NOV / DEC 2017
NO. 5
DISCOVER
NAPLES TRAVEL AND FOOD MAGAZINE
ALLA SCOPERTA DI
ANTONIO ESPOSITO
STREET FOOD
in viaggio verso i castelli di Napoli
Intervista all'artigiano a difesa del presepe settecentesco
Menesta ‘e Virzo cu ‘e rise
PHOTOGRAPHED BY LUCA SAMPIETRO
"Un proverbio italiano dice: Vedi Napoli e poi muori! ma io dico: Vedi Napoli e vivi, perché c'è molto qui degno di essere vissuto." ARTHUR JOHN STRUTT
#DISCOVERNAPLESMAGAZINE
02
DISCOVER NAPLES MAGAZINE
IL PROGETTO DEL MAGAZINE
Raccontare e offrire ai turisti quello
abitata da un popolo sempre pronto ad
che per noi napoletani rappresenta
affrontarele difficoltà con il sorriso
davvero Napoli.
sulle labbra e con un ottimismo disarmante.
Raccontare attraverso le foto che Napoli è una città che vive di storia, di
La rivista bimestrale nasce online
cultura, di tradizioni, di spettacolo, di
proprio perché #zerowaste, il nostro
folklore, di cibo, di mare e di pallone.
sito non a caso è ospitato su server con un sistema di raffreddamento a
Una città che ha oltre 2800 anni di
bassissimo impatto ambientale.
storia e conserva tradizioni uniche che vogliamo farvi leggere e vedere.
Il team di Discover Naples magazine ha
Discover Naples è questo. E’ una rivista
a cuore il futuro del nostro pianeta e le
che offre ai turisti italiani e stranieri
abitudini dei lettori, infatti, tra i nostri
contenuti originali, consigli sui luoghi
obiettivi importanti da concretizzare,
da visitare e suggerimenti
c' è quello di stampare la rivista su
gastronomici.
carta ecologica certificata.
Scriviamo per aiutarvi a capire quanto
Non ci resta che augurarvi buon
è magica la città che vi apprestate a
viaggio grazie anche alle pagine di
visitare, ricca di civiltà e generosità,
Discover Naples Magazine.
Progetto
ideato
da:
NA'
CREATIVE
|
LAB
SOMMARIO photo
credits:
LUCA
SAMPIETRO.
08
04
05
Antonio Esposito
02
IL PROGETTO DELLA RIVISTA
13
STREET FOOD
44
GLI EVENTI DI NOV/DIC
52
COME E QUANDO MUOVERSI
53
LEZIONI DI NAPOLETANO
Intervista all'artigiano a difesa del presepe settecentesco Di Ciro Cuozzo
18
12
Ricette Napoletane Menesta ‘e Virzo cu ‘e rise Di Discover Naples Magazine
23
Alla scoperta dei castelli di Napoli Articolo di Ciro Cuozzo Foto di Luca Sampietro
60
Il quartiere dei Presepi Di Ciro Cuozzo Foto di Pietro Scolorato
TORRE DEL GRECO VIA V. VENETO NAPOLI VIA CARDUCCI VIA SCARLATTI PIAZZA DEGLI ARTISTI PIAZZA TRIESTE E TRENTO VIA TOLEDO PORTICI V. L. DA VINCI
P.
5
|
DISCOVER NAPLES
•
2017
Antonio Esposito L'artigiano a difesa del presepe settecentesco Napoletano DI CIRO CUOZZO, FOTO PIETRO SCOLORATO
P. 7 |
DISCOVER NAPLES
•
2017
L'INTERVISTA
Da giovane elettricista a uno degli artigiani a difesa del presepe settecentesco napoletano. Antonio Esposito, 38 anni, lavora nell’azienda Macrì in una bottega di via San Biagio dei Librai, a poche decine di metri dall’incrocio con via San Gregorio Armeno, stradina battuta ogni anno, e soprattutto durante le festività natalizie, da migliaia e migliaia di persone ammaliate dai pastori e dalla cultura presepiale napoletana.
Sin da piccolo, mi è sempre piaciuto questo settore, capire come venivano realizzati tutti i pezzi che componevano il presepe. Poi con il tempo è diventato pian piano un lavoro.
Ti è stata tramandata da qualcuno? Sono un autodidatta. Ero operatore elettrico ma, ripeto, sono sempre stato attratto da questo mondo. Anche se a mio avviso è un lavoro dove bisogna avere attitudine, predisposizione. Non occorre solo studiare come si fa per diventare
Antonio è un artigiano che porta avanti, insieme alla moglie e alla sorella, la tradizione di quel filone nato nel Settecento da artisti illustri come Sanmartino, Vassallo, De Luca. Ama il presepe popolare ma non può fare a meno di rimarcare l’abissale differenza con quello classico napoletano, nato sotto il regno dei Borbone. Da una parte un lavoro con esclusive finalità commerciali, che mira soprattutto alla quantità dei pezzi da produrre, dall’altra una cura minuziosa e maniacale dei dettagli per la realizzazione finale del famoso pastore napoletano, conosciuto da secoli in tutti il mondo.
ingegnere o avvocato per esempio.
Ci spieghi i segreti di un buon artigiano? Più che tecnica e creatività occorre avere un dono. Chi sa disegnare, chi sa dipingere, queste caratteristiche le ha innate.
Come ti sei avvicinato a questo mondo, considerato che prima facevi l’elettricista? Non ero appagato da quello che facevo anche se lavoravo tanto come elettricista. Contemporaneamente però facevo anche lavori manuali, costruivo presepi sin
Come è nata questa tua passione per il modellato e l’arte presepiale?
da piccolo. Poi all’età di 16-17 anni ho scoperto la passione per il modellato.
