L’ALBERO DELLA VITA La vita dell’uomo si svolge all’ombra degli alberi. La storia ha visto l’avanzata del cemento, l’avvento della tecnologia, l’artificiosità di alcune esistenze, nonostante tutti questi cambiamenti sono ancora gli alberi a scandire i ritmi della nostra vita...
PERCHÉ SALUS IN ERBIS Il nostro entusiasmo accompagnato da una grande passione, unite ad attrezzature con adeguate tecnologie e alla collaborazione di un’equipe di esperti, ci consentono di produrre e distribuire prodotti naturali di ritrovata qualità nel rispetto delle antiche tradizioni, cercando per quanto possibile di restituire alla fitoterapia la giusta dignità che gli è stata sottratta da una eccessiva industrializzazione. La realizzazione di un moderno laboratorio di produzione fa sì che i preparati siano pensati e realizzati con formulazioni che sono la conseguenza della conoscenza e dell’ esperienza maturata dal costante e quotidiano contatto con il pubblico che ci ha permesso di trovare e associare le giuste piante per risolvere quei fastidiosi disturbi che affliggono l’Uomo moderno. La radice filosofica della Salus in Erbis ci riporta alla semplice complessità della Natura che per secoli ha accompagnato l’uomo, donandogli generosamente le piante dalle quali ha trovato tutti i rimedi per migliorare la salute e il suo benessere. Nel trascorrere del tempo è stata approfondita sempre di più la conoscenza delle piante e da queste esperienze è nata la Fitoterapia. Per fitoterapia s’intende la cura e la prevenzione delle malattie con le piante. Queste costituiscono organismi complessi, frutto dell’evoluzione biologica avvenuta in centinaia di milioni di anni e ogni modificazione forzata provocata in esse, per quanto minima, produrrà un danno irreparabile che spesso non potrà essere riconosciuto, poiché l’uomo conosce con sicurezza soltanto poche decine di componenti della complessa biochimica delle piante. Troppo spesso assistiamo a trasformazioni industriali così invasive della materia prima vegetale da fargli perdere la sua origine naturale; estratti ad alta titolazione necessariamente arricchiscono la sostanza in un principio attivo, ma eliminano o alterano tutti i “cofattori” considerati erroneamente principi “inutili”.
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Non si può ignorare che la pianta costituisce una singola unità terapeutica, nella quale i principi attivi e i principi secondari formano dei fitocomplessi caratteristici, legandosi e interagendo tra di loro, per cui i processi di purificazione possono infrangere questi armoniosi e delicati equilibri. Il fitocomplesso può essere paragonato ad una semplice goccia d’acqua costituita da “più molecole di quante stelle esistono in cielo” ed è chiaro che, per svolgere la sua vitale funzione, deve essere assunta tal quale e non come singola molecola purificata. È il fitocomplesso, dunque, la “quintessenza” della pianta e non il suo principio attivo purificato. Il nostro primario obiettivo è quello di realizzare una linea di prodotti naturali con metodi di produzione dolci, dettati dalle tradizioni, trattando le piante con la dovuta dignità e scientificità, al fine di garantire una gamma di preparati che racchiudano in sè il più possibile il toto dei principi attivi in esse contenute. L’orientamento che caratterizza la nostra produzione è quello di porre la massima attenzione più al contenuto che al contenitore, in quanto crediamo fermamente al detto che dice: chi dà riceve e a chi non dà gli sarà tolto anche quel poco che ha. Noi ci prodighiamo per darvi il meglio per poter ricevere da Voi graditi riconoscimenti. Sfogliando questo piccolo prontuario, troverete una serie di prodotti di nostra produzione, siamo certi che saranno da Voi apprezzati. Eventuali approfondimenti potete richiederli a noi o ai punti vendita convenzionati. BUONA LETTURA. Parziale veduta dell’Officina di produzione di Estratti, Compresse, Capsule
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LE PIANTE UTILI PER DEPURARE IL FEGATO
TARASSACO COMPOSTO In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DEL TARASSACO Tarassaco (Taraxacum officinalis). Il tarassaco, o Dente
di leone, o soffione, o Piscialetto, è certamente conosciuto da tutti i bambini, che almeno una volta hanno fatto volare con un soffio i semi, dotati del caratteristico “paracadute”. Da sempre la tradizione erboristica lo ha considerato il prototipo dei depurativi e oggi anche la scienza moderna ne ha dimostrato scientificamente tali proprietà. Abbinato ad altre e specifiche sostanze vegetali opportunamente estratte, otteniamo un preparato, sperimentato ormai da anni,utile per favorire “la pulizia dell’organismo” attraverso la stimolazione di tutti gli organi emuntori: reni, fegato, intestino e pelle.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Carciofo (Cynara scolymus L.). Il frutto è commestibile e ricco di ferro mentre le foglie sono state da sempre utilizzate per le proprietà depurative e disintossicanti del fegato. Tale effetto è legato alla presenza di sostanze amare, come appunto la cinarina. È tradizione erboristica associare all’amaro un effetto di pulizia e rigenerante per l’organismo. L’amaro stimola infatti la produzione di enzimi deputati al catabolismo e all’eliminazione delle sostanze in eccesso..
Cicoria (Cichorium intybus L.).
La cicoria chiamata anche “radicchio
selvatico” è da sempre utilizzata nelle insalate rustiche, insieme alla valerianella e tarassaco, secondo un’usanza che dimostra gli effetti benefici di certe abitudini alimentari. Nel composto viene usata la radice, più che le foglie, che è la parte più attiva come drenante e depurativo epatico.
Betulla (Betula pendula Roth). Mattioli ci parla a lungo di Betulla e della sua meravigliosa virtù “di rompere le pietre tanto dei reni quanto della vescica e di togliere le macchie e sanare le ulcere della bocca”. Si utilizzano le foglie caratterizzate da salicilato di metile, flavonoidi, tannini e resine che insieme favoriscono un effetto drenante e l’eliminazione dei liquidi in eccesso.
Menta (Mentha piperita L.). La menta piperita è un ibrido ottenuto da Mentha longifolia, Mentha rotundifolia e Mentha acquatica, utilizzata anche in gastronomiala e come materia prima per l’industria liquoristica, in quanto gli estratti ottenuti dalle foglie esplicano attività “eupeptica”, cioè favoriscono la digestione. Inoltre è utile nelle dispepsie fermentative (alito cattivo, fermentazioni intestinali e aerofagie). 4
Arancio (Citrus aurantium L. var. amara ). Esistono diverse varietà di arancio, in questa preparazione vengono impiegate le scorze dell’arancio amaro ricche in olio essenziale, dal caratteristico sapore amaro e da sempre utilizzate per le loro proprietà toniche, stomachiche e carminative. L’aggiunta delle scorze di arancio conferisce al prodotto un aroma particolarmente gradevole.
Bardana (Arctium lappa L.). Il nome deriva dal latino “Arctium” che significa “orso” per la pelosità delle foglie e da lappa, che vuol dire “ essere incollato, restare appiccicato”, in relazione al fatto che le brattee della pianta si attaccano facilmente ai vestiti. Nella nostra tradizione continua a essere ritenuta per la sua attività epatorenale, pianta elettiva per la depurazione e il drenaggio, indicata in tutti quei casi in cui si ha un accumulo di tossine.
Liquirizia (Glycyrrhiza glabra L.).
Si utilizza la radice da cui si ricava il
noto “succo di liquirizia” impiegato nell’industria dolciaria per caramelle in varie forme, tronchetti e bastoncini. Il sapore zuccherino è dovuto alla presenza di acido glicirrizico, responsabile anche delle proprietà attribuite alla radice, assieme alle sostanze flavonoidiche. Il Mattioli dice che è “buona nelle infiammazioni dello stomaco, al petto e al fegato”.
Frangula (Frangula rhamnus alnus Miller ). La corteccia viene utilizzata dopo un invecchiamento di almeno un anno che determina la perdita di quelle sostanze ad effetto emetico. Rimangono in tal modo i principi antrachinonici capaci di favorire il transito intestinale. La sua azione viene esplicata in modo dolce senza fenomeni irritativi.
Cardo Mariano (Silybum marianum L).
Nella credenza cristiana, le
macchie bianche sulle foglie sarebbero testimonianza delle gocce del latte di Maria, che si rifugia sotto la pianta di Cardo durante la fuga in Egitto con Gesù (di qui il nome “mariano”). Indicata nei testi antichi come pianta “per pulire sangue e fegato”, è oggi scientificamente provato il suo effetto rigenerante sulle cellule epatiche, dovuto alla presenza di silimarina.
Anice (Pimpinella anisum L.).
Ombrellifera erbacea coltivata da secoli
per i frutti detti comunemente semi. I semi ricchi di olio essenziale dal caratteristico aroma, sono presenti in moltissime preparazioni alimentari e nei liquori. Si utilizza come correttore del sapore, per le sue proprietà di regolare i processi digestivi e favorire l’eliminazione dei gas intestinali che si formano in caso di digestione rallentata.
Cardo Santo (Cnicus benedictus L.).
Si narra che l’erba, proveniente
dall’India e regalata a Federico III come rimedio per l’emicrania, grazie all’esito riscontrato dall’ imperatore, venne nominata“Benedetto”. Le parti aeree sono caratterizzate da sostanze amare responsabili del suo effetto, atte a favorire i processi digestivi e una fisiologica produzione della secrezione gastrica. 5
LE PIANTE UTILI PER IL GONFIORE INTESTINALE
MALVA COMPOSTA
In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua dopo i pasti o al bisogno
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELLA MALVA Malva (Malva sylvestris L.) Una delle piante più
comuni particolarmente apprezzata per le sue qualità benefiche tradizionalmente riconosciute. È da sempre utilizzata per le proprietà emollienti e saggiamente impiegata nella tradizione erboristica come protettore degli epiteli dell’apparato digerente e respiratorio. L’associazione con le altre piante ne potenzia l’effetto lenitivo e digestivo, tale da ottenere un prodotto di straordinaria efficacia. È il risultato di una lunga esperienza maturata in campo che ha portato ad una formulazione in cui ogni pianta è stata attentamente scelta e dosata al fine di ottenere un piacevole effetto sgonfiante eliminando quei fastidiosi disturbi gastrointestinali.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Altea (Althaea officinalis L.). Malvacea tipica delle piante paludose, con foglie grandi verdi e fiori bianchi o rosei in giugno. Le sue radici color avorio, se tagliate grondano di mucillagine (fino al 35% in peso), una mucillagine calda, così come la definisce il Mattioli, è capace di esplicare un effetto lenitivo ed emolliente sulle mucose arrossate dello stomaco e intestino tale da alleviare quei fastidiosi disturbi post-prandiali come bruciori e gonfiori.
Angelica (Angelica archangelica L.). Ombrellifera imponente, si rende visibile a luglio per le sue grandi ombrelle bianchissime e il fusto cavo alto fino a 2 m. È una pianta bienne del Nord Europa che vive vicino ai corsi d’acqua. Se ne usa il rizoma essiccato dal profumo aromatico e dolce, utilizzato in liquoreria. L’aroma è dato da un mix di cumarine e terpeni che rendono questa pianta ricca di funzioni fisiologiche particolarmente utili per alleviare quei fastidiosi disturbi a livello intestinale.
Finocchio (Foeniculum vulgare L.). Ortaggio e spezia nota sin dall’antichità, il finocchio è un’ombrellifera bienne o perenne tipica di tutta l’area del mediterraneo. Delle varietà da seme (frutto) se ne conoscono tipi dolci annuali, coltivati in Iran, Turchia e Nord Africa e tipi amari o piccanti poliennali, coltivati nei Balcani e in Russia. La differenza sta nel rapporto tra l’anetolo (dolce) e il fencone. Si aggiunge a cibi e tisane per le proprietà carminative ossia capaci di eliminare i gas intestinali.
Anice (Pimpinella anisum L.). Ombrellifera erbacea, con foglie prezzemolate e ombrelle di fiori giallo verdi. I semi (frutti) costoluti sono ricchi di olio essenziale dal caratteristico aroma e sono presenti in moltissime preparazioni alimentari e nei liquori. Sambuca, anisette, ouzo, rakia, sono bevande tradizionali diffuse in tutta Europa, in cui si impiega anice come elemento aromatico caratteristico. Si utilizza come correttore del sapore in tisane e per le sue proprietà di regolare i processi digestivi e favorire l’eliminazione dei gas intestinali. 6
Coriandolo (Coriandrum sativum L.). Questa piccola ombrellifera annuale originaria del Medio Oriente, sembra sia stata diffusa in Europa dai Saraceni che la utilizzavano per condire il “cous cous”. Si usano sia le foglie fresche, che i frutti essiccati dalla curiosa forma perfettamente sferica. È una spezia tipica della cucina araba e ispanica dove aggiunta ai cibi “riscaldanti,” è reputata avere un’azione digestiva e carminativa. I suoi effetti completano e sinergizzano quelli delle altre droghe carminative presenti nel composto.
Escolzia (Eschscholtzia californica Cham.). Nota come papavero della California, l’escolzia è una pianta erbacea le cui radici estratte dal suolo, sembrano sanguinare un succo denso di colore rosso. La linfa infatti è ricchissima di alcaloidi (protopina, chelidonina, etc.) responsabili delle azioni distensive e rilassanti anche a livello muscolare, tali da alleviare quelle tensioni che somatizzate, sono responsabili di disturbi addominali. L’escolzia agisce pertanto sulla componente psicosomatica associata a tali disturbi. Carvi (Carum carvi L.). Il carvi o cumino dei prati è un’ombrellifera bienne spontanea nelle Alpi. Il frutto è allungato e costoluto e contiene piccoli accumuli di olio essenziale, responsabile dell’aroma. L’olio essenziale è ricco in carvone. In Nord Europa il carvi è una spezia tradizionale abbinata per le sue proprietà carminative a cibi invernali, come fagioli, cavoli e carne suina. Si associa alle altre piante carminative in modo da esaltare e potenziare le proprietà di eliminazione dei gonfiori intestinali.
Mirtillo (Vaccinium myrtillus L.). Arbusto nano che crescenelle zone a clima fresco umido di tutta Europa. Il frutto di colore blu di prussia è una bacca carnosa dal sapore dolciastro e leggermente astringente nella cui polpa troviamo una grande abbondanza di sostanze attive: tannini e antociani, responsabili a livello intestinale di ridurre fenomeni putrefattivi, attenuare tensioni e gonfiori e migliorare l’ assorbimento dei nutrienti.
Timo (Thymus vulgaris L.). Pianta semilegnosa perenne, la si rinviene spontanea nelle steppe del mediterraneo. Da sempre è una delle piante base coltivate nell’hortus simplicium, amato per la sua versatilità d’uso, da pianta da cucina fino a vero e proprio medicamento. Contiene oli essenziali ricchi in fenoli con azione batteriostatica e glicosidi flavonici. Per le sue proprietà antisettiche esplica un effetto disinfettante a livello intestinale tale da proteggerlo da fenomeni irritativi legati alla presenza di germi indesiderati. Melissa (Melissa officinalis L.). Ha un gradito odore fruttato di limone e geranio, viene coltivata per trarne il preziosissimo olio essenziale. L’acqua della distillazione è l’ingrediente base dell’Acqua Antiisterica dei Carmelitani, rimedio dei secoli passati per gli stati di agitazione. Le aldeidi aromatiche e l’acido rosmarinico sono le sostanze ritenute attive con azione distensiva e calmante importante nei disturbi a carico dell’apparato gastro-intestinale.
Liquirizia(Glycyrrhiza glabra L.). Leguminosa erbacea perenne che cresce spontanea nel sud Italia. Produce lunghi stoloni sotterranei che si utilizzano per estrarre il noto “succo di liquirizia” impiegato nell’industria dolciaria. Il sapore zuccherino è dovuto alla presenza di acido glicirrizico, responsabile anche delle proprietà attribuite alla radice, assieme alle sostanze flavonoidiche. Tali azioni riguardano effetti antinfiammatori e protettivi sulle mucose in particolare apparato gastro-intestinale. 7
LE PIANTE UTILI PER LA CIRCOLAZIONE
CENTELLA COMPOSTA In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELLA CENTELLA Centella asiatica (L. Urban). Pianta perenne, rizomatosa che forma tappeti densi in prossimità degli acquitrini o lungo i corsi d’acqua delle zone tropicali di Asia e Africa. Le foglie rotonde o la pianta intera essiccata costituiscono la droga. In India vanta secoli di uso come pianta adattogena e “migliorativa dell’intelligenza”. Le saponine in particolare l’asiaticoside, sono dotate di spiccata azione benefica sull’endotelio venoso. Le altre piante associate alla centella, ne potenziano le proprietà a livello della circolazione venosa, in particolare favoriscono l’integrità, l’elasticità della parete vasale e una minore permeabilità, con riduzione di edemi e gonfiori.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Achillea (Achillea millefolium L.). Pianta erbacea perenne, rizomatosa, foglie finemente suddivise, da cui il nome millefoglio, fiori in ombrelle convesse, color avorio o con sfumature rosa fino al cremisi, appaiono in estate con gradevole odore aromatico. Cresce nei terreni incolti e nei pascoli, rendendo il latte degli animali particolarmente saporito. Un impiastro di foglie di questa pianta si narra venisse usato da Achille per curarsi le ferite della battaglia. È nota infatti per le proprietà emostatiche e lenitive. Contiene un olio essenziale ricco in proazuleni con tropismo a livello dei vasi sanguigni.. Ribes nero (Ribes nigrum L.). Piccolo arbusto di origine continentale, se ne utilizzano le gemme, le foglie, i frutti e l’olio dei semi. Tutte le parti sono ricche di flavonoidi (in particolare kaempferolo) che esplicano un azione antinfiammatoria e anti-allergica sui tessuti interessati dal fenomeno. Dai frutti si ricava un succo molto utilizzato come correttivo del sapore di farmaci. In questa preparazione si usano le foglie più specifiche per potenziare l’effetto benefico a livello vasale, grazie ad un’azione antiossidante e antinfiammatoria, capace di regolare la permeabilità dei capillari.
Pungitopo (Ruscus aculeatus L.). Benchè appaia come una pianta erbacea è in realtà un albero in miniatura che si è adattato a vivere in condizioni di siccità. È priva di foglie vere ma ha solo rami appiattiti e appuntiti che vi assomigliano e che gli hanno permesso di giungere fino ai nostri giorni. Il rizoma del pungitopo contiene quantità significative di saponine che ne fanno una delle droghe più impiegate nell‘estrazione di principi attivi di valore farmaceutico. Il suo impiego combinato con altre e specifiche sostanze vegetali è efficace per favorire la circolazione e in particolare il microcircolo venoso a livello degli arti inferiori. 8
Marrubio (Marrubium vulgare L.). Labiata dal fogliame spesso e lanoso, diffusa nei pascoli e nei terreni icolti di pianura e montagna. Tutta la parte aerea libera un aroma lieve e balsamico. La droga essiccata, nota fin dal tempo degli Egizi, è costituita dalle sommità e contiene fino all’1% di un lattone diterpenico amaro (marrubina) che unitamente ad altre sostanze possiede delle attività benefiche a livello della circolazione venosa. Importante è l’associazione con le altre piante del composto al fine di valorizzarne le proprietà.
Cipresso (Cupressus sempervirens L.). Benché associato nell’immaginario collettivo piuttosto superficiale, alla morte e al lutto, da sempre, questo nobile albero sempreverde simboleggia l’incorruttibilità e la resurrezione. È una pianta tipica del nostro paesaggio mediterraneo dove è apprezzato per l’aroma balsamico dovuto ai suoi pregiati oli essenziali. Dalle bacche invece si estraggono sostanze dall’azione vasocostrittrice, benefiche per la circolazione.
Vite rossa (Vitis vinifera L.). Di questa pianta tutti conosciamo l’ “estratto acquoso fermentato”, meglio noto come vino che dai tempi di Noé è delizia e tormento dell’umanità. Ma i benefici che provengono dalle sostanze di natura polifenolica contenute in abbondanza nel vino rosso (benefici ovviamente ove consumato con parsimonia) sono ottenibili anche dalle foglie della vite, rosse anch’esse come l’uva. In particolare ne è nota l’azione vasoprotettiva e antiossidante delle sostanze antocianiche e dei polifenoli.
Amamelide (Hamamelis virginiana L.). Il “nocciolo delle streghe” come lo chiamano i nativi, è un arboscello dai rami flessuosi dei boschi del Nord America. In pieno inverno fa piccoli fiori gialli che spiccano sui fusti grigi e spogli. Le foglie, che costituiscono la droga, sono simili a quelle del nocciolo. Contengono tannini (fino al 10 % in peso) ai quali si deve l’azione astringente ed emostatica. L’uso tradizionale la vuole come pianta utile per la pesantezza delle gambe e per alleviare i disturbi dovuti alle vene varicose.
Equiseto (Equisetum arvense L.). La coda cavallina è una pteridofita, ovvero una pianta primordiale, che vive nei terreni asfittici e lungo le rive delle acque interne. Forma estesi intrecci di rizomi sotterranei da cui emergono in primavera prima i fusti sporiferi (simili a pigne) e successivamente i fusti sterili. Questi, da cui si trae la droga, sono talmente ricchi di silice che consumano le lame delle falci. La silice è alla base della spiccata azione diuretica di questa pianta. Nella tradizione popolare è anche un emostatico di emergenza.
