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Dono&Vita Settembre2019

Dono&Vita

Grazie, Avisini!

Quanti siamo, dove siamo quanto doniamo... Dati ufficili REGIONALI e NAZIONALI al 31 dicembre 2018

La Redazione di Dono&Vita è SEMPRE a disposizione di tutti i lettori. Questo per quanto riguarda i CONTENUTI del periodico. Potete quindi sempre telefonarci o inviare mail, ma NON per comunicare alla REDAZIONE cambi di indirizzo, disdette di copie doppie in famiglia, ecc. Tali dati vanno comunicati DIRETTAMENTE alla propria Avis comunale che provvederà ad aggiornare l’indirizzario soci. Cambi indirizzo, più copie in famiglia, ecc... CHIAMATE LA VOSTRA AVIS!

Sommario

L’EDITORIALE · Difendere l’ambiente si può, partendo da tutti e da ciascuno pag. 4 LA PAGINA DEL DIRETTORE · Un filo rosso scorre da vena e da mente a... mente pag. 5 ATTUALITÀ TRASFUSIONALE · Un trend abbastanza positivo questa estate, salvo eccezioni pag. 6 ATTUALITÀ · Continuano i problemi a Verona per il calo di medici e donazioni pag. 8 · Anche dal Patriarca di San Marco l’appello a donare sangue pag. 9 REGIONE: CRAT · Cambio della guardia: dopo 18 anni di Breda, arriva Roveroni pag. 16 · Un trasfusionista al timone, il percorso del dott. Roveroni pag. 17 ETICA E DONO: INCHIESTA · Doni veri e doni “egoistici”, partendo dall’inizio della Vita pag. 10 · Banche private: vietate in Italia, floridissime all’estero pag. 12 · Perle legate da un unico filo, Goisis e la circolarità del dono pag. 13 ETICA E DONO: TESTIMONIANZE · S’irradia pian piano in tutto il corpo, torna il respiro, torna la vita pag. 14 · Leandro: un donatore “d’altri tempi”, ma ancora attualissimo pag. 15

RISO FA BUON SANGUE · Stagione ancora di successo con gran finale a Cologna Veneta pag. 23 STORIA DI UN PERIODICO/3 · Continua l’epopea di un’Avis in prima linea e del suo periodico pag. 24 REGIONALE E... OLTRE · Gruppo centro medicina e Avis collaborazione fra spot e testate pag. 18 · Progetto ‘Io Valgo’ in marcia, già coinvolte numerose aziende pag. 18 · Settembre, riparte la scuola e il Progetto di Avis regionale pag. 19 AVIS GIOVANI/SCUOLA · Partita la scuola di formazione interregionale con Hackathon pag. 20 · Salzano: ricordo di un grande Maestro... di Pace pag. 21 · I magnifici 30 dell’Itc “Marie Curie” di Bussolengo, Verona pag. 21 · Per il 50° di una piccola Avis si coinvolge un’inytera comunità pag. 22 · Fai un anno di Servizio civile in Avis! Dieci sedi in Veneto pag. 22

AVIS & SPORT · Alla Regata storica di Venezia una grande “vetrina” per l’Avis · Verona: contro la violenza le donne danno di pagaia · I mini rugbysti della provincia di Verona tutti assieme con Avis

pag. 26 pag. 27 pag. 27

AVIS SU DUE RUOTE · Dall’estremo nord all’estremo sud, l’Italia è unita... dall’Avis pag. 28 · Sempre dalla Marca un altro atleta su due ruote gira l’Australia pag. 29

Dono&Vita Anno XLI - n° 3 - settembre 2019 Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

TIRATURA E DIFFUSIONE: 101.000 copie Distribuzione gratuita ai soci Avis-Abvs del Veneto e alle 3.400 sedi Avis comunali, provinciali, regionali in Italia.

Editore - Segreteria - Amministrazione AVIS Regionale via Ospedale, 1 - 31100 Treviso tel. 0422 405088 - avis.veneto@avis.it

REDAZIONE Via Ospedale, 1 - 31100 TREVISO - tel. 0422 252892 Cell. 335 6804120 - 320 4784832 e-mail: redazione.dono-vita@avis.it

Presidente Avis Regionale Veneto e Direttore Editoriale: Giorgio Brunello

Direttore Responsabile: Beppe Castellano - b.castellano@avis.it Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - m.rossato@avis.it Responsabile stampa associativa: Luigi Piva

Redattori responsabili per le provinciali AVIS-ABVS BELLUNO: Barbara Iannotta, Giulia Frigimelica; PADOVA: Roberto Sartori; ROVIGO: Gianluca Munegato, Giovanni Chioldin; TREVISO: Paolo Dussin, Paolo Zanatta; VENEZIA: Giorgia Chiaro, Dario Piccolo, Manuela Fossa, Silvano Vello; VERONA: Mario Lappa, Nereo Marchi. VICENZA: Enrico Iseppi.

Hanno collaborato a questo numero: Agathe Wakunga, Giovanni Lenzo, Giuseppe Goisis, Elena Galbiati, Alberto Argentoni, Enrico MIchieletto, Ufficio stampa Riso Fa Buon Sangue, Marco Ceotto, Vanda Pradal, Laura Zanardo, Sergio Bazzerla, NIcola Baldin.

Contributi fotografici©: Archivio Beppe Castellano, Barbara Iannotta, Michela Rossato, Leonardo Castellano.

Idea Grafica: Sara Pinali - Chiara Ridolfi - Verona Impaginazione: Art&Media-Castelfranco Veneto (TV) Ottimizzazione immagini: Opero srl - Verona Stampa: Elcograf - Verona Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR)

Chiuso in redazione il 12 settembre 2019. Il prossimo numero uscirà a settembre 2019. IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASO ENTRO IL 30 ottobre 2019.

Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO&VITA, Via Ospedale, 1 31100 TREVISO - mail: redazione.dono-vita@avis.it

Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE.

Copertina: Foto Beppe Castellano

LE SETTE SORELLE · Treviso da pag. 30 · Padova da pag. 32 · Vicenza da pag. 34 · Venezia da pag. 36 · Rovigo da pag. 40 · Verona da pag. 43 · Belluno da pag. 46

L’EDITORIALE Etica del donare, un antidoto a superficialità e disinteresse

di Giorgio Brunello presidente Avis regionale

Perché parlare di responsabilità ed etica del dono oggi? Ci guardiamo intorno e vediamo che si sta andando verso tutt’altra direzione: superficialità, disinteresse, nessuna attenzione per i deboli, sopraffazione fisica e verbale.

Etica va di pari passo con responsabilità e con il senso civico. È di questi giorni la notizia che è stata rinviata la decisione del Ministero di reintrodurre l’educazione civica nelle scuole, ci rammarichiamo di questa decisione. Avis da tantissimi anni, promuove la partecipazione, la cittadinanza attiva, il senso civico, l’altruismo, il dono e ovviamente la donazione di sangue. Lo fa in quasi 3.000 classi coinvolgendo più di 70mila studenti. Lo ribadiremo nelle sedi opportune perché è ciò che deve fare il volontariato: se una cosa non la fa il pubblico, la fa il volontario.

Con il progetto nazionale “Best choice” di cui siamo capofila, con questo anno scolastico lavoreremo assieme alla Regione nell’educazione tra pari. Saranno coinvolti 3.000 studenti per sensibilizzare iN “colleghi” a stili di vita sani. Parteciperemo anche noi a coinvolgere loro e altri giovani di molte scuole venete perché realizzino strumenti efficaci di comunicazione ai loro compagni sullo stesso tema. È un grande impegno, ma contiamo di contribuire alla sensibilizzazione dei giovani su prevenzione e benessere. Ma è questa la nostra missione: agire a favore dei deboli e della comunità, ma anche tutelare i diritti.

Abbiamo deciso di approfondire in questo numero proprio l’etica, soprattutto quella del dono; perché è nei fondamentali di chi fa il volontario. Ti coinvolge nel pensiero e nell’azione, dà senso al nostro

agire a quotidiano a favore degli altri, se non fossimo guidati dallo spirito etico tutto sarebbe vuoto e vano. Semplifico il pensiero del prof. Giuseppe Goisis (troverete la sua intervista con il direttore a pag. 13): “Senza spendersi per gli altri, soprattutto gli ultimi, si scivola inevitabilmente nella barbarie”. E ancora “siamo perle legate a un unico filo, se lo spezziamo siamo destinati a scomparire soli… c’è una maggioranza che ha speranza ed è in attesa, pensando che non si può andare avanti così, il volontariato può motivare le coscienze”.

Lo sappiamo bene che volontariato non è solo prestare gratuitamente il proprio tempo per gli altri, cosa di per sé meritoria. Il volontario costruisce comunità, deve battersi per i diritti degli ultimi, di chi è più debole, per dare maggior senso alla nostra vita. In un recente incontro con le grandi associazioni di volontariato e i coordinamenti provinciali del volontariato veneto, è stato ribadito il ruolo di advocacy del volontariato, nel significato che vi attribuisce il prof. Stefano Zamagni: “La concezione del Terzo Settore come complesso di istituzioni per accrescere la dotazione di capitale sociale, per rafforzare le azioni di advocacy (patrocinio) a tutela dei diritti di cittadinanza”.

E allora tremano i polsi quando vediamo le donazioni che calano e qualche ammalato non può essere curato perché manca il sangue. È inconcepibile per noi volontari!

Le storie che troverete in queste pagine sono esemplari. Come quella di Agathe che è “di casa” in ospedale, che ci scrive e ringrazia i donatori e poi racconta che nel suo paese di origine, il Congo, dove per avere sangue bisogna pagarlo o

chiederlo ai parenti; una prassi presente in molti altri paesi del mondo. In Italia questa battaglia è stata vinta da tempo e la donazione è sempre gratuita. Per tutti. Per questo ci siamo impegnati a sostenere la donazione gratuita e volontaria nei paesi dell’America latina dove sono nate associazioni analoghe a Avis

E il sangue donato è “benzina” anche per Leandro con le sue 200 donazioni, il Lazzaro della Giudecca a Venezia: “gratuità sempre”, afferma. Storie di vita che devono farci riflettere per dar forza a tutti coloro che agiscono concretamente per la salute degli ammalati, ma sanno anche essere dalla parte di chi ha bisogno. Siamo testimoni di un mondo che può migliorare e questo è il messaggio da dare soprattutto ai più giovani. Non lasciatevi trascinare da chi vi dice che non c’è nulla da fare, che bisogna guardare ai propri interessi, al proprio star bene. Operate invece a favore dei più deboli, dei malati, dell’ambiente, della cultura. Chi dona sta meglio ed è più felice, è più bello dare che ricevere. Beh... ovviamente buona donazione a tutti.

LA PAGINA DEL DIRETTORE Un filo rosso scorre da vena a vena e da mente a... mente

di Beppe Castellano

C’è un bellissimo “filo rosso”, in questo numero che unisce ogni pagina, a partire da queste prime due. Dagli articoli “tecnici”, sulla situazione trasfusionale non solo locale e regionale, agli allarmi che spuntano qua e là per il Veneto. Dalle “imprese” sportive che attraversano l’Italia partendo dal nostro Veneto, alle innumerevoli iniziative che uniscono idealmente tutto il nostro variegato mondo di volontariato a favore di chi più ha bisogno. Come sempre è o dovrebbe essere in Avis, senza fare alcuna distinzione di età, sesso, idee e convinzioni politiche, etnia o classe sociale. Non è lo Statuto, soltanto, a imporlo, ma la stessa etica del dono volontario e gratuito. Etica! Un concetto, un termine, una

parola, forse, si sta sfilacciando e perdendo significato nella nostra società. Sono tempi in cui sembrano sempre più vincenti l’individualismo, il tornaconto economico, la “difesa” a oltranza e a volte becera del proprio “orticello” ben recintato e chiuso all’altro. Il “cuore” di questo numero l’abbiamo voluto dedicare proprio all’etica del dono gratuito, partendo da quello che si può donare appena si vede la luce. E dalle storture che la continua rincorsa al profitto - del tutto antitetico con lo spirito avisino - può produrre. Ecco quindi un ampio spazio dedicato alle banche cordonali, fonte di vera “Vita”, tramite le cellule staminali donate a... sconosciuti. Un settore che, purtroppo, sta diventando sempre più “mercato”

anche attraverso dubbie operazioni di marketing - da parte di Banche private di cordone, pur vietate in Italia per legge - basate su presunte prove scientifiche. Insieme a questo il “filo rosso” continua con un approfondimento filosofico, grazie ad una chiacchierata con il Prof. Giuseppe Goisis. Filo rosso che si conclude, per quanto riguarda le pagine su “Etica e dono”, con due testimonianze. Storie di due vite diversissime, di culture, etnia ed età agli... antipodi. Storie di vita sì contrapposte, ma indissolubilmente unite da quel liquido rosso donato e ricevuto. In uno scambio continuo di “dono”. Il dono che fa rifiorire la vita “fisica” in chi ne ha bisogno, ma che nutre la vita interiore di chi dona, senza chiedere. Voi...

Una lettera scritta col cuore che diventa “storia da copertina”, grazie a te Agathe!

Carissimi donatori, associazioni, ricercatori… in occasione del decimo anniversario della giornata mondiale della drepanocitosi del 19 giugno io Aghate, che ne sono affetta, colgo l’occasione per ringraziare di cuore il vostro atto di generosità.

Il vostro è un dono vitale che non ha prezzo. Le vite che salvate sono tante e io ne faccio parte.

Mi chiamo Aghate Wakunga, ho 39 anni e soffro di drepanocitosi. È la prima malattia genetica del sangue al mondo per numero di malati, tutt’ora sconosciuta a tanta gente, compresi anche molti professionisti della salute. È una malattia dell’emoglobina che affetta i globuli rossi provocando una malformazione, perciò è anche chiamata anemia falciforme. Questa breve spiegazione, non fa capire davvero cos’è! La

drepanocitosi è invalidante e porta a convivere con diverse difficoltà: carenza di ossigenazione nell’organismo e nei tessuti, dolori atroci in tutto il corpo e soprattutto nelle articolazioni. Questo porta a non essere capaci di muoversi autonomamente. Sono necessarie quindi terapie antalgiche e frequenti trasfusioni sanguigne per riossigenare l’organismo e provare a diminuire i dolori. Donatori di sangue, associazioni di sostegno e di ricerca, siete degli Eroi per me e per chi come me soffre di malattie genetiche o autoimmuni che rendono la nostra vita doppiamente faticosa. Con il vostro dono, ho la speranza di vedere crescere mio figlio, ho la forza di andare a lavoro e affrontare i problemi di tutti i giorni. Sono assistita dall’AIL Treviso, ospedale di Ca’ Foncello, fisicamente, moralmente e psico

logicamente. Voi donatori aiutate me e la mia famiglia a vivere con un po’ più di coraggio con questo male che ci mette alla prova nel nostro quotidiano. La drepanocitosi è una malattia senza cure ad oggi. Le notizie delle ricerche che avanzano ci danno speranza di credere in un futuro senza tanti dolori, se non per me, almeno per chi verrà dopo. Vi prendete a cuore il nostro caso, e la vostra presenza al nostro fianco ci da coraggio. Possiamo affrontare le nostre molteplici crisi. Il vostro dono ha un valore inestimabile, un valore infinito. E noi riceviamo forza infinita, coraggio infinito, speranza infinita, amore infinito, vita infinita... E voglio gridarlo forte, che il mondo e l’universo intero lo senta!

Grazie eroi della mia vita! Lotterò e non vi deluderò!

Aghate Wakunga

ATTUALITÀ TRASFUSIONALE Un trend abbastanza positivo questa estate, salvo eccezioni

di Giovanni Lenzo, direttore sanitario Avis Veneto

L’estate 2019 non ha presentato particolari criticità sia in Veneto sia a livello nazionale. Questo eccettuate le province di Verona e Venezia di cui riferiamo nelle pagine seguenti. Per quanto riguarda Avis, nonostante le meritate ferie estive, i nostri donatori non si sono dimenticati di effettuare la donazione contribuendo a ridurre le criticità con cui ogni anno nei mesi estivi dobbiamo convivere. Sempre più l’andamento della raccolta si allinea senza avere picchi o cali in particolari momenti dell’anno.

L’utilizzo accurato e un buon sistema gestionale di scambio interregionale permettono di ottimizzare la risorsa sangue, razionalizzando l’utilizzo ed evitando ci siano delle sacche che vadano in scadenza per mancato impiego. Il dato consolidato indica che a fine luglio 2019 i donatori iscritti all’Avis hanno effettuato 283 donazioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2018. Il dato però va completato da quello che era il risultato dei primi sei mesi dove la differenza fra il 2019 e il 2018 evidenziava un segno negativo di ben 2013 sacche. In un solo mese abbiamo recuperato 1731 donazioni nel confronto con il 2018 e il mese di agosto, pur con dati incompleti, fa ben sperare che si possa raggiungere e superare quanto raccolto nel 2018 come sangue intero.

Il trasfuso a fine giugno è in Veneto in controtendenza rispetto al resto d’Italia e d’Europa in quanto vede un segno positivo +1.6%. Questo dato deve esser solo un ulteriore stimolo a continuare nella nostra mission e testimonia la competenza e le alte performance degli ospedali Veneti riconosciuta sia in Italia che all’estero

La raccolta di plasma resta in flessione -2.16% rispetto al 2018 sebbene poi il plasma conferito all’industria farmaceutica nei primi sette mesi sia superiore a quello conferito nel 2018: 54.471 Kg contro i 53.276 Kg dello scorso anno. La linea di tendenza indica che l’obiettivo sarà raggiunto non solo in Veneto, ma in tutte le regioni del Naip di cui il Vento è capofila.

Resta purtroppo aperto il problema dei nuovi iscritti che, seppure con dati non completi, indica che ci sarà a fine anno una ulteriore flessione legata in parte all’andamento demografico, ma anche alla poca consapevolezza di quella che è la situazione trasfusionale. Il sistema sangue oggi, seppur con le note positive su esposte, è ancora in una situazione di forte criticità, legata al fatto che i globuli rossi sono elementi labili che hanno breve durata.

Deve pertanto essere garantita una costante e continua raccolta che non crei momenti di eccesso e momenti di crisi. Gli uffici di chiamata Avis organizzati e gestiti da personale sempre più formato e competente stanno lavorando in tal senso per garantire la continuità della raccolta in tutti i 365 giorni dell’anno.

Le Aziende sanitarie in crisi di personale non sempre riescono a garantire orari di apertura adeguati,

l’utilizzo di giovani medici selezionatori in parte contribuisce a tenere sotto controllo la situazione. Nei prossimi anni è però destinata a criticità non solo nella raccolta, ma soprattutto nella distribuzione del sangue che è consentita solo a medici specializzati e strutturati.

Altro tema importante in cui ci stiamo impegnando in sinergia con le aziende ospedaliere è la fidelizzazione dei nostri Soci. Troppi ne perdiamo fra il momento dell’idoneità e quello della seconda o terza donazione. Alcune iniziative sono già in essere ed altre troveranno spazio entro l’anno e per tutto il 2020.

Continueremo a vigilare negli opportuni tavoli tecnici affinché lo sforzo profuso ci consenta di continuare a garantire il fabbisogno interno e contribuire in modo significativo al fabbisogno nazionale. Nelle tabelle: in blu il 2018.

Bene pure gran parte dell’Italia, ma grave è la carenza di medici

Un’estate senza gravi emergenze sangue in Italia. Anche nel 2019 si conferma il trend positivo che aveva caratterizzato i mesi caldi del 2018, pur in presenza di alcune criticità, come quelle di Roma e Napoli.

Secondo i dati riportati dal Centro Nazionale Sangue nei mesi di luglio e di agosto 2019 sono state 4.421 le richieste di sacche di sangue attraverso la bacheca Sistra, il Sistema Informativo dei Servizi Trasfusionali attraverso cui viene gestita la compensazione interregionale. Si tratta di 410 unità in meno rispetto all’an

no precedente, (corrispondente a una diminuzione di circa il 10%) che aveva registrato a sua volta un netto calo rispetto al 2017 (-8.811 emazie). Continua quindi il trend positivo per i mesi estivi, tradizionalmente i più delicati per il sistema sangue. Una conferma estiva che fa il paio con i risultati migliori ottenuti dal sistema sangue nei mesi di gennaio e febbraio 2019, mesi in cui si registrano solitamente carenze legate soprattutto al picco influenzale.

“È un dato positivo - commenta il direttore del Centro nazionale

sangue Giancarlo Liumbruno - il cui merito va ascritto alla grande generosità dei donatori, che hanno risposto ai numerosi appelli di andare a donare prima delle ferie”.

