pieni, ovvero degli edifici. Questa visione “negativa” viene ribaltata con decisione dalla cartografia di Roma redatta dall’architetto Giovanni Battista Nolli nel 1748, nella quale dalle campiture nere del tessuto edificato emerge prepotentemente il bianco della porosità dello spazio pubblico. Come la celebre carta di Parigi del 1765 prodotta da Pierre Patte, non si tratta solo di una rappresen tazione sterile della città nella sua conformazione morfologica, ma sottende un’idea di città differente, in cui acquista il ruolo di protagonista lo spazio pubblico, lo spazio vuoto accessibile, che sia esso interno od esterno.

La rappresentazione grafica fa emergere dal nero il tessuto connettivo della città, costituito di vie, slarghi e piaz ze, e gli edifici pubblici, l’unica parte dell’edificato che viene rappresentata alla quota zero, poiché intesa come naturale proseguimento dello spazio pubblico, in quanto assolvono a funzioni votate alla collettività. La potenza di questa rappresentazione sta nell’aver portato alla luce il latente vuoto che struttura la città, che ne pone in rela zione le parti, quel tessuto che si sovrappone all’ edificato e che non diviene elemento secondario, ma elemento potenziale per la costruzione della città, un materiale positivo dell’agire nella realtà urbana.

Tuttavia, durante il ventesimo secolo, attraversato da un lato dal timore della crescita incontrollata della città e dall’altro dal terrore della sua fine (Secchi, 2005), alcuni fattori hanno messo in crisi lo spazio pubblico, mutan do profondamente il ruolo ad esso assegnato. La radicale trasformazione che ha subito la società con l’avvento della modernizzazione, ha prodotto tensioni anche al livello dello spazio urbano. L’accelerazione subita da ogni aspetto della vita umana ha portato ad una crisi della comunità, facendo emergere una sfrenata individualità.

Ciò è uno degli effetti della modernità cosiddetta “liquida”, che il sociologo Zygmund Bauman ha inteso come metafora della modernità e della contemporaneità, un’epoca di insicurezza, incertezza e vulnerabilità (Bauman, 2017).

La liquidità assegna una differente gerarchia alle categorie di spazio e tempo. Se fin dall’antichità l’uomo ha cercato di conquistare spazio, nella modernità, proprio come caratteristica principale dell’essere fluido, lo spazio lascia campo libero alla conquista del tempo, che diviene sempre più impercettibile, sempre più istantaneo ed effimero. Quando viaggiare nello spazio diviene facile e veloce, quando il concetto di distanza viene invalidato dalle attuali tecnologie di spostamento e di comunicazione, si assiste dunque alla scissione tra spazio e tempo, che, secondo Bauman (2017) è la nascita della modernità.

Tutto questo si ripercuote inevitabilmente sulla disciplina dell’architettura, che pone in relazione cose che si muovono a velocità differenti: gli edifici che durano (ipoteticamente) in eterno o, per lo meno, per un lungo tempo, e la società che muta a ritmi insostenibili (Secchi, 2005).

“Come mettere in relazione la ville solida e la cité liquida?” 4

10
4 Sennet 2018: 43

[II] Nolli, G. B. (1748), Nuova Topografia di Roma, Roma, Istituto di archeologia e storia dell’arte

[III] Von Spreckelsen, J.O., Andreu, P. (1955-1989), Fotografia dell’Axe de la Défense, La Défense, Parigi, Hauts de Seine

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Esito de “L’ insostenibile leggerezza dell’essere” (Kundera, 1985) è la proliferazione dei cosiddetti “nonluoghi”, termine coniato dall’antropologo Marc Augé, per indicare quei luoghi che non possiedono caratteristiche peculiari tali da renderli distinguibili (Augé, 1993). Questa mancanza di identità è riletta negli spazi pubblici odierni che rispecchiano la volontà di essere facilmente attraversabili, prediligendo il passaggio alla sosta. Ciò è sostenuto da Bauman (2017) descrivendo La Défense, il quartiere che si erge sulla riva destra della Senna, voluto dal presidente della repubblica francese Francois Mitterand. La vastità della superficie sulla quale si affacciano gli edifici è uno spazio votato all’attraversamento da parte di utenti che si recano al posto di lavoro, ma non è identificabile come spazio pubblico, in quanto uniforme e monotono.

“Malgrado l’importanza attribuita alla natura primordiale del luogo e il suo ruolo nel generare architettura, l’ombra del “dovunque” incombe sul nostro mondo attuale. Il mondo di oggi si oppone all’idea di particolare.” 5

Lo spazio pubblico è di fatto, dall’antica Grecia che ha consacrato il valore dell’agorà, lo spazio dell’incontro, dello scontro, della relazione con l’altro, il luogo in cui le differenze si pongono in relazione.

“La definizione più semplice è che la città è un insediamento umano in cui degli estranei tendono a incontrarsi.” 6

L’individualizzazione che permea la società odierna ha provocato il dominio della sfera intima su quella collet tiva, annullando la diversità e la complessità della vita pubblica (Sennet, 1982). In particolare, Richard Sennet indica i media come uno dei fautori de “Il declino dell’uomo pubblico”, in quanto hanno invalidato le barriere fisiche rendendo pleonastico il contatto reale, sostituito da una piazza virtuale nella quale comunicare, nella quale conoscere e farsi conoscere (Sennet, 1982).

“La disintegrazione della rete sociale, la disgregazione di efficienti organismi di azione collettiva viene spesso osservata con notevole preoccupazione e considerata l’imprevisto effetto collaterale del la nuova leggerezza e fluidità di un potere sempre più mobile, sdrucciolevole, mutevole, evasivo.” 7

Come affermato da Bauman (2017), l’epoca di individualizzazione ha spazzato via la preminenza del ruolo della res publica, provocando l’appiattimento delle diversità e del disordine, che erano state le caratteristiche princi pali della società fino al diciottesimo secolo (Sennet, 1982).

La tendenza a rendere omogeneo ed interscambiabile il luogo in cui viviamo impone un cambiamento di rotta, ovvero la rinnovata scoperta di significati intrinseci nella città.

5 Moneo 2012:

6 Sennet 1982:

7 Bauman 2017: XXXVII

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43
31
13
[IV] Ernst, M. (1921), La puberté proche (o Le pleiadi), Parigi, collezione privata

La verticale come dimensione sacra dello spazio e lo sviluppo orizzontale delle infrastrutture

La dimensione principale di sviluppo dello spazio pubblico è la dimensione orizzontale Come sopra descritto, una possibile definizione di spazio pubblico è lo spazio vuoto, la superficie che diviene tessuto connettivo della città a quota zero che si allarga e si dirama penetrando negli edifici a funzione collettiva. È lo spazio “tra” (Dell’Aira, 2017).

Tuttavia, in contrapposizione dialettica all’orizzontalità, la verticalità ha assunto un carattere particolare, poiché metafora del collegamento con il cielo, inteso come sede di mondi ultraterreni abitati da entità imperscrutabili (l’Eden o l’Iperuranio di Platone), divenendo la metafora dell’ascensione, nonché del potere.

“La verticale quindi è stata considerata la dimensione sacra dello spazio. Essa rappresenta il “per corso” verso una realtà “superiore” o “inferiore” alla vita quotidiana, una realtà in grado di acqui stare peso (gravità), ossia di conquistare l’esistenza terrena, o in caso contrario, di soccombervi.” 8

Pertanto, ribadisce Norberg-Schulz, se la dimensione verticale è considerata trascendente, l’orizzontale è l’im manenza, il regno delle cose materiali in cui agiscono gli uomini. Da ciò deriva che il modello basilare dello spazio esistenziale consiste in una superficie orizzontale intersecata da un asse verticale (Norberg-Schulz, 1982).

L’esplosione della logica verticale, “che si mostra e si esibisce perché in essa ogni spettatore percepisca l’autorità” 9 si ha con la nascita del grattacielo, ovvero di un edificio che predilige lo sviluppo in altezza, incarnando il principio di campanili e minareti. Dal disegno della griglia di Manhattan, sovraimposta alla topografia del territorio, calata dall’alto come rappresentazione mentale, fino all’invenzione dell’ascensore di Otis, che rende possibile l’eman cipazione dei piani oltre il primo, ribaltando le logiche precedenti e rendendo appetibili i piani superiori, dotati di maggiore luce ed aria. All’interno dello scheletro dell’edificio, ogni piano è tendenzialmente indipenden te e la sezione diviene imprevedibile, potendo ospitare contrastanti funzioni distanti semplicemente l’altezza dell’interpiano (Koolhaas, 2002).

“Infatti, la disposizione schizoide di piani tematici implica una strategia architettonica capace di pianificare l’interno del grattacielo, che ora è diventato autonomo attraverso la lobotomia: lo Scisma Verticale, uno sfruttamento sistematico della sconnessione intenzionale tra i vari piani.” 10 Accanto alla proliferazione in verticale, Manhattan è anche devota alla congestione. H. W. Corbett propone di innalzare il piano di calpestio pedonale ad una quota diversa dalla carreggiata, creando un piano continuo fatto di attraversamenti e di scavi negli edifici, con l’unico fine di poter aumentare la capacità di traffico delle strade favorendone la congestione (Koolhaas, 2002).

Questa proposta rimanda al concetto di megastruttura, ovvero di “immense strutture urbane tridimensionali costi tuite da telai e tralicci giganteschi, in cui l’intera città si espande su diversi livelli contemporaneamente” 11 A questa figura si riferiscono una serie di architetture, anche utopiche (si pensi ai metabolisti), tra cui si può annoverare il Plan Obus di Le Corbusier, il quale integra l’infrastruttura viaria e l’abitazione, immaginando un nastro abitativo con una strada posta sulla copertura, affermando una nuova complessità dello spazio pubblico. Questa volontà si esplicita anche nelle Unitè d’Habitation dove lo spazio pubblico viene slittato all’ultimo livello, divenendo una terrazza che ospita differenti funzioni collettive, o la rue corridor che dal livello zero sale entrando nell’edificio.

8 Norberg-Schulz

9 Lefbvre

10 Koolhaas

11 Orsini,

14
1982: 33
1976: 113
2002: 99
Mei 2019: 120
15
[V] Corbett, H. W. (1910), frontespizio New York Tribune, 6 gennaio 1910, New York

Questa complessificazione dello spazio pubblico è forse ciò che connota lo spazio pubblico odierno, “come luogo non più solo di semplice relazione spaziale e sociale, ma che si trasforma in uno spazio dinamico, per mezzo dei diversi flussi che lo attraversano.” 12

È in atto una metamorfosi dello spazio pubblico. Metamorfosi è la trasformazione di una entità in un’altra di natura diversa. “In botanica, ogni profonda modificazione nella conformazione esterna e nella struttura interna di una pianta cormofita, comparsa e affermatasi nel corso dell’evoluzione, in quanto ha costituito un vantaggio selettivo nell’adat tamento funzionale o ecologico a mutamenti ambientali.” 13

Lo spazio pubblico contemporaneo supera così l’opposizione tra verticale ed orizzontale, tra alto e basso, per sposare una filosofia che incorpora entrambe le dimensioni, che pone in relazione differenti livelli. Diviene di primaria importanza l’impiego della sezione come strumento che permette di far dialogare le due dimensioni. Sezionando attraverso un piano trasversale si comprendono le relazioni intessute tra le due dimensioni sovrap poste che compongono la città nella sua complessità.

Questa visione permette di ripensare al ruolo delle superfici pubbliche che si estendono ad una quota differente da quella stradale. Ciò conferisce un nuovo valore ad alcuni elementi che intersecano le città, che ne incidono il tessuto divenendo margini invalicabili, in contrasto con la loro vocazione primaria, quella di infrastrutture di connessione. Ci si riferisce alle infrastrutture stradali che sono stati i tracciati lungo i quali si è resa possibile l’espansione delle città nel secolo scorso, superando i confini tra città e campagna, divenendo simboli del pro gresso (Faroldi, 2016) ma che hanno oggi perso la loro funzione di grandi arterie urbane, essendo sottoutilizzate e prossime alla dismissione.

“Le infrastrutture sono inoltre portatrici di misure spesso anomale e peculiari con le quali i due estremi – l’uomo e il paesaggio – si confrontano, sempre fedeli alla logica che individua nel concetto di relatività della misura il suo epicentro.” 14

Sono state espressione della società che le ha realizzate, ma ora che quella società è mutata sino all’immaterialità delle reti di comunicazione, risultano il ritratto sbiadito di un’epoca ormai conclusa.

Diviene quindi imperativo del progetto ricucire questi elementi all’interno del tessuto urbano, riconoscendo il loro valore di memoria storica e scrivendo un nuovo capitolo conferendogli una nuova funzione pubblica in grado di ribaltare l’immagine dello stesso.

Sono spazi che debbono conoscere una nuova funzione, radicalmente diversa da quella per cui furono progetta ti e realizzati, “vengono immessi in un nuovo e diverso sistema di relazioni che ne modifica il senso” 15

Come sostiene Secchi in “Un progetto per l’urbanistica (1995)”, il riuso deve essere considerato come la volontà di conferire rinnovata autonomia al manufatto, il quale oppone una resistenza alle modificazioni in atto ma è da ritenersi malleabile, teso a modificare i propri caratteri formali per accettare nuovi significati.

Esistono celeberrimi esempi di rigenerazione di queste infrastrutture, dalla Promenade Plantée a Parigi all’High Line di New York per citare i massimi casi, modelli di una trasformazione che non investe solo la specifica infra struttura, ma che grazie alla sua estensione permette la riqualificazione indotta di una ampia porzione urbana.

“La risignificazione dello sviluppo verticale dello spazio pubblico innesca infatti nuovi cicli di uso e di condivisione.” 16

12 Orsini, Mei 2019: 125-126

13 Enciclopedia Treccani online

14 Faroldi 2016: 7

15 Secchi 1995: XIV

16 Orsini, Mei 2019: 127

16

[VI] Koolhaas, R., Vriesendorp, M. (1972), The City of the Captive Globe Project, New York, MoMA

[VII] Le Corbusier (1933), Veduta del progetto Plan Obus, Algeri

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18

Glossario

Per introdurre il tema dello spazio pubblico, sono stati estrapolati alcu ni concetti, presentati sotto forma di glossario. Questi temi, che ricorro no nella teoria architettonica, possono essere intesi come chiavi di lettura per analizzare, elaborare ed interpretare i contesti entro i quali si svolge il lavoro dell’ar chitetto. Divengono strumenti per leggere la città, lo spazio pubblico e le sue po tenzialità. Le parole vengono supportate nel racconto dalle immagini evocative di alcuni film, selezionati per il loro significato o per l’ambientazione in cui si svolgono.

19 1.2

Produzione

Fin dai tempi più antichi l’uomo non ha agito soltanto nello spazio, non ha soltanto percepito lo spazio o è esistito nello spazio, e ha pensato allo spazio, ma ha anche creato lo spazio, per esprimere la struttura del suo mondo, quale reale “imago mundi”.

Norberg-Schulz 1982: 14

Produzione viene intesa come il processo (Lefebvre, 1976) attraverso cui gli uomi ni hanno generato, ovvero prodotto concettualmente e concretamente, uno spazio, sia esso interno od esterno, ma inequivocabilmente delimitato e proprio della società che lo ha forgiato con le sue specificità (Norberg-Schulz, 1982). La produzione di spa zio, essendo espressione di una particolare società, dà origine alla storia, della quale non si può rintracciare un ordine sequenziale inequivocabile, ma, viceversa, è costituita da complessità e contraddizioni (Venturi, 1966). Nella città sono riconoscibili i diversi modi di produzione, frutto di transizioni periodiche (Lefebvre, 1976). L’architettura diviene la disciplina della produzione di spazio adattato alle necessità vitali dell’uomo.

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21
[VIII] Chaplin, C. (Regista). (1936). Modern Times [Film]. United Artists

Dualismo

Lo spazio sociale non si libera mai dalla sua dualità (…)

Non è forse contemporaneamente attuale (dato) e potenziale (luogo delle possibilità)?

Non è forse contemporaneamente quantitativo (misurabile in unità di misura) e qualita tivo (terreno concreto in cui le energie si esauriscono, se non si rinnovano, e in cui la distanza si misura in fatica, in tempi di attività)?

Lefebvre 1976: 194

Dualismo viene inteso come espressione della realtà duplice insita nella città. La separazio ne cristiana tra la città umana e quella divina conduce alla distinzione tra la realtà concreta della città, costituita dalla concretezza materiale data dalla sua presenza, e la realtà imma teriale che della città ogni cittadino fa esperienza (Sennet, 2018). Il dualismo condensa la dialettica visione della città, costruita non solo dai suoi elementi fisici e formali, ma perme ata dagli usi, dai costumi e dalle tradizioni che si appropriano dei suoi spazi, dalla percezio ne e dalla immagine mentale che ogni utente riflette, dalle relazioni che sono rese possibili.

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[IX] Fincher, D. (Regista). (1999). Fight Club [Film]. 20th Century Fox

Vuoto

Il vuoto diventa uno spazio pubblico di appropriazione, il luogo potenziale degli “eventi”: il vuoto non programmato è definito dai bordi interni di un solido grammaticale. Spesso il vuoto è un luogo intermedio, un luogo che si colloca tra le esigenze di un dato programma o di un rigido contesto urbano.

[trad.] Tschumi 2000: 12

Vuoto viene inteso come definizione dello spazio pubblico. Lo spazio pubblico è lo spazio vuoto, ovvero lo spazio fisico continuo conformato dalle masse edificate, co stituito da dilatazioni e compressioni. È lo spazio del movimento e della relazione. Manifesto di questa visione positiva del vuoto è la cartografia di Roma redat ta da Giovanni Battista Nolli nel 1748, nella quale dalle campiture nere de gli edifici emerge la bianca superficie del vuoto, che definisce gli spazi pub blici. Questi ultimi sono intesi non solo come spazi esterni, ma anche come edifici di carattere pubblico, che assolvono una funzione rivolta alla collettività. La tecnica di rappresentazione utilizzata permette di elevarne il valore ad elemento struttu rante la città. Il vuoto da negativo del costruito diviene volume positivo nel quale agire.

24
25
[X] von Trier, L. (Regista). (2003). Dogville[Film]. Trust Film Sales ApS

Liquidità

è

E l’odierna irrilevanza dello spazio, mascherata sotto forma di annullamento del tempo.

Nell’universo software del viaggio alla velocità della luce, lo spazio è attraversabile

letteralmente “all’istante”: la differenza tra “lontano” e “vicino” è cancellata.

Bauman 2017: 132

Liquidità viene intesa da Bauman (2017) come metafora della contemporaneità, in cui si as siste al prevalere di un’epoca di insostenibile leggerezza (Kundera, 1985), di ciò che è tran sitorio, effimero ed istantaneo, comportando un radicale cambiamento delle nozioni di spazio e tempo. La scissione avvenuta tra il tempo, nullo, transitorio e volatile, e lo spazio, solido e fisico, ha comportato una tensione che pervade l’architettura, disciplina «del tem po come relazione tra le cose che cambiano con ritmi differenti» (Secchi, 2005: 38). La velocità acquisita dai nostri spostamenti nello spazio ha invalidato il concetto di distanza (Bauman, 2017) portando ad una proliferazione dello spazio necessario al flusso di merci, persone e denaro, nonché di informazioni. Da questa attenzione allo spazio “liquido” ne con segue una marginalità dello “spazio dello stare”, che diventa uno spazio accessorio e di risulta.

26
27
[XI] Spielberg, S. (Regista). (2002). Minority Report [Film]. 20th Century Fox, DreamWorks Pictures

Nonluogo

I “nonluoghi” (…) scoraggiano l’idea di “insediarvisi”, rendendo la colonizzazione o l’addomesticamento dello spazio praticamente impossibile.

(...) i nonluoghi accettano l’inevitabilità di una loro frequentazione (e a volte anche di un prolungato soggiorno) da parte di elementi estranei e dunque fanno tutto il possibile per rendere la propria presenza “meramente fisica”, vale a dire del tutto irrilevante da un punto di vista sociale.

Bauman 2017: 132

Nonluogo (Augé, 1993) viene inteso come la mancanza di identità degli spa zi pubblici odierni. Si tratta di spazi di passaggio, la cui frequentazione avviene per necessità ed è pressoché transitoria (Bauman, 2017), dove la specificità viene sacrificata per l’omologazione dei caratteri architettonici. Lo spazio «tende ver so l’omogeneità, riduce le differenze (particolari) esistenti» (Lefebvre 1976: 72). Ciò produce uno svuotamento di significato dello spazio pubblico, portando alla perdita delle stratificazioni storiche e dunque alla sua dissoluzione (Sennet, 1992).

28
29
[XII] Spielberg, S. (Regista). (2004). The Terminal [Film]. DreamWorks Pictures

Orizzontale

Se la verticalità ha carattere surreale, l’orizzontale rappresenta il mondo concreto delle azioni umane. In un certo senso tutte le direzioni orizzontali sono uguali e formano un piano di estensione illimitata. Il modello più elementare dello spazio esistenziale è quindi un piano orizzontale, attraversato da un asse verticale.

Norberg-Schulz 1982: 34

Orizzontale viene inteso come caratteristica primaria dello spazio pubblico, che si confi gura come tale nei luoghi aperti: strade, piazze e giardini. Lo spazio pubblico a dominanza orizzontale, in gran parte rappresentato dal tessuto connettivo della città, è principalmen te vuoto. Il concetto di vuoto ha catalizzato il pensiero e l’interesse di architetti e studiosi, assimilando lo spazio pubblico a qualcosa di definito non per il luogo in cui si trova ma per il fatto di trovarsi tra diversi spazi, «non è mai qui o là, bensì, sempre tra qui e là.» (Dell’Aira 2017: 27). Lo sviluppo orizzontale è legato anche al concetto di megastrutture, «immense strutture urbane tridimensionali costituite da telai e tralicci giganteschi, in cui l’intera città si espande su diversi livelli contemporaneamente.» (Orsini, Mei 2019: 120).

30
31
[XIII] Ridley, S. (Regista). (1982). Blade Runner [Film]. Warner Bros. Pictures

Sovrapposizione

Nessuno degli elementi appena indicati (percorsi, margini, quartieri, nodi e riferimenti) esiste isolatamente nella realtà. I quartieri sono strutturati da nodi, definiti da margini, attraversati da percorsi, e costellati di riferimenti. In generale, gli elementi si sovrappon gono e penetrano l’uno nell’altro.

Lynch K. 2016: 67

Il termine sovrapposizione viene inteso come moltiplicazione verticale dello spa zio pubblico, emancipazione dall’orizzontalità e sfruttamento dei vari piani e li velli in verticale. Nella città contemporanea, si assiste ad una metamorfosi del lo spazio pubblico: la sua piatta orizzontalità lascia il posto ad una progressiva moltiplicazione in verticale (Orsini, Mei, 2019). In particolare, i manufatti infrastrut turali portano alla complessificazione dello spazio, dando vita ad una stratificazione di vari tessuti stradali, che possono divenire, come nel caso del riuso e della riqua lificazione, spazi pubblici sviluppati ad un livello diverso rispetto al piano stradale.

32
33
[XIV] Nolan, C. (Regista). (2010). Inception [Film]. Warner Bros. Pictures

Nuovo suolo

Il suolo, in particolare, è la “pelle” dello spazio pubblico, il suo volto. Esso tende a complessificarsi in prestazionalità e immagine, a intensificare l’esperienza fruitiva.

I calpestii divengono “piùcchesuperfici”.

Dell’Aira 2017: 17

Nuovo suolo è inteso come superficie che può acquisire importanza tale da farla divenire volume (Dell’Aira, 2017). Nell’idea di H. W. Corbett per Manhattan (1923) si ipotizzava la costruzione di passaggi pedonali ad una quota rialzata rispetto al traffico veicolare, tali da garantire una differenziazione degli usi del suolo (Koolhaas, 2002). In questa accezione, il nuovo suolo corrisponde ad un ritrovato livello dedicato ai pedoni. Il concetto di suolo, allo stesso tempo, rimanda alla superficie sulla quale camminiamo e sulla quale si insedia no gli edifici. Il suolo diviene «una dimensione tutta contemporanea» (Dell’Aira 2017: 20), dotata di articolazione nella morfologia e nelle funzioni, non più intesa come superfi cie bidimensionale di supporto, ma che «acquisisce “senso” entro un più generale proget to sociale ed acquista “valore” attraverso un progetto di architettura.» (Secchi 1995: 132)

34
35
[XV] Lang, F. (Regista). (1927). Metropolis [Film]. Parufamet

Incontro

La definizione più semplice è che la città è un insediamento umano in cui degli estranei tendono a incontrarsi. Perché questa definizione sia valida, occorre che l’insediamento abbia una popolazione numerosa ed eterogenea, raggruppata in uno spazio ristretto, e che gli scambi mercantili facciano interagire questa massa fitta ed eterogenea.

Sennet 1982: 31

Incontro inteso a livello materiale, come incontro di architetture, e a livello socia le, come incontro di persone. Lo spazio pubblico può essere definito come il luogo di incontro con l’altro, punto di convergenza multiplo: sociale, linguistico, cultu rale, politico etc. (Ferrara, 2005). La città è il palcoscenico dell’incontro, dove noi non siamo solo spettatori ma contribuiamo allo spettacolo, da attori. Come teo rizza Bauman(2017), la nuova fragilità dei legami sociali implica il distanziamento dal diverso, l’estraneo, lo straniero, escludendo così il bisogno di comunicazione e il reciproco coinvolgimento. Di certo queste parole risuonano attuali, al giorno d’og gi parliamo di “distanziamento sociale”, ma la realtà è che dovremmo concentrarci su quello “fisico”, per cercare di contenere la pandemia da Covid-19, e riappropriarci dell’incontro a livello “sociale”, progettando spazi pubblici che lo rendano possibile.

36
37
[XVI] Farrelly, P. (Regista). (2018). Green Book [Film]. Universal Picture

Intimità

Il termine “intimità” evoca calore, fiducia, libera espressione dei sentimenti. Ma proprio perché siamo abituati ad attenderci benefici psicologici da tutte le sfere della nostra esperienza, e la vita sociale, che ha un suo significato indipendente, ci nega questi benefici, il mondo esterno, impersonale, sembra tradirci, ci appare incolore e vuoto.

Sennet 1982: 5

Intimità è intesa da Bauman (2017) nella sua accezione negativa, quella di una società intimista e un tipo di modernità individualizzato che ha portato alla crisi dello spazio pubblico. La stessa accezione è riportata da Sennet (1982) in “Il declino dell’uomo pub blico. Una società intimista”, dove esplicita il desiderio di intimità e stabilità che l’essere umano ricerca nella famiglia, a causa del fallimento della ricerca nella società, che appare impersonale e oggettiva. In realtà è l’intimismo ad essere criticato, e non l’intimità, se intesa come ricerca di «significati personali in situazioni impersonali» (Sennet 1982: 173). Il sociologo americano afferma che per ritrovare l’identità di una città occorre concentrarsi sugli elementi di diversità, di disordine e complessità che la caratterizza no, invece di rendere omogenee tutte le differenze nella condizione della transitorietà.