Mirtillo (Vaccinium myrtillus L.). Arbusto nano che cresce nel sottobosco delle conifere nelle zone a clima fresco umido di tutta Europa. Il frutto pruinoso e di colore blu di prussia è una bacca carnosa dal sapore dolciastro e leggermente tannico. Nella polpa troviamo una grande abbondanza di sostanze attive. Infatti fino al 5% di antociani sono presenti nel frutto di mirtillo e sono responsabili delle azioni benefiche a carico dell’apparato circolatorio, soprattutto come protezione dagli agenti ossidanti e sclerotizzanti dei vasi sanguigni. 9
LE PIANTE UTILI PER LE VIE URINARIE
GINEPRO COMPOSTO In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DEL GINEPRO Ginepro (Juniperus communis L.). Le foglie sono
aghi acuminati che pungono l’incauto raccoglitore che cerca le bacche. Le bacche, o meglio i galbuli, sono dei coni carnosi ricchissimi di essenze aromatiche. Da sempre sono impiegati nell’aromatizzazione delle carni di selvaggina e nei liquori tradizionali. L’essenza di ginepro ha un’azione benefica verso le vie urinarie. Importante è l’associazione con altre sostanze vegetali al fine di valorizzarne le sue proprietà. Questa combinazione esplica un effetto protettivo delle mucose delle vie urinarie contro le aggressioni esterne, con risultati straordinari così come dimostrano i numerosi anni di utilizzo.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi L.).
Questo piccolo arbusto
strisciante copre interi versanti delle nostre montagne oltre quota 1000 metri. Le bacche rosse che la punteggiano d’autunno si dice siano amate dagli orsi, onde il nome. La vegetazione bassa e coriacea resiste alle nevi e ai geli intensi. Le sue foglie sono raccolte da secoli per trattare i disturbi delle basse vie urinarie (vescica e uretra) grazie all’azione combinata di molecole della famiglia degli idrochinoni (antibatterici) e flavonoidi (antinfiammatori).
Mirtillo (Vaccinium myrtillus L.).
Del mirtillo, oltre alla bacca se ne
utilizzano le foglie che contengono varie sostanze di natura idrochinonica (arbutina) che posseggono una spiccata attività antimicrobica a livello delle basse vie urinarie. Importante notare come parti diverse della stessa pianta presentano proprietà differenziate più spiccate per certi apparati piuttosto che altri. Le bacche fresche del mirtillo ricche in antociani, sono più specifiche per il sistema venoso. Se essiccate, grazie alla presenza di tannini esplicano un effetto benefico a livello intestinale, mentre le foglie presentano un tropismo per le vie urinarie.
Mais (Zea mais L.).
Questa graminacea di origine tropicale è una delle 5
specie che sono la base alimentare dell’umanità. Oltre alla granella amidacea di uso zootecnico o alimentare sono le “barbe” del mais ad avere un impiego in fitoterapia. Queste barbe sono costituite dai lunghissimi stili fiorali (impropriamente detti stimmi) che fuoriescono dalla pannocchia in fioritura. Da sempre sono impiegate in tisana per l’effetto di stimolo alla diuresi e quindi risultano indicate per favorire l’eliminazione dei liquidi in eccesso. 10
Echinacea (Echinacea angustifolia DC). Composita perenne con grandi fiori asteracei presente nelle praterie gli Stati Uniti centrali. Le sue radici carnose e dal sapore pungente erano usate dai nativi americani come rimedio per gravi malattie, avvelenamenti da cibo o per il morso di serpenti. Fin dal 1850 ne sono stati tratti dei “farmaci” con azione depurativa e rinforzante. Per evitare le recidive fondamentale è mantenere la funzionalità del sistema immunitario. Da qui la scelta dell’echinacea utile sia nella fase acuta che come preventivo per evitare possibili ricadute.
Verga d’oro (Solidago virga-aurea L.). Sul limitare dei boschi, al finire dell’estate si vedono i lunghi fusti fioriti, che gli meritano il nome. I fiori gialli e la sommità hanno un aroma leggero simile a quello del girasole. La droga (sommità fiorita) è ricchissima di flavonoidi, in particolare rutina. L’azione è insieme antinfiammatoria e diuretica, riducendo i disturbi derivanti dalla ritenzione urinaria associata a stati infiammatori dell’apparato renale. È uno dei rimedi più utilizzati per favorire le funzionalità renali.
Gramigna (Agropyrum repens (L.). Nota per essere una vera disdetta di ogni ortolano, questa pianta erbacea perenne della famiglia del frumento, nasconde nei suoi rizomi sotterranei color avorio le sue proprietà benefiche. Contiene zuccheri complessi (fruttosano, inositolo e mannitolo), mucillagini e silice. Nell’olio essenziale vi è l’agropirene, sostanza dalle proprietà betteriostatiche. Favorisce la diuresi e aiuta a mantenere le condizioni fisiologiche del tratto urinario.
Erica (Calluna vulgaris Hull.). Sui suoli torbosi dei boschi montani e nelle brughiere del nord Europa è la pianta predominante. Sembra una conifera in miniatura, forse un cipresso, se non fosse per le intense fioriture con tinte rosa tanto gradite alle api e ai poeti nordici. Le sommità fiorite dell’erica contengono, fra l’altro, arbutina (la stessa sostanza della confamiliare uva ursina) dalla spiccata azione antisettica sulle vie urinarie tale da ampliarne effetto ed efficacia.
Timo (Thymus vulgaris L.).
Pianta semilegnosa perenne, la si rinviene
spontanea nelle steppe e nelle garighe del mediterraneo. Da sempre è una delle piante base coltivate nell’hortus simplicium per la sua versatilità d’uso, da pianta da cucina fino a vero e proprio medicamento. Contiene oli essenziali ricchi in fenoli con azione batteriostatica e glicosidi flavonici. Questo rimedio grazie al sinergismo delle altre piante presenti nel composto, agisce con ampio spettro di azione con un effetto efficace e risolutivo.
Betulla ( Betula pendula Roth). Albero tipico della regione boreale dalla corteccia bianca e dalle foglie coriacee. Mattioli ci parla a lungo della Betulla e della sua meravigliosa virtù “di rompere le pietre tanto dei reni quanto della vescica, di togliere le macchie e sanare le ulcere della bocca”. Si utilizzano le foglie caratterizzate da salicilato di metile, flavonoidi, tannini e resine che insieme favoriscono un effetto drenante e l’eliminazione delle scorie metaboliche. 11
LE PIANTE UTILI PER LA PROSTATA
SERENOA COMPOSTA In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELLA SERENOA Serenoa (Serenoa repens (Bart.). È una piccola palma che popola le zone paludose dell’ Eveglades in Florida. I nativi Seminole ne utilizzavano i semi come cibo e i primi europei impararono ad usarlo sia come alimento di emergenza che per le sue proprietà antinfiammatorie. Solo di recente la ricerca ne ha messo in luce l’azione antipertrofica verso la prostata dovuta all’azione di inibizione dell’enzima 5-α reduttasi tale da ridurre i livelli di testosterone responsabile dell’ingrossamento di quest’organo. L’associazione agisce con un effetto assolutamente fisiologico capace di agire spesso alla radice del problema.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi L.) .
Questo piccolo arbusto
strisciante copre interi versanti delle nostre montagne oltre quota 1000 metri. Le bacche rosse che la punteggiano d’autunno si dice siano amate dagli orsi, onde il nome. La vegetazione bassa e coriacea resiste alle nevi e ai geli intensi. Le sue foglie sono raccolte da secoli per trattare i disturbi dell’apparato genito-urinario grazie all’azione combinata di molecole della famiglia degli idrochinoni (antibatterici) e flavonoidi (antinfiammatori).
Echinacea (Echinacea angustifolia DC). Composita perenne con grandi fiori asteracei presente nelle praterie degli Stati Uniti centrali. Le sue radici carnose e dal sapore pungente, erano usate dai nativi americani come rimedi per gravi malattie, avvelenamenti da cibo o per il morso di serpenti. Fin dal 1850 ne sono stati tratti dei “farmaci” con azione depurativa e rinforzante. L’echinacea è oggi una delle piante più studiate ed usate al mondo per le sue azioni antisettiche, antiinfiammatorie e immunomodulanti. Viene associata in questo composto per potenziare l’effetto decongestionante.
Mirtillo (Vaccinium myrtillus L.). Arbusto nano che cresce nel sottobosco delle conifere nelle zone a clima fresco umido di tutta Europa. Il frutto pruinoso e di colore blu di prussia è una bacca carnosa dal sapore dolciastro e leggermente tannico nella cui polpa troviamo una grande abbondanza di sostanze attive. Nelle bacche sono presenti circa il 5% di antociani, tannini, responsabili di un effetto astringente e disinfettante fondamentale in caso di disturbi a carico dell’apparato genito-urinario. . 12
Epilobio (Epilobium angustifoliumL.). È una pianta erbacea perenne rizomatosa. Popola le golene fluviali e i compluvi in montagna, oltre i 900 m. Nella Russia zarista era un comune succedaneo del thé presso le famiglie povere. Ne sono note le proprietà antiinfiammatorie specialmente a carico dell’apparato urogenitale dovute ai flavonoidi contenuti nella sommità fiorita, in particolare quercetrina e kaempferolo. Insieme alla Serenoa è tra i rimedi più efficaci per favorire il benessere della ghiandola prostatica.
Verga d’oro (Solidago virga-aurea L.). Sul limitare dei boschi sul finire dell’estate, si vedono i lunghi fusti fioriti, che gli meritano il nome”Verga d’oro”. I fiori gialli e la sommità hanno un aroma leggero e gradevole che ricorda il fiore del girasole. Le sommità fiorite sono ricchissime in flavonoidi, in particolare rutina. L’azione delle sostanze attive è insieme antiinfiammatoria e diuretica, per questo viene sempre associata ad altre piante a tropismo sull’apparato genito-urinario tale da favorirne integrità e funzionalità.
Bucco (Barosma betulina Bartl.). Arbusto della famiglia delle Rutacee, con foglie ampie simili a quelle della betulla. Cresce nelle foreste del tropico africano, dove era conosciuto dalle popolazioni native e usato in infusione. Il thè degli Ottentotti, come viene talora chiamato, o buchu, ha un odore intenso dato dall’olio essenziale presente sulle foglie (fino al 2,5%) che contiene diosfenolo, o canfora di barosma, molto efficace nel trattamento delle infezioni a carico delle vie urinarie e della ghiandola prostatica.
ESSERE O NON ESSERE Non è importante ciò che una persona dice di essere, ma è solo ciò che dimostra di essere. FAUST concretizzò questo concetto affermando umilmente: “ ho trascorso una vita intera nelle università e frugato in tutte le biblioteche del mondo per accorgermi che l’unica cosa che ho imparato è di non sapere nulla”. Purtroppo questa umile e saggia affermazione è poco considerata da quelle persone che vivono nella limitata convinzione di sapere tutto. Possiamo sì sapere quanti semi contiene una mela, ma chi può dire quante mele ci sono in un seme? E se siamo a conoscenza che in una sola goccia di acqua ci sono più molecole di quante stelle esistono in cielo, chi può dire quali di queste molecole dissetano se non la goccia intera? E non si può dire che una “carota” liofilizzata o trasformata in estratto secco conservi la stessa proprietà salutistica di una “carota” frullata o mangiata tal quale ed il vino non può chiamarsi vino se prodotto miscelando alcool con estratti secchi o liofilizzati di uva. Chi vuole intendere...intenda. 13
LE PIANTE UTILI PER IL CICLO MESTRUALE
ACHILLEA COMPOSTA In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELL’ACHILLEA Achillea (Achillea millefolium L.). Pianta erbacea perenne, rizomatosa con foglie finemente suddivise, da cui il nome “millefoglio”, fiori in ombrelle convesse, color avorio o con sfumature rosa, appaiono in estate ed emanano un delicato odore aromatico. Cresce nei terreni incolti e nei pascoli, rendendo il latte degli animali particolarmente saporito. Contiene un olio essenziale ricco in proazuleni con azione lenitiva ed emolliente. Tradizionalmente utilizzata per alleviare i disturbi associati al ciclo mestruale. La combinazione con altre e specifiche piante determina un’ azione più completa e generalizzata tale da agire su più aspetti legati alla sindrome premestruale: disturbi al ventre, senso di pesantezza e irritabilità.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Calendula(Calendula Officinalis). È una conosciutissima “margherita” dei giardini e delle aiuole, nota per i suoi semplici ma aggraziati fiori brillanti che produce durante tutta la bella stagione. Il colore arancio del fiore è indice della ricchezza in flavonoidi, ma oltre a tali composti la pianta possiede una moltitudine di sostanze attive che rendono il fitocomplesso particolarmente efficace come antispasmodico, dalle spiccate proprietà vulnerarie, utile per attenuare tutti quei disturbi a carico dell’apparato genitale durante il periodo mestruale.
Agnocasto(Vitex Agnus Castus). È un alberello della famiglia della verbena, con foglie palmate simili a quelle della canapa, fiori azzurro violacei in pannocchie terminali. Prospera nei greti dei fiumi nel Sud Italia. La droga è data dal frutto e dalle foglie ricche in flavonoidi, glicosidi iridoidi e sostanze steroidiche che stimolano i tessuti ormonali delle gonadi femminili favorendo l’equilibrio fra estrogeni e progestinici, in particolare regola i livelli di prolattina attenuando il fastidioso disturbo della mastopatia.
Camomilla Romana (Anthemis nobilis).
Erba fragrante con foglie
finemente suddivise e fiori a “margherita” con capolino giallo e corolla di ligule bianche. Forma densi e profumati tappeti nei terreni incolti e nei pascoli dell’Italia centro-meridionale. Se ne coltiva una varietà a soli fiori ligulati, che sono più ricchi di sostanze attive e di un olio essenziale blu scuro ricco di azulene, sostanza dalle proprietà emollienti e antispasmodica, importante per donare sollievo durante il periodo mestruale. 14
Artemisia (Artemisia Vulgaris).
Cugina dell’assenzio è una composita
perenne dall’aroma denso e caratteristico. Ovunque vi sia un terreno incolto, lei, “l’erba zingara”, vi si insedia coprendo manufatti e ruderi. È da sempre compagna dell’uomo, utilizzata come un rustico condimento da cacciagione, ma soprattutto per le sue proprietà antispasmodiche. Questo particolare effetto la rende indicata per attenuare quei disturbi spesso associati al periodo mestruale.
Salvia (Salvia officinalis L.). Il nome della salvia esprime l’alta considerazione che ne avevano gli antichi, che per primi l’hanno nominata “Pianta della salute” (dal latino. salveo: stò in salute). La salvia possiede numerose proprietà, sia grazie agli oli essenziali, sia ad altri metaboliti secondari. Ha un’azione antibatterica specifica verso lo Staphylococcus aureus, ma è anche un diaforetico, stomachico ed emmenagogo utilizzato e descritto sin dai tempi di Dioscoride. Si associa a rimedi specifici per attenuare i disturbi associati al ciclo mestruale in quanto è dimostrato che abbia effetti estrogenici simili.
Prezzemolo (Petroselinum sativum Hoff.). Aroma da cucina noto ai più e viene utilizzato anche in fitoterapia, in particolare la radice e il frutto. La pianta infatti contiene oli essenziali, ricchi in apiolo e miristicina, che conferiscono il particolare aroma alle foglie, ma tali costituenti sono in realtà più presenti nelle radici e nei frutti. Queste sostanze sono le responsabili degli effetti attribuiti al prezzemolo in particolare proprietà spasmolitiche verso la muscolatura liscia dell’intestino e dell’utero, da qui il suo utilizzo nelle dismenorree.
COSÌ VA IL MONDO È difficile districarsi in una società che pare abbia come fine quello di rendere difficile tutto ciò che è semplice. In quest’era cosiddetta “moderna”, l’uomo, nella spasmodica ricerca del nuovo, dimentica sempre di più il vecchio che si è dimostrato efficace e funzionale. Troppo spesso si insiste a cercare lontano ciò che abbiamo sull’uscio di casa…….. L’istruzione ha prodotto un gran numero di persone capaci di leggere ma incapaci di distinguere ciò che merita di essere letto.
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LE PIANTE UTILI PER LA MENOPAUSA
AGNOCASTO COMPOSTO In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DEL’AGNOCASTO Agnocasto (Vitex agnus castus L.). È un alberello che prospera nei greti dei fiumi nel Sud Italia. La droga è data dai frutti ricchi in flavonoidi, glicosidi iridoidi e sostanze steroidiche che stimolano i tessuti ormonali delle gonadi femminili favorendo l’equilibrio fra estrogeni e progestinici. Combinata con altre e specifiche piante attenua tutti quei disturbi associati al periodo della menopausa. Questa particolare associazione agisce contemporaneamente sia sui disturbi di tipo organico (gonfiori agli arti inferiori, alterazioni metaboliche, irritazioni delle mucose vaginali) che sull’umore (attenuazione dell’ansia e irritabilità).
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Ballotta (Ballota nigra L.). Erba perenne, vivace, con foglie romboidali, rugose, vellutate, si arrossano in estate. Fiori viola piccoli, labiati. È parente della melissa e del marrubio, con cui viene confusa, ma con un caratteristico odore penetrante e sgradevole che l’ha fatta soprannominare marrubio fetido. Tale odore è dovuto ai fenilpropanoidi, sostanze contenute nelle sommità fiorite, attive sia nella prevenzione dell’aterosclerosi sia nei dusturbi connessi alla menopausa.
Camomilla romana (Anthemis nobilis L.). Erba fragrante con foglie finemente suddivise e fiori a “margherita” con capolino giallo e corolla di ligule bianche. Parente della camomilla comune è al contrario di quest’ultima perenne. Forma densi e profumati tappeti nei terreni incolti e nei pascoli dell’Italia centromeridionale. Se ne coltiva una varietà a soli fiori ligulati, che sono più ricchi di sostanze attive. Se ne estrae un olio essenziale blu scuro per l’elevata concentrazione di azulene, sostanza dalle proprietà calmanti e distensive, fondamentale in questo delicato periodo che attraversa la donna.
Amamelide (Hamamelis virginiana L.). Il “nocciolo delle streghe” come lo chiamano i nativi, è un arboscello dai rami flessuosi dei boschi del Nord America. In pieno inverno fa piccoli fiori gialli che spiccano sui fusti grigi e spogli. Le foglie che costituiscono la droga sono simili a quelle del nocciolo. Contengono fino al 10% di tannini con attività astringente ed emostatica. Il fitocomplesso dell’amamelide è responsabile anche dell’azione vasocostrittrice periferica e vasoprotettiva particolarmente utile come decongestionante pelvico. 16
Salvia (Salvia officinalis L.). Il nome della salvia esprime l’alta considerazione che ne avevano gli antichi, che per primi l’hanno nominata “Pianta della salute” (dal lat. salveo: sto in salute). La salvia possiede numerose proprietà, sia grazie agli oli essenziali. sia ad altri metaboliti secondari. Fra questi vi sono alcune sostanze in grado di liberare all’interno dell’organismo dei precursori degli ormoni femminili. Emulandone la presenza riducono i disturbi della menopausa legati infatti alla cessata produzione di tali sostanze
Calendula (Calendula officinalis L.). È una conosciutissima “margherita” dei giardini e delle aiuole, nota per i suoi semplici ma aggraziati fiori brillanti che produce durante tutta la bella stagione. La droga costituita dal fiore essiccato. L’arancio del fiore è indice della ricchezza in flavonoidi della pianta, responsabili delle attività antinfiammatorie che però sono completate da una moltitudine di sostanze attive con proprietà attinenti alla sfera femminile.
Vite rossa (Vitis vinifera L.). Di questa pianta tutti conosciamo l’ “estratto acquoso fermentato”, meglio noto come vino che dai tempi di Noé è delizia e tormento dell’uomo. Ma i benefici che provengono dalle sostanze di natura polifenolica contenute nel vino rosso (ove consumato con parsimonia) sono ottenibili anche dalle foglie della vite, rosse anch’esse come l’uva. In particolare ne è nota l’azione vasoprotetiva e antiossidante, fondalmentale nel periodo della menopausa
Ribes nero (Ribes nigrum L.). Piccolo arbusto di origine continentale diffuso nelle zone a clima fresco e umido. Se ne utilizzano le gemme, le foglie, i frutti e l’olio dei semi. Tutte le parti sono ricche di flavonoidi (in particolare kaempferolo) che esplicano un azione antinfiammatoria e anti-allergica sui tessuti interessati dal fenomeno. In particolare le foglie utilizzate in questo composto, sono particolarmente indicate nel trattamento delle disfunzioni della sfera femminile.
Salice (Salix alba L.). Nella sua corteccia si trova il precursore di uno dei piu noti farmaci allopatici: l‘acido salicilico. Il derivato acetilato di questa sostanza è meglio noto come aspirina. Grazie a questa sostanza il salice aiuta a diminuire il disagio articolare nei cambiamenti di stagione e nelle persone in età avanzata. In particolare permette di alleviare tutti quei malesseri diffusi che colpiscono la nostra struttura ossea: schiena, ginocchia, braccia e collo. Nel periodo della menopausa è utile per il benessere dell’apparato osteoarticolare.
