Introduzione
In questo semplice opuscolo vengono proposti sette itinerari escursionistici che vi porteranno alla scoperta dei prestigiosi Nebbioli dell’Alto Piemonte e del profondo legame con il territorio da cui traggono il loro pregio.
Il vino è il risultato di un complesso processo che intreccia il sapere enoico e la cultura vitivinicola con la sua terra, sintetizzando nei suoi sentori il clima, il suolo e l’ambiente. Nel corso di queste escursioni potrete respirare la stessa aria, sentire gli stessi profumi, calpestare la stessa terra, provare le stesse sensazioni che poi ritroverete nella degustazione, sorprendendovi di quanto il vino racchiuda nella sua essenza un’esperienza unica.
Sommario
alla scoperta dell’Alto Piemonte
L’Alto Piemonte
Il Territorio dell’Alto Piemonte ha una conformazione collinare storicamente vocata alla viticoltura e una ricchezza di suoli che si esprime e si ritrova in vini di grande pregio. Si estende dalle Alpi fino al lago Maggiore ed è dominato dal massiccio del Monte Rosa, il secondo più alto d'Europa (4.600 metri), che ne influenza fortemente il clima. La protezione dai venti freddi del Nord e contemporaneamente, nelle stagioni calde, l’esposizione ai venti dalle valli che portano frescura notturna e ventilazione ai vigneti, determinano un microclima ideale per l'intensità aromatica e la coltivazione del grande Principe dei Vitigni: il Nebbiolo. In pochissimi altri luoghi al Mondo in un così ristretto spazio si concentrano condizioni geologiche, pedologiche e climatiche così diverse: dalla pianura alle vette più alte, dal porfido vulcanico alle morene glaciali, dal clima mite del lago a quello gelido di montagna. Il vino non nasce "per caso" ed è ormai convinzione unanime che solo grazie a un territorio con queste peculiarità, ad una cultura storica e ad una abilità radicata, attenta alla salvaguardia e alla valorizzazione delle proprie esperienze, possano nascere grandi vini con un importante carattere. In un tempo nemmeno poi così tanto lontano, qualche decennio fa, l'Alto Piemonte è stato un unico fittissimo vigneto, ridotto via via drasticamente dall'industrializzazione che è esplosa a partire dal Dopoguerra. Eppure, questo è da sempre un territorio vocato per la produzione di vini di grandi qualità e finezza. In questo contesto gli stoici piccoli produttori e le nuove coraggiose leve hanno saputo preservare e valorizzare un patrimonio di identità da cui scaturiscono eccellenti e peculiari vini, agli antipodi della standardizzazione del gusto.
eno-escursionistici alla scoperta dell’Alto Piemonte
Il Supervulcano del Sesia
Circa 300 milioni di anni fa, quando sulla Terra esisteva un solo continente chiamato Pangea, un vulcano è esploso eruttando un'immensa quantità di materiale e sprigionando un'energia pari a 250 bombe atomiche. Tra 60 e 30 milioni di anni fa gli stessi processi che hanno formato le Alpi, hanno sollevato e ruotato la parte di crosta terrestre in cui si trovava il vulcano esploso, mettendone in evidenza il sistema di alimentazione, fino a circa 30 km di profondità. Si tratta di un caso unico al Mondo! È possibile vederlo in un'area che comprende Valsesia e Valsessera, fino a lambire il lago Maggiore. Per promuoverne questa peculiarità geologica, nel 2011 si è costituita l'Associazione Geoturistica Sesia Val Grande Geopark Onlus. L'area del Supervulcano fa parte del Sesia Val Grande Geopark riconosciuto dall'UNESCO il 5 settembre 2013 e diventato, nel novembre 2015,"UNESCO Global Geoparks”, il nuovo programma prioritario, al pari del Patrimonio mondiale dell’Umanità, delle Riserve della Biosfera e del Patrimonio Immateriale.
Itinerari eno-escursionistici alla scoperta dell’Alto Piemonte
Itinerari – www.winehiking.it
Gli itinerari proposti vi permetteranno di approfondire la conoscenza della vitivinicoltura e allo stesso tempo scoprirne il legame con il territorio attraverso percorsi turistici, naturalistici e culturali. Durante l’escursione si visiteranno aziende produttrici, vigne, cantine, parchi naturali, geoparchi, monumenti di grande interesse storico e simbolico, centri storici e musei.
Dalla vigna al bicchiere
Cominciando da una tranquilla passeggiata in vigna, passando per la frizzante vendemmia, apprendendo le tecniche di vinificazione, visitando le silenziose cantine sino alla degustazione di un eccellente bicchiere scoprirete il paesaggio e l’ambiente delle vigne, caratterizzato dal suo peculiare clima e contesto naturale, l’evoluzione delle tecniche di vinificazione, l’economia vitivinicola e l’importanza per lo sviluppo e la ricchezza del territorio.
Itinerari eno-escursionistici alla scoperta dell’Alto Piemonte
Per ogni denominazione sono stati sviluppati itinerari di diversa lunghezza e durata, studiati appositamente per valorizzare al meglio i luoghi attraversati in base al tempo a disposizione. I percorsi sono riportati in mappe che possono essere fruite tramite l’applicazione per smartphone Google Maps, accedendo alle stesse tramite QR code o sul sito www.winehiking.it. In questo modo è possibile trovare la propria posizione nella mappa, seguire gli itinerari in tempo reale e consultare i punti di interesse lungo il percorso con le relative informazioni. Gli itinerari suggeriti non richiedono alcuna particolare preparazione fisica o capacità escursionistica e sono stati strutturati per essere percorsi a piedi ma, in alcuni casi, anche in mountain bike, in modo da poter coprire maggiori distanze. Al fine di rendere ancora più fruibile e agevole l’escursione oltre alla traccia sono riportate tutte le aziende vitivinicole avente sede nella denominazione e i principali punti di interesse, quali musei, monumenti, chiese, punti panoramici, rilevanze naturalistiche e geologiche, ristoranti, parcheggi, strutture ricettive. In alcuni casi sono riportati anche i vigneti e le menzioni geografiche aggiuntive. • Itinerario 1 – Gattinara DOCG • Itinerario 2 – Ghemme DOCG
Itinerario 3 – Boca DOC
Itinerario 4 – Bramaterra DOC
Itinerario 5 – Lessona DOC
Itinerario 6 – Sizzano DOC e Fara DOC • Itinerario 7 – Colline Novaresi DOC • Itinerario 8 – Coste della Sesia DOC (non ancora pubblicato) • Itinerario 9 – Valli Ossolane DOC (non ancora pubblicato)
• Cascina Preziosa • Castello di Montecavallo
• Centovigne • Fabio Zambolin • Stefano Vampari
• Villa Era
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I Vitigni dell’Alto Piemonte
Nebbiolo
Il grappolo maturo è di dimensioni medio-grandi con forma alata; l'acino, medio-piccolo, è ellissoidale con buccia ricoperta di pruina (patina biancastra), di colore blu- nero, a volte con sfumature viola. Le varie fasi vegetative e riproduttive del vitigno Nebbiolo sono tutte precoci: germoglia entro la prima decade d'aprile, la fioritura avviene all'inizio di giugno e l'invaiatura (cambio di colorazione degli acini) si verifica a metà agosto. Solo la maturazione è tardiva: da metà ottobre in avanti.
