Inserto omaggio al numero odierno della Gazzetta della Martesana e Gazzetta dell’Adda
SPECIALE
Natale2016
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Natale2016 SPECIALE
Rosso, turchese e verde: i colori “must have” per le decorazioni 2016
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li addobbi natalizi di quest’anno si ispirano all’Oriente e si colorano di rosso fuoco. Di grande tendenza anche il verde in tutte le sue sfumature: muschio, acqua marina, pastello e asparago. Se però volete un albero audace, stravagante e molto di tendenza, il colore perfetto è il turchese magari abbinato all’oro e all’argento. Un albero più tradizionale ma ancora molto di moda, avrà gli addobbi in stile “shabby chic”: piccoli articoli di legno bianco a forma di cuori, merletti, animali, stelle e alcuni simboli del Natale. O anche in materiali naturali quali: lana, feltro e stoffa nei colori della terra realizzati a mano all’insegna dell’ecosostenibilità. Assistiamo anche al grande ritorno del bianco, nuance che ricorda l’atmosfera magica della neve che può essere utilizzata da sola ma anche abbinata ad altre cromie, come il rosa, l’azzurro, il verde e le tinte naturali come quelle del legno. E per un effetto “ghiaccio” si possono aggiungere stalattiti in cristallo e luci bianche rigorosamente brillanti. Se invece volete un albero con decorazioni fai-da-te, via libera quindi a fiori di carta o di stoffa, nastrini e pupazzi o ancora
pigne lasciate al naturale o leggermente lucidate e poi addobbi commestibili come cioccolatini, biscotti, arance, mele e cannella che si appenderanno utilizzando della rafia o dei nastrini di cotone. Infine, se lo spazio a disposizione in casa lo consente, ci si può permettere il lusso di predisporre più alberi, preferibilmente di legno o di altri materiali naturali, da sistemare vicini o magari all’interno di vasi decorati. In questo caso gli addobbi potranno ridursi a delle catene luminose oppure a semplici festoni.
…E PER LA TAVOLA DELLE FESTE ASSOLUTAMENTE BIANCO E ORO
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opo aver decorato l’albero e la casa, si deve pensare a come allestire la tavola su cui si svolgerà il cenone della Vigilia o il pranzo del 25: un’occasione unica per riunire insieme tutti i parenti e gli amici più cari. Un ruolo di primaria importanza lo riveste la tovaglia che quest’anno si tinge di bianco, impreziosita da pizzi o ricami ton sur ton oppure ricamata con inserti dorati. In questo caso i piatti e le stoviglie dovranno essere rigorosamente bianchi, magari con bordi dorati e abbinati a sottopiatti e sottobicchieri di color oro. Non devono poi mancare: il centrotavola, che per restare in tema potrà essere una composizione a corona, realizzata con palline dorate ed alcune candele bianche da accendere all’arrivo degli ospiti e i segnaposto. Questi, se ben realizzati, oltre ad essere degli elementi decorativi capaci di donare un tocco originale alla tavola, possono anche trasformarsi in una tenera idea regalo a ricordo del pranzo delle feste. Si possono realizzare con pigne e rami
di pino colorati in oro o argento oppure con dei fiori freschi rosa rossa, iris bianco oppure un’orchidea - da collocare in una piccola ampolla di plastica a cui si annoderà un nastrino dorato, oppure realizzati con delle piccole palline dell’albero con affrancato il nome del commensale.
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Natale2016 SPECIALE
Albero di Natale “vivo” o sintetico?
