Giornale di Lecco
Marzo 2015
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ACEL Service: energia a portata di mano
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icina ai propri clienti e ai loro bisogni. È questa la mission di ACEL Service, azienda di riferimento in ambito provinciale per la vendita di gas naturale ed anche di energia elettrica. “Siamo una realtà imprenditoriale che è nata in questo territorio e che qui continua a trovare la propria più autentica dimensione. – spiega il presidente di ACEL Service, Giovanni Priore – A sostenerci in questa convinzione non è solo la nostra identità di società a capitale pubblico, ma anche lo stesso orientamento al cliente che ci contraddistingue”. Non è un caso, infatti, che, diversamente da altri operatori dello stesso settore, ACEL Service si connoti per la forte vicinanza ai propri clienti, attraverso una rete di sportelli distribuiti in ambito provinciale a Lecco, Calolziocorte, Merate e
Oggiono. “Lo sportello è un momento privilegiato di contatto con i nostri clienti. – continua Priore – Attraverso il nostro staff tecnicocommerciale, siamo in grado di rispondere quotidianamente alle loro richieste e ai loro bisogni: offrire chiarimenti e informazioni e consigliarli sulla tariffa più idonea per le proprie necessità. Non un anonimo call-center, ma un luogo fisico nel quale potersi recare per ogni esigenza”. Questa attenzione alla clientela – sia essa il privato cittadino o un’azienda, un’associazione, un negozio o un professionista - caratterizza anche la tipologia di offerta commerciale: “Essendo espressione di questo territorio, conosciamo bene le abitudini e le necessità di chi vi abita e di chi vi opera. Riusciamo a praticare tariffe estremamente concorrenziali e a garantire un servizio “su misura”, grazie sia alla preparazione del nostro personale, sia alla capacità di acquistare a buone condizioni la materia prima, sia infine alla efficienza della nostra organizzazione. Inoltre, tutto l’utile che deriva dalla nostra attività, viene restituito al territorio, attraverso sia il sostegno alle attività culturali, sociali e sportive che vengono promosse, sia direttamente ai comuni soci di Lario reti holding. Un motivo in più per sceglierci”. Sono molte le offerte proposte da ACEL Service. Tra queste, segnaliamo la formula “Rata Costante Gas”, che permette di spalmare su 12 mesi il costo annuale del metano, evitando bollette pesanti nei mesi invernali di maggior consumo. Oltre ad essa, ricordiamo le numerose convenzioni esistenti, sia con Confcommercio Lecco, sia con le scuole materne della FISM provinciale, sia infine con gli amministratori di condominio iscritti ad ANACI.
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Un viaggio su orme antiche
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ncastonato tra le colline e il lago, con alle spalle le montagne lecchesi, il paese di Oggiono si inserisce in una zona interessante non solo dal punto di vista estetico, ma anche da quello strategico in quanto estremamente funzionale all’insediamento. Il nome Oggiono deriva infatti da “Augionus” che significa “luogo ricco di acqua”: in epoche remote un aspetto fondamentale per la sopravvivenza. I primissimi abitati in queste terre risalgono infatti al Neolitico: in quasi otto km quadrati di superficie Oggiono racconta dunque circa 7 millenni di storia. Ancora oggi, percorrendo i vicoli delle frazioni ed esplorando le piazze del centro, si scoprono segni di un passato lontano e si respira l’aria dei tanti illustri uomini che hanno percorso queste strade.
Sommario Un viaggio su orme antiche....................................3 La Chiesa di S. Eufemia Il Battistero di San Giovanni....................................4 La devozione: la colonna di S. Eufemia e la Chiesetta del Lazzaretto...................................5
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Le piazze: Piazza Sironi, Manzoni e Garibaldi........6 I gioielli del Molinatto..............................................7 Imberido: paese o frazione......................................8 Bagnolo: tra acqua e bellezza.................................9 Il Sentiero delle Torri: Castello e Molera.............. 11
ABBIGLIAMENTO
Il Sentiero delle Torri: Cascina Ghisolfa e Trescano.................................. 12 Il Sentiero delle Torri: Peslago.............................. 13
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La Chiesa di S. Eufemia e il Battistero di San Giovanni
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architettura romanica del territorio. Di pianta ottagonale irregolare, viene ricostruito nel XI sec. sopra un precedente edificio del VIII secolo: i restauri degli anni ’40, voluti da don Carlo Gottifredi, hanno però messo in luce la presenza di un ancor più antico battistero a pianta quadrata risalente al V sec. L’interno, circolare, ospita una vasca battesimale ottagonale in tufo con affreschi di santi attribuibili a diversi autori tra il ’400 e il ’500 circa. L’abside, rivolto ad oriente, era in origine completamente affrescato ma subì ingenti danni con la trasformazione settecentesca dell’edificio in sagrestia. Oggi la luce che entra dalle monofore strombate illumina i frutti del restauro promosso nel 1997-99 dall’Associazione Culturale Archeologica di Oggiono.
