Raffaele Nucera
Cocktail facili La soluzione per i tuoi party Oltre 50 ricette veloci ed economiche
La guida definitiva per offrire drink e cocktail di classe, in semplicitĂ e senza spendere una fortuna.
Raffaele Nucera
Cocktail facili La soluzione per i tuoi party Oltre 50 ricette veloci ed economiche
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Prefazione
Il mondo dei cocktail è tanto affascinante quanto complesso, addirittura caotico per chi ci si affaccia per la prima volta. Le sensazioni olfattive e gustative, che solo un buon cocktail sa trasmettere, scaturiscono da centinaia di liquori, succhi, sciroppi, frutti, condimenti. Le possibili combinazioni diventano così infinite e non tutte possono diventare ricette di successo. L’arte di saper miscelare tutti questi ingredienti per farne un drink di tutto rispetto, non è quindi cosa che si impara bevendo la sera in un pub, o leggendo un qualsiasi libro. Non basta: nel cocktail servito da un vero bartender, tutto è tenuto in considerazione. Per lui ogni singolo, seppur marginale, dettaglio è davvero fondamentale. La scelta del bicchiere, il colore, la temperatura di servizio e di preparazione, la decorazione e la guarnizione: ogni sottigliezza è volta alla perenne ricerca della perfezione. Spiegarvi e farvi conoscere questo incredibile mondo, non è certo quello che mi prefiggo in queste poche pagine. Ben altri sono più all’altezza di me, e decine di testi potrete trovare che vi faranno scoprire sfaccettature che neppure immaginate. La maestria nel maneggiare lo shaker, la massima cura nella presentazione, le caratteristiche dei singoli distillati e i marchi più prestigiosi, come valutare correttamente il risultato… mi dispiace ma li imparerete altrove. Allora perché dovreste leggere queste pagine? Non vi faranno diventare degli esperti, è vero. Non sarete neppure paragonabili a un vero bartender, lo confermo. Ma questo speravate? Non volevate offrire degli ottimi drink ai vostri amici, magari spendendo poco, organizzando tutto in semplicità, e facendo davvero un gran figurone?
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Non avete mai organizzato una cena tra amici, solo perchè non siete chef di alta classe? Non avete mai preparato un dolce, perchè non avete frequentato scuole di raffinata pasticceria? Non avete mai impastato una pizza, anche solo per divertimento, servendola con gli ingredienti più svariati e fantasiosi? Allora cimentatevi anche nel mondo dei cocktail con lo stesso spirito! Offrire un aperitico o un after dinner, a suon di ghiaccio e shaker, non è una cosa impossibile Organizzare un party, o un happy hour, o ritrovarsi la notte di capodanno, invece che al solito veglione, insieme agli amici più cari, in una festa privataa base di drink raffinati e di sicuro impatto, è più semplice di quel che pensate. E tutto questo spendendo davvero poco! Questo non è un ricettario, e neppure una classica guida, lo avrete ormai capito. Qui vi saranno fornite solo le basi e qualche utile trucco e suggerimento, nulla di più. A voi non resta che rimboccarvi le maniche, e dare libero sfogo alla vostra fantasia. Prima di farlo, però, un’ultima raccomandazione. Parliamo di alcolici, non dimenticatelo. Bere un sorso in compagnia è divertente, salutare dicono alcuni, ma attenzione: mai esagerare! Mai credere di reggere gli alcolici meglio degli altri; mai scolarsi un cocktail dopo l’altro, solo per il gusto di prepararne o assaggiarne uno nuovo. Non saltate queste righe, non andate avanti. È pericoloso abusare dell’alcool, spesso mortale. Non è un gioco, non scherzate con le vostre vite e con quelle degli altri. Accendete la tv la domenica mattina, per vedere cosa può causare un “goccetto” di troppo.
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Non basta. Diventare dipendenti dall’alcool è peggio, ed è anche più facile del prendersi una semplice sbronza. L’alcolismo prima vi rovina la vita e poi ve la toglie. Mai esagerare!