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n Natale amico della natura vuole l’albero in vaso. Negli ultimi anni il Corpo Forestale dello Stato, consiglia di acquistare abeti naturali piuttosto di quelli artificiali. Gli abeti “vivi” attualmente, non sono più prelevati in natura e il loro utilizzo non solo limita la massiccia produzione di materiale plastico, ma sostiene l’attività vivaistica di montagna garantendo la presenza dell’uomo in zone ad alto rischio di spopolamento. Un altro vantaggio è che l’abete in casa respira, assorbendo anidride carbonica, rilasciando ossigeno ed emettendo anche oli essenziali che purificano e aromatizzano la stanza. Se acquistiamo un albero “vivo”, dobbiamo ricordarci che deve essere curato ed accudito sia
durante il periodo delle le feste sia dopo. Durante il periodo di permanenza in casa, è necessario sistemare la pianta in un luogo luminoso, fresco, lontano da qualsiasi fonte di calore e al riparo da correnti d’aria. Vanno inoltre evitati gli addobbi troppo pesanti per non spezzare i rami e la colorazione della chioma con neve sintetica e spray colorati. E’ poi necessario annaffiarla ogni 3-4 giorni: la terra va mantenuta sempre umida ma non deve essere eccessivamente bagnata. Terminato il periodo natalizio l’abete deve essere posizionato all’esterno, sul balcone o meglio in giardino, ricordando che si tratta di piante che possono crescere fino a 15-20 metri e che le loro possibilità di sopravvivenza sono legate, oltre che alle condizioni vegetative della pianta, anche a quelle climatiche che devono essere appropriate alla specie. Nel caso in cui non si abbia la possibilità di piantare l’albero in giardino, si consiglia di donarlo ai centri di raccolta indicati dai vivaisti o dai Comuni che provvederanno al recupero della pianta. Gli alberi non più utilizzabili possono essere trasformati e riutilizzati come legname, mentre le piante in migliori condizioni vegetative possono essere trasportate e trapiantate in luoghi idonei al loro attecchimento.
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Natale2016 SPECIALE
Albero di Natale: tra storia e leggenda
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sistono numerose storie e leggende sull’origine dell’albero di Natale. Una fra queste racconta che Martin Luther, il fondatore del protestantesimo, mentre camminava in un bosco la vigilia di Natale fu attratto dallo scintillio proveniente dagli alberi ghiacciati che, illuminati dai bagliori della luna, sembravano fossero ricoperti da migliaia di stelle. Così affascinato da quello spettacolo tagliò un piccolo albero per portarlo a casa alla sua famiglia. Per ricreare lo stesso luccichio che aveva visto nel bosco, egli pose su tutti i rami delle candele. L’usanza di avere un albero decorato durante il periodo natalizio si diffuse nel XVII secolo e agli inizi del secolo successivo era già pratica comune in tutte le città della Renania. Per molto tempo la tradizione dell’albero di Natale rimase tipica delle regioni protestanti della Germania e solo nei primi decenni del XIX secolo si diffuse nei paesi cattolici. A Vienna l’albero di Natale apparve ufficialmente nel 1816, mentre in Francia f u importato dalla duchessa di Orléans nel 1940. Oggi la tradizione dell’albero di Natale è universalmente accettata anche nel mondo cattolico. Papa Giovanni Paolo II nel 1982, lo introdusse nel suo pontificato facendo allestire, accanto al presepe, un grande albero di Natale proprio in piazza San Pietro nel centro del colonnato del Bernini. Quell’abete era un dono di un contadino polacco, che lo trasportò fino a Roma sul suo camion. Da allora in poi, per espresso volere del Santo Padre, puntualmente si ripete la tradizione a ricordo della Natività di Gesù: un presepe viene allestito ai piedi dell’obelisco e alla sua destra viene eretto l’albero di Natale, donato ogni anno da una regione montana diversa dell’Europa.
DECORI FATTI A MANO CON L’UNCINETTO Se siete amanti delle decorazioni fai da te, un’idea molto bella è decorare la casa o l’albero con palline di Natale realizzate all’uncinetto, pezzi unici da conservare e riutilizzare nel corso degli anni. Possono essere completamente fatte a mano, partendo da zero, non ci si serve di nessuna base sferica e sia la pallina interna che il rivestimento esterno sono frutto della lavorazione, oppure utilizzando come base alcune vecchie palline di Natale colorate, si ridà loro una nuova vita rivestendole di fantastici colori. Per chi non è molto esperto, anziché la pallina sferica può creare dei cerchi piatti di dimensioni e colori diversi per creare una decorazione di indubbio effetto scenico. Oltre che come addobbi natalizi, le palline di Natale all’uncinetto possono essere una idea regalo da donare ad amici o parenti, un piccolo pensiero di Natale fatto con il cuore che sarà sicuramente apprezzato per il suo grande valore simbolico.
