Centro aiuto per la vita giornale

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CENTRO DI AIUTO ALLA VITA o.n.l.u.s. V.le C. Battisti 8 - 22100 COMO Tel. 031/279322 - Cell. 3334911264 cavcomo@outlook.com - www.diocesidicomo.it/cavcomo Cod. Fisc. 95005100136

Oggi la gente ti giudica, per quale immagine hai. Vede soltanto le maschere, non sa nemmeno chi sei. Devi mostrarti invincibile, collezionare trofei. Ma quando piangi in silenzio, scopri davvero chi sei. Credo negli esseri umani. che hanno coraggio, coraggio di essere umani.

Con il testo di una canzone di Mengoni inizio questo nuovo giornale, riassunto della attività del CAV nel 2014: un testo “usato” anche dal Vescovo di Nola in una sua predica durante una celebrazione (quindi se la può “usare” un vescovo, posso farlo anch’io!!). Incontriamo molte donne in attesa di un bambino o nato da pochi giorni, ascoltiamo le loro storie e, spesso, siamo noi stesse sopraffatte da tanto dolore e sofferenza causati da situazioni famigliari disastrose, da episodi violenti del loro passato, dall’incapacità di gestire loro stesse e affrontare, in maniera equilibrata, quello che la vita mette lungo il loro percorso… E allora, ogni tanto, affiora il dubbio se quello che si fa serve a qualcosa, soprattutto quando una situazione comporta molta fatica, in special modo se emotiva… il testo di questa canzone può aiutarci a riflettere e a rispondere alle nostre domande: la strada è faticosa, ma crediamo negli essere umani, anche nei più deboli, perché, anche se con molta difficoltà, continuano ad essere “degli esseri umani”… “L’amore vince e vincerà”: questo siamo sicure di poterlo dare e in abbondanza e, guidate da questo grande sentimento e con molta umiltà e consapevolezza dei nostri limiti, continuiamo la via intrapresa. Quindi, a tutti gli operatori CAV: coraggio e buon lavoro!

Prendi la mano e rialzati, tu puoi fidarti di me. Io sono uno qualunque, uno dei tanti, uguale a te. Ma che splendore che sei, nella tua fragilità. E ti ricordo che non siamo soli a combattere questa realtà.

L'amore, amore, amore ha vinto, vince, vincerà. Credo negli esseri umani. Credo negli esseri umani che hanno coraggio, coraggio di essere umani. Essere umani.


ANGELO SPALLINO ARNALDO GIUDICI ATTILIO SANGIANI AURELIA CASARTELLI CARLA PEDUZZI CARLO PEDRAGLIO GIANCARLO CAPIAGHI GIUSEPPE ANZANI GIUSEPPE STABILINI LUISA STAMPA MARIA CLARA BUSTAFFA MARIA PALMA VILLA MARIANGELA ANNONI PIETRO TETTAMANTI PLINIO MONS. BOTTINELLI

SERVIZI

DA QUEL GIORNO TANTE ALTRE PERSONE DI BUONA VOLONTA’, AMORE PER LA VITA E IL PROSSIMO SI SONO SUCCEDUTE AL CENTRO, OGNUNA METTENDO A DISPOSIZIONE IL PROPRIO TEMPO, LE PROPRIE CAPACITA’ E ATTITUDINI, I PROPRI MEZZI, OGNUNO CON UN SUO RUOLO, CREANDO UNA RETE DI COLLABORAZIONE TRA LORE STESSE CHE HA PERMESSO DI AIUTARE CONCRETAMENTE TANTE DONNE. QUESTA RETE, COL TEMPO, SI E’ AMPLIATA, COINVOLGENDO ANCHE PERSONE DI ALTRE ASSOCIAZIONI, DI ENTI PUBBLICI, DI CONSULTORI PRIVATI, POTENDO COSI’ DARE ANCOR PIU’ SOSTEGNO, SOPRATTUTTO A QUELLE TANTE SITUAZIONI DI FORTE DISAGIO E PROBLEMATICITA’.