Vespolina
Il vitigno Vespolina è coltivato solo nell'Alto Piemonte, in particolare nel novarese, alto vercellese e biellese. Il grappolo ha forma cilindrica alata con lungo peduncolo di colore verde tendente al rosa. L'acino è medio, di forma ellissoidale, con buccia di colore blu ricca di pruina. Il germogliamento avviene nella seconda decade d'aprile, la fioritura nella seconda decade di giugno, l'invaiatura nella prima decade d'agosto, mentre la maturazione è a fine settembre.
Bonarda novarese o Uva Rara
L'Uva Rara o Bonarda novarese non deve essere confusa con la Bonarda piemontese. Il grappolo di media grandezza è conico spesso troncato, il peduncolo, di media lunghezza, è di colore verdegiallastro. L'acino è sferoidale appiattito di colore blu scuro con pruina. Il germogliamento è medio-tardivo (terza decade d'aprile), la fioritura cade tra la prima e la seconda decade di giugno, l'invaiatura dopo la metà di agosto, mentre la maturazione arriva ad inizio ottobre.
Croatina
Vitigno a bacca nera, foglia media o medio-piccola, allungata e pentagonale, quinquelobata o trilobata; grappolo grande, conico allungato, alato, di media compattezza o compatto; acino medio, di forma sferoidale regolare, con buccia di colore turchino, spessa e coriacea, abbondantemente ricoperta di pruina. Viene erroneamente confusa con il vitigno bonarda novarese. Ha una produzione abbastanza elevata ma altalenante, predilige terreni piuttosto profondi, franco-argillosi limosi o argillosi, calcarei. Il vino prodotto con questa uva ha un contenuto di tannini esiguo, ne consegue un vino con carenza di "corpo", ma con profumi intensi di frutti rossi.
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Viticoltura e vinificazione
L’ambiente naturale
• Situazione geografica: latitudine, altitudine, giacitura, esposizione, barriere naturali, laghi o fiumi;
• Clima: temperatura, insolazione, precipitazioni, microclima;
• Suolo: origine geologica, orizzonti, struttura, composizione, acidità, colore, umidità.
Ciclo della vite: pianto, germogliamento, vegetazione, fioritura, allegagione, invaiatura, maturazione, caduta delle foglie e riposo invernale.
Dalla vigna alla cantina
• Vigneto: impianto, conduzione, forme di allevamento;
• Lavori nel vigneto: potatura invernale, legatura, trattamenti antiparassitari potatura verde, vendemmia, aratura e concimazione;
• Lavorazione del terreno: inerbimento, pacciamatura, diserbo, concimazione, sovescio.
Uva: grappolo, raspo, acini, cuticola, pruina, polpa, vinaccioli.
Vinificazione in rosso
Il processo di vinificazione è l'insieme di una serie di operazioni che si articolano in diverse fasi:
• diraspatura; • pigiatura;
• fermentazione alcolica e macerazione; • svinatura; • fermentazione malolattica;
• maturazione e stabilizzazione;
• chiarificazione e filtrazione;
• imbottigliamento;
• invecchiamento;
• mercato.
Gho P., Ruffa G., Il piacere del vino, Slow Food Editore, 2016
Disciplinari
GATTINARA DOCG
• Informazioni sul contesto geografico: Gattinara è situata nel Territorio dell’Alto Piemonte, ai piedi del Monte Rosa, nell’estremo nord-est della Regione. Il territorio, nel quale il vitigno Nebbiolo trova uno straordinario luogo di elezione, è composto da una serie di colline, con la composizione mineralogica dell’arco Alpino da cui si originarono, con esposizione ovest- sud-ovest, e da un promontorio roccioso irregolare ad est che supera i 500 metri di altitudine e che protegge dai venti montani. Il sottosuolo è di origine vulcanica, con una ricchezza immensa di minerali di origine magmatica come porfidi e graniti ed abbondanza di potassio, magnesio e ferro I vigneti si sviluppano lunga una conca collinare dietro al centro abitato
• Storia: sembra che il nome Gattinara derivi da Catuli ara, ossia "Ara di Catulo". Pare infatti che la città sorga nel punto in cui il Proconsole Lutazio Catulo sacrificò agli dèi le spoglie di guerra dei Cimbri, vinti nella zona circostante nel 101 a.C. Ritrovamenti archeologici attestano che la coltura della vite venne introdotta durante l’Impero di Augusto, ma la vite era già conosciuta prima della dominazione Romana e si ritiene fosse già praticata dai residenti Liguri. I sistemi di allevamento, soprattutto a Guyot con basse rese, hanno da sempre privilegiato la qualità ed i lunghi invecchiamenti. Negli archivi vescovili di Vercelli si trova scritto che fin dai tempi di Carlo Magno sulle colline di Gattinara prosperavano verdeggianti vigneti. La bontà del Gattinara è testimoniata anche dai documenti storici i quali riferiscono come il Marchese di Gattinara, Cardinale Mercurino Arborio, Cancelliere di Carlo V e amante del vino delle sue terre, osò presentarlo alla Corte del Re di Spagna (1525); grazie a questo famoso diplomatico che il Gattinara ottenne una grande fama e venne diffuso in Italia e in Europa, spesso offerto quale efficace mezzo di trattativa diplomatica. Nel 1872 il Governo istituiva a Gattinara la Regia Stazione Enologica Sperimentale, con scuola Enologica, vigneti, Cantina Sperimentale e Stazione Metereologica.
• Disciplinare: DOC dal 1967, DOCG dal 1990
• Base ampelografica: Nebbiolo (localmente detto Spanna) dal 90% al 100%; possono concorre alla produzione anche uve provenienti dai vitigni Vespolina per un massimo del 4% e/o Bonarda novarese (Uva Rara), purché complessivamente non superino il 10% del totale.
• Zona di produzione: la zona di coltivazione e produzione comprende l’intero territorio del Comune di Gattinara (VC) ed è costituita da una superficie di 105 ettari di vigneto in produzione (a fine ‘800 erano 700 ha).
