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PERIODICO DELLA DIOCESI DI S. MARINO-MONTEFELTRO - NUOVA SERIE - Anno LXIII - N. 6 - giugno 2017 Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/FC - Direttore responsabile: Francesco Partisani
IL DENARO ALLONTANA DA DIO? ECONOMIA ED ETICA: INTRODUZIONE ALLE GIORNATE DELLA POLITICA
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chi non è capitato di trascorrere serate intere a giocare a Monopoli? Un gioco che scatena l’homo oeconomicus che è in noi. In tutti noi. Regole ferree, altrimenti il gioco non funziona. Combinazioni di fortuna e di abilità. Nel gioco del Monopoli non si guarda in faccia a nessuno e il conto è da pagare fino all’ultimo spicciolo. Qualche volta m’è capitato di provare spavento per il cinismo che mi saliva da dentro: gli affari sono affari! Questo gioco è una finzione per fortuna, nella realtà entrano in ballo altri fattori umanizzanti, come la solidarietà, il condono, la collaborazione. Aggiungo due figure che hanno colorato i nostri sussidiari: la figura dell’Avaro di Moliére che grida la sua disperazione: “Al ladro! Al ladro! Oh, il mio povero denaro, il mio caro amico; mi hanno privato di te. Sono senza il mio sostegno, la mia consolazione, la mia gioia”; l’altra, di Robin Hood che silenziosamente nella notte ruba ai ricchi per dare ai poveri. Giochi e letture di quando si era ragazzi, ma da adulti il tema della ricchezza e del denaro si fa complesso e appare in tutta la sua ambiguità. La ricchezza si impone alla coscienza come una potenza a volte benefica, altre volte diabolica. Per molti è un mezzo indispensabile per garantire il futuro, ma nel contempo può diventare una trappola. L’argomento sarà oggetto di riflessione e di preghiera per le giornate che la Diocesi dedicherà, in giugno, agli impegnati nella Politica col titolo: Economia ed Etica. Queste brevi riflessioni costituiscono appena una introduzione. Partono da alcune domande: “Il denaro allontana da Dio? È un tentatore che chiude per sempre nell’egoismo? Ci si interroga sulle conseguenze delle
scelte economiche? Ci sono esperienze virtuose in merito?”. Il denaro può condurre ad un delirio di onnipotenza fino a rendere schiavi. Anche per un cristiano, la libertà non è garantita una volta per tutte, va conquistata giorno per giorno, confrontando l’esperienza di fede con le realtà economiche, sociali e politiche. La Parola di Dio mette in guardia dall’idolatria: il denaro può essere un buon mezzo, a condizione che sia messo al giusto posto. Gli esperti ci dicono che talvolta una speculazione bancaria può peggiorare irrimediabilmente la situazione economica per milioni di persone. Ci sono mezzi per sapere in poco tempo l’impatto o la ricaduta che un’operazione finanziaria può causare perfino in altri continenti. Paradossalmente, c’è una quantità enorme di soldi sulla terra. Le liquidità monetarie non sono mai state così abbondanti e tuttavia mai così mal ripartite e così improduttive perché bloccate da speculatori poco disposti ad “irrigare” l’economia reale. Siamo in piena parabola dei talenti. C’è chi li sotterra per paura dell’avvenire e per mancanza di fede e di fiducia nella Provvidenza. Altri – sono più rari – li fanno circolare nell’economia reale con investimenti a lungo termine, ad esempio nelle infrastrutture per l’energia pulita ed ecologica. Il Vangelo – l’abbiamo già detto – non condanna il denaro come mezzo, ma come fine. Invita finanzieri, dirigenti, politici, imContinua a pag. 2
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prenditori ad osare e ad accettare la sfida di guardare lontano e di lasciarsi interpellare dalle esigenze del bene comune. Anche in questo ambito fede e vita non vanno disgiunte. Come per i servi fedeli della parabola, la missione del cristiano è di portare frutto, come l’agricoltore che semina fiduciosamente pur nell’incertezza del raccolto. “Il denaro è un buon servitore ed un pessimo padrone” (San Giovanni Bosco). Conosco l’esperienza di una suora intraprendente che frequenta le periferie per soccorrere le persone in difficoltà e che bazzica, nel contempo, negli uffici di importanti imprenditori ed economisti. In questo momento di crisi economica e di crisi della speranza abbiamo la responsabilità di cercare soluzioni oltre gli individualismi, contestualmente alle leggi della finanza. Questa suora ha costituito un fondo per incoraggiare le congregazioni religiose a mettere in gioco i loro capitali per le loro iniziative di carità e di educazione. La sfida è dare al denaro la sua giusta utilità. La cosa ha suscitato perplessità, ma risponde né più né meno alla logica della parabola: questi investimenti non contraddicono la povertà, ma permettono di assicurare un avvenire alle suore e alle loro opere senza diventare un peso per la società. “Noi abbiamo offerto a Dio l’in-
MONTEFELTRO PERIODICO DELLA DIOCESI DI SAN MARINO -MONTEFELTRO NUOVA SERIE Anno LXIII - N. 6 - giugno 2017 Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/FC Aut. Trib. di Pesaro n. 72 del 3.4.1956 Iscritta al R.O.C. n. 22192 del 19.4.2012
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EDITORIALE
tenzione d’essere povere, non quella di sfruttare il nostro prossimo per questo” (Santa Teresa d’Avila). Ci sono persone più povere di noi, ma nel contempo possiamo essere “ricchezza per loro”: investire per donare. Il dono è un gesto che esprime la fede al pari della preghiera e del digiuno. La “cultura del dare” è una dimensione importante dell’educazione e diviene luogo di conversione. Oltre a questa esperienza, dovrei a questo punto presentare i modelli economici della banca etica e soprattutto dell’economia di comunione, nuovi modi di fare impresa ben distanti da una visione meramente capitalistica e collettivistica dell’economia (ma di questo si parlerà in altra occasione). Nell’Antico Testamento la ricchezza è vista come segno della benedizione di
Dio: “È buona se è senza peccato”. Dio non sopporta la miseria dei suoi figli. Gesù dirà: “Beati i poveri”, non perché poveri, ma perché hanno Dio dalla loro parte. Nella lingua ebraica la parola denaro e la parola desiderio hanno la stessa radice: denaro e desiderio possono migliorare la nostra condizione di esseri umani e aprire, ben indirizzati, nuovi orizzonti, ma, senza controllo, possono portare alla rovina. Non dimentichiamo tuttavia l’avvertimento del Signore: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno di Dio”. Per il cristiano il Regno di Dio è un valore assoluto, tutto il resto è subordinato a questo. Andrea Turazzi Vescovo di San Marino-Montefeltro
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UFFICIO CATECHESTICO
“PREGATE IL PADRONE DELLA MESSE CHE MANDI OPERAI PER LA SUA MESSE” di don Marco Scandelli* Chi può dire di non aver mai ascoltato o letto questo invito che san Luca pone sulle labbra di Gesù nel capitolo 10 del suo Vangelo? Domenica 7 maggio, quarta domenica di Pasqua, la cosiddetta “domenica del buon Pastore”, il Vescovo Andrea ha affrontato questo tema con una platea di oltre un centinaio di educatori della nostra Diocesi, riuniti a Novafeltria per l’ultimo degli incontri di “Catechesi per Catechisti” di questo Anno pastorale. L’attesa era molta, soprattutto perché la scarsità di vocazioni è vissuta oggi con urgenza in una Diocesi che benché piccola ha comunque sempre bisogno di nuovi preti e di nuovi consacrati e consacrate alla vita religiosa. Ma la vocazione, come ci è stato detto, non è anzitutto una decisione personale: è un Altro che chiama, che sceglie, che seduce, che ama, che “mette da parte per sé”, come è accaduto per Samuele o per Paolo e Barnaba (cfr. At 13,2-4). Ecco perché è necessario pregare Dio perché non smetta mai di chiamare nuovi e santi sacerdoti. È il Signore che sceglie e, come si può capire dalla lettura della vicenda personale di Osea, è pronto a tutto, pur di conquistare il prescelto: la fedeltà di Dio! Vocazione, infatti, significa “chiamata”. Allora, se le “vocazioni” scarseggiano, significa forse che il Signore sta chiamando sempre meno persone? Affatto! Dire che la chiamata non è anzitutto una decisione personale, non significa escludere totalmente la libertà dell’uomo. Può accadere, infatti, che il “telefono” squilli a vuoto, senza che alcuno alzi il ricevitore per ascoltare la voce di chi chiama. Pensiamo al “giovane-ricco”. Ma pensiamo, piuttosto in positivo, all’esempio sfolgorante di Maria che ha detto il proprio “eccomi” giocando tutta la propria libertà e intelligenza: «A che debbo che il mio Signore venga a me?». Il Vescovo, del resto, non ha mancato di citare anche i timori e le paure che possono generarsi nella persona che sco-
pre di essere scelta da Dio, perché “essere chiamati”, normalmente, non significa avere esperienze mistiche o sovrannaturali: “Chi può veramente sentirsi degno? Come si fa ad essere certi della vocazione ad una speciale consacrazione?”. Anche a questo, in fondo, serve la Chiesa: ad accompagnare, ad educare, anche a fare discernimento. “Sapere che il mio Arcivescovo era d’accordo a che diventassi pre-
ma, e la pace e la gioia inondano il cuore. In questo consistono la vera convenienza e la grande grazia di essere stati chiamati da Dio. Esperienza testimoniata dal Vescovo attraverso il racconto della vita di un giovane appena consacrato monaco che ha lasciato la sua vita di agi e certezze quando, incontrando il Signore, si è accorto di non possedere veramente
te, mi diete molta forza”, ci ha raccontato mons. Andrea. Una vocazione, dunque, che parte da Dio, incontra la libertà della persona e che si inserisce nell’alveo della Chiesa. Una vocazione, però, che non è dono “privato” per i singoli, ma “dono per essere donato”. “Non si diventa sacerdoti per se stessi, ma per gli altri”, ci è stato ricordato. Ecco perché si è scelti: per essere inviati, mandati a volte dove non si vorrebbe, solo perché il Signore però ha bisogno proprio lì. Ed è proprio nel momento in cui ci si dona, ci si spoglia volutamente di sé per essere braccia, gambe, voce di un altro, in quel momento accade qualcosa di totalmente corrispondente al desiderio del proprio cuore: la vita cambia, si trasfor-
nulla pur potendo avere tutto. La giornata si è conclusa con la recita comunitaria del Santo Rosario, offerto in particolare per i giovani della Diocesi, perché si mettano in ascolto della voce di Dio e non abbiano paura di scoprirsi chiamati a donare la vita per gli altri, per riaverla però in realtà indietro in un modo ancora più vero e bello. L’invito alla preghiera deve essere continuamente rinnovato, come ci ha indicato Gesù stesso: «Pregate il padrone della messe che mandi operai per la sua messe» (Lc 10,2). Ricordiamocene, dunque, soprattutto in questo tempo d’estate, meno frenetico rispetto alle altre stagioni dell’anno. Buona preghiera! * Direttore Ufficio Catechistico Diocesano
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UFFICIO LITURGICO
L’EUCARISTIA NEI SUOI RITI, DAL IV AL XV SECOLO (seconda parte) di don Raymond Nkindji Samuangala* Concludiamo il discorso su questo lungo periodo presentando la vita liturgica che esso ci tramanda, ovviamente semplificando al massimo. Assistiamo ad un continuo sviluppo della liturgia in positivo come in negativo. Fino al VII secolo la partecipazione dei fedeli alla Messa è ancora viva, con acclamazioni, risposte, canto delle parti convenienti come il Kyrie e il Sanctus, offerta dei doni per l’Eucaristia e i gesti corporali. Dal secolo VIII c’è un progressivo allontanamento del popolo da una vera e attiva partecipazione e dalla comunione eucaristica, allontanamento favorito anche da forme nuove di pietà eucaristica come il “vedere” l’Ostia o “adorarla” che conduce perfino a celebrare la messa con il Santissimo esposto. I secoli XI-XIII introducono nuovi usi di riverenza, per invitare i fedeli a rivolgere la loro attenzione al momento specialmente della consacrazione: preghiere per salutare privatamente il Corpo di Cristo, campanelli e candele, inchini per salutare il Corpo di Cristo, tenere le dita giunte da parte del sacerdote dopo aver toccato l’ostia consacrata in segno di rive-
CORSO NUOVI MINISTRI L’Ufficio liturgico sta valutando la possibilità di avviare all’inizio del nuovo anno pastorale un nuovo corso di preparazione ai ministri istituiti. Quanti saranno pronti ad impegnarsi stabilmente al servizio della Chiesa come Lettori, Accoliti o Ministri straordinari della Comunione, sono invitati a segnalare la loro disponibilità ai propri parroci.
renza. Nello stesso periodo si manifestano tendenze individualistiche e soggettivistiche con l’apparizione anche dei messali “plenari” che permettono al sacerdote di celebrare la messa completamente da solo, come “messa privata”, recitando sottovoce perfino i testi delle letture e dei canti. La liturgia diventa sempre più “la liturgia del clero”, nella quale i soli chierici fanno tutto. Il pergamo posto tra il presbiterio e l’altare divide lo spazio della chiesa in una “chiesa dei chierici” e una “chiesa del popolo”, rompendo così già architettonicamente l’unità dell’unica comunità di Cristo costituita da chierici e da fedeli (Adolf Adam-Winfried Haunerland). Appaiano la Messa “bifaciata”, cioè si celebra due volte fino al Sanctus e poi si dice una sola volta il Canone (Preghiera Eucaristica), così si pensa di non aver infranto il divieto di binare in vigore dal sec. X-XI; la messa “sicca”, cioè senza Canone, per commemorare un santo o soddisfare un’intenzione, evitando così di dire una seconda messa intera; moltiplicazione delle messe; la fioritura del culto dei santi e delle reliquie, dei pellegrinaggi; il sorgere della festa del Corpus Domini e altre forme di devozioni. Si assiste non tanto ad una mancanza di devozione quanto ad un’eccessiva riverenza per il sacramento che avrà come conseguenza, tra le altre, il fatto che l’ostia non è più deposta sulla mano, ma sulla lingua, e la comunione al calice non viene più fatta perché si temeva oltremisura, tra altri motivi, il rischio di versare anche una sola goccia… (Adolf Adam-Winfried Haunerland). Questi abusi ed altri risvegliarono però in molti cristiani sensibili il desiderio di una “riforma nel capo e nelle membra”. Così si devono riconoscere nel contempo la profonda fede, interiorità e disposizione al sacrificio da parte di vasti ambienti ed alcuni personaggi come Bernardo da Chiaravalle, i Francescani e i Domenicani ed altre correnti spirituali quale la Devotio moderna, che invitano ad una maggiore interiorizzazione della vita religiosa. Quello che è stato realizzato fino alla fine del Quattrocento costituisce il fondamento immediato per la riforma liturgica del Concilio di Trento. * Assistente collaboratore Ufficio diocesano per la Liturgia e i Ministri Istituiti
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VITA DELLA CHIESA
LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
Noi soldati, pescatori e pellegrini COME COLONNA LUMINOSA “TRA I FIUMI E IL FANGO DELLA STORIA” Il 6 maggio 1527 si consumò il “famoso” e “doloroso” “sacco di Roma”, “nel quale le Guardie Svizzere si distinsero in una coraggiosa e indomita difesa del Papa, fino al sacrificio della vita”: ad esse, riunite per accogliere il giuramento di quaranta giovanissime reclute, il Papa ha ricordato che “oggi siete chiamati ad un altro sacrificio non meno arduo: a servire cioè la potenza della fede… valida barriera per resistere a colui che… «va in giro come un leone cercando chi divorare» (1 Pt 5,8). A loro, come a noi, Cristo rivolge la domanda che la Madonna fece ai tre pastoriños di Fatima: «Volete offrirvi a Dio?». La risposta – «Sì, lo vogliamo!» – ci dà la possibilità di capire e imitare la loro vita” (Fatima, ai malati, 13.05). “Nel «chiedere» ed «esigere» da ciascuno di noi l’adempimento dei doveri del proprio stato (Lettera di Suor Lucia, 28 febbraio 1943), il cielo mette in moto qui una vera e propria mobilitazione generale contro questa indifferenza che ci raggela il cuore e aggrava la nostra miopia. Così non saliamo alla croce per trovare Gesù; ma è stato Lui che si è umiliato ed è sceso fino alla croce per trovare noi e, in noi, vincere le tenebre del male e riportarci verso la Luce” (Canonizzazione dei Beati Francesco e Giacinta Marto, 13.05). Anche Maria, come il Figlio, si fa trovare nel fango dell’umanità: nel festeggiare i 300 anni di Nostra Signora Aparecida (Consiglio episcopale latinoamericano, 9-12.05), Francesco ha ricordato la vicenda dei pescatori che “uscirono per guadagnarsi da vivere e furono sorpresi da un ritrovamento che cambiò i loro passi: nella loro quotidianità vennero trovati da una piccola immagine tutta ricoperta di fango. Era Nostra Signora della Concezione… Uomini abituati ad affrontare le inclemenze con il vigore e una certa santa «osti-
nazione» di chi ogni giorno non smette – perché non può – di gettare le reti”. E “poiché nessun’altra creatura ha visto risplendere su di sé il volto di Dio come Lei, che ha dato un volto umano al Figlio dell’eterno Padre” (Fatima, Benedizione delle candele, 12.05), a Lei il Papa si è rivolto a Fatima in un’intensa preghiera, preceduta da un lungo sguardo silenzioso alla “Signora dalla veste bianca” che porta incastonata nella corona il proiettile che il 13 maggio 1981 colpì Giovanni Paolo II: “Pellegrino della Luce… rendo grazie a Dio Padre che, in ogni tempo e luogo, opera nella storia umana… Saremo, nella gioia del Vangelo, la Chiesa vestita di bianco, del candore lavato nel sangue dell’Agnello versato anche oggi nelle guerre che distruggono il mondo in cui viviamo. E così saremo, come Te, immagine della colonna luminosa che illumina le vie del mondo… adornaci col fulgore dei gioielli della tua corona e rendici pellegrini come Tu fosti pellegrina” (Cappellina delle Apparizioni, 12.05) fin dal principio, nell’Egitto che la accolse, in fuga da Erode, con Gesù e Giuseppe (Viaggio in Egitto, Omelia, 29.04). “Quando Gesù è salito al cielo, ha portato accanto al Padre celeste l’umanità – la nostra umanità – che aveva assunto nel grembo della Vergine Madre, e mai più la lascerà… fissiamo la nostra speranza in quella umanità collocata nel Cielo alla destra del Padre (cfr Ef 2,6). La presenza divina divenne costante nella loro vita [dei tre pastorelli], come chiaramente si manifesta nell’insistente preghiera per i peccatori e nel desiderio permanente di restare presso ‘Gesù Nascosto’ nel Tabernacolo” (13.05). Monache dell’Adorazione eucaristica - Pietrarubbia
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LA TERZA
UN FATTO AL MESE
L’ULTIMA CENA di Suor Maria Gloria Riva* Nella chiesa di San Silvestro di Monte Grimano, una grande pala raffigurante l’Ultima Cena, copia di un’opera di Federico Barocci (Cattedrale di Urbino 1535-1612), illustra ai fedeli la profondità del Santissimo Sacramento. La pala, tra l’altro, documenta la fama del Barocci, infatti fu probabilmente realizzata nel 1607. Si tratterebbe cioè di una copia eseguita prima della morte del Barocci e, soprattutto prima del divieto, da parte del Capitolo del Duomo di Urbino, di eseguire copie a grandezza naturale della Cena originale in loro possesso. La nostra tela, pur non essendo identica al formato dell’originale, conserva grandi dimensioni. Il «clima» pittorico in cui si colloca l’opera è quello delle visioni del Tintoretto, con un gusto del colore che rimanda con forza alla tradizione veneta. L’impianto scenico è costruito su 3 piani: uno vicinissimo all’osservatore, uno intermedio che ha in Cristo il punto focale e un terzo sopraelevato, dove angeli in volo assistono al Mistero. I tre piani descrivono, in certa misura, i gradi di osservazione del fedele che, avvicinandosi al Mistero centrale della nostra fede, se ne rende progressivamente consapevole. Lo sguardo dello spettatore, infatti, cade immediatamente sull’uomo in primo piano inginocchiato che, rivolto verso gli astanti opera un movimento improvviso verso destra obbligando così a scorgere un bimbo che partecipa con altri all’allestimento del banchetto. Un uomo, in piedi accanto al fanciullo, pulisce vigorosamente un recipiente. Sono chiare menzioni alla Pasqua ebraica che vuole protagonisti del rito i soggetti più giovani. Sono essi, con le loro domande, a rendere possibile il racconto delle gesta del Signore per il suo popolo. Nel recipiente scrupolosamente pulito c’è l’implicita menzione agli azzimi. Anche il cristiano che si accosta alla Mensa del Signore è richiamato a rinunciare al vecchio lievito del peccato. Questo pri-
missimo piano, educa allora il fedele a prepararsi adeguatamente al Sacramento, mediante un esame di coscienza e la confessione sacramentale, secondo l’ammonimento dell’apostolo: togliete via il lievito vecchio della malizia poiché siete azzimi (cfr 1Cor 5,7 ss).