DA QUEL GIORNO MOLTE DONNE SONO VENUTE AL CAV PER ESSEREM AIUTATE E MOLTE SONO STATE AIUTATE, IN VARI MODI. MOLTI BAMBINI SONO NATI ANVCHE GRAZIE AL SOSTEGNO MORALE E MATERIALE CHE HANNO TROVATO LE LORO MAMME QUI AL CENTRO.


Quante volte il campanello della nostra porta è suonato nel corso del 2014. Quante persone si sono presentate al Centro di Aiuto alla Vita con il loro carico di fatiche, aspettative, richieste o, semplicemente, di speranza. Quella speranza che hanno riposto nel volto e negli occhi di una volontaria che ti ascolta e cerca di capire per poi con-dividere quello che, da quel momento in poi, succederà. Non sono poche le donne che quest’anno si sono rivolte a noi: 134 in totale, per l’80% donne di origine straniera, ma poco importa la nazionalità perché tutte accomunate dallo stupore per quel bimbo appena nato o che stava per nascere. Un evento non sempre accolto come qualcosa di bello e desiderato: per tante quel figlio in arrivo rappresentava la paura, il “come farò”, un elemento pronto a sconvolgere la vita portandola verso un binario che non si conosce e verso un futuro di cui non si vedono i contorni. A maggior ragione oggi, in un momento generalizzato di difficoltà economica. Basti guardare alle donne arrivate nel 2014 per rendersi conto di come quasi la metà, 68 neo mamme, si trovassero alla loro prima gravidanza: questo per indicare come le difficoltà riguardino tutte e non solo, come spesso erroneamente si pensa, le famiglie numerose. Ma, in questi anni, ci siamo rese conto di come i problemi economici siano spesso accompagnati da fragilità ben più profonde: sono aumentate le ragazze giovani, alcune persino minorenni, che si sono rivolte a noi. Donne che si trovano ad accogliere un figlio o una figlia quando a loro volta non hanno ancora compiuto quel passaggio così importante dall’essere loro stesse figlie all’essere madri. Un passaggio non certamente facile – soprattutto se manca una rete familiare di sostegno - che abbiamo scelto di accompagnare mettendo in campo il nuovo progetto “Giovani mamme”, un gruppo di mutuo-aiuto per far sì che possano prendere coscienza di quanto stanno vivendo. Altre donne hanno portato al CAV la loro sofferenza di donne vittime di violenze fisiche e psicologiche da parte dei partner. E’ difficile accettare come l’uomo che ami possa arrivare a tanto, ma quando questa violenza si manifesta alla presenza dei figli, diventa ancora più inaccettabile. Stare accanto a queste donne non richiede il semplice ascolto, ma anche la capacità di sapersi fare carico di situazioni delicate che richiedono un sostegno psicologico da persone appositamente formate e preparate! Una sfida anche per noi stesse.

Perché il lavoro delle volontarie è soprattutto questo: non dimenticarsi mai che il problema viene sempre dopo la persone che ci sta davanti. Questa consapevolezza fa sì che ogni volontaria continuamente trovi nuove motivazioni, si formi e accetti momenti di supervisione e verifica; accetti di mettersi lei stessa in discussione. Tutto questo ha portato sicuramente a frutti di qualità nella relazione d’aiuto. Come scriveva Adele Bonolis, fondatrice del COF: “Ogni incontro è sempre una gioia, ogni incontro è seme di amicizia; quando ci si incontra, ci si incontra per tutta l’eternità e di questo incontro dovremmo rendere conto a Dio, perché è un incontro d’amore”.

A tutti un grazie dal profondo del cuore!