Passiflora (Passiflora incarnata L.). Infestante di vigneti Californiani, da noi è una pianta rara e coltivata. Il suo fiore magnifico simboleggia la passione di Cristo poiché in esso sono visibili i segni della crocifissione: la croce, il pistillo, la corona di spine e i petali raggiati. È l’unica specie fra le molte passiflore (ornamentali e da frutto) che conteniene flavonoidi e alcaloidi indolici, con spiccata azione calmante e antispasmodico. È fondamentale nel periodo della menopausa per assicurare il giusto equilibrio dell’ umore. 17
LE PIANTE UTILI PER IL RILASSAMENTO
BIANCOSPINO MELISSA PASSIFLORA In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DEL BIANCOSPINO Biancospino (Crataegus oxyacantha L.). Arbusto o albero basso, fusto ramoso, intricato con spine grandi, foglie piccole laciniate, verde lucido che compaiono insieme ai fiori bianchissimi. In autunno si carica di bacche rosso carminio a grappoli. Le foglie e i fiori sono ricchissimi di flavonoidi, fra cui iperoside, con azione fisiologica spiccata sulla circolazione, specialmente quella pericardiaca. Troviamo anche procianidine responsabili degli effetti antiossidanti con tropismo a livello dell’apparato cardio-circolatorio. L’associazione con le altre piante ne potenziano gli effetti distensivi e rilassanti tali da risultare il rimedio per eccellenza di tutti coloro che soffrono di eccessiva agitazione e reagiscono in modo esagerato ed impulsivo.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Melissa (Melissa officinalis L.).
È una labiata dalle
foglie cuoriformi, bollose. Rizomatosa perenne amante dei luoghi semiombrosi, se strofinata libera un deciso e gratissimo odore di frutta, limone e geranio. Coltivata per trarne il preziosissimo olio essenziale. L’acqua della distillazione prolungata della melissa è l’ingrediente base dell’Acqua Antiisterica dei Carmelitani, rimedio popolare nei secoli passati, per gli stati di agitazione specialmente delle giovani donne. Gli oli essenziali ricchi di aldeidi aromatiche e l’acido rosmarinico sono le sostanze ritenute attive con azione distensiva e calmante.
Passiflora (Passiflora incarnata L.). Infestante di vigneti Californiani, da noi è una pianta rara e coltivata. Il suo fiore magnifico simboleggia la passione di Cristo poiché in esso sono visibili i segni della crocifissione: la croce, il pistillo, la corona di spine e i petali raggiati. È l’unica specie fra le molte passiflore (ornamentali e da frutto) che conteniene flavonoidi e alcaloidi indolici, con spiccata azione calmante e antispasmodico.
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LE PIANTE UTILI PER LA PRESSIONE
BIOLIVO
In soluzione idroalcolica da 100 ml. MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELL’ULIVO Olivo (Olea europaea L.) Le foglie contegono una
sostanza amarissima, l’oleuropeina che insieme all’idrossitirosolo, sono ritenuti responsabili dell’effetto antiossidante, utile per contrastare i danni cellulari provocati dai radicali liberi e limitare la perossidazione lipidica responsabile di tutta quella serie di disturbi a carico dell’apparato cardio-circolatorio. L’associazione con particolari piante favorisce l’equilibrio dei fisiologici valori pressori.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Biancospino (Crataegus oxyacantha). In autunno si carica di bacche rosso carminio a grappoli. Le foglie e i fiori sono ricchissimi di flavonoidi, fra cui iperoside, con azione fisiologica spiccata sulla circolazione, specialmente quella pericardiaca. Troviamo anche procianidine responsabili degli effetti antiossidanti con tropismo a livello dell’apparato cardio-circolatorio.
Passiflora (Passiflora incarnata L.) . Infestante di vigneti Californiani, da noi è una pianta rara e coltivata. Il suo fiore magnifico simboleggia la passione di Cristo poiché in esso sono visibili i segni della crocifissione: la croce, il pistillo, la corona di spine e i petali raggiati. È l’unica specie che contiene flavonoidi e alcaloidi indolici, con spiccata azione calmante e antispasmodica.
Vischio (Viscum album L.). Curiosa pianta clorofilliana che per vivere pianta le radici in un albero. Il vischio vero, che vive sulle rosacee (melo, pero e biancospino) o sul pino silvestre, vanta millenni di conoscenza e tradizione a partire dagli antichi Celti. Le proprietà maggiormente riconosciute sono quelle sulla circolazione, dimostrate con l’azione inibente di enzimi (cAMP-fosfodiesterasi) legati al tono vascolare.
Pilosella (Hieracium pilosella L.).
Le sue foglie ricche di lunghi peli
epidermici gli hanno valso il nome comune. La pianta fresca possiede un succo ricco di principi diuretici che aumentano notevolmente il volume quotidiano di urina. Da sempre è nota perché favorisce la diuresi e in questo caso favorisce l’eliminazione dei liquidi tale da agire indirettamente sui valori pressori.
Lavanda (Lavandula officinalis Chaix). Pianta perenne usata in molte composizioni di cosmesi e saponeria. In natura cresce in alta montagna, mentre è coltivata sulle colline e gli altipiani prospicienti il mare del Sud della Francia. L’olio essenziale ricco di esteri inebrianti, è tradizionalmente impiegato per trattare stati tensivi e spasmi muscolari dovuti a nervosismo. Funge quindi da rilassante. 19
LE PIANTE UTILI PER FAVORIRE IL SONNO
MELILOTO COMPOSTO In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DEL MELILOTO Meliloto (Melilotus officinalis L.). A differenza della droga fresca, la droga essiccata è innocua e delicatamente profumata. Studiata come flebotonico, la tradizione erboristica ne riconosce le proprietà distensive grazie ad un effetto rilassante a livello muscolare. Per questa proprietà, associata con altre piante più spiccatamente calmanti, viene utilizzata in modo da ottenere un prodotto da consigliare nei disturbi di origine nervosa e nelle turbe minori del sonno.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Tiglio (Tilia cordata Mill. e T. platyphyllos Scop.). I fiori di questo albero generoso sono amatissimi dalle api perché ricchi di nettare dall’ aroma dolce e fruttato e contengono oltre l’1% di flavonoidi e mucillagini. L’azione benefica è svolta a carico dell’apparato respiratorio ma anche nervoso. Infatti la tradizione erboristica ci conferma il suo uso consolidato per il trattamento degli stati di ansia e eccitazione nervosa.
Arancio (Citrus aurantium L. var. dulcis L.). Esistono diverse varietà di arancio, in questa preparazione vengono impiegati i fiori dell’arancio dolce ricchi in olio essenziale, dal caratteristico profumo. Noto e utilizzato per le sue proprietà sedative e rilassanti. I fiori di arancio fungono quindi da sostanze attive e allo stesso tempo donano un gradevole aroma conciliante un sereno e rigenerante sonno. Escolzia (Eschscholtzia californica Cham.). Nota come papavero della California, l’escolzia è una pianta dai fiori aranciati. Le radici fresche estratte dal suolo sembrano sanguinare con un succo denso di colore rosso. La linfa infatti è ricchissima di sanguinarina e altri alcaloidi (protopina, chelidonina, etc.) che sono responsabili delle azioni positive sul meccanismo del sonno e del rilassamento. Passiflora (Passiflora incarnata L.). Infestante di vigneti Californiani, da noi è una pianta rara e coltivata. Il suo fiore magnifico simboleggia la passione di Cristo poiché in esso sono visibili i segni della crocifissione: la croce, il pistillo, la corona di spine e i petali raggiati. È l’unica specie fra le molte passiflore (ornamentali e da frutto) che conteniene flavonoidi e alcaloidi indolici, con spiccata azione calmante e antispasmodico.
Melissa (Melissa officinalis L.). Pianta perenne dal gradevolissimo odore fruttato di limone e geranio. Coltivata per trarne il preziosissimo olio essenziale. L’acqua della distillazione prolungata della melissa è l’ingrediente base dell’Acqua Antiisterica dei Carmelitani, rimedio popolare del passato per gli stati di agitazione. Le aldeidi e l’acido rosmarinico sono le sostanze ritenute attive con azione distensiva e calmante. 20
LE PIANTE UTILI PER RIGENERARE IL FEGATO
CARDO SANTO COMPOSTO In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DEL CARDO SANTO Cardo Santo (Cnicus benedictus L.). Si narra che il cardo, proveniente dall’India e regalata a Federico III come rimedio per l’emicrania, grazie all’esito riscontrato dall’ imperatore, venne nominato “Benedetto”. Le parti aeree sono caratterizzate da sostanze amare, l’associazione con piante specifiche per il fegato ne potenzia l’azione disintossicante, tale da risultare un valido alleato per favorire l’integrità e la funzionalità di questo delicato e fondamentale organo.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Cardo Mariano (Silybum marianum L). Nella credenza cristiana le macchie bianche sulle foglie sarebbero testimonianza delle gocce del latte di Maria, che si rifugia sotto la pianta di Cardo, durante la fuga in Egitto con Gesù. Indicata nei testi antichi come pianta “per pulire sangue e fegato”, è oggi scientificamente provato il suo effetto rigenerante sulle cellule epatiche, dovuto alla presenza di silimarina. Ortica (Urtica dioica L). Nel bene e nel male l’ortica è una pianta che da sempre si è insediata vicino all’uomo. Contiene importanti quantità di aminoacidi essenziali, minerali e vitamine. La radice e le foglie contengono scopoletina e altre sostanze che hanno proprietà sul cuoio capelluto irritato, ma anche nell’uso interno per favorire la diuresi e la coleresi. Le foglie in particolare esplicano un effetto drenante a livello epatico e favoriscono l’eliminazione delle tossine metaboliche.
Rosmarino (Rosmarinus officinalis L.). Nota ai molti per come si sposa bene con le carni arrosto. Ma questa erba aromatica spontanea è ricca di principi attivi benefici. L’olio essenziale responsabile dell’aroma è ricco di fenoli antibatterici e canfora balsamica. È dotato inoltre di una spiccata azione tonica e antiossidante grazie alla presenza di polifenoli che esplicano un effetto protettivo a livello epatico.
Fumaria (Fumaria officinalis L.). Pianta erbacea con foglioline color verde glauco, cresce in gruppi di piante che agitate dal vento sembrano nubi di fumo, donde il nome. Contiene alcaloidi che sono ritenuti alla base della sua azione regolatrice del flusso biliare: ossia capace di stimolare o attenuare le funzionalità epatiche a seconda della necessità. Funge quindi da stimolante ma anche da protettore del fegato.
Crisantello americano (Chrysantellum americanum Vatke). Piccola pianta spontanea dei suoli aridi e silicei della Mesoamerica dei Caraibi e del Brasile. Noto da sempre ai popoli nativi per le sue spiccate proprietà depurative. Le parti aeree, leggermente aromatiche, sono ricche di polifenoli e terpeni (in particolare triterpeni) ritenuti responsabili dell’azione fisiologica specifica nei confronti del fegato. 21
LE PIANTE PER ELIMINARE I LIQUIDI IN ECCESSO
BETULLA COMPOSTA In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELLA BETULLA Betulla (Betula pendula Roth). Mattioli ci parla a lungo di Betulla e della sua meravigliosa virtù “di rompere le pietre tanto dei reni quanto della vescica, di togliere le macchie e sanare le ulcere della bocca”. Si utilizzano le foglie caratterizzate da salicilato di metile, flavonoidi, tannini e resine che insieme favoriscono un effetto drenante e l’eliminazione dei liquidi in eccesso soprattutto se combinata con altre e specifiche sostanze vegetali. Tradizionalmente i preparati depurativi sono sempre costituiti da più piante in modo da agire a livello di tutti gli organi emuntori e favorire una più efficace eliminazione delle scorie e tossine.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Equiseto (Equisetum arvense L.). La
coda cavallina è una pianta
primordiale, che vive lungo le rive delle acque interne. Forma estesi intrecci di rizomi sotterranei da cui emergono in primavera prima i fusti sporiferi (simili a pigne) e successivamente i fusti sterili. Questi, da cui si trae la droga, sono talmente ricchi di silice che ottundono le lame delle falci. Inoltre vi si trovano sostanze flavonoidiche responsabili della spiccata azione diuretica. Per questo l’equiseto esplica un’ azione perfettamente bilanciata: remineralizzante e diuretica.
Gramigna (Agropyrum repens L.). Nota per essere una vera disdetta di ogni ortolano, questa pianta erbacea perenne della famiglia del frumento nasconde nei suoi rizomi sotterranei color avorio le sue proprietà benefiche. Contiene zuccheri complessi (fruttosano, inositolo e mannitolo) mucillagini e silice. Nell’olio essenziale vi è l’agropirene, sostanza dalle proprietà batteriostatiche. Favorisce la diuresi e aiuta a mantenere le condizioni fisiologiche del tratto urinario.
Mais (Zea mais L.). Questa graminacea coltivata di origine tropicale è una delle cinque specie che sono la base alimentare dell’umanità. Oltre alla granella amidacea di uso zootecnico o alimentare sono le “barbe” del mais ad avere un impiego in fitoterapia. Queste barbe sono costituite dai lunghissimi stili fiorali (impropriamente detti stimmi) che fuoriescono dalla pannocchia in fioritura. Da sempre sono impiegate in tisana per l’effetto di stimolo alla diuresi e quindi nella eliminazione dei liquidi in eccesso.
Pilosella (Hieracium pilosella L.). Nei prati aridi e asciutti prospera questa piccola pianta dalle foglie ricche di lunghi peli epidermici che gli hanno valso il nome comune e sono utili per il suo riconoscimento botanico. I fiori, di un giallo brillante, assomigliano a quelli del tarassaco. La pianta fresca possiede un succo ricco di principi diuretici che aumentano notevolmente il volume quotidiano di urina. 22
Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi. L.). Piccolo arbusto strisciante che copre interi versanti delle nostre montagne. La vegetazione bassa e coriacea resiste alle nevi e ai geli intensi. Le sue foglie sono raccolte da secoli per trattare i disturbi delle basse vie urinarie (vescica e uretra) grazie all’azione combinata di molecole della famiglia degli idrochinoni (antibatterici) e tannini (antinfiammatori).
Frassino (Fraxinus excelsior L.). Albero imponente delle foreste planiziarie dell’Europa centrale e meridionale. Il legno da sempre pregiato per la robustezza e la flessibilità, veniva usato nell’antichità per fabbricare archi e balestre. La droga ottenuta dalle foglie palmato-settate è invece utilizzata tradizionalmente come estratto o infuso diaforetico e diuretico, benefico specialmente verso la gotta. Pungitopo (Ruscus aculeatus L.).
Questa singolare Liliacea è in realtà un albero in miniatura che si è adattato a vivere in condizioni di siccità. Per questo è priva di foglie vere ma ha solo rami appiattiti che vi assomigliano. Il rizoma contiene quantità significative di saponine estratte come principi attivi di valore farmaceutico. Il suo impiego con altre e specifiche sostanze vegetali è efficace per favorire il microcircolo venoso a livello periferico e amplificare l’azione diuretica.
Carciofo (Cynara scolymus L.). Il nome Cynara nasce come cinara(cenere) perchè era una pianta concimata con la cenere. Il frutto è commestibile e ricco di ferro mentre le foglie sono state da sempre utilizzate per le proprietà depurative e disintossicanti del fegato. Tale effetto è legato alla presenza di sostanze amare, come appunto la cinarina. È tradizione erboristica associare all’amaro un effetto di pulizia e rigenerante per l’organismo. L’amaro stimola infatti la produzione di enzimi deputati al catabolismo ed eliminazione delle sostanze in eccesso. Pioppo (Populus nigra L.).
Alberi talora imponenti con foglie a “delta” che stormiscono al vento sonoramente. Tutti ne conosciamo il “polline” lanuginoso disperso a fine maggio, in realtà sono i semi che volteggiano all’interno di un fiocco cotonoso e sono dispersi nell’aria. Il legno docile e di poco pregio è usato per fabbricare cassette e pallets. In fitoterapia se ne utilizzano le gemme per il potere antisettico e la corteccia ricca di sali minerali e tannini come disinfettante delle vie urinarie.
Spirea (Filipendula ulmaria L.). Erba perenne che cresce in prossimità dell’acqua. Forse proprio questo aver sempre i “piedi nell’acqua” gli ha fatto sviluppare quelle sostanze che noi sappiamo essere benefiche contro i mali connessi con il freddo e l’umidità, come i reumi e l’artrite. I salicilati presenti nella spirea sono inoltre responsabili di un effetto analgesico e diuretico, capace di favorire la riduzione di edemi. Spesso utilizzata in preparazioni per la riduzione della cellulite.
Verga d’oro (Solidago virga-aurea L.). Sul limitare dei boschi si vedono i lunghi fusti fioriti a fine estate, che gli meritano il nome. I fiori gialli e la sommità hanno un aroma leggero simile a quello del girasole. La droga (sommità fiorita) è ricchissima di flavonoidi, in particolare rutina. L’azione è insieme antinfiammatoria e diuretica, riducendo i disturbi derivanti dalla ritenzione urinaria associata a stati infiammatori dell’apparato circolatorio. 23
LE PIANTE UTILI PER IL BENESSERE DELLO STOMACO
LIQUIRIZIA COMPOSTA In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELLA LIQUIRIZIA Liquirizia (Glycyrrhiza glabra L.). Il sapore zuccherino è dovuto alla presenza di acido glicirrizico, responsabile anche delle proprietà attribuite alla radice, assieme alle sostanze flavonoidiche. Il Mattioli dice che è “buono nelle infiammazioni dello stomaco, al petto e al fegato”. La combinazione con specifici estratti vegetali potenzia l’effetto benefico a livello gastrico, in particolare la contemporanea presenza di piante come melissa, angelica e passiflora permettono di agire anche sulla componente psicosomatica sempre associata nei problemi di stomaco. In questo modo si ha la possibilità di agire in modo completo e risolutivo.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Calendula (Calendula officinalis L.).
È una conosciutissima “margherita” dei giardini e delle aiuole, nota per i suoi semplici ma aggraziati fiori arancione brillante che produce durante tutta la bella stagione. I fiori essiccati del tipo a fiore doppio (ovvero con più fiori ligulati) rappresentano la droga. L’arancio del fiore è indice della ricchezza in flavonoidi della pianta che però possiede una moltitudine di sostanze attive con proprietà antifiammatorie e vulnerarie. L’azione antinfiammatoria si esplica sia nell’uso esterno che nell’uso interno.
Altea (Althaea officinalis L.). Malvacea tipica delle zone paludose, con foglie verdi glauche, pentalobate, tomentose. Asse fiorale alto fino a 150 cm, reca fiori bianchi o rosei in giugno. Le sue radici possenti color avorio, quando tagliate grondano di mucillagine (fino al 35% in peso) responsabile dell’azione lenitiva sulle mucose. La sua mucillagine esplica un effetto protettivo a livello dell’apparato digerente in particolare dello stomaco tale da attenuarne bruciori e arrossamenti.
Melissa (Melissa officinalis L.). Pianta dalle foglie cuoriformi, bollose, a margine seghettato. Rizomatosa perenne amante dei luoghi semiombrosi. Tutta la sommità libera un graditissimo odore, con toni fruttati di limone e geranio. Coltivata per trarne il preziosissimo olio essenziale. L’acqua della distillazione prolungata della melissa è l’ingrediente base dell’Acqua Antiisterica dei Carmelitani, rimedio popolare per gli stati di agitazione responsabili di quei fastidiosi disturbi che affliggono intestino e stomaco. Gli oli essenziali ricchi di aldeidi aromatiche e acido rosmarinico sono le sostanze ritenute attive come antispasmodiche dell’apparato digerente 24
Arancio (Citrus aurantium L. var. amara L.). .Esistono diverse varietà di arancio, in questa preparazione vengono impiegate le scorze dell’ arancio amaro, ricche in olio essenziale, dal caratteristico sapore amaro e da sempre utilizzate per le loro proprietà toniche, stomachiche e carminative. Inoltre esso conferisce al prodotto un aroma particolarmente gradevole. La sua presenza ha un duplice effetto: correttore dell’aroma e allo stesso tempo antispasmolitico.
Malva (Malva sylvestris L.). L’umile malva è una comune pianta dei terreni incolti. Pianta erbacea, biennale, con foglie pentalobate rotondeggianti di colore verde cupo, mentre i fiori pentameri hanno un colore caratteristico (appunto: color malva). Le sue parti aeree fresche e ricche di mucillagini sono una interessante aggiunta alle erbe di campo. È nota per le proprietà emollienti di tutta la pianta (foglie fiori e radici) e impiegata nella medicina tradizionale per gli stati infiammatori delle mucose dell’apparato digerente e respiratorio.
Angelica (Angelica archangelica L.). Ombrellifera imponente, si rende visibile a luglio per le sue grandi ombrelle bianchissime e il fusto cavo alto fino a 2 m. È una pianta erbacea bienne del Nord Europa che in natura vive vicino ai corsi d’acqua. La droga è data dal rizoma dal profumo aromatico e dolce, utilizzato in liquoreria. L’aroma è dato da un mix di cumarine e terpeni che rendono questa pianta ricca di funzioni fisiologiche, in particolare esplica un effetto antispasmotico indicato per attenuare tensioni a carico dell’apparato digerente.
