Portfolio 'TRA ARCHITETTURA E FOTOGRAFIA'

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DONATA SASSO

PORTFOLIO

TRA ARCHITETTURA E FOTOGRAFIA

TUTOR PROF. MAURIZIO GARGANO


CONTENUTI PRESENTAZIONE STORIA E CRITICA DELLA FOTOGRAFIA RAPPRESENTAZIONE DISEGNO DELL’ARCHITETTURA COMPRENSIONE STORIA DELL’ARCHITETTURA 2 PERFORMAZIONE ARTI CIVICHE SIGNIFICAZIONE LAB PROG 2


PAG. 1-2 3-4 5 6 7-8

Museo dell’Ara Pacis, Roma. Nikon D50


PRESENTAZIONE ‘‘È curioso come tutti noi architetti fotografiamo l‘architettura senza persone, sapendo che è nata per essere usata dalle persone, ed è perchè l’architettura permane, le persone cambiano. L’architettura mette in relazione cose e persone. Nella buona architettura vediamo, quando è vuota, sia persone che cose che, pur non essendoci sono presenti. Il fatto che non ci siano è perchè si rinuncia alla loro presenza, e la buona architettura è piena di rinunce.’’ 1 La fotografia è fuori dal regime di rappresentazione, appartiene a quello della presentazione. Quest’ultimo è caratterizzato dalla paradossale presenza del fotografo rispetto al soggetto: se non c’è nessuno a scattare la foto non c’è presentazione. Il fotografo deve entrare per un momento in relazione diretta con il soggetto. Ciò in qualche modo avvicina la fotografia al Dadaismo, al Ready Made, all’ appuntamento in una certa situazione di cui ci parla Duchamp. Attimo. Gourmandise strappata al tempo. 2 Nello stesso istante la natura parla alla macchina fotografica e una natura altra parla all’occhio. La rielaborazione dello spazio da parte dell’occhio, e quindi dell'uomo, è inconscia: l’immagine ci restituisce qualcosa anche di chi sta scattando la foto, non solo di chi o cosa è presente al suo interno. Rimane impresso nella pellicola l’inconscio ottico. 3 L’immagine è quindi allo stesso tempo visiva e performativa. Presentazione dell’esperienza stessa. La fotografia non ci restituisce l’immagine del reale, è una scrittura di luci ed ombre, è essa stessa un oggetto Padiglione Portogallo, Lisbona. Nikon D50 STORIA E CRITICA DELLA FOTOGRAFIA PROF. M. GAZZANO

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PRESENTAZIONE non è solamente il soggetto che rappresenta. È un discorso di spazio e di tempo. Le tecnologie composite, che in questo caso associano meccanica, ottica e chimica, sono state considerate a lungo mass-media, intesi come mezzi di comunicazione di massa, di trasporto di informazioni. Negli anni ’80 del XX secolo si è arrivati alla successiva concezione di questi come mediatori, tra noi e la natura. Come intermediari e non solo trasportatori. La fotografia dell’architettura si fonda sull’ associazione delle nature artistiche di queste due discipline, creando un nuovo universo che si sviluppa lungo la linea sottile che le divide. Risultano ora evidenti le possibilità di questa interazione: se la fotografia è oggetto e l’architettura è soggetto, nello scatto rimane impresso l’incoscio architettonico dell’architetto-fotografo. È proprio partendo da queste semplici considerazioni che si sviluppa la ricerca portata avanti negli ultimi mesi: come questa particolare interazione tra le due nature artistiche le esalti. Si è scelto così di raccontare il percorso formativo svolto attraverso la fotografia, in particolare vengono prese in considerazione le esperienze didattiche che hanno contribuito in maniera più consistente allo sviluppo di questo pensiero.

Oriente Station, Lisbona. Nikon D50

1 A. De La Sotra, testo di introduzione all’articolo ‘‘1929-1986. Reconstrucciòn del Pabellòn de Barcelona’’ in Arquitectura, n. 261 2 B. Lehner, A. Pfaeffli, Point de Vue, Venturafilm, Svizzera 1991. 3 Cfr. W. Benjamin, Piccola storia della Fotografia, uscito per la prima volta in <<Literarische Welt>>, nn. 38, 39, 40, Berlino 1931.