L’attività di raccolta associativa è strategica, vale un terzo del sangue raccolto (circa un milione di unità) ed è indispensabile per poter assicurare quotidianamente la terapia trasfusionale a oltre 1.800.000 pazienti e i medicinali plasmaderivati a migliaia di altri.

Sottolineata, in particolare, l’ormai cronica carenza di medici che operano nei Centri trasfusionali.

Continuano i problemi a Verona per il calo di medici e donazioni ATTUALITÀ

di Beppe Castellano

L’allarme è stato lanciato dall’Avis provinciale di Verona il 5 settembre: “Le donazioni stanno subendo una contrazione e sono in calo di circa il 2% a fronte di un aumento della domanda da parte degli ospedali del 3,1%”. Per una serie di ragioni note all’associazione, come il cambiamento degli stili di vita, il minor numero di donazioni pro capite ma, soprattutto, per la mancanza di medici nei Centri trasfusionali sia a livello locale che regionale e nazionale.

“Ciò ha causato nella provincia veronese la chiusura temporanea delle tre Unità di raccolta sangue di Caprino Veronese, Isola della Scala e Villafranca - ha detto la presidente dell’Avis provinciale Michela Maggiolo - La nostra mission è quella di sensibilizzare i cittadini al dono del sangue e di incalzare i donatori per

ché si rechino a donare e supportino con noi la sanità, ma ciò deve essere supportato da un sistema che funzioni”. Altrimenti le donazioni non bastano. Sono stati snocciolati anche molti numeri, presenti la dott.ssa Denise Signorelli, direttore sanitario Ulss 9 Scaligera e il dott. Fausto Bressan del Ct di San Boni

facio e Borgo Roma.

In particolare la dottoressa Signorelli ha sottolineato come nell’ultimo anno ben sei medici del Dimt siano andati in pensione senza che potessere essere sostituiti.

“È un problema che non riguarda solo Verona - ha detto la dottoressa Signorelli (foto a sinistra) - ma tutta la regione e il Paese, quello della mancanza di medici. In Veneto, negli ultimi mesi, sono stati effettuati 5 concorsi per nuove assunzioni di trasfusionisti, solo uno a Belluno è andato a buon fine. Gli altri, di cui uno a Verona e tre a Vicenza sono andati praticamente deserti. Si sta cercando di ovviare alla cronica carenza di medici - ha continuato Denise Signorelli - con neo laureati che dopo opportuno corso possano fare servizio nei CT in libera professione, magari affiancati da “tutor” esperti come i medici appena andati in quiescienza.

Con la chiusura temporanea dei tre Centri di raccolta, comunque, è stato sottolineato come si siano persi 70 giorni di apertura. Tutto questo in una provincia dove: “Gli

ospedali sono un’eccellenza a livello nazionale - ha sottolineato il dottor Bressan (foto sotto)- per la chirurgia e i trapianti di organi .

È sede anche delle due più importanti cliniche private specialistiche di Negrar e Peschiera. Tutto ciò richiede almeno 200 sacche di sangue al giorno, laddove il sistema veronese riesce a garantirne una media di 180”.

Il sangue che manca deve provenire da altri centri del Veneto, ma anche del Trentino questa estate.

Da gennaio a giugno del 2018, quindi, le unità di sangue donate sono state 26.901 mentre quest’anno, nello stesso periodo, sono state 26.491 (–410). In calo anche le donazioni di plasma, –4,2% (sono passate da 5496 nel 2018 e 5267 nel 2019). Il sangue trasfuso, sempre nei primi sei mesi, invece, ha avuto un sensibile aumento: 28.554

unità nel 2018 e 29.425 nell’anno in corso +3,1%.

Solo l’Avis provinciale di Verona, che conta circa 21mila donatori nella provincia veronese, ha riscontrato, nei primi sette mesi, –758 donazioni di plasma e sangue rispetto allo stesso periodo del 2018.

E così, pur essendo quella di Verona la provincia in cui già si dona

molto (57 donazioni per 1000 abitanti) il sangue non basta, perché è anche quella in cui i consumi sono molto elevati. E sono costantemente cresciuti negli ultimi anni. Nel 2018 a fronte di 53.000 donazioni di sangue intero raccolte, ne sono state trasfuse 57.000.

Quelle occorrenti sono arrivate da altre province del Veneto e la Regione ha stabilito che alcuni dipartimenti, come ad esempio Treviso, aiutino Verona. Questo aiuto esterno non ha un costo per la provincia di Verona, perché è all’interno del finanziamento regionale dell’attività trasfusionale, ma se la provincia di Treviso dovesse calare la raccolta? Nel corso della conferenza stampa è stata presentata anche la campagna promozionale di Avis provinciale - illustrata dall’ideatrice Elena Fattorelli e della quale riferiamo a pagina 43.

(Foto di Leonardo Castellano)

Anche dal Patriarca di San Marco appello a donare sangue

AVenezia, altra provincia che quest’anno è in sofferenza sangue è sceso in campo anche il Patriarca Francesco Moraglia. Ha diffuso un appello a mezzo stampa, dopo essere venuto a conoscenza di dati e statistiche sull’andamento della raccolta presentati dall’Avis comunale di Venezia.

“Donare il sangue è gesto prezioso di solidarietà, forma concreta di carità, atto di grande valore civile; auspico che entri tra gli indicatori della qualità della vita di un territorio”. Oltre a garantire la collaborazione della chiesa locale, il Patriarca ha voluto lanciare un appello diretto alla comunità locale, ma con un valore universale, in grado di toccare le coscienze al di là di ogni credo.

“L’estate può risultare un tempo particolarmente favorevole, visto anche il grande afflusso di turisti, per compiere un gesto prezioso e talora così necessario per salvare vite umane: donare un

po’ del proprio sangue è venire personalmente incontro alle esigenze di fratelli e sorelle in umanità. È un gesto, per certi versi, semplice, ma ricco di grande sensibilità che rappresenta un modo di comprendere sé e gli altri dicendo, concretamente, che l’altro mi appartiene anche se personalmente non lo conosco. In questo atto c’è un insieme di significati: solidarietà, senso civico, voglia di condivisione, carità cristiana. È, insomma, un gesto che dice “umanità”. Raccolgo perciò volentieri l’appello accorato dell’Avis di Venezia e invito le persone - che, per età e salute, possono rendersi

disponibili - a prendere in considerazione tale bel gesto, ripetendolo a scadenza fissa. Ricordo che la scorta di sangue è garanzia per tutti e dice il grado del nostro essere comunità.

Donare il sangue può forse costare eppure tale atto ha una ricaduta positiva nella vita non solo fisica delle persone ma in quella spirituale. Auspico, quindi, che il dono del sangue possa essere considerato tra gli indicatori della qualità di vita di un territorio. Doniamo con generosità poiché troppo grande è la necessità del sangue”. Davide Dal Negro

Doni “veri” e doni “egoistici”, partendo dall’inizio della Vita ETICA E DONO: INCHIESTA

di Beppe Castellano

La raccolta e conservazione dello SCO (acronimo che sta per Sangue da Cordone Ombelicale) sono anch’esse prerogative e responsabilità del Servizio trasfusionale pubblico. È una forma di donazione estremamente carica di significati etici e simbolici. Non costa assolutamente nulla, il cordone ombelicale all’atto della nascita di ognuno di noi era stato sempre “buttato via”, dopo il parto. Oggi l’uso delle Cellule staminali emopoietiche di cui è ricchissimo lo SCO, è ormai una preziosa realtà terapeutica per molti pazienti con diverse patologie del sangue. E non solo. Al di là delle questioni puramente tecniche e sanitarie, con cui potremmo riempire pagine e pagine, per noi sono le testimonianze dirette quelle che contano. Ne abbiamo raccolta una. È di una madre che 5 anni fa ha voluto - in Veneto - raccogliere l’invito della sua ostetrica e del suo medico di donare il sangue cordonale. La chiameremo

Donata. Da avisina qual’è ha voluto mantenere l’anonimato.

“Durante la gravidanza sono stata informata sulla possibilità di donare. Avevamo già letto qualcosa, con mio marito donatore, da qualche

parte. Se non sbaglio, proprio sul giornale Avis - ci racconta Donatta - Nel reparto maternità dove ho partorito erano per fortuna attrezzati. La nascita di mio figlio è stata un’emozione fortissima, una gioia immensa. Ma in più abbiamo avuto la conferma e la gioia supplementare che, parte di quello che avevo condiviso per 9 mesi col mio bimbo, avrebbe potuto forse salvare un altro bambino da qualche parte nel mondo”. Il cordone di Donata e di suo figlio, quindi, era stato regolarmente validato e “bancato” in una delle tre banche di SCO venete: Padova, Treviso, Verona. Insieme le banche di cordone nostrane (vedi tabella in alto) raccolgono quasi il 10% del totale di sangue cordonale “pronto all’uso”. 36.370 sono infatti i cordoni raccolti e bancati nelle 18 banche di tutta Italia al 31 dicembre 2018. Sono custoditi con tutti le stringenti procedure previste dalla legge, in attesa di un ricevente cui “ri-

dare la vita”. Già quasi un migliaio (vedi accanto), tra l’altro, sempre secondo il registro IBMDR di Genova (lo stesso che raccoglie i dati HLA dei potenziali donatori di sangue midollare) sono state le unità rilasciate in questi anni, di cui 38 nel 2018. Il registro IBMDR “fa rete” con gli omologhi pubblici di tutto il mondo, Gran parte delle unità di SCO sono finite in Europa, un terzo circa è stato inviato in altre parti del mondo. Ad altri bambini, ma anche adulti in limitati casi, cui hanno salvato la vita oppure contribuito a far guarire, per esempio, dall’anemia falciforme di cui raccontiamo a pagina 14. Una delle tante malattie in cui può trovare indicazione un trapianto allogenico (cioé da non consanguineo), ma dal Ministero della Salute ne sono riconosciute 80, di malattie per le quali può trovare indicazione il SCO. La legislazione italiana, infatti, permette unicamente la donazione solidale ed etica di SCO, senza alcun tipo di fini di lucro. Esattamente come la dona

zione di sangue, plasma, sangue midollare e organi. Si basa su precisi principi: scientifici, fondati sulla “medicina dell’evidenza”; etici, con alla base la reciprocità e la solidarietà civile. È stabilito nel Decreto 18 novembre 2009 “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali del cordone ombelicale”. Tale decreto consente la conservazione per uso solidaristico e senza fini di lucro, appunto, in banche esclusivamente pubbliche. È consentita la conservazione del SCO per uso autologo-dedicato. Anche questi casi sono stabiliti per legge:

- Uso allogenico, dedicato a consanguineo: per esempio fratello/ sorella con patologia in atto al momento del dono o patologia pregressa per la quale sia “clinicamente valido” il trapianto delle cellule staminali empopoietiche;

- Uso autologo, dedicato al neonato: nel caso che lo stesso neoanto abbia in atto una patologia al momento della nascita o evidenziata in fase prenatale;

- Uso autologo/allogenico: nel caso di famiglie a rischio di avere figli con malattie geneticamente determinate per le quali “risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l’utilizzo di CSE da sangue cordonale.

È assolutamente vietata la conservazione per eventuale uso personale (futuro) in assenza di patologie riconosciute. Anche le banche di cordone private, a pagamento, nel nostro Paese, sono vietate. Così come sarebbe vietata anche la pubblicità di tali “imprese” a scopo di lucro. Ma come vedremo girando pagina, tutto è aggirabile, in nome del “dio denaro”.

PER SAPERNE DI PIÙ, le fonti: www.centronazionalesangue.it www.adocesfederazione.it www.gitmo.it - www.simti.it www.ibmdr.galliera.it www.salute.gov.it http://www.trapianti.salute.gov.it

Banche private: vietate in Italia, floridissime all’estero. Prevenzione, fumo o vera truffa?

Abbiamo fatto una semplice prova. Digitando sul web “cordone ombelicale” o “banca cordone” i primi link ad apparire sono AD: advertising. E ti spiegano per filo e per segno come “donare”, perché “donare”. Dopo ampie e ben scritte dissertazioni tendenti a sottilmente colpevolizzarti se “non metti al sicuro” il futuro del tuo nascituro si arriva al dunque: quanto costa. Sono siti fatti a regola d’arte sotto il profilo dell’immagine e del marketing. I numeri cui rivolgersi sono italiani, anche numeri verdi, e rimandano a decine di informatori, a volte professionisti con studi privati, altre volte semplici “venditori”. Più in basso, nelle pagine di ricerca, i siti ufficiali di Ministero e Associazioni di volontariato che rimandano alla donazione vera e propria e alle informazioni scientifiche corrette.

Sono solo l’Italia e la Francia, in verità, ad aver espressamente vietato in Europa la conservazione del sangue cordonale a pagamento sul proprio territorio. Nel nostro Paese, però, si può conservarlo in banche con sede legale e strutture di criocorservazione. La scelta dei genitori è libera, previo pagamento di un “abbonamento” che arriva in alcuni casi a 4-5000 euro per 20 anni.

Dalla stessa San Marino, alla Svizzera, dall’Olanda alla Gran Bretagna, al Belgio... Per non parlare degli Stati Uniti. Sono ben presenti, quindi, anche da noi le “banche for profit”. Già nel 2011 sei banche del genere sono state segnalate dall’antitrust per pubblicità ingannevole. Ma nonostante questo hanno continuato a proliferare come funghi in autunno, puntando anche su “testimonial” famosi del mondo dello spettacolo. Si calcola, sono dati dell’Istituto Superiore di Sanità, che circa 60mila neo genitori, in 10 anni, abbiano scelto di “protegge

re” il proprio bambino custodendo il suo cordone in banche private. Ma se un domani il bambino si ammalasse di una delle “85 malattie” curabili con le staminali emopoietiche, servirebbero davvero, le sue? Il coro dei medici e degli esperti è praticamente unanime: NO!

Secondo il direttore del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa, “le probabilità di guarigione aumentano se vengono utilizzate le cellule staminali di un donatore non famigliare”. Ma si va anche oltre, come riportato in una sua intervista in una splendida video inchiesta “Caro Cordone” (vincitrice nel 2018 del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo) di due giovani free lance: Veronica Di Benedetto Montaccini e Francesca Candioli. Vale proprio la pena di guardarlo con attenzione: www.tpi. it/2019/05/19/cordone-ombelicale-conservazione-privata-business. “Non ha alcun senso usare del materiale biologico il cui dna porta già già iscritta la malattia del sangue di cui ipoteticamente si ammalerà. E anche per altre patologie, il cui trapianto viene suggerito dalle banche private, non esiste nessun tipo di letteratura scientifica che giustifichi questa pratica”. Le conferme si rincorrono in tutti i convegni scientifici di settore, gli ematologi si affidano esclusivamente a banche pubbliche, certificate e accreditate.

C’è poi da sottolineare un’altro fatto. Donando il cordone al Servizio pubblico lo stesso cordone - ammesso e non concesso che servirà al “proprietario” - avrebbe la possibilità di “tornare indietro” del 98% dei casi. Intanto, nel mondo, si calcola un giro d’affari di 6 miliardi di euro, centinaia di milioni dei quali sono italiani. Se infatti sono circa 600mila le unità validate e bancate dai Sistemi pubblici nazionali - quindi a disposizione di chiunque ne abbia vero bisogno in ogni parte del mondo - si stimano in circa 2 milioni quelle “sottratte” alla donazione etica e solidale. Unità che, probabilmente, non verrano mai usate neppure per i “legittimi” proprietari. Per i motivi che sintetizziamo:

- Esiguità dei dati sulla loro reale efficacia clinica;

- Pazienti con malattie genetiche: le cellule potrebbero contenere lo stesso difetto del DNA;

- Pazienti con leucemia. il trapianto autologo non è rilevante e le cellule cordonali possono contenere anomalie molecolari responsabili dell’insorgere della malattia;

- Nessuna prova concreta, a tutt’oggi, che le cellule cordonali possano sopravvivere per decenni mantenendo la stessa attività;

- Se prevale un atteggiamento egoistico vengono meno le ragioni solidaristiche alla base degli attuali successi nei trapianti.

ETICA E DONO “Perle legate da un unico filo”, Goisis e la circolarità del dono

intervista di Beppe Castellano

Oggi, quando tutto è fatto di corsa, quando anche gli stessi pensieri non si soffermano più di qualche istante su un concetto o una notizia, forse è ancor più necessario “fermarsi” a riflettere. L’abbiamo fatto, raggiungendolo a Venezia, con il prof. Giuseppe Goisis. Abbiamo preso spunto da un suo intervento-lezione nel 1991 nell’ambito di un convegno Avis a Palazzo dei 300 a Treviso: “Riscoprire la solidarietà attraverso una cultura del Volontariato”. Siamo partiti da un suo concetto forte, espresso allora, su cui riflettere “donando si acquista” strettamente connesso all’etica del dono.

Professor Goisis, è ancora attuale, secondo lei oggi parlare di volontariato e dono di sé?

In questa società è sempre più spinta la tendenza all’appropriazione per “uso privato”, acquisire solo per se stessi. Non solo attuale, è vitale impegnarsi e “spendersi” per gli altri. Soprattutto gli “ultimi”. Ogni persona, che sia religiosa o meno, dovrebbe essere crocevia fra il bene pubblico, di tutti, e privato. È la base dell’Umanesimo della Solidarietà che rappresenta la parte migliore della società occidentale e non solo. Senza questo si scivola inesorabilmente nella barbarie.

Ma la sensibilità verso l’altro, al di là di colore di pelle, etnia, religione, il “dare” senza chiedere oggi viene definito “buonismo”, quasi una parolaccia, un’offesa... In questi anni approfondendo la riflessione sul volontariato e, in particolare sul “dono di sé”, come i donatori di sangue, organi, midollo e anche di cellule progenitrici di tutte le altre, quindi della Vita stessa ho capito che non è solo chi riceve a beneficiarne. Umanamente chi “ri

ceve” di più nel donare se stesso è proprio il donatore stesso. Potremmo parlare, in una società materialistica dove tutto ha un prezzo e nulla sembra avere più valore di

Giuseppe Goisis, classe 1944, veneziano è stato professore di Filosofia Politica presso l’Università di Cà Foscari. Particolrmente impegnato nell’analisi, studio e docenza di Storia della filosofia politica ed Etica, è stato fino al 2008 anche membro del Comitato regionale per la Bioetica della Regione Veneto cooperando, sempre per le questioni etiche, con il CISE (Centro interdipartimentale di studi sull’Etica di Venezia) e il CEGA (Centro Etica Generale ed Applicata di Pavia). Dopo la pensione ha intensificato la sua attività nel mondo del volontariato, tenendo corsi gratuiti presso Università della 3ª età di Venezia e l’Università del Volontariato di Treviso e Venezia. Con l’Avis ha collaborato negli anni ‘90, con alcune lectio magistralis sul volontariato nell’ambito di importanti convegni di Avis provinciali e Regionale.

“circolarità del dono”. È il senso della vita. Il dono è condivisione, dare gratuitamente è risvegliare l’essenza umana in ognuno di noi, senza rinchiudersi nei propri recinti, confini e steccati esistenziali.

Chi più ha, più vuole avere invece. Non le sembra che sia questa la china verso cui scivoliamo? Le cito una frase non mia: “Se tu SEI solo per te, chi sei? E se tu non sei per te, chi è per te? Ma se tu non sei per l’altro, chi sei?” Non è solo la “circolarità” del dono in campo, ma la stessa essenza della nostra identità umana.

In effetti solo gli animali pensano solo alla propria sopravvivenza o a quella del proprio branco... Noi siamo nati nella parte più fortunata del mondo. Ci sembra di stare attraversando una crisi economica, ma la verità è che è una crisi “della speranza”. In mare, per esempio, non naufragano soltanto migliaia di persone, ma gli stessi valori su cui si è sempre basata la Civiltà europea. E parlo sia di valori religiosi, sia umanistici figli dell’illuminismo. Non si tratta di compassione o elemosine, ma di una “giustizia riparativa”. Solo così si può riequilibrare questa società, con l’identificazione con “l’altro” E una società in “equilibrio” non si autodistrugge. Il volontariato va in controtendenza, rispetto a quella che “sembra” una china senza ritorno.

Abbiamo ancora speranza di raggiungere l’equilibrio, allora?

Vale per ogni individuo: “siamo perle legate da un unico filo”, se spezziamo questo filo siamo destinati a scomparire, soli... C’è una maggioranza che ha speranza ed è in attesa, pensando che “non si può andare avanti così”. Il volontariato può “motivare” le coscienze.