Passiflora (Passiflora incarnata L.). Infestante di vigneti Californiani, da noi è una pianta rara e coltivata. Il suo fiore magnifico simboleggia la passione di Cristo poiché in esso sono visibili i segni della crocifissione: la croce, il pistillo, la corona di spine, e i petali raggiati. È l’unica specie fra le molte passiflore ornamentali e da frutto, che contiene sostanze (flavonoidi e alcaloidi indolici) con una spiccata azione calmante e antispasmodica. Agisce pertanto sulla componente psicosomatica sempre associata nei disturbi che coinvolgono l’apparato gastro-enterico.
Condurango (Marsdenia condurango Reich.). Il nome, “cundur angu” significa “liana del condor” poiché gli indios delle foreste tropicali dell’Equador ritenevano che questo maestoso rapace lo usasse per curarsi dal morso dei serpenti. La condurangina, sostanza amara contenuta fino al 1,5% nella corteccia della marsdenia, è reponsabile dell’azione di questa droga che vanta secoli di uso tradizionale nelle dispepsie anche accompagnate da dolori ed ulcera gastrica.
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LE PIANTE UTILI PER MIGLIORARE LA DIGESTIONE
MELISSA COMPOSTA In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua dopo i pasti o al bisogno
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELLA MELISSA Melissa (Melissa officinalis L.). Se strofinata libera un deciso e graditissimo odore, con toni fruttati di limone e geranio. Viene coltivata per uso infusionale o per trarne il preziosissimo olio essenziale. L’acqua della distillazione prolungata della melissa è l’ingrediente base dell’Acqua Antisterica dei Carmelitani, rimedio popolare nei secoli passati, per gli stati di agitazione specialmente delle giovani donne. Gli oli essenziali e l’acido rosmarinico sono le sostanze ritenute attive con azione distensiva e calmante. Per questa proprietà è stata inserita in un prodotto indicato per favorire le fisiologiche funzionalità digestive, in quanto la cattiva digestione è nella maggior parte dei casi legata al nostro stressante stile di vita.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Achillea (Achillea millefolium L.). Pianta erbacea perenne della famiglia delle Composite, rizomatosa, foglie finemente suddivise, da cui il nome millefoglio. I fiori riuniti in ombrelle convesse, color avorio o con sfumature rosa fino al cremisi, appaiono in estate, l’odore è decisamente aromatico. Cresce negli incolti del piano e nei pascoli montani, dove rende il latte degli animali particolarmente saporito. Contiene un olio essenziale ricco in proazuleni con azione antinfiammatoria, vulneraria e digestiva. Spesso la si trova inserita in tisane digestive.
Anice (Pimpinella anisum L.). Ombrellifera
erbacea, con foglie
prezzemolate e ombrelle di fiori giallo verdi. I frutti (detti impropriamente semi) sono ricchi di olio essenziale dal caratteristico aroma, presenti in moltissime preparazioni alimentari e nei liquori. Sambuca, anisette, ouzo, rakia sono bevande tradizionali diffuse in tutta Europa in cui si impiega anice come elemento aromatico caratteristico. Si utilizza come correttore del sapore in tisane e per le sue proprietà di regolare i processi digestivi e alleviare i fastidiosi gonfiori addominali.
Finocchio (Foeniculum vulgare L.). Ortaggio e spezia nota sin dall’antichità, il finocchio è un’ombrellifera bienne o perenne tipica di tutto l’areale del mediterraneo. Delle varietà da seme se ne conoscono tipi dolci, annuali, coltivati in Iran, Turchia a e Nord Africa e tipi amari o piccanti, poliennali, coltivati nei Balcani e in Russia. La differenza sta nel rapporto tra l’anetolo (dolce) e il fencone. Si aggiunge a cibi e tisane per le proprietà carminative e digestrive, capaci di eliminare i gas intestinali. 26
Liquirizia (Glycyrrhiza glabra L.). Leguminosa rizomatosa diffusa nel centro sud Italia come spontanea. Se ne utilizza la radice da cui si ricava il noto “succo di liquirizia” impiegato nell’industria dolciaria. Il sapore zuccherino è dovuto alla presenza di acido glicirrizico, responsabile anche delle proprietà attribuite alla radice, assieme alle sostanze flavonoidiche. Spesso la liquirizia la si trova in formulazioni ad effetto digestivo e antiacido, in quanto capace di esplicare un’azione antinfiammatoria e di equilibrare la produzione di acido cloridrico a livello gastrico.
Coriandolo (Coriandrum sativum L.). Questa piccola ombrellifera annuale originaria del Medio Oriente, sembra sia stata diffusa in Europa dai Saraceni che la utilizzavano per condire il “cous cous”. Si usano sia le foglie fresche, prezzemolate, che i frutti essiccati dalla curiosa forma perfettamente sferica. È una spezia tipica della cucina araba e ispanica dove aggiunta ai cibi “riscaldanti” è reputata avere un’azione digestiva e carminativa.
Anice stellato (Illicium verum Hook.). Albero sempreverde originario della Cina sud orientale e dell’Indocina, coltivato da oltre 3000 anni come spezia, è stato portato in Europa da Lord Cavendish nel 1700. La droga è data dal frutto composto da 7-13 follicoli disposti a raggera attorno al peduncolo ( da cui il nome “stellato”). Contiene fino al 5% di olio essenziale con aroma simile all’anice nostrale, ma con toni più dolci, con proprietà carminative e digestive, capaci di eliminare i fastidiosi gas-intestinali
Verbena odorosa (Lippia citriodora L.).
Arbusto o piccolo albero
originario del Sud America con foglie verdi chiaro allungate. L’infuso fatto con le sue foglie è delicatamente profumato di limone (da qui il nome di cedrina) per la presenza di olio essenziale ricco in limonane citronellolo e citrale. Da sempre è ritenuta una pianta sudorifera e antinfiammatoria, ma ha una blanda azione sedativa negli stati di ansia e di eccitazione nervosa.
Centaurea (Erythraea centaurium Pers.). Piccola pianta erbacea bienne, famiglia Gentianaceae, che nei terreni poveri e sassosi, specialmente sul calcare, fiorisce nel pieno dell’estate. I fiori rosa, talora fucsia, sono riuniti in corimbi appianati, pentameri. Nulla ci rivela la sua parentela alla genziana se non il suo sapore amarissimo. La componente amara è responsabile dell’aumento della produzione dei succhi gastrici e quindi di favorire la digestione..
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LE PIANTE UTILI PER DEPURARE L’ORGANISMO
ORTHOSIPHON COMPOSTO In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ DELL’ORTOSIPHON Orthosiphon (Orthosiphon stamineus Benth.). Orthosiphon o thè di Giava è un’arboscello perenne semilegnoso delle foreste tropicali indonesiane, dal profumo aromatico dovuto all’olio essenziale con note simili alla menta e alla salvia. Bevanda tradizionale, venne importata in Europa nell’800, dove se ne scoprirono le proprietà diuretiche e drenanti. Responsabili dell’azione favorente la diuresi sono un complesso di sostanze fra cui un alcaloide specifico ortosifonina e una saponina. In questo composto l’orthosiphon viene associato con piante per potenziare l’effetto depurativo, più precisamente per riequilibrare e ripristinare i fisiologici processi metabolici e catabolici dei nutrienti, tale da armonizzare il quadro lipidico e glucidico dell’individuo.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Tarassaco (Taraxacum officinalis Web.). Il tarassaco o Dente di leone è certamente conosciuto da tutti i bambini, che almeno una volta hanno fatto volare con un soffio i semi, dotati del caratteristico “paracadute”. La tradizione erboristica lo vuole come il prototipo dei depurativi e anche la scienza ne ha dimostrato queste proprietà. Dalla radice otteniamo un preparato, sperimentato ormai da anni, utile per favorire“la pulizia dell’organismo” attraverso la stimolazione di tutti gli organi emuntori: reni, fegato, intestino e pelle.
Olivo (Olea europaea L.). Pianta carica di significati simbolici, dalla pace, alla Pasqua, fino all’unzione dei malati. Considerata sacra da millenni in tutto il mediterraneo se ne scoprì il superiore valore nuritivo rispetto a tutti gli oli vegetali. Le foglie, le olive crude e le sanse contegono una sostanza amarissima, l’oleuropeina che insieme all’idrossitirosolo, sono ritenuti responsabili dell’azione ipotensiva e regolatrice dei livelli di colesterolo e trigliceridi.
Betulla( Betula pendula Roth). Albero delle foreste boreali dalla corteccia bianchissima e le foglie coriacee. Mattioli ci parla a lungo della Betulla e della sua meravigliosa virtù “di rompere le pietre tanto dei reni quanto della vescica, di togliere le macchie e sanare le ulcere della bocca”. Si utilizzano le foglie caratterizzate da salicilato di metile, flavonoidi, tannini e resine che insieme favoriscono un effetto drenante e l’eliminazione dei liquidi in eccesso. 28
Carciofo (Cynara scolymus L.). Il nome Cynara nasce come cinara (cenere) perchè era una pianta concimata con la cenere. Il frutto è commestibile e ricco di ferro mentre le foglie sono state da sempre utilizzate per le proprietà depurative e disintossicanti del fegato. Tale effetto è legato alla presenza di sostanze amare, come appunto la cinarina. È tradizione erboristica associare all’amaro un effetto di pulizia e rigenerante per l’organismo. L’amaro stimola infatti la produzione di enzimi deputati al catabolismo ed eliminazione delle sostanze in eccesso..
Bardana (Arctium lappa L.). È una pianta vigorosa con grandi foglie peltate. Il nome deriva dal greco “Arctòs” (che significa orso) per la pelosità delle foglie, e da lappa che vuol dire “essere incollato, restare appiccicato”, in relazione al fatto che le brattee fiorali della pianta si attaccano facilmente ai vestiti. Nella nostra tradizione, la radice continua a essere ritenuta, per la sua attività epatorenale, pianta elettiva per la depurazione e il drenaggio, indicata in tutti quei casi in cui si ha un accumulo di tossine.
Rosa canina (Rosa canina L.). Arbusto spinoso tipico dei terreni abbandonati. Parente delle rose coltivate, il suo fiore rosa chiaro, pentamero e troppo effimero, sfugge all’occhio dei più, ma il colore rosso delle sue bacche lucide ed ovali punteggia i nostri inverni. Quei frutti, o pseudofrutti, detti cinorrodi, nella scarsa polpa hanno fino al 2% di vitamina C rendendola una fonte naturale di vitamine assimilabili. Aggiunta alle tisane conferisce una gradevole nota di frutta acerba.
Ginepro (Juniperus communis L.).
Alberello molto folto tipico delle
zone collinari e montane di tutta Europa. Le foglie sono aghi acuminati che pungono l’incauto raccoglitore che cerca le bacche. E queste, chiamate più esattamente galbuli, sono dei coni carnosi ricchissimi di essenze aromatiche. Da sempre sono impiegati nell’aromatizzazione delle carni di selvaggina e nei liquori tradizionali. L’essenza di ginepro ha anche un’azione benefica per l’organismo in quanto il tropismo per l’apparato urinario ne potenzia il suo effetto detossificante e disinfettante.
LE COSE SEMPLICI FANNO GLI UOMINI GRANDI Ciò che è semplice e ovvio per natura ha assunto le proporzioni dell’incredibile per l’uomo moderno. Ha perso la fiducia nei suoi propri sensi e la fede ed ora si è perso nell’intricato labirinto delle Teorie Scientifiche.
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LE PIANTE UTILI PER L’APPARATO RESPIRATORIO
ROSOLACCIO COMPOSTO In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DEL ROSOLACCIO Papavero (Papaver rhoeas L). Tutti conoscono questa pianta che insieme al fiordaliso macchiava di rosso e blu i campi di frumento. I suoi petali leggeri e setosi da tempo immemorabile sono utilizzati per impiastri e tisane dall’azione emolliente e lenitiva per le vie aeree. Il papavero è conosciuto anche come blando nervino e rilassante. Combinato con specifici estratti vegetali, si sfruttano le sue proprietà benefiche a livello dell’apparato respiratorio, infatti assieme alla mucillagine dell’altea, la resina della grindelia, gli attivi della polmonaria e verbasco e l’olio essenziale dell’eucalipto si ottiene una sinergia di effetti balsamici, emollienti e lenitivi utili per proteggere le vie aeree soprattutto nei periodi più freddi.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Verbasco (Verbascum thapsus L.). Pianta erbacea biennale dal fogliame ampio, coperta da lanugine fittissima e sottile, persino nei fiori. Le lunghe spighe fiorite di colore giallo canarino sono visibili in estate. Il fiore si raccoglie per l’elevato contenuto di mucillagini che esplicano un’azione positiva nei confronti delle mucose e degli epiteli irritati. È una pianta tradizionalmente legata al trattamento delle forme di tosse persistente.
Peonia (Paeonia officinalis L.). I grandi fiori rosa o rossi sono sempre meno comuni nei prati di montagna, più facile vederli invece nei nostri giardini dove si sono diffuse le forme coltivate. La radice fittonante raccolta nell’autunno è la droga, conosciuta sin dal 1500 come antispasmodico e sedativo nelle forme di tosse persistente. In questa formulazione coadiuva il benessere della funzione respiratoria.
Polmonaria (Polmonaria officinalis L.). Erba perenne del sottobosco dalle grandi foglie lanceolate e dai fiori azzurro-viola cangianti. Il colore verde zonato di grigio delle foglie ricorda gli alveoli dei polmoni e da qui il suo nome e la sua fama medioevale di pianta respiratoria. Infatti secondo l’antica dottrina della “signatura”, l’aspetto della pianta ci dice a cosa serve. In effetti gli studi hanno dimostrato la presenza di mucillagini fino al 15% in peso della droga secca responsabile dei suoi effetti lenitivi sulle mucose respiratorie arrossate. 30
Grindelia (Grindelia robusta Nutt.). Pianta nord americana, si trova abbondante nelle zone paludose del sud degli USA. È una composita con fiori asteracei gialli e il fogliame leggermente carnoso. Il fiore chiuso è irto di aculei immersi in un essudato resinoso dal profumo balsamico che poi rimane sul fiore come una patina sfavillante. È proprio questa resina responsabile dell’azione balsamica e mucolitica. L’estratto di grindelia si trova in molte formulazioni sciroppose come calmante della tosse.
Altea (Althaea officinalis L.). Malvacea tipica delle piane paludose, con foglie verdi glauche, pentalobate, tomentose. Asse fiorale alto fino a 150 cm, reca fiori bianchi o rosei in giugno. Le sue radici possenti color avorio, quando tagliate grondano di mucillagine (fino al 35% in peso) che è la sostanza attiva di questa pianta reponsabile dell’azione lenitiva sulle mucose. In questo prodotto si sfruttano i suoi effetti emolliente e antiarrossamento a livello delle vie aeree respiratorie.
Enula (Inula helenium L.). Imponente composita dai grandi fiori giallo oro contornati da petali filiformi. Le foglie sono ampie e vellutate, la radice un robustissimo fittone che si approfonda nei terreni umidi vicino ai corsi d’acqua. La radice così come la parte aerea presentano un aroma intenso e caratteristico. Dioscoride, nei suoi “Discorsi” la indicava come pianta calmante della tosse. Infatti, grazie alla presenza di elenina, esplica un effetto fluidificante ed espettorante. La combinazione in perfetta sinergia con gli altri costituenti rende il preparato particolarmente efficace e adatto a tutte le età.
Drosera (Drosera rotundifolia L.). Piccola pianta perenne che forma tappeti in prossimità delle rogge e delle risorgive d’acqua pulita. È una delle pochissime piante carnivore della flora europea. Le foglie sembrano dei piccoli mestoli ricoperti di setole vischiose utilizzate dalla pianta per catturare gli insetti. L’uso come principe fra le piante spasmolitiche “polmonari” è riportato persino nei testi medici del sedicesimo secolo. L’azione rilassante e antispasmodica, dimostrata sulla muscolatura liscia, sembra dovuta ad alcune sostanze come il droserone e il plumbagone.
Eucalipto (Eucalyptus globulus Labill.). Alberi imponenti, alti fino a 40 m con le foglie sclerificate e falciformi, fiori piumosi in un cupolotto legnoso. Originari dell’Australia sono stati piantati a migliaia nell’Agro Pontino ed in Maremma per bonificare le paludi malarigene. Le api bottinano intensamente l’albero durante la fioritura trasferendo i principi balsamici, principlamente (eucaliptolo) al miele prodotto. L’eucaliptolo ha note proprietà espettoranti e bechiche. 31
LE PIANTE UTILI PER I DISTURBI DA RAFFREDDAMENTO
EUCALIPTO COMPOSTO In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DEL’EUCALIPTO Eucalipto (Eucalyptus globulus Labill.). Alberi imponenti, alti fino a 40 m con le foglie sclerificate e falciformi, fiori piumosi in un cupolotto legnoso. Sono stati piantati a migliaia nell’Agro Pontino ed in Maremma per bonificare le paludi malarigene. Le api bottinano intensamente l’albero durante la fioritura trasferendo i principi balsamici, principlamente (eucaliptolo) al miele prodotto. L’eucaliptolo ha note proprietà balsamiche, la combinazione con altre essenze naturali potenzia tale effetto esplicando un’azione protettiva a livello delle prime vie aeree.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Altea (Althaea officinalis L.). Malvacea tipica delle piane paludose, con foglie verdi glauche, pentalobate, tomentose. Asse fiorale alto fino a 150 cm, reca fiori bianchi o rosei in giugno. Le sue radici possenti color avorio, quando tagliate grondano di mucillagine (fino al 35% in peso) reponsabili dell’azione lenitiva sulle mucose. Il succo concentrato ed essiccato dell’altea è il dolciume noto ai bimbi come marshmallows ( che è il nome inglese dell’altea). È una droga a mucillagini fra le più impiegate nei malesseri respiratori.
Liquirizia(Glycyrrhiza glabra L.). Si utilizza la radice da cui si ricava il noto “succo di liquirizia” impiegato nell’industria dolciaria per caramelle in varie forme, tronchetti e bastoncini. Il sapore zuccherino è dovuto alla presenza di acido glicirrizico, responsabile anche delle proprietà attribuite alla radice, assieme alle sostanze flavonoidiche. Il Mattioli dice che è “buono nelle infiammazioni dello stomaco, al petto e al fegato”. In questo composto, si sfruttano le sue proprietà antinfiammatorie a livello dell’apparato respiratorio.
Enula (Inula helenium L.). Imponente composita dai grandi fiori giallo oro contornati da petali filiformi. Le foglie sono ampie e vellutate, la radice è un robustissimo fittone che si approfonda nei terreni umidi vicino ai corsi d’acqua. La radice e la parte aerea sono leggermente aromatiche. Dioscoride, nei suoi “Discorsi” la indicava come pianta calmante della tosse. L’azione modificatrice della secrezione bronchiale è da attribuirsi all’elenina contenuta nelle radici. 32
Lichene d’Islanda (Cetraria islandica L.)
Questa curiosa forma
vegetale evolutasi dalla simbiosi di alghe e funghi, può sopravvivere in condizioni estreme. Popola la tundra artica, le rocce in montagna, i muri in città. Il tallo cartaceo è costituito da una miscela di polisaccaridi detti “lichenina”, da acido usnico, noto per gli effetti batteriostatici e da terpeni aromatici. Nel 1600 il medico Valerio Cordo citava il lichene per le sue proprietà benefiche per l’apparato respiratorio.
Pino silvestre (Pinus sylvestris L.). Albero maestoso che forma dense foreste sulle zone più temperate delle montagne. Le foglie aghiformi contengono grossi canali pieni di resine aromatiche che danno a chi sta all’ombra di questi alberi una sensazione unica. Fin dal tempo dei Romani se ne estraggono resine (pece bianca e nera), olio di trementina e, dalle gemme, oli essenziali leggeri e ricchissimi in terpeni dall’azione balsamica ed antisettica.
Timo (Thymus vulgaris L.). Pianta semilegnosa perenne a taglia bassa, foglie piccole ovali, fiori bianchi o rosa. La si rinviene spontanea nelle steppe e nelle garighe del mediterraneo. Da sempre è una delle piante base coltivate nell’hortus simplicium, amato per la sua versatilità d’uso, da pianta da cucina fino a vero e proprio medicamento. Contiene oli essenziali ricchi in fenoli con azione batteriostatica e glicosidi flavonici. Gli si attribuiscono proprietà benefiche nelle patologie infettive sia leggere che gravi.
Alloro (Laurus nobilis L.). Chi non conosce il pofumo di quest’albero generoso dalle foglie grandi e coriacee. I fiori sono piccoli e bianchi le bacche oleose e nere. Caro agli antichi Greci e Romani, era disseminato ovunque per le città dove veniva raccolto per i banchetti e lo si ritrovava tanto sui piatti quanto sulle teste di poeti ed eroi. Le foglie sono ricchissime in olio essenziale ricco di cineolo con proprietà balsamiche e antibatteriche.
COME LA PUBBLICITÀ CONDIZIONA LA MENTE UMANA. Sarebbe il caso di valutare che, se si spendesse qualche miliardo per fare della pubblicità, dove si dice che tagliandosi i piedi si eviterebbe di inciampare.... Qualcuno finirebbe per farlo!
