Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, LO/MI - Italy only € 5,50; Svizzera Canton Ticino CHF 13,80
nel DVD allegato
¤ 5,50 Agosto 2012 Mensile :: N. 5
Tutto il software assente sull’ app store per mac
gioca con
mac...
In spiaggia, in rete, in compagnia, con il mondo
...Lavora con ipad Sostituire la scrivania con una tavoletta “pro”
facebook.com/MacworldItalia
Strategie vincenti dentro un Apple Store I trucchi per fotografare in notturna Restare collegati quando manca la rete Stampanti leggere da portare ovunque Sette ottime alternative a Instagram Disegnare a livelli sopra un iPad
twitter.com/Macworld_it
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Macworld - Numero 5 - Agosto 2012 Registrazione presso il Tribunale di Tivoli in corso ISSN 2279-8072 MAGAZINE TEAM Direttore Responsabile: Alessandro Ferri Publisher: Andrea Grassi Consulenza Editoriale: Lucio Bragagnolo Segreteria di redazione: Paola Gavazzi Hanno collaborato: 4PC, Luca Accomazzi, Paolo Capobussi, Riccardo Mori, Alberto Rampolli, Marco Rottigli, Silvio Sosio Art Director: Giorgio Meo Grafici: Enrica Casciotti, Stefano De Marchi, Iris Prina Redazione Viale E. Forlanini, 23 - 20134 Milano Tel. 02/45472867 - Fax 02/45472869 Servizio Arretrati Play Media Company Srl Roma: Tel. 06/33221250 - Fax 06/33221235 email arretrati@playmediacompany.it Servizio Abbonamenti Diffusione Editoriale Srl Via Raffaele De Cesare, 88 - 00179 Roma Tel. 06/78147311 - 06/7802017 - Fax 06/7826604 Email abbonamenti@diffusioneeditoriale.it www.diffusioneeditoriale.it Stampa: Nuovo Istituto Italiano d’Arti Grafiche S.p.A. Via Zanica, 92 - 24126 Bergamo Distributore esclusivo per l’Italia: Messaggerie Periodici S.p.A. Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano Concessionaria esclusiva pubblicità: Play Media Company S.r.l. Viale E. Forlanini, 23 - 20134 Milano Tel. 02/45472867 - Fax 02/45472869 Agenzia generale
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Il computer disfunzionale I
l mio sogno: non dipendere dalle funzioni. Si sta pure avverando. Il computer disfunzionale è in verità il traguardo di un discorso più complicato che riguarda la macchina al servizio dell’uomo e che faremo un’altra volta, quando il tempo autunnale incoraggerà maggiormente la lettura. Oggi ci si limita a illustrarne le meraviglie e i vantaggi. Perché, se ci si fa caso, le funzioni non le vende più nessuno. Si compra un iPhone, lo dice persino la pubblicità e quindi non potrebbe essere più vero (per Apple), perché è un iPhone. Contiene una bussola, un giroscopio, un cellulare, un iPod, un browser. Ma nessuno lo acquista per avere una bussola o per avere un browser. È un accompagnatore sempre a disposizione e sempre in Rete, che sta in tasca. Lanci la app (c’è un’app per tutto) e diventa un gioco, un elaboratore, uno studio di montaggio, una calcolatrice, una lista della spesa, un libro, un planetario. Ne sanno qualcosa i venditori di console da gioco tascabili, che per piazzare i loro prodotti devono strillare corsi di inglese, cuccioli virtuali, test per il cervello, realtà aumentata e ambienti condivisi per disegnare. Altrimenti, per i giochi in quanto tali, si muovono in pochi. La dipendenza dei computer da tasca dalla loro funzione è terminata. La soluzione è presentare un oggetto di ottima qualità costruttiva e possibilità infinite. E non siamo anche noi, da un punto di vista un po’ crudo, organismi di ottima qualità costruttiva e possibilità infinite? Se è vero, conviene considerare l’idea di liberarsi dalla dipendenza nei confronti delle funzioni. Mi spiego: ogni tanto si parla di iPhone e qualcuno risponde che sì, però, vuoi mettere il Taldeitali che permette - invento - di avere il testo degli Sms in 3D? Beh, tanto di cappello, ma posso fare senza. Se pensiamo a corpi umani invece che a corpi macchina, troviamo subito qualcuno disposto a giurare che senza un buon caffè non digerisce o che deve andare a dormire sempre alle 22 altrimenti non si sveglia riposato. Niente da dire, e sul caffè avrei pure da contribuire. Ma ciò che conta è tutto quello che sappiamo fare e se un giorno, in drammatica emergenza, mancasse il caffè, ce la caveremmo tranquillamente. Se invece andassimo in crisi di astinenza, saremmo, alla lettera, da ricovero. Cosa che vale, non alla lettera, per chi va in crisi di astinenza se manca Quella Funzione Lì. Compreremo computer, computer da tasca, computer piatti per le innumerevoli possibilità che offrono, non per qualche funzione particolare letta su un sito o propagandata dal collega. Finirà anche che conosciamo molto meglio quello che abbiamo in mano. E faremo molto di più, molto meglio, da disfunzionali. Buona lettura! Lucio Bragagnolo lux@mac.com
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Numero 5 - Mensile - Agosto 2012
Preview 14 Cover Flow
Gioco su Mac Attività fortemente consigliata soprattutto nel periodo estivo!
24 Spotlight
Strategie Apple Store Le strategie e le possibilità dentro i negozi più belli del mondo
32 Spotlight
Ma… Pinterest? 14 Giocare su Mac
Nasce un social network dietro l’altro. Forse è ora di valutare
66 Spotlight
Lavorare con iPad
113 DVD Player
Guida Dvd Un assaggio dei gigabyte di software dentro il nostro disco omaggio
40 Install
Stampanti portatili L’ufficio senza carta? Quando torno
45 Little Big Disk Thunderbolt Ssd Così veloce che anche il prezzo vola!
46 iPhoto per iOS Una app che mostra il tocco di Apple
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Potrebbe essere l’arma vincente per il ritorno in ufficio o a scuola
Perfect Photo Suite Programmatori che hanno inquadrato bene la materia fotografica
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Spotlight
Sette alternative a Instagram La fotografia è diventata creativa ancora prima di scattare
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Modo 601, Ultrastudio 3D Hardware e software per esaudire i desideri
50 Apogee Mic, Canon PowerShot 500 HS, Sony Bloggie Live... Ascoltare e… scattare
Login
24 Dentro Apple Store
Il computer disfunzionale L’editoriale di Lucio Bragagnolo
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52 Epson Stylus NX430, LaCie 2big Thunderbolt Disk… Stampa e megadischi rigidi a supervelocità
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Quella dei lettori
Gemme Mac C’è sempre un programma Mac che non abbiamo ancora scoperto…
Posta 8 Hot News
All’insegna della velocità…
63 Business Accountz 2012, Nikon 1 J1 Comprata la seconda, lo segniamo sul primo
…e altre cose interessanti accadute di recente in ambito Apple
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104
Gemme iOS …e la scoperta vale anche per iPhone e iPad!
Genius
66 iPad sul serio
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Trucchi e posta tecnica
Superuser
Le pagine postuniversitarie per un master in trucchi e segreti di Mac, iOS e accessori hardware e software
Passo per passo insieme verso la padronanza degli strumenti software
I tutorial di Macworld
Eri abbonato a Macworld? Digital Photo
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Notturno Come scattare quando abbiamo l’illuminazione ma non c’è luce Playlist
83
Convertire audio e video Nessun formato avrà più segreti Create
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Dipingere a livelli su iPad iPad è compatto, ma va in profondità, specie con la grafica
85 Aggiungere il timestamp a un filmato iMovie Se il montaggio è serio, i tempi sono essenziali
86 Foto che si notano Consigli semplici e immediati, risultato certo iOS Central
Abbiamo notizie importanti per te! Play Media Company offerta non ha alcuna relazione imperdibile con il precedente editore di Macworld, e non è quindi nelle condizioni di poter dar seguito agli abbonamenti attivati in precedenza. Malgrado ciò, non abbiamo certo intenzione di abbandonare a loro stessi i lettori più fedeli e affezionati alla rivista. Abbiamo quindi pensato a un’offerta che vada a compensarli, almeno parzialmente, del danno subìto. Chi aveva un abbonamento a Macworld può andare all’indirizzo www.playmediacompany.it/ macworld2012 per avere tutte le informazioni necessarie.
96 Mac su Mac Una macchina virtuale: ecco la soluzione per avere simultaneamente due OS X su un solo Mac
46 iPhoto per iOS
100 Profondità di campo in Photoshop Elements 10 Una volta si calcolava la lunghezza focale, oggi s’impugna il mouse Discussions
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E ancora una volta la tavoletta magica è pronta a stupire
Il dualismo tra Mac e iPad è manicheo. È collaborazione, non scelta
App per fare foto su iPad Lex Friedman
Working Mac
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E se in vacanza manca l’Adsl? Ecco come uscirne (e restare in vacanza)
Funziona veramente la protezione di OS X per i più piccoli?
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Se contengono dati critici
Si parte da Mac e si finisce a lavorare all’estero!
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Per trattare il testo alla perfezione
Ci sono cose che rendono Mac un Mac e non devono scomparire
In Rete senza rete
Blindare i dischi esterni Consigli selezionati
Marco Rottigni
Paolo Capobussi
58 Hardware e accessori per l’intrattenimento
Steven Hackett
Masterclass
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Correzione colore in Premiere Elements Un po’ come gli addetti alla fotografia nei grandi film
Una tavoletta talmente pensata ed elaborata che rischia di risultare superficiale
Luca Accomazzi 78 Alternative a Instagram
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Hot NEWS
Leggiamo tutto e non possiamo rispondere a tutti. Ma faremo il possibile per concentrarci sulle cose più importanti
Contenti e scontenti iTunes è troppo pieno di funzioni o svolge il proprio compito? C’è qualcosa che iPad non può proprio fare e Mac sì? Meglio Galaxy Tab o iPad? E Mountain Lion…? Quella balena di iTunes
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Ho apprezzato L’opinione di Jason Snell che avete pubblicato sullo scorso numero. Credo che molti utilizzatori di iTunes siano più che d’accordo. È stata scritta la cosa giusta: la cosa migliore sarebbe dividere iTunes in app separate, una per la sincronizzazione e una per riprodurre i media, mettendo a parte anche iTunes Store già che ci siamo. Speriamo che Apple ci stia lavorando. Ken Canevari, via email
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L’aggiunta della sincronizzazione wireless e di iCloud ha solo peggiorato le cose. Ho smesso di sincronizzare regolarmente i miei apparecchi iOS per timore che qualcosa vada storto e non sincronizzo mai automaticamente. Non sarebbe male pubblicare un articolo sui modi giusti e sbagliati di sincronizzare. Bob Morgan, via email
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Il segreto della sincronizzazione è essere sicuri di non sincronizzare le stesse cose due volte, per esempio sincronizzando i contatti via iCloud e facendolo anche via iTunes. La sincronizzazione di iOS complessivamente funziona e non abbiamo mai riscontrato problemi decisivi. È importante piuttosto – si sincronizzi o meno – avere sempre un backup dei propri dati, avvenga su iCloud o su un Mac.
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iTunes si è troppo allargato e ha bisogno di una ristrutturazione. Dal punto di vista di un utente, capisco
È tutto un compromesso Un Samsung Galaxy Tab 2 può costare molto meno di un iPad, ma richiede disponibilità a certi compromessi e a passare del tempo a fare funzionare le cose. Per esempio, serve un antivirus.
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l’esigenza di avere una sola applicazione che fa tutto. Tuttavia capisco qualcosa di informatica e preferirei da quest’altro punto di vista avere un prodotto separato in componenti facili da amministrare. Credo però che nel futuro, a partire da Mountain Lion e iOS 6, Apple migliorerà le cose. Craig Carroll, via email
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È certo che iTunes si evolverà nel tempo e può anche darsi che certe funzioni cessino di essere necessarie, oltre a venire riprogettate in forma più accessibile. Certamente l’indipendenza tra iOS e OS X continuerà ad aumentare e questo, allentando i legami, tenderà ad alleggerire le problematiche di sincronizzazione. Un esempio sono i documenti su Mountain Lion, che ora è possibile salvare direttamente su iCloud e, se dall’altra parte c’è la app giusta, aprire direttamente su iOS.
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iTunes è diventato troppo complicato e non è più l’esperienza di prima. Basta poco per trovarsi in qualche problema che somiglia alla confusione che regna in Windows. Un esempio: iTunes improvvisamente visualizza il miniplayer a causa di un tasto premuto per errore. Cerco nel supporto online. Leggo il manuale del sistema operativo. Dopo venti minuti chiamo Apple e ottengo finalmente risposta: non ho visto l’opzione nel menu a comparsa. Sì, sono stato sbadato. Ma non è una esperienza tanto migliore di quello che offre Microsoft. Ho avuto una risposta cortese e precisa, ma solo perché ho pagato AppleCare. Mark Maisonneuve, via email
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Niente da dire sull’esperienza e sul commento. Ne approfittiamo invece per segnalare che i manuali dei prodotti Apple sono disponibili, non tutti lo sanno, alla pagina support.apple.com/it_IT/manuals.
La carica dei 101 tablet
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Sono stato nel grande centro commerciale vicino all’aeroporto lombardo di Orio al Serio, dove un commesso mi ha venduto un tablet Galaxy Tab di Samsung con sistema operativo Android, a uno sconto consistente che praticamente è metà del prezzo di un iPad preso in negozio. La mia prima esplorazione del sistema non è stata male: ho trovato incluso nel prezzo Polaris Office, per leggere e scrivere documenti Word ed Excel, un visore gratuito di Pdf e vario altro software. Ovviamente Chrome, Gmail e i servizi offerti da Google funzionano benissimo. Mi rendo conto che lo schermo è un po’ più piccolo, certamente non è Retina, e non so rispetto alla batteria. Certamente c’è anche meno software disponibile. Ma, a quel prezzo, la tentazione di scegliere un Android rispetto a un iPad è forte. Che farà Apple? Kobe, via email
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Apple non si fa grossi problemi, al momento. Nel trimestre aprile-giugno ha venduto 17 milioni di iPad, con un incremento dell’84 percento sullo stesso trimestre dell’anno precedente, e anzi troverebbe difficile soddisfare una domanda più in crescita di così. Rimane il punto, che a noi suona come certi dibattiti di molti anni fa, quando qualcuno comprava un computer Windows e diceva “fa le stesse cose che fa il Mac e costa meno”. In realtà sono mondi diversi, dove vanno apprezzati diversi aspetti. Android su tablet è consigliabile a chi desidera una esperienza più vicina a quella del computer tradizionale. Per esempio, senza un antivirus si corrono rischi, contrariamente a iPad e iPhone. Altro aspetto è quello del sistema operativo: il modello che ha acquistato lei, mentre scrivo, non si può aggiornare ad Android 4.1 “Jelly Bean”, quello fatto apposta per i tablet, ma deve accontentarsi della versione precedente, fatte salve modifiche del firmware compiute da gruppi di programmatori indipendenti. Più in generale, un tablet oggi vale quello che costa. Gli affaroni sono un risparmio, ma anche un compromesso.
Da Twitter
Potere o non potere... Che cosa può fare Mac che è precluso a iPad, e viceversa @brad_tumy: Uso Mac per fare funzionare macchine virtuali a scopo di sviluppo. Potrei usare e userei iPad per ogni altra cosa. @churchyfur: Il mio iPad non ha affatto sostituito Mac. iPad è per divertirsi, Mac per lavorare. @MikeOmuda: iPad tratta ancora il testo in modo relativamente povero rispetto a Mac, specialmente per modificare testi molto lunghi. @tuckerstevenson: Su iPad faccio tutto. Uso il computer come un magazzino di file, per Excel e per Lightroom. Ed è tutto. @callumtweeters: Uso ancora Mac per progettare, montare video, ritoccare foto. Uso iPad per giocare, navigare e guardare qualche filmato.
C’è più scelta nel Web to Print
Internet ha portato innumerevoli innovazioni e rivoluzioni e, contrariamente a quello che molti suppongono, ha anche aperto varie opportunità al mondo della stampa. Parliamo per esempio del "Web to Print", poter stampare materiali di grande dimensione o in grande tiratura in una modalità completamente self-service: si invia un file Pdf a un sito specializzato, si decidono autonomamente materiali, finiture e rilegatura, con visibilità costante delle variazioni di prezzo conseguenti, e il prodotto finito arriva direttamente a casa oppure, nel caso dei professionisti, nella propria sede o in quella del cliente committente. Minimegaprint (minimegaprint.com) è una nuova realtà tutta italiana che si affaccia nel mondo del Web to Print e possiede in realtà radici profonde nell'industria tipografica, essendo nata in seno all’azienda DB Ingegneria dell'immagine, operante dal 1972 per iniziativa del figlio del titolare, Marco Biancavilla, e al suo socio Riccardo de Marinis, ambedue con forti competenze nel mondo di Internet oltre che in quello tipografico. Come varie altre aziende del settore, Minimegaprint mette a disposizione stampa di ogni tipo di materiali: biglietti da visita, volantini, brochure, etichette, libri, manifesti, adesivi, espositori, teli, striscioni eccetera, a prezzi decisamente convenienti. In virtù proprio della lunga esperienza di DB Ingegneria dell'immagine e diversamente da molti concorrenti, Minimegaprint è anche in grado di offrire finiture e nobilitazioni realizzate con la tecnica della serigrafia: per esempio i colori speciali o fluorescenti, tinte metallizzate oro e argento, coperture "gratta e vinci", colori profumati e lucidatura a rilievo. Una visita al sito minimegaprint.com mostrerà la versatilità e la vastità dell’offerta.
Più scelta c’è migliore è il servizio: la nascita di Minimegaprint è una buona notizia per la stampa diretta via web.
Nell’obiettivo: insegnare, imparare
“Mia mamma ha trascorso molti anni in una casa di riposo. Una delle sue distrazioni preferite era la visita della sua nipotina di quattro anni. La bimba di quattro anni stava insegnando a mia mamma come usare una app ed è rimasta emozionata quando ci sono riuscite.” Terry Hanlon
Avete una bella foto che riguarda Apple? Mandatela a macworld@ playmediacompany.it e potremo pubblicarla.
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Hot NEWS
Hot NEWS iDisk, MobileMe, iCloud, Amazon da una parte; Thunderbolt e schede Pcie dall’altra. L’obiettivo è andare sempre più veloci. Anche stampando da web…
Sostituiamo iDisk con il nostro disco virtuale Troviamo un sostituto per il servizio che veniva offerto da MobileMe
di Glenn Fleishman
L
a grande comodità di iDisk e di MobileMe era che forniva un sistema di archiviazione di file via Internet che appariva come un volume nel Finder. Potevamo montare iDisk, trasferirvi elementi e accedervi ovunque. MobileMe e iDisk sono scomparsi il 30 giugno e, anche se iDisk non è mai stato una soluzione ideale per l’archiviazione, era utile, e ora potrebbe servirci un sostituto. Un disco virtuale è una delle opzioni per avere condivisione e archiviazione di file via Internet. OS X permette di montare alcuni tipi di servizi di condivisione di file nel Finder (Ftp e WebDAV), ma il suo approccio non è abbastanza flessibile né solido. Mancano poi due modi diffusi per accedere ai file conservati su un server remoto (Sftp e Amazon S3).
La lista dei dischi Con Interarchy possiamo creare dei dischi virtuali che poi appaiono nella lista del browser.
metodi di accesso sicuro più usati: Sftp (Secure File Transfer Protocol), molto usato dalle aziende di hosting web; WebDAV su Https, un modo per estendere il servizio file a un server web; Amazon S3, che contiene attualmente
“ OS X permette di montare alcuni tipi
di servizi di condivisione di file nel Finder, ma il suo approccio non è abbastanza flessibile né solido ”
Se abbiamo accesso alla condivisione dei file grazie a una soluzione di hosting, a un sistema come Amazon o a un nostro server, Interarchy di Nolobe (30 dollari, nolobe.com) e Transmit di Panic (34 dollari, panic.com) offrono un accesso dal Finder. Entrambe le app permettono al nostro Mac di vedere diversi file server remoti come volumi Mac. Mac non riconosce la differenza e le app gestiscono in background tutto il protocollo d’interazione. Questo approccio è un’alternativa all’approccio standard basato su una finestra di browser che comunque queste due app offrono. I programmi funzionano con i tre
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900 miliardi di oggetti, tra cui pagine web e immagini. Tutti e tre possono essere usati in sicurezza su reti pubbliche, oltre che a casa e in ufficio. Per usare Transmit occorre installare NuFS (iohead.com), uno strumento per far sì che elementi che non sono volumi installabili appaiano come tali nel Finder. Se non l’abbiamo ancora, Transmit ci chiederà d’installarlo. L’approccio ai dischi virtuali da parte dei programmi è diverso. La realizzazione di Transmit, Transmit Disk, funziona in modo molto simile al vecchio iDisk, con una finestra nella struttura dei file del server remoto condiviso o del percorso del server, ma senza
scaricare né sincronizzare i file localmente. Quando interveniamo su un file l’effetto è immediato. Cancelliamo un file, e Transmit lo cancella dal server remoto. Facciamo due clic su un file o selezioniamolo nella finestra di dialogo Apri e Transmit ne scarica una versione su cui lavorare. Quando lo salviamo Transmit invia la versione aggiornata per sostituire la copia sul server remoto. Il limite dell’approccio di Transmit, come quello di iDisk, è che la velocità della nostra connessione limita l’interazione con il contenuto dei file. Se facciamo due clic su un file da 50 MB per modificarlo dobbiamo aspettare che il file venga scaricato prima di iniziare. Se lo modifichiamo e clicchiamo su Salva dobbiamo aspettare che il file venga di nuovo caricato. È lo stesso metodo usato dall’opzione Dolly Space nel servizio Dolly Drive di Cirrus Thinking (dollydrive.com), che permette di modificare i file nello spazio di archiviazione gestito dall’azienda. Al contrario, l’approccio di Interarchy somiglia a iDisk con l’opzione di sincronizzazione attiva. Si tratta di un’estensione della funzione Mirror
di Interarchy e possiamo specificare se un disco virtuale debba sincronizzare le modifiche solo sul nostro computer, dal computer al server o in entrambe le direzioni. La scelta tipica è quella delle due direzioni, per simulare un vero volume. Quando montiamo per la prima volta un disco La lista dei dischi Con Interarchy possiamo creare virtuale e abbiamo dei dischi virtuali che poi appaiono nella lista del browser. impostato Download o Both Ways (bidirezionale) nel do-E; oppure selezionare il disco in menu Mirror Mode, Interarchy fa una una finestra del Finder e cliccare copia completa locale di tutti i file sul pulsante Espelli; oppure fare remoti. Da qui in poi tutte le modifiche Control-clic sul volume e scegliere vengono sincronizzate ma non in Espelli nomedisco. tempo reale. Quando salviamo un file modificato sul disco virtuale, il file vieCreiamo un disco installabile: Interarchy ne subito salvato localmente, mentre Interarchy lo carica in background in 1. Selezioniamo File > New Net Disk. seguito. In pratica, il disco virtuale di 2. Scegliamo il tipo di connessione dal Interarchy funziona come una cartella menu Protocol. gestita da Interarchy, che però appa3. Inseriamo le credenziali della re come un volume remoto. connessione. Ovviamente, per cartelle remote 4. Interarchy completa automaticacorpose, che magari ospitano diversi mente il campo Local con il nome del gigabyte di file, l’approccio di Inteserver o dell’ultima cartella (la parte rarchy causa troppo traffico di rete, tra le barre “/”). Possiamo modificare specialmente se lavoriamo solo con questo comportamento cliccando Set pochi file. In questo caso, Transmit è la e scegliendo una cartella locale con il scelta migliore. nome e la posizione che vogliamo. 5. Lasciamo Mirror Mode impostato Creiamo un disco su Both Ways a meno che abbiamo installabile: Transmit letto la documentazione di Interarchy Selezioniamo uno dei metodi di e sappiamo che ci serve solo il mirroconnessione di Transmit (Ftp, Sftp, ring in upload o download. S3 o WebDAV), inseriamo i dettagli 6. Facciamo clic su Mount. della connessione e clicchiamo su Interarchy riempie la cartella con file Monta come disco invece di collegae sottocartelle e mostra la progressiore. Possiamo anche selezionare un ne. Per smontare un disco andiamo preferito, cioè una connessione che alla vista Net disk in Interarchy, seleusiamo spesso, nella vista Preferiti, e zioniamo il volume e clicchiamo su cliccare sull’icona del disco in basso, Unmount. Se abbiamo attivato l’icona oppure fare Control-clic (o clic con il del menu di Interarchy (si trova nel tasto destro) sul preferito e scegliere pannello General delle preferenze di Monta come disco. Infine, se nella Interarchy), possiamo selezionare un vista Generale della finestra di dialogo disco virtuale dall’elemento Net Disk Preferenze è stata attivata l’opzione del menu per montarlo. Mostra il disco Transmit nella barra Vale la pena prendere in consideraziodei menu, possiamo selezionare quane Transmit e Interarchy se vogliamo lunque preferito dal menu e montarlo accedere a server remoti senza come disco. dover passare per l’interfaccia di un Per smontare il disco nel Finder, programma. possiamo selezionarlo e scegliere Archivio > Espelli nomedisco; oppuGlenn Fleishman collabora con re selezionarlo e scegliere Comanpiacere da tempo con Macworld.
Pixartprinting: strumenti da ufficio con la stampa online di Reed Wright
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artelline, portadocumenti, raccoglitori A4, flyer, pieghevoli, carta intestata, biglietti da visita. Si possono avere a richiesta e su misura, con una visita su Internet a Pixartprinting (pixartprinting.it). Sul sito si possono valutare e preventivare soluzioni in carta e cartone in differenti linee e dimensioni, stampabili con grafiche personalizzate, per avere i materiali esattamente come si desiderano, con consegna a domicilio anche in 24 ore. Abbiamo provato a commissionare con soddisfazione esemplari della linea di portadocumenti formato A4 in cartone, scoprendo inoltre che conviene sempre seguire la pagina Pixartprinting di Facebook, dove spesso compaiono promozioni o iniziative speciali dedicate a prodotti specifici. Il prodotto si può esaminare in una galleria di immagini già pronte e ordinare in pochi passaggi, giusto il tempo di scegliere la categoria e il modello del prodotto, scaricare il template gratuito e applicare quindi la propria grafica personalizzata. A questo punto basta inviare il file e attendere la consegna, che è stata puntuale e rispondente in tutto alle nostre aspettative. Se durante la procedura dovesse sorgere qualche dubbio, sul sito è possibile consultare la sezione FAQ (domande e risposte più frequenti), completamente rinnovata e riorganizzata. Con tutta probabilità basteranno pochi istanti per chiarirsi le idee. E se comunque non fosse tutto chiaro, Pixartprinting ha recentemente inaugurato il nuovo servizio di chat online, attivo ininterrottamente dalle 9.00 alle 19.00 e accessibile dalla vetrina di e-commerce cliccando sull’icona contraddistinta graficamente da un fumetto verde. Un operatore risponde con tempestività e chiarezza. Selezionare, preventivare, decidere: pochi clic ed è fatta.
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Hot NEWS
Amazon Cloud Drive per Mac di Lex Friedman
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on la sua nuova app Cloud Drive, Amazon è l’ultima azienda a lanciarsi nella Guerra per l’Archiviazione Consumer sulla Nuvola del 2012. Il servizio Cloud Drive è nato più di un anno fa. In maggio Amazon ha iniziato a offrire l’app Cloud Drive per i Mac con Snow Leopard o Lion. Cinque GB di spazio di archiviazione sono gratuiti. Si può pagare per avere più spazio, e il criterio è semplice: a ogni livello si paga 1 dollaro per gigabyte. Il piano da 20 GB costa 20 dollari all’anno, e ci sono piani da 50, 100, 200, 500 e 1.000 GB. C’è spazio illimitato per gli MP3 acquistati su Amazon con qualunque piano, mentre solo con quelli a pagamento è possibile conservare una quantità illimitata di file musicali acquistati altrove. Installare Amazon Cloud Drive è
piuttosto semplice: basta scaricarla da macworld.com/7818. Quando lanciamo l’app per la prima volta ci viene chiesto di accedere al nostro account Amazon. L’app compare nella barra dei menu con l’icona di una nuvola vuota. Cloud Drive non crea una cartella i cui file si sincronizzano automaticamente con il nostro spazio su Amazon. Occorre invece trascinare con intenzione i file che vogliamo caricare sull’icona della nuvola nella barra dei menu. I documenti non si sincronizzano automaticamente: occorre caricarli di nuovo se apportiamo modifiche che vogliamo avere anche su Cloud Drive.
Stranamente, per scaricare i file occorre visitare il sito di Cloud Drive www.amazon.com/clouddrive. È difficile dire se la decisione di Amazon di trincerarsi ancora di più sul desktop come soluzione per l’archiviazione sulla nuvola sia coerente oppure no. Dopotutto, che cosa esula dall’ambito di un’azienda che è venditrice su Internet, fornitrice di film in streaming, produttrice di Kindle, editrice di libri, Web service provider e proprietaria di IMDb? In ogni caso, nonostante alcune limitazioni nell’interfaccia, Amazon Cloud Drive funziona certamente bene per salvare rapidamente i nostri documenti online.
Nuovi concorrenti in competizione sui cavi Thunderbolt per i nuovi Mac di Agam Shah
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l numero di produttori di cavi Thunderbolt per i nuovi Mac sta crescendo, e numerose aziende annunciano cavi che funzioneranno anche con i futuri PC Windows dotati di Thunderbolt. StarTech ha annunciato un cavo Thunderbolt da 57 euro lungo tre metri, il cavo di rame più lungo disponibile al momento sul mercato (it.startech.com). Il cavo StarTech TBOLTMM3M fornisce anche alimentazione e riduce quindi la necessità di collegare a una fonte di alimentazione alcune periferiche, come i dispositivi di archiviazione.
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Kanex ha iniziato le consegne di un cavo da due metri a 60 dollari (www.kanexlive.com). Sumitomo offre in Giappone un cavo da 2 metri a 4.500 yen (46 euro, globalsei.com). Ma il cavo di Apple, a 50 euro, resta comunque economico (apple.com/it). Thunderbolt è una tecnologia per connessioni ad alta velocità che fornisce velocità di trasmissione dati fino a 10 gigabit al secondo, e ciò ne fa un’alternativa più veloce di Usb 3.0. Un film ad alta definizione può essere trasferito da un disco esterno a un laptop in meno
di 30 secondi. La tecnologia permette anche di collegare in serie fino a cinque periferiche, per cui un cavo più lungo può rendere più semplice collegare più dispositivi a una singola porta Thunderbolt. I cavi Thunderbolt attuali sono in rame e per il futuro si attendono cavi ottici più veloci. Sumitomo ha mostrato un cavo ottico da 20 metri, anche se non ha detto quando sarà messo in commercio. I cavi in rame possono condurre energia ma quelli ottici no, per cui le periferiche devono potersi collegare a una fonte di alimentazione. Apple ha presentato le prime porte Thunderbolt su Mac nel febbraio 2011, ma i clienti dovevano acquistare per forza il cavo da 2 metri di Apple. L’esclusiva del cablaggio è finita in aprile, quando Elgato ha annunciato un cavo Thunderbolt da 0,5 metri a 60 euro.
OWC Accelsior SSD, miglioramento notevole della scheda Pcie I dischi a stato solido assicurano un grande aumento di velocità
di Kean Bartelman
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la possibilità di aggiornare la capacità di archiviazione e il trasferimento ad alta velocità lo rendono un aggiunta interessante al nostro Mac Pro (o, comunque, a qualunque Mac Intel con slot Pcie accessibili).
Il consiglio di Macworld
Mac: modelli disponibili
OWC www.macsales.com 480 GB, 880 $ più spese di spedizione
Specifiche
Voto
Prezzo
Monitor
Speedmark 7 1)
Intel Core i5/2,5 GHz (quad-core)
1.158 euro
21,5"
211
Intel Core i5/2,7 GHz (quad-core)
1.461 euro
21,5"
229
Intel Core i5/2,7 GHz (quad-core)
1.663 euro
27"
225
Intel Core i5/3,1 GHz (quad-core)
1.915 euro
27"
241
Intel Core i5/2,3 GHz
604 euro
Non incluso
132
Intel Core i5/2,5 GHz
806 euro
Non incluso
161
Intel Xeon/3,2 GHz (quad-core)
2.649 euro
Non incluso
n/d 2)
Intel Xeon/2,4 GHz (6-core)
3.949 euro
Non incluso
n/d
3.149 euro
Non incluso
n/d
Intel Core i5/1,7 GHz, 64 GB
1.079 euro
11"
n/d
Intel Core i5/1,7 GHz, 128 GB
1.179 euro
11"
n/d
Intel Core i5/1,8 GHz, 128 GB
1.279 euro
13"
n/d
Intel Core i5/1,8 GHz, 256 GB
1.579 euro
13"
n/d
Intel Core i5/2,5 GHz (dual-core)
1.279 euro
13"
n/d
Intel Core i7/2,9 GHz (dual-core)
1.579 euro
13"
n/d
Intel Core i7/2,3 GHz (quad-core)
1.899 euro
15"
n/d
Intel Core i7/2,6 GHz (quad-core)
2.299 euro
15"
n/d
Intel Core i7/2,4 GHz (quad-core)
2.499 euro
17"
n/d
iMac
Mac mini
Mac Pro
Server, Intel Xeon/3,2 GHz (quad-core)
n/d
Speedmark 7 è lo strumento standard dei Macworld Labs per misurare la velocità dei sistemi con Mac OS X 10.7 (Lion) Non disponibile
Desktop
Portatili MacBook Air
MacBook Pro
MacBook Pro con display Retina
Intel Core i7/2,3 GHz (quad-core)
n/d
2.299 euro
15"
n/d
Intel Core i7/2,6 GHz (quad-core)
n/d
2.929 euro
15"
n/d
11
2)
Il Mercury Accelsior Pcie Ssd è un prodotto notevole. La combinazione di diverse opzioni di configurazione,
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on l’arrivo del Mercury Accelsior PCI Express SSD, OWC può vantare l’unico disco a stato solido Pcie avviabile da Mac sul mercato. Mercury Accelsior è disponibile a 120, 240, 480 e 960 GB, e costa rispettivamente 338, 500, 800 e 1.620 dollari. Il prezzo alto può scoraggiare, ma le prestazioni del disco sono al livello dei migliori Ssd che abbiamo mai visto. Per mettere alla prova il disco (la versione da 480 GB), l’abbiamo inserito in un alloggiamento Pci disponibile in un Mac Pro e abbiamo avviato da un Intel 520 Series SSD, usando l’Accelsior come disco secondario. Per misurare le prestazioni del 520 abbiamo usato l’AJA System Test, ottenendo un tempo medio di 226,9 megabyte al secondo (Mbps) in scrittura e 264,5 Mbps in lettura. Dopo avere testato il disco di avvio abbiamo sottoposto l’Accelsior alla nostra serie di test standard per i dischi rigidi, e i risultati sono stati a dir poco impressionanti. Anche se i risultati del nostro AJA System Test non sono stati buoni quanto quelli riportati da OWC, il disco ha registrato una velocità media di 682,5 Mbps in scrittura e 642 Mbps in lettura, incredibilmente veloce. Copiando un file da 10 GB, l’Accelsior ha riportato un tempo di scrittura di 237,3 Mbps e un tempo di lettura di 202,8 Mbps; ha scritto una cartella da 10 GB a 210,1 Mbps e letto la stessa cartella a 167,8 Mbps. Nel confronto tra il Mercury Accelsior e l’OWC Mercury Pro 6G Serial-Ata Ssd (820 dollari), il Mercury Accelsior ha fornito tempi di scrittura e lettura di file e cartelle paragonabili sia per il file sia per la cartella da 10 GB. L’unica differenza importante si è avuta con l’AJA System Test, in cui l’Extreme Pro ha fatto registrare 257,1 Mbps in scrittura e 264,4 Mbps in lettura, mentre le velocità per l’Accelsior sono state di 682,5 Mbps in scrittura e 642 Mbps in lettura.
Lex Friedman
Foto di Lauren Friedman
L'opinione
Un falso problema A volte, la scelta tra iPad e Mac dipende da come ci sentiamo quel giorno. Altro che alternativi
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ome il suo predecessore, l’AD di Apple, Tim Cook, a volte evoca l’idea che stiamo vivendo in un mondo post-PC, un mondo in cui, per molte persone, iPad è sufficiente a rimpiazzare un Mac. Allo stesso modo, amici e parenti mi chiedono spesso se riuscirebbero a fare tutto con “solo un iPad” anziché comprare un nuovo laptop. Domande come questa ci hanno spinto a preparare un servizio, che vi proporremo prossimamente, in cui mettiamo a confronto il nuovo iPad e il vecchio Mac. Le conclusioni saranno forse sorprendenti, soprattutto perché iPad può fare molto di più di quanto molti pensino. Ma per me, quello che rende la questione iPad-Mac davvero interessante è che questa è la domanda che la gente pone prima di ogni altra.
Un confronto equo? Non confrontiamo frigoriferi e congelatori, o forni e tostapane. Ogni dispositivo ha qualcosa in comune con l’altro, ma ognuno ha un suo scopo specifico. L’avvento del congelatore non ci ha catapultati in un mondo post-frigorifero. Eppure, quando confrontiamo iPad e Mac, cadiamo vittime proprio di questo tipo di pensiero. iPhone e iPad si assomigliano parecchio, ma nessuno ha mai suggerito l’idea che iPhone minacci l’egemonia del venerabile computer da scrivania. In parte, siamo veloci a confrontare iPad e Mac perché lo schermo più grande del tablet lo fa assomigliare di più a un computer. Ma penso che ci sia dell’altro: facciamo questi confronti perché stiamo ancora cercando di capire quale sia il ruolo specifico di iPad nella nostra vita. Il fatto è che, anche se laptop e iPad possono gestire gli stessi compiti, lo fanno in modi di-
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versi, e anche l’esperienza d’uso per gli stessi compiti è diversa. Per tornare ad analogie da cucina: a casa mia abbiamo due modi di preparare un sandwich grigliato al formaggio (e nessuno dei due prevede l’uso di una griglia): a volte fondiamo il formaggio sul pane in forno; altre volte mettiamo del burro in una padella e usiamo il fornello. Con il primo approccio si fa prima a preparare e pulire, e il sandwich è più sano; con il secondo si ottiene un sandwich più gustoso.
L’umore giusto Di solito riesco a fare più cose con il mio Mac che con iPad in un dato periodo. Ma quando uso iPad per le stesse cose mi diverto di più. Per esempio, potrebbe essere più veloce, e perfino più facile, fare ricerche sul Web con Mac. Ma spesso fare la stessa ricerca con i gesti multitouch mi procura più divertimento e soddisfazione. Ci sono un paio di motivi per cui usare iPad spesso dà una soddisfazione più viscerale rispetto a usare Mac. A volte sono le app stesse. Per esempio, Tweetbot è il mio software preferito per sfogliare Twitter su qualunque piattaforma, e preferisco aggiornarmi con Twitter usando Tweetbot su iPad che in qualunque altro modo (http://tapbots.com).
“Anche se laptop e iPad possono gestire gli stessi compiti, lo fanno in modi diversi”
Spesso l’app per iPad per un certo compito non è obiettivamente migliore della sua controparte Mac, eppure preferisco usare quella. Kindle per Mac e Kindle per iPad sono app per leggere ugualmente buone. Ma su iPad l’esperienza della lettura è palpabilmente più personale; c’è un legame intimo con un dispositivo che possiamo quasi cullare nelle mani o sulle gambe mentre lo usiamo con la punta delle dita. Mac resta ancora più adatto a parecchi compiti. Preferirei scrivere un romanzo, lavorare su un file audio o scrivere il codice per un sito su Mac, anche se mi piacciono molto app per iOS come Pages (http://xrl.us/bh93ir), GarageBand (http://xrl.us/bnggmt) e DietCoda (http://xrl.us/bnggmx) che fanno le stesse cose. E per me va bene così. Possiamo confrontare iPad e Mac quanto vogliamo, ma nella mia vita c’è chiaramente spazio per entrambi.
Da “o” a “e” Ricordo quando arrivò il mio primo iPad, nell’aprile del 2010. Dopo averlo sincronizzato con iTunes il mio primo pensiero fu: E adesso? Avevo un iPhone e un Mac: per cosa avrei usato questo iPad? Per molte cose, come avrei scoperto. Quasi tutto quello che facevo con Mac potevo farlo con iPad e/o iPhone. Il fatto è che non sempre preferisco la versione tostata, più sana, del sandwich al formaggio. Anche se poche persone hanno bisogno di un iPad, la vita di molte altre sarebbe migliore se ne avessero uno, oltre a un Mac e a un iPhone. C’è spazio per tutti e tre i dispositivi. iPad non è un Mac e probabilmente non sostituirà il nostro. E va bene così. Lex Friedman scrive per Macworld.
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In tutte le edicole rivista + cd-Rom a d 6,00
Cover Flow
giochi mac N N on
importa
quali giochi ci
piacciono : ora su
M ac
tutti
possono trovare qualcosa di Cliff Joseph
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egli ultimi due anni i giochi per iPhone e iPad hanno un po’ messo in ombra quelli per Mac, ma le crescenti vendite di Mac significano anche che ora ci sono più giochi nuovi che mai. Sono arrivati parecchi giochi di alto livello, come Portal 2, Batman: Arkham Asylum e Dragon Age II, e anche il lancio di Mac App Store ha rimesso in moto le cose. Ci sono anche altri negozi online, come Steam (store.steampowered.com), OnLive (onlive. com) e Deliver2Mac (www.deliver2mac. com), che semplificano la ricerca dei giochi più recenti. Mac App Store ha dato nuova vita anche a giochi più vecchi, e titoli come Call of Duty 4 e Star Wars: Knights of the Old Republic sono tornati in classifica dopo anni
dalla loro uscita. Attenzione, però: alcuni sviluppatori di giochi si sono lamentati perché Lion non fa girare alcuni titoli, specialmente i più datati, per cui occorre controllare la compatibilità ed eventuali aggiornamenti. In un passato non molto lontano, i Mac erano considerati inutili per giocare. Anche se è un’esagerazione, ai computer Apple mancavano in effetti capacità e scelta, soprattutto se paragonate a quelle per i PC. Questo era dovuto a diversi fattori, soprattutto la reticenza di Apple a lanciarsi nei giochi. Un altro motivo era l’architettura hardware chiusa che tagliava fuori gli appassionati del gaming pronti a modificare le proprie macchine. Inoltre Apple si affidava ai processori PowerPC, che alcuni
Cover Flow
percepivano come in ritardo rispetto alla concorrenza di Intel. Nonostante gli ostacoli, una piccola community di entusiasti e sviluppatori Apple ha continuato a promuovere Mac come piattaforma di gioco. Titoli come SimCity e Railroad Tycoon sono stati dei successi e Blizzard ha supportato Mac con World of Warcraft, Diablo e Starcraft. Anche sparatutto popolari come Wolfenstein, System Shock e Duke Nukem 3D sono stati portati su Mac, ma il catalogo dei giochi per Mac era risibile se confrontato alla scelta disponibile per PC e per le varie console. Tutto questo è cambiato nel 2005, quando Apple passò ai processori Intel e diventò più facile portare su Mac i giochi per PC. Ora i principali sviluppatori di giochi, tra cui Electronic Arts, Aspyr e Feral Interactive, portano i propri titoli su Mac. Titoli famosi come Civilization, Call of Duty, la serie Lego e Batman: Arkham City sono disponibili per Mac, e Apple dice che ne arriveranno molti altri. Nel frattempo ci sono opzioni per portare i giochi su Mac. Una è usare Boot Camp, l’utility di Apple che permette di installare Windows su una partizione, ma ne stanno emergendo altre.
Steam Valve si è dedicata ai giochi per Mac con una versione per OS X del suo Source Engine. Il client Steam (store.steampowered.com) offre oltre 200 giochi per Mac, che possono essere condivisi su altri computer. Però, quando Steam ha debuttato nel maggio 2010, pensavamo che Valve avrebbe portato
Live Possiamo giocare con i giochi di OnLive con Mac o iOS, ricevendoli in stream da Internet.
tecnologia di compressione video di OnLive minimizza il ritardo nello streaming. L’iscrizione sul sito onlive.com è gratuita. Sul sito possiamo acquistare i giochi completi, oppure possiamo noleggiare quelli che pensiamo di usare solo per un periodo. OnLive offre anche l’opzione Play Back, una sorta di abbonamento che permette di giocare senza limiti con oltre 100 giochi. Se acquistiamo o noleggiamo un gioco lo possiamo usare su tutte le piattaforme e, dato che quando salviamo le modifiche si salvano sulla nuvola, possiamo riprendere a
I principali sviluppatori di giochi portano i propri titoli su Mac, e Apple dice che ne arriveranno molti altri moltissimi giochi su Mac. Ci sono invece voluti diversi mesi prima che uscissero i giochi. Inoltre, la promessa che altri sviluppatori avrebbero portato i loro giochi su Mac vendendoli su Steam non si è ancora realizzata. La maggior parte dei titoli “indie” aveva già versioni native per Mac. Steam sta progredendo e il potenziale non si è ancora svelato completamente, anche se è certamente presente.