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• Norme per la viticoltura:
- Terreni: argillosi, limosi, sabbiosi e loro eventuali combinazioni;
- Giacitura: collinare (sono da escludere i terreni di fondovalle, non sufficientemente soleggiati);
- Altitudine: non inferiore a 250 metri s.l.m. e non superiore a metri 550 s.l.m.;
- Esposizione: adatta ad assicurare una idonea maturazione delle uve;
- Resa massima di uva per ettaro: 8 t/ha;
- Titoli alcolometrici volumici minimi naturali: 12,0% vol per il Gattinara e 12,5% vol per il Gattinara Riserva.
• Norme per la vinificazione:
- Resa massima dell'uva in vino: 70%, pari a 5600 litri/ha;
- Resa massima dell’uva in vino finito: 65%, pari a 5200 litri/ha;
- Invecchiamento: 35 mesi (di cui almeno 24 in legno) per il Gattinara e 47 mesi (di cui 36 in legno) per il Gattinara Riserva.
• Qualità organolettiche:
- Colore: rosso granato con leggere sfumature aranciato, più marcate nel Riserva;
- Odore: fine, gradevole, speziato con lievi sentori di viola, man mano più marcati con l’invecchiamento;
- Sapore: asciutto, armonico, con caratteristico fondo amarognolo;
- Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,5% vol per il Gattinara e 13,0% vol per il Riserva.
GHEMME DOCG• Informazioni sul contesto geografico: la collocazione geografica di Ghemme è nell’Alto Piemonte, ai confini con la Valsesia, nelle vicinanze del Monte Rosa, con il Monte Fenera a nord ed i laghi Maggiore ed Orta a Nord Ovest. In epoca glaciale i ghiacciai del Monte Rosa si propagavano fino alla pianura, dove oggi si trovano estesi terreni irrigui coltivati a riso e a cereali. Il ritiro dei ghiacciai ha creato una serie di morene costituenti un raccordo naturale tra la montagna e la pianura. Le colline che si sviluppano da nord a sud, hanno terreni con rocce e detriti di diversa natura e composizione, con uno stato superficiale di argille, caolini e tufi. Più compatti e profondi sull’Altopiano più sciolti e ciottolosi lungo il versante occidentale. Sono terreni ricchi di sali minerali disciolti, che assorbiti dalle terminazioni radicali della vite aggiungono sapidità all’uva.
• Storia: sul territorio c'è un'esperienza acquisita e tramandata da millenni di coltivazione vitivinicola, che è stata per l’economia agricola della zona una vera fortuna ed il vino di Ghemme era già famoso ai tempi di Plinio il Vecchio. A partire dal secolo scorso numerose aziende di proprietà di famiglie locali hanno
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incrementato la diffusione del Ghemme. Dagli anni ’70 ha ripreso pieno vigore il settore vitivinicolo, con esperienze pluriennali di lotta guidata ed integrata
• Disciplinare: DOC dal 1969, DOCG dal 1997
• Base ampelografica: vitigno Nebbiolo (Spanna); è consentito l’utilizzo dei vitigni Vespolina ed Uva Rara (Bonarda novarese) da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 15%.
• Zona di produzione: La zona di produzione delle uve, ricade in provincia di Novara, in parte del territorio del comune di Ghemme ed in parte in quello di Romagnano Sesia, e comprende una superficie vitata pari a 50 ha.
• Norme per la viticoltura:
- Terreni: argillosi, sabbiosi, limosi, ciottolosi e loro eventuali combinazioni;
- Giacitura: collinare (sono da escludere i terreni di fondovalle, umidi e non sufficientemente soleggiati);
- Altitudine: non inferiore a metri 220 s.l.m. e non superiore ai 400 s.l.m.;
- Esposizione: adatta ad assicurare un'idonea maturazione delle uve e con l'esclusione del versante nord;
- Resa massima di uva per ettaro: 8 t/ha;
- Titoli alcolometrici volumici minimi naturali: 11,5% vol per il Ghemme e 12,0% vol per il Ghemme Riserva.
• Norme per la vinificazione:
- Resa massima dell’uva in vino finito: 70%, pari a 5600 litri/ha;
- Invecchiamento: 34 mesi (di cui almeno 18 in legno) per il Ghemme e 46 mesi (di cui 24 in legno) per il Ghemme Riserva.
• Qualità organolettiche:
- Colore: rosso rubino anche con riflessi granata, più marcati nel Riserva;
- Odore: profumo caratteristico, fine, gradevole ed etereo;
- Sapore: asciutto, sapido, con fondo gradevolmente amarognolo, armonico;
- Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,0% vol per il Ghemme e 12,5% vol per il Riserva.
BOCA DOC
• Informazioni sul contesto geografico: Boca, piccolo paese della provincia di Novara, è situato a m.t. 389 d’altitudine, a cui fanno da sfondo le colline, coltivate a vigneti, dietro le quali si intravedono le cime delle Alpi. Il “Boca” deve le sue peculiarità al terreno morenico che origina dal monte Rosa, composto da argilla, sabbia, ciottoli di granito, porfido e sfaldature di rocce calcaree del Fenera che assumono una consistenza diversa secondo il sito. È una sovrapposizione di suoli
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alluvionali originaria del mare che ricopriva, in epoca pre-glaciale, queste terre. Nonostante le correnti da nord provenienti dal monte Rosa producano potenti escursioni giorno-notte, il riparo naturale del monte Fenera produce inverni miti, primavere temperate, estati e autunni caldi e soleggiati.
• Storia: la vite, è per gli agricoltori di zona coltura antichissima e risale a prima della colonizzazione romana. La conformazione dei terreni ha costretto, fin dai primi impianti all’uso di gradoni orizzontali, paralleli alle curve di livello, e di muri a secco I sistemi adottati nella coltura della vite mutarono gradualmente, perfezionando nei secoli la coltivazione e la qualità dei vitigni. L’esperienza maturata negli anni ha affinato la tecnica di coltivazione, ottimizzando le rese produttive dei vitigni della zona della doc, ottenendo buoni tenori zuccherini, grandi profumi ed ottime evoluzioni nel tempo.
• Disciplinare: DOC dal 1969
• Base ampelografica: Nebbiolo (Spanna) dal 70% al 90%, Vespolina e Uva rara (Bonarda novarese) da sole o congiuntamente dal 10% fino al 30%.
• Zona di produzione: le uve devono essere prodotte nella zona di produzione che comprende tutto il territorio comunale di Boca, in parte quello di Maggiora, Cavallirio, Prato Sesia e Grignasco e si estende per una superficie pari a 12 ha circa.
• Norme per la viticoltura:
- Terreni: argillosi, rocciosi, limosi, sabbiosi e loro eventuali combinazioni;
- Giacitura: collinare (sono da escludere i terreni di fondovalle, umidi e non sufficientemente soleggiati);
- Altitudine: non inferiore a metri 300 s.l.m. e non superiore a metri 550 s.l.m.;
- Esposizione: adatta ad assicurare un'idonea maturazione delle uve, con l’esclusione dei terreni esposti a nord;
- Resa massima di uva per ettaro: 8 t/ha;
- Titoli alcolometrici volumici minimi naturali: 11,5% vol per il Boca e 12,0% vol per il Boca Riserva.