LE COMUNITA’ DEL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA

Il Centro di Aiuto alla Vita comprende, oltre alla Sede e alla sua attività diretta, anche tre Comunità, ognuna con caratteristiche diverse, ma tutte con lo stesso obiettivo: aiutare le donne, i bambini, le famiglie ospiti a ritrovarsi, a ritrovare la loro strada, a recuperare quella parte di loro stesse e della loro vita che è stata condizionata e resa difficile dalle situazioni negative in cui si sono trovate: CASA LAVINIA, che accoglie donne in gravidanza o con il figlio piccolo, inviate dai Servizi Sociali, con un progetto di ripresa di vita che viene concordato con le educatrici presenti; la Comunità è anche inserita nel Protocollo dell’Amministrazione Provinciale di Como per il maltrattamento alle donne come prima emergenza; CASA IRENE, che accoglie donne che provengono dalle Comunità, ma “quasi pronte” a riprendersi la loro autonomia, a riprendere le redini della loro vita e di quella dei loro bambini; CORTE DELLA VITA, con mini appartamenti, per donne con bambini o piccoli nuclei famigliari, in uno “stadio” di autonomia ancora da perfezionare o da comprendere se effettivamente possibile.

Avevamo anche un Asilo Nido, ma a marzo abbiamo dovuto chiuderlo per complicazioni burocratiche (…). Nelle pagine seguenti leggerete alcuni pensieri delle nostre educatrici, le loro fatiche, il loro coinvolgimento emotivo per un lavoro che non lascia spazio alle incertezze, al “tempo scaduto, vado a casa!”, all’ingenuità… Si potrebbe dire “Siamo le nostre storie e il modo in cui ce le raccontiamo” (L. De Biase - “Cambiare pagina”).


CASA LAVINIA - LIPOMO Lavorare nelle comunità: la cura Nelle comunità mamma-bambino si svolge un lavoro che va al di là del semplice garantire vitto, alloggio e supporto economico… occorre che all'interno di queste strutture si attui la “cura educativa” che passa attraverso la comprensione di come una donna nel presente viva il suo passato lavorando sul suo futuro…

Il compito di noi Educatrici è quello di saper cogliere, all'interno della relazione educativa, il vissuto dell'altra persona, aiutandola ad immaginare (e se si riesce, anche a realizzare!) un futuro che non ricalchi obbligatoriamente la storia che si porta dietro e che, per molte delle mamme presenti in Comunità, è molto dolorosa. Il nostro lavoro è molteplice: è un lavoro di mediazione, ma anche di accoglienza, accoglienza di dolori, emozioni, sentimenti e di educazione. Le mamme all'interno della Comunità hanno sicuramente bisogno di essere riconosciute come donne e come madri e questo è il posto si può attuare: da qui parte un percorso che faccia in modo che queste persone imparino a riconoscere il ruolo del genitore e a vestirne i panni.

La Comunità è un luogo nel quale queste donne possono ri-partire e possono sperimentare e scoprire le proprie risorse, spesso nascoste, celate dietro ai grandi problemi che la vita ha messo sul loro cammino. È un enorme lavoro grazie al quale queste neo-mamme riscoprono se stesse in un ruolo spesso nuovo: il nostro compito è, quindi, di portarle a riconoscersi come madri, attraverso un processo educativo fatto di regole, di compiti e orari, dando loro le competenze necessarie per prendersi cura del proprio bambino in autonomia, per poterlo fare stare bene, sia a livello fisico che a livello psichico. Con ognuna di esse, ogni volta, l'obiettivo è sempre lo stesso: il benessere della mamma e del suo bambino, sperando che, quest’ultimo, possa trovarlo in questo rapporto a due. A volte alcune madri non ce la fanno… è una situazione molto ambigua e, per gli educatori che hanno un ruolo di sostegno e di osservatori, c'è sempre molto dolore nell’assistere alla separazione di una madre dal proprio bambino, ma, purtroppo, tante volte è l'unica cosa che possa garantire a quest'ultimo il benessere psico-fisico che tutti i bambini meritano. Le educatrici di Casa Lavinia

CAMPAGNA DI INFORMAZIONE CONTRO L’ABBANDONO DEI NEONATI

NON ABBANDONARLO, puoi partorire anche senza dare il tuo nome. Il suo futuro sarà protetto. Informati presso le ASL, il Comune, gli Ospedali. La tua volontà e la sua vita devono essere rispettate!