OnLive Il servizio cloud OnLive usa un client da scaricare per permettere lo streaming dei giochi dai server di OnLive su Mac, attraverso la TV e ora anche su iPad o iPhone. la
giocare anche su un altro dispositivo che supporti OnLive. Tutta l’elaborazione avviene sui server, per cui anche un Mac mini può servire per giocare alla grande. Se però la nostra connessione è lenta, il gioco può accusare ritardi, e inoltre la libreria dei giochi si basa molto sul mercato delle console e dunque richiede un gamepad controller. Nonostante i dubbi sul non poter scaricare e possedere i giochi, raccomandiamo OnLive. Possiamo giocare ad Assassins Creed Revelations su un vecchio MacBook e Arkham City su un Mac mini. OnLive offre titoli per console che non si sono mai visti su Mac (e che probabilmente non vedremo mai), e senza pesare sul disco rigido con download pesanti
Il mio Mac è abbastanza potente? Passare a Intel non è bastato a proiettare Mac nell’universo dei giochi. I primi Mac Intel avevano schede grafiche poco potenti e anche adesso alcuni Mac di fascia bassa non sono all’altezza del compito se vogliamo fare giochi che richiedono molta potenza di elaborazione. Se però abbiamo un Mac Intel con almeno Snow Leopard e 2 GB di Ram, diversi giochi moderni gireranno nativamente. Per scoprire che cosa c’è nella nostra macchina apriamo il menu Apple e scegliamo Informazioni su questo Mac > Più informazioni > Resoconto di sistema e controlliamo che scheda grafica abbiamo in Grafica/ Monitor. I giocatori duri e puri dovrebbero scegliere un Mac con scheda grafica ATI, Amd o Nvidia anziché le schede integrate che si trovano sui Mac di fascia bassa. Se vogliamo anche pensare al futuro, dobbiamo scegliere un Mac Pro, che permette di aggiornare la scheda. Molti giochi ricchi di dettagli richiedono una
scheda grafica dedicata per rendere immagini fluide e verosimili. In caso contrario, molti giochi potrebbero non essere compatibili o girare con grafica ridotta. Molti giochi richiedono molta Ram e processori veloci, per cui è meglio essere sicuri che il nostro computer sia al di sopra dei requisiti minimi. Poca Ram e/o un processore lento possono far sì che il gioco vada a scatti o rallenti. Se le specifiche del nostro Mac non sono all’altezza potrebbe essere il caso di partizionare il disco rigido e usare Boot Camp per installare Windows solo per giocare. La maggior parte dei giochi sono ottimizzati per Windows, per cui anche un Mac poco potente dovrebbe riuscire a farli girare. Un portatile Mac non avrà prestazioni migliori rispetto a un PC di livello medio, ma per lo meno non richiederà sforzi e tempo per l’impostazione. Perfino i Mac più vecchi possono far girare giochi interessanti usando Boot Camp e Windows.
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o sul processore con il rendering della grafica. Il servizio OnLive è un grande passo in avanti per i giochi su Mac.
OnLive su iOS OnLive offre per iPad un’app “viewer”, di pura visione, con cui possiamo accedere alla OnLive Arena e vedere altre persone iscritte giocare dal vivo, o clip di giochi registrati da altri giocatori. Gli abbonati a OnLive dovrebbero presto poter giocare sui loro dispositivi iOS grazie a un’app che dovrebbe essere rilasciata in futuro. L’app permetterà di giocare anche a solo un megabit per secondo di banda, ma per un’esperienza davvero HD si raccomandano almeno due o tre megabit per secondo. Una rete Wi-Fi a 5 gigahertz offre i risultati migliori, ma anche 2,4 gigahertz sono sufficienti. Per giocare sui dispositivi iOS ccorre essere collegati a una rete Wi-Fi. Il software mobile comprende tre diversi tipi di formato. Quelli che più colpiscono sono i giochi touch nativi che supportano le funzioni Multi-Touch, come L.A. Noire e Defense Grid Gold. Altri titoli sono stati riformattati in modo da usare il touch: se teniamo iPad o iPhone come un controller possiamo utilizzare i pollici per premere i pulsanti. Tra questi giochi ci sono titoli Lego (come Harry Potter e Batman), Virtua Tennis 2009 e Lara Croft and the Guardian of Light. Gli altri giochi della libreria mobile richiedono un controller OnLive. Il Wireless Controller OnLive, disponibile sul sito di Onlive a meno di 50 euro, può essere abbinato a una microcon-
sole, un televisore e un dispositivo mobile. Questo gamepad si collega al dispositivo iOS via Bluetooth e funziona proprio come se giocassimo con una console standard. In questa modalità sono disponibili circa 150 titoli, tra cui Batman: Arkham City e Deus Ex: Human Revolution.
Mac App Store Apple ha già avuto successo nella distribuzione di giochi a dispositivi mobili via iTunes Store (vedi “Giochi mobili”). L’azienda ha anche un negozio solido, Mac App Store, ed è in ottima posizione per offrire un canale per la distribuzione di giochi. Dal lancio di Mac App
Store, nel gennaio 2011, i giocatori possono scaricare versioni Mac di giochi per iOS oltre a giochi che in precedenza si trovavano solo su Steam e ad altri già disponibili per Mac ma fino ad allora poco pubblicizzati. Questo è uno dei maggiori vantaggi di Mac App Store: da un solo punto possiamo scaricare centinaia di giochi. All’inizio la principale categoria era quella dei giochi per iOS che arrivavano su Mac. Mac App Store, però, non si limita a puzzle nati per iOS: ci sono anche titoli più impegnativi, come Civilization V, Grand Theft Auto: San Andreas e Call Of Duty.
giochi mobili Con il lancio di iPhone e in seguito di App Store, Apple ha aperto un canale di reddito relativamente poco sfruttato ma certamente lucroso: i giochi su dispositivi mobili. Il percorso è tutto in salita: la linea DS di Nintendo ha quasi il monopolio e lo spazio restante è occupato da Sony con PSP, ma Apple ha sfruttato bene l’immenso successo di iPod e iPhone, oltre che di iTunes Store, per farsi strada fra gli appassionati. Oggi, Apple è leader indiscutibile del mercato mobile e ha costruito un impero potente sul lavoro di sviluppatori indipendenti che hanno visto App Store come un modo per aggirare l’atmosfera costosa e avida di risorse del design dei giochi per console e PC. La formula ha avuto così successo che importanti produttori di giochi, come EA e Ubisoft, hanno accettato la sfida, dando così ancora più legittimità al ruolo di App Store come alternativa praticabile ai tradizionali canali di vendita e a servizi online come Steam, Xbox Live Marketplace e Playstation Network. App Store ha superato da tempo le 600.000 app disponibili, e per gran parte si tratta di giochi. Giochi come Angry Birds, Fruit Ninja e Flight Control hanno venduto milioni di copie, trasformando in giocatori milioni di persone che normalmente non si sognerebbero nemmeno di prendere in mano un controller, men che meno acquistare una console portatile. Conscia dell’importanza dei giochi per la piattaforma iOS, nel settembre 2010 Apple ha introdotto Game
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Center. Il servizio permette di collegarsi con gli amici per giocare su iOS, inviare richieste, iniziare a giocare e organizzare giochi online. In alcuni giochi ci sono traguardi e il giocatore guadagna punti se completa certi compiti. La versione di Game Center in iOS 5 ha reso più semplice la ricerca di amici e di giochi, aggiungendo anche alcuni elementi sociali che altri servizi di giochi online hanno già attivato con buoni risultati.
giochi di ruolo
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Dragon Age: Origins
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Dragon Age II
Azienda: Electronic Arts Url: www.ea.com/it/mac Requisiti: Mac OS X 10.6.2, Intel Core 2 Duo, scheda grafica con Vram 256 MB Prezzo: 10,20 dollari su gametreemac.com
Azienda: Electronic Arts Url: www.ea.com/it/mac Requisiti: Mac OS X 10.6.2, Intel Core 2 Duo, scheda grafica con 256 megabyte di Ram video installati Prezzo: 6,80 dollari
O
C
rmai ha qualche anno e non è più supportato, ma Dragon Age: Origins è probabilmente ancora il miglior gioco di ruolo mai pubblicato per Mac e si trovava poco prezzo su gametreemac.com. Ci sono tutti gli ingredienti dei giochi di ruolo: prigioni, draghi, guerrieri e maghi, ma il gioco è più profondo rispetto a giochi come Diablo e Dungeon Siege, in cui si clicca e si colpisce. Oltre alla storia epica principale, che ci fa affrontare un esercito invasore di demoni, ci sono ottimi personaggi di supporto, tra cui un golem comico e Alistair, sex symbol medievale, erede illegittimo al trono. Molti di questi personaggi hanno anche trame secondarie importanti e ricerche da compiere che ci coinvolgono davvero nel gioco.
3
World of Warcraft Cataclysm
ome il suo predecessore, Dragon Age II è ambientato nel mondo fantastico di Ferelden, ma introduce nuovi personaggi e una nova storia in cui il nostro eroe, noto solo come Hawke, esce dall’oscurità per diventare un campione. L’importanza data a politica e intrigo implica che a DAII manca la storia epica del bene contro il male dell’originale, ma altri aspetti del gioco sono stati davvero migliorati. La grafica è ancora più spettacolare e i combattimenti entusiasmanti, con i personaggi che saltano per lo schermo agitando le spade e scagliando incantesimi ovunque. Anche questo gioco non è più supportato e si trova a prezzo stracciato su gametreemac.com.
4
Borderlands - Game of the Year Edition
Azienda: Blizzard Url: eu. blizzard.com Requisiti: Mac OS X 10.5.8, Intel Core 2 Duo, scheda grafica con 256 MB Vram Prezzo: 29,99 euro (più l’abbonamento a partire da 10,99 euro al mese)
Azienda: Blizzard Url: eu.blizzard.com Requisiti: Mac OS X 10.5.8, Intel Core 2 Duo, scheda grafica con 256 MB Vram Prezzo: 23,99 euro (via Mac App Store)
L
S
a sua grafica non piace a tutti, ma World of Warcraft è ancora il gioco che guida la scena online dei massive multiplayer, con oltre 10 milioni di abbonati che giocano nei ruoli di maghi, sacerdoti, guerrieri e malvagi. Parte del successo è dovuta al rilascio regolare di pack di espansione, come Cataclysm, del 2011, che, letteralmente, scuote il paesaggio, distruggendo vecchie zone e introducendo nuove aree da esplorare. C’è molto materiale nuovo per soddisfare i giocatori più esperti e, per attirare i nuovi, Blizzard ha annunciato una Starter Edition del gioco che permette di giocare gratis finché il nostro personaggio non raggiunge il livello 20.
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Knights of the Old Republic
e non ci entusiasma lo stile di Dungeons and Dragons, dovremmo proprio provare Borderlands. Il mondo futuristico di Pandora è una terra desolata popolata da gente che cerca fortuna e mercenari. Nostro compito è combatterli per trovare The Vault, un tesoro lasciato eoni fa da un’antica stirpe aliena. Il gioco ha una grafica da cartoni animati, con violenza e umorismo evidentemente esagerati, propri del genere, e invita a ricoprire il ruolo di uno tra quattro personaggi, ognuno con differenti abilità. Possiamo giocare da soli o in modalità cooperativa a quattro. L’edizione Mac comprende anche quattro pack aggiuntivi, come The Zombie Island of Dr Ned, per trascorrere il tempo divertendosi.
6
Two Worlds II
Azienda: Aspyr Url: www. aspyr.com Requisiti: Mac OS X 10.5, processore Intel 1,8 GHz, scheda grafica con 128 megabyte di Ram video installati Prezzo: 15,99 euro (Mac App Store)
Azienda: Zuxxez Url: www.zuxxez.com Requisiti: Mac OS X 10.6.3, processore Intel 2 GHz, scheda grafica con 512 MB Vram Prezzo: 24,99 euro
L
L
anciato in origine nel 2003, KOTOR (come i fan abbreviano Knights of Old Republic) è tornato in auge da quando Apple ha lanciato App Store e si è trovato anche fra i dieci titoli più venduti. L’azione è ambientata 4.000 anni prima dei film di Guerre Stellari, in un tempo in cui gli Jedi erano cacciati dagli eserciti dei Sith. Interpretiamo uno degli ultimi cavalieri Jedi, che guida un esercito di combattenti per la libertà in una serie di missioni su pianeti come Tatooine e il mondo di origine dei Sith, Korriban. Le nostre scelte influenzano l’esito del gioco e decidono se salveremo la galassia o se soccomberemo al lato oscuro della Forza.
a versione originale di Two Worlds non era stata pubblicata per Mac, per cui siamo circa a metà della storia in questo sequel. In realtà non importa molto, perché la storia non è particolarmente originale. Iniziamo il gioco evadendo di prigione e mettendoci alla ricerca di nostra sorella, ridotta in stato di schiavitù da un imperatore malvagio. Quello che salva Two Worlds II dall’essere un cliché è la qualità del gioco. Il mondo che attraversiamo è vasto e ricco di eccellente grafica 3D. Ci sono moltissime ricerche che ci tengono occupati e ci aiutano ad acquisire ricchezza ed esperienza, e il sistema di combattimento e abilità ci lascia molta libertà nello sviluppo del nostro personaggio.
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Cover Flow
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giochi sportivi
Colin McRae: DiRT 2
8
FlatOut 2
Azienda: Feral Url: feralinteractive.com Requisiti: Mac OS X 10.6.7, processore Intel 2 GHz, scheda grafica con 128 MB Vram Prezzo: 31,99 euro (Mac App Store)
Azienda: Virtual Programming Url: vpltd.com Requisiti: Mac OS X 10.6.8, processore Intel, scheda grafica con 128 megabyte di Vram Prezzo: 7,99 euro (Mac App Store)
D
I
iRT 2 è il miglior gioco di corse in auto visto su Mac da un po’, con ottima grafica 3D e corse in velocità di grande effetto. Iniziamo come piloti principianti e poi miglioriamo attraverso una dozzina di gare fino a scontarci con i professionisti nelle gare degli X Games. Possiamo scegliere fra 35 auto diverse e personalizzarle per gestire diversi tipi di gara, come i rally o il fuoristrada. Le gare si svolgono in luoghi diversi, come la centrale di Battersea, il deserto dello Utah e la giungla della Malesia e c’è anche una modalità multiplayer online. Il gioco richiede risorse di sistema consistenti, per cui è meglio controllare i dettagli tecnici prima di acquistarlo.
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Fifa 13
giochi di corse automobilistiche su Mac sono un po’ diminuiti di recente, ma FlatOut 2, anche se vecchio, tiene bene. Non si tenta di simulare la fisica del mondo reale o di ricreare veri circuiti: FlatOut 2 è un vero e proprio arcade in cui si guida come dei pazzi schiacciando tutto quello che ci sbarra la strada. La principale modalità Campionato ci permette di scegliere fra 24 veicoli diversi e poi progredire attraverso una serie di corse sempre più difficili in luoghi diversi, come le caditoie di Los Angeles o le foreste delle Montagne Rocciose. C’è anche una modalità multiplayer online, oltre a una serie di mini-giochi e Destruction Derby Arena in cui possiamo davvero sfogarci.
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Football Manager 12
Azienda: Electronic Arts Url: www.ea.com/it/mac Requisiti: Mac OS X 10.6.8, processore Intel Core 2 Duo, scheda grafica con 256 MB Vram Prezzo: 49,99 euro
Azienda: Sega Url: store. steampowered.com Requisiti: Mac OS X 10.5.8, processore Intel, scheda grafica con 256 megabyte di Ram video installati Prezzo: 29,99 euro
F
C
ifa 13, da poco arrivato su Mac, offre le stesse funzioni e modalità di gioco delle versioni per Xbox e PlayStation, tra cui il nuovo Impact Engine, che simula realisticamente il modo in cui i giocatori combattono per il possesso palla, e la funzione Precision Dribbling, che permette di controllare con precisione la palla. C’è anche un sistema Pro Player Intelligence, che permette ai giocatori controllati dal computer di reagire come i loro corrispettivi reali (per cui c’è chi protesta quando viene sostituito e chi non vuole giocare se non gli viene aumentato l’ingaggio). La modalità Career segue tutta una stagione, ma c’è anche la modalità Online Friendly per giocare contro i nostri amici.
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Let’s Golf 2
ome dice il nome stesso, Football Manager è più concentrato sull’aspetto gestionale del calcio invece che sul tappeto verde vero e proprio, popolato da assi miliardari e brocchi di buona volontà. Possiamo controllare una qualunque squadra in una nazione tra le cinquanta a disposizione e poi metterci in panchina per dare istruzioni, fare sostituzioni, gridare e sbracciarci. Discuteremo trasferimenti e contratti e questa versione del gioco comprende Tone System, che si usa durante le discussioni con la squadra per convincere i giocatori a entrare con più motivazione, o altrimenti arrabbiarsi con loro e lanciargli addosso qualcosa. C’è una demo gratuita da provare.
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Asphalt 6: Adrenaline
Azienda: Gameloft Url: gameloft.it Requisiti: Mac OS X 10.6.6, processore Intel Prezzo: 3,99 euro (scaricamento obbligatoriamente da Mac App Store)
Azienda: Gameloft Url: gameloft.it Requisiti: Mac OS X 10.6.6, processore Intel Prezzo: 5,49 euro (scaricamento obbligatorio da Mac App Store)
L
L
et’s Golf è più un gioco per famiglie e meno una simulazione realistica e accurata del gioco del golf, ma è comunque possibile sfidare se stessi nella modalità Career, che include percorsi strani, variegati e meravigliosi, ambientati in luoghi ameni o oscuri come la Groenlandia invernale oppure la giungla azteca. Possiamo scegliere tra quattro giocatori diversi, ciascuno con abilità specifiche e un proprio stile, e c’è anche una modalità multiplayer per giocare contro amici e familiari.
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a versione Mac di questo gioco popolare su iOS è uno dei migliori giochi di corse su Mac. Una funzione carina è la possibilità di guidare sia moto che auto, tra cui modelli classici di Ferrari, Aston Martin e Lamborghini. Possiamo partecipare a 55 gare diverse in luoghi come Los Angeles, Tokyo e le Bahamas, e affinare le prestazioni dei nostri veicoli per adattarle a circuiti e condizioni diverse. Fino a sei giocatori possono giocare online, e per il prezzo del gioco si tratta di un ottimo affare.
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Angry Birds
Giochi iOS 14
Real Racing 2
Azienda: Rovio Url: www. rovio.com Requisiti: iPhone, iPod touch, iPad Prezzo: da 0,79 euro
Azienda: Firemint Url: www. firemint.com Requisiti: iPhone, iPod touch, iPad Prezzo: 2,39 euro
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i sono così tanti giochi disponibili per gli apparecchi iOS che è impossibile fare altro di diverso dal semplice sfiorare la superficie. E qualunque cosa si scriva sarà vecchia dopo un minuto, tempo nel quale sono mediamente apparsi tre nuovi giochi su App Store. Tuttavia, non ci sono dubbi che Angry Birds sia tra i principali, con oltre un miliardo di download. Il gioco originale viene aggiornato regolarmente con nuovi livelli, e ci sono altre versioni divertenti, come Angry Birds Rio e Angry Birds Season. Il gioco, in cui si devono usare uccelli che esplodono per attaccare maiali rintanati in diversi edifici, continua a piacere a giovani e meno giovani.
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Dungeon Hunter 2
eal Racing 2 è uno splendido gioco in solitario di corse automobilistca, munito di un’eccellente e dettagliata grafica 3D, controlli di guida estremamente reattivi e diverse modalità di gioco che alzano il livello di interesse nel tempo. La modalità Career ci guida attraverso una serie di gare, e poi ci sono Time Trial, per testare la nostra velocità, e Quick Race, per allenarsi. È anche uno dei primi giochi ad avere sfruttato le possibilità di iOS 5, per giocare online con quattro persone su una rete Wi-Fi e proiettare il gioco su una TV HD grazie ad Apple TV.
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Modern Combat 3: Fallen Nation
Azienda: Gameloft Url: gameloft.it Requisiti: iPhone, iPod touch, iPad Prezzo: 5,49 euro
Azienda: Gameloft Url: gameloft.it Requisiti: iPhone, iPod touch, iPad Prezzo: 5,49 euro
C
M
i sono svariati giochi di ruolo per iPhone e iPad, ma la serie Dungeon Hunter è quella che cattura meglio la formula intrigante dei combattimenti dei vecchi giochi Diablo su Mac. La storia è scarsina (siamo un principe che va in guerra per salvare il regno da mostri vari). Tuttavia, la grafica brillante è pari a quella che abbiamo visto in molti giochi Mac e questo sequel possiede una gradevole modalità multiplayer che permette di giocare con non più di tre amici usando una Wii o una connessione Bluetooth.
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Nova 2
odern Combat è il gioco che più si avvicina nel mondo touch di iOS ai combattimenti quasi fin troppo realistici di Call of Duty per Mac e PC. La grafica 3D è brillante e ricca di dettagli e l’azione non molla mai. I giochi principali comprendono le missioni in cui proteggiamo gli Usa. I luoghi variano da Los Angeles al Pakistan con diversi tipi di missione: scorta armata, missione in elicottero, distruzione. Si può anche giocare online, fino a un massimo di dodici giocatori.
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Cut the Rope
Azienda: Gameloft Url: gameloft.it Requisiti: iPhone, iPod touch, iPad Prezzo: 5,49 euro
Azienda: Chillingo Url: www.chillingo.com Requisiti: iPhone, iPod touch, iPad Prezzo: 0,79 euro
S
C
e Modern Combat è la risposta di iPhone a Call of Duty, il fantascientifico Nova 2 è la nostra versione di Halo. Ci sono dodici missioni da compiere su una serie di stazioni spaziali, in cui gli umani combattono contro i Volterites. Questi nemici misteriosi saltellano qua e là con un razzo-zaino, per cui occorre essere veloci e precisi per restare al passo con l’azione. Abbiamo comunque un armamentario impressionante, con armi come una pistola sparafulmini, granate a frammentazione e pistole a due manici.
ome molti dei migliori giochi basati su molteplici livelli di enigmi di difficoltà crescente, Cut the Rope si basa su un’idea semplicissima: dobbiamo tagliare una serie di corde per fare cadere pezzi di dolciumi verso un personaggio carino chiamato Om Nom. Questo semplice compito però implica rompicapi complessi, sparsi negli oltre 200 livelli diversi. Il gioco si complica andando avanti, con ulteriori ostacoli, come punte dentellate e campi elettrici, che accrescono il divertimento.
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Cover Flow
Giochi di strategia
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StarCraft II
20 Civilization 5
Azienda: Blizzard Url: eu.blizzard.com Requisiti: Mac OS X 10.5.8, Intel Core 2 Duo, scheda grafica con 256 megabyte di Ram video installati Prezzo: 14,99 euro
Azienda: Aspyr Url: www. aspyr.com Requisiti: Mac OS X 10.5.8, Intel Core 2 Duo, scheda grafica con 256 megabyte di Ram video installati nel sistema Prezzo: 19,99 euro
L’
C
ultima volta che abbiamo provato StarCraft ci siamo stati sopra per dei mesi. Ricopriamo il ruolo di Jim Raynor, combattente per la libertà che guida le forze dell’umanità nella battaglia contro gli alieni Zerg e Protoss. La campagna single-player principale offre diverse missioni impegnative, da piccole incursioni a battaglie su larga scala con enormi robot aggressivi. Ma questo è solo l’inizio, perché sono previsti pack di espansione che racconteranno la storia anche dal punto di vista di Zerg e Protoss.
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Starfront: Collision
Civilization è un sempreverde con una schiera di appassionati fedelissimi. La formula base resta la stessa: iniziamo con un gruppo di cavernicoli e attraversiamo la storia per creare una civiltà che domini il mondo. La versione 5 ha alcune nuove funzioni, come un sistema di diplomazia che ci permette di negoziare seriamente con i leader delle nazioni rivali, controllati dal computer. La grafica 3D è stata migliorata e il gioco fornisce alcuni consiglieri animati che aiutano i principianti a iniziare.
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Age of Empires III
Azienda: Gameloft Url: gameloft.it Requisiti: Mac OS X 10.6, processore Intel Prezzo: 7,99 euro (scaricamento obbbligatoriamente da Mac App Store)
Azienda: Microsoft/ Destineer Url: www.play.com Requisiti: Mac OS X 10.4, processore Intel, scheda grafica con 128 megabyte di Ram video installati Prezzo: 44,99 euro
S
A
tarfront è nato per iPhone e iPad, e poi ha fatto il salto verso gli schermi di Mac. Ci sono somiglianze indiscutibili con StarCraft, dato che il gioco contrappone le forze dell’umanità a quelle di razze rivali di alieni e robot, nella lotta per controllare la fornitura di cristalli di Xenodium sul pianeta Sinistral. La storia e il gioco non sono profondi come con StarCraft, ma il gioco comprende 20 missioni e una modalità in cui affinare le nostra abilità strategiche e di combattimento. Anche la modalità cooperativa a quattro è divertente e il prezzo abbordabile lo rende un’ottima introduzione ai giochi di strategia.
23 Rome Total War - Gold Edition
nche se non è più una vera novità, Age of Empires III rimane tuttora un gioco di strategia ben realizzato perfettamente godibile. È ambientato nell’epoca coloniale e ci permette di controllare una a scelta fra otto nazioni europee, come la Gran Bretagna o la Francia, che cerca di colonizzare e controllare le Americhe, appena scoperte da Colombo. La grafica 3D è attraente e molto dettagliata, nonostante l’età del gioco, e possiamo esplorare tutta la campagna in modalità single-player o lanciarci nella modalità Skirmish per giocare in modo più saltuario.
24 Europa Universalis III: Chronicles
Azienda: Feral Interactive Url: feralinteractive.com Requisiti: Mac OS X 10.5.8, processore 1,4 GHz, scheda grafica con 128 MB Vram Prezzo: 23,99 euro (Mac App Store)
Azienda: Virtual Programming Url: vpltd.com Requisiti: Mac OS X 10.6.8, processore Intel 1,4 GHz, scheda grafica con 512 MB Vram Prezzo: 23,99 euro (Mac App Store)
R
E
ome Total War permette di interpretare il ruolo di patriarca di una di tre differenti famiglie romane, che combatte e sperabilmente vince importanti battaglie in giro per l'Europa prima di riuscire finalmente a conquistare la stessa Roma. La grafica 3D non è esattamente il massimo, ma le battaglie epiche sono molto divertenti, con migliaia di soldati che si scontrano tutti insieme sullo schermo. La Gold Edition comprende un pack di espansione chiamato The Barbarians, che permette di combattere contro le orde degli invasori guidati da Attila l’Unno.
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uropa Universalis III combina diplomazia e strategia nello sviluppo di un impero che conquisti il mondo. Si focalizza soprattutto sulla storia europea tra il 1399 e il 1820 e ci permette di scegliere un paese tra 250. C’è grande attenzione per i dettagli storici e può quindi capitarci di affrontare l’intolleranza religiosa nella popolazione, o gruppi di ribelli in rivolta contro l’aristocrazia al potere, Questa edizione comprende il gioco originale e diversi pack di espansione, tra cui Napoleon’s Ambition, in cui dobbiamo vedercela con le ambizioni dell’imperatore francese.
Giochi d'azione
25 Batman: Arkham Asylum
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Portal 2
Azienda: Feral Interactive Url: feralinteractive.com Requisiti: Mac OS X 10.6.8, processore Intel 1,8 GHz, scheda grafica con 128 MB Vram Prezzo: 31,99 euro (Mac App Store)
Azienda: Valve Url: store.steampowered. com Requisiti: Mac OS X 10.5.7, Intel Core Duo, scheda grafica con 128 MB Vram Prezzo: 22,49 euro
A
P
nche se c’è già la versione successiva, Arkham City, questo Arkham Asylum non può mancare. I lunatici hanno preso il sopravvento, per cui Batman deve entrare ad Arkham e farsi strada combattendo i suoi nemici più pericolosi, come lo Spaventapasseri e Bane, prima di affrontare il nemico per eccellenza, il Joker. Il gioco combina benissimo l’avanzare furtivo e l’azione, con un sistema che permette di unire in modo fluido parecchie mosse diverse di combattimento. Aggiungiamo qualche gadget di Batman e un’ottima interpretazione del Joker da parte di Mark Hamill e avremo uno dei migliori giochi per Mac disponibili.
27 Mafia II: The Director’s Cut
ortal è arrivato dal nulla a folgorare i giocatori con i suoi puzzle diabolici nel 2007, e questo sequel è ancora più impegnativo. Torniamo agli Aperture Science Labs e ci ritroviamo intrappolati in un labirinto di stanze interconnesse controllate da GLaDOS, un OS omicida. La formula di base è la stessa, per cui dobbiamo fuggire dal laboratorio usando le armi speciali che creano portali in grado di deformare le dimensioni: se creiamo un portale nel muro di fronte potremmo ritrovarci in una stanza alle nostre spalle. Ci sono però alcuni nuovi elementi che rendono questo sequel ancora più intrigante, come una modalità cooperativa che ci permette di collaborare con un amico, e una storia meglio sviluppata, che inizia a spiegare l’origine di questa situazione.
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Grand Theft Auto Trilogy
Azienda: Feral Interactive Url: feralinteractive.com Requisiti: Mac OS X 10.6.8, processore Intel 2,0 GHz, scheda grafica con 256 MB Vram Prezzo: 31,99 euro (Mac App Store)
Azienda: Rockstar Games Url: www.rockstargames.com Requisiti: Mac OS X 10.5.8, processore Intel Core 2 Duo, scheda grafica con 256 MB Vram Prezzo: 11,99 euro ciascuno, 29,95 euro trilogia
A
A
mbientato in America negli anni ’40 e ’50, Mafia II ci assegna il ruolo di Vito Scaletta, truffatore da poco che fa carriera e diventa capo di una famiglia mafiosa. Per dimostrare di essere all’altezza dobbiamo misurarci come guardia del corpo, autista e cecchino, il che significa lotte corpo a corpo, abilità di guida e sparatorie ricche di azione. Il gioco ha una colonna sonora d’atmosfera, composta da musiche dell’epoca, e questo Director’s Cut comprende il gioco originale e i pack di espansione che ne sono seguiti. L’azione però è un po’ macabra, quindi non è adatta ai giocatori più giovani.
bbiamo aspettato anni prima di poter vedere lo spettacolo sconvolgente di tre giochi della serie Grand Theft Auto arrivare tutti insieme su Mac: GTA III, GTA Vice City e GTA San Andreas. Sono tutti politicamente scorretti: dobbiamo rubare auto, guidare come pazzi e investire la gente per prendere il controllo della città in cui è ambientato il gioco. In un certo senso le città sono il punto forte del gioco, con scenari enormi da esplorare e in cui fare quello che vogliamo. I giochi possono essere acquistati singolarmente o tutti insieme con un leggero risparmio.
29 Assassin’s Creed 2 Deluxe Edition 30
Call Of Duty 4: Modern Warfare
Azienda: Ubisoft Url: www. rockstargames.com Requisiti: Mac OS X 10.5.8, processore Intel, scheda grafica con 256 megabyte di Ram video installati Prezzo: 20,09 euro
Azienda: Aspyr Url: www. aspyr.com Requisiti: Mac OS X 10.5.8, processore Intel, scheda grafica con 256 megabyte di Ram video installati Prezzo: 31,99 euro (Mac App Store)
I
C
giochi di questa serie sono una specie di versione medievale di Batman. Qui interpretiamo Ezio Auditore da Firenze, nobile del Quattrocento che diventa un assassino per vendicare la propria famiglia. Ci aggiriamo nell’ombra e saltiamo sui tetti, uccidendo i nemici con armi e gadget di ogni tipo. In alternativa, possiamo usare le nostre abilità mimetiche per mescolarci alla folla e sfuggire agli inseguimenti. Possiamo girare a cavallo o in gondola, o perfino volare con un elicottero progettato da Leonardo da Vinci. Se ci piace c’è anche un altro gioco nella stessa serie, Assassin’s Creed: Brotherhood, anch’esso disponibile per Mac.
hi usa Mac è rimasto un po’ indietro con le ultime uscite della serie Call of Duty, ma Modern Warfare è ancora uno dei giochi più venduti su Mac App Store (anche se costa un po’ meno sullo store GameAgent di Aspyr). Come suggerito dal nome, Modern Warfare si sposta dall’ambientazione nella seconda guerra mondiale e ci mette di fronte a una moderna minaccia terroristica. La grafica 3D è grintosa e realistica e il gioco ci porta in luoghi diversi in giro per il mondo, a combattere a terra e in aria usando elicotteri e navi da guerra. C’è anche una modalità multiplayer.
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Cover Flow
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Giochi vari
The Sims Medieval
32 Lego Star Wars - The Complete Saga
Azienda: Electronic Arts Url: www.ea.com/it/mac Requisiti: Mac OS X 10.5.8, processore Intel, scheda grafica con 256 megabyte di Ram video installati Prezzo: 35,91 euro
Azienda: Feral Interactive Url: feralinteractive.com Requisiti: Mac OS X 10.5.8, processore Intel 1,5 GHz, scheda grafica con 128 MB Vram Prezzo: 15,99 euro (Mac App Store)
T
I
he Sims Medieval rappresenta un’aggiunta insolita e affascinante a questa popolare serie di ambientazione normalmente più mondana. Il gioco riprende la formula di The Sims ma la cala in un’ambientazione di re, regine e nobili che congiurano l’uno contro l’altro. Possiamo creare diversi personaggi, come mercanti, sacerdoti, maghi e cavalieri, ed espandere il regno costruendo nuove chiese, castelli e torri. C’è anche un’espansione Pirates and Nobles, che aggiunge al tutto un tocco di cappa e spada.
33 The Secret Of Monkey Island
n tutte le case ci dovrebbe essere almeno un gioco Lego e se scegliamo The Complete Saga ne abbiamo sei, basati sui film di Guerre Stellari. L’idea di giocare con le versioni Lego di Luke, Han, Yoda e Darth Fener divertirà adulti e bambini. I sei giochi offrono scenari diversi, con battaglie spaziali, duelli di spada laser e la famosa battaglia sul pianeta ghiacciato di Hoth. Feral ha pubblicato anche un gioco basato sulla serie di cartoni animati Clone Wars, e ci sono giochi lego basati su Batman, Harry Potter e Indiana Jones.
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World of Goo
Azienda: Aspyr Url: www. aspyr.com Requisiti: Mac OS X 10.5.4, processore Intel Core 2 Duo 2 GHz, scheda grafica ATI X1600 o Nvidia 7300 o successive con 256 MB Vram Prezzo: 7,99 euro
Azienda: Feral Interactive Url: feralinteractive.com Requisiti: Mac OS X 10.5.8, processore Intel 1,8 GHz, scheda grafica ATI o Nvidia con 128 MB Vram Prezzo: 7,99 euro (Mac App Store)
U
L
n aggiornamento del classico Monkey Island. Narra la stessa storia, ma la arricchisce con grafica e musica aggiornate. Il gioco ci assegna il ruolo di Guybrush Threepwood, giovane pirata che cerca un tesoro nascosto. Durante la ricerca dobbiamo risolvere ogni tipo di indovinello, sconfiggere lo spettrale pirata LeChuck e conquistare il cuore della bellissima Elaine Marley. Questa versione comprende anche un nuovo sistema di aiuto che ci dà qualche suggerimento per risolvere gli indovinelli. I fan dell’originale apprezzeranno la possibilità di passare dalla grafica originale alla nuova versione quando vogliamo.
35 Osmos
a versione Mac di World of Goo costa qualcosa più di quella per iOS, per cui vale probabilmente la pena di provare prima quella se abbiamo sottomano un iPhone, un iPod touch oppure un iPad. Ovunque lo giochiamo, però, è un gioco affascinante e unico. Abbiamo di fronte una serie di puzzle da risolvere combinando palline di melma per creare varie strutture, come ponti e torri. A volte non è immediatamente chiaro che cosa sia il puzzle, per cui prima dobbiamo scoprirlo e poi scoprire le proprietà dei diversi tipi di melma per ricavare la soluzione.
36 Machinarium
Azienda: Hemisphere Games Url: hemispheregames.com Requisiti: Mac OS X 10.4.1 Prezzo: 7,99 euro (Mac App Store)
Azienda: Amanita Design Url: amanita-design.net Requisiti: Mac OS X 10.6.6, processore Intel Prezzo: 7,99 euro (Mac App Store)
O
U
smos è un puzzle e gioco di azione molto popolare su iPad, anche se è apparso prima per Mac e PC. Il nostro personaggio è un Mote, una specie di organismo unicellulare. Lo scopo dentro Osmos ricalca la biologia: diventare più grande degli altri Mote sullo schermo. Farlo è semplice, ma riuscirci è assai meno facile. Quando ci scontriamo con un Mote più piccolo di noi lo assorbiamo e diventiamo più grandi. Se invece ci scontriamo con Mote più grandi di noi, succede il contrario e veniamo inghiottiti da loro.
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n affascinante gioco di avventura punta-e-clicca all’antica, pieno di puzzle. Siamo un adorabile robottino che deve trovare il modo di tornare a casa, salvare la sua ragazza e fermare una gang di robot teppisti facendo esplodere una bomba. L’ambientazione, splendida e ben realizzata, e un mondo steampunk di robot in cui gli abitanti parlano con fumetti e pantomime. È un’esperienza totale e la musica ossessiva e gli effetti sonori sono meravigliosi. Può ricordarci Wall-E, il film Pixar, ma Machinarium non soffre nel confronto.
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Blindare il server Agosto 2012 :: Mensile :: N. 60
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Cover Flow
Alla scoperta di
Trucchi per sfruttare al meglio i nostri negozi di riferimento 24
Apple Store di Serenity Caldwell, foto di Peter Belanger
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Cover Flow
“U
n’opera d’arte”, “un luogo per imparare”, “file che si allungano sul marciapiede”: di solito non associamo queste frasi a un negozio (tranne magari per uno che ha appena aperto), ma tutte sono state usate per descrivere i negozi Apple. Quello che è iniziato nel 2001 come un esperimento, deriso da molti esperti di vendita al dettaglio, è diventato una rivoluzione nel settore: i consumatori amano gli Apple Store per il design pulito e moderno, l’ampia scelta e i Genius. Le altre aziende li invidiano e a volte provano a copiarli. Sia che frequentiamo regolarmente gli Apple Store sia che siamo dei novellini, probabilmente ci sono cose che non sappiamo. E allora guardiamo oltre le porte di vetro per scoprire come sfruttare fino in fondo l’esperienza di acquisto Apple.
Sbircia, gioca, compra
Setup personale: trasferiamo app, dati e account sul nostro nuovo dispositivo
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Come si fa a dimostrare a un mercato dominato da Windows che l’hardware e il software Apple sono superiori? Li si mettono in mostra. Lo scopo dei primi Apple Store era proprio questo: attirare i clienti facendoli giocare con i Mac. Chi già usava Mac poteva giocare con le nuove macchine e i potenziali switcher potevano porre domande, provare programmi e navigare sul Web, tutto senza dover estrarre la carta di credito. Oggi la missione degli store resta la stessa. All’entrata veniamo accolti da tutto l’hardware Apple: iMac, MacBook, Mac Pro, iPad, iPhone, iPod e altro. Anche la segnaletica è Applecentrica: per ogni prodotto esposto c’è un iPad su cui gira un’app con i dettagli di tutto ciò che potremmo voler conoscere di quel
dispositivo. C’è anche un pulsante sullo schermo per chiamare uno Specialista se abbiamo domande. Gli Specialisti sono i prodi in maglietta blu di Apple Store. A volte vengono accusati di aiutare fin troppo (quando si entra in uno store è raro non essere accolti da almeno due di loro), ma non cercano di vendere a tutti i costi. In realtà, molti dipendenti ammettono di non ricevere commissioni sulle vendite: sono pagati a ore. Il loro entusiasmo, invece, sembra sinceramente diretto ad aiutare i clienti che ne hanno bisogno. Se vogliamo esplorare per conto nostro possiamo evitare gli Specialisti fino al momento dell’acquisto. E per gli acquisti di piccola entità possiamo anche non interagire con nessuno se abbiamo un iPhone 4 o 4S. L’app Apple Store ci permette di pagare leggendo il codice a barre del prodotto con la fotocamera del dispositivo e utilizzando il nostro ID Apple (lo stesso account che usiamo per iTunes). Per quelli che vogliono evitare del tutto l’esperienza dello store ma che non vogliono aspettare la consegna a domicilio, Apple Store offre un’altra opzione: in alcune città si può navigare nello store online di Apple, selezionare i prodotti e poi, invece di scegliere la consegna a casa, decidere di ritirare il prodotto in negozio. Quando arriviamo allo
store diciamo a uno Specialista che dobbiamo ritirare un ordine e i nostri articoli ci verranno consegnati direttamente.
Torniamo a imparare
La prima metà dello store (o, nei negozi più grandi, il piano terra), è dove si gioca e si acquista. Se però entriamo nella seconda metà (o cambiamo piano) passiamo dall’area di vendita a un misto tra un’aula e un laboratorio tecnico. Qui l’azienda fornisce diversi servizi ai clienti. Tutti questi servizi (tranne l’iscrizione a One to One) sono gratuiti e disponibili per tutti coloro che hanno un dispositivo Apple; si può anche partecipare ad alcuni workshop senza dover portare le proprie macchine. Setup personale Se siamo al nostro primo computer o dispositivo iOS, il servizio di Setup personale Apple è impagabile, ma anche i veterani di Mac e iPhone lo possono sfruttare. Uno Specialista ci aiuta a spacchettare il nostro acquisto e accenderlo (e attivarlo, nel caso di un dispositivo iOS). Se abbiamo comprato un Mac, gli Specialisti ci aiutano a caricarvi il software che abbiamo acquistato contestualmente, ci presentano Mac App Store e ci spiegano come trasferire i dati (se dobbiamo spostare informazioni da un vecchio computer). Se si tratta di iPad o iPhone ci confezionano un corso base tarato
sulle nostre esigenze. Non conosciamo la differenza tra sfiorare e toccare? Ce la spiega uno specialista. Training One to One Anche se non è pubblicizzato come altre offerte degli Apple Store, il training One to One potrebbe essere l’offerta di maggior valore: un gruppo di esperti formati a Cupertino sono a disposizione per fornire corsi personalizzati su argomenti semplici come il Finder o complessi come un progetto di Final Cut Pro. Quando acquistiamo un Mac ci viene proposto di acquistare un’iscrizione per un anno a One to One al costo di 99 euro, che ci offre sessioni illimitate di training fino a un’ora e workshop in piccoli gruppi su progetti personali; la formazione è personalizzata e copre tutta la gamma del software per Mac. One to One non è in vendita con i dispositivi iOS né indipendentemente: occorre acquistare un nuovo Mac per averne diritto. Al momento dell’iscrizione ci viene assegnato un negozio predefinito: qui fissiamo gli appuntamenti per quello che vogliamo studiare e il training riguarda quello che vogliamo imparare. I clienti che riescono a frequentare per qualche ora alla settimana scopriranno che il valore dell’interazione personale supera di gran lunga quello dei tutorial video (e gli iscritti a One to One hanno anche accesso ad alcuni di questi
Esploriamo Se visitiamo uno store solo per sfruttare il Wi-Fi o vedere com’è, non preoccupiamoci: non dovremo per forza acquistare qualcosa. Chi ci lavora capisce bene il fascino dell’elettronica scintillante e di solito non ci spinge a lasciare il negozio se vogliamo solo controllare la posta o provare delle costose casse Bose con il nostro iPod. L’Apple Store in cui lavoravo si trovava in un centro commerciale e spesso i commessi degli altri negozi venivano durante la pausa pranzo per leggere i loro feed Rss o giocare con un iPad.
Training One to One: i tutorial personalizzati coprono tutta la gamma del software Mac
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Cover Flow
Workshop: le sessioni di training, limitate a 12 persone, riguardano argomenti diversi a seconda dello store
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tramite un portale online). Se stiamo lavorando a un progetto, per esempio la creazione di un album per un anniversario o uno slideshow per un matrimonio, l’iscrizione a One to One ci dà accesso a sessioni settimanali dedicate ai progetti personali, in cui con altri membri lavoriamo con un istruttore per due ore. Possiamo pensarla come la versione moderna di un centro studi: i membri lavorano con un istruttore e tra loro per sistemare le diverse parti dei loro progetti (e alcuni a volte portano anche la merenda). Gli iscritti a One to One possono continuare a imparare anche fuori dal negozio: Apple fornisce loro un sito esclusivo (onetoone. apple.com) in cui vedere gli istruttori del negozio, cambiare il negozio predefinito, fare e gestire le prenotazioni. Inoltre Apple offre uno spaccato di tutte le sessioni disponibili per i membri, insieme a liste di controllo per i compiti base, un luogo in cui prendere appunti, consigli e tutorial video approfonditi. I tutorial non sono al livello di quelli del sito di training online Lynda.com, ma forniscono
comunque informazioni in abbondanza per principianti e professionisti. Come membri di One to One, possiamo prenotare un training personale, uno per i progetti personali e un workshop, ma non più di uno per tipo per volta. Significa che possiamo prenotare una sessione di training personale e una per i progetti personali, ma non tre training personali per volta. Dopo l’appuntamento potremo fissarne un altro dello stesso tipo. Ai dipendenti dello store non piace neanche che si usino due iscrizioni per prenotare due sessioni consecutive. Workshop I workshop di Apple sono disponibili sia per i membri di One to One sia per i clienti comuni e si rivolgono agli utenti che non hanno necessariamente bisogno di un training personalizzato ma che vogliono saperne di più su un argomento specifico. Sono limitati a 12 partecipanti e gli argomenti variano da uno store all’altro, perché vengono scelti dallo staff. Se con i nostri undici amici vogliamo chiedere al nostro negozio un workshop mensile su Logic, per esempio, è certamente possibile farlo.
Come le sessioni di training One to One, i workshop durano un’ora, anche se non sono altrettanto personalizzati; di solito trattano alcune funzioni di un programma o del sistema operativo e sono seguiti da una breve sessione di domande e risposte.
