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Foto di Ilenia Medizza

Piano dell’arredo urbano tematico di Maniago, Città del Coltello Strumenti e metodologie per valorizzare il paesaggio urbano storico uudi Giulia Biasutti Architetto pianificatore

I contenuti e la metodologia di lavoro del Piano dell’Arredo urbano Tematico di Maniago si fondano sulla consapevolezza (sempre più diffusa tra cittadini e amministratori) che uno scenario urbano di qualità costituisce una risorsa economica, non solo una testimonianza storico-artistica. Espressioni quali “centro commerciale naturale” o “paesaggio urbano”, ormai entrati nel linguaggio comune, testimoniano come il patrimonio edilizio, storico e non, rappresenti un elemento fondamentale per l’immagine della città, logo e marchio di riconoscibilità, punto d’eccellenza del marketing urbano e territoriale. I centri storici delle città possono diventare polarità attrattive solamente se sono riconoscibili, di qualità e, soprattutto, luoghi vitali di relazioni e funzioni. In quest’ottica occorre superare il concetto dei singoli beni monumentali, riconoscendo all’architettura minore il ruolo di elemento d’unione del paesaggio urbano e facendo emergere una maggiore responsabilità dei singoli interventi eseguiti dal pubblico e dai privati. La carenza di qualità degli interventi nelle facciate storiche e il sovrapporsi caotico e non integrato degli oggetti d’uso e funzionali d’arredo urbano sono un fenomeno da controllare e contrastare, attivando strumenti di regolamentazione, professionalizzando gli operatori del settore e sensibilizzando i cittadini, in quanto custodi e fruitori del bene “centro storico”.


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Inquadramento metodologico Nonostante siano passati decenni dai primi piani riguardanti il recupero e la conservazione dei centri storici, e la disciplina delle zone A sia presente negli strumenti urbanistici di ogni comune italiano, è molto raro incontrare delle città che abbiano saputo integrare le esigenze del vivere moderno con la salvaguardia della propria identità storica. Il fenomeno di banalizzazione e trasformazione dei centri storici italiani interessa sia il “piano orizzontale”: modifiche all’impianto urbano, piazze trasformate in parcheggi, progetti di suolo non compatibili, ecc., che il “piano verticale”: gli interventi alle facciate. Se il primo aspetto afferisce essenzialmente alle scelte ed alla progettualità degli enti pubblici, il secondo riguarda prettamente la sfera degli interventi privati di riqualificazione e restauro dei fronti visibili dalla pubblica via, esito delle scelte progettuali (qualora presenti, trattandosi spesso di attività edilizia libera), e delle capacità e conoscenze tecniche delle maestranze che eseguono i lavori. La molteplicità dei soggetti coinvolti fa sì che questo secondo aspetto sia di non facile gestione per le amministrazioni locali che puntano alla valorizzazione culturale e turistica del patrimonio edilizio storico, soprattutto se si tratta di comuni medio-piccoli, con scarso o nullo personale tecnico dedicato. L’infinito numero di prodotti e materiali offerti dal

mercato, lo scomparire dei saperi tradizionali degli artigiani locali (sagramatura, intonachino lamato, tecnica delle velature sono termini ormai sconosciuti), l’incapacità di leggere nelle facciate gli “indizi” della presenza degli elementi di ornato, il gusto per il “minimal” degli ultimi anni, applicato anche all’edilizia storica con effetti generalmente di appiattimento e impoverimento delle facciate, la moda del rustico e del pittoresco, con la rimozione totale o “a macchia di leopardo” degli intonaci dalle murature in pietra o ciottoli…. In presenza di cause tanto diversificate la stesura di un regolamento apposito, inerente alle modalità di intervento sui fronti esterni degli edifici storici, può non essere efficace in assenza di un riscontro diretto da parte degli uffici. Non si tratta di ritornare alle Commissioni d’Ornato, con l’autorità comunale che decide come debba essere eseguito ciascun intervento, ma restituire importanza all’aspetto pubblico delle facciate costituenti il centro storico. Dall’esito di ciascun cantiere privato dipenderà l’effetto d’insieme, l’“effetto città”. È quindi necessario agire su più fronti: i cittadini, che devono essere sensibilizzati ed incentivati nel qualificare maggiormente gli interventi sui fronti esterni; gli operatori di settore e i produttori di materiali edili o tecnologici, che devono professionalizzarsi (i primi) e confrontarsi maggiormente con la compatibilità rispetto a tipologie e materiali dell’edilizia storica (i secondi); i titolari delle attività commerciali, che de-

Maniago: via Garibaldi (attuale via Umberto I) nei primi del ’900.