CASA IRENE

Quest’anno a Casa Irene sono state accolte e dimesse mamme di diverse culture, presenti anche solo per brevi periodi, per cui abbiamo lavorato su piani diversificati, ma complementari tra loro: mantenere stabili gli equilibri tra le varie ospiti all’interno della struttura; creare rapporti di collaborazione con i diversi enti preposti; attivare borse lavoro ed esperienze di volontariato, ecc. Tutto questo ritenendo questo lavoro come percorso molto utile per i progetti delle mamme che vivono in questo appartamento per la “semi – autonomia”. Queste donne sono seguite, attraverso un percorso individuale e condiviso, sia dal Servizio Sociale che ha in carico il caso, che con loro, le quali, essendo le protagoniste attive, portano obbiettivi e desideri personali rispetto al proprio progetto futuro. Sono tutte donne con una grande forza e soprattutto perseveranza, che hanno saputo proteggere i loro figli dalla violenza, scappando da situazioni davvero difficili; donne che hanno intrapreso percorsi in totale autonomia con l’aiuto di alcune nostre volontarie; donne che hanno affrontato processi non solo giudiziari, ma anche sociali e a testa alta si sono rimesse in discussione per cercare di migliorare e rendere la loro vita legale; donne che sono tornate al loro paese di origine, nonostante tutta una serie di problemi legati ad una cultura che non gli appartiene più, solo per il bene dei loro figli; donne che hanno avuto il coraggio di dire “non ce la faccio a…” accettando un cammino doloroso e faticoso, con l’obbiettivo di crescere e maturare per cercare di ritrovarsi un giorno con i loro bambini… In conclusione, il lavoro educativo che viene sviluppato all’interno di “Casa Irene”, come in ogni altra Comunità, non si basa sull’insegnare a tutte queste madri come devono fare una certa cosa piuttosto che un’altra, ma sul condividere ognuno le proprie esperienze, che si sia ospiti piuttosto che educatrici; il confronto è reciproco: in un percorso come quello dell’avvio verso una graduale autonomia, noi operatori siamo all’interno di un rapporto di dare e avere, ben consapevoli di non avere la soluzione a tutti i loro problemi. Di contro possiamo offrire loro gli strumenti e le opportunità, in completa libertà di decisione, per iniziare una “nuova vita”; come ha detto un giorno un pedagogista, durante un corso di formazione: “Sono donne, madri, che dobbiamo solo accompagnare verso il loro destino, qualunque esso sia…”. Le educatrici di Casa Irene