Soluzione dei problemi e linee di prodotto
È giusto e lecito emozionarsi per un Mac o un dispositivo iOS quando li portiamo a casa per la prima volta, o quando impariamo qualcosa di nuovo. Ma quando capita un guasto non è il caso di mettersi le mani nei capelli. All’inizio Apple aveva creato il Genius Bar degli Apple Store come un luogo in cui gli utenti Mac potessero porre domande sui loro computer; se il Genius in servizio non
Al lavoro Quando Ted Ellis, responsabile del supporto presso Announce Media a Mountain View, California, ha bisogno di aiuto, può fissare un appuntamento presso un Apple Store per il giorno stesso. Se un portatile non può essere usato per un po’ può averne un altro in sostituzione. E se un nuovo dipendente ha bisogno d’istruzioni su come usare quel portatile, Apple si occupa della formazione. Sono tutti servizi offerti ora dagli Apple Store con il programma Joint Venture, un servizio che offre servizi business sia alle aziende sia ai liberi professionisti presso i negozi Apple. Si paga una tariffa iniziale di 449 euro per iscriversi al programma. La cifra copre cinque “sistemi”: un dipendente con un MacBook, un iPhone e un iPad forniti dall’azienda conta come un sistema. Si pagano poi 89 euro all’anno per ogni sistema oltre i cinque. Per questa cifra si hanno in cambio questi servizi. Setup Quando un’azienda acquista nuovi sistemi, gli impiegati dell’Apple Store aiutano a trasferire dati dai vecchi computer ai nuovi; inoltre installano il nuovo software
riusciva ad aiutarci, poteva chiamare Cupertino per avere una risposta usando una linea telefonica dedicata. Col passare del tempo, il Genius Bar ha acquisito altri scopi: ripristino di dispositivi iOS, tristi storie di danni causati dall’acqua, centrale di riparazione per Mac, ma ancora un luogo in cui avere informazioni affidabili sull’hardware Mac (vedi “Racconti dal Genius Bar”). Prendiamo appuntamento Non possiamo più presentarci al Genius Bar, e non si può da un po’. Come per altri servizi forniti da Apple, occorre prendere appuntamento tramite Apple Store o tramite il sito Apple (vedi “Prenotiamo presto e spesso”). Apple separa i suoi prodotti in quattro categorie: Mac, iPod, iPhone e iPad. Se abbiamo problemi con il software o con un accessorio, scegliamo l’hardware su cui gira. Ogni prodotto ha una coda separata, per cui
acquistato online o nei negozi da Apple. Training Le aziende possono fissare fino a tre sessioni di formazione della durata di due ore in negozio per un numero massimo di dieci dipendenti ciascuna. Le sessioni coprono tutto, dalle basi di Mac e iOS fino ad argomenti più complessi, come l’uso di Keynote per creare presentazioni. I negozi offrono anche workshop mensili a cui i dipendenti delle aziende iscritte a Joint Venture possono partecipare per imparare più in fretta le basi di Mac e le tematiche relative al supporto tecnico. Supporto Le aziende hanno siti dedicati al programma Joint Venture, che possono usare per fissare i tempi delle riparazioni al Genius Bar (i clienti devono comunque portare l’hardware presso un Apple Store) o i workshop di formazione. Se servono riparazioni importanti, lo store fornisce un computer sostitutivo con software da ufficio. Le aziende possono anche programmare revisioni periodiche delle proprie macchine. È soprattutto la possibilità di fornire un servizio rapido che piace a Ted Ellis. Secondo lui la sua azienda ha risparmiato 50.000 dollari che avrebbe altrimenti perso in produttività. Un altro vantaggio: anche se gli Apple Store avevano già i “responsabili aziende” che si occupavano di problemi in ambito lavorativo, Apple ha potenziato i team aziendali dei negozi in modo che sia più semplice per i clienti ottenere servizi rivolti alle aziende quando lo store è aperto, anche per le aziende che non hanno un account Joint Venture. Stephen Hackett
Prenotiamo in tempo Dobbiamo fissare con anticipo le sessioni di training One to One, quelle per i progetti personali, i workshop e gli appuntamenti al Genius Bar. Possiamo farlo sul sito Apple (apple.com/it/retail) dopo avere selezionato il nostro Store oppure con l’app Apple Store per iOS. Gli iscritti a One to One possono farlo anche sul portale personale (onetoone.apple.com). Se vogliamo passare da un Apple Store per uno di questi servizi, è consigliabile fissare un appuntamento almeno un giorno prima per il Genius Bar, da tre a cinque giorni prima per i workshop e da una a due settimane prima per le sessioni One to One. Le persone competenti che lavorano negli store non sono moltissime e il loro tempo si esaurisce in fretta. Se vogliamo fissare un appuntamento a breve termine, di solito c’è più disponibilità a metà settimana e a metà del pomeriggio, quando la maggior parte delle persone lavora e ci sono meno clienti negli store. Al contrario, il momento peggiore per cercare di prendere un appuntamento è la sera, specialmente nei weekend. Se abbiamo solo quei momenti a disposizione cerchiamo di prenotare con un buon anticipo.
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Racconti dal Genius Bar
Genius Bar: hanno un orario rigido, per cui prendiamo un appuntamento e arriviamo in orario
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Nota della redazione: Stephen Hackett è un ex Genius di Apple Store. Questo è un estratto dal suo ebook Bartending: Memoirs of an Apple Genius (Hackett Technical Media, LLC, 2012; geniusmemoirs.com). I guasti ai dischi rigidi, come quelli alle auto, sono inevitabili. I dischi rigidi hanno dischi che girano e bracci che si muovono rapidamente. Come tutte le cose con piccole parti in movimento sono molti fragili, quasi progettati per rompersi. Come si può immaginare, ai Genius tocca sempre dare brutte notizie a chi ha problemi con i dischi (e con i dati). Si chiamava Susan. Era una donna di mezza età che aveva un PowerBook da 15" con un disco rigido che faceva il rumore di una lattina piena di sassi che gira in un’asciugatrice. Pur avendo identificato il problema appena sentito il rumore, seguii comunque la procedura per la risoluzione dei problemi. Avviai il PowerBook da un disco esterno, aprii Utility Disco e… niente. Era impossibile riparare il disco e, quando provai a montarlo, la macchina si bloccò. Quando le diedi la notizia cominciò a singhiozzare e poco dopo piangeva disperatamente. Non era insolito vedere qualcuno piangere al Bar, ma in questo caso era diverso. Capivo che lei aveva perso molto di più di una relazione trimestrale o qualche progetto di lavoro. Susan stava andando in pezzi, proprio nell’Apple Store. Dopo essersi calmata, Susan mi spiegò che i suoi figli erano morti in un incidente d’auto qualche anno prima. Aveva tutte le foto dei suoi figli sul disco rigido. Erano perse per sempre le foto delle sue gravidanze. Erano perse per sempre le foto delle feste di compleanno e dell’apertura dei regali a Natale. Guardandola piangere capii che stava rivivendo il dolore della perdita dei suoi figli. Come la maggior parte degli utenti Mac a quel tempo, non aveva un backup dei suoi file. Anche prima che arrivasse Time Machine, la tendenza naturale, come Genius, era di considerare sfortuna la perdita di dati. Era facile guardare i clienti che avevano perso dati
e non provare pietà, immaginando che si fossero messi in quel guaio da soli per non avere fatto un backup dei loro dati. Per la maggior parte del tempo lavoravo con quell’atteggiamento mentale. Penso sia onesto dire che la maggior parte dei Genius lo fa. Ovviamente, in un caso come quello di Susan non era possibile. Provare qualunque cosa non fosse pietà e tristezza era del tutto sbagliato. Questa donna ne aveva già passate così tante, e mi sembrava crudele che l’universo avesse aggiunto anche questo. L’appuntamento di Susan fu un ottimo esempio di come a volte potesse essere emotivamente coinvolgente lavorare come Genius. Da una parte sapevo che avrebbe dovuto fare un backup delle foto se erano l’unica copia che aveva, ma dall’altra volevo che Apple coprisse i costi della riparazione e del recupero dei dati, per semplificarle un po’ la vita. Volevo solo permettere a quella donna di piangere sulla mia spalla. Purtroppo a quel punto avevo le mani legate. Quando un disco rigido è così malridotto, l’unica speranza di recuperare i dati è inviarlo a un’azienda di recupero dati. È una procedura molto costosa e con un tasso di successo variabile, ma era l’unica speranza di Susan. Non fece una piega quando le dissi quanto le sarebbe costato. Contro ogni aspettativa, la storia di Susan finì bene. L’azienda riuscì a recuperare tutte le sue foto e lei tornò dopo sei settimane perché l’aiutassimo a impostare una soluzione di backup per il futuro. Fu incredibilmente fortunata perché i suoi dati erano recuperabili, ma sapevo che era sbagliato vedere le cose in quella luce. Al contrario, festeggiai con lei quando tornò per un controllo successivo. Ero davvero felice che avesse riavuto le foto dei suoi figli. Eravamo riusciti a interagire a livello personale nonostante il Genius Bar fosse, in ultima analisi, un’azienda. La sua storia sarebbe potuta andare molto peggio. Stephen Hackett
potrebbe esserci un appuntamento per iPad alle 15:30 ma nessuno per Mac fino alle 17. Non fissiamo un appuntamento per la categoria sbagliata. Alcuni Genius sono certificati solo per i dispositivi iOS e non possono aiutarci in caso di problemi di hardware o software Mac. Se gli facciamo perdere tempo, potrebbero mandarci via e obbligarci a prenotare di nuovo per un altro giorno. Una volta scelte categoria e ora dell’appuntamento, Apple ci chiede di entrare con il nostro ID Apple o compilare un modulo. Se possibile usiamo l’ID Apple: il nostro caso gli verrà associato e, se andremo in un altro negozio con un problema ricorrente, sarà più facile capire cosa c’è che non va. Prima di confermare l’appuntamento vedremo uno spazio in cui inserire altre informazioni. Il Genius vede queste informazioni quando ci presentiamo e spesso ne ricava un aiuto per fare una diagnosi immediata. Per questo raccomandiamo di compilarlo con i sintomi base del nostro dispositivo. Se conosciamo il problema e ci serve solo un pezzo di ricambio (per esempio se il lettore CD è rotto), scriverlo in questo campo è un modo per velocizzare le cose. Il check-in Dato il gran numero di appuntamenti (quattro all’ora per ogni Genius), il Genius Bar ha un orario molto rigido, scandito al minuto dal software Apple. Apple raccomanda di presentarsi all’appuntamento almeno 10 o 15 minuti prima dell’ora fissata. È meglio fare come dice Apple: se non siamo arrivati cinque minuti dopo l’ora
stabilita, il computer manda un avviso al Genius incaricato del nostro caso; se siamo in ritardo, il computer annulla l’appuntamento. Possiamo fare il check-in parlando con uno Specialista sul piano o usando l’app Apple Store. L’app è davvero il modo migliore: manda un avviso quando il Genius è pronto, per cui intanto possiamo gironzolare per lo store senza mancare l’appuntamento. L’appuntamento Gli appuntamenti al Genius Bar durano da 15 a 20 minuti; spesso i Genius lavorano con più clienti contemporaneamente. Tranquillizziamoci, però: non ignorano né banalizzano il nostro caso. Pensiamo al Genius Bar come a un pronto soccorso: chi ci lavora vuole aiutare più gente possibile, per cui devono saltare da un cliente all’altro. La maggior parte dei problemi può essere risolta nel primo appuntamento; se riguarda un pezzo e quel pezzo è disponibile, quasi tutte le riparazioni, tranne le più complesse, si possono fare in un’ora mentre aspettiamo. Quelle più complicate di solito non richiedono più di un giorno, anche se può servire fino a una settimana per avere un pezzo. Di base, gli Apple Store offrono un ampio ventaglio di servizi, ma il modo migliore di sfruttarli è seguire le regole dell’Apple Store. Facciamolo e ce ne andremo soddisfatti.
Scarichiamo l’app Possiamo trovare un negozio, vedere il calendario di workshop ed eventi e prendere appuntamenti per Genius Bar, workshop e sessioni One to One, il tutto all’interno dell’app Apple Store (http:// xrl.us/bndume). L’app ha la funzione di geolocalizzazione: se siamo nello store per un appuntamento o un workshop, il dispositivo ci avvisa quando il Genius o l’istruttore sono pronti per iniziare.
Serenity Caldwell è associate editor di Macworld ed è stata Specialista Apple Store e istruttrice.
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Cover Flow
Dovremmo usare Pinterest? Se raccogliamo informazioni o pensiamo per immagini, oppure se siamo nel commercio, la risposta è sì di Alexandra Chang
A
lcuni la chiamano (p)insanity. Altri già non possono fare a meno del pinning. Ad altri non piace. Pinterest (www.pinterest.com) è certamente la rivelazione 2012 tra i social network. Il sito è partito come beta nel marzo 2010 e vi si accede ancora soltanto su invito. Nonostante l’esclusività, gli utenti di Pinterest hanno superato i 10 milioni lo scorso dicembre e, secondo Google DoubleClick, il sito ha 31 milioni di visitatori unici mensili in tutto il mondo. Ma si tratta soltanto di una moda o è qualcosa che merita attenzione?
Dalla confusione alla chiarezza Onestamente, la prima volta che ho visto Pinterest mi è sembrato un collage confuso. Il sito permette di “appendere” (pin) immagini linkate dal Web ai nostri tabelloni personali e seguire quelli dei nostri amici. Ma lo scorso autunno ho deciso di rinnovare il mio piccolo ufficio e mi serviva un luogo in cui raccogliere i link per tutti gli accessori che mi servivano. Invece di salvare note e indirizzi web in una bozza di mail, come faccio di solito, ho creato un tabellone “Roba per l’ufficio” in cui vedere tutto su un’unica pagina. A quel punto è stato facile tornare a vedere dove avessi trovato quell’hub Usb o quel calendario, sia con il MacBook sia con il mio dispositivo iOS. Dato che il sito è social, nel senso che possiamo “appendere” i link degli altri, esprimere gradimento e anche commentare i tabelloni fotografici altrui, i miei follower e altri utenti Pinterest potevano interagire con quello che avevo appeso. Quello che mi è piaciuto di Pinterest è stato raccogliere le mie scoperte e anche la facilità con cui potevo dare e ricevere feedback sul sito.
Chi appende e chi no La grande maggioranza degli utenti di
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Pensare per immagini Pinterest non serve solo a condividere: è utile anche come strumento personale. Raccogliamo i link sotto forma di immagini per confrontarli tra loro o usarli come fonte d’ispirazione.
Pinterest è costituita da donne, l’82% degli utenti negli Usa. Nel resto del mondo, però, sono soprattutto uomini: 57% nel Regno Unito, 79% in Giappone e 74% in Francia (dati da Google AdPlanner). Da notare che gli utenti di Pinterest non sono quelli che si buttano per primi su una tecnologia: per esempio, chi lavora in un ambiente tecnologico domina Google+, i cui utenti sono uomini per due terzi. “La cosa interessante è che [Pinterest] ha fatto breccia in una community che molti altri siti non sono riusciti ad attrarre”, dice Meghan Peters, community manager di Mashable.
Per lavoro e per piacere “Molto di quanto viene esposto su Pinterest esprime un’aspirazione: che cosa potrebbe essere, che cosa avrò, dove andrò”, dice Jenny Sussin, analista di ricerca presso Gartner.
Usare immagini come segnalibri non è un’idea nuova: siti come Ffffound (ffffound.com) offrono funzioni simili. Ma Pinterest lo fa meglio (vedi “Pensare per immagini”). Se vendiamo prodotti, Pinterest costituisce anche un ottimo posto per metterli in mostra ed entrare in contatto con i clienti. Dai contenuti al design, il sito si focalizza sui prodotti e lo shopping. Riuscirà Pinterest a durare oltre questo momento di celebrità? Io penso di sì. Gli sviluppatori devono risolvere alcuni nodi, dalle fonti di reddito ai problemi di copyright, ma il sito ha ormai parecchi utenti attivi. Pinterest sembra diverso da tutti gli altri social network, soprattutto perché gli utenti postano più per sé stessi che per gli altri. E mano a mano che il sito guadagna utenti, e sempre più diversificati, probabilmente si definirà meglio.
L'opinione Marco Rottigni
La buona iCensura
La falsa sicurezza è sempre troppa
I sistemi di protezione contro i pericoli e le volgarità presenti su Internet funzionano davvero? Avete dei figli in età da proteggere? Proviamo questi sistemi
I
vostri figli si collegano a Internet? Parlo di navigazione, nei termini più ampi. Da Google a Facebook, da MySpace a Gmail, da siti dove giocare online a… chi può dirlo? Non siamo a sorvegliarli ogni minuto, giusto? Chi ci garantisce che non vengano diretti su siti di dubbia moralità o, peggio, chi ci garantisce che le pagine che visitano non contengano codice malevolo tipo virus o simili? In Internet, tutto è a portata di link, a un clic di distanza… informazioni di ogni tipo, da quanti sono i Pokémon (oltre 600!) a come si cucinano i Tortei di Patate alla Trentina (squisiti) fino a come creare ghiaccio caldo (non ci credevo fino a quando non l’ho visto). E fin qui tutto bene. Ma quando settimana scorsa ho visto su Facebook una pubblicazione di un video visibile a ognuno che inquadrava da circa dieci centimetri un parto naturale, ho pensato a mio figlio di undici anni e ai tanti suoi compagni che sono regolarmente online. E pensate a quanto è facile trovare cose decisamente peggiori di un parto naturale.
nemmeno. Se ci sono, valgono poco. Ma il dubbio di quanto efficace fosse il sistema continuava a rodermi dentro; quindi ho deciso di mettere il sistema alla prova. Son partito leggero, con un indirizzo www. playboy.com, tanto per vedere come reagiva, e ho avuto il confortante risultato in figura. Ho provato successivamente qualcosa di più subdolo, solo per constatare qualche minuto più tardi che il motore di filtro di Mac OS X funziona davvero bene. Con tanto di richiesta di attenzione particolare nel caso il sito cercato fosse stato su connessione cifrata https.
Poi, mi sono ricordato che mio figlio usa un Mac! Un MacBook bianco con Snow Leopard, ma pur sempre un Mac. Pensato, quindi, per rendere ogni esperienza utente una wow-experience positiva. E mi sono ricordato che avevo attivato quella magnifica funzione che si chiama Controlli Censura. L’aspetto veramente interessante è che questa funzione sembra pensata proprio per un genitore che vuole garantire al figlio un’esperienza di navigazione positiva su Internet. Dalla semplificazione del Finder alla limitazione d’uso a certe applicazioni, alla gestione completa dell’accesso solo ad alcuni siti web definiti, a tutti, la negazione ad alcuni definiti e la delega a Mac di decidere quali vietare… il tutto, combinato. Seguono la limitazione di utilizzo della Mail o di iChat ad alcuni indirizzi, una fenomenale gestione del tempo di utilizzo (certo, suddivisa tra limiti giornalieri, serali e di weekend). Per completare il capolavoro, nascondere le volgarità nel dizionario, impedire la modifica della password e limitare amministrazione stampante e masterizzazione CD o DVD. Ricordo ancora la meraviglia provata quando ho configurato questi parametri per la prima volta qualche anno fa… la sensazione di essere non il genitore tiranno che sa dire solo “no, non farlo” ad ogni tipo di richiesta; invece il papà buono, seppure attento ad evitare informazioni che un bambino di (allora) nove anni non era certamente pronto a ricevere. Poi sistemi infallibili si sa, non ne esistono. Manuali per essere papà nell’era di Internet, Con le mani a posto I Controlli censura di OS X non possono e non devono sostituire un genitore, ma possono fare da supplente in tante situazioni utili, e lo fanno.
Attenzione al falso senso di totale sicurezza che è troppo facile provare in questi casi. Mac non può e non deve sostituirsi al controllo che un genitore deve avere sull’attività in Internet dei propri figli, perchè non può spiegare loro i motivi di alcune scelte e le ragioni di alcune limitazioni. Però è confortante sapere che c’è un sistema, con un’efficacia che francamente mi ha sorpreso, che permette d’implementare una difesa decente. Che consente ai nostri figli una bella esperienza ragionevolmente sicura con uno strumento che sempre più è considerato l’elettrodomestico per eccellenza. E lo stesso sistema, se l’utente non possiede i diritti di amministrazione (e anche se li ha ma evita di rispondere con la password a richieste quantomeno strane di pagine Internet equivoche), garantisce una difesa verso virus e trojan davvero elevata. Con buona pace dei troppi denigratori che ultimamente si divertono a paragonare la sicurezza di un Mac a quella di sistemi operativi obsoleti o davvero lacunosi dal punto di vista… della sicurezza appunto. E anche se non è proprio attinente alla sicurezza in senso stretto, la regolamentazione degli orari di utilizzo evita scene viste troppe volte con console di giochi, videogame et similia dove l’uso eccessivo causa reazioni di mamma e papà al limite della SitCom. Almeno con un Mac è più difficile prendersela, viste le tante cose belle che permette di fare. Ed è molto, molto più bravo di mamma e papà a non concedere “ancora 5 minutiii” ;-) . Mosso da grande passione per tutto quanto fa tecnologia, Marco Rottigni (@ RoarinPenguin) adora Linux ed Apple da tempo immemore e si diletta da una decina d’anni nel mondo della Security prendendola abbastanza seriamente ;). Ruggisce sul web alla pagina roarinpenguin.com, spinto dal motto “We can be what we give ourselves the power to be”.
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La stampa in mobilità Le stampanti moderne sono veloci e ricche di funzioni e ormai non serve neanche essere al computer per stampare. Quali all-in-one funzionano meglio con iPhone e iPad? di Cliff Joseph
Test di gruppo
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egli ultimi anni l’umile stampante a inchiostro si è evoluta al punto che ormai ci aspettiamo che la maggior parte delle stampanti comprenda anche scanner e fotocopiatrice, e magari un fax. Tra le altre funzioni comuni ci sono la possibilità di collegarsi a una rete wireless, controlli touch e slot per schede di memoria per stampare foto direttamente dalla fotocamera. Queste funzioni sono così diffuse che si trovano anche in modelli poco costosi, come la Epson SX445W, che costa solo 100 euro. L’ultima aggiunta all’armamentario delle stampanti è la possibilità di stampare da dispositivi mobili, come iPhone o iPad, o da un telefono o tablet Android. La maggior parte dei produttori di stampanti fornisce un’app per dispositivi iOS e Android, anche se hanno impiegato un po’ ad
adottare la tecnologia AirPrint di Apple. Quando usiamo una nuova stampante con un Mac o un PC, normalmente dobbiamo installare i driver che controllano il dispositivo. AirPrint, invece, è una di quelle eleganti tecnologie Apple che “funzionano e basta”. Se una stampante supporta AirPrint, il nostro iPad o iPhone trova automaticamente la stampante sulla rete wireless e manda le foto o i documenti direttamente alla stampante senza bisogno d’installare altro software o usare app. HP merita il massimo dei voti perché è stata la prima azienda a supportare AirPrint, e la sua stampante Envy 110 comprende anche la funzione ePrint di HP, che permette di stampare da qualunque parte del mondo inviando per email i documenti alla stampante via Internet. Epson è venuta subito dopo nel supporto di AirPrint, seguita da Bro-
ther e Canon, anche se la Brother MFCJ825DW e la Canon Pixma MG6250 sono arrivate nel nostro ufficio senza il supporto di AirPrint e abbiamo dovuto aspettare un aggiornamento del firmware per sistemare le cose. Né la Kodak Office Hero 6.1 né la Lexmark Pro715 supportano AirPrint, ma entrambe forniscono app per stampare dai dispositivi iOS e la stampante Kodak ha anche una funzione di stampa via email simile a quella della HP Envy 110. È interessante notare che la gamma di prezzo di queste stampanti oscilla tra due stampanti compatte, l’economica e gradevole Epson Stylus SX445W e l’ultrasottile HP Envy 110, che costa 200 euro. Fra questi due estremi ci sono design e funzioni diversi, per cui è meglio leggere fino in fondo per scoprire quale iStampante fa al caso nostro.
Recensioni Hardware
La scelta di
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Canon Pixma MG6250
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Tutto in uno La compatta J825DW assomma stampante, scanner, fotocopiatrice e fax e lavora a velocità rispettabili.
on è sottile come la HP Envy 110, ma la Brother MFC-J825DW ha un design piuttosto pulito, considerando che ospita nel telaio nero e compatto stampante, scanner, fotocopiatrice e fax. Misura circa 180 x 405 x 378 mm, buona scelta se serve una stampante multifunzione versatile per un piccolo ufficio. Comprende perfino un alimentatore automatico da 15 pagine che si ripiega e sparisce sulla parte alta della macchina. Purtroppo dal punto di vista Mac le cose non si presentano altrettanto bene. L’unità che abbiamo ricevuto aveva software solo per Mac OS X da 10.4 a 10.6 e non c’era un aggiornamento automatico per Lion. Abbiamo dovuto chiamare Brother per farci aiutare a trovare sul sito dell’azienda il software più recente per stampare e scannerizzare, poi aspettare ancora un paio di giorni perché un aggiornamento del firmware aggiungesse il supporto per AirPrint. Brother ci ha detto che avrebbero aggiornato a breve il software venduto con la stampante, ma se usiamo Lion è meglio controllare prima di comprare che sul CD ci sia il software più recente. Per fortuna, dopo questa partenza incerta, la MFC-J825DW si è comportata bene. La sua risoluzione di 1.200 x 6.000 dpi ha dato ottimi risultati con tutti i nostri documenti di prova. Il testo è nitido e senza scalettature e anche se la resa delle foto su carta comune è un po’ sbiadita, i risultati usando carta fotografica di buona qualità sono stati nitidi e vivaci. Brother vanta velocità di 35 pagine al minuto (ppm) in bianco e nero e 27 a colori, ma queste cifre suppongono Brother che si usi la modalità di stampa di bozza www.brother.it rapida. Con le impostazioni a qualità € 140 standard abbiamo ottenuto una velocità comunque rispettabile di 8,5 ppm per il bianco e nero e 7 ppm per il colore, Pro mentre una foto lucida formato 10 x 15 Stampante compatta cm ha richiesto circa 50 secondi. La quattro-in-uno; buona MFC-J825DW usa i quattro inchiostri resa di testo e immagini standard ciano, magenta, giallo e nero, a velocità rispettabile; ognuno dei quali è fornito in cartucce inchiostro a prezzi separate per ridurre lo scarto. Come la ragionevoli maggior parte dei produttori, Brother li fornisce in misure diverse, ma usando Contro le cartucce più grandi i costi comunicati Serve un aggiornamento sono ragionevoli: circa 0,03 euro per del software il nero e 0,089 per il colore usando le per Lion ed AirPrint cartucce ad alta resa.
Tanti colori La Canon Pixma MG6250 usa sei inchiostri diversi per produrre stampe fotografiche di alta qualità.
a Pixma MG6250 non è la stampante più grande tra quelle provate, ma pesa comunque oltre 9 kg e, con i vassoi anteriore e posteriore aperti, occupa molto spazio. È però una macchina ben progettata che funziona bene e contiene molte funzioni attuali. La prima cosa che salta all’occhio è l’assortimento di cartucce nella confezione. La MG6250 usa sei inchiostri differenti. Oltre agli standard ciano, magenta, giallo e nero c’è anche un inchiostro grigio usato per la stampa di foto in bianco e nero e un inchiostro speciale nero pigmentato per i documenti di testo. Con tutti questi inchiostri i risultati sono certamente notevoli, con testo nero nitido e un’eccellente resa fotografica che evidenzia le più sottili sfumature di colore, specialmente con le tonalità della pelle. Le foto stampate su carta comune però erano piuttosto scure, per cui per avere i risultati migliori occorre usare una carta fotografica di buona qualità. Anche la velocità di stampa è buona. La MG6250 ha prodotto senza sforzo 10 ppm con semplici documenti di testo, mentre si è fermata a 6 ppm con testo a colori e documenti grafici. Anche la stampa fotografica è molto veloce, con stampe 10 x 15 di alta qualità in 29 secondi. La MG6250 è una delle prime stampanti Canon a supportare AirPrint, e in effetti abbiamo dovuto sostituire l’unità che avevamo in prova perché l’azienda aveva appena aggiornato il firmware perché funzionasse con AirPrint. Ci sono anche app separate per iPhone e iPad che possiamo usare per stampare più foto o per stampare foto dai social network, come Facebook e Twitter. L’app gira CANON anche su dispositivi Android, per cui www.canon.it Canon ha coperto tutte le piattaforme € 143 per la stampa in mobilità. Il lato negativo della MG6250 è che i sei inchiostri fanno salire i costi di gestione. Canon ha una scelta abbastanza confusa di Pro diverse cartucce e multipack, ma abBuon design; qualità biamo stimato che la stampa a colori fotografica e velocità costi circa 0,10 euro a pagina usando notevoli; buon supporto uno dei multipack a tre colori Canon per i dispositivi mobili (CMY). Anche l’inchiostro nero pigmentato di alta qualità fa salire i costi Contro di semplici documenti di testo in nero Occupa molto spazio; costi a circa 0,038 euro per pagina, anche di stampa leggermente se si compra la confezione da due sopra la media per risparmiare.
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Recensioni Hardware
Epson Stylus SX445W Ben confezionata La piccola Epson SX445W è estremamente compatta e costa poco, ma ha comunque molte funzioni.
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a Stylus SX445W fa parte della nuova gamma Epson “smallin-one”, che punta a ridurre le dimensioni di queste macchine multifunzione. Comprende stampante, scanner e fotocopiatrice ma misura solo 145 x 390 x 300 mm, una frazione delle dimensioni di rivali come la Kodak Office Hero 6.1 e la Lexmark Pro715. Anche il prezzo è ridotto, solo 101 euro. Per questa cifra fornisce stampa di buona qualità, connettività wireless e supporto di AirPrint per i dispositivi iOS, per cui è certamente una buona scelta per utenti domestici con budget ridotto. Il prezzo basso, però, comporta inevitabilmente dei compromessi. La SX445W è fatta di plastica piuttosto leggera e non appare robusta come alcune stampanti più costose provate in questo test. Non è neanche particolarmente veloce. Le velocità annunciate da Epson, 33 ppm per il testo in nero e 15 ppm per il colore, sono ottimistiche ma senza speranze. Abbiamo ottenuto solo 5 ppm stampando documenti di testo e 3 ppm per documenti con testo a colori e grafica. La stampa su carta comune formato A4 non è male, circa 50 secondi, ma una cartolina 10 x 15 cm di alta qualità ha richiesto ben 110 secondi. Per essere onesti, queste velocità di stampa sono rispettabili per una stampante che costa così poco e anche la qualità è piuttosto buona. Il testo è uniforme e nitido e le foto sono luminose e colorate. C’è un po’ di banding sulle foto grandi stampate su carta comune, ma quelle che abbiamo stampato su carta fotografica di buona qualità sono ottime, ancora di più se si considera che la SX445W usa quattro inchiostri invece dei sei usati epson dalle stampanti di gamma alta Epson www.epson.it Stylus Photo. Quattro inchiostri € 101 euro significano anche costi di gestione più bassi rispetto agli altri modelli Stylus Photo. Se compriamo il multipack ad Pro alta resa di Epson, che contiene tutti Dimensioni compatte; gli inchiostri, dovremmo spendere prezzo e costi di gestione poco più di 0,025 euro per pagina per competitivi; stampe il nero e poco meno di 0,07 euro per il di testo e foto colore. Sarà anche un po’ lenta, ma il di buona qualità prezzo competitivo e i costi di gestione della Stylus SX445W ne fanno una Contro scelta eccellente se ci serve solo una Lenta; costruzione stampante abbordabile per un uso in plastica leggera domestico occasionale.
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HP Envy 110 Appariscente La Envy 110 ha un design appariscente e snello, ma le prestazioni sono un po’ deludenti visto il prezzo.
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e stampanti HP Envy sono indubbiamente tra le più ricche di stile e meglio progettate che abbiamo mai visto. Il design snello e di basso profilo della 110 ne fa una delle stampanti multifunzione più compatte attualmente disponibili, e il suo ingegnoso sistema di gestione della carta risparmia spazio mettendo i documenti stampati su un braccio di supporto che spunta quando serve e si ripiega quando abbiamo finito. La Envy 110 è rifinita in bianco brillante, ma c’è anche un modello 114 in nero disponibile via Apple Store appositamente per gli utenti Mac. La stampante ha anche molte funzioni avanzate. HP è stata la prima azienda a supportare AirPrint, e la Envy 110 comprende anche il sistema HP ePrint, che permette di stampare via Internet inviando i documenti direttamente alla stampante. Per il resto si tratta di una stampante a inchiostro piuttosto convenzionale. La qualità del testo è buona, anche se la modalità standard non ha quel nero brillante che abbiamo visto su altre stampanti HP, per cui dobbiamo usare le impostazioni migliori, e più lente, quando vogliamo del testo veramente nitido. La stampa di foto però è molto buona, con colori brillanti e nessun banding, anche stampando su carta comune. HP riporta velocità massime fino a 30 ppm per testo in nero e 25 ppm per il colore, anche se occorre usare la modalità bozza rapida per avere questi valori. Con le impostazioni standard abbiamo ottenuto valori relativamente modesti di 6,5 ppm per il nero e 3,5 ppm per il colore, mentre per una foto lucida 10 x 15 cm sono serviti circa HP 62 secondi. Il livello delle prestazioni www.hp.com/it potrebbe essere accettabile per la € 200 euro maggior parte degli utenti domestici o per piccole aziende, ma delude un po’ se pensiamo al prezzo, 200 euro. Anche i costi di gestione potrebbero Pro essere migliori: le cartucce a colori Design accattivante ad alta resa non sono male, con e slanciato; funzioni un costo di circa 0,094 euro per avanzate di stampa documenti a colori, ma la stampa in in mobilità; stampe nero, anche con le cartucce ad alta fotografiche molto buone resa, costa 0,063 euro per pagina. Ammiriamo tutto sommato il design Contro e le funzioni avanzate della Envy 110, Prezzo e costi di gestione ma il prezzo e i costi a lungo termine relativamente alti ci piacciono meno.
Recensioni Hardware
Kodak Office Hero 6.1
Lexmark Pro715
Quasi un eroe Difficile battere la Office Hero 6.1 su costi di gestione e versatilità, ma si può ancora migliorare.
Professionista La massiccia Pro715 ha un alimentatore da 50 fogli e molte funzioni pensate per l’ufficio.
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L
a nuova Kodak Office Hero 6.1 è una stampante massiccia, che pesa quasi 10 kg e fa sembrare davvero piccole le rivali compatte, come la HP Envy 110. Per essere onesti, però, comprende anche un fax, oltre a stampante, scanner e fotocopiatrice, oltre a un vassoio da 200 fogli e a un alimentatore automatico da 35 fogli installato sopra l’unità. La Office Hero 6.1 non supporta direttamente AirPrint, ma Kodak ha una sua app, Pic Flick, per iPhone e iPad. Offre anche la possibilità di stampare via Internet, inviando i documenti alla stampante o usando il servizio Cloud Print di Google. Tra le altre funzioni utili ci sono la stampa fronte-retro, la possibilità di scansionare più foto e salvarle in file distinti e una funzione di riordino che permette di trovare e visualizzare facilmente le foto su una scheda di memoria per giorno, mese o anno sul suo schermo Lcd. La Office Hero 6.1 comprende anche alcuni template integrati per poter stampare rapidamente carta millimetrata o pentagrammi. La stampa di testo è buona e omogenea, anche se con le impostazioni standard il nero non è nitido come potrebbe essere, per cui potrebbe essere meglio usare la modalità migliore, più lenta, per i documenti più importanti. La stampa di foto è però molto buona, anche su carta comune, e le stampe su carta lucida mostrano bene i dettagli e le sfumature della pelle. Stranamente, però, la velocità di stampa della Office Hero è piuttosto deludente. Il nome della stampante e il design imponente suggeriscono chiaramente che si tratta di un muletto da ufficio, eppure la Hero 6.1 si ferma a 5 ppm quando stampa kodak testo in nero e a 4 ppm con il colore. www.kodak.it Comunque la stampante compensa € 180 euro in parte le scarse velocità offrendo costi di gestione molto bassi. Kodak parla di meno di 0,025 euro per pagiPro na per il nero e 0,07 euro per il colore. Costi di gestione molto Si tratta di cifre molto competitive, bassi; buona qualità e le nostre stime sono addirittura un di stampa del testo po’ più basse, per cui è certamente e stampe fotografiche difficile battere la Office Hero 6.1 in chiare e luminose; termini di costi di gestione e versaticomprende un fax lità. La modesta velocità di stampa e la mancanza di supporto per AirPrint Contro lasciano comunque un certo margine Grossa, voluminosa e lenta di miglioramento.
a Lexmark Pro715 è un’altra massiccia macchina multifunzione, che pesa circa 9 kg, il cui design spigoloso non è particolarmente attraente. Tuttavia ha buone prestazioni e offre una vasta gamma di funzioni per la stampa in ufficio. La dimensione della stampante è probabilmente inevitabile, dato che include anche un fax oltre a stampante, scanner e fotocopiatrice. Ci sono anche un vassoio per la carta da 150 fogli e un alimentatore automatico da 50 fogli. Lexmark ha anche prestato molta attenzione ai dettagli. Il programma d’installazione parte spiegando come impostare la stampante e propone di mettere una cartella Lexmark nel Dock. Il pannello di controllo sul davanti dell’unità ci avvisa quando c’è poca carta nel vassoio. La Pro715 non supporta direttamente AirPrint, ma Lexmark ha una sua app, LexPrint, per i dispositivi iOS. Non è la stampante più veloce tra quelle provate, ma offre velocità rispettabili. Lexmark parla di 35 ppm per il nero e 30 ppm per il colore, basandosi sulla modalità di bozza rapida, ma con la qualità standard abbiamo avuto rispettivamente 7,5 e 5 ppm. Se l’è cavata bene anche con la stampa fotografica, stampando una cartolina lucida 10 x 15 cm in circa 40 secondi. La qualità di stampa è buona, con testo in nero nitido e colori vivaci. La stampa di foto è un punto di forza, con colori ricchi e profondi su carta sia comune sia lucida. Una piccola lamentela riguarda il fatto che passando dal formato A4 a quello cartolina la Pro715 a volte fa una pausa prima di stampare e chiede di confermare l’intenzione di usare un tipo di carta lexmark diverso. I costi di stampa non sono www.lexmark.it uniformi. La cartuccia ad alta resa € 129 euro Lexmark del nero ci dà un costo di meno di 0,025 euro per pagina per stampare testo semplice in nero. Il Pro prezzo alto delle cartucce colorate, Robusta stampante da però, spinge il costo della stampa a ufficio dotata di scanner, colori fino a 0,157 euro per pagina, fotocopiatrice e fax; buona rendendola la più costosa in questo qualità e stampe in nero test. La Lexmark Pro715 è quindi una a costi convenienti buona scelta per chi lavora a casa o per piccole aziende cui serve sopratContro tutto stampare in nero spendendo Gli inchiostri colorati poco e che stampano a colori solo sono assai costosi occasionalmente.
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Recensioni Hardware
Il consiglio di Macworld
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on è necessario spendere una fortuna per avere una stampante che funzioni con iPhone o iPad. La Epson Stylus SX445W supporta la tecnologia AirPrint di Apple e costa solo 101 euro. Il suo design compatto e i costi di gestione competitivi piaceranno agli utenti domestici con un budget ristretto, anche se il lato negativo è che non è particolarmente veloce. All’altro estremo c’è la HP Envy 110. È il tipo di stampante che Apple potrebbe produrre: il suo design filante e dal profilo basso la distinguono subito dalle rivali, inoltre supporta AirPrint senza dover fare niente. Però anche il cartellino del prezzo ricorda Apple, dato che costa 200 euro, e anche i costi di gestione sono alti. La Brother MFC-J825DW, la Kodak Office Hero 6.1 e la Lexmark Pro715 hanno
un’aria più da ufficio. Sono modelli quattroin-uno che comprendono anche un fax oltre a stampante, scanner e fotocopiatrice, per cui si rivolgono a chi lavora in un ufficio piuttosto che a casa. Tutte e tre sono grosse e massicce e costano tra 129 e 180 euro, ma hanno funzioni che ripagano della spesa. La Brother MFC-J825DW non ci ha impressionato molto all’inizio perché non aveva il software aggiornato per Lion, ma una volta risolto il problema si è dimostrata veloce ed efficiente, con una buona qualità sia per l testo sia per la grafica. La Lexmark Pro715 non è un granché come aspetto, ma il suo alimentatore da 50 fogli la caratterizza come macchina per i lavori pesanti. Qualità di stampa e velocità sono molto buone e le cartucce nere ad alta resa danno un costo per pagina di meno di 0,025
euro per il nero. Purtroppo i costi della stampa a colori sono sopra la media, a 0,157 euro per pagina, per cui va bene se si stampa poco a colori. Al contrario, la Kodak Office Hero 6.1 ha bassi costi sia per la stampa a colori sia per il nero. Si è però dimostrata più lenta di quanto ci aspettassimo e non è proprio l’eroe da ufficio che potrebbe essere. Alla fine si è imposta la Canon Pixma MG6250. Anche questa stampante ha richiesto un aggiornamento del firmware per aggiungere Air Print, ma poi la MG6250 ha unito alta velocità e ottima qualità di stampa grazie al suo sistema a sei inchiostri. I costi di stampa sono un po’ sopra la media, ma velocità, qualità e versatilità ne fanno una buona alternativa se vogliamo qualcosa che se la cavi con un carico maggiore rispetto alla Epson Stylus SX445W.
“La Canon Pixma si è imposta unendo
alte velocità e ottima qualità di stampa ”
I modelli a confronto Test di gruppo
La scelta di
Brother MFC-J825DW
Canon Pixma MG6250
Epson Stylus SX445W
HP Envy 110
Kodak Office Hero 6.1
Lexmark Pro715
140 euro
143 euro
101 euro
200 euro
180 euro
129 euro
Stampa, scansione, copia, fax
Stampa, scansione, copia
Stampa, scansione, copia
Stampa, scansione, copia
Stampa, scansione, copia, fax
Stampa, scansione, copia, fax
2.400 x 9.600 dpi
1.400 x 5.760 dpi (ottimizzata) Nero
1.200 x 600 dpi / colore
4,800 x 1,200 dpi (ottimizzata)
Nero 1.200 dpi / colore 4.800 dpi (ottimizzata)
1.200 x 4.800 dpi
Vassoio carta
100 fogli
2x 150 fogli (fronte/retro)
100 fogli
80 fogli
200 fogli
150 fogli
Connettività
USB, ethernet, 802.11n
USB, ethernet, 802.11n
USB, ethernet, 802.11n
USB, ethernet, 802.11n
USB, ethernet, 802.11n
USB, ethernet, 802.11n
AirPrint
AirPrint, iOS app, Google Cloud Print
AirPrint, Epson iPrint
AirPrint, HP ePrint
Pic Flick app, email print, Google cloud print
LexPrint app
Nero 35 ppm/ colore 27 ppm
Nero 12,5 ipm/ colore 9.3 ipm**
Nero 33 ppm/ colore 15 ppm
Nero 30 ppm/ colore 25 ppm
Nero 8,5 ipm/ colore 5,5 ipm**
Nero 35 ppm/ colore 30 ppm
Nero 8,5 ppm/ colore 7 ppm
Nero 10 ppm/ colore 6 ppm
Nero 5 ppm/ colore 3 ppm
Nero 6,5 ppm/ colore 3,5 ppm
Nero 5 ppm/ colore 4 ppm
Nero 7,5 ppm/ colore 5 ppm
Costo delle cartucce*
Nero 14,85/ciano, magenta, giallo, grigio
nero 12,86 CMYK multipack 35,50
Nero 10,08, CMY 8,99 cad.
Nero 22, CMY 27
Nero 16,99, Colore 17,99
Nero 20, CMY 21 (cad.)
Pagine per cartuccia
Nero 600/colore 600
Nero 622/ciano 478/ magenta 447/giallo 466
Nero 415/colore 495
Nero 600/colore 430
Nero 770/colore 420
Nero 750/colore 700
Nero 0,03/colore 0,089 (fornito da Brother)
Nero 0,038/colore 0,10 (stima di Macworld)
180 x 405 x 378 mm
173 x 470 x 367 mm
Prezzo Funzioni Risoluzione di stampa
Stampa in mobilità Velocità di stampa secondo il produttore Velocità di stampa effettiva
Costo per pagina Dimensioni
Nero 0,026/colore 0,066 Nero 0,063/colore 0,094 Nero 0,024/colore 0,069 Nero 0,024/colore 0,157 (stima di Macworld) (stima di Macworld) (fornito da Kodak) (fornito da Lexmark) 145 x 390 x 300 mm
Voto * Basato sulle cartucce con capacità massima o pack più economici ** Immagini al minuto
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102 x 427 x 336,5 mm
260 x 462 x 432 mm
251 x 465 x 403 mm
Recensioni Hardware velocissimo
Little Big Disk Thunderbolt Ssd L’unità Thunderbolt a stato solido di LaCie è la più veloce sul mercato tra quelle compatte di Neil Bennett
L LaCie xrl.us/bmr2ru Ssd 240 gigabyte 749 euro
Pro Flusso dati veloce; grandi prestazioni video; ingombro minimo
Contro Costoso; da alimentare; cavo Thunderbolt non incluso
o standard Thunderbolt di Apple consente di modificare video ad alta definizione con un MacBook Pro come mai prima, a flussi dati ben superiori a quelli di una scheda di espansione eSata. La versione Thunderbolt del Little Big Disk di LaCie incorpora la tecnologia in un piccolo telaio a due dischi che sta in una comune borsa da portatile. È disponibile in versioni da uno e due terabyte, ma chi fa audio e video sceglierà il modello con due unità Ssd da 120 gigabyte ciascuna, per avere le massime prestazioni. Dall’esterno, l’unità Ssd è assolutamente identica alle altre e condivide lo stesso telaio, appoggio opzionale e alimentatore esterno. Il cavo Thunderbolt è assente dalla scatola e va acquistato a parte, per 50 euro su Apple Store (http://xrl.us/bnh4ew). Lo ab-
biamo testato con Disk Speed Test di BlackMagic Design, gratis su Mac App Store (http://xrl.us/bnh4e6). Nella modalità standard (striped, Raid 0), abbiamo scritto dati a 245,8 megabit per secondo e letto a 476,6 megabit per secondo, più che sufficienti per editing video Hd oppure 2K in tempo reale. Per confronto, il disco rigido da 5.400 giri al minuto dentro il nostro MacBook Pro si è assestato su scrittura a 92 megabit per secondo e lettura a 93,2 megabit per secondo, buoni per i formati Sd. Con i dischi in modalità mirroring (quella più sicura), le velocità di scrittura e lettura (rispettivamente 127,6 megabit per secondo e 419,9 megabit per secondo) sono relativamente buone. Però lo spazio a disposizione si dimezza, a 120 gigabyte. Può servire per elaborare dati in esterni, in condizioni
Tuono blu Il nuovo disco Sdd Thunderbolt di LaCie è piccolo e vertiginosamente veloce.
in cui i dischi sono più a rischio di perdita dati o incidenti, per esempio.