‘S’irradia piano in tutto il corpo e torna il respiro, ti torna la vita’ ETICA E DONO: TESTIMONIANZE

di Michela Rossato

Quante volte, stesi sul lettino per donare, i donatori si chiedono “a chi andrà il mio sangue? E che cosa sente dentro di sé e nel cuore un malato che riceve, se già è così intenso ciò che si prova quando si dona?

“Senti un formicolio che dalle braccia, dalla vena con l’ago si irradia via via in tutto il corpo. Senti che ti torna il respiro. Ti torna la vita!”. È venuta a raccontarcelo in redazione, emozionata e solare, Agathe Wakunga, 39 anni di Castagnole di Paese (Tv). Il 14 giugno, Giornata mondiale della donazione di sangue, ha sentito nell’animo un gran desiderio di ringraziare in qualche modo tutti i donatori per il dono immenso che le permette di continuare a vivere. E così il 19, giorno dedicato alla drepanocitosi, malattia di cui soffre dalla nascita, ha scritto una lettera ad Avis regionale Veneto che il nostro periodico ha deciso di pubblicare perché arrivi a tutti. Il direttore l’ha voluta nel suo editoriale a pagina 5. Ma sentiamo che cosa ci ha raccontato Agathe, partendo dalla sua malattia.

Che cos’è la drepanocitosi? La drepanocitosi, detta anche anemia falciforme, è una malattia genetica caratterizzata da un’alterazione dei globuli rossi che assumono una conformazione a falce per presenza di un’emoglobina anomala. I globuli sono rigidi e sono incapaci di scorrere all’interno dei piccoli vasi, creando occlusioni della piccola circolazione. I dolori che provoca sono terribili, in particolare alle articolazioni. Ho come la sensazione di un martello incandescente che batte sulle braccia, sulle gambe, dappertutto. Quando sopraggiunge una forte crisi non riesco nemmeno a muovermi.

E devi fare una trasfusione... L’unica terapia per me, oltre a potenti antidolorifici, sono al momento le trasfusioni sì. I medici hanno anche tentato delle alternative, ma non sono oggi percorribili nel mio caso. In genere, anche in base ai valori dell’emoglobina, ricevo di regola ogni due settimane una o due sacche di sangue. Ma a volte alle due settimane non ci arrivo nemmeno, perché arriva prima una crisi e devo andare subito all’ospedale. L’ospedale in questione è il Ca’ Foncello di Treviso, dove Aghate è seguita sin dall’arrivo in Italia.

Che cosa provi quando ricevi il sangue?

Passi dalla sensazione di non farcela e quasi di non riuscire più a respirare... alla vita! Senti proprio che il sangue ti entra e circola, che pezzo dopo pezzo ti riattiva. È una rinascita, ogni volta. Un miracolo, davvero! Che solo i donatori rendono possibile. Ogni volta penso a loro e dentro di me li ringrazio, perché senza di loro questo miracolo non ci sarebbe!

L’ospedale è ormai la tua seconda casa.

Già. In Ematologia e al day hospital siamo ormai una grande famiglia, sia il personale medico e infermieristico, sia i volontari dell’Ail sono i miei angeli custodi. Sono arrivata in Italia a 21 anni, ospite di mia sorella, per essere curata meglio. Pur essendo mio padre un medico, specializzato a Parigi in ortopedia, in Congo è difficile ricevere trasfusioni periodiche. La popolazione non gode di un benessere fisico che permetta di donare. Ci sono la malaria, l’Hiv, epatiti, povertà… là il sangue lo si deve cercare tra i parenti. O comprare. Siamo nove figli (sono l’unica malata), ma il sangue

poteva donarmelo solo mia mamma, e non con la frequenza di cui necessito. Di qui la decisione di lasciare il mio Paese e venire in Italia. Non è stato facile per niente.

Sei arrivata subito a Treviso? Sì sì, subito qui. Prima del permesso di soggiorno, il mio pensiero è stato l’ospedale. Non posso star senza. Ormai lo frequento da vent’anni, ci sono medici che mi seguono da allora, come la dott.ssa Cristina Danesin, che mi vogliono bene. Sento tanto affetto intorno a me, anche questo è un grande dono. Approfitto per dire grazie a tutto l’equipe di Ematologia, al primario Gherlinzoni, al dott.Gottardi. Tu ricevi una media di 3, anche 4 sacche di sangue al mese. Moltiplicate per un anno fanno circa 40 e moltiplicate per un ventennio sono 840 sacche. Un numero incredibile di donatori.

È vero, sono tantissimi e per questo voglio ringraziarli. Quando ne incrocio qualcuno, lo faccio di persona, da queste pagine voglio rag

giungere tutti gli altri che non conoscerò mai. Se non fosse per loro, non sarei qui oggi e non ci sarebbe nemmeno mio figlio.

Grazie ai donatori hai una famiglia. A Treviso hai incontrato anche l’amore.

Sì. Ho conosciuto quello che sarebbe diventato mio marito mentre lavoravo come commessa in una gelateria, per pagarmi gli studi. È trevigiano da parte di mamma e jesolano da parte di padre. Veniva a prendersi il gelato e… ci siamo innamorati. Dodici anni fa è nato il nostro Gabriel, un dono straordinario. Mi era stato sconsigliato di avere figli, per via della mia malattia e quando l’ho detto ai medici non l’hanno presa proprio bene. Io ero super felice, loro molto preoccupati, ma vista la mia ostinazione e

gioia mi hanno detto “Avanti tutta” stando sempre al mio fianco. Sono stati coraggiosi anche loro, hanno modificato la terapia portando le trasfusioni a cadenza settimanale in modo da tenere il più possibile lontane le crisi. Abbiamo fatto il percorso della gravidanza tutti insieme. È stato un periodo molto particolare, forse il più sereno della mia vita perché la malattia mi ha un po’ lasciata respirare. Sono stata fortunata perché è andato tutto bene, mio figlio è nato sano e forte, anche lui grazie ai donatori.

La malattia ti rende la vita decisamente difficile. Come la concili con la tua vita di tutti i giorni?

Come posso. Sono specializzata in dermocosmesi e lavoro part time in una farmacia di Treviso. Quando sto male, non posso andare al lavo

ro, ma i miei datori, i dottori Claudio e Marco Graziati capiscono e mi vengono incontro. Sono fortunata, non sempre trovi chi capisce che stai soffrendo e che non è che non hai voglia di lavorare. Io mi sono sempre data da fare per mantenermi agli studi e pesare il meno possibile sugli altri. Ho sempre dato il massimo che potevo, ho anche fatto la magazziniera.

Se avessi davanti tutti i donatori, che cosa diresti loro?

Che il loro sangue è la mia benzina. Che il loro sangue è la mia cura, non lo sono gli antidolorifici né l’idratazione… è il sangue. Ti fa passare il dolore, è un dono speciale. Direi loro che ricevere il sangue è per me come ricevere un organo vitale, ogni volta. A tutti grazie, grazie, grazie!

Leandro: un donatore “d’altri tempi”, ma ancora attualissimo

Lui non lo sapeva, noi sì, quando siamo andati a intervistarlo. Leandro il 29 settembre durante la festa della sua Comunale (Venezia Centro storico) avrà ricevuto uno “speciale” riconoscimento. Niente medaglie, le ha già tutte, forse solo una targa per i suoi 60 anni (ufficiali) in Avis e nel volontariato in genere. Leadro smise di donare nel ‘98 a 70 anni: “Il primario diceva che stavo bene e potevo”. Ma di cognome Leandro fa... Lazzaro e l’avisino del “popolo” della Giudecca di persone ne ha fatte rivivere a centinaia.

A salvare persone Leandro - che a 91 anni continua a “far servizio” in Avis e in innumerevoli Associazioni

anche da lui fondate (come l’Aido) - ha iniziato giovanissimo.

“Sono nato a Treviso, ma sempre vissuto a Venezia - ci dice - ricordo che avevo solo 23 anni, ero con amici sul Rio Novo e arrivarono dei Finanzieri: “sapete remare voi? Venite con noi!” Noi, veneziani, figurati...”. Era novembre del 1951, il Polesine e tutta la Pianura Padana lungo il Po scomparivano con l’alluvione. E Leandro rimase sul Delta, per un paio di mesi. Dormiva in tenda, poi remo e su e giù con la caorlina per ciò che era salvabile. E la prima donazione, la ricorda?

“No, ma fu a metà degli anni ‘50. Allora non ce le segnavano neppure, soprattutto quando ci chiamavano a donare a Padova... Non avevamo neppure le tessere, pur avisini”. Dalla sua prima tessera Avis risulta idoneo nel 1955 e prima donazione “ufficiale” nel 1959. E quelle prima? Effettive sono più di 200. “Ricordo quando che venivo chiamato spesso a casa di un nobile di Venezia. Il piccolo figlio emofilico era pieno di dolori o sanguinava. Aveva sempre bisogno di sangue fresco, il mio. Andavo sempre da questo ragazzo. I donatori erano

chiamati nelle case dei malati, se non potevano muoversi. Sempre pronti, per chi aveva bisogno. La donazione era braccio a braccio. Uno stantuffo univa le due vene: donatore-malato. Una tenda ci divideva per l’anonimato”. Anonimato cui è fedele pure oggi. Alla curiosità del giornalista: “che famiglia?” sorride e non risponde: “privacy, si chiama oggi...”. Ma c’erano anche datori a pagamento. “Noi non accettavamo nulla, in cambio, anche se certe famiglie ricche avrebbero voluto coprirci di regali per sdebitarsi. Eravamo e siamo Avis, noi!

Gratuità, sempre. Per un 91enne che la vita ha “premiato”, a proposito di “dono circolare”, con un perenne sorriso: perché lui “fa”.

Beppe Castellano

Cambio della guardia: dopo 18 anni di Breda, arriva Roveroni REGIONE: CRAT

di Beppe Castellano

Il Crat (Centro regionale attività trasfusionale) ha un nuovo responsabile. Più esattamente “Responsabile scientifico” del Crat-UOC Governo Clinico e Assistenziale Azienda Zero. Si tratta del dottor Giovanni Roveroni che ha raccolto il testimone, dal 1° settembre scorso, dal dott. Antonio Breda che è stato responsabile del Crat, in pratica, fin dal maggio 2001. Venne nominato dall’allora Assessore alla Sanità Fabio Gava, anch’egli coneglianese, coordinatore dell’Ufficio Regionale Piano sangue (UPS), primo “embrione” del Crat. Ringraziamo, come periodico Avis e Abvs, il dottor Breda per il gran lavoro fatto finora per il Sistema trasfusionale Veneto e non solo. Un grazie anche per la sua disponibilità, in molte occasioni, nella comunicazione di notizie e dati utili per informare i donatori in tutti questi lunghi anni. Appena saputa la notizia dell’avvicendamento, abbiamo subito chiesto al nuovo responsabile di concederci un’intervista. L’abbiamo raggiunto nell’attuale sede del Crat a Conegliano, sede che dal mese di ottobre verrà trasferita a Padova, presso i locali dell’Azienda-Zero da cui, dopo la riforma delle Ulss della Regione, dipende direttamente.

L’avviso pubblico di “mobilità esterna” dell’Azienda Zero per il Crat è stato pubblicato il 2 luglio, con scadenza per le domande il 1° agosto.

Un bando “lampo”, visto che è già al lavoro, non più nel Centro trasfusionale...

In verità ero l’unico candidato che aveva presentato la domanda, quindi la commissione ha fatto in fretta a decidere. Sono stato ufficialmente nominato il 30 agosto e già da questi primi di settembre

sono qui per prendere confidenza con le procedure. Insomma, a vedere che cosa mi aspetta.

Non è cosa semplice gestire

una “macchina” così complessa come il Sistema trasfusionale del Veneto, avanzatissimo, ma pur sempre “variegato”....

Esatto. Ma devo essere sincero mi ha spinto a prendere questa decisione la passione che ho dentro da sempre verso questo “mondo”. Fin da quando sono entrato direttamente in contatto con donatori volontari, malati e dirigenti associativi nell’allora Ulss 8.

Ecco, dai segnali che ci sono arrivati dalle Avis del montebellunese lascerà davvero un grande vuoto. Ma si trovava male, lì?

No, assolutamente. Anzi il rapporto umano e professionale con personale, dirigenti associativi Avis e, non ultimi, i donatori che vedevo tutti i giorni erano più che ottimi. Ma per me, come ho già accennato, è la passione per questo lavoro. Una sfida professionale, se vogliamo, per crescere e far crescere ancor più ciò che già c’è di buono.

Però anche il nostro Sistema, indicato dal Paese come esem

A sinistra il dottor Antonio Breda mentre interviene in una assemblea regionale Avis. In alto il dottor Giovanni Roveroni, nuovo responsabile scientifico del Crat.

pio da anni, sembra cedere. Province che prima erano autosufficienti ora “soffrono”, calano le donazioni di plasma...

Il primissimo obiettivo da perseguire è quello di garantire giorno per giorno l’autosufficienza locale e di conseguenza quella regionale e nazionale. Al di là delle logiche localistiche, pensare globalmente.

L’impressione è però che ogni Dimt provinciale vada “per conto suo”. Senza per esempio, avere le stesse procedure di selezione, idoneità, tempi di risposta di esami, ecc. Esempio: i donatori over 65 anni. Qui sì, lì no, là... forse. Da trasfusionista, che ne pensa?

Che è un problema da affrontare e risolvere presto. Proprio per garantire i LEA (Livelli minimi di assistenza) che sono il nostro primo dovere: l’autosufficienza “costante” di sangue e plasmaderivati.

Anche perché, altrimenti, i nostri “anziani” e collaudatissimi donatori periodici se ne vanno a donare fuori regione...

Infatti. Sarebbe anche un modo per ovviare alla penuria di giovani che, non per scarsa generosità, ma per un modo diverso di vivere, viaggiare studiare e lavorare “perdiamo” dopo poche donazioni, Il donatore periodico “anziano” è un grande patrimonio, se sta bene in salute. È già ben informato, formato, ha confidenza con il dono periodico, le sue procedure. Il problema sta però nell’avere un protocollo unico e condiviso. Altrimenti ogni medico trasfusionista è lasciato a se stesso, con la responsabilità che non tutti si prendono, senza protocolli e linee guida precise.

Intende solo a livello Veneto? No, anzi. Ci faremo interpreti e promotori di protocolli operativi condivisi a livello di Centro nazionale sangue. Che valgano per tutti e che “mettano al riparo” tutti.

Anche fra Avis con Servizio di raccolta e Servizio pubblico non c’è una vera sinergia. Conosce bene Avis, che cosa ne pensa?

È un problema, diciamo, “storico”. Pur essendo migliorato negli

anni, non sono stati demoliti del tutto alcuni “muri”. Ecco, io mi impegno a buttare giù questi residui ostacoli. Dobbiamo pensare tutti in maniera unita a un unico obiettivo: il paziente che ha bisogno di noi.

E le risorse, economiche e umane? Mancano...

Pur con confronti franchi di idee e progettualità che portino subito alla luce i rispettivi problemi, senza reticenze, possiamo procedere uniti come intero “Sistema”. Crat, professionisti, associazioni di volontariato ricordiamo sempre che siamo di “fronte ai pazienti”. Più facilmente sarà possibile ottenere investimenti sul nostro “mondo” se ci muoviamo con progetti e documenti chiari e condivisi.

Già, ma nel frattempo i medici vanno in pensione. Pochi sono quelli che entrano nel Sistema sanitario nazionale. Fra questi ancor meno quelli che pensano al Trasfusionale non solo come un ripiego. E così si rischia che la situazione di Verona (riportiamo in altra pagina, ndr) si allarghi.

Il problema è grave, non è solo veneto, ma nazionale. Purtroppo a livello universitario la Scuola di specialità Immunotrasfusionale non c’è. Molti lo prendono come un ripiego, come “piano B” venendo da Ematologia o Patologia clinica. Eppure è forse l’unica specialità medica dove dobbiamo pensare non a trovare la malattia, ma prima di tutto a evitarla.

Salvaguardando prima la salute dei “sani”, i donatori, di conseguenza fornire un farmaco il più possibile “perfetto” per chi ha bisogno di terapia trasfusionale.

Nello stesso momento facciamo una formidabile opera di prevenzione delle malattie su una fetta della popolazione e curiamo i malati che hanno bisogno di questi preziosissimi farmaci come il sangue e i plasmaderivati.

Dobbiamo motivare i medici già abilitati, pur non ancora specializzandi, al nostro “mondo”, che è affascinante e si basa sulla solidarietà. Partire, insieme, dalle Università è un primo passo.

Un trasfusionista al timone, il percorso del dott. Roveroni

Giovanni Roveroni, classe 1958, sposato, un figlio di 21 anni, vive a Dolo. Si è laureato nel 1993 in Medicina e Chirurgia a novembre del 1993 a Padova con 110 e lode. Ottiene poi la specializzazione in Patologia Clinica (indirizzo generale e direttivo) nel 1998, sempre col massimo dei voti e lode.

Ottiene l’incarico di professore a contratto alla Scuola di specializ

zazione in Patologia clinica per gli anni accademici dal 1999 al 2001. Nello stesso anno, previo concorso, viene assunto come dirigente medico trasfusionista presso l’allora Ulss 8 Asolo-Castelfranco-Montebelluna, oggi Ulss2 “Marca Trevigiana”. Primario del doppio Centro trasfusionale di Castelfranco-Montebelluna era all’epoca Piergiorgio Davoli, cui subentrò nel 2005 Giuseppe Tagariello. Al dottor Roveroni viene affidata la gestione del CT di Montebelluna, sinergico con quello di Castelfranco, con i punti di raccolta domenicali della Pedemontana. Da allora si occupa di Medicina trasfusionale e Immunoematologia. Insieme ai colleghi dell’Immunoematologia trasfusionale (storicamente lì collegata al servizio trasfusionale) è autore negli anni di numerosissime pubblicazioni e ricerche. Che non riguardano solo il “lato” donazione, ma anche quello

dei riceventi: pazienti ematologici ed emofilici. È relatore e moderatore dal 2001 in poi a innumerevoli convegni anche internazionali di medicina trasfusionale, ematologia ed emostasi, in particolare con la Simti (la Società scientifica di Medicina trasfusionale e Immunoematologia) di cui è delegato regionale per il Veneto. Dal 2004 è anche valutatore regionale per Autorizzazione e Accreditamento del Sistema trasfusionale veneto e dal 2011 del Registro nazionale valutatori del Sistema trasfusionale nazionale, di nomina del Ministero. Ovviamente conosce “concretamente” - essendo stato a stretto contatto professionale e personale con loro per quasi 20 anni - sia i problemi e le necessità dei donatori, sia delle Avis, avendoli conosciuti e vissuti anche “dalla base”, nella quotidianità. Come nella foto accanto, con una madre e tre gemelle al dono...

Gruppo Centro medicina e Avis, collaborazione fra spot e testate REGIONALE E... OLTRE

Per tutta l’estate lo spot estivo dell’Avis è passato più volte al giorno sui loro 120 monitor presenti nelle sale d’attesa e su un monitor stradale. Mentre il logo Avis è stato pubblicato sia sul sito ufficiale sia sulla copertina del numero estivo della rivista “Medicina Moderna” (con una tiratura di 70

mila copie), con due pagine dedicate al dono, ai progetti di ricerca di Avis Veneto/Tes/Ape e alla Venice Marathon pro Avis del prossimo ottobre. È l’iniziativa messa in campo a luglio e agosto dal Gruppo Centro di medicina, rete di strutture sanitarie private e convenzionate in Veneto, per sensibilizzare al dono del sangue le centinaia di persone che ogni giorno frequentano i loro ambulatori, ma anche le palestre e i centri di riabilitazione convenzionati.

“Nelle sale d’attesa si seguono i video e si sfoglia la rivista, si segue il sito sul proprio cellulare o tablet - spiega l’amministratore delegato, Vincenzo Papes - ci è sembrato doveroso, sapendo che l’estate è il periodo più critico per la raccolta sangue, dare spazio all’Avis. Un messaggio di altruismo che speriamo abbia raggiunto più persone possibili, non solo tra i pazienti ma anche tra i dipendenti (medici, infermieri, fisioterapisti, segretarie…) tra i quali già si contano dei donato

ri”. Alcune copie del numero estivo 2019 di “Medicina Moderna”, che contiene il servizio dedicato alla ricerca, è stato anche inviato gratuitamente a tutte le sedi delle Avis comunali, a disposizione dei soci. E i primi risultati non si sono fatti attendere, anche in fatto di iscrizioni alla Venice Marathon con il pettora

le Avis. “Non possiamo che ringraziare il Gruppo Centro di Medicina per la grande disponibilità verso la nostra mission e per aver scelto di veicolare gratuitamente il nostro

messaggio sui propri canali informativi - dichiara Giorgio Brunello, presidente di Avis regionale Veneto - è fondamentale fare squadra per il bene della collettività, specie quando in gioco ci sono la salute e la vita. Avere visibilità in più realtà possibili è fondamentale per avvicinare la popolazione alla donazione”. Medicina Moderna aveva già ospitato in due pagine l’invito al dono lo scorso anno, sempre nel numero estivo e sempre a costo zero per Avis, grazie alla collaborazione tra la redazione della rivista e l’ufficio stampa di Avis regionale.

