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LAVORI IUAV

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ESPERIENZE

ESPERIENZE

alcuni lavori del primo anno IUAV

ricerca palazzo Basadonna / “Mestre narrata”/ progetto “Santa Marghe”

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La ricerca sul palazzo Basadonna, un lavoro eseguito per il corso di Storia dell’architettura guidato dal Professor. Fulvio Lenzo e dall’assistente Marco Capponi. Il lavoro è stato eseguito seguendo le indicazioni di metodo per lo studio storico dell’architettura lette nel libro “Introduzione alla storia dell’architettura” di Arnaldo Bruschi, oltre ai 4 punti chiave dati dal Professore. Limite massimo 7.000 parole.

“Mestre narrata” è una ricerca che tenta di capire e raccontare la città di Mestre seguendo una serie di punti chiave utili al racconto della stessa. Il lavoro si è sviluppato in quattro diverse consegne dettate dal Professor Luca Velo. La prima di inquadramento, la seconda mobilità e tipi edilizi, la terza servizi e spazi aperti e infine l’ultima con un argomento a piacere (nel nostro caso la relazione tra Vuoto-Pieno). Il lavoro è stato svolto con il mio collega Sander Puddu, sotto revisione del Prof. Luca Velo e gli assistenti Sofia Sacchini e Matteo De Rossi per il corso “Fondamenti di Urbanistica”.

Il progetto “Santa Marghe” intitolato in gergo sia per la posizione che prende nel noto campo veneziano sia per il nome della terza ex-componente del gruppo, Margherita Massignani. Si tratta di un edificio che chiude il campo e dialoga con i cittadini.

palazzo Basadonna

ricerca sul palazzo Basadonna, 1627, Baldassare Longhena

Il palazzo si trova nella zona di Dorsoduro, il prospetto principale dà sulla fondamenta Priuli mentre quello posteriore è rivolto verso le attuali Gallerie dell’Accademia. L’edificio è caratterizzato da un impianto planivolumetrico ad “U”, quindi con lo sviluppo delle due ali laterali verso il giardino. Ha una disposizione planimetrica tripartita: al centro vi è il salone e ai lati due file di stanze. Lungo l’androne vi sono piccoli ambienti per magazzini, depositi ecc. Inoltre al piano terra prospettano gli ambienti del piano ammezzato attraverso delle finestre oggi murate. La principale fonte di luce nei saloni dei diversi piani viene dalle serliane delle due facciate e dalla piccola corte. All’interno di quest’ultima si trova un pozzo con lo stemma della famiglia Foscarini. In altezza l’edificio è strutturato in cinque piani (comprendendo piano ammezzato e sottotetto) e la facciata sul rio de San Trovaso rispecchia la suddivisione interna. Verso sinistra si denota un ampliamento del prospetto. In senso orizzontale è suddivisa in quattro fasce. La prima, quella del piano terra, è ritmata grazie alle quattro finestre quadrate che illuminano i depositi del liceo artistico. Questa zona basamentale è rivestita da lastre di pietra d’Istria. La parte del piano ammezzato è inquadrata tra l’imposta dell’arco d’entrata e la listatura litica che corrisponde grossomodo al livello del solaio del primo piano. Nel portone d’ingresso ad arco si nota un mascherone in chiave. Al primo piano la serliana è usata quasi in modo essenziale, non avviene una monumentalizzazione del

centro del prospetto e nemmeno una sovrapposizione di ordini, anzi, risulta quasi impoverita rispetto ai coronamenti delle finestre arcuate. Queste finestre del primo e secondo piano verticalmente “saldano la propria inquadratura alle cornici marcapiano e orizzontalmente prolungano i propri nodi fondamentali (base dello stipite e imposta dell’arco) in listature litiche lungo le intere superfici murarie”1 . La testa in chiave d’arco della serliana al primo piano è diversa da quelle che si trovano nelle finestre arcuate. Il secondo piano non è né piano nobile né sottotetto. La sala di questo piano non è alta come quella al primo ed è interrotta da una stanza, non può quindi affacciarsi direttamente sul giardino. Il sottotetto è raggiungibile da una scala minore, opposta alla scala monumentale. Sopra la scala a quattro rampe si trova una scala a bovolo che parte dal sottotetto e si ferma al secondo piano interrotta dalla volta a botte della stessa scala di rappresentanza. La facciata posteriore si può caratterizzare dalla conformazione ad “U”, dunque, con i due lati esterni sporgenti. La serliana al primo piano è scheletrica e viene enfatizzata dal balcone appena sporgente. L’entrata all’androne dal giardino avviene attraverso un grande arco; Il palazzo fu acquistato dai fratelli Zuanne, Antonio e Alvise Basadonna il 14 ottobre 1626 per 5.000 ducati. I fratelli firmarono il 18 febbraio 1627 il contratto con Baldassare Longhena. L’incontro e la scelta dell’architetto sono dovuti al fatto che Giovanni Basadonna dal 1625 era provveditore sopra le Prigioni ed è quasi sicuro che in quegli anni avesse conosciuto Longhena, infatti sin dal 1617 Baldassare aveva lavorato più volte su quel cantiere, prima, sotto il proto in carica Bortolo Manopola e poi, sotto Piero Bettinelli. Zuanne Basadonna si rivolse al

