LA GAZZETTA
del Servizio Civile NUMERO 3 - LUGLIO 2020
Il periodo di quarantena e di convivenza con il virus ci ha messo a dura prova. Soprattutto perché, oltre a interrompere ogni nostra azione quotidiana, abbiamo dovuto mettere in pausa per un po’ la nostra esperienza di servizio. Avevamo iniziato da poco a conoscere i luoghi, i volti, le persone con cui avremmo dovuto condividere un anno di cammino, ma tutto si è dovuto fermare. Per fortuna però questa fase è superata, e finalmente... abbiamo ricominciato! In questo numero vi racconteremo
Caritas
come è stata la ripartenza dei vari progetti e come siamo riusciti a reinventarci in queste settimane. I pensieri in pillole di questo mese riporteranno le riflessioni maturate in questa fase, che condividiamo grazie ad alcune citazioni. In chiusura, poi, non perdetevi il prooroscopo: l’oroscopo dei progetti di servizio civile!
INDICE ri-Mettiamoci in gioco:
Racconti di servizio Post-Covid-19
03
Stretching Pensieri in pillole
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Terzo tempo PRO-OROSCOPO
...finalmente abbiamo ricominciato!
BS
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Il servizio civile CHE COS’E’? è coordinata da Ufficio
Promozione Volontariato Giovanile di Caritas Diocesana di Brescia
è
curata dai giovani del Servizio Civile: Adikan Matem Mikayaille, Agresta Annunziata, Baronio Alice, Bazzani Silvia, Benini Anna, Bolpagni Daniele, Bosio Maria, Castrezzati Alessia, Chiarini Andrea Alessandro, Cieri Sara, Cinelli Luca, Collura Annamaria, Esposito Lucia, Fasani Benedetta, Filippini Roberto, Fiorini Marta, Frontini Isabella, Galli Aurora, Greggio Davide, Kaur Sokhpreet, Konci Sheri, Maccarini Davide, Marini Maria Sole, Mirdha Sabrina, Panni Lara, Papetti Maria, Pe’ Martina, Petrilli Valeria, Plebani Niccolo’, Sartori Giovanni, Sberna Marialetizia, Scanzi Roberta, Sodji Farrelle Ariane, Tameni Simone, Tognazzi Marco, Tosi Gabriele, Tosoni Emma, Villacorta Perez Katherine, Viviani Michele
è una proposta ad adesione libera
per giovani italiani e stranieri tra i 18 e i 28 anni della durata di 12 mesi che chiede un impegno complessivo di 1.145 ore di cui 114 di formazione con un compenso di 439,50 euro al mese.
è
un’occasione per contribuire al bene comune e, allo stesso tempo, un percorso di crescita personale e comunitaria nei valori della pace, solidarietà e giustizia.
4 i progetti di Caritas Diocesana di Brescia per il 2020: Con i minori
“La favola mia” Con il disagio adulto
“L’oro negli sguardi” Negli oratori
“Tempo di crescere” Con i disabili
“Integral-mente”
Ri-METTI AMOCI inGIOCO
D
raccontarsi ISABELLA
LE MIE PAURE? SCONFITTE!