• Norme per la vinificazione:
- Resa massima dell’uva in vino finito: 70%, pari a 5600 litri/ha;
- Invecchiamento: 34 mesi (di cui almeno 18 in legno) per il Boca e 46 mesi (di cui 24 in legno) per il Boca Riserva.
• Qualità organolettiche:
- Colore: rosso rubino con riflessi granato, aranciato nel Riserva;
- Odore: caratteristico, fine, ampio ed etereo;
- Sapore: asciutto, sapido, armonico, piacevolmente tannico;
- Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,0% vol.
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BRAMATERRA DOC
• Informazioni sul contesto geografico: la zona di produzione del Bramaterra, situata nel Territorio dell’Alto Piemonte, “terra di mezzo” che unisce la Fascia Alpina del Monte Rosa con la Bassa pianura Padana è un Territorio nel quale il vitigno Nebbiolo trova uno straordinario luogo di elezione Così in un territorio avente geologia, pedologia, clima e situazioni storiche ed economiche comuni, si è ricorso al nome Bramaterra per questo vino, derivato dalla migliore composizione ampelografica di tradizione locale nei terreni collinari. Il territorio è composto da colline, originate milioni di anni fa, con terreni acidi porfirici e con una copertura superficiale di terreno fertile. Sul lato occidentale i suoli hanno una maggiore ricchezza di sabbie con depositi marini, ad est si trovano zone maggiormente argillose, a sud i terreni si fanno più profondi, con maggiore ricchezza in limo ed argilla. La vicinanza con il Monte Rosa offre una barriera naturale dai venti montani e garantisce un microclima favorevole per la coltivazione della vite.
• Storia: coltivando questi colli secondo la intuita vocazione del suolo iniziarono le vicende delle vigne e del vino ed i rapporti inerenti documentati nel tempo. Il Bramaterra era un vino conosciuto già nei secoli XI e XII, come testimoniano alcuni documenti dell’epoca; tuttavia solo 1447 si ha la prima traccia di questo vino e del suo nome.
• Disciplinare: DOC dal 1979
• Base ampelografica: Nebbiolo (Spanna) dal 50% all’80%, Croatina fino a un massimo del 30%, Uva rara (Bonarda novarese) e Vespolina da sole o congiuntamente fino ad un massimo del 20%.
• Zona di produzione: la zona di produzione comprende i terreni collinari dei comuni di Masserano, Brusnengo, Curino, Roasio, Villa del Bosco, Sostegno e Lozzolo.
• Norme per la viticoltura:
- Terreni: argilloso, limoso, roccioso, sabbioso, calcareo, siliceo e loro eventuali combinazioni;
- Giacitura: collinare (sono da escludere i terreni di fondovalle, umidi, e non sufficientemente soleggiati);
- Altitudine: non inferiore a metri 200 s.l.m. e non superiore a metri 600 s.l.m.;
- Esposizione: adatta ad assicurare un'idonea maturazione delle uve;
- Resa massima di uva per ettaro: 7,5 t/ha per il Bramaterra e 6,7 per il Bramaterra Riserva;
- Titoli alcolometrici volumici minimi naturali: 11,5% vol per il Bramaterra e 12,0% vol per il Bramaterra Riserva.
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• Norme per la vinificazione:
- Resa massima dell’uva in vino finito: 70%, pari a 5250 litri/ha per il Bramaterra e 4700 litri/ha per il Bramaterra Riserva;
- Invecchiamento: 22 mesi (di cui almeno 18 in legno) per il Bramaterra e 34 mesi (di cui 24 in legno) per il Bramaterra Riserva.
• Qualità organolettiche:
- Colore: rosso granato con riflessi aranciati;
- Odore: caratteristico, intenso, lievemente etereo che si affina con l'invecchiamento;
- Sapore: pieno ed asciutto, vellutato con gradevole sottofondo amarognolo, di buon nerbo ed armonico;
- Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,0% vol
• Informazioni sul contesto geografico: Lessona è situata nell’Alto Piemonte e ne costituisce la parte occidentale. Nella definizione del quadro aromatico, i terroir di Lessona caratterizzano notevolmente il vitigno Nebbiolo. Il complesso aromatico del vitigno si impreziosisce di una tipica mineralità rugginosa, che dona a questi vini una sapidità minerale spiccata e nitida. Il vitigno nebbiolo si esprime con una particolare levità ed eleganza, con tannini perfettamente amalgamati sin da giovani grazie alle esperienze di coltivazione. Da un punto di vista geologico Lessona è una lingua di sedimenti marini che poggia su di una roccia porfirica profonda. Suoli alluvionali, dunque abbastanza sciolti, costituiti da sabbie acidissime rossicce e molto ricchi di minerali: ferro, potassio e magnesio, con una componente magmatica data dai porfidi e dai graniti. Le altitudini medie sono attorno ai 350 m s.l.m. ed il clima è abbastanza mite, perché anche qui la vicinanza del Monte Rosa contribuisce quale riparo delle correnti nordiche e le vigne dell’Alto Piemonte godono di una buona escursione termica.
• Storia: il Lessona era già famoso nel '600 e numerose sono le testimonianze storiche relative alle potenzialità del territorio. L’archivio di Stato della città di Biella nei tanti riferimenti alla viticoltura, già nel 1436 registra l’acquisto di una vigna.
• Disciplinare: DOC dal 1976
• Base ampelografica: Nebbiolo (Spanna) dall’85% al 100%, Vespolina e Uva Rara (Bonarda novarese) congiuntamente fino ad un massimo del 15%.
• Zona di produzione: intero territorio del comune di Lessona.
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• Norme per la viticoltura:
- Terreni: sabbiosi, limosi, argillosi e loro eventuali combinazioni;
- Giacitura: collinare (sono da escludere i terreni di fondovalle, umidi, non sufficientemente soleggiati);
- Altitudine: non inferiore a metri 200 s.l.m. e non superiore a metri 500 s.l.m.;
- Esposizione: adatta ad assicurare un'idonea maturazione delle uve;
- Resa massima di uva per ettaro: 8 t/ha per il Lessona e 7,2 per il Lessona Riserva;
- Titoli alcolometrici volumici minimi naturali: 11,5% vol per il Lessona e 12,0% vol per il Lessona Riserva.
• Norme per la
vinificazione
:
- Resa massima dell’uva in vino finito: 70%, pari a 5600 litri/ha per il Lessona e 5000 litri/ha per il Lessona Riserva;
- Invecchiamento: 22 mesi (di cui almeno 12 in legno) per il Lessona e 46 mesi (di cui 30 in legno) per il Lessona Riserva.
