Supplemento gratuito al numero odierno del Corriere della Sera, non vendibi le separatamente
nr. 1 | Estate - Summer 2016
Ghiaccio caldo | Hot ice Photoreportage
Le interviste | Interviews Reinhold Messner Erri De Luca
www.museomarmoladagrandeguerra.com
Godete dello straordinario panorama a 360° dal punto più alto d’osservazione del leggendario ghiacciaio della Marmolada. Un sipario che si apre a perdita d’occhio sulle più spettacolari creste dolomitiche. Imperdibile una visita all’esposizione permanente più alta d’Europa: il Museo della Grande Guerra, completamente rinnovato nell’estate 2015.
MARMOLADA, A UN PASSO DAL CIELO DOLOMITI UNESCO
www.funiviemarmolada.com
Naturally curious
A pochi passi dal centro storico di Trento vi aspetta il MUSE - Museo delle Scienze, disegnato da Renzo Piano. Dalla meraviglia dei ghiacciai alla serra tropicale montana, un viaggio unico fra natura, scienza e societĂ . Just a short walk away from the old center of Trento town, MUSE - the Science Museum designed by Renzo Piano offers enjoyable time to any visitor. From the Alpine glaciers to the tropical greenhouse, the journey through nature, science and society is unique!
MUSE - Museo delle Scienze Corso del Lavoro e della Scienza, 3 38122 Trento T. +39 0461 270311 www.muse.it
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Ghiaccio caldo Hot ice
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Il camoscio, simbolo delle Dolomiti Chamois, the symbol of the Dolomites
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Reinhold Messner, un uomo, una terra, una verità One man, one earth, one truth
Erri De Luca, a due mani… nella vita e in roccia Using both hands… in the life and on the rocks
Ph: ©fotolia - Olympixel
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nr. 1 | Estate - Summer 2016
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10 redazione@dolomitipremiere.com marketing@dolomitipremiere.com www.dolomitipremiere.com
Editorial&Responsable Director Sofia Brigadoi Director Marketing&Communications Sandra Paoli Ufficio Stampa&Pubblicità | Traduzioni Luigi Casanova Marika Mottes Sara Covelli Art&Graphics Grafart • Trento Print Litografica Editrice Saturnia • Trento Copertina | Cover Dito di Dio • Gruppo del Sorapiss Photo James Rushforth Hanno collaborato | Have collaborated Mariangela Franc Dino Ballarini Filippo Zibordi Chiara Dalla Pozza Christian Casarotto Mattia Brambilla Paolo Pedrini Franco Perco Jutta e Karin Christomannos Marco Avanzini Evelyn Kustatscher Michele Pizzinini Viviana Ferrario Chiara Quaglia Fausta Slanzi Photoreportage&Photo Bruno Boz • Giacomo De Donà (immagini tratte dalla pubblicazione Incanto Vita selvaggia nelle Dolomiti Bellunesi) Matteo De Stefano Lorenzo Franco Santin Werner Putzer Si ringrazia | A special thanks to Fondazione Dolomiti Unesco Muse - Museo delle Scienze di Trento Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige Associazione Teriologica Italiana
Revealed footprints
Radici… dalla diffidenza all’accoglienza
Roots… from suspicion to welcome
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Seduzione in rosso
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Status dell’orso nelle Alpi
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Dolomiti in 3D
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Reportage fotografico
Red seduction
Status of bears in the Alps
Dolomites in 3D
Photoreportage
38 Fauna e avifauna: fragili equilibri
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Fauna and avifauna: instable balances
Nostro nonno Theodor… voce dell’eternità
Our grandfather Theodor… voice of eternity
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Il mistero dei giganti di pietra
The mystery of giants of stone
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Storia dell’alimentazione delle popolazioni alpine
History of food of the Alpine populations
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Strutture obsolete
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Arte Sella Education: al via il progetto Handling with Care
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Le Dolomiti? Sosteniamo un approccio unitario
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Obsolete structures
The beginning of the project Handling with Care
Dolomites? Let’s support an unitary approach
erritori informatizzati T per il bene comune
Computerized territories for the common good
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La montagna perduta
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La “Carta di Cortina”
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Sport&Co – Natural Parks
The lost mountain
The Cortina Charter
Dolomiti Trentine Dolomiti Altoatesine Dolomiti Bellunesi Dolomiti Friulane...
Ph: ©fotolia - passiflora70
Iscr. Tribunale di Trento nr. 9/15 del 15/07/2015
Orme svelate
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ilfuturo
Marketing CCB - 05/2016
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Crediamo nel nostro territorio quale luogo della crescita. Per questo reinvestiamo il 95% del risparmio a sostegno dell'intera comunitĂ : famiglie, imprese e associazioni ne traggono beneficio in un circolo virtuoso che stimola la crescita e la coesione del tessuto economico e sociale. Scopri il nostro modo di intendere lo sviluppo su www.crescereilfuturo.it
Editoriale - Editorial
La sobrietà: un valore
L’umanità è chiamata ad affrontare un bivio decisivo per la qualità della vita sulla terra. Entro il 2030 dovremo, tutti, aver modificato il nostro modo di vivere. Cosa produrre e come alimentarci, con l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare, che è una delle cause maggiori d’inquinamento. Come muoverci e in che modo risparmiare risorse preziose come l’acqua e il suolo. Domande che attendono risposte urgenti. Come auspica papa Francesco nell’enciclica “Laudato Si” , affronteremo una rivoluzione culturale mai vista nella storia dell’umanità. Entreremo in una nuova era già definita Antropocene. Nelle Dolomiti questa scommessa può essere vinta. Ovviamente con la condivisione di chi vi abita e degli ospiti. Nonostante questo impegno nel 2050 le montagne saranno cambiate: dei ghiacciai resteranno piccole isole, la vegetazione avrà conquistato spazi oggi regno di pascoli, l’acqua potabile sarà una risorsa sempre più rara. Il valore della sobrietà dovrà divenire la priorità del nostro vivere e agire. I Fondatori
Sobriety: a value
Humanity has to come to a decision concerning the quality of life on the Earth. By 2030, our life style will have to change. What to produce and how to eat: reducing wastefulness, the most important cause of pollution, is the goal. How to move and how to save precious resources such as water and soil. Urgent answers to these questions are required. As pope Francis wrote in his encyclical letter “Laudato Si’” (Praise Be To You), we will face a new cultural revolution in the history of humanity. We will enter a new era called Antropocene. In the Dolomites, we can win this bet, of course with the approval of the inhabitants and of the guests. Despite this commitment, by 2050 mountains will be changed: glaciers will turn into small islands, vegetation will cover grazing lands, and drinkable water will be always rarer. Sobriety will have to be the priority of our life and behaving style.
Ph: ©fotolia - kaalimies, Ana Gram
The Founders
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Dopo milioni di anni dal profondo della terra, emergono scoperte straordinarie
Impronte di dinosauro alla base del Pelmetto Dinosaur footprints at the base of Pelmetto
In un masso di frana del Monte Pelmetto sono leggibili una serie di orme di era triassica
appartenenti a diverse specie di arcosauri e dinosauri, carnivori ed erbivori, di piccola e media taglia, riscontrabili in altri massi facenti parte alla stessa colata franosa. Nel 2014 un’eccezionale ritrovamento sulle cime del Monte Pelmo ha rivelato un aspetto finora sconosciuto sulla presenza dei grandi dinosauri del Giurassico nelle Dolomiti. Testimonianza facilmente accessibile di questi rinvenimenti è visibile presso il Museo Vittorino Cazzetta, di Selva di Cadore che propone sul calco a grandezza naturale la simulazione olografica, di una passeggiata di un primitivo Ornitischio basale simile al Fabrosaurus.
Orme svelate Revealed footprints After millions of years, from the depths of the Earth, wonderful discoveries come up
In
some ruins, after a landslide on the Monte Pelmetto, there are footprints of the Triassic, which belong to many species of archosaurs and dinosaurs, arnivores and herbivores, small, and middle sized. They have been found in ruins belonging to the same landslide. In 2014, through an incredible finding on the top of Monte Pelmo, it has been discovered that there were dinosaurs on the Dolomites during the Jurassic, and this was unknown before. A proof of this can be seen in the Museum Vittorino Carezza, in Selva di Cadore. In this museum, the walk of a primitive ornithischia, similar to the fabrosaurus, is holographically simulated through a life-sized cast.
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Radici… dalla diffidenza all’accoglienza
Picco di Vallandro
Ph Parchi naturali Prov. aut. di Bolzano
Roots… from suspicion
to welcome MARIANGELA FRANC
Gli
abitanti delle valli alpine, per lungo tempo isolate dalla difficoltà nei collegamenti, hanno fatto della difesa dei loro usi e costumi e dell’autodeterminazione i principi fondanti del governo della comunità. Non ci deve stupire, quindi, che il turismo, inteso, alla fine dell’800, come arrivo di viaggiatori da “fuori” abbia suscitato sentimenti contrastanti come il rifiuto, il sospetto e la curiosità. Nonostante uno sviluppo lento e molto graduale che si è protratto per almeno due secoli (ai primi decenni del 1800 si fa risalire la nascita del turismo in Svizzera e nel Tirolo), il turismo anche in Dolomiti, ha suscitato un’iniziale diffidenza. Il “forestiero” veniva spesso percepito dalla comunità locale come un intruso, portatore di richieste bizzarre come un esplorare una montagna alla ricerca di specie botaniche sconosciute o di reperti geologici. Una tradizione religiosa conformista e le preoccupazioni delle autorità ecclesiastiche per una possibile contaminazione delle comunità alpine da parte di turisti portatori della minaccia protestante, contribuirono non poco alla costruzione dell’immagine del turista come un attentato alla stabilità sociale. Rappresentative suonano in tal senso le parole del reverendo Rieger che, sotto pseudonimo, dalla testata del Brixener Chronik ammoniva contro “le molteplici tentazioni e suggestioni del movimento turistico” e, consigliava i fedeli di 10
Over
the two centuries during which tourism developed in the Alps, the relationship between tourists and local people changed, because of the difficult communication among people belonging to two different cultures. On one side, Alpine people, jealous and repositories of traditions and local habits: for them, foreigners who came to visit their places were intruders. On the other side, travellers and tourists belonging to the well-off class were curious to explore a new place and to have contact with the unknown culture of farmers. Walking in the mountains to get to the top, to look for rare or unknown stones or for the best glimpse to paint a painting: for these reasons, tourists had to get to know local people and their ancient knowledge. At the beginning, foreigners were only few mountaineers and scientists; towards the end of the 19th century, Alpine clubs were founded (Deutsch-Österreichischer Alpenverein and Club Alpino Italiano), and tourists started to go to the mountains. At the beginning, refuges only represented a support during the trekking, but at the beginning of the 20th century, they turned into welcome and meeting points. Since the 1960s, tourism turned into an industry and changed the life condition of many valleys; furthermore, through tourism, local people and foreigners had more possibilities to meet.
Botanico in montagna. Immagine tratta dalla pubblicazione: Il libro del Touriseum 2003.
“espellere dal paese gli ospiti sgraditi.” Altrettanto rappresentativo quanto scriveva nel 1896 il principe vescovo di Bressanone nella lettera quaresimale: “ ...non pochi di coloro che favoriscono il turismo a nient’altro mirano se non alla corruzione morale e religiosa”. Di parere diverso erano invece gli imprenditori del tempo, questi suggerivano di considerare i viaggiatori come un affare molto redditizio, per il quale valeva la pena abbandonare la diffidenza e sfoggiare il sorriso. A partire
dagli ultimi tre decenni del 1800 un’altra opportunità di reciproca contaminazione positiva si è andata creando tra alpinisti e guide locali grazie alle quali i turisti i avvicinavano alle tradizioni locali. Con la nascita verso la fine dell’ ’800 dei club alpini (Deutsch-Osterreichischer Alpenverein e Club Alpino Italiano), si aprirono le porte alla diffusione del turismo in montagna. I rifugi nelle Alpi, nati come punto di appoggio durante le attraversate, si trasformarono nei primi anni del ‘900 in veri e propri luoghi di accoglienza e
d’incontro. Nel 1910 l’80% dei rifugi erano gestiti come “alberghi in quota” e l’integrazione culturale tra turisti e comunità locale avveniva sulla base della condivisione di emozioni, conoscenza e bellezza della montagna. A partire dagli anni ’60 del’900, lo sviluppo del turismo ha rappresentato per intere vallate alpine un’opportunità di occupazione e di miglioramento delle condizioni generali di vita, oltre che un’ occasione d’incontro culturale ormai “alla pari” tra comunità ospitante e ospitata. 11
Photo Elsa Danzi
Seduzione in rosso Red seduction DINO BALLARINI
Tra
Bet
ween the beautiful peaks of the Dolomites, the woods of conifers are full of mushrooms, which help plants supplying them with water and mineral salts. One of these mushrooms, beautiful and well known, is called Amanita muscaria. Thanks to its big and red pileus with several white spots, you can see this mushroom even if you are far away, and people are attracted by it: it is like magic. Its lamellas are white, as well as its slim stipe, bulbous at the base, adorned by a white ring. The epithet “muscaria” is due to the fact that in some regions this mushroom was used to kill flies (“musca” in Latin). Some pieces of mushroom were macerated in a bowl with milk, and apparently, flies fell down in the bowl sipping the milk; for this reason, they died in the bowl and in English this mushroom in also called “fly agaric”. The toxins contained in this mushroom are above all ibotenic acid and muscimol, which are hallucinogenic and psychoactive. In ancient times, shamans in Siberia used this mushroom, which they called mukhmor, to talk with their Gods. We recommend not eating or trying this kind of mushroom, because the effects on the nervous system can be dangerous. Let us just admire it. 12
le splendide cime dolomitiche, i boschi di conifere sono particolarmente rigogliosi, grazie anche ai funghi simbionti che aiutano le piante portando loro acqua e sali minerali. Uno di questi funghi, bello e molto noto, è Amanita muscaria. Lo conoscono anche i bambini perché lo vedono spesso disegnato sui libri di favole. Col suo grande cappello rosso ornato da numerose placche bianche, residui del velo generale che avvolgeva il carpoforo all’inizio dello sviluppo, questo fungo è visibile da lontano e ci attira verso di lui, come per magia. Le lamelle sono bianche come il gambo, slanciato, bulboso alla base, ornato da un bianco anello a gonnellino. I raccoglitori di funghi l’hanno chiamato “segnabrise” perché i prelibati porcini crescono nello stesso ambiente. Gli è stato dato l’epiteto specifico “muscaria” perché in alcune regioni era utilizzato per uccidere le mosche. Si maceravano alcuni pezzi di fungo in una ciotola di latte e pare che le mosche, succhiato un po’ di latte, cadessero nella ciotola, dove morivano. Per questo stesso motivo gli inglesi lo chiamano “fly agaric”. La presenza della tossina “muscarina”, che è stata trovata la prima volta proprio in questa specie ed è responsabile dei sintomi di nausea e vomito, è molto bassa. Le tossine che contiene in misura maggiore sono l’acido ibotenico e il muscimolo, i quali sono allucinogeni e psicoattivi. Fin dai tempi più antichi gli shamani di Siberia usavano questo fungo, chiamato mukhomor, per parlare ai loro dei. Si sconsigliano vivamente il consumo e anche solo l’assaggio di questa specie perché gli effetti sul sistema nervoso possono essere molto pericolosi. Accontentiamoci di ammirare questi straordinari frutti del bosco ricordando che contribuiscono alla crescita delle piante che sono la ricchezza e la bellezza del nostro territorio.
Status dell’orso nelle Alpi Status of bears in the Alps FILIPPO ZIBORDI Associazione Teriologica Italiana
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Ph: ©fotolia - lucaar
Animale grande e maestoso, vero e proprio “re” dei nostri boschi, l’orso è un simbolo della meravigliosa e misteriosa bellezza delle Alpi. Quasi scomparso dall’intera catena montuosa, oggi sta tornando ad abitare le foreste e i monti da cui lo avevamo scacciato: la convivenza tra uomini e orsi è infatti nuovamente possibile, ma il futuro della specie sulle Alpi dovrà necessariamente passare da una maggiore coscienza ecologica da parte dell’uomo, da un’efficace mitigazione dei conflitti e da una corretta educazione alle regole della convivenza e del rispetto reciproci. Majestic and big animal, the real “king” of our woods, symbol of the wonderful and mysterious beauty of the Alps. In the past, it was about to die out, but nowadays it is coming back to our forests. The human being has to be aware of this and to make this cohabitation possible.
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Domande e risposte sugli orsi
Questions and answers about bears
Quanti orsi vivono nelle Alpi Centrali? Gli esemplari presenti nel 2015 sono circa 50 (tra 48 e 54: si tratta di una stima ottenuta sulla base del monitoraggio genetico effettuato sui campioni organici raccolti nel corso dell’anno): 23 adulti, 14 giovani e 11 cuccioli.
How many bears live in the Central Alps? In 2015, there were about 50 bears. 23 adults, 14 young bears and 11 cubs.
Qual è il trend della popolazione? Dopo 10 anni di incremento numerico, la popolazione di orsi ha smesso di crescere: il suo numero è pressoché stabile da 4 anni. Quanti cuccioli sono nati? Nel 2015 sono state accertate 7 cucciolate, per un totale di 13 orsetti nati in Trentino. Dall’inizio del progetto di reintroduzione Life Ursus i cuccioli venuti alla luce sono ben 101 (48 eventi riproduttivi in 14 anni; in media 2,10 cuccioli per cucciolata). Quanti orsi sono morti e perché? Sommando i 101 cuccioli ai 10 individui “fondatori” portati in Trentino dalla Slovenia nell’ambito del progetto di reintroduzione promosso dal Parco Adamello Brenta, mancano all’appello ben 60 orsi. Tra le cause di morte accertate vi sono valanghe, cadute, predazioni e uccisioni da parte di orsi maschi, ma anche azioni dell’uomo come avvelenamenti ed altri atti di bracconaggio, investimenti stradali e abbattimenti autorizzati. La maggior parte delle scomparse, come è ovvio, è tuttavia ancora ignota.
Which is the trend of the population? After 10 years of increase, the bear population has stopped increasing and is stable since 2012. How many cubs were born? In 2015, there were 7 broods, 13 cubs in Trentino. How many bears died and why? Putting together 101 cubs and 10 bears that have been taken to Trentino for the project of reintroduction of the Park Adamello Brenta, 60 bears are missing. Among the causes of death, there are avalanches, falls, predations and killings by male bears, as well as actions of the human being such as poisoning, poaching, accidents and authorised haunting. In which areas are bears mostly present? The core area, this means the area with the highest density of bears, in which there are all the 21 female bears, is Western Trentino, above all the Brenta Dolomites and the surrounding mountains. The male bears are in a more extended area, which includes Lombardy, South Tyrol and Eastern Trentino, Veneto and Friuli Venezia Giulia. Is it normal that bears move so much? For a young bear, this is normal: thorough this system, genetic exchange is possible and this prevents the increasing of the number of bears in the area.
Quali sono le zone maggiormente frequentate? La core area, ossia la zona a maggiore densità di orsi, dove sono concentrate tutte le 21 femmine, è il Trentino occidentale, e in particolare le Dolomiti di Brenta e i gruppi montuosi circostanti. Gli orsi maschi, tuttavia, sono distribuiti su di un’area molto più grande, che comprende anche Lombardia, Alto Adige e, in subordine, Trentino orientale, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Does the presence of bears crush with the human activity? Bears damage the activities of the human being (above all animal husbandry and beekeeping), but these damages can be reduced through preventive measures.
È normale che gli orsi si spostino così tanto? Per un orso giovane, abbandonare il territorio di nascita e andare in dispersione
Are bears dangerous? Bears are not aggressive, but they can be harmful for self defence.
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è del tutto naturale: si tratta di un meccanismo che permette lo scambio genetico e impedisce l’aumento eccessivo di esemplari in un’area. Negli ultimi 10 anni, 27 orsi (quasi tutti maschi) si sono spostati al di fuori del Trentino occidentale: molti sono morti, alcuni sono rientrati, 4 sono ancora fuori dal territorio provinciale. Per quanto riguarda le Dolomiti, finora si sono registrate solo presenze sporadiche, come ad esempio quella dell’orsa Vida che, nel 2001, ha vagato tutta l’estate tra i “monti pallidi”. La presenza dell’orso si scontra con le attività umane? Gli orsi causano danni alle attività dell’uomo (soprattutto alla zootec-
nia e all’apicoltura), ma tali danni possono essere grandemente ridotti attraverso adeguate opere di prevenzione; l’amministrazione provinciale trentina inoltre risarcisce al 100% il valore materiale dei beni. L’orso è un animale pericoloso? L’orso bruno che vive nei nostri boschi non è aggressivo: al contrario sono molteplici gli episodi e le situazioni documentate che fanno pensare a un animale dall’indole pacifica. Nonostante questo, se spaventato, l’orso è capace di gesti violenti e in casi molto rari di aggredire l’uomo: la sua aggressività è sempre legata alla paura nei nostri confronti.
Info: http://biocenosi.dipbsf.uninsubria.it/atit/FAQ/index.html; http://www.pnab.it/orso.html; http://www.orso.provincia.tn.it/; http://www.istituto-oikos.org/ L’Associazione Teriologica Italiana (ATIt) raggruppa i principali esperti, tecnici e ricercatori che si occupano dello studio e della conservazione dei Mammiferi in Italia. Info: http://fauna.dipbsf.uninsubria.it/atit/
The members of the Associazione Teriologica Italiana (Italian Mammals Association) are the main experts, technicians and researchers who deal with the study and the conservation of mammals in Italy.
Areale occupato dagli orsi nelle Alpi Centrali nel 2015 (tratto dal Rapporto Orso 2015 del Servizio Foreste e fauna della Provincia Autonoma di Trento, http://www.orso.provincia.tn.it/rapporto orso_trentino) Area occupied by bears in the Central Alps (from 2015 Bear Report, Forestry and Wildlife Department of the Autonomous Province of Trento, http://www.orso.provincia.tn.it/rapporto orso_trentino)
G
T
ARDA REK UNA RIVELAZIONE A OGNI PASSAGGIO
La geografia del turismo definisce questo angolo di paradiso il più rinomato spazio turistico del Lago di Garda. Una collana di percorsi di oltre seicento chilometri, che regala una svariata ricchezza di profili paesaggistici e culturali. Rilassanti, insoliti o spericolati i sentieri propongono visioni romantiche nelle quali si prova la sensazione di un’intima frequentazione con la natura ancora selvaggia e incontaminata.
A
REVELATION AT EVERY STEP
Geography of tourism defines this little corner of Paradise as the most known touristic area of Lake Garda. A wide range of itineraries which expands itself for more than 600 kilometers and offers a diverse richness of panoramic and cultural profiles. Relaxing, unusual or adventurous paths offer romantic visions which will give you the clear feeling of having an intimate contact with a wild and uncontaminated nature.
LA CORONA DEL TINO GARDA TREN pe, ri da percorrere a tap
Tre itinerari circola che fanno da “corona” lungo i pendii e i crinali del Lago di Garda. e nal trio ten set alle parte quote diverse: i primi a , nte sce Un impegno cre no per scoprire i l’an to due da percorrere tut rda Trentino sa Ga il fantastici panorami che te invernali. rna gio se ter le nel he offrire anc e cielo, lungo ra ter tra ata alc cav Il terzo è una l’Alto Garda. ona cor che e la cresta spartiacqu
GARDA TRENTINO’S CROWN ries to be covered in
Three circular itinera and edges which stages alongside slopes the northern side und aro all wn cro create the commitment at g sin rea inc An . of Lake Garda available all year two t firs different heights: the ary overview rdin rao ext round, discovering the also during the ers off o ntin Tre rda which Ga third one is a route clear winter days. The , along the watershed sky between earth and Upper Garda. crest which crowns the
www.gardatrentino.it
Dolomiti Dolomites Ph: ©fotolia - Oleksandr
in
Incontri tridimensionali con le bellezze del passato Three-dimensional encounters with the beautys of the past
La
valorizzazione del patrimonio archeologico, artistico e ambientale oggi guarda al mondo virtuale, la nuova frontiera per la conservazione digitale di dati a rischio. Lo sviluppo di nuove tecnologie per l’acquisizione e l’elaborazione di dati tridimensionali, in origine create per l’ingegneria e il settore sanitario, ha permesso un crescente utilizzo nel campo dell’antropologia e in archeologia, come valido supporto alla raccolta, all’analisi e alla conservazione di informazioni. Un modello digitale 3D riproduce con estrema precisione la geometria dell’oggetto di interesse e può essere quindi considerato a tutti gli effetti una copia fedele dei dati originali. Le metodologie di rilievo oggi più utilizzate si basano su acquisizioni fotografiche o scansioni laser operate da terra, nel caso di piccoli oggetti, o da quota mediante l’utilizzo di dispositivi di volo a pilotaggio remoto, più comunemente conosciuti come droni. Le Dolomiti si presentano ricche non solo di bellezze naturali, ma anche di ritrovamenti preistorici soggetti a continua erosione da parte degli agenti atmosferici. Testimonianze di grande valore archeologico sono ad esempio le orme di dinosauro rinvenute ai piedi del Monte Pelmo: il Museo V. Cazzetta di Selva di Cadore ne conserva oggi un calco ottenuto mediante rilievo e ricostruzione tridimensionale. È interessante infatti considerare il crescente settore della stampa 3D, utile per ottenere modelli solidi adatti all’esposizione nei musei, ma anche per fini didattici rivolti ai professionisti o alle scuole. Di grande importanza in archeologia è inoltre la possibilità di ricostruire tridimensionalmente le aree di scavo, un esempio d’alta quota è rappresentato dal sito mesolitico di Mondeval de Sora (San Vito di Cadore, BL), sottoposto a rischio per la generale instabilità dei versanti dell’area dolomitica. Un’interessante possibilità del mondo 3D è infine la creazione dei cosiddetti musei virtuali, che permettono la fruizione online di molte sedi a livello mondiale grazie all’utilizzo della realtà aumentata.
CHIARA DALLA POZZA
To
day the protection of the archaeological and natural heritage can be made with 3D technologies.These new methodologies lead to the creation of virtual models that will build a digital archive of very accurate data. The most used techniques are based on photographic acquisitions and laser scanning from the ground or by drone. The Dolomites are rich in archaeological sites that are subject to weathering, as the dinosaur’s footprints found at the base on Monte Pelmo. Thanks to three-dimensional modeling it has been possible to create a mold, useful to museum exhibition and educational use. Lastly an interesting possibility of the 3D world is the creation of virtual museums, which allow an online view of global cultural venues thanks to augmented reality. 19
Dolomiti e Selvatici Dolomites and Wild
osserva observe Dopo essere rimasto a lungo nascosto nella vegetazione riparia, il cervo attende la copertura delle prime nebbie o dell’oscurità per attraversare il fiume. After standing for a long time hidden in the riparian vegetation, a deer awaits the coverage of the first fog or darkness to cross the river. Photo Bruno Boz – www.brunoboz.com
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Samantha Cristoforetti, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e capitano pilota dell’Aeronautica militare, durante il tour divulgativo dell’impegno italiano a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Samantha è nata ai piedi delle Dolomiti di Brenta. Immagine scattata in occasione della conferenza al Teatro Santa Chiara di Trento il 5 di ottobre 2015. Samantha Cristoforetti, European Space Agency astronaut (ESA) and Italian Air Force pilot Captain, during the Italian commitment informative tour on board of the International Space Station. Samantha is born at the foot of the Brenta Dolomites. Picture taken during the conference at the Theater Santa Chiara of Trento on the 5th of October 2015. Photo Matteo De Stefano - www.matteo-destefano.it Arch. Muse - www.muse.it
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Dolomiti e Spazio Dolomites and Space
esplora explore
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Dolomiti e Paesaggi Dolomites and Landscapes
medita meditate 24
Una foresta di abeti, immortalata dalla sommitĂ di una montagna, nella quale pervade il suono del silenzio. Val Cimoliana, Dolomiti Friulane. A forest of firs, immortalized by the summit of a mountain, in which the sound of silence pervades. Val Cimoliana, Friulian Dolomites. Photo Lorenzo Franco Santin - www.lorenzofrancosantin.com
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Dolomiti e Cibo Dolomites and Food
assapora taste
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Fin dall’antichità i contadini delle valli dolomitiche hanno coltivato con coraggio una terra non facile da lavorare. Oggi da numerose “materie prime” si traggono spunti interessanti per innovare vecchie ricette in grado di appassionare anche i palati più raffinati. Since antiquity farmers of the Dolomites valleys have grown a land that was not easy to work with. Today we can get interesting ideas from numerous raw materials to renew old recipes that will be able to impassion even the finest palates. Photo Werner Putzer – www.wernerputzer.com
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Il ghiacciaio principale della Marmolada nel 1950
O D L A C O I C C A I GH E C I T O H CHRISTIAN
O
CASAROTT
Nel nostro pianeta fa sempre piÚ caldo e il livello del mare sale, sommergendo lembi di terra. Buona parte dei piccoli ghiacciai dolomitici possono andare incontro a estinzione nei prossimi decenni. La Marmolada negli ultimi 15 anni ha manifestato un continuo regresso della sua fonte che, dal 2000 a oggi, è arretrata di 130 metri. On our planet, temperature is increasing and the sea level is growing, submerging parts of the Earth. Many small glaciers on the Dolomites could melt in the next decades. In the last 15 years, the source of the mountain Marmolada has become smaller and has moved 130 m back.