Se hai bisogno,

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“IL NIDO INCANTATO” UN’ AVVENTURA CHIAMATA NIDO

Lavorare al nido “Il giardino incantato” è stata sicuramente l’esperienza più emozionante che un’educatrice possa fare: è una palestra di vita, una palestra di emozioni a volte belle, altre volte meno belle. Quello appena terminato é stato un anno un po’ particolare perché, per la prima volta in tanti anni, noi educatrici abbiamo cercato di analizzare in modo sempre più critico quali fossero i reali bisogni dei bambini e delle loro mamme, ma al tempo stesso ci siamo interrogate sulle metodologie e sulle strategie più corrette da utilizzare per entrambe. Tutti questi pensieri ci hanno portato a chiedere aiuto all’esterno attraverso consulenze psicologiche a supporto delle nostre fatiche (a volte pesanti quindi difficilmente affrontabili e superabili da sole!) e alla ricerca di corsi di formazione “strategici” che ci fornissero materiale e suggerimenti sugli stimoli per i bimbi. I risultati si sono subito visti: attività preparate con maggiore cura, più entusiasmo nel proporre giochi e lavoretti nuovi che andassero a stimolare al meglio i bambini del Nido; questi ultimi hanno accolto con grande gioia queste novità, apprezzando i piccoli, ma significativi cambiamenti che le loro “figure di riferimento” stavano mettendo in atto. La scorsa estate, in seguito ad alcune situazioni createsi (diminuzione iscrizioni bambini, educatrice in maternità) si è arrivati alla conclusione di riportare il Nido alle origini, e cioè di tornare ad essere un Nido- Famiglia per 5 bambini. Abbiamo riaperto a settembre con una totale riorganizzazione degli spazi, delle attività e del nostro entusiasmo. Un’altra educatrice ha preso il posto della collega in maternità e si è unita al nostro gruppo di lavoro inserendosi gradualmente all’interno della nuova equipe di lavoro e facendosi ben volere dai bambini che, dopo averla messa alla prova, si sono affezionati lasciandosi coinvolgere dal suo carisma. Come filo conduttore del nuovo anno abbiamo scelto le stagioni, pensando di coinvolgere anche le mamme nel lavoro quotidiano: sono state fatte riunioni per spiegare giochi e lavori, sono stati chiesti materiali per poter proporre attività manipolative ed esplorative, sono state organizzate feste quasi mensili che miravano alla formazione e alla condivisione del gruppo mamme oltre che all’esposizione dei capolavori creati dai loro piccoli. Purtroppo, però, in seguito ad un controllo di routine, i tecnici dell’ASL ci hanno comunicato che, per poter essere un Nido-Famiglia, era necessaria un’Associazione di Famiglie, requisito inesistente e impossibile in quanto, come Centro di Aiuto alla Vita e con le particolari modalità di lavoro attivate, i bambini che accoglievamo erano anche bambini provenienti dalle Comunità o dai Servizi Sociali! Così, per non sradicarci dalla nostra originaria natura a cui siamo fortemente legate e in cui fermamente crediamo, molto a malincuore abbiamo dovuto prendere la decisione che, dopo 10 anni di attività bella, intensa, vissuta e anche riconosciuta dalle persone e dagli Enti, fosse il momento di chiudere questo progetto. Le educatrici de “Il Nido Incantato”

adozione prenatale a distanza Con € 160 al mese, raccolti anche tra un gruppo di amici, una comunità parrocchiale, colleghi di lavoro, puoi aiutare una donna a portare a termine con serenità il periodo di gravidanza, fino al compimento del primo anno di vita del suo bambino.


CORTE DELLA VITA Anche le “mani di un padre” scrivono la storia del proprio figlio… Una provocazione? Forse…ma non solo. Il titolo di questo breve resoconto vuole infatti essere la condivisione di un’esperienza che da alcuni mesi a questa parte, specialmente a noi della “Corte”, oltre ad averci aperto il cuore e la mente, ci sta mettendo alla prova tra nuovi progetti e…tante speranze! Ma chi sono i protagonisti di questo racconto e nuovo sogno? I papà! Sì proprio loro! I nostri papà, quelli che alla Corte (soprattutto se giovanissimi) da alcuni anni vediamo crescere insieme alle loro compagne, nella faticosa sfida del diventare “genitori” e poi, uomini nella vita! A quei papà che con tanto impegno, ma anche tante domande e a volte dubbi, abbiamo guardato in questi anni e che ora vogliamo pensare in modo nuovo. L’ispiratore: un medico e psicoterapeuta, ma soprattutto padre! Nello scorso mese di ottobre lo abbiamo incontrato e conosciuto ad un Convegno dove ha parlato della sua ricerca e del suo lavoro svolto presso un Consultorio del territorio, incentrato in special modo sui padri e sull’esperienza della paternità. Lo abbiamo ascoltato per ore e con lui siamo entrate nel mondo che oggi vorremmo diventasse una nuova scommessa della Comunità del Cav: l’accompagnamento e il lavoro educativo sui papà! Sono trascorsi diversi mesi e, dopo aver raccolto del materiale, del “tempo” dove poter pensare e ripensare ai nostri papà, si è fatta avanti la prima idea: quella di dar vita a un’esperienza di incontro tra “i nostri giovani papà” ospiti della struttura e altri papà “tutor”, uomini volontari e amici della Corte che, in forza della loro esperienza e preparazione, metterebbero in condivisione la loro vita e la loro “avventura” di padri (magari rodata da anni e da diverse nascite) con quella di chi, con un po’ di incertezza e fatica, sta tentando i primi passi dello stesso cammino. Ci vorrà ancora del tempo prima che questo progetto, tanto ragionato e “sentito”, inizi a “camminare con le sue “gambe”. Noi per ora continuiamo a sostenerlo e incoraggiarlo per chi un giorno lo riempirà di tutta l’umanità che potrà portarvi! E magari un giorno potrà dedicare al suo bambino diventato quasi “grande” anche queste parole:

