Soul Running #4 - Dicembre 2012

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Soul

RUNNING

The Soul Experience: Elba Deep Blue Trail Marco Gazzola Giovanni Storti Nico Valsesia Luca Vismara Dino Bonelli Elena Gatto Tite Togni Francesca Canepa Krissy Moehl Jerome Bernard




VIENI A PROVARLA Edizione limitata con cerchi in lega da 17”, griglia anteriore sistema di integrale Command-Trac ® e clima automatico. Jeep® è un brand Chrysler Group LLC. Gamma Wrangler: consumi ciclo combinato da 7,1 a 11,7 l/100 km. Emissioni CO2: da 187 a 273 g/km.

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SOMMARIO

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18 20 22 98

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RUBRICHE Run for Free - Andrea Pizzi Soul Book - Marta Villa La zanzara - Luca Revelli Testati per voi

OUR FRIENDS Gazzola, Storti, Valsesia, Vismara - I Gran Visir del Salar Elena Gatto, Dino Bonelli - La cinquantesima stella Francesca Canepa - Francesca Tite Togni - Tite a nudo

SOUL EXPERIENCES 24 Elba Deep Blue Trail 78 La Strada della luce 94 Libertè, agilitè, sûretè. L’esperienza Raidlight

EXTRA

74 Jerome Bernard ITW 89 La ricetta di Krissy 92 Soul Rewoolution 100 Alpe di Siusi Running Shoe Experience 101 Campagna abbonamenti di Soul Running


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ELBA DEEP BLUE TRAIL

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100 KM DA CORRERE. SASSI, TERRA, SABBIA, ROCCIA, ERBA. AMICI. OSPITALITÀ INNATA. CUORE. UN SOLO LUOGO: ISOLA D’ELBA

Di Davide Orlandi. Foto Andrea Valsecchi

Tendine caviglia destra rotto. Operiamo, non operiamo, operiamo, non operiamo....NON operiamo. E così per l’ennesima volta nella mia vita decido per il medico fai da te. Devo anche dire che le opinioni in merito

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erano più che discordanti e mi è piaciuto seguire il consiglio della mia amica Tite che via TW mi ha detto: “non operare! cerca spazio là dentro!”. Se sapete chi è Tite saprete leggere in modo corretto il consiglio. Dopo 60 giorni di riposo assoluto mi ritrovo con poco più di un mese per allenarmi per la Soul Experience programmata per ottobre all’Isola d’Elba con Max Russo, Deus Ex Machina dell’Elba Trail: è poco ma ce la

Qui ho iniziato a correre davvero, al sesto chilometro del primo stage.

voglio fare. Ma non avevo fatto i conti con l’inserimento all’asilo di mio

Ho incominciato a ripetermi, e l’ho fatto per tutto il tempo, che era il

figlio Giacomo che ha convogliato un flusso di batteri/virus verso la mia

miglior modo per ritornare in forma in fretta, diciamo un metodo “da 0

abitazione. Io non ne ho evitato uno! E così alla partenza per l’Elba Deep

a 100”.....chilometri in 4 giorni. Non pensare al dolore! Cavigliera e via.

Blu Trail mi ritrovo reduce da antibiotico, ancora tossicchiante e con

Ho così iniziato a fare il mio dovere/piacere di runner giornalista, pur

nelle gambe sei allenamenti alla montagnetta di San Siro in settembre

sapendo che l’unica cosa difficile da governare sarebbe stata la testa.

e qualche uscita in bici ad agosto. Perfetto direi!

PRIMO STAGE Umidità. Ci inoltriamo nelle nuvole basse. Saliamo subito per percorrere

Per fortuna ho una certezza che mi continuo a ripetere come un mantra:

una lunga cresta che offre panorami a 360° su tutto lo sviluppo

tanto c’è il Pizzi. Lui è in forma. Io inizio, dove arrivo, arrivo... mal che

dell’isola. Sembra piccola, ma mi renderò conto dopo che non possiede

vada faccio da driver/base vita con Marta. Il mio mantra si sgretola al

trenta metri dritti e in piano! Beh in fondo è quello che cercavo.