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Tofana Occidentale, agosto 1920 - Photo Arnoldo e Da Ponte Tofana Occidentale, 2010 - Photo Moretti
Il territorio alpino d’alta quota si modifica rapidamente, come emerge dalle fotografie scattate dallo stesso punto ma in momenti diversi del ghiacciaio occidentale della Tofana e della Marmolada. Una situazione che il glacialismo alpino vive in maniera quasi continuativa da 30 anni. The alpine terrotory at high altitudes is changing quickly, as you can see from the pictures of the glaciers of Tofana and Marmolada taken in different moments. Alpine glaciation has been coping with this situation for 30 years.
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Marmolada 1984 - Photo Perini Marmolada 2013 - Photo Marcon
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Parigi, 12 dicembre 2015: un incontro per salvare il salvabile
“Una cosa sembra sempre impossibile finché viene realizzata”. È la frase dell’ex presidente sudafricano Nelson Mandela ricordata più volte durante la Conferenza delle Parti (COP21) svoltasi a Parigi il 12 dicembre scorso. Affrontare il riscaldamento globale e le sue problematiche sembra davvero impossibile ma, per la prima volta, è stato approvato da 188 Paesi un accordo per contrastare il cambiamento climatico, che sta colpendo soprattutto i paesi più poveri, cercando di uscire da un sistema dominato dall’utilizzo dei combustibili fossili.
L’accordo, un evento di portata storica, ma basterà a curare la febbre della terra? Obiettivi dell’intesa: • Contenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali . • Accrescere la capacità di adattamento agli impatti avversi del cambiamento climatico e promuovere uno sviluppo a basse emissioni. Creare flussi finanziari coerenti con un percorso di sviluppo a basse emissioni di gas serra e resiliente ai cambiamenti climatici. • Rispetto all’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura al di sotto della soglia di sicurezza dei 2°C, l’accordo di Parigi propone, a partire dal 2020: - di raggiungere il picco delle emissioni globali di gas serra il più presto possibile per poi intraprendere una rapida riduzione fino a raggiungere, nella seconda metà del secolo, la parità tra emissioni prodotte e quelle assorbite. - di garantire sostegno finanziario e tecnologico e flessibilità ai paesi in via di sviluppo. - di chiedere a ogni paese di aggiornare i propri contributi nazionali ogni cinque anni. - oltre alla mitigazione, un importante riconoscimento viene dato anche al ruolo dell’adattamento, visto che anche se il limite dei 2°C fosse rispettato, alcuni degli impatti del cambiamento climatico saranno comunque inevitabili.
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Ph: ©fotolia - parabolstudio
Numeri allarmanti Il principale organismo volto alla valutazione dei cambiamenti climatici è il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC), che ha lo scopo di fornire al mondo una visione chiara e scientificamente fondata dello stato attuale delle conoscenze sui cambiamenti climatici e sui loro potenziali impatti ambientali e socio-economici. L’ultimo rapporto dell’IPCC è del 2013. Da esso emerge come il riscaldamento sia inequivocabile e come, a partire dagli anni ‘50, molti dei cambiamenti osservati siano senza precedenti. La temperatura atmosferica superficiale degli ultimi tre decenni è stata in sequenza più calda che in qualsiasi decennio precedente. Nell’emisfero settentrionale, il periodo 1983-2012 è stato probabilmente il
trentennio più caldo degli ultimi 1400 anni. Negli ultimi vent’anni, le calotte glaciali di Groenlandia e Antartide hanno perso massa, i ghiacciai hanno continuato a ritirarsi in quasi tutto il pianeta, l’estensione del ghiaccio marino artico ha continuato a diminuire in estensione. Nel periodo 1901-2010, il livello globale medio del mare è cresciuto di 0,19 m. L’influenza umana sul sistema climatico, dovuta all’emissione di gas ad effetto serra, è ormai dimostrata ed è stata la causa dominante del riscaldamento osservato sin dalla metà del XX secolo. Nella migliore delle ipotesi, è probabile che il cambiamento della temperatura superficiale globale per la fine del XXI secolo superi il 1,5°C, rispetto al periodo 1850-1900, e il riscaldamento continuerà oltre il 2100 con una variabilità a livello regionale.
Paris, the 12th of December 2015: a meeting to save whatever can be saved
“It always seems impossible until it’s done”: this is the most reminded sentence during the conference of the Parties (COP 21), held in Paris on the 12th of December 2015. The former President of South Africa Nelson Mandela pronounced this sentence. Coping with the topic of global warming and the problems connected to it is not easy. By the way, for the first time in 2015, 188 countries have approved an agreement to hinder climate change, which is affecting above all poorer countries, trying to get out from a system dominated by fossil fuels. The assessment of the Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) has been an example. Its aim was providing the world with a clear and scientifically proved vision of the actual situation concerning the knowledges about climate changes and their potential environmental and socio-economic impacts.
Worrying numbers The surface temperature in the last three decades has been warmer than in any other previous decade. In the northern hemisphere, the years from 1938 to 2012 have probably been the warmest of the last 1400 years. Moreover, during the last 20 years, the ice caps in Greenland and Antarctic have lost mass, glaciers have kept reducing in the
whole planet, and the dimension of the sea ice has decreased, while the average sea level between 1901 and 2010 became 0.19 m higher. What can we expect? The best hypothesis is that the global surface temperature at the end of the 20th century is going to be 1.5 °C higher than in the period between 1850-1900, and that global warming is going to last even after the year 2100, varying according to the regions. 35
What is going to happen to the Dolomites and their glaciers? Today on the Dolomites, there are about 75 small glaciers. The biggest is the Main Glacier of Marmolada; its surface is 136 hectares (year 2013), and its maximum depths (between Punta Rocca and Punta Penia) are 20 meters. In the last 15 years, its source has moved 130 meters back, and for this glacier, the most important influences concerning the climate are the snow and the hot weather during the summer. A study of the Science Museum of Trento has established the surface of the glaciers of the whole Province during the Little Ice Age
Ph: Šfotolia - Rupert
(LIA): after 160 years, 74% of the ice area got lost. On the Antelao-Marmarole, 31% of the surface present in the 1950s got lost and 34% on the Cristallo. The mountain Marmolada has faced the worst situation, losing 46% of its surface, almost half of it. These small glaciers, a touristic and economic resource, could melt in the next decades. Mountain glaciers are going to melt; they are going to turn into smaller glaciers, rock islands that will “emerge� from the glacier; their top is going to be covered by rocks and to become always bigger. Vegetation is going to develop at a higher altitude, and ski routes are going to change in order to avoid places where there are too many rocks. Glaciers are our richness: the evolution of the human being and their conservation cannot be divided. In this sense, a change means being aware of humanity.
Cosa sarà delle Dolomiti e dei suoi ghiacciai? Oggi in Dolomiti ci sono circa 75 apparati glaciali di piccole dimensioni. Il più esteso è il Ghiacciaio Principale della Marmolada con una superficie di 136 ettari (dato 2013) e con profondità massima (tra Punta Rocca e Punta Penia) di circa 20 metri. Negli ultimi 15 anni ha sempre manifestato un continuo regresso della sua fonte che, dal 2000 ad oggi, è arretrata di 130 metri. I parametri climatici ai quali il ghiacciaio risponde sono le precipitazioni nevose invernali e le temperature estive. A partire dal 1980, le temperature massime del periodo maggio – ottobre registrate dalle stazioni meteo della Provincia Autonoma di Trento sono sempre rimaste al di sopra della media del periodo 1961-1990. Altri periodi caldi sono stati il 1941-1949 e il 1924-1932. Uno studio condotto dal MUSE di Trento ha determinato l’estensione dei ghiacciai del territorio provinciale nel cuore della Piccola Età Glaciale (PEG), l’ultimo periodo particolarmente freddo terminato nel 1850 che ha visto i ghiacciai alpini raggiungere posizioni mai raggiunte negli ultimi 10mila anni, riuscendo anche a tracciare un quadro evolutivo fino a oggi.
L’evoluzione della Marmolada Dalla fine della PEG a oggi (160 anni), nel Gruppo della Marmolada si è perso il 74,9% dell’area glaciale. Considerando gli ultimi 60 anni, nel gruppo montuoso dell’Antelao – Marmarole, si è perso il 31% della superfice presente nella metà del 1900, nel gruppo del Cristallo il 34%, mentre la Marmolada è il gruppo montuoso che più ha sofferto perdendo il 46% della superficie. Quindi, in 60 anni la superficie glaciale nel Gruppo della Marmolada si è dimezzata! Il lago artificiale di Fedaia, riempito soprattutto con acque di fusione del Ghiacciaio della Marmolada, sfruttato per la produzione di energia elettrica. The artificial lake of Fedaia, mostly filled with melting waters of the Marmolada glacier, exploited for the production of electrical
A rischio di estinzione Dal 1986 a oggi, nelle Alpi, non si è registrata alcuna anomalia fredda favorevole al glacialismo. Per contro, si sono verificate intense fasi calde o di prolungate siccità invernali, come quella di quest’anno. È probabile quindi che buona parte dei piccoli ghiacciai dolomitici possano andare incontro a estinzione nei prossimi decenni. Risulta così necessario valutare le conseguenze prodotte dall’arretramento e dalla scomparsa dei ghiacciai. I ghiacciai sono una risorsa turistica, e quindi economica. Basti pensare alla frequentazione nei rifugi, l’utilizzo degli impianti di risalita, agli sport come l’alpinismo e l’escursionismo che, come obiettivi, si pongono la frequentazione di aree glacializzate. Su questo aspetto non poche sono le preoccupazioni prodotte dalla violenta contrazione dei ghiacciai che rende impraticabili e/o pericolose alcune vie di salita. Associati al riscaldamento climatico sono anche i rischi provocati dalla fusione del permafrost (suolo permanentemente gelato). Tale fenomeno tende ad aumentare l’instabilità dei versanti e la messa in atto di fenomeni di dissesto idrogeologico. Preoccupazioni importanti provengono anche dal progressivo e rapido impoverimento di una riserva d’acqua di notevolissima importanza sotto l’aspetto idrologico e sotto quello della produzione energetica.
La fusione dei ghiacci di montagna I maggiori serbatoi di raccolta d’acqua sottendono bacini a regime prevalentemente glaciale. A valle, l’arretramento dei ghiacciai coinvolge estesi settori delle pianure, dove maggiori sono le esigenze idriche soprattutto in relazione all’utilizzo agricolo delle acque fluviali. Un forte cambiamento, questo, di cui è necessario far prendere consapevolezza all’intera società al fine di gestire un delicato territorio per una frequentazione intelligente e sicura. Il ghiacciaio è il serbatoio della risorsa idrica, quindi anche della garanzia verso la produzione dell’energia e il mantenimento di una agricoltura di qualità. Il ghiacciaio è la nostra ricchezza e l’evoluzione del genere umano non può in alcun modo essere separata dalla sua conservazione. 37
Fauna e avifauna: fragili equilibri Fauna and avifauna: instable balances MATTIA BRAMBILLA – PAOLO PEDRINI 38
Piante, farfalle, uccelli e mammiferi d’alta quota corrono il rischio di ridursi drasticamente a causa del cambiamento climatico. Non è necessario optare tra progresso e tutela ambientale. Esiste una terza strada Plants, butterflies, birds and mammals living at high altitudes could die out due to climate and environmental change. It is not necessary to choose between progress and safeguard. There’s a third way
Pernice bianca
Photo M. Mendini Arch. Muse
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Civetta capogrosso
Photo M. Mendini Arch. Muse
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Gli
impatti dei cambiamenti climatici sulla biodiversità sono stati dimostrati per tutti i continenti e su una gran varietà di specie. Molte specie infatti hanno mostrato recenti variazioni nella loro distribuzione o nella loro fenologia in risposta alle modifiche ambientali e climatiche. In particolare, sono stati rilevati spostamenti verso latitudini e/o altitudini superiori, mentre i cambiamenti fenologici riguardano ad esempio l’anticipo del periodo di fioritura di molte specie vegetali, dell’arrivo degli uccelli migratori in primavera o della data di deposizione delle uova. Lo studio degli effetti del clima sulla biodiversità e sugli ecosistemi è quindi divenuto uno degli argomenti di ricerca più frequentemente affrontati e molti lavori sono stati svolti o sono in corso per decifrare le relazioni tra specie e clima e prevedere le future risposte delle specie ai cambiamenti in atto e previsti. Le Alpi rappresentano un contesto ambientale e geografico di particolare interesse in questo senso, in quanto stanno subendo un tasso di riscaldamento ben al di sopra della media globale. Negli ambienti montani, dove la distribuzione di molte specie è fortemente influenzata dalla temperatura, il riscaldamento in atto ha prodotto degli spostamenti altitudinali di piante, farfalle, uccelli, mammiferi e habitat nel loro insieme. Per le numerose specie adattate a climi freddi, e in particolare per quelle che vivono negli ambienti d’alta quota o in altri habitat che rischiano di ridursi severamente a causa del cambiamento climatico, questi spostamenti altitudinali possono determinare una drastica riduzione delle aree a loro idonee. Questi effetti potranno avere conseguenze molto gravi sulla biodiversità delle aree montane nei prossimi decenni. A queste minacce, si accompagnano altre forti pressioni dovute alle attività antropiche in montagna. La pernice bianca, lo spioncello, la civetta nana e la capogrosso sono tra gli uccelli più a rischio I cambiamenti climatici rischiano quindi di causare un forte declino, ad esempio, per molte specie di uccelli che vivono sulle Alpi italiane. Fino ad ora rimangono comunque pochi gli studi sull’effetto dei cambiamenti climatici nel contesto alpino. In questo quadro di forti impatti e limitate conoscenze, il
MUSE, con il gruppo di ricerca della Sezione di Zoologia dei Vertebrati, ha avviato da qualche anno un’intensa attività di studi a scala alpina, portata avanti in collaborazione con le Università di Torino e Pavia, la Fondazione Lombardia per l’Ambiente e la Lipu/BirdLife Italia. I primi risultati di questo lavoro sono stati presentati al Convegno Uccelli e cambiamenti climatici, tenutosi lo scorso ottobre a Parigi e organizzato da LPO/BirdLife Francia e Muséum National d’Histoire Naturelle nell’ambito degli eventi “satellite” della COP21. In questa sede, è stato mostrato come alcune specie tipiche delle nostre Alpi potrebbero subire forti contrazioni di areale, con potenziali estinzioni a livello locale e un generalizzato declino sulle Alpi italiane. Le previsioni indicano che specie d’alta quota come la pernice bianca, lo spioncello, il sordone, il fringuello alpino e specie di foreste subalpine come la civetta nana e la civetta capogrosso subiranno forti riduzioni di spazi di presenza nel corso dei prossimi decenni, stimate tra il 24% e il 97% dell’areale attuale da qui al 2050. Alcuni effetti sono in realtà già evidenti, con la scomparsa delle popolazioni marginali, poste sui gruppi montuosi prealpini più bassi e quindi più “caldi”, e con una generale contrazione di areale ben evidente negli ultimi trent’anni per diverse specie tra quelle particolarmente legate a climi freddi. Fra queste l’esempio più noto è quello della pernice bianca, che negli ultimi anni si è ritirata dalle Prealpi ed è diminuita in numero in alcuni dei contesti alpini più favorevoli. Alla perdita di ambienti idonei a causa del cambiamento climatico, si aggiunge anche l’aumento dell’isolamento cui le aree idonee residue saranno sottoposte, sempre a causa dei cambiamenti dovuti all’aumento di temperatura e alle modifiche degli habitat a esse associate. In tutto questo le attività umane (oppure, all’opposto, la loro cessazione) in montagna contribuiranno ad aggravare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla biodiversità alpina. Ad esempio, la contrazione dell’attività di pastorizia in quota sta causando la scomparsa di ambienti aperti, che sono invasi da vegetazione arbustiva e arborea, e progressivamente (ri)colonizzati dal bosco. La realizzazione di nuove piste da sci 41
Climate
changes have had a drastic impact on biodiversity. Many species grow in different places and their phenology is different as well, due to climate and environmental changes. The Alps are interesting in this sense, because global warming in that territory is higher than in the rest of the world. On the mountains, plants grow at a higher altitude due to global warming, and butterflies, birds and mammals have a different habitat as well. For this reason, species that normally live in colder places are going to have less place at disposal. This can have consequences on biodiversity and mountains in the next decades. Rock ptarmigans, water pipits, Eurasian pygmy owls and boreal owls are at risk There are few studies about the effects of climate change on the Alps. The Science Museum of Trento has carried out these studies, with the research group of the Zoology Department of the Vertebrates, with the University of Pavia and Turin, with the Foundation of Lombardy for Environment and with Lipu/BirdLife Italia. The first results of this research have been presented at the conference Birds and climate changes, in Paris in October 2015, organized by LPO/BirdLife France and the Muséum National d’Histoire Naturelle, under the events of the COP21. On this occasion, it has been showed how the distributional areas for some species typical of our Alps could reduce, followed by possible extinctions at a local level and decline on the Italian Alps. According to the estimations, between 24% and 97% of the actual area until 2050. Some effects can already be seen, for example the disappearance of marginal populations on the lower PreAlps, where the climate is warmer, and less distributional area for species which live in colder places. In the last years, rock ptarmigans moved from the Pre-Alps, and in some favorable areas, the number of species decreased. In addition to the loss of favorable places due to climate changes, the remaining areas are going to be isolated. The Science Museum of Trento is working on other scientific areas, and is cooperating with local authorities, with parks and with associations that deal with the conservation of nature. This is already happening with the University of Pavia and the National Park of Paneveggio – Pale di San Martino, where some students are doing a PhD about this topic. The idea is to gather information about the climate and environmental change of the Alpine Avifauna at high altitudes, in order to find efficient conservation strategies. Traduzione Sara Covelli
rappresenta un’altra minaccia. A causa dell’innalzamento delle temperature e della copertura nevosa sempre più scarsa, numerosi impianti localizzati a quote relativamente basse sono stati recentemente abbandonati e i nuovi comprensori sciistici o i nuovi ampliamenti di quelli esistenti vengono realizzati sempre a maggior altitudine. C’è pertanto il rischio che nei prossimi anni le piste da sci contendano all’avifauna alpina le aree poste alle quote più elevate, con un aumento del loro impatto sulla distribuzione di queste specie sempre più circoscritta ai settori sommitali. La ricerca continua Il complesso quadro dei cambiamenti in atto richiede molte informazioni. Proprio per questo al MUSE si sta estendendo il gruppo di lavoro ad altre realtà scientifiche e, lavorando in stretta sinergia con le realtà locali, i parchi e quanti si occupano a vario titolo di conservazione della natura. Una fresca novità è l’avvio, in partenariato con l’Università di Pavia e il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, di un dottorato di ricerca dedicato proprio a questa tematica. L’idea è di acquisire il maggior numero di informazioni possibili sui cambiamenti climatici e ambientali sull’avifauna alpina d’alta quota per proporre strategie di conservazione efficaci.
Fringuello alpino
Photo M. Mendini Arch. Muse
CITIZEN SCIENCE Conoscere e condividere è uno degli obiettivi perseguiti dal LIFE T.E.N. coordinato dal Servizio Sviluppo Sostenibile e Aree protette della PAT. Con un apposito WebGis (www.lifeten.tn.it) sono ora consultabili le informazioni su flora e fauna del Trentino. Inoltre grazie alla piattaforma on-line ornitho.it, dedicata ora non solo all’avifauna ma anche a molti altri gruppi faunistici, chi lo desidera può direttamente contribuire segnando le proprie osservazioni. Per farlo basta iscriversi e poi procedere seguendo le indicazioni. Knowing and sharing is one of the aims pursued by LIFE T.E.N., coordinated by the “Servizio Sviluppo Sostenibile e Aree Protette” (Department of Sustainable Development and Protected Areas) of the Province of Trento. Through a dedicated WebGis (www.lifeten. tn.it), everybody can find information about flora and fauna in Trentino.
il camoscio Chamois Animale simbolo delle Dolomiti The symbol of the Dolomites FRANCO PERCO
Si resta senza parole di fronte a questo scatto che ritrae la dolcezza dello sguardo di un camoscio alpino. You are left breathless in front of this picture that shows the sweetness of the eye of the chamois. Photo Bruno Boz – www.brunoboz.com
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Una mamma e il suo piccolo riposano su un picco roccioso. A mother and her cub are resting on a rocky peak. Photo Giacomo De Donà – www.giacomodedona.com
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Il camoscio è poco presente nella cultura codificata. Ma questa mancanza non può esimerci da considerare un fatto non secondario: un simbolo può essere… inventato. Oggi. Chamois are rarely present in the codified culture. Despite this, we have to consider an important fact: a symbol can be… invented. Today.
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Gli
animali sono simboli. Per rappresentare una qualità astratta, un’azione, un desiderio. Da sempre i selvatici hanno una potenza in più rispetto a quelli domestici. Rappresentano e rappresentavano non la dura vita di ogni giorno, sia pure mitizzata ed elevata quasi a santità, ma una virtù in qualche modo selvaggia e/o autentica: la forza, la solidità, la purezza, il coraggio, la fierezza, la fedeltà. Per questi motivi paesi, città, nazioni ma anche associazioni e persino gruppi locali e sportivi nonché clan hanno eletto a loro simbolo o quale protettore un animale. Perché in qualche modo esso rappresenta le qualità alle quali aspirano. E il camoscio? A voler essere rigorosi non ha avuto un peso paragonabile ad altre specie, ben note all’araldica e ai miti. Orso, aquila, leone, lupo e anche lo stambecco possiedono una maggior storia in questa sfilata di elevate evocazioni. Eppure, nella cultura o meglio nell’immaginario delle genti alpine, il camoscio ha di gran lunga il primo posto. E tutto ciò non è casuale. In primo luogo, ha resistito all’uomo più di chi chiunque altro grande animale. Orso, lupo, cervo e capriolo erano stati sterminati fra il primo e il secondo dopoguerra, per non parlare dello stambecco, il primo ad andarsene, forse per l’eccessiva fiducia nella sue capacità di alpinista. Il Camoscio no. Questo eclettico campione era riuscito a sopravvivere in tutte le Alpi, difendendosi in ogni modo dalla guerra e dalla fame. Sì, perché il camoscio è un vero atleta. Nessun altro animale è capace di compiere in pochi minuti enormi dislivelli, attaccandosi con i suoi zoccoli “di gomma” agli spuntoni rocciosi più invisibili. La Rupicapra rupicapra, è un animale a quattro zampe di più di trenta chili che si libra attaccato alle rocce. Basterebbe questo per farsi ammirare. E invidiare. Un desiderio di emulazione che non è ignoto alle genti di montagna. Non è sufficiente. Il camoscio è un animale fatto per l’uomo. Va molto oltre l’essere un arricchi-
mento suggestivo della montagna: è infatti una specie educatrice. Una specie che educa è quella che per caratteristiche sue è in grado di formare gusto per l’ambiente, ammirazione, sensibilità naturalistica, estasi per la bellezza. Le Dolomiti sono più belle, con il camoscio. È un paesaggio vivente che suggerisce di fermarci a guardare, che ci incuriosisce. Ecco, ci fa pensare. A chi ha creato tutto questo oppure, per i laici, a chi ha conservato tutto questo, a chi sta rendendo possibile un tale spettacolo. Altre specie potrebbero contendersi questo importante primato. Ma il camoscio la vince su tutte: è facilmente osservabile, dove può non teme l’uomo. Un animale che ti guarda e che si fida, persino. E poi, ancora, le sue corse estreme, il magico esibizionismo dei suoi giochi. Una specie estroversa, una Forza Allegra della Natura, che compie vere e proprie imprese di ardimento acrobatico. Cosa chiedere di più? Chi lo ha osservato, con attenzione, le prime volte, non sarà più uno spettatore pigro. Ma un appassionato che vuole vedere, gustare, apprendere, sempre in modi più ricchi e appaganti. Saper osservare, per crescere “dentro”, non è una dote che si eredita o che cade dal cielo. Il camoscio rende migliore l’uomo, non è poca cosa. Per il montanaro abituato al rigore delle Alpi, questo animale potrebbe essere soltanto consueto e necessario ardimento e suscitare piuttosto un desiderio di emulazione o di avventura. Ma quando il Camoscio si confronta con le Dolomiti c’è un che di diverso. Se volessimo pensare a una nuova iconografia che non tradisca altre potremmo immaginare un quadro, uno stemma, nel quale, in campo tripartito, dall’azzurro del cielo, al rosa delle rocce fino al bianco della neve, si stagli la corvina invernal figura del camoscio. Punto d’incontro di tre eccellenze a loro volta simboli integrati in un’unità, quella dolomitica. Invenzione che tradisce altre allegorie? Arditezze della modernità che confliggono con la storia? Non credo. I simboli hanno una nascita, hanno padri, madri e creatori. E seguaci fiduciosi. Perché sono una speranza per il futuro, senza dimenticare il passato. Perché possono riunire comunità, su di un progetto comune. Perché creare, anche un simbolo, significa vivere più a lungo. O per l’eternità.
Animals
are symbols. In our mind, they represent action, desire, quality, and ways of being: let us think about domestic animals. Wild animals have more power: strength, solidity, purity, pride and courage. Considering these aspects, chamois have been underestimated, and they are not mentioned in myths. Let us give these animals what they deserve, because symbols can change. Chamois are very important for Alpine people, and not by accident. They did not extinguish as other animals, they resisted on the Alps. They resisted because they are athletes. Moreover, they cover incredible height differences during a very short time period; they climb with their hoofs on vertical faces, they jump, they feel safe at every slope. Chamois are good friends of human beings. They do not only represent an enrichment for the mountains, they educate as well. Through them, the beauty of the environment is increased, they cause admiration, they affect sensibility, and they represent beauty. A living landscape, which arises curiosity and lets us think, a show. Chamois run in the mountains, they play, they perform. They are a cheerful force of nature, acrobats. Thanks to chamois, human beings become nicer, and this is important. On the Dolomites, chamois are added values, inserted in amazing colours and unique landscapes. In an emblem, chamois should be divided into three parts: light blue of the sky, pink of the rocks, white of the snow; starting from these three colours, chamois stand out. Chamois represent the meeting point of three excellences integrated in a unit, the Dolomites. Symbols have a history; they have mothers and fathers, creators and faithful followers. They represent a hope for the future, without forgetting the past, because they unite communities in a common project. Creating a symbol means living longer, or forever. (Traduzione Sara Covelli)
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Theodor Christomannos (1854 - 1911), è nato a Vienna da una famiglia di origine ellenica. A lui si deve l’ideazione della Strada delle Dolomiti attraverso i passi tra Bolzano-Fassa-Cortina d’Ampezzo e Dobbiaco, che oggi milioni di visitatori percorrono ogni anno. Theodor Christomannos (1854-1911) was born in Vienna by a family of Greek origin. He created the Street of the Dolomites, through the passes between BolzanoFassa-Cortina D’Ampezzo and Innichen; millions of people travel through this street every year.
Nostro nonno Theodor… voce dell’eternità Our grandfather Theodor… voice of eternity
Jutta e Karin, nipoti del brillante pioniere del turismo nelle Dolomiti Theodor Christomannos, lasciano in esclusiva per la nostra rivista una testimonianza in ricordo del loro amato nonno. Jutta and Karin, grandchildren of the brilliant pioneer of tourism on the Dolomites Theodor Christomannos, give an exclusive testimony for our magazine, as a memorial to their beloved grandfather. 50
Nessuno
della nostra famiglia parlava greco, eppure sapevo già da piccola che il nostro nome di famiglia è di origine ellenica. Abitavamo in una bella villa a Maia Alta di Merano sulla quale c’era scritto “Villa Christomannos”. Sapevo anche che esisteva una Via Christomannos e che sul cimitero di Merano c’era un’impressionante tomba, affiancata da due colonne, sulla quale troneggiavano due aquile – una tomba d’onore per nostro nonno Theodor. Ma chi era questo nonno? Nessuno della nostra famiglia lo conosceva di persona. Morì già nel 1911, il 30 di gennaio, per caso anche mio compleanno, e il mio papà aveva appena due anni. Mio fratello, sei anni più grande di me, era un ottimo sciatore e campione di canottaggio, mia sorella, due anni più giovane di me, era una piccola bellezza e molto sportiva anche lei. Io invece non ero nulla di tutto questo, il mio unico vantaggio era la fantasia e l’assomiglianza con mio padre, alla quale dovevo la frase: “ … è una tipica Christomannos!” Forse sono state proprio queste parole che hanno creato in me una grande voglia di approfondire la nostra storia di famiglia. Già da ragazzina mi sentivo, in un modo strano, quasi irrazionale, legata a questo personaggio che era mio nonno. Volevo sapere tutto di questo mito e il nome Christomannos mi sembrava quasi una cosa intoccabile. Mi sentivo parte di una catena, un prezioso anello che combaciava con gli altri. Un povero professore della Scuola media di Bolzano mi chiamava ‘zingara’ per mettere fine a questo mio orgoglio di appartenenza. Non lo potevo sopportare e mi sono recata dal preside a lamentarmi: “Il professore può sgridarmi o castigarmi, ma non ha il diritto di offendere il nome di mia famiglia…”. Alla fine è stato poi il professore che è stato castigato. Anni dopo mi sono dedicata a cercare documenti e tracce della vita di mio nonno, perche nella nostra famiglia, dopo due guerre mondiali, c’è rimasto ben poco. Quando per caso scoprii che la figura del famoso signor Aigner nel teatro “Das weite Land” di Arthur Schnitzler si rifaceva a Theodor Christomannos, mi sentii orgogliosa. A quel punto ho capito che questo “nonno” mi avrebbe accompagnato per tutta la vita. Piano piano ho trovavo libri e articoli che aveva scritto mio nonno o che si occupavano di lui. Ho incontrato persone che mi hanno raccontato delle vicende sulla sua vita anco-
JUTTA CHRISTOMANNOS HEUGL Guida fassana, a sinistra, in compagnia dei coniugi Neruda, al centro e Theodor Christomannos.