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Natale2016 SPECIALE
CANDELE ALLA CERA D’API: UN REGALO 100% GREEN
Le candele, dono di luce e di calore
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e candele (dal latino candere-brillare) venivano usate sin dai tempi degli antichi romani, prevalentemente per motivi religiosi. In realtà, le radici storiche di tali oggetti si disperdono nel tempo: greci, egizi ed etruschi ne facevano un utilizzo smodato a propria volta. In termini prettamente sacrali, le candele si configuravano come la fusione perfetta, il punto di incontro tra la materia e lo spirito. Con l’avvento del cristianesimo l’accensione delle candele ha sempre rappresentato una delle tradizioni più significative e forti soprattutto a Natale e nel periodo che lo procedeva. Dall’inizio dell’era cristiana, Gesù è stato sempre raffigurato con una candela, che di solito si accendeva durante la celebrazione ecclesiastica. Nell’antichità tutti i fedeli adottarono questa simbologia per la vigilia di Natale. Con precisione si accedeva un cero e si lasciava bruciare per tutta la notte della Vigilia, per poi riaccenderlo ogni notte durante tutto il periodo delle feste. Questa tradizione si diffuse in seguito in tutta Europa ma con particolare attenzione in Germania. Regalare una candela a Natale ha un significato simbolico: è come offrire la luce, donare calore se poi la candela è fatta da chi la regala, il significato è amplificato dall’amore che si è messo nel creare questo oggetto unico.
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Creare candele da regalare è un bellissimo passatempo. Perché allora non realizzarne carine e decorative, utilizzando la cera d’api? La cera d’api è completamente naturale, profumata, non fa male respirarne l’essenza ed è disponibile sul mercato in panetti, scaglie o in fogli. Una volta acquistata la materia prima, che si trova nelle erboristerie o in ferramenta, ci si deve armare di contenitori dove poterla sciogliere. Vanno benissimo pentole di varie dimensioni e diametro o anche vecchi contenitori non più utilizzati. Altri strumenti importantissimi sono gli stampi. Possono essere in plastica, in silicone o in vetro e della forma che preferite. Prima di iniziare occorre procurarsi anche dello spago, che diventerà lo stoppino delle candele e, ovviamente, di cucchiai in legno, forbici e taglierino. La cera si deve far sciogliere solo a bagnomaria e a fiamma lenta. Una volta sciolta, prima di versarla nello stampo, bisogna inserire lo stoppino e fissarlo alla base con del pongo o dello stucco. Versate poi la cera e tagliate il filo di spago della lunghezza desiderata. Dopo di ché fate raffreddare il composto e la vostra candela è pronta da regalare!
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Natale2016 SPECIALE
Avvento, tempo di “attesa”
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ella liturgia cristiana la Festa dell’Avvento segna l’inizio dell’anno liturgico, è il tempo che precede il Natale e comprende le quattro domeniche prima del 25 dicembre. La parola “avvento” deriva dal latino adventus e significa “venuta” anche se, nell’accezione più diffusa, viene indicato come “attesa”. Designava la venuta annuale della divinità pagana al tempio, per fare visita ai suoi adoratori. Si credeva che il dio, la cui statua era lì oggetto di culto, rimanesse in mezzo a loro durante la solennità. Significava anche la prima visita ufficiale di un personaggio importante, una volta assunta un’alta carica. Con il diffondersi del cristianesimo questo termine fu usato per designare l’incarnazione di Cristo l’“Adventus Domini”. Le prime tracce dell’esistenza di un periodo di preparazione al Natale appaiono nel V secolo, quando San Perpetuo, Vescovo di Tours, stabilì un digiuno di tre giorni, prima della nascita del Signore. È sempre della fine di
questo secolo la “Quaresima di San Martino”, che consisteva in un digiuno di 40 giorni, a partire dal giorno dopo la festa di San Martino (11 novembre). San Gregorio Magno (590- 604) fu il primo Papa a redigere un ufficio per l’Avvento e il Sacramentario Gregoriano è il più antico nel predisporre Messe specifiche per le domeniche di questo tempo liturgico. Simbolo dell’Avvento è una corona fatta: da rametti verdi, generalmente di abete o di pino, avvolta da un lungo nastro rosso che allo stesso tempo abbellisce e mantiene legati alla base circolare i rami e da quattro candele di vari colori. Durante le quattro settimane prima del Natale ogni domenica si accende un cero. Di solito l’accensione è riservata al più piccolo della famiglia, proprio perché questa tradizione è nata per preparare i bambini al Natale. L’accensione è accompagnata da un momento di preghiera e si conclude con un canto alla Madre di Gesù. Secondo la tradizione, ogni candela ha un significato: c’è il cero detto dei profeti, perché ricorda le profezie sulla venuta del Messia, il cero di Betlemme per ricordare la città in cui è nato il Messia, quello dei pastori, i primi che videro ed adorarono il Messia e quello degli angeli, i primi ad annunciare al mondo la nascita di Gesù. Poiché nella terza domenica d’Avvento la Liturgia permette al sacerdote di utilizzare i paramenti rosa al posto di quelli viola tale candela può avere un colore diverso dalle altre tre che solitamente sono viola.