urante il periodo della quarantena, data la brutta situazione che stavamo vivendo e la negatività del momento, sono arrivata a pensare che non avremmo più svolto il servizio civile. Era il nove di aprile quando invece ho ricevuto il messaggio della Caritas che diceva: “Ti informiamo che nei prossimi giorni potrai tornare a prestare servizio presso la tua sede”. Ero contenta, contenta finalmente di poter ripartire e rivedere “i miei bambini” con i quali occupare mezza giornata all’insegna di giochi, merenda, libri, canzoni e cartoni. Letto il messaggio, nonostante l’entusiasmo iniziale e la voglia di ripartire, confesso di aver avuto paura. Il rientro in sede comportava uscire per la prima volta in piena pandemia. Prevedeva inoltre che per la mia sicurezza e per la sicurezza di tutti quelli che vivono e lavorano in comunità, avrei dovuto utilizzare guanti e mascherina e mantenere le dovute distanze di sicurezza. Ma le mie paure più grandi rispetto al rientro in sede erano principalmente quelle legate alla cura dei bambini. Mi sono chiesta come sarei riuscita ad interagire in modo adeguato con i bambini (di età compresa tra uno e otto anni) utilizzando la mascherina che copre metà viso. Come sarei riuscita a svolgere attività ludiche mantenendo le distanze? Inoltre non avrei potuto prenderli in braccio, non avrei potuto consolarli se ne avessero avuto bisogno, non avrei potuto coccolarli. E poi, mi avrebbero riconosciuta dopo questo lungo periodo trascorso a casa? Avrei trovato gli stessi bambini e le stesse mamme? Tante paure, tante domande, ma la certezza di voler ripartire e la volontà di ricominciare il servizio civile erano più grandi. Rientrata in servizio le mie paure e le mie incertezze pian piano sono sparite. I bambini da subito mi hanno riconosciuta, nonostante
il lungo periodo trascorso a casa. Sono stata accolta molto bene dalle educatrici, le quali erano contente di avere una mano in più per gestire il lavoro. Nonostante il dispiacere per alcuni nuclei famigliari che si sono allontanati, ho avuto il piacere di conoscere altre mamme e altri bambini. Ho scoperto che si può comunicare anche con gli occhi e che non necessariamente serve tutto il viso. Attraverso la mia fantasia e grazie a Google ho trovato un sacco di giochi che si possono fare mantenendo le dovute distanze. Seguire le regole con la comunità tappezzata di volantini che illustravano i comportamenti da mantenere durante le ore di lavoro non è stato sempre facile. A volte mi dimenticavo della distanza che avrei dovuto mantenere, è capitato che i bambini mi saltassero addosso perché volevano giocare o che provassero a togliermi la mascherina per vedermi meglio in volto. Ho capito anche che i bambini si adeguano molto più facilmente rispetto agli adulti. Oggi, nonostante tutti i cambiamenti e il nuovo modo di lavorare e approcciarsi al servizio, mi ritengo fortunata di essere ripartita con il servizio civile e di fare quello che mi piace.
03
Ri-METTI AMOCI inGIOCO
S
CONTAGIO D’AMORE!
arebbe da sciocchi restare indifferenti dopo questi mesi di dura prova, che hanno segnato il nostro vivere e le nostre abitudini. Noi giovani del servizio civile, impegnati nel disagio adulto, inseriti nelle varie sedi della città (Casa Betel, Mensa Menni, Bimbo chiama Bimbo, Porta Aperta, Centro Migranti) abbiamo ripreso a pieno regime il nostro lavoro, con massima sicurezza a tutela della salute di ciascuno. L’approccio iniziale non è stato semplice perché il contatto con gli utenti esige una relazione dinamica, un ascolto reciproco, un abbraccio alle singole sofferenze per accoglierle come stimolo di crescita personale. Ricominciare e reinventare il servizio delle sedi dove operiamo, supportati dai nostri OLP (Operatori Locali di Progetto) è stato veramente un mettersi in gioco, e buttare fuori ciò che siamo realmente. Abbiamo scoperto quanto sia fondamentale il lavoro di squadra: insieme, distanti ma uniti! Insieme! Con mascherina e guanti, tendendo la mano verso chi è solo, disagiato ed emarginato; mossi dalla carità, amandoci gli uni gli altri, senza cattiveria, senza gelosie, senza invidie, senza sospetti, ma con la grazia e la bontà di quanti ci vivono vicino, quelli della “porta accanto”, riflesso della presenza del Bene, il Bene del Fare.