Maniago: via Roma nei primi anni ’20.


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I progetti PISUS della Regione Friuli-Venezia Giulia Il sostegno alla realizzazione dei Piani Integrati di Sviluppo Urbano Sostenibile (PISUS) nasce nell’ambito della programmazione dei fondi europei 2007-2013 (POR FESR) della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. Successivamente, vista la stretta tempistica per eseguire e rendicontare le opere, i progetti risultati vincitori in base alla graduatoria regionale (nello specifico i Comuni di Tarvisio, Trieste, Pordenone, Gorizia, Maniago, Udine) sono stati finanziati attraverso fondi regionali di sviluppo. L’obiettivo del programma PISUS, ora nella fase attuativa, è la realizzazione di interventi volti ad aumentare l’attrattività del territorio urbano, stimolandone lo sviluppo attraverso una combinazione di tre iniziative: a) iniziativa di riqualificazione e infrastrutturazione urbana; b) iniziativa di rigenerazione urbana, attraverso azioni di marketing, studi e progetti connessi alla promozione e valorizzazione del territorio; c) iniziativa diretta a favorire ovvero a mantenere gli insediamenti delle PMI e loro consorzi, appartenenti ai settori dell’artigianato artistico tradizionale, del commercio, del turismo e dei servizi alle persone e imprese, da attuarsi mediante bando per la selezione dei beneficiari dei contributi. Nel complesso, il PISUS “Maniago 2015, fra tradizione e innovazione” ha ottenuto contributi regionali pari a 5.057.777,47 euro, per un totale di 7.044.221,20 euro di investimenti.

vono integrare arredi, impianti e scelte cromatiche alla facciata nel suo complesso, e non limitarsi al loro “spazio vetrina”. Il Piano dell’arredo urbano di seguito descritto costituisce un primo passo in questa direzione, voluto ed intrapreso dal Comune di Maniago, principale centro urbano della pedemontana pordenonese. Il Piano si inserisce in un più esteso Programma di

Area oggetto del Piano di arredo urbano – Elaborazione su PRGC

investimenti per la valorizzazione della città (progetto PISUS), che può contare su di un importante cofinanziamento (assegnato attraverso un bando regionale) che comprende la realizzazione di un piano di marketing urbano, interventi infrastrutturali e di rifunzionalizzazione di immobili pubblici e un bando per la concessione di contributi alle PMI dei settori del commercio e dell’artigianato tipico.


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Finalità del Piano dell’arredo urbano tematico Il Piano dell’arredo urbano tematico si prefigge l’obiettivo di qualificare la scena urbana di Maniago, valorizzando il contesto edilizio storico, regolando gli interventi alle facciate e sugli ambiti pubblici ed estendendo l’“effetto città” dagli ambiti di Piazza Italia, cuore economico ed amministrativo della città, alle borgate sorte sul torrente Colvera, dove sono tuttora presenti alcuni dei primi battiferri della città, risalenti anche al 1500, ed ai nuclei storici delle frazioni Maniago di Mezzo e Maniagolibero. Dal punto di vista normativo e tecnico, il Piano costituirà una integrazione del vigente Piano Regolatore Generale Comunale, per specificare le metodologie di intervento sulle facciate di edilizia storica e le modalità di posizionamento e gestione degli oggetti di arredo urbano e commerciale. Dal punto di vista culturale, il Piano punta a suscitare una maggiore attenzione e sensibilità, da parte degli amministratori pubblici e dei cittadini, alle tematiche dell’arredo urbano e della qualità dei luoghi. Dal punto di vista progettuale, il Piano effettua un rilievo critico dell’attuale fruibilità e qualità dell’area