P. 8 |
DISCOVER NAPLES
•
2017
L'INTERVISTA
Hai fatto qualche corso?
dedicati all’arte presepiale commissionati dall’aristocrazia dell’epoca, disposta ad
Si, stesso in quegli anni, precisamente nel
autentiche follie, e debiti, pur di sfoggiare
2003, grazie all’Associazione
la propria ricchezza attraverso la
Presepistica Napoletana. Era un corso
raffigurazione della Natività.
della Regione Campania dove ho incontrato un grandissimo maestro
Si spendevano cifre folli quindi?
dell’arte presepiale come Ulderico Pinfildi. Sono stato in bottega da lui per
C’era gente che si indebitava. All’epoca i
otto anni e ho imparato davvero tanto.
pastori erano vestiti con le seta di San Leucio. Gli artigiani modellavano i Mori
Perché gli artigiani del presepe settecentesco sono pochi tra San Biagio dei Librai e San Gregorio Armeno?
senza mai averli visti. Si basano su racconti e studi di chi era stato in Oriente. Così come per gli animali: la tigre, il leone, la scimmia, sono stati importati a Napoli.
I veri artigiani lavorano nel vicolo, lontano dai riflettori di San Gregorio Armeno o a San Biagio dei Librai. Negli ultimi anni
Quali sono le caratteristiche del pastore napoletano del ‘700?
pian piano ci stiamo spostando per vari motivi: un po’ per la crisi, un po’ per
Deve essere modellato rigorosamente a
mostrare alle tante persone che
mano così da essere un pezzo unico,
affollano queste strade qual è il nostro
senza stampo. Perché commercializzare
lavoro e che cosa significa realizzare un
un pastore, uno scoglio, un presepe, mi
pastore napoletano. Io sono in questa
sta anche bene ma non bisogna poi
bottega da tre anni.
spacciarlo per artigianato classico napoletano.
Come è nata la figura del presepe napoletano?
Altre regole da rispettare?
E’ nata nel 1700 con la famiglia Borbone. I pastori napoletani all’epoca venivano
Devono avere gli occhi in vetro e le mani
realizzati da artisti come Giuseppe
preferibilmente in legno. Ti dico
Sanmartino, l’autore del Cristo velato,
preferibilmente perché rispetto ai secoli
Nicola Vassallo, Felice Bottiglieri,
scorsi, dove veniva rispettata questa
Giuseppe De Luca. Parliamo di artisti che
caratteristica, oggi la mano in legno non
scolpivano il marmo e che si sono
è completamente fatta a mano. Ci
Antonio in
una
Esposito,
bottega
di
38
anni,
via
San
lavora
nell’azienda
Biagio
dei
Librai.
Macrì,
P. 10 |
DISCOVER NAPLES
•
2017
L'INTERVISTA
aiutiamo invece con un pantografo per
discorso iniziale: è qualcosa di innato che
poi rifinire tutto in modo dettagliato.
ti spinge a fare questo lavoro.
Che tempi ci vogliono per realizzare un pastore? Non c’è una tabella di marcia. Siamo pur sempre artigiani. Ci sono dei tempi più o
San Gregorio Armeno e San Biagio dei Librai ogni anno sono prese d’assalto da migliaia di persone. Secondo te riescono a capire la differenza tra i due presepi?
meno certi ma spesso dipende anche dallo stato d’animo di chi lavora.
Oggi è diventato tutto molto commerciale e questo ha avuto gravi ripercussioni sulla
Oggi che periodo attraversa questo settore?
qualità. Chi viene a San Gregorio Armeno si aspetta di trovare l’artigianato classico napoletano ma, tranne qualche bottega,
Per fortuna le commissioni ci sono
che si possono contare sulle dita di una
ancora. Abbiamo grandi collezionisti
mano, resterà inevitabilmente deluso. Noi
napoletani ma anche stranieri: spagnoli,
come altri artigiani, sempre più pochi in
americani, tedeschi. Sono in tanti ad
queste stradine, puntiamo a mantenere la
apprezzare questo tipo di oggetto. Il
tradizione del pastore classico
pubblico è vasto, poi il lavoro cambia in
napoletano.
base alla commissione.
Mediamente quanto costa un pastore classico napoletano?
Quante persone occorrono per realizzare un presepe? Ne occorrono almeno quattro-cinque.
Non meno di 600 euro. Più è definito, più
Pere realizzare un pastore c’è bisogno di
è vestito bene, più il prezzo sale e
un modellatore, di chi dipinge il pezzo e
raggiunge anche cifre a tre zeri.
chi poi ne cura la vestitura. Inoltre c’è la figura dello “scoglista”, ovvero chi si
Ci sono delle scuole per imparare quest’arte?
occupa della scenografia del presepe. C’è chi si occupa delle minuterie, tutti gli oggetti di piccole dimensioni (cestini,
La scuola migliore resta sempre la
strumenti musicali, frutta) che fanno parte
bottega. Oggi però ci sono pochi
del presepe. Possono essere realizzate in
ragazzi disposti a sacrificare del tempo
cera, in legno, in ferro, in rame. Infine c’è
per imparare. Torniamo quindi sempre al
chi si occupa degli animali e studia le
P.
11 |
DISCOVER NAPLES
Antonio
Esposito
nel
suo
•
2017
laboratorio.
P.
14 |
DISCOVER NAPLES
•
2017
relative anatomie. Intorno al presepe napoletano ci sono tante specializzazioni di artigiani e un’unica persona non riuscirebbe a fare tutto da solo. Cosa che magari avviene nel presepe popolare, diventato celebre con la commedia di Eduardo De Filippo “Natale in casa Cupiello”. E’ il presepe che ha fatto innamorare tante persone, me compreso. E’ un presepe accessibile a tutti ed è giusto che sia così. A Natale è ormai tradizione avere in ogni casa un presepe popolare anche se negli ultimi anni questa consuetudine si sta pian piano perdendo.