Abbiamo riassaporato i gesti condivisi
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DAVIDE
Stare con il povero in tempo di pandemia è diventata una scuola e una cattedra di vita! Abbiamo imparato che le crisi si superano con coraggio e determinazione, con una nuova visione del bene, e con una stima vicendevole. Abbiamo riassaporato i gesti condivisi, fatti nel puro interesse del farsi prossimo, escludendo ogni tornaconto. Il fine di ogni nostra azione non può essere altro che l’amore! E soprattutto abbiamo capito che siamo tutti poveri e fragili, bisognosi dell’altro, di un abbraccio ritrovato, di una carezza sfiorata e di un sorriso sincero.
Il fine di ogni nostra azione non può essere altro che l’amore!
racconti di servizio Post-Covid-19
G
iugno 2020, è finalmente giunta l’ora di tornare in sede. Siamo molto emozionate di avere la possibilità di tornare operative al 100% e poter rivedere di nuovo i ragazzi, ma la preoccupazione non manca: il distanziamento sociale e tutte le norme di sicurezza costituiranno un grande ostacolo per noi e per i ragazzi. Non sarà di certo l’estate che ci aspettavamo, ma siamo pronte a dare il meglio anche in una situazione come questa. In questi giorni siamo rientrate in sede per discutere sull’organizzazione del grest e abbiamo notato la difficoltà di progettare le diverse attività da proporre ai ragazzi, che sognano
LE DUE FACCE DELLA RIPARTENZA un grest all’altezza degli altri anni. La principale criticità dopo il lockdown è il dover ripartire da zero con maggiori precauzioni ma con nuove idee. Un aspetto preoccupante è la mole di responsabilità che ci verrà affidata, ma questa è una sfida e la supereremo con grande entusiasmo.
MARIA P.
...siamo pronte a dare il meglio...
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Ri-METTI AMOCI inGIOCO
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RIPARTENZA: UNA PAROLA POSITIVA MA IMPEGNATIVA
N
ella comunità Sichem EMMA che ospita donne diversamente abili, dove svolgo attualmente servizio civile, la ripartenza è stata attesa. I precedenti tre mesi sono stati sofferti dalle ospiti a causa dell’impossibilità di uscire e di svolgere le attività nei centri diurni, di andare al bar, di vedere e passare del tempo coi loro famigliari. Nel periodo di quarantena però le ospiti non si sono affrante, anzi, hanno compreso l’importanza del “rinunciare” alla loro quotidianità nella speranza di riprenderla il prima possibile. Quando il momento è finalmente arrivato si sono dovute confrontare con le regole imposte, quali mascherine e guanti al fine di garantire sia la loro sicurezza che quella degli altri. Rivedere quei sorrisi grazie a un caffè al bar e a un parente a un metro di distanza su una sedia, mi ha fatto ancora una volta comprendere l’importanza del contatto sociale.
“rinunciare” alla loro quotidianità nella speranza di riprenderla
racconti di servizio Post-Covid-19
I
LA FORMAZIONE A DISTANZA
l 12 maggio abbiamo affrontato un tema tanto antico quanto attuale ai giorni nostri: l’intercultura. Nata nel solco della Caritas diocesana bresciana con l’intento di accompagnare i richiedenti asilo, la Cooperativa Kemay ci ha aiutato a riflettere su tematiche quali il razzismo, lo sfruttamento dell’Africa, il Coltan (un minerale prezioso per l’industria hi-tech), ma anche su immigrazione e politiche migratorie attuate in Europa e in Italia. Abbiamo scoperto così un mondo fatto per lo più di stereotipi, propaganda politica e fake news volte a condizionare e influenzare MICHELE l’opinione pubblica.
P
er qualcuno l’oratorio è il luogo dove poter intrattenere i ragazzi con i più tradizionali giochi; per qualcun altro è il luogo dove si fa catechesi, per altri ancora è uno spazio legato a ricordi infantili. L’oratorio è un ambiente educativo voluto e inventato da Don Bosco. Egli desiderava una casa che accogliesse, che evangelizzasse e che educasse alla vita nei suoi più vari aspetti: dalla cultura al teatro, dalla musica allo sport e al tempo libero. Spazi aperti, luoghi di ritrovo e di svago, chiesa, scuola, teatri, ma soprattutto giovani, tanti giovani. Sono i giovani, infatti che animano l’oratorio e lo dimensionano secondo KATHERINE la loro allegria.