None of our family could speak Greek; despite this, I have known that our surname
is of Greek origin since I was a child. We lived in a beautiful residence in Maia Alta, close to Merano, in South Tyrol, on which it was written “Villa Christomannos”. I also knew that there was a “Christomannos’ Way” and that in the cemetery of Merano there was a huge grave, with two columns at both sides, on which there were two eagles: this was an honour grave for our grandfather Theodor. Who was he? Nobody belonging to the family knew him personally. He died already in 1911, on January the 30th, accidentally my birthday as well, and my father was only two years old. My brother, six years older than me, was a very good skier and rowing champion; my sister, two years younger than me, was a beautiful girl and a sportswoman as well. I was not like my siblings: my only advantage was that I was creative and that I looked like my father: for this reason the sentence: “She is a typical Christomannos!”. Maybe because of these words, I wanted to discover more about the history of my family. When I was a little girl, I felt attached to my grandfather in a strange, almost irrational way. I wanted to know everything about this 51
ra sconosciute e altre che mi cercavano perché scrivevano libri o tesi sulla sua vita, sul suo operato. La mia strada era tracciata: ho iniziato anch’io a scrivere articoli e a dedicarmi pubblicamente a questo personaggio amato e riconosciuto da tutti. Nel mio mestiere di giornalista specializzata nel settore tessile e della moda, mi sono resa conto della soddisfazione che provavo nell’indirizzare le mie attenzioni al nonno. Quindi sono andata avanti e ho fondato un’Associazione che si dedica nel promuovere il costume tradizionale, in un piccolo ma prezioso settore della moda austriaca. Anche mio nonno aveva fondato “l’Unione alberghi nelle Alpi” (Verein für Alpenhotels), per accelerare lo sviluppo turistico nel fantastico scenario delle Dolomiti. Ancor’oggi, e sono passati tanti anni, non ho perso l’entusiasmo nei suoi confronti. Con alcuni colleghi vorremo ideare il VISIONEUM CHRISTOMANNOS, un Museo virtuale, per ricordare questo personaggio, che non era solo alpinista e fondatore di imprese turistiche, ma che aveva idee innovative e che era anche una persona profondamente umana. Uno dei miei desideri è di realizzare un DOLOMITEN WELTNATURERBE MUSEUM nel Grandhotel Karersee, una delle sue più belle opere. Purtroppo questo non è ancora accaduto a causa di problemi burocratici. Ma non posso smettere di sognare, perché in questo caso anch’io non potrei più esistere…
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myth and the name Christomannos was almost inviolable for me. I was part of a chain, a precious ring that fit with the others. Years later, I looked for documents and life traces of my grandfather, because in my family, after two World Wars, everything got lost. Accidentally, I discovered that the famous Mr. Aigner in the theatre “Das weite Land” (The far country) by Arthur Schnitzler followed Theodor Christomannos, and I was proud of this. At that point, I understood that this “grandfather” would have accompanied me for my entire life. Gradually, I found books and articles my grandfather wrote, or about him. I met people who told me unknown events about his life, and other people contacted me because they were writing books or thesis about his life and actions. My way was led: I also started writing articles and dedicating myself publically to this beloved and known person. I am a journalist, specialised in the textile and fashion sectors, and I realised I was satisfied while I was dedicating myself to the life of my grandfather. Today I still have not lost the enthusiasm, after many years. With some colleagues, we would like to create the VISIONEUM CHRISTOMANNOS, a virtual museum, in memory of this person. He was not only a mountaineer, founder of touristic companies, but he also had innovative ideas, and he was a human person. I would like to create the DOLOMITEN WELTNATURERBE MUSEUM, in the Grandhotel Karersee, one of his most beautiful works. Unfortunately, this has not happened yet due to bureaucratic problems. Anyway, I cannot stop dreaming, because in this case, I could no longer exist…
Di mio nonno si parlava spesso in casa, ma soprattutto era nominato da altre perso-
ne del posto. Naturalmente questo ci ha molto impressionato e incuriosito. Mi ha colpito in modo particolare la sua tomba d´onore presso il cimitero di Merano (BZ). La nostra bambinaia mi raccontava che la sua tomba era collocata in un punto particolare del cimitero, dove la terra non era benedetta. Non ne comprendevo il motivo: ogni individuo era uguale ai miei occhi, come Dio ci ha insegnato. Ciò che invece rendeva diverso mio nonno agli occhi di alcuni era la religione: egli apparteneva alla religione greco-ortodossa. In seguito, la consapevolezza di ciò, ha aperto la mia mente all’ecumenismo. Già all’epoca mi ha toccato il tema sugli stranieri: infatti mio nonno era di origine greca, la moglie era austriaca (aveva una figlia illegittima divenuta in seguito una famosa ballerina, della quale si può leggere la dedica a suo padre sulla lapide ad onore), la nonna materna era francese, e il nonno materno germanico si era stabilito in Alto Adige attratto dalle bellezze naturali. In seguito, a causa di queste “diversità” ne subimmo parzialmente delle discriminazioni da parte degli abitanti del posto. Questo fatto però non ci ha impedito di crescere nell’armonia e nella serenità. L´apertura delle frontiere ai giorni nostri è stato per me un traguardo molto importante e simbolico: l´avvicinamento a molti popoli e culture europee. Nostro nonno ha trasmesso a tutta la famiglia la passione per la montagna e per la natura. Il legame con queste montagne era talmente forte che quando mi recavo con la mia famiglia al mare del Nord per le vacanze estive, ne sentivo profondamente la nostalgia. Ancora oggi, ogni momento libero lo dedico a escursioni e arrampicate in montagna. Per poter meglio comprendere l´impronta lasciata da mio nonno Theodor, vi basti sapere che sovente, già quando eravamo bambine, durante le nostre soste presso molti dei rifugi e alberghi presenti sulle montagne (Alpe di Siusi, Solda, Trafoi, Carezza e su molte cime della Valle di Fiemme), ci capitava di incontrare delle persone che avevano conosciuto nostro nonno, le quali ci raccontavano di lui e delle sue imprese, del bene che rivolgeva alle persone bisognose (le difendeva qualora vi fossero delle ingiustizie). Sentiva il bisogno di proteggere i più deboli, come, nonostante non fosse più qui, ha fatto per tutta la nostra famiglia.
KARIN CHRISTOMANNOS GIANMOENA
In
our family, we often talked about my grandfather, and local people talked about him as well. Of course, we were moved and curious. Above all, I was moved by his honour grave in the cemetery of Merano (BZ). Our nanny told us that the grave was situated in a special part of the cemetery, where the soil was not blessed. I did not understand why: every human being is equal for me, as God taught us. Because of his religion, my grandfather was different: he was Greek-Orthodox. I was aware of this, and I opened my mind to ecumenism. Already at that time, the topic “foreigners” moved me: my grandfather was of Greek origin, his wife was Austrian (he had an illegitimate child who became a famous ballerina, you can read her dedication on the grave), and his maternal grandmother was French and his material grandfather, German, moved to South Tyrol because of its natural beauties. Because of these different origins, we have been discriminated by locals. In spite of this, we grew up in harmony and serenity. Open borders nowadays are for me an important and symbolic aim: many European people and cultures are getting closer. Our grandfather passed down to the entire family the passion for the mountains and for nature. The bound to these mountains was so strong that I missed them when we went on holiday to the North Sea during the summer. Today I still hike and climb in my free time. In order to let you understand better who my grandfather Theodor was, I want to tell you something. When we were children, during our breaks in refuges and hotels on the mountains (Seiser Alm, Sulden, Trafoi, Karer and on many peaks of the Fiemme Valley), we met people who had known our grandfather; they told us about him, about what he had done, how nice he was to needy people (he defended them if there were injustices). He needed to protect weaker people, as he did with our family, even if he was not here. (Traduzione Sara Covelli) 53
Photo Andreas Panzenberger
Un uomo una terra una verità
One man
Reinhold Messner non è fatto per ruoli di serie. Il vero ruolo per lui è quello che si è costruito intorno alla sua personalità. Da ammirare. È stato un onore intervistarlo, condividere un po’ dei suoi progetti, traguardi e vittorie. Con quanto leggerete abbiamo voluto far passare qua e là, senza dottrinarismi, un pizzico di pensieri puliti di un uomo che ha lottato ogni attimo nella propria vita per ciò che riteneva giusto, assolvendo a un dovere “personale” che tutti sono tenuti a prestare, a seconda dei mezzi che si hanno a disposizione. E lui lo ha fatto.
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one earth one truth SOFIA BRIGADOI
Reinhold Messner cannot be labelled. He has built his own role around his personality. This has to be admired. Interviewing him, sharing some of his projects, aims and victories was an honour. Through this interview, we want to describe the thoughts of a man who has always been fighting for what was right for him. This should be a duty for everybody, depending on the means at disposal. And he did it.
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Messner sul Nanga Parbat, 1978
Reinhold alpinista di fama mondiale, impegnato socialmente nella difesa dell’ambiente e della qualità della vita delle genti di montagna. Europarlamentare dal 1999 al 2003 e fondatore, accanto ad Edmund Hillary e Carlo Alberto Pinelli di Mountain Wilderness International (Biella, 31 ottobre 1987). È stato il primo alpinista al mondo a scalare tutti quattordici gli ottomila, senza ossigeno. Ma già aveva portato nelle Dolomiti scalate estreme, in primis nel suo regno di nascita, le Odle, poi in Marmolada e sulle Tre Cime di Lavaredo. Messner non è solo questo: è stato esploratore, al Polo Sud come nel deserto dei Gobi (Mongolia). Ha saputo, grazie ai suoi innumerevoli libri, portare l’alpinismo all’attenzione di migliaia di lettori, è infatti autore tradotto in tutto il mondo. Il suo ultimo affascinante viaggio riguarda un circuito museale suddiviso in sei diverse sedi nell’arco alpino (MMM - Messner Mountain Museum). Castel Firmiano (Firmian) è la sede principale, nel quale, appena varcate le mura, si prova la sensazione di compiere un trekking avvolti da voci diverse: si fondono luoghi, emozioni, esperienze, ma soprattutto si percepisce una forte spiritualità. Cinque i musei satelliti che raccontano non solo d’alpinismo e di vette, ma anche del rispetto che molte popolazioni montane riservano alla Natura.
Reinhold, internationally known mountaineer, socially committed in the safeguard of the environment and of the quality of life of the inhabitants of the mountain. MEP from 1999 to 2003 and founder, with Edmund Hillary and Carlo Alberto Pinelli, of Mountain Wilderness International (Biella, 31th of October 1987). He was the first to climb all 14 eightthousanders, without the help of oxygen. Anyway, he had already made extreme experiences in the region he was born in, on the Odle, on the Marmolada and on the Three Peaks of Lavaredo. Messner is much more than this: he has been an explorer, in the South Pole as well as in the Gobi Desert (Mongolia). Thanks to his several books, readers have learned something more about mountaineering; his books have been translated in the whole world. His last fascinating trip is divided into six museums in the Alps (MMM - Messner Mountain Museum). Firmian in Sigmundskron Castle is the main headquarter; when you enter it, you have the feeling you are hiking while listening to different voices. Places, emotions, experiences melt, and you can perceive a strong spirituality. There are five other museums: they tell about mountaineering and peaks, but also about the respect that the inhabitants of the mountains have for nature.
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IL MIO FASCINO PER L’ALPINISMO… è nato da bambino perché non avevo altre possibilità per esprimermi (non c’erano campi da calcio, piscine o altro). Inizialmente con gli amici si arrampicava sulle piccole rocce e poi sempre più su. A cinque anni, nelle Odle, sono salito sul mio primo tremila e a vent’anni ero in grado di ripetere le vie più difficili delle Dolomiti, dove peraltro ho scalato tante prime. Avrei voluto salire altre vette nel mondo, ne ero attratto… ma come arrivarci? A quei tempi avevo due scelte: bicicletta o lambretta, quindi un tantino complicato. Il mio periodo di avventuriero al di fuori delle Dolomiti è arrivato più avanti. DIRETTISSIME, COSA NE PENSO… sono cresciuto dopo il periodo delle direttissime, ma ho subito intuito cosa sarebbe accaduto affrontando la montagna in modo così diretto e aggressivo. Piantare chiodi a espansione per procedere il più diretti possibile verso la cima non possiede alcun valore e né rende onore alla muraglia di roccia che si desidera salire. Non esistono compromessi, si evita la fatica. La parete va vinta a tutti i costi. Chiodo dopo chiodo. Ma in tutto questo non c’è alcun rispetto per la montagna. Nel ’68 ho scritto un articolo in merito “Assassinio dell’impossibile”. In quello che ho scritto ho esposto la mia filosofia, asserendo che l’alpinismo perde di motivazione se sfidato senza seguire la naturale struttura della montagna. È stato abolito l’impossibile sulla roccia, lo abbiamo ucciso perché ci serviamo della tecnologia per superare qualunque ostacolo. Ma forse non è chiaro: l’alpinismo vive dell’impossibile. Ogni generazione da 200 anni a questa parte non fa altro che cercare il sistema per annientare l’impossibile della generazione precedente. E questo disturba anche quell’alpinista che è ancora disposto a confrontarsi con le difficoltà che possono presentarsi durante la scalata e ad aggirarle facendo uso della propria abilità e del proprio coraggio. Da questo mio articolo è nata una nuova filosofia d’alpinismo: l’incontro della natura selvaggia con la natura umana. Leggi che ci sono state date da milioni di anni e che dobbiamo onorare.
MY CHARM FOR CLIMBING… mountaineering has been fascinating me since I was a child, because I had no other possibilities to express myself (there were not football fields, swimming pools or other things). At the beginning, I used to climb with friends on small rocks and then I climbed always higher. When I was five, I climbed for the first time a three hundred and then when I was twenty I was able to climb the most difficult ways of the Dolomites, where I used to sky years before. The other peaks of the world fascinated me and I wanted to get up there…but how? At that time, I had two choices: my bike or my motor scooter Lambretta, so it was a bit complicated. The period full of adventures out of the Dolomites started later. DIRECTS WAYS, WHAT I THINK ABOUT THEM… I grew up after the period of direct ways, but I have immediately realized what would have happened climbing a mountain in such a direct and aggressive way. Hammering a nail just to get to the top in the most direct way does not make sense and does not honour the rock you have to climb. There are no compromises: you avoid effort. You have to win against the rock at all costs, nail after nail. In any case, you do not respect the mountain. In 1968, I wrote an article about this topic, “Assasinio dell’impossibile” (Murder of the impossible). In this article, I wrote that mountaineering does no longer make sense if you do not respect the natural structure of the mountain. The attainable on the rock has been abolished; we killed it because we use technology in order to pass obstacles. Maybe it is not clear: mountaineering is based on the attainable. Since 200 years, every generation has been trying to find a system to defeat the attainable of the previous generation. This bothers the mountaineer who wants to cope with difficulties, using the own abilities and courage to overcome them. I created a new philosophy of mountaineering through this article, the meeting of savage nature with human nature. Laws which have been existing for millions of years and which we have to honour.
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LA SOPRAVVIVENZA DELLE POPOLAZIONI MONTANE NELLE DOLOMITI… è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Ho vissuto per 10 anni con gente di montagna di tutto il mondo, dal Tibet alle Ande e ho imparato una cosa: che non vi è una grande differenza tra loro e i contadini di questi luoghi che vivono grazie a ciò che l’agricoltura e l’allevamento può dare loro. La montagna detta le regole e ha costretto la gente a comportarsi in un certo modo e a seguire i ritmi della natura, qui e nel resto del mondo. Personalmente seguo tre Masi di montagna e uno di questi è autosufficiente e quindi conosco le difficoltà che si incontrano nel gestire in modo produttivo aziende di questo tipo. Il problema è che lo Stato con le sue politiche non tiene conto dei problemi che un contadino deve affrontare giornalmente. Ma questo accade perché le decisioni sono prese da persone che vivono in città e non hanno alcuna idea di come possa essere la vita in montagna. I contadini dovrebbero essere lasciati fuori da questi giochi sporchi e dalla poca conoscenza del territorio montano, perché continuando su questa strada rischiamo di annientare il tessuto agricolo di queste terre che invece andrebbe incentivato. Basta guardarsi intorno: i campi sono incolti, i prati sono mangiati dal bosco che avanza, le vecchie cascine o masi dei ruderi. Io lotto contro con tutte le mie forze contro questa forma di politica. Bisognerebbe lasciare maggiore libertà di azione a quelle persone che hanno ancora la volontà di chinare la schiena. Qui in Alto Adige la situazione è decisamente migliore che in altre zone di montagna grazie ai Masi chiusi. Ma in altre regioni come ad esempio nel bellunese, molti contadini hanno abbandonato la terra. Lì è tutto distrutto. In Francia, e questo è interessante, molti giovani che non hanno trovato lavoro in città, sono andati in montagna e hanno iniziato un’agricoltura innovativa, prendendo grandi superfici abbandonate da cinquant’anni. Ne porto a esempio una nella quale fanno pascolare oltre 2000 pecore. Con il latte producono grandi quantità di formaggio che poi viene piazzato sul mercato. Affinché questo accada bisogna che lo Stato subentri, sovvenzionando idee come questa, che fanno rifiorire realtà ormai in decadimento. 58
THE SURVIVAL OF MOUNTAIN POPULATIONS ON THE DOLOMITES… is a very important topic for me. I have been living for 10 years with mountain people from all over the world, from Tibet to Andes. I have learned that there is no that much difference between them and local farmers, who live thanks to agriculture and breeding. The mountain has imposed rules and forced people to behave properly and to follow the rhythms of nature, here and in the rest of the world. I personally manage three lodges, and one of them is self-sufficient; for this reason, I know the difficulties of managing such companies in a productive way. The problem is that politicians do not consider the daily problems a farmer has to deal with. This happens because the people who take the decisions live in the city and have no idea about life in the mountains. Mountain people should be left in peace, because if we keep on like this, we will destroy the fields of this territory, which should be incentivized instead. You just need to have a look around; fields are uncultivated, woods are covering the meadows, and there are many ruins. I fight against this kind of policy. People who want to work in the fields should be free to do it. In South Tyrol, the situation is much better than in other mountain areas, thanks to the legal institute of the “Maso Chiuso”, through which the indivisibility of the agricultural property is preserved. In other places, for example in the province of Belluno, many farmers have abandoned the fields, and there everything is destroyed. In France, and this is interesting, many young people who have not found jobs in the city, have gone to the mountain and started to do innovative agriculture in surfaces which had been abandoned since 50 years. For example, in one farm more than 2000 sheep are put to posture. With the milk, they produce cheese and they sell it. The government should subsidise such ideas, because this kind of activities is disappearing.
MMM Firmian - Torre Nord
Photo Georg Tappeiner
MMM i Messner Mountain Museum… non sono stati un percorso facile. I Musei sono nati nel Sudtirolo e nelle Dolomiti perché sono un cittadino di questa terra. Ho dovuto superare parecchie difficoltà in quanto non volevano concedermi Castel Firmiano. Una lotta durata cinque anni… pensavo di dover arrendermi. Ma non l’ho fatto e ho provato a trovare un’altra soluzione, quella di dividere il mio progetto in cinque unità. Quando poi la situazione si è sbloccata ho deciso di fare di Castel Firmiano la sede principale e di proseguire con i cinque Musei satellite. Corones, dedicato al Trad Adventure Alpinism; Dolomites, allestito in un forte della Grande Guerra; Juval, destinato al mito della montagna; Ripa che racchiude opere e oggetti provenienti delle più importanti culture di montagna della terra e infine Ortles, riservato al mondo del ghiaccio. FONDAZIONE DOLOMITI UNESCO… so che non hanno fondi, ma so anche che hanno dei bei progetti che andrebbero maggiormente supportati. Sono stato il primo che ha portato l’idea delle Dolomiti come Patrimonio dell’Umanità in Parlamento nel lontano 1991, ma sono stato completamente ignorato. Oggi queste incomparabili montagne hanno conquistato un grande riconoscimento che varrebbe la pena di ampliare affinché da Patrimonio Naturale possa divenire anche Culturale. LA MIA FILOSOFIA… è semplice. Nella vita si troveranno sempre dei vincoli, delle strade chiuse, ma sta nel coraggio e nella determinazione di ogni singolo guardare all’obbiettivo finale e fare in modo che un ostacolo divenga un’opportunità per mettersi alla prova. Una debolezza superata è simbolo di grandezza.
MMM The Messner Mountain Museums… have not been easy to realize. They are in South Tyrol and in the Dolomites because I am from this territory. It was not easy because I wanted to open one of them in Sigmundskron Castle. The battle lasted 5 years…I thought I should have given up. But I did not, and I tried to find another solution: dividing my project in five areas. When the situation was solved, Sigmundskron Castle became headquarter, with other five branches. Corones, dedicated to Trad Adventure Alpinism, Dolomites, in a fort of the Great War, Juval, dedicated to the myth of the mountain, Ripa, with works and objects from the most important mountain places and Ortles, dedicated to ice. FOUNDATION DOLOMITI UNESCO… I know they do not have money, but I know that their good projects should be supported. In 1991, I tried to candidate the Dolomites as World Heritage Site, but nobody listened to me. Today, these mountains have received a great recognition, which should be expanded from Natural to Cultural Site. MY PHILOSOPHY… is simple. Every person should have courage and determination in order to achieve the final aim, even if difficulties are present. An obstacle should represent an opportunity to test oneself. If you achieve your goal, you are a great person. Traduzione Sara Covelli
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La
sua carica d’umanità è talmente prepotente e incomprimibile che deve essere trasferita in creazione. E ogni volta che accade escono opere che trovano amplissimo, sconfinato terreno da occupare. È segno di grandezza saper esprimere quello che preme dire, sottostando alla grandezza dei numeri primi, e la misura nella quale sa mettere sano pensiero, amore verace, volontà di vittoria, propensione alla bontà, desiderio di creare, lo rende unico. E in tutto questo c’è tutto: il peso, la forma, la vitalità, la dolcezza, la gaiezza, la riconoscenza, lo splendore, la purezza. Alla fine l’incontro con le parole di De Luca non è mai sterile. E allora che abbia l’intensità che merita.
His
humanity has to be converted into creation, because it is pressing and cannot be restricted. Every time this happens, his masterpieces are read by a huge amount of people. A great writer has the ability to write what he really wants to express, and a writer is unique because of the way he expresses his thought, true love, will of winning, inclination to kindness and desire to create. In this case, these features are present: weight, form, vitality, kindness, cheerfulness, gratitude, splendour and purity. The meeting with Erri De Luca has never been fruitless. Let it have the intensity it deserves.
Erri De Luca A due mani… nella vita e in roccia Using both hands… in the life and on the rocks SOFIA BRIGADOI
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Photo archivio Fondazione Erri De Luca – Archive Foundation Erri De Luca
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Scrittore di fama internazionale e alpinista. Persona impegnata nella difesa dei diritti delle persone e dell’ambiente. Un percorso di vita complesso e avvincente come si rileva dai suoi numerosi libri. Ha trovato grande solidarietà in favore della libertà di espressione: dal Presidente della Repubblica francese François Hollande, ai registi Jacques Audiard, Costa-Gravas e Wim Wenders, dalla cantante Fiorella Mannoia al climatologo Luca Mercalli.
Internationally known writer and mountaineer. Involved in the defence of the rights of people and of the environment. A complicated and compelling life, as we can read in your several books. You supported the cause of the freedom of speech and several people supported you: the President of the French Republic François Hollande, the directors Jacques Audiard, Costa-Gravas and Wim Wenders, the singer Fiorella Mannoia and the climatologist Luca Mercalli.
Quali sono stati gli eventi che l’hanno spinta a percorrere una strada così in salita? Non riconosco un percorso in salita nell’adesione alle buone ragioni di una lotta popolare di salvaguardia della propria salute, di quella del loro territorio. La Linea Tav in Val di Susa è sbagliata perfino nel titolo, non realizzando alcun’alta velocità, limitandosi a risparmiare meno di un’ora tra Torino e Lione rispetto alla linea esistente. Inoltre neanche arriverebbe a Lione, fermandosi 30 km fuori, dovendo il passeggero poi prendere autobus o taxi. E la linea esistente viaggia vuota! Venti anni di sana opposizione popolare hanno convinto molti cittadini a sostenere la loro causa, io tra questi. Sono sceso al loro fianco per le strade. L’incriminazione delle mie parole non è riuscita nell’intento di isolarmi, procurando invece l’effetto contrario di una migliore e più vasta conoscenza del caso Val di Susa. Due anni di pubblica difesa delle mie parole incriminate sono servite a qualcosa.
Which events lead you to this uphill life? I do not think I am conducting an uphill life; I am just supporting people who want to safeguard their health and the health of the territory they live in. Even the name HighSpeed Railway is not right, because the train will take one only one hour less than the actual train. Furthermore, the train is not even going to stop directly in the city of Lyon, but 30 Km far away from it; this means, the passengers will have to reach the city centre by bus or by taxi. And the actual train is always empty! Since 20 years there have been protests, many citizens have been supporting the cause, and I am among them. I protested with them in the streets. I have been accused of committing an offense, but nobody left me alone, and everybody now knows better the territory of Susa Valley, in Piedmont. The process lasted two years, but it helped.
L’impegno civile l’ha portata a subire un processo per istigazione a delinquere, affiancandolo ai sostenitori del terrorismo. Ed è stato assolto. Da questo suo percorso è nato un volume intenso La parola contraria, nel quale pare che la sintesi sia racchiusa nel proverbio Moshlè 31,8 «Ptàkh pìkha le illèm»: apri la tua bocca per il muto. È questo il dovere di uno scrittore? Difendere la libertà di parola, difendere il diritto di esprimerla contro la volontà di censura e di diffamazione, si, questo può fare una persona che svolge con le parole la sua attività principale. Dare parola a chi non sa come farsi ascoltare, al muto, 62
Because of your involvement in politics, you have been accused of criminal solicitation, and you have been compared to the supporters of terrorism. And you have been absolved. After the trial, you wrote the book La parola contraria1, whose summary we can find in the Moshlè way of saying 31,8 «Ptàkh pìkha le illèm»: speak in the name of the mute. Does a writer have to do this? Defending the freedom of speech, against the willing of censorship and of defamation: this is what a person who works with words has to do. Speaking in the name of the person, who is not heard, of the mute, of the illiterate, of the prisoner, of the foreigner, who cannot speak Italian. Who is heard, has to do this job. The opposite word
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“Oggi dall’alto di una cima vedo le Dolomiti intorno come un arcipelago di terre emerse”. “Today, from the top the Dolomites look like an archipelago of lands above the sea level”.
Erri De Luca è nato a Napoli nel 1950. Sono molti i libri dell’autore tradotti in più di trenta lingue. Ha scritto libri di narrativa, poesie, pezzi per teatro e per il cinema (premiato al Tribeca Film Festival di New York 2013 per “Il Turno di Notte lo fanno le Stelle”). Autodidatta in swahili, russo, yiddish ed ebraico antico, ha tradotto con criterio letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Tra le sue opere letterarie citiamo: Arcobaleno (1992), Montedidio (2001), In nome della madre (2006), Il peso della farfalla (2009), tutti editi da Feltrinelli. Nel 2013 è stato incriminato per “istigazione a commettere reati”, in seguito al suo sostegno nella lotta NOTAV in Val di Susa. Il processo è terminato a ottobre del 2015 con l’assoluzione. In merito ha scritto il libro La parola contraria. Ama l’alpinismo e la sua meta preferita sono le Dolomiti.