P. 13 |
DISCOVER NAPLES •
2017
STREET FOOD BABÀ & STRUFFOLI
DI DISCOVER NAPLES | FOTO DI LISA SICIGNANO
P. 14 |
DISCOVER NAPLES
•
2017
STREET FOOD
Nonostante la loro tipicità, sembra che
troppo asciutto, decise allora di
gli struffoli non siano stati inventati a
ammorbidirlo nel Tokaj e nello sciroppo.
Napoli ma che siano stati portati dai
La tipica forma a fungo la si deve al
greci già ai tempi della Magna Grecia.
celebre pasticciere Nicolas Stohrer,
Peraltro, nella cucina greca esiste
giunto a Parigi con Maria Leszczy ska,
ancora una preparazione simile, i
figlia del sovrano polacco. Ancora oggi,
loukoumades (ghiottonerie).
nella capitale francese, la maison
Un'ipotesi più probabile sull'origine degli
propone dolci simili. Un'altra versione
struffoli è di derivazione spagnola. Esiste
delle origini faceva ricordare al re la
infatti, nella cucina andalusa, un dolce
gonna a campana (tonde) delle donne
estremamente simile agli struffoli, il
anziane che si chiamano babka. Un'altra
piñonate, che differisce dal dolce
storia, ancora, racconta che il re, dal
napoletano solo per la forma delle
pessimo carattere, scagliasse il dolce
palline di pasta, che sono più allungate.
contro una credenza, fracassando una
La parentela tra struffoli e piñonate
bottiglia di rum. Questa andò a inzuppare
potrebbe risalire al lunghissimo periodo
il dolce e Stanislao allora lo assaggiò,
di vicereame spagnolo a Napoli.
trovandolo ottimo. Nel XIX secolo il
Anche l'uso come dolce tipico natalizio
maestro Brillat-Savarin inventò un liquore
sembra essere relativamente recente, in
che ben si accompagnava alle
quanto il ricettario del Crisci (1634) ne fa
macedonie di frutta. La pasticceria
cenno ma non specificamente in
francese dei fratelli Julien ebbe l'idea di
relazione al pranzo di Natale.
chiudere la macedonia in un babà
Invece, il babà è la derivazione di un
opportunamente spennellato di
dolce a lievitazione naturale originario
confettura di albicocche: nacque così il
della Polonia (babka ponczowa),
Babà Savarin. Le prime fonti partenopee
utilizzato dai cuochi francesi assunse il
sul dolce risalgono al 1836 quando il
nome di baba e vide trasformato il
cuoco Angeletti scrisse un manuale
proprio nome in "babbà" dai pasticceri
culinario in cui è descritta la ricetta con
napoletani.
uvetta e zafferano, questi ultimi
L'invenzione del babà si fa risalire al re
ingredienti persi negli anni a causa della
ń Luigi XV di Francia; Leszczyński era uso
polacco Stanislao Leszczy ski, suocero di
ń
“volgarizzazione” delle pasticcerie commerciali che ne hanno sfornati nuovi
dilettarsi nell'invenzione culinaria ma,
tipi con crema e amarene o anche servito
essendo privo di denti, era impossibilitato
mignon con gelato semifreddo.
a mangiare dolci quali il gugelhupf,
Nonostante l’origine, il babà è
originario dell'Alsazia, che egli trovava
considerato un tipico dolce partenopeo.
P. 16 |
DISCOVER NAPLES
•
2017
PAGE 10
Dove l'arte è di casa! napulart.it - cristiancozzi@gmail.com Via Sedile di Porto 18 - Napoli +39 3332911605
P. 18 |
DISCOVER NAPLES
•
2017
MENESTA & ‘E VIRZO CU ‘E RISE FOTO LISA SICIGNANO
P. 19 |
DISCOVER NAPLES
•
2017
STREET FOOD
di redazione
come una specie di "minestrone povero"
foto LISA SICIGNANO
con solo un cavolo verza, uno degli ortaggi invernali più versatili.
Il riso fu introdotto a Napoli dagli Aragonesi (1400/1500) ma, prima che
Ingredienti
fosse usato come alimento nella cucina
Riso vialone nano 320 g
napoletana, passò molto tempo.
Verza 500 g
Inizialmente era utilizzato come
Grana padano o pecorino gratt. 100 g
medicamento nelle malattie
Olio extravergine d'oliva 50 g
gastro/intestinali ( scuola medica
Cipolle dorate 80 g
Salernitana ). A Napoli l'uso della pasta e
Brodo vegetale 1,1 l
delle verdure nell'alimentazione
Pancetta (tesa) 100 g
quotidiana era talmente radicato (prima
Sale fino q.b.
che mangiamaccheroni i napoletani
Pepe nero q.b.
erano definiti mangiafoglie) che per il riso non c'era proprio spazio. Perché il
Per prima cosa preparate il brodo
riso conquistasse un posto, seppur
vegetale. Poi lavate accuratamente e
piccolo, sulle mense dei napoletani,
asciugate la verza. Sfogliatela eliminando
bisogna aspettare l'arrivo dei " Monzù",
le foglie più esterne, tagliatela a metà ed
cuochi francesi chiamati a Napoli dalla
eliminate la costa centrale più coriacea,
Regina Maria Carolina in occasione delle
basterà effettuare un taglio a triangolo
sue nozze con Ferdinando IV di Borbone
attorno alla parte da eliminare.