Seguace di Federico Barocci, Ultima cena, olio su tela, 229 cm x 322 cm, chiesa di San Silvestro, Monte Grimano
Tra i commensali due apostoli distolgono lo sguardo da Cristo e dalla tavola. Uno è Pietro che, vestito di giallo, colore dell’ira, sta riponendo nel fodero un coltello (lo stesso con il quale colpirà una delle guardie del tempio). L’altro è Giuda che, deluso, impugna il sacchetto del denaro, obbligandoci a guardare sulla destra del dipinto. Qui un uomo, accanto a un cane, versa dell’acqua. Il gesto rimanda al miracolo delle nozze di Cana, dove l’acqua trasformata in vino è allusione alla trasformazione del vino in sangue. Il cane, invece, simboleggia la fedeltà di Dio che attraverso i profeti aveva promesso un banchetto salvifico offerto a tutti i popoli, promessa che si realizza pienamente nel sangue di Cristo. Ecco lo scandalo degli apostoli e in particolare di Giuda: il Figlio di Dio
non solo si è fatto carne ma, per restare con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo, arriva a farsi “cosa”, ovvero “pane”. Il secondo piano della pala racconta quindi la storicità dell’evento salvifico e la sua inserzione nel mistero dell’iniquità. In questo settore, scorgiamo sullo sfondo persone contemporanee al pittore (nell’originale del Barocci sono membri della famiglia dei della Rovere) che testimoniano al credente come quest’evento salvifico accaduto negli ultimi giorni della vita di Cristo, perdura misteriosamente e misticamente qui ed ora, grazie alla dimensione sacramentale. La parte alta della pala di Monte Grimano racconta, attraverso l’adorazione angelica, il culto latreutico al Sacramento quello che, liturgicamente, si evidenzia con la solennità del Corpus Domini. Fu tale la coscienza cristiana nei secoli circa la centralità del Mistero Eucaristico che lo si è voluto commemorare non solo nella Solennità del Giovedì Santo, ma anche nella Solennità del Corpus Domini. Sottolineando, in risposta all’eresia catara o degli albigesi, la fede nella Presenza Reale di Cristo nell’Eucaristia dopo la celebrazione Eucaristica. Il coinvolgimento di noi spettatori all’interno della scena avviene attraverso i due apostoli che tradirono il Salvatore. Sono proprio questi apostoli che ci ammoniscono sulla retta posizione da assumere per non cadere nel dramma dello scandalo: che le sofferenze della vita non ci allontanino da Colui che, proprio per aver compatito la nostra condizione umana, è in grado di dare un senso e una risposta ultima alle contraddizioni della vita. Chi si ciba alla sua mensa avrà capacità e forza per comprendere il valore della sofferenza e la grazia della risurrezione. * Monache dell’Adorazione Eucaristica Pietrarubbia
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PASTORALE SOCIALE
GIORNATE DI RIFLESSIONE E PREGHIERA PER LA POLITICA
ECONOMIA ED ETICA: COME SUPERARE LE LOGICHE DELL’INEQUITÀ di Gian Luigi Giorgetti* Il 22 giugno si celebrerà la festa di San Tommaso Moro, patrono dei politici e governanti. Per l’occasione la diocesi propone una serie di iniziative per riaffermare la considerazione che la Chiesa ha della politica, vocazione altissima e forma preziosa di carità a servizio alla vita sociale per il bene comune. Quest’anno al centro della riflessione vi sarà il rapporto tra economia ed etica. La motivazione è che in questi anni di crisi finanziaria ed economica è stata trascurata l’analisi dell’origine del fenomeno: una profonda crisi antropologica che nega il primato dell’essere umano, riducendo l’uomo solo al suo bisogno di consumo. Papa Francesco descrive severamente questa economia e i suoi effetti: “Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità”. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è esclusione. Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è inequità” (EG n. 53). L’esclusione e l’inequità hanno sviluppato una globalizzazione dell’indifferenza che rende incapaci di compassione. Questa visione dell’economia rifiuta l’etica, che relativizza il denaro e il potere, e rifiuta Dio, che chiama l’essere umano alla sua piena realizzazione e all’indipendenza da qualunque tipo di schiavitù. Finché non si risolveranno le cause strutturali della inequità, non si risolveranno i problemi del mondo in quanto è alla base dei mali sociali (EG n. 202). Dal momento che la dignità di ogni persona umana e il bene comune sono questioni che devono strutturare la politica economica, le giornate di riflessione e preghiera vogliono coinvolgere e sensibilizzare su questo tema tutta la comunità, ma particolarmente chi ha scelto un impegno diretto in politica. Il programma delle giornate prevede venerdì 9 giugno alle ore 21 presso la sala Montelupo a Domagnano una conferenza sul tema “Economia ed etica: come superare le logiche dell’esclusione e dell’inequità”. Sarà relatrice Sr. Alessandra Smerilli, docente di economia presso la
Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium e l’Università Lumsa e Segretario del comitato scientifico delle Settimane sociali dei cattolici. Domenica 18 giugno tutte le comunità parrocchiali della diocesi saranno invitate a ricordare nella preghiera i politici ed amministratori. Il 22 giugno alle ore 21 presso il Santuario della Madonna della Consolazione di Borgo Maggiore, nell’ambito del Giubileo parrocchiale, si celebrerà il Giubileo dei Politici, un momento di preghiera aperto a tutti con un particolare invito
agli impegnati in politica. Per testimoniare l’amicizia e la vicinanza della comunità diocesana a chi si impegna con spirito di servizio in politica, sabato 17 giugno alle ore 20.30 presso il campo sportivo dell’Oratorio Don Bosco di Murata si svolgerà una partita amichevole di calcio tra una rappresentanza dei sacerdoti e una degli impegnati in politica di San Marino e del Montefeltro. * Responsabile Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro
UFFICIO PASTORALE SOCIALE E DEL LAVORO
UFFICIO DIOCESANO PER LA PASTORALE SOCIALE DIOCESI DI SAN MARINO-MONTEFELTRO
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NOTIZIE DALLA CARITAS
CONVEGNO CA CRONACA ESSENZIALE Secchiano, domenica 30 aprile 2017. Manca un’ora all’inizio del 12° Convegno Diocesano. E mentre fervono i preparativi, si passano in rassegna i dettagli e si mettono a fuoco i ritocchi, ecco arrivare i primi due partecipanti! Chi ben inizia… Ore 15:15: la sala della casa di prima accoglienza è già piena! C’è molta attesa. Ma, soprattutto, c’è molta gioia! È uno stringersi di mani, uno scambio di sorrisi. Gratitudine ed entusiasmo sono palpabili! Arrivano i Sacerdoti: alla fine saranno tanti! C’è un via vai di sedie, perché quelle predisposte non bastano... Il nostro Vescovo attraversa la sala accolto da un grande applauso. Poi tocca all’Arcivescovo Paolo Rabitti: anche per lui un abbraccio di cuori in festa! Motto del Convegno: “Ascoltare, annunciare e servire: questa è la Chiesa!”. Intenso il programma. Ci sono tutti i presupposti per un pomeriggio indimenticabile. E così è stato!
LA RELAZIONE DI S.E. MONS. PAOLO RABITTI
L’INIZIO DEI LAVORI: IL PRIMATO DELLA PAROLA DI DIO Tocca quindi all’Arcivescovo Paolo Rabitti, infiammare i cuori Ore 15,45: Don Pierluigi Bondioni intona il Veni Creator. Non poteva essere altrimenti: gli 8 versetti degli Atti degli Apostoli, scelti come Testo-guida del Convegno, si trovano dopo il racconto della Pentecoste! E mentre i presenti invocano lo Spirito Santo, Don Sante Celli (Parroco di Secchiano) intronizza il Lezionario da cui poi legge i versetti intorno ai quali ha ruotato il 12º Convegno Caritas. La Parola di Dio intende dare il “timbro giusto” a tutte le parole seguenti!
LA PAROLA DEL NOSTRO VESCOVO Dopo la proclamazione della Parola di Dio, l’assemblea si pone in ascolto della parola del Vescovo, procurator pauperum (= 1° responsabile della carità), oltre che anello di quella catena ininterrotta che collega vitalmente la Chiesa di San Marino-Montefeltro a quella ‘dipinta’ da S. Luca negli Atti degli Apostoli. E Mons. Turazzi rimarca proprio la necessità di essere uniti al Vescovo. Poi, riconnettendosi al brano evangelico dei discepoli di Emmaus, invita i presenti a restare con Gesù, per essere ricolmi di quello Spirito che il Crocifisso-Risorto dona alla sua Chiesa senza misura.
dei presenti, con una relazione intensa, godibile, a tratti sublime, capace di coniugare le sfumature della filologia, alle profondità della teologia, tramite la concretezza di esempi di rara efficacia. Con freschezza, creatività ed una formidabile simpatia, l’Arcivescovo Paolo passa in rassegna i 3 verbi che caratterizzano il tema del Convegno, invertendone l’ordine: ascoltare; SERVIRE; annunciare. Si viene così a sapere che quando S. Luca negli Atti afferma che i primi cristiani erano “assidui” nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli, sta dicendo che essi erano “tutt’orecchi”. E in Atti 16,14 i cristiani sono descritti come quelli che hanno “aperte le orecchie del cuore”. Dall’ascolto si passa al servizio: “il servizio ci rende imitatori di Dio”. “Non limitatevi a fare il bene, ma vogliate bene”, esorta l’Arcivescovo Paolo. Che poi aggiunge: “fate in modo che il prossimo vi diventi intimo”. Arriva così il 3° verbo: annunciare. Mons. Rabitti chiama in causa l’esperienza di Andrea e Giovanni (cfr. Gv 1,35-42): “La rivelazione di Gesù, della sua resurrezione, diventa annuncio”. Poi, mettendo in fila la prima parola in latino del Salmo 115 e del Salmo 114, conia uno slogan che racchiude il senso del suo intervento: “Ho creduto, ho amato, quindi ho annunciato!”.
UN DIPANARSI PIACEVOLE DI VOCI E DI VOLTI Dopo la relazione di Mons. Rabitti si assiste ad un entusiasmante alternarsi di voci, volti, filmati e slide. Tocca innanzitutto a Maurizio Cima (che si è anche avvalso di un simpatico video), presentare i progetti realizzati e quelli in cantiere. Brillante poi l’intervento di Luca Foscoli (incaricato diocesano del “Sovvenire”) che con acutezza spiega come la scelta di destinare l’8‰ alla Chiesa Cattolica, al momento della denuncia dei redditi, è in linea con l’ideale di condivisione presente proprio negli Atti degli Apostoli, e diviene indispensabile ai fini dell’evangelizzazione, del sostegno ai Sacerdoti e della carità.
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NOTIZIE DALLA CARITAS
ARITAS 2017 DI UN POMERIGGIO INDIMENTICABILE... Di seguito, Lorenzo Flenghi “giovane e talentuosa promessa della Caritas”, avvalendosi di efficaci slide e di competenti commenti, illustra il “Rapporto sui bisogni e sulle povertà 2016”, distribuito ai presenti. Alle sue parole hanno fatto eco e commento quelle suggestive di Elena Vannoni, Vicesindaco di Novafeltria (Comune nel cui territorio ha avuto luogo il Convegno), che ha concluso il suo intervento dicendo: “Siete il braccio di una Chiesa che si dona. Siete il rifugio dei disperati, siete importante e spesso fondamentale alleato delle amministrazioni pubbliche, laddove le nostre risorse finiscono. Per tutto questo, e per l’amore con cui lo fate, che non è cosa scontata, vi ringrazio pubblicamente a nome di tutti i cittadini che rappresento”. Puntuale ed incoraggiante, infine, il saluto di Sauro Bandi, Delegato Regionale della Caritas, che si congratula per i contenuti, per l’entusiasmo e il clima di armonia ecclesiale che ha avuto modo di respirare a Secchiano.
LE VOCI DEL “DOPO-CONVEGNO”: COMMENTI A CALDO DEI PARTECIPANTI
CONCLUSIONI SÌ, MA CON UNO SGUARDO... ALLE ORIGINI! A quel punto – dato il rispetto dei tempi da parte dei ‘relatori’ – e prima della gustosa cena fraterna, è possibile dare voce ai presenti, i quali hanno offerto il proprio apporto ad un Convegno pensato per “informare; formare e forgiare una nuova mentalità” – come ha ricordato il sottoscritto in sede di ringraziamenti e saluti. “La nostra scelta ha inteso ritornare alle origini, per riscoprire la nostra identità. Solo chi è conscio della propria identità, potrà mettere in atto azioni consapevoli ed inequivocabili di carità... San Giovanni Paolo II, a conclusione della GMG del 2000, ebbe a dire: Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo! Se saremo cristiani che ascoltano, annunciano e servono, saremo Chiesa. E se saremo Chiesa che ascolta, serve ed annuncia, saremo una comunità ardente, una comunità capace di autentica carità!”. Sac. Carlo Giuseppe Adesso
“Oggi abbiamo realizzato finalmente un’immagine di Chiesa-famiglia” (Licia, San Marino, anni 97!). “È stato tutto davvero molto bello” (Zef, bosniaco, Belforte). “Convegno ben organizzato. Piacevole ed interessante. Bello e prezioso il servizio che si rende” (Federico, Ufficio famiglia). “È la prima volta che partecipo. Ho sperimentato il cuore pulsante della Chiesa. Mi è venuta in mente la moltiplicazione dei pani: se mettiamo a disposizione quello che abbiamo, Gesù lo moltiplica” (Gianfranco, Fratte, Candidato Diacono). “Ascoltare, servire e annunciare, si uniscono nel verbo incontrare durante il convegno Caritas 2017. Questo si è respirato durante il Convegno dove tutti hanno visto ciò che si fa e chi si aiuta. Nessuno si è sentito escluso da questo essere parte di Chiesa in cammino. Una carità senza finzioni. Un convegno che pone le basi per il prossimo futuro della Caritas diocesana e, in definitiva, del popolo di Dio che vive nella Chiesa di San Marino-Montefeltro” (Luca, Incaricato “Sovvenire”). “Una bellissima giornata di condivisione. Tanto arricchimento interiore, oltre che tanti stimoli per continuare il nostro cammino” (Melissa, Piandimeleto) “Ciò che mi ha colpito è che molte persone della nostra Diocesi sono impegnate attivamente e gratuitamente per sovvenire alle necessità, anche materiali, di tutti coloro che ne fanno richiesta” (Jonathan, San Leo, 19 anni).
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IL PERSONAGGIO DEL MESE
INTERVISTA
a cura di Francesco Partisani
INTERVISTA AL MAESTRO STEFANO CUCCI Ti chiediamo innanzitutto di presentarti sia per i più giovani ma anche per tutti i nostri lettori comunicandoci particolari della tua passione per la musica, com’è nata, chi ti ha ispirato nell’intraprendere un percorso così difficile. Ti senti appagato per i risultati fino ad oggi raggiunti?
Festival che dal 1985 ancora continua nel periodo estivo. Sono ormai 36 anni che vivo a Roma ma ogni volta che ritorno nella mia terra rinnovo il mio senso di appartenenza, ritrovo i vecchi amici, la mia famiglia che ancora è lì nonostante la recentissima e dolorosa perdita di mia madre.