Erri De Luca was born in Neaples, in 1950. His several books have been translated into more than 30 languages. He wrote narrative books and pieces for the theatre and the cinema (he won a price at the Tribeca Film Festival of New York in 2013 for his piece “Il Turno di Notte lo fanno le Stelle”). Autodidact of Swahili, Russian, Yiddish and Ancient Hebrew, he translated literally some parts of the Old Testament. Among his woks: Arcobaleno (1992), Montedidio (2001), In nome della madre (2006), Il peso della farfalla (2009), published by Feltrinelli. In 2003, he has been accused of “incitation to commit an offence”, because he supported the protests against the building of the high-speed railway in Piedmont. In October 2015, the process finished and he was absolved. On this topic, he wrote the book La parola contraria. He loves hiking and the Dolomites are his favourite destination. 63
all’analfabeta, al prigioniero, allo straniero che stenta in italiano: è impegno alla portata di chi ha il privilegio di essere ascoltato. Nelle Dolomiti ha trovato un campo d’attività sportiva d’eccellenza. Cosa la lega in modo tanto forte a queste rocce? La bellezza, la loro origine marina che le costituisce di corallo, madreperla, scheletro di crostacei. Mi trovo così a scalare scogli in Dolomiti, le ere della terra, la grandiosa spinta che le scaraventò in alto dal fondo del mare. Amo il loro calcare che cambia pelle secondo le ore del giorno e le mosse del vento. Mi piace percorrere vie di scalata inaugurate prima che venissi al mondo, mettere le mani sugli appigli delle generazioni che mi hanno preceduto. Ci vado di estate perché posso sfiorarle a pelle nuda, da superficie mia a superficie loro. Memoria, nostalgia ed emozioni erompono dai suoi libri ambientati in montagna: Il peso della farfalla, Sulla traccia di Nives… Vi sono delle affinità fra il gesto dell’arrampicata e la sua scrittura? Scalare è percorrere un filo invisibile a tentoni, mandando le mani a trovare la via, mentre il corpo segue. Ma giunti in cima bisogna disfare la salita, dimettersi dall’altezza raggiunta. Scrivere è possedere quel filo e non perderlo fino all’ultima sillaba, che non è cima raggiunta ma fondo di bottiglia. Secondo lei il Patrocinio dell’UNESCO sarà in grado di creare un ponte di dialogo tra salvaguardia e sviluppo da imitare a livello internazionale? L’Unesco è un riconoscimento e anche un vincolo. Per me non aggiunge niente alla celebrità del paesaggio, invece assegna la responsabilità di conservarlo. L’economia di montagna è cambiata, dedicandosi al turismo come fonte principale di sussistenza, ma con la consapevolezza che l’offerta delle Dolomiti sul mercato riguarda la manutenzione della bellezza ereditata. Credo che ci sia coscienza per uno sfruttamento rispettoso della dote. Dai musei di Messner alle manifestazioni ciclistiche con chiusura del traffico, credo nell’intelligenza che attira il turista virtuoso. 64
In the Dolomites, you have found a sport field of excellence. Why do you have this important bond to these rocks? The beauty, their marine origin, because of which they are composed of coral, motherof-pearl, skeleton of crustaceans. This is the reason why I climb in the Dolomites: the ages of the Earth, the big push through which they has been pushed up from the bottom of the sea. I love the limestone, which changes according to the hours of the day and the motion of the wind. I like climbing the ways that existed even before I was born, putting the hands on the handholds of the people who climbed before me. I climb in the summer, because I can touch the rocks with bare hands, from my surface to their surface. Memory, nostalgia and emotion emerge from your books set in the mountains: Il peso della farfalla2, Sulla traccia di Nives3… Are there similarities between climbing and your way of writing? Climbing means fumbling along a way, letting the hands finding the way, while the body follows. When you reach the top, you have to go back again. Writing means following that way, until the last syllable, which is not the reached top, but the bottom of the bottle. In your opinion, can the Patronage of the UNESCO create a compromise between the safeguard and the development the international community should take as example? The Unesco is a recognition, but a duty as well. In my opinion, through this recognition nothing is added to the celebrity of the landscape, but the duty to preserve it. The economy of the mountain has changed, and tourism is the most important source of earning. We have to be aware of the fact that the touristic offer on the Dolomites concerns the preservation of their beauty. I think people are aware of this and respect the landscape. I believe in the intelligence of the tourists who are attracted by the beauty of the Dolomites, from Messner’s Museums to the bicycle races, during which the traffic is blocked. The weight of the butterfly On Nives’ trail
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Nelle Dolomiti è ancora possibile l’esplorazione? Se sì, con quale approccio? Ci sono vaste zone pochissimo battute, un enorme spazio per allontanarsi dalle strade e dai sentieri. Le montagne da valle sono viste come barriere, ma da dentro sono un vasto sistema di comunicazione tra versanti. Ci si può inoltrare per giorni incontrando più animali che uomini. Ci si può dimenticare di tornare.
Are expeditions still possible on the Dolomites? If yes, how? There are few pounded ways, and many possibilities to hike and climb far away from streets and paths. From the valleys, mountains look like barriers, but from inside they are big communication systems between the slopes. You can spend days meeting animals and not meeting any person. You can forget that you have to go back. (Traduzione Sara Covelli)
“La montagna nasconde, ha vicoli, soffitte, sotterranei, come la città dei suoi anni più violenti, ma più segreti.” “Mountains hide things; they have alleys, ceilings, basements, as a city during its most violent, but most secret years”.
“Sul banco degli imputati mi piazzano da solo, ma solo lì potranno. Nell’aula e fuori, isolata è l’accusa.” “In the dock, I am alone, but I can be left alone only there. In the courtroom and outside, the prosecution is left alone”.
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Punta delle Cinque dita del Sassolungo
MARCO AVANZINI - Museo delle Scienze di Trento EVELYN KUSTATSCHER - Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige
Sono molte le cime che in particolari momenti del giorno assumono le sembianze di creature gigantesche. Questo il motivo per cui la tradizione popolare è ricca di storie legate alla passata esistenza di giganti e alle loro imprese. In molte aree delle Alpi essi avrebbero creato grandi cumuli di terra, scagliato a valle imponenti blocchi di roccia, oppure sarebbero stati trasformati in picchi rocciosi da potenti sortilegi.
Gigantism is widespread among mythological creatures and is typical of the first inhabitants of the world. According to ancient people, big bones of mammoths, elephants, woolly rhinoceroses and cave bears proved the presence of giants. Pinnacles with an improbable equilibrium, peaks’ profiles, contrasts and colours were the starting point for traditions and legends that still today perpetuate the charm of the Dolomites. Every peak of the Dolomites is connected to a myth, whose protagonists are most of the times giants and their relationship with human beings and nature.
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Il gigante Grimm dall’alto del suo Corno Bianco - disegno M.A.
Bletterbach Fondazione Dolomiti
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Haunold nei boschi di Sesto - disegno M.A.
Alcuni ricercatori sono convinti che molte leggende legate ai giganti siano nate anche dal tentativo di dare un significato a ossa strane e gigantesche che di tanto in tanto affioravano dal terreno o che erano donate alle comunitĂ da viaggiatori provenienti da terre lontane. Tra queste spicca quella del gigante Haunold, cui la tradizione attribuisce una grande costola appesa alla collegiata di San Candido. According to some researchers, through these legends, strange and big bones that came out from the soil or had been given to local people by travellers from distant countries became a meaning. Among these, the legend of the giant Haunold, whose rib is hung in Innichen.
Presbiterio e colonne della Collegiata a San Candido
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Storia dell’alimentazione delle popolazioni alpine Alla fine del ’900 per sopperire alla mancanza di cibi proteici gli abitanti si nutrivano anche d’insetti MICHELE PIZZININI
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Sosta per il pranzo
Archivio Istitut Cultural Ladin Majon di Fascegn.
History of food of the Alpine populations At the end of the 19th Century, in order to obviate to the lack of protein-based food, resident citizens nourished themselves with insects as well 73
Le Alpi fino a 15.000 anni fa erano coperte da uno spessore di ghiaccio di circa un chilometro e le nostre belle Dolomiti si ergevano sopra questo mare di ghiaccio solo per poche centinaia di metri. Fino a 5-6 mila anni fa l’alimentazione delle genti che abitavano l’area alpina era prevalentemente dipendente dalla caccia e legata alla raccolta di cibi come bacche, noci, nocciole, radici, tuberi, legumi selvatici, funghi e solo durante l’autunno un buon apporto energetico era garantito dall’assunzioni di frutta selvatica, piccoli frutti, e castagne. Per lunghi secoli, uno degli elementi che ha accomunato le popolazioni dell’arco alpino è stata la fame. Until 5-6 thousend years ago nutrition of people living in the alpine area was mainly depending on hunting and tied to the harvest of berries, walnuts, hazelnuts, roots, tubers, wild legumes, mushrooms. In Autumn a good energetic support was guaranteed by the ingestion of wild fruits and chestnuts. For many centuries on of the elements which associated the populations living in the European Alps was hunger.
La fame incombe su molte famiglie che si adattano a mangiare qualunque cosa Hunger threatens many families which adapt themselves to eat anything
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L’agricoltura in queste zone arrivò con certo ritardo rispetto alla pianura e solo in tempi più recenti s’iniziarono a coltivare cereali minori come il farro o la spelta, cereale più resistente al freddo. Si produceva un pane scuro e duro che spesso si accompagnava a carne essiccata o affumicata. Se il territorio alpino si prestava poco all’agricoltura, offriva invece ampi pascoli che hanno consentito lo sviluppo dell’allevamento di ovini e bovini, permettendo, per la prima volta, a queste genti di consumare il latte e i suoi derivati, alimenti nuovi dal punto di vista evolutivo e fino ad allora pressoché sconosciuti. In those areas agriculture arrived with a certain delay compared to the valley areas and the cultivation of minor cereals such as wheat and spelt started only in more recent years; both cereals more resistant to the cold winters of the Alps. Brown hard bread was produced, which was often combined with desiccated or smoked meat. Although the territory in the Alps wasn’t appropriate to agriculture, it offered instead a wide grazing land which developed in the progression of farming of ovines and bovines, ensuring for the first time the consume of milk and its derivated to the population, food completely new to them from the evolutionary point of view and until that point almost unknown.
Forse è stata proprio questa fame atavica che ha consentito a queste genti di montagna di adattarsi bene anche ad altri cibi “nuovi” arrivati dopo la scoperta dell’America, come le patate e il mais. Fino al 1700 le patate venivano date solo ai maiali perché si credeva che il loro consumo facesse venire la lebbra, ma poi nel giro di poche decine di anni le popolazioni montane sono diventate tra le più grandi consumatrici di questo prezioso tubero. Così per il mais, arrivato nelle nostre regioni solo 300 anni fa, che nel volgere di un secolo ha fatto della polenta il piatto più consumato dalle genti di montagna. Pensate che alla metà dell’ ‘800 il consumo di farina gialla era di circa 120 kg per ogni persona all’anno, e oggi è crollato a meno di 5 kg. La grande adattabilità al consumo di qualsiasi alimento nutriente ha fatto delle genti di montagna anche dei consumatori d’insetti. All’inizio del 1900 quando il consumo di cibi proteici, quali carne e pesce si era ridotto ai minimi termini, quando nel mese di maggio si diffondeva un gran numero i maggiolini, questi venivano catturati, cotti nel forno e successivamente macinati, permettendo di ottenere una farina ricchissima di proteine che veniva aggiunta ad altre pietanze.
Maybe it was truly this atavic hunger which allowed those mountain populations to adapt well to other “new” food which arrived after the discovery of America, such as potatoes and corn. Until 1700 potatoes were only given to pigs because it was believed that their consumption was associated with the sickness of leprosy, but only after some decades mountain populations turned themselves among the most great consumers of this precious tuber. Same happened with corn, which arrived in our regions only 300 years ago, and in the matter of one century made of “polenta” the most consumed dish of all those alpine populations. The great adaptability to the consume of any nourishing food made of mountain people consumers of insects too. In the beginning of 1900, when the consume of protein-based food such as meat and fish was reduced to the minimum, in May – when a great number of beetles spread out – those were captured, cooked in the oven and succesively ground, allowing this way to obtain a flour abundant in proteins which was added to other dishes.
Ph: ©fotolia - wasanajai
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Ph: Michele Pilati
Oggi, nonostante anche le popolazioni montane subiscano i nefasti effetti della globalizzazione e in qualsiasi valle si possa mangiare cibo etnico, giapponese, cinese o messicano che sia, la forte tradizione culturale di queste genti riesce a mantenere abitudini alimentari genuine e una cucina povera fatta di alimenti semplici e frugali. In un domani però il progresso delle conoscenze scientifiche e tecnologiche ci porterà a mangiare cibi che oggi non siamo nemmeno in grado di immaginare, e viene da chiedersi: chissà che cosa mangeremo tra 50 anni? 76
Nowadays, despite other mountain populations undergo the effects of globalization from the point of view of alimentation too, their strong cultural tradition allows to maintain genuine eating habits. In the future, progress of scientific and technological knowledge will bring us to eat food that today we can’t even imagine, and so the question is: what will we be able to eat in 50 years?
Strutture obsolete
Valori e disvalori nel paesaggio dolomitico
Obsolete structures in the UNESCO Dolomites Site
VIVIANA FERRARIO e CHIARA QUAGLIA Dipartimento di Culture del Progetto Università Iuav di Venezia
I MOTIVI DI UNA RICERCA: LE STRUTTURE OBSOLETE (STROBS) E L’INTEGRITÀ DEL BENE UNESCO Nell’ambito del Piano di Gestione del sito UNESCO, la Fondazione Dolomiti UNESCO, attraverso la Rete funzionale del paesaggio e delle aree protette, sta conducendo un’attività di ricerca sulle cosiddette “strutture obsolete” (STROBS), che è stata affidata al Dipartimento di Culture del Progetto dell’Università IUAV di Venezia. Cosa sono le “strutture obsolete”? Come è nata l’esigenza della loro catalogazione? L’impulso iniziale deriva da una specifica richiesta dell’IUCN, che già nel 2011 raccomandava di individuarle in quanto elementi di rischio per l’integrità del bene UNESCO. In questa accezione, le strutture obsolete sono 78
da intendersi come disvalori da rimuovere per conservare i valori universali del WHS. A chiunque frequenta le Dolomiti verranno subito in mente diversi esempi di strutture obsolete: attrezzature per l’escursionismo abbandonate, baracche, infrastrutture e impianti in disuso e, in generale, tutti quegli elementi che per qualche motivo “stonano” nel contesto in cui si trovano. Tuttavia, quando si tenta di dare una definizione univoca di obsolescenza, il tema si rivela complesso: con quali criteri si può definire obsoleto un oggetto presente nel territorio? L’obsolescenza dipende dall’abbandono, dal degrado, dall’impatto visivo, o da un insieme di diversi caratteri? È una caratteristica propria dell’oggetto, o piuttosto dipende dal contesto?
COSA CI DICONO LE STROBS DEL PAESAGGIO DOLOMITICO? In primo luogo, le strutture obsolete ci parlano dei processi di abbandono e di riterritorializzazione che interessano le Dolomiti. Se le osserviamo come elementi di un sistema, e non solo come oggetti singoli, possono rivelarsi documenti interessanti di come l’uomo ha usato o sta usando la montagna. Basti pensare ad alcuni esempi, quali case cantoniere, impianti sciistici dismessi, manufatti militari, infrastrutture di comunicazione: sono tutti oggetti facenti parte di sistemi che hanno subito negli ultimi decenni accelerate trasformazioni e continuano ad evolversi rapidamente. Le strutture obsolete non rispondono più agli scopi per cui sono state create, ma non hanno ancora subito processi di riappropriazione e riuso: si trovano insomma in uno stato “sospeso”, che può, in certi casi, anche diventare un’opportunità. In secondo luogo, le strutture obsolete possono dirci qualcosa sui processi generali di attribuzione di valore e disvalore al paesaggio. Il termine “obsoleto” contiene una sfumatura di senso negativo, indica qualcosa che è in contrasto con il contesto in cui si trova. I motivi di questo contrasto possono essere i più vari: il disturbo visivo, il cattivo stato di conservazione, l’abbandono, l’uso di materiali incongrui o addirittura inquinanti. Quanto più consideriamo importanti alcuni valori nel paesaggio (naturalistici, culturali, identitari, storici, ecc.), tanto più tenderemo ad identificare come obsoleti gli oggetti in contrasto con tali valori. Persone diverse, che abbiano gerarchie di valori diverse, potranno identificare differenti strutture obsolete. A CACCIA DI STRUTTURE OBSOLETE: LA RACCOLTA DELLE SEGNALAZIONI Individuare le strutture obsolete non è facile, perché il territorio è vasto e i dati di partenza sono molto limitati. Per questo motivo abbiamo bisogno delle segnalazioni di tutti voi. Partecipate alla caccia delle STROBS! Parlateci dei valori che attribuite al patrimonio Dolomiti UNESCO! Segnalate le vostre STROBS all’indirizzo struttureobsolete@gmail.com.
The UNESCO Dolomites Foundation is carrying out research into so-called “obsolete structures” as part of the Overall Management Strategy of the UNESCO Dolomites site. This project, which involves the Landscape and Protected Areas Operating Network, has been commissioned to the Department of Project Cultures at IUAV University in Venice (head of research Prof. Viviana Ferrario, research fellow Chiara Quaglia). But what are “obsolete structures”? And why do we need to catalogue them? The initial incentive comes from a specific request from the IUCN, which recommended identifying them as far back as 2011. Anyone who is familiar with the Dolomites will have no difficulty in thinking of several examples of obsolete structures: discarded hiking equipment, old huts, disused infrastructures and ski lifts and, generally speaking, everything that for some reason or other “clashes” with its surroundings. However, when we try to establish a clear definition of obsolescence, the matter becomes a bit more complicated: which criteria should we use to define something as being obsolete in the territory? Does obsolescence depend on neglect, degradation, visual impact or a set of different factors? Is it an intrinsic feature of the object or does it depend on the setting? Studying obsolete structures means gaining a greater insight into the dynamics of the landscape in the Dolomites. If we consider them parts of a system and not purely individual objects, they can provide us with interesting evidence of how the human being has used and is using the mountains. Furthermore, the research can tell us something about the values we attribute to the Dolomites landscape. The word “obsolete” has a negative connotation, suggesting something that is in conflict with its setting.
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Arte Sella Education al via il progetto Dolomiti - UNESCO Handling with Care the beginning of the project Dolomites - UNESCO Handling with Care
In October, the following project is going to start: Dolomites - UNESCO Handling with Care, born from the collaboration between Arte Sella and the Autonomous Province of Trento with the aim to create a discussing forum on the connection between nature, health and beauty. The path, which will be oriented to whom for professional motives made of therapy their own profession, will constitute a moment of debate and training in a location where, since thirty years, art, beauty and therapy combine with nature through a constant dialogue. The project will include a round of meetings where various professionalities will face this delicate balance, each one of them from their own point of view. This is how Arte Sella Education originates, a reality that intends to offer targeted formative courses associated to topics which have always been taken in great consideration from the philosophy of Trentino’s reality. The training will take place in Malga Costa, Arte Sella ((Val di Sella, Trentino Alto Adige) in October/November 2016 for a total of 16 hours.
Info: www.artesella.it
Will Backers, “Attraversare l’anima”
Copyright Arte Sella - Photo Giacomo Bianchi
In Trentino c’è un luogo in cui arte e natura si incontrano: Arte Sella. Ogni anno artisti provenienti da realtà diverse si rapportano con la Val di Sella e il suo ambiente, creando nuove opere attraverso l’Art in Nature e instaurando un dialogo costante con la natura, che si fa artista e curatrice essa stessa. Nel corso degli anni a seguire, la natura modifica ciascuna opera intersecandosi al lavoro di ogni artista e completandolo. L’approccio con cui ogni artista si rapporta alla natura è caratterizzato dalla cura, una dimensione che sottende tutti i rapporti umani. Con il progetto Dolomiti - UNESCO Handling with Care, nato dalla collaborazione tra Arte Sella e la Provincia Autonoma di Trento, prende il via un percorso dedicato al rapporto tra bellezza, natura e cura. Handling with Care consiste in un ciclo di incontri in cui alcuni esperti si confronteranno sui delicati equilibri esistenti tra queste tre dimensioni. Il percorso di formazione si rivolgerà in particolare a quanti per lavoro si trovano a curare: operatori socioassistenziali, insegnanti, terapeuti e quanti per ragioni professionali fanno della cura la propria missione. Il progetto nasce dalla consapevolezza di come il territorio delle Dolomiti sia una delle meraviglie naturali più riconosciute al mondo: in tale contesto, il tema della bellezza è senza dubbio centrale. Si tratta di uno spazio non solo fisico, ma anche metaforico: la bellezza non è infatti solamente esperienza estetica, ma una delle modalità più importanti medianti il quale l’uomo può relazionarsi con il mondo circostante e con gli altri esseri umani. Arte Sella, collocata lungo le direttrici che connettono i più importanti gruppi dolomitici, è un luogo in cui le peculiarità e la bellezza del territorio dolomitico sono portate alla luce attraverso la potente mediazione del linguaggio dell’arte e dove il legame tra natura e uomo si fa ancora più tangibile: è di uno spazio curato e disegnato dall’uomo dove l’arte, la creatività ed il pensiero trovano modalità nuove di dialogo e di rapporto con il mondo naturale. La formazione avrà luogo a Malga Costa, Arte Sella ((Val di Sella, Trentino Alto Adige) nei mesi di ottobre/novembre 2016 per un totale di 16 ore.
Author Edward Theodore Compton
Credits Creative Commons
FAUSTA SLANZI
Le Dolomiti? Sosteniamo un approccio unitario
Dolomites? Let’s support an unitary approach
“Only if the politics about Dolomites will become more homogeneous we will be able to say that we have won the challenge UNESCO indirectly consigned us in Siviglia in date 26th june 2009”.
Mauro Gilmozzi Autonomous Province of Trento Council Member The procedure which brought to the successful prestigious declaration of Dolomites as UNESCO World Heritage Centre, started with Mauro Gilmozzi, Town Planning Councillor during the XIII provincial autonomous legislature of Trento (2003-2008). “The strength of the project resides in the capability of each single territory of handing power over. This doesn’t mean to abdicating to the administrative role, but facilitating instead an unitary approach to politics, in order to characterise the Dolomitic territory as a singular area. Not only for the extraordinary beauty of the landscape and the exceptional geological relevance, but also to elevate the economic attractiveness and sustainability charateristics as a unit. The Foundation is the discussion table around which Dolomites’s unitary enhancement and valorization are considered. It is the authority in charge of the fulfillment of politics for a unitary adminitration throughout joint actions between all present actors among the territories” claims the Councillor. “The Board of Administration is the guidance of a society and, in this case, of the Foundation too. Therefore it is inside this board meeting and from the debate between municipal administrators of each territory that generates an overall political vision. Now is the time for a change of gear, aimed at the gathering of the many opportunities UNESCO offered us on a silver platter”.
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“Solo se le politiche sulle Dolomiti diventeranno più omogenee potremmo dire di aver vinto la sfida che l’UNESCO ci ha, indirettamente, consegnato a Siviglia il 26 giugno del 2009”. Mauro Gilmozzi Assessore alla Provincia autonoma di Trento
È iniziato con Mauro Gilmozzi, già assessore all’Urbanistica nella XIII legislatura della Provincia autonoma di Trento (2003-2008), l’iter di candidatura che ha poi portato, felicemente, alla prestigiosa dichiarazione delle Dolomiti quali Patrimonio dell’Umanità. “Il punto sta nella capacità dei singoli territori di ‘cedere potere’, che non vuol dire abdicare alla funzione amministrativa, ma favorire un approccio unitario delle politiche per connotare il territorio dolomitico come unico. Questo non solo per la straordinaria bellezza paesaggistica e l’eccezionale importanza geologica ma, anche, elevando unitariamente le caratteristiche di attrattività economica e sostenibilità. È la Fondazione il luogo del confronto per valorizzare l’unitarietà delle Dolomiti. È l’organo preposto ad attuare, attraverso azioni congiunte con tutti i vari attori dei territori, le politiche per un governo unitario”. Dunque assessore Gilmozzi, la Fondazione Dolomiti ha un ruolo decisamente centrale? “Come ho recentemente ribadito anche con un intervento al 64° Trento Film Festival, siamo riusciti a costruire un organismo, la Fondazione, che riesce a esprimere la strategia e la visione, quindi a essere la testa di un sistema che poi, attraverso i progetti delle reti funzionali a livello locale, sa dare risposte concrete” afferma con risolutezza l’Assessore. “Il Consiglio d’Amministrazione, ai quali partecipano gli assessori competenti in materia di ambiente delle cinque Province e delle due Regioni dolomitiche, è il timone di una società e, in questo caso, della Fondazione. Dunque, è dentro quell’assemblea e dal confronto con gli amministratori di ciascun territorio che si forma la visione politica complessiva. Ora è giunto il momento di un cambio di passo, uno scatto in avanti per permettere alle Dolomiti di cogliere le tante opportunità che l’UNESCO ci ha consegnato su un piatto d’argento”.
Territori informatizzati per il bene comune Computerized territories for the common good La Provincia di Trento ha avviato la raccolta di dati utili alla creazione di un sistema informatico dedicato alle Dolomiti Bene Unesco e alle Aree Protette del Trentino The Province of Trento started to collect data for the creation of an informatic system dedicated to the Dolomites UNESCO World Heritage and the Trentino’s Protected Areas
Ph: ©fotolia - alphaspirit
In September 2014 the Department of Institutional and Legislative Affairs of the Autonomous Province of Trento started a project of collection and cataloguing of data, public and private, with the objective to create a smartphones and tablets app oriented to consumers interested in the touristic offer of Trentino. From this study emerged a significant aspect: Trentino is the most attractive area for Italian Sciuts groups all around Italy. The collection and catalogation of data concerns significant data, such as accomodation, paths, areas of turistic interest, drugstores, bicycle paths, bicycle rental points etc. The goal of the study is to create a pilot project aimed at offering to the tourist a wide range of information which can illustrate the potential of the touristic, social and formative offer. Each tourist will be able to have on-line access in real time to the territory of the Dolomitic area.
Nel settembre 2014 è stato avviato dal Dipartimento Affari Istituzionali e Legislativi della Provincia autonoma di Trento, un progetto di raccolta e catalogazione di dati, pubblici e privati, con l’obiettivo di creare un applicativo per smartphone e tablet rivolto a utenti interessati all’offerta turistica del territorio. Da questo studio è emerso un dato rilevante: il Trentino è il territorio più attrattivo per i gruppi Scout di tutta Italia. Il progetto è dedicato all’Associazionismo, alle famiglie appartenenti ai GAS (gruppi di acquisto solidale), alle scolaresche e ai gruppi di anziani. Si tratta di una raccolta e catalogazione di dati significativi come alloggi, sentieri, punti di interesse turistico, farmacie, piste ciclabili, noleggio bici, etc. Tra i soggetti pubblici coinvolti vi sono il Dipartimento Affari Istituzionali e Legislativi della Provincia autonoma di Trento, promotore del programma, il Progetto Opendata Trentino, i Comuni e il Servizio Turismo della Provincia di Trento. Tra i privati spiccano l’Arcidiocesi e il mondo degli Scout con cui si è avviato un importante processo di raccolta dati. L’obiettivo dello studio è creare un progetto pilota teso a offrire agli ospiti un insieme d’informazioni che illustrino le potenzialità dell’offerta turistica, sociale e formativa. Ogni turista in tempo reale potrà leggere on line qualunque curiosità relativa ai territori dell’area dolomitica.
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La Montagna perduta FAUSTA SLANZI
Le
regioni in controtendenza rispetto al fenomeno dello spopolamento della montagna che, dal dopoguerra ad oggi ha interessato i territori di montagna italiani, sono il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta. Qui si è assistito a un aumento della popolazione mentre nel resto d’Italia, le persone hanno abbandonato la montagna e scelto di vivere in pianura. Il processo non uniforme del fenomeno è emerso dal rapporto “La montagna perduta. Come la pianura ha condizionato lo sviluppo italiano” realizzato da CER (Centro Europa Ricerche) e tsm-Trentino School of Management e presentato il 9 febbraio scorso al Senato della Repubblica italiana, alla presenza del presidente Pietro Grasso. Il report è stato realizzato da un gruppo di lavoro composto da Gianfranco Cerea, Stefano Fantacone, Petya Garalova, Mauro Marcantoni e Antonio Preiti.
