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Il luogo del progetto, piazza Ghiberti e le aree limitrofe
a cura di Guido Ferrara
Com’è noto, piazza Ghiberti è, propriamente, il luogo dove sorge il mercato di Sant’Ambrogio. Dopo la costruzione del complesso del quotidiano La Nazione all’inizio degli anni Sessanta, su progetto dell’architetto Pierluigi Spadolini, il toponimo si è inteso allargato anche alle aree adibite a sosta dei veicoli comprese fra via Paolieri e via della Mattonaia. Oggi tuttavia, la piazza soprastante il recente parcheggio pluripiano costruito dalla Firenze Parcheggi S.p.a., su progetto dell’architetto Adolfo Natalini, è stata ufficialmente denominata “largo Pietro Annigoni”. La nuova piazza si è formata a seguito della demolizione dei “casalini” che dividevano via della Mattonaia, via Paolieri e le aree di sosta delle auto ed è costituita dal solaio di copertura del nuovo parcheggio interrato, compresi i due box fuori terra contenenti a nord i servizi tecnologici e a sud ascensori, scale, servizi igienici e biglietterie. La sistemazione della piazza nasce come esito del bando di gara per un concorso internazionale, promosso dal comune di Firenze per il tramite della Firenze Parcheggi S.p.a. nel 2005, a seguito di un lungo lavoro di preparazione svolto dal Laboratorio di Partecipazione per Sant’Ambrogio e piazza Ghiberti, il cui documento finale è stato presentato pubblicamente in data 5 marzo 20051 . A seguito di quest’esito, il 23 gennaio 2007 i progettisti autori del progetto meritevole del primo premio al concorso internazionale furono stati incaricati dalla Firenze Parcheggi S.p.a della progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva della nuova sistemazione di piazza Ghiberti con i progetti di un nuovo allestimento del mercato delle Pulci, attualmente ubicato in piazza dei Ciompi, e di un nuovo edificio per attività commerciali e direzionali sul sedime dell’edificio che esisteva in aderenza alla facoltà di Architettura. Nello stesso anno il gruppo vincitore presentava all’amministrazione comunale un progetto articolato che, partendo dai concept del progetto, e dopo attente verifiche con i soggetti interessati, in primis Firenze Parcheggi, ma anche gli operatori del mercatino delle Pulci, dell’Università degli Studi, gli assessori e gli uffici tecnici del Comune e della Soprintendenza, riguardava la sistemazione della piazza con un nuovo spazio mercatale e l’edificio polivalente a margine del complesso di santa Verdi.
1 v. Allegato 2 - Firenze insieme, un percorso di partecipazione per il futuro della città. Hanno partecipato ai lavori del laboratorio: i cittadini che abitano, lavorano, studiano e vivono nel rione, insieme ai rappresentanti di: Ass.Commercianti Borgo la Croce, Ass.culturale Galileo 1878, Ass. culturale Nuova Buonarroti, Ass. Laportaaccanto, ARCI Firenze, ANVA Confesercenti, Comitato dei Residenti di Sant’Ambrogio e Santa Croce, Comitato di San Pierino, Confcommercio settore ambulanti, Confesercenti Firenze Q1, Esercenti Mercato Antiquario Piazza dei Ciompi, Facoltà di Architettura, Istituto Scuola città Pestalozzi, Libreria delle Donne, Università degli Studi di Firenze. Hanno inoltre contribuito: Comunità ebraica, Giardino dei Ciliegi, Novaradio, Opera di Santa Croce e hanno dato la loro collaborazione: Assessorati all’urbanistica, al commercio, alla mobilità, alla casa, al patrimonio e all’ambiente del Comune di Firenze con le strutture Firenze Parcheggi. IPAB Sant’Ambrogio. Ha coordinato i lavori: Fondazione Giovanni Michelucci di Fiesole.
pagina a fronte Ctr area Ghiberti e il luogo dell’intervento prima della creazione del parcheggio interrato.
