DYNA BRAINS ERP & BPR Consulting
dynamicity Storie di eccellenze che generano straordinarie evoluzioni.
PORSCHE 917K
La Porsche 917 è stata una vettura da competizione che ha gareggiato nel Campionato Mondiale Sportprototipi, massimo campionato FIA a “ruote coperte” negli anni ‘70-’80, nota al pubblico soprattutto per le sue imprese alla celebre gara di durata 24 Ore di Le Mans. Infatti questo modello ha portato alla casa tedesca la prima affermazione nella famosa competizione automobilistica nel 1970, vittoria bissata subito l’anno successivo. La macchina vincente apparteneva al team automobilistico Porsche austriaco con sede a Salisburgo ed era pilotata dal pilota tedesco Hans Herrmann e dal britannico Richard Attwood.
Nel 1967, con l’intenzione di ridurre le velocità raggiunte a Le Mans e sugli altri circuiti veloci di quell’epoca dai prototipi di Gruppo 6 […] la Commissione Sportiva Internazionale (C.S.I. - all’epoca il settore indipendente della FIA dedicato alle competizioni) annunciò l’istituzione di un nuovo Campionato Internazionale Marche. Tale competizione si sarebbe disputata nelle quattro stagioni sportive che andavano dal 1968 al 1971 e vi avrebbero gareggiato le Vetture prototipo di Gruppo 6 con cilindrata limitata a 3 litri. […] La Commissione permise di competere per il titolo anche alle vetture Sport di Gruppo 4, purché prodotte almeno in 50 esemplari. […] Nell’aprile 1968 la CSI annunciò che, visto lo scarso numero di iscrizioni ricevute per la categoria degli Sportprototipi di Gruppo 6 di 3 litri di cilindrata, a partire dalla stagione 1969 sarebbero bastati 25 esemplari prodotti, anziché
50, per competere nel Gruppo 4 del mondiale fino alla fine del ciclo regolamentare, fissato al 1971. […] A partire dal luglio 1968 la Porsche sostenne un sorprendente sforzo tecnico ed economico per trarre vantaggio da tale modifica regolamentare; decisero di concepire, progettare e realizzare 25 esemplari di una vettura completamente nuova per la categoria Sport che avesse un obiettivo sottinteso: ottenere la prima vittoria assoluta di una Porsche alla 24 Ore di Le Mans. In soli dieci mesi la Porsche 917 fu sviluppata a partire dalla Porsche 908 con tecnologie di punta: il primo motore Porsche a 12 cilindri e un esteso utilizzo di titanio, magnesio e leghe esotiche mutuate dalle esperienze della Casa con le leggerissime vetture per le cronoscalate. Alla prima ispezione da parte dei commissari della CSI, solo tre vetture erano complete, mentre 18 erano ancora in linea di produzione ed erano presenti scocche e pezzi per altri sette esemplari: l’omologazione fu rifiutata nonostante le valide argomentazioni addotte dalla Porsche e fu concessa solo il 20 aprile, quando Ferdinand Piëch mostrò loro 25 esemplari completi parcheggiati davanti alla sua fabbrica.
Al Salone di Ginevra del 1969 viene presentata al pubblico la Porsche 917, sport prototipo realizzato per competere nella categoria fino a 5 litri di cilindrata. Il motore nasce dall’unione di due monoblocchi del motore 6 cilindri boxer di 2.2 litri montato sulla Porsche 911 R […] sviluppa una potenza di 520cv ad un regime di 8.000 giri al minuto. Il telaio è del tipo a traliccio tubolare realizzato in lega di alluminio, la carrozzeria è costituita da pannelli in poliestere e il peso totale della vettura è di soli 800 kg. […] Per quanto concerne la veste aerodinamica, la vettura è un coupé basso e filante, tuttavia ha una configurazione della coda che genera poca deportanza, sia in versione lunga che corta e per correggere tale caratteristica è dotata in entrambi i casi di alette stabilizzatrici collegate alle sospensioni posteriori. […] Alla 1000 km di Spa del 1969 debutta in gara e quasi tutti i piloti si rifiutano di guidarla per i grossi problemi di instabilità alle alta velocità, preferendo la vecchia ma più stabile Porsche 908, sebbene questa fosse meno performante del nuovo modello. Tale scelta si ripeté per molte gare quell’anno, poiché la 917 era progettata specificamente per conquistare la 24 Ore di Le Mans e solo lì avrebbe espresso tutto il suo potenziale.
L’evoluzione permette di sorpassare la concorrenza. In qualsiasi campo di attività solo le società che si evolvono fanno strada. Le altre, da dietro, inseguono mangiando la polvere.