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LE PIANTE UTILI PER L’APPARATO BRONCHIALE
GRINDELIA COMPOSTA In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELLA GRINDELIA Grindelia (Grindelia robusta Nutt.). Pianta nord americana, si trova abbondante nelle zone impaludate del sud degli USA. È una composita con fiori asteracei gialli e il fogliame leggermente carnoso. Il fiore chiuso è irto di aculei immersi in un essudato resinoso dal profumo balsamico che poi rimane sul fiore come una patina sfavillante. L’estratto idroacolico è ricco di oleoresine responsabili dell’azione balsamica e mucolitica. L’associazione con altre piante ad effetto sinergico, permette di ottenere un prodotto utile per assicurare integrità e funzionalità dell’apparato respiratorio.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Peonia (Paeonia officinalis L.). I grandi fiori rosa o rossi sono sempre meno comuni nei prati di montagna, ma diventano familiari nei nostri giardini dove si sono diffuse le forme coltivate. La radice fittonante raccolta nell’autunno è la droga, conosciuta sin dal 1500 come antispasmodico e sedativo di forme di tosse persistente. In questa formulazione coadiuva il benessere della funzione respiratoria.
Ginkgo (Ginkgo biloba L.). La sua particolarità è quella di essere un fossile vivente, sopravvissuto fino ai nostri giorni, come dicono i cinesi, proprio per portare a noi i suoi innumerevoli benefici. Le foglie carnose dalla bella sagoma a ventaglio, sono ricche di terpenoidi che aiutano a mantenere il tono vascolare e l’ossigenazione periferica, per questo effetto vasodilatatore, risulta efficace anche nelle ostruzioni a carico dell’apparato bronchiale. Anche se il suo uso più noto è per favorire la circolazione cerebrale, non dobbiamo dimenticare che il Ginkgo è anche capace di una efficace azione broncodilatatrice.
Papavero (Papaver rhoeas L). Tutti conoscono questa pianta che insieme al fiordaliso macchiava di rosso e blu i campi di frumento, almeno fino all’avvento dei diserbanti. Ora dai bordi delle strade e sui terreni incolti, segna l’arrivo dell’estate. I suoi petali leggeri e setosi da tempo immemorabile sono utilizzati per impiastri e tisane dall’azione antiflogistica e espettorante. Il papavero è conosciuto anche come blando nervino e antispasmodico. 34
Rosmarino (Rosmarinus officinalis L.).
Un’altra immancabile pianta
dell’Hortus simplicium è nota ai molti per come si sposa bene con le carni arrosto. Ma questa erba aromatica spontanea nelle macchie litorali del mediterraneo è ricca di principi attivi benefici. L’olio essenziale responsabile dell’aroma è ricco di fenoli antibatterici e canfora balsamica. Ma è anche dotato di una spiccata azione antiossidante legata alla presenza di sostanze polifenoliche. In questa preparazione viene esaltato il suo effetto antisettico e protettivo delle vie respiratorie contro agenti esterni.
Liquirizia (Glycyrrhiza glabra L.).
Leguminosa erbacea subspontanea
nel centro e sud Italia. Si utilizza la radice da cui si ricava il noto “succo di liquirizia” impiegato nell’industria dolciaria. Il sapore zuccherino è dovuto alla presenza di acido glicirrizico, responsabile anche delle proprietà attribuite alla radice, assieme alle sostanze flavonoidiche. Il Mattioli dice che è “buono nelle infiammazioni dello stomaco, al petto e al fegato”. La liquirizia in questa preparazione viene utilizzata sia come correttore del sapore che per le sue proprietà antinfiammatorie ed emollienti a livello delle vie respiratorie.
Drosera (Drosera rotundifolia L.). Piccola pianta perenne che forma tappeti in prossimità delle rogge e delle risorgive d’acqua pulita. È una delle pochissime piante carnivore della flora europea. Le foglie infatti sembrano dei piccoli mestoli ricoperti di setole vischiose che vengono utilizzate dalla pianta per catturare gli insetti. L’uso della pianta per le spiccate proprietà spasmolitiche “polmonari” è riportato nei testi medici del sedicesimo secolo. L’azione rilassante e antispasmodica, dimostrata sulla muscolatura liscia, sembra dovuta ad alcune sostanze come il droserone e il plumbagone.
Issopo (Hyssopus officinalis L.).
Pianta perenne del mediterraneo,
aromatica, con foglioline allungate, fiori in spighe terminali azzurri o violacei. L’issopo è una delle piante bibliche più note poiché, insieme all’incenso e alla mirra era una pianta rituale di grande importanza. Veniva bruciato nelle case e nei templi o usato come aspersorio. Il suo olio essenziale è infatti ricco di sostanze ad effetto antisettico e balsamico. Per questo si utilizza come pianta benefica delle vie respiratorie in quanto capace di una protezione contro gli attacchi degli agenti esterni.
NECESSITA’ E CUPIDIGIA “Quando avremo abbattuto l’ultimo albero, quando avremo pescato l’ultimo pesce, quando avremo inquinato l’ultimo fiume allora ci accorgeremo che non si può mangiare il denaro”. 35
LE PIANTE UTILI PER IL PESO IN ECCESSO
THE’ VERDE COMPOSTO In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DEL THE’ VERDE Thè (Camellia sinensis (L) Kuntze). Le foglie se fermentate e poi essiccate danno il classico thè nero, se invece vengono passati al vapore e poi essiccate, si ha il thè verde.Quest’ultimo è stato riscoperto da noi grazie all‘elevato contenuto (oltre il 20%) in antiossidanti naturali sotto forma di polifenoli (ECG). Grazie a queste sostanze il Thè esplica un effetto drenante, favorisce la riduzione dei depositi di grasso e neutralizza gli effetti dannosi provocati dai radicali liberi. Lassociazione con altre piante come centella, fucus, pilosella, frangula potenzia l’azione depurativa e l’eliminazione delle tossine metaboliche. Il preparato è quindi particolarmente indicato quale coadiuvante nelle diete rivolte alla riduzione del peso corporeo.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA
Centella (Centella asiatica L.).. Pianta perenne, rizomatosa che forma tappeti densi in prossimità degli acquitrini o lungo i corsi d’acqua delle zone tropicali di Asia e Africa. Le foglie rotonde o la pianta intera essiccata costituiscono la droga. In India vanta secoli di uso come pianta adattogena e “migliorativa dell’intelligenza”. Le saponine (in particolare l’asiaticoside) sono dotate di spiccata azione benefica sull’endotelio venoso. L’effetto sul microcircolo a livello cutaneo aiuta a ridurre gli inestetismi della cellulite.
Quercia marina (Fucus vesiculosus L.). Macroalga dal tallo caratterizzato da vesciche che ne consentono il galleggiamento. Forma estese praterie sugli scogli sommersi delle coste atlantiche dell’Europa e dell’America. Da sempre è stata raccolta dalle popolazioni costiere con gli usi più disparati: da foraggio a concime. Conosciuta come rimedio contro la scrofola nel medioevo, grazie all’apporto di iodio, successivamente se ne sono scoperte le proprietà di accelerazione del metabolismo e di aiuto nelle diete ipocaloriche per eliminare l’eccesso di peso.
Pilosella (Hieracium pilosella L.). Le sue foglie bicolori, verde scuro sopra e grigio sotto, sono ricche di lunghi peli epidermici che gli hanno valso il nome comune e sono utili al fine del suo riconoscimento botanico. I fiori, di un giallo brillante, assomigliano a quelli del tarassaco. La pianta fresca possiede un succo ricco di principi diuretici che aumentano notevolmente il volume quotidiano di urina. Da sempre è nota per essere una pianta che favorisce la diuresi e l’eliminazione dei liquidi in eccesso. 36
Pungitopo (Ruscus aculeatus L.). Benchè appaia come una pianta erbacea è in realtà un albero in miniatura che si è adattato a vivere in condizioni di siccità. La sua vegetazione è sclerificata e formata da rami appiattiti che assomigliano a foglie. Il rizoma del pungitopo contiene quantità significative di saponine che ne fanno una delle droghe più impiegate nell‘estrazione di principi attivi di valore farmaceutico. Il suo impiego con altre e specifiche sostanze vegetali è efficace per favorire il microcircolo venoso a livello periferico e amplificare l’azione diuretica.
Equiseto (Equisetum arvense L.). La coda cavallina è una pteridofita, ovvero una pianta primordiale, che vive nei terreni asfittici e lungo le rive delle acque interne. Forma estesi intrecci di rizomi sotterranei da cui emergono in primavera prima i fusti sporiferi (simili a pigne) e successivamente i fusti sterili. Questi, da cui si trae la droga, sono talmente ricchi di silice che ottundono le lame delle falci. Inoltre vi si trovano sostanze flavonoidiche responsabili della spiccata azione diuretica. Per questo l’equiseto esplica un’ azione perfettamente bilanciata: remineralizzante e diuretica.
Frangula (Frangula rhamnus alnus Miller ). Piccolo arbusto diffuso nei boschi montani dell’Europa continentale. Se ne raccoglie la corteccia in lunghe strisce che poi vengono essiccate. La corteccia viene utilizzata dopo un invecchiamento di almeno un anno che determina la perdita di quelle sostanze ad effetto emetico. Rimangono in tal modo i principi antrachinonici capaci di favorire il transito intestinale. La sua azione viene esplicata in modo dolce senza fenomeni irritativi.
NOI VIVIAMO PER NUTRIRCI NON PER FARE DIETE L’alimentazione è una scienza infinita, sulla quale si è detto di tutto e il contrario di tutto, che spesso insegue mode e sperimentazioni varie. Una cosa è certa, a tavola si costruisce e si distrugge la salute. “Un quarto di ciò che mangiamo ci serve per vivere, gli altri tre quarti servono per alimentare malattie”. “Ciò che mangi sarà il tuo farmaco” saggia affermazione di Ippocrate (460 a.C.), considerato il padre della medicina, il quale asseriva che “se l’uomo è costituito dal cibo, la migliore medicina non può essere che il cibo stesso”. Purtroppo, questa lampante verità, non trova più nessun riferimento nella cultura alimentare moderna e inconsapevolmente l’uomo seguita imperterrito a riempire la pattumiera stomaco con del materiale che insiste a chiamare cibo.
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LE PIANTE PER IL METABOLISMO DEGLI ZUCCHERI
GALEGA COMPOSTA In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELLA GALEGA Galega (Galega officinalis L.). La galega deve il suo nome all’azione galattofora (gala = latte; ago=io apporto), ma è stata molto studiata anche per il suo effetto sul metabolismo degli zuccheri. L’azione ipoglicemizzante è ritenuta opera dell’alcaloide galegina che abbonda nella pianta prima della fioritura. L’associazione con altri estratti vegetali enfatizza un effetto tale da consigliare il preparato in tutti quei casi in cui sia richiesto un fisiologico riequilibrio dei valori glicemici. L’azione è infatti completa e armoniosa agendo sull’assorbimento, sul metabolismo e sull’eliminazione degli zuccheri.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Mirtillo (Vaccinium myrtillus L.). Arbusto nano che cresce nel sottobosco delle conifere nelle zone a clima fresco umido di tutta Europa. Il frutto pruinoso e di colore blu, è una bacca carnosa dal sapore dolciastro e leggermente tannico nella cui polpa troviamo una grande abbondanza di sostanze attive. Nel frutto sono presenti Fino al 5% di antociani, mentre nelle foglie troviano flavonoidi utilizzati per un effetto antiossidante responsabile anche di regolare i livelli dei glucidi plasmatici.
Bardana (Arctium lappa L.). Il nome deriva dal greco “Arktòs” che significa “orso”, per la pelosità delle foglie e da lappa che vuol dire “ essere incollato, restare appicciccato”, in relazione al fatto che le brattee fiorali uncinate si attaccano facilmente ai vestiti. Nella nostra tradizione, continua a essere ritenuta, per la sua attività epatorenale, pianta elettiva per la depurazione e il drenaggio, indicata in tutti quei casi in cui si ha un accumulo di tossine.
Carciofo (Cynara scolymus L.). .Il nome Cynara nasce come cinara (cenere), perchè era una pianta concimata con la cenere. Il frutto è commestibile e ricco di ferro mentre le foglie sono state da sempre utilizzate per le proprietà depurative e disintossicanti del fegato. Tale effetto è legato alla presenza di sostanze amare, come appunto la cinarina. È tradizione erboristica associare all’amaro un effetto purificante. per l’organismo. L’amaro stimola infatti la produzione di enzimi deputati al catabolismo ed alla eliminazione delle sostanze in eccesso. Eucalipto (Eucalyptus globulus Labill.). Alberi imponenti, alti fino a 40 metri con fiori piumosi in un cupolotto legnoso. Sono stati piantati a migliaia nell’Agro Pontino ed in Maremma per bonificare le paludi malarigene. Le api bottinano intensamente l’albero durante la fioritura trasferendo i principi balsamici, principalmente (eucaliptolo) al miele prodotto. L’eucaliptolo ha note proprietà espettoranti e bechiche, ma recentemente sono state attribuite proprietà capaci di regolare i livelli di glucosio ematico. 38
Fieno greco (Trigonella foenum graecum L.). Papilionacea annuale, con foglie alterne trifogliate. Originaria del Medio Oriente è stata sempre coltivata nelle zone semiaride per la produzione di foraggio. La granella non è commestibile tal quale a causa degli alcaloidi e delle saponine che contiene e va tostata per ridurne il contenuto. È un ingrediente base della miscela di spezie indiane nota come curry. La trigonellina è stata studiata per i suoi spiccati effetti ipoglicemizzanti.
Fagiolo baccello (Faseolus vulgaris L.). Pianta ortiva, annuale rampicante della famiglia delle Papilionacee. Importata in Europa dalle Americhe nel 1500, il seme è un alimento base, amido-proteico per molte popolazioni. Ma anche il tegumento del legume ha interessanti proprietà. Le sostanze attive, fra cui cromo in forma assimilabile, sono in grado di modificare, riducendolo, l’assorbimento degli zuccheri semplici.
Noce ( Juglans regia L.) . Albero nobile e arcinoto per il suo frutto prelibato ricco di acidi grassi essenziali ed il suo legname pregiato. Ma anche le foglie del noce e l’involucro del frutto (mallo) sono ricche di sostanze usate dall’uomo da millenni. Il mallo contiene un delle più stabili tinture gialle usate per i tessuti. Le foglie essiccate invece sono utilizzate in decotto o tintura per il benefico effetto di riequilibrio del metabolismo degli zuccheri.
Gelso (Morus nigra L.). Importato nell’alto medioevo dalla Cina insieme al baco da seta di cui è l’alimento, è diventato un albero comune nelle piantate del centro e del nord Italia. Oggi molto meno diffuso di un tempo, rimane una pianta con interessanti proprietà note sin dalle origini. Le foglie in infuso producono effetti benefici nel ciclo glicemico ematico, specialmente nei soggetti con disordini del metabolismo degli zuccheri.
Olivo (Olea europaea L.). Pianta carica di significati simbolici, dalla pace, alla Pasqua, fino all’unzione dei malati. Considerata sacra da millenni in tutto il mediterraneo, oggi le organizzazioni mondiali che si occupano di cibo e medicina ne scoprono il superiore valore nuritivo rispetto a tutti gli oli vegetali. Le foglie, le olive crude e le sanse contegono una sostanza amarissima, l’oleuropeina che insieme all’idrossitirosolo, sono ritenuti responsabili dei sui effetti benefici sul metabolismo dei nutrienti.
Ginepro (Juniperus communis L.). Alberello molto folto, tipico delle zone collinari e montane di tutta Europa. Le foglie sono aghi acuminati che pungono l’incauto raccoglitore che cerca le bacche. Le bacche, o meglio i galbuli, sono dei coni carnosi ricchissimi di essenze aromatiche. Da sempre sono impiegati nell’aromatizzazione delle carni di selvaggina e nei liquori tradizionali. L’essenza di ginepro ha un’azione benefica verso le vie urinarie ed esplica un effetto depurativo. 39
LE PIANTE UTILI PER L’APPARATO OSTEO ARTICOLARE
SALICE COMPOSTO
In soluzione idroalcolica da 100 ml. MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DEL SALICE Salice (Salix alba L.).
Albero noto da esperti e profani, non solo perchè dalle sue fronde pende muta l‘arpa d‘oro del poeta esiliato, ma anche perchè nella sua corteccia si trova una molecola precursore di uno dei piu noti e collaudati farmaci allopatici: l‘acido salicilico. Il derivato acetilato di questa sostanza è meglio noto come aspirina. Grazie a questa sostanza il salice aiuta a diminuire il disagio articolare nei cambiamenti di stagione e nelle persone in età avanzata. In particolare, l’associazione con appropriate sostanze vegetali, permette di ottenere una sinergia capace di alleviare tutti quei malesseri diffusi che colpiscono la nostra struttura ossea: schiena, ginocchia, braccia e collo.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Spirea (Filipendula ulmaria L.). Erba perenne che cresce in prossimità dell’acqua. Forse proprio questo aver sempre i “piedi nell’acqua” gli ha fatto sviluppare quelle sostanze che noi sappiamo essere benefiche contro i mali connessi con il freddo e l’umidità, come i reumi e l’artrite. Il rizoma e la parte aerea fiorita sono ricchi di salicilati. I salicilati presenti nella spirea, insieme a quelli del salice, hanno influenzato l’inventore del nome “aspirina” che, appunto dal nome della spirea deriverebbe.
Ribes nero (Ribes nigrum L.). Piccolo arbusto di origine continentale, diffuso nelle zone a clima fresco e umido. Se ne utilizzano le gemme, le foglie, i frutti e l’olio dei semi. I frutti agrodolci non sono piacevoli al palato ma lo sciroppo che se ne ricava è un ottimo correttivo del sapore. Tutte le parti sono ricche di flavonoidi ma soprattutto le foglie presentano un fitocomplesso dotato di proprietà disintossicanti, in particolare favorisce l’eliminazione dell’acido urico in eccesso apportando un piacevole senso di benessere a livello articolare.
Frassino (Fraxinus excelsior L.).
Albero imponente delle foreste
planiziarie dell’Europa centrale e meridionale. Il legno da sempre pregiato per la robustezza e la flessibilità, veniva usato nell’antichità per fabbricare archi e balestre. La droga ottenuta dalle foglie palmato-settate è invece utilizzata tradizionalmente come estratto o infuso diaforetico e diuretico, benefico specialmente verso la gotta. 40
Artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens DC). È una delicata pianta desertica dai fiorellini rosa. Il seme invece rende giustizia al nome, pieno di uncini ricurvi e taglienti. Con essi si aggancia ad animali di passo e si disperde alla ricerca di luoghi migliori. I nativi del deserto del Kalahari da sempre ne raccolgono i tuberi per le proprietà analgesiche ed antinfiammatorie, talora sedative, dovute ai glicosidi iridoidi, in particolare dall’arpagoside.
Ortica (Urtica dioica L.).
Nel bene e nel male l’ortica è una pianta che
da sempre si è insediata vicino all’uomo, amando i siti fertili e freschi. Assieme allo spiacevole effetto irritante l’ortica ha proprietà estremamente interessanti. Contiene importanti quantità di aminoacidi essenziali, minerali e vitamine ed è una discreta pianta edule. Le foglie quindi sono remineralizzanti e contemporaneamente diuretiche, grazie anche alla presenza di sostanze di natura flavonoidica. Per questo risulta particolarmente indicata nelle affezioni osteo-articolari
Equiseto (Equisetum arvense L.). La coda cavallina è una pteridofita, ovvero una pianta primordiale, che vive nei terreni asfittici e lungo le rive delle acque interne. Forma estesi intrecci di rizomi sotterranei da cui emergono in primavera prima i fusti sporiferi (simili a pigne) e successivamente i fusti sterili. Questi, da cui si trae la droga, sono talmente ricchi di silice che ottundono le lame delle falci. Inoltre vi si trovano sostanze flavonoidiche responsabili della spiccata azione diuretica e di eliminazione delle tossine.
Orthosiphon (Orthosiphon stamineus Benth.).
Il thè di Giava è
un’arboscello perenne semilegnoso delle foreste tropicali indonesiane, dal profumo aromatico dovuto all’olio essenziale con note simili alla menta e alla salvia. Bevanda tradizionale venne importata in Europa nell’800, dove se ne scoprirono le proprietà diuretiche e drenanti. Responsabili dell’azione favorente la diuresi e l’eliminazione degli eccessi di urati, sono un complesso di sostanze fra cui: l’alcaloide specifico ortosifonina e saponine.
Ginepro (Juniperus communis L.). Alberello molto folto tipico delle zone collinari e montane di tutta Europa. Le foglie sono aghi acuminati che pungono l’incauto raccoglitore che cerca le bacche. Le bacche, o meglio i galbuli, sono carnosi e ricchissimi di essenze aromatiche. Il fitocomplesso di ginepro in particolare viene utilizzato per il suo tropismo a livello urinario in quanto capace di favorire l’eliminazione delle tossine in eccesso, spesso causa di problemi a livello osteo-articolare.
Betulla ( Betula pendula Roth). Mattioli ci parla a lungo di Betulla e della sua meravigliosa virtù “di rompere le pietre tanto dei reni quanto della vescica, di togliere le macchie e sanare le ulcere della bocca”. Si utilizzano le foglie caratterizzate da salicilato di metile, flavonoidi, tannini e resine che insieme favoriscono un effetto drenante e l’eliminazione dei liquidi in eccesso.