Il consiglio di Macworld Il Little Big Disk Thunderbolt Ssd non è del tutto esente da pecche. Il prezzo lo tiene fuori dalla portata della maggior parte delle utenze – per quanto le prestazioni valgano certamente la spesa – e l’unità va alimentata nonostante il cavo Thunderbolt possa teoricamente provvedere alla bisogna. Detto questo, le prestazioni ne fanno però un vincente sicuro.
portatile
eGo Mac Edition Un disco portatile ad alta velocità con una protezione speciale
Q
uesta Mac Edition del disco portatile eGo di Iomega è chiaramente ispirata all’iPhone. Il telaio sottile e curvato e i bordi metallici lo dimostrano. Inoltre è disponibile in bianco e nero, proprio come iPhone. Però è un po’ più grande. Abbiamo testato il modello da 500 gigabyte, 13,5 x 9 x 1,5 centimetri. Per una tasca è grandino, per una borsa o uno zaino è adeguatissimo. Il modello da un terabyte è leggermente più spesso, 2,26 centimetri. Come indica il nome, il disco eGo è progettato specificamente per l’uso con Mac ed è preformattato nel formato Hfs+ tipico di Mac. Il disco ha una porta Usb 2.0 e due FireWire 800, il che significa anche la possibilità di collegare altre unità FireWire in cascata. Iomega include nel prezzo anche una spessa custodia in
gomma per aggiungere protezione. Il disco gira a 7.200 rotazioni per minuto e nei test si è comportato bene. Le velocità di trasferimento dati via Usb 2.0 si aggiravano a circa 30 megabyte per secondo, più o meno la media per un disco Usb. Usando la FireWire 800 le prestazioni sono salite a 77 megabyte per secondo, leggermente più veloci di altri dischi FireWire di grande diffusione. eGo permetterà a breve di cifrare i dati e impostare una password per prevenire accessi non autorizzati. È però necessario scaricare un programma apposito, nozione accuratamente nascosta nel sito Iomega alla pagina http://xrl. us/bnh7ic, dove è possibile chiedere di venire avvisati quando sarà pronto. Provare a trovarlo da soli è un bell’esercizio!.
Iomega Ego sviluppato Un disco portatile un po’ voluminoso ma veloce.
http://xrl.us/bnh7ic 500 GB 134,90 euro 1 TB 189,90 euro
Il consiglio di Macworld L’interfaccia FireWire dell’eGo offre buone prestazioni per il backup dei file e la funzione di cifratura sarà comoda per chi memorizza dati confidenziali fuori dall’ufficio. ll prezzo è piuttosto alto, però è quello del negozio online Iomega. Guardandosi intorno, per rivendtori e online, si possono risparmiare anche quaranta o cinquanta euro.
Pro interfacce Usb 2 e FireWire 800; cifratura e protezione con password in opzione
Contro Più grande di altri dischi portatili; la cifratura alza il costo
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Recensioni Software Fotoritocco
iPhoto per iOS
L'editor d'immagini di Apple ci porta in punta di dita visualizzazione, modifica e condivisione delle foto di Jakie Dove
C
on iPhoto per iOS Apple ha rilasciato l’anello mancante della sua suite di software mobile iLife. La nuova app rappresenta uno strumento completo di visualizzazione, modifica e condivisione per iPad e iPhone. Il bello di iPhoto è che è semplice da imparare e usare, mantenendo e, nel contempo, semplificando i migliori attributi del programma desktop. iPhoto si avvia su un neutro e pulito sfondo grigio con quattro tab in alto: Albums, Photos, Events e Journals. Vari album si trovano su scaffali di 'vetro', con codici colore per offrire un'idea visiva della provenienza delle immagini, e quali modifiche o segni vi abbiamo applicati. Possiamo visualizzare le foto in griglie da una, due o tre colonne sulla sinistra e destra dello schermo. Per rimuovere la griglia e vedere solo la foto con la quale vogliamo lavorare è sufficiente toccare la griglia stessa.
Funzioni da hobbista
Apple www.apple.com/it Prezzo: 3,99 euro
Pro Ricco di funzioni; facile da usare; ottimo aspetto
Contro Non funziona sull’iPad originale; lento aggiornamento della library di foto
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iPhoto per iOS offre una moltitudine di funzionalità che delizieranno gli entusiasti della fotografia. Ci sono strumenti e controlli per il ritaglio non distruttivo e per raddrizzare, regolare l'esposizione e i colori, e per applicare effetti speciali. Un pulsante Auto-Enhance, proprio come quello nell'applicazione desktop, regola in automatico più valori. Presenti anche le operazioni di manutenzione quali la possibilità di segnare, selezionare come favorite o nascondere foto. La risoluzione delle immagini è ottimizzata per iPhone e iPad e automaticamente riduce quella nativa delle immagini sincronizzate via iTunes con la maggior parte delle fotocamere DSLR. Quindi quella che potrebbe in origine essere stata una immagine da 12 megapixel, quando scattata con la nostra fotocamera, arriverà sul dispositivo iOS come immagine da 3 megapixel in iPhoto. Una cosa che si rivela utile per alcune persone, specialmente per la visione online, ma se vogliamo che la app modifichi le immagini a risoluzione piena
Tutto in griglia Il visualizzatore con una griglia fotografica su tre colonne è la seconda cosa che vediamo. Possiamo regolare il numero di colonne o rimuoverla completamente.
dovremo importarle direttamente dalla scheda della fotocamera attraverso l'Apple Camera Connection Kit da 30 euro. Come iPhoto sul Mac, la versione iOS ospita immagini fino a 19 megapixel. Inoltre non modifica foto in formato Raw.
Interfaccia a icone con aiuto a sorpresa La app è guidata attraverso icone prive di etichetta nella parte alta e bassa dello schermo, con un grosso Viewer nel mezzo. Questo fatto potrebbe intimidire ma l'icona circolare con un punto di domanda all'interno porta in realtà a una schermata piena di suggerimenti contestuali che spiegano come funziona ciascun controllo. Toccandoli, animazioni aggiuntive forniscono indicazioni visuali su come procedere. L'animazione Brushes è particolarmente bella: quando la si tocca spuntano dal menu inferiore otto pennelli etichettati. Il lato destro dello schermo contiene una icona contestuale a forma di ingranaggio che fornisce controlli aggiuntivi relativi allo strumento che stiamo attualmente usando e ci con-
sente di tornare a quello originale. Ciascun controllo attivo, in uso o correntemente applicato, assume una colorazione blu. E' presente un pulsante Show Original e uno Undo/ Redo, così come una funzione che consente di aggiungere modifiche non distruttive su una vista dell'immagine, mentre alcuni effetti pennello vengono salvati e temporaneamente nascosti. Questo permette una sperimentazione e modifiche aggiuntive senza dover tornare all'originale. Si possono vedere fino a 12 foto vicine tra loro, toccandole e trascinandole nel visualizzatore. La tecnologia di image-matching della app ci permette di trovare immagini dalla composizione simile; basta toccare due volte una foto nella griglia e tutte quelle simili appariranno nel visualizzatore. Esiste anche una modalità per effettuare modifiche in batch. Nel menu Gear, clicchiamo il pulsante Copy Exposure, Color and Effect, selezioniamo un gruppo di foto, e usiamo il pulsante Paste Exposure, Color and Effect localizzato nella stessa posizione. Toccando direttamente una immagine appariranno controlli touch corrispon-
Recensioni Software denti allo slider nel menu. Ad esempio il controllo Color include un menu composto da Saturation, Blue Skies, Greenery, Skin Tones e White Balance. Possiamo regolare i controlli con le dita e applicare le modifiche a un a parte specifica dell'immagine oppure utilizzare i controlli di menu per regolare l'immagine intera.
Grazie per la condivisione iPhoto per iOS ha più opzioni per la condivisione di foto e album, tutte disponibili attraverso il pulsante Share. Questo apre un pannello contenente dieci scelte, inclusi gli strumenti di social networking principali come Flickr e Facebook. Inoltre possiamo inviare via email e stampare le nostre immagini, creare presentazioni complete della musica integrata nella app, oppure inviare foto ad iTunes sul nostro computer attraverso una connessione wireless o wired. Possiamo anche trasmettere le nostre immagini
“La bellezza di iPhoto
è che è semplice da imparare e usare, mantenendo e semplificando i migliori attributi del programma desktop”
da un dispositivo iOS a un altro su una connessione Wi-Fi condivisa (o via Bluetooth), e verranno mostrate nella rispettiva Camera Roll. iPhoto per iOS introduce Journals, un modo per condividere gruppi di fotografie con amici e familiari via web. La utility Journal è semplice da usare e ci fornisce alcune opzioni di layout di base. Semplicemente selezioniamo le immagini che vogliamo includere, scegliamo uno dei sei temi integrati, e tocchiamo Create Journal. Il programma crea il diario e quindi ci permette di modificarlo con gli Story Elements – ossia piccoli oggetti in stile widget che aggiungono interesse e contesto alla presentazione. Possiamo trascinare le immagini in slot differenti, aggiungere titoli e didascalie, luoghi e altro.
Cose da capogiro Mentre un doppio tap porta una immagine alla sua risoluzione piena nel
In equilibrio Con il giroscopio dell’iPad abilitato possiamo facilmente raddrizzare e ritagliare l’immagine per renderla più precisa e aumentarne l’impatto visivo.
visualizzatore (pixel per pixel) possiamo anche ingrandire le foto per vederne i piccoli dettagli. Sull'iPad, due dita premute su una immagine fanno comparire una piccola lente che ci consente di ingrandire fino a tre volte una porzione ridotta. Posizionando le nostre dita nella parte di 'vetro' della lente e ruotando in senso orario con pollice indice aumenteremo l'ingrandimento. Una funzione Auto Horizon Detection ci aiuta a correggere le foto che hanno difetti di angolazione. Cerca le linee dritte in una immagine e ci avvisa se la scena è inclinata. Se tocchiamo il pop-up dial la ruota diventa blu per segnalare che abbiamo abilitato il giroscopio del dispositivo. Usiamo la ruota pe raddrizzare l'immagine e quindi premiamo il pulsante Lock Aspect Ration in modo tale da poter ritagliare o eseguire altre modifiche sulla foto. Uno slider Skin Tones che ci permette di bilanciare i colori basandosi sulle tonalità della pelle è integrato nel modulo Color. Un controllo Preserve Skin Tones ci consente di continuare a lavorare con correzioni di saturazione e colori senza distorcere dette tonalità.
Che cosa non va Pur con tutti i suoi degni attributi alcune persone resteranno deluse da iPhoto per iOS. In primo luogo non funziona su iPod touch e sull'iPad di prima generazione. In secondo luogo
praticamente ogni volta che abbiamo modificato una immagine la app si è fermata per aggiornare la library di iPhoto con tanto di finestra di dialogo e barra progressiva. Questa barra ha richiesto fino a 10 secondi per completarsi e in pochi minuti sarebbe poi apparsa d nuovo. Gli effetti artistici del programma sono molto belli ma alcuni, come quelli Oil Paint e Watercolor, non sono regolabili. Anche la sincronizzazione, organizzazione e cancellazione di foto da diversi album ed eventi può risultare pesante. Questo perché tali operazioni di gestione sono basate su da dove le foto provengono e che cosa ne è stato fatto con il programma. Con iPhoto per iOS potremmo quindi nascondere un'immagine ma non cancellarla direttamente se l'abbiamo sincronizzata dalla library iTunes o alterata nella app.
I consiglio di Macworld Siamo rimasti impressionati dal livello di dettaglio e sofisticazione dimostrato da iPhoto per iOS. E' meraviglioso, con rapide operazioni animate, ma non ha solamente una bella facciata: è profondo, completo, ha un enorme numero di funzioni ed è semplice da usare. Non aspettiamoci che la app replichi tutto ciò che Photoshop o Aperture sono in grado di eseguire, tuttavia fa un numero sorprendente di cose veramente bene.
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Recensioni Software Pelle perfetta Se abbiamo fatto le ore piccole, Perfect Portrait sistema in fretta occhiaie e macchie, ma può creare un effetto cera se non stiamo attenti.
fotoritocco
Perfect Photo Suite 6 Strumenti per il ritocco delle immagini con qualche effetto speciale che onestamente non ci saremmo aspettati
P onone www.ononesoftware.com Requisiti minimi: Mac OS X 10.5; Intel Core 2 Duo, Xeon; 4 GB di Ram; 4 GB di spazio su disco; scheda OpenGL 2.0 Prezzo: 300 dollari, aggiornamento 150 dollari
Pro Funzioni versatili per la profondità di campo e miglioramenti ai ritratti; ampia scelta di effetti predefiniti; buona integrazione con le applicazioni per la maggior parte dei componenti
Contro Il software è andato in crash un paio di volte durante i test; se si usano poche funzioni è costoso
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erfect Photo Suite è una raccolta di strumenti per il fotoritocco d’immagini che s’installa sotto forma di plugin in aggiunta a Lightroom, Aperture, Photoshop e Photoshop Elements o che si può usare come applicazione autonoma. Noi l’abbiamo provata come plugin di Photoshop, disponibile come finestra a comparsa dal menu Automatizza (facendo clic su Applica sempre chiudiamo la finestra di dialogo onOne e torniamo a Photoshop). Il componente Perfect Portrait è uno dei più utili: trova e isola all’istante un volto in quasi ogni ritratto e applica una gamma predefinita di effetti per migliorare l’immagine. Tra questi ci sono la modifica della tonalità della pelle, il ritocco di macchie e ombre e l’aggiunta di luce agli occhi e bianco ai denti. Le aree della pelle troppo luminose possono essere corrette in fretta usando un cursore, mentre una maschera permette d’intervenire con più precisione su pelle, bocca e occhi. Se applichiamo le preimpostazioni si ottiene un effetto leggermente falsato, per cui di solito è necessario intervenire per correggere. Comunque va bene per un ritocco rapido. Perfect Layers offre la possibilità di creare e modificare file con più livelli direttamente da Lightroom e Aperture. La versione 2 aggiunge un browser di file, uno strumento per ritagliare e un pennello per i ritocchi. È utile, ma vale la pena dargli un’occhiata solo se non abbiamo Photoshop con cui creare file a livelli.
Pennellate Perfect Mask, che succede all’utility Mask Pro, è più utile. Permette di togliere rapidamente uno sfondo per consentire di comporre altrove il soggetto principale di un’immagine. Un pennello chiamato Drop Brush serve ai tagli principali, mentre il Refine Brush interviene sulle aree più delicate, come i capelli. C’è anche una modalità Automatic Background Removal. FocalPoint è un componente atteso che offre la possibilità di applicare effetti di profondità di campo e controllo selettivo della messa a fuoco per produrre un aspetto sfuocato creativo. Un widget di controllo, FocusBug, consente di posizionare e variare l’effetto della sfocatura, che può essere poi regolata di fino con FocusBrush. Sono disponibili preimpostazioni per diversi obiettivi. L’algoritmo aggiornato di sfocatura si avvicina molto a una vera sfocatura ottenuta con l’obiettivo per creare un bokeh
Un Bug utile
realistico, comprese le luci modellate sull’apertura. Perfect Effects, come suggerisce il nome, permette di aggiungere un po’ di brio a un’immagine. Raccomandiamo di usarlo dopo la correzione del colore e il ritocco, ma prima di rendere più nitido o ridimensionare. Offre una libreria di effetti, con una galleria di miniature per vedere le anteprime degli effetti sull’immagine. Si possono sommare diversi effetti per avere un risultato composito e si possono riordinare i singoli effetti nel pannello Effects Stack. Perfect Resize (o Genuine Fractals 7) può fare l’upscale delle immagini ed è perciò uno degli ultimi effetti da applicare. Può gestire file con livelli, per cui non occorre prima appiattire l’immagine. Quando si passa a dimensioni maggiori si perde un po’ di definizione, ma i risultati sono piuttosto buoni, certamente sufficienti a stampare un poster partendo da uno scatto se non si guarda troppo da vicino. È utile, ma non essenziale se possiamo usare l’analogo comando di ridimensionamento dell’immagine di Photoshop. Il ritocco finale è ancora più opzionale e aggiunge un effetto cornice. Nella libreria PhotoFrame ce ne sono oltre mille, tra cui quelli tradizionali per matrimoni e vacanze, ma anche alcuni stile camera oscura. Le anteprime ci guidano nella libreria e possiamo anche costruire i nostri effetti cornice.
Il consiglio di Macworld Per gli utenti di Lightroom o Aperture si tratta di un’aggiunta utile ai loro strumenti di ritocco se non hanno Photoshop o se ne hanno una versione poco recente. A molti creativi piaceranno le opzioni offerte da FocalPoint e PerfectPortrait, anche se l’utilità di alcuni altri componenti non è uniforme. Michael Burns
FocalPoint 2 prevede l’uso di FocusBug. Questo widget viene applicato a un’immagine per controllare l’area di messa a fuoco selettiva. Le gambe di FocusBug controllano la dimensione dell’area focale. Possiamo applicare diversi FocusBug alla stessa immagine per creare effetti di profondità di campo più insoliti, impossibili con la fotocamera. In FocalPoint 2 o nelle palette integrate di Lightroom e Aperture ci sono vari obiettivi preimpostati. FocalPoint 2 può essere anche usato come filtro smart in Photoshop. L’immagine su cui lavoriamo dev’essere convertita in oggetto smart e una volta fatto questo ogni modifica applicata con FocusBug può essere a sua volta modificata a piacere.
Recensioni Hardware e Software animazione
Modo 601 La nuova versione del software offre notevoli miglioramenti di Duncan Evans
N Luxology luxology.com 1.195 dollari
Pro Più opzioni di rendering; molte nuove funzioni di animazione; cinematica inversa; gestione migliore delle mappe UV
Contro Alcuni bug; curva di apprendimento ripida; lento nel rendering; l’anteprima dei materiali richiede lavoro
elle versioni precedenti di Modo il punto debole era l’animazione. Si era rimediato nella versione 501 con un sistema di nodi a rete basato su un concetto di nodi e link visibili. Ora si è lavorato su quella base con un nuovo strumento Pose che permette di mettere in posa i modelli senza che serva un rigging complesso Tutto ciò che serve è uno scheletro, poi il sistema fa il lavoro sporco. C’è anche un nuovo sistema di animazione, che arriva con la creazione di attori citati lungo la timeline. Rende più semplice animare un logo e fa pensare a un coinvolgimento di modo nel gaming. Collegata al sistema di animazione c’è una funzione di creazione dello scheletro e di cinematica inversa del corpo, per cui
quando si strattona una parte di una figura anche il resto reagisce. E c’è di più: modifiche al sistema Pixar Sub-D; aggiornamenti in tempo reale alla mappa UV; elementi mostrati come silhouette; coloritura delle vertex map; Lazy Selection, che seleziona l’elemento geometrico più vicino senza doverci essere sopra.
Il consiglio di Macworld Modo 601 affronta di petto le debolezze dell’animazione e aggiunge funzioni che puntano a renderlo più accessibile al mercato cinematografico e al gaming. È un passo rivoluzionario rispetto alla versione precedente ed è altamente raccomandato a chi ne usava una o agli utenti di Softimage.
Skin Shader Un modello realistico di Perry Smith usato da Tim Crowson con il nuovo Skin Shader mostra risultati sorprendentemente realistici.
digitalizzazione
Ultrastudio 3D Con la gestione di Thunderbolt e 3D il video fa un passo avanti di Michael Burns
U
ltrastudio 3D di Blackmagic è un dispositivo per acquisizione e riproduzione di video 3G/HD-SDI, con velocità di trasferimento fino a 10 Gbps grazie a Thunderbolt. Ha banda a sufficienza per acquisire e riprodurre video 10 bit fino a 2K 4:4:4: Rgb e può gestire due flussi HD 1080p a piena risoluzione per un lavoro stereoscopico. L’unità in alluminio è compatta e ben progettata, anche se quando è in funzione non è certo silenziosa. Ha ingressi e uscite SDI/HD-SDI dual-link e WSDI a 3 Gbps per collegarsi con deck video di qualità compatibile, router e monitor, oltre a un collegamento breakout e un cavo per altri collegamenti standard. C’è inoltre un In/Out Hdmi 1.4a con capacità 3D per acquisizione e monitoraggio video. Con il software Desktop Video, fornito con l’unità, si può usare anche la funzione di broadcast
monitoring di Final Cut Pro X (10.0.3 e successive) per l’esportazione di video. Ci sono parecchi plugin per software creativo e l’utility Media Express, fornita in bundle, rende l’acquisizione, l’organizzazione e la riproduzione delle riprese rapide e semplici. Un altro vantaggio è la possibilità di importare file Xml di Final Cut Pro e FCP X.
Il consiglio di Macworld Se sbagliamo le impostazioni non c’è rimedio, scalda molto ed è un po’ rumoroso, e il software deve essere aggiornato regolarmente, ma è un dispositivo molto utile. Velocissima Le alte velocità di trasferimento di Thunderbolt e le capacità 3D bastano a rendere interessante Ultrastudio 3D.
Blackmagic Design blackmagic-design.com 690 euro + Iva
Pro Connessione Thunderbolt; ingressi e uscite SDI/HD-SDI dual-link; acquisizione e riproduzione 3D stereoscopica; tre anni di garanzia completa
Contro Ventola rumorosa; scalda molto; occorre un’attrezzatura standard per sfruttarne il potenziale
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Recensioni Hardware
Apogee Mic L'Apogee Mic è un piccolo microfono compatibile con computer e dispositivi iOS. Portatile e flessibile, consente di ottenere un suono valido per molte - ma non per tutte - le situazioni di registrazione portatile. Il Mic sfoggia una costruzione solida e attraente, supporta l'audio a 24-bit, 44.1/48 kHz e può stare facilmente in tasca. La sua qualità di registrazione risulta piuttosto valida per la cattura di strumenti acustici, se si sta attenti al suo posizionamento. Dove invece perde colpi è con la voce, nello specifico quella parlata. Il Mic produce risultati molto puliti ma difetta sul bottom end, ed è risultato impossibile ottenere un timbro baritonale stile DJ. La soluzione produce comunque risultati di gran lunga migliori rispetto ai microfoni integrati nei dispositivi iOS di Apple, e il suo supporto nativo per questi sistemi, accompagnato alla capacità di registrare del solido audio direttamente su un computer, lo rende una opzione parecchio appetibile. Per registrazioni generiche di voce e strumenti l'Apogee Mic merita la nostra considerazione, in particolare per potenziare lo studio di registrazione portatile residente nel nostro iPhone 4, iPhone 4, iPhone 4S o iPad. Apogee Electronics, www.apogeedigital.com, 199 dollari
Sony Bloggie Live
Sony ha costruito la Bloggie Live con l'obiettivo di battere gli smartphone: secondo quanto dichiarato, le capacità video del prodotto sono infatti state sviluppate per mettere in ombra quelle dei telefoni iPhone 4S di Apple e Galaxy S II di Samsung, e la Bloggie Live è anche la prima delle telecamere tascabili sul mercato a offrire live streaming via Wi-Fi e condivisione peer-to-peer con smartphone e tablet. Il dispositivo riprende video 1080p, scatta foto a 12 megapixel, e ha un design brillante. La Sony Bloggie Live è la telecamera tascabile più versatile da noi testata in termini di wireless streaming, peer-to-peer sharing e risoluzione delle foto. Va ammesso che manca però di caratteristiche utili quali una porta microfono, un interruttore dedicato per passare tra inquadrature macro e paesaggio, e lo storage rimovibile. La Bloggie Live si comporta ottimamente anche fronte video. All'esterno la sua modalità live-streaming non ha comunque prodotto filmati così superiori rispetto ai migliori smartphone con i quali è in competizione. In modalità live-streaming offre invece più benefici rispetto ai suo concorrenti 'telefonici'. Inclusa una qualità video maggiormente definita e l'opzione di salvataggio del girato in streaming sul suo disco fisso con clip ad alta definizione 1080p. La Bloggie Live di Sony rappresenta in definitiva una solida proposta con possibilità di condivisione wireless che non troveremo in altri modelli. Sony, www.sony.it, 195 dollari
Canon PowerShot IXUS 500 HS
Le fotocamere tascabili con megazoom sono in giro da alcuni anni ma la Canon PowerShot IXUS 500 HS è tra le più piccole e semplici attualmente disponibili. Piuttosto che pigiare più megapixel in un minuscolo sensore questo modello ne mantiene il numero relativamente basso e incrementa lo zoom ottico a 12x (28-336mm). Questa piccola fotocamera può viaggiare comodamente nella tasca di camice o pantaloni; con una profondità di appena 19,2 millimetri infatti ha le dimensioni di un mazzo di carte da gioco. Purtroppo la PowerShot IXUS 500 HS produce risultati deludenti. Tutte le foto scattate sono infatti sembrate un po' morbide e in molti, tra quelli che la compreranno, desidereranno pulsanti più grandi, un incremento nella durata della batteria e controlli migliori per regolare le impostazioni. Per chi scatta occasionalmente e vuole un zoom ottico il più grande possibile in una fotocamera tascabile questo prodotto rappresenta comunque una buona scelta. Canon, www.canon.it, 329 euro
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Recensioni Software
Artboard 1.4
Artboard di Mapdiva si posiziona come app di disegno vettoriale per principianti e in tal senso fa un buon lavoro nel rendere lo spesso confuso concetto di illustrazione vettoriale più appetitoso per i nuovi utenti. Inoltre gestisce alcune operazioni con una tale finezza che anche i professionisti potrebbero esservi interessati. Sfortunatamente Artboard ha anche alcune stranezze significative. Ad esempio quando si sta tracciando una linea, il comando Undo la rimuove interamente anziché il punto di ancoraggio più recente; combinare le forme utilizzando la funzione Union/Intersect produce invece una forma non modificabile. Anziché mantenere i punti di ancoraggio minimi delle forme originali la nuova forma ne presenta migliaia su ogni linea curva, un problema per la maggior parte degli illustratori. Sebbene Artboard sia una app creativa molto promettente queste stranezze la danneggiano. Ciononostante rappresenta un ottimo punto di partenza per chi vuole cominciare a prendere confidenza con l'illustrazione vettoriale. Mapdiva, www.mapdiva.com, 10.49 euro
Scribbeo
Quando stiamo lavorando su un lungo progetto multimediale o collaborativo è un aiuto poter prendere annotazioni direttamente sui nostri video e immagini. Scribbeo di DFTi per iPhone e iPad rende questo possibile, permettendoci di annotare immagini e video con testo, registrazioni vocali e bozzetti disegnati con le dita. La app ci permette anche di stampare, inviare via e-mail e condividere in modo collaborativo annotazioni finite e organizzate, così come di eseguire filmati via AirPlay su una HDTV connessa a un Apple TV. Se abbiamo una immagine sul nostro iPhone che vogliamo segnare e spedire a un collega, questa app fa il suo dovere. Quando si tratta di annotazioni video, tuttavia, non ci permette di accedere ai filmati già presenti sul nostro dispositivo mobile. Settantanove centesimi potrebbero valere una prova. La app si mostra promettente per la collaborazione in Wi-Fi, ma va ancora un po' raffinata. DFTi, www.scribbeo.com, 0,79 euro
Inspire Pro Per dipingere sull'iPad l'interfaccia di KiwiPixel Inspire Pro è in genere semplice da comprendere e usare. Al suo lancio l'area della galleria ci saluta con impressionanti esempi di ciò che possiamo fare con il software. Una fila di pulsanti nella parte inferiore ci consente di creare nuove tele, così come di esportare, duplicare, rinominare, cancellare e condividere i nostri disegni e fornisce aiuto e consigli a chi non l'ha mai usata. Inspire ha una velocità impressionante. Le pennellate si generano rapidamente e lo zoom sulla tela e la navigazione sono super reattive. Inspire Pro include una piccola selezione di pennelli ma offre anche valide opzioni per una rotazione personalizzata e una pressione virtuale tale da creare effetti sottilmente diversi. Inoltre presenta un ottimo sistema per la miscelazione dei colori. Inspire Pro potrebbe però anche rivelarsi una delusione, poiché manca di caratteristiche base quali i livelli. Ma se proveniamo dalla pittura tradizionale e siamo nuovi all'arte dell'iPad, il workflow proposto dalla app potrebbe essere semplicemente tutto ciò che vogliamo. KiwiPixel, www.kiwipixel.com, 5,99 euro
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Recensioni Hardware
Epson Stylus NX430 Small-in-One All-in-One Printer Una piccola stampante multifunzione a getto d'inchiostro con un nome lungo, la Epson Stylus NX430 Small-in-One All-in-One Printer da 100 dollari si adatta bene agli spazi stretti e offre una eccellente qualità di stampa e semplicità d'uso. Il principale svantaggio sono il costo medio dell'inchiostro, rapidità da pedone con le impostazioni predefinite e la mancanza di un fronte retro automatico. Epson equipaggia le sue stampanti con più livelli di qualità di stampa rispetto agli altri produttori. Il risultato con quella Fine è in sostanza quello che ci si aspetta da una getto d'inchiostro, con neri profondi e testo marcato. La grafica a colori esibisce eccellenti dettagli sia su carta comune che su carta lucida. Sfortunatamente la velocità della Stylus NX430 non pareggia quella della qualità di stampa. Foto a colori in piena pagina vengono stampate a sole 0,28 pagine per minuto, pigra anche per gli standard delle getto d'inchiostro entry-level. I costi dell'inchiostro della NX430 sono nella media se si usano ricambi ad alta resa. La cartuccia da 415 pagine nera costa 18,49 dollari, ossia 4,45 centesimi per pagina; il costo di quelle ciano, magenta e giallo è di 17,09 dollari per colore o 3,45 centesimi per pagina. Questo rende il prezzo di una pagina a colori di circa 14,8 centesimi (di dollaro; il modello non è direttamente disponibile in Italia e va comprato online da epsonstore.com. Epson, www.epson.it, 100 dollari
LaCie 2big Thunderbolt Series
RocketU Quad USB 3.0 for Mac
Se abbiamo un Mac Pro e vogliamo avvantaggiarci della velocità offerta dall'interfaccia USB 3.0, ora possiamo farlo. HighPoint Technologies garantisce al nostro sistema una compatibilità USB 3.0 grazie al RocketU Quad USB 3.0 for Mac, una scheda PCI Express con quattro porte USB 3.0. Il RocketU funziona con la maggior parte delle unità USB 3.0 disponibili e incrementa la velocità guardando a quelle USB 2.0. La cosa migliore della scheda è che funziona con ogni sorta di disco fisso esterno (sebbene sia incompatibile con i drive Seagate da 3 TB o superiori). Altre schede USB 3.0 che abbiamo testate operano solo con drive di aziende specifiche. Per provare la scheda abbiamo usato otto unità USB 3.0 differenti, da dischi fissi portatili a desktop a solid state drive (SSD). Tutti sono stati montati correttamente e resi disponibili per l'uso con il nostro Mac Pro. Abbiamo visto un netto miglioramento delle prestazioni dei drive quando siamo passati dall'USB 2.0 sul Mac Pro al RocketU USB 3.0. Le SSD sono veramente decollate quando collegate al RocketU, triplicando le proprie prestazioni. Il RocketU ci permette anche di impostare un insieme di drive esterni come RAID. Non sarà Thunderbolt, ma considerando l'ampia disponibilità di dischi USB 3.0 sul mercato questa scheda può essere un ottimo investimento per chi possiede un Mac Pro. HighPoint Technologies, www.hptmac.com, 125 dollari
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Il LaCie 2big Thunderbolt Series è un sistema RAID desktop esterno che utilizza due unità da 3,5 pollici e 7.200 giri per minuto preconfigurate come RAID 0, ma che possiamo riconfigurare come RAID 1 o JBOD usando Utilty Disco di OS X. Il 2big ha un paio di porte Thunderbolt, il che rende il drive più semplice da incorporare in una catena di dispositivi Thunderbolt. Sfortunatamente non ha altre porte, come FireWire o USB, quindi non può essere utilizzato con i Mac più vecchi. Per verificare quanto sia rapido il Thunderbolt 2Big, abbiamo eseguito una serie di test con la versione da 6TB collegata a un MacBook Pro da 17 pollici con processore da 2.4GHz Core i7, disco flash interno da 250 GB, e 4 GB di RAM. Copiando un file da 10,7 GB dalla SSD interna al 2big, abbiamo verificato tempi di scrittura da 217,5 MBps. Copiando invece una cartella da 10,7 GB con 7.427 file, la velocità di scrittura è stata di 191,7 megabit per secondo (MBps). Ricopiando il file da 10,7 GB e la cartella da 10,7 GB su SSD, abbiamo ottenuto velocità di lettura rispettivamente di 182,8 MBps e 148,6 MBps. Con sei terabyte di storage e le rapide velocità di scrittura e lettura di Thunderbolt l'unità LaCie 2Big Thunderbolt Series offre buone prestazioni per backup ed elaborazione video. LaCie, www.lacie.com/it, 569 euro
Recensioni Software
MacJournal 6
MacJournal 6 non sta cercando di sostituire Microsoft Word, almeno in ambito business o accademico: non include il tracciamento delle modifiche, le note a piè di pagine, le note di chiusura o l'indicizzazione. Nonostante questo, come strumento di scrittura, questo programma è versatile, capace e felicemente semplice. MacJournal punta agli utenti che necessitano di mantenere diari quotidiani per ragioni personali o di business. Presume che non collaboreremo con altri e ci permette di proteggere con password e criptare i diari e le informazioni inserite. Il programma è in grado di pubblicare su servizi di blogging quali Blogger, LiveJournal, Tumblr, WordPress, e altri. E' particolarmente utile se blogghiamo su più di un servizio e vogliamo tener traccia di quello che abbiamo detto. Una speciale modalità di editing verde su nero nasconde i pannelli che mostrano diari e voci per permetterci di concentrarci. Possiamo anche assegnare tag, etichette e stati d'animo a quanto inserito, e usarli per ordinarlo. Mariner Software, www.marinersoftware.com, 31,99 euro
Typist 2.2.0
Merlin 2 Merlin 2 è una versatile applicazione di project management che ci può aiutare a gestire qualsiasi cosa, da una semplice lista di attività da compiere fino a un progetto completo e multilivello spalmato su diversi mesi o anni. Se stiamo utilizzando un altro programma, come Microsoft Project solo per Windows, Merlin 2 può importare i nostri documenti senza problemi. L'applicazione può esportare documenti di progetto in diversi formati, inclusi Microsoft Project, XML e OPML. Inoltre ci permette di fornire versioni modificabili dei nostri progetti per persone che non hanno alcuno strumento di project-management. Se vogliamo aggiungere funzioni di sharing dobbiamo avere una licenza superiore, ma i benefici sono immensi. Le preferenze di sistema di Merlin Server (€795) ci consentono di impostare un repository di progetto a sé stante che chiunque con una copia di Merlin 2 - inclusa qualsiasi app Merlin attuale - può accedervi. Avviamo Web sharing (€95) per un progetto, e chiunque con un browser Web recente potrà visualizzare e modificare il progetto che abbiamo condiviso con loro. Merlin 2 è una app di project management che racchiude vari ottimi pacchetti, capace, versatile e potente. Offre un set di strumenti importanti che dà ai project manager una eccellente ragione per dimenticarsi della virtualizzazione Windows, mollare Microsoft Project, e gestire tutto ciò che fanno usando un Mac.
Ho preso le prime lezioni di dattilografia alle elementari. Si trattava di molte ore di Mario Teaches Typing (se ne può vedere una rievocazione video a http://xrl.us/bnh9xp). Ovviamente non imparai gran che. Avanti veloce a oggi, non digito più a due dita come a quei tempi, ma la mia digitazione non è ancora ottimale e ho timore di correggere i miei errori dopo tanti anni di abitudine. Typist potrebbe essere una soluzione interessante per provare a migliorare. La app (da Mac App Store) è divisa in otto serie di lezioni secondo le capacità che intendiamo sviluppare, per un totale di 99 lezioni. Molte si dedicano alle basi della dattilografia, ma non mancano esercizi di velocità e due corsi per tastiere alternative, per esempio la sottovalutata Dvorak. I corsi sono lineari ed efficienti; anche la più complicata delle lezioni non porta via più di un quarto d'ora. Ogni lezione inizia con un set di istruzioni e un promemoria: mai guardare le mani mentre si digita. Poi veniamo esortate a digitare il testo che appare, con massima precisione e velocità. In fondo allo schermo appaiono statistiche. Andando avanti si passa dalle lettere alle parole (inglesi o… giapponesi), a frasi e a paragrafi. Unica osservazione negativa: il programma vuole due spazi dopo il punto, cosa assolutamente da evitare. Ogni errore costringe a ripetere la lezione da capo, molto frustrante e anche estremamente valido didatticamente. Incoraggia a concentrarsi sui propri punti deboli e alla fine a migliorare. Sono basatate poche lezioni per vedere progressi e non è poco, se penso alla mia mancanza iniziale di abilità. — Karissa Bell Takeshi ogihara, http://xrl.us/bnh9xz, gratis
ProjectWizards, www.projectwizards.net, 145 euro
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Recensioni Hardware e Software
Roba che scotta Per cosa andiamo matti questo mese
protezione
MacScan 2.9.3
Dopo la vicenda Flashback, il malware che avrebbe colpito più dell’1% dei Mac, molti hanno pensato a un antivirus. MacScan di SecureMac (40 dollari) è uno di quelli da prendere in considerazione: trova e rimuove lo spyware e rimuove le tracce della navigazione su Internet per migliorare la nostra sicurezza online. La versione più recente, la 2.9.3, è in grado di trovare i cookie che tracciano le nostre visite ai siti, risolve alcuni bug e ha una nuova interfaccia. In più c’è il supporto per Google Chrome e SeaMonkey, per cui protegge quasi tutti (se non tutti) i nostri browser. MacScan 2.9.3 richiede almeno Mac OS X 10.2.4 (macscan.securemac.com). Leah Yamsho Stampante portatile
HP Officejet 150 Mobile All-in-One
Cavo
Thunderbolt
Avete mai desiderato portarvi in giro una stampante, comodamente, come se fosse un laptop? È quello che devono avere pensato in HP con questa stampante, che costa circa 400 euro. È stampante, scanner e fotocopiatrice e vanta un’autonomia di 500 pagine con una sola carica. La stampante ha una velocità di 3,5 ppm a colori (valori ISO) e una risoluzione di stampa ottimizzata massima di 4.800 dpi (1.200 dpi standard). La superficie di scansione misura 20 x 35 cm e lo scanner ha una risoluzione fino a 600 dpi. Tra le opzioni per la connessione ci sono Usb, Bluetooth, PictBridge e uno slot per schede di memoria. La Officejet 150 pesa poco più di 3 kg e misura 35,5 x 17,6 x 9 cm, un po’ al limite per essere portatile, ma il design è comunque notevole. Purtroppo la stampante non è compatibile con AirPrint, ma app di terze parti colmano la lacuna (hp.com/it). Leah Yamshon
authoring
Coda 2
Questo popolare editor per lo sviluppo Web di Panic (99 dollari) mantiene tutte le funzionalità che gli hanno fatto guadagnare la sua fama. Tra le aggiunte ci sono le funzioni di code-folding, il supporto per l’autocompletamento di variabili personalizzate e nomi di funzione, un editor MySql integrato. E se usiamo il programma con Diet Coda, l’app per iPad da usare in tandem con Coda 2, possiamo vedere su iPad l’anteprima in tempo reale del codice che stiamo scrivendo su Mac (panic.com). Leah Yamshon
Apple non è più l’unico produttore di cavi Thunderbolt. Anche se costa un po’ più del modello Apple, Thunderbolt Cable di Elgato (60 dollari) indica che c’è varietà sul mercato, sperando che ci piaccia il nero, unica versione di questo cavo in rame. Ma gli utenti Mac sono abituati a pagare di più per il nero: chi ricorda il primo MacBook? Il cavo è relativamente corto, solo 50 centimetri, e ciò aiuta a tenere in ordine la scrivania ma può complicare la disposizione concreta degli apparecchi (www.elgato.com). Leah Yamshon
disinstallazione
AppDelete 3.2.8
Lo sviluppatore indipendente Reggie Ashworth ha aggiornato questo già utile programma per Mac: un’app che disinstalla qualunque app o programma insieme a tutti i file collegati sul disco, spesso difficili da trovare. Installando questa app da 8 dollari, non avremo più bisogno di scandagliare il disco rigido alla ricerca di tutti gli elementi da cancellare. La versione 3.2.8 è ottimizzata per Mountain Lion ma è ancora compatibile con le versioni precedenti di Mac OS X. Tra le altre funzioni ci sono il filtro dei menu e i “quick panels” per cercare rapidamente, oltre alla risoluzione dei problemi e l’opzione Annulla da cartella, che permette di ripristinare in seguito (www.reggieashworth.com). Leah Yamshon
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Recensioni Hardware e Software
Occhio all’orecchio
Ne abbiamo sentite di veramente belle
Ath-Anc9 di Audio-Technica
iWow-U di Srs Labs Come iWow 3D per iOS (che si collega al connettore di iPod, iPhone e iPad), iWow-U è un adattatore hardware per migliorare la qualità del sonoro. Solo che questo modello funziona con un jack audio standard da 3,5 millimetri. Per come lo descrive Srs, iWow-U “recupera componenti audio presenti in profondità nella fonte originale per ripristinare l’integrità della registrazione originale, con il risultato di una immersione tridimensionale nel suono di rinnovata limpidezza e bassi più pieni”. iWow-U si collega a quasi qualunque smartphone, tavoletta, computer o console di gioco. E può collegarsi a cuffie, altoparlanti e autoradio. Se funziona bene come iWow 3D, dovrebbe svolgere un buon lavoro (69,99 dollari, http://xrl.us/bnh7mf). — Jonathan Seff
Siamo da tempo tifosi delle cuffie a cancellazione di rumore AthAnc7b di Audio-Technica, che ha a listino anche questo modello di lusso, le Anc9. Contiene un modulo con microfono e telecomando compatibile con apparecchi Apple e tre differenti impostazioni per il blocco del rumore esterno: 1 per i mezzi pubblici, 2 per uffici e ambienti rumorosi, 3 per luoghi tranquilli come una biblioteca. Le cuffie si piegano piatte e sono molto portabili nella custodia di serie (349,95 dollari, http://xrl.us/ bnh7m4). — Joe Mathis
Ear Armor Faders Vip All'aspetto sembrano identici agli altri auricolari interni presenti all'interno del catalogo di V-Moda, ma in realtà gli Ear Armor Faders Vip esercitano la funzione opposta: bloccano in maniera selettiva il suono e i rumori che provengono dall'ambiente esterno. E ci riescono piuttosto bene, con risultati decisamente diversi dai tappi di schiuma da due soldi reperibili al supermercato oppure da quelli in silicone: gli Ear Armor Faders Vip sono progettati e fabbricati per bloccare un livello di circa 12 decibel di rumore su tutto lo spettro delle frequenze, in modo che si possa sentire bene musica e voce e nel contempo ridimensionare l’effetto degli ambienti rumorosi. In altre parole è possibile udire, ma le orecchie non dolorano (v-moda.com/fadersvip/, 20 dollari). — Dan Frakes
Atv Pro Kanex Una delle funzioni notevoli di iOS 5 e del neoarrivato Mountain Lion è AirPlay, che trasmette un flusso video a una Apple Tv di seconda o terza generazione. Sa di santo Graal per le presentazioni, se non fosse che Apple Tv ha solo un’uscita Hdmi, che ne limita luso alle sale provviste di proiettori moderni. Chi ne trovasse uno antidiluviano potrà ricorrere a questo adattatore di Kanex, che inserisce nella catena il connettore Vga e un jack per l’audio. E così il segnale può andare da Apple Tv a un proiettore Vga (59,95 euro, kanexlive.com/ atvpro). — Dan Frakes
Apple Tv 5.0.1 Il recente aggiornamento (minore) al software che equipaggia la seconda e la terza generazione dell’apparecchio riguardava soprattutto l’eliminazione di bug. C’è anche una funzione simpatica: l’anteprima in alta definizione dei film in vendita su iTunes Store. Il resto delle modifiche riguarda bug di AirPlay e condivisione domestica (gratis, apple.com/it/appletv/). — Jonathan Seff
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Recensioni Hardware e Software Hardware
Epson WorkForce 845 La stampante multifunzione inkjet a colori Epson WorkForce 845 ha molto da offrire, in particolare, la sua capacità sopra la media e la gestione della carta, prestazioni di alto livello e risultati molto buoni che soddisferanno le necessità dei piccoli uffici. Nei nostri test abbiamo stampato testo con le impostazioni standard a 11,3 ppm, ben al di sopra della media. La stampa di foto su carta lucida formato A4 ha dato un risultato di 0,4 ppm, e i tempi di scansione sono stati nella media. Con le impostazioni standard il testo è nitido e ben definito e se scegliamo la modalità fine i risultati assomigliano a quelli di una laser. La grafica a colori stampata su carta comune è eccezionalmente accurata e più vicina del solito alla qualità di quella stampata su carta lucida. La WorkForce 845 è consegnata con le cartucce ad alta capacità di Epson (modello 127); ci sono poche stampanti equipaggiate con cartucce che permettono di stampare così tante pagine. Raccomandiamo di sostituirle con le stesse cartucce ad alta capacità. I costi si aggirano intorno a 2,5 centesimi per pagina e 2 centesimi per pagina per colore, fino a 9 centesimi per una pagina a quattro colori. La Epson WorkForce 845 è un vero affare per l’uso domestico o in un piccolo ufficio.