Schema urbanistico relativo agli spazi pubblici e agli spazi verdi. Schema urbanistico relativo alla valorizzazione del sistema dei percorsi. Schema urbanistico edifici e funzionalità.
Le quantità del verde urbano attrezzato disponibile nel quartiere non è affatto modesta. Il nuovo ruolo strategico di piazza Ghiberti fornisce l’opportunità per una gerarchizzazione e riequilibrio organico delle diverse aree, con interventi puntuali, semplici e fattibili.
Creazione di un nuovo spazio
Spazio esistente potenziato o riqualificato
Spazi pubblici, spazi verdi, luoghi di sosta che entrano a far parte del progetto: Le nuove funzioni del polo di piazza Ghiberti, senza congliggere con le esigenze di vita dei residenti, costituiscono un’opportunità non indifferente per la qualità della scena urbana, fornendo occasioni molteplici di interesse e di relazione, ottimizzate anche dalla presenza dei parcheggi interrati.
Nuova funzione
Funzione esistente potenziata o riqualificata
Edifici e funzioni che entrano a far parte del progetto: La concezione tradizionale del verde urbano finora ha identificato soltanto delle “macchie” separate e non interagenti. Il progetto propone la costituzione di una rete pedonale e ciclabile di collegamento, anche con la creazione di tratti di green ways.
Principali percorsi e flussi pedonali e ciclabili Principali percorsi carrabili
Valorizzazione del sistema dei percorsi:
Potenziamento dei percorsi pedonali e ciclabili in relazione agli spazi verdi e zone di sosta
Protezione dell’attraversamento
Parcheggi
Dalla relazione paesaggistica del Luglio 2007 che porterà al rilascio del Permesso a Costruire 121/2008, riportiamo di seguito alcuni passi significativi che inquadrano il riferimento urbanistico dell’intorno di piazza Ghiberti. e dell’area di intervento. Già in fase concorsuale veniva rilevato che doveva essere opportunamente considerato il superiore livello del ruolo urbano dell’intero distretto che ruota intorno a sant’Ambrogio e piazza Ghiberti, perché i due mercati (alimentare e antiquariato, con funzioni differenziate ma sinergiche), la facoltà di Architettura, il complesso de La Nazione, gli spazi articolati e rifinalizzati delle Murate e dell’aula bunker, la stessa piazza Beccaria e Archivio di Stato, con il completamento dei due parcheggi interrati, non devono essere visti né come episodi separati né per gli interessi esclusivi dell’area urbana circostante. Di fatto, si stava componendo in questa parte di Firenze un’offerta qualificata di servizi che oltre a costituire un polo di attrazione per il quartiere, si proponeva quale manifestazione d’interesse per l’intera città, entro cui il sistema a rete dei vuoti urbani (piazze, marciapiedi, aree di resulta del mercato utilizzate a parcheggio, cortili interni agli isolati, verde) potesse giocare un ruolo magistrale e strategico, proponendo livelli di interesse e modi d’uso inediti e di grande qualità.