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Natale2016 SPECIALE
I gioielli, accessori di lusso per un Natale glamour
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er una donna non c’è niente di più bello che ricevere un gioiello in regalo. E’ un accessorio essenziale, sia per il potere evocativo di lusso, ricercatezza, glamour che sprigiona, sia per il messaggio affettivo che spesso porta. Quelli più trendy rendono più preziosi e unici i look della stagione fredda. Must have del momento? Senza dubbio gli “anelli mania” meglio se indossati sovrapposti. La scelta sarà su “pochi ma vistosi” o su “tanti ma piccoli” e per le più audaci che non hanno problemi di praticità, un anello a ogni dito. Assistiamo anche al grande ritorno del “polsino prezioso” una sorta di fascia realizzata in materiali più o meno importanti da portare a pelle o sopra le maniche dei vestiti. Le collane sono over e vistose, completate da grosse pietre preziose colorate che regalano splendidi riflessi di luce. Il modello predominante si conferma anche per quest’inverno 2016-2017 il “choker”, un gioiello simile al girocollo che resta molto aderente al collo. Nelle versioni più di tendenza lo troviamo in tessuto, perle, pietre e metalli inaspettati. Gli orecchini abbandonano il linguaggio minimale per abbracciare forme maxi, volumi pesanti ed eccentrici. Saranno grandi,
lunghi, vistosi che si abbinano a pettinature raccolte in code, trecce, chignon, soluzioni ideali per lasciare spazio ai veri protagonisti dell’inverno. Ancora di grande attualità i gioielli da comporre e personalizzare con perle e pietre preziose artigianali oppure con charms e ciondolini. In questo modo si ottengono bracciali e collane unici ed esclusivi, alcuni più semplici mentre altri decisamente più ricchi.
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Pranzo di Natale ENTRE Crudo di Parma con petali di ananas e burratina ANTIPASTO Mazzancolle in salsa cocktail Insalata di piovra Carpaccio di mare Flan di verdure con vellutata di grana Salumi nostrani della casa PRIMI Risotto con scampi Spaghetti vongole e bottarga Pennette al tartufo nero SECONDI PESCE Gamberoni ai ferri Salmone in crosta con salsa allo zafferano Coda di rospo al profumo di bosco
SECONDI CARNE Arrosto di vitello con crema di castagne Filetto di maiale iberico in crosta di semi di finocchio Mini tartare con aceto balsamico di modena CONTORNI Patate arrosto - Patate fritte Patate prezzemolate Verdure grigliate Verdure al vapore Insalata mista DESSERT Tiramisu della casa Millefoglie - Profitterol Panettone e pandoro artigianali con crema al mascarpone ACQUA E VINO COMPRESI
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Il 14 Gradi Restaurant&Lounge è a Cernusco sul Naviglio a pochi chilometri da Milano. Realtà locale dal 2009, ha cambiato gestione nel gennaio 2016 che si è impegnata per dare quel tocco più moderno al servizio. Oggi, il locale è un’azienda italiana che propone una cucina italiana fatta di prodotti italiani e genuini e si completa di uno staff preparato e attento alle esigenze della clientela. Da lunedì a venerdì, vengono serviti piatti giusti per chi, dopo il pranzo, deve tornare in ufficio. Il business lunch offre tutti gli ingredienti, dall’ampio posteggio al wifi gratuito e veloce. Ogni sera il 14 Gradi Restaurant&Lounge vi accoglie in un’atmosfera rilassante, perfetta sia per chi vuole bere un drink veloce insieme ai colleghi dopo una giornata di lavoro, sia per chi vuole godere di un aperitivo in compagnia degli amici e ha voglia di gustare il ricco buffet accuratamente preparato dagli chef. Vero punto forte, l’apericena si presenta con un buffet sempre più ricco, con antipasti, stuzzicherie, primi, secondi, piatti caldi e freddi. In questa stagione, che vede accendersi le prime luminarie, il 14 Gradi Restaurant&Lounge si prepara a diventare punto di riferimento per chi vuole organizzare il brindisi degli auguri con colleghi, amici e parenti. Che si tratti di celebrare una festa, pranzo di lavoro, una cena a buffet per il prossimo brindisi degli auguri di Natale, il locale di Cernusco sul Naviglio è la location ideale grazie ai suoi numerosi pacchetti che soddisfano tutti i gusti e tutti i budget.