PORSCHE 917K
La Porsche 917PA Versione Spyder (privata del tetto e alleggerita) realizzata nell’estate del 1969 su richiesta dell’importatore statunitense della Porsche/Audi (da qui la denominazione PorscheAudi), secondo le più permissive specifiche delle biposto da corsa del Gruppo 7, per competere nel campionato nordamericano Can-Am che fino ad allora era stato dominato dalle velocissime McLaren-Chevrolet, spinte da motori V8 di 7 litri da oltre 700 CV. La vettura fu portata in gara da Jo Siffert, ma visti i risultati non incoraggianti, dovuti soprattutto alla carenza di potenza (580 cavalli a 8500 giri/min, con un guadagno di 60 cv per via delle gare generalmente più brevi che nel mondiale) nei confronti della concorrenza, la vettura fu sottoposta a un programma di sviluppo e da essa deriveranno dapprima la 917/16 e in seguito la 917/10.
Porsche 917K Per la stagione agonistica 1970, allo scopo di risolvere i problemi di instabilità aerodinamica della 917, viene modificata la parte posteriore della carrozzeria su suggerimento dei tecnici della scuderia inglese John Wyer Automotive Engineering - che l’avrebbero portata in gara introducendo una coda tronca e dal profilo ascendente, la parte inferiore della coda è totalmente aperta lasciando intravvedere sospensioni ed organi meccanici del vano motore, la nuova versione comunemente detta
917K (Kurzheck, codacorta) garantiva maggiore stabilità del retrotreno e migliorava il raffreddamento del motore, seppure a spese della penetrazione aerodinamica. Delle 25 Porsche 917 originali, 20 vengono convertite nella variante Kurzheck, mentre altre 12 nuove vetture vengono costruite direttamente in versione K. A livello meccanico, viene introdotta un’evoluzione di motore da 4.907 cm³ capace di sviluppare 580cv, raggiungendo cosi una potenza analoga al motore della rivale Ferrari. Grazie alle nuove specifiche tecniche, la 917 diventa vincente, aggiudicandosi in questa configurazione due 24 Ore di Le Mans, nel 1970 e nel 1971. […]
Risultati sportivi La coraggiosa scelta di investire grandi risorse in questo nuovo modello ebbe la conseguenza di alzare il livello della competizione e spingere la concorrenza a fare altrettanto. Nel giugno 1969 Enzo Ferrari, che aveva già realizzato tre esemplari di una nuova vettura prototipo con motore tre litri (la Ferrari 312 P) non molto vincente, cedette metà della sua azienda alla FIAT e con quel denaro costruì 25 vetture spinte da un motore V12 di 5 litri per poter competere ad armi pari con la Porsche. Gli ci vollero nove mesi per produrre 25 512S, gran parte delle quali sarebbero state vendute a team privati per la stagione 1970. […] Il vantaggio di tempo accumulato dalla casa tedesca nei confronti degli avversari e l’apprendistato effettuato nella stagione 1969 permise alla Porsche 917K di ottenere numerosi successi e di vincere la 24 Ore di Le Mans 1970 con l’equipaggio Hans Herrmann e Richard Attwood; e nel 1971 con Helmut Marko e Gijs van Lennep, in questa edizione stabilisce anche la maggiore percorrenza chilometrica della gara coprendo 5.335,31 km alla media di 222,304 km/h, primato invariato sino al 2010 e reso possibile dalla conformazione del circuito molto più veloce rispetto alle versioni successive. Sia nel 1970 sia nel 1971 la 917 si aggiudica il Campionato Mondiale Sportprototipi. In America vince nel 1970 e 1971 la 24 Ore di Daytona, nel 1972 al 1973 il Campionato Can-Am. Tratto da Wikipedia
La vision di un nuovo progetto e la sua messa a punto sono le corrette strategie di evoluzione. Il vantaggio competitivo sugli avversari diventa nel tempo, duraturo e incolmabile.
PORSCHE 917K
La 24 Ore di Le Mans (24 Heures du Mans) è una famosa gara di durata di automobilismo che si svolge annualmente al Circuit de la Sarthe, nei pressi di Le Mans, in Francia. Viene organizzata dall’ Automobile Club de l’Ouest (ACO). Inoltre è la gara più importante del Campionato del Mondo Endurance FIA.