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In Trentino Alto Adige e in Valle d’Aosta la dotazione di infrastrutture, un’accessibilità maggiore ai servizi pubblici essenziali (sanità, istruzione, trasporti) e un’elevata qualità della vita hanno determinato la crescita della popolazione. Nel resto d’Italia, all’opposto, “le dinamiche sociali dei territori di montagna, per l’agire congiunto di una minore forza politica e di un maggiore costo delle opere”, hanno determinato fenomeni di spopolamento e abbandono. I numeri dimostrano che la crescita italiana (12 milioni di persone) si è concentrata in pianura (8,8 milioni) e in collina (circa 4 milioni) mentre la montagna ha perso circa 900 mila abitanti/residenti. Che cosa ha evidenziato, soprattutto, il rapporto? Che la montagna non è condannata allo spopolamento dall’orografia, bensì dalle politiche pubbliche. Il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta hanno messo in atto politiche pubbliche ade-
guate e favorevoli ad una vita di qualità in montagna e dunque, questo modello “può ambire a un ruolo di primo piano nello sviluppo del Paese”. Al dibattito hanno partecipato, fra gli altri, Luca Mercalli che ha sottolineato come “la risposta alla stagione dello spopolamento, della trascuratezza, della marginalizzazione è un buon progetto politico, una buona legge per la montagna”. Ugo Rossi, presidente della Provincia autonoma di Trento, ha messo in luce come “Se la montagna è messa nelle condizioni di attivare politiche adeguate alle sue maggiori difficoltà, ciò che è problematico può
trasformarsi in una spinta allo sviluppo”. “Le particolari condizioni ambientali dei territori di montagna - fragilità, acclività, isolamento - richiedono, a garanzia del loro sviluppo sociale ed economico, l’adozione di ‘buone pratiche’ di governo incentrate su ampie autonomie”, così si è espresso l’antropologo Annibale Salsa, componente del comitato scientifico della Fondazione Dolomiti UNESCO. La speranza è che ciò che ha invertito la tendenza dello spopolamento, possa costituire un esempio da migliorare per i territori montani che ambiscono ad uno sviluppo sostenibile vero.
The lost mountain In
Trentino Alto Adige/Südtirol and Aosta Valley, the depopulation of the mountains is not as accentuated as it is in other places. In these two regions, thanks to good infrastructures, a good accessibility to essential services (health system, school system, public transportation) and a high quality of life, the population has increased. In the rest of Italy, people have decided to move away due to “social dynamics, because of the decisions of some political parties and because of the higher costs of public works”. This is what emerges from the report “The lost mountain. How plains have influenced
the Italian development”, written by the CER (European Research Centre) and tsm (Trentino School of Management). This report was presented on February the 9th, at the Senato della Repubblica (2nd House of the Italian Parliament), in the presence of its President Pietro Grasso. Data reveal that the Italian growth (12 millions of people) is concentrated in the plains (8.8 millions) and on the hills (about 4 millions), while mountains have lost about 900,000 inhabitants/residents. The report reveals, “Depopulation of the mountains is not caused by orography, but by public policies”. 85
La Carta di Cortina un primo passo
di un percorso sostenibile da costruire insieme Sottoscritto l’impegno per ridurre l’impatto degli sport invernali in contesti d’eccezionale valore ambientale e paesaggistico come le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità
The Cortina Charter working for the sustainability of winter sports
Cortina d’Ampezzo Photo: DG_Bandion
La
‘Carta di Cortina per la sostenibilità degli sport invernali’ è stata sottoscritta a Cortina d’Ampezzo il 24 gennaio 2016. I firmatari: il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, il Sindaco del comune di Cortina d’Ampezzo Andrea Franceschi, Claudio Pedrotti Presidente della provincia di Pordenone per la Fondazione Dolomiti UNESCO, Flavio Roda Presidente FISI, Valeria Ghezzi Presidente ANEF, Andrea Segrè Fondatore di Last Minute Market e Presidente del Comitato per lo sviluppo del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti (Ministero dell’Ambiente), Veronica Nicotra Segretario generale ANCI, e Giovanni Malagò Presidente CONI. La “Carta di Cortina” rappresenta un importante impegno e un notevole riconoscimento per la Fondazione Dolomiti UNESCO, attiva anche a livello internazionale per individuare strategie che coniughino la sostenibilità economica con quella ambientale, promuovendo un turismo sostenibile in un territorio d’eccezionale valore universale, iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale. Un ulteriore passo in avanti anche nell’attuazione della Strategia Complessiva di Gestione, sviluppata grazie al contributo di chi abita le Dolomiti. I firmatari, consapevoli che gli sport invernali sono un settore chiave nell’economia di molte località alpine, hanno riconosciuto il loro impatto sul territorio che deve e dovrà essere attentamente valutato, soprattutto in contesti d’eccezionale valore ambientale e paesaggistico come le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità. Pertanto l’amministrazione locale di Cortina d’Ampezzo e gli operatori del settore degli sport invernali, insieme al Ministero dell’Ambiente e alla Fondazione Dolomiti UNESCO lavoreranno in sinergia con l’obiettivo di individuare quelle strategie che coniughino la sostenibilità economica con quella ambientale, promuovendo un turismo sostenibile in un territorio d’eccezionale valore universale, iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale. Preso atto che le Alpi, con il loro capitale di biodiversità e le riserve di acqua e legno, costituiscono un ambiente naturale, culturale, di vita e di lavoro per quasi 14 milioni di persone, nonché un’importante destinazione turistica che attira circa 120 milioni
Sunday
24 January, the Minister of the Environment Gian Luca Galletti presented the “Cortina Charter” to promote the sustainability of winter sports, drawn up in conjunction with the UNESCO Dolomites Foundation. In the presence of the Minister of the Environment Gian Luca Galletti, the Mayor of Cortina d’Ampezzo, Andrea Franceschi, together with Claudio Pedrotti, President of the province of Pordenone for the UNESCO Dolomites Foundation, Flavio Roda, President of FISI, Valeria Ghezzi, President of ANEF, Andrea Segrè, founder of Last Minute Market and Chairman of the Committee for the development of the national programme for the prevention of waste (Ministry of the Environment), Veronica Nicotra, General Secretary of ANCI, and Giovanni Malagò, President of CONI, all endorsed the pledge to safeguard the territory during winter sports events, especially with the 2021 World Championship in mind. Well aware that winter sports are key to the economy in so many Alpine resorts, they acknowledged the impact they have on the territory and reiterated the need to carefully assess this impact both now and in the future, especially in areas of outstanding environmental and landscape value like the Dolomites World Heritage Site. We sincerely hope – declared Claudio Pedrotti in his speech – that the Cortina Charter will allow us to engage not only the institutions but all the stakeholders who operate in the area. Our common goal is to develop policies which respect the specific features of the mountain areas and implement measures promoting sustainable development, environmental protection and the enhancement of the territory which will enable us to raise awareness and pass on this heritage intact and properly preserved to future generations. The Cortina Charter is an important commitment for the UNESCO Dolomites Foundation, which is actively involved worldwide in identifying strategies which combine economic and environmental sustainability, promoting sustainable tourism in an area of outstanding universal value which is inscribed on the World Heritage List. It also marks an important step forward in the implementation of the Overall Management Strategy, which was drawn up with the help of the residents of the Dolomites. 87
I firmatari dell’accordo
Presentazione del Ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti
di visitatori ogni anno e che il turismo sostenibile costituisce un elemento chiave per lo sviluppo di un modello di una green economy alpina fondato sull’efficienza nell’uso delle risorse, il gruppo di lavoro che si è costituito ritiene prioritario adottare una definizione chiara, comune e ufficiale di “sport invernali sostenibili” e proporre un sistema di indicatori comune per la qualificazione e quantificazione dei relativi impatti, in particolare in termini di carbon footprint, water footprint e impatto paesaggistico. L’auspicio della Fondazione Dolomiti UNESCO è che l’impegno definito con la “Carta di Cortina” permetta di intraprendere un adeguato percorso di partecipazione che coinvolga non solo le istituzioni ma tutti i portatori d’interesse attivi sul territorio. Lo scopo comune è sviluppare politiche attente alle specificità dei territori montani e dare attuazione a misure relative allo sviluppo 88
sostenibile, alla protezione dell’ambiente e alla valorizzazione del territorio che ci permetteranno di sviluppare una maggiore consapevolezza e trasmettere alle generazioni future un patrimonio integro e correttamente conservato. Sin dalle prime riunioni operative è stato confermato l’impegno e il sostegno da parte del Ministero dell’Ambiente a tutte le molteplici attività che i firmatari si sono impegnati a rispettare, in primis, grazie alla collaborazione con il Comune di Cortina, si potrà avviare un processo partecipato con la comunità locale, principalmente attraverso un’attività di sensibilizzazione e di educazione allo sviluppo sostenibile. Non solo, il coinvolgimento avrà lo scopo di identificare le principali criticità degli impatti ambientali connesse agli sport invernali, nonché di evidenziare le possibili soluzioni e gli ambiti di intervento.
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Info: www.visittrentino.it
Due
i parchi naturali e una rete diffusa di aree protette grandi e piccole: ben il 30% del Trentino è sottoposto a tutela ambientale. L’esigenza di salvaguardare questo tesoro di cui il territorio è depositario, accanto ad altri patrimoni come le Dolomiti, si è trasformata nel tempo in un forte stimolo per lo sviluppo di nuovi modi di pensare il turismo, coniugando innovazione e sostenibilità ambientale. Per questo il Trentino è il posto ideale per chi cerca una vacanza a stretto contatto con la natura, sulle rive del Lago di Garda o all’ombra delle grandi pareti. Il modo migliore per scoprire questo territorio è camminare, lungo la rete di oltre 5000 chilometri di sentieri, che permettono di organizzare brevi passeggiate o lunghe escursioni verso i 146 rifugi, le 400 90
malghe in attività, i 300 laghi collocati ad ogni quota. Oppure mettersi in sella ad una bicicletta, ad una e-bike o una mountain bike, e pedalare sugli oltre 430 chilometri della rete di percorsi ciclopedonali, o lungo uno dei grandi circuiti dedicati alle ruote grasse. Dalle famiglie ai giovani, dagli sportivi agli amanti del wellness, in Trentino la varietà non è una peculiarità del territorio, ma anche del fare accoglienza. La caratteristica di un’ospitalità che abbina la tradizione e i valori della gestione familiare con un approccio manageriale, in grado di offrire standard qualitativi elevati, ma sempre al giusto prezzo, accompagnandoli con un’offerta diffusa e qualificata di servizi, infrastrutture per il tempo libero e grandi appuntamenti sull’intero arco dell’estate.
TUTTE LE EMOZIONI DI UN’ESTATE DA VIVERE IN QUOTA ALL THE BEST OF TRENTINO SUMMER
Lago Nero al tramonto - Vista sulle Dolomiti di Brenta
Photo Luciano Gaudenzio
Two
nature parks and a wide network of large and small protected areas: as much as 30% of Trentino is subject to environmental protection regulations. The need to safeguard this treasure, guarded by the territory together with other treasures like the Dolomites, has acted in time as a strong stimulus to develop new ways of looking at tourism, combining innovation and environmental sustainability. That is why Trentino is the ideal place to look for a holiday in close contact with nature, on the shores of Lake Garda or in the shadow of high rocky walls. The best way to discover this territory is by walking, on a network of paths covering over 5,000 kilometres that will allow you to plan short walks or long excursions to
the 146 huts, 400 active mountain dairies and 300 lakes at different altitudes. Or you can get on a bicycle, an e-bike or mountain bike, and pedal on the over 430 kilometres of cycling tracks, or even one of the long circuits devoted to fat wheels. From families to young people, from sportsmen to wellness lovers, variety in Trentino is not just typical of the territory but also of its hospitality. A hospitality that brings together tradition and the values of a family-run business with a managerial approach that can offer high quality standards, always at the right price, accompanied by widespread and high quality services, leisure facilities and great events in summer.
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Alte vie, ferrate e itinerari da rifugio a rifugio tra le montagne più belle
TREKKING, CHE PASSIONE High routes, ferratas and hut-to-hut itineraries on the most beautiful mountains
A PASSION FOR TREKKING
Il Trentino, grazie alla sua particolare morfologia è uno dei luoghi più apprezzati per camminare. Gli oltre cinquemila chilometri di sentieri, curati e segnalati, permettono di esplorare tutto il territorio. Tra i tantissimi percorsi presenti, spiccano alcuni trekking a tappe attraverso zone di grande valore ambientale e paesaggistico. Il Dolomiti Brenta Trek (www.dolomitibrentatrek.it) si sviluppa attorno all’omonimo massiccio dolomitico. Si può scegliere fra il percorso Country, meno impegnativo 92
e alla portata di tutti, o il tour Expert, riservato ai trekker più allenati e navigati, tra sentieri in quota e vie ferrate. Parlando di Dolomiti di Brenta una citazione è d’obbligo per il percorso attrezzato più spettacolare delle Alpi italiane, la Via delle Bocchette, che attraversa l’intero settore centrale del gruppo percorrendo le cenge naturali delle pareti e toccando tutti i maggiori rifugi. Nel Trentino orientale un altro itinerario si sviluppa tra le montagne elette Patrimonio mondiale dall’Unesco. È il Dolomiti Pano-
Thanks to its special morphology, Trentino is one of the most popular places for walking. Over five thousand kilometres of paths, well kept and signalled, allow to explore the territory in full. Some stage treks go through areas of great landscape and environmental value. The Dolomiti Brenta Trek (www.dolomitibrentatrek.it) winds around the homonymous Dolomites massif. You can choose between the Country trek, less demanding and accessible to everyone, or the Expert one, reserved for the more experienced trekkers, with high altitude trails and ferratas.
Via delle Bocchette, which crosses the central part of the mountain group, going through natural ledges on the walls and touching all major huts, is the most spectacular equipped trail of the Italian Alps. In Eastern Trentino, the Dolomiti Panorama Trek proposes a route 200 km long, divided in 20 stages, through mountain groups of rare beauty such as the Lagorai, Pale di San Martino, Marmolada, Sella, Pordoi, Catinaccio and Latemar. Each one of these Dolomites groups offers to the more experienced trekkers some authentic trekking “gems” and spectacular ferratas. The Pala Ronda Trek (www.palarondatrek. com) winds around the Pale di San Martino. Here again you can choose between two versions: the “hard” one, five days on ferratas and equipped trails, and the “soft” one, four days with a less demanding approach to the mountains without renouncing the most beautiful views. The Sentiero della Pace [Path of Peace], that unfolds along 520 kilometres from the Cevedale group to the Marmolada, is a real memory route through the main theatres of World War I in Trentino.
Val di Fassa - Catinaccio - Rifugio Paul Preuss Photo Alberto Bernasconi
rama Trek, 200 km divisi in 20 tappe che racchiudono i migliori trekking tra le valli di Fassa e Fiemme, la zona di San Martino di Castrozza e il Primiero, toccando gruppi montuosi di rara bellezza come Lagorai, Pale di San Martino, Marmolada, Sella e Pordoi, Catinaccio, Latemar. Per i più esperti, ognuno dei gruppi dolomitici offre autentiche “perle” escursionistiche e vie ferrate spettacolari. Il Pala Ronda Trek (www.palarondatrek. com), si snoda attorno alle Pale di San Mar-
tino. Anche qui due versioni: “hard” di cinque giorni, rivolta agli amanti delle ferrate e dei sentieri attrezzati, mentre quella “soft” di quattro giorni è pensata per chi vuole approcciarsi alla montagna con tranquillità, senza per questo perdersi le meraviglie naturali della zona. Dal gruppo del Cevedale alla Marmolada si sviluppano invece i 520 chilometri del Sentiero della Pace, un vero percorso della memoria attraverso i principali teatri della Grande Guerra in Trentino. 93
La novità dell’estate
CON LE GUIDE ALPINE ALLA SCOPERTA DELLE “TERRE ALTE” New this summer
WITH THE ALPINE GUIDES TO DISCOVER THE “TERRE ALTE” [HIGHLANDS]
Per l’estate 2016 il Collegio delle Guide Alpine del Trentino lancia un nuovo progetto, una proposta di avventura nelle Dolomiti e negli altri gruppi montuosi trentini. 3 sono i temi - guida ispiratori delle 43 esperienze raccomandate e garantite: Grande emozione, nelle Dolomiti di Fiemme e Fassa, nelle Pale di San Martino, nelle Dolomiti di Brenta, in Lagorai e tra i ghiacciai del Cevedale; Dalla Guerra alla Pace, dai teatri della Guerra Bianca a quelli del fronte 94
dolomitico, al Lagorai e lungo il “Sentiero della Pace”; Grande adrenalina, ovvero proposte ispirate alle discipline e alle specialità outdoor di tendenza. Un’esperienza possibile grazie alla formula che prevede 3 giorni di attività, con pernottamenti in rifugio, l’assistenza dei professionisti della montagna, il noleggio gratuito di eventuali attrezzature e per tutti un approccio didattico alle tecniche alpinistiche di base.
ALCUNE PROPOSTE Con le “Aquile” di San Martino di Castrozza e Primiero un trekking di tre giorni nelle Pale di San Martino tra ferrate e rifugi. Info e prenotazioni: 3288743739, www.aquilesanmartino.com.
Il selvaggio settore settentrionale delle Pale di San Martino è la proposta delle Guide Alpine Val di Fiemme, da Passo Valles lungo l’Alta via dolomitica n. 2 fino al rifugio e alla Cima Mulaz. Info e prenotazioni: 3687755694 www.guidealpinevaldifiemme.it.
Tre giorni camminando nel selvaggio e silenzioso settore settentrionale delle Dolomiti di Brenta insieme alle Guide Alpine della Val di Sole, dal Peller fino a Passo Grostè. Info e prenotazioni: 3386076376 www.guidealpinevaldisole.it.
Le Guide della scuola Dolomiti Val di Fassa propongono un trekking nel cuore del Catinaccio-Rosengarten da Passo Costalunga al rifugio Antermoia e discesa in Val Udai. Info e prenotazioni: 3356682369 www.guidealpinedolomiti.net.
Dal Piz Boè al Giogo di Fassa, ai piedi del Sassopiatto, percorrendo il sentiero intitolato al re-alpinista Friedrich August, è il trekking scelto dalle Guide di Friends of Arco. Info e prenotazioni: 3493602630 www.friendsofarco.it.
Per chi ama le vie ferrate, la “Via delle Bocchette” nelle Dolomiti di Brenta è un’esperienza assolutamente da non perdere con le Guide di Activity Trentino Outdoor. Info e prenotazioni: 3402507108 www.activitytrentino.it.
Busa de Tresca
Photo Daniele Lira
For the summer of 2016 the Collegio delle Guide Alpine del Trentino [College of Alpine Guides in Trentino] launches a new project, a call for adventure in the Dolomites and other mountain groups of Trentino. Three are the guiding themes that inspire 43 recommended and guaranteed experiences: Grande Emozione [Big Emotion], on the Fiemme and Fassa Dolomites, Pale di San Martino, Brenta Dolomites, Lagorai and the Cevedale glaciers; Dalla Guerra alla Pace [From War to Peace], going from
the White War theatres to those on the Dolomites front and the Lagorai, and along the “Sentiero della Pace”; Grande Adrenalina [Great Adrenalin], i.e. proposals inspired by the most trendy disciplines and outdoor specialities. The experience is made possible by a package that includes 3 fully active days with night stays in huts, the assistance of mountain professionals, free equipment rental and a teaching, open to everyone, of basic mountaineering techniques. Information: www.guidealpinetrentino.it 95
Due circuiti e migliaia di itinerari in quota
a disposizione oltre a una rete diffusa di servizi
UN PARADISO PER I BIKERS Two circuits and thousands of high altitude routes, together with a widespread service network
A PARADISE FOR BIKERS
Dolomiti Brenta Bike Photo Ronny Kiaulehn
Il Trentino è un territorio da scoprire in modo facile e piacevole anche in sella ad una bicicletta, grazie ad un’offerta territoriale diffusa e di qualità. Si può pedalare in tutte le valli lungo una rete di 430 km di percorsi ciclabili adatti a tutti, famiglie incluse, avventurarsi con la mountain bike lungo le strade forestali e i sentieri in quota per montare in sella alla natura, o percorrere spettacolari circuiti attorno alle vette delle Dolomiti. Molte delle località turistiche del territorio sono “bike 96
friendly”, offrono cioè strutture ricettive dedicate, servizi di noleggio e manutenzione delle bici, comprese le e-bike anche in versione mtb, o di trasporto integrato bus e treno + bici, per riportare i cicloturisti alla partenza dopo una giornata immersi nella natura e nel paesaggio trentino. Il Dolomiti Lagorai Bike conta oltre 1.100 chilometri di tracciati “offroad” tra boschi, prati, pascoli, laghetti alpini e, come se non bastasse, i parchi naturali del Monte Corno e
Trentino is a land that can be discovered in a nice and easy way also by bicycle, thanks to a quality offer extended to the whole territory. You can ride through all valleys on a 430 km long network of cycle tracks suitable to everyone, including families, or you can venture with a mountain bike on forest roads and high altitude tracks to “ride on the saddle of nature”, or even go on spectacular circuits around the Dolomites peaks. Many local tourist resorts are “bike friendly”, and they offer dedicated accommodation, bike rental and maintenance services. Among the best mtb circuits are the Dolomiti Lagorai Bike, with over 1,100 kilometres of offroad tracks through woods, meadows, pastures, alpine lakes and the Monte Corno and Paneveggio nature parks (you can download the gps traces from the (www. dolomitilagoraibike.it) website), and the Dolomiti di Brenta Bike, running within the protected area of the Adamello Brenta Nature park (roadbook and gps traces to be downloaded from www. dolomitibrentabike.it).
di Paneveggio a fare da cornice alle escursioni. Si toccano la Val di Fassa, la Val di Fiemme e la Valsugana, per poi spingersi verso le spettacolari vette della catena del Lagorai e quelle dolomitiche del Latemar, del Catinaccio, del Sella e delle Pale di San Martino, Patrimonio Unesco. Dal sito del circuito (www.dolomitilagoraibike.it) si possono scaricare tutte le tracce gps. Il Dolomiti di Brenta Bike si sviluppa attorno al gruppo del Brenta e si pedala all’in-
terno dell’area protetta del Parco Naturale Adamello Brenta. Anche in questo caso sono due le alternative. Il tracciato “Expert” è riservato ai biker più allenati per 171 chilometri di puro divertimento. “Country Tour”, invece, è la proposta per chi desidera percorrere un itinerario adatto anche ai ciclisti più piccoli, lungo le piste ciclabili del fondovalle, toccando borghi caratteristici. Roadbook e tracce gps si scaricano dal sito www.dolomitibrentabike.it. 97
Val di Fassa - Col Margherita Ezio Bosso e Italian Cello Consort Photo Daniele Lira
Tra luglio e agosto i diciannove appuntamenti con I Suoni delle Dolomiti
MAGIE DI SUONI E SILENZI NELLA NATURA La musica come linguaggio universale, la montagna come spazio di libertà: è questo il pensiero forte attorno al quale ruota da sempre un festival che, anno dopo anno, vetta dopo vetta, è diventato uno degli eventi più attesi da chi ama abbinare l’arte e la montagna
Nineteen dates with I Suoni delle Dolomiti [The Sounds of the Dolomites] between July and August
THE MAGIC OF NATURE SOUNDS AND SILENCE
Extraordinary places, extraordinary sounds: in Trentino, on the Dolomites designated by Unesco as Natural World Heritage Site, nature and music will again meet in an ideal embrace next summer, from 2 July to 26 August, for the 22nd edition of “I Suoni delle Dolomiti” (Sounds of the Dolomites), a festival that gives everyone a chance to enjoy renowned artists from the world of classical music, jazz, world music and songwriting, 98
and experience some exciting environmental and cultural habitats as they share unforgettable moments of life and sounds. Nineteen are the events scheduled for this edition, to open Saturday 2 July on the pastures of Jonta, in Val San Nicolò, with a tribute to Fabrizio De Andrè, starring actor Neri Marcorè accompanied by the Gnu Quartet. A most noticeable date is on
Luoghi straordinari, suoni straordinari: in Trentino, sulle Dolomiti elette dall’Unesco Patrimonio Naturale dell’Umanità, anche la prossima estate, dal 2 luglio al 26 agosto, in occasione della 22a edizione del festival “I Suoni delle Dolomiti”, natura e musica si incontrano in un abbraccio ideale, dando a tutti la possibilità di godersi affermati esponenti della musica classica, del jazz, della world music, della canzone d’autore, e offrendo la possibilità di ammirare emozionanti paesaggi ambientali e culturali, di condividere indimenticabili momenti di vita e di ascolto. Diciannove gli appuntamenti in questa edizione che si aprirà sabato 2 luglio, sui pascoli di Jonta, in Val San Nicolò, con un omaggio a Fabrizio De Andrè, protagonisti l’attore Neri Marcorè, in veste di cantante e chitarrista, accompagnato dallo Gnu Quartet. Un ulteriore omaggio al grande Faber anche il 12 agosto, a Busa del Cancanù sull’Altopiano della Paganella: il progetto “Amore che vieni amore che vai” coinvolgerà nomi noti della canzone d’autore e del jazz italiani come Cristina Donà, la pianista Rita Marcotulli, il bassista Enzo Pietropaoli, il trombettista Fabrizio Bosso, il sassofonista Javier Girotto, il chitarrista Saverio Lanza e il batterista Cristiano Calcagnile. Il pianista Stefano Bollani, invece, si esibirà il 3 agosto nei prati della Val Duròn, al Rifugio Micheluzzi. Note jazz, ma dai profumi cameristici, anche il 24 agosto, a Camp Centener, tra Spinale e Grostè, con il fisarmonicista Richard Galliano che renderà omaggio alle Dolomiti con una nuova composizione eseguita insieme a un gruppo di archi. Per la musica classica, una presenza di spicco sarà quella del violoncellista di origine lettone Mischa Maisky il 20 luglio al Rifugio Rosetta Giovanni Pe-
drotti sull’Altopiano delle Pale di S.Martino. Al concerto di Maisky seguirà, pochi giorni dopo, dal 23 al 25 luglio, un trekking nel Gruppo del Catinaccio insieme al violoncellista Mario Brunello, affiancato dal violinista Giuliano Carmignola e dal norvegese Rolf Lieslevand, specialista della chitarra barocca e di altri strumenti antichi. Brunello si esibirà anche il 10 agosto a Pian della Nana, all’ombra del Monte Peller, per un originale incontro interdisciplinare con il danzatore coreano Yong Min Cho. Un pizzico di musica classica, insieme a canzoni di varie epoche e stili, affiorerà anche nel trekking nelle Pale di San Martino (31 luglio – 2 agosto) con la vocalist Petra Magoni e la suonatrice di arciliuto Ilaria Fantin. Nutrita la presenza di artisti riconducibili alla world music: tra questi gli Huun-Huur-Tu, quartetto della Repubblica di Tuva depositario dell’antica tradizione del canto armonico, il 5 agosto a Buse de Tresca sull’Alpe di Pampeago. Immancabile anche quest’anno l’appuntamento con l’alba sulle Dolomiti: il 16 luglio a Col Margherita, punto panoramico su gran parte dei gruppi dolomitici, la cantante Mari Boine intonerà i canti del popolo Sami accompagnata da Roger Ludvigsen (chitarra), Paolo Vinaccia (percussioni), Corrado Bungaro (violino e nyckelharpa), Giordano Angeli (sax soprano e chitarra) e Carlo La Manna (basso fretless). I Suoni delle Dolomiti è ideato e curato da Trentino Marketing con le Apt della Val di Fassa, della Val di Fiemme, di San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi, della Val di Non, di Madonna di Campiglio – Pinzolo – Val Rendena, di Dolomiti Paganellae delle Terme di Comano - Dolomiti di Brenta. Informazioni: www.isuonidelledolomiti.it
3 August with pianist Stefano Bollani on the meadows of Val Duròn at the Micheluzzi hut, and the one featuring accordionist Richard Galliano on 24 August in Camp Centener, between Spinale and Grostè. For classical music, a remarkable presence is that of cellist Mischa Maisky on 20 July at Rifugio Rosetta Giovanni Pedrotti on the Altopiano delle Pale di S. Martino. Again not to be missed this year is the date with
“Dawn in the Dolomites”: on 16 July at Col Margherita, a panoramic spot over most of the Dolomites, singer Mari Boine will sing the songs of the Sami people, accompanied by Roger Ludvigsen (guitar), Paolo Vinaccia (percussions), Corrado Bungaro (violin and nyckelharpa), Giordano Angeli (soprano saxophone and guitar) and Carlo La Manna (fretless bass). Information: www.isuonidelledolomiti.it 99
L’estate è nel Parco Naturale Adamello Brenta
Avventura o relax, svago o riposo, qualunque sia la propria idea di vacanza, è la natura che sa regalare la perfetta ambientazione per un’esperienza appagante tra stupore e rispetto.