RAPPRESENTAZIONE Contrariamente a quanto detto in relazione alla presentazione, quello della rappresentazione è il regime di restituzione di un’immagine, una selezione di elementi, una trascrizione selettiva della natura con tecniche analogiche, a cui hanno fatto riferimento tutti i pittori. Il disegno è uno strumento di comprensione formale e funzionale dell’esistente, che esso sia eseguito a

Bauhaus Dessau, Walter Gropius. Render.

mano libera, tecnicamente, o attraverso la ricostruzione tridimensionale al computer. Oltre ad essere un mezzo per comprendere, è lo strumento primo dell’architetto per far comprendere ciò che egli realizza, e ancor prima per realizzare ciò che si figura nella mente. Il disegno riassume quindi in sé il tanto il concetto di comprensione quanto quello di traduzione. Diventa oggetto della discussione la questione dell’esperienzialità: la fotografia, come già detto,

Bauhaus Dessau, Walter Gropius. Render.

necessita la reciproca presenza dell’opera e dell’ osservatore, caratterisca che inevitabilmente la avvicina all’ architettura, unica tra le tre arti (pittura, scultu-

Prospetto del Buhaus Dessau, Render. DISEGNO DELL’ARCH. PROF. SSA M. CIANCI

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RAPPRESENTAZIONE ra e architettura) che per essere compresa necessita il contatto, l’attraversamento, la presenza, l’esperienza. Differentemente il disegno non richiede queste condizioni. È quindi così che si svela il problema primo della rappresentazione: il suo risultato è un oggetto limitato rispetto alle molteplici possibilità della presentazione. In basso lo scontro-incontro presentazione-rappresentazione è esemplificativo: a destra la rappresentazione del corpo scala della scuola del Bauhaus, realizzata osservando un modello tridimensionale digitale costruito a partire dal ricalco dei disegni tecnici; a sinistra, la presentazione della fotografia come oggetto artistico, dell’opera architettonica fotografata, dell’esperienza, della pratica del viaggio che dalla scrivania mi ha portata in Germania, dell’azione artistico-performativa di aprire la porta del complesso e iniziare a vagare attraverso i corridoi, le aule, le scale di un edificio di cui conoscevo ogni angolo ma di cui ancora non conoscevo nulla.

PRESENTAZIONE La scuola del Bauhaus, Dessau. Olympus OM10, pellicola in bianco e nero.

RAPPRESENTAZIONE La scuola del Bauhaus, Dessau. Disegno a matita.


COMPRENSIONE Oggi la storia dell’architettura viene raccontata e

l’intervento e a relazionarlo con altre opere, per far sì

studiata attraverso l’utlizzo della fotografia, così,

che alla fine di questo processo di apprendimento si

spesso, in una prima fase di non conoscenza e non

disponga di strumenti per imparare a leggere, a studia-

esperienza, la fotografia diventa l’opera architettoni-

re, a guardare, e, aggiungerei, a fotografare qualsiasi

ca. In questo modo viene commesso uno dei più

opera.

grandi errori: scambiare, in un processo mentale inconscio, la presentazione dell’opera per l’opera stessa. A destra è riportata una fotografia scattata nella scorsa estate a Vienna, essa ci presenta l’accesso ai bagni pubblci per le signore disegnato da Adolf Loos, raccontandoci anche di qualcosa che non si legge a pieno, che si è deciso di far intravedere ai margini dell’inquadratura e che viene ribaltato attraverso l’ombra al centro dell’immagine: le particolari ed elaborate ringhiere che caratterizzano l’accesso. Lo scatto riportato non corrisponde ai bagni descritti, esso ce li presenta, ma è una cosa altra da questi, un’opera diversa che non va confusa. Il problema fondamentale relativo allo studio della storia è anche in questo caso la questione dell’esperienzialità. Come per il disegno, anche per questa materia è centrale il tema della reciproca presenza di studente e oggetto di studio. La comprensione dell’oggetto architettonico non si limita alla sua riproducibilità attraverso tecniche analogiche, risultato dello studio degli assetti planivolumetrici e compositivi, ma si spinge a contestualizzare da un punto di vista

I bagni pubblici di Loos sul Graben, Vienna. Olympus OM 10, pellicola in bianco e nero.

storico - architettonico - filosofico - concettuale

STORIA DELL’ARCH. 2 PROF. M. GARGANO

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PERFORMAZIONE ‘‘Non sapersi orientare in una città non vuol dire molto.

Essa è stata quindi una modalità di comunicazione e

Ma smarrirsi in essa, come ci si smarrisce in una foresta,

un tentativo di interazione con il comune passante,

è una cosa tutta da imparare. Ché i nomi delle strade

risultato dei ragionamenti fatti nel corso del tempo,

devono suonare all’orechio dell’errabondo come lo scric-

determinati spesso dall’osservazione di essi stessi.

chiolio di rami secchi e le viuzze interne gli devono rispec-

Questo genere di azione performativa fa sicuramente

chiare nitidamente come le gole montane’’.4

riferimento all’immaginario del teatro, ma nel nostro particolare caso riassumeva ragionamenti apparte-

La parola performazione ha un originario debito con

nenti a diverse discipline e diversi campi della cultura.

il termine performante, ‘‘che offre prestazioni di ottimo

L’erranza nel territorio romano, si è rivelata uno stru-

livello’’.5 In realtà, viene qui utilizzato come traduzione

mento di comprensione della città attraverso il

della parola performance, descrivendo quell’ happe-

mezzo di trasporto più antico del mondo: le gambe.

ning irripetibile, quell’esperienza non riproducibile

Fotografia e performance si sono così rivelate esepe-

che ha caratterizzato il corso di Arti Civiche e che

rienze parallele e a tratti sovrapponibili (la fotografia

meravigliosamente corre parallelamente all’esperi-

potrebbe essere considerata una performance).

enza fotografica.