1 foto facciata principale palazzo Basadonna

2 foto zoom in sulla serliana progettata dall’architetto Baldassare Longhena

1_ P. MARETTO, G. CANIGGIA 1987, La casa veneziana nella storia della città. Dalle origini all’Ottocento, Venezia pp. 178-181.

proto del Magistrato del Sal Bettinelli e al tagliapietra Baldassare. L’accordo firmato con Longhena prevedeva la fornitura e la messa in opera delle pietre vive della facciata da costruirsi secondo il disegno presentato da egli stesso. Il 31 marzo 1629 il proto Iseppo Pagiaro firmò il contratto con il quale si impegnava a eseguire il resto della fabbrica. Longhena in realtà si occupò delle due facciate principali. Di queste però è probabile che il basamento sia di epoca successiva come successiva sia la testa in chiave d’arco della serliana, le altre teste (nelle finestre arcuate), somigliano a quelle del palazzo Giustinian-Lollin, sono quindi più facilmente attribuibili a Longhena. L’ampliamento a sinistra del prospetto sul rio San Trovaso avviene dopo l’acquisto nel 1629 del terreno e quindi a una data successiva all’abbandono del cantiere da parte di Baldassare. È attribuibile al proto Bettinelli. All’interno del palazzo vi furono diverse modifiche. La prima è la creazione della scala monumentale a quattro rampe. Al piano terra doveva sorgere una chiesetta (oggi andata distrutta). All’ultimo piano i Basadonna avevano chiesto l’allestimento di una biblioteca e di una quadreria. La biblioteca si affacciava sul giardino e occupava cinque sale. Per quanto riguarda la ristrutturazione dell’interno è affidata al murer e proto Bettinelli; I lavori durarono otto anni, dall’ottobre del 1626 al settembre del 1634 e la spesa complessiva per la ricostruzione fu di 16.000 ducati. Longhena ne incasso circa 2.000 mentre Iseppo Pagiaro sui 3.500. Il cantiere venne seguito prevalentemente da Bettinelli. Circa 21 furono gli artigiani che lavorarono al cantiere e 37 i fornitori cui si rivolse Zuanne Basadonna per i materiali necessari al palazzo. Longhena poté lavorare con pietra d’Istria proveniente da Lemme, mentre Pagiaro usava una serie

3 foto della facciata posteriore

di marmi per dare diverse tonalità a strutture e decorazioni all’interno dell’edificio. Negli anni della costruzione a Venezia venne la peste e i pagamenti per qualche lavoratore al cantiere cessarono, per la fortuna dei Basadonna il restauro del palazzo era in fase conclusiva poiché il grosso venne eseguito tra il 1626 e il 1629. Tredici gli artigiani che assistettero per almeno tre anni al cantiere e solo due che lo seguirono fino alla fine; La storia del palazzo si può dividere in sette periodi. Il primo è quello che va dal XIV-XVI, riguarda l’origine trecentesca dell’edificio alla quale appartiene la scala a chiocciola. La seconda epoca la definiremo come Contariniana, va dal XVI secolo e arriva al 14 ottobre 1626 data in cui la famiglia Basadonna acquista lo stabile. Confrontando la “Pianta prospettica di Venezia” di J. De Barbari si può vedere come nel 1500 mancassero le due ali laterali sporgenti verso il giardino, si deduce siano un’aggiunta posteriore. La terza fase (quella che riguarda i Basadonna) va dal 1626 al 21 gennaio 1771 data in cui Maria Basadonna, ultima erede della famiglia, dovette vendere l’immobile ai fratelli Priuli. Non appena entrati in possesso del palazzo, i Priuli diedero il via ai lavori di restauro. La quinta fase è quella dei Giustinian-Recanati, nel 1818 passa per eredità a Lucrezia Priuli moglie di Francesco Antonio Giustinian del ramo Recanati, a questi anni risale il giardino romantico. La penultima fase va dal 1891 al 1975, si documenta il passaggio di destinazione d’uso ad istituto d’istruzione femminile. Tra le due guerre mondiali divenne sede dello Iuav architettura, vennero inserite nella facciata principale due bassorilievi tondi, uno con il leone in moleca, l’altro (oggi scalpellato) con il fascio littorio. Dopo il trasferimento dell’Università nell’ex convento dei Tolentini diventò sede del Liceo Artistico Statale e subì un’altra serie di restauri.