Grazie alla preziosa collaborazione che si è instaurata con le Aziende per il Turismo, le Pro Loco e i Consorzi turistici del territorio, il Parco Naturale Adamello Brenta è sempre più protagonista dell’estate. L’invito, rivolto a tutti, è di venire nei luoghi speciali dell’area protetta più grande del Trentino a riscoprire contatti dimenticati con la natura, fatti di immagini, suoni e percezioni sensoriali. Suggestive escursioni con l’accompagnamento degli educatori ambientali, dei guardiaparco e delle Guide Alpine, facili camminate per arricchirsi di conoscenze sulla flora e la fauna del Parco oppure passeggiate al 100
tramonto e sotto le stelle sono solo alcune delle esperienze che si possono vivere partecipando ad una delle oltre 600 attività proposte nel programma “Un’estate da Parco”. Impegnative, ma di grande fascino, sono le traversate delle Dolomiti di Brenta, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, o della Presanella, la cima più alta del Trentino (3.558 m), sugli alpeggi del Parco si riscoprono le attività tradizionali legate alla montagna con qualche degustazione casearia ma si può scegliere anche tra un’uscita di mezza giornata alla scoperta dei luoghi più selvaggi, i preferiti dall’orso bruno, o escursioni per riconoscere i segni lasciati dal “ghiacciaio che c’era” in Val Genova, oppure ancora il teatro scientifico in Val di Tovel, per sperimentare tante curiose esperienze riguardo al famoso lago rosso. Dislocate sul territorio sono visitabili anche le sette Case del Parco, ognuna dedicata ad un tema naturalistico. Sono un viaggio sensoriale alla scoperta della varietà della natura, un’esplorazione virtuale, propedeu-
Summer in the Adamello Brenta Nature Park
Dolomiti di Brenta al tramonto
Photo Fabrizio Lorenzini ARCHIVIO PNAB
A journey to discover the variety of nature, its colours and the signs left by man through the traditional activities associated with the mountains. Let yourself be guided for a few hours, a day or a weekend to discover the landscape through forgot-
Trekking con gli asini Archivio PNAB
tica a quella vera nel cuore verde del Parco, mentre il vero contatto con la natura è garantito nei soggiorni nella nostra stupenda Casa Natura “Villa Santi”, dotata di 30 posti letto, laboratori per la casarada o la smielatura, biblioteca, sala giochi e fattoria delle razze rare dei parchi italiani. Tutto questo è a portata di mano con la nostra ParcoCard, una carta elettronica pre-pagata grazie alla quale si può accedere al ricco ventaglio di proposte per vivere natura, cultura e sapori del Parco senza pensieri.
ten contacts made up of images, sounds and sensory perceptions. Summer in the Adamello Brenta Nature Park is this and much more. For all those who love nature and want to discover all its secrets, the “Summer in the Park” programme offers a wide range of initiatives - “A Stroll with the Bear”, “A Quiet Nature Weekend”, “Colours of the Sun”, “The Bear’s Trails”, “Fairies and Elves in the Enchanted Wood” and “Adventure Park”. And thanks to the ParcoCard, visitors can also combine discovering nature with visits to the province’s museums and tastings of typical products. INFO: www.pnab.it
Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino Una piacevole scoperta a ogni panorama Laghetto Welsperg in Val Canali
fotoarchivio Parco Paneveggio, Pale di San Martino ph. Carlo A. Turra
L’estate, più di altre stagioni, permette al visitatore di vivere gli straordinari contesti naturalistici del Parco. Un’occasione per conoscere da vicino i diversi aspetti del Parco è rappresentata dai Centri visitatori, luoghi simbolo dell’area protetta. In Val Canali, nel centro visitatori di Villa Welsperg, la “Casa del Parco”, sono raccontati gli ambienti naturali e rurali del Parco. La prima sala è dedicata all’intero Parco e al senso-valore della biodiversità. Le altre cinque sale presentano ciascuna un ritratto dei grandi settori territoriali del Parco: si inizia con la Val Canali e i suoi scenari tipicamente dolomitici, quindi si sale sull’Altopiano delle Pale con i suoi ambienti estremi, si scende nella Foresta di Paneveggio, esempio di bosco dove le esigenze della produzione legnosa incontrano quelli della conservazione, per salire nuovamente fino al crinale della catena del Lagorai, un mondo selvaggio e poco conosciuto di antiche rocce vulcaniche, per concludere il viaggio virtuale nel Parco nel Vanoi, ampia vallata prezio102
so scrigno di ruralità. A San Martino di Castrozza, ai piedi delle maestose Pale dolomitiche, uno dei nove gruppi montuosi delle Dolomiti dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, il Centro visitatori permette di conoscere meglio la geologia dolomitica e di scoprire gli ambienti e gli animali d’alta quota. A Paneveggio il Centro visitatori “Terra Foresta” racconta la grande foresta di abete rosso che fornisce il famoso legno di risonanza, usato dai liutai di ogni tempo per costruire preziosi strumenti. In Mountain bike per raggiungere contesti inimmaginabili Ma più che virtualmente la natura del Parco deve essere scoperta camminandovi ed esplorandola: per questo il Parco mette a disposizione, oltre alla sua efficiente rete di sentieri, alcune Mountain Bike, tradizionali o a pedalata assistita elettricamente. Presso i Centri visitatori di Paneveggio e Villa
Malga Bocche
fotoarchivio Parco Paneveggio, Pale di San Martino ph. Carlo A. Turra
Welsperg e presso la “Casa del Sentiero Etnografico” di Caoria, nella valle del Vanoi, è possibile prendere a noleggio le mountain bike a pedalata assistita e a pedalata tradizionale (solo a Paneveggio). Questo servizio è un tassello della mobilità alternativa che permette di raggiungere i contesti più straordinari dell’area protetta con le navette del Parco. Visite guidate Nella stagione estiva numerosissime sono le attività proposte dal Parco per tutte le fasce d’età e per tutti gli interessi: tra queste segnaliamo visite guidate alle malghe e attività per conoscere alcuni tra gli animali che popolano il Parco, come la marmotta, lo scoiattolo e il cervo. Inoltre settimanalmente vengono proposte le escursioni alla scoperta del Sentiero Etnografico del Vanoi, dei percorsi della Grande Guerra, dell’itinerario storico-naturalistico Tonadico-Cimerlo. A Villa Welsperg una rosa di appuntamenti letterari Accanto a Villa Welsperg, sede del Parco, si snoda il percorso le “Muse Fedaie” dedicato al tema della biodiversità; qui durante l’estate sono diventate un classico le “Passeggiate letterarie” per conversare sui temi dell’ambiente, della cultura e della letteratura, ma anche dell’attualità con scrittori, esperti di montagna e giornalisti. Dopo Dacia Maraini, Paolo Rumiz, Piero Badaloni e Nives Meroi che hanno partecipato alle scorse edizioni, fra i nomi di quest’anno lo scrittore Erri De Luca.
Every single landscape is a pleasant surprise The “Natural Park of Paneveggio Pale di San Martino” offers numerous possibilities to visit and explore the territory. The chance to know the park’s environments are offered by the Visitors Centers: Villa Welsperg, the Park’s House, which tells about the protected area, San Martino di Castrozza, at the foot of the mountain “Pale di San Martino”, one among the nine mountain ranges of the Dolomites that dedicates its exhibition to geology and finally Paneveggio addressed to the big forest of spruce. In Paneveggio, at “Villa Welsperg” and at the “House of the Ethnographic Path” it is possible to rent mountain bikes for assisted pedaling and for traditional pedaling (only in Paneveggio). During summer numerous activities for all ages and all interests are organized: for example, guided tours to alms and activities to know some of the animals that live in the Park, like marmots, squirrels and deers. Moreover, excursions to the discovery of the “Ethnografic Path of Vanoi”, of the paths of WWI and of the storic-naturalistic itinerary Tonadico-Cimerlo are weekly proposed. The summer range of activities of the Park also offers “Literary Walks”, during which people are accompanied by known writers and mountain experts, among this year’s names we find the writer Erri De Luca.
INFO: www.parcopan.org
Dolomiti Altoatesine South-Tyrolean Dolomites
Info: www.suedtirol.info Riposo durante i lavori in malga Fonte: IDM Alto Adige/Südtirol Photo Frieder Blickle
Le
Dolomiti dell’Alto Adige – Südtirol sono un territorio che è stato addolcito dall’uomo, dal suo intenso lavoro, dall’agricoltura, quasi fino al dettaglio. Così è stato modellato un paesaggio unico nelle Alpi, uno scenario apprezzato e ricercato dal turista più esigente. All’Eden naturalistico che costella il territorio e alle infinite proposte di svago, si apre uno scenario ricco di tradizioni che presenta città dal fascino mitteleuropeo, castelli medievali,
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chiese gotiche, masi isolati, hotel storici e di design, Spa di lusso e ristoranti stellati. Ma il tocco che più caratterizza quest’affascinate terra durante l’estate sono i gerani: ogni davanzale, ogni poggiolo è ornato da cascate di fiori multicolori. Una chicca. Tutto è un invito, a camminare, arrampicare, seguire l’intensa rete delle piste ciclabili, arrivare sino ai rifugi, nelle malghe più sperdute, negli ospitali masi d’alta quota. Dal capoluogo, Bolzano, si raggiungono tutte le vallate dolomitiche o con servizi pubblici o
NELLA TERRA DEI GERANI TRA NATURA, STORIA E ARTE IN THE EARTH OF GERANIUMS AMONG NATURE, HISTORY AND ART
The
human being has softened the territory of the South-Tyrolean Dolomites, through work and agriculture. In this way, a unique landscape has been created in the Alps, which is researched and appreciated by the most demanding tourists. There is nature and there are many events, but there are traditions as well; the landscape presents cities with the fascination of Middle Europe, mediaeval castles, gothic churches, isolated huts, historic and design hotels, luxury spa and restaurants. In the summer, the most fascinating characteristic of these territories are geraniums. Every balcony has plenty of them. A peculiarity. From the capital, Bolzano/Bozen, you can reach every valley by bus or by train. On every mean of transport, you can take your bike, until the passes, which have represented the history of international cycling. Let us pay attention to accommodation: there many luxury hotels (4 o 5 stars), but you can find complete offers in wellness centres as well, for families, for elderly people, entertainment for young people. Each valley offers safe excursions at high altitudes and mountaineering.
in treno: ogni mezzo è attrezzato al trasporto delle biciclette, fino ai passi che hanno fatto la storia più epica del ciclismo mondiale. Un’attenzione specifica la merita l’ospitalità, non solo perché sono diffusi gli alberghi a 4 e 5 stelle, ma per le offerte complete che troviamo in ogni centro wellness, ospitalità dedicate alle famiglie, agli anziani, agli spazi divertimento per i ragazzi. Ogni valle offre riferimenti per le escursioni sicure in alta quota, vie ferrate o alpinismo, grazie ad un’estesa organizzazione di guide
alpine preparate non solo dal punto di vista tecnico, ma sempre più capaci di sollecitare l’attenzione dell’ospite verso la ricchezza della natura, la geologia, la storia delle diverse località. Il Südtirol è anche terra di miniere. Molte sono state riaperte e sono visitabili. Sono le più alte d’Europa, per secoli gli uomini sono entrati nelle viscere delle Dolomiti per ricavarne preziosi metalli e minerali: ferro, rame, argento, ma anche calcari per le costruzioni. 105
TREKKING ED ESCURSIONI GUIDATE Una rete d’itinerari suggestivi per scoprire creste e valli
TREKKING AND GUIDED EXCURSIONS Suggestive itineraries to discover peaks and valleys Come anticipato il Südtirol è il paradiso dell’escursionismo. Andiamo in Val Badia? Sul Sass dla Crusc attraverso i prati dell’Armentara si entra in un paesaggio incontaminato con sparsi minuscoli insediamenti di antiche baite e di conifere scosse dalle intemperie. Un’ integrazione equilibrata fra il lavoro dell’uomo e la natura, che in questo territorio e stata sempre rispettata. Uno spettacolo continuamente aperto sulla Val Badia, attraverso una serie di biotopi e torbiere d’alta quota. Si vuole entrare nell’intimità di un albero? A Sesto Pusteria è possibile vivere questa esperienza in un lussuoso campeggio che offre anche reparti benessere. Le case sugli alberi sorgono accanto a un torrente che diffonderà all’ospite dialoghi profondi. Il tour degli Oclini con vista sul Latemar e Corno Bianco è dolce. Qui si può entrare nella magia delle stelle grazie all’osservatorio astronomico Max Valier e quello solare di Peter Anich. Si getta uno sguardo nell’intimità di mondi a noi generalmente sconosciuti, realtà ricche di informazioni, un insieme costruito sul rispetto. Anche in questo caso sono consigliate visite guidate. Il Bletterbach permette un’avventurosa escursione che entra nella storia delle Dolomiti: in sole due ore si può leggere tutto il percorso geologico che ha formato questi spettacoli, l’area viene definita le Dolomiti
in miniatura. Si può partire da Pietralba come da Aldino o Redagno. A Petersberg vi è il più efficiente campo da golf delle Alpi. Non è possibile dimenticare le Odle. Grazie all’Adolf Munkel Weg si passa sotto le più incantevoli e ardite guglie, queste s’innalzano seriali dai ripidi ghiaioni alla ricerca del cielo, dell’ignoto. Appena più sotto si ammira un mondo vegetale tipico, abeti e larici spazzati dal vento, ontaneti lungo scoscesi ruscelli, fino alla Foresta Nera “Grossgrube” ricca di sorgenti. Le mitiche Tre Cime di Lavaredo offrono un giro semplice, poco più di tre ore permettono di passare sotto le pareti Nord, accanto al Monte Paterno. Sono questi i luoghi della grande guerra e infatti vi si può ammirare il più vasto museo all’aperto verso Monte Piana, un vero e proprio sacrario. Nel camminare in Dolomiti non si può dimenticare il Sassolungo. Da Passo Sella si sale in funivia verso il rifugio Toni Demetz, in forcella Sassolungo, quota 2680, un luogo strategico dal quale ci si porta velocemente al rifugio Vicenza (2250) e poi o verso il Sassopiatto o al rifugio Comici, un rinomato ristorante d’alta quota. Il giro del Sassolungo è un percorso sicuro, ricco di punti di appoggio, emozionante anche perché attraversa tappeti floreali che vivono fra rocce aspre e dolci pascoli.
South Tyrol is the paradise of hiking. Are we going to Badia Valley? On the Sass dla Crusc, through the meadows of Armentara, you get to an uncontaminated place, with many old huts and conifers ruined by precipitations and several high altitude biotopes and peat-bogs. Do you want to enter the “cosiness” of a tree? In Sesto Pusteria, you can make this experience in a luxury camping with wellness centres. Tree houses are situated next to a stream,
which is going to disseminate precious dialogues to the guests. The route Oclini, with view on the Latemar and on the Weißhorn, is soft. Thanks to the observatories Max Valler and Peter Anich, here you can enter the magic of stars. The Bletterbach offers an adventurous excursion, which enters the history of the Dolomites: in only two hours, you can read the geologic tour of these wonderful places. We cannot
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Trekking in Alta Pusteria
Fonte: IDM Alto Adige/Südtirol Photo Thomas Grüner
forget the Odle. Thanks to the Adolf Munkel Weg, you go under the most amazing peaks, which come up from the scree, looking for the sky, for the unknown. Just below them, an atypical vegetal world, firs and larches, which have been wiped out by the wind. Alders along streams, until the black forest “Grossgrube”, rich of sources. The Three Peaks of Lavaredo offer an easy way. These are the places of the Great War,
and for this reason, here you can admire the biggest open-air museum towards Monte Piana, a real memorial monument. Walking in the Dolomites, you cannot forget the Langkofel. From the Passo Sella, you get to the refugee Toni Demetz, by cable car, in the pass Langkofel (2680 m); this is a strategic place, because from here you can easily reach the refugee Vicenza (2250 m) and then you can go either to the Plattkofel or to the refugee Comici. 107
Passeggiata a cavallo
Fonte: IDM Alto Adige/Südtirol Photo Alessandro Trovati
UN PARADISO PER I CAVALLI E DA PEDALARE Avventure in sella e a due ruote sui monti
A PARADISE FOR HORSES AND TO EXPLORE BY BIKE Adventures on a saddle and by bike in the mountains
A mezz’ora d’auto da Bolzano sta l’Alpe di Siusi, uno dei paradisi dei bikers. Si possono attraversare pascoli come affrontare salite impegnative e addentrarsi nelle fitte foreste alla ricerca della serenità. Anche in Val Gardena o partendo dalla Badia si può salire in quota con le funivie per poi percorrere sentieri idonei alle biciclette: da questi fantastici altipiani si scende a mozzafiato fin nel cuore degli abitati di fondovalle. La ciclabile della Val Pusteria è un gioiello, si parte da Brunico per salire a San Candido, fino in Austria a Lienz, per poi ritornare comodamente in treno. Il Südtirol 108
offre a tutti gli ospiti una Bikmobil Card che permette di utilizzare in modo combinato bus, treno, funivie (senza limiti) e biciclette che si possono noleggiare su tutto il territorio. Per chi desidera essere accompagnato non ci sono problemi: professionisti abilitati sono giornalmente in servizio su tutto il territorio. Da Selva di Val Gardena fino a Plan de Gralba si entra invece nella città dei sassi. In bicicletta ci si porta fino al Passo Sella, lo sguardo cadrà nell’omonimo massiccio, fino alla lontana Marmolada per poi rimanere sulle torri del Sassolungo e aggirarle.
Half an hour by car from Bolzano/Bozen, you get to the Seiser Alm, one of the paradises for bikers. You can go through pastures or go up until you reach the forests, in order to find a quiet place. Even in Grödental or starting from the Badia Valley, you can go up by cable car and find paths for bikers. From here, you can go down until the valley floor. In Pustertal, the bikeway is amazing: from Brunico/Bruneck to Innichen, until Lienz, a city in Austria, and you comfortably go back by train. South Tyrol offers all the guests a Bikemobil Card; with it, you can use busses, trains, cable cars (without limits), and you can rent the bikes wherever you want. From Selva di Val Gardena to Plan de Gralba, you enter the city of stones. You reach the Sella Pass by bike, and you will look at the massif, until the far away Marmolada. Eventually, you will stay on the towers of Langkofel, and you will go around them. Cycling is a sport at a high level: on the 19th of June, the Sella Ronda Bike Day is going to be a Green Event. On the 3rd of July, the event par excellence: the Marathon des Dolomites, an event which is transmitted live on TV, over 9,000 participants, and which has a partnership with the Marathon of New York. South Tyrol is also a horses land. In many places it’s possible to practice this exciting sport.
Bicicletta è anche attività sportiva di alto livello. Il Südtirol presenta più appuntamenti di profilo internazionale. Il Sella Ronda Bike Day che si terrà il 19 giugno sarà un Green Event, oltre 5000 partecipanti, un dichiarato sostegno ai giovanissimi. Qui si entra in gioco per riprendere possesso dei nostri cinque sensi: ascoltare il silenzio, sentire l’odore dei fiori e delle erbe, toccare con le mani i Monti Pallidi. Ammirare, gustare i prodotti tipici. Il 3 luglio si tiene l’appuntamento d’eccellenza. La Maratona dles Dolomites, un evento trasmesso in diretta televisiva, oltre 9.000 partecipanti, gemellato con la mara-
tona di New York. Incredibili le suggestioni che si vivono mentre si transita sui passi più celebri delle Dolomiti: il tema del 2016 sarà il Viaggio, come scoperta, dialogo, contaminazione, guarigione. Il 9 luglio si passa in Val Pusteria, Villabassa, con la Dolomiti Superbike, ormai divenuta una classica dei bikers e che offre spazio anche ai ragazzini per giochi e brevi competizioni. L’Alto Adige è anche la terra dei cavalli e in modo particolare degli Haflinger. Nutrita l’offerta per trekking e passeggiate nella natura. 109
GASTRONOMIA A ogni boccone una gustosa sorpresa
GASTRONOMY Every bite a surprise
Photo Frieder Blickle Fonte IDM Alto Adige/Südtirol
In Alto Adige oltre 10.000 persone vivono nei masi in quota e allevano bestiame custodendo il paesaggio. Molte coltivazioni di qualità si trovano oltre i 1500 metri di quota, costumi e cultura sono tramandati nelle generazioni grazie a una specifica capacità di adattamento e ospitalità. Le Dolomiti Altoatesine sono quindi uno stile di vita: un armonioso connubio di natura, divertimento, rilassamento e quindi anche benessere. La locale cucina presenta delizie uniche. Si parte dalla cultura culinaria tipica delle Alpi e con grande abilità e studio si è riusciti 110
a integrarla con l’esperienza e la delicatezza della cucina italiana. Ogni vallata propone ristoranti stellati. Vanno gustati almeno tre prodotti: i canederli di speck, lo zelten, pane alla frutta ricco anche di spezie orientali, e lo strudel di mele con pasta frolla e cannella. I vini provengono dalla bassa atesina. In Südtirol il 98,8% delle viti sono protette dal marchio D.O.C., le uve più apprezzate sono semplici e profumate: Lagrein, Schiava, Gewürztraminer. Diffusa è altresì la presenza di cantine che offrono i migliori vini biologici d’Italia.
In South Tyrol, over 10,000 people live in farmsteads at high altitudes and breed cattle, taking care of the landscape. Many quality cultivations are at 1,500 m and more, habits and culture are transmitted from one generation to the other, thanks to the hospitality and ability to adapt. South Tyrolean Dolomites represent a lifestyle: a union of nature, entertainment, relax and wellness. The local cuisine is unique. The typical Alpine cuisine has been connected to the Italian one. You have to try at least three products: Speckknödel (boiled dump-
lings with speck), Zelten (fruit bread with oriental species) and Apfelstrudel, with shortcrust pastry and cinnamon. Wines come from the Southern part of the region. 98% of the wines in South Tyrol have the quality label “controlled designation of origin”. Grapes are simple and fragrant: Lagrein, Schiava, Gewürztraminer. There are also wine bars where you can drink the best Italian organic wines.
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CULTURA
Armonie scandite dall’arte e dalla maestosità del paesaggio
CULTURE
Harmonies characterised by art and the majesty of the landscape
Duomo di Bressanone
Fonte: IDM Alto Adige/Südtirol Photo Helmuth Rier
La musica è parte integrante del territorio altoatesino. Sono oltre duecento le Bande locali che si esibiscono lungo tutto l’arco dell’anno. Un appuntamento da non perdere è quello con Dobbiaco, ormai divenuto centro culturale di rilevanza internazionale. Dal 1981 ospita le settimane musicali dedicate al compositore e direttore d’orchestra boemo Gustav Mahler, che proprio in questa località compose alcuni dei suoi capolavori. Gli appuntamenti più importanti si tengono al Grand Hotel Toblach e le settimane offrono concerti ma anche 112
conferenze, proiezioni di film, tavole rotonde. Dal 16 al 28 luglio si potrà vivere una totale immersione musicale vicino a uno dei laghi più caratteristici delle Dolomiti, circondati da masi che offrono delizie gastronomiche introvabili in altre località. I Colloqui di Dobbiaco sono un’assise che si svolge a impatto climatico “zero”, un appuntamento storico ideato dal ricercatore Haus Glauber negli anni ‘80. Si tratta di una serie di confronti aperti sulle più importanti emergenze ambientali del pianeta e nelle Dolomiti.
Music represents a very important part of South Tyrol. More than 200 local bands perform during the whole year. In Toblach there is an event that cannot be missed: since 1981, the music weeks dedicated to the composer and conductor Gustav Mahler. The most important events are in the Grand Hotel Toblach and these weeks offer concerts, conferences, movies and Round Tables. From the 16th to the 28th July, you are going to have the possibility to do a music full immersion close to one of the most beautiful lakes of South Tyrol, surrounded by huts with the typical food specialities, which you cannot find elsewhere. The “Colloqui di Dobbiaco” (Toblach’s Meetings) do not have any impact on the environment: a historical event founded by the researcher Haus Glauber in the 80s: some meetings about the most important environmental emergencies of the Earth and of the Dolomites. There are several cultural offers as well: museums in the cities and in the mountains. There are many thematic museums. In Bolzano/Bozen, we have the Ötzi Museum, in San Martino di Badia the Ladin museum is a landmark for the territory of Ladinia. In Ortisei we have the Museum Gherdëina, with the natural history of the valley, sculpture, the explanation of the origin of the Dolomites, the life and the works of the director Luis Trenker. In San Leonardo in Passiria, in the hut Sand, you have to visit the museum “Eroi e noi” (Heroes and us), dedicated to the hero of South Tyrol Andreas Hofer, a myth. In Brunico/Bruneck and in Plan de Corones two museums are dedicated to the famous mountaineer Reinhold Messner.
Si discute d’efficienza energetica, di mobilità e alimentazione. Dal 30 settembre al 2 ottobre il tema sarà “Dal Dovere al Volere, verso l’etica solare”. Ospiti d’onore saranno, fra gli altri, Wolfrgang Sachs, Karl-Ludwig Schibel, don Luigi Ciotti fondatore dell’associazione Libera. Gli indirizzi dei temi saranno ricavati dall’enciclica di papa Francesco e dai documenti della COP 21 di Parigi. Nelle offerte culturali non vanno dimenticati i musei, né quelli cittadini né i tanti diffusi nelle vallate periferiche. Sono tutti musei tematici.
A Bolzano il museo di Ötzi, a San Martino in Badia il museo ladino è il luogo di riferimento culturale della Ladinia. A Ortisei vi è il Museum Gherdëina, luogo che ospita la storia naturale della valle, l’arte della scultura, la spiegazione della nascita delle Dolomiti, la vita e le opere del grande regista Luis Trenker. A San Leonardo in Passiria nel maso Sand va visitato il museo “Eroi e noi”, spazi dedicati all’eroe del Südtirol Andreas Hofer, un mito. A Brunico e Plan de Corones vi sono due dei sei musei del grande alpinista Reinhold Messner. 113
Parchi Naturali nelle Dolomiti altoatesine
Centro visite Puez-Odle: una finestra aperta sul Parco
La Provincia Autonoma di Bolzano ha avviato, già negli anni settanta, un percorso volto alla conservazione degli elementi paesaggistici e naturalistici più salienti del proprio territorio. In seguito all’entrata in vigore della legge provinciale sulla Tutela del paesaggio sono state, infatti, istituite numerose aree protette, quali parchi naturali, biotopi o monumenti naturali. I Parchi naturali sono aree destinate alla tutela del paesaggio naturale e culturale, alla ricerca, all’educazione e ricreazione della popolazione. Dal 1974 a oggi sono ben sette i Parchi naturali a essere stati istituiti, lo Sciliar-Catinaccio, il Puez-Odle, il Tre Cime e il Fanes-Senes-Braies ricadono in ambito dolomitico, il Gruppo di Tessa si estende sulla orografica sinistra della Val Venosta, il
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Vedrette di Ries-Aurina sulla orografica destra della Pusteria, mentre il Monte Corno, viene a collocarsi in Bassa Atesina, a ridosso del confine con il Trentino. I Parchi naturali altoatesini sono realtà esistenti da decenni e nella maggior parte dei casi ben apprezzati e accettati sia dalla popolazione locale, che dai turisti. Ciò anche grazie alle numerose attività e iniziative di scoperta della natura ed educazione ambientale sviluppate e al contributo che danno per uno sviluppo turistico locale sostenibile. Fedeli, infatti, all’assunto che è possibile proteggere con successo solo ciò che si conosce e apprezza, sono molteplici le attività ogni anno organizzate e portate avanti dal personale dei Parchi, sia nei centri visite, ogni parco né ha uno a disposizione, che all’aperto.
Il centro visite del Parco Sciliar-Catinaccio è ubicato nella vecchia Segheria Steger
The Nature Parks of the South-Tyrolean Dolomites Nature parks are areas dedicated to the safeguard of the natural and cultural landscape, to research, education and to the recreation of the inhabitants. Since 1974, seven nature parks have been founded: Sciliar-Catinaccio, Puez-Odle, Tre Cime and Fanes-Senes-Braies in the Dolomites, the Gruppo di Tessa located left to the Venosta Vally, Vedrette di Ries-Aurina, on the right side of Pustertal, while the Monte Corno is situated close to the border with Trentino.