Il mio rapporto con la musica nasce un po’ come tutte le storie dei bambini che si avvicinano al pianoforte di casa e cominciano a strimpellare destando la curiosità dei genitori. A 11 anni fui mandato a lezione da Alfredo Speranza, ottimo pianista e grande didatta, che abitava ed insegnava a Rimini. Gli studi musicali proseguirono con costanza parallelamente a quelli liceali ed universitari fino al giorno in cui, dopo il diploma di pianoforte, decisi di studiare composizione. Era il 1981 e quel settembre segnò definitivamente il mio destino professionale. Abbandonai il diritto a pochi esami dalla laurea e cominciai a frequentare le lezioni di composizione a Roma con Irma Ravinale che sarebbe diventata di lì a poco Direttore del Conservatorio di Santa Cecilia. Era una delle più severe insegnanti romane, allieva di Petrassi ed epigona della grande tradizione contrappuntistica italiana. Furono 10 anni di duro lavoro che mi abituarono alla disciplina nella scrittura ed al più severo rigore compositivo. Nel frattempo avevo frequentato i corsi di direzione di coro con il maestro Piccillo, allora direttore del coro della Rai, diplomandomi nel 1988, e di direzione d’orchestra con Danilo Belardinelli eccellente direttore e violinista. Non appena conseguito il diploma in Composizione ebbi il mio primo incarico di docenza presso il Conservatorio di Santa Cecilia nella classe di esercitazioni corali. Fu così che cominciò il mio lavoro di didatta che ho svolto nei conservatori di Roma, Messina, Cosenza, Sassari e Potenza fino alla mia attuale titolarità di cattedra presso il Conservatorio di Frosinone come docente di lettura della partitura. Oggi, dopo tanti anni mi sento appagato dal mio rapporto professionale con i ragazzi, tutti studenti di Composizione, e dall’insegnamento privato del pianoforte che non ho mai abbandonato e che mi ha dato grandi soddisfazioni.
I nostri lettori sono certamente interessati a conoscere, per grandi linee, gli step che più ti hanno impegnato e quali i più difficili che hai dovuto superare?
Come motivi il grande legame che senti con la tua terra d’origine? Ho trascorso la mia infanzia e la mia adolescenza nel Montefeltro dove, giovanissimo e ancora inesperto, esercitavo quella che sarebbe divenuta inaspettatamente la mia professione futura. Con il coro della mia parrocchia prima e con quelli di Pennabilli e di San Leo poi, dirigevo le messe di Perosi e di Tosi e aprivo, nei primi anni ’80, una scuola di pianoforte da cui sarebbero usciti allievi oggi musicisti di fama internazionale quali Mirko Roverelli, Marco Forgione, Michele Reali. Questo rapporto musicale non si è mai interrotto perché è proseguito con la direzione artistica del San Leo
La mia attività professionale si può dividere in due grandi fasi. La prima è quella dello studio, lungo, severo e molto formativo che hho impostato scegliendo i migliori insegnanti ddisponibili e le occasioni più interessanti di appprofondimento e di perfezionamento (non ultima la laurea in Estetica Musicale presso l’Unim vversità di Bologna conseguita pochi anni fa). La seconda è la fase di affermazione nel campo L che è stata una diretta conseguenza llavorativo a ddell’investimento nello studio. Solo gli anni di insegnamento fuori sede, molto lontano come a Messina o a Sassspesso p sari, sono stati sa vveramente imppegnativi e fama non tticosi i hho incontrato diffittroppe r ccoltà o nella mia aattività conccertistica che mi ha ben prem regalato ssto t ggrandi soddinei ssfazioni f anni in llunghi u cuii sono stato di direttore ddell C Coro Li Lirico Sinfonico Romano, uno dei i Si f i R più importanti complessi capitolini, con cui ho eseguito gran parte del repertorio sinfonico-corale ed operistico. Come sono avvenuti gli incontri con i grandi personaggi della musica con alcuni dei quali hai anche collaborato e tutt’ora collabori: ci puoi dire qualcosa anche di queste collaborazioni? Proprio l’aver fondato e diretto questo complesso corale professionale mi ha dato la possibilità di incontrare interessanti musicisti sia nel campo della musica classica che in territori meno accademici. Mentre nel repertorio sinfonico e lirico posso ricordare di aver collaborato con tanti artisti di livello internazionale quali Carreras, Bocelli, Domingo, Ricciarelli, Gasdia, Caballeè, Bruson, Dessì e molti altri, in ambiti diversi ho avuto collaborazioni interessanti. Per esempio con la trasmissione radiofonica La barcaccia di RAI Tre con cui ho lavorato in diverse opere in diretta dagli studi di Via Asiago. Ma anche con artisti di altra provenienza quali Renato Zero nel tour 2003, Riccardo Cocciante per il quale ho registrato il disco del musical Giulietta e Romeo o Roger Waters, mitico fondatore dei
MONTEFELTRO Pink Floyd, con cui ho eseguito la prima mondiale della sua opera pop Ca Ira a Roma nel 2005. Certamente il mio incontro più importante è stato quello con Ennio Morricone di cui dal 2002 sono preparatore dei cori in Italia ed all’estero e, negli ultimi tre anni, delle orchestre per tutti i suoi tour mondiali. Questo mi ha dato la possibilità di dirigere grandi orchestre quali la Scala di Milano, l’Accademia di Santa Cecilia, la Sinfonica Nazionale Ceca, la Filarmonica di Zagabria, Roma Sinfonietta. Cosa ti lega in modo particolare alla Città di San Leo dove da anni sei presente nell’organizzazione di grandi eventi musicali-culturali? San Leo ebbi modo di frequentarlo negli anni in cui dirigevo il coro di Pennabilli e collaboravo con Nicoletta Carletti per la messa di San Leo del primo agosto. Nel 1985, per l’Anno Europeo della Musica, mi fu chiesto di organizzare un concerto e da allora la mia collaborazione non si è mai interrotta passando dalla Rassegna Giovani Esecutori degli anni ’88/89 al Festival sulla musica massonica dei primi anni ’90 ed al San Leo Festival rinato nel 2010 su interessamento dell’attuale Sindaco Mauro Guerra. Ho molti amici a San Leo ed anche una vecchia storia familiare: un mio antenato Cucci risulta essere stato notaio della città nel lontano 1576! Cosa pensi del fervore che, in tante località decentrate, come potrebbero essere quelle del nostro Montefeltro, impegna tante persone per favorire l’approccio alla cultura musicale in generale e a quella classica-operistica, in particolare, come avviene nella Città di San Leo? Ritengo che l’Italia sia il paese della “provincia”. Alle attività culturali che animano le nostre grandi città si affianca una variegata ed interessantissima quantità di eventi decentrati nelle piccole realtà e nei borghi più suggestivi, che trova massimo vigore nella fioritura incredibile di festival estivi. Tutto ciò qualifica e sostiene la vocazione turistica di molte località italiane. Spesso tutto è affidato alla volontà dei singoli o a benemerite asso-
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INTERVISTA ciazioni e Proloco che, con pochi fondi e nella ormai storica e colpevole disattenzione delle amministrazioni centrali, riescono a sostenere il peso di programmazioni comunque onerose. Questo è un segno di vitalità e mi auguro che i giovanissimi vengano presto in soccorso di noi “anziani” che da decenni ci facciamo carico di difendere la tradizione culturale italiana. Come trovi, in generale, il pubblico che assiste ai tuoi concerti: attento, interessato, con una buona cultura musicale? In tanti anni di attività come Direttore Artistico ho incontrato sempre un pubblico attento e curioso. È chiaro che le proposte che si rivolgono ad una platea estiva devono essere diverse da quelle che si fanno in una sala da concerto e devono tenere conto di diversi fattori, non ultimo il fascino delle location in cui lo spettacolo ha luogo. A San Leo si è fatta anche musica contemporanea senza troppo scandalo così come musica antica od operistica e quest’anno, il 15 giugno, il Festival sarà inaugurato dalla Cappella Sistina con un concerto dedicato alla musica dei Papi. Puoi anticipare per i nostri lettori i tuoi programmi futuri? Nell’immediato futuro c’è l’uscita di un disco con il mio gruppo strumentale Pentarte dedicato a 10 importanti compositori contemporanei tra cui Ennio Morricone di cui ho inciso 2TTX4 e la pubblicazione di un secondo Cd per la stessa casa discografica con lavori commissionati ad importanti compositori quali Nicola Piovani e Franco Piersanti. Inoltre a luglio comincerà un tour Italiano con Morricone che partirà il 7 dal Foro Italico per proseguire a Lucca e Caserta ed in agosto all’Arena di Verona con due concerti il 30 e 31. A settembre sarà la volta di Parigi, Dublino e Rotterdam con l’orchestra Sinfonica Nazionale Ceca. A breve dovrebbe uscire, pubblicato da “Musica e oltre”, il mio libro Lontane presenze... l’universo poetico di Ennio Morricone, un saggio critico sulla produzione di musica colta del compositore romano.
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EVENTI
UN CONVEGNO PER «CUSTODIRE LA BELLEZZA» di don Gabriele Mangiarotti* Giovedì 15 e Venerdì 16 giugno 2017 si svolgerà a San Leo il Convegno “CUSTODIRE LA BELLEZZA - Valorizzazione culturale e turistica dei beni artistici ecclesiastici”, promosso dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli” delle Diocesi di Rimini e di San Marino-Montefeltro. Si propone di approfondire alcune importanti tematiche inerenti alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici, declinandole, necessariamente, all’interno di un più ampio confronto pubblico di natura sia interdisciplinare sia istituzionale. Il ricco programma, che vedrà la partecipazione del nostro Vescovo e anche di sr. Maria Gloria Riva, tra gli altri, ci vuole aiutare a collocare la bellezza nell’orizzonte della esperienza ecclesiale e quotidiana. Se è vero che «la bellezza salverà il mondo» allora potremo partecipare a un evento che ridarà sostanza al nostro cammino e impegno culturale e persino familiare, indicando a tutti che ciò che ha caratterizzato la nostra storia può rivivere in questi tempi drammatici per la vita della società e delle nostre famiglie. Partecipare non è solo segno di comprensione dell’urgenza di questa riscoperta del bello (per risalire dalla Bellezza al Bellissimo, come ci ha ricordato il Papa emerito Benedetto XVI) ma diventa occasione di rinascita di una presenza nel contesto del nostro territorio che avrà sicuramente una ricaduta nell’impegno educativo e nella formazione dei giovani delle nostre comunità. * Incaricato diocesano per la Pastorale della Cultura PROGRAMMA:
GIOVEDÌ 15 GIUGNO (CATTEDRALE DI SAN LEO) Ore 21,00 - Concerto inaugurale “San Leo Festival 2017” “Cantate Domino” - La Cappella Sistina e la musica dei Papi Concerto della Cappella Musicale diretto da Mons. Massimo Palombella VENERDÌ 16 GIUGNO (PALAZZO MEDICEO) Convegno Ore 9 - Saluti delle istituzioni S.E. Mons. ANDREA TURAZZI (Vescovo di San Marino-Montefeltro); S.E. Mons. FRANCESCO LAMBIASI (Vescovo di Rimini); Mons. VALENTINO BULGARELLI (Preside FTER); LIVIANA ZANETTI (Presidente APT EmiliaRomagna); MAURO GUERRA (Sindaco di S. Leo); AUGUSTO MICHELOTTI (Segretario al Turismo - RSM); ROBERTO MONACCHI (Presidente della Società di Studi Storici per il Montefeltro) Introduzione NATALINO VALENTINI (Direttore ISSR “A. Marvelli”, Diocesi di Rimini e di San Marino-Montefeltro) I SESSIONE (dalle ore 9,30 alle 13) L’ARTE SACRA: RISORSA, IDENTITÀ, BELLEZZA Coordinamento: Arch. JOHNNY FARABEGOLI, ISSR “A. Marvelli” (Ufficio Beni Culturali - Diocesi di Rimini) L’arte nella vita della Chiesa Estetica della fede e destino della Bellezza DON GIULIANO ZANCHI (Teologo e direttore generale del Museo Diocesano “Adriano Bernareggi” - Rete Musei Diocesi di Bergamo) La funzione pastorale dei beni culturali ecclesiastici Da problema a risorsa, strumento vivo di identità e sviluppo MONS. VALERIO PENNASSO (Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e il Servizio Nazionale per l’edilizia di culto CEI) Pausa - Coffee break
Comunicazione Mirabilia urbis Esperienze di valorizzazione e comunicazione del patrimonio artistico del territorio DOTT. FRANCESCO RAMBERTI (Direttore Kaleidon, studio di comunicazione) Sosta pranzo Visite guidate (dalle 14,30 alle 15,30) alla Pieve e al Museo di Arte Sacra condotte da Auro Panzetta e Alessandro Giovanardi (ISSR “A. Marvelli”). II SESSIONE (dalle ore 15,30 alle 17,30) TAVOLA ROTONDA su I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI: PROSPETTIVE DI VALORIZZAZIONE Coordinamento: AVV. MASSIMO PASQUINELLI (Esperto in Diritto dei Beni Culturali) Beni culturali e turismo religioso Sfide e opportunità S.E. MONS. CARLO MAZZA (Amministratore apostolico di Fidenza, delegato della Conferenza Episcopale Emilia-Romagna per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport) Valorizzazione dei beni culturali artistici e religiosi in Emilia-Romagna Nuove prospettive giuridiche e politiche DOTT. ANDREA CORSINI (Assessore al turismo Regione Emilia-Romagna) Le istituzioni al servizio della valorizzazione dei patrimoni culturali ecclesiali Esperienze regionali e internazionali a confronto PROF. LUCA BARALDI (Docente presso l’ISSR di Santa Maria di Monte Berico, Vicenza Scientific Advisor della Foundation for Jewish Heritage di Londra) Pausa - Coffee break III SESSIONE (dalle ore 17,45 alle 19) IL “CANTIERE” DEL PATRIMONIO CULTURALE ECCLESIALE Comunicazioni di alcune esperienze Le vie della fede e i Parchi culturali ecclesiali Strategie di crescita del turismo religioso Mons. MARIO LUSEK (Direttore Ufficio Nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della CEI) Percorsi di fede in Lombardia Presentazione del progetto regionale PROF. MAURIZIO BOIOCCHI (Docente di Marketing e comunicazione turistica allo IULM - Milano, responsabile di “Luoghi e cammini di fede”)
Educare alla Bellezza Attraverso arte, fede e cultura SR. MARIA GLORIA RIVA (Storica dell’arte e saggista, Diocesi San Marino-Montefeltro)
L’Opera Pellegrinaggi della Romagna Esperienze a 4 anni dal suo avvio DON TIZIANO ZOLI (Responsabile della Commissione Regionale per la Pastorale del Turismo e Presidente di “O.pe.ro”)
Dibattito
Dibattito conclusivo
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SAN LEO FESTIVAL 2017 L’iniziativa è divenuta fiore all’occhiello della stagione culturale di San Leo e, direi, regionale. Sono tanti i grandi artisti che ci hanno aiutato a far crescere il Festival, grazie al fondamentale apporto del Direttore artistico Stefano Cucci: Ennio Morricone, Uto Ughi, Salvatore Accardo, Luis Bacalov, Nicola Piovani, ... Si aggiunga la forza evocativa di San Leo, il fascino delle sue architetture e delle sue atmosfere suggestive ed il quadro si compone in modo così accattivante da poter coinvolgere anche personalità di grande caratura. Associare eccellenze di indiscutibile prestigio alla Città, nel nome della qualità e dell’armonia è per noi un ottimo modo di promuovere San Leo ed il suo territorio. Infatti, questa ed altre iniziative determinano anche positive ricadute sul contesto socio-economico territoriale. Anche per l’imminente stagione siamo riusciti a coinvolgere un’ennesima eccellenza, ovvero l’esclusiva esibizione del celeberrimo Coro della Cappella Sistina. È un’altra chicca, un’occasione esclusiva per un appuntamento mai avvenuto in precedenza. Sarà un grande appuntamento artistico dove, grazie alla consueta collaborazione della Diocesi (che ringrazio), sarà possibile vivere emozioni uniche, in un contesto architettonico così prezioso, con acustica pregevole, a pochi metri dagli artisti. A seguire, gli altri appuntamenti del San Leo Festival si svolgeranno in Fortezza: altri tre concerti di elevata qualità, in un’altra eccellenza architettonica, sospesi fra le nuvole. Sindaco Mauro Guerra PROGRAMMA:
Giovedì 15 giugno ore 21,00 Cattedrale di San Leo Concerto inaugurale “San Leo Festival 2017” “Cantate Domino” - La Cappella Sistina e la musica dei Papi Concerto della Cappella Musicale diretto da Mons. Massimo Palombella Il Coro della Cappella Sistina è uno dei più antichi e prestigiosi complessi corali del mondo. Fondato nel 1471, nei secoli ha tramandato l’immenso patrimonio di musica sacra della chiesa cattolica assolvendo il compito di coro personale del Papa in tutte le funzioni liturgiche solenni nella Basilica di San Pietro. Diretta nel tempo da eminenti musicisti tra cui Don Lorenzo Perosi e Monsignor Bartolucci, oggi, sotto la guida di Monsignor Palombella, ha intrapreso una stretta collaborazione con la casa discografica Deutsche Grammophone con cui ha pubblicato due Cd: Cantate Domino e la Missa Papae Marcelli. È regolarmente invitata da prestigiose istituzioni concertistiche in tutto il mondo portando in alto il nome ed il valore storico della cosiddetta “scuola romana”. Martedì 18 luglio ore 21,00 Torrione del Forte “Il pianoforte nella musica armena del ’900” Pianista Hayk Melikyan Hayk Melikyan è considerato dalla critica internazionale uno dei più interessanti pianisti della sua generazione. Nato ad Erevan, in Armenia, è stato insignito del titolo di Honorary Artist of Armenia
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EVENTI
dal presidente Sargsyan nel 2013. Specializzato nel repertorio pianistico del ’900, si è dedicato alla diffusione della musica di compositori armeni incidendo numerosi Cd con questo repertorio. Vincitore di importanti concorsi internazionali tra cui il prestigioso Premio Valentino Bucchi in Italia, si dedica anche alla composizione e sue parafrasi ed arrangiamenti sono spesso inseriti nei repertori di molti pianisti. Il talento unico e l’immaginazione creativa di Melikyan nell’improvvisazione aggiungono un inusuale valore ai suoi recitals. Giovedì 27 luglio ore 21,00 Torrione del Forte “Da Bartok a Piazzolla” Ensemble Strumentale Scaligero (sestetto) L’Ensemble Strumentale Scaligero è un complesso nato all’interno della prestigiosa istituzione teatrale milanese per volontà di alcune prime parti dell’orchestra che hanno voluto creare un gruppo di altissima qualità ma molto versatile nella scelta e nella esecuzione di repertori cameristici di vario genere. Regolarmente invitato dalle più importanti istituzioni concertistiche del mondo e riscuotendo sempre unanimi consensi di critica e di pubblico, l’Ensemble si presenta a San Leo nella versione di sestetto (clarinetto, sax, fisarmonica, pianoforte, contrabbasso e fisarmonica eseguendo un interessante programma che spazia da Bartok a Piazzolla toccando repertori jazz o più particolari come i Tre pezzi per clarinetto di Igor Stravinsky. Martedì 8 agosto ore 21,00 Torrione del Forte “Prodigi della musica” Giuseppe Gibboni Violino, Fabio Silvestro Pianoforte Vincitore assoluto del talent Rai Prodigi, il quindicenne Giuseppe Gibboni allievo di Accardo e di Berman è oggi uno dei talenti emergenti del violinismo internazionale. Dotato di una tecnica stupefacente e di una calda musicalità è ora sotto contratto discografico con la Warner Classic che lo sta lanciando a livello mondiale in una promettente carriera concertistica. Accompagnato dal pianista Fabio Silvestro, eseguirà un programma interamente dedicato al virtuosismo violinistico con brani celebri quali La Campanella di Paganini e le Variazioni sulla Carmen di Pablo De Sarasate.