della nostra cartella utente, ma possiamo cambiare le cartelle che vogliamo salvare, modificare la cadenza del backup, limitare il numero di versioni di un file e modificare la quantità di banda usata dal programma. abbiamo provato il modello da 750 GB. Dopo averlo riformattato per Mac (Hfs+ journaled) l’abbiamo messo al lavoro. Nei nostri test in lettura scrittura con Usb 2.0 e con il test di lettura AJA System, il disco è arrivato a meno di 0,5 Mbps dal nostro record. Nel test di scrittura AJA System ha fatto registrare la migliore prestazione per Usb 2.0. Se ci serve un disco portatile che si abbini esteticamente al nostro dispositivo iOS, Hitachi Touro Mobile Pro è un’ottima scelta. 130 dollari; Hitachi, www.touropro.it
Western Digital My Passport Studio 1TB 200 dollari; Epson, www.espson.it
Hitachi Touro Mobile Pro Hitachi Touro Mobile Pro è un disco portatile dall’aspetto accattivante che offre alte velocità di trasferimento e storage online. Il dispositivo somiglia a un iPhone 4S leggermente più grande, con una superficie nera riflettente davanti e dietro e un telaio grigio intorno ai bordi. Questo disco da 7.200 giri/min. ha un cavo Usb 3.0 che possiamo collegare anche a una porta Usb 2.0. Installando il software incluso Hitachi Backup abbiamo accesso a 3 GB gratuiti di storage online. Per impostazione predefinita, il software fa il backup sulla nuvola
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I dischi My Passport Studio di western Digital sono solidi e hanno diverse connessioni, ma la velocità di trasferimento ridotta limita un disco altrimenti discreto. My Passport Studio è fatto in alluminio anodizzato in un case nero con bordi argentati, il che gli conferisce robustezza e un aspetto professionale. Il disco pesa circa 350 grammi, che non è molto, ma sembra più pesante quando lo si tiene in mano. Ha una porta Usb 2.0 e due FireWire 800 e una piccola luce di attività. Abbiamo provato la versione da 1 TB, ma Western Digital ne ha anche da 500 GB (140 euro), 750 GB (150 euro) e 2 TB (280 euro). In tutti i test la velocità di trasferimento con Usb 2.0 è risultata un po’ minore a confronto con altri dischi simili. Il disco è andato un po’ meglio con FireWire 800. A confronto con altri dischi FireWire che abbiamo provato, le velocità
di trasferimento sono state nella media, e il tempo impiegato con file di Photoshop non è stato migliore rispetto alle prestazioni di quei dischi. È un peccato, perché questo prodotto si rivolge ai professionisti creativi, che di solito hanno bisogno della massima velocità possibile. 170 euro; Western Digital, www.wdc.com/it
Software
Clean Writer Pro Clean Writer Pro, di CognitiveBits, è un editor testuale da 79 centesimi che offre supporto per testo puro, Markdown e testo formattato (Rtf). Come altri programmi di questo tipo, è semplice e offre opzioni di formattazione limitate, lasciando libero chi scrive di concentrarsi sulla scrittura anziché sul formato. Il programma è un ibrido fra un editor Rtf di base come TextEdit e un editor Markdown di solo testo (Markdown è un semplice linguaggio di Markdown che permette di convertire testo puro in Html). Clean Writer Pro può salvare file Rtf, ma possiamo applicare gli stili, come grassetto o corsivo, solo usando i tag Markdown. Offre anche una finestra di anteprima per vedere il testo formattato con Markdown come apparirebbe in Html. Ci sono alcune opzioni che lo pongono oltre un semplice editor di testo. Possiamo per esempio usare le virgolette curve e i trattini lunghi, nonché regolare l’interlinea e il rientro nella prima riga dei paragrafi, funzioni che di solito si trovano solo nei word processor. Il programma ha ancora delle parti ostiche: per modificare un tema occorre usare il Terminale e non è possibile cambiare font o dimensione nella finestra di anteprima. 0,79 euro; CognitiveBits, www.cognitivebits.com
Recensioni Hardware e Software
Retrospect 9.0
Prodotti top
La guida al migliore hardware provato
Dischi rigidi desktop Prodotto
Voto
AV Drive, www.caldigit.com
iT1Dock, Ogni volta che ci occupiamo di questo prodotto lo facciamo con una certa reverenza,perché Retrospect è nato nel 1984 esattamente come Mac, nonostante l’azienda abbia attraversato peripezie impressionanti. Nel 2004 Dantz, originale produttrice di Retrospect, venne acquisita da Emc Corporation, che lo pubblicava sotto il marchio Insignia, uscito dal mercato nel 2007. Lo sviluppo è ripreso nel 2008 sotto Emc, che nell'acquisire Iomega ha continuato le attività sotto quest'altro marchio. Nel 2010 Retrospect è stato venduto a Roxio e poi a Rovi, che ha dato vita all'attuale azienda Retrospect. Retrospect è studiato per colmare lo spazio tra prodotti di backup personale, come Time Machine, e software aziendale che protegge server e workstation a migliaia. Un server con Retrospect può gestire i backup di 20 computer (ancora di più con la versione unlimited), tra cui client che fanno girare sistemi operativi virtuali, come Parallels Desktop. Possiamo lasciar perdere il server e gestire tutto da una workstation in rete; possiamo controllare i backup da un iPhone o iPad usando l’app iOS di Retrospect. I backup vengono effettuati con script, istruzioni che indicano che cosa copiare, dove e quando. Scrivere script non richiede conoscenze di programmazione, ma l’interfaccia può creare confusione. Retrospect è incredibilmente efficiente nell’ottimizzazione dello storage dei dati: se dieci computer in rete hanno una copia dello stesso file, Retrospect ne fa una sola copia di backup. Quando si ripristina una cartella a un momento precedente, il programma confronta lo stato attuale di quella cartella con la versione precedente e ripristina solo i file modificati. Forse solo un amministratore di sistema vede la bellezza di Retrospect, ma anche il capo ne apprezzerà il valore. Nessun altro prodotto offre queste possibilità in un ambiente multipiattaforma e per un prezzo così basso. Versione Single Server, 479 euro;
www.istoragepro.com
SoloPro (nella foto) www.iosafe.com
PREZZO
TIPO
169 euro (1 TB)
Usb 3.0
329 dollari (2 TB)
Quadrupla interfaccia
312 dollari (1 TB)
Usb 3.0 e 2.0
Dischi rigidi portatili Prodotto
Voto
G-RAID con Thunderbolt
PREZZO
TIPO
380 dollari (8 TB) Interfaccia singola
(nella foto) www.g-technology.com
ioSafe Rugged Portable SSD www.iosafe.com My Passport Essential
525 dollari (120 GB)
Interfaccia singola
90 euro (500 GB) Interfaccia singola
www.wdc.com
Dispositivi di input
tastiere, mouse, tavolette con penna Prodotto
Voto
PREZZO
TIPO
300 euro
Tavoletta con penna
70 euro
Trackpad
80 euro
Tastiera
PREZZO
TIPO
5130cdn (nella foto) www.dell.com
600 euro
Led, a colori
C544DN
240 euro
Led, a colori
380 euro
Led, a colori
Intuos5 Pen Tablet intuos.wacom.com
Magic Trackpad www.apple.com/it
Wireless Solar Keyboard 760 (nella foto)
Stampanti laser Prodotto
Voto
www.lexmark.com
Color LaserJet CP2025dn www.hp.com
Stampanti multifunzione Prodotto Color LaserJet CM1312nfi www.hp.com
OfficeEdge Pro5500 (nella foto) www.lexmark.com
Pixma MG6120 www.canon.it
Voto
PREZZO
TIPO
435 euro
Laser
220 euro
Inkjet
154 euro
Inkjet
Retrospect, www.retrospect.com
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Recensioni Hardware
Hardware e accessori per l’intrattenimento elettronico Ue Air Speaker di Logitech
Hardware
Nook Simple Touch con GlowLight di Barnes & Noble Hai voglia a dire che non è commercializzato direttamente in Italia; c’è un giro piuttosto ampio di persone che con intraprendenza acquistano o si fanno portare un Nook direttamente dall’America, come succedeva con il primo iPhone. Soprattutto adesso che c’è una fonte di luce integrata, che lo rende impeccabile sul prato in piena luce solare come sotto le coperte in una stanza buia. La luce Led si trova nella cornice di Nook, in cima allo schermo Pearl da 800 x 600 pixel. La luce accarezza lo schermo e lo illumina uniformemente, appena più vivida in alto, ma non al punto di distrarre. Se ci sono problemi con la registrazione dell’apparecchio, attivare la Condivisione Internet da Mac e collegare Nook alla rete così creata, via Wi-Fi. Funziona.
Big Jambox di Jawbone Il diffusore Bluetooth Jambox originale è uno dei nostri accessori iOS preferiti. A quasi trecento euro, Big Jambox costa una volta e mezzo il predecessore. Misura 25,4 x 8,9 x 7,6 centimetri e pesa 1,2 chili. La parola Big è relativa: il modello precedente è una volta e mezzo più piccolo e leggero, ma certamente Big Jambox non è ingombrante. Se ha una debolezza, è il suo funzionamento per le telefonate viva voce, solo accettabile. È complessivamente un’ottima scelta se si vuole un altoparlante Bluetooth con una batteria che dura alla pari con quella di iPad, o una soluzione dal suono eccezionale per essere così piccola.
Questo sistema audio le ha praticamente tutte giuste. Ue sta per Ultimate Ears, orecchie definitive, azienda acquisita da Logitech nel 2008; Air sta per AirPlay, la tecnologia wireless di Apple per trasmettere suono da iOs e Mac con Mountain Lion. Aggiungiamo un comodo alloggiamento nascosto per iPhone, iPod e iPad; una configurazione brillantemente facile; e audio molto buono. Il totale è chiaro. O lo sarebbe, perché la qualità sonora non si dimostra alla pari con concorrenti di prezzo analogo. Per esempio, Audio Dock Air di Audyssey costa lo stesso, ma ingombra meno e suona meglio (anche se gli manca l’alloggiamento per iPhone). In breve, non è un apparecchio che dispiacerà, ma neanche c’è da saltare sulla sedia. € 349; Logitech; http://xrl.us/bnh7u2
€ 285,81 su WireShop, $ 139; Barnes & Noble;
http://xrl.us/bnh7uj; Jawbone; jawbone.com
barnesandnoble.com
iW2 AirPlay Speaker System di iHome Questo sistema è il seguito del modello iW1 e costituisce il modello di ricevitore AirPlay da battere in economia, pure più piccolo dell’iW1. Sul retro trovano posto il jack dell’alimentazione, quello da 3,5 millimetri per una fonte audio ausiliaria, una porta Usb, una Ethernet, un pulsante di reset, un Led di stato e un pulsante Network Setup. Collegare il sistema alla rete wireless è indolore, grazie alla app gratuita iHome Set da azionare su un apparecchio iOS collegato via Usb. Per prezzo e dimensioni, il nostro giudizio pende tra buono e molto buono. La differenza più grande con l’iW1 è che il nuovo modello è privo di batteria ricaricabile, guadagnando in dimensioni.
Come stiamo ad iPod Prodotto
iPod Touch
$ 199; iHome; ihomeaudio.com (a 207,90 euro su ePlaza, http://xrl.us/bnh7tv)
gigabyte
Voto
Euro
pollici
prestazioni
160
249
2,5" a colori
36 ore di musica 6 ore di video
8
199
3,5" a colori 40 ore di musica (Retina) 7 ore di video
32
299
3,5" a colori 40 ore di musica (Retina) 7 ore di video
64
399
3,5" a colori 40 ore di musica (Retina) 7 ore di video
8
139
di musica 1,5" a colori 245 ore ore di video
16
159
di musica 1,5" a colori 245 ore ore di video
2
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iPod Classic
iPod Nano
iPod Shuffle
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Nessuno
15 ore di musica
Recensioni Hardware accessori per l’audio
Dal vinile all’iPad Soluzioni interessanti situate in punti diversi della… catena sonora
Behringer U-Phono UFO202 Se abbiamo ancora da qualche parte degli LP e vogliamo digitalizzarli, Behringer offre un modo poco costoso per farlo: l’interfaccia audio U-Phono UFO202 USB. In breve si tratta di un compatto convertitore audio USB, in materiale plastico, che contiene un preamplificatore per la digitalizzazione degli LP (ciò significa che funzionerà con qualsiasi piatto o riproduttore di cassette) e supporta audio stereo 44.1 e 48 kHz a una risoluzione di 16 bit. Il prodotto è in grado di catturare segnali a livello di linea, ad esempio da un registratore. L’U-Phono è alimentato attraverso la porta USB del computer, quindi non è necessario alcun alimentatore esterno. Oltre a funzionare con il Mac può anche collegarsi a un iPad 2 o a un iPad di terza generazione attraverso l’iPad Camera Connection Kit di Apple dal costo di 30 euro. L’U-Phono è un buon prodotto, ma non ottimo. Non ha un’opzione per il guadgano di volume e per consentire d’incrementarlo quando viene collegato direttamente a un piatto: ciò significa che dobbiamo affidarci alla qualità del guadagno in ingresso. Purtroppo quello dell’U-Phono non è valido essendo risultato troppo basso nei test. Per la cattura a livello di linea un buon ingresso si appoggia similmente alla potenza dell’output proveniente dal player.
Scosche ieM856md In Ear Monitors
A un prezzo di listino di circa 250 dollari, l’IEM856md di Scosche non è un prodotto economico; si tratta però di auricolari che offrono un suono di effetto e ben bilanciato privo di debolezze evidenti. Trovandoli a un prezzo inferiore, però, come ad esempio su alcuni store online, rappresentano potenzialmente un ottimo affare. Inoltre generano uno dei più impressionanti suoni bassi mai sentiti a tale prezzo. Sebbene gli SE315 di Shure, a un costo simile, potrebbero migliorare il risultato in termini di accuratezza rispetto agli IEM856md, sarebbe difficile trovare l’accuratezza degli SE315 e la dinamicità dei bassi degli auricolari IEM856md senza dover spendere di più. Sebbene l’ergonomia degli auricolari lasci qualcosa a desiderare il suono risulta soddisfacente e piacevole. (Gli IEM856m, bianchi, sono identici in tutto tranne che nel colore). Scosche Industries, www.scosche.com, 250 dollari
Behringer, www.behringer.com, 29 euro
Onkyo SBX-300 iOnly Bass Dock Music System
L’Onkyo SBX-300 iOnly Bass Dock Music System è uno speaker dock funzionante con qualsiasi dispositivo iOS, inclusi tutti i modelli di iPad, iPhone e iPod touch, così come l’iPod classic e l’iPod nano almeno di seconda generazione. L’SBX-300 ha la forma di un prisma triangolare nero con una maniglia integrata di alluminio, lati e base di plastica, e una griglia di tessuto a copertura degli altoparlanti. La tecnologia Super Bass dell’unità propone un audio a bassa frequenza per aggiungere una sostanziale presenza di bassi. Senza il Super Bass abilitato, l’SBX-300 manca di forza mentre quando è abilitato, specialmente al livello 2, i bassi possono suonare un po’ eccessivi, e talvolta distorti. Rimanere sul livello 1 rappresenta quindi un buon compromesso. Nei test la funzione proprietaria Active Bass Control ha fatto un buon lavoro rafforzando la presenza dei bassi sui volumi minori. Onkyo, www.it.onkyo.com, 249 dollari
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Recensioni Software
Gemme Mac Ottimi prodotti per Mac a basso costo
di Dan Frakes
Gestore di file
Hazel 3.0.10 N
onostante l’influsso di iOS su OS X, facciamo ancora il drag and drop dei file da una cartella a un’altra e seguiamo ancora le nostre convenzioni sui nomi dei file. Per questo Hazel è così utile. Questa utility controlla alcuni eventi che riguardano le cartelle sul nostro Mac, per esempio l’aggiunta o la modifica di file. Quando si verificano eventi specifici, Hazel inizia automaticamente azioni che abbiamo definito, come spostare il file in un’altra cartella, rinominarlo o cambiarne l’etichetta. Per configurare Hazel 3 si usa una scheda in Preferenze di Sistema. Sulla sinistra c’è la lista delle cartelle monitorate da Hazel, sulla destra una lista delle regole che abbiamo definito per la cartella selezionata. Quando aggiungiamo una cartella possiamo creare regole in stile Mail, ognuna con condizioni e azioni. Le condizioni comprendono nome, tipo, data di aggiunta e altre ancora. Possiamo anche aggiungere i nostri nomi e attributi di file o cartelle e possiamo specificare condizioni personalizzate usando AppleScript o script della shell. Poi scegliamo un operatore per ogni condizione: è, contiene, è minore di, eccetera. Poi definiamo il valore o i valori da abbinare ad attributo e operatore, per esempio Date Added Is Today (la data di aggiunta è oggi). Possiamo riordinare le condizioni trascinando-
le su o giù nella lista. Poi specifichiamo le azioni che Hazel svolge quando vengono rispettate le condizioni. Queste possono variare dalle classiche (spostare, rinominare, applicare un colore) a quelle meno comuni (lanciare AppleScript, lanciare un flusso di lavoro di Automator, lanciare uno script della shell). Tra le azioni aggiunte di recente c’è la possibilità di importare foto in Aperture o sincronizzare cartelle, e nuove opzioni aiutano Hazel a gestire i file duplicati.
Hazel può anche rinominare documenti usando i token di Spotlight. A volte si deve procedere a lungo per prove ed errori per arrivare a far fare a Hazel esattamente quello che vogliamo. Ma se siamo disposti a investire un po’ di tempo all’inizio ci ritroveremo con un disco più pulito e organizzato quasi senza alcuno sforzo. Dan Miller 25 dollari; Noodlesoft; www.noodlesoft.com
Vpn facile
Cloak 0.9.22 M
olte reti Wi-Fi pubbliche sono tutt’altro che sicure: sono bersagli privilegiati di hacker e ladri di identità. Una rete privata virtuale (Vpn, Virtual private network) cifra il traffico Internet e aiuta a tenere al largo i malfattori. Se la nostra azienda non fornisce una Vpn, Cloak è una soluzione semplice che non richiede di smanettare con Preferenze di Sistema e impostazioni misteriose. Il menu a livello di sistema di Cloak permette di collegarci e scollegarci manualmente dai server Ssl o Tls del servizio, ma la funzione principale dell’utility è che tiene d’occhio l’attività Wi-Fi: ogni Gratuito; Bourgeois Bits; getcloak.com
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volta che nota che ci siamo collegati a una rete che non richiede una password, attiva la nostra Vpn. L’utility Cloak è gratuita. Il servizio Cloak, che fornisce la Vpn, è gratis fino a 1 GB di dati o due ore di uso al mese. L’azienda offre anche piano senza limiti di tempo per 20 GB (8 dollari) e 50 GB (15 dollari) di dati al mese. Gradiremmo una documentazione migliore e la possibilità di inserire specifiche reti Wi-Fi in whitelist e blacklist. Ma se stiamo cercando un servizio Vpn senza problemi per il nostro Mac, Cloak è una scelta raccomandata. David Chartier
Recensioni Software App per scrivere
WriteRoom 3.1 W
riteRoom spicca tra i molti editor di testo pensati per evitare distrazioni perché offre un numero relativamente alto di opzioni per configurare l’ambiente di scrittura. Come altre app focalizzate sulla scrittura, WriteRoom offre una visualizzazione di base, uno sfondo grigio chiaro con testo nero senza grazie e senza barre degli strumenti o pulsanti. Possiamo però cambiare font, dimensione, giustificazione e a capo, oltre al numero di caratteri per riga. Possiamo anche attivare funzioni come lo scorrimento “typewriter”, che mantiene la riga su cui stiamo scrivendo in mezzo allo schermo), l’evidenziazione delle righe e la visualizzazione di caratteri invisibili. Possiamo anche applicare temi, cioè combinazioni di font, colori e sfondi. Ce ne sono già alcuni; possiamo scaricarne altri dal sito di WriteRoom o crearne di nostri. WriteRoom comprende anche la modalità a pieno schermo per completare l’esperienza di scrittura senza distrazioni. Stranamente, però, a pieno schermo il testo diventa bianco su sfondo grigio scuro. Possiamo creare e modificare documenti nei formati di testo o Rich Text. La possibilità di applicare stili al testo e visualizzarli (anziché vedere solo dei tag) rende WriteRoom più flessibile di altri programmi simili. WriteRoom fornisce anche le statistiche del documento: conteggio di parole, righe e pagine, tempo di lettura e altro. Si sincronizza con la versione per iOS del programma via Dropbox. Se vogliamo uno strumento minimalista per scrivere, WriteRoom ha probabilmente tutte le funzioni che ci servono e ci permette di personalizzare il nostro ambiente o scrivere e basta. Kirk McElhearn
10 dollari; Hog Bay Software; www.hogbaysoftware.com
Lettore di ebook
Bookle 1.0.5 È
7,99 euro; Stairways Software; www.stairways.com
facile leggere un documento in formato ePub su iPad o iPhone, ma farlo su Mac è più difficile. Bookle punta a semplificare l’impresa fornendo agli utenti un modo per leggere e organizzare i propri ebook. Bookle supporta lo standard ePub usato da iBooks sui dispositivi iOS e da Nook, anche se non supporta i file protetti da Drm (digital rights management). L’app è divisa in due pannelli che ci permettono di vedere a sinistra una lista dei nostri libri e i titoli dei capitoli del libro selezionato, che viene mostrato a destra. Apriamo un libro (e al tempo stesso lo aggiungiamo alla libreria di Bookle) trascinandolo sull’icona dell’app nel Dock p scegliendo File > Open. Bookle crea una copia del libro nella propria libreria di modo che sia facile ritrovarlo in futuro. L’app salva anche il punto in cui siamo arrivati a leggere in tutti i libri che apriamo. Sotto la lista della libreria l’app mostra capitoli e sezioni del libro selezionato: possiamo aprirli cliccandoli. Quando leggiamo un capitolo Bookle lo mostra in una pagina da scorrere; per andare avanti basta toccare la barra spaziatrice o cliccare il pulsante di avanzamento nella barra degli strumenti. Possiamo anche passare da un capitolo all’altro usando un movimento in orizzontale con due dita. Possiamo personalizzare font, dimensione e sfondo di ogni libro. Attualmente non c’è modo di cercare o aggiungere note, ma per il resto Bookle funziona bene Serenity Caldwell
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Recensioni Software Note sincronizzate
Editor di testo
Scrawl 1.1.1
Smultron 4
S
U
crawl prende note sincronizzate su tutti i nostri Mac che usano iCloud. Facciamo clic sull’icona della matita e appare una piccola lista di note che fluttua sopra le altre applicazioni. Clicchiamo sul pulsante più (+) per creare una nuova nota poi scriviamo o incolliamo il contenuto (solo testo). Per modificare una nota basta cliccarla due volte. Scrawl usa la funzione di salvataggio automatico e sincronizza tutti gli altri Mac o account configurati con lo stesso account iCloud. Abbiamo quindi sempre le stesse note ovunque. Scrawl supporta note illimitate e un campo permette di cercare nel loro contenuto. Le note più recenti sono in testa alla lista e le preferenze dell’app permettono d’invertire l’ordine. Purtroppo non c’è modo di ordinare le note alfabeticamente o per data e ora di modifica, anche se possiamo trascinare le note a mano nella lista. Possiamo anche cambiare la dimensione della finestra e decidere se la finestra semitrasparente debba sfocare quello che sta sotto o mostrarlo chiaramente. Scrawl, inoltre, è utile anche per conservare temporaneamente dei testi che vogliamo usare in seguito. Se non usiamo una utility per l’espansione del testo possiamo usare Scrawl per conservare frammenti che usiamo spesso. Un aspetto comodo è che quando visualizziamo una nota possiamo vedere data e ora dell’ultima modifica. Scrawl è piuttosto limitato, e anche alcune funzioni (come le scorciatoie da tastiera) non sono ovvie. Ci piacerebbe anche poter togliere la finestra a comparsa di Scrawl dalla barra dei menu per poterci lavorare mentre lavoriamo con un’altra app. Ma è comunque una delle prime app per note che funziona con iCloud, ed è semplice da utilizzare.
n editor di testo economico che offre molte funzioni utili agli sviluppatori, come colorazione della sintassi, possibilità di commentare il testo, snippet per i tag più usati, autocompletamento. Ma è anche un editor di testo leggero per chiunque componga testo. Smultron lavora su testo puro: niente grassetto, corsivo e sottolineato, niente immagini, niente esportazione in Rtf. Tuttavia, se usiamo Smultron per scrivere in Html o Markdown, la finestra di anteprima permette di vedere la resa finale del codice, compresa la formattazione. Smultron supporta la modalità a schermo pieno, anche se, diversamente dalla maggior parte degli editor, possiamo scegliere di vedere la barra degli strumenti in alto e a una barra in basso con il conteggio di parole e caratteri. Possiamo regolare la larghezza della sezione di testo a pieno schermo e il colore di sfondo del documento, ma non lo sfondo in tessuto ai lati del documento. La palette Documents è utile. Questa piccola finestra fluttuante mostra i documenti aperti e permette di passare dall’uno all’altro con un clic. Possiamo anche aprire documenti trascinandoli sulla palette. Ogni documento ha una sua finestra separata, un approccio più confuso rispetto all’uso di schede o di una barra laterale. Avere ogni documento in una finestra separata, francamente, sa un po’ di XX secolo. C’è il supporto per iCloud, che permette di accedere agli stessi documenti su tutti i nostri Mac (e sui dispositivi iOS) e tenerli sincronizzati. Smultron è potente, poco costoso e facile, anche se soffre un po’ con molti documenti aperti tutti insieme, Smultron è una buona scelta, anche se il programma dovrebbe ispirarsi al suo predecessore nella gestione di più file. Kirk McElhearn
1,59 euro; PAD Software; allendunahoo.com
3,99 euro, Mac App Store; peterborgapps.com
Rivelatore per la barra dei menu
AccessMenuBarApps 2.4 S
e usiamo molte applicazioni e menu che depositano un’icona dentro la barra dei menu grafici di OS X, soprattutto se abbiamo uno schermo piccolo, sappiamo che i menu delle applicazioni spesso nascondono alcune di queste icone. AccessMenuBarApps è una semplice utility con un unico piccolo menu. Quando passiamo ad AccessMenuBarApps, possiamo vedere tutte queste icone. A differenza di altre utility simili, AccessMenuBarApps offre diversi modi di attivazione, oltre al Dock e a ComandoTab. Possiamo per esempio configurare una scorciatoia da tastiera, ma conviene usare due
Gratuita; Ortisoft; ortisoft.de
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gesti: il primo è spingere il puntatore due volte in successione rapida contro il bordo superiore dello schermo. Può sembrare strano, ma nella pratica funziona bene: due colpetti verso l’alto, si svelano le icone della barra dei manu e il puntatore è già lì. Il secondo gesto consiste nel portare il puntatore nella parte alta dello schermo e poi spingerlo verso l’alto. AccessMenuBarApps si attiva dopo avere spinto per una certa distanza, configurabile nelle preferenze. Possiamo anche decidere se questi gesti debbano funzionare lungo tutta la barra o solo in una parte. AccessMenuBarApps offre due funzioni che ci
aiutano a capire come si usa. L’utility produce dei suoni quando spingiamo contro la parte alta dello schermo e può mostrare un segnale visivo, una barra viola lungo la cima dello schermo, quando il puntatore la tocca. Una volta che ci si abitua a usare AccessMenuBarApps possiamo disabilitare una di queste funzioni, o entrambe. Grazie a queste funzioni, AccessMenuBarApps non sembra tanto un’app con un solo menu cui fare ricorso per vedere tutte le icone nella barra, quanto piuttosto un’utility intelligente che ci fornisce modi diversi di visualizzare tutta la nostra barra dei menu.
Recensioni Hardware e Software finanze
Business Accountz 2012 Gestiamo le finanze della nostra azienda in modo semplice e veloce di David Bradforth
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Contro Si collega a un servizio di terze parti per gli stipendi anziché gestirli in proprio
i sono tre versioni di Business Accountz: Basic, Professional ed Enterprise. Ognuna si rivolge a bisogni specifici di aziende diverse. Basic va bene per aziende individuali o piccole, Professional è adatta alle aziende in crescita, Enterprise si rivolge alle aziende più grandi. Nella versione 2012 ci sono due modi per lavorare con l’applicazione: possiamo usare Rapid Data Entry, che è adatta agli utenti più esperti, o usare il nuovo Eazy Button. Con un clic su Eazy Button si apre una griglia 16 x 16 con sette intestazioni: Buy/Pay, Sell, Bank, Report, Set Up, Tax e Tax/Year End. Ognuna di esse porta a una serie di pulsanti che svolgono una funzione specifica in relazione al resto dei nostri conti. Sulla pagina Buy/Pay possiamo aggiungere o rimuovere un fornitore, acquistare un veicolo aziendale, acquistare prodotti da rivendere
Facile è meglio Con Business Accountz è facile gestire le finanze aziendali: basta un clic per accedere a quello che ci serve.
e altro ancora. Ogni pulsante si riferisce direttamente a quel singolo aspetto del nostro bilancio e ci permette di svolgere quella funzione specifica, di solito con tre o quattro schermate. È facilissimo, allontana l’attenzione dalla tecnologia per rivolgerla a quello che dobbiamo fare. Nella versione Enterprise ci sono alcune aggiunte. Supplier Tracking permette di tenere traccia dei prodotti acquistati da un certo fornitore e dei relativi pagamenti. Purchase Orders serve a creare ordini di prodotti direttamente dal bilancio per non dover reinserire i dati. Con Automated Entries possiamo configurare le transazioni regolari, in entrata
o in uscita. Per gli stipendi si collega a un servizio di terze parti, ma la stretta integrazione del pacchetto, puntata su Eazy Button, ci lascia tempo a sufficienza per gestire anche quell’aspetto.
Il consiglio di Macworld Business Accountz ha sempre puntato a trascurare la terminologia specifica per consentire un accesso più rapido alle informazioni relative ai nostri soldi. Con Eazy Button, Business Accountz è ora il modo più rapido per gestire i nostri soldi. È multipiattaforma, il supporto è gratuito e i risultati appaiono in un formato comprensibile al nostro contabile.
fotocamera compatta
Nikon 1 J1
Intercambiabile La J1 è la prima fotocamera Nikon compatta con obiettivi intercambiabili che offre ottima qualità con un corpo piccolo.
Una compatta a obiettivi intercambiabili a buon prezzo di Gavin Stoker
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a Nikon 1 J1 è la sorella più leggera ed economica della V1, uscita nello stesso periodo. Anche se questo modello non ha la porta espandibile della V1, né un viewfinder elettronico integrato oltre alla sua risoluzione a 460.000 punti e all’Lcd da 3 pollici, il fatto che abbia meno funzioni la rende più adatta a scattare foto con una mano sola, soprattutto se equipaggiata con l’obiettivo pancake 10 mm f/2.8, l’equivalente di un 27 mm nel formato 35 mm. Nikon vanta anche la velocità di acquisizione e processing, grazie a un processore Expeed 3 con velocità superiori a quelle delle reflex professionali. Purtroppo Nikon ha equipaggiato la nostra J1 con uno zoom 3x standard 10-30 mm, più un teleobiettivo 30-110 mm. Con lo zoom più grande abbiamo cercato di evitare l’effetto mosso usando il massimo ingrandimento, e
ciò è più facile con la V1, più pesante e robusta. Gli zoom Nikon integrano la Vibration Reduction, ma nel corpo macchina non ci sono stabilizzatori d’immagine, come per esempio nella serie Pen della concorrente Olympus. Altre concorrenti sono le Pentax Q, la Sony NEX-C3, le Samsung NX e la Panasonic Lumix DMC-GF3, nei confronti delle quali la J1 se la cava bene dal punto di vista dello stile. Come la V1, anche la J1 ha una risoluzione effettiva di 10,1 megapixel grazie a un sensore da un pollice. Ha anche funzioni insolite, come Motion Snapshot, che registra un breve clip video insieme a un’immagine e poi li riproduce insieme in un montaggio accattivante. Mancano però alcuni filtri per gli effetti digitali, come la miniaturizzazione o la stenoscopia, che si trovano nella maggior parte delle concorrenti.
Nikon www.nikon.it 529 euro con obiettivo 10-30 mm
Pro Piccola e leggera; obiettivi intercambiabili; acquisizione e processing
Il consiglio di Macworld Se scegliamo il corpo macchina e l’obiettivo da 10 mm, come raccomandiamo, la J1 è la fotocamera perfetta da mettere in tasca per l’uso quotidiano. L’abbiamo usata più della V1, più costosa. Se ci costruiamo un’immagine nella mente, è molto probabile che con la J1 riusciremo a catturarla proprio come la volevamo.
molto rapidi; menu semplici; funzioni uniche, come Motion Snapshot
Contro Il corpo leggero soffre un po’ se si usano obiettivi pesanti; non c'è nessuna porta espandibile per eventuali accessori
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Recensioni Software
Guida alle app
Quali sono le migliori app per iOS? Nessuno lo sa. Sono 650.000, nessuno le può provare tutte, ma segnalare le buone sì!
PRODUTTIVITÀ
PDFpen 1.1 A
rrivato forse in ritardo alla festa dei reader ed editor PDF per dispositivi iOS, PDFpen porta comunque su iPad tutto lo smalto dello strumento di editing Mac PDF di Smile Software. Possiamo spostare documenti dentro e fuori della app con semplicità avendo a nostra disposizione le funzionalità standard di evidenziazione, sottolineatura e barrato. PDFpen emerge dal gruppo con le sue librerie di oggetti già pronti, simboli per la correzione di bozze e altri elementi di uso frequente che rendono più semplice l'editing di un PDF. Il suo prezzo è elevato se comparato con quello delle app rivali iOS, ma la sua integrazione con la versione Mac e l'interfaccia amichevole rendono la app uno scaricamento conveniente. — Brian Beam iPad | 4/5; € 11,99; Smile Software
PRODUTTIVITÀ
GIOCHI
Byword 1.0.3 C
ome la sua controparte Mac la versione iOS di Byword è un semplice editor di testi e Markdown, con diverse caratteristiche indirizzate agli utenti mobili. Una griglia di pulsanti, a sezioni di tre, posta sopra la tastiera ci consente di applicare rapidamente la formattazione Markdown e di accoppiare caratteri al nostro testo; frecce direzionali semplificano la navigazione dei documenti. La app propone varie strade per esportare testo. E mentre il numero limitato di font potrebbe dimostrarsi un problema per alcuni utenti, la capacità di Byword di sincronizzarsi con iCloud e Dropbox lo rende un editor di testi iOS versatile per chiunque lavori con file di testo o Markdown. — Kirk McElhearn iPhone/iPad | 4/5; € 2,39; Metaclassy
GIOCHI
Kinectimals I
n Microsoft Kinectimals c'è tutto il divertimento di far crescere ed addestrare un piccolo cucciolo di felino senza dover cambiargli la lettiera o rischiare di essere graffiati. Il tutto con l'adattamento di un gioco per Xbox 360 ai controlli touch di iOS. Usando le gesture possiamo insegnare ai nostri cuccioli — che vanno da un leone africano a una tigre reale del Bengala — ad eseguire numeri quali balzi all'indietro, giravolte e fare il morto. Il superamento delle sfide ci fa guadagnare esperienza, il che sblocca cuccioli ancora più esotici e consente di ottenere monete da spendere per fare le coccole al nostro 'micio'. Adulti e bambini più grandi potrebbero trovare la sfida poco impegnativa ma il gioco è dannatamente carino e probabilmente piacerà ai più giovani. — Dan Moren iPhone/iPad | 3,5/5; € 2,39; Microsoft
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Madcoaster 1.3 I
n Madcoaster abbiamo il compito di mantenere in pista un piccolo ottovolante mentre si sposta su un percorso pericoloso. Un tap fa sì che la nostra carrozza salti per colpire un obiettivo, oppure raccogliere bonus ed evitare interruzioni di percorso. E' un concetto di gioco in sé esile ma un forte sistema di traguardi che sbloccano nuovi livelli, sfide e aggiornamenti rende il tutto più rigiocabile di quanto potremmo pensare. Madcoaster offre di fatto semplici soddisfazioni in brevi sessioni di gioco, con nuovi obiettivi che inducono a ritornarvi. — Chris Holt iPhone/iPad | 4/5; gratuita; Chillingo
Recensioni Software
App Gemme Grandi giochi aggiornati Jetpack Joyride 4,5/5 Un recente aggiornamento ha migliorato la grafica di questo gioco di voli e spari. Da vedere anche: Cut The Rope 4,5/5
Plants vs Zombies 3,5/5
UTILITY
Measured 1.2 I
l nostro iPhone è anche in grado di sostituire il metro, grazie a Measured, una applicazione che ne sa utilizzare la telecamera e l'accelerometro integrati allo scopo di registrare distanze e dimensioni. Dopo aver calibrato l'applicazione, scattiamo una foto dell'oggetto da misurare, allontaniamoci attentamente ad almeno un terzo della distanza da quell'oggetto e quindi scattiamo un'altra foto. Quindi potremo usare le due foto per misurare larghezza e altezza. Il processo inizialmente è un po' complicato ma i risultati sono sorprendentemente accurati, nell'ordine di poche decimi di centimetro quando viene calibrato propriamente il telefono. — Karissa Bell iPhone | 3,5/5; € 2,39; Hollingtech Software
produttività
Wunderkit 1.0.2 A
lcuni strumenti di produttività si impantanano troppo nei dettagli mentre Wunderkit rende al contrario semplice il lavoro sui progetti. La app ci permette di invitare colleghi su Facebook, Twitter, e i contatti sull'iPhone a partecipare a spazi di lavoro che abbiamo creato per i progetti. Poiché il servizio è basato su clou possiamo metter giù il telefono e lavorare su un computer quando è il momento di occuparci di operazioni che necessitano di uno schermo più grande. — Joel Mathis
ORGANIZZAZIONE
Smartr Contacts 1.5.50 C
App essenziali Libri per bambini
Alcuni volumi per bambini ottimizzati per iOS
»
»
iPhone | 4/5; gratuita; Xobni
iPhone | 3,5/5; gratuita; 6 Wunderkinder
»
on Smartr Contacts, lo sviluppatore Xobni promette un indirizzario che fornisce informazioni di contatto per “tutte le persone con cui abbiamo mai comunicato”. Una promessa estrema che Smartr Contacts si avvicina a mantenere, combinando i contatti sull'iPhone coi dati estratti da account email e social network. Oltre a centralizzare le informazioni di contatto, la app presenta anche funzioni analitiche: un pratico grafico ci mostra quanti contatti abbiamo avuto con una particolare persona nell'ultimo anno. Smartr Contacts elenca anche ogni evento di email e calendario che include il nome di un contatto e possiamo vedere al volo tutti quelli avvenuti di recente con ciascuno. — Joel Mathis
The Fantastic Flying Books
dr. Seuss’s ABC
Don’t let the Pigeon run this app!
of Mr. Morris Lessmore
Questo fedele adattamento
La storia la creiamo noi, in questo
La versione iOS di questo cortometraggio
di un classico dei libri cartonati
deiicato e irresistibile adattamento
vincitore di un Oscar è un piacere da leggere.
ha un bellissimo aspetto su iPad.
dei libri di Mo Willems.
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Cover Flow
Al lavoro
con iPad Le migliori app per lavorare con iPad
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a domanda non è se possiamo lavorare davvero con iPad. Dato che lo facciamo tranquillamente e ne abbiamo parlato con lettori che lo fanno, sappiamo che lo si fa già. La domanda è quale tipo di lavoro possiamo fare. Email, navigazione web: questo sappiamo di poterlo fare. Ma i lavori da ufficio più pesanti, come modificare documenti di Microsoft Office? E quanto è efficiente il flusso tra iPad e Mac e ritorno? Quanto è facile tenere davvero sincronizzati i documenti di lavoro indipendentemente dal dispositivo che usiamo per gestirli? Sono queste le domande cui abbiamo cercato di rispondere quando abbiamo chiesto ad alcuni collaboratori di Macworld di esaminare le app professionali per iPad. Abbiamo incaricato Joe Kissell di studiare le alternative per gestire i documenti di Office sul tablet (e ce ne sono più di quante si pensi). Abbiamo chiesto a Lex Friedman di verificare lo stato della sincronizzazione con servizi come Dropbox e Box: è un settore in continua evoluzione e gli strumenti continuano a migliorare. E abbiamo chiesto a Tony Bradley di provare alcune delle principali app per partecipare alle videoconferenze (o addirittura per gestirle). Il nuovo display Retina di iPad rende le videoconferenze ancora più simili allo stare nella stessa stanza con i colleghi. A breve termine, iPad non sostituirà Mac come strumento per compiti come il design avanzato o la multimedialità, ma è già in grado di gestire i lavori che ognuno di noi fa ogni giorno, e non solo la posta elettronica.
Foto
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di
Peter Belanger
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Cover Flow
Office su iPad
di
Joe Kissell
N
el bene e nel male, Microsoft Office è lo standard de facto per i documenti in ambito lavorativo. Ma cosa possiamo fare se dobbiamo lavorare su documenti di Word, fogli di Excel o presentazioni di PowerPoint ma vogliamo usare un iPad come macchina portatile? Grazie e un numero crescente di app potenti, possiamo modificare i documenti di Office sul tablet di Apple.
iWork La scelta naturale ricade sulle app di iWork: Pages, Numbers e Keynote (7,99 euro
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ciascuna). Possono importare ed esportare documenti nei formati corrispondenti di Microsoft Office e offrono strumenti potenti e facili da usare per creare e modificare file. Tuttavia, è come minimo scomodo scambiarsi file tra un Mac (o un PC) e un iPad se questi file sono nei formati di Office. E quando importiamo un file di Office o esportiamo un file di iWork in formato Office perdiamo formattazione, cronologia delle modifiche e altri attributi. Se ci accontentiamo di avere i documenti di Office in formato iWork dopo l’importazione e rinunciamo alla formattazione che non è
supportata, iWork è probabilmente la scelta migliore. Ma se la facilità di trasferimento e la fedeltà all’originale sono una priorità, serve un’altra soluzione.
Google Documenti Una delle alternative è usare Google Documenti (docs.google.com). È una piattaforma comoda, che non richiede altro software se non un browser web, fornisce backup e versioni in automatico e semplifica la condivisione dei file. Purtroppo, Google Documenti non è un granché su iPad. Per cominciare, come iWork, Google Documenti perde parte della formattazione del documento quando lo importiamo per la modifica. Inoltre, quando apriamo Google Documenti su iPad, Google ce ne fornisce la versione mobile (per documenti di testo): è una versione che permette di modificare il testo ma non ha controlli di formattazione. Se cerchiamo di passare alla versione standard ci ritroviamo con un’interfaccia poco funzionale. Allo stesso modo, con la versione mobile di Google Fogli di lavoro possiamo modificare i valori delle celle, aggiungere righe e cambiare l’ordinamento, ma se passiamo alla vista stile desktop molti controlli non sono più utilizzabili. Le presentazioni di Google sono sempre in sola lettura con Safari su iPad. Se creiamo documenti con Google Documenti o
carichiamo file da Mac e li salviamo nel nostro account Google Documenti, possiamo usare gli editor nativi incorporati in una delle molte app di terze parti per iPad che si collegano direttamente a Google Documenti. Per esempio, l’ultima versione di GoDocs, di Light Room (3,99 euro, http://xrl.us/bnfmjk), permette di passare facilmente fra la vista standard di Google Documenti e la versione mobile e, al contrario di Safari, supporta la digitazione nella vista desktop.
Suite per ufficio Ci sono diverse suite integrate per ufficio per iPad, con strumenti per word processing, fogli di calcolo e presentazioni. Fra i migliori esempi ci sono Documents To Go Premium di DataViz (13,99 euro, http://xrl.us/bnfmkd), Office2 HD di Byte Squared (5,99 euro, http://xrl.us/ bnfmkh), Quickoffice Pro HD di Quickoffice (15,99 euro, http://xrl.us/bnfmkm) e Smart Office 2 di Picsel (7,99 euro, http://xrl.us/ bnfmkq). Tutte possono gestire documenti di Word, Excel e PowerPoint, e tutte offrono
collegamenti diretti a servizi cloud, tra cui Google Documenti e Dropbox, semplificando il compito di trasferimento dei documenti. Le prime tre inoltre mantengono quasi tutta la formattazione e le caratteristiche del documento nel passaggio tra Office su Mac ad iPad e viceversa. Smart Office lascia intatta la maggior parte degli elementi di un documento, ma rimuove alcuni aspetti, come bordi e sfondi dei paragrafi, cronologia delle modifiche e commenti, quando salviamo il documento. Ecco un confronto tra queste suite rispetto alla gestione dei diversi tipi di documento Office. Word processing Ogni app offre una buona gamma di controlli di formattazione per i documenti di testo, come font, dimensione, stile, colore di testo ed evidenziazione, allineamento, rientri e liste puntate e numerate. Al di là di questo, si differenziano abbastanza. Documents To Go Premium mostra alcuni elementi importati, come grafici e tabelle, ma non ne permette la modifica. Altri elementi, tra cui gli stili con un nome, non appaiono ma vengono conservati salvando
i documenti importati (anche se non si possono applicare questi stili al testo). L’app offre anche la regolazione dello spazio tra i paragrafi e le funzioni di ricerca e sostituzione e conteggio parole. Office2 HD ha molti controlli di modifica e formattazione. Possiamo regolare lo spazio tra paragrafi, creare più colonne, aggiungere e modificare tabelle e grafici, impostare interruzioni di pagina, colonna e sezione, impostare margini e tabulatori, aggiungere note a fine pagina e fine testo, controllare l’ortografia e contare le parole. Ha strumenti integrati per gli stili, ma non funziona con stili integrati nei documenti importati. Le altre due app non hanno molte funzioni extra. Quickoffice Pro HD ha opzioni di conteggi parole e ricerca e sostituzione. Smart Office 2 permette di aggiungere immagini e può cercare ma non sostituire nel testo. Fogli di calcolo I fogli di calcolo di tutte queste app da ufficio permettono di regolare i font, il colore del testo, l’allineamento e il formato dei numeri, e hanno parecchie funzioni integrate. Ma le differenze tra loro Keynote Se vogliamo intervenire su ogni parte di una presentazione, comprese le transizioni, Keynote è la scelta migliore.