Si trattava evidentemente di un progetto articolato e complesso, entro cui gli spazi di relazione e piazza Ghiberti in particolare dovranno consentire rapporti ed integrazioni dinamiche, variabili nelle stagioni e nel corso della giornata, con un necessario riferimento al complesso del quadro urbano. La presenza di interessi a livello di città (e Firenze non è una città qualunque), lungi da costituire elementi di rischio o di limitazione, sono lo specchio di un reale cambiamento di ruolo, nel processo di riequilibrio delle funzioni del centro storico di cui il presente progetto vorrà farsi interprete: si identificano con crescente chiarezza due assi direttori (di rappresentanza, residenziali, commerciali prevalentemente pedonali) che uniscono piazza Ghiberti e sant’Ambrogio da un lato con il polo fieristico della Fortezza da Basso dall’altro. La piazza Ghiberti conclude quindi nell’area sud-est il sistema delle grandi piazze storiche (Indipendenza – san Marco - santissima Annunziata – D’Azeglio) che com’è noto vivono e amplificano rapporti di alta prestazione dei contenitori edilizi che le circondano. Il concorso richiedeva direttamente o indirettamente un’interpretazione e un processo di ottimizzazione di quanto stava accadendo e infatti è sotto i nostri occhi un processo da gestire ed orientare in modo opportuno: le ex carceri di santa Teresa e santa Verdiana diventano le sedi delle lauree triennali e magistrali della facoltà di Architettura, l’edificio della Nazione si predispone a contenere un Trade Center, l’ex aula bunker offre l’opportunità di prevedere altri spazi per il verde e lo sport (piscina coperta) di cui il quartiere ha assoluto bisogno, insieme a servizi per la salute, luoghi di socializzazione e di soggiorno collettivo. Ma questo tipo di attività potrà essere facilmente affiancata (e in qualche caso integrata)con le necessità del polo universitario, anche con la dislocazione di strutture di ricerca di carattere dipartimentale. In questo quadro, il sistema a rete dei vuoti urbani (piazze, marciapiedi, aree dei mercati, cortili interni agli isolati, verde) assolve una funzione strategica essenziale, proponendo livelli di fruizione e modi d’uso inediti e di grande qualità. Le nuove funzioni del polo di piazza Ghiberti, senza confliggere con le esigenze di vita dei residenti, costituiscono un’opportunità non indifferente per la qualità della scena urbana, fornendo occasioni molteplici di interesse e di relazione, ottimizzate anche dalla presenza dei parcheggi interrati (Ghiberti e Beccaria). Quanto sopra riguarda ovviamente la considerazione di piazza Ghiberti entro il contesto del centro storico fiorentino nella situazione attuale e nelle prospettive future più immediate. Tuttavia, con riferimento specifico alle attuali previsioni dello zoning del piano regolatore urbanistico vigente, si deve ricordare che l’intervento ricade entro la normativa del “Centro storico entro le mura”2 e tuttavia occorre notare che, al di là delle specifiche normative in essere, prima il lavoro di partecipazione promosso dal comune di Firenze e poi gli esiti del concorso internazionale fanno assumere al presente progetto una connotazione speciale, in quanto le opzioni in esso contenute possono a buon diritto dirsi la risultante di una elaborazione collettiva a lungo dibattuta e monitorata, anche attraverso il confronto di numerose soluzioni progettuali proposte dai diversi gruppi partecipanti al concorso internazionale, che hanno trovato documentazione in mostre, dibattiti e pubblicazioni.3
2 Specificatamente gli interventi previsti in aderenza alla Facoltà di Architettura riguardano l’area A5 (Art. 22 del PRG vigente, classe 5) definiti “edifici d’epoca successiva compatibili con il contesto”, mentre le mappe del PRG tuttora riportano i “casalini” oggi demoliti con destinazione di “viabilità di progetto a raso” (sottozona F3, Art. 54, F321P). 3 Cfr. Graziella Sini: “Concorso per la nuova sistemazione di piazza Ghiberti” in OPERE, n. 12, a. IV marzo 2006 pag. 70.
Da questo punto di vista gli aspetti specifici del P.R.G. vigente appaiono una premessa necessaria, ma non sufficiente all’impostazione del problema. Gli aspetti propriamente progettuali derivati dagli esiti del concorso internazionale, se da un lato sono da considerare rispettosi di queste indicazioni, devono tuttavia essere assunti come una risposta concreta e di tipo oggettuale alle prospettive urbanistiche d’insieme che la città ha elaborato in questi anni, fornendo due distinte prestazioni, inscindibili in concreto: • la qualità della scena urbana, oggi affidata soprattutto a vuoti di resulta dell’edificato e quindi luoghi non identitari; • la qualità delle architetture e dei nuovi contenitori edilizi, che svolgono nel nostro caso il ruolo di elementi direttori dei margini della nuova piazza Ghiberti. Si nota infine che il progetto propriamente edilizio ed architettonico, con autentici caratteri di innovazione costruttiva rispetto al contesto, riguarda soltanto il nuovo ingresso alla facoltà di Architettura e i sottostanti volumi da dedicare ad attività terziarie, mentre i box dedicati al mercato delle pulci sono costituiti da edicole leggere, semplicemente ancorate sul sedime della piazza esistente, e quindi tecnicamente rimovibili.