Progetto “Io Valgo” in marcia, già coinvolte numerose aziende del Veneto

Prosegue il progetto di Avis regionale “Io Valgo” per la promozione del volontariato negli ambienti di lavoro e nelle organizzazioni, con incontri mirati a dipendenti, imprenditori e iscritti. Gli incontri durano un’ora, sono adattati alle esigenze dell’impresa in cui si svolgono e, grazie al finanziamento della Regione Veneto, sono gratuiti. Coinvolte nel progetto (presentato in conferenza stampa a luglio alla presenza dell’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin) Avis provinciali, Centro Servizi per il Vo

lontariato, Forum Terzo Settore, Cisl, Confservizi, Confartigianato Imprese Veneto, Ail… Nel mese di settembre il progetto è entrato nel vivo all’azienda Scattolin di Noale e alle Cooperative Solidalia di Vigonza e Il Sestante di Padova. “A seguire entreremo all’Aclicoop di Salzano, alla StenaTecno, al Moca Interactive di Treviso, alla Renzi Trasporti di Arzignano e nei Centri di Medicina del Veneto - spiega il responsabile Francesco Venturin – ma altre stanno aderendo”. Info progetto.iovalgo@ avis.it e cell 331 6809078.

Settembre, riparte la scuola e il Progetto di Avis regionale: oltre 1000 classi coinvolte nel 2018/19

Il Progetto Scuola Avis Veneto arriva con l’anno scolastico 2019/2020 alla sua dodicesima edizione, offrendo attività per le scuole elementare, media e superiore di tutta la regione.

L’obiettivo comune a tutte le tipologie di attività è la promozione della donazione di sangue e di tutti i valori ad essa connessi: solidarietà, altruismo, collaborazione, cooperazione, impegno sociale e cittadinanza attiva. Condotte da due educatori/operatori professionisti che hanno fatto un percorso formativo specifico, le attività si svolgono in classe (per un massimo di 25/30 alunni), durano due ore e sono completamente gratuite per la scuola.

Lo spazio finale è riservato ai volontari Avis per informazioni sulla donazione e sull’associazione. Dieci anni fa Avis Veneto proponeva alle scuole due tipologie di attività, raggiungendo un totale di 53 classi. Lo scorso anno le attività proposte sono diventante dodici (cinque per la scuola elementare, tre per la media e cinque per la superiore) per un totale di 1.069 classi.

È stata una crescita importante che ha visto coinvolti molti volontari e dirigenti associativi che hanno creduto e investito nello sviluppo di nuove attività di promozione del dono tra i giovani e nella loro diffusione. Tutte le attività inserite nel progetto sono state progettate,

sperimentate e aggiornate periodicamente sia dall’ideatrice dott.ssa Laura Elia, sia dall’equipe di operatori professionisti che da molti anni (alcuni di loro dall’inizio) conducono le attività nelle classi.

A coordinare sono Elena Galbiati e Gianni Mamprin. La gestione di un Progetto Scuola così importante richiede anche la presenza di una struttura organizzativa che lo sostenga e che permetta di mettere in rete diverse realtà territoriali. Per questo è coinvolto oggi anche personale delle segreterie regionale e provinciali, che lavorano in sinergia.

Come si aderisce al progetto

Avis regionale ha creato un kit di materiale utile per descrivere il progetto e far aderire le scuole interessate. Viene inviato alle Avis provinciali e all’Abvs che, a loro volta, lo inviano a tutte le proprie Comunali. Le Comunali, che lavorano costantemente nel territorio e sono il riferimento associativo per le diverse comunità locali, coinvolgono

le scuole della propria zona, inviando il kit ed incontrando i dirigenti scolastici e/o i docenti referenti, per spiegare progetto e modalità di adesione. Sarà poi la scuola interessata a inviare la “scheda di adesione al progetto” all’Avis provinciale di riferimento la quale, in coordinamento con Avis Veneto, proporrà una possibile data. Una volta definiti da Avis regionale gli operatori scuola che condurranno l’attività, l’incontro viene fissato e inserito in un calendario regionale (consultabile on-line nel sito di Avis Veneto). Il progetto è complesso e articolato, ma il fatto che nel corso degli anni le richieste da parte delle Avis comunali (e a volte direttamente dalle scuole) siano sempre in aumento e che i volontari, i professori e gli operatori risultino sempre più motivati, ci confermano la sua validità e la sua efficacia in termini di sensibilizzazione e avvicinamento della comunità al tema della donazione di sangue e della solidarietà. Per maggiori informazioni www.avisveneto.it/area-scuola/

Partita la Scuola di formazione interregionale con Hackathon AVIS GIOVANI/SCUOLA

La prima attività della Scuola di formazione interregionale (Friuli Venezia Giulia, Trento e Veneto) si è svolta nell’ultimo week end di giugno a Borca di Cadore (Bl), ospite del Progetto Dolomiti Contemporanee. Si è trattato di un Hackathon, una sfida tra squadre che in 24 ore devono ideare e presentare un progetto a tema. Il tema scelto per questa sorta di concorso di idee e creatività è stato “Come far collaborare in modo innovativo Avis e mondo dello sport”. Si sono sfidati una ventina di giovani avisini tra i 18 e i 30 anni provenienti da Veneto, Friuli, Lombardia (in rappresentanza della Commissione Giovani nazionale) ed Emilia Romagna (Provinciale di Ferrara), divisi casualmente in tre gruppi. Il loro lavoro è stato supportato da uno staff costituito da quattro avisini senior che hanno fatto da team leader, da quattro esperti-coach a supporto e da due testimonial sportivi (Giorgio Gaspari, responsabile volontari di Fondazione Cortina 2021 e Roberto Zanovello della Federazione nazionale Rugby e già presidente del

Cus Padova). Al termine delle 24 ore, i gruppi hanno presentato i loro progetti: “Campione per un giorno – Campione per la vita”, “Avismoving” e “Avisiadi selection” che sono stati valutati tenendo conto di originalità, fattibilità, diffusibilità, capacità di creare rete. Ha vinto il progetto “Campione per un giorno – Campione per la vita”, che verrà ora perfezionato e realizzato dalle Avis del Triveneto. In premio c’era la partecipazione a un mini stage presso l’Agenzia di comunicazione Heads di Treviso e un’esperienza di “dietro le quinte” in occasione di una partita della Reyer Basket Venezia (campione d’Italia 2018-19). La due giorni proposta, che è stata un’iniziativa didattica nuova per Avis e molto stimolante, ha coinvolto e divertito i partecipanti, con dei risultati progettuali più che apprezzabili che ora si cercherà di concretizzare. E dato il successo ottenuto, c’è già in programma una sfida su un nuovo tema, probabilmente i social media e/o i virtual games. La Scuola di formazione Interregionale, intanto, sta mettendo a punto

il programma anche delle altre attività per il prossimo biennio. Accanto ad alcune iniziative culturali di carattere generale su gratuità, etica e rendicontazione, si punterà a offrire alle Avis del Triveneto un catalogo di corsi base a metodologia interattiva. Le tematiche scelte sono quelle basilari per la formazione dei nostri dirigenti associativi e dei soci: le regole di Avis, la gestione economica dell’associazione, il percorso del sangue da vena a vena. Entro fine settembre avremo la predisposizione dei format e il calendario dell’attività di sperimentazione. Alberto Argentoni

Salzano: ricordo di un grande Maestro di Pace

Sono stati gli studenti a scoprire e inaugurare il 5 giugno la scritta, famosa frase di Malala Yousafzai (Premio Nobel per la Pace 2014): “Un bambino, un insegnante, un libro e una penna, possono cambiare il mondo”. Una scritta tra i colori della bandiera della pace, all’ingresso della scuola elementare Don Bosco di

Salzano (Ve) a ricordare un insegnante instancabile a scuola e nel volontariato. Per Daniele Masiero, mancato improvvisamente qualche mese fa poco prima della pensione, la dedizione nell’impegno civico, con le molte associazioni locali, molte delle quali da lui stesso fondate, come l’Avis, Aido e l’Admo, il gruppo Comunale di Protezione Ci

vile, i gruppi di aiuto ai diversamente abili, l’accoglienza e l’integrazione, erano pane quotidiano.

Ha insegnato a bambini e adulti come vivere la comunità, attraverso un instancabile impegno in prima persona che “battendosi sempre per ciò in cui credeva, ma rispettando le idee altrui, è stato ricordato. Colleghi, amici e volontari, si sono ripromessi di dare continuità ai tanti progetti che Daniele aveva creato, su tutti Obiettivo 2030 - Onu, nato con lo scopo di diffondere il più possibile la conoscenza dei 17 obiettivi di Sviluppo sostenibile. Per accrescere, cioè, la consapevolezza di azioni e scelte che cittadini, comunità e istituzioni sono chiamati a intraprendere per realizzare un mondo più sostenibile.

La frase di Malala era la sua ispirazione, “Studiate poco, ma studiate sempre!” il suo invito ai piccoli studenti. E.F.

I magnifici 30 dell’Itc “Marie Curie” di Bussolengo (VR)

Trenta studenti dell’Istituto superiore Marie Curie di Bussolengo, dopo un percorso di sensibilizzazione, si sono presentati al Centro trasfusionale di Bussolengo (Vr) per diventare donatori di sangue. Il progetto era stato avviato nell’ottobre scorso con l’intervento nelle classi quinte dei volontari dell’Avis comunale e alla disponibilità dei docenti, che hanno spiegato l’importanza della donazione. “Gli allievi - spiega la docente Liliana Telli - hanno aderito alla proposta di diventare donatori. Donare il sangue è un gesto concreto di solidarietà, significa preoccuparsi e agire per il bene della comunità e per tutelare la vita. Diventare donatori ha anche una valenza formativa per lo sviluppo del senso di appartenenza e cittadinanza. È importante coinvolgere i giovani per garantire, anche nel futuro, il fabbisogno di sangue”.

Svolto l’iter necessario gli allievi, accompagnati a piccoli gruppi dalla presidente e da alcuni dirigenti dell’Avis di Bussolengo, si sono sottoposti all’iter per l’idoneità.

“Questo è un segnale forte e positivo per la nostra comunità - ha

detto la presidente dell’Avis comunale di Bussolengo Fernanda Dalla Chiusa - ragazze e ragazzi impegnati ad affrontare la vita in modo positivo, cittadini responsabili che si ispirano al valore dell’uguaglianza e dell’altruismo”.

Se per il 50° di una piccola Avis si coinvolge un’intera comunità GIOVANI IN AVIS

Che cosa hanno combinato quest’anno i ragazzi dell’Avis di Zero Branco? Beh, qualcosa in più rispetto alle attività di raccolta sacche e promozione classica… Non mi vorrete mica far sembrare sensazionale la solita sagra, nel solito paesotto di provincia, al caldo, con un piccolo palco, vero? In realtà è proprio così. Sì perché quest’anno, l’Avis di Zero Branco (TV) celebra i suoi 50 anni, e cosa c’è di meglio che festeggiare

in modo diverso, nel periodo estivo, quando le giornate sono più lunghe e si può uscire la sera per stare in compagnia e bere una bella birretta fresca? Perché magari non andare sul sicuro e organizzare un bel torneo di Green volley insieme a una associazione sportiva che sa il fatto suo, in una location diventata ormai luogo di culto per rinfrescare il palato con malto e luppolo, nel mese di luglio? Detto, fatto, ecco il cocktail perfetto: 50° anno di Avis + 10ª

edizione del Beer Belly Festival di Scandolara + Torneo a cura di Kosmos Volley = una associazione per ogni frazione del Comune e tanta, ma veramente tanta festa. Non vogliamo dirvi che è stato bello e tante altre fesserie. Fare festa come l’abbiamo fatta, come abbiamo intenzione di farla ancora, è proprio come donare. Finché non ci provi non puoi capire la bella sensazione che si prova. Ciao belli, ci si vede alla prossima! Enrico Michieletto

Fai un anno di servizio civile in Avis! Dieci sedi in Veneto

Èuscito il Bando 2019/20 per il Servizio civile (Sc), rivolto ai giovani fra i 18 e i 28 anni (compiuti). I progetti di Servizio Civile in Avis hanno durata di 12 mesi e richiedono un impegno medio di 30 ore settimanali a fronte di un assegno mensile (corrisposto dall’Ufficio Nazionale Sc) pari a 433,80 euro. Il servizio civile arricchisce il curriculum, ma è soprattutto occasione di crescita personale, educazione alla solidarietà e alla cittadinanza attiva. Previste oltre 100 ore di formazione obbligatorie, che consentiranno di conoscere altri giovani volontari di

Sc, volontari associativi, formatori professionisti ed esperti di settore. In Veneto ci sono 17 posti per dieci sedi fra cui scegliere di svolgere il servizio: Avis regionale Veneto (a Treviso), Provinciali di Treviso, Verona, Venezia, Padova e Rovigo, Comunali di Verona, Chioggia, San Donà di Piave, Rovigo.

Il termine ultimo per presentare la domanda di partecipazione alla selezione è il 10 ottobre.

Per il bando consultate il sito www.avis.it o contattate la segreteria regionale: avis.veneto@avis. it - 0422405088. Seguite il nostro sito www.avisveneto.it e la pagina facebook!

RISO FA BUON SANGUE Stagione ancora di successo con gran finale a Cologna V.ta

Si è conclusa con successo la stagione estiva di “Riso Fa Buon Sangue”, progetto di promozione della donazione del sangue in Veneto e nel resto d’Italia attraverso serate comico/musicali. Partito dieci anni fa, anima del progetto è l’Associazione non profit Amici del Cabaret, in collaborazione con Avis regionale Veneto (con cui ha una convenzione) e la partnership di Emoservizi e Avis nazionale. Ogni tappa del tour 2019 è stata accolta da un’atmosfera divertente e coinvolgente, grazie al ricco cast di artisti che è stato capace di richiamare l’attenzione sul gesto importante del dono, accompagnandolo alla sana risata liberatoria, naturale epilogo di battute ed ironie. La novità del tour 2019 è stata la diretta radiofonica con Filippo Cagalli e Tiziano Sherif che hanno intervistato per radio RCS presidenti Avis ed artisti, in modo da permettere anche al pubblico a casa di “vivere lo spettacolo”. Presentatore ufficiale è stato l’inossidabile Paolo Franceschini che ha fatto salire sul palco comici, cantanti e artisti provenienti dalle trasmissioni televisive Zelig, Colorado, La Corrida, Eccezionale, X Factor, Italian’s got talent. Tra i nomi di peso esibitisi quest’estate e molto apprezzati dal pubblico troviamo Giovanni Cacioppo, Max Cavallaro, Davide D’Urso, Luca Regina, Davide Stefanato, Paolo Favaro, i gemelli siamesi, Klaire, Jashgawronsky Brothers, Elisa Meo e molti altri.

“L’importanza della donazione rimane il valore fondamentale che viene trasmesso al pubblico - spiegano il direttore artistico Enrico Cibotto e il presidente Andrea Beretta - tant’è che durante ogni tappa sono sempre numerose le adesioni

di nuovi possibili donatori”.

Il tour di Riso Fa Buon Sangue ha portanto solidarietà e risate in Veneto, Trentino, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Puglia, Sardegna, con serata finale il 7 settembre a Cologna Veneta (Vr). Vincitore di questa edizione e del premio “Lino Toffolo” è stato il mago comico SuperZero, secondo Massimo De Rosa e terzo Vito Garofalo. Il trofeo “Peggio di Così” è stato assegnato assegnato a Dovsto, Yevsky e Olimpia, grandi musicisti-comici.

Dal 30 agosto è poi partita la nuova stagione di “Radio fa buon sangue”. In diretta tutti i venerdì dalle

ore 18 (fino a maggio 2020) è l’originale appuntamento che promuove la donazione del sangue e il volontariato, con ospiti, comici, cantanti, volontari Avis e responsabili istituzionali!

La prima puntata è stata dedicata all’Avis regionale Veneto con ospiti, tra gli altri, l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, il presidente di Avis Veneto Giorgio Brunello e il responsabile del Forum Terzo Settore Marco Ferrero. Per ascoltare ogni venerdì la trasmissione da tutta Italia basta seguire i link: www.facebook.com/Risofabuonsangue e www.radiorcs.it.

Avis Veneto partecipa anche quest’anno alla “Venice Marathon” come partner del Charity Program. Per l’edizione 2019 lo farà a sostegno della ricerca scientifica di Tes e, più in particolare, per sostenere uno dei suoi tre progetti: lo studio sull’impiego di cellule staminali tratte dal sangue periferico per la rigenerazione del miocardio infartuato. Chiunque, con la passione per la maratona più bella del mondo, potrà aiutare Avis a sostenere il progetto partecipando il 27 ottobre come testimonial dell’associazione, scegliendo il percorso di 42 o 10 chilometri oppure quello ludico-motorio (non tesserati). Info allo 0422405088 (Avis Veneto). E ora tutti a correre per Avis e Tes

1994/95: il periodico rinasce, in tempo per “il sangue infetto” STORIA DI UN PERIODICO/3

A cura della Redazione

Fu l’Assemblea regionale di Caorle 1993, dopo mesi di “silenzio stampa” del periodico, a impegnare il nuovo direttivo appena eletto, presidente il padovano Rino Rosso, nel far “rivivere” il periodico. Come sempre in Avis le valutazioni su “come, dove, quando, chi e... quanto” furono lunghe e articolate. Portarono a una conclusione: il “giornalino”, come lo chiamava qualcuno, doveva rinascere, ma “alla grande” e in modo professionale. Dalle circa 5000 copie che si stampavano ogni numero, distribuite per la maggior parte a mano (arrivavano i pacchi nelle Comunali) ai soli dirigenti Avis, si decise di giocare pesante. Il periodico doveva arrivare nelle case di TUTTI i donatori Avis-Abvs del Veneto, con notizie alla portata di tutti, ma giornalisticamente rigorose e leggibili. 100mila copie era l’obiettivo finale, tante quanti erano allora i soci. Furono contattati alcuni professionisti della penna. Alla fine fu scelto l’attuale direttore, che di sangue ne “masticava” già parecchio. Proveniva infatti dalla cronaca nera e

giudiziaria di un paio di quotidiani, ma si occupava anche di cronaca sanitaria e medicina e in particolare del “pianeta sangue e plasma” di cui era un assiduo... consumatore e conoscitore. Già realizzava - da volontario e chiavi in mano - un periodico per le Avis della Castellana (TV). Dalle Provinciali, in comitato di redazione, arrivarono nuove forze in gran parte entusiaste per la nuova “avventura”. Alcune freschissime, altre già stagionate.

Come vice direttori avisini furono proposti da direttore responsabile e redazione, e nominati dal Consiglio regionale, un generale degli Alpini, Roberto Rossini da Verona, e l’allora responsabile del Gruppo giovani regionale Gianni Penzo Doria da Chioggia. Oggi è Direttore generale dell’Università dell’Insubria a Varese. Responsabile stampa associativa era invece Bernardino Spaliviero. Carta bianca, polsi tremanti e si partì per un “giornale con centomila padroni”. Aveva (come scriveva nell’editoriale il presidente Rosso) come obiettivi principali: “Garantire

l’informazione e la formazione dei donatori e dei dirigenti, rendendoli realmente partecipi alla vita associativa; creare occasioni di dibattito sul problema di sangue e plasma, sull’autosufficienza, sangue midollare affinché gli stessi non siano motivo di dibattito solo in occasione di qualche scandalo...”. Ma purtroppo era proprio quello che stava per capitare da lì a pochi mesi.