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PASTORALE DELLA SALUTE
LA DISABILIT À INTERROGA L’ANIMA
“TUTTI DIVERSI, TUTTI SALVATI” È terminato giovedì 4 maggio l’ultimo incontro organizzato dalla pastorale sanitaria dedicato alla Disabilità. Per questo abbiamo chiamato a relazionare una persona che si occupa di disabilità da sempre: Don Lanfranco Bellavista, fondatore della comunità “Piccola Famiglia dell’Assunta” a Montetauro di Coriano. Breve storia Gli inizi della “Piccola Famiglia dell’Assunta” si possono far risalire ad un gruppo di giovani che nell’estate del 1972 diede vita a Montilgallo (Longiano - FC) ad una casa per l’accoglienza definitiva di portatori di handicap della provincia forlivese; nel maggio dell’anno successivo don Giuseppe Dossetti accoglie la richiesta del giovane Bellavista di vivere insieme a questi giovani (1977/78). Nel dicembre 1981, Bellavista viene ordinato diacono e, all’inizio dell’anno successivo, presbitero della Chiesa di Rimini. Il giorno prima della prima Messa don Lanfranco riceve come dono, dallo stesso don Giuseppe, la “Piccola Regola”. Nel 1985 viene nominato pastore della parrocchia di Santa Innocenza vergine e martire, a Montetauro di Coriano (RN). Una comunità di appena 500 abitanti. La comunità abita nella canonica della parrocchia di Montetauro. Il fine La Piccola Famiglia Onlus nasce dall’impegno e dalla volontà di alcune persone convinte del valore del dono e della gratuità, da anni impegnate nei campi dell’aiuto ai minori, alle donne maltrattate, agli immigrati e del sostegno a distanza. Dell’associazione fanno parte sorelle e fratelli consacrati e anche alcune coppie di sposi. C’è una totale dedizione di ognuna di loro ai
“piccoli” di cui si fanno mamme adottive: ognuna ha un “figlio” che tiene sempre con sé, in camera, a tavola, in cappella. I motori silenziosi della “Piccola Famiglia dell’Assunta” sono le sorelle e i fratelli, che si fanno “madre” e “padre”. Per poter rispondere al meglio a tutte le esigenze non solo spirituali ma anche fisiche dei loro figli, le sorelle e i fratelli della comunità hanno studiato, hanno frequentato reparti di rianimazione per diventare esperti di cannule, di nutrizione artificiale, di ossigenoterapia. Gli orari della comunità La vita è povera e severa, nella comunità di Montetauro. La sveglia suona alle 4,50. Alle cinque inizia l’ufficio delle «ore», cui segue la «lectio divina» e la messa. Il lavoro consiste nell’assistenza che già abbiamo detto, nella cura dell’orto, della lavanderia e della cucina. In più si modellano piccole statue di creta e si dipingono icone. A mezzogiorno ci sono l’«angelus» e l’«ora media», poi il pranzo festoso in comune. E alla sera insieme si prega il rosario, a cui partecipano anche i più piccoli. Le attività Sono attivi un centro diurno, diverse case famiglia e un centro residenziale che accolgono disabili mentali e fisici di tutte le età. I centri sono organizzati in rete, specialmente attraverso l’attività dei laboratori artigianali e pre-occupazionali. Don Lanfranco si confrontò anche con Don Benzi; il percorso comune li porta verso l’accoglienza ma l’idea di vivere in comunità viene approvata appieno da Don Benzi. Il motto di Don Lanfranco è: Per andare in paradiso non bastano le parole ma le opere buone. Le testimonianze della serata Dopo una breve presentazione è stato il momento delle testimonianze di persone che abitano con Don Lanfranco in comunità. Era entrato un ragazzo iperattivo che era stato affidato ad una sorella. Questo ragazzo era veramente difficile da gestire; non si calmava mai. Un giorno lo avevano perso di vista e lo trovarono stranamente tranquillo affianco ad una sorella da tempo ammalata. Così decisero di affidare il ragazzo a questa sorella; ora il ragazzo è più tranquillo e la suora prendendosi cura del ragazzo si è ripresa. In sala era presente anche una signora ipovedente di nome Renata (la vediamo nella foto assieme ad una sorella) abbandonata all’età di 6 anni, ed un ragazzo con sindrome di down abbandonato alla nascita. Tante le storie che ci ha raccontato don Lanfranco, come quella del bambino di 6 mesi a cui avevano dato una aspettativa di pochi anni, e ancora fa parte della loro grande famiglia; oppure del bambino di 7 anni che la famiglia naturale non era più in grado di gestire, che è entrato a far parte di un famiglia molto più grande, una famiglia formata non solo dalla comunità dei consacrati, ma da tutti i volontari e dalla stessa comunità parrocchiale. Era presente anche una ragazza giovane di 18 anni che ha testimoniato di aver conosciuto la comunità tramite la scuola e ora ha chiesto di entrare a farne parte. In realtà non si è parlato di disabilità, ma di genitorialità, di maternità e paternità, di rapporto di figliolanza, perché tali sono i ragazzi che vengono accolti nella famiglia, sono figli, e come tali sono accolti, accuditi, amati, coccolati. Sicuramente quello che ci porteremo nel cuore saranno l’entusiasmo, l’umiltà, la dedizione con cui ogni giorno vengono affrontate grandi gioie e pesanti difficoltà, con la consapevolezza che “quello che fate al più piccolo fra voi lo avete fatto a Me”, e che Dio Padre, con il Suo amore e la Sua divina Provvidenza, non ci abbandonano mai. Da qualche mese la comunità ospita Mons. Mariano De Nicolò, nostro vescovo dal 1989 al 1995. Simona Muccioli e Anna Bugli
MONTEFELTRO
I
SPECIALE CENTENARIO DI FATIMA
Centenario di Fatima L’itinerario
Se tante piccole scintille accendono una grande luce…
INSERTO
Quando il “sensus fidei” del popolo di Dio diventa magistero e indicazione per il cammino
Occhi e mente e, più ancora, fede e cuore, non sanno staccarsi dalla esperienza spirituale del “13 maggio”: interminabile processione di luci in quella tiepida sera, vescovo, presbiteri, diaconi e suore insieme ad una folla di fedeli (si parla di oltre tremila persone) che formano una bianca corona ai piedi della Madonna per l’atto di consacrazione… Non è certamente una esperienza da conservare soltanto nella memoria: la gioia è ancora tanta come la volontà di continuare a camminare insieme. Qualcuno, nella preghiera del mattino, aggiunge il grazie «per essere stato creato, fatto cristiano e consacrato…». Sì, il cammino continua anche a livello diocesano con la pratica dei “cinque sabati” nella luce di Fatima: primo sabato di giugno a Santa Maria d’Antico, in luglio al Santuario della Madonna di Romagnano, in agosto a Miniera, in settembre a San Marino, per concludere poi questa corona di devozione e comunione il 13 ottobre. Sono giunti molti echi dei partecipanti al 13 maggio. Un sacerdote scrive: «Ho un grande grazie da dire al Signore per
questo evento di grazia che abbiamo vissuto e che porterà tanto bene alla nostra Chiesa e a noi stessi. Da sabato 13 maggio mi sento più libero, più leggero, felice di esserci messi in buone mani, in mani sicure». Un gruppo di bambini della Prima Comunione scrive il proprio grazie per il quaderno illustrato che ha ricevuto dalle catechiste per vivere con Maria il mese di maggio, come i tre pastorelli di Fatima: «Siamo i bambini della classe III elementare di Lunano. Vogliamo ringraziare per il dono del libro “La regina racconta…”. Con esso possiamo imparare meglio la storia della Madonna di Fatima. E, seguendo l’esempio dei tre pastorelli, vorremmo anche noi imparare a pregare il Rosario. Affidiamo a Maria le nostre famiglie, le nostre catechiste, il nostro parroco e il nostro Vescovo. Grazie!». Un giovane papà, l’indomani della serata di consacrazione, manda questa mail: «Ripenso ai preparativi dei giorni precedenti e soprattutto allo spettacolo delle tantissime persone riunite ieri sera al Santuario di Valdragone, alla Diocesi rappresentata in tutte le sue componenti sociali e religiose, al fiume di fiammelle ondeggianti della processione notturna, all’emozione di
pregare insieme la nostra Madre celeste, alla sensazione forte della Sua presenza. Affidare tutta la nostra Diocesi al Cuore Immacolato di Maria è stato un regalo grande fatto a noi e a quelli che verranno dopo di noi, che segnerà per sempre la nostra Diocesi. In questo particolare momento è ciò di cui avevamo più bisogno. Viviamo un periodo difficile, di perdita di identità culturale e religiosa, di tensioni sociali, di problemi economici e, all’orizzonte, si vedono... grandi nuvoloni neri. Questo affidamento ci consente ora di sperare nella Sua protezione e intercessione, di consegnare i nostri talenti, le nostre incapacità e le nostre miserie a Maria, che saprà trasformarci, se vorremo. Ora abbiamo più motivi per credere che “domani sarà bello”». Per chi scrive rimane una duplice impressione: una nuova consapevolezza della presenza di Maria nella nostra Chiesa, come nel Cenacolo, così scrivono gli Atti degli Apostoli; e poi l’esperienza del “sensus fidei” del popolo di Dio che risponde in questo modo all’invito e fa di una delle tante iniziative del “calendario pastorale” un evento speciale. (+ Andrea Turazzi)
MONTEFELTRO
II
SPECIALE CENTENARIO DI FATIMA
Centenario di Fatima Le cronache
I primi “cinque sabati” del mese: alla scuola di Maria La consacrazione a Maria delle famiglie, delle parrocchie e della Diocesi che abbiamo fatto il 13 maggio scorso è stato senza dubbio un’offerta di noi stessi, di ciò che siamo, abbiamo e facciamo alla Madonna, ma prima ancora è stato un dono che abbiamo ricevuto. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni (Fil 2,13), afferma Paolo, ricordandoci che la grazia ci precede sempre. Ora, tanto più è prezioso il dono ricevuto, tanto più va custodito. Nella parabola del seminatore Gesù ci mette in guardia sui tanti modi in cui un dono ricevuto può andare disperso: potrebbe essere soffocato dalle preoccupazioni quotidiane, potrebbe essere rubato dal maligno, potrebbe suscitare un grande entusiasmo per poi spegnersi subito e così via. Da questa preoccupazione di custodire il dono e farlo fruttificare, nasce la proposta dei primi 5 sabati del mese da vivere insieme, come comunità diocesana, visitando alcuni luoghi mariani del nostro territorio. Non possiamo poi dimenticare che è stata proprio Maria che, a Fatima, ha proposto di vivere questa pia pratica come aiuto per la nostra santificazione e riparazione dei peccati del mondo. È sembrato quindi naturale accompagnare i mesi segnati cento anni fa dalle apparizioni di Fatima con questo percorso spirituale di conversione e di intercessione. Per una provvidenziale combinazione il primo sabato di giugno coincide con i primi vespri della Pentecoste e la tradizionale veglia diocesana. Una combinazione più felice di eventi non poteva verificarsi: al termine dell’anno pastorale in cui abbiamo cercato di conoscere e, in qualche modo, rivivere gli Atti degli Apostoli, siamo convocati da Maria nel Cenacolo per attendere e invocare insieme a lei il dono dello Spirito Santo, affinché, col suo soffio potente, venga a sostenere, ravvivare e rinnovare la vitalità della nostra Chiesa diocesana. La veglia si terrà nella suggestiva cornice della Chiesa di Santa Maria d’Antico, sabato 3 giugno con inizio alle ore 21. È una proposta ed un invito rivolto a tutti: gruppi, associazioni, movimenti, parrocchie, famiglie e singoli fedeli. Rispondiamo a questo invito con l’amore e la disponibilità di Maria, dicendo come lei il nostro “Eccomi”. (Graziano Bartolini) LA PIA PRATICA DEI PRIMI CINQUE SABATI DEL MESE
«Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato dalle spine con cui gli uomini ingrati ad ogni momento lo trafiggono con le loro bestemmie e ingratitudini. Tu almeno cerca di consolarmi, e da parte mia annuncia che io prometto di assistere nell’ora della morte, con tutte le grazie necessarie alla salvezza delle loro anime, tutti quelli che nel primo sabato di cinque mesi consecutivi si confesseranno, riceveranno la Santa Comunione, diranno una corona del Rosario e mi faranno compagnia durante quindici minuti, meditando i misteri del Rosario con fine di offrirmi riparazione». (Lucia dos Santos, di Maria)
SABATO 3 GIUGNO ORE 21 PELLEGRINAGGIO A SANTA MARIA D’ANTICO
La chiesa di Santa Maria d’Antico fu fondata verso la metà del XV secolo, per volontà dei conti Oliva di Piagnano, signori del castello di Antico e di altri domini nel territorio feretrano. L’edificio è formato da un’unica aula, alla quale si accede da un elegante portale in pietra riccamente scolpito. Il presbiterio rinascimentale custodisce il vero gioiello dell’edificio: una preziosa terracotta policroma di Andrea Della Robbia (1435-1525), che raffigura la cosiddetta Madonna delle Grazie, una Madonna in trono col Bambino, in assoluto fra i capolavori più noti del Montefeltro. SABATO 1 LUGLIO ORE 21 PELLEGRINAGGIO A ROMAGNANO
È ancora vivo il ricordo della prodigiosa visita di Maria alla pastorella Agata. La mattina di giovedì 8 aprile 1563, mentre pascolava il gregge sulla sponda del torrente “Chiusa”, la pastorella, che era sordomuta, vede una signora che aveva in braccio un vezzoso bambino. La fanciulla, impaurita, prende coraggio vedendo che la Signora le sorride e le rivolge la parola: “Io sono Maria Ausiliatrice e voglio mi si costruisca una chiesa sopra i ruderi dell’antica pieve di Romagnano. Va’ a dire al vescovo di Sarsina che qui amo di essere onorata”. Agata, che subito acquistò udito e parola, corse dai genitori che la accompagnarono dal vescovo Lelio Garuffi. Nei secoli il culto alla Vergine dell’Apparizione è stato legato solamente al Santuario di Romagnano e il luogo dell’Apparizione, in cui vi era solo una piccola maestà, è stato quasi dimenticato. Nel 1993 iniziarono i primi pellegrinaggi e, da quel momento, il luogo è stato profondamente trasformato, fornito di luce e acqua, aiuole di fiori, oggetti di vita contadina.
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III
SPECIALE CENTENARIO DI FATIMA
Centenario di Fatima Pillole di Catechesi
Maria con la Chiesa in attesa dello Spirito Santo
La Pentecoste che ci accingiamo a celebrare e che liturgicamente ricorre cinquanta giorni dopo la Pasqua, ci invita a meditare la promessa di Gesù, quella di inviare lo Spirito Santo ai suoi discepoli, perché essi siano autentici conoscitori di Cristo e della sua Parola e suoi testimoni coraggiosi e credibili fino agli estremi confini della terra. Il ritorno di Gesù al Padre, che celebriamo nella festa dell’Ascensione quaranta giorni dopo la risurrezione, non costituisce la fine della presenza di Gesù in mezzo ai suoi, ma l’inizio di una nuova presenza intima, spirituale e insieme universale, e nello stesso tempo l’inizio del cammino della comunità dei discepoli per fare giungere sino ai confini del mondo l’annuncio di quello che Gesù ha compiuto e ha detto. Subito dopo l’Ascensione perciò i discepoli dal monte degli ulivi ritornano in città e si ritirano in una casa imprecisata, al piano superiore. La tradizione ha identificato questa casa con quella dove Gesù aveva celebrato l’ultima cena la vigilia della Passione, il Cenacolo. In quel gruppo di discepoli, oltre agli apostoli indicati per nome, ci sono alcune donne, quelle che avevano seguito Gesù dalla Galilea, i parenti di Gesù e sua madre Maria. Essi, nella trepida attesa del compimento della promessa, sono raccolti in preghiera unanime e si preparano così alla Pentecoste. Da allora in poi questa presenza reale del Signore in mezzo ai suoi si ripete ogni volta che essi si ritrovano in due o tre riuniti nel suo nome per ascoltare la sua Parola e ogni volta che si riuniscono per celebrare l’Eucaristia. E con Lui, oggi come allora nel Cenacolo, è presente sempre Maria sua Madre, indissolubilmente
unita a lui, come maestra e modello di ascolto e di preghiera e come avvocata che intercede per noi. Di questa misteriosa presenza di Maria parla il prefazio di una Messa in onore di Maria nel Cenacolo: «Tu, o Padre, ci hai dato nella Chiesa nascente un esempio mirabile di concordia e di orazione: la Madre di Gesù, unita agli apostoli in preghiera unanime. La Vergine Figlia di Sion, che aveva atteso pregando la venuta di Cristo, invoca con intense suppliche lo Spirito promesso. Lei, che nella incarnazione del Verbo fu adombrata dalla sua potenza, è di nuovo colmata del tuo Dono al sorgere del nuovo Israele. Vigile nell’orazione, ardente nella carità, è divenuta modello della Chiesa, che animata dal tuo Spirito, attende vegliando il secondo avvento del Signore. Maria riunita insieme ai discepoli nel cenacolo, è esempio di concordia e di preghiera. Maria è riconosciuta come la rappresentante dell’Antico Testamento, che raccoglie e fa sue le voci dei profeti, degli oranti e dei poveri del Signore dell’AT (la Figlia di Sion) che avevano atteso e invocato la venuta del Signore. Nell’incarnazione, con la sua risposta alla chiamata di Dio, anticipando la Pentecoste della Chiesa, ella fu adombrata dalla potenza dello Spirito Santo che la rese capace di concepire il Figlio di Dio fatto uomo per salvare gli uomini. Divenne così immagine della Chiesa che con la fede, l’annuncio del Vangelo e il Battesimo, per la potenza dello Spirito Santo, concepisce e genera i figli di Dio. Nel Cenacolo, poi, insieme agli apostoli, implora la manifestazione dello Spirito promesso, di cui lei ha fatto l’esperienza, perché compia nella Chiesa quello che ha operato in lei. Questo compito materno, Maria (continua a pag. IV)
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SPECIALE CENTENARIO DI FATIMA
Centenario di Fatima Pillole di Catechesi
continua a svolgerlo nel tempo della Chiesa, anche oggi, nei nostri confronti. Ella ci insegna a pregare, glorificando e ringraziando il Signore per le opere che nella sua misericordia egli ha compiuto nella storia della salvezza e in quella personale di ciascuno di noi, e di quelle che ha promesso di compiere.