sesto chilometro quanto un urlo echeggia sulla cresta tra Cavo e Porto

L’ambiente si fa esaltante, il vento è forte e fresco, due strappi su terra

azzurro, è Andrea. Caviglia destra. Il mio mantra cambia di colpo e

e sassi mobili si fanno ricordare, e poi appaiono le sinuosità dell’isola

diventa: adesso ce la devi fare!!

che emergono dal blu, tutte le sue curve sensuali, tornite. mi sento



I Gran Visir del Salar Marco, Nico, Giovanni, Luca... quattro amici, quattro visioni diverse dello stesso obiettivo e la poesia degli scatti di Morgan

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TESTO E FOTO DI ELENA GATTO E DINO BONELLI

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Francesca

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DI FRANCESCA CANEPA - FOTO LUCA BENEDET, LORENZO BELFROND

La mia casa è piena di girasoli. Finti naturalmente, non potrei mai strappare un fiore dal suo prato per portarmelo a casa. C’è molto da imparare dai girasoli, mi piace la loro attitudine a seguire sempre il sole, orientandosi verso la luce. Ho riempito la casa di questi fiori affinché mi ricordino con la loro presenza di concentrarmi sul lato luminoso delle cose. Mi piacciono parecchio anche alcuni indiani d’America: in breve, questi al mattino si alzano e vanno fuori a correre. Ci vanno tutti, bambini compresi, senza scuse tipo fa brutto o sono stanco, poi iniziano la loro giornata, sempre in sintonia con la natura. Questi indiani mi ispirano moltissimo. I miei colori preferiti sono il verde, diciamo più verde militare che verde acqua, e il marrone in tutte le sue sfumature: i colori della natura. 67

La corsa è entrata nella mia vita nel 2010, ma forse più che entrarci è semplicemente venuta allo scoperto, probabilmente da qualche parte è sempre stata annidata dentro di me, nascosta ad aspettare il momento buono. C’è un tempo per ogni cosa.

Il motivo per cui trovo ispirazione negli indiani d’America è che la loro essenza consiste nel vivere in accordo con la natura e con se stessi.

Ho scritto e detto molte volte che sono un’atleta da sempre,

Questo è un concetto che ha sempre guidato ogni mio passo fin da

l’ho avvertito fin da subito perché a me piace esprimermi

quando ero piccola: ho sempre incontrato una certa difficoltà a fare

attraverso il corpo, ma quando ho incontrato la corsa ho

qualcosa che non mi stia bene, che non sento. Il corpo mi ha sempre

capito una cosa in più, una cosa che fino a quel momento

suggerito benissimo ciò che è giusto per me e ciò che non lo è, tanto

mi era sempre sfuggita lasciandomi un senso d’incompiuto.

per fare un esempio ho sempre odiato la carne fin da piccola per poi

Sono salita su innumerevoli podi insieme alla mia tavola, e

scoprire, pochi anni fa, che la gente con il gruppo sanguigno A non

pennellando un muro ghiacciato riuscivo perfettamente a

digerisce la carne. Io sono del gruppo A.

esprimere il mio corpo. Avvertivo però che c’era sempre qualcosa che mancava. Non riuscivo a esprimere la mia

E poi c’è la lezione che ho imparato dall’acqua: faccio dighe da quando

anima, ecco l’anello mancante, il tassello senza il quale

avevo 5 anni, ho allagato campeggi e affinato la velocità di corsa per

potevo continuare a vincere senza tuttavia scrollarmi mai

scappare dai campeggiatori inferociti. Ora faccio di nuovo dighe con i

di dosso una specie di ombra. La corsa mi permette di

miei bambini e il più piccolo, Tobia, dorme con un castoro.

esprimere il corpo ma ha lasciato uscire anche la mia anima,

Tutti e tre abbiamo imparato che puoi bloccare il corso di un ruscello,

finalmente ho capito. Anzi, più che lasciarla uscire direi che

ma l’acqua trova sempre un altro modo per passare, si scava un’altra

l’ha letteralmente tirata fuori, quasi con la forza.

via. Il suo potere è assoluto.