• Qualità organolettiche:
- Colore: rosso granato, con sfumature arancioni con l'invecchiamento;
- Odore: profumo caratteristico che ricorda la viola, fine ed intenso;
- Sapore: asciutto, gradevolmente tannico, con caratteristica sapidità e piacevole, persistente retrogusto;
- Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,0% vol
• Informazioni sul contesto geografico: Sizzano, anticamente chiamato Sitianum o anche Siccianum, sorge ai piedi di dodici colline degradanti verso il fiume Sesia; il borgo si trova lungo la strada che conduce in Valsesia, a 22 chilometri da Novara. La viticoltura di Sizzano si sviluppa sul versante orientale della valle del Sesia, una lunga collina morenica che si sviluppa su un asse nord-sud: un altopiano prevalentemente argilloso diviso in due strisce collinari. Terreni più profondi ed argillosi nella parte alta della collina, più ciottolosi e più sciolti lungo i versanti più occidentali che scendono verso il fondo valle.
• Storia: i sistemi adottati nella coltura della vite mutarono gradualmente, perfezionando nei secoli la coltivazione e la qualità dei vitigni. L’esperienza maturata negli anni ha affinato la tecnica di coltivazione, ottimizzando le rese produttive dei vitigni della zona della doc, ottenendo buoni tenori zuccherini, grandi profumi ed ottime evoluzioni nel tempo. La fama del vino sizzanese nei tempi moderni si deve al grande statista piemontese Camillo Benso conte di Cavou, proprietario di vaste estensioni terriere e di aziende agricole, ma il vino era già apprezzato nel periodo rinascimentale e considerato di grande qualità.
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• Disciplinare: DOC dal 1969
• Base ampelografica: Nebbiolo (Spanna) dal 50% al 70%, Vespolina e Uva rara (Bonarda novarese) da sole o congiuntamente dal 30% fino al 50%; altre uve piemontesi a bacca rossa nella misura massima del 10%.
• Zona di produzione: territori del Comune di Sizzano.
• Norme per la viticoltura:
- Terreni: argillosi, limosi, sabbiosi e loro eventuali combinazioni;
- Giacitura: collinare (sono da escludere i terreni di fondovalle, umidi e non sufficientemente soleggiati);
- Altitudine: non inferiore a metri 200 s.l.m. e non superiore a 350 metri s.l.m.;
- Esposizione: adatta ad assicurare un'idonea maturazione delle uve;
- Resa massima di uva per ettaro: 9 t/ha per il Sizzano e 8,1 t/ha per il Sizzano Riserva;
- Titoli alcolometrici volumici minimi naturali: 11,5% vol per il Sizzano e 12,0% vol per il Sizzano Riserva.
• Norme per la vinificazione:
- Resa massima dell’uva in vino finito: 70%, pari a 6300 l/ha per il Sizzano e 5670 l/ha per il Sizzano Riserva.
- Invecchiamento: 22 mesi (di cui almeno 16 in legno) per il Sizzano e 34 mesi (di cui 24 in legno) per il Sizzano Riserva.
• Qualità organolettiche:
- Colore: rosso rubino con riflessi di granato;
- Odore: vinoso, caratteristico, con sentori di violetta, fine e gradevole;
- Sapore: asciutto, sapido, armonico;
- Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,0% vol.
• Informazioni sul contesto geografico: risalendo lungo il Fiume Sesia, Fara è la prima delle denominazioni “comunali” del Novarese. Due i comuni interessati: Briona e Fara Novarese. Il suo territorio si trova parte in altopiani morenici e parte su versanti collinari. Tra i prodotti del territorio, il primo posto spetta all'uva e la coltivazione della vite vanta più di un millennio di esperienza che con il passare degli anni si è affinata in base alle conformazioni territoriali e climatiche.
La viticoltura di Fara si sviluppa sul versante orientale della valle del Sesia, una lunga e regolare collina morenica che si sviluppa su un asse nord-sud: un altopiano prevalentemente argilloso diviso in due strisce collinari È una collina frutto dei lavori di terrazzamento fluvio-glaciali, che l’hanno arricchita di strati alluvionali
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eterogenei. Terreni profondi nella parte superiore (quella in piano), più ciottolosi e più sciolti lungo i versanti esposti a ovest.
• Storia: fin dai tempi più remoti a Fara si è coltivata la vite per fare il vino e lo scrittore Plinio il Vecchio già lo menziona nel I° secolo dopo Cristo, testimonianze derivano anche da antichi diari di viticultori. A Fara Novarese è conservato un Sarcofago romano, attribuito al II° Secolo d.C., nel quale si legge molto chiaramente il testo dell’iscrizione nel cartiglio che ci dice che il proprietario negoziava in generi agricoli e in vino.
• Disciplinare: DOC dal 1969
• Base ampelografica: Nebbiolo (Spanna) dal 50 al 70%; Vespolina ed Uva rara (Bonarda novarese) da sole o congiuntamente dal 30% al 50%; possono inoltre concorrere a detta produzione le uve a bacca rossa, non aromatiche, provenienti dai vitigni idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte nella misura massima del 10%.
• Zona di produzione: territori amministrativi comunali di Fara e Briona.
• Norme per la viticoltura:
- Terreni: argillosi, limosi, sabbiosi e loro eventuali combinazioni;
- Giacitura: collinare (sono da escludere i terreni di fondovalle, umidi, e non sufficientemente soleggiati);
- Altitudine: non inferiore a metri 180 s.l.m. e non superiore a 300 s.l.m.;
- Esposizione: adatta ad assicurare un'idonea maturazione delle uve;
- Resa massima di uva per ettaro: 10 t/ha per il Fara e 9,0 t/ha per il Fara Riserva;
- Titoli alcolometrici volumici minimi naturali: 11,5% vol per il Fara e 12,0% vol per il Fara Riserva.
• Norme per la vinificazione:
- Resa massima dell’uva in vino finito: 70%, pari a 7000 l/ha per il Fara e 6300 l/ha per il Fara Riserva.
- Invecchiamento: 22 mesi (di cui almeno 12 in legno) per il Fara e 34 mesi (di cui 20 in legno) per il Fara Riserva.
• Qualità organolettiche:
- Colore: rosso rubino;
- Odore: profumo fine e piacevolmente gradevole;
- Sapore: asciutto, sapido, armonico;
- Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,0% vol per il Fara e 12,5% vol per il Fara Riserva.