Dopo i primi due numeri “di prova”, impaginati con uno dei primissimi Apple con schermo 9 pollici in bianco e nero, dal primo numero del 1995 si passò “a regime”: 48 poi 64 pagine interamente a colori stampate a Verona. Erano scesi in campo, infatti, i veri professionisti della stampa tipografica: gli avisini dell’allora poderoso Gruppo Avis Mondadori. Responsabile grafico l’allora presidente provinciale di Verona, Nereo Marchi. Anche l’indirizzario dei donatori era finalmente quasi a regime (lo sforzo più grande fu questo, da parte di tutte le Avis) C’era perfino la pubblicità, poi abbandonata per gli alti costi postali. La storia di copertina di marzo

95 fu dedicata alla neonata Jessica, veronese, figlia di Deborah... Ex talassemica guarita grazie al trapianto di sangue midollare (allora rarissimo) e a tante sacche di donatori di sangue. All’epoca per una donna talassemica era “mission impossible” poter avere figli. Quindi raccontammo “un miracolo”. Numerose poi le notizie, le inchieste, le interviste, i servizi sul terzo Piano sangue e plasma appena varato dalla Regione, sulla raccolta di plasma che cresceva e “risparmiare 7 miliardi l’anno (in lire) alla Regione”. Erano gli anni “ruggenti” di un’Avis regionale che non faceva sconti a nessuno: dall’Avis nazionale, ritenuta “letargica” dai veneti, ai responsabili politici e sanitari di ogni livello e non solo. La questione plasmaderivati, le infezioni degli anni ‘80 da medicinali d’importazione, il plasma DOC che il Veneto aveva “battezzato” già dal 1986 partendo con il c/lavorazione furono al centro dei primi tre numeri. Ma un vero e proprio terremoto era in arrivo...

Lo tsunami plasma Quel 1995 fu però un anno cruciale sotto il profilo mediatico per lo “scandalo plasma”. Un’indagine partita nel 1993 dalla Procura di Trento portò al sequestro di migliaia di chili di plasma nelle celle frigorifere dei magazzini generali di Padova. Parte era di dubbia o sconosciuta provenienza estera, scaduto risalente agli anni ‘80 e (poi si

scoprì) in parte infetto.

Buona parte era però quello “pulito”, raccolto da donatori veneti e italiani, stoccato a parte per essere trasformato in plasmaderivati con il c/lavorazione. Il tornado mediatico sul “sangue infetto sequestrato a Padova”, si abbattè come uno tsunami sul mondo dei donatori e, in particolare, sul Veneto. Proprio nel giorno del sequestro giudiziario, l’intera dirigenza di Avis Veneto era in Assemblea nazionale ad Alghero. Ad avvertire in tempo reale telefonicamente il direttore del periodico fu il caporedattore del TG3 Veneto, in cerca di notizie “alla fonte”. Fu uno dei pochi giornalisti a farlo anche dopo: “Sapete niente voi Avis del plasma infetto di Padova?”

Nel ‘95 internet non esisteva (fu proprio quell’anno che nacque il www), ma notizie del genere correvano lo stesso veloci. I titoli dei giornali nazionali del 30 maggio, il giorno dopo il sequestro, fecero inorridire tutti i donatori d’Italia. In particolare i veneti, impegnati da anni contro lo strapotere delle multinazionali del plasma.

La stampa nazionale, senza nemmeno capire la differenza tra plasma e sangue (succede anche oggi) si scatenò con servizi scandalistici e titoli a volte assurdi. Come il mai dimenticato (dagli avisini di allora) “In Veneto sangue infetto da Aids” e altre amenità del genere. Nelle settimane e mesi successivi si assistette a una vera e propria tempesta sul settore trasfusionale. Settore che proprio in quegli anni, stava accellerando per tirar fuori l’Italia dal “mercato” antietico del plasma. Sorse il ragionevole dubbio che ci fosse chi “soffiava sul fuoco” - anche allora le fake news erano costruite ad arte - per fermare la via all’autosufficienza. Un dubbio tuttora mai fugato. Risultato immediato, infatti, fu un picco verso il basso delle donazioni di sangue e di plasma. I donatori si sentivano chiamare quasi “untori”. Si era sempre a caccia della notizia “dell’infettato”. I 900mila donatori volontari e periodici di allora continuavano a salvare vite, ma notizia non la facevano

mai. In Veneto tale “emorragia” fu in parte mitigata dalle 100mila copie del rinato periodico. La redazione fu in prima linea nel fornire ai colleghi notizie verificate e a rintuzzare quelle non corrette. Ma il periodico si impegnò soprattutto a fornire su queste pagine documentati servizi per raccontare ai donatori la verità. Per l’ultimo numero del ‘95 si andò direttamente a Trento per una lunga intervista-verità esclusiva con il Procuratore capo, Francantonio Granero. Fu parte integrante di una più ampia inchiesta sull’inesistente “plasma infetto” del Veneto che fu ripresa anche dagli altri mass media regionali. I quali, almeno qui da noi, ebbero una visione più chiara dei fatti. Ma la storia continua...

AVIS&SPORT Alla Regata storica di Venezia una grande “vetrina” per Avis

di Beppe Castellano

Per i veneziani veraci, che sull’acqua ci vivono, l’appuntamento clou è la gara che la chiude. Per le centinaia di migliaia di turisti assiepati sulle rive del Canal o stipati come sardine sulle barche a motore (noleggiate, ma per un pomeriggio immobili alla fonda) è un’occasione unica per rivivere gli antichi splendori della Serenissima. La Regata Storica è un appuntamento imperdibile ogni anno, la prima domenica di settembre.

Un avvenimento seguito in tutto il mondo. E lo è da sempre anche per l’Avis di Venezia centro che, ogni volta, “arma” una caorlina per propagandare il dono del sangue. Un’occasione unica anche a livello mediatico, visto che numerose sono le ore di trasmissione sia delle emittenti televisive locali, sia della stessa RAI che trasmette in diretta tutto il corteo storico, delle Società remiere e delle Associazioni di volontariato. Già l’anno scorso, grazie ad Avis regionale Veneto, tantissime barche in corteo erano punteggiate di 300 cappellini rossi Avis, distribuiti a piene mani dall’equi

Paolo Capuzzo, volontario e collaboratore del gruppo Avis di Bagnoli di Sopra (Pd), assieme a un gruppo di atleti del Conselve Nuoto, il 9 luglio ha attraversato lo stretto di Messina in meno di un’ora. Una grande impresa sportiva e un sogno cullato da tempo la traversata di quei 3.500 metri in mare che separano la Sicilia dalla Calabria. Una grande soddisfazione per tutto il gruppo, al quale facciamo i nostri complimenti! A nuoto lo Stretto di Messina in un’ora

paggio avisino. Anche quest’anno l’iniziativa si è ripetuta, con altri 200 copricapi. Sta ormai diventando anche questa una tradizione vedere i regatanti armati di lungo remo proteggersi dal sole grazie all’Avis. Il 1° settembre la caorlina Avis veniva continuamente “abbordata”, in attesa che partisse il corteo, da altre barche con gli equipaggi entusiasti di sentirsi “avisini”. E in ogni barca, quasi sempre, c’era un già donatore che motivava gli altri. E i cappellini “veneti” sono finiti anche a Pavia e a Umago in Croazia. Inutile dire che, con la caorlina splendidamente imbandierata lungo il canal Grande, più volte da un anonimo donatore del pubblico sulle Rive si levava il grido “Viva l’Avis”, seguito dagli applausi della folla.

Non c’è che da ringraziare l’equipaggio della “barca corsara”: da Giorgio l’esperto nocchiero (poppiere in veneziano), all’altro Giorgio al remo con Fabio e il giovane Nicola di 25 anni, insieme alle due “quote rosa” Silvia e Antonia. Un vero “ritratto” dell’Avis, dopotutto. Un grande “grazie” va pure alla Remiera Francescana dell’Arsenale che, grazie anche al presidente Giuseppe Vianello, si è fatta in quattro per Avis. E l’anno ci risiamo... magari allargando la visibilità.

Una domenica dedicata alle donne per dire di no alla violenza di genere e per invitare alla donazione di plasma con il progetto: “Giornata in Rosa e Giallo con Avis”, domenica 30 giugno.

Una discesa in rafting sull’Adige organizzata dall’Avis provinciale con il supporto dell’Avis di Pescantina e, per la parte tecnica, dal Canoa Club di Pescantina con il loro presidente Vladi Panato, donatore di sangue, con un palmares di vittorie mondiali invidiabile. A sostegno della manifestazione era presente anche Telefono Rosa con uno stand informativo. Oltre cinquanta i partecipanti, su 6 gommoni, partiti da Ceraino. Dopo due ore e a colpi di pagaia, sono approdati a Pescantina, favoriti da una giornata di sole e dall’Adige bello pienotto. L’evento aveva un duplice obiettivo. Primo: sensibilizzare le persone, donatori e in particolare le donatrici, a donare il plasma, in calo anche a Verona rispetto agli anni precedenti. Secondo: testimoniare la vicinanza e il

supporto alle donne che subiscono maltrattamenti e violenza.

“Telefono Rosa si occupa di sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sul fenomeno della violenza di genere, ed è per questo che ha accettato la proposta di Avis a partecipare a questa iniziativa. - precisa Lorella Don, presidente di Telefono Rosa di Verona - Sempre più donne riescono a uscire dal silenzio e a chiedere aiuto perché attorno a loro negli anni si è riusci

te a creare una rete di sostegno, coinvolgendo Centri antiviolenza, Forze dell’ordine, Pronto soccorso, ma anche farmacie e Servizi sociali. La sfida è quella di continuare su questa strada, non abbassare la guardia e promuovere politiche che possano davvero aiutare le donne che hanno trovato il coraggio di chiedere aiuto”. Visto l’entusiasmo dei partecipanti, gli organizzatori si sono presi l’impegno di replicare l’evento anche il prossimo anno.

I mini rugbysti della provincia di Verona tutti assieme con l’Avis

Positiva collaborazione tra il Gruppo rionale Avis di Palazzina (Comunale di Verona) e gli organizzatori del Torneo di Rugby “Memorial Elisa Bortolazzi” dello scorso maggio. Grazie alla sensibilità dei dirigenti della società, il Direttivo del Gruppo rionale ha potuto esporre gli striscioni Avis e allestire un gazebo informativo, con distribuzione di volantini sul dono del sangue. La manifestazione era riservata alle categorie dagli 8 ai 12 anni appartenenti alle società sportive Lupos Rugby Club, Scaligera Rugby Verona, Guardians Rugby Legnago e Rugby Club Valpolicella. Ai circa 250 ragazzi sono stato distribuiti dei capellini bianchi con il logo Avis. Finalità dell’iniziativa è stata quella di avvicinare i giovani e gli sportivi alla donazione

di sangue, cercando di raggiungere nuovi e potenziali donatori. Da sempre chi pratica sport è un candidato donatore ideale perché conduce una vita sana! Per questo

motivo abbiamo coinvolto i ragazzi, come facciamo nelle scuole, perché possano da un lato avvicinarsi al messaggio del dono e dall’altro portarlo ai loro giovani genitori.

AVIS&SPORT Dall’estremo nord all’estremo sud, l’Italia è unita dall’Avis

Servizio di Michela Rossato e Beppe Castellano

L’impresa di un ciclista veneto ha dimostrato ancora una volta - se mai ce ne fosse stato bisogno - come la nostra associazione sia un vero “collante”, un’unica grande “famiglia”, in ogni angolo del nostro Paese. Al di là di lingue e dialetti, tradizioni e culture diverse, Avis “unisce” in un solo ideale di fratellanza e condivisione.

Duemila chilometri di fatica e gioia, in solitaria o con ciclisti al seguito, tra mare e montagna, panorami mozzafiato e le rovine del terremoto. Duemila chilometri sulle due ruote, da nord a sud di questo nostro straordinario Paese, per sensibilizzare alla donazione del sangue e ricordare che esiste un simbolo del dono che va restaurato e protetto. Marco Toppan, 40enne di Carbonera (Tv), donatore da quando ne aveva 29 (fa riferimento all’Avis di Zenson di Piave) ha concluso il 6 settembre la sua avventura in bici “Su due ruote nello Stivale per l’Avis”.

Partito come testimonial dell’Avis provinciale di Treviso, ha pedalato per due settimane anche per promuovere il recupero del Tempio

internazionale del Donatore di Pianezze di Valdobbiadene (Tv). Ha attraversato ben 12 regioni, con partenza dall’Alto Adige e arrivo in Sicilia. Il giorno prima di partire l’abbiamo brevemente intervistato quando è venuto a trovarci in redazione (foto in basso), chiedendogli come gli era venuta in mente l’idea e che cosa si aspettava. “L’ho fatto già un paio di volte, in bicicletta dal Veneto in Calabria. Mia moglie è calabrese, le due volte precedenti mi ha accompagnato in... vespa. Ora non era possibile, visto che abbiamo due bambini piccoli. So che lungo il percorso già mi hanno segnalato che mi aspettano alcu

ne Avis”. E ovunque, tappa dopo tappa, una calorosa accoglienza da parte di Avis, amministrazioni comunali, cittadini, stampa.

“Qualcosa di straordinario, in ogni luogo in cui sono arrivato sono stato atteso, festeggiato, intervistato e ben rimpinzato con i piatti tradizionali - ci ha raccontato - ogni volta è stata un’emozione forte e bellissima. Regione dopo regione, paese dopo paese, ho conosciuto tante persone meravigliose che mi rimarranno nel cuore come i paesaggi che ho visto, le storie che mi sono state raccontate, i diversi accenti e dialetti, i volti dei tanti volontari che ho incontrato”. Gli abbiamo chiesto

quale tappa è stata più significativa, per lui fra le tante.

“Se proprio devo citarne una, quella da Gabicce a Pergola. Per tutto il percorso mi hanno affiancato altri quattro ciclisti avisini. “mica possiamo lasciarti pedalare tutto solo!”, mi han detto. E in ogni paese dove passavamo, c’era una sede Avis con il comitato di ricevimento con un sacco di persone. L’Avis è UNA. Dovunque tu vada ti fanno sentire “fratello” anche se cambiano cadenze e modo di parlare”.

Come già ci aveva raccontato l’altro Marco (Cileo) - che un paio d’anni fa la stessa avventura l’ha affrontata a piedi, ma in direzione inversa da sud a nord - la cosa più bella del percorso è sentirsi parte di un’unica, grande famiglia Avis!

“Mi sono immerso nelle bellezze del nostro Paese, senza mai perdere di vista il fine sociale del mio viaggio che è stato subito sposato da tutti - continua - insieme alle delegazioni locali dell’Avis ho condiviso il progetto di recupero del Tempio, bisognoso di lavori per poter essere riaperto e tornare ad essere la meta di donatori di ogni parte d’Italia, di qualunque sigla”.

“Non a caso della neo associazione Odv Tempio fanno parte, oltre ad Avis, anche Fidas, Fratres e Aido - sottolinea il suo presidente Gino Foffano - e non a caso il Tempio si chiama internazionale, perché è la casa di tutti coloro che donano, senza distinzione alcuna, è il simbo

lo dell’altruismo, della generosità e della pace”.

Quella pace che Toppan si augura possa presto tornare nei luoghi del Centro Italia colpiti dal sisma: “Ecco... un’altra emozione fortissima è stata percorrere e fermarsi nelle zone del terremoto. I luoghi più toccanti del mio viaggio, senza dubbio, dove si respirano dolore e speranza insieme”.

Ad Arquata del Tronto (Ap), Marco è passato davanti al nuovo poliambulatorio sanitario che grazie al contributo di privati e di tante Avis (anche del Veneto) sta finalmente nascendo tra le rovine (foto sopra). Un faro per la popolazione già tanto provata, come può esserlo “il Tempio che illumina il nostro cammino e ci sprona a impegnarci quotidianamente nel dono e nell’aiuto al prossimo che ha bisogno -

spiega la presidente dell’Avis provinciale di Treviso, Vanda Pradal - Renderlo nuovamente fruibile deve essere un obiettivo comune. Ancora di più ora che la zona è diventata Patrimonio Unesco dell’Umanità”. E anche in questo molte Avis lungo il percorso si sono impegnate: “So della regionale Marche che ha raccolto e stanziato una certa somma, non chiedetemi quanto e cosa... Io pedalavo. Poi, per esempio, a Scilla sull’estrema punta della Calabria, la sera degli immancabili “festeggiamenti” l’Avis locale ha raccolto una certa cifra con il tipico “panino col pesce spada”.

E tutti i cittadini possono contribuire alla “rinascita” del Tempio Internazionale del Donatore con un contributo anche piccolo. IBAN: IT28 F030 6962 1561 0000 0000 039 con causale: lavori Tempio.

Sempre dalla Marca un altro atleta su due ruote gira l’Australia

Ec’è chi in bici attraversa anche l’Australia in maglia Avis. Nicola Andreose, 45 anni titolare di un ristorante a Casella d’Asolo (Tv) ha percorso le strade della terra dei canguri veicolando il messaggio universale della donazione del sangue. Il 20 agosto è atterrato e partito in bici da Pert, per un mese sulle due ruote che gli ha regalato emozioni incredibili, tra paesaggi e animali sempre diversi. Non nuovo a pedalate di questo tipo, partendo dalla sua Asolo Nicola ha raggiunto

nel 2017 Capo Nord e prima ancora Santiago di Compostela.

Lo scorso anno, invece, è volato negli Stati Uniti per la suggestiva traversata da costa a costa.

Sempre indossando la maglia Avis Asolo. Oltre che organizzare per sé questi percorsi in giro per il mondo, Nicola organizza ogni anno la maratona Asolo 100km, una speciale maratona molto dura che porta gli atleti partecipanti fino a Cima Grappa. Eccolo in uno dei suoi selfie, indispensabili “in solitaria”.

LE SETTE SORELLE: TREVISO Un “corto” che sa raccontare, invitando a una sana Solidarietà

Èstato presentato a giugno lo spot “Insieme è più bello” interpretato da un gruppo di giovani avisini per veicolare la bellezza del dono con un video rivolto ai coetanei. In un minuto condensa la storia di Federico e Federica. Entrambi donatori nella vita reale, fedeli alla loro amicizia nel film, interpretano due giovani alla loro prima volta al dono, con tanto di emozioni “descritte” da amici e conoscenti. “Il video è nato per parlare ai giovani spiegando loro la forza e la bellezza dell’Avis, condividendo un impegno solidale che aiuta a fare e a farsi del bene. Lo spot è frizzante, usa parole capaci di raggiungere le nuove generazioni, cercando di trovare un linguaggio comune per toccare le corde del cuore - spiega entusiasta Vanda Pradal, presidente dell’Avis provinciale di Treviso committente dello spot - lancia quindi un invito collettivo alla donazione attraverso i media tradizionali, senza tralasciare le nuove piattaforme frequentate dai giovani, Facebook,

Instagram e Twitter”.

Il cortometraggio, interamente girato nella Marca Trevigiana, è stato messo a punto dopo un casting promosso all’interno dell’Avis provinciale, individuando i potenziali attori tra coloro che hanno partecipato al concorso “I volti del dono”. Ragazzi tra i 18 e i 35 anni che hanno aderito all’iniziativa pubblicando sui social avisini la propria foto per fare un carico di “mi piace” e diventare testimonial del dono. Protagonisti sono Erika Bonotto, Francesco Cadamuro, Giovanna Gaborean, Roberto Paladin, Simone Tommasini, Federica Bottega e Federico Gerhardinger con Paola Panontin e Riccardo Acciai. “Abbiamo voluto una selezione coerente e credibile con la parte da interpretare. Trovare solo degli attori professionisti per fare promozione senza mai aver allungato il braccio, non sarebbe stato lo stesso. Perciò abbiamo voluto coinvolgere i donatori - prosegue la presidente Pradal - che sono la linfa vitale dell’Avis e il nostro ricambio

generazionale, sanno parlare ai coetanei in modo semplice, diretto, convincente e coinvolgente”. “Il video è a tutti gli effetti uno strumento didattico che può essere proposto all’interno delle scuole - sottolinea Manuel Gualandi, co-direttore creativo di CGA Art Agency che ha elaborato e realizzato lo spot - ma è anche formulato come un concept di comunicazione emozionale accessibile ai giovani attraverso gli altri canali digitali presenti in Rete”.

La giovane donatrice e la tesi di laurea sul marketing sociale di Avis

Profumo d’alloro e fiocchi gialli! Congratulazioni ad Anna Moino, donatrice Avis che lo scorso 18 luglio si è laureata in Economia Aziendale all’Università Ca’ Foscari di Venezia con una tesi che ha sondato l’universo avisino. Il suo lavoro, intitolato: “Il marketing sociale nelle organizzazioni non profit: il caso Avis”, l’ha vista conoscere più da vicino l’attività dell’Avis provinciale di Treviso. “Tutto è nato condividendo l’idea con la professoressa che mi stava seguendo nell’elaborazione della tesi, tramite l’Avis comunale di Roncade e l’im

pegno fattivo di Stefano Beraldo e di Walter Tonon, ho potuto realizzare la tesi analizzando dati ed esperienze propri dell’universo avisino” racconta Anna “voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno supportato e aiutato in questo importante traguardo del mio percorso di studi e di vita”. Da sempre vicina all’Avis, per Anna si tratta di una “tradizione” di famiglia, storico avisino è stato il nonno Gian Carlo e anche il padre Gabriele. “Loro mi hanno sempre dato l’esempio” conclude Anna “così mi sono avvicinata all’Avis fino a diventare donatrice”.