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Natale2016 SPECIALE
Idee regalo per gli amanti del cibo
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e fra i nostri conoscenti qualcuno ha la passione della cucina, da questo hobby possiamo trarre tanti spunti per potergli fare un regalo sicuramente gradito! Per gli amanti della cucina giapponese home-made c’è l’imbarazzo della scelta: i possibili regali di Natale vanno dai set da tavola con bacchette e ciotole agli stampi per sushi maki. Se invece l’amico è un appassionato di pizza, sia esso neofita o amatore evoluto, una teglia in ferro come quelle delle pizzerie oppure una pietra refrattaria per la cottura diretta, saranno il regalo perfetto. A chi invece è scoppiata la passione per torte e biscotti, sarà sicuramente entusiasta di ricevere il kit per cucinare la crostata comprensivo di teglia antiaderente, matterello, paletta, marmellata biologica e un ricettario di dolci. Se il vostro pasticcere provetto, invece, è un amante di torte e dessert allo yogurt, non esitate: andate sul sicuro con la yogurtiera che produrrà in poche ore uno squisito yogurt fatto in casa. E quando la nuova passione è la produzione di birra artigianale? Un regalo molto utile è sicuramente un manuale tecnico che possa spiegare in modo chiaro, tutto
ciò che ruota attorno al mondo della birra home-made, dalla scelta delle materie prime e dei dosaggi all’uso sapiente degli strumenti del mestiere. Se invece il destinatario è solo una buongustaio, invece di regalare l’ennesimo oggetto che magari finirà nell’armadio, compriamogli del buon cibo o un assortimento di prodotti alimentari da gourmet, che magari non comprerebbe mai da solo, ma che gradirà sicuramente ricevere come regalo.
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A Natale per i bambini: Giardini Tascabili ed “esperienze”
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cegliere il regalo di Natale per i più piccini non è cosa facile. Innanzitutto si devono evitare tutti i prodotti che non dispongono del marchio ufficiale dell’UE, in quanto potrebbero ledere seriamente alla salute dei bambini. Le scelte poi, sono davvero infinte. In primo piano ci sono sempre i giocattoli: piste per le macchine, trenini, tricicli, biciclette, automobili, camioncini, modellini, bambole (Winx, Bratz e Nenuco oltre all’intramontabile Barbie), kit o attrezzi da meccanico, peluche, pupazzi e personaggi di cartoni animati e programmi televisivi. Ultimamente alcune aziende di giocattoli hanno lanciato un’intera serie di giochi educativi che hanno per tema la sostenibilità ambientale. Si parte dalle energie rinnovabili fino ad arrivare a giochi sulla raccolta differenziata. Ce ne sono anche col tema “Mondo e Natura”, così per il prossimo Natale i bambini possono realizzare il loro primo terrario con piantine vere o possono ricevere il loro primo kit per analizzare l’acqua. O ancora i “Giardini Tascabili” ovvero dei sac-
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chetti che contengono terriccio e semi. Basterà annaffiarli per veder crescere la piantina. I semi contenuti nel sacchetto possono essere di fiori o piante da cucina, così, quando la pianta germoglierà, si potranno avere prodotti da orto a km zero. Sono sicuramente un prezioso aiuto per comprendere meglio e prendere coscienza dell’ambiente che li circonda. Se invece i bambini sono ancora piccoli, allora via libera a tutti quei giochi che stimolano la fantasia e la creatività: puzzle, costruzioni, cubi e tutti i materiali da disegno. Per bambini non più piccolissimi, molto divertente è il gioco-vestiti, ovvero dei kit di abbigliamento (maglietta o felpa per i maschietti, vestito per le signorine) che potranno divertirsi a colorare e personalizzare con gli appositi pennarelli. Se poi il disegno non piace più, basta metterlo in lavatrice per riavere di nuovo “il modello base” e ricominciare a colorarlo. E per i bambini appassionati di fotografia, il dono più gradito potrebbe essere una macchina fotografica pensata proprio per loro, magari dotata di varie funzioni tra cui l’Aeditor di foto per ritoccare le immagini o ancora una telecamera per creare simpatici filmini. Se invece il regalo è destinato a un ragazzo un po’ più grande si può scegliere uno strumento musicale. In questo caso se conosciamo esattamente i suoi gusti si può comperarlo direttamente, in alternativa gli si regala un “buono omaggio” che potrà utilizzare per acquistare ciò che più desidera! Ma se per questo Natale vogliamo essere originali possiamo regalare delle “esperienze”, vale a dire degli abbonamenti per frequentare corsi di pittura, di ceramica, di lingua, oppure lezioni per imparare uno sport (nuoto, danza, sci etc.) o ancora biglietti per andare allo zoo, a un museo o a un concerto.