urbana compresa tra Maniagolibero e il quartiere Colvera, identificata come “centro storico diffuso”, proponendo soluzioni puntuali per qualificare e caratterizzare gli ambiti urbani più significativi. Prima fase – Piano Verticale: rilievo critico delle facciate storiche Il Piano di arredo urbano è corredato da una serie di elaborati grafici e fotografici. La parte di rilievo critico dello stato attuale documenta da un lato le tecniche e le finiture storiche ancora riscontrabili negli edifici non ristrutturati, dall’altro le casistiche di intervento non corrette, che vengono a loro volta suddivise in gruppi omogenei: rivestimenti non tipologici, materiali non compatibili, rimozione dei trattamenti, colori non tradizionali, ecc. Gli elementi documentati riguardano: - elementi caratterizzanti le finiture esterne dei fronti degli edifici: a) coloriture e ripristino degli intonaci esterni, rivestimenti, zoccoli e bugnati; b) porte e portoni, infissi interni ed esterni, soglie e davanzali;

Ornato funzionale: schema inerente alla progettazione delle cornici di porte e portoni. Le cornici non solo avevano la funzione di simulare materiali pregiati (conci in pietra), ma erano una fascia di ripristino in caso di sbrecciature per urti accidentali. In questi casi non era necessario ritinteggiare tutta la facciata, ma solo l’ambito della cornice.


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c) vetrine e serrande; - elementi di arredo urbano, funzionale e commerciale: a) insegne, tende; b) dehors e tavolini, bacheche e vetrinette, display, cavalletti e oggetti vari; c) fioriere, cestini, portabiciclette ed elementi tecnologici. Questa prima sezione ha uno scopo didattico e illustrativo, molto accessibile anche ai non addetti ai lavori. L’analisi di tecniche e tipologie storiche, anche afferenti agli elementi di arredo urbano e commerciale (vetrine, tende, insegne), è integrata dallo studio di foto storiche e delle prime fonti normative della città (vecchi regolamenti edilizi o di ornato).

La documentazione fotografica dei “modelli” fornisce inoltre indicazioni in merito alle gamme cromatiche tradizionali di intonaci e infissi esterni, ed alle tecniche di ornato (bugnati, cornici, ecc.) presenti a Maniago. Un approfondimento è dedicato alla funzione dell’intonaco e degli elementi di ornato minore, spesso giudicati elementi “superflui” per il restauro di una facciata antica. In realtà intonaco esterno ed ornati sono funzionali alla difesa dagli agenti atmosferici delle murature, soprattutto quelle in pietrame e ciottoli, ed alla manutenzione programmata della facciata, che fino alla prima metà del secolo scorso era un obbligo dei proprietari nei confronti della collettività (norme su pulizia e decoro urbano).

Rilievo fotografico dei trattamenti di finitura delle facciate storiche: modelli storici e soluzioni non compatibili.


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Rilievo fotografico degli elementi funzionali dell’arredo urbano pubblico: insegne e segnaletica stradale, pannelli informativi, dissuasori, bacheche e affissioni, elementi di toponomastica.

Rilievo fotografico delle tipologie e finiture di vetrine e serrande con individuazione degli interventi non compatibili rispetto alla normativa del Piano.


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Confronto tra catasto napoleonico e catasto attuale: la prima mappa evidenzia la viabilità e la toponomastica storica; la mappa sottostante evidenzia gli assi viari storici ancora riconoscibili e le fontane conservate nella città attuale.

Seconda fase: rilievo critico degli elementi tecnologici e di arredo collocati dall’amministrazione e dagli enti preposti Un secondo oggetto di rilievo fotografico riguarda gli elementi funzionali e di arredo collocati dagli en-

ti pubblici o privati gestori di servizi collettivi (Enel, municipalizzate, aziende di telefonia, ecc.). In questo caso la documentazione riguarda l’eccessiva disomogeneità delle tipologie presenti (es. gli arredi urbani: cestini, panchine, elementi di illumina-


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Rilievo dell’accessibilità interna/esterna di negozi, pubblici esercizi ed uffici. Il colore rosso indica soglie superiori al limite posto dalla normativa (2,5 cm), il colore arancione le soglie comprese tra i 2,5 cm e la complanarità tra marciapiedi e ingressi, indicata in verde. Questo limite intermedio è evidenziato dai manuali di progettazione accessibile, in quanto non poche carrozzelle, soprattutto motorizzate, non riescono a superare dislivelli anche piccoli, come quelli ammessi dalla normativa.