VIBRAM

Intervista a Jerome Bernard Foto di Luca Benedet e Cyril Crespeau E’ un dato di fatto: il trailrunning coinvolge un numero sempre maggiore di praticanti, in tutto il mondo, grazie anche ad aziende leader nell’outdoor e a manager molto attenti all’evoluzione dei mercati dello sport. Bernard Jerome, Vibram, è uno di questi e cerca di far convivere lavoro, tempo libero e sport. Pratica freeclimbing, mountain bike, trailrunning, scialpinismo, trekking, torrentismo. Per lui non cambia salire la Cassin al Pizzo Badile o attraversare le highlands scozzesi con zaino e tenda, gli basta essere in simbiosi con la natura.

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Quando gli chiedi se si sente più manager dello sport Età, intanto.

o sportivo che fa il manager hai una risposta semplice:

42 e qualche mese.

“I confini sono molto sottili, todo depende. Credo d’aver

Tu sei francese, ma vivi in Italia

portato la cultura dell’outdoor in azienda e di essere

Del tutto vero. Sono nato in Francia, studi in MBA Management International

uomo di sport, ma quando mi alleno o mi diverto con

e primi lavoretti come insegnante di freeclimbing: è il mio hobby da quanto

addosso la divisa del Team Vibram la mia anima sportiva

avevo 12 anni, ma ora l’ho un po’ tradito per il trailrunning.

è completamente quella del manager”.

E il lavoro, come mai in Italia? Sono Marketing e communication director di Vibram, ad Albizzate, e in giro per il mondo, per il Trailrunning Team Vibram, per esempio. “Il team”, ecco, come ti è venuta l’idea? Un paio d’anni fa, alla partenza dell’UTMB. Mi sembrava il momento di entrare in gioco sul serio, non semplicemente sponsorizzando la gara: da pubblico in protagonisti, et voilà! Quanto marketing e quanto passione in questa scelta? Certo il marketing c’entra: del resto la suola Vibram è quanto di più vicino ci sia fra uomo e strada, qualunque sia il tipo di strada. Un’appendice dell’uomo, direi. Ma l’intervento, la scelta, la filosofia sono stati un percorso


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La Strada della Luce

135 km di viaggio a ritroso nello spazio e nel tempo. Partners Raidlight & rh+ Activewear bike DI DAVIDE ORLANDI - FOTO SOUL TEAM


PREQUEL Sono tre settimane che mi sono messo in testa di fare un pezzo “multi-

violenza e classe, stile ed arroganza, cultura e ignoranza, miseria ed

sport” dedicato ad un percorso storico sulle Apuane (non dico quale

inestimabili ricchezze che ancora oggi resistono inalterate. Mi lascio

perché prima o poi...) e sono tre settimane che il meteo mi rema contro,

conquistare dalla cultura celtica di cui profuma tutta la storia di Milano

ha pure nevicato!

e nei giorni seguenti mi ritrovo ad allenarmi con dei casuali “Urban Trail”

Complice il maltempo e svariati bacilli mi trovo alla Feltrinelli di C.so

che mi portano inevitabilmente sotto il simbolo della mia odiata e amata

Vercelli, che tra l’altro odio, mi sembra il bon marchè del libro, Io ho

Milano: il Duomo, il Medhelan, l’inizio. Lo guardo con un occhio diverso.

bisogno di consigli, di confronto col libraio, di silenzio e non di Tiziano

Il libro si fa leggere velocemente e le Apuane sono momentaneamente

Ferro alla radio; insomma giornata uggiosa per dirla alla Lucio. Riflet-

appartate. Il percorso ora mi è chiaro, non ho dubbi. Sarà una corsa a

tendoci sto proprio invecchiando male, ora sono anche snob....

ritroso verso le origini di Milano per come la conosciamo ora.