“Guardando le mie mani oggi mi appare chiaro che sono talmente grandi e hanno fatto talmente tante cose nella nostra vita insieme, che sopra ci potrei scrivere la storia della mia relazione con te, proprio attraverso i fatti che ci sono successi... Forse non è nemmeno necessario scriverci sopra, perché la nostra storia insieme è, in realtà, già impressa in ogni solco, in ogni piccola piega delle mie mani. Ti ho sostenuto, ti ho spinto avanti, ti ho preso quando cadevi all’indietro, ti ho cullato e coccolato, ti ho fatto sentire che anche tu un giorno avrai mani grandi come le mie che sapranno contenere e sostenere, amare e coccolare, mani in cui sarà scritta la tua storia. Oggi figlio mio, guardando le mie mani, ho finalmente compreso che cosa ci sto a fare io nella tua vita. […] Io ti sono necessario tanto quanto tu sei necessario a me. Noi due ci completiamo, stando vicini l’uno all’altro diventiamo altro da ciò che saremmo se non ci conoscessimo, se non condividessimo ogni istante, ogni pensiero e ogni emozione che ci tengono vicini. La mamma ti ha regalato le radici per stare solido e forte, ancorato alla terra della vita…Io, il tuo papà, ti ho fatto un dono altrettanto prezioso: con la mia presenza, la mia costanza, la mia passione io ho cercato di regalarti un paio d’ali” (A.PELLAI – Le mie mani sono le tue ali- Ed. San Paolo 2007, Cinisello Balsamo – Milano).


BILANCIO ECONOMICO ? ma anche no…! Come ad ogni uscita annuale del nostro giornale, dovrei fare un resoconto descrittivo (senza numeri) del bilancio economico, ma questa volta vorrei bypassare questo discorso, senz’altro importante, ma che dice poco per chi lo legge dall’esterno e che necessiterebbe di troppe spiegazioni specifiche e tortuose (chiedetelo ai membri del direttivo ). Vorrei invece proporre a chi ci leggerà, un bilancio più ad ampio raggio, che riflette si, anche se in modo molto sintetico, quali sono state, nel 2014, le voci principali delle entrate e delle uscite, ma mettendo in primo piano le attività, il lavoro, l’impegno che sta dietro…

Ci provo… spero riuscirci… LA SEDE: anche l’anno scorso sono state accolte moltissime situazioni, ognuna con le sue problematiche oggettive, con i suoi bisogni, con la sua storia… per ognuna di esse sono state attivate dalle volontarie tutte le modalità possibili, interne ed esterne all’Associazione, per sostenere, accompagnare ed aiutare le donne, in gravidanza o con il neonato, venute da noi perché in difficoltà. Dopo il periodo economicamente pesante che ci ha costrette a sospendere per un certo periodo l’aiuto economico (latte, pannolini, ecc.), ora ne abbiamo ripreso la distribuzione, anche se con “cautela” e con una maggior attenzione a quelle situazioni che rientrano nell’obiettivo principale dei CAV: aiutare la donna a portare avanti una gravidanza imprevista, con serenità. Le volontarie si sono anche attivate ad organizzare dei piccoli “mercatini” con oggetti da loro creati al fine di poter raccogliere qualche “euro” in più da destinare all’ acquisto del materiale necessario ai nostri neonati; siamo anche riuscite ad attivare una “campagna” pannolini, invitando le persone, attraverso un volantino, a donarceli invece dei soldi e devo dire che la risposta è stata veramente positiva! Abbiamo anche potuto aiutare alcune situazioni particolarmente difficili grazie alle adozioni ricevute da alcuni gruppi parrocchiali, da persone defunte che hanno voluto lasciare un dolce e prezioso pensiero al CAV e alle sue mamme e bambini, da privati che hanno particolarmente a cuore la nostra Associazione. LE COMUNITÀ: il lavoro delle Comunità, del quale, se avete letto le pagine precedenti, ne avete potuto “respirare” l’intensità, è veramente tanto e difficile, ma le