38
39
[XVII] Bong, J. (Regista). (2019). Parasite [Film]. CJ Entertainment

1. Introduzione

Analisi

40
1.1 La metamorfosi dello spazio pubblico 1.2 Glossario 2.
2.1 Carnet de Voyage (imaginaire) 2.1.1 Racconto di una passeggiata (Sopralluogo) 2.2 Sistemi 2.3 Stakeholders 3. Casi studio 3.1 Il parco lineare come progetto di riqualificazione 3.2 Il parco culturale urbano del XXI secolo 4. Esplorazione progettuale 4.1 Strategia 4.2 La Promenade 4.3 Programma funzionale 4.4 Elaborati grafici 5. Approfondimenti 5.1 Composizione ed elementi ricorrenti 5.2 Le Folies 6. Bibliografia e riferimenti iconografici

Questo capitolo introduce il sito di progetto grazie ad un’analisi svolta immaginando di percorrere un itinerario nel quartiere con diversi punti di interesse, assimilati a pun ti, linee e superfici . Di seguito a questo sopralluogo virtuale, condotto durante il lock down dovuto alla pandemia da covid-19, ne è stato condotto uno sul campo, del quale sono riportate le immagini significative, ognuna delle quali associata al termine utiliz zato nel carnet. Questa tipologia di analisi è seguita da una più pragmatica, condotta al fine di individuare le criticità dell’area di progetto e gli obiettivi del nostro intervento. Entrambe le analisi sono state condotte durante il Laboratorio Finale di Tesi - Sezione C - Rigenerazione resiliente. Il progetto dello spazio pubblico nelle periferie urbane. Questo laboratorio interdisciplinare ci ha permesso di analizzare i diversi ambiti grazie alla partecipazione dei seguenti professori: Elena Germana Mussinelli (progettazione am bientale), Alessandra Oppio (estimo), Filippo Orsini (composizione architettonica e ur bana), e dei corrispettivi assistenti Davide Cerati, Marta Dell’Ovo e Filippo Oppimitti.

41

Carnet de voyage (imaginaire)

42 2.1
[XVIII] Alan Schaller, progetto “Metropolis”, 2019

Itinerario

43
Le 10 tappe 1 Stazione Rogoredo 2 Piazza antistante 3 Via Gino Cassinis 4 Il cavalcavia Lucania 5 Piazzale Corvetto 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 6 Il giardino Bologna 7 Corso Lodi 8 Mercato Ferrara 9 Piazza Gabrio Rosa 10 Viale Omero [XIX] Rappresentazione delle tappe dell’itinerario

Charged Voids

Individuazione attività funzionali a valenza pubblica ed identificazione delle tappe dell’itinerario

44
45 [XX] Charged voids

limite

s. m. [dal lat. limes -itis] Confine, linea terminale o divisoria17

La stazione viene intesa come limite, come cesura che non consente l’attraversabilità. Al concetto di limite è sotteso quello di varco, ovvero la possibilità di rompere il recinto ed oltrepassarlo, ad indicare come la stazione sia un importante snodo di flussi, in relazione ossimorica con la percezione di confine di cui si fa esperienza.

46
01 17 Enciclopedia Treccani online [XXI] Diagramma del limite
47
[XXII
e XXIII]
Prospetti, Stazione di Milano Rogoredo, Fronte verso Via G.B. Cassinis e Via L. Russolo

liquidità

s. f. [dal lat. tardo liquiditas -atis] L’essere liquido come stato fisico18

La piazza antistante la stazione è intesa come spazio del movimento, considerata fluida in quanto comprende un incrocio di flussi, sia di persone che di veicoli. Gli svariati svincoli e i sensi di percorrenza generano un caotico flusso di persone in transito, che a suo modo rompe l’ordine e il rigore della stazione

48 18 Enciclopedia Treccani online
02 [XXIV] Diagramma della liquidità
49
[XXV] Prospettiva, Piazzale antistante la Stazione di Milano Rogoredo

giustapposizione

s. f. [dal fr. juxtaposition; v. giustapporre] L’atto e il risultato dell’accostare più elementi19

Lungo il Raccordo Autostradale si succedono differenti tessuti, giustapposti l’uno all’altro, il Parco G. Cassinis, il Raccordo ed il tessuto edificato, che non instaurano nessuna interazione trasversale ma risultano isolati reciprocamente.

50 19
Enciclopedia Treccani online
03 [XXVI] Diagramma della giustapposizione
51
[XXVII] Sezione, Parco G. Cassinis- Raccordo Autostradale - Via Livinallongo

permeabilità

s. f. [der. di permeabile dal lat. tardo permeabilis, der. di permeare «permeare, passare»]

Proprietà di alcuni corpi di lasciarsi attraversare20

Il Cavalcavia Lucania è un dispositivo che determina differenti permeabilità lungo la sua estensione, consentendo o meno la permeabilità fisica e visiva. La sua struttura esclude ed inquadra il contesto circostante.

52 20 Enciclopedia Treccani online
04 [XXVIII] Diagramma della permeabilità
53
[XXIX] Prospetto, Viale Lucania

eterogeneità

s. f. [der. di eterogeneo, dal gr. ἑτερογενής, comp. di ἑτερο- «etero-» e tema γεν- «generare»] Di diversa natura o qualità, non omogeneo21

L’eterogeneità di Piazzale L.E. Corvetto è dovuta alla compresenza di elementi quali il verde pubblico, il cavalcavia ed il tessuto urbano. Questo genera una moltiplicazione di superfici, intese come livelli di spazio pubblico, posti a differenti altezze, con una concentrazione di attività e connessioni.

54 21 Enciclopedia Treccani online
05 [XXX] Diagramma dell’eterogeneità
55
[XXXI] Sezione, Piazzale Luigi Emanuele Corvetto

enclave

‹ãklàv› s. f., fr. [der. di enclaver, propr. «chiudere con una chiave», lat. *inclavare, der. di clavis «chiave»]

Terreno che si trova all’interno di una proprietà altrui22

Il Giardino di Piazzale Bologna si inserisce all’interno di un lotto residenziale a cui dà accesso. Il perimetro recintato conferisce una sorta di carattere privato, esclusivo. Viene inteso come enclave per la sua funzione filtro tra lo spazio prettamente pubblico della strada e lo spazio privato delle residenze. Il Giardino è uno spazio pubblico che non si esprime come tale, non assolvendo a pieno la sua funzione pubblica.

56 22
Enciclopedia Treccani online
06 [XXXII] Diagramma dell’enclave
57
[XXXIII] Prospettiva, Giardino Piazzale Bologna

simmetria

s. f. [dal gr. συμμετρία, comp. di σύν «con» e μέτρον «misura»]

Ordinata distribuzione delle parti di un oggetto23

Il senso di ordine che si evince lungo Corso Lodi è dato dall’organizzazione simmetrica degli spazi verdi rispetto al tessuto urbano. La sezione stradale comprende differenti utenti e attività, concedendo ad ognuno lo spazio necessario.

58 23 Enciclopedia
Treccani
online
07 [XXXIV] Diagramma della simmetria
59 [XXXV]
Sezione prospettica, Corso Lodi

espansione

s. f. [dal lat. tardo expansio -onis, der. di expandere «espandere»]

L’atto e l’effetto dell’espandere24

Il Mercato Comunale è inteso come espansione, in quanto consente l’appropriazione dello spazio del piazzale e della strada in occasione del mercato all’aperto, che avviene settimanalmente. In questo modo viene proiettata all’esterno la funzione interna, coinvolgendo il contesto circostante e divenendo luogo di aggregazione per i cittadini.

60 24 Enciclopedia Treccani online
08 [XXXVI] Diagramma dell’espansione
61 [XXXVII]Assonometria, Piazzale Ferrara

centralità

s. f. [der. dell’agg. centrale, dal lat. centralis, der. di centrum «centro»] Carattere di ciò che è centrale25

Il Piazzale Gabrio Rosa, oltre ad essere luogo di incontro ed aggregazione per i cittadini, svolge una funzione di centralità, di perno attorno al quale ruotano distinte soluzioni di edilizia popolare, che si affacciano su questo spazio centrale come a descrivere l’evoluzione storica del tessuto edilizio.

62
25
Enciclopedia
Treccani online
09 [XXXVIII] Diagramma della centralità
63 [XXXIX] Fish Eye, Piazzale Gabrio Rosa

transizione

s. f. [dal lat. transitio -onis, der. di transire «passare»] Passaggio da una situazione a un’altra26

Il Quartiere Mazzini si pone come luogo di passaggio tra l’ambito urbano e quello agricolo del Parco Agricolo Sud, nel quale Viale Omero , con le sue alberature, assume il ruolo di transizione tra questi due “paesaggi”, contrapposti ma in continuità tra loro.

64
10 26 Enciclopedia Treccani online [XL] Diagramma della transizione
65
[XLI] Prospetto, Viale Omero

Racconto di una passeggiata

66 2.1.1
limite.[XLII]
67 liquidità.[XLIII]
68 giustapposizione.[XLIV]
69 permeabilità.[XLV]
70 eterogeneità.[XLVI]
71
enclave.[XLVII]
72
simmetria.[XLVIII]
73 espansione.[XLIX]
74
centralità.[L]

transizione.

75
[LI]

1. Introduzione

Analisi

76
1.1 La metamorfosi dello spazio pubblico 1.2 Glossario 2.
2.1 Carnet de Voyage (imaginaire) 2.1.1 Racconto di una passeggiata (Sopralluogo) 2.2 Sistemi 2.3 Stakeholders 3. Casi studio 3.1 Il parco lineare come progetto di riqualificazione 3.2 Il parco culturale urbano del XXI secolo 4. Esplorazione progettuale 4.1 Strategia 4.2 La Promenade 4.3 Programma funzionale 4.4 Elaborati grafici 5. Approfondimenti 5.1 Composizione ed elementi ricorrenti 5.2 Le Folies 6. Bibliografia e riferimenti iconografici

Per poter comprendere il luogo in cui prende forma l’intervento è stato imprescindibile lo svolgimento di un’indagine analitica, supportata, in primis, dai dati forniti dal Comu ne di Milano, su cui sono state svolte delle proprie elaborazioni. L’area su cui sono svolte si estende dalla stazione di Rogoredo alla stazione di Porta Romana, i due estremi che cingono il quartiere con il tracciato ferroviario. Il confine meridionale è affidato al Parco G. Cassinis e alla Cascina Nosedo, entrambi con funzioni di soglia con il Parco Agricolo Sud Milano. L’analisi è suddivisa secondo i quattro sistemi che possono essere rintracciati come strutturanti la città, ovvero i sistemi infrastrutturale, ambientale, insediativo e socio-economico. Il sistema infrastrutturale si concentra sull’analisi della rete del tra sporto pubblico, sia superficiale che sotterraneo, e sulla rete dei percorsi ciclabili, prestan do attenzione alle modifiche promosse dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile In secondo luogo, si è analizzato il sistema ambientale, in particolare il verde pubblico, ovvero i parchi urbani e periurbani fruibili dai cittadini, evidenziando d’altro canto le temperature del suolo per poter comprendere l’effetto di isola di calore che si verifica. Per quanto riguarda il sistema insediativo, esso riflette sui tracciati regolatori che gover nano la morfologia del tessuto edificato e sugli ambiti di trasformazione che vengono individuati dal Piano di Governo del Territorio per quest’area, strategica per il nodo di interscambio di Rogoredo e per l’ambito di Porto di Mare. Infine, si è condotta una sintetica analisi demografica per comprendere la composizione sociale dell’area di intervento per far emergere la multiculturalità presente nel quartiere, confrontan do sempre i dati relativi al NIL 35 di Corvetto con i quartieri limitrofi, per avere una visione più ampia. A ciò si è aggiunta una ricognizione della dotazione dei servizi pre senti, ponendo particolare attenzione alle istituzioni scolastiche, alle attività culturali ed alle associazioni sociali, cuore pulsante dell’area. Infine tramite l’analisi SWOT si sono evidenziati i punti di forza e di debolezza, le opportunità e le minacce, impie gando questa schematizzazione per la comprensione della strategia progettuale da mettere in atto per dare risposte adeguate e puntuali ai bisogni dei cittadini residenti.

77

Sistemi

Sistema infrastrutturale

“Percorsi lungo i quali si addensano i flussi di traffico in entrata e in uscita, arterie principali di un sistema che pulsa con il ritmo e l’intensità di una città che da lungo tempo non conosce stasi. Linee di forza di una crescente mobilità, con oltre due milioni di pendolari e di city users.” 27

L’analisi del sistema infrastrutturale si concentra sul trasporto pubblico nella città di Milano e in particolare nell’area di progetto, evidenziando le potenzialità di quest’ultimo, al fine di ridurre il trasporto privato su gom ma. Per comprendere l’area di progetto, in primo luogo è stato necessario riconoscerne il ruolo svolto a scala urbana. I confini dell’area di Corvetto-Rogoredo vengono stabiliti, infatti, dal tracciato ferroviario, tra lo scalo di Porta Romana, che lo divide dalla città consolidata, e la stazione dell’alta velocità di Milano Rogoredo, che la immette all’interno di una rete a scala nazionale. La stazione di Rogoredo risulta essere la porta Sud-Est di ac cesso dal contesto esterno alla città di Milano, lungo la direttrice proveniente dalle province di Lodi e Piacenza, ovvero lungo l’Autostrada del Sole, che allo svincolo di San Donato penetra nella città. Accanto a questi snodi ferroviari, la linea 3 della metropolitana collega ed inserisce l’area di intervento all’inter no delle connessioni del trasporto pubblico cittadino a livello sotterraneo. Si può dunque affermare che la zona di intervento risulta pienamente accessibile grazie alle reti di trasporto so pra descritte, alle quali si affianca la capillare distribuzione delle fermate dei mezzi di superficie, che garantiscono la raggiungibilità del territorio indagato.

Per quanto concerne la mobilità sostenibile, si nota una scarsa diffusione dei tratti esistenti, che non pongono in relazione i parchi urbani e gli spazi pubblici, ad esclusione della pista ciclabile che da Porta Romana scende in Viale Omero per raggiungere il Parco Agricolo Sud. Inoltre, anche la presenza delle stazioni di BikeMi va di minuendo drasticamente nelle zone più periferiche, limitando l’impiego di questo servizio da parte degli utenti decentrati rispetto alle zone centrali.

A lato di queste analisi, è da considerare la volontà dell’amministrazione, espressa nel Piano Urbano di Mobilità Sostenibile, di concludere i lavori per il prolungamento della Paullese innescando il potenziamento della via Toffetti e promuovendo la dismissione del cavalcavia Corvetto, che risulta essere sottoutilizzato e quindi non più necessario nell’economia della rete di trasporto stradale.

A conclusione dell’analisi sulla mobilità, si è voluto studiare la concentrazione degli inquinanti al fine di com prendere la condizione della qualità dell’aria, che riflette la situazione della città di Milano.

Le elaborazioni sono state condotte sui dati forniti dal Sistema Statistico Integrato del Comune di Milano, nella sezione Ambiente, che fornisce dati sull’andamento di alcuni inquinanti, quali PM10, biossido di azoto e ozono dal 2002/2004 al 2019, grazie ai dati di Legambiente, nel Rapporto Ecosistema Urbano, e dell’ISTAT, nei Dati ambientali delle città. Si nota la notevole presenza di inquinanti abbia portato all’individuazione di giorni di superamento dei limiti consentiti, che nonostante il trend negativo, rimangono in numero elevato.

78 2.2
27 Schiaffonati 2019: 21

[LII] Trasporto pubblico a scala urbana

Fonte: Geoportale SIT - Comune di Milano

79
M2 M4 Tracciato ferroviario M3 M1 Stazioni ferroviarie NIL 35_Corvetto NIL M5

Stazioni ferroviarie

Fermate metropolitana

Fermate linee super cie

Percorsi autobus

Piste ciclabili

Aree sosta bikeMi

Verde pubblico Edi ci

Autostrada

Strada ad alto scorrimento

Strada quartiere

Strada di interquartiere

Strada di quartiere di progetto

Potenziamento via To etti Dismissione

80

[LIII] Trasporto pubblico e mobilità sostenibile / Modifica alla viabilità

Fonte: Geoportale SIT - Comune di Milano / Piano Urbano della Mobilità Sostenibile - Comune di Milano

81

ottobre

maggio

7,03 febbraio 4,84 8,20 16,96 maggio 19,44 24,14 26,30 26,63 settembre 22,70 ottobre 17,10 novembre 11,07 dicembre 5,67 gennaio 47,20 febbraio 28,80 131,60 105,40 maggio 81,80 16,80 54,00 60,20 settembre 8,40 ottobre 110,80 novembre 77,20 dicembre 15,80 somma 738,00 gennaio

0,05

BIOSSIDO DI AZOTO_2004/2019

OZONO_2004/2019

novembre

dicembre

82 PM10_2002/2019
gennaio
0,06 febbraio
0,18 0,15
0,11 0,02 0,07 0,08 settembre 0,01
0,15
0,11
0,02 Media annua (µg/m³) Superamenti del limite giornaliero 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 2019201820172016201520142013201220112010200920082007200620052004 201920182017201620152014201320122011201020092008200720062005200420032002 201920182017201620152014201320122011201020092008200720062005200420032002 Media annua 35354038 Giorni di superamento 423638 81 44 107 50 132 41 85 46 106 46 111 52 132 56 149 55 152 51 135 55 151 59 163 73101 72799768 2019201820172016201520142013201220112010200920082007200620052004 Media annua 58596446,95549,551,755,360,958,161,461,262,867,454,960,4 2019201820172016201520142013201220112010200920082007200620052004 Giorni di superamento 7356433746164643474660413831n.d.n.d. 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Media annua (µg/m³) 0 10 20 30 40 50 60 70 80 2019201820172016201520142013201220112010200920082007200620052004 Superamenti del limite giornaliero Fonte: Sistema Statistico Integrato - Comune di Milano [LIV] Concentrazione inquinanti

Sistema infrastrutturale

Strengths

Presenza di fermate della metropolitana linea M3 che rende l’area facilmente accessibile

Presenza della stazione della linea ferroviaria di Milano Rogoredo che rende l’area facilmente raggiungibile

Presenza di varie linee di autobus che rende possibile una copertura capillare del quartiere

Presenza di una pista ciclabile che connette con il Parco Agricolo Sud

Weaknesses

Presenza del cavalcavia limita gli attraversamenti pedonali e ciclabili nelle parti di terrapieno

S.1.IF. W.1.IF. T.1.IF.

S.2.IF. S.3.IF. S.4.IF. O.1.IF. O.2.IF. O.3.IF. O.4.IF.

W.2.IF. T.2.IF.

Assenza di un rete ciclabile che connetta i principali parchi urbani del quartiere

W.3.IF.

T.3.IF.

Opportunities

Presenza di mezzi di trasporto pubblico di superficie e di sottosuolo (autobus, ferrovia, metropolitana) che offrono una buona opportunità di collegamento con la città

Presenza di punti di Bike sharing in particolare lungo Corso Lodi e Viale Omero

Previsione della deviazione della mobilità su via Toffetti, riducendo il traffico veicolare lungo le vie Cassinis e Marochetti (PUMS)

Previsione dell’incremento di aree verdi pubbliche come descritto dal Documento di Piano (PGT vigente)

Threats

Presenza di piste ciclabili frammentate che ostacolano la connessione dell’area tramite la mobilità dolce

Traffico veicolare dato dalla presenza di strade ad alto scorrimento

Alta percentuale di suolo dedicata alla circolazione e alla sosta delle automobili Mancanza di Car sharing e di colonnine di ricarica che favorirebbero l’impiego di mezzi di spostamento alternativi

83
[LV] Analisi SWOT del sistema infrastrutturale

Sistema ambientale

La posizione di cerniera tra città e campagna, tra tessuto edificato denso e le preesistenze ambientali dei parchi periurbani, propria del quartiere di Corvetto, fa sì che la superficie di area verde per abitante, rispetto alla scala cittadina, sia maggiore rispetto alla città consolidata, in cui il suolo vegetale ha dimensioni ridotte. Il quartiere di Corvetto, al contrario, può usufruire di spazi verdi diffusi grazie alla presenza del Parco Agricolo e alla di spersione dell’edificato, che abbandona la cortina edilizia per un principio insediativo di stampo moderno, con stecche sottili ed alte, permettendo di liberare la quota zero, lasciata così a verde. Da ciò ne consegue una buona presenza del suolo verde, anche se in maggioranza non fruibile dalla cittadinanza, ovvero privato.

A corollario dell’analisi del suolo vegetale, si è svolta un’analisi sulla permeabilità delle superfici nell’area di in tervento, che fa emergere come ci sia una notevole presenza di suolo permeabile in diretta proporzione con la vicinanza al Parco Agricolo Sud.

Inoltre, a scala della città di Milano, si è voluto analizzare la temperatura del suolo, che si stabilisce una rela zione di proporzionalità diretta rispetto alla saturazione del tessuto urbano. Si evince come il centro città abbia superfici ad una temperatura maggiore rispetto alle zone periferiche che si interfacciano con sistemi ambientali agricoli e naturali. Ad una scala più ravvicinata, le temperature si inseriscono in un range piuttosto basso, nono stante inizino ad aumentare con la prossimità allo scalo di Porta Romana. Queste analisi confermano, ad ogni modo, come le carreggiate, ovvero l’asfalto che ricopre la totalità delle strade e dei marciapiedi, siano sempre molto calde, andando a promuovere la formazione di isole di calore, che rendono poco fruibili questi spazi.

A conclusione delle analisi sul suolo vegetale, si sono svolte delle ricerche sulle condizioni climatiche, in par ticolare sulle precipitazioni e sulle temperature medie, entrambe su scala annua. L’intensificarsi di fenome ni di piogge intense e localizzate alternate a periodi di siccità, con il conseguente innalzarsi complessivo delle temperature, sono i fenomeni che si registrano a fronte dei cambiamenti climatici. La risposta inadeguata degli spazi urbani a questi eventi risiede nella mancata capacità resiliente delle città, che dovrebbe essere al contrario incentivata nella progettazione urbana al fine di migliorare la qualità complessiva.

84
85 NIL 35_Corvetto NIL 0 - 1000 500 - 1000 1000 - 2000 2000 - 5000 5000 - 6000000 mq/ab [LVI] Superficie di verde per abitante a scala urbana Rielaborazione mappe realizzate dal Politecnico di Milano - Laboratorio di Progettazione Urbanistica - A. Boatti, I. Rossi e . Zambellini Milano Repubblica online, 2017
86 Fonte: Manutenzione Integrata Ambientale - Comune di Milano [LVII] Specie arboree - Comune di Milano

Viali alberati

Aree verdi dismesse

Campi e parchi agricoli

Parchi e giardini pubblici

Verde residuale Verde stradale

Verde privato

Idrogra a Campi sportivi

Campi e parchi agricoli

Parchi e giardini pubblici

Verde residuale Verde stradale

Verde privato

Idrogra a Campi sportivi

[LVIII] Tipologie di suolo verde

Fonte: Geoportale SIT - Comune di Milano

87
88 Fonte: Geoportale SIT - Comune di Milano [LIX] Temperatura del suolo a scala urbana 0 2, 30-32 °C 34-36 °C 32-34 °C 27-30 °C 39-41 °C 36-39 °C

Geoportale

- Comune di Milano

89 Fonte:
SIT
[LX] Temperature del suolo 34-36 °C 36-39 °C 39-41 °C 30-32 °C 32-34 °C 27-30 °C

7,03

8,20

16,96 maggio 19,44 giugno 24,14 luglio 26,30 agosto 26,63 settembre 22,70 ottobre 17,10 novembre 11,07 dicembre 5,67

47,20

28,80

131,60

105,40

81,80

54,00

60,20

8,40 ottobre 110,80 novembre

15,80 somma 738,00

BIOSSIDO

0,06 febbraio 0,05 marzo 0,18 aprile

0,07

0,01

90 TEMPERATURE M EDIE MENSILI 20 18 Stazione Juvara, Milano PM10_2002/2019
OZONO_ PRECIPITAZIONI MENSILI 20 18 Stazione Juvara, Milano PRECIPITAZIONI MEDIE MENSILI 20 18 Stazione Juvara, Milano gennaio
febbraio 4,84 marzo
aprile
0,00 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00 30,00 7,03 4,84 8,20 16,96 19,44 24,14 26,30 26,63 22,70 17,10 11,07 5,67 0,06 0,05 0,18 0,15 0,11 0,02 0,07 0,08 0,01 0,15 0,11 0,02 0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16 0,18 0,20 0 20 40 60 80 100 120 140 gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno 16,80 luglio
agosto
settembre
77,20 dicembre
gennaio
0,15 maggio 0,11 giugno 0,02 luglio
agosto 0,08 settembre
ottobre 0,15 novembre 0,11 dicembre 0,02 Media Superamenti 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 20052004 2002 Media annua Giorni di superamento Media annua Giorni di superamento 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Media 0 10 20 30 40 50 60 70 80 20052004 Superamenti 47,20 28,80 131,60 105,40 81,80 16,80 54,00 60,20 8,40 110,80 77,20 15,80 Fonte: Open Data - Comune di Milano - Dati forniti da Arpa - Regione Lombardia - Dati riferiti alla stazione di Milano Juvarra [LXI] Analisi climatiche

Fonte:

- Comune di Milano

91
Geoportale SIT
[LXII] Permeabilità del suolo
Idrogra a Super cie permeabile Super cie impermeabile
92

Sistema ambientale

Strengths

Presenza di parchi pubblici e di attrezzature sportive

S.2.AM. S.3.AM. O.1.AM. O.2.AM. O.3.AM.

S.1.AM. W.1.AM. T.1.AM.

W.2.AM. W.3.AM. T.2.AM.