La prima gara si svolse il 26 e 27 maggio 1923 e da allora si è disputata annualmente in giugno, ad eccezione del 1956 (in luglio) e del 1968 (in settembre, a causa dei tumulti politici accaduti nel Maggio francese). Venne cancellata solo nel 1936 (ragioni economiche) e dal 1940 al 1948 (seconda guerra mondiale ed immediato dopoguerra). Tradizionalmente la gara inizia alle 16:00 di sabato per terminare alla stessa ora della domenica. […] La gara si disputa su un tracciato semi-permanente della lunghezza di oltre 13 chilometri, utilizzando per buona parte strade aperte alla normale circolazione per tutto il resto dell’anno. Nel corso degli anni diverse sezioni appositamente costruite hanno sostituito le strade normali, in particolare le Curve Porsche che escludono la vecchia e pericolosa parte della Maison Blanche in cui il circuito sfiorava degli edifici. Il Circuito Bugatti è la parte permanente del tracciato, circonda la zona della partenza/ arrivo e viene utilizzato durante tutto l’anno per diverse competizioni, tra cui il Motomondiale. Normalmente gareggiano contemporaneamente vetture di vario tipo, suddivise in
quattro diverse classi, dai prototipi progettati appositamente per questa corsa, fino alle auto di serie; la vittoria complessiva va all’auto che ha coperto la maggior distanza in 24 ore continuate di corsa. Questa regola appare ovvia, ma la gara del 1966 ebbe un vincitore a sorpresa. La Ford si aspettava un ex aequo con due sue GT40 Mark II che attraversarono il traguardo nello stesso istante, grazie ad un arrivo orchestrato, ma la vettura tra le due che aveva ottenuto il peggior tempo nelle prove venne proclamata vincitrice, poiché partendo più indietro sulla griglia aveva percorso una maggiore distanza a parità di tempo. Come regola aggiuntiva vi è quella che un’auto deve attraversare la linea d’arrivo dopo 24 ore per essere classificata, il che spesso porta a episodi di auto danneggiate che lasciano i box per trascinarsi lungo il circuito un’ultima volta e poter finire la gara. Oggigiorno, ogni auto dispone di una squadra di tre piloti. Prima del 1970 erano permessi solo due piloti per auto, e nei primi tempi era permessa anche la partecipazione a piloti solitari. […] La gara prendeva tipicamente il via con quella che è diventata nota come la “partenza Le Mans”: le auto sono allineate su un lato della pista, i piloti sull’altro. Quando la bandiera francese segnalava il via alle 16:00, i piloti attraversavano di corsa la pista, entravano nelle auto e partivano. Questa procedura divenne rischiosa dopo l’introduzione delle cinture di sicurezza, che richiedevano di essere allacciate correttamente dai meccanici. Perciò i piloti gareggiavano nel primo turno, circa un’ora, senza le cinture allacciate. […] La “partenza Le Mans” è anche il motivo per cui le Porsche da strada continuano ad avere l’accensione a sinistra della colonna dello sterzo, invece del più tradizionale alloggiamento a destra — ciò permetteva al pilota di avviare il motore con la mano sinistra mentre al tempo stesso la destra inseriva la prima, consentendo così alle Porsche di uscire dalla linea di partenza più rapidamente. […] L’edizione del 1970 fu quella che vide il primo successo nella corsa per la Porsche, ottenuta tuttavia con una Porsche 917 in versione a coda tronca iscritta dalla scuderia privata Salzburg e condotta da Hans Herrmann e Richard Attwood. Tratto da Wikipedia
L’organizzazione del team, delle procedure e lo sviluppo delle competenze è il primo dei traguardi per proseguire nelle successive sfide.
24 heures du mans
Le 24 Ore di Le Mans (Le Mans) è un film del 1971, diretto da Lee H. Katzin, ambientato sul circuito di Le Mans durante la 24 ore del 1970 e interpretato da Steve McQueen. Per l’occasione vennero installate alcune cineprese su una Porsche 908 regolarmente iscritta alla gara di quell’anno. L’auto guidata nel film da McQueen era la Gulf Porsche 917 K n. 20 ufficiale. Oltre alle immagini filmate durante la gara del 1970, gran parte del film venne girata nell’estate dello stesso anno pochi giorni dopo la gara vera e propria, utilizzando le auto originali che presero parte alla competizione, acquistate dalla casa cinematografica Solar Productions, diverse fasi di gara vennero simulate chiudendo tutto il circuito comprese le strade nazionali. Il film ebbe scarso successo al botteghino e costituì un grosso fiasco nella carriera di McQueen, ma a distanza di anni viene ricordato come una realistica testimonianza su uno dei più famosi periodi della storia motoristica e come uno tra i migliori film di corse automobilistiche mai girato, soprattutto per il notevole realismo delle scene di gara.
Steve McQueen, nato Terence Steven McQueen (Beech Grove, 24 marzo 1930 – Ciudad Juárez, 7 novembre 1980), è stato un attore e pilota automobilistico statunitense. È stato uno dei più celebri attori tra gli anni sessanta e gli anni settanta.
Famoso per il suo atteggiamento spericolato e da anti-eroe, nonostante sia sempre stato un attore piuttosto problematico per registi e produttori, riuscì sempre ad ottenere ruoli di grande rilievo e ingenti compensi.
