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IES
N ° 9 — J u n e 2 02 0
Staranzano
STRADA DELLA BORA
TRIESTE LIFESTYLE
F
resche raffiche di vento tra le alture, la calma tiepida tra i vigneti ed il silenzio nelle profondità carsiche. Se si volesse tentare di spiegare cos’è la Via della Bora, sogno nel cassetto del GAL Carso e del suo presidente David Pizziga, si potrebbe far leva sulle plurime dimensioni che il territorio manifesta, dall’Isonzo a Muggia o da Gorizia a Trieste. Unire il mare al suo retroterra calcareo attraverso una soluzione di mobilità integrata, con punti dove noleggiare biciclette a pedalata assistita e segnavia colorati per guidare i turisti, o sarebbe meglio dire gli audaci amanti, manifesta una necessaria e quantomai imprescindibile bisogno di comunicazione –meglio se autentica– prima di qualsivoglia sfruttamento turistico. Tra geologie particolari, enogastronomie aspre ma sincere, e una natura quasi inviolata, grazie all’impegno degli uomini la Via della 58
CARSO Medeazza
Slovenia
Duino San Pelagio Aurisina Cave
Aurisina
Sgonico Gabrovizza Campo Sacro Prosecco
Borgo Grotta Gigante
Opicina Barcola Gretta Roiano
Trebiciano
Bora potrebbe diventare “il percorso soGropada stenibile più bello del mondo”. Si arriva con un volo da chissà dove, Trieste ci si inerpica sui versanti dell’altopiano dove la Prima guerra mondiale esplose Basovizza in tutta la sua violenza e si affondano Cattinara le curiosità –e i dubbi– nelle cavità del sottosuolo o nei piccoli capolavori degli scalpellini del Carso; la via della Bora si Bagnoli della Rosandra trasforma in un sistema di mappe –non solo geografiche– desiderose di conSan Rocco Aquilinia durre l’uomo e la donna in quei luoghi Lazzaretto Dolina Muggia dove, senza indicazioni, non potrebbe Farnei mai arrivarci. “Si può tornare al punto di partenza grazie al Delfino Verde e ad una linea ferroviaria capace di riportarti nello scalo di Ronchi. C’è praticamente tutto ma va spiegato” racconta il presidente del GAL. Sì, perché il nostro territorio è facile per chi lo ama, meno per chi ci mette piede per la prima volta. Il confine si sa, non accoglie mai tutti allo stesso