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LE PIANTE UTILI PER L’ENERGIA FISICA E MENTALE
ENERGY
In soluzione idroalcolica da 100 ml. MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DEL GINSENG Ginseng (Panax ginseng Meyer). I cinesi che la
usano da millenni hanno messo in relazione la forma curiosamente antropomorfa della radice con il contenuto. In Cina e Corea viene consumata come tonico-energizzante. Le saponine di cui sono ricche le radici, in particolare i ginsenosidi, sono ritenute le molecole attive responsabili dell’azione adattogena e rivitalizzante del ginseng cinese. In questa combinazione lo troviamo associato con piante corroboranti, energetiche e afrodisiache al fine da realizzare un prodotto utile in tutti quei casi in cui l’organismo deve affrontare particolari performance.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Damiana (Turnera diffusa Willd. ex. Schult.). È un arbusto con piccole foglie simili a quelle dell’olmo e fiori gialli diffuso nelle foreste caldo-umide del Centro America. Tutta la pianta è aromatica ed emana un gradevole profumo misto fra il rosmarino e il timo. Dalle foglie essiccate si ottiene il “thé burrique”, così è chiamato l’infuso di damiana, che viene consumato come bevanda tradizionale durante il convivio presso i popoli di etnia maya. Da secoli ne conoscono e ne apprezzano le proprietà dissetanti, energetico -toniche ed afrodisiache.
Santoreggia (Satureja hortensis L.). Pianta annuale domestica, detta santoreggia estiva, specie diversa dalla congenere S. montana L., perenne nota come santoreggia invernale. Ne è diffusa la coltivazione nel Nord Europa dove è utilizzata come aroma fresco di accompagnamento dei cibi ed in particolare dei legumi (in Germania è detta erba dei fagioli = Bohnenkraut) per le sue proprietà carminative ma è nota anche nella tradizione erboristica come pianta spasmolitica e tonica dell’umore.
China (Cinchona calisaya Wedd.). Osservando le febbri degli operai che lavoravano la corteccia di china, che veniva usata contro le febbri malariche, Hanemann intuì la teoria omeopatica: il rimedio o il veleno dipende dalla dose. La corteccia di quest’albero dell’America tropicale vanta secoli di uso sia come aroma, sia per le proprietà antimalariche, eupeptiche e digestive. Ne è sata studiata e messa in evidenza anche l’azione energetica e tonica del cuore. 42
Eleuterococco (Eleutherococcus senticosus Rupr et Maxim.). Noto anche come ginseng siberiano, vanta una fama di tonico altrettanto conosciuto come il confamiliare cinese, specialmente in tutta l’area dell’ex-URSS. I preparati a base di eleuterococco erano un comune supporto nei periodi invernali e di affaticamento. Si ritiene che uno dei punti di forza degli eccezionali atleti Est-Europei sia stato proprio l’uso dell’eleuterococco.
Rosmarino (Rosmarinus officinalis L.).
Un’altra immancabile pianta
dell’Hortus simplicium e nota ai molti per come si sposa bene con le carni arrosto. Ma questa erba aromatica spontanea nelle macchie litorali del mediterraneo è ricca di principi attivi benefici. L’olio essenziale responsabile dell’aroma è ricco di fenoli antibatterici e canfora balsamica. È inoltre dotato di una spiccata azione tonica sia a livello epidermico, che sugli organi vitali: cuore e cervello.
Angelica (Angelica archangelica L.). Ombrellifera imponente, si rende visibile a luglio per le sue grandi ombrelle bianchissime e il fusto cavo alto fino a 2 m. È una pianta erbacea bienne del Nord Europa che in natura vive vicino ai corsi d’acqua. La droga è data dal rizoma dal profumo aromatico e dolce, utilizzato in liquoreria. L’aroma è caratterizzato da un mix di cumarine e terpeni che rendono questa pianta un tonico generale con spiccato effetto antifatica.
Muira puama (Ptychopetalum olacoides Benth.). Alberello della foresta Amazzonica, dal penetrante profumo di gelsomino. Gli Indios amazzonici lo conoscono da millenni e usano le sue foglie lucide sia per via esterna che interna. La pianta, presente ormai da anni anche in alcune farmacopee europee è indicata come tonico generale e stimolante nervino.
Guaranà (Paullinia sorbilis L.). Arbusto tropicale dal frutto incredibilmente somigliante ad una castagna in miniatura, che gli ha valso il nome, ora in disuso, di Castagna di S. Domingo. I semi torrefatti del guaranà sono la matrice vegetale a più elevato contenuto di caffeina conosciuta (fino a 5 volte quella del caffè). Per questo è uno degli ingredienti maggiormente indicati per la formulazione di tonici nervini ed energetici.
Echinacea (Echinacea angustifolia DC). Composita perenne con grandi fiori asteracei presente nelle praterie gli Stati Uniti centrali. Le sue radici carnose e dal sapore pungente erano usate dai nativi americani come rimedi per gravi malattie, avvelenamenti da cibo o per il morso di serpenti. Fin dal 1850 ne sono stati tratti dei “farmaci” con azione depurativa e rinforzante. In questo prodotto viene utilizzata per le sue spiccate proprietà antiasteniche. 43
LE PIANTE UTILI PER LE TENSIONI DELLA TESTA
MAGGIORANA COMPOSTA In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELLA MAGGIORANA Maggiorana (Origanum majorana L.). I fiori bianchi sono raccolti in verticilli densi e compatti che la rendono simile all‘origano siciliano. In effetti la maggiorana è detta anche origano del nord. L‘aroma è leggermente diverso a causa del cis–sabinene idrato che conferisce il caratteristico aroma di maggiorana noto bene ai profumieri. Oltre alle proprietà benefiche legate al contenuto in sostanze volatili, alcuni componenti di questa labiata manifestano effetti distensivi sulla tensione muscolare a carico delle vertebre cervicali. Associata con altre e specifiche sostanze vegetali si esaltano tali proprietà per ottenere un rimedio naturale efficace in tutti i casi di malessere a livello della testa.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Melissa (Melissa officinalis L.). Pianta dalle foglie cuoriformi, bollose, a margine seghettato. Possiede un graditissimo odore fruttato, limone e geranio. È coltivata per trarne il preziosissimo olio essenziale. L’acqua della distillazione prolungata della melissa è l’ingrediente base dell’Acqua Antiisterica dei Carmelitani, rimedio popolare nei secoli passati, per gli stati di agitazione. L’ olio essenziale è ricco di aldeidi aromatiche e acido rosmarinico che sono le sostanze ritenute attive con azione distensiva e calmante.
Artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens).
È una
delicata pianta desertica dai fiorellini rosa che vive nelle regioni desertiche del Sud Africa. Il seme invece rende giustizia al nome poichè è pieno di uncini ricurvi e taglienti. Con essi si aggancia ad animali di passo e si disperde alla ricerca di luoghi migliori. Le popolazioni boscimani del deserto del Kalahari da sempre ne raccolgono i tuberi per le proprietà analgesiche ed antiinfiammatorie, talora sedative, dovute ai glicosidi iridoidi, in particolare dall’arpagoside.
Asperula (Asperula odorata L).
Esile rubiacea perenne con fusto
quadrangolare e una raggera di foglie lanceolate ad ogni nodo, cresce nei boschi di montagna. Raccoglietela quando è fiorita e mettetela a seccare fra le pagine di un libro, dopo qualche mese inizierà ad emanare un delicato e gradevole profumo di fieno. La sostanza responsabile dell’odore è la cumarina di cui è ricca l’asperula, che gli conferisce una spiccata azione antispasmodica e nervina. 44
Marrubio (Marrubium vulgare L.). Pianta erbacea della famiglia delle Labiate dal fogliame spesso e lanoso, diffusa nei pascoli e nei terreni incolti di pianura e montagna. La pianta libera un aroma lieve e balsamico. La droga essiccata, nota anche agli Egizi, è costituita dalle sommità. Contiene fino all’1% di un lattone diterpenico amaro (la marrubina) che unitamente ad altre sostanze possiede benefici effetti a livello circolatorio tale da attenuare quelle vasocostrizioni spesso responsabili delle tensioni alla testa.
Alchemilla (Alchemilla vulgaris L.). Rosacea perenne, tipica dei pascoli e dei prati freschi in pianura ed in montagna, le foglie verdi chiare hanno una caratteristica forma di ventaglio, da cui il nome comune di “erba ventaglina”. Fiori giallo verdini piccoli insignificanti. Caratteristico è il tenue ma gradevole aroma di mela che sprigionano. Le sue foglie alla fioritura contengono principi astringenti ma anche sostanze simili ai salicilati con azioni analgesiche ed antiifiammatorie.
Lavanda (Lavandula officinalis Chaix). Se non tutti conoscono questo arbusto argentato dai fiori in spighe blu, tutti o quasi conoscono il profumo impiegato, specie in passato, in molte composizioni di cosmesi e saponeria. In natura cresce in alta montagna, mentre è coltivata sulle colline e gli altipiani propicienti il mare del Sud della Francia. L’olio essenziale ricco di esteri inebrianti, è tradizionalmente impiegato per trattare stati tensivi e spasmi muscolari dovuti a nervosismo.
Arancio (Citrus aurantium L. var. dulcis L.). Di questa varietà di se ne utilizzano i fiori ricchi di essenza intensamente profumata. Come tutta la pianta anche i fiori sono ricchi di sostanza aromatiche con azioni fisiologiche comprovate da una lunga tradizione d’uso. L’infuso dei fiori è conosciuto per essere un blando rilassante e per favorire l’allentamento della tensione nervosa. In questo senso può recare benefici anche per gli stati tensivi emozionali che sfociano in mal di testa.
Menta (Mentha piperita L.). La menta piperita è un ibrido ottenuto da Mentha longifolia, Mentha rotundifolia e Mentha acquatica. Utilizzata anche in gastronomia, la pianta fornisce materia prima per l’industria liquoristica, in quanto gli estratti ottenuti dalle foglie esplicano attività “eupeptica”, cioè favoriscono la digestione. Inoltre la menta funge da correttore del sapore. In questa combinazione l’effetto benefico a livello digestivo dovrebbe prevenire l’insorgere di pesantezza di capo connessa ad una cattiva funzione digestiva.
Verbena odorosa (Lippia citriodora L.). Arbusto o piccolo albero originario del Sud America. L’infuso fatto con le sue foglie è delicatamente profumato di limone (da qui il nome di cedrina) per la presenza di olio essenziale ricco in limonane citronellolo e citrale. Da sempre è ritenuta una pianta sudorifera e antinfiammatoria, ma ha una blanda azione sedativa negli stati di ansia e di eccitazione nervosa.
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LE PIANTE UTILI PER IL BENESSERE DELL’INTESTINO
TORMENTILLA COMPOSTA In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al di lontano dai pasti
PROPRIETA’ SALUTISTICHE DELLA TORMENTILLA Tormentilla (Potentilla tormentilla Neck ). Da tempo immemorabile se ne conoscono le proprietà astringenti e disinfettanti intestinali, riferibili all`elevato contenuto in tannini naturalmente presenti nella pianta. Lo stile di vita, i ritmi sempre più frenetici sono i maggiori responsabili di disturbi a carico dell’apparato gastro-intestinale, presenti e diffusi già in età infantile. Regolare e ripristinare le funzioni gastro-intestinali diventa una necessità e la disposizione di preparati che fisiologicamente riequilibrano tali attività, è una grande opportunità per assicurare il nostro benessere. In particolare questa associazione favorisce un effetto astringente e regolarizzatore in tutte le situazioni diarroiche legate a disbiosi intestinali.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Santoreggia (Satureja hortensis L.). Detta anche santoreggia estiva è una pianta annuale domestica, diversa dalla congenere S. montana L., perenne e nota come santoreggia invernale. Da sempre coltivata nel Nord Europa è utilizzata come aroma fresco di accompagnamento dei cibi ed in particolare dei legumi (in Germania è detta erba dei fagioli = Bohnenkraut) per le sue proprietà carminative che contrastano la formazione dei gas intestinali. Nella nostra tradizione erboristica viene utilizzata per la sua proprietà antisettica e antiputrida a livello intestinale.
Altea (Althaea officinalis L.). Laltea è una malvacea tradizionalmente utilizzata ovunque vi sia un’infiammazione. È tipica delle piane paludose, con foglie verdi glauche, pentalobate, tomentose. Asse fiorale alto fino a 150 cm, reca fiori bianchi o rosei in giugno. Le sue radici possenti color avorio, quando tagliate grondano di mucillagine (fino al 35% in peso), responsabili dell’azione lenitiva ed emolliente sulle mucose gastro-intestinali.
Bistorta (Polygonum bistorta L.). È una pianta erbacea perenne, con rizoma orizzontalesotterraneo, serpeggiante e grasso. Si nota bene in maggio quando dalla coltre erbosa emergono i fiori in graziose pannocchie rosate. Diffusa nei pascoli grassi delle nostre zone montane e dell’Europa continentale, in vicinanza dei corsi d’acqua e nelle marcite. Il rizzoma ricco di amido e tannini, è da sempre utilizzato per la sua spiccata proprietà antidiarroica. 46
Ribes nero (Ribes nigrum L.). Piccolo arbusto di origine continentale diffuso nelle zone a clima fresco e umido. Se ne utilizzano le gemme, le foglie, i frutti e l’olio dei semi. Tutte le parti sono ricche di flavonoidi, in particolare kaempferolo, che esplicano un’azione antinfiammatoria e anti-allergica sui tessuti interessati dal fenomeno. Le foglie sono particolarmente ricche di sostanze ad effetto antiossidante e protettivo delle mucose in particolare dell’apparato gastro-enterico.
Agrimonia (Agrimonia eupatoria L.).
Èuna rosacea perenne, con
rosetta basale di foglie e lunge spighe fiorifere dove durante tutta l’estate appaiono i fiori giallo oro, dal vago odore di albicocca. Onnipresente nei prati, sugli incolti e persino in città, ma nessuno la nota fino a quando non si trova i vestiti riempiti dei suoi frutti rugginosi uncinati. Le sue foglie sono un antico succedaneo del thé e sono ricche in tannini astringenti ma anche in flavonoidi antinfiammatori che combinano un’azione lenitiva dell’intestino con quella di migliorarne la funzionalità.
Liquirizia (Glycyrrhiza glabra L.). Si utilizza la radice da cui si ricava il noto “succo di liquirizia” impiegato nell’industria dolciaria. Il sapore zuccherino è dovuto alla presenza di acido glicirrizico, responsabile anche delle proprietà attribuite alla radice, assieme alle sostanze flavonoidiche. In questa preparazione si sfruttano le sue proprietà antinfiammatorie e protettive delle mucose gastroenteriche.
IL BUON SENSO............ Tutte le persone di buon senso dovrebbero, almeno due volte all’anno, farsi una doccia interna, poichè noi ci laviamo sempre di fuori e mai di dentro. La gran parte dei nostri disturbi, sono per lo più la conseguenza della degenerazione delle normali funzioni fisiologiche del nostro organismo. Tali funzioni vengono stressate dall’invasione abnorme di tossine che si accumulano provocando una tossiemia diffusa che, se protratta molto a lungo, inevitabilmente evolve in malattia. Dobbiamo renderci conto che gran parte degli alimenti industriali assunti giornalmente sono alterati e modificati e, non essendo totalmente riconosciuti dal nostro organismo, fermentano e imputridiscono nell’intestino causando alterazioni della flora batterica e malassorbimenti. Vivere in modo innaturale e stressante intossica tutto il nostro corpo. Alle scorie che si accumulano nel sangue con il ricambio cellulare, si aggiungono quelle generate dall’inquinamento alimentare, atmosferico e farmacologico. Il buon senso ci dice che ogni tanto sarebbe utile fare un “tagliando” alla macchina corpo con le buone piante che aiutano l’organismo ad eliminare la “ruggine” interna con una buona “scartevetrata” e le piante contenute nel Tarassaco composto svolgono degnamente questo ruolo. 47
LE PIANTE UTILI PER IL SISTEMA IMMUNITARIO
PIANTAGGINE COMPOSTA In soluzione idroalcolica da 100 ml.
MODALITÀ D’USO 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELLA PIANTAGGINE Piantaggine (Plantago major L.). Le rosette della piantaggine costellano i prati e i terreni incolti dal piano al colle e da sempre è una pianta conosciuta come antico rimedio per applicazione diretta contro punture di insetti. L‘azione della piantaggine è dovuta ad una molteplicità di sostanze, fra cui numerosi flavonoidi e mucillagine. Ciò che funziona, è il fitocomplesso e l’associazione con appropriate sostanze vegetali che ne potenziano le proprietà. In particolare in questo preparato funge da coadiuvante per lenire tutti quei disturbi legati manifestazioni allergiche derivanti da pollini, polveri e alimenti.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Ribes nero (Ribes nigrum L.). Piccolo arbusto di origine continentale diffuso nelle zone a clima fresco e umido. Se ne utilizzano le gemme, le foglie, i frutti e l’olio dei semi. Tutte le parti sono ricche di flavonoidi (in particolare kaempferolo) che esplicano un’azione antinfiammatoria e anti-allergica sui tessuti interessati dal fenomeno. Le foglie , in particolare, grazie alla presenza di sostanze antiossidanti, esplicano un effetto immunomodulante.
Elicriso (Helichrysum italicum G. Don). Arbusto nano con fogliame argentato e fiori compositi color giallo oro che appaiono nel pieno dell’estate. È una pianta tipica della macchia bassa del mediterraneo. Annusando le foglie contuse si percepisce l’aroma netto della curcuma che gli ha valso il nome inglese di curry plant. L’olio essenziale è dotato di azione batteriostatica mentre i flavonoidi contenuti nelle sommità fiorite sono responsabili dell’azione antiallergica.
Fumaria (Fumaria officinalis L.).
La fumaria è una pianta erbacea
annuale con foglioline prezzemolate color verde glauco. Cresce in primavera sulle maggesi formando dei gruppi di piante che agitate dal vento sembrano piccole nubi di fumo, donde il nome. La fumaria contiene alcuni alcaloidi che sono ritenuti alla base dell’azione “anfocoleretica” ossia di modulatore epatico: capace di aumentare le funzionalità di detossificazione e allo stesso tempo di proteggere e rigenerare le cellule epatiche 48
Ginkgo (Ginkgo biloba L.). Questo albero imponente (alto fino a 40 m) è originario della Cina, ma è stato importato secoli fa in Europa come ornamentale. La sua particolarità è quella di essere un fossile vivente, sopravvissuto fino ai nostri giorni, come dicono i cinesi, proprio per portare a noi i suoi innumerevoli benefici. Le foglie carnose dalla bella sagoma a ventaglio sono ricche di terpenoidi e flavonoidi che aiutano a mantenere il tono vascolare, migliorano l’ossigenazione e facilitano un effetto broncodilatatore, importante negli spasmi associati nei fenomeni allergici.
Liquirizia (Glycyrrhiza glabra L.). Si utilizza la radice da cui si ricava il noto “succo di liquirizia” impiegato nell’industria dolciaria per caramelle in varie forme, tronchetti e bastoncini. Il sapore zuccherino è dovuto alla presenza di acido glicirrizico, responsabile anche delle proprietà attribuite alla radice, assieme alle sostanze flavonoidiche. Il fitocomplesso esplica un effetto stimolante a livello della corteccia surrenalica tale da aumentare i livelli di sostanze cortisoniche e ridurre fisiologicamente i fenomeni allergici.
CHI È L’UOMO? Dire che l’uomo è colui il quale si alza la mattina, va a lavorare, torna la sera, mangia, guarda la televisione, scambia si e no trenta parole con la famiglia, poi va a letto e si alza la mattina dopo per ritornare a lavorare, questo non è certo ciò che si intende per UOMO! Ma è solo un ingranaggio della cosiddetta “società moderna”, illuso dalla stupida convinzione di aver saputo creare un grado di tecnologia e cultura tale da permettergli di vivere nel benessere e follemente non si accorge che è stato solo capace di costruire degli strumenti perfetti e funzionali per affilare delle “lame” che lo stanno “castrando” sempre di più. Ma il peggio è, che inconsapevolmente si affanna a perfezionare questa macchina che lo porterà alla totale “impotenza”. C’è da chiedersi, a cosa serve il tanto decantato scientismo e modernità se l’uomo sta vivendo nella “nevrosi” più totale? L’uomo cosiddetto moderno sa molte cose. Sa giocare e sa istruirsi, sa dipingere e sa solcare i cieli e i mari, ma ha dimenticato l’arte antica e divina d’essere UOMO come natura l’ha fatto.
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LE PIANTE UTILI PER IL PESO IN ECCESSO
CASSIA NOMAME COMPOSTA In confezione da 100 compresse da 400 mg.