Largo Annigoni - Note di carattere storico Quanto illustrato in precedenza riguarda gli eventi che hanno prodotto lo stato dei luoghi nel corso degli ultimi 50 anni. Il sito tuttavia, come tutto il centro storico fiorentino, vede processi importanti di trasformazione da almeno 6 secoli. L’ex monastero di santa Verdiana, ad esempio, ovvero l’attuale sede della facoltà di Architettura, è stato fondato nel 1400 per volontà del notaio Ser Niccolò di Manetto di Buonagiunta per le monache vallombrosane, e fu intitolato a San Giovanni Gualberto e santa Verdiana da Castelfiorentino, una monaca vissuta per 34 anni nella prima metà del XIII secolo. Posto sotto la protezione della Signoria fiorentina, il convento venne ristrutturato nel 1460 per volere di Cosimo il Vecchio de’ Medici. Ulteriori trasformazioni intervennero nel corso del Cinquecento e del Seicento, quando la chiesa del convento fu arricchita da diverse opere d’arte. Dal 1866, in seguito alla soppressione, ha ospitato un carcere femminile. Dopo la dismissione di questo, l’arch. Roberto Maestro è stato incaricato di trasformare l’ex carcere nella nuova sede della facoltà di Architettura, che costituisce oggi uno dei luoghi più dinamici dell’intero quartiere di santa Croce. Il mercato di sant’Ambrogio, insieme al Mercato Centrale, fu realizzato nel 1873 su progetto di Giuseppe Mengoni; in esso vengono esposti banchi di vendita di generi alimentari, ogni giorno della settimana. Al di fuori, in tutte le strade circostanti, un mercato delle verdure e delle erbe costituisce al mattino uno dei luoghi più frequentati del quartiere. È quindi da addebitare alla crescita urbanistica di Firenze Capitale l’installazione del mercato di sant’Ambrogio, con tutti i suoi accessori e depositi e quindi indirettamente anche la crescita di spazi urbani accessori nelle aree attigue, divenute prima depositi e piazzali e poi parcheggi. Infatti, la demolizione delle mura, la costruzione del sistema dei viali e del polo di piazza Beccaria aprivano a diverse possibilità tutto il settore orientale del centro di Firenze. Invece, solo 40 anni prima, ovvero nel 1843, come dimostrata dalla pianta di Firenze del Fantozzi riprodotta a fianco, tutta l’area era contraddistinta essenzialmente da orti entro le mura urbane, con l’eccezione del convento di santa Verdiana.
Bonsignori 1584. Zocchi 1783.
Fantozzi 1843. Poggi per Firenze Capitale. 1865-1871.
Ma, a parte il convento e il mercato, difficilmente il luogo può vantare valori identitari di antica prospezione. A questa situazione originaria relativamente povera, inoltre, si è venuta a sovrapporre prima la costruzione dell’edificio de La Nazione e finalmente quella del parcheggio interrato, con la conseguente mineralizzazione definitiva dei lastrici, ma con la nascita di un vuoto urbano, in sostituzione di altri vuoti, già parcheggi e piazzali. Una piazza? Sì e no: tutti sanno bene infatti che questo luogo è privo di quella compiutezza che il lavoro del Laboratorio chiedeva di realizzare.
Largo Annigoni, stato attuale.