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Tecnologia: dallo smartwatch all’head-up display Smartwatch, braccialetti digitali che monitorano i parametri del sonno e dell’attività fisica, l’head-up display per l’automobile, piccoli accessori che permettono di ritrovare lo smartphone dimenticato chissà dove, tastiere e mouse wireless e altro ancora. Di tutto e di più per gli appassionati della tecnologia. Gli smartwatch, collegati al telefonino, indicano le ore e le chiamate, funzionano da contapassi e sveglia, riportano gli sms. Ce ne sono per tutti i gusti e di ogni marca, oltre che di ogni prezzo. Sempre più diffusi sono particolarmente apprezzati da chi ne fa uso per la loro efficienza e praticità. I braccialetti elettronici fanno esattamente le stesse cose degli smartwatch, senza però indicare le ore e riportare gli sms che arrivano sul cellulare. Sono molto apprezzati da chi pratica attività sportive di vario genere. Tastiere e mouse wireless sono invece il regalo ideale per tutti coloro che detestano i cavi di collegamento tra queste periferiche e il computer. Sono molto utili dove c’è poco spazio e si ha pertanto qualche difficoltà nell’organizzazione della scrivania. L’head-up display è la novità del momento: è uno strumento portatile che, collegato alla propria vettura, ne ri-
flette dati e paramentri sul parabrezza. Tutte le informazioni importanti per l’automobilista, dunque, sono immediatamente disponibili allo sguardo. Gli Sticknfind, utilissimi e pratici, sono perfetti per tutti gli smemorati che abbandonano le cose importanti ai quattro angoli della casa e, di conseguenza, si ritrovano a perdere gran tempo nel cercarli.
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Festeggiamo con i dolci della tradizione AL NORD: PANETTONE, PANDORO E TORRONE
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l Natale è una festa gioiosa e dell’abbondanza e i dolci occupano un posto centrale sulle tavole imbandite. Panettone, pandoro e torrone sono i classici dolci natalizi, ma tantissimi altri sono i prodotti tipici di ogni regione, a volte di ogni città. A Milano abbiamo il panettone, dolce dalla pasta morbida e farcita con frutta candita, scorzette di arancio e cedro, e uvetta. Compare in città ai tempi di Ludovico Il Moro verso la fine del ’400, e ancora oggi si fa con la stessa ricetta. Il pandoro invece nasce a Verona verso il 1800, ma è solo nel 1894 che Domenico Melegatti, proprietario dell’omonima azienda, brevetta un dolce a forma a tronco di cono con l’idea di una stella. Il disegno è di Angelo Dall’Oca Bianca un pittore veronese vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Il torrone è il dolce tipico di Cremona. Si narra che sia stato servito nel 1441 al matrimonio di Fran-
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cesco Sforza e Bianca Maria Visconti tenutosi in città, ma già i Romani lo conoscevano, come dimostra Tito Livio. La forma di questo dolce è quella del Torrazzo: la torre della città. E’ fatto con l’albume dell’uovo, miele, mandorle, noci, arachidi o nocciole e ricoperto da due ostie. In Liguria abbiamo il pandolce, una specie di focaccia di pasta lievitata che incorpora uva sultanina, pistacchi, zucca candita, pinoli e decorata con un rametto di alloro in sommità. Di forma circolare ne esistono due versioni “alto” e “basso”. Secondo alcuni storici questo dolce sarebbe di origine persiana. Pare infatti, che il primo giorno dell’anno il paggio più giovane offrisse al sovrano un grande pandolce che poi veniva diviso tra i cortigiani. Ancora oggi è tradizione nelle famiglie liguri che il giorno di Natale il componente più giovane sfili dal pandolce il rametto beneaugurante dell’alloro. Il dolce natalizio delle campagne bolognesi si chiama invece panone, i suoi ingredienti base sono molto nutrienti: nocciole, arachidi, mandorle, ciliege candite e cognac ma la ricetta cambia di casa in casa. Va preparato anche un mese prima perchè i suoi ingredienti si fondano e sprigionano l’aroma di tutti i suoi ingredienti. Veniva preparato in casa dalle “zdaure”, cioè da coloro che si occupavano di riunire tutte le famiglie numerose sotto lo
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stesso tetto e di far sedere tutti allo stesso tavolo e si assicuravano che tutti mangiassero qualcosa, dai più anziani ai più piccolini!