Giro, pigro e sbadigliante, tra pile di novità e best seller che urlano un

Voglio riscoprire il luogo dove vivo, lavoro, amo, soffro, corro tutti i giorni

venduto di milioni di copie a settimana sulla fascetta (sarà vero?) e nulla

ed ho un obiettivo chiaro e forte nella testa: voglio far conoscere ai run-

catalizza il mio interesse. Passeggio tra i romanzi storici che ho sempre

ners/bikers che orbitano su Milano, e non sono pochi, il luogo

evitato come la peste da quando il prof Pogliani, storia e filosofia, mi

dove mettono i piedi e le ruote tutti i giorni, dove le mettono i loro figli.

rifilò come dono natalizio “La Società Feudale”, 551 pagine ricche di

Sono convinto che si sia perso tanto in termini di educazione, senso

empatia... Inaspettatamente, invece, mi attrae una copertina che ritrae

civico, rispetto per il luogo in cui viviamo e sono sempre più persuaso

il Duomo di Milano e mi ritrovo a camminare verso casa con il sacchet-

che si tratti principalmente di una perdita d’amore.

tino rosso pieno di scetticismo e del “Tempio della Luce” di Daniela

Se ami una cosa non puoi trattarla male (dementi a parte, ma quelli...).

Piazza. Mi inoltro così nella cultura della mia città da fine 1300 a fine

Non puoi amare qualcosa o qualcuno se non lo conosci a fondo, se non

1400 circa e mille volte, leggendolo, mi sono chiesto perché a scuola

lo apprezzi, lo stimi. Oggi vorrei creare uno spunto, un primo spunto

mai nessuno ci ha portato davanti alla targa di una via per presentarci

non solo di riflessione. Voglio pensare e percorrere tragitti, vie, collega-

un nostro concittadino, per poi vedere cosa aveva fatto per la nostra

menti. Voglio che attraverso lo sport, mezzo di comunicazione di massa,

città, che so, uno a caso....Giovanni Solari?

si possa amare di nuovo ciò che abbiamo: il nostro territorio, le nostre

Mi appassiono al valzer delle parentele della nobiltà, ai contrasti tra

città, la nostra esaltante cultura.

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TITE A NUDO! Quanto tempo ci vuole per elaborare un episodio intenso della nostra vita? Non esiste una regola. Dopo tre anni Tite si confronta con sè stessa così a fondo da regalarci una lucida analisi della sua esperienza. Da leggere con l’evidenziatore e il post-it in mano!

Di Tite Togni - Foto di Augusto Mia Battaglia

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SPLASH! Lasciarsi cadere nell’acqua gelida di un ruscello a 2700 mt e sentirla accogliente come quella di una fumante vasca da bagno. Non è il potere dello yoga ma lo svuotamento delle forze da parte dell’ipotermia al suo ultimo atto, quello del “fumbles”, del barcollare. “Il classico metodo per identificare l’ipotermia è quello di avvertire gli “umbles”. Questo è un termine della medicina specializzata e si riferisce ai cambiamenti che avvengono nei livelli di coscienza e di coordinazione. In breve: incespicare, borbottare, barcollare e annaspare (“stumble, mumble, bumble and fumble”) sono sintomi di ipotermia. Tuttavia, a ben vedere, qualche segnale di “umble” era già visibile La Tete aux Vents, ore 4:00 am circa, 30 agosto 2010. Piove da più di

a metà percorso, ma soprattutto la stanchezza e il sottile logorìo

16 ore, in questa mia seconda CCC, ancora una volta in team con Aug

conducono ad una catena di errori accumulati già al ristoro di

(Augusto, ndr), ma assai differente per il resto, a partire dal meteo,

metà percorso, a Champex: declino l’offerta del mio team (la

che in montagna è il padrone indiscusso. “Si tenga presente che nella

banda dei miei figli) di cambiarmi con indumenti asciutti, mangio

maggioranza dei casi l’ipotermia colpisce anche a + 5°C e non solo

poco, bevo poco e, via, si riparte. Tre errori in uno. Ci aspettano

in pieno inverno...ed è il killer numero uno nelle attività all’aperto”.

la notte e le due salite più tecniche e non smette di piovere.

Fino a Trient, il 70° km, stavamo procedendo bene, con 3 ore di

Nell’uscire dal ristoro iniziano i tremori (“umbles”!) ma chi corre gli

anticipo rispetto all’anno precedente, nonostante il tempo inclemente:

ultra in montagna sa che succede sempre quando si riparte dai ristori

soste più brevi e passo più deciso sia in salita, sulla Tete de la

dopo una pausa per quanto breve. La differenza è che, mentre l’anno

Tronche, che al Grand Col Ferret, ma anche e soprattutto in discesa.

prima, sotto un cielo stellato, nell’attaccare la salita mi sono sentita


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LA RICETTA DI KRISSY Gli spazi aperti sono fonte di ispirazione, l’avventura e la scoperta domano i pensieri di tutti i giorni e regalano sensazioni di libertà e pace.