Il valore del volontariato e il suo senso più profondo passano attraverso questa semplice frase: “Aver cura della vita”. Non a caso l’abbiamo scelta come titolo per l’incontro che chiamerà a raccolta le nostre Avis provinciali di Padova, Treviso, Venezia, Vicenza, Rovigo e Verona il 12 e 13 ottobre a Nebbiù di Pieve di Cadore (Bl). Un appuntamento importante che, per la prima volta in assoluto, vedrà la partecipazione di tutte le Provinciali che compongono il mondo avisino del Veneto.

Un segnale forte dello spirito di condivisione e compartecipazione

che caratterizza l’Avis. Nel corso di questa esperienza formativa, che sarà arricchita dalla bellezza delle Dolomiti, emergerà l’importanza del crescere insieme, ribadiremo il valore del mettersi a disposizione degli altri per gli altri, con entusiasmo, rispetto e competenza. Non a caso il programma della due giorni è ricco di iniziative e di incontri dedicati alla formazione del volontario, a cominciare dall’intervento introduttivo di Carlo Donadel con la partecipazione del dottor Gian Antonio Dei Tos, esperto di bioetica e direttore dei servizi socio sanitari dell’Aulss 1 Dolomiti, che rifletterà sul tema

dell’aver cura della vita ragionando sul fondamento etico del dono.

A seguire il contributo di Rita Reschiotto, docente di Psicologia della qualità della vita Iusve, quindi la testimonianza del compositore Giorgio Fornasier. Le giornate saranno affiancate da numerosi workshop dedicati a supportare i “donatori 2019” rendendoli più consapevoli della necessità di costruire tutti insieme un volontariato sempre più competente, assertivo e capace di interloquire nel migliore dei modi con le istituzioni e con la comunità.

Vanda Pradal

Montebelluna: il martedì ristoro dei donatori grazie alle “Libellule”

Ci sono piccoli gesti che non hanno prezzo e che sono capaci di arrivare dritti al cuore, superando le difficoltà. Il prendersi cura degli altri, in questo caso dei donatori Avis che afferiscono al Centro trasfusionale di Montebelluna. Protagonisti del progetto sono cinque giovani della cooperativa sociale “La Libellula”, centro diurno per la disabilità. Hanno dai 25 ai 40 anni e grazie a una sinergia stretta con l’Avis comunale di Montebelluna e la direzione del Ct, ogni martedì a turno seguono il post-donazione. Servono bevande calde e panini a chi ha appena donato il sangue e sono coinvolti nel monitoraggio dei donatori avisini dopo il prelievo. Una collaborazione positiva.

“Avere un ruolo di responsabilità fuori dal centro diurno, ma all’interno di un contesto strutturato, è per questi giovani che hanno una disabilità un’occasione importante per potersi rapportare con l’esterno, affiancati da un operatore. Servono la merenda ai nostri avisini, un gesto significativo e denso di valore”, dice Maria Teresa Perin, presidente della Comunale.

“Un progetto pieno di significati - evidenzia Vanda Pradal, presidente

della Provinciale - la nostra associazione è, per sua natura, sensibile alle persone più deboli e desiderosa di lanciare un messaggio di inclusione. Il donatore avisino dona

per gli altri. Aver coinvolto i giovani de La Libellula nel servizio ristoro del Ct di Montebelluna sottolinea questa attenzione all’essere comunità unita e coesa”.

La 20ª Festa provinciale a San Vendemiano

Gran successo e partecipazione alla 20ª “Giornata provinciale del donatore di sangue”, domenica 1 settembre a San Vendemiano. L’appuntamento è stato un momento di festa e di condivisione con tutte le realtà territoriali. Hanno partecipato tanti presidenti delle Comunali e numerosi associativi. Ritrovo in piazza San Marco, Santa messa e i saluti delle autorità. Poi i partecipanti sono stati ospitati dalla struttura parrocchiale San Giovanni Paolo II per il convivio. “La giornata è stata occasione di acondivisione e riflessione sull’attività avisina. Anche per continuare a sostenere il progetto di recupero del Tempio del donatore di Pianezze di Valdobbiadene, affinché torni al più presto ad ospitare le nostre Giornate del donatore”, ha sottolineato Vanda Pradal presidente provinciale.

Peer Education all’Università per promuovere la donazione LE SETTE SORELLE: PADOVA

a cura di Roberto Sartori

Il progetto approvato dal Comitato di Gestione del Fondo Regionale Sangue, di cui alla D.G.R.V. n° 1338 del 29.08.2016 è entrato nella fase operativa, approvato dal Crat attraverso il referente scientifico dott. Antonio Breda, viene finanziato con le risorse previste dalla delibera citata e che riguarda le attività aggiuntive svolte dalle Associazioni e Federazioni dei Donatori di sangue a supporto del sistema trasfusionale, nell’ambito esclusivo della promozione del dono.

In particolare lo scopo del progetto è promuovere la donazione di sangue mediante l’utilizzo della “peer education” attraverso persone opportunamente formate (educatore paritario) che intraprendono attività formative con altre persone sue pari, cioè simili quanto a età, condizione, genere, status, entroterra culturale o esperienze vissute tra studenti universitari per promuovere la donazione di sangue attraverso la promozione di stili di vita sani. La promozione della donazione di sangue avviene attraverso l’informazione corretta di tutela della propria salute attraverso l’adozione di stili di vita sani in comportamenti controllabili dalla persona (alimentazione, attività fisica, alcol, fumo, comportamenti sessuali a rischio) e di promozione del benessere come scelta responsabile verso sé stessi. Conseguenza di questa attenzione rivolta a sé diverrà il gesto di donazione di sangue.

Tale metodologia potrebbe ritenersi efficace in quanto farebbe riflettere gli studenti sul loro stile di vita, motivandoli dapprima ad una scelta responsabile di salute verso sé stessi. Si andrà poi a lavorare sulla promozione della donazione di sangue, ad una popolazione

già sensibile alla salute. L’attività di progetto vede la partecipazione di associazioni studentesche come il SISM (Segretariato Italiano Studenti in Medicina), UDU (Unione studenti universitari) con il reclutamento di studenti interessati ad essere formati e divenire “peer educator” che a loro volta svolgeranno attività di promozione della donazione di sangue. Il coordinamento del progetto è svolto da un tavolo multidisciplinare composto dal Comitato di Gestione del Fondo Regionale Sangue di cui alla D.G.R.V. 1338/201, dalla Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Universita’ di Padova, presidente consiglio della Scuola: prof. Mario Plebani e/o delegati e dal Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione (DPSS) Universita’ di Padova: prof. ssa Caterina Suitner- Insegnamento: Influenze sociali e persuasioni; prof.ssa Luciana Carraro, prof.ssa Anne Maass- Insegnamento Psicologia Sociale. Sono stati selezionati attraverso borse di studio del Di

partimento di Medicina e Chirurgia Davide Busato, Studente LMCU in Medicina e chirurgia. Università degli studi di Padova ed Andrea Pedot, Studente LMCU in Medicina e chirurgia. Università degli studi di Padova, nonché Gianluca Padrin, Laureando in Psicologia di Comunità - Università degli studi di Padova. Ci sarà poi la possibilità di esportare tale modello anche all’interno di altre realtà universitarie; tale modello, articolato per passi tra loro interconnessi e sequenziali, valutati anche in termini di efficacia (valutazione di apprendimento per il corso di formazione ai peer, borse di studio con obbiettivi specifici, attività di tirocinio supervisionate da tutor, elaborato di tesi con indagine di valutazione di efficacia dei messaggi per la promozione della donazione di sangue attraverso l’implementazione di stili di vita sani) potrà essere esportato anche in altre realtà universitarie al fine di creare una diffusione capillare tra gli studenti della donazione di sangue.

Le Avis del Territorio anche quest’anno hanno partecipato all’iniziativa “Diabete a Colori” il 2 giugno in scorso in 23 comuni della bassa padovana, in collaborazione con Lions Club e Croce Rossa Italiana è stata fatta una campagna di sensibilizzazione e prevenzione del diabete tra la popolazione del territorio con 2800 kit pronti da somministrare alla popolazione. Sono stati misurati i valori della glicemia, compilato il questionario e valutati i risultati che con un semplice schema evidenziano il rischio di diventare diabetici e indirizzare le persone precocemente ai servizi sanitari prima della comparsa dei sintomi.

“La giornata rientra nel progetto “Diabete a colori” - spiega Gianfranco Boscaro, presidente dell’Avis del Conselvano - che abbiamo promosso congiuntamente alla Croce Rossa e ai Lions Club Conselve per sensibilizzare la popolazione e raccogliere dati utili ad analizzare l’incidenza del diabete nella popolazione locale. Questa giornata rappresenta uno sforzo importante per le nostre Avis comunali, che conta migliaia di iscritti e tanti volontari attivi nella

prevenzione alla salute.”

“La prevenzione e la sensibilizzazione a stili di vita corretti è tra le principali finalità dell’Avis che si affianca alla donazione di sangue - aggiunge Luca Marcon, presidente Avis Provinciale di Padova - Per Avis infatti avere una popolazione sana significa aumentare il numero di possibili donatori. Sensibilizzare la popolazione a ridurre i fattori di rischio delle principali malattie, tra le quali il diabete, che colpisce più di 3 milioni di persone in Italia, è una sfida che portiamo avanti attraverso molteplici attività in tutto il territorio provinciale.”

Montagnana-Peschiera, gemellaggio che s’è rinnovato a giugno

Il 2 giugno si è consolidata l’amicizia tra le Avis di Montagnana e Peschiera del Garda con la sottoscrizione di un documento di “gemellaggio” tra i 2 presidenti Antonio Vecchione e Fiorenzo Zambelli; le associazioni hanno obiettivi e finalità comuni che impegnano i volon

tari nella raccolta sangue. Presenti anche i Sindaci delle due comunità che hanno condiviso le motivazioni di questo atto di amicizia. Montagnana è sede di raccolta sangue. Il territorio in questi ultimi due anni ha ottenuto risultati positivi che si consolidano anche per il 2019.

L’Avis con Radio Vicenza “vola” nell’etere: un appello ai giovani LE SETTE SORELLE: VICENZA

L’Avis provinciale è stata ospite il 3 agosto del programma “Vicenza solidale” di Radio Vicenza, curato in collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato. Ai microfoni il presidente provinciale Giovanni Vantin (nella foto con altre ospiti) ha sottolineato la necessità di sangue in particolare durante l’estate e ha fatto un chiaro richiamo ai giovani, perché vi si avvicinino. Ha quindi parlato della sensibilizzazione che viene fatta nelle scuole superiori, grazie al progetto scuola di Avis regionale e ai suoi operatori: “Abbiamo bisogno delle nuove generazioni e anche del sostegno delle loro famiglie - ha detto Vantin - perché oggi i giovani sono meno disponibili verso il volontariato rispetto al passato e la famiglia può giocare un ruolo im

portante nell’aiutarli in tal senso”. Ha quindi sottolineato che senza il contributo di tutti, il sangue che oggi diamo per scontato quando ne abbiamo bisogno in ospedale, potrebbe non esserlo più domani.

E che donare significa anche essere periodicamente controllato! La trasmissione radiofonica ha dato un’ottima occasione all’Avis vicentina di farsi conoscere e di trasmettere il messaggio del dono.

Bassano accoglie le Avis a Cima Grappa, raduno interregionale donatori

Avis Bassano del Grappa prosegue il suo percorso all’insegna del positivo, grazie ai risultati ottenuti nelle scuole con il

Progetto “Città del Dono” e con la collaborazione di “chiamate” concordata con l’Avis di Schio. Comunale con la quale si collabora, pre

sente con noi anche al tradizionale Raduno interregionale del donatore a Cima Grappa, il 7 Luglio. Erano presenti le Avis comunali del vicentino, del Veneto e da tutta Italia. Diverse sono le attività programmate per l’autunno. Prevista una mattinata teatrale al “Da Ponte” per gli studenti delle scuole superiori nell’ambito del progetto “Città del dono” al quale partecipano Avis, Fidas, Rds, Admo e Aido.

Il 20 ottobre, invece, sarà la volta della gita sociale con pranzo di pesce a Porto Tolle (Ro). Il 25 novembre, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, giornata della “donazione in rosa” al Centro trasfusionale dell’ospedale di Bassano, interamente dedicata alle donatrici e alle potenziali donatrici.

Per incentivare il dono del sangue e portare avanti il suo messaggio di vita e solidarietà l’Avis punta decisa sui giovani, perché crede fermamente nelle capacità dello sport e della scuola di produrre cultura e benessere. Anche quest’anno, quindi, l’Avis Schio-Altovicentino ha sponsorizzato numerosi eventi sportivi e ha deciso di sostenere le scuole per

rendere possibile la realizzazione di alcuni progetti, l’acquisto di materiali e lo svolgimento di alcune importanti attività. Ultimo in ordine di tempo il concreto aiuto all’istituto Itis De Pretto di Schio per permettere a sei studenti di partecipare a “Robocop Junior Euro 2019”, il campionato europeo di robotica svoltosi ad Hannover, in Germania. A conquistare il primo posto nella tipologia “Rescue Line”, è stato il team dei “Sambéi”, composto dai diciottenni Matteo De Facci di San Vito di Leguzzano e Riccardo Zattra di Schio. Hanno costruito un robot capace di seguire un percorso che simula operazioni di salvataggio nel minor tempo possibile. Ottimi, comunque, anche i risultati ottenuti dagli altri quattro studenti dell’istituto scledense. “L’Avis Schio-Altovicentino ha fatto davvero tanto per realizzare il nostro sogno - ha detto Barbara Tisato Scapin, vice preside dell’Itis De Pretto - inutile descrivere la gioia e la soddisfazione dei vincitori e di noi docenti. Grazie di cuore per aver investito sui nostri ragazzi”.

“Non è tanto importante l’investimento economico in sé - spiega Giulio Fabbri, presidente dell’Avis Schio-Altovicentino - quanto piuttosto il fatto di puntare sui giovani, sul loro talento ed entusiasmo, consapevoli e sicuri che possano essere utilizzati anche a favore del prossimo, magari sotto forma di donazione di sangue”. Dopo essersi imposti come giovani promesse della robotica, chissà che gli studenti scledensi non decidano ora di farsi avanti per conoscere più da vicino il mondo della solidarietà della grande famiglia dell’Avis.

Da Paese al Pasubio ed è quasi “gemellaggio” con Schio AltoVicentino

Simpatico “gemellaggio” domenica 14 luglio. L’Avis di Schio AltoVicentino ha accolto e ospitato con entusiasmo un gruppo di circa cento persone dell’Avis di Paese (Tv) per una visita al Giardino Jacquard, al Lanificio

Conte, alla bellissima Fabbrica Alta, tutta da scoprire, alle chiesette di Santa Maria in Valle e di San Francesco.

Dopo una visita all’Ossario del Pasubio non potevano mancare quattro passi verso l’ormai famo

sissimo Ponte a corde “Avis”.

Il pranzo al sacco tutti insieme sotto un tendone allestito per l’occasione dagli Alpini di Santorso nella piacevole conca di Malga Prà ha fatto nascere e rinforzato una bella amicizia tra le due diverse realtà.

Avis Mestre e Venezia insieme: no ai luoghi comuni sui giovani LE SETTE SORELLE: VENEZIA

pagine a cura di Giorgia Chiaro

In Avis si sente ripetere spesso che i giovani non sono più disposti a impegnarsi nel volontariato come una volta. È una parziale verità (quasi una fake news), serve a giustificarci per non essere più capaci di attirare i giovani nelle nostre associazioni.

La sensibilità dei ragazzi verso i temi sociali non è affatto diminuita, anzi. Grazie ai moderni canali di comunicazione, gli stimoli che ricevono e i settori in cui possono impegnarsi è esponenzialmente cresciuto e il dono del sangue (e la sua promozione) diventa solo uno dei possibili sbocchi di impegno in “competizione” con gli altri.

La domanda che, come avisini, dobbiamo porci, dunque, non è “Perché i giovani non si impegnano in Avis?” ma, piuttosto “perché i giovani dovrebbero impegnarsi in Avis?”. Nella Comunale di Mestre-Marghera abbiamo iniziato un percorso in questa direzione. Non si tratta di un cammino rapido, né dagli esiti scontati, ma i primi frutti cominciano ad esserci.

La prima cosa, fondamentale, è far conoscere ai giovani le potenzialità che un’associazione come Avis può mettere in campo nella promozione. I giovani ci conoscono come “quelli al banchetto della sagra del paese dove non si avvicina mai nessuno” oppure “quelli che fanno discorsi noiosi sui palchi”. La forza della testimonianza diretta, poi, ha un’efficacia potentissima quando è prodotta con empatia.

Tutto questo ha trovato applicazione nell’incontro con alcuni istituti superiori di Mestre e Venezia centro storico, presso l’Auditorium Plip a Mestre il 5 giugno scorso. Organizzato da Laura Elia, l’incontro rientrava in un progetto del Comune

di Venezia in collaborazione con le Avis comunali di Venezia e di Mestre-Marghera. I ragazzi avevano già maturato, nel corso dell’anno scolastico, un’esperienza di impegno attivo nell’attività di “tutoraggio alla pari”: un servizio di supporto ai loro coetanei e alle giovani matricole per affrontare le difficoltà del percorso di studi.

La giornata è iniziata con delle testimonianze molto forti, a partire da quella di Anita, giovane trapiantata di midollo osseo, che ha raccontato

Susanna e Beatrice, volontarie di Libera, ci hanno aperto gli occhi su quanto le mafie sono presenti anche sul nostro territorio e quanto le scelte di ciascuno di noi possano incidere sul nostro tessuto sociale. La parte finale è stata aperta da un video in cui i valori che ruotano attorno al dono del sangue sono stati presentati attraverso le opinioni espresse da comuni cittadini. Ne è scaturito un dibattito coinvolgente, moderato da Gianni, operatore Avis scuola, che neppure il caldo soffo

con vibrante emozione l’esperienza dalla quale è uscita vittoriosa solo grazie a centinaia di donatori di sangue, oltre alla sorella che le ha donato il midollo. Antonino Giorgi, vittima della mafia, ci ha insegnato invece come il potere della violenza possa essere attrattivo quando devi decidere da che parte stare, ma che alla lunga diventa un cancro che divora la tua esistenza.

cante del teatro è riuscito a smorzare. Alla fine i giovani ci hanno stupito per la loro sensibilità e capacità di superare gli stereotipi che il contesto socio-politico attuale ci propone: l’universalità del dono che, quando interviene a tutela del diritto primario della salute, non conosce distinzione di religione, colore della pelle o ideologia politica.

Dario Piccolo

Laddove la terra incontra il cielo, a Gosaldo (Bl), il 23 luglio Avis e Admo provinciali di Venezia hanno incontrato i ragazzi della parrocchia di Carpenedo (Mestre) per una giornata di condivisione e sensibilizzazione al dono.

I ragazzi del camposcuola, gli animatori, don Gianni e i volontari presenti hanno lavorato insieme per l’intera giornata, continuamente stimolati da Valentina dell’associazione Il Castello, che ha messo insieme le tecniche dello storytelling e coinvolgenti esercitazioni pratiche. Così abbiamo prima imparato a conoscerci, osservando ciò che il vicino vede e cerca in noi e poi raccontando ciò che noi vorremmo che venisse percepito e ricordato. Siamo poi passati ad attività più

operative in cui, sfruttando il materiale del bosco, abbiamo rappresentato la nostra visione del mondo, partendo dalla realtà attuale e proiettandoci nei nostri ideali.

Una sferzata è stata data da Sebastiano, un giovane sportivo che coltivava il sogno di andare a giocare a basket negli Usa, ma che la malattia ha costretto a giocare un’altra partita in un campo sconosciuto.