Area Ghiberti - stralcio del P.R.G del comune di Firenze all’epoca del concorso. Largo Annigoni - lo stato attuale Il luogo, su cui una successione di interventi edificatori ha determinato l’esistenza di uno spazio vuoto, risulta pienamente disponibile per sua natura ad esprimere e realizzare le esigenze del quartiere e della comunità cittadina: la tipologia dell’opera dunque attiene ad un arredo urbano allo scopo di far assumere identità ad uno spazio di vita collettiva, in un quartiere emergente nel contesto del centro storico e ad esso formalmente e strutturalmente integrato. Si tratta di un’area complessa: la “piazza” è in realtà solo il solaio di copertura di un parcheggio interrato a due piani. Sul lato sud una rampa ingresso e di uscita dal parcheggio conclude Via Paolieri. Se il lato sud è costituito dal lato semidiroccato della facoltà di Architettura, il lato ovest si apre al mercato di sant’Ambrogio e a via della Mattonaia, mentre sul lato est si staglia il retro degli edifici già del quotidiano La Nazione. Infine, il lato nord è contraddistinto da uno skyline proprio di una edilizia minuta che, solo con la formazione della nuova piazza, ha recentemente visto interventi di riqualificazione sulle parti più degradate e al piano terreno ha già trovato occasione di sostituire i magazzini in locali di ristorazione. Dal punto di vista paesaggistico, in estrema sintesi, pur appartenendo al centro storico di Firenze, il contesto è quello dipendente da interventi edilizi profondi, di cui alcuni recenti (La Nazione dell’arch. Spadolini, ma anche le coperture in ferro del mercato delle verdure di sant’Ambrogio) e altri recentissimi (parcheggio e box di servizio dell’arch. Natalini), con la presenza nella piazza di quattro alti pali di illuminazione “in stile” ottocentesco. I prospetti storici (nord e sud) hanno oggettivamente poca storia rispetto a queste innovazioni forti che si attribuiscono il carattere di prevalenza In relazione ai vincoli esistenti sull’area, la provincia di Firenze identifica l’intero centro storico di Firenze come un’area connotata da azioni di tutela di vario segno, con riguardo anche alla presenza del vincolo archeologico. Il centro storico è dunque sottoposto a tutela paesaggistica come un intero, anche se ognuno sa che ogni strada, ogni piazza, ogni cortile interno possiede caratteristiche ecologiche, storiche e percettive diverse le une dalle altre. Il vincolo paesaggistico, per sua natura, è proposto al fine di conservare beni e strutture che costituiscono risorse preziose per la collettività.
Entro queste, tuttavia, possono essere presenti elementi di degrado e a questo fine il Codice dei beni culturali recita all’art. 135 comma 3: Al fine di tutelare e migliorare la qualità del paesaggio, i piani paesaggistici definiscono per ciascun ambito specifiche prescrizioni e previsioni ordinate: a) al mantenimento delle caratteristiche, degli elementi costitutivi e delle morfologie dei beni sottoposti a tutela, tenuto conto anche delle tipologie architettoniche, nonché delle tecniche e dei materiali costruttivi; b) all’individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio compatibili con i diversi livelli di valore riconosciuti e con il principio del minor consumo del territorio, e comunque tali da non diminuire il pregio paesaggistico di ciascun ambito, con particolare attenzione alla salvaguardia dei siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO; c) al recupero e alla riqualificazione degli immobili e delle aree compromessi o degradati, al fine di reintegrare i valori preesistenti, nonché alla realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati; d) all’individuazione di altri interventi di valorizzazione del paesaggio, anche in relazione ai principi dello sviluppo sostenibile.