I
l gruppo di operatori di servizio civile ha avuto il piacere di ascoltare l’intervento della fotografa Luisa Bondoni, collaboratrice del Museo nazionale della fotografia di Brescia. Un incontro formativo sulla fotografia, sulle sue tecniche e i suoi significati. ...E dalla teoria siamo passati alla pratica. Sul podio i nostri tre scatti preferiti!
ANDREA
STRETCHING
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ole ll i p n i i r e i s n e P : o Defaticament
“Ti scorderò, ti rivedrò, ti abbraccerò di nuovo per ricominciare” Max Gazzé Mille volte ancora
“La grande colpa dell’uomo non sono le sue cadute. La grande colpa dell’uomo è che può ricominciare in ogni momento e non lo fa” Martin Buber
“Un fiore che rompe la terra. Lo senti il rumore? È l’arte di ricominciare” Paola Turci L’arte di ricominciare
“Ricominciare, come risvegliandosi da un inaspettato letargo, con una forza e una voglia di vivere che c’eravamo scordati di avere”
“Siamo il silenzio che resta dopo le parole. Siamo la voce che può arrivare dove vuole. Siamo il confine della nostra libertà. Siamo noi l’umanità. Siamo il diritto di cambiare tutto e di ricominciare” Fiorella Mannoia - Il peso del coraggio
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TERZO TEMPO vedere r e p e ll te s le r a rimir E rieccoci qua a
Integral-mente:
Ragazzi buone nuove, Giove (che è arrabbiato perché poteva essere un sole ma per la dieta non è riuscito mentre quel megalomane di Nana Gialla guarda come si vanta manco Luigi XIV) offuscherà Venere, che vi stava dando tanti problemi, facendovi perdere tutti i chiletti accumulati in quarantena e permettendovi così di ripartire più snelli e scattanti. Inoltre anche ai vostri OLP farà lo stesso effetto e nell’aria c’è già odore di olimpiadi o di sfide scapoli contro ammogliati. Consiglio vivamente di idratarsi molto e una buona dose di crema solare.
10
L’Oro negli sguardi:
Mi spiace Servizio Civilisti ma le stelle non sono con voi. Le vostre stelle portafortuna come le pleiadi e le orse sono ancora in lockdown e non c’è verso di farle uscire visto che le mani per mettersi la mascherina e il naso per appoggiarsela non ci sono. Quindi evitate di esporvi troppo al sole che se no la vostra temperatura supererà il fatidico 37.5 e la ripartenza la rivedrete in inverno quando comincerà a nevicare. Inoltre vi consiglio di stare lontani dalle mosche che potrebbero causarvi attacchi feroci di starnuti e ritorniamo allo stesso problema. Purtroppo anche qualsiasi tipo di legno vi farà venire un attacco di tosse e verrete rimandati subito a casa. Il mio consiglio? Iniziate a progettare le vostre settimane bianche che di tempo ne avrete.