nostre educatrici sanno essere all’altezza di ogni situazione che si presenta loro! Molte donne con i loro bambini sono passate, alcune sono rimaste e ci sono ancora, altre solo per pochi giorni, altre non si sa fino a quando… Sono tante le nostre educatrici, ma necessarie per una gestione professionale e attenta delle situazioni presenti. Le strutture più “anziane” cominciano a sentire il peso dell’età che richiede dei continui e importanti interventi; anche quella “più giovane” ha bisogno ogni tanto di qualche “ritocco”... (soprattutto d’estate il suo grande spazio verde!) Alle ospiti, ognuna seguita secondo il suo progetto personalizzato e concordato con i servizi invianti, non viene fatto mancare niente, sotto tutti i punti di vista, anzi si cerca di organizzare, quando possibile, momenti di festa e allegria anche per distogliere le loro menti dai pensieri negativi e di sofferenza quotidiani.

Questo, in sintesi, è stata l’attività del CAV del 2014, ma sarà anche quella dell’anno in corso e di quello dopo, e di quello dopo ancora, con l’idea di fare sempre meglio! L’entusiasmo, la voglia, le motivazioni ci sono… fidiamo non ci manchino mai, anche nei momenti bui del nostro lavoro, dove sembra che tutto quello che fai non porta a niente perché le situazioni riprecipitano da dove sono partite, se non peggio…

In conclusione: la nostra è un’Associazione non semplice nella gestione proprio per la sua peculiarità di essere “attiva” a 360 gradi, dove le necessità sono diversificate a seconda del servizio offerto, dove le entrate (donazioni) non sono prevedibili... Penso, però, che se continueremo a lavorare con la serietà, la professionalità, l’impegno e, perché no, anche tanto buon senso e un po’ di “follia positiva” come abbiamo fatto finora, il nostro CAV riuscirà a continuare ancora per lungo tempo il cammino a fianco delle persone bisognose del nostro aiuto.

ANCHE TU puoi aiutarci scrivendo nella tua dichiarazione dei redditi il nostro codice fiscale: 95005100136 - CENTRO DI AIUTO ALLA VITA onlus


Ci risintonizziamo?? Parola difficile da dire, ma che, molto più semplicemente, vuol dire mettersi in sintonia, trovare un accordo, una perfetta corrispondenza. Tra e con quali persone? Tra tutti noi che operiamo al CAV e tutte le persone che condividono la nostra idea, il nostro obiettivo principale, la nostra fonte di ispirazione e di entusiasmo per il lavoro che viene quotidianamente fatto: LA VITA! La Comunicazione ha, nella vita di tutti, una grande importanza, oggi come ieri, solo che oggi si hanno più mezzi per poter farsi conoscere, parlare, raccontarsi, confrontarsi. Per questo motivo, comprendendo il valore e il peso dell’informazione, abbiamo iniziato ad incontrarci per capire insieme cosa fare per poter coinvolgere nell’attività del CAV altre persone, non solo per un’attività “operativa”, ma anche per diventarne testimoni all’esterno, su invito o dietro nostra proposta, e parlare di NOI, delle donne che ci chiedono aiuto e sostegno, dei bambini nati, delle accoglienze nelle comunità, delle fatiche quotidiane di tante donne che, con coraggio e in completa solitudine, hanno deciso di far nascere un figlio non atteso, non previsto. E da qui il discorso si può allargare e , con una corretta e precisa preparazione, andare oltre e toccare quelle tematiche attualmente molto discusse e confuse che comunque riguardano LA VITA e poterne parlare, affinchè, senza voler convincere nessuno, le persone possano però avere almeno diversi aspetti e pensieri delle questioni che vengono proposte ed esposte da più parti. Per questo chiediamo anche a te, che ci stai leggendo, se hai voglia di far parte di questo progetto o se conosci qualcuno a cui interesserebbe… non c’è limite di età, di sesso, di nazionalità; solo una cosa viene richiesta obbligatoria: l’amore per la VITA e il desiderio di condividere questo pensiero!