Il Parco Naturale Sciliar - Catinaccio è il primo a essere stato istituito, ormai nel lontano 1974. Il centro visite del parco ha sede nella vecchia Segheria Veneziana “Steger”, a Tires, all’inizio della Val Ciamin. La segheria, di oltre 400 anni, è stata completamente ristrutturata ed è oggi perfettamente funzionante. Nei periodi di apertura del centro, da metà maggio a fine ottobre, ogni mercoledì sarà azionata la vecchia sega alimentata dalle acque del vicino torrente. In alcune giornate del mese di agosto, inoltre gli addetti illustreranno ai presenti alcune antiche tecniche utilizzate per la realizzazione di manufatti in legno, dando la possibilità ai partecipanti di improvvisarsi artigiani. Un’altra importante attività prevista nel parco è il Progetto “Dolomiti Ranger”, un progetto pensato per ragazzi/e dai sette ai dodici anni e per le loro famiglie, che quest’anno si focalizza intorno al tema “acqua”. I ragazzi saranno accompagnati sul territorio da una guida del parco e avranno la possibilità di conoscere, giocando, l’ambiente acquatico con le sue dinamiche, la capacità dell’acqua di plasmare il territorio e le diverse forma di vita che abitano i corsi d’acqua, dagli invertebrati, ai pesci e rettili, come la biscia dal collare o agli uccelli come il merlo acquaiolo o l’airone cenerino. Schlern-Rosengarten Nature Park was founded in 1974, the first Nature Park. The visitor centre of the park is located in the old sawmill “Stegher”, in the village of Tires, at the starting point of the Ciamin Valley. The 400 year old sawmill has been renovated and is now perfectly working. When the centre is open, from the middle of May to the end of October, every Wednesday the old saw will be working, through the water of the creek. Some days in August, workers are going to show to the visitors how wood products can be made, and visitor can become artisans in this way. Another important activity is the project “Do-
INFO: www.provincia.bz.it/natura-territorio
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lomiti Ranger”, dedicated to young people from seven to twelve years and their families. This year, its topic is water: participants will
Molte attività didattico-educative con bambini vengono svolte anche nei dintorni dei centri visite
Il Parco Naturale Puez - Odle si estende sui territori della Val Gardena e Badia, entrambe aree di lingua e cultura ladina e della Val di Funes, di lingua e cultura tedesca. Il Centro visite del parco fulcro delle attività didattiche ed educative si trova a Santa Maddalena di Funes, nella splendida omonima valle ed è aperto da maggio a fine ottobre e da fine dicembre a inizio aprile. Dalle grandi vetrate del centro visite si gode una spettacolare vista verso le Odle e si può quindi pregustare lo spettacolare paesaggio che contraddistingue questo parco dolomitico. Anche qui oltre alle tradizionali escursioni con una guida del parco e tramite le quali è possibile scoprire l’area protetta, sono proposte molte attività sia per turisti che per locali. Tra queste troviamo di nuovo il progetto “Dolomiti Ranger”, focalizzato qui sul mondo vegetale e sull’energia che lo anima. Per tre giorni la settimana, infatti, i ragazzi verranno guidati nei dintorni del centro per conoscere il mondo delle piante. I piccoli esploratori che con zelo avranno partecipato a tutte e tre le giornate saranno premiati con il “Diploma dei Dolomiti Ranger”. Nel centro visite, che illustra sia la storia geologica delle Dolomiti, che le particolarità della fauna e della millenaria cultura agricola e contadina di questo territorio, sarà esposta, da maggio a ottobre, una mostra sui grandi predatori alpini, orso, lince e lupo. La mostra offre la possibilità di conoscere questi animali che stanno ricolonizzando, non sempre senza 116
play with water and get to know its dynamics, how water can shape the territory, and the different inhabitants of water.
conflitti con le popolazioni locali, l’ambiente alpino. Nel mese di luglio sarà inoltre ospitata una mostra con le migliori fotografie, raffiguranti opere d’arte realizzate in ambito del concorso “DolomitiArte – Land Art”, con soli materiali naturali, reperiti sul posto. Il 7 di agosto avrà luogo a Longiarù, nella omonima valle, una laterale della Badia, la festa dei mulini. In quest’occasione oltre a poter vedere i diversi mulini in funzione e a degustare prodotti tipici nelle locande del luogo, a cura dei guardaparco saranno organizzate attività didattiche e di gioco. Queste saranno ripresentate il 21 agosto nel corso di una giornata alla scoperta della natura presso Malga Fornella vicino al Passo delle Erbe e ai piedi del Sass de Putia. La Val di Funes è conosciuta, oltre che per il suo spettacolare paesaggio, per la particolare razza ovina originaria di questo territorio e che di recente si sta riscoprendo, la “pecora dagli occhiali della Val di Funes”, una specie in via di estinzione, ben riconoscibile per le macchie nere intorno agli occhi, che ricordano quasi degli occhiali. Oltre alle escursioni agli alpeggi, dove le pecore trascorrono l’estate (Ochsengarten, Forcella San Pietro, Rasciesa), i ristoranti della valle offriranno specialità d’agnello. Durante queste settimane sarà anche organizzato, presso il Centro visite, un corso per bambini di lavorazione del feltro. Puez-Geisler Nature Park is located in Grödental and Badia Valley. The visitor centre is in the village of Santa Maddalena di Funes and is open from May until the end of October and from the end of December until the beginning of April. From the visitor centre, you have a great view of the Odle and you can see the amazing landscape of this park. You can visit the park with guides and take part in many other activities. Among them, the project “Dolomiti Ranger”: the topic in this park is the vegetal world and its energy. Three days a week, young people will get to know the world of the plants walking around in this park with guides. Young explorers who will take part in the whole project (all the three days) are getting the award “Degree in Dolomiti Ranger”. From May until October, in the visitor centre, which shows the history of the geology in the Dolomites as well as the peculiarities of their
fauna, there is going to be an exhibition about the great alpine predators, bear, lynx and wolf. In July, there is going to be an exhibition with the best photos showing artworks realised for the contest “DolomitiArte – Land Art” and made only with local natural materials. On the 7th of August, in the village of Longiarú there is going to be the mill festival. Furthermore, in the local restaurants there is going
Il centro visite Fanes-Senes-Braies a San Vigilio di Marebbe presenta la ricchezza naturale e culturale dell’omonima area protetta.
Il Parco naturale Fanes-Senes-Braies tra la Badia e la Pusteria, è il terzo per estensione dell’Alto Adige. Il centro visite del Parco è a San Vigilio di Marebbe ed è un edificio di forma ellittica, in cui, unitamente al giardino e bosco esterno, si sviluppa la maggior parte dell’attività educativo-ricreativa. I temi presentati nel centro sono la geologia delle Dolomiti, il mondo delle leggende ladine, la fauna e flora del parco e l’alpicoltura. Proprio partendo da quest’ultimo tema il centro ospiterà da maggio a ottobre una mostra sull’orticoltura in ambiente alpino, con i tipici terrazzamenti, le antiche cultivar di cereali e varietà locali di prodotti agricoli. Un altro tema trattato nel centro è quello dell’orso delle Conturines o Ursus ladinicus. Nel 1987 uno scalatore ha scoperto nella zona delle Conturines, a quasi 2800 m di quota, una grotta lunga 200 metri, dove giacevano molte ossa di orso: una scoperta unica nelle Dolomiti! Le ossa appartenevano a una nuova specie denominata successivamente Ursus ladinicus. Per arrivare alla grotta, dove nel corso della stagione estiva sono organizzate ogni giovedì escursioni guidate, è necessario superare oltre
to be the possibility to taste typical products. The same event is going to be held as well on the 21th of August in Malga Fornella, close to Passo delle Erbe, at the foot of the Sass da Putia. In these weeks, the visitor centre will organise a felt course for children as well.
1.000 metri di dislivello, in parte su ghiaioni ripidi. Questo è il ritrovamento più alto al mondo e la salita è appagata dallo splendido scenario paesaggistico e dalle stalattiti all’interno della grotta, dove circa 40.000 anni fa vivevano gli orsi. Gli interessati potranno meglio prepararsi all’escursione visitando, a San Cassiano, anche il Museum Ladin Ursus ladinicus. Anche nel Fanes-Senes-Braies viene proposto il progetto “Dolomiti Ranger”, qui con il tema “animali selvatici e loro tracce”. Tre giorni la settimana, nel Centro visite e nei suoi dintorni, saranno trattate tematiche che stanno a cuore ai piccoli Ranger e che promettono giornate all’insegna del divertimento e di un pizzico di avventura. I piccoli esploratori, che avranno partecipato a tutte e tre le giornate, saranno premiati con il “Diploma dei Dolomiti Ranger”. Il Parco Naturale parteciperà nelle date del 13 luglio, 27 luglio, 10 agosto, 24 agosto anche alla manifestazione “Paîsc in festa”, la festa con musica, specialità gastronomiche e divertimento per grandi e piccini nel centro del paese di San Cassiano. Qui i guardaparco sveleranno curiosità su flora, fauna, parchi naturali dell’Alto Adige, Dolomiti patrimonio mondiale UNESCO e appronteranno un laboratorio creativo con giochi ed esperienze per i bambini. Per chi ha voglia di passare giornate all’aria aperta, partendo dal centro visite, è possibile percorrere il sentiero Natura „Tru dal’ega“, rinfrescante passeggiata che, costeggiando il torrente, arriva alle sorgenti “Les Fontanes”, che sgorgano tra i muschi della foresta, alle cascate di Ciastlins e alla misteriosa sorgente “Ega de San Vì”. Lungo il percorso pannelli interattivi illustreranno agli interessati, anche tramite giochi e attività, aspetti meno noti del magico mondo dell’acqua. Fanes-Sennes-Prags Nature Park between Pustertal and Val Badia, is the third biggest park in South Tyrol. The visitor centre is in the village of San Vigilio di Marebbe; here, there is a garden, a wood, and activities are organised. The topics are the geology of 117
the Dolomites, the world of Ladin legends, the flora and the fauna of the park and mountain agriculture. From May to October, in the centre there is going to be an exhibition about horticulture in the Alps, with the typical terracing, the old types of cereals and the local varieties of agricultural products. Another topic in the park is the Ursus ladinicus. In 1987, an explorer discovered a 200-meter long cavern in the area of Conturines, 2800 meters above the sea level. In this cavern, there were many bones of a bear: a unique discover in the Dolomites! People who want to participate can get ready for the excursion visiting the Museum Ladin Ursus ladinicus, in the village of San Cassiano.
L’oroscopo celtico degli alberi nei pressi del Centro visite del Parco naturale Tre Cime
Il Centro visite del Parco naturale Tre Cime ha sede nel Grand Hotel di Dobbiaco, di fronte dalla stazione ferroviaria. I visitatori trovano qui informazioni sui paesaggi naturali e rurali, sull’alpinismo sulle Tre Cime, sullo sviluppo turistico nell’Alta Pusteria e sugli eventi bellici del fronte delle Dolomiti. La nuova area espositiva di circa 250 m2 sviluppa inoltre il tema Dolomiti Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Ogni mercoledì, da luglio ad agosto, nel centro è proposto per i più piccoli il laboratorio creativo di Daksy con prenotazione obbligatoria. Da maggio a ottobre il centro ospiterà una mostra sui serpenti, ove sarà possibile osservare le specie nostrane dal vivo, informarsi sulla loro biologia, effettiva pericolosità, habitat e fattori di minaccia. Associate alla mostra saranno proposte alcune escursioni guidate alla scoperta di rettili e an118
The project “Dolomiti Ranger” is held in the Fanes-Sennes-Prags Nature Park as well. The topic here is “wild animals and their traces”. In the visitor centre and around it, young Rangers can have fun and make adventures dealing with this topic. Young explorers who will take part in this project all the three days are getting the award “Degree in Dolomiti Ranger”. On the 13 of July, on the 27th of July, on the 10th of August and on the 24th of August, the Nature Park is going to the take part in the event “Paisc en festa” (village festival), a party with music, typical food and entertainment for adults and children in the centre of the village of San Cassiano.
fibi del parco e in particolare della salamandra alpina. In collaborazione con la farmacia di Dobbiaco saranno poi indette presso il centro visite una serie di conferenze, in lingua italiana o tedesca, su temi come l’alimentazione naturale, le proprietà dei prodotti delle api e gli antidolorifici ricavati da piante officinali. Anche qui, visto il gran successo riscosso e la facilità con cui è possibile affascinare i più piccoli e spesso anche i loro genitori sul tema della natura, sarà proposto il progetto “Dolomiti Ranger”, focalizzato sul tema “Il Mondo delle pietre”. Le guide naturalistiche dei parchi offrono poi settimanalmente in ognuno dei parchi naturali escursioni guidate a tema per trasmettere ai visitatori conoscenze, sollevare curiosità e interesse per i luoghi e le loro particolarità. Solo, infatti, se si conoscono e apprezzano i valori del nostro territorio, è possibile riuscire a conservarli con successo, anche per chi arriverà dopo di noi. The visitor centre of the Nature Park of the Three Peaks is into the Grand Hotel Toblach, in the front of the train station. The topic in the exposition area is the Dolomites as World Heritage Site. Every Wednesday, from July to August, there is going to be a creative laboratory of Daksy, for children. Reservation required. Furthermore, from May to October there is going to be an exhibition about snakes. The project “Dolomiti Ranger” is going to be organised in this park as well, due to its success and because it is easy to fascinate children and their parents through the topic of nature: the focus is on “The World of stones”.
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archivio Provincia di Belluno - Photo Diego Gaspari Bandion © bandion.it
L’
estate bellunese si apre a tutti i sensi: dalla visione incomparabile dei paesaggi dolomitici al gusto dei sapori di montagna. Con le mitiche otto Alte Vie delle Dolomiti si toccano le Tre Cime di Lavaredo, la Marmolada, le Tofane, l’Antelao, il Pelmo, la Civetta, le Cinque Torri, la Schiara fino al Col Nudo e alle Vette feltrine e con i percorsi a mezza costa e le antiche vie di pellegrinaggio si rivela il fascino di chiesette pedemontane dei Tesori d’Arte, punti di interesse lungo le 30 tappe del Cammino delle Dolomiti (www.camminodelledolomiti.it). Numerosi sono i musei e le collezioni (ben una settantina) che raccontano la storia di un territorio ricco ed eterogeneo da scoprire semplicemente con rilassanti escursioni, praticando l’alpinismo o sport mozzafiato. E 120
ancora: equitazione, mountain bike, wind surf (il lago di Santa Croce è meta degli appassionati di tutta Europa), escursionismo nei parchi (Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d’Ampezzo), nelle aree protette come l’Altopiano del Cansiglio, la selvaggia Val Montina prima area wilderness europea, la Val Visdende “la valle da vedere” o la Val Sesis dove nasce il Piave. Gli oltre 100 rifugi della provincia di Belluno sono spesso raggiungibili anche in seggiovia o funivia, dove vivere ore di vero relax lasciandosi abbronzare dal sole. Imperdibili poi le escursioni attraverso i Passi Dolomitici: Falzarego, Giau, Pordoi, Staulanza, Duran, Tre Croci, teatro da sempre delle tappe più entusiasmanti del Giro d’Italia!
TUTTI I SENSI DELL’ESTATE BELLUNESE ALL THE SENSES OF THE SUMMER IN THE TERRITORY OF BELLUNO
The
summer in the territory of Belluno includes all senses: from the view of the Dolomites to the taste of mountain products. Through the mythical eight Alte Vie delle Dolomiti (High Paths of the Dolomites), you get to the Three Peak of Lavaredo, Marmolada, Tofane, Antelao, Pelmo, Civetta, Cinque Torri (Five Towers), Schiara, until Col Nudo and the Vette Feltrine (Peaks in the territory of Feltre). Through traverses and the ancient paths for pilgrimage, you see the fascination of the piedmont churches of Tesori d’Arte (Art’s treasures), in the 30 stages of the Cammino delle Dolomiti (Dolomites’ Way). There are many museums and collections (around seventy), through which the history of a rich and heterogeneous territory is told. And something
more: riding, mountain biking, windsurfing (lovers of this sport from all Europe go to the Santa Croce lake), trekking in parks (Naure Park of the Dolomites in the territory of Belluno and Regional Nature Park of the Dolomites in Ampezzo), in the protected areas such as Altopiano del Cansiglio, the wild Montina Valley, Visdende Valley “the valley you should visit” or Sesis Valley, the starting point of the river Piave. The over 100 refugees in the province of Belluno are reachable by chair lift or by cable car, and there you can relax and sunbath. You cannot miss the trekking through the several passes: Falzarego, Giau, Pordoi, Staulanza, Duran, Tre Croci, where the famous bicycle race Giro d’Italia often stops. 121
I SENTIERI PARLANTI E FERRATE DELLA MEMORIA THE SENTIERI PARLANTI (TALKING PATHS) AND THE MEMORY ROUTES WITH FIXED ROPES
Cascata nelle Dolomiti archivio Provincia di Belluno Photo Diego Gaspari Bandion © bandion.it
Among the several excursions, we want to mention the Sentieri Parlanti: precious paths of the World Heritage Site of the UNESCO, which you can discover thanks to the free App for smartphones (https:// itunes.apple.com/it/app/sentieri-parlanti/ id879020408?mt=8). There are three different paths: the “Anello del Vescová” in the National Park in the province of Belluno, the “Giro del Pelmo” in the Zoldo Valley and the “Anello del Popera” in Comelico. There are also options for people who do not want to make hard hikes: for example, 122
the “giro delle frazioni” (suburbs’’ tour) in Selva di Cadore and Colle Santa Lucia or the trekking in Zoldo Valley, which belongs to the Bergsteigerdörfer (mountaineers’ villages), together with Cibiana and Zoppé di Cadore. Other wonderful hikes in the nature are in the Biois Valley, such as the route in the uncontaminated Focobon Valley and the one in the Valfredda, immersed in green pastures and the mountain huts used for haymaking. In Canale d’Agordo a nice 2-km long way starts from the main square,
Tra le innumerevoli escursioni si segnalano i Sentieri parlanti, percorsi di particolare pregio dell’area dolomitica Patrimonio UNESCO da conoscere attraverso le più moderne tecnologie della comunicazione con l’App gratuita per smart phone (https:// itunes.apple.com/it/app/sentieri-parlanti/ id879020408?mt=8). Grazie alla localizzazione GPS viene segnalato dove ci si trova ed è possibile accedere ad immagini, testi e filmati anche in assenza della copertura della rete cellulare. Tre i percorsi: “l’Anello del Vescovà” nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, “il Giro del Pelmo” nella Val di Zoldo e “l’Anello del Popera” in Comelico. Varie le proposte per chi desidera passeggiate non impegnative, rilassanti come: il “giro delle frazioni” a Selva di Cadore e Colle Santa Lucia o le passeggiate sul lungolago di Alleghe sotto la parete nord del Civetta. L’altro versante più pacato della Zuita (monte Civetta) si apre sulle magiche frazioni della Val di Zoldo: il percorso naturalistico del Fagarè, il laghetto del Vach nella Val Barànce, il Giro tra i Tabià (antichi fienili), la Val Prampèr nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Altri splendidi e panoramici trekking immersi nella natura sono quelli nella Valle del Biois come l’itinerario di 4 ore al Rifugio Volpi al Mulaz nell’incontaminata Valle del Focobon e quello in Valfredda, indicato anche per famiglie, immersa tra i verdi pascoli e i “casoni”, le baite in legno che un tempo erano adibite alla fienagione. Scendendo a Canale d’Agordo una piacevole passeggiata di 2 km lungo la “Via Crucis di Papa Luciani” parte dalla piazza e prosegue lungo
la via Cavallera su sentiero intervallato da formelle dell’artista falcadino Franco Murer, posizionate su massi di dolomia. Nella conca ampezzana è invece dedicato a Déodat de Dolomieu, il geologo francese che nel Settecento definì la particolare composizione rocciosa delle Dolomiti, il nuovo sentiero Dolomieu Trail. Partendo dal Rifugio Faloria giunge a Rio Gere, nei pressi del Passo Tre Croci, tra boschi di larici, cembri e abeti rossi e vedute mozzafiato sulla conca. Una passeggiata fuori dal comune, che affascinerà i bambini e gli adulti, alla scoperta dei misteri dell’universo è l’Astro Ring, composto da due percorsi tematici con partenza dall’osservatorio a Col Drusciè: il Sentiero dei Pianeti e il Sentiero dell’Universo (www.cortinastelle.it). Le Dolomiti (ben il 70% sono in provincia di Belluno) offrono naturalmente innumerevoli itinerari e ferrate. Qui segnaliamo il cuore del bellunese fra i monti Civetta e Pelmo per gli appassionati di alta montagna: il percorso di trekking attorno alla Civetta solcata, sulla parete nord-ovest, da decine di vie di elevato valore tecnico ed ineguagliabile bellezza: Torri Coldài, Alleghe, Valgrande, Venezia e Trieste. L’altro itinerario permette di ammirare in tutta il suo splendore il solitario massiccio del Pelmo, chiamato familiarmente Caregon del Padreterno per via della sua forma di anfiteatro di Dolomia, tappa dell“Anello Zoldano” (www.valdizoldo.net). Pochi chilometri e siamo a Longarone, sui luoghi della Memoria a cui si aggiunge la nuova Ferrata della Memoria, lungo la destra orografica della valle del Vajont.
along the “Way of the Cross of Pope John Paul I”. The new path Dolomieu Trail, from the refugee Faloria to Rio Gere, close to the Pass Tre Croci (Three Crosses), is dedicated to the French geologist Déodat de Dolomieu, who defined the rock composition of the Dolomites in the 18th century. From this path, you have a wonderful view of the valley. The way Astro Ring will fascinate adults and children who are going to discover the mysteries of the universe. It is composed of two paths, and the starting point is the observa-
tory in Col Druscié: the Sentiero dei Pianeti (Planets’ Way) and the Sentiero dell’Universo (Universe’s Way) (www.cortinastelle. it). The Dolomites (70% are in the province of Belluno) offer several itineraries and routes with fixed ropes. Among them, we mention the trekking between the mountains Civetta and Pelmo for lovers of high altitudes (www.valdizoldo.net). After few kilometres, you are in Longarone, where there is the memory route, on the right side of the Vajont Valley. 123
SNORKELING, CAVALLI, BIKE E MTB: LA VACANZA ATTIVA SNORKELLING, BIKING AND MTB: ACTIVE HOLIDAYS
If you want to understand the magic of the earth, you have to explore the Dolomites of the territory of Belluno. Through a Geo Hiking Way in Arabba (www.arabba.it), you discover the tropical soul of the Dolomites and recognise in their rocks the features of an incredible fossil coral atoll. The province of Belluno is becoming the most favourite destination for biking lovers: there are bike resorts with 700 km long bikeways and dedicated services in Cortina 124
d’Ampezzo (http://www.cortinadolomiti.eu/) and Comelico Valley. There is a new bike path as well, close to the Three Peaks of Lavaredo, through the Somadida Forest (http://auronzomisurina.it/). In the triangle Arabba-Selva di Cadore and Colle Santa Lucia, there are several paths, differently difficult and long, for the lovers of mountain biking. These are the starting points for the lovers of street bikes and racing bicycles towards the passes Duran,
MTB ad Arabba
© Arabba Fodom Turismo
Staulanza, Falzarego, Giau, Pordoi, Campolongo and Fedaia. The longest ways are along the Lunga Via delle Dolomiti (Long Way of the Dolomites), from Cortina d’Ampezzo or the Ciclovia dell’Amicizia (friendship bikeway) Munich-Venice http://www.muenchen-venezia.info/, until Venice.
Le Dolomiti Bellunesi sono da scoprire in tutti i Sensi per capire a fondo la magia della terra. Un percorso Geo Hiking fa scoprire l’anima tropicale delle Dolomiti riconoscendo nelle sue rocce i tratti di un incredibile atollo corallino fossile. Dal Passo Campolongo, su e giù per il Gruppo del Sella, si sale con la seggiovia Bec de Roces-Campolongo e si arriva dopo 6 ore al Passo Pordoi toccando i 2500 metri (www. arabba.it). La provincia di Belluno sta diventando un paradiso per gli sportivi del mondo su 2 ruote: Cortina d’Ampezzo è bike resort con ben 700 chilometri di percorsi segnalati in un territorio che conta su una rete di servizi ad hoc (http://www.cortinadolomiti. eu/), grazie anche al Bike Shuttle, al Bike Pass del Dolomiti Super Summer per gli impianti di risalita e al Climb & Ride, percorsi per il freeride, il Bike Park in località Col Drusciè. Numerosi i percorsi, di diversa difficoltà e lunghezza, dedicati agli amanti della mountain bike anche nel triangolo Arabba – Selva di Cadore e Colle Santa Lucia, punti di partenza ideali per gli appassionati di moto da strada e bicicletta da corsa verso i passi dolomitici Duràn, Staulanza, Falzarego, Giau, Pordoi, Campolongo e Fedàia. Ad Arabba si parte comodamente dal paese come con il tour Sas Becè che tocca i 2335 metri grazie anche alla salita in funivia. Per chi preferisce una piacevole passeggiata in bici adatta anche a bambini e cicloturisti è da provare la nuovissima ciclabile da Auronzo a Misurina in particolare il tratto da Auronzo a Palùs San Marco (15 km circa) attraversando la secolare Foresta di Somadida (http://auronzomisurina.it/) . Anche il vicino Comelico offre percorsi con l’assistenza di istruttori qualificati (con bike park dedicato) e con servizi noleggio di mountain bike elettriche con gps e servizio di bike-taxi. Per chi invece vuole trascorrere un lungo viaggio su due ruote ecco i percorsi più lunghi: quelli della Lunga Via delle Dolomiti che da Cortina d’Ampezzo a Calalzo di Cadore scende fino a Primolano seguendo le piste ciclabili lungo il fiume Piave, oppure costeggiando il lago di Santa Croce e arrivando fino alla laguna grazie al nuovissimo tracciato della Ciclovia dell’Amicizia Monaco – Venezia http://www.muenchen-venezia.info/. Anche l’esperienza a cavallo – in particolare in Val Comelico (www.valcomelicodolomiti.it) - sarà indimenticabile per grandi e piccini: escursioni di qualche ora o per i più esperti e amanti dell’avventura trekking a cavallo della durata anche di alcuni giorni con soste nei rifugi o nelle malghe dove degustare piatti tipici e tradizionali. 125
DIVERTIRSI E IMPARARE CON BRIO HAVING FUN AND LEARNING WITH VITALITY
Per le famiglie sono numerosi gli eventi, come la Settimana Verde in Val di Zoldo, che prevedono diverse attività: preparare (e alla fine mangiare!) un vero formaggio di malga, passeggiare nei boschi con gli gnomi raccontastorie, partecipare alle attività della Fattoria Didattica o sulle tracce degli animali selvatici fino all’arrampicare in sicurezza con Guida Alpina. E se piove? Tanti 126
laboratori, dai biscotti ai lavoretti ispirati ai saperi di montagna. Per vivere invece momenti adrenalici si segnalano le attività di funbob (Auronzo di Cadore), la zip-line di Santomaso Agordino una teleferica a 160 metri da terra dove lanciarsi nel vuoto a velocità di circa 80 km/h per quasi due chilometri, gli adrenalin e adventure park (Cortina d’Ampezzo, Tre
There are several initiatives for families, such as the Green Week in Zoldo Valley, with many activities: preparing (and eventually eating) a real cheese produced in a hut and safely climbing with a guide. In order to live adrenaline-charged moments, we mention following activities: funbob (Auronzo di Cadore), zip-line in Santomaso Agordino, a cableway situated 160 m above the soil from which you can jumpu at 80 km/h for two kilometres, the adrenaline and adventure parks (Cortina d’Ampezzo, Three Peaks, Alleghe and Nevegal), parks with typical fauna (in Sappada) or relaxing didactic paths such as “I Suoni del Bosco” (The Sounds of the Wood) in Caralte di Perarolo di Cadore. Becoming falconer for one day, with several experiences in Cortina d’Ampezzo (village of Vervei) and in the Castle of Zumelle is a unique experience. During the summer 2016, there is going to be the train at the bottom of the Marmolada, along the Serrai di Sottoguda: adults and children are going to enjoy it!
WELLNESS AD ALTA QUOTA Oltre alle proposte delle strutture ricettive di valle, si invita a provare il wellness ad alta quota con calde saune e bagni nelle vasche a botte tra le cime delle Dolomiti ampezzane come ai rifugi Scoiattoli, Croda da Lago e Lagazuoi. Un’esperienza indimenticabile è invece la magia della Starlight Room Dolomites: dal tramonto all’alba, ammirare il cielo d’alta quota in prima fila, accoccolati in una comoda camera dalle pareti di vetro a Col Gallina (passo Falzarego) per assaporare, da soli o in compagnia, la magia del cielo, lontani dall’inquinamento luminoso e dal rumore (www.lagazuoi5torri.dolomiti.org).
WELLNESS AT A HIGH ALTITUDE In the valley there are several accommodation facilities, but we also recommend to try wellness at high altitude, with hot saunas and baths on the peaks of the Dolomites, for example in the refugees Scoiattoli, Croda da Lago and Lagazuoi. The magic of the Starlight Room Dolomites, from sunrise to sunset, is an unforgettable experience: admiring the sky in the first row, in a comfortable room in Col Gallina (Pass Falzarego) to “taste”, alone or with other people, the magic of the sky, far away from light pollution and from the noise. (www. lagazuoi5torri.dolomiti.org).
Sui prati di Arabba con l’imponente mole del Civetta © Arabba Fodom Turismo
Cime, Alleghe e Nevegàl), parchi faunistici (a Sappada) o rilassanti percorsi didattici, facilmente fruibili anche ai diversamente abili, come quello de “I Suoni del Bosco” a Caralte di Perarolo di Cadore. Emozione unica è diventare per un giorno falconiere con diverse esperienze a Cortina d’Ampezzo (località Vervei) e al Castello di Zumelle.
Per la gioia di grandi e piccini, per l’estate 2016 sarà attivo il trenino ai piedi della Marmolada lungo i Serrai di Sottoguda, anche in notturna durante le sere da “zacàn” (di una volta in ladino) per assistere ai mestieri antichi accompagnati da dolci melodie e piatti tipici.