zione, ecc.) o la collocazione non compatibile rispetto a visuali significative o edifici di pregio (es. il posizionamento di segnali stradali, toponomastici e persino turistici). Per alcuni di questi oggetti è stato proposto un abaco tipologico per uniformare e “tematizzare” arredi e pannelli turistici nell’area centrale e nel percorso urbano tematico della cultura e dell’arte fabbrile. Un coordinamento di questi elementi permette di dare unitarietà agli ambiti (es. il centro storico) e facilita la riconoscibilità e l’individuazione degli oggetti funzionali come i cartelli turistici o i sistemi di affissione e comunicazione comunale. Per quanto riguarda il posizionamento di cartelli, insegne stradali, turistiche e commerciali, e la gestione di cavi telefonici, elettrici e relative centraline,

una possibile soluzione può essere l’introduzione dell’obbligo per gli enti preposti di contattare gli uffici tecnici comunali, per concordare le modalità di intervento e posizionamento. In linea generale è fatto divieto di lasciare cavi “volanti” appesi alle facciate o sospesi sulle pubbliche vie, situazione diffusa e documentata nelle foto. Terza fase: analisi dell’accessibilità e fruibilità del centro storico e delle attività commerciali Una sezione specifica del Piano è dedicata all’analisi del “piano orizzontale” dell’area oggetto di indagine: impianto urbano storico, tipologia delle pavimentazioni, accessibilità universale, fruibilità ciclabile. L’analisi dell’impianto urbano originario è stata effettuata attraverso la sovrapposizione delle mappe stori-


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che di Maniago: Catasto napoleonico – austriaco – attuale, per risalire alla toponomastica storica (le contrade), al tracciato originario degli assi viari (in gran parte immodificati nella città odierna), agli elementi caratterizzanti quali fontane e abbeveratoi, piazze, rogge e ad eventuali elementi scenografici. Dopo aver individuato gli elementi da valorizzare e “riscoprire” dell’impianto urbano storico, è stato mappato lo stato di fruibilità e qualità dell’area oggetto d’indagine: materiali utilizzati per pavimentazioni stradali e marciapiedi, presenza di ciclabili su sede propria, qualità e fruibilità del verde, accessibilità degli ambiti privati ad uso pubblico. Un importante strumento per l’amministrazione: una “foto” aggiornata dello stato degli ambiti urbani pubblici, che evidenzia le aree maggiormente degradate e di difficile fruizione (strettoie, assenza di marciapiedi, ecc.). I livelli di criticità sono stati così individuati: - percorsi di scarsa qualità e accessibilità: assi urbani sprovvisti di marciapiedi, con sede stradale dissestata o con percorsi ciclopedonali in evidente degrado e difficoltà di fruizione; - percorsi di discreta qualità e fruibilità: vie con marciapiedi bisognosi di manutenzione, o con dislivelli non raccordati da rampe; - percorsi di buona qualità e fruibilità: rappresentano i modelli di buone prassi, per qualità delle pavi-

mentazioni e degli ambiti, e per accessibilità universale. Per gli ambiti centrali è stata inoltre effettuata un’analisi approfondita riguardo all’accessibilità interna/ esterna dei locali pubblici e commerciali. Purtroppo la conformazione degli ingressi storici, generalmente elevati di un gradino rispetto al piano stradale per una maggior difesa dall’acqua (l’area pedemontana ha una piovosità molto elevata), determina una diffusa inaccessibilità dei locali, la cui soluzione potrebbe essere trovata con accordi pubblico-privati finalizzati all’innalzamento dei livelli dei marciapiedi. Fase di progetto e normativa La fase progettuale del Piano comprende la sezione normativa, parte integrante del vigente Piano Regolatore Generale Comunale, gli elaborati grafici esemplificativi dell’applicazione delle norme del regolamento (Piani-guida) e dall’abaco degli elementi di arredo urbano tematico, richiamanti la cultura e l’arte fabbrile di Maniago. I Piani-guida per il riordino delle facciate storiche riguardano delle fotosimulazioni eseguite sugli assi urbani principali, per evidenziare il “prima” e il “dopo” gli interventi da eseguirsi. Le indicazioni di progetto (tinteggi, riordino di tende e insegne, infissi e dimensionamento aperture, ecc.) non sono vincolanti, ma solo indicative e di orientamento.