Figlio di uno stuntman che abbandonò la moglie, il piccolo Steve, appena nato fu mandato a vivere a Slater, nel Missouri, presso uno zio. All’età di 12 anni tornò a vivere con la madre, che nel frattempo si era trasferita a Los Angeles, in California. A 14 anni era già membro di una gang di strada e la madre si vide costretta a mandare il ragazzo presso una scuola di correzione californiana, la California Junior Boys Republic presso Chino Hills. Abbandonato l’istituto, McQueen entrò nel corpo dei Marines dove prestò servizio dal 1947 al 1950. Nel 1952, grazie ad un prestito fornito agli ex soldati, iniziò a frequentare i corsi di recitazione presso l’Actor’s Studio di Lee Strasberg a New York. Dei 2000 candidati presentatisi alle selezioni, solo lui e Martin Landau riuscirono a entrare nella scuola. Nel 1955 Steve McQueen esordiva a Broadway. McQueen esordì nel mondo del cinema con un piccolo ruolo nel film “Lassù qualcuno mi ama” (1956) di Robert Wise, ma la sua prima grande interpretazione può essere considerata quella del cowboy Vin nel western “I magnifici sette” (1960) di John Sturges, regista che lo aveva precedentemente diretto in un altro suo film, sebbene in un ruolo minore, “Sacro e profano” (1959). L’anno successivo fu la volta di un film bellico, in cui ritrovò l’amico James Coburn, con il quale aveva già lavorato ne “I magnifici sette” e ne “L’inferno è per gli eroi” (1961) di Don Siegel, dove interpretò il difficile ruolo di John Reese, un ex sergente che viene degradato per insubordinazione e per ubriachezza. La definitiva consacrazione per McQueen giunse nel 1963 grazie a “La grande fuga” (1963), sempre diretto da John Sturges, in cui interpretò il ruolo dell’audace e spericolato capitano Virgil Hilts, uno dei personaggi che lo resero maggiormente celebre nel mondo del cinema.
Tratto da Wikipedia
La leadership implica un equilibrio complesso tra le competenze dell’azienda, le aspirazioni di crescita e gli obiettivi finali.
Steve McQueen
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Dyna Brains fornisce consulenza manageriale, organizzativa, di processo e informatica. Nata nel 2010 da un team di consulenti con provata esperienza internazionale, ha come obiettivo la trasformazione del proprio knowledge in valore per i clienti. Grazie ad un’approfondita conoscenza dei settori industriali di riferimento quali la ceramica, l’immobiliare, la meccatronica, la moda, il tessile, le spedizioni e trasporti, vanta numerose reingegnerizzazioni e ottimizzazioni di processi nell’ambito dell’implementazione di sistemi informativi SAP. Il gruppo Dyna Brains è in costante crescita e ad oggi con le sue 3 società (Dyna Brains Srl, Dyna BI Srl e DYNA SDC LLC), copre servizi di consulenza che vanno dall’assessment aziendale all’implementazione di soluzioni ERP e di Business Intelligence, ovvero lo sviluppo di soluzioni software custom-fit a costi competitivi tramite il nostro Software Delivery Centre Near-Shore in Macedonia. Il controllo qualitativo, la
standardizzazione dei processi di sviluppo, il rispetto degli SLA concordati con i clienti e il monitoraggio e miglioramento continuo dei processi di sviluppo e di formazione delle risorse, rendono il nostro Software Delivery Centre uno strumento per la riduzione dei costi di Application Maintenance delle attività di programmazione e sviluppo software aziendale. Dyna Brains supporta i propri clienti lungo tutto il ciclo di vita di una Best Practice. Progetta e realizza soluzioni personalizzate per raggiungere alte performance in piena coerenza con gli obiettivi di business del cliente garantendo rigore metodologico, efficacia, efficienza ed affidabilità. Adottando la metodologia ASAP nei processi di project management e grazie alle partnership con i principali vendor di soluzioni IT, Dyna Brains garantisce: • Analisi e progettazione di soluzioni ERP; ovvero la redazione del documento “Project Charter” nel quale sono definiti la struttura riepilogativa del progetto, l’ambiente, i rischi, i costi e la strategia di implementazione; • Realizzazione del documento Business Blueprint riportante una dettagliata rappresentazione organizzativa e una prima stesura dei processi di business; • Installazione, configurazione e customizzazione di soluzioni ERP complesse; • Preparazione finale (Final Tuning) ossia consolidamento delle attività, ”stress test” e training per gli utenti; • Go live/Roll out e supporto: subito dopo il rilascio, il sistema viene riesaminato per assicurarsi che l’ambiente di business sia completamente supportato e che il sistema sia il più possibile aderente alle esigenze dell’azienda. La Dyna Brains rappresenta una scelta di qualità che si riflette nella totale soddisfazione della sua clientela.
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