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SUONI E GUSTI SOUNDS AND TASTES
Palio di Feltre - archivio Provincia di Belluno © Agenzia Obiettivo
In order to experience the culture of the Dolomites, we mention some initiatives: the 23rd edition of the Rassegna Organi Storici in Cadore (Organ concerts in Cadore, http:// www.organincadore.it/), the Festival de Ra Bandes in Cortina d’ Ampezzo (http://www. corpomusicalecortina.it/). There are many historical commemorations as well: the Palio of the city of Feltre (http://www.paliodifeltre.it/), the exhibition 128
about arts and professions in Cadore Valley during the 19th century, and between July and August many events in the Castle of Zumelle (http://www.castellodizumelle.it/). In July, ice cream is going to be celebrated in Dont di Zoldo; through its inhabitants, ice cream has become famous all over the world. The international prise Pelmo d’oro celebrates personalities of the Alpine world, in Comelico on the 30th of July. At the end
Per assaporare la cultura nelle Dolomiti ecco alcune proposte: dalla 23° edizione della Rassegna Organi Storici in Cadore, una serie di concerti che rianimano le antiche chiese alpine (http://www.organincadore. it/), alla tradizionale Festa de Ra Bandes uno spettacolo che a fine agosto esplode a Cortina d’Ampezzo (http://www.corpomusicalecortina.it/). Le rievocazioni storiche sono una gioia per gli occhi: dal Palio dei Quartieri della Città di Feltre (http:// www.paliodifeltre.it/) che coniuga spettacoli, gastronomia e imprese sportive, alla mostra di arti e mestieri del Cadore dell’800 che a luglio nella borgata Costa di Valle di Cadore riapre fienili, cantine e stalle grazie alla calorosa animazione dei residenti. La storia è rievocata nell’antico castello di Zumelle a Mel (Bandiera Arancione del TCI) con il mercatino medievale della “Fiera della Perdonanza” il 16 e 17 luglio, la Settimana dell’Oriente dal 10 al 15 agosto e lo spettacolo pirotecnico durante l’Assedio al Castello il 27 e 28 agosto (http://www. castellodizumelle.it/). Nel mese di luglio a Dont di Zoldo con una grande festa si celebra il gusto del gelato che gli abitanti della Val di Zoldo e del Cadore hanno fatto conoscere in tutto il mondo. Internazionale è anche il Premio Pelmo d’Oro che quest’anno il 30 luglio in Comelico celebra personalità del mondo alpinistico e della cultura alpina.
of the summer, animals come back from the huts and from the pastures. This is going to be celebrated as well, for example in Selva di Cadore on the 10th and 11th of September and in Falcade during three days at the end of September. Sport events that need to be mentioned: Walkdolomitica, in Comelico Valley, on the 27th and 28th of August (ww.walkdolomitica.it), and the Eco-Marathon. For bike
A fine estate invece sono vere e proprie feste spontanee quelle della smonticazione, quando si celebra il ritorno del bestiame dalle malghe e dai pascoli come a Selva di Cadore il 10 e 11 settembre e a Falcade tre giornate a fine settembre con “Se Desmonteghea” che vede la discesa a valle dagli alpeggi delle 12 malghe attive del comprensorio. Si festeggia con musica, mercatini di prodotti artigianali, assaggiando i piatti della tradizione della Strada dei formaggi e dei sapori delle Dolomiti Bellunesi (http://www.formaggisaporidolomiti.it/). Tra gli eventi sportivi da segnalare: in Val Comelico il 27 e 28 agosto la Walkdolomitica (ww.walkdolomitica.it) e la Eco-Marathon, a Cortina d’Ampezzo il 31 luglio i Campionati Italiani Assoluti di Corsa in Montagna: una corsa che, nel 60° anniversario dei Giochi Olimpici di Cortina, ne attraversa i luoghi. Per gli amanti delle due ruote 3Epic organizza eventi tutto l’anno (www.3epic.it) all’ombra delle Tre Cime di Lavaredo. Infine imperdibile è l’esercitazione alpinistica del Comando Truppe Alpine ai primi di luglio alle 5 Torri nella “Falzarego 2016”: 300 alpini con 41 istruttori daranno dimostrazione delle loro capacità operative in condizioni estreme sui luoghi della Grande Guerra.
lovers, 3Epic organizes events during the whole year (www.3epic.it) at the bottom of the Three Peaks of Lavaredo. Eventually, in July, by the 5 Torri (5 towers), the exercise of the Alpine Troop is exciting: 300 members of the Alpine troops are going to proof their abilities under extreme conditions in the places where the Great War has been fought.
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Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Trekking alla Busa delle Vette
PARCO D’ESTATE 2016 Anche nel 2016 il Parco offre escursioni guidate e serate a tema: dai concerti agli incontri dedicati agli antichi mestieri della montagna. Il calendario degli eventi è consultabile sul sito e sullo stesso portale è possibile iscriversi alla newsletter elettronica Tracci@, per essere sempre aggiornati sulle iniziative del Parco. Fulcro delle attività è il programma “Al Parco con mamma e papà”: escursioni guidate e attività ludico-didattiche pensate per le famiglie con bambini, ma rivolte anche a chi ha difficoltà a camminare o, semplicemente, ama visitare luoghi speciali senza fare troppa fatica, perché le Dolomiti Bellunesi riservano scoperte e sorprese per tutti, non solo ai camminatori incalliti. La partecipazione a tutte le attività è gratuita, le escursioni e i laboratori sono curati dalle guide della cooperativa Mazarol. Per prenotazioni e informazioni chiamare il numero 329.0040808. 130
Ogni domenica, da giugno a settembre, vengono proposte attività in svariate località. Sarà così possibile diventare “Scienziati per un giorno” in Val Canzoi, presso il Centro di Educazione Ambientale del Parco “La Santina”; esplorare le cascate della Val del Mis o seguire le tracce dei minatori di Valle Imperina. A Col dei Mich si potrà visitare il “Jurassic Park delle mele”: un frutteto didattico in cui sono allevate antiche varietà di mele e pere, a rischio di scomparsa. Lungo il torrente Veses si potrà entrare nello storico mulino ad acqua di Santa Libera e assistere alla macinatura del mais. Nella foresta di Cajada, che ha fornito per secoli alla Serenissima i tronchi per gli alberi maestri delle navi, si potranno seguire le tracce degli animali. In valle dell’Ardo si potrà visitare il Bus del Buson: uno spettacolare canyon fossile. Al ristorante All’Antica Torre, a Sovramonte, si potranno ascoltare concerti o parteci-
Il Parco propone un ricco calendario estivo d’iniziative per immergersi nella sua natura During the summer, many activities to immerse in the nature Even in 2016, the park offers guided excursions and themed evenings: from concerts to meetings dedicated to the ancient jobs of the mountain. The key event is the program “In the park with mum and dad”: guided tours and games for families with children; these activities are also dedicated to people who cannot walk or simply to people who want to visit special places without making so much effort. For reservations and information, you can call 00393290040808.
Educazione ambientale in Val Brenton Archivio PNDB
pare al “Fea festival”: una giornata di festa dedicata alla tosatura delle pecore e alla vita del pastore vagante. Anche il calendario degli eventi presso l’Antica Torre è consultabile sul sito del Parco. A disposizione dei visitatori ci sono poi aree pic nic come quella di Candaten; strutture ricettive come i bungalow di pian Falcina o la foresteria Al Frassen. Le occasioni e le strutture per visitare il Parco, conoscere i suoi angoli più nascosti, scoprire storie affascinanti non mancano, vi aspettiamo!
From June to September, many activities are organised in several places every Sunday. You have the possibility to become “scientist for one day” in Canzoi Valley, at the Centro di Educazione Ambientale (Centre for Environmental Education) of the park “La Santina”. You can explore the waterfalls of Val del Mis or follow the traces of the miners in Valle Imperina. In Col dei Mich you can visit the “Jurassic Park of the apples: a didactic orchard with ancient types of apples which could die out. Along the torrent Veses you can enter the historical water mill and look at the milling of corn. In the forest of Cajada, which has delivered for centuries to the Serenissima the trunks for the masts of the boats, you are going to have the possibility to follow the traces of animals. In the Ardo Valley you can visit the Bus del Buson: a wonderful fossil canyon. At the restaurant All’Antica Torre, in Sovramonte, you can listen to concerts and participate in the “Fea Festival”: one day dedicated to the shearing of the sheep and to the life of the travelling shepherd. Picnic areas are at disposal of the visitors, like the one in Candaten, bungalows in pian Falcina or Al Frassen. INFO: www.dolomitipark.it
Parco Dolomiti D’Ampezzo Biodiversità faunistica e floristica di rara bellezza
Cascate di Fanes
Photo Michele da Pozzo
ESTATE 2016 L’area protetta si configura a forma di cuneo con due diramazioni laterali e si inserisce verso nord nel parco altoatesino di Fanes, Senes e Braies, con il quale forma di fatto uno dei più vasti complessi naturalistici nel cuore delle Dolomiti. Fra i percorsi naturalistici più affascinanti e caratteristici delle Dolomiti d’Ampezzo, soprattutto a fine primavera, vi è il “Sentiero dei canyons e delle cascate di Fanes”; l’itinerario si sviluppa nell’area prossima alla confluenza fra le valli di Fanes e Travenanzes, a nord della Tofana. Le forre sono in certi tratti strettissime e profonde anche 100 metri; le cascate sono una straordinaria successione di 132
balzi e cateratte che, nei momenti di massima portata del torrente, producono suggestive nuvole di vapore e grande fragore. Attraverso una successione di passerelle e tratti attrezzati non difficili, il sentiero costeggia tutti gli anfratti più spettacolari dei torrenti, con numerosi punti panoramici, accessibili anche senza attrezzatura da ferrata. Nel capitolo “Approfondimenti” del sito www.regole.it si trova una piccola pubblicazione che descrive il percorso nei dettagli, anche naturalistici.
LA FLORA DEL PARCO IN UN LIBRO
A inizio estate, il Parco d’Ampezzo presenterà una nuova pubblicazione, edita dalle Regole d’Ampezzo e dalla Regione Veneto,
Biodiversity of flora and wildlife of rare beauty Among the most fascinating nature trails and characteristic of the Ampezzo Dolomites, especially in late spring, there is the “Trail of the canyons and the Fanes waterfalls”. The itinerary takes you at the confluence of the valleys of Fanes and Travenanzes, north of Tofana. The canyons are narrow and in some places even 100 meters deep; the falls are an extraordinary succession of leaps that, in times of maximum flow rate of the river, producing impressive clouds of steam and a loud crash. Through a succession of equipped runways and not difficult stretches, the trail runs along all the most spectacular gorges of the river, with numerous sights, also accessible without climbing equipment. In the chapter “Insights” of www.regole. it site is a small publication that describes the path, even natural.
THE FLORA OF THE PARK IN A BOOK sulla “flora notevole delle Dolomiti Ampezzane”, scritta da Michele da Pozzo in collaborazione con Cesare Lasen e Carlo Argenti. Essa tratta tutte le specie rare e minacciate, gli endemismi e la flora di interesse biogeografico del territorio ampezzano, con una scheda di approfondimento per ogni entità; ogni scheda è corredata da una fotografia e da una cartografia di localizzazione della specie. A completare la pubblicazione vi è anche una parte generale, che illustra la grande ricchezza di biodiversità e paesaggi vegetali di questo magnifico angolo di Dolomiti.
In early summer, the park of Ampezzo Park will present a new publication, published by the Ampezzo Regole and the Veneto Region, the “remarkable flora of the Ampezzo Dolomites”. It is all the rare and endangered species, endemic species and flora of biogeographical interest of the Ampezzo region, with a detailed file for each entity; each card is accompanied by a photograph and a localization of the species mapping.
INFO: www.dolomitiparco.com
Dolomiti Friulane The Friulian Dolomites Tramonto sul Gruppo della Vacalizza Photo Luciano Gaudenzio
Dichiarate dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità, si trovano a cavallo tra le province di Pordenone e di Udine, nel Friuli Occidentale. Selvagge per natura, con un grado di wilderness difficilmente riscontrabile in altre zone dell’arco alpino, hanno paesaggi incontaminati di rara bellezza. Montagna vera, natura intatta, come vere e intatte sono le antiche tradizioni, il senso dell’ospitalità, i cibi rustici e genuini, le austere architetture in pietra con ballatoi in legno che le sue genti hanno preservato con ostinazione e passione. Un territorio ideale per una ritemprante vacanza lontano dalla folla e dal turismo di massa, perfetto per chi ama la natura e la vita attiva, i ritmi lenti del viver bene e il passo spedito dello sport, i piaceri di gusti, gesti e tradizioni che vengono da lontano. Lunghe e profonde le valli delle Dolomiti Friulane, a chi le percorre rivelano una bellezza intensa e arcaica, plasmata ad arte dall’acqua. Portano i nomi dei fiumi e torrenti che le 134
hanno cesellate: Val Cellina, Val Meduna, Val Tagliamento. Una palestra sempre aperta, 365 giorni l’anno, dove gli sportivi - siano essi principianti o agonisti - possono praticare il loro sport preferito sia in aree altamente specializzate e attrezzate che lungo percorsi che seguono semplicemente il corso della natura. Panoramiche strade di montagna e piste ciclabili lungo i fiumi, adatte a soddisfare sia le esigenze degli sportivi che quelle dei turisti appassionati di due ruote, che amano pedalare in tutto relax, assaporando paesaggi, scoprendo antichi e caratteristici borghi, oppure decine di percorsi di vario genere di difficoltà per gli appassionati di mountain-bike. E poi: escursioni, trekking a piedi e a cavallo, passeggiate slow e orienteering, scalate, free-climbing, ecoclimbing sulle vette delle Dolomiti Friulane e nelle varie palestre di roccia, la più famosa a Erto, vicino alla diga del Vajont.
Info: www.settimanadolomitiunesco.it - www.parcodolomitifriulane.it
Le Dolomiti Friulane sono un territorio unico, di intatta suggestione, dove saperi e sapori autentici segnano il paesaggio naturale e culturale in ogni sua sfumatura The territory of the Dolomites is unique, suggestive, and its authentic tastes and knowledges represent the natural and cultural landscape in every aspect They are World Heritage Site of the UNESCO, between the provinces of Pordenone and Udine, in Western Friuli. This territory is perfect for a relaxing holiday far from crowds and mass tourism, and for people who like nature and active life, the
slow rhythm of good life and the fast rhythm of sport, the tastes, gestures and traditions of people who come from far places. The valleys of the Friulian Dolomites are long and deep, with the names of the rivers and torrents that have chiselled them: Val Cellina, Val Meduna, Val Tagliamento. A gym open 365 days a year, where sportspeople can practise sports either in specialised and equipped areas or along ways following the nature. Panoramic mountain ways and bike paths along the rivers, for sportspeople and tourists who want to bike easily, experiencing landscapes and discovering ancient and characteristic villages. And moreover: excursions, trekking walking and riding, slow walks and orienteering, climbing, free-climbing, ecoclimbing on the peaks of the Friulian Dolomites and several cliffs, the most famous one In Erto, close to the Vajont dyke. 135
IL NORDIC LIFE PARK DI ANDREIS THE NORDIC LIFE PARK IN ANDREIS Il Nordic Life Park di Andreis è il primo parco vita del Nordic Walking della provincia di Pordenone. È dedicato interamente alla nuova attività sportiva che consiste nel camminare (ma anche nel correre, saltellare e fare esercizi) con dei bastoni appositamente sviluppati per questo sport. Offre un modo facile, naturale e molto efficace per migliorare la propria condizione fisica e per tonificare la muscolatura del corpo indipendentemente all’età, dal sesso o dalla preparazione fisica. 136
In più, è divertente e rilassante. Il Parco è un insieme di percorsi realizzati ad arte e finalizzati alla cosiddetta “camminata nordica”. La rete sentieristica interessata si snoda attorno all’abitato di Andreis, nelle Dolomiti Friulane, collocando il grazioso paesino di montagna al centro delle percorrenze e dell’intera attività del cammino. Otto i percorsi, di varia lunghezza e variamente graduati, dal facile all’agonistico, individuati tenendo conto delle specificità
The Nordic Life Park in Andreis is the first life park of Nordic Walking in the province of Pordenone. It is dedicated to the new sport activity, which is walking (or running, jumping and exercising) with sticks made for this sport. Moreover, it is relaxing and funny. Paths develop around the village of Andreis, in the Friulian Dolomites. Eight paths, differently long and difficult, from the easiest to the most difficult one. The Nordic Life Park in Andreis has a dedicated and pertinent signage for users who are not only Italian: boards, arrows and pocket maps that easily help tourists. You have the choice between three practice levels – wellness, fitness and sport – according to the own preparation and needs. Rental equipment and instructors who organise courses and excursions are at disposal.
Nordic walking
Photo Archivio Parco Dolomiti Friulan
tecniche, dettate dalla Federazione Internazionale di Nordic Walking, e delle peculiarità storico ambientali presenti sul territorio, rendendo in tal modo piacevole e molto divertente, oltre che interessante, il camminare sportivo. Il Nordic Life Park di Andreis è dotato di una segnaletica dedicata e inerente, atta a soddisfare un’utenza non solo nazionale: tabelloni esplicativi, frecce direzionali e mappe tascabili aiutano in modo facile ed esaustivo la percorrenza. Si può
scegliere fra i tre livelli di pratica del Nordic Walking - benessere, fitness e sport - in base alla propria preparazione e alle proprie esigenze: dalla camminata tranquilla e terapeutica a un buon allenamento aerobico, fino agli esercizi specifici per gli atleti. A disposizione, attrezzatura a noleggio e istruttori che organizzano corsi ed escursioni. Oltre che ad Andreis, numerosi altri percorsi di Nordic Walking sono tracciati in altre località delle Dolomiti Friulane. 137
The Wildlife Park Pianpinedo of Cimolais is situated between the municipalities of Cimolais and Claut; the Nature Park Friulian Dolomites organises the access to the public, and the aim is giving value and extending our perception of nature. Roe deers, deers, steinbocks, chamois and marmots live in its 35 hectares. It is easily accessible and ideal for families that want to put their children in contact with the nature, observing wild animals, plants and mountain flowers, following a botanical path. Visitors are welcomed in the Visitor Centre Pianpinedo, whose aim is giving value to the “senses of nature”: you have the feeling you are walking in a virtual wood or cavern, where sounds and smells are amplified so that they can be better perceived. Moreover, in the park there is a real “House of the woodsmen” (Cason dei Boscaioli), which shows the houses of woodsmen in the last century. In the Didactic Farm, dedicated to the ancient jobs in Val Cellina, workshops are organised. Reservation required.
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IL PARCO FAUNISTICO PIANPINEDO DI CIMOLAIS THE WILDLIFE PARK PIANPINEDO OF CIMOLAIS Il Parco Faunistico Pianpinedo è una struttura situata tra i Comuni di Cimolais e Claut ed il cui accesso al pubblico è gestito dal Parco Naturale Dolomiti Friulane, con l’obiettivo di valorizzare ed amplificare la nostra percezione della natura. Nei suoi 35 ettari vivono in libertà caprioli, cervi, stambecchi, camosci, marmotte. Facilmente accessibile, è ideale per le famiglie, che vogliono avvicinare i bambini alla natura, facendo loro osservare da vicino animali selvatici e – seguendo il sentiero botanico – piante e fiori di montagna, il tutto trasmettendo l’importanza del rispetto degli animali e del loro ambiente naturale. Il Parco rappresenta inoltre uno splendido esempio di biodiversità, in quanto proprio in quest’area si ripropone in modo del tutto naturale il microclima delle alte vette dolomitiche e risulta a tutti gli effetti un compendio del territorio del Parco Naturale Dolomiti Friulane. I visitatori vengono accolti nel Centro Visite Pianpinedo che ha l’obiettivo di valorizzare i “sensi della natura”: si ha così l’impressione di camminare all’interno di un bosco o di una grotta virtuali, nei quali i suoni e gli odori vengono amplificati al fine di renderli più percepibili. La struttura è arricchita da un vero e proprio “Cason dei Boscaioli” che riproduce fedelmente la realtà abitativa dei lavoratori del bosco del secolo scorso. Nella Fattoria Didattica, dedicata agli antichi mestieri della Val Cellina, vengono organizzati su prenotazione laboratori per imparare a intrecciare cestini in vimini, a lavorare il latte per ottenere la ricotta, o impastare la farina per poi cuocere il pane nel grande forno a legna costruito nel cortile della struttura.
Cason dei Boscaioli
Photo Archivio Parco Dolomiti Friulan
Visita alle orme di dinosauro a Casavento
Photo Archivio Parco Dolomiti Friulan
TRIASSIC PARK
Le orme di Dinosauro a Claut Footprints of dinosaurs in Claut La mattina del 30 settembre 1994 un gruppo scolastico in visita d’istruzione al Parco scopre casualmente le prime impronte fossili di un dinosauro: appartengono a un Dinosauro teropode, carnivoro predatore probabilmente lungo dai 5 ai 7 metri. Queste impronte sono impresse su un masso di Dolomia Principale, una formazione rocciosa depositatasi nel triassico superiore più di duecento milioni di anni fa, ai piedi della cascata del Rio di Casavento, a pochi minuti dall’omonima Casera, dove in estate sono portate le malghe al pascolo. Il percorso è allestito con segnaletica e pannelli informativi per raggiungere più facilmente il sito. One morning, on the 30th of September 1994, a group of schoolchildren discovered by accident the fossil footprints of a dinosaur: they belong to theropods, predatory carnivore, probably 5 to 7 meter long. These footprints are on a rock of main dolostone, dated back to more than 200 million years ago, at the foot of the waterfall of Rio di Casavento, a few minutes from Casera. Along the path, there are signals and information to reach the place easily.
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Museo Casa Clautana
Photo Archivio Parco Dolomiti Friulan
IL MUSEO DELLA CASA CLAUTANA THE MUSEUM OF CASA CLAUTANA Il Centro visite del Parco a Claut ospita l’ufficio informazioni e il “Museo della Casa Clautana”, che raccoglie le testimonianze della storia della comunità locale e si inserisce nel piano di valorizzazione turistica ed ambientale del Parco Dolomiti Friulane e del Comune di Claut. In particolare descrive la vita della donna valcellinese, dedita ai lavori di casa, dei campi, della stalla ed in cammino come venditrice ambulante di utensili di legno che l’uomo costruiva durante l’inverno. Obiettivo del Museo è anche il recupero di antiche strutture create per l’utilizzo dell’acqua, della pietra, del legno ed il riatto di una “ciasa da fum”, antica dimora privata, acquisita per essere dedicata a finalità museali.
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The tourist information and the “Museum of Casa Clautana” are in the visitor centre of the park in Claut. The museum shows testimonies of the history of the local community. Above all, the life of women in the valley, who used to take care of the house, the fields, the barns and to go around selling the wood utensils the men made during the winter. The aim of the museum is restoring ancient buildings created to use water, stones, wood and the so called “ciasa da fum”, an ancient private house, which turned into a museum.
MUSEO “IL FILO DEI RICORDI” MUSEUM “IL FILO DEI RICORDI” (The Wire Of Memories) FORNI DI SOPRA La seicentesca casa rurale della “Busa” era un tempo alloggio di uomini e animali, dove accanto ai lavori agricoli non mancavano quelli legati al ferro e alle fibre tessili. Oggi, ristrutturata e denominata “Ciasa dai Fornés”, ospita al piano terra una esposizione intitolata “Il filo dei ricordi”. Il richiamo è alla grande tradizione della tessitura e dei filati in genere presente in queste terre. La secolare Carnia migrante risultava divisa in due entità socio-economiche ben distinte. Mentre dai Canali di Gorto e San Pietro emigravano i “Cràmars”, da quello di Socchieve, o del Tagliamento, partivano i “Tesseri” i “Tisidous”. La destinazione invernale dei tessitori fornesi erano le terre della Serenissima e degli Asburgo. Nei mesi dedicati ai lavori agricoli lavoravano in casa producendo tessuti per autoconsumo, giunti sino ai giorni nostri. La lana proveniva dalle numerose pecore, la canapa e il lino dai campi della valle. Da fusi e arcolai uscivano fili sottili, frutto delle sapienti mani delle donne. Dai vegetali si ricavavano le caratteristiche tinte gialle, verdi e rosse. Le gerle si riempivano di fibre, gli armadi di matasse e gomitoli, le cassepanche di lenzuola, coperte e stoffe di vario genere. Non potevano mancare ambientazioni della vita famigliare fornese: dalla camera da letto, al lavatoio, alle antiche culle per bambini e un’altra importante attività paesana: la produzione
famigliare degli esclusivi “scarpéts”. Questa tipica calzatura carnica di velluto ha raggiunto a Forni di Sopra la sua più alta qualità e, unita alle floreali ciabatte, una riconosciuta bellezza. The rural house “Busa” of the 17th century was the house of men and animals; people did agriculture and works that had to do with iron and textile fibres. Today, it has been restored and its name is “Ciasa dai Fornés”; on the ground floor, there is an exposition entitled “Il filo dei ricordi” (the wire of memories). The memories are connected to the weaving tradition of these territories. During the winter, local people used to travel to the territory of Serenissima (the territory around Venice) and of the House of Habsburg. They used to produce textiles for themselves, and we still have some of their products. They got the wool from the sheeps, and the hemp and the linen from the fields. The wires were thin, thanks to the ability of women. From the plants, different colours were obtained: yellow, green and red. The typical baskets were full of fibres, and the wardrobes were full of balls of wool, the chests of blankets and several cloths. Rooms representing family life could not miss: the bedroom, the drawbridge, and the ancient cradles for children, and another important activity: the production of the famous “scarpéts”, typical velvet shoes.
Museo etnografico - Forni di Sopra Photo David Cappellari
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Parco delle Dolomiti Friulane Immersi nella natura, dove osano le aquile Campanile e catino di Val Montanaia Photo Fabiano Bruna
Un angolo di Paradiso incastonato tra le province di Pordenone e Udine: è il Parco naturale delle Dolomiti Friulane che propone anche per l’estate 2016 una lunga serie di appuntamenti che mirano a coniugare la conoscenza del territorio e il rispetto del wilderness che lo contraddistingue. Si va dalle escursioni più classiche al canyoning – sfruttando siti considerati tra i più suggestivi del Vecchio Continente – dall’arrampicata (nei luoghi resi famosi dalle gesta dell’idolo di casa, lo scrittore, scultore e sportivo ertano Mauro Corona) all’ecoclimbing, per arrivare all’alpinismo vero e proprio. Tra le mete più ambite la conquista del Campanile di Val Montanaia, simbolo stesso dell’area protetta assieme all’aquila, rapace che domina incontrastato le vette di tutta la zona e che assieme al ritorno recente dell’orso fornisce la misura di quanto la zona abbia ritrovato la propria straordinaria naturalità. Tra le tante proposte originali c’è anche la possibilità di cimentarsi con phototrekking, geotrekking, mountain bike, passeggiate 142
notturne ed escursioni crepuscolari. Per favorire la conoscenza dei percorsi, il Parco mette a disposizione personale specializzato - e guide certificate - tanto nella propria sede di Cimolais quanto nei Centri visite che si trovano in ognuno dei comuni in cui l’area protetta si estende. Tra le grandi novità di quest’anno la possibilità di esplorare una grotta da leggenda, il “Landre Scur”, ovvero la principale cavità del Friuli Occidentale. Si tratta di un antro conosciuto da tempi immemorabili e rappresenta la porta di accesso a un vasto mondo sotterraneo tuttora non completamente perlustrato nonostante gli speleologi lo stiano mappando da oltre mezzo secolo, completando un censimento di oltre cinque chilometri di reticoli e percorsi tortuosi e labirintici. L’occasione è unica poiché il Landre Scur sorge non distante da un’altra pietra angolare dell’area protetta: le “Orme di dinosauro” di Casera Casavento che testimoniano la presenza del mitico animale prima dell’estinzione.
Immersed in nature, where eagles dare Phototrekking
Photo Fabiano Bruna
Motivo ulteriore per raggiungere le montagne pordenonesi e immergersi in un panorama mozzafiato, che comprende anche la Vecchia strada della Valcellina e la visita all’omonima forra, grazie anche a un trenino elettrico che conduce pure bambini e famiglie ad ammirare uno degli orridi più suggestivi dell’arco alpino. Punta di diamante del Parco è infine Forni di Sopra: una località che non ha bisogno di presentazioni e che sebbene disponga di un patrimonio naturale di rilevanza assoluta ha saputo rinnovare costantemente la propria offerta promozionale e ricettiva, che oggi annovera anche l’adrenalinico “Parco avventura” e la possibilità di inerpicarsi lungo i sentieri e verso i rifugi con le e.bike a pedalata assistita. Il tutto, come recita il claim del Friuli Venezia Giulia, “Ospiti di gente unica”.
The National Park of the Friulian Dolomites organises many activities during the summer 2016. There are many options: from the classical excursions to canyoning, from climbing (in the places that became famous thanks to the local idol, the writer, sculptor and sportsman Mauro Corona), to ecoclimbing and, at the end, the real mountaineering. The most aspired destinations are the Campanile di Val Montanaia, symbol of the protected area together with the eagle, which dominates the peaks of the whole territory. Furthermore, the eagles and the bears are the proof of the fact that the territory has found its naturalness again. Among the original activities, you can find phototrekking, geotrekking, and mountain biking, night hiking and twilight excursions. One new activity this year is the possibility to explore a cave, the “Landre Scur”. This cave has always been known and is the entrance to a subterranean world. This part has not been completely examined yet, even though speleologists have been mapping it since more than 50 years, completing a census of more than 5 km of latticed and windy routes. This is a unique opportunity, because the Land Scur is located close to another interesting part of the protected area: the “footprints of the dinosaur”, which proof the presence of this animal before its extinction. The most beautiful part of the park is Forni di Sopra: in this place, you can bike, using an e-bike, with experts through the different paths and get to the refuges. As the claim of the region says: “Guests of unique people”.
INFO: www.parcodolomitifriulane.it