Maria ci insegna a implorare la venuta del Signore, ossia il compimento dell’opera iniziata con l’incarnazione: la liberazione dal peccato, dalle ingiustizie, dalla violenza, il perdono dei peccati nostri e degli altri; la riconciliazione degli uomini con Dio e tra di loro; la guarigione dei mali del corpo e dello spirito, la risurrezione di coloro che sono morti, scoraggiati e disperati. Maria con il suo esempio ci insegna a impegnarci, come singoli e insieme come comunità, e a fare la nostra parte perché tutto questo avvenga. La preghiera, se è sincera, comporta l’impegno a fare la nostra parte a offrire la nostra collaborazione perché quello che chiediamo si realizzi.
Questi insegnamenti che Maria ci trasmette costantemente acquistano un particolare valore in questo anno centenario delle apparizioni a Fatima, dove la Vergine Santa attraverso i tre pastorelli Francesco, Giacinta e Lucia ci conferma la necessità della preghiera come unione con Dio e strumento di salvezza e di redenzione per i peccatori.
Ci ricorda la necessità della conversione, cioè del ritorno a Dio, rinunciando al peccato e agli inganni di Satana per vivere nella libertà e nell’amore dei Figli di Dio. Ci ammonisce sul grande valore della libertà e della responsabilità affidata a ciascuno di noi: con le scelte della nostra vita, noi possiamo cambiare le nostre sorti e quelle dell’umanità, e non solo nei confronti dell’eternità che ci attende, ma anche della nostra vita materiale. Senza Dio noi non solo non realizziamo nulla di valido, ma creiamo un contesto di malvagità e di peccato, di egoismo e di odio che assomiglia molto all’inferno in terra.
Uniti al Signore, potremo costruire la civiltà dell’amore, desiderio, speranza, meta di ogni sforzo umano, perché solo attraverso l’amore, l’uomo realizza se stesso e trova un senso alla propria vita. Sono ben cosciente che Fatima non va strumentalizzata, ma non va neanche presa con superficialità nei contenuti del suo messaggio, se gli ultimi quattro papi, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XV e lo stesso Francesco si sono recati e non una sola volta a Fatima. Maria, presente nella Chiesa oggi come allora nel Cenacolo, ci trovi docili collaboratori dei suoi richiami, per costruire quell’era di pace che ha promesso se accoglieremo il messaggio del suo Cuore Immacolato e continui a chiedere con noi e per noi una rinnovata Pentecoste perché ci lasciamo sempre più conformare all’immagine di Cristo che portiamo in noi, garanzia e caparra della nostra eternità beata. (Mons. Elio Ciccioni)
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CENTRO DIOCESANO VOCAZIONI
GIORNATA GIOVANI CONSACRATI
NEL CUORE DELLA MADRE Corale anche quest’anno e piena di entusiasmo la risposta all’invito del nostro Vescovo e del Centro Diocesano Vocazioni all’incontro tra i giovani consacrati, o in ricerca vocazionale, che vivono in Diocesi o che da qui si sono mossi per seguire altrove la chiamata del Signore. Una trentina i partecipanti e qualche assente per impegni improrogabili ma presente nel ricordo vivo e affettuoso di tutti. Abbiamo potuto riabbracciarci alle ore 17.00 di sabato 13 maggio presso il Monastero delle Clarisse in Valdragone, a due passi dal Santuario dedicato al Cuore Immacolato, dove già dalle 15.00 aveva preso il via la “staffetta” del Rosario ininterrotto e delle confessioni in preparazione alla Santa Messa delle 20.30, seguita da fiaccolata e atto di consacrazione della nostra Chiesa a Maria, nel centenario delle apparizioni di Fatima. Incontenibile la gioia del ritrovarsi ancora una volta in famiglia, dove con semplicità abbiamo potuto condividere le grandi cose che il Signore ha fatto e continua a operare nella nostra vita. Sollecitati a riconoscere almeno una grazia speciale ricevuta dal Signore, sono emerse risposte molteplici, perché unica e irripetibile è la storia d’amore che Lui tesse con ciascuno di noi – ognuno “prova dell’esistenza di Dio”, come ama ripeterci il Vescovo Andrea – ma riassumibili nella gratitudine per il dono della vita e della vocazione; per la grazia della conversione (evidentemente sempre in divenire) e della vita fraterna; per la Croce, che ci assimila a Colui che ci chiama a seguirlo per vie imprevedibili e, a volte, impervie; per la gioia, felice compagna del quotidiano, e per la possibilità di rivedere dopo tanti mesi fratelli e sorelle carissimi, in un appuntamento divenuto ormai tradizionale. Dopo un primo momento di
t testimonianza, per conoscerci sempre meglio e condividere doni e carismi che m ssono dati per il bene di tutti, il Vescovo cci ha brevemente illustrato il programma diocesano per i mesi a venire, dove m aal primo posto, è chiaro, rimane l’ascoltto del grande Scompigliatore, lo Spirito Santo, che condurrà il cammino del poS ppolo di Dio a suo piacimento e certamente con qualche sorpresa. m In un clima di affettuosa familiarità aabbiamo cenato insieme nella sala messsa a disposizione dalle sorelle Clarisse, che al termine dell’ottima cena sono venute a farci un gioioso saluto. Dopo averle ringraziate per la calorosa ospitalità ci siamo avviati verso il Santuario, in attesa della Santa Messa presieduta dal Vescovo, attorniato da una settantina di sacerdoti. Intensa la partecipazione dei numerosi fedeli convenuti da tutta la Diocesi e anche da fuori: un’umanità concreta e varia che al termine della celebrazione, fiaccole alla mano, ha disegnato un vero e proprio fiume di fiammelle colorate, che hanno sfidato gli scherzi di fratello vento al canto ininterrotto delle Litanie, e che ad ogni invocazione: “Cuore Immacolato di Maria, prega per noi!” si sono alzate come onde di luce verso il cielo. Tornati in Santuario, il coronamento del programma con l’atto di consacrazione a Maria. Un grande momento di fede condivisa, cornice spirituale ideale al convegno dei giovani consacrati. Una notte stellata, tersa, dove non poteva mancare sorella luna, ha prolungato lo splendore limpido delle ore pomeridiane, trascorse insieme nel Cuore della Madre. Bellissima la giornata di sole, infatti: la stessa che ha visto i tre pastorelli incontrare Maria il 13 maggio del 1917. Cento anni: un soffio. Sì, Fatima è qui. Sveva della Trinità
CONVEGNO MINISTRANTI A PENNABILLI Lunedì 1 maggio, presso il nostro Seminario diocesano in Pennabilli si è tenuta la Giornata Diocesana dei ministranti della nostra Diocesi di San Marino-Montefeltro. Nonostante il cattivo tempo la voglia di ritrovarsi era tanta, infatti alle 14.30 si sono presentati sul portone del Seminario un folto gruppo di bambini e bambine, accompagnati dai loro sacerdoti, catechisti e genitori, che hanno risposto con gioia all’invito di far festa insieme e soprattutto di pregare e giocare. Erano presenti circa 40 ministranti provenienti da alcune Parrocchie della Diocesi. Dopo un momento di presentazioni il nostro vescovo Andrea ha rivolto un saluto ai ministranti e ai loro accompagnatori porgendo il benvenuto nel nostro seminario che dopo tanto tempo risente le voci gioiose di bambini. Mons. Vescovo ha ricordato cosa vuol dire essere ministrante e la bellezza e l’onore di prestare questo servizio accanto a Gesù sull’altare, un privilegio che non è dato a tutti. Il loro ruolo è importantissimo e di aiuto per tutta la Comunità parrocchiale, infatti facendo bene il loro servizio aiutano tutti a pregare meglio. La festa è continuata nel Refettorio del seminario, con alcuni giochi animati e organizzati dal nostro seminarista Luca; un momento di festa che ci ha fatto gioire nello stare insieme ed è stata un’occasione anche per i ministranti delle diverse parrocchie della Diocesi di potersi conoscere e confrontarsi sui diversi modi di far servizio. Alle 16.30 si è fatto merenda tutti insieme e poi alle 17.00 tutti si sono diretti in Cattedrale per la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal nostro vescovo Andrea. Il servizio liturgico, quest’anno, è stato organizzato da vari ministranti e l’animazione del canto affidato al coro parrocchiale di Monte
Cerignone. La celebrazione eucaristica è stata il culmine della giornata, abbiamo cantato e pregato tutti insieme. Dopo la comunione è stata recitata una preghiera per il Ministrante che così recita: “Gesù, nostro amico, aiutaci ad amarti seriamente, nei nostri impegni quotidiani e nelle scelte della nostra vita, alla luce della tua Parola, prendendoti come modello. Fa che siamo sempre generosi, semplici e aperti a tutti, per donarci con gioia e trascinare tutti verso Te… Ti affidiamo la nostra vita, i ministri che ci guidano e la comunità che serviamo, perché cresciamo nel tuo Amore e camminiamo sempre verso Te. Amen”. Cari ministranti grazie ancora per il vostro prezioso servizio, tenetevi pronti per l’anno prossimo!!! Don Pier Luigi
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ANNIVERSARI ORDINAZIONE SACERDOTALE
SACERDOTI DIOCESANI CHE FESTEGGIANO L’ANNIVERSARIO DELLA LORO ORDINAZIONE SACERDOTALE 65º DI ORDINAZIONE SACERDOTALE DI DON MARIO CAMPANA Nato a Sartiano di Novafeltria (RN) il 9 dicembre 1926, è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1952 da Mons. Antonio Bergamaschi. Ha ricoperto vari incarichi come Vicario Cooperatore di Mercatale dal 31 luglio 1952 e poi Parroco di Schigno dal 1955 al 1979. Dal 21 marzo 1979 è Parroco di Santa Maria Assunta (Torricella di Novafeltria); inoltre dal 1º settembre 1982 è anche Vicario economo di San Giovanni Battista (Antico di Maiolo) e Santa Maria d’Antico in Maiolo. Dal 7 aprile 2017 è ospite della Casa del Clero di Rimini.
Certamente noi sentiamo la sua mancanza perché eravamo abituati agli incontri settimanali che ci vedevano protagonisti perché il Don non solo metteva in evidenza le sue competenze in campo biblico ma soprattutto un’elevata profondità d’animo nella spiegazione del vangelo e del messaggio cristiano. Per tutti noi che abbiamo partecipato non solo è stato un arricchimento delle nostre conoscenze ma a livello personale è stato motivo di riflessione e confronto con la nostra quotidianità. Per questo gli siamo grati perché insieme abbiamo condiviso momenti di fede di grande spessore, ricchi di spiritualità e amore della Parola di Dio. Ci teniamo così a sottolineare ed evidenziare che la nostra diocesi vede in queste figure dei veri capisaldi della fede e colonne portanti nelle varie realtà parrocchiali che hanno servito e che ora per problemi di salute si sono concessi il meritato riposo. Comunque rimarranno per la storia della diocesi dei veri maestri della fede cristiana. Grazie Don Mario per tutto ciò che hai dato, per tutto ciò che hai fatto e per tutto ciò che abbiamo acquisito in questo nostro cammino. Il gruppo di preghiera del mercoledì
In occasione del 65° anniversario di sacerdozio di Don Mario Grazie don Mario! Campana si è pensato di pubblicare sul nostro periodico Nel 65° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Don Magli auguri che ci sono arrivati come dimostrazione di stima, rio Campana, vorremmo esprimere la nostra gratitudine al Signoamicizia e affetto. Carissimo Don Mario, il 29 giugno 2017 ricorre il suo anniversario sacerdotale, quest’anno il 65°. Esprimiamo a parole quello che, tante volte, non riusciamo a manifestare e vogliamo condividere con Lei, le emozioni che nascono dal cuore. Sentiamo di poter affermare, sia personalmente che a nome di tutta la comunità parrocchiale della chiesa Santa Maria Assunta di Torricella, la nostra partecipazione più completa nel porgere i più sinceri auguri, attestando la nostra vicinanza di figli devoti che mai verrà a mancarti. Consapevoli che non si tratta di ovvia retorica, non possiamo non considerare come spontaneo il sentimento di stima, gratitudine ed amicizia che nutriamo nei suoi confronti, sia come persona che come sacerdote. Ricordiamo con immensa riconoscenza i momenti in cui, con pazienza, ha ascoltato i nostri piccoli crucci quotidiani, momenti in cui con l’affetto del “buon padre”, ha ascoltato le nostre sofferenze, o quando ha cercato, con sapiente esperienza, di calmare le nostre afflizioni. Mai ci ha fatto mancare il suo appoggio incondizionato e sarebbe troppo limitativo esprimerle con delle banali parole ciò che la sua presenza, vigile ed attenta, rappresenta per ognuno di noi. Ed è per questo, che rinnoviamo con unanime partecipazione il sentimento di speranza, senza nascondere la certezza che mai ci farà mancare l’amore, l’umanità e la dedizione per tutti gli anni che verranno. Auguri. Con stima ed immensa gratitudine. Bruna, Bruno, lo Staff e la Comunità Parrocchiale di Torricella
re per averci donato una guida capace di accompagnarci in tutti questi anni. Infatti, da circa trent’anni, Don Mario ci è vicino come assistente spirituale del nostro gruppo di preghiera del Rinnovamento Carismatico Cattolico e ci ha sostenuto con impegno e dedizione. Insieme a lui abbiamo percorso un tratto importante del nostro cammino di fede, aiutati dal suo ministero sacerdotale e dalla sua amicizia, attenta e riservata. Come un pastore ci ha aiutato a camminare nella strada indicata dalla Chiesa, perché ciascuno di noi potesse vivere in modo sempre più forte l’incontro con il Signore e vivere nel Suo Amore. È allora con tanta gioia e riconoscenza che affidiamo a Dio Padre la nostra preghiera per Don Mario, perché lo Spirito Santo lo sostenga e la Vergine Maria lo protegga. Il gruppo di preghiera “Gesù Nostra Guida”
55º DI ORDINAZIONE SACERDOTALE DI DON MARINO GATTI Nato il 7 giugno 1936 a Coriano di Rimini, è stato ordinato sacerdote nel Duomo di Rimini il 29 giugno 1962. È stato nominato Cappellano a Morciano di Romagna dal 1962 al 1967. Poi parroco di Secchiano fino al 1971, quando parte come Missionario “Fidei donum” in Mozambico. Tornato in diocesi nel 1976, è stato nominato parroco di Pietracuta fino al 1993. Poi è stato nominato parroco di Mercatino Conca dove continua a svolgere fino ad ora il suo ministero.
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ANNIVERSARI ORDINAZIONE SACERDOTALE
CONFESSIONI DI UN PRETE Il mistero, la fatica, la salvezza
70º DI ORDINAZIONE SACERDOTALE DI DON MANSUETO FABBRI
Il prete sa di essere mistero a se stesso, abitato da una Presenza che immensamente lo supera e lo assimila. Se non fosse per quel pizzico di incoscienza che da sempre accompagna gli uomini, morirebbe di gioia, di dolore e di stupore. Credo che tante volte vada a ingolfarsi in mille cose belle, ma non proprio necessarie, per non rimanere schiacciato dal Mistero. Dio ha voluto scegliersi i preti non tra gli angeli, ma tra gli uomini: il dramma e la grandezza del sacerdozio sono da ricercare qui. Il prete – a qualcuno potrà sembrare strano – è l’uomo della pace perennemente inquieto. Chiamato a essere presente dappertutto, dappertutto si sente come se fosse fuori luogo. È amico di chi ha fame, e di chi ha troppo da mangiare. Celebra i divini Misteri con fede, e con disagio: mai, infatti, se ne ritiene degno. Davanti a lui, peccatore tra i peccatori, gli uomini si inginocchiano e implorano il perdono. Sosta in adorazione davanti al Tabernacolo, consuma la corona del Rosario, salmeggia con la Chiesa le preghiere antiche. Di tutti si sente servitore. A tutti sa di essere debitore. Vorrebbe girare il mondo per gridare che “Gesù è il Signore”. Grazie Gesù per avermi chiamato. Don Marino Gatti
UDIENZA IN PIAZZA SAN PIETRO, MERCOLEDÌ 5 APRILE 2017 “Papa Francesco mi ha baciato le mani!”