(1768). Ho scritto " un posto, seppur
Tagliate la verdura a julienne e tenetela
piccolo..." ma che posto : uno dei modi
da parte. Procedete tagliando prima a
più sontuosi per cucinare il riso, il sartù
listarelle e poi a cubetti la pancetta e
che dalla mensa regale arrivò nelle
tenendo anch’essa da parte. Dopo aver
cucine del popolo divenendo un vero
mondato la cipolla, ottenetene un trito
trionfo della cucina napoletana. Poi
finissimo. In un tegame fate rosolare a
troviamo il risotto alla pescatore e una
fuoco basso la cipolla con l’olio. Quando
serie di piatti in cui il riso si sposa con gli
sarà imbiondita unite la pancetta e
ortaggi o i legumi, piatti legati alla
lasciatela rosolare alcuni minuti perché
tradizione popolare. Forse il più antico di
faccia una leggera crosticina in
questi piatti è la minestra di verza con
superficie. Continuate a mescolare per
riso, simbolo di quella cucina povera che,
evitare che la pancetta e la cipolla
anche nella semplicità degli ingredienti,
attacchino sul fondo del tegame unite la
non rinunciava al piacere del palato." O
verza e cuocete per 10 minuti a fuoco
virzo cu o rriso" nacque, probabilmente,
dolce. Successivamente versate 825 g di
P. 20 |
DISCOVER NAPLES
•
2017
STREET FOOD
brodo e lasciate cuocere a fiamma
perfettamente maritati tra loro. La ricetta
moderata, mescolando di tanto in tanto
nel corso degli anni è stata notevolmente
per almeno 35-40 minuti, coprendo con
rimaneggiata, eliminando o
coperchio.
modificandone gli ingredienti, che sono sempre più rari da reperire in commercio.
A questo punto aggiungete il riso,
Durante le festività tradizionali, tuttavia,
amalgamate bene gli ingredienti e
nei mercatini rionali di Napoli ancora si
versate il restante brodo. Lasciate
possono acquistare le verdure tipiche per
cuocere a fuoco moderato fino a
preparare la minestra maritata, che sono
quando non otterrete una sorta di
cicoria, piccole scarole (scarulelle), verza,
minestra densa e quasi asciutta.
e borragine, che gli conferisce una nota amarognola. In qualche variante si usa
A qualche minuto dalla fine della cottura
anche la catalogna (in napoletano:
unite il formaggio, amalgamate
puntarelle). La carne di uso tipico è quella
mescolando. In ultimo regolate di sale e
di maiale di minor pregio, con tracchie,
pepe ed impiattate il vostro riso e verza.
salsicce (tipica era la cosiddetta nnoglia, o salame pezzente), e altri tagli.
I consigli di Discover Naples
Nella tradizione più antica, invece del
Per rendere la preparazione ancora più
pane tostato si usano gli scagliuozzi,
gustosa potreste aggiungere del
tipiche frittelle di farina di mais fritte dalla
Pecorino o sostituirlo totalmente con del
forma arrotondata, adagiate sul fondo
Grana Padano grattugiato.
del piatto.
Il riso e verza può essere conservato per al massimo 2 giorni chiuso in un
Ingredienti
contenitore ermetico riposto in
Sale fino q.b.
frigorifero. Sconsigliamo di congelare.
Pepe nero q.b. Cotenna di suino 450
La minestra maritata, invece, è un tipico
Salsiccia 300 g
piatto di origine campana, in genere
Costine di maiale 600 g
preparata secondo la più stretta
Maiale piedino 500 g
tradizione napoletana per pranzi festivi,
Sedano 1 costa
quali quelli in occasione di Natale e
Cipolle 1, Carote 1
Pasqua.
Parmigiano reggiano da grattugiare q.b.
Il nome della minestra maritata, e cioè
Olio extravergine d'oliva q.b.
sposata, deriva dal connubio perfetto tra
Cavolo nero 600 g
i vari ingredienti che la compongono e
Scarola (indivia) 600 g
che risultano, per l’appunto,
Cicoria 500 g, Bietole 500 g
P. 21 |
DISCOVER NAPLES •
2017
P. 22 |
DISCOVER NAPLES
•
2017
LE RICETTE NAPOLETANE
Preparazione
ponetelo nuovamente sul fuoco a
Tagliate grossolanamente il sedano, la
scaldare. Aggiungete le verdure (la
cipolla e la carota, quindi metteteli in
bietola costa, il cavolo nero, la scarola
una pentola capiente piena d’acqua e
riccia e la cicoria) e fate cuocere il tutto
fateli cuocere a fuoco basso, per
a fuoco medio per circa mezz’ora, in
qualche minuto. Nel frattempo pulite e
pentola coperta. Quando le verdure
tagliate a pezzetti le cotenne, la
saranno quasi pronte, aggiungete la
salsiccia e le puntine, quindi dividete a
carne, spegnete il fuoco e lasciate
metà il piedino. Aggiungete la carne alle
riposare la minestra maritata per circa
verdure: dapprima mettete nella pentola
mezz’ora. (Codice concorso 546i2017).
le puntine, poi il piedino, le cotenne, la
Trascorso il tempo indicato potrete servire
salsiccia e lasciate cuocere il tutto per
la minestra, ancora tiepida, magari
circa 3 ore a fuoco basso; se necessario,
accompagnandola con un filo di olio
aggiungete sale e pepe quanto basta. Di
extravergine a crudo e del parmigiano
tanto in tanto, con l’ausilio di una
grattugiato.
schiumarola, eliminate la “schiuma” che si forma sulla superficie del brodo durante la cottura. Mentre la carne cuoce, mondate e lavate accuratamente la bietola costa, la scarola riccia, il cavolo nero e la cicoria, quindi tagliatele grossolanamente eliminando le parti più dure e mettetele da parte. Quando la carne sarà ben cotta, spegnete il fuoco, toglietela dalla pentola e filtratene il brodo.