Presenza di stazioni della metropolitana della linea M3 nonchè di numerose linee di autobus che permettono di fruire del trasporto pubblico

Buona percentuale di aree verdi pubbliche rispetto ad altri NIL della città, grazie alla posizione periferica dell’area

Presenza di aree verdi abbandonate e degradate o abusivamente occupate

Scarsa gestione ed attrezzamento di aree verdi pubbliche che ne limita la fruibilità (Parco Cassinis)

Weaknesses Opportunities

Mancanza di collegamenti tramite piste ciclabili dei parchi pubblici esistenti Prossimità al Parco Agricolo Sud, risorsa ambientale e socio-culturale

Prossimità al Parco della Vettabbia ed alla Valle dei Monaci, in cui si insedia l’Abbazia di Chiaravalle

Presenza di una pista ciclabile che connette con il Parco Agricolo Sud e che promuove l’impiego della mobilità dolce

Threats

Presenza di inquinamento atmosferico e acustico dovuto alla vicinanza dell’area a strade ad alto scorrimento

Mancanza di Car sharing e di colonnine di ricarica che favorirebbero la diminuzione dell’inquinamento atmosferico

93
[LXIII]
Analisi
SWOT del sistema ambientale

Sistema insediativo

Il quartiere di Corvetto fa parte del Municipio 4 e si colloca nella zona sud-est della città di Milano ed è conside rato come “luogo di approdo per chi entra da sud in Milano, smistamento dei flussi di traffico, di interscambio con mezzi pubblici” 28. La grande espansione che si registra in quest’area, fino a quel momento votata all’agricoltura e con alcuni insediamenti industriali, si ha a partire dal Dopoguerra, quando il boom economico investì tutto il paese, riversando in città migliaia di persone, provenienti in particolare, dal Sud Italia, che ne avrebbero modificando nel profondo la struttura sociale. La forte identità che ancora oggi il quartiere di Corvetto manifesta, risiede in parte nel Quartiere Mazzini, quel “diamante” che si sviluppa attorno alla Piazza Gabrio Rosa. Il quartiere ospita complessi di edilizia sociale, realizzati a partire dagli anni Venti con il quartiere fascista Regina Elena, e comple tati nel Dopoguerra con gli interventi compresi tra le vie Barzoni, Montemartini e Omero, che esplicitano al contrario un diverso concetto di città, di stampo modernista. A portare a compimento la struttura del quartiere per come ci si mostra ora, è l’intervento del quartiere Grigioni, un nuovo insediamento organico composto da condomini dotati di servizi e verde dei primi anni Cinquanta (Schiaffonati, 2019).

A ciò si deve aggiungere, sempre negli anni Cinquanta, la realizzazione del cavalcavia, il corridoio autostradale che permette all’Autostrada del Sole di entrare in città e immettersi nel circuito stradale urbano, connettendo lo svincolo di San Donato con il Piazzale Bologna. La costruzione di questa imponente infrastruttura ha compor tato notevoli e profonde modificazioni. Il piazzale perse ogni valenza spaziale a causa del cavalcavia, che svolta da via Marocchetti verso viale Lucania (proprio nel cuore del quartiere), divenendo per tutta la sua lunghezza una barriera non solo percettiva ma anche fisica.

“Le infrastrutture hanno rappresentato vincoli di grande impatto, anche percettivo, non determi nando tuttavia la saturazione del territorio circostante. Un contesto quindi ancora valenza pae saggistica, dove riscoprire tracce del passato, proiezioni della memoria, mappe della conoscenza in grado di orientare una lettura intenzionata. Un approccio per mettere in campo azioni di recupero ambientale, di progettazione e restauro del paesaggio per la tutela attiva di memorie e reperti di versamente destinati a deperimento e dimenticanza.” 29

La breve ricognizione storica ha permesso di rileggere nel tessuto edificato ed infrastrutturale le differenti idee che ne hanno organizzato lo spazio.

“Riconoscere entro la città ed il territorio una struttura formale, a Milano, una struttura fonda mentalmente radiocentrica e policentrica; la sua articolazione secondo differenti principi inse diativi nei quali, entro differenti assetti morfologici, sono incorporate le differenti idee di città che hanno percorso la cultura urbanistica degli ultimi due secoli.” 30

In particolare, mentre la porzione verso Porta Romana presenta ancora gli isolati a cortina, nel resto del quar tiere si abbandona questo principio insediativo per permettere la realizzazione di stecche, che consentono la creazione di un notevole spazio a terra.

Inoltre, l’area è coinvolta in differenti ambiti di trasformazione che la fanno emergere come zona attiva nel panorama cittadino, in grado di attivare processi di trasformazione che possono portare al rilancio del quartiere. Vengono considerati il nodo di interscambio della stazione dell’alta velocità di Milano Rogoredo, l’ambito di Porto di Mare come area per grandi funzioni urbane, e infine viene promossa la realizzazione di quattro piazze diffuse nel quartiere, che portano a compimento alcune iniziative di urbanistica tattica realizzate in piazza An gilberto. A tutto ciò si affianca la dismissione del rilevato del cavalcavia, che secondo il PUMS dovrebbe essere demolito per inutilità funzionale.

94
28 Schiaffonati 2019: 37 29 Schiaffonati 2019: 33 30 Secchi 1995: 311

[LXIV] Tracciati

95 Fonte: Geoportale SIT - Documento di Piano - PGT vigente - Comune di Milano
regolatori Altri edi ci Verde pubblico Tracciati Griglie Nuclei storici esterni

Ambiti per grandi funzioni urbane (Art. 16 NA PdR)

Nodi di interscambio (Art. 15.5 NA PdR)

Scali ferroviari (Art. 52 NA PdR)

Verde urbano di nuova previsione (Art. 8.4 NA PdS)

Piazze (Art. 15.4 NA PdR)

Insediamenti industriali

Residenza sociale

Ambiti per grandi funzioni urbane (Art. 16 NA PdR)

Nodi di interscambio (Art. 15.5 NA PdR)

Scali ferroviari (Art. 52 NA PdR)

Verde urbano di nuova previsione (Art. 8.4 NA PdS)

Piazze (Art. 15.4 NA PdR)

Insediamenti industriali

Residenza sociale

Verde pubblico Altri edi ci

[LXV] Ambiti di trasformazione previsti

Verde pubblico Altri edi ci

96
Fonte:
Geoportale SIT - Schede NIL - Comune di Milano

[LXVI] Quartiere Regina Elena, anni ‘40

Archivio Aler - Ordine degli Architetti

[LXVIII]Via Marocchetti, anni ‘50

Vecchia Milano Wordpress (2011)

[LXVII]Viale Lucania, anni ‘50

Vecchia Milano Wordpress (2010)

[LXIX]Piazzale Corvetto, anni ‘60

Vecchia Milano Wordpress (2010)

Ricognizione storica fotografica

97
98

Sistema insediativo

S.1.IN.

Strengths

Presenza di due livelli di circolazione grazie al cavalcavia che nella parte di Piazzale Corvetto è permeabile al livello terra

Quartiere dotato di una forte identità data dai nuclei di antica formazione

W.1.IN.

S.2.IN. O.1.IN. O.2.IN. O.3.IN. O.4.IN.

W.2.IN. T.2.IN.

T.1.IN.

Presenza del cavalcavia che separa il tessuto consolidato dal tessuto disomogeneo di recente formazione collocato nella zona nord-est

Presenza di insediamenti industriali che rendono la zona nord-est poco fruibile

Weaknesses Opportunities

Area che presenta molteplici ambiti di trasformazione

Presenza di residenza sociale, in particolare nella zona sud dell’area

Presenza nelle vicinanze di esempi di rigenerazione urbana di manufatti industriali (Fondazione Prada)

Prossimità al Parco Agricolo Sud, risorsa ambientale e socio-culturale

Threats

Area in posizione periferica rispetto al centro della città

Ampie aree dismesse a ridosso della ferrovia e dell’ambito di Porto di Mare

99
[LXX] Analisi SWOT del sistema insediativo

Sistema socio-economico

Per comprendere il tessuto demografico con il quale il progetto dovrà confrontarsi ed interagire positivamente, si sono svolte, grazie ai dati consultabili del Sistema Statistico Integrato del Comune di Milano, delle sintetiche analisi demografiche, concentrate sull’età e sulla cittadinanza della popolazione residente. Si nota una multicul turalità e, una notevole presenza di categorie giovani rispetto al totale della popolazione.

Per l’elaborazione di una strategia funzionale, si è analizzata la dotazione di servizi presenti, evidenziando l’alta presenza di istituti scolastici, di ogni ordine e grado, e di impianti sportivi sia all’aperto che al chiuso. A fronte di ciò, vi è una scarsa presenza di funzioni aggregative e ricreative, probabilmente a causa della posizione perife rica, che spinge i residenti a muoversi verso il centro per raggiungere le funzioni sociali.

In contrapposizione, si registra una discreta presenza di associazioni sociali attive, che svolgono importanti attività all’interno del quartiere, aiutando le fasce più deboli della popolazione residente e organizzando attività in grado di coinvolgere tutte le età.

A causa del periodo che stiamo vivendo e nel quale questo lavoro ha preso avvio, si sono potuti intervistare solo due associazioni presenti sul territorio, “La Strada” ed “Equi.Libri in Corvetto”, le cui conoscenze del quartiere, date dal viverlo quotidianamente come residenti e come membri di associazioni, sono state preziose nello svi luppo del progetto, sia per quanto riguarda le problematiche che i punti di forza. Vengono riportati i testi delle interviste riassunti, per una più facile comprensione.

Infine, si sono individuate, grazie al portale Geopoi dell’Agenzia dell’Entrate, le zone Omi, ovvero quelle por zioni di territorio in cui si registra un’omogeneità nelle quotazioni del mercato immobiliare, che prendono in considerazione molteplici fattori.

100

anni 6-18 anni 19-34 anni 35-64 anni 65-84 anni +85 anni

anni 6-18 anni 19-34 anni 35-64 anni 65-84 anni

1.895 3.972 6.227 15.783 6.825 1.660

1.895 3.972 6.227 15.783 6.825 1.660

anni

anni 6-18 anni 19-34 anni 35-64 anni 65-84 anni +85 anni

anni 6-18 anni 19-34 anni 35-64 anni 65-84 anni +85 anni

1.895 3.972 6.227 15.783 6.825 1.660 0-5 anni 6-18 anni 19-34 anni 35-64 anni 65-84 anni +85 anni

anni 6-18 anni 19-34 anni 35-64 anni 65-84 anni +85 anni

anni 6-18 anni 19-34 anni 35-64 anni 65-84 anni +85 anni

1.895 3.972 6.227 15.783 6.825 1.660 0-5 anni 6-18 anni 19-34 anni 35-64 anni 65-84 anni +85 anni

8.652 29.750 73.124 29.805 7.038 Italiani Stranieri

8.652 18.958 29.750 73.124 29.805 7.038 Italiani Stranieri

8.652 18.958 29.750 73.124 7.038

8.652 18.958 29.750 73.124 29.805 7.038 Italiani Stranieri Paesi di provenienza Filippine Egitto Perù Romania Ecuador Cina Sri Lanka Minoranze

Paesi di provenienza Filippine Egitto Perù Romania Ecuador Cina Sri Lanka Minoranze

Paesi di provenienza Filippine Egitto Perù Romania Ecuador Cina Sri Lanka Minoranze

Italiani Stranieri

Paesi di provenienza Filippine Egitto Perù Romania Ecuador Cina Sri Lanka Minoranze

26.762 9.600 1.742 1595 768 656 649 627 576 2987

26.762 9.600 1.742 1595 768 656 649 627 576 2987 Italiani Stranieri

26.762 9.600 1.742 1595 768 656 649 627 576 2987

Italiani Stranieri

167.327 35.337 5.563 5.335 2.648 2.358 2.179 2.091 2.059 13.104

26.762 9.600 1.742 1595 768 656 649 627 576 2987 Italiani Stranieri Paesi di provenienza Egitto Filippine Perù Sri Lanka Romania Cina Ecuador Minoranze

Paesi di provenienza Egitto Filippine Perù Sri Lanka Romania Cina Ecuador Minoranze

167.327 35.337 5.335 2.648 2.358 2.179 2.091 2.059 13.104

Paesi di provenienza Egitto Filippine Perù Sri Lanka Romania Cina Ecuador Minoranze

Italiani Stranieri

Paesi di provenienza Egitto Filippine Perù Sri Lanka Romania Cina Ecuador Minoranze

167.327 35.337 5.563 5.335 2.648 2.358 2.179 2.091 2.059 13.104

167.327 35.337 5.563 5.335 2.648 2.358 2.179 2.091 2.059 13.104

3,55 - 6,13 6,14 -

7,51 -

9,44 e

101
Fonte: Sistema Statistico Integrato - Comune di Milano
[LXXI] Analisi demografiche 5% 11% 17% 43% 19% 5% POPOLAZIONE PER ETA’ Corvetto 5% 11% 18% 44% 18% 4% POPOLAZIONE PER ETA’ Sud-Est Milano 74% 26% CITTADINANZA Corvetto CITTADINANZA Sud-Est Milano INCIDENZA ABBANDONO SCOLASTICO Sud-Est Milano INCIDENZA NEET Sud-Est Milano 18% 17% 6% 8%6%7% 7% 31% 83% 17% 0-5
0-5
15% 16% 6% 7% 7%6%6% 37% 0,38 - 1,79 1,80 - 2,79 2,80 - 3,56 3,57 - 4,80 4,81 e oltre non significativo 3,55 - 6,13 6,14 - 7,50 7,51 - 9,43 9,44 e oltre non significativo L o d i Co r v ett o S c alo R o m an a R pamon i O r t o me r c a t o M ece na t e R o g or e d o T ri ul z o Parco MonluèPonte Lambro S u p e rior e Chiaravalle E x OM Mor i vi on P o r t a R oman a Umbria Moli s e V i g e n t in a Lodi-Corvetto Scalo Romana Ripamonti Ortomercato Mecenate Rogoredo Triulzo Parco MonluèPonte Lambro Superiore Chiaravalle Ex OMMorivione Porta Romana UmbriaMolise Vigentina 5% 11% 17% 43% 19% 5% POPOLAZIONE PER ETA’ Corvetto 5% 11% 18% 44% 18% 4% POPOLAZIONE PER ETA’ Sud-Est Milano 74% 26% CITTADINANZA Corvetto CITTADINANZA Sud-Est Milano INCIDENZA ABBANDONO SCOLASTICO Sud-Est Milano INCIDENZA NEET Sud-Est Milano 18% 17% 6% 8%6%7% 7% 31% 83% 17% 0-5
+85
0-5
15% 16% 6% 7% 7%6%6% 37% 1,80 - 2,79 2,80 - 3,56 3,57 - 4,80 4,81 e oltre
7,50
9,43
oltre L o d i Co r v ett o S c alo R o m an a R pamon i O r t o me r c a t o M ece na t e R o g or e d o T ri ul z o Parco MonluèPonte Lambro S u p e rior e Chiaravalle E x OM Mor i vi on e P o r t a R oman a Umbria Moli s e V i g e n t in a Lodi-Corvetto Scalo Romana Ripamonti Ortomercato Mecenate Rogoredo Triulzo Parco MonluèPonte Lambro Superiore Chiaravalle Ex OMMorivione Porta Romana UmbriaMolise Vigentina Età della popolazione residente Età della popolazione residente Cittadinanza della popolazione residente Cittadinanza della popolazione residente NIL 35 - Corvetto Sud-Est Milano Sud-Est Milano NIL 35 - Corvetto 5% 11% 17% 43% 19% 5% POPOLAZIONE PER ETA’ Corvetto 5% 11% 18% 44% 18% 4% POPOLAZIONE PER ETA’ Sud-Est Milano 74% 26% CITTADINANZA Corvetto CITTADINANZA Sud-Est Milano INCIDENZA ABBANDONO SCOLASTICO Sud-Est Milano INCIDENZA NEET Sud-Est Milano 18% 17% 6% 8%6%7% 7% 31% 83% 17% 0-5
15% 16% 6% 7% 7%6%6% 37% 0,38 - 1,79 1,80 - 2,79 3,55 - 6,13 L o d i Co r ett o S c alo R o m an a O r t o me r c a t o M ece na t e R o g or e d o Parco MonluèPonte Lambro E OM Mor i vi on e P o r t a R oman a Umbria Moli s e V i g e n t in a Lodi-Corvetto Scalo Romana Ortomercato Mecenate Rogoredo Parco MonluèPonte Lambro Ex OMMorivione Porta Romana UmbriaMolise Vigentina 5% 11% 17% 43% 19% 5% POPOLAZIONE PER ETA’ Corvetto 5% 11% 18% 44% 18% 4% POPOLAZIONE PER ETA’ Sud-Est Milano 74% 26% CITTADINANZA Corvetto CITTADINANZA Sud-Est Milano INCIDENZA ABBANDONO SCOLASTICO Sud-Est Milano INCIDENZA NEET Sud-Est Milano 18% 17% 6% 8%6%7% 7% 31% 83% 17% 0-5
15% 16% 6% 7% 7%6%6% 37% L o d Co r v ett o O r t o me r c a t o M ece na t e Parco MonluèPonte Lambro E x OM P o r t a R oman a Umbria Moli s e V g e n t in a Lodi-Corvetto Ortomercato Mecenate Parco MonluèPonte Lambro Ex OMPorta Romana UmbriaMolise Vigentina Sud-Est Milano: Vigentina, Porta Romana, Umbria-Molise, Porta Romana, Ex OM- Morivione, Ortomercato, Mecenate, Parco Moluè-Ponte Lambro, Lodi-Corvetto, Rogoredo, Triulzo Superiore, Ripamonti

Verde

giardini

102 Fonte: Geoportale SIT - Comune di Milano [LXXII] Dotazione di servizi 21 Strutture scolastiche 6 Strutture culturali 5 Strutture religiose 12 Servizi a carattere sociale9 Sport Att. religiose PalestreBiblioteche Associazioni sociali Att. commerciali (porz.) Gallerie d’arte Verde pubblico AltroCampi sportivi Librerie Parchi e giardini urbani Teatri e cinema Scuole 21 Strutture scolastiche 6 Strutture culturali 5 Strutture religiose 12 Servizi a carattere sociale 9 Sport 21 Strutture scolastiche 6 Strutture culturali 5 Strutture religiose 12 Servizi a carattere sociale 9 Sport 21 Strutture scolastiche 6 Strutture culturali 5 Strutture religiose 12 Servizi a carattere sociale Sport (porz.) urbani 21 Strutture scolastiche 6 Strutture culturali 5 Strutture religiose 12 Servizi a carattere sociale Att. religiose Palestre Biblioteche Associazioni sociali Att. commerciali (porz.) Gallerie d’arte Verde pubblico Altro Campi sportivi Librerie Parchi e giardini urbani Teatri e cinema 21 Strutture scolastiche 6 Strutture culturali Strutture religiose Att. religiose Palestre Associazioni sociali Att. commerciali (porz.) Verde pubblico Altro Campi sportivi Parchi e giardini urbani 21 Strutture scolastiche 6 Strutture culturali 5 Strutture religiose 12 Servizi a carattere sociale 9 Sport Att. religiose Palestre Biblioteche Associazioni sociali Att. commerciali (porz.) Gallerie d’arte Verde pubblico Altro Campi sportivi Librerie Parchi e giardini urbani Teatri e cinema Scuole 21 Strutture scolastiche 6 Strutture culturali 5 Strutture religiose 12 Servizi a carattere sociale 9 Sport Att. religiose Palestre Biblioteche Associazioni sociali Att. commerciali (porz.) Gallerie d’arte
pubblico Altro Campi sportivi Librerie Parchi e
urbani Teatri e cinema Scuole

D15

D15

D16

D18

D20

[LXXIII] Zone OMI

Fonte:

103
Geopoi - Agenzia delle Entrate
- Periferia est Tito Livio, Tertulliano, Longanesi
- Periferia est Forlanini, Mecenate, Ortomercato, Santa Giulia
- Periferia sud Ortles, Spadolini, Bazzi
- Periferia sud Marocchetti, Vigentino, Chiesa Rossa D16 - Periferia est Tito Livio, Tertulliano, Longanesi
- Periferia est Forlanini, Mecenate, Ortomercato, Santa Giulia D20 - Periferia sud Ortles, Spadolini, Bazzi D18 - Periferia sud Marocchetti, Vigentino, Chiesa Rossa
104

Sistema socio-economico

S.1.SE. W.1.SE. W.2.SE. W.3.SE.

S.2.SE. S.3.SE. S.4.SE. S.5.SE. O.1.SE. O.2.SE. O.3.SE.

T.1.SE.

Presenza di numerose strutture scolastiche

Presenza di servizi di quartiere di carattere commerciale

Presenza di servizi di quartiere di carattere sociale

Eterogeneità della popolazione residente

Presenza di stazioni della metropolitana della linea M3 nonchè di numerose linee di autobus e di una stazione ferroviaria che permettono una buona fruibilità dell’area

Presenza del cavalcavia che si impone come cesura nel tessuto edificato comportando una differenza sociale marcata

Mancanza di punti e attività attrattive, in particolare per la fascia giovane della popolazione

Presenza di aree verdi degradate e scarsamente attrezzate o abusivamente occupate che allontana fasce d’utenza

Strengths Weaknesses Opportunities

Presenza di poli attrattori di interesse culturale (Fondazione Prada, Cascina Nosedo, Teatro Ciak,...)

Previsione di una residenza studentesca del Politecnico di Milano in Piazza Ferrara

Rivitalizzazione del Polo Ferrara con l’insediamento di attività sociali e culturali

Threats

Mancanza di integrazione sociale tra la popolazione residente

105
[LXXIV]
Analisi SWOT del sistema socio-economico

Analisi SWOT/Sintesi delle forze e delle debolezze

Raccogliendo le valutazioni, esito dell’indagine analitica, sono emerse le potenzialità iscritte nel luogo e le criti cità che ne minano la prosperità. Queste considerazioni hanno portato alla redazione di una strategia progettua le che mira a dare soluzioni alle problematiche riscontrate e ad enfatizzare gli elementi positivi.

In sintesi, si può ascrivere a punto di forza la posizione del luogo, considerato soglia tra il tessuto urbano della città consolidata, che si sviluppa al di là del tracciato ferroviario, e il territorio agricolo che persiste a sud di Mila no, cesellato dai segni delle rogge e punteggiato di cascine ed abbazie. L’inserimento in questo specifico conte sto geografico consente al quartiere di Corvetto di godere di un’ottima accessibilità, data, su scala territoriale, dalla stazione ferroviaria di Milano Rogoredo, e su scala cittadina, dalla presenza della linea 3 della metropolita na, che corre lungo Corso Lodi fino a Rogoredo. A queste due infrastrutture, si aggiunge la capillare diffusione del trasporto pubblico di superficie. La rete delle piste ciclabili invece risulta essere diffusa ma incompleta, non riuscendo a connettere tutti i parchi pubblici presenti, che divengono poco fruibili. L’unica eccezione è il percor so che da Porta Romana, scendendo verso Piazzale Corvetto, entra nel Parco Agricolo Sud lungo viale Omero.

Secondo le previsioni del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, quest’area subirà un profondo mutamento con il completamento della Paullese, che dovrebbe deviare i flussi in entrata nella città, alleggerendo i carichi di traffico verso Piazzale Corvetto e potenziando, di conseguenza, via Toffetti. Ciò ha sollevato l’ipotesi di una possibile dismissione dello stesso Cavalcavia Corvetto, che ad ora risulta sottoutilizzato.

Nonostante la proposta di demolizione del Comune di Milano, la nostra tesi si concentra sull’eventualità di evi tare i costi di demolizione e tentare una riqualificazione. Ad oggi il cavalcavia rappresenta l’elemento di cesura all’interno del quartiere, una divisione non solo fisica, ma anche sociale tra i due tessuti che si insediano in posi zione opposta. La struttura portante costituita da pilastri e terrapieni non consente un agevole attraversamento, anche a causa della colonizzazione da parte delle automobili degli spazi al di sotto del rilevato, che sono adibiti a parcheggio e non permettono un utilizzo differente. Nonostante queste caratteristiche possano essere consi derate punti di debolezza, verranno sfruttate a nostro favore con la strategia di progetto, che tende a convertire il cavalcavia da elemento di cesura ad elemento di connessione, culturale, sociale ed ambientale.

Accanto a questa previsione, esistono altri ambiti di trasformazione che interessano l’area indagata, ovvero la stazione di Milano Rogoredo, che rientra nei Nodi di interscambio (Art. 15.5 NA PdR) e l’ambito di Porto di Mare, indicato come uno degli Ambiti di Trasformazione Urbana dove insediare grandi funzioni urbane in gra

106

do di riorganizzare la struttura di uno spazio disordinato e privo di un rapporto con il territorio agricolo (Art. 16 NA PdR). Inoltre, viene portata avanti la realizzazione di quattro piazze diffuse, che mirano a risolvere alcune aree ad oggi occupate principalmente dalle automobili, ma con la potenzialità di divenire spazi per la collettività. Queste aeree comprendono il parcheggio sulla via Sile, il piazzale Ferrara, in continuità con piazza Angilberto che verrà consolidata, l’area di fronte alla sede del Municipio 4 in via Oglio ed il collegamento tra le vie Sile e Mincio. La prospettiva è quella di elevarle a spazi verdi con attrezzature per il gioco dei bambini, ovvero istituirli a luoghi di socialità che ridiano vita al quartiere.

Altro punto di forza è la notevole presenza di istituti scolastici, in prevalenza scuole primarie, a cui si affianca il grande numero di associazioni di cittadini, le cui iniziative pur trattando diversi temi hanno sempre come fulcro il quartiere, le sue problematiche e la volontà di costruire una rete di aiuti, socialità e lavoro per i residenti. Infatti, si è riscontrata la carenza di strutture a carattere ricreativo-culturale, in parte per la posizione periferi ca, in parte per le chiusure avvenute nel corso degli anni.

L’analisi dei sistemi, ed in particolare i punti di forza e le debolezze sulle quali può agire il nostro progetto, sono rappresentate e riassunte nell’elaborato grafico delle pagine successive.

107
109 [LXXV] Sintesi
delle principali forze, debolezze
ed opportunità

Analisi SWOT/Strategie di intervento(ST)

Sistema infrastrutturale (IF)

S W O T

ST.1.IF.

Integrazione della rete della mobilità sostenibile esistente

ST.2.IF.

Connessione dei vuoti significanti attraverso la conversione del cavalcavia in una infrastruttura per la mobilità dolce

ST.3.IF. ST.4.IF.

Incentivazione all’uso della mobilità sostenibile per ridurre il traffico veicolare, e in parte l’inquinamento atmosferico

Riqualificazione del sistema infrastrutturale attraverso viali alberati, ampliamento dei marciapiedi e spazi di sosta

W.2.IF.

S.1.IN.

W.1.IF. W.2.IF. W.2.IF.

W.3.IF. W.3.IF.

W.3.AM. O.1.SE.

T.1.AM. T.1.AM.S.2.IN.

S.4.IF. O.2.IF. O.2.IF.

O.1.AM. O.1.AM.

O.2.AM. O.2.AM.

O.3.IF.

O.3.SE.

O.3.AM. O.3.AM.

O.3.IF. O.3.IF.

O.4.IF. O.4.IF.

T.1.IF. T.1.IF.

O.1.IF.

T.1.IF. T.2.IF. T.3.IF. T.1.AM. T.2.AM.

O.4.IF.