UN CONFRATELLO GLI SCRIVE (nella foto, è il primo a sinistra; allora era stato appena ordinato diacono)
Buon anniversario Don Marino!!! Caro Don Marino, ti ho conosciuto durante il mio ultimo anno di Seminario. E ogni volta che ripenso al tempo trascorso assieme a Mercatino Conca, mi tornano in mente alcune parole di S. Paolo: “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la bontà, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede, ma non avessi la bontà, non sono nulla” (1Cor 13,1-2). In verità S. Paolo parla non di bontà, ma di carità. Ma da quando sono stato nominato Direttore della Caritas mi sto rendendo conto che anche la carità senza la bontà che tu mi hai insegnato, rischia di essere uno slogan che tintinna a vuoto come un cembalo. Grazie dunque della tua bontà e tanti auguri per il 55° anniversario di Sacerdozio! Sac. Carlo Giuseppe Adesso
Capita di rado che un prete possa festeggiare i 70 anni della sua Ordinazione sacerdotale. Ma il 5 aprile scorso è successo proprio a me, e non solo ho festeggiato il settantesimo anniversario del mio sacerdozio, ma ho avuto la fortuna (la grazia) di far festa con Papa Francesco, di persona! È andata così. Il 21 marzo scorso ho inviato a circa 150 persone una lettera con l’immaginetta-ricordo dell’Ordinazione. L’ho mandata anche alla Prefettura Pontificia, chiedendo la benedizione del Santo Padre. Bene! Il pomeriggio del giorno dopo, una telefonata: “Qui Vaticano. Il Santo Padre la attende in Piazza San Pietro mercoledì 5 aprile prossimo, per un incontro personale e un saluto benedicente”. Ero fuori di me dalla sorpresa e dalla contentezza. Per farla breve: quella mattina ero a San Pietro con don Mirco e don Rousbell. Papa Francesco fa la sua Catechesi sulla speranza. Scende dalla gradinata per salutare i malati. Ritorna sulla gradinata e comincia l’incontro personale con i “prenotati”. Quando è arrivato di fronte a me, gli ho detto: “Come questa mattina, 70 anni fa’ sono diventato sacerdote”. Mi ha abbracciato, mi ha preso le mani per baciarle. Io gli ho lasciato il mio libro di memorie e una lettera. Gli ho chiesto una particolare benedizione per la nostra diocesi e per la parrocchia di Novafeltria. Il Papa si è fermato un momento e mi ha detto: “Settanta anni! Ma quanti anni hai?” Ho risposto: “Novantaquattro”. Lui ha fatto un gesto di sorpresa e ha avvicinato la sua bocca al mio orecchio destro, chiedendomi sotto voce: “Ma come hai fatto?”. Non so che cosa ho risposto. Di nuovo mi ha abbracciato e ha messo la sua mano sulla mia testa. Veramente benedetto il Signore! Benedetto Papa Francesco! Don Mansueto Fabbri
CONFERITA CITTADINANZA ONORARIA A MONS. MANSUETO FABBRI Domenica 23 aprile, al termine della Santa Messa celebrata in Cattedrale in suo onore, nella Sala Consigliare del Palazzo Comunale di Pennabilli, è avvenuto il conferimento della cittadinanza onoraria a Mons. Mansueto Fabbri in occasione del 70° anniversario della sua ordinazione sacerdotale avvenuta a Pennabilli nell’aprile del 1947. La Giunta ed il Consiglio Comunale hanno approvato all’unanimità la richiesta avanzata dal Consiglio Pastorale della Parrocchia di S. Pio V, e di tanti altri cittadini, condividendone pienamente le motivazioni. Don Mansueto ha trascorso quasi 50 anni del suo ministero sacerdotale a Pennabilli. Con riconoscenza e gratitudine la cittadinanza ha inteso ricordarne le qualità umane, la profonda fede trasmessa con ottimismo e con il sorriso, l’impegno nell’attività didattica svolta nel Seminario Feretrano.
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SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA
PROMOZIONE E SOSTEGNO ECONOMICO
IL SOVVENIRE NELLE PARROCCHIE di Luca Foscoli* Di rientro a metà maggio da Salerno, dove si è svolto il Convegno Nazionale degli incaricati diocesani per il Sovvenire, ecco a rendere conto della gioia del donare attraverso quella sfida che la Chiesa fece nel lontano (ma non troppo) 1984 con la revisione del Concordato fra Stato e Chiesa. Il Compianto Card. Nicora – autore del rivoluzionario 8x1000 e ritornato alla Casa del Padre poche settimane fa – diceva a gran voce: “La Chiesa abbia fiducia del suo Popolo”. E, a oltre 20 anni da quella affermazione, possiamo dire oggi che ne è stato profeta. Un Convegno a tutto tondo che, spaziando dalla pastorale alla giurisprudenza sia ecclesiastica che civile, ha portato in sé il sempre attuale tema della firma dell’8x1000 alla Chiesa Cattolica ed alle Offerte liberali del Clero (ed in cuor mio pensavo alla Chiesa in San Marino con il sistema del 3x1000!). L’importanza della Parrocchia, come si evince anche dall’Evangelii Gaudium in cui si ricorda che essa è colei che sta a contatto con il Popolo ed anche il ruolo del Parroco che non è fra le persone “gruppo di eletti” ma presenza ecclesiale nel territorio. Nella parrocchia si trovano Comunione, Missione e Ministero. Nella parrocchia si trova anche il rapporto con il cambiamento: il diritto vigente ci dà l’interpretazione coerente alla realtà in cui si vive di una legge scritta nel passato. In questo ampio dibattito dentro e fuori la chiesa c’è quello del rapporto fra l’uomo ed il denaro. Un rapporto che entra nella fede perché parte dell’umanesimo. Il Sovvenire alle necessità della Chiesa diventa, per altri termini, funzione di
quanto San Giovanni Paolo II riportava nella Novo Millennio Ineunte: “Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione”. La grande domanda che ogni buon cristiano si deve porre è: “Con il tuo lavoro, quando cresce il Regno di Dio qui ed ora?”. Ed allora quella firma o quella scelta (anche per San Marino dove in un certo qual modo il 3x1000 ne è espressione di incontro fra Repubblica e Diocesi) diventa non un gesto qualsiasi ma un evento di grande responsabilità.
È necessario formare e formarsi sul tema. Nel piccolo, ed attraverso il nostro periodico, lo faremo. A tutti l’augurio di crescere in questo senso di appartenenza e di responsabilità insita nei cuori di ciascuno. Da una ricerca effettuata infatti, la parrocchia è una realtà importante per tutti, come si evince dal grafico (colonna di sinistra). Ma la formazione e la promozione riguardo il Sovvenire alle necessità della Parrocchia non sono molte come si evince dal secondo grafico (in alto). I Parroci nelle proprie parrocchie parlano raramente del Sovvenire, ma gli intervistati vorrebbero sentirne di più, infatti alla domanda Vorresti saperne di
più del Sovvenire alle Necessità della Chiesa? Le risposte vedono un 63% di interesse importante. Ed allora forza, la nostra Chiesa sta camminando sulla giusta strada, percorriamo insieme questa sfida perché “la parola richiede la sua realizzazione, se non c’è è come costruire sulla sabbia” (Papa Francesco, Convegno Nazionale di Firenze 2015). * Responsabile Servizio Diocesano per la Promozione e Sostegno Economico alla Chiesa
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OTTO PER MILLE
FONDI OTTO PER MILLE ANNO FINANZIARIO 2016 Pubblichiamo di seguito la ripartizione dei fondi pervenuti a questa Diocesi e derivanti dall’otto per mille devoluto dai Cittadini alla Chiesa Cattolica, attraverso la denuncia dei redditi. Nell’occasione ringraziamo le tante persone che con la loro scelta, danno un aiuto sostanziale alla vita di Chiese locali come la Nostra e alle relative strutture organizzative, rendendo altresì possibile l’importante attività di sostegno agli interventi sugli edifici, alle attività pastorali, alla formazione, alla operosità della intera Diocesi. Ancora grati ai Contribuenti per l’importante aiuto, diamo conto di come sono state indirizzate le somme ricevute nell’anno finanziario 2016. Le somme derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF ex art. 47 della legge 222/1985, conferite nell’anno 2016 a questa Diocesi dalla Conferenza Episcopale Italiana, sono così erogate: I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE A. ESERCIZIO DEL CULTO: 1. “Conservazione o restauro edifici di culto già esistenti o altri beni culturali ecclesiastici” “Contributi per lavori e straordinarie manutenzioni alle seguenti Parrocchie: 1) Santa Maria al Mutino in Monastero; 2) San Biagio in Sassofeltrio; 3) Santa Maria Assunta in Montealtavelio; 4) Santa Maria Assunta in Pieve Corena; 5) S. Michele Arcangelo in Macerata Feltria; 6) San Martino in Casteldelci; 7) San Marino in Montecopiolo; 8) San Leo € 137.000,00 in Carpegna; 9) S. Nicolò in Valle di Teva”
B. ESERCIZIO E CURA DELLE ANIME: 1. Attività pastorali 2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani
€
30.000,00
“Contributo per utenze, manutenzioni, automezzi, assicurazioni, servizi vari e/o occasionali”; € 50.000,00 “Contributo per meccanizzazione e strumenti per uffici, materiale di € 15.000,00 consumo, postali, abbonamenti”; “Quota su retribuzioni al personale, consulenze tecniche, legali, contributi ed oneri”; € 53.407,82
3. Contributo alla Facoltà Teologica € 4.000,00 4. Archivio, Biblioteca e Museo € 50.000,00 5. Mezzi di comunicazione sociale a finalità pastorale
Sostegno al giornale diocesano, bollettino diocesano, sito diocesi, ma€ 35.000,00 nifesti, locandine e stampe, pubblicazioni
6. Manutenzione straordinaria di case canoniche e/o locali di ministero pastorale” alle parrocchie di: San Biagio in Maiolo e Santa Maria Maddalena € 19.000,00 C. FORMAZIONE DEL CLERO: 1. Formazione permanente del clero Corsi, aggiornamenti, sussidi, rimborsi spesa, Relatori
€ 8.000,00 2. Sostentamento teologi sesto anno e diaconi transeunti € 20.000,00 D. CONTRIBUTO AL SERVIZIO DIOCESANO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA € 1.200,00 E. ALTRE ASSEGNAZIONI: 1. Progetto inventario beni storico artistici nelle parrocchie € 10.000,00 TOTALE SOMMA DISTRIBUITA II.
€ 432.607,82
PER INTERVENTI CARITATIVI
A. DISTRIBUZIONE A PERSONE BISOGNOSE: 1. Da parte della Diocesi e del Vescovo
€ 55.000,00
B. OPERE CARITATIVE DIOCESANE: 1. A Caritas Diocesana
€ 117.000,00
C. OPERE CARITATIVE DI ALTRI ENTI: 1. A Fondazione di Religione San Paolo
€ 200.000,00
D. ALTRE ASSEGNAZIONI: 1. Gestione e ordinaria amministrazione uffici e magazzino caritas diocesana € 30.868,57 TOTALE SOMMA DISTRIBUITA
€ 402.868,57
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VITA MISSIONARIA
CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO
“ Io ti ho posto come luce dei popoli, perché tu porti la salvezza fino all’estremità della terra” (Atti 13,47)
a cura di Chiara Giannini
ATTIVITÀ ESTIVE In questo numero vogliamo ricordare gli appuntamenti estivi del centro missionario. Dal 16 al 23 luglio in Valfoglia ci sarà il tradizionale Campo di Lavoro Missionario che vedrà tante persone impegnate nella raccolta di indumenti, ferro e metalli vari. Il campo è aperto a tutti (dai 16 anni in su) e vitto e alloggio sono gratuiti. Il ricavato del campo di lavoro sarà destinato alle missioni dei Frati cappuccini dell’Emilia Romagna in Etiopia per la costruzione di una scuola primaria. Dal 31 luglio al 21 agosto invece, si terrà il campo di lavoro missionario in Etiopia. Il gruppo formatosi è composto da 20 volontari, provenienti sia dalla nostra Diocesi che dalla Diocesi di Urbino. Saranno loro a consegnare il ricavato del Campo di Lavoro in Valfoglia direttamente a Padre Renzo, responsabile della missione in cui si recheranno, e saranno proprio loro ad iniziare la costruzione della scuola primaria. Padre Renzo, venuto in Italia nel mese di maggio, ha incontrato il gruppo per dare ai volontari qualche informazione tecnica sulla missione e sul progetto che si andrà a realizzare. La missione nella quale si recheranno è Tarcha, una cittadina a 1600 metri sul livello del mare. Si trova in una posizione centrale, possiede un ospedale governativo, numerose farmacie, dunque dal punto di vista sanitario è una zona ben servita. L’acqua purtroppo scarseggia, perché non c’è ancora una rete idrica che fornisca acqua all’intera città; per fortuna a 5 km c’è una sorgente di acqua potabile. È in costruzione una chiesa in muratura che andrà a sostituire la “capanna” presente e, infine, è presente e funzionante un asilo, costruito in questi ultimi anni anche grazie all’aiuto dei benefattori della nostra Diocesi. Riportiamo il resoconto della Marcia missionaria del 7 aprile scorso: € 1.214,24.