...AL CENTRO: PANFORTE E PANGIALLO
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ra i dolci natalizi diffusi nelle regioni dell’Italia centrale, troviamo il panforte dolce tipico toscano di origini molto antiche. Sembra infatti che veniva servito al clero già nell’anno Mille. La base è quella del pane a cui vengono aggiunti conce di arancia, cedro, mandorle e viene coperto dallo zucchero vanigliato. O ancora i ricciarelli, un dolce tipico senese fatto con una pasta simile al marzapane che viene mescolata alla vaniglia e cotta in forno, con la forma di un grosso chicco di riso. La superficie è poi coperta da zucchero a velo. La loro origine si fa risalire al XIV secolo. In Umbria ma anche in molti altri centri dell’Italia centrale si prepara il panpepato. E’ un singolare e personalissimo dolce natalizio (conosciuto già nel ‘400), forse il più eccentrico per complessità di aromi: dolce, allo stesso tempo amaro, addirittura piccante. Il nome deriva dalle spezie che venivano inserite e che lo rendevano un cibo per i ricchi. E’ un composto di mandorle, nocciole, pinoli, pepe, cannella, noce moscata, canditi, pezzi di buccia di arance o cedro, impastati con cacao, miele, farina, mosto cotto d’uva e infine il tutto cotto al forno. E poi abbiamo il pangiallo nel Lazio. Altro pandolce la cui origine si perde nella notte dei tempi. Così chiamato per il colore della glassa che lo ricopre, aggiunge agli ingredienti tipici dei dolci di Natale lo zafferano e la ricotta. Il parrozzo si prepara invece in Umbria- Abruzzo, è nato dalla creatività di un pasticcere abruzzese che si era ispirato al pane casareccio. A differenza di altri dolci natalizi, nel parrozzo si usano la fecola di patate e il cioccolato fondente per la copertura.
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...E AL SUD: CARTELLATE, FICHI CHINI E PAPASSINI
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n Puglia troviamo le cartellate che inondano le case con il profumo di anice, mosto cotto e cannella in un delirio di aromi da stordire i sensi. Secondo la tradizione la sfoglia sottilissima prende la forma delle fasce di Gesù Bambino, diventando una dolcissima rappresentazione della travolgente gastronomia locale. A Napoli troviamo i mostaccioli, dolci formati da una pasta morbida dal sapore di miele e frutta candita e sono coperti da cioccolata e gli struffoli: palline di pasta fritte nell’olio, immerse nel miele caldo e poi mischiate a pezzetti di cedro e altra frutta candita, pezzetti di zucchero e confettini colorati. In Calabria i fichi diventano protagonisti nella preparazione dei dolci natalizi. I fichi chini sono infatti un’eccellenza della pasticceria locale. Per la loro preparazione i fichi secchi vengono riempiti con mandorle, noci, cioccolato, canditi e sovrapposti a quattro a quattro per formare una Croce, simbolo religioso del Natale. In Sicilia invece abbiamo la cubaita, un croccante di origine mediorientale che sostituisce il torrone. Gli ingredienti principali sono miele, sesamo, mandorle e arance. E poi i buccellati, che in pasticceria vengo-
no realizzati a forma di ciambella, fatti in casa assumono invece la forma di piccoli biscotti lavorati in vari modi e ricoperti da una glassa di zucchero e codette colorate. Il termine buccellato deriva dal tardo latino buccellatum, cioè pane da trasformare in buccelli, ossia bocconcini. Si tratta di un impasto di pasta frolla, steso a sfoglia e farcito con un ripieno di fichi secchi, uva passa, mandorle e altri ingredienti che variano a seconda della zona in cui si preparano, poi chiusa e modellata in vari modi. E per concludere citiamo i papassini dolci tipici del Natale in Sardegna. Si tratta di dolcetti morbidi e aromatici, farciti solitamente con noci (o nocciole), buccia di limone, uva passa (da cui il nome di “papassini”) e vaniglia. Questi dolci sono praticamente diffusi in tutta l’isola e, benché la base della ricetta sia sempre la stessa, il ripieno varia in base alla zona e alla città in cui vengono fatti.