Ti aspettiamo, vieni….

Vieni a visitare la nostra pagina su FB!!

Abbiamo anche un sito, ma è

“WORK IN PROGRESS”; (sulla pagina di FB troverete quello nuovo)


Il CAV da diverso tempo ha attivato delle Convenzioni con alcune scuole superiori del territorio e alcune Università di Milano per permettere a delle studentesse di fare esperienze concrete, in veste di “tirocinanti”, nelle nostre Comunità: vengono nominate due figure Tutor, uno all’interno della scuola/facoltà e uno tra le nostre educatrici, che hanno il compito di seguire queste ragazze nel loro percorso e dare anche delle valutazioni finali sull’attività svolta. Questa è la testimonianze delle ultime due tirocinanti …

Il Cav attraverso gli occhi di due liceali Che cosa ci fanno due liceali al Cav??? Ce lo siamo chieste anche noi e abbiamo trovato la risposta alla fine delle nostre tre settimane di tirocinio. Partiamo dall’inizio… Dopo che ci è stato comunicato questo nuovo progetto per i licei, che comprende un periodo di stage, noi abbiamo scelto il Centro di Aiuto alla Vita perché interessate all’ambito in cui opera e per provare una nuova esperienza. Appena arrivate siamo subito state accolte a braccia aperte dalle volontarie che sono state felici di renderci partecipi dei loro compiti; in questo periodo ci siamo accorte della complessa organizzazione di un ambiente come questo e piano piano ne siamo entrate a far parte: abbiamo potuto dare una mano nella distribuzione alle mamme seguite dal Cav dei vestiti per i loro bambini; abbiamo assistito a qualche colloquio d’aggiornamento, in cui le mamme ci hanno raccontato la loro storia. Ci siamo così rese conto che le donne che si rivolgono al CAV hanno spesso storie difficili e qui trovano un sostegno. Il primo giorno che siamo arrivate abbiamo notato la frase all’ingresso del Cav “Qui non si risolvono i problemi, ma si accolgono le persone”: alla fine di questo periodo di tirocinio abbiamo compreso che è davvero così; quando si accoglie una donna non si sa mai qual è la sua storia e se si riuscirà ad aiutarla, ma quello di cui si è certi è che dal momento in cui ha varcato la soglia di questa Associazione, non è più sola. Se dovessimo descrivere il CAV in una sola parola sarebbe, infatti, famiglia. Questa esperienza ci ha arricchito molto anche rispetto a qualsiasi altra esperienza avremmo potuto fare, ma abbiamo anche compreso un’altra realtà che prima ignoravamo o che conoscevamo solo in parte. Abbiamo inoltre conosciuto persone meravigliose, che porteremo sempre nel cuore.

GRAZIE A TUTTE LE COLLABORATRICI DEL CENTRO !!!! Angela e Federica

I PROGETTI DEL CAV A FAVORE DEI BAMBINI DELLE NOSTRE MAMME


Per chi non ci è mai venuto a trovare, presentiamo la nostra sede CAV, dove accogliamo le persone, le ascoltiamo, le aiutiamo e dove noi ci incontriamo, parliamo, ci formiamo, ci confrontiamo… Tanto in NON molto spazio, ma vissuto intensamente!!

L’ingresso, dove si accolgono le persone

L’ufficio del “capo” e stanza per i colloqui

Stanza dei colloqui e delle riunioni

Guardaroba e sala d’aspetto


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