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COLLINE NOVARESI DOC
• Informazioni sul contesto geografico: è una vasta fascia di territorio nel nord/est del Piemonte che da ovest verso est corre tra la sinistra orografica del Fiume Sesia (che scende dal Monte Rosa) e la destra del fiume Ticino (che proviene dai monti del Gottardo) I territori della Doc Colline Novaresi vantano sicuramente una tradizione ed una fama consolidata nei secoli, la vite è presente nella zona territoriale della Doc Colline Novaresi sin dall’età romana ed è descritta da Plinio il Vecchio con parole elogiative delle caratteristiche qualitative e della sua ampia diffusione. La ricchezza e la diversità dei vitigni autoctoni determinano la differenza delle forme di allevamento che a loro volta contribuiscono a caratterizzare fortemente il paesaggio, dominato dalla vicinanza del Monte Rosa. I suoli sono morenico alluvionali, più limoso-argillosi nella parte bassa delle colline ed appena più sciolti nella parte superiore. La ricchezza e la diversità dei vitigni autoctoni determinano la differenza delle forme di allevamento che a loro volta contribuiscono a caratterizzare fortemente il paesaggio
• Storia: molte le testimonianze al riguardo che documentano che la viticoltura in questo territorio ha tradizioni antichissime che hanno portato, nel corso dei diversi secoli, all’affermazione di vitigni caratteristici di queste località.
• Disciplinare: DOC dal 1994
• Base ampelografica:
“Colline Novaresi” rosso, rosato e novello: Nebbiolo (Spanna) minimo 50%; possono concorrere alla produzione di detti vini fino a un massimo del 50%, altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte, iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino approvato;
“Colline Novaresi” Vespolina: Vespolina minimo 85%; possono concorrere, fino a un massimo del 15%, altri vitigni non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte come sopra identificati;
“Colline Novaresi” Nebbiolo (Spanna): Nebbiolo minimo 85%; possono concorrere, fino a un massimo del 15%, altri vitigni non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte come sopra identificati;
“Colline Novaresi” Uva rara (Bonarda novarese): Uva rara minimo 85%; possono concorrere, fino a un massimo del 15%, altri vitigni non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte come sopra identificati;
“Colline Novaresi” Croatina: Croatina minimo 85%; possono concorrere, fino a un massimo del 15%, altri vitigni non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte come sopra identificati;
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“Colline Novaresi” Barbera: Barbera minimo 85%; possono concorrere, fino a un massimo del 15%, altri vitigni non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte come sopra identificati;
“Colline Novaresi” bianco: 100% Erbaluce.
• Zona di produzione: le uve destinate alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata “Colline Novaresi" devono essere prodotte nei seguenti comuni: Barengo, Boca, Bogogno, Borgomanero, Briona, Cavaglietto, Cavaglio d'Agogna, Cavallirio. Cressa, Cureggio, Fara Novarese, Fontaneto d'Agogna, Gattico, Ghemme, Grignasco, Maggiora, Marano Ticino, Mezzomerico, Oleggio, Prato Sesia, Romagnano Sesia, Sizzano, Suno, Vaprio d'Agogna, Veruno e Agrate Conturbia, tutti in provincia di Novara.
• Norme per la viticoltura:
- Terreni: argillosi, limosi, sabbiosi e loro eventuali combinazioni;
- Giacitura: collinare (sono da escludere i terreni di fondovalle, umidi, e non sufficientemente soleggiati);
- Altitudine: non inferiore a metri 180 s.l.m. e non superiore a metri 550 s.l.m.;
- Esposizione: adatta ad assicurare un'idonea maturazione delle uve;
- Resa massima di uva per ettaro: 10 t/ha per rosato, rosso, novello, barbera e croatina e 9,5 t/ha per bianco, nebbiolo, uva rara e vespolina;
- Titoli alcolometrici volumici minimi naturali: 10,5% vol.
• Norme per la vinificazione:
- Resa massima dell’uva in vino finito: 70%, pari a 7000 l/ha per rosso, rosato, barbera, croatina e novello e 6650 l/ha per nebbiolo, uva rara, vespolina e bianco.
• Informazioni sul contesto
i territori della doc Coste della Sesia sono compresi nel bacino del Fiume Sesia e vantano sicuramente una tradizione ed una fama consolidata nei secoli. La vite è presente nella zona territoriale della doc Coste della Sesia sin dall’età romana ed è descritta da Plinio il Vecchio con parole elogiative delle caratteristiche qualitative e della sua ampia diffusione. Durante il Medio Evo si nota un incremento delle zone vitate ed una maggiore offerta dei suoi vini; ma è nel XVIII secolo che inizia il notevole rinnovamento agricolo e la coltivazione della vite è portata felicemente al solo livello collinare. Il territorio risulta essere un’area composita con importanti differenze da un punto di vista climatico, pedologico e morfologico. Con conformazioni che variano da argilla a sabbia, ciottoli di granito e porfido. Questa disomogeneità territoriale si nota in tutta l’area e nelle due province della denominazione: Vercelli e Biella.
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• Storia: molte testimonianze documentano che la viticoltura in questo territorio ha tradizioni antichissime che hanno portato, all’affermazione di vitigni caratteristici. Un territorio quindi, dove la produzione vitivinicola contribuisce alla valorizzazione complessiva degli ambiti territoriali che ricadono sotto la Doc che ha costruito la propria storia e la propria identità intorno al vino con la valenza ambientale e paesaggistica ad essa strettamente collegata
• Disciplinare: DOC dal 1996
• Base ampelografica:
“Coste della Sesia” rosso e “Coste della Sesia” rosato: Nebbiolo (Spanna) minimo 50%; possono concorrere alla produzione di detti vini fino a un massimo del 50%, altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte ed iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino; “Coste della Sesia” Nebbiolo o Spanna: Nebbiolo (Spanna) minimo 85%; possono concorrere, fino a un massimo del 15%, altri vitigni non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte;
“Coste della Sesia” Vespolina: Vespolina minimo 85%; possono concorrere, fino a un massimo del 15%, altri vitigni non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte;
“Coste della Sesia” Croatina: Croatina minimo 85%; possono concorrere, fino a un massimo del 15%, altri vitigni non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte;
“Coste della Sesia” bianco: Erbaluce 100%.
• Zona di produzione: la zona di produzione delle uve per l'ottenimento dei vini DOC “Coste della Sesia” comprende l'intero territorio dei seguenti comuni: Gattinara, Roasio, Lozzolo, Serravalle Sesia tutti in provincia di Vercelli; Lessona, Masserano, Brusnengo, Curino, Villa del Bosco, Sostegno, Cossato, Mottalciata, Candelo, Quaregna, Cerreto Castello, Valdengo e Vigliano Biellese tutti in provincia di Biella.