Attraverso l’associazione delle due nature si vince il

La performazione è iniziata il primo giorno di lezione

tempo creando un evento irripetibile e nello stesso

recuperando un bambù di 16 metri che dormiva da

istante eterno.

qualche anno nell’ Ex Mattatoio e si è conclusa attraverso l’esplosione dei ragionamenti socio-urbanistico-architettonici presso la Stazione Termini.

ARTI CIVICHE PROF. F. CARERI

4 W. Benjamin, Das Passagen-Werk, 1929. 5 http://www.treccani.it/vocabolario/performante/

La proprietà privata non esiste, Roma. Olympus OM10, pellicola.


SIGNIFICAZIONE "In tutte le arti, ma particolarmente nell'architettura esiste un binomio fondamentale: il significato e il significante. Il significato è l'opera da costruire, il significante ne è l'illustrazione teorica e sistematica. Il vero architetto dovrà naturalmente avere esperienza tanto dell'uno quanto dell'altro. Dovrà possedere doti intellettuali e attitudini all'apprendere, perché né il talento naturale senza preparazione scientifica, né la preparazione scientifica senza talento naturale possono fare l'perfetto artefice.’’ 6 Progettazione di un polo museale nell’area dell’Ex Mattatoio a Roma.

Con il termine significazione si intende il processo attraverso il quale si disegna la configurazione spaziale (significante) di un oggetto architettonico (significato) non solo per assolvere al suo bisogno primario, la

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funzionalità, ma in relazione ai propri valori, carican-

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dolo della propria fiosofia. È qui riportato come esempio il Laboratorio di Progettazione 2 durante il quale è avvenuta la

Pianta piano -1. Disegno realizzato su Autocad.

scoperta del processo descritto. In questo particolare caso si indaga all’interno dell’accezione di vuoto come mezzo di significazione.7 Esso si è rivelato uno strumento impareggiabile di cui si è colta la vera potenza solo una volta fotografato il suo modello, momento magico della scoperta. Esemplificazione dei ragionamenti fatti è la pianta del livello ipogeo, rettangolare, il cui interramento è stato concepito come il risultato della forza peso dei 15 metri di vuoto, dovuti alla tripla altezza caraterrizante

Sezione longitudinale. Disegno realizzato su Autocad.

LAB. PROG. 2 PROF. M. BECCU

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SIGNIFICAZIONE il volume. Un vuoto dunque che scava la terra e crea un ambiente che ricorda quello di una chiesa. In questo spazio non a caso è stata collocata la più religiosa delle funzioni inserite nel progetto: la libreria. All’interno di questo vuoto, in eterno dialogo si fronteggiano un muro e un cilindro, entrambi alti tre piani, Fotografia del plastico d’esame. Nikon D50.

all’interno del cilindro è presente una scala elicoidale a doppia rampa, che fa parte del percorso museale stesso, il muro imperterrito separa il visitatore dalle opere che si svelano una volta oltrepassato. Tutto lo spazio è scandito da forme geometriche primarie, viene richiamata la purezza e la semplicità, anche nell’uso dei materiali. Tutta la struttura è rigorosamente a vista, lo spazio è scandito sui lati da campate quadrate che si smagliano in corrispondenza del grosso cilindro in calcestruzzo. Il volume in questione è illuminato dall’alto e si isola così dall’esterno su tutti e quattro i lati . Questa scelta concettuale

contribuisce

all’accentuazione

di

un’atmosfera di surrealtà grazie alla particolare tipologia di illuminazione naturale risultante di uno studiato lucernaio. Attraverso un ingegnoso dispositivo scultereo la luce dall’ulitmo livello arriva fino al piano terra, penetrando l’intero corpo museale che si chiude alla materia sui quattro lati, ma che si lascia attraversare dalle radiazioni dall’alto, come se volesse entrare in dialogo solo con il cielo e con chi in questo regna, chiunDettaglio sistema di illuminazione delle sale museali. Disegno realizzato su Autocad.

que egli sia . 6 M. Vitruvio Pollione, De Architectura, Roma I sec. a.C. 7 Cfr. F. Espuelas, Il Vuoto, Fundaciòn Caja de Arquitectos, Barcelona 1999.


Chiesa di San Leopoldo, Vienna. Nikon D50


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