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Mercatini di Natale dalle antiche origini contadine
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n molte città dell’Italia settentrionale e in generale di tutto l’arco alpino, l’Avvento viene introdotto con l’apertura dei Mercatini di Natale. La loro origine, sembra sia legata alla vita economica e sociale dell’antica civiltà contadina del centro Europa nel periodo invernale. Nei mesi freddi il lavoro nei campi era sospeso e i “bauer” (contadini), specialmente quelli che abitavano in alta montagna dove le nevicate erano abbondanti anche in autunno, trascorrevano la maggior parte del tempo in casa al caldo della “stube”. Gli uomini intagliavano oggetti in legno, intrecciavano ceste, confezionavano prodotti agricoli durevoli e trasportabili e le donne lavoravano la lana. Per mantenere le numerose famiglie, necessitavano anche di scendere nelle città del fondo valle (abitate da commercianti) per scambiare o vendere la propria merce dando vita a dei mercatini predisposti alla vendita di questi prodotti artigianali. Nel tempo, avvicinandosi al periodo dell’Avvento queste “riunioni di vendita” assunsero un’atmosfera magica incontrando la solidarietà di tutta la comunità che iniziò a predisporre la città e le proprie case per ospitare gli artigiani-mercanti. Le prime testimonianze storiche dell’esistenza dei “mercatini di Natale” chiamati anche di San Nicola, perché organizzati in prossimità della festa del Santo (6 dicembre), risalgono al XIV secolo nei territori compresi tra la Germania e l’Alsazia. Il primo mercatino della storia, uno Striezelmarkt, ha avuto luogo a Dresda il lunedì precedente il Natale dell’anno 1434. Era un mercato
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ricco di dolci tipici tedeschi chiamati Striezel (da cui prese anche il nome). Insieme a quello di Dresda, si hanno testimonianze storiche anche di quello di Strasburgo, che risale al 1570 e quello di Norimberga del 1628. Con l’avvento della Riforma Protestante e il conseguente abbandono del culto dei Santi, i mercatini cambiarono nome e furono chiamati più semplicemente Christkindlmarkt (che letteralmente in tedesco significa Mercato del Bambino Gesù). In principio erano i paesi del nord Europa a contendersi il pubblico, poi piano piano la passione si è espansa verso sud fino ad arrivare in Italia. Nel 1990 gli organizzatori del Christkindlmarkt di Norimberga decisero di crearne un’edizione anche a Bolzano e col passare degli anni dal capoluogo trentino si sono diffusi e moltiplicati anche nelle vicinanze. Abbiamo infatti anche quelli di Brunico, Bressanone, Vipiteno e Merano. A livello europeo i mercati di Natale più famosi sono tenuti nelle città di Augusta (Germania), Norimberga (Germania), Dresda (Germania), Colonia (Germania) e Strasburgo (Francia). A Colonia si tengono ben sette mercati, in differenti luoghi della città, di cui uno in una imbarcazione sul Reno. I prodotti di artigianato che si possono trovare sono rigorosamente “fatti a mano” e una visita ai Mercatini di Natale può essere l’occasione per trovare regali originali, per assaporare deliziosi prodotti del luogo, bere del buon vin brulè che riscalda e accresce il clima di festa, uscire dalla quotidianità e immergersi in una suggestiva atmosfera natalizia!
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