E all’Art. 143 comma 9 aggiunge: “Il piano paesaggistico individua anche progetti prioritari per la conservazione, il recupero, la riqualificazione, la valorizzazione e la gestione del paesaggio regionale indicandone gli strumenti di attuazione, comprese le misure incentivanti.” Non essendo evidentemente proponibile un piano paesaggistico per il caso in esame, il presente progetto intende comunque assolvere i compiti prescrittivi di cui agli articoli del Codice sopra citati e in particolare quelli dei punti b) e c) dell’Art. 135 e non a caso lo stesso centro storico di Firenze è un sito inserito nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Come si è visto, il nostro contesto ha una sua storia e quindi una sua condizione di stato ambientale che deve essere considerata attentamente in questa sede, sia a causa degli eventi di trasformazione recenti che sono stati precedentemente descritti, sia a causa della propria autoreferenzialità, ovvero alla modesta capacità di interferire a livello percettivo con altri contesti, anche se prossimi, come ad esempio il sistema dei viali, piazza Beccaria, piazza D’Azeglio e simili, sia infine a causa delle dimensioni effettive del comparto, pari A 5.996 mq., peraltro ben delimitato da isolati imponenti. Queste considerazioni comportano almeno alcune significative conseguenze: • in primo luogo in questo contesto gli aspetti di trasformazione innovativa come quelli relativi al mercato delle Pulci e al nuovo ingresso della facoltà di Architettura finiscono per costituire vere e proprie opportunità, non solo e non tanto sotto il profilo funzionale, ma soprattutto ai fini ambientali e paesaggistici, per quanto interventi finalizzati in modo specifico alla riconsiderazione qualitativa della scala urbana di livello locale; • in secondo luogo il carattere assunto dal luogo a seguito degli interventi propone al progetto di sistemazione della piazza un ruolo prevalente di restauro ambientale e percettivo.
ALLEGATO 2 Stralcio dal documento finale del laboratorio di partecipazione – 5 marzo 2005
A. Muoversi nel rione Un ruolo centrale è al momento svolto dall’asse borgo La Croce – via Pietrapiana, da consolidare e ulteriormente proteggere, ma diverrebbe molto significativo farne la spina di un sistema pedonale più ampio centrato su piazza Sant’Ambrogio con un nuovo asse trasversale del rione e valorizzando la nuova piazza Ghiberti insieme ad una rinnovata piazza de’ Ciompi. Un nuovo asse trasversale che possa collegare in sicurezza il sistema delle scuole su san Giuseppe passando per la piazza Sant’Ambrogio sino al giardino di piazza D’Azeglio, riqualificando nel suo procedere commerci ed artigianato che si snodano lungo quest’asse oggi in diverse parti fortemente degradato. Un primo percorso protetto su via de’ Macci, con adeguati snodi su Ghibellina – Agnolo pensati e progettati come punti notevoli, con la dignità di Canti, configurati per intercettare le direttrici carrabili con visibilità e gerarchia tale da costringere naturalmente il traffico alla precedenza e in ogni caso a rallentare. Dalla piazza sant’Ambrogio, a questo punto cuore del sistema, il percorso potrà continuare lungo via Carducci in forma mista (pedonale e carrabile), ma protetta, per ritrovare un nuovo punto notevole nell’attraversamento verso la piazza D’Azeglio, anche qui come percorso preminente, fortemente marcato e anche qualitativamente adeguato per sovrapporsi, rallentandolo, al traffico locale e permettere un accesso importante al giardino che è una delle più importanti risorse verdi della zona, da qualificare con nuove attività e presenze.