4 4 foto sottotetto, era il piano dedicato alla servitù

NOTA: la biografia comprendente tutti i testi utilizzati per la ricerca si trova nel file originale, raggiungibile tramite QR CODE 6

“Mestre narrata”

ricerca su 1.5 x 1.5 km

La ricerca segue quattro consegne dettate dal professor Luca Velo e i suoi assistenti. Io e il mio collega Sander Puddu dovemmo decidere un’area studio di 1.5 x 1.5 km. Inquadrammo circa il centro di Mestre. Ogni consegna avveniva ogni due settimane e si suddivideva in diversi punti.

Prima consegna: + Schizzi, fotografie, avvicinamento all’area, sopralluogo + Elementi che definiscono il territorio (mura storiche, strada ad alta percorrenza, centro storico, piazza principale, elementi forti...) + Timeline storica che descrive le trasformazioni sostanziali che hanno modificato il territorio e come hanno condizionato lo spazio urbano (la strada che ha poi separato campagna da edificato, la vecchia chiesa attorno a cui si è sviluppato un piccolo borgo...)

Seconda consegna: + Tipi edilizi riconoscibili nell’area scelta. Iniziare a riconoscere, evidenziare, delineare parti di tessuto (distinguere tessuti costituiti da palazzina, centro antico, lottizzazione e villette, casa singola, grande villa, grattacielo...) . Tema dei bordi, dei confini (recinti, muretti, cancelli senza recinzione in campagna, siepi, confine aperto e valicabile, confine aperto ma implicitamente invalicabile, introspezione, trasparenza/

2 mappa delle piste ciclabili 4 mappa aree verdi private

1 2

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NOTA: le legende delle mappe e disegni si trova solo nel file originale

opacità dei limiti...). Che influenza hanno su persone/abitudini/azioni i diversi tipi edilizi, i bordi, i limititracciati, morfologie...)

+ Mobilità e infrasrtutture. tracciati principali e secondari. fermate degli autobus. stazione. percorsi pedonali e ciclabili

+ Mobilità attiva .percorsi pedonali e ciclabili con aree di pertinenza (parchi, luoghi di sosta...). strade bianche, sentieri o ippovie. postazioni bike sharing. attraversamenti pedonali

+ Descrizione attenta del tipo di percorso (marciapiede alto, basso, cordolo, larghezza, limite, utenti; strada sterrata, alberata, con fossato...)

+ La percezione, cosa cambia nella mia esperienza dello spazio in base al mezzo che sto utilizzando

Terza consegna: + Spazi del welfare e servizi. sanità (ospedali, asl...). attrezzature culturali (cinema, teatri, centri civici, biblioteche...). scuole .zoom in: tipo di spazialità, rapporto tra costruito - cortile - strada, suolo pavimentato o permeabile, recinzioni...

+ Spazi aperti verdi/permeabili. spazio agricolo. verde pubblico (parchi pubblici, boschi...). verde privato (accessibile o meno). cosa significa verde per me, attenzione alla percezione che abbiamo del verde in

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5 diagramma delle fermate degli autobus

6 mappa delle preesistenze storiche nel centro di Mestre

7 diagramma di piazza Ferretto con collegamenti, vuoto-pieno

base all’altezza del nostro sguardo, alla possibilità di vederlo o meno (verde circondato da mura che lo rendono impercettibile, se non quando lo notiamo dall’alto o da una porta aperta etc)

+ Spazi aperti pavimentati e le loro diverse funzioni, previste e acquisite dall’uso (piazze, parcheggi o altri spazi informali utilizzati come luoghi d’incontro...)

Quarta consegna: Aggiunta del tema a piacere, nel nostro caso la relazione Vuoto-Pieno nella città di Mestre.

QR CODE 7 che porta al pdf della ricerca

8 8 illustrazione del passaggio pedonale davanti a una scuola elementare

9 prospetto che sottolinea il rapporto delle altezze tra bambini, alberi, recinzione ed edificio

progetto “Santa Marghe”

corso di progettazione, prof. Valerio Paolo Mosco

Il progetto sorge nell’area del campo Santa Margherita, precisamente al posto della ex scuola dei Varoteri. Si pone come chiusura dello stesso campo. Attraverso il suo sviluppo, che segue la morfologia del vecchio canale interrato, crea tre nuove vie di percorrenza. Il prospetto che da verso il campo è dotato di un grande schermo bianco, un rimando al cinematografo che dal 1910 al 1915 sorse all’interno della cosidetta “casa del boia”. Un altro schermo, più piccolo, si trova all’interno della corte, il corpo dell’edificio diventa la gradinata dalla quale si può assistere ai diversi spettacoli in questa specie di teatro all’aperto. Le sedute arrivano fino al tetto, praticabile, che permette di osservare la vita del campo. L’edificio ospita tre bacari, due alle estremità, opposti. L’altro al centro nella nuova calle.

QR CODE 8 che porta ai vari pdf del progetto

3 1 prospetto nord, il maxi schermo perpendicolare al campo

2 foto del modellino, vista corte interna con palco e sedute

3 foto del modellino dalla copertura praticabile

4 sezione, mostra il rapporto con il contesto

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