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EVENTI
ASSOCIAZIONE “AMICI UNIVERSITÀ CATTOLICA DI SAN MARINO-MONTEFELTRO”
BELLISSIMA USCITA A MANTOVA CITTÀ CROCEVIA DI STORIA, DI ARTE E CULTURA L’Associazione Amici Università Cattolica di San Marino-Montefeltro, tra le altre sue importanti attività, propone anche occasioni di uscite culturali. Quest’anno, in collaborazione con l’AC Adulti ha proposto una visita a Mantova che si è tenuta il 25-26 marzo. Si è dimostrata veramente una felice scelta. La città, crocevia di storia e di arte, si presenta nel suo splendore di proposte naturalistiche e culturali che le hanno giovato nel 2016 l’assegnazione del titolo di capitale culturale d’Italia. Si comincia con una full immersion nella natura: un viaggio in traghetto di oltre due ore sul fiume Mincio attraverso il suo parco naturale e poi sul fiume Po fino a raggiungere San Benedetto Po, lontano dai rumori e dal caos del traffico, quasi una purificazione per prepararci alla full immersion nella storia, nell’arte e nel sacro della storica e bellissima abbazia di Polirone. L’immersione nell’arte e nel sacro è continuata nel pomeriggio con le visite nella città di Mantova alle chiese di Sant’Andrea e Duomo, accompagnati dalla Delegata Diocesana dell’Ass. Amici Un. Cattolica e del nostro Vescovo Andrea. Il giorno dopo la maratona nel profano dei palazzi dei signori che hanno governato quelle terre, particolarmente i Canossa e i Gonzaga, ma il sacro e l’arte non ci hanno abbandonato a Palazzo Te, nonostante le storie dei signori del tempo intrise di pettegolezzi, tradimenti e guerre, e a Palazzo Ducale. Una immensa esposizione di arte e di storia, con al centro il gioiello della “camera degli sposi” del Mantegna, recentemente restaurata, il tutto di una bellezza da lasciare frastornati e affascinati anche grazie ad una guida competente e appassionata (dire di più ci vorrebbe troppo spazio e ognuno può trovare informazioni facilmente reperibili sui supporti cartacei e web – poi ci piacerebbe suscitare curiosità perché il lettore si rechi personalmente a farne esperienza). Ci preme di più riportare qualche riflessione a cui peraltro ci ha sollecitato Mons. Vescovo creando alcune occasioni specifiche di confronto anche per raffor-
zare i nostri legami di amicizia. La meraviglia di fronte a tanta stupenda arte sacra richiama la Costituzione sulla Liturgia n. 122: “Fra le più nobili attività dell’ingegno umano sono annoverate, a pieno diritto, le belle arti, soprattutto l’arte religiosa e il suo vertice, l’arte sacra. Esse, per loro natura, hanno relazione con l’infinita bellezza divina che deve essere in qualche modo espressa dalle opere dell’uomo…”. Ma richiama anche le parole di B. Croce secondo il quale l’artista gode
di uno spirito profetico, di uno sguardo penetrante: «Il pittore è pittore, perché vede ciò che altri solo sente o intravede, ma non vede». Il confronto tra visione laica e religiosa dell’esistenza ha portato ad approfondire il rapporto tra fede e ragione (in passato non è stato sempre così: in un affresco dell’abbazia di Polirone la fede veniva rappresentata senza testa). Oggi la Chiesa sostiene che: «La Fede e la Ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità». Di fronte alle chiese e palazzi monumentali che si dice costruite dai nobili di turno, il pensiero di molti è andato alle tante maestranze che con le loro fatiche ed abilità hanno realizzato siffatte bellezze, come sollecita anche una poesia di Bertolt Brecht Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì? Un’ultima riflessione più prosaica e forse utilitaristica. Mantova ha pagato un grosso prezzo alla crisi economica: sembra si stia riprendendo proprio investendo nella cultura e nell’ambiente. Non potrebbe essere un insegnamento anche per le nostre realtà? Alcuni partecipanti entusiasti
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UFFICIO FAMIGLIA
ROMA
- Città eterna. Capitale d’Italia. Centro della cristianità. Museo a cielo aperto. Grande bellezza… Motivi che spingono ogni anno migliaia e migliaia di persone a raggiungerla, ma i centocinquanta sammarinesi-feretrani che la visiteranno il 13-14 giugno hanno in più il desiderio di incontrare Papa Francesco: questo, in verità, il motivo principale del loro viaggio. Un centinaio di loro si presenteranno al Papa per festeggiare con lui i venti anni dell’associazione “Carità senza confini”, associazione vivace, benefica e cara ai sammarinesi. Inoltre ci saranno 11 coppie di sposi novelli rigorosamente in abito nuziale e altre coppie che celebrano un anniversario importante di matrimonio; anche questi saranno ammessi alla benedizione personale del Papa. Questo pellegrinaggio costituisce una significativa convergenza diocesana di iniziative diverse, ma, alla fine, con obiettivi comuni di fede, di amicizia e di godimento dell’atmosfera unica di Roma. È strano pensare a come piano piano tutto acquisti senso, come con pazienza la Sua volontà ci guida sulla giusta strada, quella fatta proprio per noi. Ogni passo fatto, ogni gesto compiuto, ogni scelta intrapresa ora si compongono in una forma nuova, un meraviglioso disegno pensato apposta per noi. Il senso di gratitudine è grande, così come grande è la promessa di quel “per sempre” che ci giureremo davanti a Dio: sentiamo di essere resi partecipi di qualcosa di immensamente prezioso, un tesoro da custodire con impegno, servizio e gratuità. Una responsabilità importante, un compito non facile, un cammino che ci riserverà sorprese ma in cui non ci sentiamo abbandonati. È tanto l’affetto e tanta la vicinanza che in questo periodo di attesa sentiamo e vediamo attorno a noi: le nostre famiglie, i nostri amici più cari e la comunità che accoglierà la nostra nuova famiglia ci dimostrano in mille modi la loro cura e l’attenzione nei nostri confronti. Tutto questo è un dono grande e ci dà forza per intraprendere la nostra vita insieme. Siamo emozionati e l’emozione crescerà appena varcheremo la soglia della chiesa: incontrare gli sguardi di chi amiamo e di coloro che hanno fatto e fanno parte della nostra vita inevitabilmente ci scuoterà, celebrare quel sacramento che cambierà sostanzialmente la
AL CINEMA
“ SEMPRE E PER SEMPRE”
nostra esistenza ora ci lascia senza parole per descrivere l’impaziente gioia che stiamo vivendo. Con lo stesso spirito, la stessa gioia ed emozione il prossimo 13 giugno saliremo sul pullman insieme ad altre coppie per raggiungere Roma prendendo parte al pellegrinaggio diocesano per i neo sposi organizzato
AL CINEMA
AL CINEMA
Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse “A volte si ha così tanta paura di morire che ci si dimentica di vivere” Samuel (interpretato da Omar Sy) “Famiglia all’improvviso-Istruzioni non incluse”, uscito nelle sale italiane il 20 aprile 2017, è un film diretto dal regista Hugo Gelin, il quale crea un perfetto connubio tra ironia e drammaticità, narrandoci una storia che tocca delle corde molto sensibili del nostro animo. Il protagonista è Samuel (Omar Sy), un giovane ragazzo che si diverte in Costa Azzurra a sedurre quante più ragazze possibili, ma un giorno le conseguenze della sua vacanza “sfrenata” bussano alla sua porta: si tratta di una bellissima ragazza dai capelli biondi (Clemence Poesy), con in braccio una neonata, la figlia di Samuel, concepita durante il periodo trascorso in Costa Azzurra. Samuel si trova, perciò, a dover fare il padre in modo improvviso e impreparato, tanto che divertirà gli spettatori con numerose gag comiche. Infatti
dall’Ufficio di Pastorale Familiare. Vivremo due giorni di condivisione nella splendida capitale, due giorni che culmineranno con l’Udienza generale in Vaticano e con la possibilità per noi sposi novelli di salutare personalmente il Santo Padre Francesco. Lorenzo e Sara
AL CINEMA
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Samuel, eterno Peter Pan che non vuole crescere, rincorre la madre della bambina fino a Londra, dove quest’ultima abita, per ridarle la bambina, eppure Samuel dovrà prendersi la sua prima grande responsabilità: crescere la piccola Gloria (Gloria Colston) da solo. Sarà proprio da Londra dove la sua nuova vita comincerà, dovrà imparare ad avere uno sguardo sul futuro per non far mancar nulla a sua figlia e si trova un nuovo lavoro come stunt-man grazie all’amico Bernie (Antoine Bertrand). Samuel non si dimostrerà effettivamente un padre perfetto, ma a nessun padre si richiede questo se non il tentativo di mettercela tutta per il bene dei propri figli e Samuel tenterà davvero di rendere felice Gloria con infinite avventure dove anche lo spettatore stesso si sentirà coinvolto. Ad un tratto, però, sarà proprio questo padre, a tratti infantile ma con il cuore puro, a dover imparare tanto dalla figlia, ma soprattutto ad allontanare le paure per amare la vita stessa, che spesso non viene apprezzata quanto si dovrebbe. Oltre ad un cast spettacolare che permette al film di acquisire un valore aggiuntivo, il giovane regista riesce a catturare lo spettatore fino all’ultimo ciak, anche grazie alla dinamicità che caratterizza la pellicola. Il film è inevitabilmente molto toccante e riflessivo perché ci permette di cogliere quella magia che rende la vita un dono davvero speciale, e spesso questa magia la calpestiamo perché abbiamo troppi impegni, siamo troppo presi dai problemi, mentre a volte, come questo super papà, seppure debba duplicarsi infinitamente per essere sempre presente per la figlia, si rende improvvisamente conto di quanto in un secondo tutto possa essere perduto, e per questo quella meravigliosa magia, che è la vita, diventa preziosa e indispensabile. Melissa Nanni
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Carissimi Sacerdoti, desideriamo raggiungervi in questo tempo che per noi rappresenta l’inizio di un nuovo triennio associativo per esprimervi la nostra gratitudine e rinnovare, attraverso voi, la nostra dedizione a questa porzione di Chiesa a cui il Signore ci ha chiamati. Mentre vi scriviamo abbiamo ancora negli occhi e nel cuore la grande emozione dell’incontro con papa Francesco, che il 30 aprile ha voluto festeggiare con noi il 150° anniversario di fondazione della nostra Associazione, e con questa lettera vorremmo condividere con voi alcune riflessioni, disponibili ad un dialogo sincero e fraterno. Al cuore della nostra vocazione laicale c’è l’impegno concreto per le comunità nelle quali viviamo: l’apostolato e la vita liturgica della parrocchia, l’educazione, la crescita umana e spirituale delle giovani generazioni, l’accompagnamento in ogni situazione di vita, la carità, l’attenzione alle relazioni. Papa Francesco ci ha invitato a portare avanti la nostra esperienza apostolica radicati in parrocchia, che è presenza ecclesiale nel territorio, lo spazio in cui le persone possono sentirsi accolte così come sono, e possono essere accompagnate attraverso percorsi di maturazione umana e spirituale a crescere nella fede e nell’amore. Ci ha chiesto di non chiuderci in noi
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stessi, perché ogni iniziativa sia esperienza missionaria, che si incarna lungo le strade, nella realtà che ci circonda. Ecco allora che, pur se indegnamente e con i tanti limiti che ci caratterizzano, vorremmo dire che ci sta a cuore la società civile, con l’impegno ad essere buoni cittadini, proprio perché cristiani. Ci sta a cuore l’altro e la condivisione lenisce anche le ferite più dure. Ci sta a cuore la Chiesa, con la sua missione evangelizzatrice rivolta a tutti, con la sua passione per il bene comune. Non trascurando la tradizione e sentendoci pieni di gratitudine per chi ci ha preceduto, avvertiamo la responsabilità di incamminarci su strade nuove. C’è una parola che fra tutte è risuonata più forte e continua a risuonare nella nostra diocesi dopo il Convegno ecclesiale di Firenze ed è sinodalità: la forma che il nostro Vescovo Andrea ci chiede di dare al nostro impegno e alle nostre relazioni quotidiane. Proprio secondo questo stile, rinnoviamo a ciascuno di voi il nostro impegno ad esserci nella vita diocesana e vi invitiamo a contare su di noi, sulla nostra stima e sulla nostra presenza. Vi chiediamo di restare amici, di sostenerci a vicenda, di pregare gli uni per gli altri e di continuare ad avere a cuore insieme la Chiesa che amiamo. A nome di tutti gli aderenti. Il Consiglio Diocesano di Azione Cattolica
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AZIONE CATTOLICA
XVI ASSEMBLEA NAZIONALE DELL’AC
Futuro presente: “Fare nuove tutte le cose” RADICATI NEL FUTURO, CUSTODI DELL’ESSENZIALE Nel centro congressuale della “Domus Pacis”, da venerdì 28 a domenica 30 aprile, l’Azione Cattolica Italiana, al completo, si è riunita per l’appuntamento triennale assembleare. La Presidenza Nazionale insieme al Consiglio, al Collegio degli Assistenti Ecclesiastici e a 685 delegati provenienti dalle diocesi di tutta Italia – e più di 500 tra uditori e ospiti vari – hanno vissuto giorni di gioia e corresponsabilità, per confermare, modificare e integrare la missione del cammino associativo. L’Assemblea ha avuto inizio nel pomeriggio di Venerdì con i saluti dell’Assistente Generale S. E. Mons. Gualtiero Sigismondi (Vescovo di Foligno), del Presidente Nazionale Matteo Truffelli e dell’eletto Presidente onorario dell’AC Paul Jacob Bhatti (già Ministro per le minoranze del Pakistan). Nella serata dello stesso giorno, l’associazione ha vissuto un momento di formazione con una tavola rotonda dal titolo: “L’AC oggi”, con Enzo Bianchi (fondatore della comunità di Bose) e Marcello Sorgi (editorialista de “La Stampa”). Il secondo giorno, S. E. Mons. Nunzio Galantino (Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana) ha presieduto la S. Messa che ha preceduto l’apertura dei lavori collegiali introdotti dalla relazione del Presidente Nazionale (con un focus sulla condizione attuale e sulle prospettive dell’AC) e continuati, nel pomeriggio, con i lavori di gruppo sul Documento assembleare e sui relativi emendamenti. In serata, la preghiera ecumenica per l’unione dei cristiani. Nella giornata di Domenica 30 Aprile, l’Azione Cattolica Italiana ha spostato il proprio incontro nazionale in Piazza San
Pietro per l’udienza del Santo Padre Francesco, in occasione del centocinquantesimo anniversario della fondazione dell’associazione, avvenuta nel Settembre del 1867. Oltre centomila partecipanti (45 dalla nostra diocesi), provenienti da tutto il Paese si sono ritrovati per festeggiare ed ascoltare le parole che il Papa ha voluto rivolgere loro. Un discorso carico di incoraggiamenti e di spunti sia per il cammino di fede personale di ognuno, sia per l’impegno attivo dell’AC nella società, nella politica (“con la maiuscola”), nel mondo. Insomma, un’esortazione a non cadere nella pigrizia e nelle comodità, a non essere “poltroni”, a guardare sempre avanti! Nel pomeriggio successivo al momento di festa, l’Assemblea è tornata in plenaria per la votazione degli emendamenti al testo del Documento, votazioni terminate in serata, in seguito alla celebrazione della S. Messa da parte del Vice-Assistente Generale Don Antonio Mastantuono. Durante lo svolgimento di tali consultazioni, i delegati eleggevano anche i nuovi membri del Consiglio Nazionale. Infine, a conclusione della XVI Assem-
CAMPO ESTIVO AC ADULTI Dopo la fraterna esperienza dell’anno scorso a Lecceto, l’Azione Cattolica Adulti ripropone il suo “campo estivo”. La Toscana sembra attirarci!! L’anno scorso ci hanno accolto le terre senesi e Santa Caterina, quest’anno saranno le terre di San Francesco, anzi il monte di San Francesco a ospitarci. Dal 6 al 9 luglio infatti ai piedi del monte di La Verna presso le suore francescane della Sacra Famiglia vivremo 4 giorni tra spiritualità, arte e convivialità. Che dire? Non mancate!!!! Per informazioni Marco: 338 8357810
blea Nazionale, hanno avuto luogo la celebrazione della S. Messa da parte di Sua Em.za Card. Kevin Farrell (Prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita) e l’intervento di Sergio Gatti (Vice-Presidente del Comitato delle Settimane Sociali) dal titolo: “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale L’Azione Cattolica verso la Settimana Sociale” (che si terrà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre 2017). A conclusione dei lavori assembleari, è stata presentata e votata la versione finale del Documento collegiale (accolta per acclamazione) ed è stato formulato il messaggio al Paese. Un testo che conferma la naturale missione dell’AC ad essere “tra la gente, con la gente, per la gente, dalla gente”. Il nuovo Consiglio Nazionale eletto, per il
triennio 2017-2020, è formato anche da due Emiliano-Romagnoli quali: Pierpaolo Triani della diocesi di Piacenza-Bobbio (per il Settore adulti) e Sara Vielmi della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla (per il Settore giovani). La Presidenza dell’AC diocesana
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PREGHIERA
APOSTOLATO DELLA PREGHIERA - GIUGNO 2017
L’
offerta quotidiana santifica la tua giornata. Cuore divino di Gesù, io ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. In particolare, per le intenzioni affidate all’AdP dal Papa:
IN PARTICOLARE, PER LE INTENZIONI DEL PAPA E DEI VESCOVI INTENZIONE DEL PAPA o “Per i responsabili delle nazioni, perché si impegnino con decisione PER PORRE FINE AL COMMERCIO DELLE ARMI,
che causa tante vittime innocenti”.
La piaga del commercio delle armi
L
e spese militari globali sono diminuite del 40% nell’ultimo decennio del XX secolo. Questo, grazie alla riduzione delle forze della Nato dopo la fine della Guerra fredda, cui è comunque destinata la maggior parte dei 750 miliardi di dollari che il mondo spende in armi ogni anno. Questa cifra è cinque volte il debito dei 40 paesi più poveri. La cattiva notizia è che il commercio di armi pesanti si sta spostando sempre più verso Sud, in particolare verso i paesi asiatici. La Thailandia ha incrementato le sue spese militari del 26% nel solo 1996, lo Sri Lanka ancora di più. L’attenzione sulle vendite di armi pesanti, più consistenti, fa passare in secondo piano il commercio di quelle leggere, che provocano oltre il 90% delle vittime dei conflitti. In Mozambico, durante la guerra civile che ha fatto un milione di morti, sono entrati oltre 1.5 milioni di fucili d’assalto AK-47. Le armi leggere sono difficili da controllare e spesso vengono rivendute da un conflitto all’altro, portando ad una recente militarizzazione del pianeta. Uno dei miti che ancora resistono è quello per cui il commercio delle armi è importante per l’economia dei paesi produttori. In realtà, i contribuenti sovvenzionano pesantemente il settore (tre mila miliardi di lire nella sola Gran Bretagna) e, nonostante questo, l’industria continua a perdere migliaia di posti di lavoro ogni anno. L’Italia è il terzo esportatore mondiale di armi leggere. L’industria nazionale del settore, pur considerando le stime incomplete, non perde posti nella classifica ‘98 delle vendite e rimane uno dei maggiori produttori. Un mercato importante dunque, ma assolutamente fuori controllo. I maggiori importatori di armi italiane sono stati i Paesi del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale.
Dal momento che le armi da fuoco individuali hanno lunga vita, possono rimanere in circolazione per decenni, alimentando ininterrottamente un fiorente traffico di armi di seconda mano. Armi abbandonate al termine di un conflitto civile finiscono sul mercato nero per poi ricomparire in un’altra area di tensione del pianeta. Nonostante le armi leggere siano oggi riconosciute da tutti come il nuovo flagello dell’umanità, non ci sono norme internazionali o standard sulle armi leggere. La loro produzione, il commercio ed il possesso sono tuttora non controllati e regolati. In Italia esiste un’ottima legge sul commercio delle armi: è la legge 185/90. Per l’importanza che attribuisce al rispetto ed alla promozione dei diritti civili, la legge italiana rappresenta un modello nel panorama internazionale, ma una tendenza interpretativa sempre più riduttiva la sta svuotando di ogni valore. Papa Francesco scrive:“Guardando alle sfide che in questo nostro tempo è urgente affrontare per costruire un mondo più pacifico, vorrei sottolinearne due: il commercio delle armi e le migrazioni forzate. Tutti parlano di pace, tutti dichiarano di volerla, ma purtroppo il proliferare di armamenti di ogni genere conduce in senso contrario. Il commercio delle armi ha l’effetto di complicare ed allontanare la soluzione dei conflitti, tanto più perché esso si sviluppa e si attua in larga parte al di fuori della legalità. Ritengo pertanto che, mentre siamo riuniti in questa Sede Apostolica, che per sua natura è investita di uno speciale servizio alla causa della pace, possiamo unire le nostre voci nell’auspicare che la comunità internazionale dia luogo ad una nuova stagione di impegno concertato e coraggioso contro la crescita degli armamenti e per la loro riduzione”.
INTENZIONE DEI VESCOVI o “Perché attraverso l’ascolto della parola di Dio possiamo fare nostri i sentimenti del Cuore di Cristo”.
Chi è in Cristo è radicalmente orientato al servizio degli altri
“S
e dunque c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate gli stessi sentimenti in Cristo” (Fil 2, 1-5). “L’unità nell’amore” si raggiunge soltanto se ogni membro della comunità considera gli altri superiori a se stesso. Ogni membro della comunità deve considerare l’altro come oggetto della grazia di Dio e di conseguenza come degno di rispetto
in qualsiasi circostanza ed in qualsiasi condizione. L’amore cristiano è libero e spontaneo. Il cristiano non cerca se stesso e non si pone di fronte all’altro come un gran signore che regala generosamente quello che gli avanza, ma si ritiene debitore nei confronti di coloro che ama. L’itinerario del Cristo è qualcosa di più di un esempio morale: è l’evento in cui la comunità ed i suoi membri hanno ricevuto l’impulso e la norma interna fondamentale. La volontà di Dio così come si è manifestata nella realtà del Cristo (l’ultima parola di Dio), è il dovere e nello stesso tempo il dono del servizio reciproco. È questo il nucleo centrale ed essenziale del nuovo e definitivo ordine di rapporti fra Dio e l’uomo: chi è in Cristo, è radicalmente orientato al servizio degli altri.