Lasciate intiepidire il brodo, quindi copritelo con la pellicola, e fatelo raffreddare in frigorifero per circa 15 minuti. Nel frattempo pulite la carne cotta, eliminando le ossa e tagliandola in pezzi più piccoli. Non appena il brodo si sarà raffreddato, toglietelo dal frigorifero, eliminate tutto il grasso che si è formato in superficie e
20 0117 7 S •• 2 NA AP PLLE ES P P.. 2 25 3 || D DIIS SC CO OV VE ER R N
ALLA SCOPERTA DEI CASTELLI DI NAPOLI DI CIRO CUOZZO FOTO DI LUCA SAMPIETRO
P.
24 |
DISCOVERNAPLES
•
2017
P. 25 |
DISCOVER NAPLES
•
2017
I CASTELLI DI NAPOLI
Napoli è una città in cui la storia si respira quasi ad ogni angolo. Una città antichissima che vanta numerosi castelli e fortezze che oggi rivestono un ruolo diverso rispetto al passato. Castel dell’Ovo, Castel Nuovo (oggi chiamato Maschio Angioino), Castel Sant’Elmo, Castel Capuano. E poi ancora: Castello del Carmine, Castello di Nisida e il Forte di Vigliena.
fortificazione già esistente, grazie al lavoro di alcuni monaci. Il nome del castello deriva da un’antica leggenda, secondo la quale il poeta Virgilio (la cui tomba si trova nel parco Vergiliano a Piedigrotta) pose nei sotterranei un uovo chiuso in una gabbietta: fino a quando questo sarebbe rimasto intatto, il castello e la città sarebbero rimasti integri e al sicuro. Oggi il Castel dell’Ovo è sede di mostre, eventi, congressi. Dalle sue terrazze si può
Ma non è finita qui. I castelli a Napoli sono tanti e l’elenco, se si considera anche la provincia, è bello folto. Fermandoci solo alla città, i castelli storici sono quelli poco fa citati. In totale sette. A questi vanno poi aggiunti il Castello Aselmeyer e la Caserma Garibaldi. In provincia tra i castelli più visitati troviamo il castello di Baia e il castello Aragonese a Ischia. Ad oggi non tutti i castelli sono accessibili ai turisti. Nei decenni alcuni sono andati distrutti, altri abbanati, altri ancora trasformati in carcere. Ma andiamo con ordine e ripercorriamo la storia dei castelli principali di Napoli.
godere del magnifico panorama del golfo di Napoli. Il castello è aperto: nel periodo estivo (in coincidenza con l'applicazione dell'ora legale e fino alla
sua disattivazione) nei giorni feriali dalle ore 9.00 alle ore 19.30 - ultimo accesso
ore 19.00nei giorni festivi e la domenica dalle ore 9.00 alle ore 14.00 - ultimo accesso ore 13,30; nel periodo invernale (in coincidenza con la disattivazione dell'ora legale e fino alla nuova
attivazione)nei giorni feriali dalle ore 9.00 alle ore 18.30 - ultimo accesso ore 18.00. nei giorni festivi e la domenica dalle ore 9.00 alle ore 14.00 - ultimo accesso ore 13,30 L'accesso al castello è gratuito
CASTEL CAPUANO – E’ il secondo castello CASTEL DELL’OVO - E’ il castello più
più antico di Napoli. Di origine normanna,
antico della città, situato sul lungomare
è situato alla fina di via dei Tribunali nella
di Napoli nei pressi di via Partenope. Dal
zona di Forcella ed è stato sede della
latino “Castrum Ovi”, sorge sull’isolotto di
sezione civile e penale del tribunale di
Megaride. Fu voluto da Guglielmo il
Napoli. Deve il suo nome al fatto di essere
Malo e la sua costruzione avvenne nella
situato a ridosso di Porta Capuana, che si
seconda metà del XII secondo su una
apre sulla strada che conduceva
Vuoi acquistare uno spazio pubblicitario sulla nostra rivista? A' CHI ASPIETT!!! CONTATTACI VIA MAIL AÂ INFO@DISCOVERNAPLES.EU
P. 27 |
DISCOVER NAPLES
•
2017
I CASTELLI DI NAPOLI
all'antica Capua. Fu fatto costruire dal re
Museo Civico. L'itinerario museale si
normanno Guglielmo I detto Il Malo. Fu
articola tra la Sala dell'Armeria, la
una residenza reale prima che fosse
Cappella Palatina o di Santa Barbara, il
edificato il Maschio Angioino, poi
primo ed il secondo piano della cortina
continuò ad ospitare riunioni di nobili,
meridionale a cui si aggiungono la Sala
funzionari e personaggi illustri, tra cui
Carlo V e la Sala della Loggia destinate
Francesco Petrarca nel 1370. Nel XVI
ad ospitare mostre ed iniziative culturali.
secolo, per volere del viceré spagnolo
I sotterranei del castello sono costituiti da
Don Pedro de Toledo, diventò un palazzo
due zone: la fossa del coccodrillo e la
di giustizia con tanto di celle carcerarie.
prigione dei Baroni. La prima era il
Oggi è sede di uffici regionali e comunali
deposito del grano della corte aragonese,
e si possono visitare gli affreschi del
ma era usata anche per i prigionieri.
Salone della Corte d’Appello, la Sala dei
L’antica leggenda del coccodrillo che
Busti, in onore dei grandi giuristi
narra di misteriose sparizioni dei
partenopei, la Cappella della Sommaria
prigionieri a causa di un coccodrillo che
e la Fontana del Formiello.
azzannava i reclusi a una gamba fino a
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì,
trascinarli in mare. Nella fossa dei Baroni,
ore 9-18
invece, ci sono quattro bare senza alcuna iscrizione e sono appartenenti a quelle
MASCHIO ANGIOINO - La costruzione
dei nobili che presero parte alla congiura
del castello, chiamato anche Castel
dei Baroni nel 1497quando Ferrante I
Nuovo, iniziò nel 1279 sotto il regno di
d’Aragona, venendo a conoscenza delle
Carlo I d'Angiò su progetto dell'architetto
trame dei nobili alle sue spalle, con una
francese Pierre de Chaule.
scusa li riunì in questa sala per poi
Per la sua posizione strategica rivestì non
arrestarli e condannare alcuni di loro a
solo le caratteristiche di una residenza
morte. Attualmente il castello è destinato
reale, ma anche quelle di una fortezza.
ad un uso culturale e, al suo interno, ha
Durante il regno di Roberto d'Angiò il
sede anche il Museo Civico.