Words Krissy Moehl Photo by Patagonia


SOUL REWOOLUTION Di > Andrea Pizzi Foto di > Angela Trawoeger, Giovanni Marchesi e Andrea Pizzi

Trail running, mountainbike, kayak. Cosa hanno in comune queste discipline? Semplice, sono outdoor e quindi fanno parte del nostro mondo. Anche se non le pratichiamo con costanza, o non le abbiamo mai praticate, sono in qualche modo presenti nel nostro Dna e se si viene invitati a un raid multidisciplinare non ci si può tirare indietro. La seconda tappa dei Rewoolution Raid svoltasi a Torbole, sul lago di Garda, a fine settembre è 92

stata l’occasione per un’esperienza nuova e diversa dal solito, sopratutto perché abbiamo costituito per la prima volta un Soul Running Team. Come runner siamo soliti correre per lo più da soli, a volte in compagnia, a volte in gara ma mai in team, è una cosa diversa. Non si tratta solamente di rimanere insieme, aspettarsi l’un l’altro, darsi forza, è qualcosa di più: ci si trova a condividere esperienze, fatiche, sensazioni, positive e negative, come difficilmente succede nel trail, disciplina sicuramente più individuale. Insomma un’esperienza diversa ma divertente, aggregante, impegnativa, oltremodo tecnica...davvero SOUL. La prima giornata ci ha visti impegnati in un tratto iniziale di quasi sei chilometri di corsa, percorso veloce


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Liberté, agilité, sureté L’esperienza Raidlight

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Temperatura mite, colori accesi, tante foglie per terra e le giornate che diventano via via più corte. Questo è quanto offrono le nostre Prealpi e metà novembre, quando l’inverno ha provato a dire la sua ma c’è ancora tempo per qualche scampolo di caldo e sole. La salita al monte Faiè ci ha messo voglia di tornare su quelle foglie e correre con quei colori, di correre ma anche di divertirci per una volta, senza un vero percorso da seguire. Ci siamo detti: “scattiamo qualche foto, per fare archivio, proviamo qualcosa magari di diverso, qualche salto...”. Salto? Si è mai visto un trail runner saltare? E perché no! Ci siamo spostati allora di qualche chilometro in linea d’aria e siamo saliti verso il Mottarone, cima che domina da un parte sul Lago Maggiore e dall’altra sul Lago d’Orta, con lo sguardo che prosegue fino al Monte Rosa e le cime della Corona Imperiale. Vestiti i panni dei runner seri abbiamo incominciato invece a fare i ragazzini inventandoci salti, discese su morbidissimi tappeti di foglie...per una serie di scatti

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2012 – edizione 0 Uno degli altopiani più belli del mondo, fortunatamente nelle mani di gente, i locali, che sanno cosa farne ed il team di Soul Running, noi, che puntiamo d’azzardo e ancora in fasce ci inventiamo un vero gioco da adulti nel mondo della comunicazione e del trade. Si perchè, un anno dopo il battesimo in edicola del Magazine, ci siamo letteralmente inventati di fare incontrare negozianti e produttori per “testare” fisicamente gli articoli che saranno sui loro banchi di vendita la prossima stagione. Cose che solitamente le grandi aziende organizzano con meeting dedicati e le piccole non hanno il tempo di fare. In pochi mesi Davide Orlandi, editore ed ideatore di Soul Running, è riuscito, non senza difficoltà a mettere d’accordo la fondamentale e lungimirante APT di Seiser Alm e numerosi tra i più grandi brand di scarpe e abbigliamento da Trail Running, portando in questo luogo incantato una cinquantina di dealers specializzati del settore outdoor e running che hanno, in un momento focale della stagione, potuto apprezzare l’idea e lo spirito con cui l’intera manifestazione si è svolta nei tre giorni del week end dal 20 al 23 luglio 2012. 100