S.1.IF. S.2.IF. S.3.IF. S.4.IF. W.1.IF. T.2.IF. W.3.IF.

110
[LXXVI] Analisi SWOT / Strategia di intervento sistema infrastrutturale

Sistema ambientale (AM)

S W O T

ST.1.AM.

Trasformazione del cavalcavia in infrastruttura verde pubblica, attrezzata e con differenti attività

T.1.IF.W.2.IF. W.3.IF. S.4.IF. O.2.IF. O.3.IF. O.4.IF. S.1.IN. W.1.IN.S.1.AM. W.1.AM.

ST.2.AM. ST.3.AM.

Connessione attraverso la conversione del cavalcavia in infrastruttura verde con i parchi esistenti per favorirne una maggiore fruibilità tramite la mobilità sostenibile

Introduzione di servizi ecosistemici di regolazione tramite la realizzazione di sistemi di raccolta e di biobacini di infiltrazione che permetta una migliore gestione delle acque meteoriche

T.1.AM. W.2.SE. W.3.SE. W.1.IF. T.1.IF. W.2.IF. W.3.IF.

S.4.IF. O.4.IN. S.1.AM. T.1.AM. W.3.AM. S.3.AM. O.1.AM. O.2.AM. O.3.AM. T.2.IF.W.3.IF. O.4.IF.S.1.IN. W.1.AM. T.1.AM. W.2.AM. S.3.AM. O.1.AM. O.2.AM. W.3.SE.

111
[LXXVII] Analisi SWOT / Strategia di intervento sistema ambientale

Sistema insediativo (SI)

S W O T

ST.1.IN. ST.2.IN.

Realizzazione di risalite ed attraversamenti che permettano di superare l’infrastruttura e risolvere la cesura comportata dalla presenza del cavalcavia

Ipotesi di trasformazione di edifici ed aree dismesse come previsto dal Piano di Governo del Territorio (Porto di Mare, Scalo di Rogoredo, ...)

S.1.IN.

W.1.IN. W.1.IF. W.1.SE.

S.2.IN. W.1.AM. W.2.AM. S.2.AM.

O.1.IF. O.3.IF. T.1.SE. O.1.IF. O.3.IF. O.4.IF.

T.1.IN.W.2.IN. T.2.IN. O.1.IN. O.3.IN. O.4.IN.

W.2.SE. O.2.SE.

O.1.AM. O.2.AM.

112
[LXXVIII] Analisi SWOT / Strategia di intervento sistema insediativo

Sistema socio-economico

S W O T

ST.1.SE. ST.2.SE. ST.3.SE.

Introduzione di attività culturali e lavorative

Realizzazione di uno spazio identitario autogestito per migliorare l’integrazione multiculturale e sociale

Inserimento di funzioni in sinergia con quelle esistenti

S.1.IF. S.2.IF. S.3.IF. S.4.IF.

O.1.IF. S.1.IN.

T.1.IN.W.2.IN. T.2.IN. S.2.IN.

O.1.IN. O.2.IN. O.3.IN. O.4.IN.

W.2.SE. S.4.SE. S.2.IN. O.2.IN.W.1.SE. W.2.SE. T.1.SE. S.3.SE. S.4.SE. O.3.SE. O.1.IF. T.1.IN. T.2.IN.O.1.IN. O.3.IN.

S.1.AM. O.1.AM. O.2.AM.

S.1.SE. T.1.SE.

W.2.SE. W.3.SE. S.2.SE. S.3.SE. S.4.SE. O.1.SE. O.2.SE. O.3.SE.

113
(SE)
[LXXIX]
Analisi SWOT / Strategia di intervento sistema socio-economico

1. Introduzione

Analisi

114
1.1 La metamorfosi dello spazio pubblico 1.2 Glossario 2.
2.1 Carnet de Voyage (imaginaire) 2.1.1 Racconto di una passeggiata (Sopralluogo) 2.2 Sistemi 2.3 Stakeholders 3. Casi studio 3.1 Il parco lineare come progetto di riqualificazione 3.2 Il parco culturale urbano del XXI secolo 4. Esplorazione progettuale 4.1 Strategia 4.2 La Promenade 4.3 Programma funzionale 4.4 Elaborati grafici 5. Approfondimenti 5.1 Composizione ed elementi ricorrenti 5.2 Le Folies 6. Bibliografia e riferimenti iconografici

Questo sottocapitolo si concentra sulle associazioni di quartiere, cuore pulsante del Corvetto, che lo animano e cercano di risolverne le problematiche quotidiane. L’analisi del contesto ha evidenziato alcune realtà che potrebbero essere coinvolte nello sviluppo di un eventuale progetto. Dalla volontà di intessere relazioni con le preesistenti attività, si è svolta un’analisi degli stakeholder, individuando i principali soggetti che potrebbero essere interessati o che sarebbero necessariamente implicati, per vicinanza o competenze. A questo si affiancano due interviste, qui riportate in versione ridotta, che si sono svolte durante il lockdown in aprile via Zoom. Questi incontri, nonostante siano stati virtuali, sono stati preziosi per estrapolare un punto di vista calato all’interno della realtà studiata. Le interviste hanno coinvolto due associazioni attive, impegnate in una serie di progetti nel quartiere. In particolare l’Associazione e Cooperativa La Strada è la principale asso ciazione presente in loco con all’attivo numerose iniziative, in collaborazione con fonda zioni di valenza nazionale come Fondazione Cariplo, che con il progetto “Lacittàintorno” sta investendo in interventi di rigenerazione urbana nei quartieri periferici di Milano.

115

Stakeholders

Descrizione

Attore: Scala di azione: Descrizione:

Progetti in corso: Tipo di stakeholder: Attore: Scala di azione: Descrizione:

Progetti in corso: Tipo di stakeholder: Fonti: Attore: Scala di azione: Descrizione: Progetti in corso: Tipo di stakeholder: Fonti:

Comune di Milano - Municipio 4 Locale

É un attore politico che decide, per mezzo degli strumenti urbanistici le strategie a scala urbana. É interessato allo sviluppo dell’area. PGT - Previsione del PUMS di una modifica della viabilità Influenza alta / Interesse alto. Stakeholder essenziale

ATM Locale

“E’ una Società per Azioni di proprietà del Comune di Milano che gestisce il trasporto pubblico nel capoluogo lombardo e in 46 comuni”. É interessato allo sviluppo dell’area per la vicinanza e i ricavi di cui può beneficiare.

Influenza alta / Interesse basso. Stakeholder appetibile https://www.atm.it/it/IlGruppo/ChiSiamo/Pagine/Attivita.asp

Associazione e Cooperativa La Strada Locale

“Sono organizzazioni senza fini di lucro, che operano (...) a fianco di persone in difficoltà”, offrendo e promuovendo “accoglienza, educazione, aggregazione, co esione, formazione e inserimento lavorativo, cura e aggiornamento professionale specialistico”. É interessata allo sviluppo per la disponibilità di spazi e attività.

Scuola e Lavoro(Scuola Bottega-Accademia delle 2 Ruote-Cura del verde-Centro per il lavoro)

Made in Corvetto tramite Lacittàintorno Luoghi per tutti: Cascina Nosedo

Progetti Europei: Open Agri Influenza bassa / Interesse alto. Stakeholder operativo http://www.lastrada.it/it/chi-siamo

116 2.3

Attore: Scala di azione: Descrizione:

Equi.Libri in Corvetto

Locale

Progetti in corso:

Tipo di stakeholder: Fonti: Attore: Scala di azione: Descrizione: Progetti in corso:

É un’associazione nata in seguito alla chiusura della libreria Feltrinelli insediata in Piazzale Corvetto. Promuove “l’integrazione e l’interscambio tra diverse cul ture” tramite la “gestione di spazi da destinare alla promozione della lettura e alla diffusione della cultura e delle arti, l’organizzazione di iniziative di book-crossing (...) temporanee o permanenti, la gestione di una biblioteca/libreria di quartiere (...), l’organizzazione di eventi (...) ed iniziative culturali.” É interessata allo svilup po per la disponibilità di spazi e attività. 1000 libri per Corvetto(book-crossing diffuso)

Collaborazione con la libreria Punta Alla Luna Influenza bassa / Interesse alto. Stakeholder operativo https://www.equilibriincorvetto.it/associazione/

Tipo di stakeholder:

Fonti: Attore: Scala di azione: Descrizione:

Associazione Casa per la Pace Locale

É un’associazione non profit che si concentra sulla nonviolenza, attraverso per corsi formativi per le scuole, corsi di teatro, scuola di italiano per stranieri, centro di documentazione. É interessata allo sviluppo per la disponibilità di spazi e at tività.

Centro di documentazione “Pace & Dintorni” Teatro dell’Oppresso Scuola di italiano

Progetti con le scuole primarie e secondarie La Rete Corvetto Giustizia riparativa Influenza bassa / Interesse alto. Stakeholder operativo https://www.casaperlapacemilano.it/chi-siamo/

Progetti in corso:

Tipo di stakeholder:

Fonti:

Associazione Socio-culturale Sunugal Locale

“É un’associazione socio-culturale nata per iniziativa di un gruppo di cittadini stranieri, in gran parte senegalesi, ed italiani, con l’obiettivo di favorire iniziative di scambio tra i due paesi”, con attività di carattere culturale, educativo, artistico, aggregativo e di cooperazione internazionale, fondandosi soprattutto sul volon tariato e l’autofinanziamento. I principali obiettivi sono “l’interscambio e l’inte grazione culturale, attività di mediazione culturale, progetti di co-sviluppo” in campo agricolo. É interessata allo sviluppo per la disponibilità di spazi e attività. Centro internazionale di quartiere presso la Cascina Casottello con la cooperativa Fate Artigiane

Influenza bassa / Interesse alto. Stakeholder operativo https://www.sunugal.it/chi-siamo/sunugal-italia.html

117

Attore: Scala di azione: Descrizione:

Associazione Nocetum Organizzazione di Volontariato

Locale

É un’associazione senza fini di lucro con sede presso la Cascina Corte San Gia como, che “ha tra i suoi obiettivi principali, sin dal suo nascere, il recupero e la valorizzazione del patrimonio ambientale, storico, artistico e culturale”. Inoltre “organizza percorsi didattico-educativi per scuole e gruppi, attività di volontaria to ed iniziative per favorire l’integrazione e la coesione sociale del territorio”. É interessata allo sviluppo per la disponibilità di spazi e attività.

Progetti in corso:

Tipo di stakeholder:

Fonti: Attore: Scala di azione: Descrizione: Progetti in corso:

Tipo di stakeholder:

Fonti: Attore: Scala di azione: Descrizione:

Cucina di Nocetum Influenza bassa / Interesse alta. Stakeholder operativo https://www.nocetum.it/chi-siamo/associazione-onlus/

Circolo Arci Corvetto

Locale

É “un punto di riferimento solido e certo per la zona, collabora con le associa zioni del territorio offrendo uno spazio di aggregazione, di proposte culturali e di ospitalità”. Propone differenti attività, il ballo, il canto popolare, la visione di partite di calcio, valorizzando la partecipazione attiva dei cittadini coinvolti. É interessata allo sviluppo per la disponibilità di spazi e attività.

Mensa

Corsi di vario genere Influenza bassa / Interesse alto. Stakeholder operativo https://arcicorvetto.wordpress.com/about/

Progetti in corso:

Tipo di stakeholder:

Fonti:

Laboratorio di Quartiere - Mazzini Locale

“É il servizio di Accompagnamento Sociale del Comune di Milano per l’attuazio ne dei Contratti di quartiere”, i quali sono “finalizzati al recupero edilizio e sociale di quartieri della città caratterizzati da elevato disagio abitativo con prevalenza di immobili di Edilizia Residenziale Pubblica. Gli obiettivi si attuano mediante interventi di riduzione dello stato di degrado degli edifici e delle infrastrutture e di promozione della coesione sociale”. Sono strutture che gestiscono le relazioni tra le associazioni sociali e gli enti istituzionali. É interessata allo sviluppo per la disponibilità di spazi e attività.

La Rete Corvetto

Influenza bassa / Interesse alto. Stakeholder operativo https://www.facebook.com/laboratoriodiquartieremazzini/about

118

Attore: Scala di azione: Descrizione: Progetti in corso:

Tipo di stakeholder:

Fonti: Attore: Scala di azione: Descrizione: Progetti in corso:

Tipo di stakeholder:

Fonti: Attore: Scala di azione: Descrizione: Progetti in corso:

Tipo di stakeholder: Fonti:

Fondazione Cariplo Nazionale

“Ente formale con piena autonomia statuaria e gestionale, che operano senza fini di lucro in settori di utilità sociale, a vantaggio della collettività. É impegnata nel sostegno, nella promozione e nell’innovazione di progetti di utilità sociale legati ad arte e cultura, ambiente, sociale e ricerca scientifica”.

AttivAree

Cariplo Social Innovation

Lacittàintorno (Corvetto Adottami / Polo Ferrara con Fondazione Snam)

Influenza alta / Interesse alta. Stakeholder essenziale

https://www.fondazionecariplo.it/it/la-fondazione/statuto-e-regolamenti/sta tuto-e-regolamenti.html

https://www.fondazionecariplo.it/it/la-fondazione/la-fondazione.html

Fondazione Snam Nazionale

É una fondazione che “persegue lo sviluppo, l’adozione, la promozione e la dif fusione di pratiche innovative, efficaci e solidali in grado di favorire lo sviluppo civile, culturale ed economico in aree prioritarie di interesse pubblico (...), attra verso la riqualificazione delle aree più vulnerabili e il sostegno e lo sviluppo delle attività culturali in ogni loro espressione”.

AttivAree

Cariplo Social Innovation

Made in Corvetto tramite Lacittàintorno Influenza alta / Interesse alta. Stakeholder essenziale https://www.snam.it/it/sostenibilita/responsabilita_verso_tutti/fondazione. html

Enel X Nazionale

“É un’azienda nel settore energetico, che adotta una strategia aperta indirizzata alla digitalizzazione, alla sostenibilità e all’innovazione, offrendo tecnologie intuitive da applicare alla città, dall’illuminazione pubblica alla gestione degli edifici, al trasporto pubblico e privato, la mobilità, la logistica, cercando un’inte grazione con l’Amministrazione locale.”

Influenza alta / Interesse basso. Stakeholder appetibile https://www.enelx.com/it/it/chi-siamo

119

Tipi di attori

Pubblici

Comune di Milano Municipio 4

Burocratici Esperti Portatori di interessi speciali Portatori di interessi generali

Comune di Milano Municipio 4

ATM Enel XAssociazione e Cooperativa La Strada

Investitore

Equi. Libri in Corvetto

Associazione Casa per la Pace

Associazione Socio-culturale Sunugal Associazione Nocetum Circolo Arci Corvetto Laboratorio di Quartiere - Mazzini

Fondazione Cariplo Fondazione Snam Enel X

120
$ $ $ $ [LXXX] Stakeholders

Analisi delle risorse

politiche economiche Risorse conoscitivelegali

Comune di Milano Municipio 4 ATM

Associazione e Cooperativa La Strada Equi. Libri in Corvetto

Associazione Casa per la Pace

Associazione Socio-culturale Sunugal Associazione Nocetum Circolo Arci Corvetto

Laboratorio di Quartiere - Mazzini Fondazione Cariplo Fondazione Snam Enel X Investitore

Matrice di influenza

Alto

Associazione e Cooperativa La Strada Equi. Libri in Corvetto

Associazione Casa per la Pace

Associazione Socio-culturale Sunugal Associazione Nocetum Circolo Arci Corvetto Laboratorio di Quartiere - Corvetto

Alto

Enel X

Comune di Milano - Municipio 4

Fondazione Cariplo Fondazione Snam

[LXXXI] Analisi risorse e matrice d’influenza

121
Influenza Interesse Basso Basso

Intervista: Associazione La Strada

27.04.2020 ore 11.00 via Zoom

Intervistato: Gilberto Sbaraini

(...) Io posso parlarvi del Corvetto da un duplice punto di vista: uno perché ci sono nato e ci vivo, quindi ho una memoria storica di quello che è questo quartiere, l’altro punto di vista è quello di responsabile di una coopera tiva sociale che lavora principalmente in questo quartiere, poi lavora anche su Milano in generale, ma la sede principale è in Via Piazzetta. Abbiamo tante attività rivolte ai giovani, alle famiglie, agli anziani che sono molto territoriali, di questo quartiere. Questa premessa vi da una dimensione di quello che può essere il mio sguardo su questa città.

Il nostro lavoro si concentrerà sulla trasformazione del cavalcavia. Cosa ci può dire di questa struttura che si impone sul quartiere?

Visto che il focus è il cavalcavia mi viene istintivo dire che il cavalcavia divide quasi in due mondi il Corvetto, quello di qua e di là del cavalcavia. Il Corvetto che nella sua accezione rimanda al quartiere un po’ più problema tico è quello di qua, ossia quartiere Mazzini – edilizia popolare compresa tra le vie dei Panigarola, Gabrio Rosa, Pomposa, Cinquecento, dove uno dei più grossi insegnamenti di edilizia popolare caratterizza questo luogo. (…) Adesso dentro le case di edilizia popolare ci sono le problematiche tipiche delle periferie milanesi e speci fiche di questa periferia. C’è un’alta concentrazione di anziani, principalmente italiani, un’alta concentrazione di immigrati di varie etnie, un’alta concentrazione di italiani con situazioni personali e familiari problematiche, una grossa presenza di persone che hanno avuto a che fare con la giustizia. Ci sono anche fenomeni che carat terizzano per esempio l’occupazione abusiva dei contesti edilizi e gruppi antagonisti che si spostano qua e là (…). Ma Corvetto ha anche un’altra anima, penso ad esempio a Viale Omero l’edilizia invece più residenziale di proprietà. Poi nel quartiere Grigioni che è quello dalla parte di là del cavalcavia che voi avete identificato, sono contesti dal punto di vista sociale meno problematici. O meglio, con problemi simili e diversi. I problemi della devianza giovanile e delle dipendenze ci sono anche lì. Il problema intergenerazionale c’è anche lì, magari c’è meno immigrazione, ma non del tutto.

Sono attivi molti progetti che interessano il quartiere.

L’altra cosa che mi vien da dire è che negli ultimi 5-6 anni sul Corvetto si sono accesi molti riflettori. Altri stu denti prima di voi han fatto già delle analisi, anche interessanti. Alcune istituzioni han fatto dei lavori di ricerca e di mappatura interessanti. Penso ad esempio alla fondazione Cariplo con il programma “La città intorno” , che è un programma che riguarda le periferie milanesi. (…)

A Corvetto si nota un’alta presenza di associazioni socio-culturali, si riesce a creare una sinergia? C’è necessità di spazi?

Il Corvetto ha due anime perché ha i suoi problemi ma c’è anche una presenza diffusa di tante realtà sociali vivaci, vive e abituate a lavorare insieme. Parlo di cooperative come la nostra, che è forse una delle più struttura

La presente è una sintesi dell’intervista integrale svolta

122

te, perché abbiamo una storia e molti servizi convenzionati con l’ente pubblico, quindi siamo un’organizzazione forte. Ma ci sono anche organizzazioni di volontariato, gruppi spontanei, realtà del terzo settore di dimensione medie, le parrocchie e le Caritas parrocchiali. (...) Infatti, esiste la rete del Corvetto, che non è una struttura for mata, non è un consorzio, ma è un gruppo di realtà che si sono abituate ad incontrarsi (…). Quest’aggregazione è sostenuta e coordinata dal Laboratorio di Quartiere, un servizio che era nato dal Comune di Milano, gestito da operatori pubblici, nato 12 anni fa con lo scopo preciso di gestire gli spostamenti di abitanti delle case popolari, per dei lavori edilizi che prevedevano lo spostamento di persone. Poi si è rivelato uno strumento interessante di coesione sociale ed aggregazione, e ha continuato a funzionare per tenere insieme queste realtà.

Con questa questione mi avvicino alla vostra domanda e vi rispondo in modo secco: secondo me a Corvetto non c’è un problema di trovare degli spazi nuovi, o delle realtà nuove che lo gestiscano. Noi siamo di fronte ad un altro problema, che sono le motivazioni delle persone a stare insieme negli spazi che ci sono. (…)

Ci sono i luoghi, ma il problema è lavorare sulle motivazioni che portano le persone a frequentare quei luoghi. (...)

La rifunzionalizzazione del mercato Ferrara è un progetto che avete seguito?

Si, è un progetto sempre dentro a “La città intorno” della Fondazione Cariplo. Noi siamo capofila e responsabili di quel progetto. Abbiamo aperto a fine febbraio “La cucina di quartiere”, ogni giorno avevamo una trentina di coperti a pranzo, mentre adesso stiamo pensando di riaprire l’11 maggio con l’asporto per adattarci alle esigenze di questo particolare periodo. Ci stiamo anche interrogando su quello che questa vicenda lascerà all’eredità.

Ci sarà un problema serio di dar da mangiare alla gente, aumenterà la povertà, e ci sarà un problema serio legato al tema del lavoro, che tanta gente ha perso, sta perdendo e perderà. Ci stiamo quindi interrogando su queste esigenze.(...)

Ritornando al cavalcavia, la proposta dell’amministrazione sarebbe la demolizione. Come è stata accolta dagli abitanti che quotidianamente vivono la presenza di questo manufatto?

Venendo al cavalcavia, posso dirvi che lo stesso sindaco Sala, l’ultima volta che è venuto qua a parlare con la gente del quartiere, in una sua affermazione di circa un anno fa c’era anche il fatto che lui credeva molto nel progetto di abbattimento del manufatto. Mi aveva colpito perché, anche se da abitante l’ho sempre visto come un “mostro senza senso”, so che l’anno scorso c’era stato un bando estivo per una sperimentazione ad agosto 2019 dove si era detto di farlo diventare uno spazio per attività sociali ed eventi. Poi questo progetto non è andato in porto, ma non so dirvi perché. So che ci stanno ragionando anche a livello istituzionale-amministrativo su questa que stione.

Nella nostra logica di trasformazione si sarebbero inserite alcune funzioni alla quota zero, tra cui uno spazio co-working (950 mq) e un caffè letterario.

A mio parere per uno spazio del genere, un’idea di coworking non è male perché effettivamente manca. E’ una bella dimensione [950 mq], ossia di luoghi con tutto questo spazio disponibile non ce ne sono moltissimi, perché sono molto più frazionati. (…) L’idea del coworking secondo me ci può stare, così come l’idea di cowor king abbinata ad uno spazio pubblico aperto. (…) Corvetto nonostante abbia varie problematiche, è un quartiere che incuriosisce molto i giovani, essendo un quartiere popolare, e ha caratteristiche che incuriosiscono molto i giovani, come il fatto di essere il quartiere più vicino alla campagna e la campagna più vicina al centro di Milano. (…) È un quartiere che ha tutte le caratteristiche per diventare un quartiere vivo, vivace e attraente Attraverso la riqualificazione del mercato stiamo provando a portare gente anche da fuori quartiere. (…) Abbia mo molte piste ciclabili che partono dal centro da Porta Romana e arrivano in campagna, il che è un grande potenziale. L’idea che anche il cavalcavia diventi uno spazio interessante per farci dal festival della birra al festival musicale, la “piccola rambla del Corvetto”, potenzialmente ci può stare. (…) Quindi tutto tende al bello, anche

123

se va rapportato a quello che sta succedendo in questo momento, con tempi che si allungano e situazioni che si complicheranno. (…) Quello che stiamo dicendo dovrà quindi misurarsi con la ripresa dopo l’emergenza. Detto questo, il fatto di pensare a dei luoghi da riqualificare, che diventano di nuovo fruibili, che si metta no ad ospitare delle persone, credo che sia un’occasione d’oro

Riguardo a questo tema, secondo noi sarebbe interessante sulla parte sovrastante il cavalcavia inserire delle funzioni a metà tra quella ambientale e quella sociale, come ad esempio degli orti didattici per le scuole o per la riabilitazione, o per le scuole vista la grande presenza. Questo tipo di attività è mai stata sperimentata da qualche associazione a Corvetto?

No, non ancora in modo massiccio, ma secondo me anche questa è un’idea molto interessante che si coniuga con altre questioni che stanno emergendo. Noi siamo impiegati su Cascina Nosedo, dove è stato fatto un in tervento su 400 mq (ex stalla) che verranno riqualificati, poiché la cascina doveva diventare l’Hub del sistema agricolo sub-urbano. (…) Tenete presente che noi qui nella nostra sede ospitiamo dei corsi di formazione per ragazzi, uno di questi corsi è per curare il verde. Ci sono quindi ragazzi che stanno studiando per fare i manu tentori degli spazi verdi, giardinaggio e cose di questo tipo. Potrebbero quindi esserci dei nessi e dei link interessanti con attività di questo genere. I ragazzi che stanno facendo queste attività formative potrebbero venire come tirocinanti, sicuramente si ci sono molte realtà sensibili a queste tematiche nel quartiere. (…) Anche noi abbiamo notato la vicinanza del quartiere alla città e ai parchi agricoli-urbani come il parco della Vettabbia e il Parco Agricolo Sud. L’idea è che il cavalcavia, da elemento di cesura, diventi invece un elemento di riconnessione tra le varie parti del quartiere e della città.

Secondo me il valore di lavorare sulla struttura del cavalcavia è un valore a prescindere, poiché mettere a posto dei pezzi di questo quartiere ha delle ricadute sulla parte estetica e sul fatto di guardare i luoghi con occhi diversi, il che può servire molto. Secondo me il problema è anche quello di cambiare la visione di chi lo abita, perché siamo molto autocritici e lamentosi. (…) Che cosa intende quando dice che mancano le motivazioni che fanno stare insieme? Volevo sottolineare la questione che si spazi a Corvetto ce ne sono tanti, ma a volte non vengono utilizzati o sono utilizzati da piccoli gruppi. A volte le persone non riesco a sentirsi accolte negli spazi. (…) Il problema non è avere uno spazio in più, ma usare bene questi spazi senza rischiare di fare doppioni. (…) Nella nostra sede in Via Piazzetta abbiamo il centro WeMi dove facciamo varie attività per gli anziani e per i giovani. Abbiamo anche un centro per il lavoro, è inutile fare lo stesso spazio attaccato, quello che volete fare voi potrebbe essere un altro, per questo mi piace l’idea del coworking, di uno spazio grande condiviso che in questo momento non c’è. Il fatto degli orti urbani anche non è ancora stato fatto e potrebbe essere utile. C’è un problema di regia in questo quartiere, e di condivisione ancora di più. (…) Non bisogna fare qualcosa che non sia sincronizzato con il resto, o si rischiano di creare tanti piccoli falò, che piano piano si spengono, invece di fare un bel fuoco che illumina tutto. È importante che nella vostra progettazione teniate conto di come questa si connetta con il resto. È inutile cercare un gestore esterno perché ci sono molte realtà, non necessariamente noi, che probabil mente sono già adatte a gestire qualcosa avendo già rapporti e capacità di mettersi insieme. (…)

124

Intervista: Associazione Equi.Libri in Corvetto

29.04.2020 ore 18.00 via Zoom

Intervistati: Roberto Pellereno e Paola Carbellano

Come nasce la vostra associazione?