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Cover Flow
Office2 HD Si tratta dell’unica suite per iPad che permette di applicare stili con un nome.
sono maggiori rispetti a quelle che ci sono tra i word processor. Il foglio di calcolo di Documents To Go Premium è funzionale ma non eccezionale e non sfrutta l’interfaccia touch di iPad. L’app permette di cercare e ordinare i dati, ma non mostra i grafici né unisce le celle. Possiamo importare un foglio di calcolo con funzioni non supportate, ma a quel punto il file è di sola lettura. Office2 HD ha molte funzioni per i fogli di calcolo, oltre a un’interfaccia ben disegnata. Consente di ordinare i dati ma, al contrario di Documents To Go Premium, permette anche di unire le celle e cambiare i bordi. Ha però un serio svantaggio: anche se mantiene la maggior parte delle funzioni nei documenti importati, non ne conserva i grafici. Con Quickoffice Pro HD è più facile selezionare e modificare rispetto alle altre app, e possiamo anche cercare e sostituire. Non mostra i grafici dei fogli di lavoro importati, ma li conserva quando salviamo. Per il resto è un’app piuttosto di base: per esempio, non ci sono i bordi delle celle, la fusione tra le celle e l’ordinamento dei dati. Smart Office 2 ha un’interfaccia utente piuttosto goffa anche per fare cose semplici come inserire funzioni matematiche, e le prestazioni sono a tratti lente. Le manca, come a Quickoffice Pro HD, il supporto per bordi, fusione e ordinamento; ha la funzione di ricerca ma non di sostituzione. Anche se non si possono aggiungere nuove tabelle, mostra quelle presenti nei fogli importati. Oltre a
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ufficio di cui stiamo parlando offrono alcune funzioni per le presentazioni e possono anche andare bene. Tutte permettono d’inserire, duplicare, cancellare e riorganizzare le diapositive delle presentazioni PowerPoint, e tutte riproducono le presentazioni, anche se senza alcuni effetti, transizioni o animazioni. Documents To Go Premium permette di modificare solo il testo delle presentazioni PowerPoint importate: non possiamo alterare formattazione, layout, grafici ed elementi visuali. Office2 HD consente di modificare, formattare e allineare il testo, ma, stranamente per uno strumento per le presentazioni, non ha liste, né puntate né numerate. Possiamo aggiungere forme e grafici, spostare gli elementi di una slide tra sfondo e primo piano e mettere come sfondo un’immagine o un colore. Quickoffice Pro HD permette di modificare gli attributi di testo (anche le liste puntate), aggiungere immagini e forme e riorganizzare gli elementi, ma non possiamo cambiare lo sfondo di una slide. Smart Office ha capacità di modifica simili a quelle di Quickoffice Pro HD, ma, come per i fogli di calcolo, risponde lentamente.
Chiediamoci se i nostri documenti dovranno viaggiare avanti e indietro fra iPad e Microsoft Office queste app integrate occorre citarne altre due per iPad pensate specificamente per i fogli di lavoro, ma non per i documenti di Word e PowerPoint. Documenti 2 di Savy Soda (1,59 euro, http://xrl.us/bnfz7a) si collega a Google Documenti ma durante l’importazione rimuove tutta la formattazione e offre solo opzioni minime di formattazione e qualche formula. Mariner Calc di Mariner Software (4,99 euro, http://xrl.us/bnf3jo), al contrario, ha parecchie funzioni e legge e scrive file Excel (solo .xls, non .xlsx). Tuttavia non si collega a servizi nella nuvola per trasferire i file e non conserva tutta la formattazione quando salva fogli importati. Presentazioni Anche se ci sono numerose buone scelte per gestire documenti Word ed Excel su iPad, non c’è niente che regga il confronto con Keynote per la gestione delle presentazioni PowerPoint. Anche se durante l’importazione toglie definitivamente alcune funzioni non supportate, Keynote offre molto più controllo sulle presentazioni di qualunque altra app attualmente disponibile per iPad. Detto questo, le quattro app per
Tirando le somme Se dobbiamo modificare documenti di Office su iPad, chiediamoci in primo luogo se dovranno viaggiare avanti e indietro fra iPad e Microsoft Office. Se non è necessario, le app di iWork forniscono la migliore esperienza d’uso. Se dobbiamo mantenere la compatibilità con Office e vogliamo un’app nativa, molto dipende dal tipo di documento che dobbiamo modificare. Per i documenti di Word il netto vincitore è Office2 HD. Per i fogli di calcolo Excel; se non dobbiamo importare documenti che contengono grafici, la scelta migliore è di nuovo Office2 HD, ma se invece è essenziale mantenere i grafici sceglieremmo Quickoffice Pro HD, che è un po’ più semplice da usare rispetto a Documents To Go Premium. E per le presentazioni PowerPoint il meglio è di gran lunga Keynote, ma fra le app da ufficio propenderemmo per Quickoffice Pro HD (e per un’ulteriore scelta, vedi “Windows su iPad”). Joe Kissell è senior editor di TidBits e autore dell’ebook Take Control of Working with Your iPad, seconda edizione (TidBits Publishing, 2011).
Windows su iPad
Oltre ad iWork, Google Documenti e le suite da ufficio di terze parti, c’è un’altra opzione per modificare documenti di Office su iPad: collegarsi a un server Windows remoto da iPad e far girare in remoto la versione Windows di Office. Possiamo farlo con tre servizi, ognuno dei quali ha un’app iOS: CloudOn (site.cloudon.com), Nivio (us.nivio.com) e OnLive Desktop (desktop.onlive.com). Ecco il confronto
CloudOn CloudOn (completamente gratuita) non si collega a un desktop Windows remoto, come invece fanno Nivio e OnLive Desktop. Apre invece un browser di file che ci mostra il nostro account Dropbox o Box. Sopra quella lista ci sono tre icone: una serve a selezionare la vista (lista, icone o una specie di Cover Flow); quella in mezzo fornisce l’accesso alle impostazioni di CloudOn, all’aiuto e a un tutorial; la terza permette di lanciare Word, Excel e PowerPoint. Per aprire una di queste app in CloudOn tocchiamone l’icona o tocchiamo un file formattato per quell’app. Una volta aperte, le app assomigliano molto alla loro controparte per Windows, con il ribbon selezionato nella parte alta dello schermo, le schede per i ribbon al di sopra (Home, Font/Paragrafo, Inserimento e così via) e il documento vero e proprio in basso. CloudOn se la cava bene nell’adattare Office all’interfaccia touch. Tocchiamo il tab corrispondente al ribbon che vogliamo aprire, tocchiamo lo strumento che vogliamo usare e
CloudOn Quando modifichiamo i testi con CloudOn compare una tastiera specifica per Office.
tocchiamo il testo che vogliamo selezionare. Per inserire il testo abbiamo la tastiera standard di iOS con una riga di tasti speciali (Control, Alt, Maiusc ecc.). Quando abbiamo finito tocchiamo una barra nella parte alta dello schermo: CloudOn salva automaticamente il documento e ci riporta al browser dei file, dove possiamo svolgere le operazioni base, come copiare, spostare e rinominare i file.
Nivio Al contrario di CloudOn, Nivio (che offre account gratuiti e a pagamento con diversi livelli) ci dà accesso remoto a un vero desktop Windows da iPad. Si accede al desktop dal browser di iPad o con un’app di terze parti come PocketCloud Remote Desktop di Wyse Technology (gratuita, http://xrl.us/bnf5nx). In qualunque modo accediamo al desktop, possiamo cliccare sull’icona nApps per accedere a oltre 40 programmi Windows, dalle app di Office a software di Adobe, Google e altri. Per la maggior parte sono gratuiti per un periodo di prova, dopodiché i prezzi variano.
Per esempio, le app di Office costano 7,50 dollari al mese ciascuna o 15 dollari al mese per l’intera suite. Se selezioniamo nDrive si apre il browser integrato di Nivio, che mostra i nostri documenti. Per caricare i documenti possiamo usare il link Upload dell’interfaccia Web o l’app nativa per Mac nDrive, anche se nessuna delle due è semplice da usare quanto Dropbox o Box. Nivio ha un intelligente cursore simile a un mouse per iPad: lo si sposta con un dito ma si può cliccare sugli oggetti come con un vero mouse. Il cursore fornisce anche alcune comode scorciatoie per Windows. Nei nostri test Nivio ha sofferto dello stesso ritardo di risposta che affligge molte app per remote desktop: cliccando su qualcosa dovevamo aspettare due secondi o anche di più perché il clic facesse effetto. In definitiva, Nivio ha aspetti interessanti (il cursore, per esempio), ma non rende l’integrazione Mac-iPad fluida quanto dovrebbe.
OnLive Desktop Come Nivio, OnLive Desktop (che, come Nivio, ha piani gratuiti e a pagamento) mette una vera scrivania Windows sul nostro iPad. Ma anziché offrirci tutte le app che offre Nivio, ci dà solo le principali app di Office, cioè Word Excel e PowerPoint, oltre ad Adobe Reader e Internet Explorer. Come con CloudOn, possiamo usare i tocchi standard di iPad per interagire con l’interfaccia Windows o usare la tastiera a comparsa Windows ottimizzata dell’app. Purtroppo alcune funzioni non vanno come ci si aspetterebbe: per esempio non si può passare da un campo all’altro con il tasto Tab. La risposta della tastiera è discreta ma a volte ci sono ritardi. Come nel caso di Nivio, la gestione dei file è goffa. C’è una cartella My Documents (come in Windows) in cui possiamo salvare fino a 2 GB di file delle app di Office. Possiamo caricare e scaricare file in e da quella cartella da un’altra macchina con un browser web. Ma anche se OnLive vanta la compatibilità con Dropbox e Box, in realtà non si integra bene con quei servizi: per modificare un file su Dropbox occorre raggiungerlo usando il browser di OnLive e poi aprirlo con l’app associata o salvarlo nella cartella documenti di OnLive. Se lo apriamo in un’app di Office dobbiamo salvarlo su OnLive, non possiamo salvarlo di nuovo su Dropbox.
Tirando le somme Per ora CloudOn è l’applicazione che funziona meglio tra quelle che portano Windows su iPad. Risponde meglio di OnLive o Nivio ed è più intuitiva; con CloudOn, Office sembra più un’app nativa per iPad rispetto alle altre due. Per modificare documenti di Office, però, tutte e tre offrono soluzioni praticabili, anche se imperfette. Dan Miller
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Cover Flow
I nostri
file ovunque
di
A
Lex Friedman
ccedere agli stessi file da un Mac e un iPad è semplice, ormai, grazie ai servizi di sincronizzazione. Dropbox e iCloud sono forse i più famosi, ma ce ne sono sempre di più e qui ve ne presentiamo alcuni. Mentre scrivevamo sono apparse nuove scelte, tra cui Google Drive, una versione aggiornata dell’applicazione SkyDrive di Microsoft, Quickoffice Connect e Chubby.
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Dropbox Quando installiamo Dropbox per la prima volta su Mac, l’app crea una cartella “Dropbox” con 2 GB gratuiti di spazio di archiviazione (dropbox.com). I file e le cartelle che trasciniamo in questa cartella vengono automaticamente caricati su Dropbox e archiviati sul nostro Mac. Se colleghiamo altri
computer al nostro account Dropbox i nostri file si sincronizzano anche con questi ultimi. L’app Dropbox per iOS (gratuita, http://xrl. us/bngc3y) permette di accedere ai nostri file su Dropbox da iPad. Se serve altro spazio, Dropbox offre piani a pagamento: 10 dollari al mese (99 dollari all’anno) per 50 GB o 20 dollari al mese (199 dollari all’anno) per 100 GB. Mettere file da Mac su Dropbox è semplicissimo: basta salvarli su Dropbox o spostarli nella cartella giusta. Neanche avere questi file su iPad è difficile con l’app per iOS. A sinistra c’è una barra che mostra i nostri file e quattro schede: la nostra cartella Dropbox, Favorites, Uploads e Settings. Il pannello più grande a destra mostra le anteprime dei documenti il cui formato è gestito nativamente da iOS, come i file musicali o video, documenti di Microsoft Office e Pages, Pdf e immagini. Se abbiamo installato app che possono aprire o modificare i file nella nostra cartella Dropbox, l’app ci permette di decidere se aprirli in quelle app. Se un file è contrassegnato come Favorite viene salvato localmente sul dispositivo e possiamo accedervi anche quando siamo offline. L’app Dropbox cerca di salvare la versione più recente, ma occorre intervenire manualmente: prima di uscire dall’app, se sappiamo che non avremo una connessione e dovremo accedere
ai nostri Preferiti, tocchiamo il pulsante Update All. La scheda Uploads ci permette di sincronizzare foto e video dal Rullino foto di iPad con Dropbox. Settings contiene opzioni per scegliere la qualità di caricamento di immagini e video, un blocco con password per maggiore sicurezza e la quantità massima di spazio locale che l’app può sfruttare. Possiamo condividere file dall’interno dell’app selezionandoli e toccando il pulsante appropriato; possiamo copiare un’Url condivisibile negli appunti e comporre un’email con quell’Url. Ci sono moltissime app che offrono l’integrazione con Dropbox: per esempio è difficile trovare un editor di testi per iPad che non ce l’abbia.
usare l’app Box per caricare foto e video e aprire file compatibili in altre app per iOS. L’app comprende anche un’opzione per salvare commenti insieme ai file, che possiamo poi vedere nell’app e sul Web. Trasciniamo verso il basso la lista dei file e rilasciamo per aggiornarla. Una scheda Updates ci offre una vista rapida dei file che abbiamo aggiunto o modificato di recente, e ciò è un punto importante per chi manipola i file di frequente. Le app che offrono il supporto per Box sono molte di meno rispetto a quelle che usano Dropbox, ma ce ne sono comunque diverse (tra cui Quickoffice Pro HD, Documents To Go e NetSuite; su box. com/apps ne sono elencate altre).
È difficile trovare un editor di testi per iPad che non offra l’integrazione con Dropbox Box
SugarSync
Box (box.com) è simile a Dropbox nell’offerta base, anche se per alcuni aspetti Box è superiore. Per esempio, il servizio offre 5 GB di spazio di archiviazione gratuito, contro i 2 di Dropbox. Box però si rivolge soprattutto all’utenza professionale: se vogliamo un account gratuito dobbiamo dichiarare che lo useremo solo per i dati personali. Un account gratuito Box ha diverse limitazioni. Non si possono caricare file oltre i 25 MB (Dropbox non ha limiti), e non è possibile creare gratuitamente una cartella stile Dropbox su Mac: bisogna invece caricare i file trascinandoli nell’interfaccia web di Box o cliccando un pulsante Upload. Non possiamo trascinare intere cartelle su Box ma solo file singoli. Se siamo disposti a spendere, possiamo pagare 10 dollari al mese (o 100 dollari all’anno) per 25 GB di spazio o 20 dollari al mese per 50 GB. In entrambi i casi la dimensione massima di ciascun file è di 1 GB. I prezzi non sono buoni quanto quelli di Dropbox. Per arrivare alla sincronizzazione dal desktop come Dropbox serve un piano aziendale, che costa 15 dollari al mese per utente (con un minimo di tre utenti) e comprende 1.000 GB di spazio e una dimensione massima per file di 2 GB. E l’app per iOS (gratuita, http://xrl.us/bngdit)? È molto simile a quella di Dropbox, con lo stesso layout a due pannelli con i file a sinistra e le anteprime a destra, lo stesso concetto di Preferiti per salvare i file su iPad e la stessa opzione di usare una password per maggiore sicurezza. Come con Dropbox, possiamo
SugarSync assomiglia più a Dropbox che a Box e ha alcuni interessanti vantaggi su entrambe (sugarsync.com). Parliamo per prima cosa dei prezzi. Un account gratuito offre 5 GB di spazio di archiviazione. Tra le opzioni a pagamento ci sono 30 GB a 5 dollari al mese (50 all’anno), 60 GB a 10 dollari al mese (100 all’anno), 250 GB a 25 dollari al mese (250 all’anno) e 500 GB a 40 dollari al mese (400 all’anno). Quando installiamo
SugarSync sul nostro Mac possiamo scegliere quali cartelle da altri computer fargli sincronizzare sulla nostra macchina locale. Come con Dropbox, le icone dei file si aggiornano per mostrare lo stato della sincronizzazione e un’utility nella barra dei menu ci fa vedere cosa sta succedendo. Qui SugarSync ha un vantaggio su Dropbox: consente di scegliere cartelle specifiche sul nostro Mac da sincronizzare. Significa che possiamo per esempio selezionare la nostra cartella Documenti o le immagini di Photo Booth senza dover trasferire queste cartelle in una determinata posizione. Se preferiamo il modello Dropbox, niente paura: SugarSync comprende una cartella chiamata Magic Briefcase, che si comporta proprio come la cartella Dropbox. È un luogo in cui mettere file e cartelle che vogliamo siano sicuramente sincronizzati su tutti i nostri dispositivi. L’app SugarSync, come quelle di Dropbox e Box, ha un’interfaccia a due pannelli. Nonostante la somiglianza visiva, l’app offre diverse opzioni peculiari. La barra laterale elenca diversi dispositivi (tutti quelli su cui abbiamo installato SugarSync), per cui possiamo navigare facilmente tra i file conservati sul Mac desktop, sul portatile o su iPad. Come i suoi concorrenti, SugarSync offre la possibilità di sincronizzare le foto e i video di iPad o di farne un backup. Il pannello a sinistra fornisce accesso rapido a Magic Briefcase, Web Archive e Recent Documents. Vale la pena notare che l’app per iPad di SugarSync è
Dropbox L’app per iOS fornisce le anteprime dei formati di file che iOS gestisce nativamente.
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Cover Flow l’unica tra quelle provate che andava regolarmente in crash, soprattutto quando la riaprivamo poco dopo averla usata.
iCloud La soluzione di archiviazione di Apple si chiama iCloud ed è molto diversa dalle altre soluzioni esaminate. Non c’è un’app iCloud da lanciare su Mac o iPad. Il servizio non crea sul nostro computer una cartella iCloud accessibile all’utente in cui mettere i file da sincronizzare. Possiamo accedere a una cartella iCloud sul nostro Mac, ma Apple informa che non si tratta di una scelta supportata e che potremmo perdere dei dati. iCloud è gratuito con 5 GB di spazio di archiviazione. Con 16 euro all’anno si hanno 15 GB, con 32 euro se ne hanno 25 e con 80 euro all’anno se ne hanno 55. In realtà, iCloud è un mix di funzioni e tecnologie di sincronizzazione con un unico nome. Possiamo usare iCloud per sincronizzare email, promemoria, calendari e contatti fra Mac e dispositivi iOS. Possiamo usarlo per il backup dei dati di iPad e in tandem con iTunes Match, per sincronizzare la nostra musica a 25 euro all’anno. Nessun altro servizio trattato qui offre queste funzioni. Ma iCloud fa la sua parte anche con la sincronizzazione di documenti, come dimostrato dalle app di iWork: Pages, Numbers e Keynote. Su iPad, lavorare con file
Box L’interfaccia dell’app è simile a quella di Dropbox: file a sinistra, anteprima a destra.
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salvati con iCloud è immediato. Su Mac è piuttosto laborioso. Partiamo dalle brutte notizie. Con Lion, le versioni Mac della suite iWork non possono accedere direttamente ai file salvati su iCloud. Mountain Lion, la nuova versione di OS X, permette invece di accedere ai documenti sulla nuvola con un’interfaccia simile a quella della finestra di dialogo Apri familiare agli utenti Mac. Se non abbiamo aggiornato l’Os a Mountain Lion, l’unico modo per aprire o salvare documenti in iCloud su Mac è visitare il sito iCloud (icloud.com). Lì possiamo vedere tutti i documenti salvati nella nuvola per ciascuna app; possiamo scaricarli, duplicarli e cancellarli e possiamo caricarne di nuovi. Se scarichiamo un documento di Pages da iCloud.com e lo modifichiamo su Mac, dobbiamo poi caricare di nuovo la versione salvata sul sito. Con iPad va meglio. Quando lanciamo un’app di iWork su iPad vediamo una panoramica di tutti i nostri documenti salvati su iCloud, ovviamente sempre che abbiamo attivato la sincronizzazione via iCloud. Se non siamo sicuri di averlo fatto andiamo nelle Impostazioni, scorriamo fino all’app in questione e verifichiamo che l’opzione Usa iCloud sia attiva. Quando modifichiamo i documenti su iPad, l’app di iWork salva automaticamente le modifiche e le sincronizza con iCloud. iCloud è diverso dagli altri servizi simili per un aspetto importante: pensiamo di avere due editor di testo su iPad che si
sincronizzano con Dropbox. Ciascuna di queste app può aprire qualunque file di testo salvato lì. Questo non è possibile con iCloud. Al contrario, ogni app ha il suo spazio virtuale dedicato. In altre parole, non possiamo aprire un documento di Pages salvato su iCloud con un’altra app per gestire i testi.
Tirando le somme E allora quale servizio scegliere? Sembra una domanda da un milione di dollari, ma non lo è. Il bello è che non dobbiamo neanche scegliere: possiamo usare insieme tutti questi servizi. E probabilmente dovremmo, dato che nessuno è una soluzione perfetta. iCloud nelle app di iWork è perfettamente integrata su iPad, ma non su un Mac con Lion. Dropbox funziona bene su Mac e l’app per iPad è potente e può inviare documenti a Pages (e a molte altre app), ma, se non usiamo un’app per iPad con l’integrazione con Dropbox, non è facile sincronizzare di nuovo il documento aggiornato con Dropbox. Io uso una combinazione di Dropbox, SugarSync e iCloud. Non uso Box perché trovo frustrante la sua mancanza di un’opzione gratuita per sincronizzare dal desktop. Con tutti questi servizi gratuiti ho spazio in abbondanza per sincronizzare i dati che mi servono e posso scegliere l’opzione migliore caso per caso. Lex Friedman scrive per Macworld.
riunioni in movimento di
L
Tony Bradley
a videoconferenza è un ottimo strumento di lavoro. Permette di incontrare virtualmente colleghi e clienti indipendentemente da dove si trovino. Riduce i costi di viaggio mantenendo i collegamenti importanti tra le persone. iPad, specialmente iPad 2 e il modello più recente, con le sue videocamere, si è dimostrato un ottimo strumento per le videoconferenze. Il nuovo iPad poi, grazie al display Retina, le fa
sembrare ancora più realistiche. Anche molti servizi di videoconferenza hanno app per iPad, ma se ne segnalano tre in particolare: Fuze Meeting HD di FuzeBox, GoToMeeting di Citrix Online e Cisco WebEx Meetings. Tutte e tre possiedono le stesse identiche funzioni di base e ci permettono di coordinare e partecipare a riunioni con il semplice possesso dell’iPad. Ma al di là dell’idea di base ci sono differenze significative.
Fuze Meeting HD FuzeBox offre un periodo di prova di 14 giorni per Fuze Meeting HD, ma poi occorre pagare per guidare le riunioni (www.fuzebox.com). I piani partono da 15 dollari al mese per utente, ma questo piano (Fuze Share) ha un limite di 15 partecipanti a ogni riunione. Il massimo è Fuze Business, che permette fino a 100 partecipanti in simultanea e consente di personalizzare l’interfaccia. Costa 69 dollari al mese per utente. Tutti i piani offrono uno sconto del 20% se si paga per un anno. L’app gratuita Fuse Meeting HD è eccezionalmente facile da usare. Si può iniziare una riunione dall’app stessa e invitare altri a partecipare. Si possono condividere contenuti e usare la videocamera di iPad per una videoconferenza con altri partecipanti. Fuze Meeting HD può chiamare i partecipanti a unirsi alla parte audio della riunione; trasmette l’audio tramite Voice over IP dall’interno dell’app o usando Skype. Alcune cose ci piacciono particolarmente. La funzione di puntatore laser mette un puntino rosso ovunque si trovi il nostro dito su iPad, facilitando il compito di attirare l’attenzione dei partecipanti in aree specifiche. Con Fuze Meeting HD è facile anche trasformare un partecipante in presentatore, permettendogli di presentare
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Cover Flow
Fuze Con quest’app possiamo invitare i partecipanti a unirsi alla parte audio di una riunione.
contenuti e guidare la riunione. Ci piace anche l’integrazione di Fuze con altre app per iPad e con l’archiviazione nella nuvola. Basta premere il pulsante Home su iPad per lasciare Fuze Meeting HD e accedere ai contenuti su Box, Dropbox e altri servizi supportati per condividerli con gli altri partecipanti con un semplice tocco. Possiamo anche condividere foto e video dalla libreria di iPad.
GoToMeeting Come Fuze Meeting HD, GoToMeeting (www. gotomeeting.com) richiede l’impostazione di un account prima di poter ospitare una riunione. GoToMeeting offre un periodo di prova di 30 giorni, dopodiché il servizio costa 49 dollari al mese (o 468 dollari per un piano annuale). C’è anche un piano “personale” poco pubblicizzato che costa 39 dollari al mese, o 348 all’anno, con uno sconto del 25%. Anche pagando c’è comunque un limite di 15 partecipanti. Con l’app GoToMeeting è facile partecipare a una riunione. Basta inserire l’ID della riunione, il proprio nome e un indirizzo email. Possiamo usare microfono e altoparlanti di iPad per l’audio o chiamare da un telefono la linea fornita. Una volta in riunione basta toccare l’icona della videocamera per entrare in videoconferenza. GoToMeeting usa di più il display di iPad per mostrare i contenuti condivisi, ma quando si entra in videoconferenza lo schermo si contrae per fare spazio a una striscia in alto con i partecipanti in video. Possiamo trascinare una
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barra per rendere la sezione videoconferenza più grande o più piccola. Purtroppo, l’app per iPad di GoToMeeting non ha strumenti per iniziare o condurre una riunione dal tablet stesso. In altre parole, possiamo partecipare alle riunioni ma non ospitarle.
Cisco WebEx Meetings Come Fuze Meeting HD, Cisco offre un periodo di prova di 14 giorni (www.webex. com), al termine del quale ci si può abbonare a un piano da 19 dollari al mese con WebEx (scontato a 180 dollari se si paga per un anno), limitato però a 8 partecipanti. Il piano da 19 dollari al mese è molto meno caro di quello conveniente di GoToMeeting, ma per poco di più Fuze Meeting permette fino a 15 partecipanti invece di 8. WebEx offre un piano che supporta fino a 25 utenti per 49 dollari al mese, o 468 all’anno. La videoconferenza da iPad con WebEx non è intuitiva e semplice come dovrebbe. Per esempio, dal tablet non si può vedere la lista dei partecipanti né abilitare la videoconferenza: è chi ospita che deve abilitarle. L’app WebEx per iPad può iniziare e ospitare riunioni e sessioni di videoconferenza, ma non è facile. L’app ha un pulsante per entrare, ma per entrare occorrono un indirizzo email e una password, che devono essere impostati prima sul sito di WebEx. Una volta entrati nell’app per iPad, iniziare una riunione non è intuitivo. Dopo avere toccato qua e là abbiamo finalmente scoperto che bastava toccare il pulsante con
il più (+) per aggiungere una nuova riunione e poi toccare il pulsante Start. Una volta iniziata la sessione siamo riusciti a invitare altri partecipanti e a iniziare una videoconferenza da iPad. Tuttavia non abbiamo trovato il modo di aggiungere o condividere contenuti dal dispositivo. Siamo soltanto riusciti a trasferire il ruolo di presentatore a qualcuno che aveva un PC ed era in grado di condividere contenuti con i partecipanti. La videoconferenza è abbastanza fluida, ma il contenuto condiviso ci mette a volte un po’ ad aggiornarsi. Il presentatore deve fermarsi due o tre secondi dopo avere cambiato slide o essere passato a un’altra pagina web ad aspettare che chi partecipa con iPad abbia la nuova immagine.
Tirando le somme Queste non sono le uniche opzioni disponibili. Per le videoconferenze con due partecipanti, FaceTime è una scelta ovvia e diretta, ma non funziona con le reti cellulari e richiede che entrambi i partecipanti si trovino su una rete Wi-Fi. Per riunioni più affollate una qualunque di queste tre va bene. Se siamo gli organizzatori, Fuze Meeting spicca come piattaforma completa per riunioni online e videoconferenze: è facile da usare e ha un rapporto costo/prestazioni favorevole. Il lato positivo è che tutte queste app sono gratuite, per cui posiamo tenerle tutte sul nostro iPad in caso servissero. Tony Bradley scrive per il blog BizFeed di PCWorld.
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Sette alternative a Instagram Delusi dall’affiliazione di Instagram a Facebook? Anche queste app offrono la modifica e la condivisione delle foto di Karissa Bell e Leah Yamshon
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essuno sa cosa accadrà a Instagram, il popolare servizio di photosharing, una volta che entrerà a far parte dell’impero online di Facebook. Ad aprile il colosso del social networking ha annunciato i piani per l’acquisto di Instagram per 1 miliardo di dollari - mentre scriviamo l’operazione sta ancora attendendo il via libera dagli organismi di regolamentazione - e mentre il piano sembra che sia di far rimanere Instagram un servizio a sé, i cambiamenti sono sempre dietro l’angolo. E solo la possibilità che Instagram adotti una policy di privacy in stile Facebook potrebbe indurre alcuni utenti a chiedersi se non sia il caso di guardare altrove per la condivisione delle proprie foto. Fortunatamente, gli utenti Instagram che sono preoccupati del futuro della app con Facebook hanno a disposizione un sacco di opzioni tra cui scegliere, anche al di là di Facebook Camera, un’app gratuita per il photo-browsing e photo-sharing lanciata a maggio proprio dal servizio di social networking, che offre i suoi filtri. Diverse altre app per iOS promettono infatti mobility, funzioni social e filtri ed effetti. Consideriamole quindi come alternative per riempire il vuoto potenziale che venisse magari lasciato da Instagram.
CameraBag Se ci piacciono i filtri lo-fi ma vogliamo una opzione che non sia affiliata a Facebook, CameraBag (€ 1,59) offre una gamma di effetti vintage che possiamo utilizzare senza alcun obbligo di social networking. Facendo un doppio tap su uno dei 15 filtri disponibili si
Condividi e stampa Le funzioni di condivisione di Hipstamatic includono la capacità di ordinare stampe delle nostre foto preferite.
rielabora la foto, talvolta sottilmente e talvolta più drasticamente; possiamo farlo diverse volte su ciascuna foto per dozzine di variazioni sui filtri originali. Possiamo condividere le foto via email e salvarle sul nostro Camera Roll (“rullino”), quindi siamo liberi di condividere le nostre foto come preferiamo. Possiamo anche interagire con gli altri utenti CameraBag nel CameraBag Flickr Group.
Hipstamatic Hipstamatic (€ 1,59) è presente da due anni sull’App Store, grazie al suo unico approccio al vintage e ai suoi incredibili versatilità e
“Gli utenti Instagram incerti sul futuro della app hanno un sacco di opzioni iOS che promettono mobilità, funzioni social e filtri ”
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controlli. Anziché applicare filtri, come avviene con altre app, con Hipstamatic si ottengono una varietà di lenti, pellicole e tipologie di flash con cui scattare, che possiamo anche aumentare attraverso acquisti in-app. La app inoltre integra funzioni di condivisione, sia sui social network sia sulla comunità Hipstamatic. E, per condividere attraverso Facebook, Twitter, Instagram, Tumblr e Flickr, possiamo interagire con altri utenti attraverso gare e album condivisi. Hipstamatic ha anche il suo servizio cloud per salvare eventuali stampe, e un laboratorio di stampa per consentire di ordinare facilmente le stampe delle foto preferite.
Magic Hour Se amiamo i filtri, Magic Hour di Kiwiple (€ 1,59) merita decisamente un’occhiata. Questa app ci dà 40 filtri con cui iniziare,
per quello base, possiamo scegliere tra 30 diverse impostazioni d’illuminazione e assegnare un bordo. Un aggiornamento da 79 centesimi consente di completare l’accesso a un catalogo di effetti e overlay. Pixlr-o- matic si distingue per il servizio integrato di condivisione di foto imm.io. Ogni immagine che pubblichiamo su imm.io ottiene il suo link, che possiamo condividere a piacere. Questo ci permette di avere il controllo su chi vede la nostra foto e su come viene utilizzata.
oltre all’accesso a un Filter Market in-app in cui possiamo scaricarne altri senza alcun costo aggiuntivo. Magic Hour inoltre ci consente di personalizzare i nostri filtri per condividerli con altri attraverso il Filter Market. Chi ama il social gradirà il modo in cui Magic Hour opera senza problemi con diverse piattaforme social e di sharing - per essere precisi Facebook, Twitter, Foursquare, Flickr, Tumblr e Posterous - e offre un semplice caricamento su Evernote e Dropbox. Tuttavia non dispone di una propria rete o feed.
Via.me
Photo Toaster Se ci piacciono semplici opzioni di condivisione ma non gradiamo lo slavato look vintage e preferiremmo strumenti di qualità superiore, PhotoToaster di East Coast Pixels (€ 1,59) rappresenta un solido compromesso. La app si concentra su caratteristiche generali per l’editing di foto: possiamo ritagliare, ruotare e invertire le foto direttamente nel menu Tools. Partiamo con modifiche di base, quindi scegliamo tra tre insiemi di filtri automatici: Basic, Supreme e Deluxe. Ciascun set di filtri contiene una manciata di filtri specifici: con quello Basic ci sono i più semplici, con quello Deluxe i più estremi. Una volta che abbiamo impostato quelli base, possiamo spostarci su illuminazione, contrasto, aggiunta di vignette e scegliere un bordo complementare.
Un editor generico PhotoToaster si concentra sulla modifica generica delle immagini e non sui filtri.
Picplz Gli utenti Instagram non dovrebbero avere alcun problema ad abituarsi a Picplz di Mixed Media Labs (gratuito), che offre photo editing e collegamenti ai social network in un’unica app. Picplz enfatizza la condivisione sui social network; è necessario un account Facebook o Twitter per accedervi. La app ha un aspetto pulito molto simile a quello di Instagram. Possiamo vedere le attività di amici che usano Picplz, mentre la sezione Interesting offre un feed di foto popolari provenienti da altri utenti della app. Picplz propone anche molta flessibilità quando si tratta di modificare le foto. Oltre ad applicare filtri, possiamo ritagliare, regolare esposizione e saturazione, aggiungere testo, e addirittura disegnare direttamente su di esse. Oltre alla condivisione con la rete di utenti della app, possiamo condividere via Twitter, Facebook, Flickr, Tumblr, Posterous, Foursquare, Dropbox e Mixi direttamente dal suo interno. Infine possiamo creare raccolte di foto di altri utenti che ci piacciono, simile a quanto offerto dai preferiti di Instagram.
Poiché richiede un’integrazione con Facebook o Twitter per poter funzionare, Via. me (gratuito) di RadiumOne Labs potrebbe non essere la prima scelta per gli utenti che vogliono sganciarsi dal legame di Instagram con Facebook. Ma per chi è felice con Twitter potrebbe essere quella giusta. Una volta che abbiamo collegato il nostro profilo Via.me a quello Facebook o Twitter, possiamo scegliere se non pubblicare su entrambi gli account: semplicemente tocchiamo i relativi pulsanti prima di Post e le foto finiranno sul feed Via.me. Possiamo seguire gli amici, tenere traccia dei post di ciascuno su un feed centralizzato, esplorare i profili degli altri utenti, commentare le rispettive foto da un dispositivo iOS. In aggiunta possiamo caricare video e clip sonori, assegnando a questa app una sensazione da Tumblr ma con funzioni in stile Instagram, inclusi 17 filtri con i nomi d’importanti città.
Pixlr-o-matic Divertirsi con i filtri Se i filtri inclusi in Magic Hour non ci esaltano possiamo scaricarne altri nell’in-app market.
Battezzata la “Darkroom App”, Pixlr-o-matic di Autodesk (gratuita) ci permette di combinare effetti fotografici per personalizzare l’immagine in diversi modi. La nostra pellicola predefinita presenta 26 filtri diversi tra cui pescare, e dopo aver optato
Gara di popolarità La scheda Interesting di Picplz mostra le foto popolari degli altri utenti.
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iPhoto per iOS Primer: Trasmissione wireless di Karissa Bell
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razie alla funzionalità di Trasmissione wireless di iPhoto per iOS possiamo condividere le fotografie su una connessione Wi-Fi o Bluetooth con altri dispositivi che eseguono la app. E poiché iPhoto utilizza un editing non distruttivo possiamo facilmente modificare una immagine su più dispositivi. Affinché la trasmissione funzioni entrambi i dispositivi possono essere connessi alla stessa rete Wi-Fi o accoppiati con lo stesso dispositivo Bluetooth. Dobbiamo abilitare Localizzazione nelle Impostazioni su entrambi i dispositivi e abilitare la Trasmissione wireless in iPhoto toccando l’icona a forma d’ingranaggio sulla schermata principale di iPhoto e selezionando Trasmissione wireless. Una volta che abbiamo abilitato le impostazioni appropriate siamo pronti per partire con la trasmissione. In iPhoto, apriamo un’immagine, tocchiamo l’icona Condividi e selezioniamo Trasmetti. Scegliendo Selected si fa l’invio delle singole foto prescelte, Flagged invece invia tutte quelle a cui è stata apposta la bandierina, All tutte le foto in un album particolare. Possiamo inviare fino a 100 foto simultaneamente selezionando Choose e toccando ciascuna miniatura. Tocchiamo Next e iPhoto troverà automaticamente l’altro dispositivo iOS
abilitato al trasferimento. Selezioniamo tale dispositivo e quindi tocchiamo Beam Photos per avviare il processo. L’altro dispositivo iOS riceve una notifica push che chiede di ricevere le foto; toccando Yes sul dispositivo ricevente si avvia il processo di trasferimento. Le foto mandate vengono mostrate in un album separato chiamato Beamed nella nostra library di iPhoto per iOS.
Accessori iOS, un ritorno al passato di Marco Tabini e Joel Mathis
U
n’ondata di nostalgia sembra abbattersi sopra i produttori di accessori iOS. Tre add-on rilasciati di recente potenziano infatti la tecnologia odierna con soluzioni che potrebbero far riemergere dalla memoria qualche ricordo ormai annebbiato. Gli utenti iPhone cresciuti con Charlie Brown e i suoi amici saranno felici della Peanuts Collection di iLuv, una serie di case da 20 a 35 dollari per iPhone 4 e 4S che presentano molti degli amati protagonisti delle strisce create da Charles M. Schulz. La raccolta include cinque differenti case con Charlie Brown e Snoopy - a noi piace in particolare quello in cui Snoopy indossa il suo abbigliamento da aviatore della Prima Guerra Mondiale - più pellicole protettive decorate con la banda dei Peanuts. Se i nostri ricordi d’infanzia più cari virano verso disegni creati da noi stessi, allora valutiamo il case Crayola Classics di Griffin Technology. Costa 25 dollari e trasforma il
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nostro iPod touch di quarta generazione in una grossa matita, sebbene non utilizzabile per disegnare, inserendolo in uno di quattro distintivi colori Crayola: Blue Berry, Caribbean Green, Cotton Candy e Purple Pizazz. Parlando di ricordi colorati, pochi oggetti evocano gli anni Ottanta come il Cubo di Rubik, il rompicapo tridimensionale che ci ha sfidati nel riprodurre gli stessi colori su tutte le sei facce di un cubo ruotabile. USBFever spera di attirare chi possiede un dispositivo iOS tra i bambini degli anni Ottanta con Rubik Speaker, un accessorio alimentato via USB ispirato a quel gioco del passato. Lo speaker da circa 25 euro si connette all’uscita jack del dispositivo iOS. Ma non aspettiamoci che sia in grado di ruotare righe e colonne come facevamo con il vecchio Cubo di Rubik.
Condivisione selezionata Abbiamo diverse opzioni per selezionare quali foto inviare in iPhoto; possiamo mandarne fino a 100 alla volta.
Riflettori sugli accessori iPad
Logitech Solar Keyboard Folio I case con tastiera tipo folio sono tra le più comuni tipologie di tastiere per iPad, ma Logitech spera di dimostrare che c’è qualcosa di nuovo sotto il sole con la sua Solar Keyboard Folio. L’accessorio da circa 130 euro per iPad di seconda e terza generazione è considerevolmente più sottile rispetto alla maggior parte dei suoi rivali, ma la tastiera Bluetooth alimentata dalla luce non sacrifica l’esperienza di digitazione in cambio della snellezza. Inoltre fornisce due posizioni di supporto: una per digitare e l’altra per guardare i video. Nella seconda, la fila di tasti in basso può controllare riproduzione e volume. Oltre a supportare la funzione di sospensione/risveglio dell’iPad tramite la cerniera magnetica, la chiusura della cover del Folio spegne anche la tastiera. — dan frakes
L'opinione Paolo Capobussi
Quando Mac entra nella ricerca La scelta di Mac? Fin da studenti. Dopo però bisogna andare all'estero
A
bbiamo incontrato Aurora De Ponti, PhD student presso il German Cancer Reseach Center Dkfz di Heidelberg, divisione Signal transduction and growth control. Vogliamo capire se e quando usa Mac per la sua attività di ricercatrice, così le abbiamo rivolto qualche domanda. Ecco le risposte.
Paolo) Ciao Aurora, cominciamo col cercare di capire in cosa stai mettendo le mani (e il Mac). Aurora) Siamo un gruppo che approfondisce le cause dell’insorgenza e della progressione del carcinoma epatocellulare, la terza causa di morte per tumore al mondo. Pa) Bel colpo. Come funziona, in parole povere? Au) Senza entrare in particolari troppo specifici: si studia il ruolo di cellule molto piccole e presenti in minima quantità nel fegato, chiamate oval cells e con caratteristiche “simil-staminali”, in grado di attivarsi e proliferare in seguito a danno massivo al fegato, situazione che si verifica durante infiammazione cronica o tumore. È stato dimostrato un potenziale coinvolgimento di queste cellule nel cancro epatico, e in molti laboratori nel mondo si stanno studiando i meccanismi coinvolti nell’attivazione di queste cellule. Io mi sto occupando della proteina RAGE, un recettore presente sulla membrana delle oval cells che riconosce molecole rilasciate durante un danno tissutale e che avvia diverse risposte all’interno delle cellule, tra cui quelle che portano alla loro proliferazione.
Pa) Fantastico, ma a che serve?
Au) Dimostrare che questa proteina è coinvolta nell’attivazione delle oval cells sarebbe un risultato molto importante in campo terapeutico, poiché vuole dire che si potrebbero generare nuovi farmaci per bloccare la sua stimolazione. Pa) E Macintosh c’entra qualcosa in questa storia? Au) Guarda, il mio primo contatto con Mac è avvenuto un po’ di anni fa esattamente in concomitanza con quello con la ricerca. Fin dal mio primo giorno di università (Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) mi hanno dato in dotazione un MacBook, prima ancora di darci un elenco di libri da studiare. Durante i laboratori pratici ho sempre raccolto ed elaborato i miei risultati con Mac e ne ho sempre utilizzato tutti i programmi che mi servivano. Peraltro praticamente tutti i professori e i ricercatori con cui venivo in contatto avevano un Mac. La mia prima impressione quindi è stata
confermata: nella ricerca è prassi di molti usare Mac! Ancora oggi, qui a Heidelberg, il mio fido computer è sempre Mac.
Pa) Un programma di cui non potresti fare a meno... Au) Prima risposta che mi salta in mente: MacVector. Molto spesso nella ricerca biomedica il metodo più usato per scoprire la funzione di un gene è inserirlo in una cellula che ne è normalmente priva. In questo modo è possibile vedere se tale cellula assume un comportamento diverso rispetto a un’altra in cui non è stato inserito il gene. Affinché il gene possa funzionare nella cellula, è necessario inserirlo in un particolare tipo di DNA e quest’operazione prende il nome di clonaggio. Per il sistema operativo Mac esiste MacVector, un eccellente software in grado di assistere il ricercatore in tutte le fasi del clonaggio. È un programma che fa riferimento a grandi database di sequenze di geni, ed è in grado d’indicare quali sono le sequenze di DNA da usare. Permette di verificare se il gene è stato “disegnato” correttamente e d’individuare i punti in cui si possono aggiungere delle modifiche. Pa) Solo plus? Niente minus?... Au) Beh, purtroppo ancora diversi strumenti molto usati in laboratorio si servono di Windows come sistema operativo per l’analisi dei dati. Ad esempio l’acquisizione delle immagini da molti microscopi professionali è possibile solo con software che girano sotto Windows. Ma è un problema dei microscopi, non di Mac... Paolo Capobussi è Apple user dai tempi di Apple II, ma prima ancora utente Merit 5, la più bella scatola di piccolo chimico mai esistita al mondo. Oggi si occupa di Hobbyst.it e non c’è verso di distrarlo dal praticare qualunque cosa abbia un sentore di chimica e di elettronica.
Dai nostri lab Cellule in cui è stato introdotto un gene che permette di produrre una proteina fluorescente verde.
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Tutorial
Notturno Qualche suggerimento pratico per ritratti migliori alla luce della Luna, o neanche quella di Derrick Storyeigh
I
ritratti di notte sono problematici perché occorre pensare a molte cose, ed esposizione, flash, movimenti della fotocamera e bilanciamento del colore sono solo la punta dell’iceberg. La maggior parte delle fotocamere moderne ha impostazioni che ci aiutano a scattare ottime foto notturne, ma perché alcune vengono benissimo mentre altre sono soltanto un caos sfuocato o troppo luminoso? Per capire meglio cosa succede nella fotocamera, ci siamo messi all’opera con una Nikon D90 con un obiettivo 28 mm f/2,8 per cercare di scattare la migliore foto notturna possibile. C’è sempre più di un metodo, quindi abbiamo provato diverse tecniche.
Esposizione da giorno con flash attivo Se usiamo le impostazioni da giorno di una fotocamera, anche di notte avremo un’immagine sottoesposta. La soluzione ovvia è usare il flash. In modalità manuale, quando attiviamo il flash questo scatta a ogni foto, indipendentemente dal fatto che serva o meno. L’impostazione standard che si riscontra nella maggior parte delle fotocamere è through-the-lens (Ttl). Con quest’impostazione la macchina esamina la scena prima di decidere l’intensità del flash da utilizzare. Questo significa di solito che ciò che è in primo piano sarà ben illuminato, ma che la fotocamera illuminerà lo sfondo basandosi sulle impostazioni di esposizione fornite in precedenza.
Modalità automatica Con la modalità automatica produrremo una fotografia nitida e chiara del soggetto, che però non pone attenzione allo sfondo. Potrebbe anche comprendere dettagli dell’intera scena; il fatto è che la priorità è esporre come si
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deve il punto focale. La modalità automatica funziona bene quando il soggetto e lo sfondo sono illuminati nello stesso modo o se il punto focale è davvero l’elemento principale dell’inquadratura, ma non va bene per un ritratto notturno scattato per esempio accanto a un punto d’interesse.
Modalità ritratto notturno L’impostazione notte della nostra fotocamera riduce drasticamente la velocità dell’otturatore e imposta il flash in automatico con sincronizzazione lenta: indica alla fotocamera che stiamo scattando una foto con esposizione lunga e con il flash. L’idea alla base di queste impostazioni è che, anche se la velocità dell’otturatore è bassissima, la luce del flash bloccherà il soggetto. In questa foto sia il soggetto sia lo sfondo saranno esposti correttamente, ma il bilanciamento dei colori potrebbe essere troppo caldo. Inoltre la velocità dell’otturatore è così bassa che se il soggetto non è perfettamente fermo la foto verrà mossa. Un altro possibile problema di queste foto sono gli aloni delle luci dei lampioni, sempre a causa della bassa velocità dell’otturatore.
manuale Una regola d’oro per scattare manualmente con il flash è esporre lo sfondo, impostare il flash su Ttl e poi aumentare di due scatti la velocità dell’otturatore. In questo caso, invece, abbiamo abbassato gli ISO, anche se il risultato è stato lo stesso che se avessimo fatto entrare nello scatto abbastanza luce da esporre lo sfondo, ma non abbastanza da spegnere quello che c’è in primo piano. Dato che la velocità dell’otturatore era più alta rispetto alla modalità ritratto notturno, siamo riusciti a evitare gli aloni, e gli ISO più bassi hanno minimizzato il rumore.