L’esperienza di Sebastiano ci ha testimoniato il valore della vita e l’importanza delle scelte che facciamo, anche quando tutto prende un percorso diverso da quello che ci eravamo immaginati. Particolarmente toccante (e spesso sconosciuto anche per i donatori di sangue) ciò che ha significato per lui il

sangue ricevuto: quando le sue forze venivano meno ed era costretto a letto o in sedia a rotelle, ogni singola trasfusione gli dava una forza da “super-eroe” e gli consentiva di alzarsi e camminare autonomamente nei corridoi del reparto. Alzarsi e camminare, quante volte lo diamo per scontato?

Come diamo per scontate mille altre cose, la vita stessa, a cui un malato può tornare solo grazie al dono di uno sconosciuto che magari un giorno, durante un’intensa settimana di camposcuola, ha incontrato dei volontari che gli hanno raccontato quanto speciale avrebbe potuto essere un giorno per qualcuno. Per Avis provinciale c’era il presidente Tito Livio Peressutti.

Manuela Fossa

Collaborazione fra associazioni, i buoni frutti anche di Salzano Q uando le forze si uniscono davvero in una collaborazione sincera e sentita, la forza del messaggio arriva dritta a bersaglio e i risultati si vedono. È accaduto durante l’intensa settimana del Summer Park a Salzano, dal 10 al 16 giugno. Le Avis e le Aido del Miranese, animate dalle instancabili Monica e Michela di Salzano, con Avis, Admo e Aido provinciali di Venezia, sono state presenti praticamente in tutte le serate del festival, raccogliendo numerose promesse di donazione e adesioni.

Il lunedì, serata di cinema sotto le stelle, la proiezione del bellissimo film Wonder è stata preceduta sul palco dalla presentazione delle tre associazioni. Con una grigliata, poi, che ha visto lo spirito di gruppo rafforzarsi tra chiacchiere e sorrisi, le serate musicali e la domenica di sport e mercatini, il messaggio globale sulla donazione di sangue, midollo e organi è passato più volte. Veicolato dagli appassionati organizzatori, è arrivato ai tanti, tantissimi giovani presenti a tutte le serate. Spesso non ci accorgiamo che non servono grosse strategie o artifizi, quando la passione e la convinzione nel messaggio e nel valore di quello che facciamo sono autentici, tutto questo arriva e convince. M.F.

Summer Festival di Mirano fa “13”. I volontari di Avis, Aido e Admo per un mese alternati e promuovere il dono

Sotto il cielo stellato di Mirano è andato in scena il Mirano Summer Festival 2019. Giunto ormai alla sua tredicesima edizione, sotto la guida del patron Paolo Favaretto e in collaborazione con l’associazione Volare, la kermesse musicale ha fatto da cornice alla collaborazione tra le Avis, Aido e Admo del Miranese nella promozione della donazione di sangue, organi e midollo.

Dal 28 giugno al 31 luglio i volontari delle associazioni si sono alternati ogni sera presso l’info-point dedicato per raccogliere informazioni, sensibilizzare e promuovere la donazione, riuscendo a raccogliere numerose promesse di donazioni. Tre sono state le serate a noi dedicate: sul palco, assieme ai volontari, sono saliti il vice presidente di Avis Mirano Matteo Giordan, il presidente di Avis regionale Veneto Giorgio Brunello e la presidente di Aido Mirano, nonché presidente Aido nazionale Flavia Petrin.

Coinvolti nel lancio dell’invito al dono anche il patron Favaretto e, in rappresentanza del Comune, l’assessore Cristian Zara. Lo slogan per tutti è stato “Dona sangue: col

lega la vita!”. “Donare è una scelta di cuore, perchè proprio da una scelta di cuore può capitare la straordinaria occasione di salvare una vita”, è stato detto.

Donare sangue è donare vita, è stato il messaggio di Brunello, che ha esortato il pubblico ad avvicinarsi alla donazione: “Oggi abbiamo bisogno di tutti! Abbiamo sempre mandato messaggi rassicuranti, ma oggi non è più così. Siamo in grossa difficoltà e potrebbero saltare interventi!”.

“Negli ultimi anni sono stati effettuati oltre 75mila trapianti, di questi oltre 50mila sono ancora in vita - ha sottolineato la Petrin - Tutto questo grazie ad un “sì”, e quel sì oggi potrebbe essere il vostro!”. Il Festival è stato anche quest’anno un’occasione importante per diffondere il messaggio del dono.

Laura Zanardo

Venezia Centro Storico: estate-autunno intensi e pieni d’iniziative

Impegno su più fronti per la Comunale di Venezia nei mesi estivi, a partire dalla promozione del tradizionale concorso fotografico, con il tema “Venezia in bianco e nero”. Tramite la distribuzione di tremila segnalibri nelle biblioteche della città, quattrocento pieghevoli negli Urp comunali e altri uffici pubblici e venti manifesti in luoghi di forte passaggio, la Comunale ha promosso l’iniziativa, oltre a sensibilizzare la popolazione sulla dono del sangue. È poi partita la collaborazione con Ca’ Foscari (a breve coinvolti anche Iuav e Accademia di Belle Arti) per l’assegnazione di cinque borse di

studio per un totale di 5.000 euro per l’A.A. 2019/20. Successo per le due giornate di apertura pomeridiana del Centro trasfusionale dell’ospedale di giugno per gli studenti universitari. Replay a ottobre.

A settembre, invece, programmati incontri di promozione al dono con la numerosa comunità filippina di Venezia. A coronamento del tutto, dopo la partecipazione alla Vogalonga 2019 di una caorlina con otto giovani soci, il 1° settembre il corteo della Regata Storica ha visto sfilare sul Canal Grande diverse caorline con insegne dell’Avis (articolo in pagine sport). Davide Del Negro

“Uguale Days” di Marghera: riceventi e donatori diretti testimonial per avvicinare i giovani ad ogni tipo di dono

Credere nei giovani è quello che si dice, ma spesso non si fa. Gli Uguale Days 2019, evento giovane e inclusivo che si è tenuto dal 21 al 23 giugno al parco Catene a Marghera, sono stati invece la conferma di una scommessa che si è rivelata vincente. La scommessa fatta da tutti quelli che, insieme ad Admo Venezia e Avis comunale Mestre-Marghera, hanno creduto ai ragazzi dell’associazione Uguale, alla loro passione nell’organizzare una tre giorni impegnativa, ma dai risultati grandiosi. Per noi, associazioni che devono rivolgersi ai giovani per mission e sopravvivenza, l’investimento è stato ricambiato mille volte dallo spirito che si respirava tra gli stand e i campi da gioco in quei tre giorni, dalla visibilità che l’evento ci ha dato, dai tanti giovani che si sono informati e iscritti (abbiamo raccolto più di 50 promesse che in queste settimane

stanno diventando visite di idoneità e iscrizioni effettive!). Al divertimento si è unito il silenzio attento e commosso con cui migliaia di persone hanno ascoltato le parole di guarigione e gratitudine di Anita, giovane testimonial che si è ripresa la sua vita grazie ad una donazione

di midollo e a tante sacche di donatori di sangue, e di Fabio, presidente di Uguale, che l’anno scorso ha avuto la grande generosità e fortuna di poter salvare una vita con la sua donazione di midollo. Una doppia, splendida testimonianza del valore del dono! Manuela Fossa

Dal calendario di Mestre-Marghera dedicato alle opere d’arte al gazebo di Jesolo

Èormai quasi pronto per la stampa il calendario fotografico dell’Avis Mestre-Marghera, realizzato dal Gruppo giovani in collaborazione con il fotografo Filippo Ciappi e la grafica Linda Faraon e distribuito in tremila copie ai donatori e nei principali istituti della città, solitamente entro il mese di novembre. L’idea per il 2020 è sfruttare note opere d’arte per promuovere il

dono e la corretta informazione sul tema. Curiosi del risultato? Non vi resta che recarvi al Centro raccolta dell’ospedale dell’Angelo o presso la sede Avis in Via Einaudi tra fine 2019 e inizio 2020 e accaparrarvi la vostra copia! Seguite il sito www. avismestre.it e la pagina Facebook Avis Mestre-Marghera per sapere quando saranno disponibili i primi calendari!

E...state con Avis Jesolo

Come ogni anno, Avis comunale di Jesolo, in collaborazione con Happy Smile Animation, ha allestito in spiaggia al Lido Sole Mare un gazebo informativo per promuovere tra i turisti la donazione e sensibilizzare sull’importanza di farlo durante l’estate. Sono stati distribuiti gadget e promossi momenti di animazione.

Cultura associativa per il 50° di Taglio di Po con... presidenti LE SETTE SORELLE: ROVIGO

pagine a cura Redazione Rovigo

Per festeggiare i 50 anni di Avis nel territorio, il museo regionale della bonifica di Ca’ Vendramin di Taglio di Po ha ospitato l’8 giugno il convegno “La Vis di Avis”. Tema che è anche il titolo del volume, scritto da Vincenzo Saturni (ex presidente di Avis nazionale), Giorgio Fiorentini ed Elisa Ricciuti, che analizza e studia gli impatti sociali ed economici indotti dall’insieme delle attività che Avis promuove. “Vis”, quindi, non solo come “forza” di Avis, ma anche come “Valutazione di Impatto Sociale”. A fare gli onori di casa il presidente dell’Avis tagliolese Martino Ponzetto che ha sottolineato la presenza alla giornata dei rappresentanti di molte realtà associative. Il consigliere nazionale Mirko Vicentini ha introdotto l’incontro dicendo che c’è bisogno, sempre più, di formazione a livello dirigenziale anche per le Avis di base, al fine di crescere e lavorare “in rete” divenendo messaggeri coesi e preparati. L’assessore al territorio, Davide Maragoni, si è detto compiaciuto perché il convegno ha saputo far riflettere e focalizzare l’attenzione sull’aspetto sociale, di volontariato, di tempo dedicato,

di inclusione e coinvolgimento che Avis riesce ad ottenere e a produrre nei territori dove opera. Per la presidente della Provinciale Rovigo, Barbara Garbellini, gli strumenti per promuovere l’associazione ci sono, ma sono forse poco conosciuti anche dai dirigenti. Il libro rappresenta un compendio di tutto ciò che un donatore periodico può ricevere attraverso il suo dono in tema di prevenzione. La dott.ssa Cinzia Scipioni, responsabile del Dipartimento di Medicina trasfusionale dell’Ulss 5 Polesana, ha affermato che “la VIS” per lei è da intendersi come la “forza” che quotidianamente vede nei donatori di sangue. Altri punti di “forza” sono il coordinamento e la promozione svolte dall’associazione che cerca di portare avanti un sistema ben gestito e che può essere sempre migliorato. Il dott. Vincenzo Saturni ha spiegato che dopo la pubblicazione del Libro Bianco nel 2013, che offriva una fotografia puntuale ed aggiornata del Sistema trasfusionale italiano dal punto di vista di Avis, si è giunti alla realizzazione di questo nuovo studio, grazie a questionari compilati da oltre mille donatori distribuiti su quattro

sedi campione. Ne è emerso che circa il 13% dei donatori ha potuto usufruire di diagnosi precoci di patologie grazie ai test di qualificazione sierologica e alle visite medico-specialistiche che precedono la donazione di sangue e che oltre la metà degli intervistati ha cambiato le proprie abitudini nutrizionali una vota divenuto donatore di sangue (anche se solo il 37,8% ha ritenuto importante modificare il consumo giornaliero o settimanale di alcolici). Il 42,3% ha abbandonato il vizio del fumo o ridotto di molto il consumo giornaliero di sigarette. Purtroppo continuano ad essere sottovalutati sia l’impatto negativo dall’uso di sostanze stupefacenti sia le conseguenze delle malattie sessualmente trasmissibili. Saranno necessarie nuove campagne informative su queste problematiche dato che trascurarle significa spianare la strada a futuri problemi di salute per i singoli e alimentare maggiori rischi a carico della collettività. Questa sarà un’ulteriore sfida che Avis dovrà affrontare. Hanno partecipato al convegno anche il dott. Alberto Argentoni (già presidente Avis nazionale e Avis regionale Veneto), l’attuale presidente di Avis regionale Giorgio Brunello e il presidente della Provinciale Venezia Tito Livio Peressutti.

Un’estate al... mare della Provinciale con il beach volley E finale di calcio-balilla a Ferrara con la Guardia di Finanza

Sulla principale spiaggia polesana di Rosolina Mare, il secondo fine settimana di giugno è stato all’insegna del beach volley, uno sport sempre più popolare che attrae molti giovani che credono nei valori dell’amicizia, del rispetto e del sano divertimento. Avis non è voluta mancare e per l’occasione ha creato rete fra le Comunali di Adria, Ariano nel Polesine, Rosolina, Porto Viro, Porto Tolle e Taglio di Po assieme alla Provinciale Rovigo, con il suo Gruppo Giovani, nel ruolo di sponsor dell’evento. Il “DBM, ovvero il Delta Beach Marathon” è stato l’occasione per far conoscere e promuovere la donazione di sangue come grande gioia, valore umanitario ed espressione di solidarietà, senza tralasciare le informazioni sugli stili di vita sani e positivi.

Una delegazione del Consiglio di Avis provinciale Rovigo, capitanata dalla presidente Barbara Garbellini, ha partecipato

alla finale del torneo di biliardino “Trofeo Avis - Interforze” giunta alla quarta edizione e ospitato nella Caserma della Guardia di Finanza di Ferrara. L’iniziativa è stata ideata per sensibilizzare al dono del sangue e tenere saldi gli ottimi rapporti tra Forze dell’Ordine e Forze Armate della città estense. Durante le serate di gioco, è stato trasmesso il messaggio che insieme si può crescere meglio, se la solidarietà e la generosità delle persone rivestono un ruolo fondamentale nella nostra comunità.

Boara Pisani con la ricerca scientifica di Fondazione TES

Avis comunale di Boara Pisani, in collaborazione con il gruppo Aido e con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, ha organizzato l’11 giugno una conferenza dal titolo “Dal gel piastrinico” tenuta dal prof. Pier Paolo Parnigotto e dalla dottoressa Silvia Barbon per presentare il lavoro di ricerca della Fondazione Tes.

Il presidente della Comunale, Paolo Pavanello, ha esordito sottolineando quanto sia importante per tutti i cittadini conoscere e sostenere la ricerca scientifica.

Per tale motivo è obiettivo del locale Consiglio direttivo far conoscere i progetti di ricerca scientifica sostenuti da Avis, oltre a diffondere la cultura del dono e della solidarietà.

La spiegazione del tema da parte dei due relatori, anche se molto articolata, ha tenuto l’attenzione del pubblico sempre al massimo livello e il dibattito finale ha permesso di chiarire molti dubbi e aspetti di questo delicato campo.

Tra il folto pubblico erano presenti il rappresentante di Avis provinciale di Rovigo per la Fondazione Tes, Gastone Pellegrini, il consigliere della Provinciale di Rovigo Bruno Pettini e i consiglieri del Comune di Boara Pisani.

Quando lo sport unisce nella solidarietà Un quadrangolare di calcio ad Ariano Polesine

Ad Ariano nel Polesine (Ro) si è giocata la “Partita del cuore”. Avis-Aido comunali hanno coinvolto alcune realtà locali come l’Istituto Comprensivo Statale “J. Turolla”, il Gruppo Giovani della Parrocchia “S. Maria della Neve” e la Società sportiva Bocar Junior calcio per realizzare un momento di sport ed amicizia, presso gli impianti sportivi del Comune. Supportato dal Gruppo Giovani Avis provinciale, al torneo di calcio si sono affrontate le squadre formate da volontari Avis-Aido, Gruppo Giovani parrocchiale, insegnanti e studenti dell’Istituto comprensivo di Ariano e Corbola e la squadra degli allenatori-giocatori del Bocar Junior. Dopo la partita è stato organizzato un “terzo tempo” conviviale. Scopo dell’iniziativa, oltre al sano divertimento nello stare assieme, era quello di raccogliere fondi da devolvere in beneficienza proprio all’Istituto comprensivo locale. Avis e Aido hanno vinto la loro partita, raccogliendo anche una decina di nuovi iscritti, futuri donatori.

Uffici di chiamata

Adria: c/o Ospedale ”S.M.R. degli Angeli” - Tel./Fax 0426 40520. Rovigo: Via Maffei 5 Tel. 0425 31611. Trecenta: c/o Ospedale “San Luca” Tel./Fax 0425 590579.

In tutti gli Uffici, assente l’operatore, funziona la segreteria telefonica.

APERTURE DOMENICALI Centro Trasfusionale Adria: 15 settembre; 15 dicembre. Contattare l’Ufficio di Chiamata di riferimento per prenotazioni

Sempre ad Ariano, a futura memoria per ricordare di... donare

Inaugurato il 18 maggio il monumento del donatore Avis-Aido di Ariano nel Polesine. Come ha spie gato il presidente Roberto Stefanini, la collocazione è un ritorno alle origi ni dell’Avis Arianese: nelle adiacenze si trovava la prima sede associativa. La scelta dei materiali e la direzione del monumento è stata curata da Maurizio Gui, amministratore Avis, che ha alle spalle un’esperienza di oltre quarant’anni nel settore della la vorazione dei marmi e graniti. Dopo il piazzale dei donatori di sangue, che è un grande parcheggio polifun zionale, con il nuovo monumento la comunità avrà un altro segno visibile del valore e della cultura del dono, da tramandare alle future generazioni.

I Direttivi Avis e Aido ringraziano pubblicamente l’Amministrazione comunale perché ha sostenuto e contribuito a realizzare l’opera e le diverse ditte locali da sempre sensi bili e vicine alle due associazioni.

LE SETTE SORELLE: VERONA La massiccia campagna Avis sui mezzi di trasporto pubblico

pagine a cura di Redazione Verona

Per incrementare il numero di donatori e donazioni, l’Avis provinciale di Verona mette

bre per concludersi il 3 ottobre, è la campagna su tredici pullman di linea sul territorio provinciale e su

in campo le proprie risorse per una nuova campagna promozionale che si snoderà a tappe fino all’inizio Avis - Campagna pubblicitaria NAVETTA VR Maxiretro Sprinter Citytour 3 mezzi

tre navette (pollicini) circolanti all’interno della città di Verona.

Il messaggio Avis con il volto sor

del prossimo anno.

ridente di due giovani occupa tut

La prima fase, partita il 4 settem

ta la parte posteriore dei pullman.

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operazione sarà sostenuto dall’Avis Provinciale. Dal 15 al 30 novembre la promozione si sposterà con le stesse immagini su circa 3000 manifesti affissi in tutta la provincia, in stretta collaborazione con le Avis comunali

del territorio. Dal 23 dicembre 2019 al 20 gennaio 2020 l’affissione dei manifesti si farà, invece, alle fermate degli autobus, sulle pensiline e non, sempre a carico di Avis Provinciale.

“Si tratta di un progetto promozionale importante e di grande rilievo - spiega la presidente provinciale Michela Maggiolo - fino a gennaio le nostre immagini compariranno ovunque, diventando “familiari” a cittadini e turisti”.

Obiettivo è far diventare familiare la stessa Avis e il desiderio, o anche solo la curiosità, di avvicinarsene. Sarà anche l’occasione per ricordare per i prossimi mesi ai già donatori di continuare a donare con costanza e di parlarne con amici, compagni di scuola, vicini di bus…

Luciano, un arbitro da record: 200 “buchi” per gli altri

Forse non sarà un record, ma il donatore Luciano Ramanzini, in 43 anni, ha donato per ben 200 volte sangue e plasma. E il traguardo è degno di nota. Luciano ha iniziato a donare nel 1975, non aveva ancora vent’anni, da allora non si è più fermato. “All’inizio le donazioni si facevamo nei locali dell’asilo di Vigasio, dove periodicamente venivano il medico e gli infermieri del Servizio trasfusionale - racconta - Per un ventennio erano prelievi di sangue, al massimo quattro l’anno. In seguito, quando siamo andati a donare presso il Centro trasfusionale, ho iniziato a donare anche il plasma, così potevo fare anche sei donazioni l’anno”. Ramanzini, oltre che donatore, è tesoriere dell’Avis comunale di Vigasio. “Donare è un modo per sentirmi utile agli altri - continua Scala 1:25

Luciano - oltre che un mezzo per avere attenzione per la mia salute, considerato che il ricambio di sangue fa bene”. Luciano è stato per 40 anni arbitro di calcio, anche in serie D: fare sport e donare sono cose che si possono fare assieme.

“Non intendo fermarmi qui - conclude - posso continuare, dopo i 65 anni, con una donazione l’anno fino ai settanta con la possibilità di arrivare fino a 210 donazioni, non vedo perché non dovrei continuare”.

Lu.Fl

Fatto 30, fa 31 e “Donare Avis” si rinnova. Dalla nuova grafica al “volo” sulla rete

Dopo 31 anni di grande lavoro e di intensa attività, l’associazione “Donare Avis” cambia nome e si trasforma in “Associazione Donare” con il sito internet collegato www.donare.net.