R.P. : Nel 2016 siamo nati come libreria, dopo la chiusura agli inizi del 2016 della Feltrinelli che si trovava al piano terra della Upim. C’è stato un movimento contro la chiusura della Feltrinelli, una petizione e un flash mob con un centinaio di persone. Dopo un confronto con la libreria, decisero di chiudere ugualmente. A marzo 2016 un gruppo di soci fondatori fondò l’associazione EquiLibri, per “dare un volto” ad una serie di attività, che non avevano e non hanno tutt’ora una sede. Avreste bisogno di un luogo specifico di ritrovo?

R.P. : Abbiamo deciso di utilizzare i fondi a disposizione per attività culturali e non per pagare un luogo come sede dell’associazione. Spesso utilizziamo come sede l’Arci Corvetto, CQ (Centro culturale di quartiere) o Ca scina Nosedo. Abbiamo anche creato dei punti che si chiamano Book crossing ossia dei punti di scambio per i libri o l’iniziativa Book coaching, che tratta di temi legati alla psicologia. Tra le altre attività ci sono il laboratorio di scrittura per adulti e per bambini e i gruppi di lettura. Spesso abbiamo adibito a libreria spazi nel Centro Inter nazionale di Quartiere e a Cascina Casottello. Sentite la necessità di avere uno spazio a disposizione dell’associazione?

R.P. : Non siamo in grado di prendere in gestione uno spazio ma questo desiderio c’è.

P.C : Il quartiere sconta la chiusura a Via Don Bosco della libreria per bambini. Purtroppo uno spazio intera mente dedicato ai libri non ha la forza di resistere. C’è necessità di uno spazio dove le idee possano prendere forma e le persona possano rigenerarsi. Uno spazio liquido dove il libro ha tante sfaccettature, dove ci siano tante attività intorno al libro che generano socialità, piuttosto che per la vendita del libro stesso. Sarebbe inte ressante il ricorso a donazioni di privati di quartiere o l’utilizzo di risorse pubbliche.

R.P. : L’associazione non riuscirebbe a gestire un proprio spazio, motivo per cui potrebbe essere interessante dare in gestione lo spazio ad una caffetteria in modo tale che l’associazione non debba gestire le spese né pagare l’affitto di quel luogo, ma possa usufruirne. L’idea è quella di creare un “mare culturale urbano”. Un’altra idea può essere quella di inserire uno spazio dove andare a mangiare qualcosa, poiché spesso le persone del quartiere sono costrette a spostarsi quando in realtà vorrebbero rimanere nel quartiere e viverlo semplicemente meglio. (...)Pensare che la cultura possa fare da traino alle attività culturali è follia, magari il contrario è possibile. Come descrivereste il quartiere?

P.C. : Il quartiere è cambiato dal punto di vista di chi lo abita. (...) E’ a confine tra la città e la campagna, oltre ad essere oggetto di migrazione culturale. E’ ben collegato. Come incide la presenza del cavalcavia nel quartiere?

R.P. : Il cavalcavia divide la “Corvetto bene” dalla Corvetto “sfigata”, una distinzione che viene dalla storia. Il quartiere a sinistra del cavalcavia è stato fanno con il Piano Marshall nel dopoguerra ed è un quartiere di edilizia popolare. Le case popolari ora però sono diventate appetibili e non si nota più questa distinzione. È una zona servita, vicino alla campagna, vicino al Parco della Vettabbia, a Chiaravalle e alla Valle dei Monaci. A vostro parere, potrebbe essere adeguata la rigenerazione a parco lineare del rilevato del cavalcavia?

R.P. : C’è necessità anche di incrementare l’attività sportiva, come la corsa, la passeggiata o la bici. Il Parco Gino Cassinis non è molto attrezzato, anche se presenta un Parco Avventura, una buonissima risorsa in città. Il Parco della Vettabbia invece è più attrezzato e frequentato, motivo per cui si potrebbe pensare di collegarlo al Cassinis.

La presente è una sintesi dell’intervista integrale svolta

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1. Introduzione

Analisi

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1.1 La metamorfosi dello spazio pubblico 1.2 Glossario 2.
2.1 Carnet de Voyage (imaginaire) 2.1.1 Racconto di una passeggiata (Sopralluogo) 2.2 Sistemi 2.3 Stakeholders 3. Casi studio 3.1 Il parco lineare come progetto di riqualificazione 3.2 Il parco culturale urbano del XXI secolo 4. Esplorazione progettuale 4.1 Strategia 4.2 La Promenade 4.3 Programma funzionale 4.4 Elaborati grafici 5. Approfondimenti 5.1 Composizione ed elementi ricorrenti 5.2 Le Folies 6. Bibliografia e riferimenti iconografici

In questo capitolo si presentano alcuni dei progetti che sono stati presi come ri ferimento nella redazione della proposta progettuale esposta in questo lavoro. In particolare, essi si possono distinguere in due categorie: il parco lineare nella sua accezione di strumento di riqualificazione urbana di infrastrutture dismesse e il “parco culturale urbano del XXI secolo”, di cui è l’esempio magistrale il Parc de la Villette di Bernard Tschumi. A quest’ultimo viene dedicato un intero paragrafo di ap profondimento, data l’influenza che ha esercitato sul progetto che questa tesi propone.

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3.1 Il parco lineare come progetto di riqualificazione

I casi studio qui selezionati afferiscono tutti alla categoria di parco urbano. Il parco pubblico può essere descritto come il luogo del loisir, dello svago e del divertimento e, pertanto, è mutato per adeguarsi alle modificazioni della società che ne usufruisce, come ogni altro spazio costruito dall’uomo (Lefebvre, 1976).

Si pensi ai giardini delle regge settecentesche dei sovrani, costruiti per il piacere della nobiltà, e, al contrario, ai boulevard di matrice francese risalenti all’Ottocento, dove viene privilegiato il divertimento del cittadino. I boulevard prevedevano la suddivisione della sezione stradale in due carreggiate, dove lo spazio centrale era dedicato al divertimento, e i due filari di alberi, oltre a proteggere il fruitore, generavano prospettive interessanti.

Possono essere individuati diversi tipi di parchi, a seconda di molteplici fattori, come la tematica o l’estensione. Ciò che però si vuole qui evidenziare, è la capacità dei parchi pubblici di divenire soluzioni in ambiti non risolti, abbandonati e degradati delle città, dove la dismissione industriale ha tolto il significato funzionale. Si pensi ad esempio al Parc Citröen (1992), che si insedia nell’area ove sorgeva la fabbrica dell’omonima casa automobili stica. Il progetto di Gilles Clément prevede la realizzazione di uno spazio pubblico, dove l’inserimento di atti vità collettive può perpetuare la memoria del luogo, ma soprattutto dare nuovi ruoli all’interno della struttura urbana.

Dal secolo scorso, con il mutamento dei sistemi di produzione, si assiste al moltiplicarsi dei grandi vuoti urbani, che si vengono a creare laddove c’erano le industrie, che un tempo ne avevano permesso il progresso. Accanto alle grandi estensioni però, emerge una figura differente di spazio, uno spazio a sviluppo lineare, a volte esito di progettazioni poco accorte e quindi spazio di risulta e marginale, altre volte causa della propria morfologia, determinata da elementi naturali come corsi d’acqua o da infrastrutture urbane.

“The supply of disinvested thin spaces is destined to continue unabated as cities transform from the hard linear infrastructure of the industrial era to the soft webbed infrastructure of the information economy.”

Le infrastrutture della mobilità hanno rappresentato per decenni il “simbolo di una modernità eroica nella prima metà del Novecento [dove] l’infrastruttura è diventata il supporto ordinario di un processo di occupazione dello spazio, producendo quello sviluppo estensivo dell’urban sprawl che ha caratterizzato le trasformazioni del territorio.”

31 Kullmann 2011:

Nicolin 2009:

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31
80 32
19
32
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[LXXXII] Pissarro, C. (1987), Boulevard Montmartre. Pomeriggio al sole, San Pietroburgo, Museo Hermitage

I parchi lineari divengono dunque “the design solution for linear infrastructural spaces in post-industrial cities”33 .

Come espresso dal professor Kullmann, i parchi lineari sono connotati da un rapporto tra larghezza e lunghezza attorno al 1:10, che li fa risultare sottili. Questo rimanda alla rigidità geometrica di cui questi parchi sono og getto, essendo per la maggior parte riusi di infrastrutture, le cui morfologie non sono modificabili. Inoltre, sono caratterizzati da una permeabilità laterale, definita dal numero di accessi, che ne determina il rapporto con il contesto in chiave di una maggiore o minore disponibilità all’attraversamento. In contrapposizione ai parchi tra dizionalmente estesi su superfici orizzontali, i parchi lineari sono connotati da una circolazione non anulare ma compressa, che presuppone un’andata ed un ritorno per poter tornare al punto di partenza (Kullmann, 2011).

La selezione di progetti presi come riferimento e schematizzati nelle loro principali caratteristiche è stata con dotta per l’affinità dei casi proposti alla situazione oggetto di analisi. La Promenade Planteè e l’High Line di New York sono stati riferimenti imprescindibili data l’influenza che hanno avuto sulla ricerca progettuale con temporanea. Entrambi riusi di un rilevato ferroviario in disuso, propongono soluzioni specifiche per la struttura esistente con la quale si relazionano. A questi si affiancano il progetto Skygarden Seoullo 7017 di MVRDV che propone la riqualificazione di una sopraelevata autostradale urbana e si concentra sull’intersezione tra le risalite e il manufatto, e “The Goods Line”, anch’esso di recupero di una linea ferroviaria.

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33 Kullmann 2011: 74
131 [LXXXIII] Kullmann, K. (2011), Figure 8, in Journal of Landscape Architecture, n. 6, p.75 Comparazione tra i differenti parchi lineari secondo il rapporto tra larghezza e lunghezza
132
[LXXXIV] Kullmann, K. (2011), Figure 10, in Journal of Landscape Architecture, n. 6, p.77
Intersezione
del parco lineare con le strade trasversali
133 [LXXXV] Kullmann, K. (2011), Figure 11, in Journal of Landscape Architecture, n. 6, p.77 Accessi al parco lineare

Promenade Planteè

Realizzazione: 1988 - 1998

Luogo: Parigi, Francia

Progettisti: Philippe Mathieux (architetto) e Jacques Vergely (paesaggista)

Tipologia di progetto: recupero ex linea ferroviaria

Lunghezza: 4,5 km

Questo progetto di recupero di una linea ferroviaria dismessa è uno dei più noti esempi di parco lineare, che con una passeggiata-giardino riesce nell’intento di ricucire parti della città di Parigi. Percorrendolo, si ha la sensazio ne di ritrovarsi al di fuori della città, grazie alla vegetazione che ricopre la maggior parte del tracciato. L’idea era quella di creare un unico organico percorso, che attraversa 4 giardini come tappe di questa promenade. Un’altra caratteristica è quella di ritrovarsi ad avere un rapporto con la città a differenti quote, grazie agli inusuali punti di osservazione che variano la loro altezza, essendo sopraelevati o al di sotto del livello stradale. La promenade è organizzata secondo due scansioni spaziali:” la “Promenade Verte” e il “Viaduc des Art”. Il primo è l’originale via dotto, oggi passeggiata verde, il secondo è invece la parte al di sotto del piano stradale, dove sono presenti labo ratori artigianali ed artistici. Il progetto presenta una grande varietà di essenze arboree ed arbustive (175), com prese alcune specie a crescita moderata come i prunus e i tigli. Una delle peculiarità del progetto è stata la volontà di mantenere la vegetazione cresciuta spontaneamente durante gli anni di abbandono, integrandola con delle nuove essenze, senza però rinunciare all’aspetto selvatico che conferisce un’atmosfera campestre. La promena de si pone come obiettivo quello di ricucire i tracciati della città, rovesciando la sua antica funzione di cesura.

Furlani Pedoja, A. (2000, marzo) La Promenade Plantée. Una ferrovia parigina trasformata in giardino in Architettura del Paesaggio, n. 4, pp. 25 - 29.

134 01.
[LXXXVI] Mathieux e Vegerly (progettisti), Promenade Planteè, 1998

1 PROMENADE PLANTEE

1 PROMENADE PLANTEE

1 PROMENADE PLANTEE

LAB

LAB

LAB

INSERIMENTO DI FUNZIONI SOCIOCULTURALI SOTTO LE ARCATE

INSERIMENTO DI FUNZIONI SOCIOCULTURALI SOTTO LE ARCATE

INSERIMENTO DI FUNZIONI SOCIOCULTURALI SOTTO LE ARCATE

ALIENAZIONE DALLA CITTà GRAZIE ALLA VEGETAZIONE RIGOGLIOSA

ALIENAZIONE DALLA CITTà GRAZIE ALLA VEGETAZIONE RIGOGLIOSA

ALIENAZIONE DALLA CITTà GRAZIE ALLA VEGETAZIONE RIGOGLIOSA

I TRACCIATI DEI PERCORSI IN CONTINUITà CON IL TESSUTO STRADALE

I TRACCIATI DEI PERCORSI IN CONTINUITà CON IL TESSUTO STRADALE

I TRACCIATI DEI PERCORSI IN CONTINUITà CON IL TESSUTO STRADALE

135 Principali soluzioni progettuali
BOOKS EXHIB
BOOKS EXHIB
BOOKS EXHIB Il tracciato del percorso è in continuità con il tessuto stradale Alienazione dalla città grazie alla vegetazione rigogliosa Inserimento di funzioni socioculturali al di sotto delle arcate [LXXXVII] Diagrammi concettuali

02. High Line

Realizzazione: 2009 2011 2014-2019

Luogo: New York, Stati Uniti d’America

Progettisti: James Corner Field Operations con Diller Scofidio + Renfro Tipologia di progetto: recupero ex linea ferroviaria Lunghezza: 2,3 km

L’High Line è uno dei progetti più citati di riqualificazione di un manufatto post-industriale, forse perché ispirato alla bellezza malinconica di quest’epoca, forse perché è riuscita ad implementare la biodiversità dopo molteplici anni di abbandono. Una delle sue particolarità è il binomio architettura-agricoltura, che si fondono lungo tutto il percorso affiancando agli edifici diverse aree verdi. I progettisti sono riusciti nell’intento di creare un percorso fluido entro il quale il visitatore si può muovere liberamente. Questo è stato fatto attraverso un lungo percorso di collaborazione con gli abitanti del quartiere per capire quali fossero le loro esigenze e necessità. Gli obiettivi di progetto rimangono uno dei punti più interessanti ai quali ispirarsi, poiché comprendono la creazione di uno spa zio pubblico innovativo e la ricerca di una nuova identità, preservando il carattere industriale dell’infrastruttura promuovendone un’accezione positiva, attraverso la rinnovata qualità ambientale e l’installazione di arte pubbli ca. In particolare, questi propositi vengono realizzati attraverso alcune principali strategie progettuali. I cosiddet ti “overlooks” consentono di relazionarsi con il tessuto edificato circostante, mentre il percorso si moltiplica per permettere diverse velocità e si sopraeleva per ammettere un differente rapporto tra l’osservatore e la vegetazione.

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Corner J. Field Operation and Scofidio D. + Renfro (2015), The High Line. Forseen - unforseen, New York: Phaidon [LXXXVIII] Iwan Baan (fotografo), L’High Line di New York, 2011

HIGH LINE

HIGH LINE

HIGH LINE

DUE TIPOLOGIE DI PERCORSO CHE SI INCONTRANO

DUE TIPOLOGIE DI PERCORSO CHE SI INCONTRANO

Due tipologie di percorso che si incontrano

DUE TIPOLOGIE DI PERCORSO CHE SI INCONTRANO

RAPPORTO CON IL CONTESTO GRAZIE AGLI “OVERLOOKS”

RAPPORTO CON IL CONTESTO GRAZIE AGLI “OVERLOOKS”

Rapporto con il contesto grazie agli “overlooks”

RAPPORTO CON IL CONTESTO GRAZIE AGLI “OVERLOOKS”

PERCORSO A DIVERSI LIVELLI RISPETTO ALLA VEGETAZIONEPercorso a diversi livelli rispetto alla vegetazione

PERCORSO A DIVERSI LIVELLI RISPETTO ALLA VEGETAZIONE

PERCORSO A DIVERSI LIVELLI RISPETTO ALLA VEGETAZIONE

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2
2
Principali soluzioni progettuali [LXXXIX]Diagrammi concettuali

03. The Goods Line

Realizzazione: 2007

Luogo: Ultimo, Sydney, Australia

Progettisti: ASPECT Studios (paesaggista) e CHROFI (architetto)

Tipologia di progetto: recupero ex linea ferroviaria

Lunghezza: 273 m

“The Goods Line è un luogo che parla a un nuovo tipo di infrastruttura sociale in cui possono verificarsi molteplici op portunità di incontro, gioco e scambio di idee.” Il progetto nasce con l’intento di dare una nuova identità al distret to Ultimo di Sidney. La strategia infatti è stata quella di creare una spina dorsale civica che collegasse strade e quartieri dell’intorno, come anche i luoghi di interesse culturale, educativo e mediatico, come il Frank Gehry di UTS, l’ABC e il Sydney TAFE, al confine con il parco. Il sito passa così da essere un’infrastruttu ra ferroviaria a divenire un’infrastruttura sociale, luogo di interazione dove promuovere l’innovazione e le industrie creative. La particolarità del progetto difatti è data dalla presenza di infrastrutture sociali come gradinate, anfiteatro, panchine e playground per i bambini. In questo modo lo spazio diviene metafora del passaggio da uno stato industriale ad una realtà moderna e sociale. Infine, per sottolineare l’intervento, si è scelto di utilizzare un unico colore per l’arrendo urbano, il che lo rende riconoscibile nella sua semplicità.

http://thegoodsline.aspect.net.au/ http://landezine.com/index.php/2015/10/the-goods-line-by-aspect-studios/

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[XC] Florian Groehn (fotografo), The Goods Line, 2015

5 THE GOODS LINE

5 THE GOODS LINE

5 THE GOODS LINE

Principali soluzioni progettuali

Ricucitura con attività culturali nel contesto urbano limitrofo

RICUCITURA CON ATTIVITà CULTURALI NEL CONTESTO URBANO LIMITROFO

RICUCITURA CON ATTIVITà CULTURALI NEL CONTESTO URBANO LIMITROFO

RICUCITURA CON ATTIVITà CULTURALI NEL CONTESTO URBANO LIMITROFO

FUNZIONI RICREATIVE PRESENTI LUNGO IL TRACCIATO

FUNZIONI RICREATIVE PRESENTI LUNGO IL TRACCIATO

FUNZIONI RICREATIVE PRESENTI LUNGO IL TRACCIATO

Funzioni ricreative presenti lungo il tracciato

Utilizzo di un colore riconoscibile per l’arredo urbano

UTILIZZO DI UN COLORE RICO NOSCIBILE PER L’ARREDO URBANO

UTILIZZO DI UN COLORE RICO NOSCIBILE PER L’ARREDO URBANO

UTILIZZO DI UN COLORE RICO NOSCIBILE PER L’ARREDO URBANO

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[XCI] Diagrammi concettuali

04. Seoullo 7017 Skygarden

Realizzazione: 2017

Luogo: Seul, Sud Corea

Progettisti: MVRDV

Tipologia di progetto: recupero ex autostrada urbana

Lunghezza: 1 km ca

Il progetto nasce da un concorso con l’obiettivo di riqualificare l’autostrada urbana del 1970 di Seul e di trasfor marla in un parco pubblico sopraelevato. La nuova infrastruttura ospita ad oggi la più grande varietà di piante au toctone, mantenendo però una condizione urbana. Il parco lineare è stato pensato come una collezione di giar dini, ognuno dei quali con il proprio colore, profumo e identità. Il viadotto si trova in prossimità della stazione ferroviaria più importante di Seul e mette in collegamento tutte le zone verdi dell’area. All’interno del progetto sono presenti due grandi piazze, nelle quali è possibile assistere a spettacoli ed eventi all’aperto. Molto interessan te è l’approccio delle risalite al viadotto, che si presentano come landmarks, intersecando la struttura e ospitando una serie di funzioni al loro interno. Grazie alla molteplicità di scale, ponti ed ascensori presenti lungo il traccia to, il parco è pienamente accessibile nonostante la sua quota sia superiore al livello stradale(16 metri). Durante il tragitto si possono contare 16 padiglioni che ospitano mostre, teatro per bambini, info point, negozi e caffè.

https://www.archdaily.com/882382/seoullo-skygarden-mvrdv

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[XCII] Ossip van Duivenbode (fotografo), Seoullo Skygarden 7017, 2017

Principali soluzioni progettuali

INTERSEZIONE TRA LE RISALITE E IL SOVRAPPASSO

INTERSEZIONE TRA LE RISALITE E IL SOVRAPPASSO

Intersezione tra le risalite e il sovrappasso

INTERSEZIONE TRA LE RISALITE E IL SOVRAPPASSO

Inserimento di funzioni culturali collegate al contesto

INSERIMENTO DI FUNZIONI CULTURALI COLLEGATE AL CONTESTO

INSERIMENTO DI FUNZIONI CULTURALI COLLEGATE AL CONTESTO

INSERIMENTO DI FUNZIONI CULTURALI COLLEGATE AL CONTESTO

Connessione con le aree verdi circostanti

CONNESSIONE CON LE AREE VERDI CIRCOSTANTI

CONNESSIONE CON LE AREE VERDI CIRCOSTANTI

CONNESSIONE CON LE AREE VERDI CIRCOSTANTI

141 4 SKYGARDEN SEUL
4 SKYGARDEN SEUL
4 SKYGARDEN SEUL
[XCIII] Diagrammi concettuali

3.2 Il parco culturale urbano del XXI secolo

cities

“The work shown deals with ideas and strategies rather than chiefly with production of forms.”

Secondo l’architetto e teorico Bernard Tschumi, i progetti dovrebbero sempre partire da una condizione urbana o da un programma, cercando poi di scoprire le potenzialità nascoste nel programma, nel sito o nelle circostan ze, che possono essere culturali, economiche o sociali(Tschumi, 2000). Nella progettazione è quindi necessario prima di tutto identificare un concetto, arrivando successivamente ad una forma che lo rafforza e lo qualifica.

“Architecture is seen ad the materialization of concepts, as opposed to the materialization of forms.”

I concetti, di cui parla Tschumi, devono essere associati al sito di intervento, al programma del progetto ed alla tecnologia dell’epoca. La consapevolezza delle questioni teoriche deve aiutare il progettista a creare delle connessioni con l’apparato di idee del proprio tempo.

Tschumi parla di “event – cities”, nelle quali distingue urbanistica, urbanistica architettonica, architettura urbana e città di passaggio. La trattazione teorica si sposta così dalla questione della scala a quella dei dispositivi. Ogni progetto può essere considerato un progetto urbano, che funziona come una piccola città a causa della molte plicità di programmi. È per questo che diventa molto importante far fronte all’organizzazione di quella “piccola città”. Viene così introdotta la modalità di analisi che si basa su Spazio, Evento e Movimento, abbreviata spesso come SEM.

“Architecture is both about space and about the events that take place in that space.”

Per questo motive secondo Tschumi bisognerebbe parlare di flussi, anziché di luoghi, di forze, anziché di forme, per elaborare una strategia dinamica di progetto, invece che una statica. Questa strategia comprende anche il “vuoto”, considerato lo spazio pubblico di appropriazione, il luogo potenziale dove prendono vita gli eventi, a metà tra le esigenze del programma e il rigido contesto urbano nel quale si inserisce. Per raggiungere questo obiettivo bisognerebbe utilizzare i vettori di movimento, ossia intensificare le attività di movimento inserendo nel programma una serie di attività pubbliche ricreative, culturali e sociali. Si parla addirittura di “Program and Event Designing”, immaginando un metodo progettuale che ricerchi e ricrei le condizioni ottimali per degli eventi sensazionali.

142
35
36
34 Event
34 Tschumi 2000: 11 35 Ibidem 36 Tschumi 2000:12
143
[XCIV] Tschumi B. (1980-81), “Part 4: The Block”, The Manhattan Transcipts, New York, MoMA, from Architecture and disjunction (1994), p.150 Le trascrizioni
di Manhattan sono proposizioni teoriche eseguite attraverso il disegno. In questa vi è rappresentato il quar to episodio, The Block, che illustra cinque eventi improbabili che si verificano in cortili separati all’interno di un isolato.

Non bisogna però confondere il programma con l’evento, in quanto il programma è determinato da tutti gli eventi attesi, mentre l’evento si verifica come un qualcosa di indeterminato e dall’incerto esito, rivelando così le potenzialità o le contraddizioni celate all’interno del programma. L’abilità dell’architetto sta nel creare le condi zioni ottimali affinché si verifichino eventi inaspettati, imprevedibili e non comuni, in una condizione spaziale appropriata.

“Our work argues that architecture – its social relevance and formal invention – cannot be disso ciated from the event that “happen” in it.” 37

Tutti i progetti di Tschumi hanno a che fare con il tempo, in particolare con la relazione spazio – tempo. Muo vendoci attraverso lo spazio, compiamo un’azione all’interno del tempo, mentre come architetti il tempo è spa ziale, poiché costruiamo lo spazio. Solo attraverso lo spazio possiamo affrontare il tempo, ed è questa condizio ne che porta Tschumi ad associare l’architettura al cinema in alcuni dei suoi progetti come “Rituals” e il “Parc de la Villette”. Questi ultimi, nonostante la differenza di scala, trattano lo stesso concetto: l’interazione tra lo spazio, il movimento e l’evento.

“There is no architecture without program, no architecture without movement.” 38 “The final meaning of any sequence is dependent on the relation space/event/movement. By exten sion, the meaning of any architectural situation depends on the relation S E M.” 39

La relazione tra l’architettura e il programma può essere di indifferenza, di reciprocità o di conflitto. In “Rituals” è di reciprocità, mentre nel Parc de la Villette coesistono tutte e tre le relazioni. Per questo motivo vengono spesso citati i termini di “Superimposition / Juxtapositions / Permutations” a prefazione del progetto.

Come programma per il progetto del Parc de la Villette, Tschumi impiega il testo di James Joyce, Finnegans Wake, sul quale dispone, in una rappresentazione concettuale, le folies. Questo manifesto è l’esempio lampante di come, secondo questa concezione, qualsiasi cosa possa essere considerata un programma per un’architettura (Tschumi, 2000).