Impostazioni buone e cattive In posa accanto al San Francisco City Hall per foto notturne scattate con una Nikon D90 e obiettivo 28 mm, f/2,8. La foto mal riuscita (in alto) usa l’esposizione da giorno con il flash, a ISO 320 e f/2,8, velocità dell’otturatore 1/200 e flash su Ttl. Quella buona (sotto) ha un’impostazione manuale di ISO 320 a f/2,8, velocità dell’otturatore di 1/20 e flash su Ttl. La differenza dipende solo dal tempo di esposizione.
“L’idea alla base delle impostazioni notturne è che, anche se la velocità dell’otturatore è bassissima, la luce del flash bloccherà il soggetto”
Convertiamo gratis documenti audio e video Suggerimenti e strumenti che non costano niente
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he cosa fare per convertire un file rapidamente, senza problemi e usando uno strumento gratis?
Automator e itunes Da Lion in poi, uno strumento Automator converte file multimediali dalla scrivania. Facciamo Control-clic su un file audio Aiff, Wav o Caf o su un video .mov, Mpeg4 o H.264 e scegliamo Codifica i documenti [audio/video] selezionati dal menu Servizi. Appare una finestra in cui impostare la codifica. Per i file audio si salva in Aac (niente Mp3). Le opzioni video sono 480p, 720p o 1080p H.264, Solo audio e Apple ProRes. L’encoder non fa upscale e alzare la risoluzione oltre quella del sorgente è inutile. La versione di Automator in Snow Leopard può fare la stessa cosa: basta creare un flusso di lavoro. Creiamo un flusso di lavoro Applicazione e mettiamo insieme queste due azioni (dalla sezione Musica): Codifica in audio MPEG e Importa file in iTunes. Dal menu a comparsa Impostazioni della prima azione scegliamo la codifica da usare (Alta qualità, iTunes Plus, Apple Lossless o Podcast parlato). Dal menu a comparsa Destinazione scegliamo una posizione per l’archiviazione temporanea dei file convertiti. Nell’azione Importa i file in iTunes, scegliamo Nuova playlist e chiamiamola Convertiti con Automator. Salviamo il flusso di lavoro come applicazione e mettiamola sulla scrivania. Per convertire un file audio (non in formato Ogg, Flac o Windows Media) basterà trascinarlo sul flusso di lavoro. La conversione di file video è simile. Andiamo alla pagina di Mac OS X Automation (www. macosxautomation.com), scarichiamo i Movie Services e installiamoli. Lanciamo Automator, scegliamo un flusso di lavoro Applicazione e creiamone uno con le due azioni Codifica documento multimediale (sezione Filmati) e Importa file in iTunes (Musica). In Codifica documento multimediale scegliamo la dimensione dell’encoder dal menu a comparsa Impostazioni(480p, 720p o
di Christopher Breen
HandBrake in azione HandBrake non si limita a convertire i video, importa anche i Dvd.
1080p), Maggiore compatibilità o Qualità superiore dal menu a comparsa Codifica per e infine una destinazione. Salviamo il flusso di lavoro e mettiamolo sulla scrivania. Quando dobbiamo convertire rapidamente un video, trasciniamo il file sull’applicazione creata. Se trasciniamo un file compatibile su iTunes (Aiff, Wav, Mp3, Aac, Apple Lossless o .mov, non Ogg, Flac o Avi) possiamo convertirlo in un formato compatibile con iPod, iOS e Apple TV. Selezioniamo il file e, dal menu Avanzate di iTunes, scegliamo Crea versione per iPod o iPhone, Crea versione per iPad o Apple TV oppure Crea versione formato audio. Per selezionare quale formato audio appare, apriamo le preferenze di iTunes e, nella scheda Generale, clicchiamo Importazione impostazioni. Scegliamo la codifica dal menu a comparsa Importa utilizzando. Nel menu a comparsa Impostazioni possiamo regolare il bit rate.
Audio Un AppleScript di Doug Adams, Convert and Export (www.dougscripts.com/ itunes), permette di selezionare file audio nella libreria di iTunes e convertirli in un formato per iTunes (Aac, Aiff. Apple
“Fra le novità introdotte con Lion
c’è uno strumento di Automator che permette di convertire facilmente i file multimediali compatibili direttamente dalla scrivania” Lossless, Mp3 o Wav) senza cambiare impostazioni a iTunes. Se dobbiamo convertire file non gestiti da iTunes, come Flac e Ogg Vorbis, XLD (http://xrl.us/bmj8wy) è una buona scelta. O Vox (www.voxapp.uni.cc).
Video HandBrake (handbrake.fr) è un ottimo strumento per importare Dvd e per convertire video. Nella finestra di navigazione, selezioniamo il file da convertire. Facciamo apparire la barra laterale e scegliamo il dispositivo per cui convertire il video. Facciamo clic su Start per convertire il video. Con Video Monkey di Chris Marrin (videomonkey. org), basta trascinare sulla sua finestra i filmati da convertire, scegliere il dispositivo dal menu a comparsa Convert To, selezioniamo la qualità, abilitiamo l’opzione Add To iTunes per aggiungere il file ad iTunes e infine clicchiamo sul pulsante Start.
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Tutorial
Dipingere usando i livelli su iPad Separare in livelli nell’ambito di una composizione complessa aiuta il processo creativo e facilita un eccellente risultato di Kyle Lambert
In profondità In una composizione complessa, potremmo avere il cielo in un livello di sfondo, gli edifici in un secondo livello e la persona in primo piano in un terzo livello.
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e abbiamo mai usato un’app per immagini digitali su un computer o un dispositivo mobile, conosciamo il concetto di livello, o layer. I layer permettono di separare un’immagine su diversi livelli che possiamo poi organizzare, comporre e combinare in modi diversi. Quando si inizia a creare da zero può essere difficile decidere quale sia il modo migliore di usare i livelli, perché alcune app per iPad o iPhone hanno un limite a un paio di livelli per immagine. Vediamo di seguito alcuni punti su come usare questa pratica funzione. Separare per profondità Indipendentemente dall’immagine che creiamo, probabilmente potremo raggruppare gli oggetti che si trovano a una distanza simile da chi guarda. Per esempio, possiamo separare un dipinto in due livelli, uno per lo sfondo e uno per
una persona. Una composizione complessa può avere più livelli. Distribuire su più livelli alcune parti dell’immagine ci permette di apportare modifiche che non riguardino l’intera immagine. Usare pochi livelli Se usiamo troppi livelli diventa difficile ricordare che cosa
c’è in ognuno di essi, soprattutto perché molte app per iPad non permettono di aggiungere etichette ai livelli. È anche facile dimenticare su quale livello stiamo lavorando e passare da un livello all’altro fa perdere tempo. Pensare al processo Prendiamo in considerazione l’uso dei livelli per aiutarci nel processo artistico. In un fumetto, per esempio, potremmo usare un livello per lo schizzo a matita, un secondo livello per inchiostrare i contorni e un terzo per colorare. I livelli sono un buon modo di evitare che alcune aree dell’opera debordino in altre. Duplicare e trasformare i livelli La maggior parte delle app permette di duplicare, spostare, ruotare e ridimensionare i livelli. Se stiamo dipingendo un cielo azzurro possiamo facilmente duplicare e trasformare diversi livelli di nuvole. Sperimentare con un livello vuoto Avvicinandoci alla conclusione della creazione di un lavoro artistico potremmo farci prendere dall’ansia di aggiungere troppi tocchi finali. Raccomandiamo di fare le ultime modifiche in un livello vuoto: se facciamo errori potremmo eliminare il livello o cancellare le parti che non vanno. Unire i livelli Ha senso unire i livelli quando non c’è più bisogno do tenere separate le parti dell’immagine. Se abbiamo creato un personaggio usando un paio di livelli per parti diverse, possiamo semplificare il tutto fondendo questi livelli. Esportare i livelli In alcune app per iPad possiamo esportare il risultato finale come file di Photoshop (.psd) con i livelli originali creati nell’app. È utile se vogliamo continuare a lavorare con il disegno nell’applicazione desktop.
Duplicare e trasformare Se stiamo creando un cielo azzurro potremmo mettere una nuvola su un secondo livello: ciò ci permette di riposizionarla, ridimensionarla e ruotarla, o duplicare più nuvole e sistemarle dentro il cielo.
Aggiungere data e ora a un file iMovie Finita l’epoca di quelle orribili sovrimpressioni finto-tecnologiche su tutti i fotogrammi, data e ora diventano informazioni vere di Jeff Carlson
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pero siamo tutti d’accordo che il modo in cui le videocamere incidevano data e ora nel girato non fosse una bellissima cosa. Peraltro molte videocamere lo fanno ancora, su tutti i fotogrammi. Questa funzione ha un paio di problemi: primo, non si può eliminare, perché viene registrata nel filmato. Secondo, vatti a fidare dell’orologio della videocamera. Ciò non toglie che a volte avete data e ora nel filmato sia cruciale, per documentari magari, o semplicemente per avere una traccia di quando è stato girato. Tutte le videocamere codificano ora e data nel girato e iMovie può mostrare queste informazioni dove decidiamo. Ecco come farlo in iMovie ’08 o versioni successive. 1. Mentre il girato da marcare si trova in un progetto attivo, clicchiamo il pulsante Titoli (con l’icona T) per mostrare il pannello relativo. 2. Trasciniamo il titolo Data/ora sopra il girato. Nel farlo, il clip si evidenzia in blue; posizioniamo il titolo in mezzo al clip per applicarlo all’intero spezzone, oppure portiamolo all’inizio o alla fine dello spezzone stesso.
Niente viaggi nel tempo Assicuriamoci che la datazione dei nostri clip sia quella giusta.
È uno strumento semplice, che però funziona a puntino quando occorre esprimere questa informazione in modo accurato. La cosa più importante è poter scegliere in quale punto preciso la datazione debba appare dentro il filmato, dal momento che finalmente non si trova più incisa in modo irreversibile dentro il girato originale. Ma mettiamo il caso che le informazioni su data e ora siano indispensabili per i nostri scopi privati di documentazione e
non vogliamo mostrare queste informazioni sul girato. La soluzione è il comando Vista > Info punto di riproduzione (Comando-Y). Se lo selezioniamo, quando la testina passa sopra un clip mostra un riquadro galleggiante che contiene le informazioni relative. La notazione è classica, in minuti e secondi, ma possiamo scegliere un più tradizionale timecode nelle Preferenze di iMovie. La casella da selezionare è Mostra tempo come HH:MM:SS:Fotogrammi.
Timbro data Data e ora si aggiungono trascinando il titolo omonimo sopra un clip.
Applicato il titolo, data e ora sono visibili nell’angolo inferiore sinistro dello schermo. A differenza di altri titoli, non è possibile regolare font o posizione del testo. Se non altro, i caratteri non sembrano quelli di una sveglia anni ottanta!). E se il girato mostrasse un orario sbagliato? iMovie permette di correggere l'informazione. 1. Selezioniamo il clip nel browser degli eventi. 2. Scegliamo il comando Archivio > Regola data e ora clip e inseriamo le informazioni corrette.
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Tutorial
Qualche trucco per scattare belle foto Quattro consigli a partire dalla regola dei terzi, semplici e banali quanto facili da dimenticare nel momento in cui abbiamo l’ansia del fatidico clic di Dave Johnson
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siste 1 milione di libri di fotografia sugli scaffali di qualunque libreria. Ma non è necessario ricordare tutti i trucchi dei libri per migliorare le nostre foto. Quando ci mettiamo all’opera, bastano poche tecniche semplici per scattare foto migliori.
La regola dei terzi Vogliamo migliorare la composizione delle nostre fotografie? Smettiamo di mettere il soggetto al centro, come ci viene intuitivo. La “regola dei terzi” dice che le foto (e i video) hanno un aspetto migliore quando il soggetto è decentrato, allineato a circa un terzo della distanza dal lato destro o sinistro. Ci sono parecchie regole per comporre foto accattivanti, ma questa è forse la più importante. Per essere precisi, tracciamo quattro linee in una foto dividendola in nove riquadri, un po’ come uno schema per giocare a tris. La regola dei terzi dice che le parti più interessanti dovrebbero trovarsi lungo una delle linee o nei punti in cui le linee s’intersecano. Ci sono perciò molti modi di disporre un soggetto, quindi sperimentiamo liberamente.
Minimizziamo la profondità di campo È una di quelle regole che chiedono di non essere rispettate, ma se siamo principianti otterremo ottimi risultati seguendola alla lettera. Scattiamo in modo che il soggetto sia nitidamente a fuoco, ma riduciamo la profondità di campo quanto basta a sfocare lo sfondo. Questo crea una separazione visiva ed enfatizza l’importanza del soggetto. Ed è anche molto “cool”. La profondità di campo è la misura di quanto l’immagine sia a fuoco, e si controlla grazie alla regolazione dell’apertura della fotocamera. Un numero basso di f-stop ci dà una profondità di campo relativamente piccola: possiamo impostare il valore direttamente quando siamo in modalità
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La regola dei terzi Questa utile indicazione ci offre molte opportunità di sperimentare con la composizione delle nostre foto.
apertura, oppure possiamo impostare la fotocamera in una modalità automatica come la modalità Ritratto, che fa la stessa cosa.
Foto nitide con tempi rapidi Uno dei modi più semplici per rovinare una foto è scattare con una scarsa velocità dell’otturatore, poiché ciò produce un effetto mosso. L’antidoto è semplice: scattare con una velocità dell’otturatore maggiore. Ma qual è la velocità ideale? C’è una regola che i fotografi usano da 75 anni: la velocità dell’otturatore non dovrebbe essere minore dell’inverso della lunghezza focale dell’obiettivo. È più semplice di quanto sembri. Immaginiamo di scattare con una fotocamera che ha un obiettivo 50 mm. Possiamo scattare facilmente una foto nitida se impostiamo la velocità dell’otturatore ad almeno 1/50 di secondo. Se abbiamo un obiettivo 200 mm, la velocità dell’otturatore dovrebbe essere 1/200 di secondo o anche meno. E teniamo presente che, affinché quest’indicazione funzioni, dobbiamo fare riferimento all’equivalente 35 mm della lunghezza focale dell’obiettivo.
Eliminiamo gli occhi rossi evitando il flash Nelle nostre foto c’è sempre qualcuno con gli occhi rossi? Succede quando il flash si riflette sulla retina degli occhi del soggetto, causando quella luce diabolica. Nei programmi di fotoritocco, come Adobe Photoshop e Photoshop Elements, ma anche in iPhoto, per Mac e per iOS, ci sono diversi strumenti per porvi rimedio, ma ora che sappiamo perché succede, possiamo cercare di evitare gli occhi rossi dall’inizio. Modifichiamo le situazioni di buio illuminando l’ambiente; o disattiviamo il flash e sfruttiamo la luce ambientale. Possiamo anche provare ad aumentare il valore ISO della fotocamera per sfruttare al massimo la luce disponibile. In alternativa, possiamo montare un flash esterno su un treppiede, in modo che si trovi lontano dall’obiettivo, possiamo usare la modalità Occhi rossi della macchina (è una funzione presente su molti modelli nuovi) o possiamo chiedere al soggetto di distogliere lo sguardo dalla fotocamera anziché guardarla direttamente. Questi semplici accorgimenti ci possono aiutare a evitare un difetto comune a molte immagini.
Le app per fotografi su iPad Facciamo colpo grazie alle capacità di iPad e a qualche semplice trucco
di Alexandra Chang
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otografi di tutti i livelli usano con entusiasmo iPhone, considerandolo un ottimo dispositivo per scattare, condividere e archiviare. E in effetti il numero di app per fotografi disponibile per iPhone e iPod touch è notevole. iPad, invece, ha sofferto un po’ nel confronto. Per cominciare, iPad è più ingombrante e pesante. Inoltre, la risoluzione della fotocamera è minore: era di 0,7 megapixel su iPad 2 ed è ora di 5 megapixel, meno degli otto offerti da iPhone. Ora, però, anche grazie ad iPhoto, iPad comincia a essere sfruttato anche dai fotografi, grazie soprattutto al display Retina. Ma non c’è solo iPhoto: ecco altre quattro app pensate per chi ama la fotografia.
SoftBox Pro Le app per fotografi non servono solo a scattare, ritoccare e condividere. SoftBox Pro (2,39 euro, http://xrl.us/bnhtws) è un accessorio che trasforma iPad in una luce softbox. L’app fa una cosa sola: illumina. Dobbiamo usare un’altra fotocamera per scattare, ma come una luce softbox classica, SoftBox Pro ci dà un’illuminazione diffusa per i nostri scatti. Possiamo sceglie tra una dozzina di forma, modelli e colori; possiamo anche regolare la luminosità. È comoda se scattiamo in ambienti bui e vogliamo viaggiare leggeri. PhotoSync Questa pratica app (1,59 euro, http://xrl.us/bnhtxk) è perfetta per gli appassionati che vogliono sincronizzare le loro foto tra diversi dispositivi ma non vogliono usare cavi o connessioni Bluetooth inaffidabili. PhotoSync rende incredibilmente semplice il trasferimento di foto ed è particolarmente utile se le scattiamo con iPhone ma le modifichiamo con iPad. Possiamo trasferire foto illimitate in un colpo solo e l’app tiene traccia di quali foto abbiamo sincronizzato e dove per
evitare duplicati. Tra gli altri vantaggi ci sono un browser per visionare le foto da qualunque computer e il supporto per il trasferimento di fotografie verso Dropbox, Flickr, Picasa, Facebook e SmugMug e via Ftp.
Photogene Se siamo alla ricerca di un editor di immagini completo, Photogene è uno dei migliori (2,39 euro, http://xrl.us/bnht2b). Permette di rifilare, ruotare, rovesciare e raddrizzare foto con un paio di tocchi; ci sono cursori per regolare esposizione, saturazione, contrasto, ombre, luci, temperatura colore e tinta. Photogene ha una scheda Retouches che comprende una funzione di clonazione e una per il ritocco degli occhi rossi, oltre a cinque mascherature: Dodge, Burn, Blur, Grayscale ed Effect. Chi ama i filtri lo-fi apprezzerà le numerose opzioni offerte dall’app, con 16 preimpostazioni che vanno dal Vintage anni ’20 al Purple Haze. È anche possibile aggiungere fumetti, cornici e testo.
“Photogene dispone di molti filtri tra cui scegliere, con 16 preimpostazioni che vanno dal Vintage anni ’20 al Purple Haze”
L’app supporta diversi formati Raw ed è possibile esportare verso servizi come Flickr, Dropbox, Facebook, Twitter, Picasa, e via Ftp e email.
Sincronizzazione Abbiamo mille e più foto? Niente paura: non c’è limite al numero di foto che PhotoSync può trasferire in una volta sola.
Color Splash Attirare l’attenzione su un colore o un oggetto in una foto è una divertente tecnica artistica resa semplice da Color Splash (1,59 euro, http://xrl.us/bnht7e). Per cominciare, selezioniamo un’immagine dalla libreria e Color Splash la trasforma automaticamente in una foto in bianco e nero. Usando il dito come se fosse un pennello, ricoloriamo poi alcune parti della foto. Una funzione grandiosa di Color Splash su iPad è la possibilità di regolare la dimensione del pennello (su iPhone e iPod touch c’è solo una dimensione). Se facciamo un errore possiamo annullare l’ultima azione o toccare Gray per riportare parti dell’immagine al bianco e nero. Possiamo usare lo zoom per colorare più nel dettaglio. Se vogliamo smettere, possiamo salvare l’immagine e riprendere la sessione più tardi. Quando abbiamo finito possiamo salvare l’immagine nella libreria, inviarla via email, caricarla su Facebook o copiarla per poi incollarla in un altro documento.
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Tutorial
Connessi senza connessione Prima di viaggiare, prendiamo precauzioni contro la mancanza di accesso Internet di Glenn Fleishman
condivisione; iPhone 4 e 4S invece possono usare anche il Wi-Fi. Altri telefoni offrono combinazioni di tutti i metodi. Con iPad i termini della questione potrebbero essere diversi. Anche in questo caso, converrà esaminare con attenzione i termini del contratto con il nostro operatore per evitare brutte sorprese.
Portiamo un router mobile Possiamo usare la banda larga mobile anche senza sfruttare il nostro telefono. È una scelta utile soprattutto se vogliamo fornire accesso a più persone, per esempio ai nostri familiari, senza
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olti di noi partono per le vacanze estive, al mare o in montagna, con una miriade di aggeggi elettronici. All’arrivo potremmo scoprire con tristezza che nostro cugino ha disdetto il contratto Adsl o che non c’è copertura con il cellulare. Cosa possiamo fare? Possiamo prepararci al peggio prima di partire.
Usiamo iPhone o iPad come Hotspot personale Il migliore modem mobile è quello che abbiamo con noi. Se leggiamo Macworld abbiamo probabilmente un iPhone, che contiene software per creare un hotspot personale da iOS 4. Apple ha aggiunto questa funzione agli iPad di terza generazione. Se viaggiamo negli Usa, questa funzione potrebbe non essere disponibile. Con Hotspot personale il nostro
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telefono diventa un modem cellulare grazie a un processo chiamato tethering. Colleghiamo un portatile al connettore dock del telefono via Usb per collegarci a Internet. Possiamo anche usare la connessione di iPhone collegandoci al telefono via Bluetooth o Wi-Fi. Anche molti modelli di smartphone con Android, BlackBerry o Windows Phone offrono il tethering e una funzione di hotspot mobile con Wi-Fi. Il tethering non è un’opzione economica, ma non ha neanche costi proibitivi se restiamo in Italia. Occorre comunque consultare il nostro operatore per scoprire se ci sono costi aggiuntivi. All’estero si tratta per lo più di un’opzione da usare solo in caso di vera necessità, dati i costi. Ricordiamo che iPhone 3GS può sfruttare solo Usb e Bluetooth per tethering e
Potenziamo il segnale Rinforziamo un segnale debole aggiungendo un’AirPort Express.
essere legati al telefono di uno di loro. I router cellulari, il più famoso dei quali è il MiFi, convogliano il segnale della rete mobile su una rete Wi-Fi, creando un hotspot portatile. Sul sito della versione americana di Macworld c’è una recensione di uno di questi router (macworld.com/a/1155485). In Italia, nel momento in cui scriviamo, gli operatori telefonici non forniscono nei loro piani opzioni che contemplino la fornitura di un dispositivo MiFi. Se vogliamo usarne uno dobbiamo quindi acquistarlo e poi organizzarci come preferiamo per la connessione. I modelli in vendita da noi costano fra i 100 e i 200 euro e sono prodotti principalmente da Novatel (www. nvtl.com) e Huawei (www. huaweidevice.it).
Se il segnale è debole Magari i nostri genitori hanno l’Adsl, ma il modem è a un’estremità della casa e la nostra cameretta, in cui dormiamo in un letto da cui ci spuntano i piedi, è dalla parte opposta. O magari siamo nel seminterrato o nella mansarda e il cemento armato ci separa dal router Wi-Fi. Portiamoci una base station Il modo più semplice per cavarsela quando il segnale è debole è portarci dietro una base station Wi-Fi. L’AirPort Express di Apple (99 euro) si trasporta facilmente, anche se esagerata. Possiamo magari trovarne una ricondizionata su Apple Store (store.apple.com/ it). L’ultima volta che abbiamo controllato ce n’era una in garanzia a 65 euro. L’AirPort Express ha una sola porta Ethernet, per cui potrebbe servirci
anche uno switch Ethernet. Ci sono due possibilità. Se il modem Adsl ha uno switch Ethernet integrato basta collegare la base station Wi-Fi a una delle porte. Se ha un solo jack per la Lan Ethernet, colleghiamo un cavo Ethernet da quel jack al nostro switch Ethernet, e poi colleghiamo anche la base station al nostro switch Ethernet. Usiamo la rete elettrica E se il modem si trova dall’altra parte della casa e il segnale proprio non arriva? Proviamo la tecnologia Powerline. Questa tecnologia trasforma i cavi elettrici in una rete. Dato che il segnale è trasmesso in una certa fase elettrica (non fate domande, è troppo difficile da spiegare qui), il segnale verrà trasportato efficacemente solo da prese che condividono lo stesso interruttore. Le prese che si trovano su altri interruttori potrebbero trasmettere il segnale solo a una frazione del massimo possibile, cioè qualche megabit al secondo invece di centinaia di megabit, ma potrebbe essere comunque una soluzione più veloce rispetto alla connessione a banda larga. Se ci portiamo un paio di adattatori di rete Powerline, possiamo ottenere una connessione veloce tramite la rete elettrica della casa. I vecchi apparecchi da 85 Mbps si trovano a buon prezzo, mentre per quelli più recenti, da 200 a 500 Mbps, costano un po’ di più, in media intorno ai 100 euro la coppia. Occorrono due adattatori. Uno si collega al retro del modem, e potrebbe servire uno switch Ethernet per collegare il modem all’adattatore Powerline; l’altro
Hotspot personale Possiamo collegare il nostro portatile a Internet usando il software Hotspot personale di iPhone.
va messo vicino alla nostra base station in un altro punto della casa.
Rilassiamoci un po’ Uno dei piaceri del viaggio dovrebbe essere lasciar perdere la routine. È vero che molti datori di lavoro vogliono che restiamo raggiungibili anche in vacanza, ma se non riusciamo a collegarci a Internet, prendiamolo come un segno: è il momento di rallentare e staccare la spina. Glenn Fleishman è l’autore dell’ebook Take Control of Your 802.11n AirPort Network, aggiornato per Lion (TidBits Publishing, 2011; www. takecontrolbooks.com).
Borsa da spalla Klasden Neumann La borsa da spalla Klasden Neumann di Spigen SGP (63 dollari, www.spigen.com) disponibile nei colori charcoal, violet, red, navy e black, non è forse la più originale sul mercato, ma fa il suo dovere. Questa semplice borsa da postino in nylon ha una tasca nascosta e con chiusura a zip sul davanti e un’altra sul retro per riporvi vari oggetti. La Klasden Neumann è studiata per contenere laptop fino a un MacBook Pro da 13". Lo spallaccio è in poliestere morbido, simile a una cintura di sicurezza di qualità, con un’imbottitura regolabile sulla spalla per un supporto ergonomico. Il corpo della borsa è curvo per adattarsi alla vita, per cui anche quando è piena la borsa non ciondola qua e là. Se cerchiamo una buona borsa da spalla multifunzione, questa potrebbe essere la scelta giusta. Serenity Caldwell
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Tutorial
Blocchiamo i dischi esterni Manteniamo i dati al sicuro cifrando i dischi con FileVault 2
di Roman Loyola
dischi esterni. Selezioniamo il disco che vogliamo poi clicchiamo sul pannello Inizializza nella sezione a destra. Nel menu a comparsa Formato vedremo due nuovi formati. Oltre a quelli standard, cioè Mac OS esteso (journaled), Mac OS esteso (sensibile ai caratteri maiuscolo/ minuscolo, journaled), MS-DOS (FAT) ed ExFAT, ci sono anche Mac OS esteso (journaled, codificato) e Mac OS Esteso (sensibile ai caratteri maiuscolo/minuscolo, journaled, codificato). Nella maggior parte dei casi dovremo scegliere Mac OS esteso (journaled, codificato). Gli altri nuovi formati ci permettono di avere file chiamati tasse2011.txt e Tasse2011.txt nella stessa cartella. Diamo un nome al disco poi facciamo clic su Inizializza.
Impostiamo una password
Pronti a cifrare Per cifrare un disco esterno dobbiamo prima riformattarlo. Prima però assicuriamoci di copiarne i dati su un altro disco.
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e qualcuno volesse rubare i nostri dati gli basterebbe prendere il nostro disco esterno e andarsene. Ma possiamo mettere al sicuro le informazioni usando FileVault 2 per cifrare i dati sul disco. Una volta impostata la cifratura, servirà una password per accedere al contenuto. FileVault 2 può cifrare dischi esterni collegati via Usb o FireWire. Per cifrare il disco occorre riformattarlo con Utility Disco (che
Posso cifrare questo disco? Ho già molti dati sul mio disco. Dobbiamo prima fare un backup dei dati e poi ricopiarli sul disco dopo averlo cifrato. A volte uso il mio disco esterno con Mac con un sistema operativo vecchio. I dischi cifrati con FileVault 2 funzionano solo con Mac su cui gira almeno OS X 1.7 (Lion). Uso il mio disco esterno sia con Mac che con Windows. Perché funzioni su diverse piattaforme il disco dev’essere formattato Fat. FileVault richiede il formato Hfs+, per cui non possiamo cifrare quel disco.
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si trova in /Applicazioni/Utility). Se vogliamo cifrare un disco rigido che contiene già dati, dobbiamo farne un backup prima di riformattarlo e, una volta formattato, copiarvi di nuovo i dati. Affinché FileVault funzioni, i dischi esterni devono essere formattati usando il formato Hfs+. È un problema solo se vogliamo usare il disco sia con un PC che con un Mac. I dischi che usano il formato Fat non possono essere cifrati con FileVault. Nei nostri test siamo riusciti a usare dischi esterni cifrati solo con Mac su cui giravano Lion o Mountain Lion.
Riformattiamo il disco Per cifrare un disco esterno, colleghiamolo al nostro Mac, aspettiamo che si monti sulla scrivania poi lanciamo Utility Disco. Nella colonna sinistra del programma vedremo una lista dei dispositivi di archiviazione del nostro Mac, in cui ci dovrebbero essere anche i
Appare una finestra che ci chiede di confermare che vogliamo creare un volume criptato. Dovremo fornire una password, che poi useremo ogni volta che monteremo il disco, per cui impariamola a memoria. Se inseriamo una password sbagliata o non la inseriamo, non potremo accedere ai dati. Dopo avere inserito e confermato la password facciamo clic su Inizializza. Diamo così il via al processo di formattazione, che richiede qualche minuto. Una volta che il disco è formattato inseriamo la password. Nella finestra d’inserimento della password possiamo decidere di salvare la password stessa nel Portachiavi, ma pensiamoci bene prima di farlo: salvare la password significa non doverla inserire per montare il disco sul nostro Mac, ma anche che altri potrebbero accedere molto più facilmente a quel disco su quel Mac. E se cerchiamo di collegare il disco cifrato a un altro Mac che non ha le informazioni del nostro portachiavi, dovremo reinserire la password.
Trucchi per selezionare testo Lavoriamo al meglio con il testo grazie a questi consigli
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lcuni di noi sono dattilografi provetti e riescono anche ad applicare la formattazione mentre scrivono; la maggioranza deve tornare indietro e selezionare il testo per modificarlo. Tutti conoscono le basi: due clic per selezionare una parola, trascinare per selezionare, Maiusc-clic per selezionare dal punto d’inserimento o per modificare una selezione già fatta. Ma imparare qualche trucco nuovo può farci risparmiare tempo. Questi consigli funzionano con Pages e TextEdit, oltre che con Microsoft Word, e alcuni addirittura con Mail e Safari, ma sempre se usiamo almeno Snow Leopard.
per selezionare quello che c’è dalla posizione del cursore all’inizio del testo, poi cancelliamo. Maiusc-End (freccia rivolta in basso a destra) seleziona tutto dal punto d’inserimento alla fine, per cui possiamo cancellare un finale che non ci piace. E se non abbiamo questi tasti? Con Pages e TextEdit premiamo Maiusc-Fn-freccia sinistra o Maiusc-Fnfreccia destra per selezionare il testo fino all’inizio o alla fine del documento. Word 2011 usa invece queste combinazioni di tasti per spostare il cursore all’inizio o alla fine della riga corrente. Inoltre, il tasto Fn non esiste su alcune tastiere Apple più vecchie.
Maiuscole e frecce
Aggiungiamo alla selezione
Possiamo muovere il cursore in qualunque punto del testo usando la tastiera, ma possiamo allo stesso tempo selezionare il testo sul quale passiamo tenendo premuto il tasto Maiuscole mentre muoviamo il cursore. Così, usare la freccia sinistra o destra per spostarsi di un carattere per volta premendo Maiusc ci consente di selezionare un carattere per volta a destra o a sinistra; tenere premuto il tasto Maiusc usando la freccia su o giù ci permette di selezionare verso l’alto o verso il basso dal punto d’inserimento.
Due clic per selezionare una parola e tre per un paragrafo. Dimenticato di selezionare qualcosa? Con Word e TextEdit possiamo fare Maiusc-clic in qualunque punto del documento per aggiungere altre parole parole o paragrafi completi. È particolarmente pratico in Word, dove possiamo selezionare un’intera frase con Comando-clic, per cui con Maiusc-clic possiamo aggiungere intere frasi. Non funziona con Pages.
L’inizio e la fine
Selezioniamo parole intere da tastiera
Non ci piace la prima parte di quello che abbiamo scritto e ci sembra di avere trovato il ritmo solo a metà del saggio? Premiamo Maiusc-Home (una freccia rivolta in alto a sinistra)
Possiamo saltare all’inizio o alla fine di una parola premendo Opzione-freccia sinistra od Opzione-freccia destra. Ripetere questa combinazione ci sposta avanti o indietro di un’altra parola. Se
di Sharon Zardetto
poi aggiungiamo alla combinazione anche il tasto Maiusc (Maiusc-Opzionefreccia sinistra o Maiusc-Opzionefreccia destra) possiamo selezionare una parola per volta e usare la tastiera per formattarla o cancellarla.
Scegliere testo non contiguo Con Comando-clic selezioniamo elementi non contigui nel Finder o in una finestra di dialogo, ma possiamo anche selezionare testo non contiguo con il tasto Comando. Vogliamo mettere diverse parole in grassetto? Basta fare due clic su ciascuna premendo Comando e formattarle in un colpo solo. Possiamo anche premere Comando e fare tre clic per selezionare paragrafi non contigui, o trascinare premendo Comando per selezionare vari blocchi di testo. Non dobbiamo limitarci a formattare le selezioni non contigue: con Comando-C le selezioniamo e quando le incolliamo (Comando-V) appariranno come una lista.
Selezionare un’area rettangolare
Selezioniamo un rettangolo Stiamo cercando di selezionare una colonna di testo? Trasciniamo premendo Opzione per selezionare una sezione rettangolare di testo e formattiamolo come ci piace.
Possiamo selezionare un’area rettangolare di testo ovunque, anche in mezzo a un paragrafo, premendo Opzione mentre trasciniamo. È molto pratico se lavoriamo con colonne di testo separate da tabulazioni. Selezioniamo una colonna per formattarla diversamente (per esempio in corsivo), cancellarla o spostarla.
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Tutorial
La correzione del colore in Premiere Elements
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Effetti speciali Facciamo clic sulla scheda Edit nel pannello Tasks nella parte destra dello schermo, poi clicchiamo l’icona FX per vedere una lista di tutti i filtri integrati per gli effetti speciali. La lista è piuttosto lunga, ma possiamo usare il menu a comparsa che si vede qui per selezionare rapidamente gli strumenti di correzione del colore.
I nuovi strumenti per il colore mettono Premiere Elements davanti ad iMovie di Cliff Joseph
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a versione più recente di Adobe Premiere Elements è arrivata al momento giusto. Quando Apple ha lanciato la nuova versione di Final Cut Pro, ha ridotto il prezzo a 239,99 euro, ma ha anche smesso di produrre il più economico Final Cut Express, il che ha lasciato un buco tra gli strumenti per l’editing di base di iMovie e quelli professionali di Final Cut Pro. L’applicazione di Adobe si inserisce proprio in questo spazio e costa solo 62,99 euro. I nuovi strumenti per la correzione del colore sono un buon esempio della potenza offerta da Elements: lo strumento AutoTone & Vibrance consente un miglioramento dell’immagine rapido e semplice, mentre il correttore Three-Way ci fornisce strumenti più precisi e selettivi per manipolare il colore.
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Sulla spiaggia Abbiamo a disposizione alcune riprese fatte all’aperto in una giornata coperta. La luce è spenta e i colori sono piuttosto piatti, soprattutto se confrontati con la clip molto più luminosa che segue. Per metterci un po’ più di vita useremo i nuovi strumenti di correzione del colore.
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A colori Cominciamo con AutoTone & Vibrance, che si può usare per migliorare rapidamente il colore in una clip video. Andiamo un po’ avanti per vedere più chiaramente il volto di chi parla e poi usiamo il mouse per trascinare l’icona di questo effetto sulla clip nella timeline in basso sullo schermo.
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Una giornata luminosa L’effetto funziona automaticamente, per cui dovremmo vedere subito i miglioramenti. Possiamo anche lavorare sui dettagli dell’effetto cliccando il pulsante Edit Effects (in basso nella finestra FX al punto 3). Vedremo tutti gli effetti attualmente applicati alla clip e potremo cliccare su AutoTone % Vibrance per regolarne le impostazioni.
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Prima e dopo Subito a sinistra del filtro AutoTone & Vibrance c’è una piccola icona simile a un occhio. Un clic su questa icona ci permette di rivelare e nascondere l’effetto per vedere le due versioni dell’immagine, prima e dopo l’applicazione dell’effetto (abbiamo creato un effetto split per mostrare il miglioramento).
Nell’ombra Dovremo regolare noi le impostazioni dello strumento Three-Way. Iniziamo cliccando il pulsante Preview Tonal Ranges. Questo divide l’immagine in tre zone: ombre, contrassegnate in nero, mezzitoni, in grigio, e luci, in bianco. A questo punto possiamo regolare selettivamente i colori in queste tre aree specifiche.
Gira la ruota Ora che abbiamo isolato il cielo, torniamo a ThreeWay Color Corrector. Deselezioniamo Preview Tonal Ranges e poi clicchiamo sulla freccia accanto all’elemento Highlights. Appare una ruota cromatica che ci permette di cambiare completamente i colori unicamente nelle sezioni luci dell’immagine.
Controllo di precisione Lo strumento AutoTone & Vibrance è utile per migliorare rapidamente la qualità dei nostri video, ma Three-Way Color Corrector offre un controllo e una precisione molto maggiori sui colori nell’immagine. Diamo un’occhiata tornando al menu FX e applicando velocemente quell’effetto alla nostra clip.
Abbassiamo i toni Vorremmo regolare il colore del cielo. Tuttavia, anche il riflesso della sabbia emana luce, per cui dobbiamo in qualche modo liberarcene. Useremo ancora AutoTone & Vibrance, regolando un tantino il livello di luminosità in modo da riportare la spiaggia a livello dei mezzitoni.
Bianco e nero Clicchiamo sul pulsante Impacted Frame Area In White. Serve ad annerire tutta l’immagine tranne le zone di luce, cioè il cielo, che appare bianco. Questo ci permette di assicurarci di avere selezionato solo l’area che ci serviva. Disattiviamo di nuovo questa anteprima per attivare la ruota cromatica.
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Tutorial
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Nel blu dipinto di blu Il cielo nella clip originale è bianco spento, ma la ruota cromatica ci permette di alterarne il colore. Basta cliccare sul pulsante circolare di controllo proprio al centro della ruota e trascinarlo nella sezione blu della ruota stessa. Spostiamolo nella ruota per scegliere diverse tonalità di blu.
Prova di forza Una funzione dello strumento AutoTone & Vibrance è che cerca di evitare di saturare troppo le tonalità della pelle. I colori sono però ancora un po’ spenti. Al punto 7 abbiamo visto che il volto e le mani della persona che parla sono nella gamma dei mezzitoni, per cui possiamo usare Three-Way Color Corrector per dare più forza ai mezzitoni.
Troppo blu Per agire con ancora più precisione clicchiamo sull’opzione Tonal Wheel Parameters. Appariranno dei cursori per altre regolazioni, come tonalità e saturazione, che ci permettono di controllare con precisione il colore che scegliamo. Ci siamo fatti un po’ trasportare, ma se qualcosa va storto possiamo sempre cliccare su Reset Highlights e cominciare da capo.
Effetti animati Questi strumenti di correzione del colore possono essere animati nel tempo. Torniamo all’inizio della clip e poi facciamo clic sulla piccola icona a cronometro in alto a destra nella lista degli effetti applicati alla clip. Appariranno gli strumenti usati per animare gli effetti con i keyframe.
Suggerimento bonus
SmartSounds
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Colori pazzi Dobbiamo cliccare l’icona del cronometro vicino al nome di Three-Way Color Corrector per animare solo questo effetto. Poi possiamo creare keyframe aggiuntivi in diversi punti della clip, per esempio cambiando il colore del cielo per indicare il passare del tempo.
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Una nuova funzione in precedenza disponibile solo nella versione per Windows di Premiere Elements è SmartSounds. Se attiviamo questa opzione nella timeline di Premiere Elements, vedremo una nuova finestra con una libreria di musica ed effetti sonori. Una piccola parte è disponibile gratuitamente e possiamo quindi usarli nei nostri primi lavori con Premiere Elements. Per essere onesti, il software è piuttosto grezzo e sembra che l’interesse maggiore sia più che altro vendere clip musicali, ma è un’opzione pratica se ci serve subito un po’ di musica d’atmosfera.
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Tutorial
Installare Snow Leopard su Lion
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Procuriamoci un disco Prima di tutto, reinstalliamo Snow Leopard su un Mac che abbiamo aggiornato a Lion. Servirà un disco con Snow Leopard, magari il Dvd con OS X 10.6 allegato al nostro Mac. Se non ce l’abbiamo, possiamo ancora acquistarne una copia su Apple Store online per 29 euro (store.apple.com/it).
Come avere due sistemi operativi su un solo Mac di Duncan Evans
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bbiamo installato con entusiasmo Lion per avere le nuove funzioni (Launchpad, Mission Control, iCloud), ma dopo un po’ dobbiamo tornare alla realtà e fare i conti con Quicken 2007 o usare Office 2004. Solo che, ovviamente, non funzionano più. Nessun programma scritto per PowerPC gira sotto Lion. Anche se tutto il nostro software è nuovo, magari ci manca il modo semplice con cui Snow Leopard faceva le cose. Dopotutto è stata la versione più veloce e ottimizzata di OS X. A chi servono tutti gli orpelli di Lion? Se ci ritroviamo in questo quadro, c’è una soluzione: il dual boot, cioè una macchina con sia Lion che Snow Leopard. Sembra difficile? Ecco come fare, passo per passo.
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Problemi con il nuovo Mac Il modo più semplice per installare Snow Leopard è come ci aspetteremmo: una partizione sul disco rigido. Ma c’è una grossa eccezione: se proviamo a installare Snow Leopard su un Mac su cui era preinstallato Lion avremo qualche problema. Tratteremo questa situazione frustrante fra un attimo.
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Backup Stiamo per aggiungere un secondo sistema operativo al nostro Mac. Qualcosa potrebbe andare storto, per cui conviene fare un backup dei nostri preziosi file e assicurarci di avere dischi e numeri di serie per reinstallare il software. Ovviamente, tutto ciò che abbiamo scaricato da Mac App Store può essere reinstallato facilmente.
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Creiamo una partizione Per avviare sia da Lion che da Snow Leopard occorre una seconda partizione sul disco rigido. È il momento di aprire Utility Disco, dalla cartella Applicazioni > Utility. Selezioniamo il livello superiore del disco e clicchiamo sul pulsante + per aggiungere una nuova partizione. Raccomandiamo di chiamarla Snow Leopard.
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Ridimensioniamo Utility Disco permette di ridimensionare la nuova partizione trascinando su o giù la maniglia. In alternativa, possiamo inserire un valore in megabyte. Snow Leopard richiede un minimo di 5 GB di spazio libero, ma il nostro consiglio è di assegnare 30 GB o anche di più. Quando siamo soddisfatti, clicchiamo su Applica.
Installiamo Snow Leopard Eccoci finalmente al motivo per cui state leggendo questo tutorial. Inseriamo il disco di Snow Leopard e riavviamo il computer. Teniamo premuto il tasto C dopo il suono iniziale per avviare dal disco e iniziare l’installazione. La prima schermata è quella di scelta della lingua. Scegliamo l’italiano o quella che preferiamo.
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Partizione utile Ci verrà poi chiesto di installare l’OS. Qui si capisce perché abbiamo chiamato una partizione “Snow Leopard”. Assicuriamoci al 100% di scegliere quella partizione prima di procedere con l’installazione, o perderemo tutto. L’installazione può richiedere fino a un’ora.
Avviamo Ora abbiamo un Mac con sia Lion sia Snow Leopard. Per scegliere l’OS da cui vogliamo avviare dobbiamo aprire Preferenze di Sistema e lanciare Disco di Avvio. Le nostre partizioni appariranno come volumi separati. Selezioniamo il volume che vogliamo usare e poi clicchiamo su Riavvia per ripartire da quella versione di OS X.
Aggiorniamo Snow Leopard Una volta finita l’installazione dovremmo poter avviare da Snow Leopard. La prima cosa da fare è andare online e trovare l’aggiornamento combinato che porti Snow Leopard dalla versione che abbiamo alla 10.6.8. Possiamo lanciare Aggiornamento Software o scaricarla da support.apple.com/kb/DL1399.
Scegliamo la partizione Vogliamo un modo più veloce per scegliere fra Lion e Snow Leopard? Teniamo premuto il tasto Opzione dopo il suono di avvio del Mac: apparirà una lista di opzioni per l’avvio che ci permette di scegliere la partizione da cui caricare l’OS. Teniamo a mente questo trucco, perché ci tornerà utile tra poco.
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Tutorial
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E i Mac con Lion? Se abbiamo un Mac su cui era preinstallato Lion, la procedura che abbiamo descritto non funziona. Per poter avviare sia da Lion che da Snow Leopard ci serviranno il Dvd con Snow Leopard, un altro Mac (o un amico che ce ne presti uno) e un cavo FireWire.
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Collegamento Colleghiamo il secondo Mac alla macchina di destinazione con il cavo FireWire. Inseriamo il disco di installazione di Snow Leopard nella seconda macchina e accendiamola, tenendo premuto il tasto C per partire dal disco di installazione. Seguiamo le istruzioni e scegliamo la partizione Snow Leopard sul disco di destinazione.