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NOTIZIE FLASH DA SAN MARINO L’Onorevole Cécile Kyenge a San Marino
L’Onorevole Cécile Kyenge, europarlamentare italiana, il 5 maggio è venuta in visita a San Marino su invito della Confederazione Sammarinese del Lavoro. In serata, è stata ospitata in qualità di relatore alla pubblica Conferenza “Integrazione Europea, immigrazione, diritti e ruolo delle donne nel lavoro e nella vita sociale, contro ogni forma di violenza di genere”. Nel pomeriggio l’On. Kyenge si è incontrata con una delegazione di Governo composta dai Segretari di Stato per gli Affari Esteri, Nicola Renzi, e per le Pari Opportunità, Franco Santi. Il cordiale colloquio con i rappresentanti dell’Esecutivo ha consentito di sviluppare i temi inerenti alle politiche dell’immigrazione, dell’accoglienza e dell’integrazione che sono al centro dell’attività politica dell’Ospite, in virtù del suo precedente incarico istituzionale presso il Governo italiano, dell’attuale esperienza al Parlamento Europeo, nonché della sua stessa formazione e storia personale. Una particolare attenzione è stata riservata al ruolo delle donne nell’attuale scenario europeo e internazionale e all’impegno comune nella lotta contro ogni tipo di violenza sulla donna e di genere. La Repubblica, a tal riguardo, ha compiuto sensibili passi in avanti, essendosi dotata di recente di un corpus normativo e di una struttura sociale rispondenti, tra l’altro, ai dettami della più nota Convenzione di Istanbul. A seguire, l’Ospite è stata ricevuta in Udienza dalle LL.EE. Mimma Zavoli e Vanessa D’Ambrosio e presentata Loro dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri. (Comunicato Stampa Segret. Affari Esteri RSM) . Testimonianza di Andrea Zavoli all’incontro su Vita Indipendente A seguito della serata del 9 maggio nella sala Montelupo a Domagnano sulla Vita Indipendente, argomento trattato all’art. 19 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD), Attiva-Mente, nel ringraziare sentitamente per l’organizzazione la Segreteria di Stato alla Sanità, l’ISS e la Commissione CSD ONU, desidera altresì esprimere il proprio compiacimento. È stato sicuramente un momento che ha offerto diversi spunti di riflessione e tante
emozioni; le tante persone in Sala hanno avuto modo di conoscere ulteriormente la questione, il fatto cioè, che in un Paese non debbano esistere situazioni per cui si deleghino “ad altri”, le scelte riguardanti la gestione della vita di persone, in particolare delle persone con grave disabilità e quindi non autosufficienti, poiché ciò si configurerebbe come violazione di un Diritto sancito e sacrosanto. La graditissima presenza di Andrea Zavoli al centro dei relatori, ha determinato quella condizione perfetta per cui tutti i presenti hanno avuto la possibilità di interrogarsi e riflettere di fronte alle proprie responsabilità, contraddizioni, limiti e paure. Proprio per questo, riteniamo che la strada sin qui intrapresa a San Marino per la Vita Indipendente, debba portare nel breve periodo una soluzione condivisa da provare per uno o più soggetti. Questa Conferenza siamo certi, ha aperto gli occhi, le orecchie ed il cuore a tanti dei presenti. (Comunicato Stampa Attiva-Mente)
sale quale opportunità per riaffermare l’immagine di San Marino, in linea con gli standard e le best practices internazionali, per consolidare le relazioni bilaterali con il Kazakhstan e gli altri Stati dell’Unione Euroasiatica e per rafforzare l’attività di diplomazia economica a beneficio dell’economia e delle imprese sammarinesi. Il Segretario di Stato Renzi ha altresì ribadito il forte significato proprio della collaborazione che si realizzerà con il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica italiana. L’Expo di Astana rappresenta una tra le manifestazioni internazionali più importanti del 2017, con l’adesione di ben 115 Nazioni, oltre alle più importanti Istituzioni internazionali, tra cui OCSE, Commissione Europea, Banca Mondiale, ESCAP, OPEC, UNIDO, ISESCO, IAEA ed UNDP. Presente all’incontro anche il dott. John Mazza, rappresentante della Chamber of International Commerce del Kazakhstan, nonché Amministratore Unico della STAND INTERNATIONAL s.r.l., società sammarinese di servizi per l’internazionalizzazione delle imprese, che ha illustrato la proposta di partecipazione imprenditoriale di San Marino all’evento invitando le imprese sammarinesi ad aderirvi. Tale eventuale partecipazione si inquadra nell’ottica di una sempre maggiore internazionalizzazione dell’economia sammarinese. (Comunicato Stampa Segret. Affari Esteri RSM) L’Ambasciatore di Israele, Ofer Sachs, a San Marino
Missione imprenditoriale sammarinese all’Expo 2017 in Kazakhstan, dal 10 giugno al 10 settembre 2017 La Segreteria di Stato per gli Affari Esteri ha promosso il 10 maggio, presso la Sala Montelupo di Domagnano, la conferenza di presentazione della Missione imprenditoriale sammarinese all’Expo 2017 che si terrà ad Astana, in Kazakhstan, dal 10 giugno al 10 settembre 2017. La manifestazione internazionale, che avrà come tema generale le “Energie del Futuro”, metterà al centro le tematiche del risparmio energetico, dell’implementazione delle energie rinnovabili, della tutela dell’ambiente naturale e della biodiversità. Ad illustrare le opportunità di partecipazione all’evento il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Nicola Renzi, che ha rimarcato la valenza strategica della presenza sammarinese all’esposizione univer-
Il 15 maggio si è tenuto un incontro a Palazzo Begni fra il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Nicola Renzi e l’Ambasciatore di Israele, Ofer Sachs. S.E. Sachs si trovava in Repubblica per presenziare, in serata, all’evento musicale “Birds & Guitars”, promosso dalla stessa Ambasciata di Israele in collaborazione con la Segreteria di Stato agli Affari Esteri nell’ambito delle celebrazioni del 69° Anniversario dell’Indipendenza dello Stato d’Israele. Si tratta di un appuntamento culturale ormai consolidato nell’agenda bilaterale fra i due Paesi, che si iscrive nelle ottime e proficue relazioni esistenti. Nel corso del cordiale colloquio, sono stati affrontati temi relativi al contesto internazionale e alla collaborazione presso gli Organismi multilaterali, nonché argomenti propri del rapporto bilaterale. A quest’ultimo riguardo, Renzi ha espresso l’interesse a sviluppare ulteriormente l’interscambio economico fra i due Paesi attraverso la conclusione di eventuali specifici accordi, con particolare attenzione per il settore delle start up, del commercio elettronico e della sicurezza informatica. San Marino, ha sottolineato Renzi, guarda con molto interesse ad Israele, che rappresenta un punto di riferimento importante in molti settori, in
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Presentazione del programma della Federcalcio “Il calcio aiuta”
considerazione del progressivo consolidamento del proprio sistema, ottenuto anche in virtù di un forte investimento nella ricerca e nell’innovazione. L’Ambasciatore Sachs ha offerto la propria disponibilità a mettere in condivisione l’esperienza del proprio Paese sui temi dello sviluppo, delle nuove tecnologie e dei nuovi media e, in generale, su tutte le questioni “cyber”. Al termine del colloquio il Segretario di Stato Renzi ha accompagnato l’Ospite in Udienza privata dagli Ecc.mi Capitani Reggenti Mimma Zavoli e Vanessa D’Ambrosio. (Comunicato Stampa Segret. Affari Esteri RSM) Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Nicola Renzi a Bruxelles
Martedì 16 maggio il Segretario Renzi ha partecipato a Bruxelles a una sessione negoziale relativa alla conclusione di un Accordo di associazione tra l’Unione Europea, da un lato, e San Marino, Monaco e Andorra, dall’altro. Si tratta della prima volta che il Responsabile della Politica Estera sammarinese partecipa ad una tornata negoziale, a dimostrazione del particolare interesse verso la miglior definizione del rapporto di sempre maggior integrazione europea. I negoziati avverranno sia in forma bilaterale tra i negoziatori dell’Unione e San Marino che plurilaterale, e verteranno sulla definizione del testo quadro istituzionale, sulla libera circolazione delle merci e dei servizi; sarà inoltre l’occasione per una valutazione sullo stato d’avanzamento dei lavori e per definire altresì il calendario dei lavori per la seconda metà del 2017. Nella giornata di giovedì 18 maggio la Missione proseguirà a Cipro, dove il Segretario di Stato Renzi interverrà alla sessione annuale del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. (Comunicato Stampa Segret. Affari Esteri RSM)
L’Ambasciata di San Marino a Roma ha partecipato, questa mattina, nella sede della Presidenza del Consiglio, alla presentazione del programma della Federcalcio “Il calcio aiuta”. L’iniziativa, patrocinata dal Ministero per lo Sport, è volta a sostenere le società sportive di calcio operanti nelle aree colpite dagli eventi sismici del 2016 per favorirne il ritorno alla normalità. Fra gli altri sono intervenuti il Ministro dello Sport, Luca Lotti, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, il Commissario Straordinario del Governo per la ricostruzione, Vasco Errani e Paolo Maldini, nella veste di ambasciatore del programma di sostegno Figc, oltre alle autorità della Federazione Gioco Calcio italiana. A rappresentare San Marino anche il Presidente della Federazione Calcio sammarinese, Marco Tura, attraverso il quale la Repubblica e la sua Federazione sono stati pubblicamente ringraziati per aver contribuito con una raccolta fondi al finanziamento di un progetto per la ricostruzione dello spogliatoio di un impianto sportivo in una zona colpita dal terremoto. (Comunicato Stampa Segret. Affari Esteri RSM)
• avere un’età compresa tra i 24 e i 35 anni; • essere disponibile a seguire i partecipanti anche nei giorni festivi e in orari serali. Le domande di ammissione, redatte in carta semplice, dovranno pervenire a mezzo servizio postale A/R o consegnate a mano, entro e non oltre il termine delle ore 14.00 del 2 giugno 2017, presso il Dipartimento Affari Esteri - Ufficio per i Rapporti con le Comunità all’Estero - Contrada Omerelli, 17 - Città di San Marino. Nella domanda, possibilmente dattiloscritta, il candidato deve dichiarare: a) nome, cognome, luogo e data di nascita, recapito e numero telefonico; b) di accettare integralmente le norme contenute nel presente bando. Per ulteriori informazioni gli interessati potranno rivolgersi all’Ufficio Rapporti con le Comunità all’Estero – Dipartimento Affari Esteri – Tel. 0549 882219/882210. (Comunicato Stampa Segret. Affari Esteri RSM) Invito a partecipare all’Esposizione “100 Presepi” a Roma
Bando di concorso per tutor nell’ambito dell’edizione 2017 dei Soggiorni Culturali per giovani sammarinesi residenti all’estero, che si svolgeranno dal 5 al 25 luglio La Segreteria di Stato per gli Affari Esteri e la Consulta dei Cittadini Sammarinesi all’estero promuovono un bando di concorso per n. 3 posti di tutor nell’ambito dell’edizione 2017 dei Soggiorni Culturali per giovani sammarinesi residenti all’estero, che si svolgeranno dal 5 al 25 luglio pp.vv. I tre posti disponibili per le lingue richieste (inglese, francese e spagnolo) saranno assegnati sulla base dei titoli presentati e dopo un colloquio con un’apposita Commissione che verificherà la conoscenza della lingua, la disponibilità e l’attitudine dei candidati alla particolarità del servizio da svolgere. Il giudizio della Commissione è insindacabile. Sono requisiti indispensabili per essere ammessi alla selezione: • essere cittadino sammarinese ovvero cittadino italiano residente a San Marino; • essere laureato o laureando in lingue straniere o scuola interpreti, oppure essere madrelingua (inglese, francese, spagnola) in possesso di titolo di studio di scuola media superiore, con buona conoscenza della lingua italiana;
La Segreteria di Stato per gli Affari Esteri informa che anche quest’anno San Marino aderisce all’esposizione “100 Presepi”, in svolgimento a Roma dal 23 novembre 2017 al 7 gennaio 2018. Gli artisti, gli artigiani e i collezionisti sammarinesi appassionati di arte presepiale sono invitati a partecipare con le loro opere. I presepi possono essere realizzati con tecniche, stili, materiali e forme diverse: quadri, sculture, opere che rappresentino la scena della natività (non sono accettati personaggi in materiale plastico/resina). La mostra, giunta alla sua 42ª edizione, ospita annualmente oltre 150 presepi provenienti dalle regioni italiane e da oltre 50 Paesi del mondo, realizzati con materiali tradizionali o del viver comune. La scorsa edizione è stata visitata da circa 30.000 persone, fra cittadini romani, turisti italiani e stranieri. È molto seguita anche dai mezzi di comunicazione, tanto da essere stata citata dal “The New York Times” come uno dei sei eventi da visitare nel mondo durante il periodo natalizio. Entro il 20 giugno gli interessati possono contattare il Dipartimento Affari Esteri al numero 0549 88 22 25 per compilare la domanda di partecipazione e ricevere tutte le informazioni utili. Si ricorda che la partecipazione alla mostra è gratuita. (Comunicato Stampa Segret. Affari Esteri RSM)
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NOTIZIE FLASH DALLA VALMARECCHIA Studenti del “Tonino Guerra” di Novafeltria premiati con viaggio visitano il Parlamento europeo a Bruxelles
Imola (Bologna) con 112 fotografie, la Biblioteca Malatestiana di Cesena con 75. In totale sono state 2.761 le fotografie scattate a questi dieci siti, ovvero il 44% del totale delle immagini pervenute dall’Emilia-Romagna.
Madonna delle Grazie di Pennabilli come affidamento alla protezione della Madre di Dio per il susseguirsi del suo ministero episcopale.
Cineforum dalle Monache Agostiniane di Pennabilli
Con l’immagine dei Trepponti al tramonto di Comacchio (Ferrara), scattata da Nbisi, l’EmiliaRomagna si è aggiudicata il 2º posto nazionale della 5ª edizione del contest “Wiki Loves Monuments”. Delle 190 semifinaliste – spiega una nota di Apt Servizi – 70 arrivano dall’Emilia-Romagna che si è distinta con immagini provenienti dalle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini, frutto di un’intensa attività di promozione dell’Apt e della collaborazione con il MiBact-Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Spiccano tra i monumenti più fotografati l’Abbazia di Santa Maria di Pomposa (Ferrara) e Museo di Casa Romei a Ferrara rispettivamente in gara con 254 e 253 immagini, la Fortezza di San Leo (Rimini) con 111, Palazzo Tozzoni ad
Domenica 11 giugno continua il Cineforum dalle Monache Agostiniane di Pennabilli con la proiezione dell’ultimo film del primo ciclo di cineforum iniziato a marzo scorso e che sta diventando un vero e proprio percorso di pensiero e di crescita insieme nella ricerca del bene. • ore 17:30 Vespri • ore 18:00 Visione del film Per info: • Suor Abir: abirosa.hanna@gmail.com - 0541 928412 • Luciana Rossi: lucianarossi11@gmail.com 333 4704994
Festa del Patrono della parrocchia di Pennabilli: San Pio V Giovedì 4 maggio a Pennabilli ha avuto luogo il Concerto di musica sacra in onore di San Pio V papa, patrono della parrocchia della Cattedrale. Il giorno seguente, memoria di San Pio V papa, Mons. Luigi Negri ha celebrato la S. Messa. Erano presenti il nostro vescovo Andrea, i sacerdoti e la popolazione. Al termine, la parrocchia ha regalato a Mons. Negri un quadro che riproduce l’immagine della
NOTIZIE DALLA VAL FOGLIA E VALCONCA Mercatale ricorda Giuseppe Fucci “Pinuccio” organista e direttore del coro parrocchiale Giovedì 27 aprile scorso, nel terzo anniversario della prematura morte di Giuseppe Fucci (amichevolmente chiamato Pinuccio) le “ragazze” del coro parrocchiale di Mercatale hanno voluto ricordare il loro direttore e organista con una celebrazione particolare. È ancora vivo e grato nei parrocchiani il ricordo di Pinuccio, perché la musica, quella con la “emme” maiuscola, era la sua passione fin da ragazzino, quando da autodidatta imparò a suonare il pianoforte da una pianista vicina di casa a Genova. Tornato a Mercatale con la famiglia, oriunda del paese, appena diciassettenne, da subito si mise al servizio della parrocchia come animatore e direttore della corale parrocchiale, dimostrando doti di musicista, compositore di brani e messe per rendere più solenni e partecipate le liturgie domenicali e delle feste. Per più di un trentennio, la sua attività al servizio della parrocchia è riuscita a mantenere viva e a rinnovare la tradizione della “Schola Cantorum” di Mercatale, la cui lunga storia ha radici lontane, più di un secolo, dal finire dell’Ottocento, ravvivata nel lungo periodo di don Astorre Belli durato ben 46 anni (dal 1911 al 1957) e di cui ricorre proprio in questo anno il 60° anniversario della morte (il 15 maggio 1957). La vitalità della “Schola Cantorum” è proseguita durante il ventennio di don Giorgio Merca-
Foto di Giuseppe Fucci al pianoforte nel giugno 1988
telli (14 settembre 1957 al 5 giugno 1976), rinvigorita durante il successivo periodo di don Elio Masi (31 luglio 1976 - 20 ottobre 1993) con l’apporto prezioso di padre Callisto Giacomini (zio di don Elio), grande esperto di musica corale, strumentista per banda, compositore di polifonica e organista. Grazie al suo intervento la nostra corale parrocchiale si è perfezionata nella cura ed emissione della voce e nella esecuzione polifonica; lavoro continuato con professionalità e competenza, unite ad una grande pazienza, dal Prof. Maurizio Migiani, presente alla celebrazione in qualità di organista per rendere un dovuto omaggio all’amico. Di Pinuccio restano molti spartiti di musica sacra, rielaborazioni e composizioni musicali come eredità da studiare ed eseguire. Al termine di queste rapide considerazioni appaiono
chiari il desiderio e la necessità di voler ricordare Pinuccio alle nuove generazioni e soprattutto, in un periodo come questo quando tutto passa rapidamente nell’oblio, di non dimenticare chi ha dato tanto del suo tempo e delle sue capacità per la nostra comunità parrocchiale. Conoscendo poi la passione per la musica d’organo del nostro vescovo Andrea, il desiderio del ricordo ci ha spinti a invitare Sua Eccellenza, che ha accolto subito l’invito, con l’entusiasmo che lo caratterizza. Così la sera di giovedì 27 aprile, il Vescovo Andrea ha celebrato, insieme al nostro parroco don Alessandro Santini, la liturgia di suffragio accompagnato dal coro parrocchiale diretto dal prof. Maurizio Migiani, che ha eseguito con sentimento struggente e bravura i brani composti da Padre Callisto e dallo stesso Pinuccio. Il Vescovo ha ricordato l’importanza del canto liturgico sottolineando le parole di Sant’Agostino “chi canta prega due volte” e collegandosi al messaggio di Pasqua ha invitato a non avere paura della morte perché pur non sapendo cosa faremo in Paradiso certamente canteremo in eterno. Nel ricordare Pinuccio il Vescovo Andrea ha detto “certamente dal cielo Pinuccio starà cantando”. Al termine della liturgia un breve momento ricreativo durante il quale non sono mancate da parte del Vescovo, le lodi al coro e l’incitamento a continuare allargando l’impegno alle nuove generazioni, magari accompagnato dal suono dell’antico organo che “ancora tace in attesa di restauro”. Il coro parrocchiale