Tschumi

Tschumi

Tschumi

144
37
2000: 139 38
2000: 16 39
1994: 162

Joyce’s Garden, 1976-77: un testo letterale, Finnegans Wake, fu usato come programma. Una griglia astratta di punti fa da mediatore tra il testo ed il sito - il precedente per la griglia di punti de La Villette (Tschumi, 2000)

[XCV] Tschumi B. (1982), Program of Parc de la Villette, in Even-cities 2 (2000), London , p. 42

[XCVI] Tschumi B. (1984), Exploded Folie (Superimposition), in Even-cities 2 (2000), London, p. 62

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Parc de la Villette

Il parc de la Villette nasce grazie ad un concorso organizzato dal governo francese nel 1982. L’obiettivo della competizione era quello di segnare “la visione di un’epoca” e di agire sullo sviluppo culturale ed economico dell’area nord-est di Parigi, compresa tra la metro Porte de Pantine e Porte de la Villette. Il sito si presenta come una distesa di 125 acri, lungo più di 1 km in una direzione e 700 metri nell’altra, precedentemente occupato da mattatoi. Oltre al parco, la Villette contiene alcune preesistenze, come il Museo della Scienza e dell’Industria, la Città della Musica, la Grande Halle e una sala per concerti rock. Il parco non doveva essere una replica del paesaggio, bensì il progetto di un “Parco Urbano per il XXI secolo”, nel quale le strutture culturali e di intratte nimento erano incoraggiate.

Il progetto di Tschumi è stato influenzato dal luogo oggetto di trasformazione, ovvero un quartiere semi-indu striale che comprende diverse strutture esistenti di notevoli dimensioni. È per questo motivo che la sua idea di distribuire il programma sull’intero sito, disponendo regolarmente le Folies, è risultata la proposta vincitrice del concorso. Questo schema permette il massimo movimento all’interno del parco, enfatizzando il senso di scoperta di cui il visitatore può fare esperienza, grazie ad un vario programma funzionale. Lo sviluppo dell’ar chitettura è spesso accompagnato da uno sviluppo culturale, motivato da progressi tecnologici, incremento di relazioni sociali o nuove funzioni. Questo concetto viene ripreso sviluppando il progetto come esempio per eccellenza di organizzazione a livello architettonico. Alla base del parco vi sono una serie di oggetti neutri in correlazione, che grazie alla loro somiglianza possono qualificarsi per funzione.

“Thus, in its basic structure each Folies is bare, undifferentiated, and “industrial” in character; in the specialization of its program it is complex, articulated and weighted with meaning. Each Folie constitutes an autonomous sign that indicates its independent programmatic concerns and possibilities while suggesting, through a common structural core, the unity of the total system.”

Il concorso per il parco è il primo nella storia dell’architettura a statuire il programma per il “Parco Urbano”, proponendo la combinazione e la giustapposizione di attività che promuovano nuove prospettive. Questo è stato un passaggio decisivo per la storia, in quanto ha fatto sì che il ruolo dell’architetto si ampliasse, occupandosi dell’organizzazione dei funzionamenti e degli eventi tanto quanto della redazione delle forme e degli stili.

“The Parc de la Villette, in contrast, represents an open-air culture center, encouraging an integra ted programmatic policy related both to the city’s needs and to it limitation.”

Il progetto può essere interpretato come uno dei più grandi edifici mai costruiti, discontinuo ma considerato un insieme. Rappresenta, pertanto, il modello embrionale dell’architettura del XXI secolo, in antitesi rispetto a ciò che aveva caratterizzato il secolo precedente. Infatti il concetto di parco, nel XX secolo, cambia la sua accezione e diviene inseparabile dal concetto di città, poiché fa parte della visione della stessa. Parigi si concentra dunque su parchi urbani che enfatizzino e promuovano l’invenzione culturale, l’intrattenimento e l’educazione.

“What we see, then, is the exhaustion of the “open space” concept faced with the reality of the cultu ral park. Hence we oppose the notion of Olmsted, widespread throughout the 19th century, that “in the park, the city is not supposed to exist.”

Tschumi

Tschumi

Tschumi

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40
2000: 54 41
2000: 53 42
1994: 55
40
41
42

[XCVII] Tschumi B. (1982), Decostruzione programmatica, in Event - cities 2 (2000), London p.58

[XCVIII] Tschumi B. (1984), Cinematic Promenade: Plan, in Event - cities 2 (2000), London p.71

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Il parco proposto invece, incarna il cambiamento della società, con l’ambizione di creare un nuovo modello dove programma, forma e ideologia giochino un ruolo centrale.

Questo avviene tramite la sovrapposizione di tre diversi livelli: punti, linee e superfici. I punti sono assimilabili alle Folies, posizionate secondo un sistema di coordinate ad una distanza di 120 metri. Le folies sono conside rate il denominatore comune del programma, con lo scopo di sviluppare un simbolo chiaro, un’identità ricono scibile all’interno del parco.

Le linee sono invece un sistema di coordinate più grande, a forma di croce, che rappresenta il movimento dei pedoni all’interno dell’area. A nord – sud questa linea collega le due fermate della metropolitana, mentre ad est-ovest il centro di Parigi con la periferia. La “linea” si traduce in una passerella larga 5 metri, a volte coperta e altre volte aperta, che percorre tutta la lunghezza del parco in entrambe le direzioni. Le Folies intersecano la struttura in corrispondenza delle attività più frequentate, in modo tale da favorirne l’accesso. Il sistema delle linee comprende anche un percorso curvilineo che collega varie parti del parco, intersecando gli assi delle coor dinate in diversi punti, creando così degli eventi inusuali.

Le superfici rappresentano le attività del parco che richiedono una notevole estensione di spazio a terra, ospi tando attività ludico-ricreative connesse allo sport o all’intrattenimento di massa.

Le Folies utilizzano tutte la stessa struttura di partenza, ossia un cubo 10,8 x 10,8 metri, diviso in tre campate su ogni lato, formando una gabbia che può essere scomposta o attraversata da altri elementi a seconda del principio compositivo utilizzato e della sua funzione. Il telaio può essere sia in cemento armato che in acciaio, in entrambi i casi viene rivestito da un rivestimento in acciaio rosso smaltato, in modo tale da risolvere gli angoli e gli aggetti.

semplice principio strutturale con il quale vengono concepite le Folies viene alterato da una deviazione, una trasgressione rispetto alla norma originaria.*

the norm is transgressed-without,

disappearing. A distortion of the original norm

*etimologia: il termine folies, nella Francia del XVII secolo indicava una stravagante casa di divertimento. In questo contesto perde la connotazione aristocratica per acquisirne una pubblica, collegata anche alle scoperte psicoanalitiche. Il nuovo significa to di folie trasforma il suo senso originario sostituendo la stravagante esposizione di stili eclettici con la giustapposizione regolata di programmi inediti. Lo scopo è quello di considerarlo un oggetto neutro autonomo, astrazione artificiale che sostituisce la realtà, assimilandola ad un punto. L’astrazione sostituisce la realtà così come la cultura sostituisce la natura, rappresentando il graduale declino di quest’ultima. In questo senso il Parco Urbano si contrappone al concetto ottocentesco di Natura, con il concetto tecnologicamente formato dell’ambiente. (Tschumi, 1987)

Il parco è concepito come una passeggiata cinematografica. In questa analogia, la colonna sonora corrisponde alla passerella sopraelevata per i visitatori e la traccia dell’immagine ai fotogrammi posti in sequenza dei singoli giardini. Alle sequenze spaziali predeterminate si aggiungono quelle di attività, eventi straordinari ed incidenti. Il contenuto dei singoli fotogrammi può avere mille sfaccettature a seconda dell’inquadratura, che sia dall’alto, dal basso o trasversale. In questo modo si generano infinite sequenze di immagini che variano al variare degli eventi e delle relazioni tra l’osservatore ed il parco.

“The spatial sequences at La Villette also can be seen independently from the meaning they may suggest. Their signification can be deduced directly from the events occurring in the sequence. (A row of slides, a sand box, and a roller-skating space undoubtedly imply a children’s sequence.)”

148
Il
43 Tschumi 2000: 55 44 Tschumi 2000: 70 “ Then,
however,
results: deviation.” 43
44
149
[XCIX] Tschumi B. (1982), Ideograms, in Event - cities 2 (2000), London p. 49

Programma: Piano superiore con uffici per il jazz club, livello intermedio con giardini e sala d’attesa. Livello inferiore con jazz club, stage, bar, spogliatoi e appendiabiti. (Tschumi, 2000)

Programma: sala di registrazione, piccol auditorium, sala conferenze, sala della musica, atelier per la costruzione di strumenti musicali, stand informativo e sala d’attesa. (Tschumi, 2000)

[C] Tschumi B. (1984), Folie R7, in Event - cities 2 (2000), London p. 123

[CI] Tschumi B. (1984), Folie P8 (Folie de la Musique), in Event - cities 2 (2000), London p. 119

150
151
[CII] Tschumi B. (1984), Sequence of cinematic promedae, in Event-cities 2 (2000), London p. 97

05. Parc de la Villette

Realizzazione: 1982-1998

Luogo: Parigi, Francia

Progettista: Bernanrd Tschumi

Tipologia di progetto: intervento su presistenza

Dimensioni: 0,5 kmq

152
[CIII]e [CIV]Bernard Tschumi(progettista), Parc de la Villette, 1998

3 PARC DE LA VILLETTE

3 PARC DE LA VILLETTE

3 PARC DE LA VILLETTE

Principali soluzioni progettuali

SOVRAPPOSIZIONE DEI LIVELLI DI INTERVENTO

SOVRAPPOSIZIONE DEI LIVELLI DI INTERVENTO

SOVRAPPOSIZIONE DEI LIVELLI DI INTERVENTO

Sovrapposizione dei livelli di intervento

FRAMMENTAZIONE DELLE FUN ZIONI ALL’INTERNO DEL PARCO

FRAMMENTAZIONE DELLE FUN ZIONI ALL’INTERNO DEL PARCO

FRAMMENTAZIONE DELLE FUN ZIONI ALL’INTERNO DEL PARCO

Frammentazione delle funzioni all’interno del parco

INTERSEZIONE DI FORME PURE PER LE FOLIE Intersezione di forme pure per comporre le folies

INTERSEZIONE DI FORME PURE PER LE FOLIE

INTERSEZIONE DI FORME PURE PER LE FOLIE

153
[CV] Diagrammi concettuali

1. Introduzione

Analisi

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1.1 La metamorfosi dello spazio pubblico 1.2 Glossario 2.
2.1 Carnet de Voyage (imaginaire) 2.1.1 Racconto di una passeggiata (Sopralluogo) 2.2 Sistemi 2.3 Stakeholders 3. Casi studio 3.1 Il parco lineare come progetto di riqualificazione 3.2 Il parco culturale urbano del XXI secolo 4. Esplorazione progettuale 4.1 Strategia 4.2 La Promenade 4.3 Programma funzionale 4.4 Elaborati grafici 5. Approfondimenti 5.1 Composizione ed elementi ricorrenti 5.2 Le Folies 6. Bibliografia e riferimenti iconografici

Una promenade infrastrutturale è la proposta progettuale che prende forma come pos sibile soluzione alle problematicità e come amplificatore delle potenzialità iscritte nel luogo, rese evidenti dall’analisi riportata nei capitoli precedenti. Luogo del progetto è il Cavalcavia Corvetto, elemento di cesura fisica e sociale. La volontà che il progetto mette in atto è quella di rovesciare l’immagine odierna del manufatto, conservandone i caratteri di infrastruttura, mutandone però il significato. Si propone come spazio pubblico, come luogo in cui la collettività possa ritrovare la socialità perduta con la costruzione del caval cavia, che modificò la struttura del piazzale, cuore del quartiere. Il cavalcavia Corvetto, ispirandosi ai parchi lineari dell’High Line e della Promenade Plantée, può divenire una passeggiata ad una quota diversa rispetto a quella stradale, dove la vegetazione, aiuta il senso di alienazione dal caos della città. Rifacendosi alle categorie rintracciate nel primo capitolo, il progetto mira a costruire uno spazio pubblico contemporaneo, fondato sulla sovrapposizione di livelli differenti e sulla sezione come strumento di verifica, sul rap porto tra orizzontale e verticale che questa infrastruttura incarna con la sua morfologia.

155

4.1 Strategia

“Il “così come trovato” è una trasformazione dell’idea di “object trouvé” del Surrealismo e del grup po Dada. (…) Ogni elemento materiale dello spazio quotidiano – anche quello all’apparenza più banale delle infrastrutture – può assumere significati “altri” rispetto a quelli originari, di carattere pubblico.” 45

A seguito delle valutazioni che l’analisi ha suggerito, il progetto mira a convertire il manufatto del Cavalcavia Corvetto in un elemento di connessione a fronte della cesura che impone ad ora al quartiere. Il Cavalcavia, dall’essere l’immagine del boom economico e della dispersione urbana verso l’esterno della città di Milano, è divenuto il ritratto sbiadito di un’epoca che ha visto declinare da un lato il suo utilizzo e dall’altro ha comportato una divisione sociale netta tra la parte meridionale e quella settentrionale. L’obiettivo progettuale, dichiarato nel titolo, è quello di mutare profondamente il significato del Cavalcavia, da infrastruttura per la mobilità a connessione verde e sostenibile in grado di mettere a sistema le presenze ambientali dell’area, da cesura sociale a luogo di incontro ed aggregazione per diverse fasce d’utenza, un luogo di creatività dove le nuove frontiere del lavoro possano insediarsi. Una promenade infrastrutturale, mantenendo il carattere infrastrutturale del manufatto, vuole trasformarlo in una passeggiata, un fluido percorso pedonale e ciclabile che offra uno sguardo diverso sulla città, aumentando i punti di connessione tra le differenti quote, “una rivisitazione in termini slow spaces e (…) una riappropriazione vissuta basata su relazioni sociali dense”. 46

La strategia progettuale ruota attorno a quattro temi connessi e interdipendenti, che, ponendo al centro le po tenzialità dell’infrastruttura, tentano una ricucitura del quartiere. In primo luogo, diviene obiettivo primario l’incremento della mobilità sostenibile, tramite l’integrazione del la rete ciclabile esistente con una serie di percorsi che pongano in connessione i vuoti significanti del quartiere, intesi come i parchi pubblici o le piazze principali. Il cavalcavia diviene il tracciato lungo il quale connettere il Giardino di Piazzale Bologna con il Parco Gino Cassinis, che si pone a confine con il territorio agricolo e man tiene caratteristiche naturali con avvallamenti e zone boscate. L’incentivazione delle modalità di spostamento alternative e sostenibili, con l’introduzione di colonnine per la ricarica elettrica, potrebbero portare ad un mi glioramento delle condizioni dell’aria, anche se minime, dato che per ottenere miglioramenti sostanziali questa strategia dovrebbe essere applicata su scala territoriale.

45 Orsini, Mei, Roda, Salmieri 2017: 523

46 Orsini, Mei, Roda, Salmieri 2017: 521

156

Per superare la cesura che il cavalcavia determina nel tessuto edificato e sociale, si presuppone la moltiplicazione degli elementi di risalita ed attraversamento per consentire un agevole passaggio sia tra le due quote, quella stradale e quella dell’estradosso del cavalcavia, che tra gli isolati che si trovano ai lati opposti. Ciò potrebbe av venire tramite attraversamenti a raso e attraversamenti in quota. In questo modo il manufatto vanterebbe una nuova porosità, una permeabilità all’attraversamento che ora non è possibile. Come preannunciato nella strategia riguardante la mobilità sostenibile, il cavalcavia potrebbe divenire il per corso di connessione tra i due parchi, che si insediano alle sue estremità. Questa caratteristica potrebbe essere amplificata con la trasformazione dello stesso in un’infrastruttura verde pubblica, che permetta la conversione del suolo asfaltato in una superficie permeabile, in grado di raccogliere e convogliare l’acqua piovana, con la pos sibilità di riutilizzarla. Inoltre, la piantumazione di vegetazione potrebbe convertire in positivo l’immagine del viadotto, nonché proporre una possibile alienazione dal contesto urbano grazie al nuovo paesaggio insediato. Infine, per convertire il cavalcavia da luogo di divisione a luogo di incontro, vengono introdotte una serie di funzioni in sinergia con le associazioni esistenti, che potrebbero essere interessate alla disponibilità di spazi per le iniziative che solitamente propongono. Al fine di elevare l’importanza di queste realtà, si propone uno spazio autogestito, un luogo di ritrovo in cui favorire la collaborazione tra le diverse realtà sociali, uno spazio fluido che divenga il cuore del nuovo Piazzale Corvetto. Inoltre, le funzioni introdotte si concentrano attorno alla cultura e al lavoro, per cercare di incentivare la creatività.

“La creatività e la cultura, dunque, come strumenti per contrastare il declino sociale ed economico delle città contemporanee alle prese con i processi di trasformazione del loro modello di sviluppo. Strategie innovative in grado di contribuire in modo determinante alla rigenerazione fisica ed economica della città, soprattutto nel costruire una nuova immagine, attraverso nuove attività pro venienti da ambiti nazionali e internazionali e collegate allo sviluppo di settori innovativi quali l’arte, le tecnologie ed appunto la cultura.” 47

Le funzioni insediate nella parte sottostante il cavalcavia sono, nel lato verso Piazzale Bologna, un caffè lette rario, che coniuga l’attività di una caffetteria con le iniziative dell’associazione Equi.Libri in Corvetto (che non avendo una sede, sarebbe interessata alla co-gestione di uno spazio di vocazione culturale) ed uno spazio espo sitivo all’aperto, continuando la public art iniziata con l’opera dell’artista Zedz, voluta dall’amministrazione comunale nel 2011. Accanto a questo spazio, allestito con pareti di tessuto, metà della sezione viene adibita a parcheggio per utenti con mobilità ridotta e nell’altra metà vengono inserite colonnine di ricarica per veicoli elettrici. Nella parte opposta invece, si situa uno spazio di coworking ed incubatore di start-up denominato “Eco-Hub”, che si sviluppa attorno ai temi della sostenibilità ambientale e dell’innovazione tecnologica, sfrut tando la posizione privilegiata di quest’area. Questa funzione mette a disposizione degli utenti spazi dedicati al coworking, alcuni open-space, uffici e sale riunione, e dall’altro fornisce il supporto per lo sviluppo di idee, in sinergia con la rigenerazione urbana di cui è oggetto il quartiere. Questo spazio potrebbe creare nuovi flussi e intessere relazioni con le tante attività vicine, come anche con il Politecnico di Milano, che in piazzale Ferrara sta ultimando uno studentato.

157
47 Orsini 2018: 303

“La risignificazione dello sviluppo verticale dello spazio pubblico innesca infatti nuovi cicli di uso e di condivisione. La sequenza dei livelli – orizzontali – duplicati e stratificati in alzato definisce anche una possibile strategia di rigenerazione creativa della città.” 48

Per concludere, se la quota zero ospita le funzioni sopra descritte all’interno di spazi chiusi o semichiusi, che dialogano con la sezione del cavalcavia, il parco lineare che si snoda sull’estradosso della struttura è invece assi milabile ad una passeggiata nel verde, che incontra però diversi elementi di risalita, ognuno dei quali ospita una differente funzione. La cosiddetta passeggiata si articola in tre differenti tratti. Il primo, da piazzale Bologna fino all’intersezione con via G. Avezzana, si compone di una sequenza di paesaggi distinti, che vengono attraver sati dal visitatore a diverse quote, grazie alla sopraelevazione del nuovo percorso. Nella parte in cui il cavalcavia comincia la sua discesa verso Rogoredo, vengono collocati gli orti condivisi, che, essendo gestiti dalle associa zioni di quartiere, vorrebbero essere un luogo di ritrovo e di didattica che sappia coinvolgere tutte le fasce d’età e d’utenza. Infine, il progetto mira alla connessione con lo spazio verde del Parco G. Cassinis, ad oggi non raggiun gibile a causa del raccordo autostradale, tramite un sovrappasso pedonale e ciclabile. In quell’area si è deciso di mantenere inalterata la zona boscata, sfruttando la vasta distesa verde con interventi di modellazione del suolo.

158
48 Orsini, Mei, Roda, Salmieri 2017:
525
159 [CVI] Quattro Temi di Strategia 1. Incremento della mobilità sostenibile 2. Permeabilità aumentata 3. Infrastruttura verde 4. Aggregazione sociale
160 [CVII] 1. Incremento della mobilità sostenibile

Le auto “governano” lo spazio pubblico, appropiandosi anche dei marciapiedi.

Riappropiazione dello spazio pubblico grazie a percorsi pedonali e ciclabili, integrati da spazi verdi .

[CVIII] Viste della situazione esistente / della situazione progettuale

161
162 [CIX] 2. Permeabilità aumentata

Il cavalcavia si pone come cesura dello spazio urbano, negando la vista e l’attraversamento.

Gli elementi di risalita consentono una nuova permeabilità fruitiva e visiva.

[CX]Viste della situazione esistente / della situazione progettuale

163
164 [CXI] 3. Infrastruttura verde

Il cavalcavia nel suo stato attuale è un’infrastruttura urbana fruibile solo dagli autoveicoli.

Il cavalcavia si propone come infrastruttura verde fruibile dalla comunità.

[CXII] Viste della situazione esistente / della situazione progettuale

165
166 [CXIII] 4. Aggregazione sociale

Le automobili e il rifornitore di carburante presenti sono specchio della realtà attuale di Piazzale Corvetto.

Inserimento di funzioni a favore degli abitanti del quartiere e delle loro associazioni.

[CXIV] Viste della situazione esistente / della situazione progettuale

167

La promenade

Masterplan e Livelli

“Il progetto (…) è il definitivo ed epocale distacco da un’interpretazione dello spazio pubblico come livello zero della città.”

Una promenade infrastrutturale è la proposta progettuale per il Cavalcavia Corvetto, composta dal “nuovo suo lo”, ovvero il parco lineare che si sviluppa alla quota dell’estradosso del cavalcavia, dalla “quota zero”, ovvero le funzioni ricavate nella porzione del cavalcavia sostenuta dai pilastri, ed infine dagli “spazi riconquistati”, ricavati grazie all’ampliamento delle zone pedonali sulla via Lucania. Questi ultimi sono stati resi possibili grazie all’ipo tetica chiusura della strada interna di servizio alle abitazioni e ala riduzione della larghezza delle carreggiate, che permette un’espansione degli slarghi a contorno di Piazzale Corvetto.

Il nuovo parco lineare sopraelevato gioca sulla sovrapposizione di livelli, ognuno dei quali dialoga con gli altri e con il contesto.

Il livello che riguarda il nuovo suolo verde si sviluppa lungo il tracciato proponendo una successione di dif ferenti paesaggi, è resa possibile dalla pendenza del cavalcavia, la quale viene governata tramite una serie di rampe pedonali. Queste consentono al percorso di raggiungere una quota tale da permettere la piantumazione di piccoli alberi ed arbusti e il passaggio degli utenti all’altezza delle chiome, in un’immagine totalmente diversa dal contesto urbano nel quale si colloca il cavalcavia. La sensazione di straniamento viene amplificata a Piazzale Corvetto, dove lo spazio centrale, tra i flussi veicolari, rimane inaccessibile dalla quota zero e diviene una radura, una sorta di terzo paesaggio. Il percorso che intraprende l’osservatore lo pone a diverse quote rispetto alla vege tazione, che cambia con il variare del contesto urbano e della quota di quest’ultima. La prima porzione, a partire da Piazzale Bologna, dove è stato pensato di inserire un biobacino, presenta delle superfici a prato che raccordano le pendenze, divenendo “spazi dello stare”. A questo si sussegue, avendo acqui sito un’altezza sufficiente, uno spazio ad alta concentrazione arborea, una “foresta” che si attraversa tramite un percorso sopraelevato, per poi giungere alle aiuole di erbacee, che con il loro volume divengono barriera bassa verso l’esterno.

Per la progettazione del percorso si è ricorso alla categoria dello spazio labirintico, composto di differenti velo cità, di pause, di ritmo, che sappia sorprendere l’utente.

“Questa potenzialità di situazioni impreviste − rivelatrici di un numero infinito di possibilità inerenti a tipologia di spazio − provoca una “sensazione urbana” almeno nella declinazione che Baudelaire dava di questa espressione.”

49 Orsini,

168 4.2
49
50
Mei, Roda, Salmieri 2017: 524 50 Orsini 2018: 129

Il percorso è governato nelle sue due dimensioni da una modularità che riprende il passaggio minimo dell’u tente, ovvero sessanta centimetri, e la lunghezza del passo, intesa anche come distanza in tempo tra due pause successive. La lunghezza minima è di dieci passi, ovvero 7,5 metri, mentre la massima è 30 metri. Allo stesso modo, la larghezza minima del percorso è quella che consente il passaggio di due utenti affiancati, ovvero 1,2 metri. I due percorsi procedono intersecandosi e affiancandosi fluidamente, differenziandosi per velocità e lar ghezza. Il percorso principale varia la sua sezione a seconda delle pause a cui dà accesso, andando dai 2,4 metri ai 4,2, mentre il percorso secondario mantiene una larghezza costante di 1,2 metri.

La gerarchia che si instaura lungo il percorso è dettata dal rapporto con il contesto. Riprendendo il concetto degli “overlooks” dall’High Line di New York, lo spazio pubblico si amplia nel momento in cui la cortina de gli edifici, che delimita il cavalcavia, è interrotta da una strada trasversale, che genera delle fughe prospettiche, permettendo al visitatore di ampliare lo sguardo. Questa stretta relazione con il contesto fa sì che il progetto si integri nella struttura urbana, riprendendo i tracciati regolatori che sono la memoria storica latente di questo quartiere.

A questi livelli a sviluppo orizzontale si sovrappone il livello dei “punti” (Tschumi, 1987), ovvero delle risalite, che assolvono da un lato alla funzione di connettere le quote differenti del progetto, e dall’altro ospitano delle funzioni, legate all’intrattenimento ed alle necessità che le attività insediate lungo il percorso richiedono. Le “folies” (Tschumi, 1987) si dispongono lungo tutto il tracciato, moltiplicando i punti di accesso e rendendo agevole il superamento della barriera che è il cavalcavia. Come Tschumi nel Parc de la Villette, questo contrasta la monotonia ponendo l’utente di fronte a situazioni ogni volta diverse, enfatizzato l’imprevedibilità.