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Avviamo in modalità destinazione ISeguiamo la procedura appena vista per creare una nuova partizione sul Mac di destinazione e chiamiamola Snow Leopard, poi spegniamo la macchina. Riavviamola in modalità disco di destinazione FireWire tenendo premuto il tasto T durante l’avvio del computer. Possiamo selezionare l’avvio in modalità di destinazione da Preferenze di Sistema > Disco di Avvio.variazione in un’area circoscritta.
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Second Life L’installazione dovrebbe procedere regolarmente, con un riavvio quando serve. Una volta finita la procedura, prima di provare a scollegare i due Mac occorrerà avviare la seconda macchina dalla partizione Snow Leopard della prima. Dovrebbe succedere automaticamente. In caso contrario, riavviamo di nuovo il primo Mac in modalità disco di destinazione.
Suggerimento extra
Leone virtuale
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Avviamo e aggiorniamo Avviamo la seconda macchina e teniamo premuto il tasto Opzione. Una delle opzioni di avvio dovrebbe essere la partizione Snow Leopard sulla macchina di destinazione. Scegliamola come disco di avvio. Quando Snow Leopard si sarà avviato, aggiorniamolo alla versione 10.6.8 con l’aggiornamento combinato o con Aggiornamento Software.
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Le regole di Apple sulle licenze hanno impedito agli utenti di far girare versioni virtualizzate di OS X a meno di usare la versione server, più costosa. È stato così fino all’arrivo di Lion. Ora è possibile far girare una versione virtuale di Lion su un’installazione di Snow Leopard. È supportato in VMware Fusion, 4.1.1, per esempio. Purtroppo, se vogliamo fare il contrario, cioè far girare una versione virtuale di Snow Leopard in Lion, non possiamo, a meno di possedere l’edizione server. Un errore in VMware Fusion 4.1 ha permesso per breve tempo agli utenti di virtualizzare Leopard o Snow Leopard, ma in VMware hanno subito posto rimedio.
L'opinione Stephen Hackett
Trasformalo in un Mac Amo iPad. Ma per lavorare, Mac è ancora la macchina che scelgo
A
l keynote di gennaio 2010, quando Steve Jobs presentò iPad, disse che, affinché un dispositivo a metà strada fra uno smartphone e un portatile avesse successo, doveva essere “molto migliore in alcuni compiti fondamentali”. Questi “compiti fondamentali”, secondo lui, comprendevano la navigazione web, la gestione delle email, guardare foto e video, ascoltare musica, giocare e leggere ebook. Ma nella stessa occasione Apple svelò iWork per iOS. L’azienda aveva riscritto Keynote, Pages e Numbers per il tablet, con nuovi menu e strumenti che portavano su iPad la potenza delle versioni desktop. Con iWork, e poi con iLife, Apple chiarì che voleva che i futuri clienti considerassero iPad un dispositivo per lavorare e non solo per consumare contenuti. Con le app di Apple e i numerosi concorrenti nell’App Store per iOS, ci sono innumerevoli modi per lavorare con iPad. E il mio iPad è sempre nella mia borsa, pronto all’uso, come un assistente fedele. Eppure, quando si tratta di fare del lavoro “vero”, mi ritrovo seduto davanti al Mac.
Da app ad app Il mio lavoro di ogni giorno non è molto diverso da quello di altre persone che lavorano nell’IT: riparo hardware, fornisco supporto software, partecipo alle riunioni, mi occupo del bilancio ecc. La maggior parte di queste cose la faccio su Mac alla scrivania. Ho sempre a portata di mano anche un MacBook Air. Sì, sono viziato. Le mie lamentele su iPad non sono fisiche: scrivo velocemente con la tastiera virtuale e mi piace che abbia una batteria e uno schermo migliori di quelli del mio MacBook Air
pur essendo più piccolo e leggero. I miei problemi sono soprattutto con iOS. Rende il mio flusso di lavoro abituale una pena su iPad. Per esempio, quando uso Mac e devo leggere un Pdf, come le cianografiche di un progetto di costruzione che supervisiono, uso Anteprima. Trovo e apro il file in un attimo con Spotlight poi ingrandisco, rifilo e prendo appunti in Anteprima. È veloce e potente. Con iPad non posso fare niente di tutto questo senza prima sincronizzare il Pdf con il mio dispositivo. Mettere e togliere file su iPad è frammentario: alcune app usano Dropbox per sincronizzare i dati fra i dispositivi, mentre altre si basano su iCloud. App come Evernote hanno una soluzione propria. GoodReader for iPad di Good.iWare (http://xrl.us/bnhbkw) e app simili hanno la sincronizzazione Bonjour su rete Wi-Fi, che può essere complicata per chi non è un tecnico. Una volta che il Pdf è sul mio iPad e l’ho modificato con una delle app che uso, di solito PDFPen di Smile Software (smilesoftware.com) o Skitch di Evernote (http://xrl.us/bnhbma), invio il Pdf via email a un collaboratore, un contractor o un venditore con le mie note e le mie domande. Su Mac è facile farlo, ma con iOS può essere difficile. App ben scritte, come PDFPen, hanno un sacco di opzioni per l’esportazione, ma non ci sono strumenti coerenti a livello di sistema, e neanche d’interfaccia, per inviare un file.
“I miei problemi sono più che altro con iOS. Rende il mio flusso di lavoro una pena su iPad”
Dov’ero? Spostare file da un’app all’altra non è l’unica occasione in cui iPad è più goffo di Mac. Sul mio Mac passo rapidamente da un’app aperta a un’altra, sapendo che le ritroverò dove le ho lasciate. Posso lasciare un’immagine aperta su Photoshop, minimizzata nel Dock, per ore. iOS 5 ha il multitasking, ma può essere lento e riservare qualche sorpresa. Se non sono scritte bene, a volte le app tornano al loro stato iniziale. Anche abilitando i gesti multitasking, passare da un’app all’altra su iPad non è fluido come sulla scrivania di Mac. Nel corso di una giornata, queste limitazioni continue causano frustrazione. Ecco perché preferisco lavorare su Mac, dove so che posso fare più o meno tutto quello di cui ho bisogno e farlo rapidamente, senza dover navigare nei menu o fidarmi degli appunti per l’interattività fra le app. Poiché i dati sono conservati nelle singole app, iPad sembra più una serie di silos isolati, piuttosto che un computer moderno con app che possono comunicare e interagire facilmente l’una con l’altra. Penso che iOS potrebbe ricavare un grande beneficio da un file manager centralizzato che si occupi di questi compiti. Non ci sono dubbi che iPad sia uno strumento eccellente: è potente, divertente e anche veramente facile da utilizzare. Ma per me, a oggi, resta soprattuto un’aggiunta. A mio giudizio iPad non è ancora pronto per lavorare a tempo pieno come un supereroe, e non lo sarà finché non avrà imparato a comportarsi un po’ di più come OS X. Stephen Hackett è direttore IT e multimedia del Salvation Army Kroc Center di Memphis. Gestisce anche il blog 512 Pixels (512pixels.net).
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Profondità di campo in Elements
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Organizzarsi Iniziamo aprendo l’Organiser di Elements. Useremo il comando Mostra Tutto per navigare nella nostra libreria di foto, che contiene diverse immagini di ragazzi che saltano. Noi facciamo clic sulla prima che vediamo, ma va scelta ovviamente la foto su cui lavorare.
Un effetto abituale ai tempi della fotografia analogica di Cliff Joseph
E
lements costa una frazione della versione professionale di Photoshop e però contiene strumenti di assoluto valore. un fotografo amatoriale potrebbe comunque essere privo dell’esperienza o della conoscenza richieste per procedere correttamente all’interno del programma. Per questo Adobe ha provvisto Elements di un insieme di quelle che chiama modifiche guidate, utilizzabili per creare effetti sofisticati. Ciascuna modifica suddivide un effetto scelto in passi semplici, che anche un principiante assoluto può seguire. Uno degli effetti presenti nella versione più recente di Elements riguarda la profondità di campo. Si può applicare nel giro di neanche un minuto, una volta capito il meccanismo che descriviamo qui sotto.
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In profondità La profondità di campo riguarda la distanza tra gli oggetti più vicini e quelli più lontani in una inquadratura. Se viene esasperata, una parte dell’immagine si sfuoca. Il resto dell’immagine è però perfettamente a fuoco e quindi risalta in primo piano, come si può vedere.
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Super ricerca Ci sono cinque ragazzi nella foto, il che non semplifica il compito. Ma possiamo dire a Organiser di cercare foto simili, una delle opzioni disponibili nella ricerca. Organiser possiede anche una funzione di riconoscimento dei volti e cerca foto simili in sagome, colori o luce.
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Colori e sagome la ricerca delle foto per similarità visiva permette a Organiser di individuare foto di gruppo apparentate con la nostra. Lo si può anche condizionare a preferire foto che si somigliano nei colori, per esempio prese al tramonto, oppure contenenti sagome distingubili, come un castello o un asse da surf.
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Saltare alla foto Organiser ha così trovato una foto migliore di quella di prima, dove i ragazzi sono solo tre. Clicchiamo sulla linguetta Fix e passiamo dentro Photoshop Elements, dove dobbiamo assicurarci che sia selezionata la linguetta Edit sul lato destro dello schermo, per cliccare poi su Guided ed entrare nella modifica guidata.
Modifica guidata L’elenco di modifiche guidate disponibili in Elements è lungo, ma diviso in sezioni, come Basic, Color, Lighting, per aiutare il reperimento di quello giusto. Depth of Field (profondità di campo) dovrebbe trovarsi nella sezione Lens Effects, effetti di obiettivo.
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Sempre più profondo Ci sono due opzioni disponibili in Depth of Field. Una è Semplice, che funzona automaticamente ma è pcoco precisa, mentre l’altra, Personalizzata (Custom), aumenta il controllo e la precisione al costo di un intervento manuale. Prima esaminiamo l’opzione Semplice (Simple).
Passo dopo passo Gli strumenti di modifica guidata scompongono un’operazione complessa in piccoli passi. Basta seguire le istruzioni numerate che si trovano sulla destra dello schermo. Applichiamo un leggero ingrandimento e facciamo clic sul pulsante Add Blur che aggiunge sfocatura.
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Di nuovo a fuoco La sfocatura è stata applicata sull’intera immagine, quindi anche sui ragazzi volanti che intendiamo evidenziare. Il passo successivo è definire l’area da riportare a fuoco, che richiede il clic sul pulsante Gradient Tool, lo strumento per i gradienti.
Dare la linea Nello strumento per i gradienti possiamo tracciare una riga per indicare l’area da riportare a fuoco. La riga corrisponde al raggio di un’area circolare di lavoro. La disegniamo dalla ragazza che sta in mezzo al ragazzo a destra. Se è un raggio di un cerchio, abbraccerà anche l’altro soggetto.
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Tutorial
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Ritorno di fiamma, pardon, fuoco La ragazza al centro è tornata a fuoco. Anche parte dello sfondo dietro di lei l’ha peraltro seguita, mentre i suoi amici sono rimasti ancora leggermente sfocati. Per avere più controllo è necessario ricorrere all’opzione Custom, personalizzata.
Selezione rapida Premiamo il pulsante Annulla per ripartire da capo e selezioniamo l’opzione personalizzata. Useremo stavolta il comando Select the Focus Area, mettere a fuoco l’area, con lo strumento di Quick Selection, selezione rapida, per contornare grossolanamente i ragazzi. Zoom (Z) e Hand (H) consentono di rifinire la selezione.
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Opzioni pennello Dopo avere rapidamente effettuato una selezione approssimativa, i pennelli ci aiutano a perfezionarla. Abbiamo selezionato accidentalmente un pezzo di portone di una casa sullo sfondo e non la vogliamo. Premiamo Opzione e il pennello la deseleziona.
La grande annebbiata Creiamo l’effetto di profondità di campo con un clic su Add Blur. La sfocatura annebbia la totalità dell’immagine, eccetto i tre ragazzi evidenziati con lo strumento di Quick Selection, selezione rapida. Possiamo anche aumentare la sfocatura con il cursore a slitta in basso nel pannello laterale.
Suggerimento bonus
In omaggio: opzioni raccomandate
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Un buon livello Per comprendere meglio il meccanismo che abbiamo utilizzato, si può guardare l’immagine nella sezione Livelli (Layers). Ci sono tre livelli: l’originale, una copia sfocata sovrapposta a esso e un livello-maschera che delinea i tre ragazzi e li esclude dalla sfocatura generale.
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Photoshop Elements 10 comprende altre modifiche guidate interessanti. Per esempio l’effetto Orton, che prende il nome dal fotografo Michael Orton e combina due versioni della stessa immagine per creare una immagine velata e onirica. Una opzione Picture Stack può dividere una immagine in tessere parzialmente sovrapposte. Altre funzioni raccomandabili sono Smartp Brush, il pennello intelligente per passare su parti specifiche dell’immagine. Se una foto inquadra due persone, il pennello intelligente può agire su una di esse per farla sembrare un ritratto dipinto, mentre l’altra rimane fedele allo scatto originale.
NON LASCIARTI SFUGGIRE I NUMERI ARRETRATI DI Compila il coupon in basso specificando il numero che desideri ricevere e le copie richieste. Invialo insieme alla fotocopia della ricevuta di pagamento a: PLAY MEDIA COMPANY - Servizio Arretrati Via di S. Cornelia 5/a - 00060 Formello (RM). Oppure via FAX al numero 06.33.22.12.35 Il costo di ogni arretrato è pari al doppio del prezzo di cover.
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Scorciatoie personalizzate Il pannello Tastiera ci offre più opzioni per assegnare abbreviazioni a Mission Control e Dashboard.
facciamo clic nell’area vuota alla sua destra e digitiamo l’abbreviazione. Se c’è già una scorciatoia, clicchiamola e sostituiamola con la nostra combinazione preferita. In entrambi i casi, se torniamo al pannello Mission Control, vedremo la nostra nuova abbreviazione. Possiamo usare la stessa procedura per assegnare scorciatoie da tastiera a molte altre funzioni di sistema, come Launchpad, il Dock (per mostrarlo o nasconderlo) e così via.
TIP 02 Espandere gli archivi .cpgz
Mac OS X Hints Conosci un trucco? Queste pagine si basano sui suggerimenti di Daniel Herrman, Daniel Jalkut, Matthias Wiesmann e altri anonimi. Se hai un suggerimento da aggiungere o da migliorare, lo aspettiamo sul sito di Macworld Italia oppure nella nostra casella di posta elettronica macworld@ playmediacompany.it. Grazie in anticipo!
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I trucchi da esperti che Apple non svela TIP 01 Personalizzare le scorciatoie per Mission Control e Dashboard Probabilmente sappiamo già che possiamo scegliere le abbreviazioni da tastiera per Mission Control nella scheda omonima di Preferenze di Sistema. Ma le scorciatoie preimpostate elencate in quella scheda sono abbastanza limitate. Riguardo a Mission Control, per esempio, possiamo scegliere i tasti funzione da F1 a F13, ma non possiamo, per esempio, scegliere i tasti F14 o F15.
di Kirk McElhearn
C’è anche qualche altra opzione, come i tasti Maiuscole e Control. Possiamo fare lo stesso per Dashboard, ma ci ritroviamo comunque limitati nella scelta. Per fortuna, un frequentatore di Mac OS X Hints ha scoperto un altro modo, ancora più flessibile, di assegnare abbreviazioni da tastiera a queste funzioni di sistema. Andiamo nel pannello Tastiera in Preferenze di Sistema, nella scheda Abbreviazioni da tastiera; selezioniamo la voce Mission Control oppure Dashboard e inseriamo l’abbreviazione che abbiamo deciso. Se quell’abbreviazione non fosse già assegnata a un’altra funzione di sistema,
Forse è successo anche a voi: di recente ho scaricato un archivio .zip di file Mp3 distribuiti gratuitamente. Ho fatto due clic per decomprimerlo, ma anziché ottenere i file musicali mi sono ritrovato con un file .cpgz, in altre parole, un file compresso in formato Cpio (usato soprattutto sui sistemi Unix). Due clic hanno solo prodotto un altro file .zip. L’ho cliccato e ho ottenuto (indovinato?) un altro file .cpgz. Un giro vizioso. Con una ricerca su Google ho scoperto di non essere l’unico a essere incappato in questo problema e ho anche trovato alcune soluzioni. Purtroppo nessuna ha funzionato. Alcuni articoli suggerivano che il file scaricato potesse essere corrotto, e che l’avrei dovuto scaricare di nuovo. Tuttavia, dato che era un file molto grosso, non volevo provare in quel modo. Ho trovato la soluzione in una utility gratuita, The Unarchiver (macworld.com/7743). È come un traduttore universale, in grado di decifrare e decomprimere molti tipi di file compressi, compresi alcuni piuttosto oscuri. Quando ho aperto il file con The Unarchiver si è decompresso correttamente. In alcuni casi, The Unarchiver potrebbe non funzionare.
Scegliamo il bit rate Con iTunes 10.6 possiamo specificare il bit rate al quale vogliamo convertire i brani di alta qualità.
In questo caso, o se vogliamo usare il Terminale, possiamo provare a usare il comando unzip. Lanciamo Terminale, scriviamo unzip seguito da uno spazio, trasciniamo il nostro file compresso sulla finestra del Terminale e battiamo Invio. Con tutta probabilità il nostro file .zip rivelerà il suo contenuto.
TIP 03 Cercare nei messaggi per dominio Nelle versioni di OS X prima di Lion potevamo cercare rapidamente i messaggi provenienti da un certo dominio (“macworld.com”, per esempio) scrivendo semplicemente il nome del dominio nel campo di ricerca. Queste ricerche sono ora più difficili perché, quando scriviamo il nome del dominio, il programma ci mostra tutti i messaggi inviati o ricevuti da quel dominio, oltre a tutti i messaggi che contengono il dominio nel testo; ci mostra anche una lista a comparsa di tutti i mittenti che usano quel dominio. Pare però che ci sia un modo per rifinire la ricerca in modo da avere tutti i mittenti o i destinatari con un certo dominio. Se scriviamo from:@nomedominio, avremo una lista di tutti i messaggi che abbiamo ricevuto da tutti gli indirizzi con quel dominio. Possiamo usare to:@nomedominio per vedere i messaggi che abbiamo inviato noi a quel dominio. Vedremo i risultati della nostra ricerca nel pannello di Mail prima di premere Invio. Se poi premiamo invio, Mail converte la nostra chiave di ricerca in un token e lo tratta alla lettera: in altre parole, cerca mittenti (o destinatari) il sui indirizzo consiste unicamente nel nome del dominio, e quindi non restituisce risultati.
TIP 04
TIP 05
Accedere ai Preferiti di Safari da tastiera
Convertire i brani a bit rate più alti
Se usiamo la Barra dei Preferiti di Safari per i nostri siti preferiti, potrebbe essere utile sapere che non è necessario cliccare quei pulsanti per accedere ai siti: possiamo attivare i Preferiti dalla tastiera. Per farlo, premiamo Comando-1 per andare al primo elemento sulla Barra dei Preferiti, Comando-2 per andare al secondo e così via. Bisogna fare attenzione a due cose con questa tecnica: funziona solo con i primi 9 Preferiti, quindi non possiamo premere Comando-10, e non funziona con le cartelle. Funziona però con i bookmarklet, quei pulsanti che attivano un JavaScript che compie un’azione, come quelli per Instapaper e Readability. Questo significa fare in modo che i Preferiti relativi ai siti che visitiamo più spesso si trovino a sinistra sulla barra. In questo modo possiamo attivarli semplicemente premendo la combinazione relativa. Queste scorciatoie da tastiera funzionano anche se abbiamo nascosto la Barra dei Preferiti.
iTunes 10.6 ha funzioni interessanti, tra cui il supporto per i video a 1080p. Ma molti apprezzeranno in particolare un’altra funzione: in passato potevamo convertire automaticamente i brani con un bit rate alto a un più gestibile 128 kilobit al secondo (kbps) quando li sincronizzavamo con un iPod o un dispositivo iOS. Con iTunes 10.6 abbiamo tre opzioni per la conversione: 128, 192 e 256 kbps. Per accedere a questa funzione, colleghiamo un iPod (o iPhone o iPad) a iTunes, selezioniamo il dispositivo e andiamo alla scheda Riassunto. Nella parte bassa, nella sezione Opzioni, vedremo l’opzione Converti brani con bit rate più alto a. Se selezioniamo quell’opzione potremo scegliere il bit rate che vogliamo. Se abbiamo una libreria in formato lossless, possiamo convertire le tracce audio di qualità maggiore durante la sincronizzazione con il nostro dispositivo iOS. Può richiedere molto tempo la prima volta, ma le sincronizzazioni successive saranno molto più veloci.
Conosci un trucco? Andate su Mac OS X Hints per proporlo. Questo articolo si basa su suggerimenti di Christopher Chan-Nui e altri lettori anonimi. Ogni mese, l’autore del suggerimento migliore riceverà un mug Help Desk.
La foto del mug è di Peter Belanger
Cerchiamo per dominio Per trovare tutti i messaggi che abbiamo ricevuto da un certo dominio in Mail di Lion, inseriamo from:@ prima del nome del dominio.
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Cover Flow
Mountain
La copia in vendita ufficiale e tutte le cose da sapere subito Di Jason Snell
A
bbiamo aspettato un anno e una settimana per passare da Lion a Mountain Lion, o a scelta OS X 10.8, numero di versione interna 12A269. Come Lion, Mountain Lion possiede varie funzioni che suoneranno familiari a chi viene da iOS, nella filosofia “Back to the Mac”, portiamo su Mac buona tecnologia creata su iOS, che Apple ha abbracciato nel periodo recente. Parliamo di Messaggi, Promemoria, Note, Centro Notifiche, Twitter integrato, Power Nap, Game Center e AirPlay Mirroring. Alcune nuove funzioni addirittura arrivano prima su Mountain Lion che su iOS 6, in arrivo in autunno. Prima versione pubblicata dalla nascita di iCloud, Mountain Lion offre un’integrazione molto più solida con la sincronizzazione sulla “nuvola”. In più offre numerose funzioni previste per il mercato cinese, alcune novità sulla selezione dei programmi degni di funzionare nel sistema, nuove possibilità di condivisione e dialogo con i social network e tante altre cose che stiamo per vedere. A 15,99 euro, si tratta dell’aggiornamento più a buon mercato dai tempi di Mac OS X
10.1, gratuito undici anni fa. È disponibile solo tramite scaricamento da App Store.
iCloud nel cuore L’integrazione di iCloud con Lion era molto limitata e passava da Safari. Su Mountain Lion, una volta installato il sistema viene chiesto l’Id Apple. Se viene fornito, il sistema sincronizza con iCloud una serie di preferenze comuni, come gli account di posta, i contatti, i calendari, le note, i promemoria ecc., automaticamente. Nelle Preferenze di Sistema c’è un pannello dedicato a questo. Queste informazioni non possono essere recuperate da iCloud se provenienti da un vecchio Mac, ma il futuro va certamente in questa direzione. Un domani, se i programmi vengono comprati su App Store e i dati risiedono su iCloud, passare da un vecchio a un nuovo Mac potrebbe eliminare tramite iCloud il passaggio da Assistente Migrazione. Nel frattempo, i programmi iWork (Keynote, Numbers, Pages), TextEdit e Anteprima possono salvare e leggere file su e da iCloud, attraverso una finestra di dialogo che appare al momento di salvare oppure al lancio del
A pesca nella nuvola Qualunque programma compatibile iCloud, anche non Apple, può salvare e caricare file su iCloud invece che sul disco locale. E la vista può essere in stile iOS.
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Lion
preso al volo Specie e sottospecie Si chiama leone di montagna (Mountain Lion) ma corrisponde scientificamente a una varietà di puma, esattamente “puma concolor”. Da notare che la versione 10.1 di Mac OS X aveva proprio il nome in codice Puma. Ma il marketing non aveva ancora deciso di comunicarlo al grande pubblico.
Trascinati I documenti in iCloud visti da Keynote come elenco. Vogliamo portare un file sul disco locale? Basta trascinarlo con il mouse nella cartella desiderata di Mac, anche se sta fuori da questa finestra.
programma. Qui si può scegliere se lavorare sul disco locale oppure sulla nuvola. Dentro la finestra è possibile maneggiare icone e “cartelle” proprio come se fossimo in iOS. Lo potranno fare tutti i programmi che seguono le regole di programmazione Apple e non solo quelli che abbiamo citato. La magia di iCloud si dispiega completamente se abbiamo un iPad o un iPhone e abbiamo, per esempio, documenti Pages. Si apre Pages (aggiornato) su Mac e, sorpresa: tutti quei documenti sono istantaneamente accessibili e modificabili. Se lo facciamo e poi li apriamo con iPad, li vedremo già modificati. Qualcuno troverà poco incoraggiante un meccanismo come questo, che sostanzialmente scavalca il Finder. Il fatto è che tra Launchpad, Spotlight e iCloud, il Finder effettivamente tende a perdere importanza. Va ricordato che i documenti in iCloud sono visibili solo all’applicazione che li amministra - non si può aprire con TextEdit un file visibile da Pages su iCloud - e che lo spazio a disposizione sulla nuvola è gratuito per i primi cinque gigabyte, poi si paga.
iOS sbarca su Mac Mountain Lion persegue un disegno di uniformazione del linguaggio tra Mac e iOS, e questo riguarda anche le applicazioni, che
diventano le stesse sull’una o l’altra piattaforma. Rubrica Indirizzi diventa così Contatti, iCal cambia nome in Calendario e così via. La nuova applicazione Promemoria è praticamente identica a quella di iOS 5 e consente d’impostare avvisi che si attivano (per esempio) su iPhone quando entriamo in un posto specifico, oltre che a una certa ora e data. “Chiamare Mario quando sono davanti al tennis club” diventa reale: iPhone sa dove ci troviamo e attiva il messaggio di avviso. Le Note si affrancano da Mail e diventano un programma a sé. Sostituiscono i vecchi Promemoria e si arricchiscono: testo formattato, font differenti, link a Internet, elenchi puntati, immagini e perfino file allegati. Ovviamente le Note su Mac si sincronizzano con quelle su iOS. Curiosamente, però, almeno per ora la sincronizzazione avviene autonomamente e non via iCloud. Su Mac arriva Game Center, che estende la rete del gioco in compagnia di iOS a OS X. Si può vedere a cosa giocano gli amici, sfidarli ecc. Soprattutto i programmatori hanno accesso a Game Center e possono usarlo per operazioni come organizzare gioco in contemporanea: corsa automobilistica in tempo reale dove sullo stesso tracciato corrono diversi amici, ognuno a casa propria, chi su Mac, chi su iPad, chi su iPhone… e intanto si parlano in audio. Al momento i
Chi può e chi non può Non tutti i Mac possono installare Mountain Lion. Ecco i Mac privilegiati
➜
iMac di metà 2007 o più recenti
➜ Mac mini di inizio 2009 o più recenti ➜ Mac Pro di inizio 2008 o più recenti ➜ MacBook in alluminio di fine 2008, qualsiasi modello d’inizio 2009 e più recenti ➜ MacBook Air di fine 2008 e più recenti ➜ MacBook Pro di metà 2007 e più recenti
Te lo do io il Promemoria Non ci sono più i Promemoria stile Post-It che siamo sempre stati abituati a vedere. Tuttavia le nuove Note, che non sono più dentro Mail, fanno molto di più e meglio. Soprattutto parlano con iCloud.
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sveglia, oppure definitivamente. Oltre a notifiche e avvisi, nel Centro possono arrivare anche i tweet di Twitter e probabilmente, dall’autunno, di Facebook. Un pulsante in alto nella colonna consente di inviare un tweet al volo. Nelle Preferenze di Sistema un pannello apposito permette di configurare l’attività di Centro Notifiche. Se non vogliamo essere disturbati, scorriamo Centro Notifiche verso il basso: appare un interruttore Mostra avvisi e banner. Basta disattivarlo per isolarsi. Centro Notifiche si riattiva da solo il giorno dopo, se non lo facciamo noi. Si possono sospendere gli avvisi anche con Opzione-clic sull’icona del Centro.
A guardia del torrione
Come fosse un disco Un documento (Mountain Lion li chiama file anche in italiano) può essere salvato, a richiesta, su iCloud. È tornato anche Salva con Nome, non come comando di menu ma come scorciatoia: Comando-Opzione-Maiuscole-S.
giochi Mac che utilizzano GameCenter sono zero o quasi, ma diamo tempo al tempo.
Addio iChat, arriva iMessage Nel 2001 Apple ha presentato iMessage, un sostitutivo della messaggistica testuale che permetteva agli apparecchi iOs di comunicare anche facendo a meno di pagare gli Sms e mandando non solo testo, ma anche audio e immagini. Mountain Lion porta iMessage anche su Mac, tramite la app Messaggi. Sono possibili chat con più persone e disponibili ricevute di ritorno dell’invio dei messaggi. Un pulsante di videochat integrata consente di passare al video non appena ne esiste la possibilità, in funzione di chi e come è collegato. Al momento Messaggi ha il problema di non distinguere tra apparecchi e situazioni. Se siamo alla scrivania con il Mac acceso, un iPad in borsa e un iPhone in tasca, un messaggio diretto a noi si manifesterà su tutti e tre gli apparecchi, anche se ne basterebbe uno.
Mountain Lion fa la stessa cosa. Tutti i programmi compatibili (Apple e indipendenti) possono inviare notifiche al Centro, che in realtà è una colonna sulla destra dello schermo. Si vede con un clic sull’icona elencopuntato che occupa l’angolo superiore destro della barra dei menu. Le notifiche che riceviamo compaiono brevemente sullo schermo in un piccolo fumetto e scompaiono dopo cinque secondi; gli avvisi impostati in Calendario, invece, rimangono stabilmente finché li chiudiamo, provvisoriamente, come lo Snooze della
Nessun leone di montagna è un’isola
Il Centro Notifiche Chi usa Growl (growl.info) è abituato a vedere comparire sullo schermo notifiche momentanee di operazioni compiute o messaggi in arrivo. Il Centro Notifiche di
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È da quando è uscito App Store per Mac che si specula sulla possibilità che un giorno su Mac possano funzionare solanto i programmi scaricati da lì e basta. Quel giorno non è arrivato. Gatekeeper aggiunge un livello di protezione e, come preimpostazione, accetta di fare partire solo i programmi provenienti da App Store Mac oppure da sviluppatori certificati che abbiano depositato una firma digitale presso Apple. In questo modo diminuisce ulteriormente il rischio di attivare a nostra insaputa programmi truffaldini mascherati da app legittime. Dalle Preferenze di Sistema abbiamo modo di liberalizzare completamente l’esecuzione del software, oppure restringerla addirittura al solo App Store. Il tasto Control apre comunque i cancelli e permette di predisporre eccezioni alla regola, facendo partire anche una app che non rispetta i requisiti. Mountain Lion se lo ricorda e, la seconda volta, per quella app non servirà più neanche Control. Ricordiamoci che Gatekeeper non è un sistema di vigilanza costante, ma un cancello. Se lasciamo passare manualmente una app malevola senza volerlo, la frittata potrebbe essere fatta.
Do (Not) Disturb Non vogliamo essere disturbati? Opzione-clic sull’icona e fino a domani stiamo tranquilli. Scorrendo verso il basso la colonna delle notifiche, in alto appare un interruttore per cambiare la situazione. Centro Notifiche è il cuore pulsante della vita di Mountain Lion.
Per abbreviare i tempi di condivisione di materiale interessante con amici, colleghi e familiari, Apple ha inserito un pulsante di condivisione nel sistema praticamente dappertutto. Chi frequenta iOS lo riconosce subito (un rettangolo da cui esce una freccia). Consente d’inviare quello che abbiamo davanti su Twitter, Vimeo, YouTube, posta elettronica e altro. Non è ancora pronta l’opzione Facebook, ma verrà introdotta in autunno con un aggiornamento.
Ogni applicazione offre opzioni tagliate su misura. Per esempio Safari può inviare una pagina in Elenco lettura oppure farne un Preferito, mentre iPhoto è più orientato verso servizi come Flickr. Esiste anche la possibilità di condividere al volo documenti via AirDrop in direzione di altri Mac con Lion o Mountain Lion, a distanza di Wi-Fi anche se non si trovano dentro la stessa rete wireless specifica. Per sfruttare al meglio la funzione, conviene inserire il proprio account Twitter (e domani Facebook) dentro il pannello Posta, Contatti e Calendari delle Preferenze di Sistema. Quando arriverà l’integrazione di Facebook, i Contatti coordineranno le informazioni presenti su Mac con quelle presenti su Facebook, per cui, per esempio, vedremo per un nostro amico la foto del suo profilo Facebook dentro l’applicazione Contatti.
Chi dorme non piglia aggiornamenti Quando un apparecchio iOS è in stand-by, continua a lavorare. Potrebbe controllare la posta, mostrare avvisi, perfino fare un backup. Lo stesso ora accade a Mac. Ad alcuni Mac per la precisione, quelli con un disco Ssd a stato solido di serie, per ora solo MacBook Air e MacBook Pro con schermo Retina. Il funzionamento è semplicissimo: anche se Mac è in stop, ritira la posta, sincronizza i contatti, aggiorna i calendari e i promemoria, effettua i backup Time Machine. La funzione è configurabile nelle Preferenze di Sistema (se il Mac la supporta), per esempio disabilitandola, oppure prevedendola solo a computer alimentato. L’aggiornamento
avverrà ogni ora purché, in caso si usi la batteria, ci sia almeno il 30% di carica. È probabile che in futuro Power Nap venga estesa a più Mac dei pochissimi che la possono usare ora.
Mail e Safari Browser e posta elettronica in Mountain Lion sono cambiati molto, tanto che meritano (prossimi) articoli dedicati. Qui vogliamo solo ricordare poche cose: Safari ha unificato campo di ricerca e campo indirizzo, sincronizza i preferiti con iCloud e si possono vedere i pannelli uno per volta, pizzicando la pagina con due dita sul trackpad e poi scorrendoli con due dita a spazzata orizzontale. Mail ha introdotto il concetto di Vip: vicino al mittente del messaggio c’è una stellina. Se la evidenziamo, la stellina sarà un segnale chiarissimo e non invasivo che una persona importante ci ha scritto.
Il consiglio di Macworld Mountain Lion non eccelle per questa o quella versione, ma perché da ora in poi il sistema operativo si rinnoverà una volta l’anno e si muoverà di pari passo con iOS. Diventano importanti l’insieme, non le singole funzioni, e la sua integrazione. Non è neanche il caso di chiedersi se il prezzo giustifichi l’acquisto: con 15,99 euro in molti posti d’Italia non si riesce a mangiare una pizza. Se abbiamo e usiamo un trackpad e magari uno o più apparecchi iOS, Mountain Lion è un must. Altrimenti è comunque un aggiornamento interessante e stabile, che semplifica e potenzia l’uso di Mac. Specialmente per chi usa già Lion, vale la pena. promemoria Non è fantastico sapere di poter ricevere una notifica nel momento in cui arriviamo a casa, oppure siamo davanti alla pizzeria? Promemoria è impostabile proprio in questo modo.
Non ce n’è per nessuno Se un programma non proviene da fonte certa, Gatekeeper lo intercetta.
Condividi, condividi, condividi Un pulsante ubiquo in Mountain Lion ci fa inviare messaggi Twitter, posta elettronica e altro ancora da qualsiasi applicazione, in qualunque momento vediamo qualcosa d’interessante. Per esempio, una pagina Safari che vogliamo segnalare su Twitter.
Prenda nota, per favore Altra innovazione ubiqua in Mountain Lion è la dettatura, disponibile in fondo al menu Composizione dentro tutti i programmi. Funziona bene… in inglese, francese, giapponese e tedesco. La dettatura si attiva premendo due volte il tasto fn, in basso a sinistra nelle moderne tastiere Mac. La funzione diventerà utilissima nel momento in cui ci sarà la lingua italiana: Apple promette entro il 2012.
In italiano entro fine 2012 La dettatura si abilita dalle Preferenze di Sistema. È necessaria una connessione Internet attiva, poiché l’elaborazione viene compiuta dai server Apple.
Dal computer alla tv C’è una Apple Tv in casa o in ufficio? Mountain Lion mostra nella barra dei menu l’icona AirPlay e consente d’inviare wireless video, foto o anche semplicemente il proprio schermo sulla televisione.
Più uguale degli altri Se però lanciamo il programma mentre è premuto il tasto Control (tipicamente con il menu contestuale e il comando Apri), Gatekeeper è pronto ad aprire il cancello. Se l’impostazione delle Preferenze di Sistema è Dovunque, tutto parte liberamente. Il Mac è meno sicuro, però.
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L'opinione Luca Accomazzi
Interesse superficiale Riuscirà Microsoft a riportare l'interesse sui pc realizzando un computer grosso, anzi, piccolo come un tablet? Qui si nutrono dubbi
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iassunto della puntata precedente: Microsoft annuncia che produrrà e metterà in vendita, non si sa ancora di preciso quando né a quale prezzo, un tablet concorrente di iPad. Si chiamerà Microsoft Surface - ma attenti a non confondersi, il nome era già stato usato per un tavolo sensibile al tocco e viene riciclato - e sarà disponibile in due versioni, per privati e per business. Il primo potrà solo far girare app scritte per questi tablet e quelli che li seguiranno. Il secondo sarà in tutto e per tutto un PC e farà girare il sistema operativo Windows 8, compreso Office. Specifiche: www.microsoft. com/global/surface/en/us/renderingassets/surfacespecsheet.pdf.
Tutti a sperticarsi Andy Inhatko, per dirne uno, opinionista americano che normalmente giudica gli annunci con competenza e dunque equilibrio, ha ficcato la parola “eccitazione” nel titolo dell’articolo e messo nero su bianco che prenderà in considerazione la possibilità di gettare alle ortiche l’accoppiata iPad e MacBook Pro per rimpiazzarla con Surface. Non trattandosi di una cura per il cancro a cinque euro e novantanove, anzi in assenza persino di un prezzo, queste ed altre dichiarazioni mi sono parse un po’ eccessive. Per carità, magari mi sbaglio io. Non sarebbe nemmeno la prima volta, per esempio sono sposato e vivo ancora in Italia, a differenza di Inhatko. Magari di qui a due anni di iPad non se ne venderà più mezzo e anch’io avrò in borsa non uno ma tre di questi cosi. Però...
Poltrona scottante per Ballmer Se ci foste stati voi, seduti sulla poltrona dell’amministratore delegato di Microsoft, cosa avreste fatto? Lo scenario che s’è
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delineato con sempre maggiore chiarezza dal 2007 ad oggi è quello di un sempre minor interesse per i personal computer che sembrano destinati a venire rimpiazzati - non certo completamente, ma in buona parte - da tablet e smartphone. Chiunque abbia provato in vita sua a far convivere un anziano con un Mac (per non parlar del PC) può ben capire quanto un iPad sia più adatto per conquistare fasce di mercato tra i meno portati alle nuove tecnologie. Ora, diciamoci la verità, Microsoft è incontrastata numero uno nei PC, ma con i tablet ha fatto buchi nell’acqua superati solo da quello di Mosè in uscita dall’Egitto via Mar Rosso, e quanto agli smartphone andate avanti voi che a me viene da ridere. E quindi non gli resta altra strada che provare a fare un PC formato tablet e incrociare le dita.
Surface contro iPad Surface è un oggetto tecnologico effettivamente interessante. Gli ingegneri di Microsoft sono riusciti a mettere un PC in soli 903 grammi (nuovo iPad: 730 g) e 13,5 millimetri di spessore (contro 13,4), compresa una batteria da 42 watt/ora (25). Nella loro smart cover si annida una tastiera con tanto di trackpad. Bravissimi, tanto di cappello. Ma
“Microsoft è incontrastato numero uno nei PC, ma con i tablet ha fatto solo grandi buchi nell’acqua”
chiamalo se vuoi tablet Se manterrà le promesse, Surface racchiuderà tecnologie di avanguardia. Ma è musica vecchia con un vestito nuovo, solo più piatto.
è un PC, non è un tablet. Può prendersi un virus, bisogna imparare ad usarlo, si scrive sulla tastiera: tutte caratteristiche vecchie che iPad s’è scrollato di dosso dalla nascita. Se ci pensate, il compianto Steve Jobs aveva come massima abilità quella di capire, prima di chiunque altro, di cosa si poteva fare a meno per fare di meglio. Tolse i tasti freccia dal primo Mac (per costringere tutti a usare il mouse), il floppy al primo iMac, la tastiera all’iPhone e via elencando. Dire che Surface ha in più tutte queste cose (sì, gli si può anche attaccare un lettore di floppy, via USB) non vuol dire elencare pregi, vuol dire elencare caratteristiche che nel 2012 a un tablet servono tanto quanto il lettore a schede perforate, le bobine a nastro e gli operatori in camice bianco. Con Surface, Microsoft ha prodotto un dinosauro piccolo quanto i mammiferi che stanno rimpiazzando i grandi rettili. Io non vedo alcun motivo per cui le sue dimensioni debbano salvarlo dall’estinzione. Luca Accomazzi imparò a programmare Mac sulle bozze di stampa di Inside Macintosh volume 1 nel 1983. Questo è il suo 200° articolo d’opinione per Macworld Italia.
Alcuni dei programmi presenti in questo numero
DVD Player Un intero Dvd pieno di programmi che non troverete sul Mac App Store (o che, se ci sono, non si possono provare prima dell’acquisto)
L’
elenco dei programmi contenuti sul Dvd di agosto è più breve rispetto a quello dei mesi scorsi. Il motivo è semplice: abbiamo deciso d’includere alcuni programmi che, a causa dello spazio che occupano, possono magari scoraggiare dal download, soprattutto se non abbiamo una connessione velocissima. È il caso, per esempio, di MacTeX, una soluzione completa per chi vuole usare LaTeX. Per chi non lo sapesse, si tratta di un modo per scrivere testo pensando soprattutto alla sua struttura, particolarmente indicato per lavori di carattere scientifico e accademico. LyX, anch’esso presente sul Dvd, fa da interfaccia. La curva di apprendimento è ostica, ma le vacanze potrebbero essere il momento giusto per dedicarsi a imparare LaTeX. Essendo agosto, c’è spazio anche per i giochi. Tra questi segnaliamo Domination, per giocare a Risiko con Mac potendo scegliere tra decine di mappe che abbiamo raccolto per voi in una cartella. Proviamo magari anche TORCS, gioco gratuito per provare le emozioni delle corse automobilistiche. Come sempre, potete navigare i contenuti del Dvd a partire dalla home page, che si raggiunge cliccando due volte sul file Aprimi.html.
Sezione
Programma
Autore
Prezzo
Browser
Camino 2.1
The Camino Project
Gratuito
Browser
Chromium 19.0.1084.56
FreeSMUG
Gratuito
Browser
Firefox 13.0.1
Mozilla Foundation
Gratuito
Thunderbird 13.0.1
Mozilla Foundation
Gratuito
Giochi
Clan Lord 762
Delta Tao
14,95 dollari per due mesi e poi 8,95 dollari al mese oppure 78,95 dollari l’anno
Giochi
Deliantra
Deliantra
Gratuito
Giochi
Domination 1.1.0.9
Yura Mamyrin
Gratuito
Giochi
FlightGear 2.4.0
FlightGear
Gratuito
Giochi
Gigalomania
Mark Harman
Gratuito
Giochi
MegaMek 0.35.27
MegaMek Project
Gratuito
Giochi
Robocode 1.7.3.5
Open Source
Gratuito
Giochi
TORCS 1.2.4
Bernhard Wymann ed Eric Espié
Gratuito
Giochi
Vdrift 2011-10-22
VDrift
Gratuito
Gli Indispensabili
A Better Finder Rename 9.08
Publicspace.net
24,95 dollari
Gli Indispensabili
Acqlite 0.4.2
Acqlite Project
Gratuito
Gli Indispensabili
Adium 1.5
Open Source
Gratuito
Gli Indispensabili
AppleJack 1.6
Kristofer Widholm
Gratuito
Gli Indispensabili
Cyberduck 4.2.1
David V. Kocher
Gratuito
Gli Indispensabili
Espresso 2.0.1
MacRabbit
79 dollari
Gli Indispensabili
GraphicConverter 8.1
Lemkesoft
34,95 euro
Gli Indispensabili
NeoOffice 3.1.2
NeoOffice
Gratuito
Gli Indispensabili
RapidWeaver 5.3
Realmac Software
62,99 euro
Gli Indispensabili
SpamSieve 2.9.2
C-Command Software
30 dollari
Gli Indispensabili
TextWrangler 4.0
Bare Bones Software
Gratuito
Gli Indispensabili
Transmission 2.60
Transmission Project
Gratuito
Gli Indispensabili
Vienna 2.6
Vienna Project
Gratuito
Gli Indispensabili
Vlc 2.0.2
VideoLan
Gratuito
Gli Indispensabili
VueScan 9.1.09
Hamrick Software
Gratuito
Grafica
Gimp 2.8.0
Gimp Project
Gratuito
Grafica
Scribus 1.4.1
Open Source
Gratuito
Immagini
iPhoto Library Manager 3.7.2
Fat Cat Software
19,95 dollari
Immagini
Jame 6.1
Andrea Medeghini
Gratuito
Musica e audio
Audacity
Audacity Team
Gratuito
Musica e audio
Jaikoz 4.5.7
JThink
20 sterline
Testo
BBEdit 10.1.1
Bare Bones Software
49,99 dollari
Testo
Bean 3.2
James Hoover
Gratuito
Testo
LyX 2.0.4
LyX
Gratuito
Testo
MacTeX 2011
TeX Users Group
Gratuito
Testo
Mellel 3.0
RedleX
39 dollari
Tuttofare
LibreOffice 3.5.4
The Document Foundation
Open Source
Utility
AppleScriptHTML 2.4
Script factory
Gratuito
Utility
Default Folder X 4.4.8
St. Clair Software
34,95 dollari
Utility
HoudahSpot 3.5.2
Houdah Software
30 dollari
Utility
XScreenSaver 5.18
Jamie Zawinski e altri
Gratuito
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Numero 5 - Mensile - Agosto 2012
*La potenza di LaTeX a portata di mano con LyX
114
*Con Vienna siamo sempre aggiornati con le notizie
*Mellel è uno dei word processor piÚ eleganti per Mac