• Norme per la viticoltura:
- Terreni: argillosi, sabbiosi e loro eventuali combinazioni;
- Giacitura: esclusivamente collinare (sono da escludere i terreni di fondovalle, umidi, e non sufficientemente soleggiati);
- Altitudine: non inferiore a metri 200 s.l.m. e non superiore a metri 600 s.l.m.;
- Esposizione: adatta ad assicurare un'idonea maturazione delle uve;
- Resa massima di uva per ettaro: 10 t/ha ad eccezione di 9,0 t/ha per il Nebbiolo;
- Titoli alcolometrici vol min naturali: 11,0% vol eccetto 11,5% vol per il Nebbiolo.
• Norme per la vinificazione: Resa massima dell’uva in vino finito: 70%, pari a 7000 l/ha ad eccezione di 6300 l/ha per il Nebbiolo.
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La composizione, in certi casi con caratteristiche molto disomogenee, dei terreni coltivati a vite nelle Valli Ossolane, e l’esposizione degli stessi nonché il clima molto variabile nel corso delle varie annate, le escursioni termiche, le particolari forme di allevamento a pergola (topie) che garantiscono luce ed aerazione all’uva, le varietà di vitigno selezionate nel tempo dall’uomo e dalla natura quali i cloni di Nebbiolo (Prunent), esprimono in questo territorio una produzione unica ed irripetibile tipica dei vini delle Valli Ossolane.
La forma di allevamento a pergola, chiamata “Topia”, con pali di sostegno costituiti dalla pietra ollare, pietra che viene estratta e lavorata dalle montagne ossolane, è parte integrante e caratterizzante del panorama di questo territorio. Proprio questo territorio, con la sua biodiversità, le sue tradizioni, i suoi frutti e i suoi metodi, talvolta dimenticati, di una viticoltura di montagna, insieme alla passione dei produttori ha fatto sì che la tipicità dei vini a DOP Valli Ossolane venga apprezzata dal mercato.
• Informazioni sul contesto geografico: la Denominazione d'Origine Controllata "Valli Ossolane" nasce con lo scopo di caratterizzare un'area viticola particolare nel territorio dell'Ossola. Il territorio di produzione è compreso. in queste valli, con terreni distribuiti geograficamente nella parte più a nord del Piemonte nelle zone dell’Alto Vercellese e dell’Alto Novarese. Geomorfologicamente sono terreni generati da antichi depositi fluviali terrazzati ed ondulati, ed in taluni casi piuttosto declivi. Nell’area geografica interessata vi è una sensibile variabilità delle caratteristiche dei terreni in base alla loro localizzazione e alla morfologia del territorio stesso. Si tratta di suoli con alcune limitazioni per scarsa profondità dello strato attivo e recanti talvolta un sottosuolo roccioso. Nelle zone di bassa collina ovvero nella parte terminale delle vallate sono caratteristici i terreni limosi che sovrastano orizzonti argillosi con limiti dovuti talvolta ad un più lento drenaggio interno e sgrondo delle acque meteoriche che possono determinare più vigoria nelle viti ma anche maggiore produzione. Nelle zone invece di più alta valle abbiamo terreni formati anche da trasporti di materiali dovuti alle profonde variazioni climatiche sopravvenute a più riprese durante il quaternario. Le precipitazioni più elevate hanno infatti provocato un’erosione accelerata dei rilievi e la demolizione torrentizia degli imponenti ammassi morenici abbandonati dai ghiacciai agli sbocchi vallivi. I terreni risultano quindi più ricchi in scheletro, sabbie e limo. Sono terreni tendenzialmente più poveri di quelli precedentemente citati ma adatti alla viticoltura in quanto ben drenati e senza ristagni idrici, normalmente posti su declivi ben esposti e quindi adatti ad una viticoltura di qualità e basse produzioni, dettate anche da potature corte al fine di sfruttare al meglio il connubio del tipo di terreno e dell’andamento climatico medio della zona geografica oggetto di questa denominazione di origine, caratterizzata in base alla
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sua morfologia da escursioni termiche elevate, temperature massime ed irraggiamento solari riconducibili ad un clima di montagna.
• Storia: secondo lo Statuto di Villadossola del 1345 la vendemmia poteva iniziare solo a s. Michele, il 29 settembre. Questo perché la morfologia del territorio poteva e può garantire una giusta maturazione delle uve solo alla fine di settembre. In seguito ad un periodo di netto miglioramento del clima verificatosi a partire dal I millennio a. C. e che raggiunse l’optimum verso il 300 circa a.C., si presentarono le condizioni ideali perché alcuni vitigni, già acclimatati sulle rive del lago Maggiore, cominciassero ad essere piantati anche nelle valli più a Nord grazie alle vie d’acqua rappresentate dai fiumi Ticino e Toce. Una importante testimonianza della antica coltivazione della vite in Ossola si trova nell’area megalitica di Varchignol all’imboccatura della Valle Antrona nel comune di Montescheno, nella quale un ripido pendio esposto a mezzogiorno è stato trasformato in una serie di gradonature terrazzate. Le terrazze sono sostenute da alti muri di pietra a secco e sono corredate da serie di scale sempre in pietra e da un sistema di drenaggio molto efficiente a cui si aggiunge un sistema superficiale di irrigazione necessario solo in periodi di eventuale siccità. Nel XIV sec. viene menzionato per la prima volta il nome Prunent, il vitigno autoctono ossolano per eccellenza; in un testamento datato 18 Maggio 1309 è registrato il generoso lascito annuale perpetuo in suffragio della propria anima da parte di Dumino di Pello (Trontano) al Convento dei frati minori di Domodossola di nove staia di vino; questo vino doveva essere tutto Prunent della sua vigna e doveva servire solo per la celebrazione della Santa Messa. L’importanza della produzione vitivinicola in Ossola è dimostrata dalla protezione accordata ai vigneti da tutti gli statuti comunali; per esempio, il tempo della vendemmia era tassativamente stabilito dai consoli delle comunità; secondo gli Statuti di Villadossola del 1345 la vendemmia poteva iniziare solo a S. Michele. Il vitigno autoctono è un ecotipo di Nebbiolo, detto localmente "Prunent".
• Disciplinare: DOC dal 2009
• Base ampelografica:
“Valli Ossolane” bianco: Chardonnay per almeno il 60 %; altri vitigni a bacca bianca non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte per un massimo del 40% ed iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, riportati nel disciplinare.
“Valli Ossolane” rosso: Nebbiolo, Croatina, Merlot per almeno il 60% da soli o congiuntamente; altri vitigni a bacca rossa, non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte, per un massimo del 40% ed iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino riportati nel disciplinare.
“Valli Ossolane” Nebbiolo e Nebbiolo Superiore: Nebbiolo 85%; possono concorrere altri vitigni a bacca nera, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte, fino ad un massimo del 15%.