a Chiesa Prepositurale di Sant’Eufemia venne edificata in stile Barocco ai primi del ‘600, al di sopra di un precedente edificio romanico, di cui rimangono tracce solo nella parte inferiore della torre campanaria. Il culto della santa probabilmente si diffuse in quest’area grazie ad Agrippino, vescovo di Como nel VII sec. e, sebbene il primo documento su tale chiesa risalga al 1192, alcuni indizi fanno propendere per una datazione alto medioevale. All’interno sono conservate importanti opere quali “Lo Sposalizio della Beata Vergine”di Andrea Appiani, il Polittico dell’Assunta di Marco d'Oggiono e l’ottocentesco Organo Serassi. Il Battistero di San Giovanni si configura come uno dei più importanti esempi di
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La devozione: la colonna di Santa Eufemia e la Chiesa del Lazzaretto
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ta prima, dietro richiesta di San Carlo Borromeo, durante la peste del 1576. L’epidemia più terribile fu però quella del 1629-30, che causò ben 469 morti nelle 147 famiglie di Oggiono. Gli ammalati venivano ricoverati in un piccolo ospedale, dove poi venivano seppelliti. Il Lazzaretto, era stato scelto a “200 passi” dal centro del paese vicino ad una sorgente d’acqua. Per evitare che con le piogge le fosse si scoperchiassero nel 1715 venne edificata la Chiesetta del Lazzaretto, dedicata a S. Giobbe, detto “Saiop”, protettore dei malati di peste e degli allevatori dei bachi da seta. Proprio qui veniva infatti benedetta la “sumenza di cavalee”, cioè le uova del baco da seta acquistate ad once, da cui il detto “un unza de cavalee”.
a colonna con la statua della patrona di Oggiono sorge nel sagrato antistante l’omonima chiesa. S. Eufemia tiene con la mano una croce in ferro con i simboli della passione (il gallo, i flagelli, la scala, i chiodi, il martello) e originariamente portava anche l’aureola del martirio. Le venne tolta nel 1798, quando anche ad Oggiono giunsero gli ideali della rivoluzione francese, in modo da trasformarla, nel segno dell’uguaglianza, in una normale cittadina. Non si sa con precisione quando la colonna venne eretta: forse nel 1748, quando la piazza venne ripulita dalle rovine della Giudicatura feudale, distrutta dagli Oggionesi nel 1654, anno in cui si resero indipendenti dal dominio feudale. Secondo un’altra ipotesi sarebbe stata innalza-
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Le piazze di Oggiono:
piazza Sironi, Manzoni e Garibaldi
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iazza Sironi, deve il suo nome al benefattore Guido Sironi scomparso nel 1935, ma è conosciuta come “Piazza Calchera” perché qui sorgeva, in epoca medievale, una fornace da cui si otteneva la calce dal calcare delle cave vicine. In questa zona doveva sorgere anche la casa dell’artista Marco d’Oggiono, allievo di Leonardo, che secondo le testimonianze risalenti al 1516 risiedeva “ad Calcheram”. Il corso d’acqua, oggi torrente, all’epoca era più consistente, tanto che vi è traccia di un “ponte de la Calchera”. Il Daverio, detto “ul Fium”, percorreva anche l’abitato nella zona dove si teneva anticamente il mercato, come testimonia l’attuale via Mercato Vecchio. Per ragioni igieniche, nel 1820, le autorità decisero di coprirlo: il mercato verrà dunque trasferito in quella che sarà Piazza Alessandro Manzoni. Procedendo lungo Via Giacinto Longoni, dedicata all’abate oggionese, storico e letterato, che partecipò alle Cinque Giornate di Milano, si giunge a Piazza Giuseppe Garibaldi. Nel Municipio che qui si affaccia è conservata una lettera dell’eroe che da’ il nome all’area, tradizionalmente detta “Piazza
Vetturina”. Sorgeva infatti in questa zona una stazione di posta per il cambio di cavalli riservato alle diligenze dirette a Milano. Già per arrivare qui, fino all’inizio del secolo scorso, occorreva però un servizio di traino supplementare con un tiro di buoi necessario ad affrontare la difficoltosa salita raffigurata anche in tanti dipinti del pittore oggionese Pasquale Agudio.
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I gioielli del Molinatto
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a località del Molinatto, sulla strada verso Galbiate; presenta numerosi elementi di interesse: il torrente “Molinat” , che da’ il nome alla zona, alimentava infatti alcuni mulini tra cui uno settecentesco, ancora visibile, con ruota in ferro e legno. Sono inoltre presenti un antico torchio per la spremitura dell’olio, un maglio per lavorazione dei metalli e “Cà di Ratti”, un filatoio ottocentesco, dotato ai tempi di un generatore autonomo alimentato dall’acqua del torrente. Il vecchio orfanatrofio gestito dalle suore, che qui sorgeva, è stato oggi trasformato in parte nella Scuola del Molinatto e in parte nell’omonima residenza, primo ostello aperto nella provincia. In questa area sorge anche la chiesetta di Santa Marzia una giovane cristiana che, come si legge dalla lapide murata nella sagrestia, morì l’11 luglio del 303 d.C., martirizzata sotto Diocleziano. Le prime notizie documentate sull’edificio ci arrivano dalle lettere del duca Giovanni Maria Cella, a cui
il re di Spagna aveva assegnato in feudo la zona del Molinatto. Il nobil uomo nel 1655 scrive infatti di aver deciso di far costruire una chiesa come ex voto per essere stato
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risparmiato dalla peste che aveva colpito Oggiono nel 1630. La chiesa viene inaugurata il 14 settembre 1659, un anno dopo vengono accolte le preziose reliquie della santa: i resti di una martire ne aumentavano infatti il valore. Oggi i resti si trovano sopra un semplice altare di marmo bianco, circondato dagli ex voto della gente del luogo.
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