PRO-OROSCOPO
GABRIELE
l’oroscopo dei progetti di servizio civile di come... e o r tu fu o tr s o v l cosa ci dicono de La favola mia:
Parliamoci chiaro… Le transenne per far rispettare le distanze sociali ai ragazzi quando le comprerete per la vostra sede? Lo sappiamo tutti che bisogna imparare la tecnica della moltiplicazione del corpo suprema di Naruto per star dietro ad ogni ragazzo oppure cominciare a costruire droni o robot inseguitori. Ma sapete cosa vi dico? Buone nuove! Visto che un vostro collega è di una costellazione molto potente in questi tempi presterà a ciascuno di voi un suo gemello. Adesso potete stare tranquilli ma andate coi piedi di piombo perché il pericolo è sempre alle porte. Consiglio vivamente di munirsi di fazzoletti e mascherine in più (assetto da combattimento in stile Rambo) per ogni ragazzo sbadato che se ne è dimenticato farete di sicuro una ripartenza Super. (NON SONO DI PARTE… Non è il mio servizio)
Tempo di crescere:
Ma vi ricordate davvero com’era la vostra sede? Siete proprio sicuri che vi ricordate anche la strada? Attenzione perché le maledizioni Maya vi hanno colpito in pieno e sbaglierete sempre la strada quindi armatevi di cartine scala 10:1 e navigatori satellitari. Inoltre adesso che inizia il Grest non spaventate troppo quei bambini in cubi di plexiglass o dentro cerchi fluttuanti; sono i vostri bambini non alieni, quindi non cominciate a gridare che poi disturbate di nuovo il sonno dei dinosauri e finirebbe in tragedia. Inoltre Plutone offuscherà Mercurio facendo così sfalsare tutti i termometri che esploderanno. Il mio consiglio è…… Ma credete ancora a queste cose???? Mi sembra il momento di crescere. Buona ripartenza!
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PROGETTO #ASSAGGIDICIELO
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ata l’impossibilità di tornare in servizio, ci siamo chieste come esprimere la nostra vicinanza. Nasce da questa esigenza l’idea di “regalare” delle piccole mongolfiere, simbolo di libertà e voglia di leggerezza. Condiviso il progetto con i nostri compagni del servizio civile, è iniziata l’avventura. Le prime mongolfiere sono state fatte in Caritas da Sabrina: “Che strano ritrovarsi a fare le mongolfiere con guanti e mascherina!”; Nonostante questo la creatività ha prevalso e ora l’ufficio della Caritas ha un nuovo look, più colorato e leggero. Altre mongolfiere sono state prodotte da Marta, Roberta e Nunzia per le prime sedi che hanno aderito all’iniziativa. “Vedere le foto scattate dai miei colleghi con le mongolfiere in mano ai bambini, mi ha emozionato molto” ha riportato Marta, conclusa la sua collaborazione con le comunità minorili. Al Centro Migranti le mongolfiere sono state particolarmente apprezzate per i colori vivaci e per il senso di speranza che trasmettono. A Casa Betel, invece, le mongolfiere non sono ancora “atterrate”, ma sono pronte per essere a breve consegnate. “Mi è piaciuto molto impegnarmi in questo progetto perché mi sono messa in gioco in una nuova maniera” afferma Roberta. Negli oratori invece il progetto “mongolfiere” diventerà un’attività estiva. Nunzia è fiduciosa riguardo a questa nuova interpretazione del progetto: “Guardare i bambini realizzare le mongolfiere sarà un segno concreto della ripresa”. Nell’attesa che il progetto si diffonda in tutti i centri operativi, stiamo raccogliendo il materiale fotografico che utilizzeremo per documentare questo modo inedito di fare servizio.
ROBERTA, NUNZIA, SABRINA, MARTA
Abbiamo realizzato anche un tutorial per continuare a dar vita a #assaggidicielo
hiips://www.youtube.com/watch?v=tyoU0zV1gVY&t=18s
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Caritas
BS
Hai dai 16 ai 28 anni? Che dici questa estate di dare una mano e metterti in gioco?
CAMPI DI SERVIZIO
PROPOSTE A KM ZERO POTRAI FARE UN’ESPERIENZA NELL’AMBITO DI: 1) mensa per le persone in situazioni di difficoltà
in collaborazione con l’Associazione Casa Betel 2000
2) progetto orto-coltura e cura dell’ambiente
in collaborazione con la Cooperativa Kemay
3) servizio educativo per i bambini o per le famiglie in difficoltà
in collaborazione con l’Associazione Bimbo chiama Bimbo
per info: young@caritasbrescia.it 345 593 38 49 (Valentina)