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• Zona di produzione: La zona di produzione dei vini a denominazione di origine controllata “Valli Ossolane” comprende l’intero territorio amministrativo dei seguenti comuni della provincia del Verbano-Cusio–Ossola: Beura Cardezza, Bognanco, Crevoladossola, Crodo, Domodossola, Masera, Montecrestese, Montescheno, Pallanzeno, Piedimulera, Pieve Vergonte, Premosello, Ornavasso, Trontano, Viganella, Villadossola, Vogogna
• Norme per la viticoltura:
- Giacitura: esclusivamente collinare e montana con quota altimetrica compresa tra i 160 ed i 1000 metri s.l.m. Sono da escludere i terreni di fondovalle, umidi e non sufficientemente soleggiati;
- Esposizione: versanti collinari e montani adatti ad assicurare una idonea maturazione delle uve;
- Resa massima di uva per ettaro: 8 t/ha ad eccezione di 7 t/ha per il Nebbiolo Superiore;
- Titoli alcolometrici vol min naturali: 10,5% vol eccetto 11,0% vol per il Nebbiolo e 10,0% vol per il Bianco.
• Norme per la vinificazione:
Resa massima dell’uva in vino finito: 70%, pari a 5600 l/ha ad eccezione di 4900 l/ha per il Nebbiolo Superiore.
• Qualità organolettiche:
La DOC Valli Ossolane è riferita alle tre tipologie Bianco, Rosso, Nebbiolo (con indicazione consentita Prunent). Tutti i vini dal punto di vista analitico ed organolettico presentano caratteristiche molto evidenti e peculiari che ne permettono una chiara e specifica individuazione che deriva dalla composizione ed esposizione dei terreni.
Valli Ossolane Nebbiolo - L’utilizzo di cloni di Nebbiolo come base ampelografia per questa tipologia fa sì che i vini siano ricchi di tannini e che presentino caratteristiche di longevità apprezzate sin dai tempi antichi. Si presenta di colore rosso rubino con riflessi granata. Profumo complesso con note di vaniglia e floreali. In bocca asciutto, sapido, buona struttura e persistenza con tannini leggermente marcati.
Valli Ossolane Bianco – costituito da minimo 60% di Chardonnay - vino ottenuto con fermentazione in piccole botti di rovere. Il vino si presenta di colore giallo più o meno intenso, con carica aromatica di vaniglia, mandorle e frutti esotici. Pieno e pulito nel sapore, equilibrato nell’acidità, di buona persistenza.
Valli Ossolane Rosso- costituito da un uvaggio di Nebbiolo, Croatina e Merlot per un minimo del 60%, Il colore è rosso rubino più o meno intenso. Profumo fruttato, frutta a bacca rossa. In bocca asciutto, sapido, pieno, caldo e strutturato con leggeri tannini.
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Il Consorzio di Tutela
Il Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte tutela, valorizza e promuove, dal 1999, l'immagine dei vini delle province di Biella, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola; ne diffonde la conoscenza e promuove iniziative atte a valorizzare le storiche Denominazioni di Origine: due Docg (Gattinara e Ghemme) e otto Doc (Boca, Bramaterra, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Fara, Lessona, Sizzano e Valli Ossolane). Attualmente le aziende che aderiscono al Consorzio rappresentano la quasi totalità della produzione; sono presenti marchi di antichissima tradizione locale e altri di nascita recente, aziende di dimensioni importanti e aziende con produzioni limitatissime. Dall'incontro tra questo diverso panorama di realtà produttive continuano a scaturire quegli eccellenti risultati che hanno portato molti vini dell'Alto Piemonte a riscuotere importanti consensi e a raggiungere una accreditata posizione sia nel panorama nazionale sia internazionale.
www.consnebbiolialtop.it
Ringraziamenti
Il presente opuscolo è stato sviluppato con la collaborazione del Consorzio di Tutela dei Nebbioli dell’Alto Piemonte ed in particolare con l’aiuto di Lorella Zoppis Antoniolo e Francesca Castaldi. Si ringraziano le aziende del Consorzio per la disponibilità e la documentazione fornita. Si ringraziano inoltre le Atl di Novara, Biella e Vercelli, il Dott. Fanzaga del Museo Storico Etnografico della Bassa Valsesia Onlus e Massimo Baglione, Presidente dell’Enoteca Regionale di Gattinara. Si ringrazia infine Luciano Fochi di Viroproject per le bellissime fotografie.
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Bibliografia
Atlante dei vini del Piemonte – Flavio Accornero – Gribaudo
Atlante del vino italiano – Manganelli, Avataneo – Libreria Geografica
Atlante geologico dei vini d’Italia – Attilio Scienza et al. – Giunti
Il Mondo del Sommelier, La degustazione, Il vino in Italia, Il cibo e il vino – AIS
Il Piacere del Vino – Slow Food Editore
Il Vino – Puckette e Hammack – Vallardi
Italia. Terre da vino – Andrea Zanfi e Attilio Scienza – S&B Editori Manuale dell’Assaggiatore – Onav – L’artistica editrice
Nelle Terre del Boca Doc – Alberto Pattono – Tipolitografia Botalla Sua eccellenza il Gattinara. Da una nobile terra il nebbiolo più aristocratico – Alberto Pattono – Tipolitografia Botalla
Vino al Vino – Mario Soldati – Mondadori
Vino. Manuale per aspiranti intenditori – Ophelie Neiman – Giunti
Vinology – Alessandro Torcoli – BUR Rizzoli
Vitigni del mondo – Cernilli, Cappelloni – La Conchiglia
Sitografia
100castellinovara.it altropiemonte.it areeprotettevallesesia.it assovini.it atl.biella.it atlvalsesiavercelli.it bocaitaly.blogspot.it cittadelvino.it comune.boca.no.it comune.briona.no.it comune.brusnengo.bi.it comune.candelo.bi.it comune.cavallirio.novara.it comune.curino.bi.it comune.faranovarese.no.it comune.gattinara.vc.it comune.ghemme.novara.it comune.grignasco.no.it comune.lozzolo.vc.it comune.maggiora.no.it comune.masserano.bi.it comune.prato.it
comune.prato-sesia.no.it comune.roasio.vc.it comune.romagnano-sesia.no.it comune.sizzano.no.it comune.sostegno.bi.it comune.villadelbosco.bi.it comunelessona.it consnebbiolialtop.it enotecaregionaledigattinara.it museostoricoromagnano.it politicheagricole.it provincia.biella.it provincia.novara.it provincia.vercelli.it quattrocalici.it riservepedemontaneterredacqua.it sesiavalgrandegeopark.it slowfood.it supervulcano.it turismonovara.it uciimtorino.it/cantina.htm viniveri.net
Opuscolo realizzato da: Gabriele Confortola gabriele.confortola@gmail.com 340/3733686
info@discoveryvalsesia.com www.discoveryvalsesia.com www.winehiking.it
Fotografie a cura di Luciano Fochi – Viroproject
Diritti di copyright
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