Castello divenne un centro di cultura
Orari di apertura: Dal lunedì al sabato
dove soggiornarono artisti, medici e
dalle ore 8.30 alle ore 19
letterati fra cui Giotto, Petrarca e
Biglietto d’ingresso: 6 euro
Boccaccio. Nei secoli successivi passò
CASTEL SANT’ELMO: Sorge sulla collina
sotto la gestione degli Aragonesi,
del vomero, a poca distanza dalla
nuovamente dei francesi e poi dei vicerè
Certosa di San Martino dal cui spiazzale
spagnoli ed austriaci. Oggi il Maschio
è possibile ammirare dall’alto buona parte
Angioino viene destinato ad un uso
di Napoli. Nato alla fine del 1200, divenne
culturale ed è, tra l'altro, la sede del
dapprima cittadella delle truppe, poi
P. 28 |
DISCOVER NAPLES
•
2017
P. 29 |
DISCOVER NAPLES
•
2017
I CASTELLI DI NAPOLI
carcere militare. Per secoli Castel
Il Castello di Nisida fu edificato nel XIV
Sant’Elmo è rimasto un corpo
secolo in epoca angioina e, in seguito, la
sostanzialmente estraneo alla città di
regina Giovanna fece costruire la Torre di
Napoli.
Guardia. Nel XVI secolo Don Pedro de
Nel 1547 Pietro Prato costruisce la chiesa,
Toledo lo fece diventare parte del sistema
distrutta nel 1587 da un fulmine con gli
difensivo che iniziava a Baia e terminava
alloggi militari e la palazzina del
allo Sperone. Con l’epidemia di peste del
castellano. Tra il 1599 ed il 1610 il castello
1626, diventò un lazzaretto e oggi ospita
è interessato da lavori di restauro, opera
l’Istituto Penale per minorenni.
di Domenico Fontana, nel cui ambito
Il Forte di Vigliena infine aveva una
viene riedificata la chiesa all'interno del
caratteristica piuttosto singolare: era alto
piazzale, la dimora del castellano e il
solo sei metri, così da rendersi invisibile
ponte levatoio. Dal 1860, allontanatosi
dal mare. Il 13 luglio del 1799 fu teatro di
l'ultimo presidio borbonico, Castel
scontro tra le forze della Repubblica
Sant'Elmo è stato adibito a carcere
partenopea e quelle sanfediste: il
militare fino al 1952. Oggi il castello
comandante repubblicano Antonio
ospita il Museo Novecento, ricco di opere
Toscano fu costretto a far esplodere le
d’arte, ed è sede di mostre ed eventi
polveri da sparo, causando la morte sia di
culturali.
se stesso e dei suoi alleati che dei nemici. Nel 1891 la fortezza è diventata Patrimonio
Orari: aperto tutti i giorni ore 8.30-
Nazionale. Oggi del castello resta ben
17accesso al Museo Novecento a Napoli:
poco, ma più volte si è pensato di
tutti i giorni, escluso i martedì, ore 9.30
costruire in quella zona un parco
alle ore 17.00.
archeologico.
Biglietti: intero 5 euro, ridotto 2,50
euro, martedì 2,50 euro.
Un capitolo a parte meriterebbero il Castello del Carmine, Castello di Nisida e il Forte di Vigliena. Il primo venne creato nel 1382 nel quartiere Mercato. Demolito nel 1906 per ragioni di viabilità, oggi ne resta soltanto la Torre Spinella e un tratto di mura aragonesi che l’affiancano.
P . 3 0 |
D I S C O V E R
N A P L E S • 2 0 1 7
P .
3 2 |
D I S C O V E R
N A P L E S • 2 0 1 7
P .
3 4 |
D I S C O V E R
N A P L E S • 2 0 1 7
Vinci una pizza con DISCOVER NAPLES MAGAZINE! A I
T U R I S T I
I T A L I A N I
P I A N I F I C A N D O A I
A
C H I
E
S T R A N I E R I
U N
È
R I V O L T O ?
V I A G G I O
I N
V I S I T A
N E L L A
M A G G I O R E N N I
D I
O
C I T T À
1 8
C H E D I
S T A N N O
N A P O L I ;
A N N I .
R E G O L A M E N T O
1 )
V A I
S U L
L ’ U L T I M O C O D I C E V A I
N U M E R O
P E R
S U L L A
P I A C E .
N O S T R O
P A R T E C I P A R E D I
I S C R I V I T I
M E S S A G G I O N O M E ,
D E L L A
P A G I N A
3 )
S I T O
A L L A
N A Z I O N A L I T À
E
L A I L
N U M E R O
N O S T R A A L
T U A
D I S C O V E R
B U O N A
N . B .
I L
P R E M I O 3 1 / 1 2 / 1 7
P H O T O
C R E D I T S
L I S A
N O N E
C H E
È
P E R
S I C I G N A N O .
2 )
H A I
A C C E N D I
T R O V A T O
A
A
M E T T I
D I
M A S S I M O
D I
3
M I U N
T E L E F O N O ,
S U L L ’ U L T I M O
V A L I D O
E
I N D I C A N D O
M A G A Z I N E .