Alcuni inconvenienti dovuti alla “gioventù” dell’evento, che stiamo risolvendo, un po’ il tempo che non ci ha premiati soprattutto il sabato, poi tutto si è svolto a meraviglia in uno spirito costruttivo/goliardico in cui amateurs, testers, inviati e proprietari di negozi, hanno trovato la massima disponibilità degli operatori commerciali di marchi quali The North Face, Scott, Brooks, Garmin, Hoka, La Sportiva, Alpina, Dynafit, Falke, Mammut, Treksta e Vivobarefoot a fare indossare scarpe da trail o indumenti di nuova concezione per una corsa di un ora o più, sui meravigliosi sentieri dell’Alpe di Siusi. Per noi che la abbiamo organizzata, vissuta e sofferta, questa tre giorni è stata ricca di soddisfazioni, moltissimi i volti sorridenti tra i negozianti che hanno accettato l’invito, distributori e agenti commerciali che hanno incontrato i clienti al di fuori dell’ambito impettito degli usuali orari di lavoro, magari facendo una corsa proprio al loro fianco, e poi la sera tutti a cena insieme e la domenica dopo la gara di 12 km. “Alpe di Siusi Running” tutti sotto il tendone per premiazione e rinfresco. Atleti, appassionati e semplici escursionisti che non hanno disdegnato di curiosare tra i gazebo allestiti e magari provare anche loro un paio di scarpe. Ci siamo posti l’ obiettivo di rendere un servizio alle aziende e ai dealers che spesso per questioni pratiche e di tempo vedono e toccano il prodotto solo quando lo hanno già acquistato. Permettere loro di scambiare opinioni e valutazioni in modo anche informale, in questo modo aumenta sia la conoscenza degli articoli che la specializzazione e competenza del punto vendita, sempre più richiesto dal consumatore finale e dai marchi stessi. L’ evento Alpe di Siusi Running Shoe Experience è nato da questi stimoli, spinto da passione e dall’amore per la corsa in generale e il Trail in particolare. Lavorare divertendosi e godendo della natura è il modo giusto per dare un contributo all’affermarsi di questo piccolo angolo di universo. Keep on running & see you soon..... a luglio 2013, ovviamente all’Alpe di Siusi ! Andrea Valsecchi


CAMPAGNA ABBONAMENTI SOUL RUNNING 2013 I lettori chiamano e Soul Running risponde! Prima di tutto grazie. Grazie per tutte le volte che ci avete scritto sulla nostra pagina Facebook per comunicarci che nella vostra edicola il magazine non era ancora arrivato, oppure era esaurito. Questo ci ha permesso di migliorare la distribuzione che dal prossimo anno sarà potenziata tramite la presenza del magazine in una selezione di negozi running e outdoor. Soprattutto grazie per averci anche chiesto in tanti la possibilità di poter sottoscrivere un abbonamento, significa che non volete perdere nemmeno una delle nostre fatiche editoriali. Eccoci allora a introdurvi la campagna abbonamenti con la quale sarà possibile avere la certezza di ricevere a casa i 4 numeri di Soul Running targati 2013, comprendenti la Guida all’Acquisto di inizio stagione ed in più la prima guida del Trail targata Soul Running del territorio Valdostano!! E non è tutto! Infatti, come si usava fare qualche anno fa, insieme al magazine si potrà scegliere un regalo, non un semplice gadget, ma molto di più, un imperdibile e soprattutto utile accessorio da trail running, qualcosa che vi accompagnerà durante ogni allenamento o gara. Un oggetto ovviamente griffato Soul Running ma anche tecnico, di qualità e che contraddistinguerà i nostri lettori. Partner di eccellenza in questa operazione sono Buff e Raidlight!

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Sarà possibile aderire alla campagna direttamente dalla nostra pagina Facebook e dal sito www.distanceplus.com a partire dal 20 dicembre 2012, scegliendo tra differenti opzioni per quanto riguarda la durata dell’abbonamento, le modalità di consegna (tradizionale o garantita) e il tipo di regalo. Soul Running cresce grazie ai propri lettori. Follow us! Come sempre! RUNNING

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