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la migrazione del tipo
la migrazione del tipo the migration of type
Una nota di Franco Cardini sulle presenze artistiche musulmane a Firenze introduce questo numero di «Firenze Architettura» dedicato al carattere transculturale del tipo, al suo migrare nel tempo e nello spazio. Tra i progetti, la ricostruzione del Castello di Novara di Paolo Zermani è un saggio sulla «giusta memoria» oltre che un attento lavoro sul tipo e sul ‘corpo’ dell’edificio mentre le architetture messicane e burkinabé del TALLER | Mauricio Rocha + Gabriela Carrillo e di Francis Kéré confermano l’universalità e l’atemporalità della corte quale principio compositivo. La fondamentale lezione del moderno testimonia della mutazione di un tipo occidentale sotto l’influenza di atmosfere lontane, della possibile trasposizione di un archetipo (il Palazzo di Cnosso) tra i vicoli della Genova distrutta dai bombardamenti, ma anche della polisemia tipologica e figurativa dell’architettura di un luogo da sempre al confine tra Oriente e Occidente: la Turchia di Cansever e Sedad Eldem. La riflessione di Sergio Foti intorno agli influssi arabi su Dante, nel suo rivelare l’impossibilità di una risposta unica, di una categoria conclusiva ad una querelle che per lungo tempo ha appassionato e mosso gli specialisti, conferma l’insondabilità delle tracce di migrazioni e contaminazioni, sulle quali si sofferma in maniera più esaustiva la successiva sezione Archetipi. Vi ritroviamo la domus nelle variazioni e ibridazioni che hanno costituito un fertile ambito di sperimentazione, dal Rinascimento alla contemporaneità; le corti della (lontana?) Cina a ricordarci l’insufficienza di determinate categorie di lettura nel dare ragione di questioni fondative inattuali per loro stessa definizione; la casa bizantina approfondita in luoghi che, in virtù delle caratteristiche morfologiche e dell’isolamento geografico, hanno preservato alcuni elementi che non sono sfuggiti allo sguardo attento degli architetti moderni. Tra le Ricerche, il progetto domestico di Charles Correa è riletto sullo sfondo di permanenze e antichi saperi costruttivi della tradizione indiana mentre il ri-disegno della pianta gotica di San Giovanni Valdarno rivela l’intima logica della città come legata a due paradigmi del matematico pisano Leonardo Fibonacci: i numeri della Serie e il calcolo delle aree sui multipli dello staioro. Tra gli Eventi, una piccola installazione, esito di un seminario didattico sul Cimento delle cose, rende omaggio al genio di Leonardo da Vinci a cinquecento anni dalla sua morte, fissando quel movimento d’ala del Nibbio che offrì all’umano sogno di poter volare le prime concrete, perché scientifiche, possibilità. (ndr) A note by Franco Cardini on the presence of Islamic art in Florence introduces this number of «Firenze Architettura», devoted to the trans-cultural nature of type, to its migrating through time and space. Among the projects presented, Paolo Zermani’s reconstruction of the Castello di Novara is an essay on the «fair memory», as well as a attentive work on type and on the ‘body’ of the building, while the Mexican and Burkinabe architectures of the TALLER | Mauricio Rocha + Gabriela Carrillo and of Francis Kéré confirm the universality and atemporality of the courtyard as compositional principle. The fundamental lesson of the modern bears witness to the mutation of the Western type under the influence of faraway atmospheres, to the transposition of an archetype (the Palace of Knossos) among the alleys of a Genoa destroyed by bombings, but also of the typological and figurative polysemy of architecture in a place that has always been at the crossroads of East and West: the Turkey of Cansever and Sedad Eldem. Sergio Foti’s reflection regarding Arab influences on Dante, in revealing the impossibility of a single answer, of a categorical conclusion to a querelle which has impassioned and involved scholars for a long time, confirms the unfathomable nature of the traces of migrations and contaminations, on which the following section Archetipes dwells in a more exhaustive manner. We also find the domus in its multiple variations and hybridisations which constitute a fertile field for experimentation, from the Renaissance to our contemporary era; the courtyards of (faraway?) China remind us of the insufficiency of certain interpretative categories to explain foundational questions which are dated by definition; the Byzantine house is analysed in depth in places which, by virtue of their morphological features and their geographical isolation, have preserved some elements that did not escape the attentive gaze of modern architects. Among the Research projects, Charles Correa’s domestic project is reinterpreted against the backdrop of continuities and ancient building knowledge from the Indian tradition, while the redesigning of the Gothic plan of San Giovanni Valdarno reveals the intimate logic of the city as linked to two paradigms by the Pisan mathematician Leonardo Fibonacci: the numbers of the Series and the calculation of the areas based on multiples of the staioro. Among the Events, a small installation which was the result of a didactic seminar on the Trial of things, pays homage to the genius of Leonardo da Vinci, on the five hundred anniversary of his death, fixing the movement of the wing of the Red Kite that offered to mankind’s dream of being able to fly its first concrete, scientific, possibilities. (Editor’s note) (Translation by Luis Gatt)