T E R Z I ;
I L
F B
I N V I A N D O
F B ,
N U M E R O
N A P L E S
T R O V A
M A G A Z I N E ,
P A G I N A
T U O
S C A R I C A
F O R T U N A !
C E D I B I L E U N
I L
E
I N F I N E ,
N E W S L E T T E R
N O S T R A
M A I L ,
C O D I C E D I
N A P L E S
N O S T R A
S U L L A
R I V I S T A ,
C O N C O R S O .
D I S C O V E R
P R I V A T O
C O G N O M E ,
D I S C O V E R N A P L E S . E U
F I N O
E D I Z I O N I .
A L
P .
3 6 |
D I S C O V E R
N A P L E S • 2 0 1 7
P .
3 7 |
D I S C O V E R
N A P L E S • 2 0 1 7
[I napoletani] Cavano l'arte dal sole. C A M I L L O
B O I T O
# D I S C O V E R N A P L E S M A G A Z I N E
P . 4 0 |
D I S C O V E R
N A P L E S • 2 0 1 7
UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DI SAN GREGORIO ARMENO DI REDAZIONE FOTO PIETRO SCOLORATO
P . 4 1 |
D I S C O V E R
N A P L E S • 2 0 1 7
P . 4 2 |
D I S C O V E R
Via
Gregorio
San
strada
del
Napoli, per
le
centro
celebre
La
è
Liguoro,
risulta
stenopoi
tipici
urbanistica
antico
di
stenopos
due
dei
di
san
uno
quale
il
centro quanto
la
quella
via le
la via
inferiore
Spaccanapoli).
Neapolis,
strada, di
erano
Maggiore,
proprio
all'altezza
San
da
Gaetano
vediamo
subito
destra
malconcio
della
un
possedeva palazzo antico.
del
tempo
Casa
degli
attiguo
abbandono, importanti
in
piazza
San
a
edificio
Banco
del
proprietà Incurabili,
anche
Oggi,
della
sorgeva
l'agorà. Partendo
il
da
Lorenzo
dove
settecentesco
tra
(attuale
strade
congiunte
Popolo,
(decumani):
e
dunque
Basilica
degli
la
collegamento
Tribunali)
principali
questa
romana),
maggiore
due
perpendicolarmente
che
In
Le
dell'allora
(cardine
da
(odierna
una
dell'architettura
Napoli.
plateiai
plateia
di
essere
tutto
nell'urbanistica fungeva
storico
chiamata
greca
caratterizza
è
artigiane
strada
popolarmente
Armeno
turisticamente
botteghe
presepi.
N A P L E S • 2 0 1 7
un
di
ulteriore
un
secolo
grave
necessita
interventi
che
stato di
dal
più di
P . 4 3 |
D I S C O V E R
N A P L E S • 2 0 1 7
P . 4 4 |
A
D I S C O V E R
circa
metà
storica
sulle
fondata
di
viene
al
Biagio,
sulla
all'Olmo,
di
a
si
930
nel
intitolata
1205
al
San
presso si
qui
San
osserva
Gennaro
filosofo
Dirimpetto,
fu
quella
identifica
Ianuaria,
cioè
Gennaro.
Una
la
casa
momento cedimenti
oltre
come casa
ha
che alla
del
la di
domus San
posta
questo
natale
che
per
via in
ormai
hanno già
presente
presepi,
attualità
durante
in
di
che
sia
anno
gli
con
fattezze
stringente
magari
positivo
o
si
sono
in
negativo
l'anno).
esposizioni
alle
che
originali
statuine
personaggi
il
realizzano
eccentrici
realizzano
solitamente novembre
al
vere
nel
festività
e
proprie
periodo
attorno
natalizie,
dagli 6
è
botteghe
ubicate
artigiani
cominciano
nel
come
ogni
santo.
portato
i
Armeno
delle
l'anno
più
una
turisti.
mondo
che
Le
vari
il
qui
luogo
presentato
tanti
(solitamente
distinti
nel
i
espositivo
per
di
Gregorio
tutto
tutto
tubi
emergenza
San
artigianali
di
lapide
menziona
provvisoria Oggi
con
montaggio
di
canoniche Vico
il
protezione
statuine
dalla
il
sicurezza
Innocenti,
nota
via
Giambattista
caso
in
centro
tradizionalmente
2011,
Solo
sinistra
battezzato).
come
al
dell'antico
gestita
fondazione
1949
messa
Gregorio
attorno
termine
chiesa
che
la
omonimo.
Giunti
(non
sorge
San
Cerere.
chiesa
santo
la
di
fondamenta
tempio la
strada,
chiesa
Armeno
N A P L E S • 2 0 1 7
inizi
di
gennaio.
P . 4 5 |
D I S C O V E R
N A P L E S • 2 0 1 7
EVENTI NOV/DIC DI REDAZIONE FOTO LUCA SAMPIETRO
VAN GOGH: THE IMMERSIVE EXPERIENCE Dove Basilica di San Giovanni Maggiore Quando 18 Novembre 2017 – 08 gennaio 2018 Orari da lunedì a venerdì dalle 10 alle 19 con orario continuato sabato dalle ore 10 alle ore 20 con orario continuato domenica dalle ore 14 alle ore 19 con orario continuato Festività 8 Dicembre dalle ore 14 alle 20 24 Dicembre CHIUSO 25 Dicembre dalle ore 14 alle 20 31 Dicembre CHIUSO 1 gennaio dalle ore 14 alle ore 20 6 gennaio dalle ore 14 alle ore 20 NOTA BENE ultimo ingresso un’ora prima della chiusura Prezzo biglietto Intero 12 euro (+ prevendita) Ridotto generico*: 10 euro (+ prevendita) Ridotto gruppi (per un minimo di 25 persone): 8 euro (+ prevendita) Ridotto scuole (per un minimo di 15 alunni): 8 euro (+ prevendita) Open 14 euro (+ prevendita) valido per qualsiasi giorno di apertura della mostra Info vangoghimmersion.com
P .