Abaco degli elementi di arredo urbano tematico, con fotosimulazione di inserimento in alcuni contesti proposti.


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I Piani-guida di riorganizzazione dei prospetti, realizzati sui principali assi urbani del centro storico, sono così organizzati: STATO ATTUALE Nella parte superiore è riportato il fotoraddrizzamento della via considerata, con la descrizione delle zone edilizie secondo il vigente PRGC e l’analisi dell’accessibilità degli ingressi ai piani terra. SIMULAZIONE In centro è riprodotta la fotosimulazione post-intervento, per visualizzare l’esito delle operazioni di tinteggiatura e riordino degli elementi di arredo urbano e commerciale secondo la normativa proposta (Regolamento). Si è suggerita anche una riprogettazione delle facciate degli edifici recenti e incongrui rispetto alla cortina edilizia storica, per una qualificazione complessiva degli ambiti. In corrispondenza di ciascun prospetto sono state indicate le tipologie di intervento eseguite: - interventi all’arredo urbano e commerciale; - rimozione/integrazione degli elementi tecnologici; - ricollocazione dei pluviali; - adeguamento degli infissi esterni; - adeguamento delle finiture dei fronti; - riorganizzazione del prospetto (per l’edilizia incongrua). ABACO PROGETTUALE L’ultima fascia riporta in bianco e nero il fotoraddrizzamento dello stato attuale, con una indicazione puntuale delle operazioni da eseguirsi su ciascun fronte, suddivise tra opere alle finiture esterne e inserimento di elementi compositivi di facciata: - zoccolo da evidenziare; - cornicione da inserire; - fasce o pannelli da migliorare; - basamenti e bugnati da inserire o migliorare; - intonaco da demolire e rifare; - rivestimenti da demolire; - tinteggi da migliorare; - ricollocazione dei pluviali esistenti; e opere riguardanti gli infissi esterni e gli elementi di arredo urbano: - infissi non tipologici da sostituire; - infissi: colori o finiture non compatibili; - tende, insegne e plateatici da riprogettare; - elementi collocati in facciata da eliminare; - collocazione di elementi tecnologici da migliorare. Questo tipo di simulazione permette una immediata lettura del “come potrebbe essere” il centro storico in caso di applicazione del regolamento negli interventi di ripristino/restauro degli intonaci esterni e nella collocazione degli elementi di arredo urbano.


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Il Piano-guida per il riordino delle pavimentazioni e dei percorsi riporta le seguenti indicazioni di progetto: - sistemazione e pavimentazione degli ambiti da riqualificare; - attraversamenti pedonali da prevedere; - piste ciclabili da prevedere; - zone a velocità ridotta (zone 30) per migliorare la fruibilità ciclopedonale degli ambiti centrali. La planimetria di progetto fornisce indicazioni anche sul riutilizzo funzionale delle aree urbane da valorizzare (es. la Centa merlata del complesso “Conti di Maniago”, l’area verde dell’ex IPSIA, la faggeta del Castello, ecc.) e propone due itinerari tematici di visita della città: uno inerente all’area centrale, un secondo dedicato alle testimonianze storiche della tradizione fabbrile maniaghese, integrato alla rete ciclabile turistica regionale (Ciclovia Pedemontana).

Un percorso in itinere Il Piano dell’arredo urbano di Maniago prevede un percorso di partecipazione e confronto con le diverse categorie coinvolte. Ferme restando le indicazioni progettuali e metodologiche del regolamento attuativo, sono in corso degli incontri tematici per condividere e specificare le modalità applicative delle norme introdotte, che saranno nella quasi totalità effettuate mediante attività edilizia libera (vedi box). Nello specifico sono in corso: - incontri di carattere storico-culturale e sulle prospettive di rilancio turistico di Maniago, rivolti a tutta la cittadinanza; - incontri aperti ai commercianti locali, per specificare le modalità tecniche contenute nella normativa introdotta e recepire eventuali indicazioni utili ad una fattiva applicabilità delle norme;