169
170 [CXV] Masterplan
171 [CXVI] Layers

Essenze arboree

Acer campestre, Carpinus betulus, Corylus avellana, Fraxinus ecelsior, Fagus sylvatica

Acer rubru, Amelanchier, Fraxinus ornus, Pyrus calleryana,Prunus avium, Achillea millefoglie terracotta, Glycyrrhiza glabra, Lychnis coronaria, Luzula nivea, Stipa

Celtis australis, Cornus sanguinea, Fragula alnus, Salix purpurea, Viburnum opolus

Massa boscata Foresta Aiuole Erba Biobacini Orti

Filari maggiori

Platanus x acerifoglia, Populus alba

Filari minori

Prunus avium , Prunus cerasifera

Alberi singoli

Acer campestre, Prunus avium, Pyrus calleyrana

172 [CXVII] Vegetazione

Massa boscata

Aiuole Biobacini

Foresta Erba Orti

Alberi singoliFilari maggiori Filari minori

[CXVIII] Abaco delle tipologie di suolo vegetale

173

Essenze arboree

174
[CXIX] Schede delle essenze arboree

[CXX]

delle essenze arboree

175
Schede
176 [CXXI] Schede delle essenze arboree
177 [CXXII] Schede delle essenze arboree
178 [CXXIII] Schede delle essenze arboree

[CXXIV] Dettagli dei sistemi di raccolta delle acque e dei percorsi sopraelevati

179

1. Introduzione

Analisi

180
1.1 La metamorfosi dello spazio pubblico 1.2 Glossario 2.
2.1 Carnet de Voyage (imaginaire) 2.1.1 Racconto di una passeggiata (Sopralluogo) 2.2 Sistemi 2.3 Stakeholders 3. Casi studio 3.1 Il parco lineare come progetto di riqualificazione 3.2 Il parco culturale urbano del XXI secolo 4. Esplorazione progettuale 4.1 Strategia 4.2 La Promenade 4.3 Programma funzionale 4.4 Elaborati grafici 5. Approfondimenti 5.1 Composizione ed elementi ricorrenti 5.2 Le Folies 6. Bibliografia e riferimenti iconografici

Questo sottocapitolo vuole porre l’accento sul programma funzionale del progetto, rappresentato in maniera ideogrammatica per mettere in relazioni i vari livelli in base alla loro posizione rispetto al cavalcavia. Inoltre, sono stati redatti due “manifesti”, uno conten te la trasposizione concettuale del programma, attraverso un testo di letteratura, un altro contente un programma ipotetico della giornata di apertura del progetto. Infine, è stato ipotizzata la gestione del progetto, esplicitando come le singole attività e funzioni pos sano essere finanziate, vendute o gestite dagli stakeholders precedentemente analizzati.

181
182
183 [CXXV] Programma funzionale ideogrammatico

La città e la memoria. 5

A Maurilia, il viaggiatore è invitato a visitare la città e nello stesso tempo a osservare certe vecchie cartoline illustrate che la rappresentano com’era prima: la stessa identica piazza con una gallina al posto della stazione degli autobus, il chiosco della musica al posto del cavalcavia, due signorine col parasole bianco al posto della fabbrica di esplosivi. Per non deludere gli abitanti occorre che il viaggiatore lodi la città nelle cartoline e la preferisca a quella presente, avendo però cura di contenere il suo rammarico per i cambiamenti entro regole precise: ricono scendo che la magni cenza e prosperità di Maurilia diventata metropoli, se con ontate con la vecchia Maurilia provinciale, non ripagano d’una certa grazia perduta, la quale può tuttavia essere goduta soltanto adesso nelle vecchie cartoline, mentre prima, con la Maurilia provincia le sotto gli occhi, di grazioso non ci si vedeva proprio nulla, e men che meno ce lo si vedrebbe oggi, se Maurilia fosse rimasta tale e quale, e che comunque la metropoli ha questa attrattiva in più, che attraverso ciò che è diventata si può ripensare con nostalgia a quella che era. Guardatevi dal dir loro che talvolta città diverse si succedono sopra lo stesso suolo e sotto lo stesso nome, nascono e muoiono senza essersi conosciute, incomunicabili tra loro. Alle volte anche i nomi degli abitanti restano uguali, e l’accento delle voci, e per no i lineamenti delle facce; ma gli dèi che abitano sotto i nomi e sopra i luoghi se ne sono andati senza dir nulla e al loro posto si sono annidati dèi estranei. È vano chiedersi se essi sono migliori o peggiori degli antichi, dato che non esiste tra loro alcun rapporto, così come le vecchie cartoline non rappresentano Maurilia com’era, ma un’altra città che per caso si chiamava Maurilia come questa. Calvino 2014: 29-30

Programma funzionale

184 [CXXVI]
Manifesto
185 Una promenade in astrutturale opening 15 dicembre 2020 event ore 9.00 Corso di avviamento professionale con La Strada COMMUNITY CENTER ore 11.00Giornata di presentazione start up con Fabriq COWORKING ECO-HUB ore 14.00Spettacolo teatrale Aspettando Godot con Casa per La PaceANFITEATRO ore 17.00Aperitivo letterario (Le città invisibili) con EquiLibri CAFÉ LETTERARIO ore 12.00 Inaugurazione mostra Corvetto multiculturale con Cascina Nocetum SPAZIO ESPOSITIVO con Made in Corvettoore 16.00 Coltiva ciò che mangi! Apertura iscrizioni ORTI CONDIVISI ore 18.00 CINEMA ALL’APERTO Proiezione del lm Qualcuno volò sul nido del cuculo Opening Event - 15 Dicembre [CXXVII] Programma funzionale

Ipotesi di gestione

L’analisi svolta sugli stakeholders presenti nel territorio indagato ha permesso la formulazione di un ipotetica gestione, che prevede il coinvolgimento degli stessi attori precedentemente illustrati, supponendone un ruolo anche nel finanziamento per la realizzazione del progetto. A seconda delle disponibilità economiche di ciascu na realtà, vengono selezionate tre differenti tipologie di gestione, ovvero la conduzione diretta, ossia da parte del proprietario dell’opera, quella indiretta, ovvero data in gestione dall’ente proprietario ad una terza parte, ed infine la vendita ad un investitore esterno. Pertanto, è stato ipotizzato che tutto il parco sia di proprietà del Comune di Milano e che alcune parti siano date in gestione alle associazioni di quartiere, di modo da potersi basare, per la promozione di iniziative ed attività, su una rete già consolidata di iniziative, da parte di chi vive il quartiere. In particolare, il Laboratorio di Quartiere viene visto come l’entità in grado di porre in sinergia le dif ferenti realtà sociali, pertanto gli spazi che vengono dati in carico a quest’ultimo sono luoghi che verranno gestiti in coordinamento tra le varie associazioni. Per quanto riguarda lo spazio coworking, esso è l’unica attività di cui si presuppone la vendita, essendo l’unica funzione che genera ricavi, ipotizzando che lo stesso investitore possa partecipare alle spese di costruzione. Alcune delle attività, tuttavia, potranno generare degli introiti, anche se ridotti, ad esempio con lo svolgimento di attività che prevedono un biglietto di ingresso o la gestione degli orti condivisi che, in parte, presuppone il versamento di una quota annuale per il coinvolgimento dei singoli cittadini in questa attività. Si può, infine, presupporre che il parco porterà un notevole indotto di cui beneficeranno tutte le attività commerciali (e non) dell’intorno, un po’ come è successo con il progetto dell’High Line di New York.

186

Ipotesi di gestione

Comune di Milano ATM

Parco lineare* Cinema all’aperto Spazio espositivo Charge électrique Caffè letterario

Community center Eco-Hub Café Orti condivisi

Parco lineare* Cinema all’aperto Spazio espositivo Charge électrique

Caffè letterario

Community center Eco-Hub Café Orti condivisi

Conduzione diretta

Finanziamenti esterni - Ipotesi

Fondazione Cariplo Vendita

Fondazione Snam Enel X Investitore

Gestione - Ipotesi

Conduzione indiretta

Ass. Equi.Libri in Corvetto Ass. Equi.Libri in Corvetto

Laboratorio di Quartiere Laboratorio di quartiere Ass. e Coop. La Strada

Enel X

[CXXVIII] Ipotesi di gestione

* La voce “Parco lineare” comprende tutto il progetto, sia a quota zero che sull’estradosso del cavalcavia, e tutte le strutture qui non citate

187

1. Introduzione

Analisi

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1.1 La metamorfosi dello spazio pubblico 1.2 Glossario 2.
2.1 Carnet de Voyage (imaginaire) 2.1.1 Racconto di una passeggiata (Sopralluogo) 2.2 Sistemi 2.3 Stakeholders 3. Casi studio 3.1 Il parco lineare come progetto di riqualificazione 3.2 Il parco culturale urbano del XXI secolo 4. Esplorazione progettuale 4.1 Strategia 4.2 La Promenade 4.3 Programma funzionale 4.4 Elaborati grafici 5. Approfondimenti 5.1 Composizione ed elementi ricorrenti 5.2 Le Folies 6. Bibliografia e riferimenti iconografici

In questo sottocapitolo verranno esposte delle riduzioni degli elaborati di tesi, già presenti nelle tavole che accompagnano il lavoro svolto, alla scala adeguata di rappresentazione. In particolare sono stati inseriti i disegni di progetto che non si è avuto modo di mostrare nelle pagine precedenti, ossia le planimetrie, gli stralci assonometrici e le sezioni prospettiche.

189
190 [CXXIX]
Planimetria del tratto Piazzale Bologna - Viale Lucania
191
[CXXX] Planimetria del tratto Piazzale Corveto - Via Cassinis
192 [CXXXI] Stralci assonometrici
193 [CXXXII] Stralci assonometrici
194
195 [CXXXIII] Sezioni prospettiche del tratto iniziale e del percorso sopraelevato verso Piazzale Corvetto
196
197 [CXXXIV] Sezioni prospettiche di Piazzale Corvetto e del tratto verso Via Cassinis

1. Introduzione

Analisi

198
1.1 La metamorfosi dello spazio pubblico 1.2 Glossario 2.
2.1 Carnet de Voyage (imaginaire) 2.1.1 Racconto di una passeggiata (Sopralluogo) 2.2 Sistemi 2.3 Stakeholders 3. Casi studio 3.1 Il parco lineare come progetto di riqualificazione 3.2 Il parco culturale urbano del XXI secolo 4. Esplorazione progettuale 4.1 Strategia 4.2 La Promenade 4.3 Programma funzionale 4.4 Elaborati grafici 5. Approfondimenti 5.1 Composizione ed elementi ricorrenti 5.2 Le Folies 6. Bibliografia e riferimenti iconografici

Questo capitolo approfondisce gli elementi delle folies, ovvero le strutture che carat terizzano il progetto presentato in questa tesi. Il progetto dello spazio pubblico, che si sviluppa a quota zero e sull’estradosso del cavalcavia, è attraversato dagli elemen ti di risalita, i quali divengono elemento identitario dell’intero parco. Nelle pagine seguenti si è rintracciato il percorso progettuale, dalla ricerca compositiva fino alla definizione materica di ciascuna folie. In seguito al discorso generale, si è redatta una breve descrizione di ogni struttura per spiegarne le ragioni compositive e funzionali.

199

5.1Composizioni ed elementi ricorrenti

La composizione delle folies è stata influenzata dalle caratteristiche insite nella morfologia del cavalcavia, come il suo sviluppo in lunghezza, che non permette percorsi anulari al di sopra dell’estradosso Come descritto nei capitoli precedenti, la passeggiata che si svolge alla quota dell’estradosso del cavalcavia si sviluppa lungo due per corsi, che si affiancano e si intersecano, fermandosi negli spazi gerarchici dettati dal contesto. Questo percorso attraversa differenti paesaggi, per non cadere nella monotonia di un percorso sempre uguale e non identitario, che lo avrebbe trasformato in uno spazio del passaggio e non della sosta, in quanto poco incline ad accogliere attività.

Il progetto del Parc de la Villette di Bernard Tschumi offre, al contrario, una soluzione, ovvero la frammen tazione delle funzioni sull’intera superficie a disposizione, di modo che i percorsi degli utenti siano connotati da una sequenza di elementi diversi che provocano stupore. Tschumi lavora per sovrapposizione di livelli, punti, linee e superfici, conferendo complessità alla grande area a disposizione. La decostruzione del programma fun zionale permette di moltiplicare gli accessi alla passerella in quota e di istituire differenti edifici che divengono scultorei, pur mantenendo una riconoscibilità

Da ciò è derivata la volontà di elevare le risalite, necessarie per rendere accessibile la quota sopraelevata del caval cavia da parte dei pedoni, ad elementi identitari, che ospitino una funzione, come succede in alcune delle folies di Tschumi. Sono distribuite lungo il tracciato favorendo la permeabilità della struttura, connettendo i due livelli sovrapposti, che rendono complessa la sezione. Questa moltiplicazione dei suoli è ciò che rende questo pro getto uno spazio pubblico contemporaneo, in cui la messa in relazione tra le dimensioni orizzontale e verticale genera uno spazio complesso che permette differenti usi. La collocazione fisica delle folies deriva dalle relazioni con il contesto. Si insediano nei luoghi ove sono presenti le fermate della metropolitana o dove slarghi della sezione del marciapiede mettono a disposizione uno spazio maggiore, di solito in corrispondenza di vie d’acces so a punti nevralgici del quartiere. Divengono i luoghi di snodo, con la funzione di attrarre i flussi di persone. Le folies sono i punti focali di un sistema di spazi pubblici, che si svolge in due dimensioni differenti ma connesse.

Per assurgere a questa funzione, sono state connotate da un colore, ovvero il rosso, per citare il progetto di Tschumi. L’adozione di un unico colore, che ricopre le strutture, permette di distinguerle e riconoscerle, pro ducendo una sequenza di immagini sempre diverse ma simili. Questo colore ha governato anche la scelta delle essenze arboree da insediare, che sono state definite, in parte, dal colore del fogliame, prediligendo le alberature che, almeno in una stagione dell’anno, si colorano di rosso.

200

Data l’impossibilità di utilizzare la medesima forma di partenza per la necessità di innestare una relazione profi cua con la preesistente infrastruttura, la composizione delle folies parte dall’impiego di tre strutture semplici: il cubo, il cilindro e la stecca, che riprendono delle forme geometriche in pianta, ovvero il quadrato, il cerchio e il rettangolo. Ognuna genera un rapporto con il cavalcavia, per via della quota alla quale deve collegare il passag gio e per via del contesto, che comporta la sua posizione, più o meno adiacente al rilevato. La definizione delle strutture base ha altresì dato adito alla ricerca delle azioni progettuali che le coinvolgono.

Le folies progettate da Tschumi presentano la trasgressione dalla forma originaria (Tschumi, 2000). Il cubo da 10,8 metri per lato viene manipolato dall’architetto che tramite l’intersezione di differenti elementi, proceden do per sottrazione ed addizione, trasforma la forma originaria producendo una trasformazione i cui esiti non sono programmati. Riprendendo questo concetto, a partire dalle forme sopra individuate, si sono riconosciute tre azioni progettuali, ovvero intersezione, sottrazione/addizione e giustapposizione. Ognuna di queste re gola la relazione che si instaura tra due elementi differenti, anche se si mantiene sempre una gerarchia rispetto alla forma di partenza, che risulta essere quella dimensionalmente maggiore o la cui morfologia è riconoscibile al di là della trasformazione.

Per facilitare la composizione degli folies sono stati individuati degli elementi ricorrenti, ovvero delle strutture che sono necessarie per lo svolgimento delle funzioni. Si parte, dunque, dal telaio, ovvero da un’ossatura metal lica che può declinarsi come semplice o reticolare. In pianta si articola come un quadrato, un rettangolo o un cerchio, a seconda delle specifiche caratteristiche che l’attività da insediare richiede e della relazione con il conte sto. Accanto all’intelaiatura strutturale necessaria agli spazi chiusi, vi è anche un telaio che sottolinea il percorso tramite la sua presenza o che diviene esso stesso la struttura portante dei passaggi in quota. Il differente utilizzo determina l’adozione o meno della reticolare, che permette di coprire la distanza tra i due punti di appoggio. Gli elementi di risalita, veri e propri, si differenziano in scale, ascensori e rampe con la possibile coesistenza di due di questi per consentire anche all’utenza più fragile l’accesso alle quote sopraelevate. Anche questi elementi rimandano alle forme originarie. Pertanto, le rampe possono conformarsi come nastri fluidi mistilinei che si av viluppano su sé stesse o come percorsi rettilinei e regolari. Le scale, di riflesso, possono essere in linea o assumere forme più plastiche quando divengono gli elementi di intersezione delle forme originarie. Infine, i vani degli ascensori possono essere quadrati o circolari, a seconda della loro collocazione all’interno della folie.

In conclusione, anche i basamenti, ovvero le strutture che generano un rapporto con il terreno, possono decli narsi secondo un cerchio o una forma regolare, divenendo anche delle gradonate.

201

Forma originaria: Cubo

Giustapposizione

Giustapposizione

Giustapposizione

202 Cubo Sottrazione Addizione Intersezione
Cilindro

Forma originaria : Cilindro

Forma originaria: Stecca

203
Stecca Intersezione Intersezione Intersezione
[CXXXV] Azioni compositive

Struttura

Telaio semplice a pianta quadrata

Telaio semplice a pianta circolare

Telaio reticolare a pianta rettangolare

Telaio reticolare a pianta circolare

Telaio semplice Percorso

Telaio reticolare Percorso

204

Risalita

Percorso in pendenza mistilineo

Percorso in pendenza rettilineo

Basamento

Scala con forma plastica

Ascensore a pianta circolare

Ascensore a pianta quadrata Scala in linea

Basamento semplice

Basamento circolare

Basamento gradonato

205 [CXXXVI] Elementi ricorrenti

5.2 Le Folies

Le funzioni inserite rispondono alle esigenze riscontrate durante l’analisi, e quindi riguardano l’introdu zione di attività ricreative e culturali, che mirano all’aggregazione della popolazione residente, per far sì che si appropri degli spazi pubblici che le vengono proposti, e l’inserimento di strutture essenziali al par co. Per mantenere il carattere funzionale dell’infrastruttura con la quale si devono rapportare, senza isti tuire una mimesi, tutti gli elementi strutturali sono profili in acciaio verniciati di rosso. I rivestimenti esterni invece sono facciate continue in vetro strutturale o in vetro U-Glass, per generare differenti trasparenze, ma mantenere il più possibile luminosi gli spazi interni. Per quanto riguarda il parapetto degli elementi di risali ta, esso è in lamiera metallica stirata montata su struttura in acciaio per conferire un senso di plasticità all’e lemento, facendone risaltare la forma. Quando il percorso ha invece la necessità di risultare leggero, il pa rapetto sarà costituito da lamine o barre metalliche di differenti spessori, al fine di renderlo evanescente.

206
207 [CXXXVII] Abaco delle folies

Cinéma

La prima folie che si incontra procedendo da Piazzale Bologna è quella che indica il primo cambiamento di quota, poichè posizionata nel punto in cui il parco lineare inizia la sua salita verso Piazzale Corvetto. Questo momento è segnalato da un telaio metallico reticolare di sette campate, che si mantiene sommesso in altezza e permette tramite una rampa di giungere al primo pianerottolo, che si affaccia in corrisponde della Chiesa di San Vittore e i Quaranta Martiri e l’edificio del Politeatro. La funzione insediata è un cinema all’aperto, la cui intelaiatura metallica consente di appendere un drappeggio in tessuto, fisso sulla parte orizzontale e mobile su quelle verticali, di modo da poterle abbassare secondo le esigenze di proiezione, che riprende l’installazione di Omri Revesz a Venezia nel 2017, di un cinema all’aperto con struttura retrattile e tendaggi mobili. La struttura ingloba un basamento cementizio gradonato, che funge da platea per gli spettatori. Grazie alla differenza di quota che si acquisisce con la rampa, è stato possibile ricavare dei gradini che permettano una buona visibilità a tutti gli utenti. Il parapetto è integrato nella struttura ed è costituito da lamine metalliche, che servono da rivestimento esterno e si allungano per tutta l’altezza del telaio nelle ultime due campate per generare maggiore oscurità nei momenti di proiezione cinematografica. Questa folie diviene uno spazio che, grazie alla mobilità di alcune parti, può essere sfruttato anche quando non svolge la funzione di cinema all’aperto, divenendo luogo di incontro, dedicato allo stare. Infine il tessuto impiegato per proiettare e per oscurare è TheBreathe, un tessuto in grado di purificare l’aria, di modo che l’introduzione di questa struttura possa giovare anche da un punto di vista ambientale, in simbiosi con la sua morfologia funzionale.

208 1.
[CXXXVIII] Diagramma compositivo cinéma
209 [CXXXIX] Esploso cinéma

2. Métro

La folie denominata Métro si situa, come suggerisce il nome, nei pressi della fermata della linea 3 della metropo litana in Piazzale Corvetto, in prossimità dell’uscita tra Corso Lodi e Viale Lucania. In particolare, interviene sull’ascensore esistente prolungandone la percorrenza al fine di collegare direttamente la quota sotterranea con quella sopraelevata del parco lineare (che in quel punto si trova a circa otto metri di altezza) tramite una passerella in quota. Il sopralzo dell’ascensore esistente avviene tramite un telaio reticolare in acciaio, ripreso anche la passerella, data la notevole luce da superare. Inoltre, presenta la possibilità di ricavare uno spazio anche verso Corso Lodi grazie al prolungamento di una campata in cui inserire una postazione dell’iniziativa di Book Crossing proposta dall’associazione Equi.Libri in Corvetto. La struttura verticale supera in altezza la passerella per consentire l’alloggiamento degli impianti di funzionamento dell’ascensore. Tutta la folie è rivestita con ve tro U-Glass, per mantenere un aspetto scultoreo che si relazioni con il rivestimento cementizio dell’ascensore esistente.

210
[CXL] Diagramma compositivo métro
211 [CXLI] Esploso métro

Détournement

“In analogia alle errances dei gruppi surrealisti che gravitavano intorno ad André Breton negli anni Venti, i situazionisti praticano una “deriva” per esplorare le diverse emozioni che suscitano i diversi quartieri. Questa strategia produttiva di de tournement prevede il reimpiego in una nuova unità di elementi − artistici o urbani – preesistenti. Il rimontaggio di sequen ze cinematografiche o la riproduzione di una parte di una città nel contesto di un’altra. Si cerca chiaramente di provocare un cambiamento urbano e sociale profondo nel creare l’ambiente appropriato all’uomo postindustriale.” 51

Questa definizione chiarisce il concetto che sta dietro al nome della folie qui presentata. Si riferisce, infatti, all’e lemento che si insedia a Piazzale Corvetto, dove il cavalcavia svolta verso via Marocchetti in direzione della stazione di Rogoredo. Si colloca all’interno della radura che è realizzata nel cuore dell’incrocio stradale, non accessibile dalla quota zero ma esplorabile solo dalla quota del cavalcavia attraverso un percorso in discesa, che tuttavia non permette la fruizione dello spazio verde, trattato come se fosse un terzo paesaggio. Non si può pas seggiare liberamente poichè questo rappresenta il luogo deputato alla natura e non all’uomo. Diviene dunque un oggetto che si rifà in parte alle passerelle fra gli alberi, che si possono facilmente trovare nei paesi del Nord Europa, dove l’altezza del percorso permette una diversa prospettiva di osservazione degli ambienti naturali. Nel caso di Piazzale Corvetto, nonostante la riduzione della sezione delle carreggiate, permane uno spazio di risulta, che non rinuncia ad essere un incrocio viabilistico, ma che tuttavia ne muta profondamente il significato. La folie che si insedia dunque si inserisce in un luogo altro rispetto al contesto, quasi contrario all’urbanità che lo contraddistingue, una radura in mezzo al traffico milanese. Per quanto riguarda la composizione della stessa, essa è costituita dal percorso che raccorda tre cerchi di differenti diametri. Uno di questi interseca il piano del cavalcavia ospitando l’ascensore, al quale si accede direttamente dalla quota del parco. Il secondo, posizionato sullo stesso lato del cavalcavia, corrisponde al cerchio di maggiori dimensioni, svuotato per dar vita ad una ram pa che si avvolge su stessa, permettendo tramite una passerella di collegarsi all’ultimo cerchio, che ospita una serra, in cui sono presenti una serie di piante tropicali. La struttura della passerella che si avvolge su sé stessa è costituita da pilastri metallici inclinati, che la rendono leggera, mentre la serra presenta da un telaio reticolare a pianta circolare sostenuto da un basamento cementizio. I parapetti, per mantenere la volontà di leggerezza, sono costituiti da barre metalliche ancorate al percorso, che grazie al loro ridotto diametro quasi scompaio dalla vista.

212 3.
51 Orsini 2016: 128 [CXLII] Diagramma compositivo détournement
213 [CXLIII] Esploso détournement

Réunion

Nella nuova piazza definita dal Viale Enrico Martin, ove ora sono presenti un parcheggio e in distributore di benzina, è stato collocato il luogo di ritrovo delle associazioni, uno spazio disponibile ed utilizzabile da tutte le realtà sociali del quartiere per le attività proprie e comuni, al fine di incentivarne la cooperazione. Intenzione del progetto dunque è stata di ridisegnare tutta la piazza secondo una griglia ortogonale ,che ridesse misura allo spazio, intersecata da due percorsi che proseguono le direzioni di camminamenti, quello proveniente da Piazza Gabrio Rosa in verticale, e quello proveniente dalla Via Marocchetti, che consente l’accesso al playground inse diato nella porzione sottostante il cavalcavia. La griglia diviene disegno della pavimentazione e individua degli spazi a pianta quadrata in cui vengono inseriti delle coperture per riparare dal sole, o delle aree di piantumazione di differenti tipi di alberi, o ancora degli spazi di sosta con delle sedute. La griglia viene suddivisa ulteriormente dai filari di prunus avium, che vanno ad indicare la direzione orizzontale che connette concettualmente allo spazio pubblico accanto, denominato AZZAIP. L’edificio del community center è posizionato a soluzione dell’angolo, ruotato per essere parallelo al cavalcavia, che genera una torsione rispetto alla rigida griglia dise gnata a terra. È costituito da un semplice telaio in profilati metallici a pianta quadrata suddiviso in tre campa te, di cui una svuotata. Nelle due campate opposte si inseriscono gli impianti di risalita, che comprendono un ascensore circolare e una scala triangolare. Si sviluppa su due livelli e mette a disposizione tre sale di differenti dimensioni adatte ad ospitare conferenze o riunioni, con un banco informazioni collocato al piano terra. La struttura è rivestita con una facciata continua in vetro strutturale e in vetro U-Glass. La maggiore trasparenza si ha nelle campate rivolte verso la piazza e verso Piazzale Corvetto, di modo da instaurare un rapporto visivo di retto, mentre le altre campate che si relazionano con la strada e con la scala sono in vetro U-Glass, per consentire un rapporto mediato degli spazi interni con l’esterno e far risaltare, nel caso della scala, la plasticità dell’elemento.