4 6 |
D I S C O V E R
N A P L E S • 2 0 1 7
I
C O N S I G L I
D I
D I S C O V E R
N A P L E S
# 1
"SAN GENNA' PIENZACE TU"!
L’ESERCITO DI TERRACOTTA
GENESI di Sebastião Salgado
Dove Basilica dello Spirito Santo Quando 24 Ottobre 2017 – 28 gennaio 2018 Orari da lunedì alla domenica 1020:00 Prezzo biglietto Adulti 12 euro Ridotto: studenti (studenti 14-26 anni), over 65, disabili*: 10 euro Bambini e ragazzi (dai 4 ai 13 anni): 8 euro Fino a 3 anni ingresso gratuito
Dove PAN Palazzo delle arti di Napoli Quando 18 Ottobre 2017 – 28 gennaio 2018 Orari tutti i giorni 9:30-19:30 Prezzo biglietto Intero 11 euro
(*l’accompagnatore ha diritto all’ingresso gratuito) NOTA BENE ultimo ingresso un’ora prima della chiusura Info esercitoditerracotta.it
P . 4 7 |
D I S C O V E R
N A P L E S • 2 0 1 7
Info mostrasalgadonapoli.it
I
C O N S I G L I
D I
D I S C O V E R
N A P L E S
# 2
Scopri il mondo di Campania Artecard: musei, monumenti, teatri, siti archeologici‌ tutto in una card!
P H O T O
C R E D I T S :
M A R I O
Z I F A R E L L I
E V E N T I
N O V / D I C
COME E QUANDO Il modo migliore per visitare Napoli è in scooter o in metropolitana con la linea 1 (un'occasione anche per visitare le "Stazioni dell'arte"). E' possibile muoversi anche con la funicolare, la linea 2 della Metropolitana (per raggiungere la zona Flegrea) e con i pullman (ma che circolano con meno frequenza). Pertanto, se avete degli orari da rispettare (come partenze, impegni o appuntamenti) informatevi prima sul sito dell'ANM. Un'occasione da non perdere è poter visitare la città con il bus Sightseeing. Per chi vuole raggiungere la costiera in auto, (anche se il modo migliore è con il Metrò del Mare) attenzione al traffico. Per chi si muove in città con l'auto, ecco le info per le eventuali code: tutti i giorni direzione e tratto Corso Malta in entrambi i sensi; da e verso Vomero (dalle ore 9:00 alle 12:00 e dalle 15:30 alle 20:00 tranne il sabato e la domenica); In occasione delle partite della squadra di calcio del Napoli evitare l'uscita della tangenziale di Fuorigrotta e la zona dello stadio San Paolo. Nei weekend code anche sul lungomare di Mergellina dove è possibile, però, noleggiare delle biciclette ( ne è sconsigliato l'utilizzo per spostarsi dalle zone basse alle alte della città causa forti pendenze). Per chi dall'aeroporto vuole raggiungere il centro può prendere i taxi o il bus "Alibus" (la fermata è quasi all'esterno dell'Aeroporto di Capodichino, uscendo P . 5 3 |
D I S C O V E R
N A P L E S • 2 0 1 7
subito dopo la stazione dei taxi).
DO YOU SPEAK NEAPOLITAN?
A maronn t'accumpagn: questa espressione la si usa per augurare buona fortuna a qualcuno. L'origine risale al 1700, in una Napoli senza elettricità, dai palazzi nobiliari provvisti di torcie ai lati dei portoni e di balconi con "riccioli" agli angoli per potervi appoggiare le candele. A Piazza Dante, nella chiesa di Santa Maria di Caravaggio, vi era Don Rocco che con il permesso del re di Napoli, posizionò fuori la chiesa un’immagine della Madonna Addolorata, con un lumino. Don Rocco chiese ai "guappi" se, per onorare la Madonna, il lumino di quella edicola fosse sempre fornito di olio per mantenere la fiamma accesa. Da quella prima volta, le edicole iniziarono a spargersi per ogni vicolo di Napoli, tenendola illuminata con i loro lumini, e quando un figlio usciva al mattino presto per andare a lavoro, quando il sole non era ancora sorto, la madre gli diceva " C’ ‘a Maronn t’accumpagna", per sperare che, durante il cammino del figlio, ci fosse sempre una piccola edicola illuminata a dargli luce.
P . 5 4 |
D I S C O V E R
N A P L E S • 2 0 1 7
I
C O N S I G L I
D I
D I S C O V E R
N A P L E S
# 3
Scatti foto di Napoli? Usa il nostro hashtag #discovernaplesmagazine! la tua foto potrà essere scelta e pubblicata sul prossimo numero!
foto Courtesy Fondazione Donnaregina - ŠAmedeo Benestante
Discover Team Direttore Rivista
Ciro Cuozzo
Giornalista
Giorgio Nugnes
Fotografa
Lisa Sicignano
Fotografo Traduzioni Grafica
Per domande, curiosità o per iscriversi alla nostra newsletter, contattateci all'indirizzo mail: hello@discovernaples.eu
Pietro Scolorato Discover Naples Team Lisa Sicignano
Press & Adv office
redazione@discovernaples.eu info@discovernaples.eu
Discover Naples web: discovernaples.eu #discovernaplesmagazine Siamo anche su Instagram, Youtube and Vimeo, follow us!
I
C O N S I G L I
D I
D I S C O V E R
N A P L E S
# 4
Passeggiare per i vicoli di Napoli è un'esperienza sensoriale: la confusione, i bambini che giocano, "l'odore" di cibo che pervade le strade. Â