Il futuro dei piani del colore e dei regolamenti per l’arredo urbano alla luce delle recenti disposizioni nazionali e regionali in materia di semplificazione edilizia I recenti interventi del legislatore nazionale e regionale in materia di semplificazione della disciplina edilizia, finalizzati ad alleggerire e snellire il carico burocratico dei cittadini, rischiano tuttavia di vanificare gli sforzi e i risultati ottenuti negli ultimi decenni nella qualificazione e valorizzazione dei centri storici del nostro Paese. Ci si riferisce ai piani del colore, alle discipline particolareggiate per le aree storiche, ai piani dell’arredo urbano, approvati ed adottati da molti comuni e oggi depotenziati nella fase del controllo d’ufficio dei lavori da eseguirsi ai fronti degli edifici. Un ritorno alla doppia lettura di valore degli edifici storici: da una parte gli immobili vincolati ai sensi del Codice dei beni culturali (d.l. 42/2004), per i quali occorre presentare il progetto di intervento ed ottenere i nulla osta delle soprintendenze, dall’altra il tessuto storico cosiddetto minore, che spesso minore non è affatto, e che costituisce un continuum imprescindibile anche per la giusta lettura e comprensione degli edifici monumentali. Per le opere esteriori a questi edifici in molte regioni oggi non si può più richiedere la documentazione di progetto o una comunicazione di inizio lavori, con relativo rilascio del parere di conformità rispetto ad eventuali regolamenti inerenti a colorazioni, materiali, tipologie, ecc. Questa difficoltà applicativa è stata riscontrata anche dal Comune di Maniago, al momento di redigere le norme di attuazione del Piano di arredo urbano, inerenti alle opere da eseguirsi sulle facciate degli edifici e sugli oggetti di arredo urbano e commerciale. In base alla legge regionale del Friuli-Venezia Giulia n. 19/2009, o Codice dell’edilizia, all’attività edilizia libera (in cui rientrano tutte le casistiche normate dal Piano: rifacimento delle finiture, collocazione di arredi urbani, sostituzione di infissi, ecc.) non consegue alcuna attività di riscontro o certificativa da parte del comune. L’amministrazione non può dunque richiedere la presentazione di documenti o elaborati inerenti alle opere riguardanti le finiture esterne, fatta salva la possibilità di approvare specifiche disposizioni nei propri strumenti urbanistici. L’impossibilità di effettuare controlli preventivi sulle opere oggetto del Piano è stata compensata con un’azione di sensibilizzazione dei cittadini e dei commercianti rispetto ai contenuti del regolamento in fase di stesura. L’apparato regolamentare è stato affiancato da una serie di abachi fotografici, utili a evidenziare i modelli di intervento storici e compatibili, e i principali “errori” vietati dalla nuova normativa. Inoltre, sono state predisposte delle simulazioni “post-intervento” su vie significative, per fornire indicazioni di massima sugli interventi ai singoli prospetti e visualizzare il possibile risultato finale. Questi contenuti sono stati oggetto di mostre, incontri aperti ai cittadini, confronti con i professionisti e con gli operatori dei cantieri edili, per rendere consapevoli tutti i protagonisti della “filiera” delle modalità e delle tecniche compatibili con l’edilizia storica locale.


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- incontri interlocutori con gli artigiani edili e le relative associazioni di categoria, per valutare l’avvio di percorsi di formazione e approfondimento sul piano tecnico operativo (tecniche di finitura storiche, uso di pigmenti naturali, tipologie di infissi tradizionali e necessità di risparmio energetico, ecc.). L’amministrazione sta infine valutando la possibilità di stanziare contributi annuali rivolti agli interventi di riqualificazione e valorizzazione delle facciate storiche, vista l’importante partecipazione degli operatori del commercio e dell’artigianato tipico al bando, incluso nel progetto PISUS di Maniago, di concessione di contributi per gli interventi edili e di arredo riguardanti le attività.

Professionista incaricato Arch. Giulia Biasutti Collaboratori Ing. Domenico Pepe Arch. Ilenia Medizza Arch. Margherita Zanet Committente Comune di Maniago (PN) Anno di esecuzione 2015


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