MODALITÀ D’USO 2 compresse 15-30 minuti prima dei tre pasti
PROPRIETÀ DELLA CASSIA NOMAME Cassia nomame (Cassia mimosinoides L. var. nomame Makino). È una leguminosa che cresce spontanea in molte zone della Cina e dell’Africa. Come moltissime piante di questo genere possiede interessanti proprietà sull‘organismo umano. In particolare contiene sostanze in grado di inibire le lipasi, enzimi deputati alla digestione dei grassi alimentari, in questo modo i grassi assunti durante i pasti non vengono digeriti. Per un più efficace e globale effetto sono state associate Garcinia che interviene sul metabolismo degli zuccheri, Thè verde capace di ridurre i depositi di grasso ed infine la Rodiola capace di controllare il senso della fame. Tale sinergia permette di ottenere un preparato utile per il controllo del peso corporeo.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Garcinia (Garcinia cmbogia ) Piccolo arbusto semi persistente della foresta pluviale dell’India e del Sud Est asiatico che fa delle bacche rotonde e carnose. Le popolazioni lo conoscono come spezia alimentare per il suo aroma, mentre è un rimedio popolare contro diversi disturbi. La buccia contiene acido idrossicitrico che riduce la produzione di colesterolo e trigliceridi con conseguente riduzione dell’accumolo di grassi, favorisce la demolizione completa degli zuccheri determinando una migliore produzione di energia e riduzione del senso della fame.
Tè verde (Camellia sinensis L.)
Le foglioline apicali di questa pianta
arbustiva, essiccate, senza fermentazione, danno il tè verde. Il tè è una bevanda di importanza mondiale, che origina in Asia (Cina e India), dove esistono decine di tipi di tè. Oltre ai noti alcaloidi nervini, caffeina e teina, contengono una grande quantità di sostanze fenoliche, fra cui la più studiata è l’epigallocatechingallato (ECG). Oltre alle proprietà drenanti e di eliminazione delle scorie metaboliche, sono alla ribalta le proprietà antiossidanti per combattere i danni cellulari provocati dai radicali liberi.
Rodiola (Rhodiola rosea L.). Piccola pianta grassa che si insedia fra le rocce in alta montagna e nelle zone periartiche. Pur presente nella flora italiana, da noi è pressocché sconosciuta. La radice di questa pianta è invece molto nota ed impiegata dalle popolazioni siberiane e mongole come tonico energetico per affrontare la vita dura nei lunghi inverni siberiani. Al pari di altre piante come il ginseng cinese e l’eleuterococco ha un’azione energetica e rivitalizzante, inoltre grazie ad un effetto serotoninergico riduce il senso della fame e favorisce la mobilitazione dei grassi dal tessuto adiposo. 50
LE PIANTE UTILI PER LA CIRCOLAZIONE
VENOSALUS
In confezione da 100 compresse da 400 MODALITÀ D’USO 2-3 compresse al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DEL RUSCO Pungitopo (Ruscus aculeatus L.). Benchè appaia come una
pianta erbacea, questa singolare Liliacea è in realtà un albero in miniatura che è sopravvissuto alle catastrofi climatiche. In queste condizioni la sua vegetazione sclerificata e priva di foglie vere (solo rami appiattiti e appuntiti che vi assomigliano), gli ha consentito di giungere fino ai nostri giorni. Il rizoma del pungitopo contiene quantità significative di saponine che ne fanno una delle droghe più impiegate nell‘estrazione di principi attivi di valore farmaceutico. Il suo impiego combinato con altre e specifiche sostanze vegetali è efficace per favorire la circolazione, in particolare il microcircolo venoso, tale da ridurre pesantezza e senso di gonfiore a livello degli arti inferiori. La combinazione del Venosalus è originale e particolarmente efficace grazie alla valorizzazione di tutti i principi attivi degli estratti vegetali rigorosamente selezionati.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Ananas (Ananas sativus Schult.). Liliacea tropicale, somigliante ad un’agave, con foglie coriacee, a raggera, acuminate. È coltivata in molti paesi della fascia tropicale per il frutto gustoso e ricco di vitamine. Il frutto, detto sorosio, è formato dall’ingrossamento del ricettacolo dei fiori terminale. Il frutto e il gambo del frutto sono ricchi di bromelina, enzima con spiccata azione proteolitica, antinfiammatoria e antiedematosa. Mirtillo (Vaccinium myrtillus L.).
Arbusto nano che cresce nel sottobosco delle conifere nelle zone a clima fresco umido di tutta Europa. Il frutto pruinoso, di colore blu di prussia, è una bacca carnosa dal sapore dolciastro e leggermente tannico nella cui polpa troviamo una grande abbondanza di sostanze attive. Fino al 5% di antociani sono presenti nel frutto di mirtillo e sono responsabili delle azioni benefiche a carico del microcircolo.
Uncaria (Uncaria tormentosa (Willd.) DC). Conosciuta dai nativi del Mato peruviano e boliviano come unghia di gatto, è da sempre usata nella medicina indiana come stimolante delle difese immunitarie, ma oltre all’effetto immunostimolante, l’uncaria viene utilizzata per le sue proprietà vulnerarie e anestetiche tale da ridurre quel senso di malessere spesso associato a pesatezza e varici. Favorisce pertanto l’integrità e permeabilità delle pareti dei capillari.
Dioscorea (Dioscorea villosa L.). Detta anche igname selvatico (wild yam) per la somiglianza di questa pianta all’igname, tubero alimentare dei tropici. Cresce nei boschi del nord America e del Canada meridionale. Se ne raccoglie il rizoma contorto contenente diosgenine, che sono precursori naturali di molecole steroidee ad azione ormonosimile. Il suo impiego è pertanto utile a favorire il benessere delle gambe tale da attenuare quei disturbi spesso associati a problemi circolatori. 51
L’ALGA UTILE PER INTEGRARE LE CARENZE ALIMENTARI
SPIRULINA E ACEROLA
In confezione da 120 o 720 compresse da 400 mg. MODALITÀ D’USO Tre compresse ai tre pasti o al bisogno
La Spirulina è il risultato della prima forma di vita originatasi sulla terra capace di esplicare la fotosintesi clorofilliana e di racchiudere in sè tutto ciò che ha contribuito all’evoluzione della vita. Si ritiene che i primi organismi fotosintetici, simili agli attuali cianobatteri, sarebbero apparsi probabilmente 3-4 miliardi di anni fa. A loro si deve la massiccia produzione di ossigeno che portò alla trasformazione della primitiva atmosfera in grado di ospitare la vita degli organismi eucarioti aerobi, che necessitano di ossigeno per la respirazione, consentendo l’emersione dei viventi dall’acqua. Secondo alcuni paleobiologi l’evoluzione delle alghe verde azzurre non sarebbe cambiata molto nell’ultimo miliardo di anni, questo proverebbe il raggiungimento di una certa perfezione biologica e ogni giorno nuove ricerche portano alla luce le loro proprietà, rivelandoci sempre di più tutta la loro ricchezza nutrizionale. Queste cianofite erano note per essere un cibo che seppure consumato in dosi modiche apportava energia, lucidità mentale e un effetto rigenerativo ragguardevole. Non a caso, le antiche popolazioni Azteche e Maya la consideravano “Il Cibo degli Dei” La caratteristica principale della composizione della spirulina è la ricchezza in proteine alle quali si aggiungono una quantità significativa di nutrienti funzionali come: vitamine, minerali e i fitonutrienti: Ficocianina, Clorofilla, Carotenoidi, Acido gammalinoleico, Glucolipidi, Solfolipidi, Enzimi, ecc. il tutto armoniosamente combinato in modo da creare un perfetto equilibrio alimentare. 52
Un noto professore di Biologia molecolare scrive: “la vita non può essere ascritta a nessun singolo componente molecolare (neppure al DNA o all’RNA), ma soltanto alla rete metabolica considerata nella sua totalità.” Un sistema vivente è una rete autopoietica cioè auto-riproduttiva. Comprendere la vita significa osservarla nella sua totalità, studiarla come un sistema unico (una rete) che interagisce al suo interno e con l’ambiente circostante attivando i processi che le permettono di rinnovare, istante per istante, la sua situazione di equilibrio dinamico. Anche l’uomo, essendo un essere vivente, funziona allo stesso modo, è una fabbrica in cui milioni di molecole si trasformano continuamente attingendo dall’alimentazione e dall’ambiente quello che gli serve per la sua sussistenza pur rimanendo sempre lo stesso. Esiste una stretta analogia fra gli enzimi contenuti nelle cellule del corpo umano e quelli del regno vegetale ed esiste un’affinità anche nei processi metabolici che portano alla formazione di metaboliti primari e secondari. Di conseguenza, è normale che esista una sorta di attrazione, dimostrabile dal fatto che l’uomo per vivere deve necessariamente alimentarsi e la natura è la principale fonte delle sostanze vitali. La spirulina nella sua perfezione biologica dovrebbe essere il rimedio che meglio è capace di risuonare, interagire e comunicare con l’essere umano, al di là degli aspetti quali-quantitativi tangibili e verificabili, andrebbe studiata sotto il profilo energetico e fisico in quanto espressione di armonia e di equilibrio dinamico. La sua interazione con gli organismi viventi non può che risuonare con la giusta frequenza e la salute è una combinazione di frequenze che caratterizzano una situazione di equilibrio tra l’uomo e l’ambiente. La forza di un rimedio fitoterapico consiste quindi nella sua capacità di ripristinare la giusta armonia. Al momento non esistono ancora sufficienti studi e strumenti in grado di valutare e misurare le giuste frequenze, sappiamo però che esistono e l’esperienza empirica ci ha confermato che certi rimedi funzionano al di là dell’evidenza scientifica e la spirulina è uno di questi. La nostra spirulina è potenziata con l’Acerola che è considerata la fonte naturale più ricca di Vitamina C, stimola la sintesi dell’acido folico (vitamina antianemica) da parte della flora batterica intestinale, migliora l’assorbimento del ferro, è indispensabile per il rinnovamento del collagene. Con l’aggiunta di estratto di Acerola, assumendo 9 compresse al giorno si assicura un apporto giornaliero di 60 mg di vitamina C (100% RDA giornaliero).
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LE PIANTE UTILI PER IL BENESSERE PSICOFISICO
DAMIANA COMPOSTA
In confezione da 100 opercoli da 400 mg. MODALITÀ D’USO 2-6 opercoli al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELLA DAMIANA Damiana (Turnera diffusa aphrodisiaca Willd. ex. Schult.). È un arbusto con piccole foglie simili a quelle dell’olmo e fiori gialli, diffuso nelle foreste caldo-umide del Centro America. Tutta la pianta emana un gradevole profumo aromatico misto fra il rosmarino e il timo. Il thè barrique è consumato come bevanda tradizionale presso i popoli di etnia Maya che ne apprezzano le proprietà dissetanti, toniche e afrodisiache. Rientra in numerosi prodotti e la combinazione con particolari estratti vegetali esalta gli effetti tonici tale da rendere il preparato utile per superare ed affrontare tutte le situazioni caratterizzate da stress psico-fisico e tutte quelle in cui sono richieste particolare attenzione e concentrazione.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Ginseng (Panax ginseng Meyer). Caratteristica è la poderosa radice a fittone, color avorio che assume, con le ramificazioni, curiose sembianze umane. I cinesi che la usano da millenni, hanno messo in relazione la forma con il contenuto e il nome panax (panacea) ovvero pianta che cura ogni male. Coltivata in Cina e Corea viene consumata fresca ed essiccata come tonico, energizzante. Le saponine di cui sono ricche le radici (in particolare i ginsenosidi) sono ritenute le molecole attive responsabili dell’azione adattogena e rivitalizzante del Ginseng.
Eleuterococco (Eleutherococcus senticosus Rupr et Maxim.) . Noto anche come ginseng siberiano vanta una fama di tonico altrettanto viva del confamiliare cinese specialmente in tutta l’area dell’exURSS. I preparati a base di eleuterococco erano un comune supporto nei periodi invernali e di affaticamento. Si ritiene che uno dei punti di forza degli eccezionali atleti Est-Europei sia stato proprio l’uso dell’eleuterococco.
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Santoreggia (Satureja hortensis L.). Pianta annuale domestica, detta santoreggia estiva, specie diversa dalla congenere santoreggia montana, perenne nota come santoreggia invernale. Ne è diffusa la coltivazione nel Nord Europa dove è utilizzata come aroma fresco di accompagnamento dei cibi ed in particolare dei legumi (in germania è detta erba dei fagioli = Bohnenkraut) per le sue proprietà carminative. Nella tradizione erboristica è nota e utilizzata come tonico dell’umore.
Zenzero (Zingiber officinale Roscoe). La radice di quest’erba tropicale è nota da secoli alle popolazioni asiatiche e africane che l’utilizzano come spezia nei cibi, tanto che, in alcune cucine tradizionali, ne rappresenta la nota dominante e caratteristica. Lo zenzero contiene una gran varietà di sostanze aromatiche e funzionali. In particolare sono interessanti gli effetti stimolanti i centri respiratori e vasomotori che la rendono una droga energetica e rivitalizzante.
Guaranà (Paullinia sorbilis (L.) Mart.).
Arbusto tropicale dal frutto
incredibilmente somigliante ad una castagna in miniatura, che gli ha valso il nome (ora in disuso) di Castagna di S. Domingo. I semi torrefatti del guaranà sono la matrice vegetale a più elevato contenuto di caffeina conosciuta (fino a 5 volte quella del caffè). Per questo è uno degli ingredienti maggiormente indicati per la formulazione di tonici nervini ed energetici.
CONSIDERAZIONI DA “CONSIDERARE” Non sempre si pensa, che anche l’acqua è uno tra gli alimenti da considerare come un farmaco poichè è l’unica che guarisce dalla “malattia della disidratazione” che in casi gravi può portare fino alla morte se, prontamente, non si viene condotti in un luogo di cura dove non ci somministrano nè farmaci, nè antibiotici, nè interventi chirurgici , ma bensì ,veniamo riportati alla guarigione attraverso la semplice infusione in vena del farmaco acqua. Nell’organismo umano l’acqua rappresenta un costituente essenziale per il mantenimento della vita, ed è anche quello presente in maggior quantità. La sua presenza è indispensabile per lo svolgimento di tutti i processi fisiologici e le reazioni biochimiche che avvengono nel nostro corpo. Inoltre, l’acqua entra nella struttura di varie sostanze e agisce da solvente per la maggior parte dei nutrienti (minerali, vitamine idrosolubili, aminoacidi, glucosio, ecc.), svolgendo un ruolo essenziale nella digestione, nell’assorbimento, nel trasporto e nella utilizzazione degli stessi nutrienti.
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LE PIANTE UTILI PER L’APPARATO OSTEO ARTICOLARE
EQUISETO E ORTICA
In confezione da 100 compresse da 350 mg. MODALITÀ D’USO 4-6 opercoli al dì durante i pasti
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA
Equiseto (Equisetum arvenseL.) Equiseto o coda cavallina è una pteridofita, una pianta primordiale, che vive nei terreni asfittici e lungo le rive delle acque interne. Forma estesi intrecci di rizomi sotterranei da cui emergono in primavera i fusti sporiferi simili a pigne e successivamente i fusti sterili. Questi, da cui si trae la droga, sono talmente ricchi di silice che ottundono le lame delle falci. L’equiseto viene utilizzato come diuretico per la presenza delle sostanze flavonoidiche e come remineralizzante grazie al suo eccezionale contenuto in silice. Questo minerale è un oligoelemento essenziale per la crescita e lo sviluppo della struttura ossea, in quanto ha la capacità di stimolare le cellule osteopoietiche e gioca un ruolo rilevante nella formazione della sostanza fondamentale dei tessuti connettivi. La silice è infatti necessaria per la formazione del collagene e dell’elastina, proteine che conferiscono ai tessuti connettivi le loro proprietà contrattili ed elastiche. Una carenza di questo minerale porta quindi ad un riassorbimento osseo diffuso, all’alterazione delle cartilagini e del tessuto connettivo con diminuita viscosità del liquido sinoviale. L’associazione con l’ortica crea un perfetto sinergismo, tale da ottenere un fitocomplesso indicato per favorire l’integrità e il mantenimento del tessuto osseo, cartilagineo e delle articolazioni, come dimostra la nostra esperienza che da anni consiglia con successo tale abbinamento. 56
Ortica (Urtica dioica L.) Nel bene e nel male l’ortica è una pianta che da sempre si è insediata vicino all’uomo, amando i siti fertili e freschi. Assieme allo spiacevole effetto irritante l’ortica ha proprietà estremamente diversificate. Contiene importanti quantità di aminoacidi essenziali, minerali e vitamine ed è una discreta pianta edule usata in molte ricette. La radice e le foglie contengono scopoletina e altre sostanze che hanno proprietà sul cuoio capelluto irritato, ma anche nell’uso interno nel favorire la diuresi e la coleresi. Fondamentale è il suo effetto remineralizzante e per questo viene utilizzata e associata in preparazioni per il benessere dell’apparato osteo-articolare. La maggior parte dei disturbi a carico delle articolazioni e del tessuto osseo sono legati ad una carenza, ad un malassorbimento e/o ad un depauperimento dei sali di calcio. L’utilizzo di piante che forniscono sali di facile assorbimento e biodisponibili è sicuramente fondamentale. L’associazione con l’equiseto, altra pianta ricca di minerali in particolare silice, permette un potenziamento di tale attività. Inoltre l’ortica accanto all’azione diuretica determina una marcata eliminazione di urati, importante per evitare gli accumuli di sostanze responsabili della “gotta”. L’aumento della depurazione urinaria si ripercuote sull’eliminazione delle scorie e sui costituenti chimici del sangue, con una dimunizione dell’uricemia e della colesterolemia. Il dottor Rastellini (1939) nella sua pubblicazione che raccoglie il materiale concernente cinque anni di osservazioni in merito all’utilizzo della pianta in svariate situazioni, convalidò l’attività dell’Ortica nella diatesi artritica, come mezzo depurativo e diuretico. Trattò infatti gotta e reumatismo articolare e muscolare in fase acuta e subacuta con infuso, decotto o tintura indifferentemente e constatò, in buona parte dei casi, un netto e abbastanza rapido miglioramento anche in quei casi ove gli abituali presidi terapeutici avevano in precedenza fallito il loro scopo. Ecco perchè la tradizione definisce la pianta dell’ortica capace di “pulire, risanare e sciogliere. Riassumendo le sue specifiche e straordinarie proprietà sono: tonica astringente, vaso-costrittrice, emostatica, anti-anemica, anti-rachitica, depurativa, anti-infettiva, anti-reumatica, diuretica eliminatrice dell’acido urico, drenante epatica, antidiarroica, stomachica e galattogena. 57
LE PIANTE UTILI PER FAVORIREIL TRANSITO INTESTINALE
GRANI DELLA SALUS
In confezione da 80 compresse da 400 mg.
MODALITÀ D’USO 1-3 compresse la sera
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELL’ALOE Aloe del capo (Aloe ferox Miller). Liliacea carnosa,
con grandi foglie con margine spinosissimo e tagliente. Vive nelle zone aride costiere dell’Africa subsahariana. I fiori formano una pannocchia terminale. La polpa della foglia è ricca di polisaccaridi che intrappolano l’acqua di riserva rendendo l’aloe resistente alla siccità. L’epidermide delle foglie invece è attraversata da canali resiniferi ricchi di antraceni, sostanze responsabili dell’azione a livello intestinale. A seconda della parte utilizzata è possibile valorizzare un effetto piuttosto che un altro; in questa combinazione si utilizza il succo antrachinonico che, associato con altri estratti vegetali, favorisce un armonioso ed efficace transito intestinale capace di donare un piacevole senso di leggerezza.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Senna (Cassia angustifolia Vahl.). Suffrutice dai fiori gialli, parente del fagiolo, è originario della regione del Nilo (Alessandrina) e dell’India (Tinevelly). È nota da secoli per il suo effetto preminente nel favorire il transito intestinale. Le foglie e i baccelli (follicoli) infatti, contengono glucosidi diantronici responsabili dell’azione catartica simile a quella della cascara e dell’aloe, ma più blanda e tollerata dall’organismo.
Frangula (Frangula rhamnus alnus Miller ). Piccolo arbusto diffuso nei boschi montani dell’Europa continentale. Se ne raccoglie la corteccia in lunghe strisce che poi vengono essiccate. La corteccia viene utilizzata dopo un invecchiamento di almeno un anno che determina la perdita di quelle sostanze ad effetto emetico. Rimangono in tal modo i principi antrachinonici capaci di favorire il transito intestinale. La sua azione viene esplicata in modo dolce, senza fenomeni irritativi.
Rabarbaro (Rheum officinale L.). Poderosa erba perenne con grandi foglie palmate che si rinviene in natura negli altopiani del Tibet e della Siberia. Qui è conosciuto da tempi immemori e se ne utilizza la radice per le sue proprietà sia astringenti (a piccole dosi), che normalmente, catartiche. Contiene glicosidi di tipo antracenico che con meccanismi blandi e reversibili limitano il riassorbimento dell’acqua nel tratto intestinale.
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Verbena odorosa (Lippia citriodora L.).
Arbusto o piccolo albero
originario del Sud America. L’infuso fatto con le sue foglie è delicatamente profumato di limone (da qui il nome di cedrina) per la presenza di olio essenziale ricco in limonene citronellolo e citrale. Da sempre è ritenuta una pianta sudorifera e antinfiammatoria, ma ha una blanda azione sedativa negli stati di ansia e di eccitazione nervosa. Viene spesso inserita in preparazione come correttore del sapore e aroma oltre che per le sue proprietà benefiche.
Chiodi di Garofano (Eugenia caryophyllata Thumb)Alberello tropicale dalle foglie profumatissime. I boccioli fiorali chiusi raccolti ed essiccati al sole sono detti: (chiodi) che contengono fino al 15-18% di olio essenziale che è costituito al 90% di eugenolo. Oltre che come aroma in cibi e bevande, l’olio essenziale è un odontalgico provato e possiede attività antisettiche dimostrate. È utile nella stasi intestinale in quanto previene i fastidiosi fenomeni fermentativi.