214 4.
[CXLIV] Diagramma compositivo réunion
215 [CXLV] Esploso réunion

Café

Il Café è la folie che collega direttamente lo spazio coworking Eco-Hub,che si colloca nella porzione sotto il cavalcavia, alla parte sovrastante. Come il nome denota, ospita una caffetteria, che diviene sia il punto di ristoro per gli utenti dello spazio al di sotto, sia per i fruitori del parco lineare. La presente folie è composta da un’interse zione tra differenti elementi, che rimandano alla stecca ed al cilindro. Il collegamento diretto è garantito da un ascensore tangente all’infrastruttura e si compone di un telaio reticolare metallico rivestito con vetro U-Glass. Giunto in quota, si estende in orizzontale, in maniera trasversale rispetto alla sezione del cavalcavia, mantenendo le medesime caratteristiche strutturali e di rivestimento. Questa struttura nella mezzeria viene intersecata da un telaio semplice che funge da portico e si sviluppa longitudinalmente, intercettando i flussi di persone che per corrono il parco. Il tutto confluisce in un cilindro ad un piano, che ospita la funzione vera e propria del bar ed è costituito da un semplice telaio metallico a pianta circolare con pilastri radiali. L’intersezione tra questi ultimi elementi (cilindro e portico) si evince nel lucernario che si apre nella copertura e prosegue idealmente il portico. L’ambiente della caffetteria è rivestito in vetro U-Glass quasi per isolarsi dal resto. Una sola apertura si apre in corrispondenza di un punto di fuga generato da una via trasversale che spezza la cortina edilizia (Via Privata Val Mesolcina). Se le pause del parco sono definite gerarchicamente dai cosiddetti overlooks, questa volta l’overlo oks è inglobato nell’edificio, mentre attorno si allarga il percorso, che assume il carattere di uno spazio di sosta.

216 5.
[CXLVI] Diagramma compositivo café
217
Esploso café

6. Réservoir d’eau

Questa folie connette uno slargo che si forma a quota zero all’incrocio tra le vie Marocchetti e Avezzana, dove l’arretramento degli edifici consente di avere un maggior respiro. Trovandosi al lato opposto della carreggiata rispetto al cavalcavia, è costituito da una passerella che raggiunge in quota (+5 metri) il parco, in corrispon denza dell’overlooks generato dalla corrispondente via Avezzana. La funzione enunciata chiaramente dal nome assegnatole è quella di una cisterna di acqua pensile, ovvero sollevata ad una quota maggiore, che permette di mantenere l’acqua in pressione e di distribuirla successivamente grazie alla forza di gravità. La folie diviene dun que uno degli elementi che costituiscono il sistema di raccolta dell’acqua, specifico del parco lineare. In questo caso raccoglie l’acqua piovana (non di prima pioggia) nel tratto che va dall’anfiteatro in Piazzale Corvetto fino alla sua posizione e la immagazzina per poter innaffiare gli orti, sfruttando la pendenza del cavalcavia. Si tratta dunque di una folie essenziale al parco, che coniuga la sua caratteristica strettamente funzionale a quella di risali ta. È costituita da un telaio metallico a pianta quadrata suddiviso in tre campate, che ospita un ascensore e una scala. Alla quota di 5 metri, necessaria per il sovrappasso della carreggiata, una passerella si collega all’estradosso del cavalcavia. In cima si colloca un telaio reticolare rivestito in vetro U-Glass, che contiene la cisterna rivestita in metallo di forma cilindrica. Il parapetto della scala e della passerella è in lamine metalliche, che corrono per tutta l’altezza.

218
[CXLVIII] Diagramma compositivo réservoir d’eau
219 [CXLIX] Esploso réservoir d’eau

7. Équipement

Anche questa folie è strettamente funzionale, ovvero ospita lo spazio di amministrazione e di ricovero attrezzi degli orti condivisi. È collocata all’intersezione con la Via V. Barzoni, la quale collega direttamente alla Piazza G. Rosa. Si sviluppa su due livelli e si compone di una stecca costituita da un telaio reticolare in profilati d’acciaio rivestito in vetro U-Glass. L’impianto di risalita, data la poca distanza da terra dell’infrastruttura, è una rampa rettilinea che si avvolge attorno alla stecca per dare accesso alla scala, che collega il piano superiore ed è collocata sul lato posteriore, verso la strada, di modo da disegnarne la facciata. L’arrivo della rampa genera lo svuotamento di una campata, che diviene lo spazio di accesso all’ascensore.

220
[CL] Diagramma compositivo équipement
221 [CLI] Esploso équipement

8. Porte verte

Questa folie segna la fine del cavalcavia, ovvero, da qui, in pochi metri, ci si ritrova a quota zero. Come suggerito dal nome, rappresenta la soglia tra la città e la campagna, in particolare tra il parco lineare e la “goccia” verde con masse boscate, che si sviluppa nell’area terminale fino alla Piazza Mistral. È posta in prossimità della fermata della metropolitana della linea 3 di Porto di Mare e si compone di un ascensore che dà accesso a due livelli, uno alla quota del parco, ed una alla quota della passerella che si sviluppa nella larghezza della campata. La porta in fatti è costituita di un telaio metallico semplice ad una sola campata di larghezza, interrotto da un varco. Verso l’ascensore è rivestito in pannelli opachi metallici, mentre sul lato opposto è vuoto. La passerella sovrastante ha un parapetto in lamine metalliche. Oltre ad assolvere la funzione di soglia con l’area verde terminale, questo percorso sopraelevato vuole anticipare la presenza del Parco G. Cassinis. La struttura di questa folie si ispira ad un elemento del progetto di Turenscape, Zhongshan Shipyard Park, in fase di completamento (2002).

222
[CLII] Diagramma compositivo porte verte
223 [CLIII] Esploso porte verte

9. Chambres

Questa folie prende come riferimento il progetto di Peter Eisenman per la piazza di Cannaregio (1978), in cui il terreno viene scavato inserendo la riproduzione a differenti scale di una casa, secondo una griglia che riprende la struttura del progetto dell’Ospedale di Venezia di Le Corbusier. Nel progetto delle chambres, si è deciso di scavare il terreno per dare forma ai luoghi dello stare, delle stanze ipogee, inserite al di sotto del livello stradale in modo da essere più protette dal caos della città. In questo luogo, che ora è un’area verde non attrezzata, sono rimaste invariate le alberature e si è cercato, tramite la sottrazione di terreno, di costruire uno spazio pubblico a -1,5 metri. Le stanze sono in corrispondenza delle intersezioni tra i percorsi e sono di forma quadrata, ognu na con una specifica funzione composta di pochi e semplici elementi. Partendo dalla porte verte si ha il Teatro, costituito da due setti sfalsati e da due panche per gli spettatori, la Piazza gradonata, costituita di alcuni gradoni a differenti quote che si raccolgono attorno ad uno spazio centrale, il Labirinto, composto da setti e cilindri e il Teatro dei Burattini, un piccolo teatro per bambini, dove possono giocare ed improvvisare. Verso la conclusio ne del percorso, si ha la stanza dei Giochi d’Acqua, disposti a differenti altezze e la Stanza della Meditazione, dove potersi rilassare attorno ad uno specchio d’acqua. Questi spazi vogliono riflettere la natura meditativa, di gioco e cultura che sta alla base di quest’area, che grazie alla vegetazione presente può isolarsi dalla realtà urbana che la circonda.

224
Teatro Piazza gradonata Labirinto Teatro dei Burattini Giochi d’acqua Stanza della Meditazione
[CLIV] Diagramma compositivo le chambres [CLV] Le chambres

10. Traversée

Infine, l’ultima folie è rappresentata dal sovrappasso, che permette di collegare il percorso descritto fin ora al Parco G. Cassinis. Esso si colloca all’interno dell’area verde dove si insedia anche la folie precedente ed è costi tuito da un telaio semplice metallico a forma rettangolare suddiviso in tre campate, dove, in quella centrale, è posizionata la passerella che porta al lato opposto. Nel parco, per non reiterare la struttura progettata, vengono realizzate una serie di rampe rettilinee, che avvolgendosi portano alla quota zero, connettendosi con il percorso ciclabile esistente all’interno del Parco Cassinis. Anche qui, il parapetto è costituito da barre metalliche per do nargli maggiore leggerezza, come d’altronde nel progetto preso come riferimento, il Bridged Gardens di Turen scape(2008), dove una struttura di acciaio rosso attraversa diversi giardini fruibili.

225
[CLVI] Diagramma compositivo traversée
226 [CLVII] Assonometria complessiva
227
228
229 [CLVIII] Sequenza della promenade

1. Introduzione

Analisi

230
1.1 La metamorfosi dello spazio pubblico 1.2 Glossario 2.
2.1 Carnet de Voyage (imaginaire) 2.1.1 Racconto di una passeggiata (Sopralluogo) 2.2 Sistemi 2.3 Stakeholders 3. Casi studio 3.1 Il parco lineare come progetto di riqualificazione 3.2 Il parco culturale urbano del XXI secolo 4. Esplorazione progettuale 4.1 Strategia 4.2 La Promenade 4.3 Programma funzionale 4.4 Elaborati grafici 5. Approfondimenti 5.1 Composizione ed elementi ricorrenti 5.2 Le Folies 6. Bibliografia e riferimenti iconografici

Le ultime pagine della tesi elencano le fonti bibliografiche consultate e citate nei testi, divise per libri, articoli e sitografia, oltre ad elencare i riferimenti iconografici, specifican do la fonte dalla quale provengono o indicandoli come elaborati originali degli autori.

231

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• Orsini, F., Mei, P., Roda, M., Salmieri, L. (2017), Riusi creativi e sezioni complesse: spazi infrastrut turali per il riempimento di relazione, in La Città Creativa, Galdini R., Marata A. (a cura di), Me diapartner, L’Architetto, Point Z.E.R.O, pp. 521-529, http://www.cittacreative.eu/2017/10/17/ riusi-creativi-e-sezioni-complesse-spazi-infrastrutturali-per-il-riempimento-di-relazione/, (Visita to il 08/08/2020)

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Riferimenti iconografici

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IV Ernst, M. (1921), La puberté proche (o Le pleiadi), [Collage], Parigi, collezione privata, https:// shop.fondationbeyeler.ch/artikel/large/21951_001.jpg

V Corbett, H. W. (1910), Frontespizio New York Tribune, [Stampa], 6 gennaio 1910, New York, https://pbs.twimg.com/media/EYUJNQqX0AAzLbf.jpg:large

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VIII Chaplin, C. (Regista). (1936). Modern Times [Film]. United Artists, Fotogramma [Immagi ne digitale], https://www.centodieci.it/wp-content/uploads/2018/03/tempi-moderni-charlie-chaplin-mi lano-laverdi-1.jpg

IX Fincher, D. (Regista). (1999). Fight Club [Film]. 20th Century Fox, Fotogramma [Immagine digitale], https://i.ytimg.com/vi/VC6Z_kdQoHw/maxresdefault.jpg

X von Trier, L. (Regista). (2003). Dogville[Film]. Trust Film Sales ApS, Fotogramma [Immagine digitale], https://2.bp.blogspot.com/-PVNCZSAk5I8/T_21z7y_D4I/AAAAAAAADNk/LYP1MxD vACs/s1600/dogville2.jpg

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XII Spielberg, S. (Regista). (2004). The Terminal [Film]. DreamWorks Pictures, Fotogramma [Immagine digitale], https://wallup.net/wp-content/uploads/2016/03/09/2180-Tom_Hanks-The_Ter minal-movies.jpg

XIII Ridley, S. (Regista). (1982). Blade Runner [Film]. Warner Bros. Pictures, Fotogramma [Immagine digitale], https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2017/10/blade-runner.jpg

XIV Nolan, C. (Regista). (2010). Inception [Film]. Warner Bros. Pictures, Fotogramma [Immagine digitale], https://www.cinematographe.it/wp-content/uploads/2015/11/Movies_Films_I_ Inception_023533_.jpg

XV Lang, F. (Regista). (1927). Metropolis [Film]. Parufamet, Fotogramma [Immagine digitale], https://media04.lokalkompass.de/article/2010/09/19/1/9696171_XXL.jpg?1552943111

XVI Farrelly, P. (Regista). (2018). Green Book [Film]. Universal Picture, Fotogramma [Immagine digitale], https://images.wired.it/wp-content/uploads/2019/01/29104841/1548751720_Green-Bo ok-Truth-Theme.jpg

XVII Bong, J. (Regista). (2019). Parasite [Film]. CJ Entertainment, Fotogramma [Immagine digitale], https://www.sentieridelcinema.it/wp-content/uploads/2019/11/Parasite-1000x640.jpg

XVIII Alan Schaller, progetto “Metropolis”, [Fotografia], 2019, http://leicagalleryboston.com/wp-content/ uploads/2019/05/British_Museum_2017_Alan_Schaller.png

XIX Rappresentazione delle tappe dell’itinerario [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XX Charged voids [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXI Diagramma del limite [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXII Prospetto, Stazione di Milano Rogoredo, Fronte verso Via G.B. Cassinis [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXIII Prospetto, Stazione di Milano Rogoredo, Fronte verso Via L. Russolo [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXIV Diagramma della liquidità [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXV Prospettiva, Piazzale antistante la Stazione di Milano Rogoredo [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXVI Diagramma della giustapposizione [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXVII Sezione, Parco G. Cassinis- Raccordo Autostradale - Via Livinallongo [Elaborazione grafica originale delle autrici]

238

XXVIII Diagramma della permeabilità [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXIX Prospetto, Viale Lucania [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXX Diagramma dell’eterogeneità [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXXI Sezione, Piazzale Luigi Emanuele Corvetto [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXXII Diagramma dell’enclave [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXXIII Prospettiva, Giardino Piazzale Bologna [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXXIV Diagramma della simmetria [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXXV Sezione prospettica, Corso Lodi [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXXVI Diagramma dell’espansione [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXXVII Assonometria, Piazzale Ferrara [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXXVIII Diagramma della centralità [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XXXIX Fish Eye, Piazzale Gabrio Rosa [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XL Diagramma della transizione [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XLI Prospetto, Viale Omero [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XLII Limite [Fotografia originale delle autrici]

XLIII Liquidità [Fotografia originale delle autrici]

XLIV Giustapposizione [Fotografia originale delle autrici]

XLV Permeabilità [Fotografia originale delle autrici]

XLVI Eterogeneità [Fotografia originale delle autrici]

XLVII Enclave [Fotografia originale delle autrici]

XLVIII Simmetria [Fotografia originale delle autrici]

XLIX Espansione [Fotografia originale delle autrici]

L Centralità [Fotografia originale delle autrici]

239

LI Transizione [Fotografia originale delle autrici]

LII Trasporto pubblico a scala urbana [Rielaborazione grafica delle autrici con integrazione dei dati], fonte: Geoportale SIT - Comune di Milano

LIII Trasporto pubblico e mobilità sostenibile / Modifica alla viabilità [Rielaborazione grafica delle autrici con integrazione dei dati], fonte: Geoportale SIT - Comune di Milano / Piano Urbano della Mobilità Sostenibile - Comune di Milano

LIV Concentrazione inquinanti [Elaborazione grafica dei dati delle autrici], fonte: Sistema Statistico Integrato - Comune di Milano

LV Analisi SWOT del sistema infrastrutturale [Elaborazione grafica originale delle autrici]

LVI Superficie di verde per abitante a scala urbana [Rielaborazione grafica delle autrici], fonte: mappe realizzate dal Politecnico di Milano - Laboratorio di Progettazione Urbanistica - A. Boatti, I. Rossi e Zambellini, Repubblica online, 2017, https://milano.repubblica.it/cronaca/2017/02/20/foto/ mappe_milano_politecnico-158768523/1/

LVII Specie arboree - Comune di Milano [Rielaborazione grafica delle autrici], fonte: Manutenzione Integrata Ambientale - Comune di Milano

LVIII Tipologie di suolo verde [Rielaborazione grafica delle autrici con integrazione dei dati ], fonte: Geoportale SIT - Comune di Milano

LIX Temperatura del suolo a scala urbana [Rielaborazione grafica delle autrici], fonte: Geoportale SIT - Comune di Milano

LX Temperature del suolo [Rielaborazione grafica delle autrici], fonte: Geoportale SIT - Comune di Milano

LXI Analisi climatiche [Elaborazione grafica dei dati delle autrici], fonte: Open Data - Comune di Milano - Dati forniti da Arpa - Regione Lombardia - Dati riferiti alla stazione di Milano Juvarra

LXII Permeabilità del suolo [Rielaborazione grafica delle autrici con integrazione dei dati], fonte: Geoportale SIT - Comune di Milano

LXIII Analisi SWOT del sistema ambientale [Elaborazione grafica originale delle autrici]

LXIV Tracciati regolatori [Rielaborazione grafica delle autrici con integrazione dei dati], fonte: Geoportale SIT - Documento di Piano - PGT vigente - Comune di Milano

LXV Ambiti di trasformazione previsti [Rielaborazione grafica delle autrici con integrazione dei dati], fonte: Geoportale SIT - Schede NIL - Comune di Milano

240

LXVI Quartiere Regina Elena, anni ‘40, [Fotografia storica], fonte: Archivio Aler - Ordine degli Architetti, https://www.ordinearchitetti.mi.it/it/mappe/itinerari/edificio/655-quartiere-regina-elena-o ra-mazzini-/20-la-casa-popolare

LXVII Viale Lucania, anni ‘50 , [Fotografia storica], fonte: Vecchia Milano Wordpress (2010), https://vecchiamilano.files.wordpress.com/2010/08/corvetto-lucania.jpg

LXVIII Via Marocchetti, anni ‘50 , [Fotografia storica], fonte: Vecchia Milano Wordpress (2011), https://vecchiamilano.files.wordpress.com/2011/01/lodi-corvetto-marocchetti.jpg

LXIX Piazzale Corvetto, anni ‘60 , [Fotografia storica], fonte: Vecchia Milano Wordpress (2010), https://vecchiamilano.files.wordpress.com/2010/08/corvetto-anni60.jpg

LXX Analisi SWOT del sistema insediativo [Elaborazione grafica originale delle autrici]

LXXI Analisi demografiche [Elaborazione grafica dei dati delle autrici], fonte: Sistema Statistico Integrato - Comune di Milano

LXXII Dotazione di servizi [Rielaborazione grafica delle autrici con integrazione dei dati], fonte: Geoportale SIT - Comune di Milano

LXXIII Zone OMI [Rielaborazione grafica delle autrici], fonte: Geopoi - Agenzia delle Entrate

LXXIV Analisi SWOT del sistema socio-economico [Elaborazione grafica originale delle autrici]

LXXV Sintesi delle principali forze, debolezze ed opportunità [Elaborazione grafica originale delle autrici]

LXXVI Analisi SWOT / Strategia di intervento sistema infrastrutturale [Elaborazione grafica origi nale delle autrici]

LXXVII Analisi SWOT / Strategia di intervento sistema ambientale [Elaborazione grafica originale delle autrici]

LXXVIII Analisi SWOT / Strategia di intervento sistema insediativo [Elaborazione grafica originale delle autrici]

LXXIX Analisi SWOT / Strategia di intervento sistema socio-economico [Elaborazione grafica originale delle autrici]

LXXX Stakeholders [Elaborazione grafica originale delle autrici]

LXXXI Analisi risorse e matrice d’influenza [Elaborazione grafica originale delle autrici]

241

LXXXII Pissarro, C. (1987), Boulevard Montmartre. Pomeriggio al sole, [Olio su tela], San Pietroburgo, Museo Hermitage, https://i1.wp.com/dueminutidiarte.com/wp-content/uploads/2020/02/Camille_ Pissarro_Boulevard_Montmartre_san_pietroburgo_impressionismo_1.jpg?w=1024&ssl=1

LXXXIII Kullmann, K. (2011), Figure 8, [Immagine digitale], in Journal of Landscape Architecture, n. 6, p.75, http://www.karlkullmann.com/uploads/7/3/2/4/73241665/7078386_orig.png

LXXXIV Kullmann, K. (2011), Figure 10, [Immagine digitale], in Journal of Landscape Architecture, n. 6, p.77, http://www.karlkullmann.com/uploads/7/3/2/4/73241665/2543967_orig.png

LXXXV Kullmann, K. (2011), Figure 11, [Immagine digitale], in Journal of Landscape Architecture, n. 6, p.77, http://www.karlkullmann.com/uploads/7/3/2/4/73241665/292362_orig.png

LXXXVI Mathieux, P., Vegerly, J. (1998), Promenade Planteè, [Fotografia], https://ultimateurbanguides.files. wordpress.com/2017/06/3750.jpg

LXXXVII Diagrammi concettuali [Elaborazione grafica originale delle autrici]

LXXXVIII Baan, I. (fotografo), (2011), L’High Line di New York, [Fotografia], https://i1.wp.com/iwan. com/wp-content/uploads-iwan/2013/07/DSR-Highline-11-05-2061.jpg?w=1800&quality=100&ssl=1

LXXXIX Diagrammi concettuali [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XC Groehn, F. (fotografo), (2015), The Goods Line, [Fotografia], http://landezine.com/wp-content/ uploads/2015/10/The_Goods_Line-ASPECT_Studios-CHROFI-02.jpg

XCI Diagrammi concettuali [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XCII van Duivenbode, O. (fotografo), (2017), Seoullo Skygarden 7017, [Fotografia], https://www. mvrdv.nl/media/uploads/Webreszie_6(1).jpg?width=1920

XCIII Diagrammi concettuali [Elaborazione grafica originale delle autrici]

XCIV Tschumi, B. (1980-81), “Part 4: The Block”, The Manhattan Transcipts, [Disegno], New York, MoMA, in Architecture and disjunction (1994), p.150

XCV Tschumi, B. (1982), Program of Parc de la Villette, [Disegno], in Even-cities 2 (2000), London p.42

XCVI Tschumi, B. (1984), Exploded Folie (Superimposition),[Disegno], in Even-cities 2 (2000), London, p. 62

XCVII Tschumi, B. (1982), Decostruzione programmatica, [Disegno], in Event - cities 2 (2000), London p.58

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XCVIII Tschumi, B. (1984), Cinematic Promenade: Plan, [Disegno], in Event - cities 2 (2000), Lon don, p.71

XCIX Tschumi, B. (1982), Ideograms, [Disegno], in Event - cities 2 (2000), London p. 49

C Tschumi, B. (1984), Folie R7, [Disegno], in Event - cities 2 (2000), London p. 123

CI T schumi, B. (1984), Folie P8 (Folie de la Musique), [Disegno], in Event - cities 2 (2000), London, p. 119

CII Tschumi, B. (1984), Sequence of cinematic promedae, [Disegno], in Event-cities 2 (2000), London, p. 97

CIII Tschumi, B. (1998), Parc de la Villette, [Fotografia], http://www.tschumi.com/media/files/00367.jpg

CIV Tschumi,B. (1998), Parc de la Villette, [Fotografia], http://www.tschumi.com/media/files/00369.jpg

CV Diagrammi concettuali [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CVI Quattro Temi di Strategia [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CVII Incremento della mobilità sostenibile [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CVIII Viste della situazione esistente / della situazione progettuale [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CIX Permeabilità aumentata [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CX Viste della situazione esistente / della situazione progettuale [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXI Infrastruttura verde [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXII Viste della situazione esistente / della situazione progettuale [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXIII Aggregazione sociale [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXIV Viste della situazione esistente / della situazione progettuale [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXV Masterplan [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXVI Layers [Elaborazione grafica originale delle autrici]

243

CXVII Vegetazione [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXVIII Abaco delle tipologie di suolo vegetale [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXIX Schede delle essenze arboree [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXX Schede delle essenze arboree [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXI Schede delle essenze arboree [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXII Schede delle essenze arboree [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXIII Schede delle essenze arboree [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXIV Dettagli dei sistemi di raccolta delle acque e dei percorsi sopraelevati [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXV Programma funzionale ideogrammatico [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXVI Programma funzionale - Manifesto [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXVII Programma funzionale - Opening Event [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXVIII Ipotesi di gestione [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXIX Planimetria del tratto Piazzale Bologna - Viale Lucania [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXX Planimetria del tratto Piazzale Corveto - Via Cassinis [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXXI Stralci assonometrici [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXXII Stralci assonometrici [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXXIII Sezioni prospettiche del tratto iniziale e del percorso sopraelevato verso Piazzale Corvetto [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXXIV Sezioni prospettiche di Piazzale Corvetto e del tratto verso Via Cassinis [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXXV Azioni compositive [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXXVI Elementi ricorrenti Struttura - Percorso - Risalita - Basamento [Elaborazione grafica origi nale delle autrici]

244

CXXXVII Abaco delle folies [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXXVIII Diagramma compositivo Cinéma [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXXXIX Esploso Cinéma [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXL Diagramma compositivo Métro [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXLI Esploso Métro [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXLII Diagramma compositivo Détournement [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXLIII Esploso Détournement [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXLIV Diagramma compositivo Réunion [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXLV Esploso Réunion [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXLVI Diagramma compositivo Café [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXLVII Esploso Café [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXLVIII Diagramma compositivo Réservoir d’eau [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CXLIX Esploso Réservoir d’eau [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CL Réservoir d’eau Equipement [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CLI Esploso Equipement [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CLII Diagramma compositivo Porte verte [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CLIII Esploso Porte verte [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CLIV Diagramma compositivo Chambres [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CLV Le chambres [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CLVI Diagramma compositivo Traversée [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CLVII Assonometria complessiva [Elaborazione grafica originale delle autrici]

CLVIII Sequenza della promenade [Elaborazione grafica originale delle autrici]

245

Elenco delle tavole

Tavola

Tavola

Tavola

Tavola

Tavola

Tavola

Carnet de

(imaginaire)

Sistemi infrastrutturale

ambientale

Sistemi insediativo e socio-economico

Strategia di progetto

Masterplan e programma funzionale

Layers di progetto

Tavola

Stralci assonometrici

Assonometria e viste Tavola

Tavola

Tavola

Tavola

Tavola

Tavola

Tavola

Tavola

Tavola

Tavola

Stralci assonometrici

Planimetria

Planimetria

Planimetria

Nuovo suolo

Nuovo suolo

vegetazione

ricorrenti

246
1
voyage
2
ed
3
4
5
6
7
8
9
10
-
11
-
12
- A quota zero
13 Sezioni prospettiche
14 Tipologie di
15 Dettagli
16 Le Folies - Composizione
17 Le Folies - Elementi

Tavola 18 Le Folies - Abaco

Tavola 19 Cinéma - Esploso assonometrico

Tavola 20 Métro - Esploso assonometrico

Tavola 21 Détournement - Esploso assonometrico

Tavola 22 Réunion - Esploso assonometrico

Tavola 23 Café - Esploso assonometrico

Tavola 24 Réservoir d’eau - Esploso assonometrico

Tavola 25 Equipement - Esploso assonometrico

Tavola 26 Porte verte - Esploso assonometrico

247

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