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Step 1 Soddisfare i gusti diversi dei nostri ospiti, offrendo ottimi drink, e senza spendere una fortuna? Si può, ed è anche facile. Semplificare sarà, da questo momento, la nostra parola d’ordine. Non circondarsi di tutti gli strumenti di un bartender, sacrificare i dettagli meno importanti, non utilizzare gli ingredienti più pregiati e costosi, selezionare anzi quelli più versatili: solo così avremo già risparmiato parecchio, senza andare a discapito della qualità. Semplificare dunque: iniziamo ad entrare in quest’ottica. Gli strumenti. Sapete di certo che ogni cocktail viene servito nel suo bicchiere. Tumbler, flute, gotto, coppa, calice, old fashion, highball… la lista è lunga. La presentazione del drink è importante, fondamentale per molti. Ma non è solo questo, la scelta è dettata anche da altro. In alcuni casi l’apertura del bicchiere deve avere la giusta ampiezza per non far disperdere gli aromi; in altri lo stelo deve essere lungo, di modo che le dita non modifichino la temperatura del drink; a volte deve avere la giusta capienza per contenere il molto ghiaccio di quello specifico drink; oppure deve essere sufficientemente spesso, o abbastanza alto, e così via. Ma nel nostro party privato è davvero necessario averne di ogni tipo a disposizione? Se servirete un cocktail da flute, in un calice qualsiasi, sarà forse meno gradito ai vostri ospiti? Qualcuno storcerà il naso? Non credo proprio. In molte discoteche, per assurdo, i drink vengono serviti nei bicchieri di plastica usa e getta. Che orrore? Eppure la fila al bancone è sempre lunga. I bicchieri che avete a casa andranno benissimo, di qualsiasi forma e materiale essi siano. Sacrifichiamo un po’ la presentazione e lasciamola ai professionisti. Noi semplifichiamo. Andiamo avant con gli altri strumenti di un bartender, che sono parecchi e alcuni parecchio costosi.. Sono tutt davveroi necessari? Per affettare un limone serve per forza il coltello dalla lama corta e biforcuta, che incide,
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seziona, e poi infilza? No: quello comune da cucina andrà benissimo. Per ottenere il succo di un’arancia è necessario un grosso spremiagrumi elettrico? No: quello manuale che già abbiamo è sufficiente. Il ghiaccio deve essere di pura acqua cristallina, congelato a quell’esatta temperatura e in quelle diverse forme, riposto in un contenitore di cristallo, maneggiato con apposite pinze e tritato con uno strumento professionale? Per un bartender sarebbe il minimo. Noi usiamo l’acqua che beviamo normalmente, lasciamolo nel freezer, aiutiamoci con un cucchiaio e rompiamolo con un batticarne. I drink vanno miscelati nel mixing glass, con un bar spoon, e, nel versarli, il ghiaccio va trattenuto con uno strainer? Vi chiedete cosa abbia detto?Il mixing glass è un boccale in vetro, il bar spoon un cucchiaino dal manico lungo, e lo strainer, niente più che un colino. Non abbiamo nulla di simile in casa? Certo che sì. Semplifichiamo allora. Lo shaker, ultimo esempio, si compra facilmente con dieci euro. Con un po’ di fortuna, e neanche tanta, si trova anche a cinque. Io lo comprerei: fa sempre il suo effetto. Ma non crediate che tutti i cocktail si preparano nello shaker, la maggior parte vanno solo mescolati. Shaker a parte, non serve che compriate altro: vi mostrerò come fare tutto con quanto avete già a disposizione. E non è neppure necessario stilare una lista: indicherò solo strumenti di uso comune. Gli ingredienti Perché un drink sia davvero buono tutti gli ingredienti devono essere di eccelsa qualità? Le arance e i limoni devono provenire direttamente dall’albero piantato in Sicilia? La cola e l’acqua tonica, devono avere sull’etichetta marchi prestigiosi? Lo champagne della ricetta originale non può essere sostituito con un nostro prosecco o spumante? Il whisky e il gin, devono essere di conclamata fama? No, no e ancora no. Devono essere buoni, ovvio, ma non è necessario dissanguarsi per avere il meglio del meglio. Concedetemi una precisazione, però!
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Fare a meno di prodotti di alta qualità, non vuol dire rinunciare del tutto alla qualità. Se una cola o un succo di frutta non hanno un buon sapore, e non li mettereste mai in tavola, nel vostro cocktail non avranno maggior fortuna. Se quel rum o quel whisky, invece, si lascia bere tranquillamente liscio, allora andrà benissimo per i vostri drink. È una regola, quest’ultima, che vale in generale per tutti i vostri ingredienti. A questo punto vi chiederete: perché rinunciare a comprare la migliore vodka sul mercato, o il brandy più pregiato? Il nostro cocktail non avrà un gusto diverso con elementi di massimo livello? Certo che lo avrà! La domanda giusta però, è: quanti di noi sono in grado di coglierne la sottile differenza? Quanti, in un drink, saprebbero distinguere uno scotch da un bourbon, un rum chiaro da uno scuro, o uno champagne da un prosecco? E la marca di un distillato da un’altra? Quanti, dopo un lauto banchetto saprebbero apprezzare i mille dettagli olfattivi e gustativi di un cocktail elaborato? Lasciate che vi risponda io: pochi, davvero pochi. Quindi? Semplifichiamo! Distillati di buona qualità, eppure economici, sono di facile reperibilità. E sono gli stessi che si utilizzano in discoteca o in alcuni pub. Non creiamoci problemi inutili. Gli ingredienti previsti nelle migliaia di ricette conosciute nel mondo restano comunque tanti, troppi. Se avete intenzione di servire, a ciascun vostro invitato, il suo drink preferito, temo dovrete davvero circondarvi di ogni tipo di liquore, soda e succo esistente. Ma è necessario? Bastano pochi selezionati ingredienti per creare decine e decine di cocktail, del tutto diversi l’uno dall’altro. I succhi. Spremere le arance e i limoni davanti ai nostri ospiti fa sempre il suo effetto. Ma complica la vita non di poco. Dopo la spremitura potrebbe essere necessario filtrare il succo o aggiustare di zucchero, e comunque, se la frutta non dovesse essere matura, il risultato sarebbe pessimo. Il mio consiglio è di utilizzare i succhi già pronti. Sono molto più pratici e soprattutto economici. Per di più, spesso ne abbiamo un brik già aperto nel nostro frigo, e dovesse avanzare qualcosa dal nostro party, non andrà perso.
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