Cannella (Cinnamomum zeylanicum Nees.). La cannella, insieme al pepe, al chiodo di garofano e alla vaniglia, giungeva a noi dall’Asia attraverso la via delle spezie. Il nome è dovuto alla forma in cui si presenta la droga: delle piccole cannucce, ottenute dalla corteccia essiccata dell’albero della cannella. È ricca in olio essenziale costituito prevalentemente da aldeide cinnamica, sostanza attiva cui si devono le proprietà antisettiche e carminative. Una blanda azione astringente tempera l’azione catartica delle altre piante.
STIPSI O STITICHEZZA. Una corretta alimentazione e uno stile di vita appropriato sono alla base della prevenzione di molti disturbi intestinali. Di questi, uno dei più diffusi è la stipsi o stitichezza, un problema di cui soffre gran parte della popolazione dei paesi industrializzati, con punte del 50% tra i soggetti con più di 60 anni. In caso di stipsi abituale e ricorrente, il ricorso episodico ai Grani della Salus con funzione riequilibrante, può essere d'aiuto a questo fastidioso disturbo. Va comunque ricordato che una nutrizione bilanciata con il giusto apporto di fibre e di liquidi e alcune buone abitudini di vita, sono determinanti nel contrastare problemi intestinali come quello della stipsi. In casi più gravi, ma anche più rari, la stipsi è sintomo di un problema più serio che richiede l'intervento del medico.
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LE PIANTE UTILI PER I DISTURBI DELLA MENOPAUSA
ISOFLAVONI DI SOIA
In confezione da 60 compresse da 400 mg. MODALITÀ D’USO 1-2 compresse al dì lontano dai pasti
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELLA SOIA ISOFLAVONI Soya (Glycine max (L.) Merr.). In Asia è un alimento base e sembra proprio che grazie a questa particolare alimentazione che le popolazioni asiatiche siano meno soggette al carcinoma al seno e all’utero. Al di là del valore nutritivo, la soia contiene sostanze chimicamente classificate come “isoflavoni” ampiamente studiate per i loro effetti ormono-simili in grado di attenuare i disturbi associati al periodo della menopausa. Associati con altri estratti vegetali otteniamo un fitocomplesso capace di agire a più livelli, in particolare sia sulla componente psichica (tensioni, nervosismo) che funzionale (ritenzione idrica, tensione pelvica) in modo da esplicare un effetto risolutivo e duraturo.Utile può essere la contemporanea assunzione con Agnocasto composto.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA
Ortica (Urtica dioica L.). Nel bene e nel male l’ortica è una pianta che da sempre si è insediata vicino all’uomo, amando i siti fertili e freschi. Assieme allo spiacevole effetto irritante l’ortica ha proprietà estremamente diversificate. Contiene importanti quantità di aminoacidi essenziali, minerali e vitamine ed è una discreta pianta edule. Viene utilizzata come pianta remineralizzante, utile nel periodo della menopausa in cui la carenza di calcio determina problemi a carico dell’apparrato osteo-articolare.
Passiflora (Passiflora incarnata L.). Il suo fiore magnifico simboleggia la passione di Cristo poiché in esso sono visibili i segni della crocifissione: la croce, il pistillo, la corona di spine e i petali raggiati. È l’unica specie fra le molte passiflore che contiene flavonoidi e alcaloidi indolici, con spiccata azione calmante e antispasmodica. Il tono umorale è generalmente alterato nel periodo della menopausa, un suo riequilibrio diventa pertanto fondamentale e la passiflora può essere un valido aiuto nel trattamento di questi disturbi.
Salvia (Salvia officinalis L.). Il nome della salvia rappresenta l’alta considerazione che ne avevano gli antichi, che per primi l’hanno nominata pianta della salute (dal latino salveo: sto in salute) e la salvia possiede numerose proprietà, sia grazie agli oli essenziali sia ad altri metaboliti secondari. Ha un’azione antibatterica specifica verso lo Staphylococcus aureus, ma è anche un regolatore ormonale a funzione estrogenica tale da risultare utile nel periodo della manopausa. 60
LE PIANTE UTILI PER I GAS INTESTINALI
COLISALUS
In confezione da 50 opercoli da 310 mg. MODALITÀ D’USO 4-6 opercoli al dì
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELLE SINGOLE PIANTE Acidophilus La microflora intestinale costituisce una barriera protettiva nei confronti di virus, batteri e tossine. Supplementi nutrizionali costituiti da microbi vivi, restituendo e mantenendo una condizione di eubiosi intestinale, risultano dei rimedi particolarmente efficaci e in alcuni casi risolutivi di molti disagi che affligono la nostra salute. I lattobacillus acidophylus costituiscono i fermenti lattici più comuni e utilizzati per un fisiologico ripopolamento ed equilibrio della flora batterica endogena, l’associazione con piante carminative e digestive rende il preparato particolarmente indicato per attenuare tutti quei disturbi legati ad una cattiva digestione come gonfiore, senso di pesantezza e sonnolenza soprattutto post-prandiale. Finocchio (Foeniculum vulgare L.). Ortaggio e spezia nota sin dall’antichità, il finocchio è un’ombrellifera bienne o perenne tipica di tutto l’areale del mediterraneo. Delle varietà da seme (frutto) se ne conoscono tipi dolci, annuali, coltivati in Iran, Turchia a e Nord Africa e tipi amari o piccanti, poliennali, coltivati nei Balcani e in Russia. La differenza sta nel rapporto tra l’anetolo (dolce) e il fencone. Si aggiunge a cibi e tisane per le proprietà carminative, capaci di eliminare i gas intestinali.
Menta (Mentha piperita L.). La menta piperita è un ibrido ottenuto da Mentha longifolia, Mentha rotundifolia e Mentha aquatica, utilizzata anche in gastronomia, la pianta fornisce materia prima per l’industria liquoristica, in quanto gli estratti ottenuti dalle foglie esplicano attività “eupeptica”, cioè favoriscono la digestione. Inoltre tutti i testi più scientifici hanno dimostrato il suo effetto antinfiammatorio e spasmolitico, utile in ogni forma di colite intestinale.
Cumino (Cuminum cyminum L.).
Piccola ombrellifera erbacea, perenne, coltivata come spezia soprattutto nei paesi circummediterranei come Egitto, Turchia e Marocco. Il frutto essiccato, detto seme, è scuro e allungato, dotato di un profumo intenso ma non sempre apprezzato a causa delle aldeidi, sostanze chimiche responsabili dell odore tipico. L’uso tradizionale di questa spezia è legato alle sue proprietà carminative ed eupeptiche, capaci di eliminare i gas-intestinali
Carvi (Carum carvi L.).
Il carvi o cumino dei prati è un’ombrellifera bienne spontanea nelle Alpi. Le foglie sono fini ed esili, il culmo poco ramificato reca alla sommità un’ombrella candida. Il frutto è allungato e costoluto, contiene piccoli accumuli di olio essenziale responsabile dell’aroma. L’olio essenziale è ricco in carvone. In Nord Europa il carvi è una spezia tradizionale abbinata per le sue proprietà carminaive a cibi invernali, come fagioli, cavoli e carne suina. 61
LE PIANTE UTILI PER UN’AZIONE BALSAMICA
INALAROMA
In confezione da 30 ml. MODALITÀ D’USO 10-20 gocce su un fazzoletto per inalazione secche
PROPRIETÀ SALUTISTICHE DELL’ EUCALIPTO Eucalipto (Eucalyptus globulus Labill.) Sono stati piantati a migliaia nell’Agro Pontino ed in Maremma per bonificare le paludi malarigene. Le api bottinano intensamente l’albero durante la fioritura, trasferendo i principi balsamici (principalmente eucaliptolo) al miele prodotto. L’eucaliptolo ha note proprietà balsamiche, la combinazione con altre essenze naturali potenzia tale effetto donando un piacevole senso di freschezza decongestionando le cavità nasali.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Cipresso (Cupressus sempervirens L.). Benché associato nell’immaginario collettivo piuttosto superficiale, alla morte e al lutto, da sempre, questo nobile albero sempreverde simboleggia l’incorruttibilità e la resurrezione. È una pianta tipica del nostro paesaggio mediterraneo dove è apprezzato per l’aroma balsamico dovuto ai suoi pregiati oli essenziali.
Niaouly (Melaleuca viridiflora Solander ex Gaertn.). Piccolo alberello con foglie coriacee e fiori in spighe terminali verdi o rossi originario dell’Australia. Le foglie larghe e spesse hanno un profumo denso che ricorda l’eucalipto ed infatti l’olio essenziale, pur contenente sostanze caratteristiche, contiene fino al 60% di eucaliptolo. Le proprietà dell’olio essenziale sono balsamiche e antisettiche. Lavanda (Lavandula officinalis Chaix). Tutti conoscono il profumo impiegato in molte composizioni di cosmesi e saponeria. In natura cresce in alta montagna, mentre è coltivata sulle colline e gli altipiani prospicienti il mare del Sud della Francia. L’olio essenziale ricco di esteri inebrianti, è tradizionalmente impiegato per trattare stati tensivi e spasmi muscolari.
Timo (Thymus vulgaris L.).
Da sempre è una delle piante base coltivate nell’hortus simplicium, amato per la sua versatilità d’uso, da pianta da cucina fino a vero e proprio medicamento. Contiene oli essenziali ricchi in fenoli con azione batteriostatica e glicosidi flavonici. Gli si attribuiscono proprietà benefiche nelle patologie infettive sia leggere che gravi. Se ne usa la sommità fiorita e l’olio essenziale.
Menta(Mentha piperita L.). La menta piperita viene utilizzata in gastronomia e fornisce materia prima per l’industria liquoristica, in quanto gli estratti ottenuti dalle foglie esplicano attività “eupepetica”, cioè favoriscono la digestione. Inoltre la menta funge da correttore del sapore ed esplica un piacevole effetto balsamico, particolarmente efficace nei preparati utilizzati per favorire le funzionalità delle vie aeree. 62
LE PIANTE UTILI PER IL BENESSERE DELLA GOLA
ANGINOIL
In confezione da 30 ml. MODALITÀ D’USO 10-15 gocce in poca acqua al bisogno
PROPRIETA’ SALUTISTICHE DELLA LAVANDA Lavanda (Lavandula officinalis Chaix). Se non tutti conoscono questo arbusto argentato dai fiori in spighe blu, tutti o quasi conoscono il profumo impiegato in molte composizioni di cosmesi e saponeria. L’olio essenziale ricco di esteri inebrianti, è tradizionalmente impiegato per trattare stati tensivi e spasmi muscolari dovuti a nervosismo. Ha azione distensiva e lenitiva tale che combinato con altre essenze esplica un effetto protettivo a livello della cavità orale e delle prime vie aeree.
LE PIANTE PRESENTI NEL COMPOSTO CHE NE POTENZIANO L’EFFICACIA Santoreggia (Satureja hortensis L.). Pianta annuale domestica, detta santoreggia estiva, specie diversa dalla congenere S. montana L., perenne, nota come santoreggia invernale. Conosciuta come pianta carminativa, possiede un olio essenziale ricco in carvacrolo, con canfora e cineolo. Questo bouquet possiede note proprietà batteriostatiche e battericide (specie vs. Staphylococcus aureus) che la rendono un utile supporto nella difesa della gola nel periodo invernale..
Origano (Origanum vulgare L.). Si conoscono molte specie di origano. Oltre alle specie note come aroma da cucina, vi è questa specie dotata di aroma più leggero e complesso. Le sommità fiorite di colore rosato (nell’aromatico sono bianche) sono ricche di fenoli dalle proprietà antisettiche nei confronti di funghi e batteri, come quelli che si annidano nel cavo orale. Come la santoreggia, l’origano è una pianta essenzialmente ricca di carvacrolo e quindi sinergizza e completa la sua azione.
Timo (Thymus vulgaris L.). Quest’altra labiata completa la gamma delle essenze a carvacrolo e pertanto rafforza l’azione delle due precedenti. Nella prima metà del secolo scorso il fenolo derivato dall’olio essenziale rettificato (timolo) era l’unico è il più efficace disinfettante chirurgico. L’azione del timolo è efficace contro un’ampia gamma di microrganismi. Il timo ha anche riconosciute proprietà nel migliorare il tono della respirazione.
Mora (Rubus fructicosus L.) Gettare qualcosa ai rovi è disprezzare e abbandonare. E nell’abbandono infatti prosperano i rovi, ostili, salvo a fine estate darci i gustosi frutti neri. Ma le foglie e i giovani getti hanno interessanti proprietà benefiche. Le foglie dall’aroma leggero ma inconfondibilmente simile a quello del té verde, sono un rimedio tradizionale per le affezioni del cavo orofaringeo. 63
Elenco di altri prodotti con relative proprietà salutistiche
Per un migliore e appropiato utilizzo dei prodotti telefonare a 06-7100451
PRODOTTO
PROPRIETA’
CONFEZIONE
Favorisce il riequilibrio della flora batterica intestinale
50 opercoli da 400 mg. 2-4 opercoli al dì
Coaudiuvante fisiologico nelle diete ipocaloriche
100 compresse da 500 mg. 4-6 compresse al dì
Artiglio del Diavolo
Favorisce fisiologicamente il trofismo osteo-articolare
100 compresse da 400 mg. 4-6 compresse al dì
Bardana
Per il benessere della cute e degli annessi cutanei
100 opercoli da 380 mg. 4-6 opercoli al dì
Favorisce un fisiologico rilassamento
100 opercoli da 370 mg. 2-6 opercoli al dì
Favorisce fisiologicamente il trofismo osteo-articolare
100 compresse da 500 mg 3 compresse mattina e sera
Favorisce l’attività depurativa del fegato
100 opercoli da 350 mg. 4-6 opercoli al dì
Favorisce l’integrità e un effetto protettivo del fegato
100 opercoli da 400 mg. 4-6 opercoli al dì
Coaudiuvante fisiologico nelle diete ipocaloriche
100 compresse da 500 mg. 2-3 compr. prima dei tre pasti
Integratore indicato nel caso di fabbisogno di Cromo
60 compresse da 330 mg. 1-2 compresse al di ai pasti
Desmodio
Favorisce le attività metaboliche del fegato
100 compresse da 400 mg. 4-6 compresse al dì
Dolomite
Favorisce fisiologicamente il trofismo osteo-articolare
100 compresse da 500 mg. 2-4 compresse al dì
Echinacea
Favorisce le fisiogiche difese immunitarie.
50 compresse da 400 mg. 3-4 compresse al dì
Aiuta a ripristinare il tono psicofisico
100 opercoli da 320 mg. 2-4 opercoli al dì
Integratore indicato nel caso di fabbisogno di Ferro
60 compresse da 400 mg. 1-2 compresse al dì
Per favorire un fisiologico aumento dell’appetito
100 opercoli da 420 mg. 4-6 opercoli al dì
Favorisce l’eliminazione dei gas intestinali
100 opercoli da 320 mg. 4-6 opercoli al dì
Coaudiuvante nelle diete ipocaloriche
100 opercoli da 480 mg. 6-9 opercoli al dì
Favorisce fisiologicamente la microcircolazione periferica
100 opercoli da 350 mg. 4-6 opercoli al dì
Acidophilus Ananas
Biancospino Boswelia composta Carciofo Cardo Mariano Chitosano Cromo
Eleuterococco Ferro Fieno greco Finocchio Fucus Ginkgo Biloba
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PRODOTTO
PROPRIETA’
CONFEZIONE
Ginseng
Aiuta a ripristinare il fisiologico tono psico-fisico
100 compresse da 400 mg. 2-6 compresse al dì
Glucomannano
100 opercoli da 500 mg.2-3 opercoli prima dei tre pasti
Guaranà
Per facilitare il conseguimento della sensazione di sazietà Favorisce un effetto energizzante e rinforzante
Iperico
Aiuta a ripristinare il fisiologico tono dell’umore
100 opercoli da 320 mg. 1 opercolo al dì
Klamat e acerola
Integratore naturale di proteine vitamine e minerali..
120 compresse da 380 mg. 6-9 compresse al dì
Maca
Ricostituente ed energizzante, ad alto valore tonificante
100 compresse da 500 mg. 4-6 compresse al di
Magnesio
Integratore indicato nel caso di fabbisogno di Magnesio
60 compresse da 600 mg. 2-4 compresse al dì
Per favorire le funzioni fisiologiche dell’organismo.
In soluzione idroalcolica da 100 ml. 80-100 gocce di estratto diluite in poca acqua 2-3 volte al dì lontano dai pasti
Mirtillo
Favorisce la fisiologica attività circolatoria di vene e capillari
100 compresse da 400 mg. 4-6 compresse al dì
Natural c
Integratore indicato nel caso di fabbisogno di Vitamina C.
50 compresse da 400 mg. 1-2 compresse al dì 60 ml. Applicare una o due volte al dì sui capelli asciutti
Mirra composta
Pidoil
Repellente per i parassiti del cuoio capelluto
100 compresse da 550 mg. 4-6 compresse al dì
L’apporto di fibre naturali aiuta il fisiologico transito intestinale
100 opercoli da 460 mg. 2-3 opercoli prima dei tre pasti
Favorisce le naturali difese dell’organismo
50 compresse da 400 mg. 3-4 compresse al dì
Ribes nigrum
Favorisce le finzioni fisiologiche del sistema immunitario
30 ml. 20-30 gocce in poca acqua 2-3 volte al dì
Rosa Canina
Integratore indicato nel caso di fabbisogno di Vitamina C.
100 opercoli da 410 mg. 4-6 opercoli al dì
Per un effetto tonico-adattogeno
50 compresse da 400 mg. 2-3 compresse al dì
Favorisce l’equilibrio del sistema immunitario
100 opercoli da 350 mg. 3-4 opercoli al dì
Valeriana
Favorisce un fisiologico effetto rilassante
100 opercoli da 400 mg. 2-6 opercoli al dì
Zinco
Integratore indicato nel caso di aumentato fabbisogno di Zinco
60 compresse da 400 mg. 1-2 compresse al dì
Plantago Propoli
Rodiola Rosea Uncaria Tomentosa
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INDICE DEI RIMEDI PER MIGLIORARE IL VOSTRO BENESSERE PER DEPURARE IL FEGATO.....................................................Pag. 4 – 64 PER RIGENERARE IL FEGATO..................................................Pag. 4 - 21 - 64 PER IL GONFIORE INTESTINALE..............................................Pag. 6 – 61 PER IL BENESSERE DELL’INTESTINO.........................................Pag. 46 – 6 PER IL TRANSITO INTESTINALE...............................................Pag. 58 PER I GAS INTESTINALI........................................................Pag. 61 - 6 PER IL RIEQUILIBRIO DELLA FLORA BATTERICA INTESTINALE..........Pag. 64 PER LA CIRCOLAZIONE.........................................................Pag. 8 - 51 - 64 PER LE VIE URINARIE...........................................................Pag. 10 PER LA PROSTATA...............................................................Pag. 12 PER IL CICLO MESTRUALE.....................................................Pag. 14 PER LA MENOPAUSA............................................................Pag. 16 - 60 PER IL RILASSAMENTO.........................................................Pag. 18 -20 - 65 PER FAVORIRE IL SONNO......................................................Pag 18 - 20 - 65 PER LA PRESSIONE..............................................................Pag. 19 PER IL BENESSERE DELLO STOMACO........................................Pag. 24 PER MIGLIORARE LA DIGESTIONE............................................Pag. 26 PER IL PESO IN ECCESSO......................................................Pag. 36 - 50 PER IL METABOLISMO DEGLI ZUCCHERI.....................................Pag. 38 PER ATTENUARE IL SENSO DELLA FAME....................................Pag. 65 PER DEPURARE L’ORGANISMO................................................Pag. 4 - 21 - 28 PER ELIMINARE I LIQUIDI IN ECCESSO.......................................Pag. 22 PER L’APPARATO OSTEO ARTICOLARE......................................Pag. 40 - 56- 64 PER LE TENSIONI DELLA TESTA..............................................Pag. 44 PER IL BENESSERE DELLA CUTE E ANNESSI CUTANEI.....................Pag. 64 PER INTEGRARE LE CARENZE ALIMENTARI.................................Pag. 52 PER IL BENESSERE PSICOFISICO..............................................Pag. 54 PER FAVORIRE LE NATURALI DIFESE DELL’ORGANISMO.................Pag. 65 PER IL SISTEMA IMMUNITARIO................................................Pag. 48 - 64 PER L’APPARATO RESPIRATORIO.............................................Pag. 30 - 32 - 34 PER I DISTURBI DA RAFFREDDAMENTO.....................................Pag. 32 - 34 PER L’APPARATO BRONCHIALE...............................................Pag. 34 -32 PER UN’AZIONE BALSAMICA..................................................Pag. 62 PER IL BENESSERE DELLA GOLA..............................................Pag. 63 PER AUMENTARE LA RESISTENZA ALLA FATICA............................Pag. 52 - 65 PER L’ENERGIA FISICA E MENTALE...........................................Pag. 42 - 52 -54 PER FAVORIRE IL TONO DELL’UMORE.......................................Pag. 65
Note
Note