La nuova associazione raggiunge 12 Avis comunali dell’area Baldo/ Garda, cioè Affi, Bardolino, Caprino Veronese, Cavaion Veronese, Costermano sul Garda, Garda, Lazise, Pescantina, Piovezzano/Pastrego, San Zeno di Montagna, Settimo di Pescantina e Torri del Benaco. Si trasforma anche il periodico che esce con una testata del tutto rinnovata e il nome “Donare Magazine”. Nuovo anche il comitato di redazione composto da Ilaria Bazerla, Bruno Gardin e Valentina Ragno, sempre sotto la direzione del giornalista Beppe Castellano che ringraziamo.

Donare Avis nacque quale associazione di volontari del sangue dalle comunali di Garda, Bardolino, Affi, Cavaion e Costermano nell’estate del 1988. La pubblicazione aveva cadenza trimestrale e raggiungeva le case di tutti i donato

ri di sangue, e non, della zona per essere strumento di informazione tecnica, associativa, con finalità operative, per far conoscere la donazione di sangue, la necessità di arrivare all’autosufficienza completa in campo trasfusionale e il valore della prevenzione medica.

“Abbiamo deciso di dare un volto nuovo al nostro periodico con una nuova grafica e formato per rendere la nostra proposta più accattivante e interessante - spiega Bruno Gardin nel suo editoriale del primo numero di Donare Magazine - Abbiamo inoltre deciso di far viaggiare il nostro messaggio legato alla donazione anche attraverso Internet Tutti i canali per PRENOTARE la tua donazione DONARE MAGAZINE Direttore Resp.: Beppe Castellano Edito da “Associazione Donare”, piazza Matteotti 6, 37011 Bardolino. Reg. Trib. C.P. di Verona n. 840 del 25.10.1988 Grafi ca e impaginazione: Nexidia – VR Stampa: Eurotipo – VR Diff usione Prontopack – Zevio (VR) Comitato di Redazione: Ilaria Bazerla, Bruno Gardin, Valentina Ragno a cura della Redazione NOTIZIE DALLE AVIS COMUNALI PESCANTINA → CARNEVALE A VIAREGGIO Su invito dell’Avis Nazionale la nostra Comunale e più precisamente le quote rosa del Consiglio Direttivo, hanno partecipato al Carnevale di Viareggio, che ha dedicato la sfi lata di domenica 17 febbraio all’Avis. Una giornata all’insegna del sorriso e dell’allegria, dove le Avis di tutti i livelli e volontari di tutte le età, hanno animato la tribuna con coreografi e giallo rosse e lancio di palloncini legate alla campagna #gialloplasma, avendo come sfondo un fantastico mare e splendidi carri allegorici di dimensioni a dir poco mastodontiche. Un’esperienza da ripetere sicuramente. PIOVEZZANOPASTRENGO → SAPORI DI STAGIONE Le botteghe “Colline Moreniche” di Pastrengo e l’Avis “Piovezzano/Pastrengo”, in collaborazione con la Confcommercio Città di Pastrengo, hanno realizzato il progetto “Mese del frutto di stagione”. Il progetto si è sviluppato in tre giornate, una domenica di ottobre, una di novembre e una di dicembre del 2018, ognuna con un tema diverso: la melagrana, le giuggiole e il cachi. L’iniziativa aveva tre obiettivi: il primo era la riscoperta dei frutti di stagione da parte dei bambini e dei loro genitori, oltre che essere una proposta culturale che li aiuta ad apprezzare i frutti di stagione, a riscoprire la natura, a mangiare cibi genuini e locali. Il secondo obiettivo era quello di conoscere l’Associazione dei Donatori di Sangue che opera nel Comune di Pastrengo. Il terzo obiettivo era quello di raccogliere fondi per le attività di promozione e propaganda del dono del Sangue da parte di Avis “Piovezzano-Pastrengo”. Le tre giornate, che si sono tenute presso il bar “Café 101” del ristorante “La Carica”, hanno visto una buona partecipazione di persone.

SAN ZENO D/M → DALLA NEVE ALL’ESTATE Il 10 febbraio scorso abbiamo organizzato la seconda gita ”Avis ti porta a sciare”, un’esperienza bellissima nella location Cermis (Trento). Abbiamo passato una giornata all’insegna del sano divertimento e dell’amicizia. Siamo soddisfatti del nostro piccolo lavoro e di aver contribuito a far passare una splendida giornata ai donatori e alle loro famiglie. In breve i nostri prossimi progetti: dedicheremo una serata al teatro, provvederemo a organizzare il pranzo per premiare i nostri donatori e li faremo divertire con una ricca lotteria. Stiamo provvedendo anche all’aggiornamento con i Social media per rendere partecipi anche i nostri donatori più giovani e i futuri donatori, (seguiteci su Instagram e Facebook: AvisSanZeno ). SETTIMO D/P → IL NOSTRO 2019 Anche quest’anno stiamo organizzando diverse iniziative e ci auguriamo che riescano a coinvolgere i nostri soci donatori, ma anche persone che si aff acciano al mondo della donazione per la prima volta, oltre a simpatizzanti ed amici. Partiremo prima delle festività Pasquali con la vendita delle colombe di ADMOR. Sabato VIA TELEFONO Puoi prenotare la tua donazione chiamando uno dei seguenti numeri: Numero verde per chiamate da telefono ‹ sso 800 310611 A pagamento per chiamate da cellulare 0442 622867 A pagamento per chiamate da cellulare o sms 339 3607451 VIA EMAIL Puoi prenotare la tua donazione inviando un’email a: prenota.trasfusionale@aulss9.veneto.it SUL SITO Puoi prenotare la tua donazione attraverso il form di contatto presente sul sito www.avisverona.it

DONARE MAGAZINE | 01 | 2019 25 maggio si svolgerà la Festa del Donatore alla quale verranno invitati tutti i nostri Soci Donatori, simpatizzanti ed amici. Al termine del Grest verrà organizzata una festa di chiusura, in collaborazione con la parrocchia, durante la quale suonerà un giovane gruppo emergente locale. Saremo presenti alla Sagra di Settimo con la consueta mostra fotografi ca, in collaborazione con DONARE, e organizzeremo anche una delle serate con musica suonata da alcuni gruppi giovani emergenti delle nostre zone. Proseguiremo la nostra attività di propaganda del dono del sangue nel periodo autunnale con la Castagnata, in collaborazione con l’associazione RIVELA. Nel periodo natalizio avremo la vendita delle stelle di Natale di Telethon, e facendoci gli auguri la notte di Natale con cioccolata calda, pandoro e vin brulè. Torri d/B → APPELLO AI DONATORI L’eccellenza in campo medicosanitario, di cui noi veronesi andiamo orgogliosi, rende possibile un numero sempre maggiore di interventi e richiede, di conseguenza, sempre più sacche di sangue. Non bisogna essere speciali per poter donare il sangue: occorre solo buona volontà e spirito di solidarietà. Senza nuovi donatori verrebbe a mancare la disponibilità di sangue a coloro che ne hanno bisogno. Tutti dobbiamo sentirci in dovere di garantire il bene verso il prossimo, e solo allora saremo consapevoli di aver fatto di tutto per aiutare un bisognoso. Se sei già donatore ricordati di divulgare il messaggio a coloro i quali non è ancora arrivato. Donare è bello... fallo subito, non aspettare!

MAGAZINE

Periodico di informazione delle A.V.I.S. Comunali di Affi , Bardolino, Caprino, Cavaion, Costermano, Garda, Lazise, Pescantina, Piovezzano, S. Zeno di Montagna, Settimo di Pescantina, Torri del Benaco - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L: 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2, DCB Verona anche il sito è tutto nuovo → www.donare.net

AVIS SCENDE IN PISTA

Le stesse priorità lo stesso entusiasmo Bruno Gardin

In una serata dell’estate del 1988, “alcuni componenti del direttivo della Comunale AVIS di Garda si sono riuniti con i rappresentanti delle Comunale AVIS” di Bardolino, Cavaion, A e Costermano per dar vita a questo giornale. Così iniziava il testo del primo numero del giornale “Donare Avis” (vedi foto), una pubblicazione che avrebbe avuto cadenza trimestrale e che sarebbe arrivata nelle case di tutti i Donatori delle cinque Comunali che avevano aderito all’iniziativa. “In quella riunione” continua il testo “si ravvisò la necessità di pubblicare un giornale-notiziario quale strumento di informazione tecnica, associativa, con  nalità operative”. In quella riunione i cinque fondatori fecero una promessa, partita quasi come una scommessa oltre trent’anni fa, che noi abbiamo raccolto e ora siamo qui per onorarla e per darle nuovo slancio e nuova vitalità. Sempre nell’editoriale introduttivo del primo numero si enunciavano quattro obiettivi da raggiungere: “1) Far conoscere che la donazione volontaria del sangue è indispensabile; 2) Far capire il bisogno di arrivare alla autosu cienza “In quella riunione i cinque fondatori fecero una promessa che noi abbiamo raccolto”

completa in campo trasfusionale; 3) Far conoscere ed apprezzare il valore della prevenzione medica; 4) Far giungere l’informazione a tutta la cittadinanza”. E questi propositi, alla base della nostra missione associativa, sono sempre stati le nostre priorità e continueranno ad esserlo. A bbiamo deciso di dare un volto nuovo al nostro giornale, una nuova gra‹ ca e un nuovo formato, per rendere la nostra proposta più accattivante e più interessante. E abbiamo deciso di far viaggiare il nostro messaggio, oltre che attraverso queste pagine stampate, per tutti gli amanti del classico giornale, anche attraverso un sito internet, che raccolga anche le edizioni passate, e una pagina Facebook. Ma l’entusiasmo, la forza e la freschezza di trent’anni fa rimangono inalterate, grazie soprattutto alla disponibilità e alla professionalità di Valentina ed Ilaria, le nostre redattrici. Buona lettura e buona avventura!

DONARE MAGAZINE | 01 | 2019

Nei mesi di marzo e aprile, sulle direttrici Verona-Peschiera e VeronaCaprino, vi sarà capitato o vi potrà capitare di incrociare un autobus di linea ATV un po’ particolare. Un pullman molto colorato che vi ricorda che “È tempo di DONARE”. Questa è l’ultima iniziativa pensata dalla nostra Associazione per sensibilizzare i cittadini sul dono del sangue.

“Abbiamo pensato che fosse importante girare per le strade, intercettare le persone, incontrarle nella loro quotidianità”

In un mondo in cui la comunicazione è sempre più digitale, “intrappolata” all’interno della rete e dei nostri smartphone, abbiamo pensato invece che fosse importante scendere in pista, girare per le strade, intercettare le persone, incontrarle nella loro quotidianità. Che poi è quello che abbiamo sempre fatto: cercare di essere vicini alle persone, in un clima di solidarietà e collaborazione. Buon dono a tutti! Valentina Ragno

e una pagina Facebook. Restano inalterate forza, freschezza e capacità di donare con gratuità a malati e sofferenti”.

Il nuovo Magazine riporta notizie fresche da ognuna delle 12 Avis comunali, informazioni sulle donazioni, le disponibilità dei Centri di raccolta per le prenotazioni e molti altri aggiornamenti delle attività delle comunali aderenti e dell’Avis provinciale.

“È un modo nuovo per comunicare con i nostri donatori - sottolinea Ilaria Bazerla - soprattutto con i più giovani e avvezzi con l’uso quotidiano della telematica e dei social convinti più che mai che è tempo di donare, come da qualche mese recita la pubblicità che appare sui bus di linea di Atv fra Verona e il lago di Garda”.

Sergio Bazerla

La prima messa del “prete donatore”, circondato da avisini

Don Michele Marani ha celebrato il 9 giugno la sua prima Messa. Giovane donatore del Gruppo Avis Borgo Milano, Comunale di Verona, è sempre stato impegnato anche a diffondere la cultura del dono del sangue tra i ragazzi della parrocchia, che ha spesso accompagnato al Centro trasfusionale.

È un solerte organizzatore, con il Gruppo Avis, di tornei e manifestazioni per promuovere la solidarietà e la donazione in particolare. I giovani donatori e alcuni componenti del Consiglio direttivo lo hanno salutato con un rinfresco, auguran

do al neo sacerdote ogni bene e di continuare ad essere, con il suo

sorriso, di esempio e di impegno tra i giovani. Grazie don Michele!

In occasione della “Giornata mondiale dei donatori di sangue”, celebrata il 14 giugno, i volontari di Avis, Fidas e Asfa sono stati presenti con un gazebo in piazza Bra a Verona, testimoniando in prima persona la bellezza del dono e distribuendo opuscoli informativi. “Donare sangue significa salvare vite ed è un gesto generoso, gratuito, spontaneo e anonimo che non richiede sforzi particolari” - evidenzia Michela Maggiolo, presidente dell’Avis provinciale.

Gli ospedali veronesi rappresentano eccellenze sanitarie con interventi chirurgici e trapianti che necessitano di molto sangue, circa 200 sacche al giorno.

Compito delle associazioni dei donatori è sensibilizzare la popolazione, specie i giovani che possono consentire il ricambio generaziona

le dei donatori. “Bella l’iniziativa in piazza Bra, le associazioni si sono unite per far giungere all’unisono il messaggio di vita che quotidianamente promuovono - sottolinea Chiara Donadelli, presidente di

Fidas Verona - cercando di far aumentare la quota di aspiranti donatori per consentire un’assistenza adeguata ai malati”. Altri volontari erano presenti davanti ai due ospedali cittadini.

A centinaia alla 10ª Camminata notturna della Solidarietà

Decimo compleanno della Camminata della Solidarietà, da piazza Brà di Verona al Santuario della Madonna della Corona a Ferrara di Monte Baldo, il 6 e 7 luglio.

Ideata da Piergiorgio Lorenzini, sostenuta da tutto il Direttivo dell’Avis provinciale e affiliata Fiasp Comitato territoriale di Verona, vede la collaborazione delle Avis di Verona, Concamarise, Settimo di Pescantina, Balconi di Pescantina, Cavaion Veronese, Affi, Rivoli Veronese, Caprino e Dolcé Valdadige e di Legnago Soccorso. Unica nel suo genere, è una camminata di gruppo, in notturna, sempre partecipatissima.

A scopo benefico, punta alla promozione della bellezza di “tendere il braccio verso l’altro”, per avvicinare più persone possibili alla donazione.

È stata anche occasione per stare insieme, scoprire nuove amicizie, condividere una nottata di sport tra amici. Suggestiva la Val d’Adige alle

prime luci dell’alba e il fiume Adige che ci ha accompagnati con il suo “brontolio” nell’ultimo tratto prima di Brentino.

Emozionante aver camminato insieme a tanti amici per oltre 40 chilometri, chi tranquillamente, chi un po’ a fatica, chi con delle pause in pulmino, ma tutti con la grande soddisfazione nel cuore di aver raggiunto il Santuario. Impegnativo, ma altrettanto affascinante, il sentiero del Pellegrino che con i suoi

oltre 1500 gradini ci ha portato da Brentino direttamente alla Madonna Della Corona. C’è chi l’ha percorso da solo con i propri pensieri, chi in compagnia chiacchierando, chi aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà. La fatica della notte appena trascorsa e il sudore della salita sono svaniti alla vista della chiesa, sospesa tra cielo e terra nel cuore delle rocce del monte Baldo. Un’altra edizione da incorniciare!

Nicola Baldin - Avis Albaredo d’Adige

Pure in ferie i bellunesi donano in tanti, cerchiamo di continuare LE SETTE SORELLE: BELLUNO

pagine a cura di Barbara Iannotta

L’estate metereologica, nel bellunese, si è fatta molto desiderare: un maggio freddo (e nevoso) come mai prima ha poi lasciato spazio al giornate calde e soleggiate.

Un clima perfetto per scampagnate, escursioni e... donazioni! Le donazioni bellunesi infatti non hanno minimamente risentito della contrazione estiva che normalmente si abbatte sui numeri dei prelievi.

Boom di donazioni a luglio Anzi, il mese di luglio ha registrato il picco di donazioni nell’anno in corso: ben 1020 contro la media di

850 prelievi mensili. Anche giugno e agosto, in ogni caso, si sono mantenute sulla media mensile senza registrare flessioni.

I numeri complessivi registrano un lieve incremento delle donazioni effettuate da inizio anno rispetto al medesimo periodo del 2018.

“Sicuramente il dato è rassicurante. L’incremento delle donazioni rispetto all’isoperiodo del 2018 è di oltre il 5%.” commenta la presidente Gina Bortot. “Sarà però difficile mantenere questa media sino a fine anno. Si prospetta infatti un periodo dove i donatori, rientrati dalle ferie, hanno difficoltà nel chiedere

ulteriori giornate al proprio datore di lavoro”.

L’incremento è il medesimo sia per quanto riguarda i dati del Centro Trasfusionale di Belluno, sia per quanto riguarda i punti di raccolta di Agordo e Pieve di Cadore: anche le vallate montane, dunque, rispondono alla donazione con il medesimo entusiasmo nonostante le difficoltà logistiche del territorio.

Ma non bisogna rallentare, anche perché Belluno stessa può essere di grande aiuto ad altre province come Verona dove (vedi articolo a pagina 8) il bisogno di sangue si fa sempre più sentire.

Danta di Cadore: pure in altaquota sport e gioco fan... donare

In Cadore lo sport è sempre di casa! È stata un’estate molto movimentata nella zona alta, grazie anche alla grande attività delle sezioni Abvs.

Due sono stati i principali appuntamenti. Il primo, svoltosi il 31 maggio scorso, ha visto la collaborazione delle tre sezioni Abvs di Santo Stefano, Danta e San Nicolò Comelico.

I 127 alunni delle scuole elementari della zona, durante il classico appuntamento della “Festa dello Sport”, hanno ricevuto gli ombrellini personalizzati con logo Abvs.

Il successivo 27 luglio, a Danta, è stata la volta del Bubble Soccer, il gioco del calcio a squadre dentro una “bolla d’aria”. Divertentissimo. Interamente organizzata dalla locale sezione, è stata una giornata interna dedicata al gioco, al divertimento, ma anche alla promozione del dono del sangue. Questo sia fra le squadre partecipanti, sia fra il numeroso pubblico.

Sul lago di Santa Croce oltre 5mila pedalano per beneficenza, con tanti donatori Abvs

Il Giro del Lago di Santa Croce è uno degli appuntamenti estivi più importanti della provincia bellunese. Giunto alla sua 25ª edizione, l’evento sportivo non competitivo, organizzato da Alpago 2 Ruote e Solidarietà, raccoglie fondi per le associazioni Via di Natale e Associazione Cucchini, realtà che supportano i malati oncologici e i loro famigliari.

Le locali sezioni Abvs (Zona 3)

si sono occupate per molti anni di un punto di ristoro ma quest’anno, per la prima volta, i donatori di sangue sono stati veri e propri partner dell’iniziativa con tanto di logo presente su una quota delle t-shirt ufficiali.

Alcuni donatori si sono poi presentati con la divisa ciclistica “ufficiale” Abvs, ricevendo in dono una borraccia in alluminio griffata; molti di più sono stati quelli che

hanno affrontato i 17,4 chilometri di percorso “in borghese” considerato che l’Abvs ha ricevuto il premio come quinto gruppo più numeroso. Niente male considerato che i concorrenti hanno raggiunto la quota record di 5.049. È sicuramente un buon inizio per una collaborazione proficua tra associazioni impegnate nella solidarietà. Un grazie a www.ti-comunizaione.com per le foto.

A Tambre le passioni artistiche s’uniscono con il Dono

Ci sono diversi tipi di passione: quella per la pittura, quella per la musa e, perché no, anche quella per il volontariato. A Tambre, l’unione di queste passioni ha dato vista ad una mostra collettiva dal titolo “La passione scorre nelle vene”, progetto portato avanti dalla locale sezione Abvs di Tambre-Spert.

Le opere di tredici giovani artisti locali sono state svelate il 10 agosto presso la biblioteca comunale. Emozionata la segretaria di sezione, Stefania Saviane, che ha presentato questo progetto davanti ad un pubblico numeroso.

Questi gli artisti presenti alla mostra con le loro opere: Laura Azzalini, Michele Azzalini, Flavio Bino,

Amelia Bona, Barry Bona, Isabella Bona, Paola Bona, Igor Bortoluzzi, Simone Bortoluzzi, Tommaso Bor

toluzzi, Tita Fain, Martina Saviane ed Ester Zampieri. Ed eccoli nella foto qua sopra

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