B. Spazi sociali per una comunità: cultura, sport, aggregazione sociale Il primo livello di socializzazione passa dalla consuetudine all’incontro negli spazi pubblici e diventa quindi centrale il ruolo del sistema delle piazze e della strada. La sistemazione di piazza Ghiberti offre l’opportunità per orientare in questo senso le valenze di socialità di questa grande piazza insieme al mercato di sant’Ambrogio, dando insieme una nuova prospettiva di identità locale alla piazza dei Ciompi: il primo uno spazio per l’incontro tra tutti, da dentro e da fuori il rione, e il secondo uno spazio più intimo, per chi qui vive e cresce, da rigenerare come cuore storico del rione stesso. Un sistema di piazze che a cominciare dalla stessa santa Croce deve ritrovare anche nella sacralità laica e spirituale di un luogo e di una comunità un nuovo rapporto con il sistema città, spesso fagocitante i valori locali nel valore d’uso museale urbano. Infine un sistema che possa valorizzare risorse presenti come piazza D’Azeglio riammettendola nel corso dell’intera giornata nel circuito vitale del rione. Sulla stessa linea pare porsi la questione dello sport ed il tempo libero con un possibile autonomo ruolo dell’associazionismo supportato dal Quartiere per recuperare spazi sottoutilizzati (come nel caso dell’area dietro l‘IPAB sant’Ambrogio per lo sport giovanile di rione). Al tempo stesso su un altro fronte vanno attivati processi di mediazione forti da parte dell’Amministrazione nella riconversione degli edifici in dismissione della zona, da una parte con interventi pubblici come nel caso delle Murate e prossimamente per l’aula-bunker o dall’altra negli interventi privati nella contrattazione nei cambi di destinazione d’uso. Azioni di mediazione in casi come La Nazione dove una quota (per la pubblica utilità) potrebbe essere orientata verso la realizzazione di una piscina anche a gestione privata ma convenzionabile con scuole, università e associazioni.
C. Le persone: vivere e lavorare nel rione Uno spazio che presenta nell’alta concentrazione d’uso un grande valore ma anche altissime criticità che determinano da una parte disagi nella permanenza, ma dall’altra pericolosi rischi d’espulsione sia della residenza tradizionale che delle attività economiche più fragili: espulsione che significa l’interruzione di una esperienza di vita in
un dato contesto, un irrecuperabile impoverimento traumatico di pezzi del tessuto sociale, economico e culturale. Questo rione, così centrale e storicamente significativo, vede nelle storie dei suoi abitanti il carattere popolare che ne ha segnato l’identità, negli ultimi decenni travolto dai processi di trasformazione della città e della società. Emigrazioni ed immigrazioni, ridefinizione dei modelli lavorativi e famigliari, crescita fondiaria, forti rifunzionalizzazioni di grandi complessi come le Murate e gli altri complessi conventuali ora universitari, hanno innescato i meccanismi della cosiddetta gentrification residenziale e commerciale (cioè un effettivo miglioramento estetico e sostanziale del luogo che comporta l’avvento di classi più agiate o motivate economicamente, ma causa l’allontanamento di chi lo occupava in precedenza).
D. Piazza Ghiberti: pensare insieme uno spazio per il rione Una nuova piazza, in un contesto così denso di spazi, valori, legami e funzioni, è un’occasione irripetibile per inserire nella vita di questo rione un tassello capace di avviare nuove azioni e relazioni su tutto l’intorno. Una nuova piazza dove prima stavano magazzini e parcheggi, dove stava un retro di funzioni urbane, oggi troverà nuova centralità. Piazza Ghiberti è al centro di un nuovo sistema di relazioni: è una nuova porta della città per chi arriva da fuori, con la eccezionale dotazione di parcheggi tra Ghiberti e Beccaria, è prospiciente al principale asse pedonale del rione e al circuito ciclabile cittadino, affaccia sulla vitalissima piazza del mercato e potrà essere il principale accesso alla facoltà di Architettura. Ulteriori nuove realtà andranno a proporsi: dalla ricollocazione del mercatino dei Ciompi alle nuove connessioni urbane che si attiveranno con le Murate attraverso la riapertura dell’area aula- bunker, sino al ruolo delle nuove funzioni assunte con il riuso del complesso de La Nazione. Una fitta rete di polarità, percorsi, attraversamenti che da subito può delineare il carattere preminente di questo nuovo luogo della città, uno spazio per l’incontro.
Prospetto e vista lato opposto sull'area di progetto per il mercato antiquario.