La Diplomazia di Mons. Agostino Casaroli

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REPRINT Nuova Serie n° 9

Giovanni Barberini La diplomazia di Mons. Agostino Casaroli

Università degli Studi di Firenze Facoltà di Scienze Politiche “C. Alfieri” Seminario di storia delle istituzioni religiose e relazioni tra Stato e Chiesa


Titolo | La Diplomazia di Mons. Agostino Casaroli Autore | Giovanni Barberini Collana | Università & Ricerca Isbn | 978-8896818497 TUTTI I DIRITTI RISERVATI Prima edizione digitale 2011 Questo eBook non potrà formare oggetto di scambio, commercio, prestito e rivendita e non potrà essere in alcun modo diffuso senza il previo consenso scritto dell’editore. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941 Libellula Edizioni via Roma 73 - 73039 Tricase (LE) Tel. /Fax 0833.772652 www.libellulaedizioni.com info@libellulaedizioni.com


REPRINT Nuova Serie n° 9

Giovanni Barberini

La diplomazia di Mons. Agostino Casaroli

Università degli Studi di Firenze Facoltà di Scienze Politiche “C. Alfieri” Seminario di storia delle istituzioni religiose e relazioni tra Stato e Chiesa


Indice Parte Prima L’attività politico-diplomatica di mons. Casaroli nel mondo del ‘socialismo reale’ 1. I sistemi marxisti-leninisti e il fenomeno religioso.............................................................5 2. Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI................................................................................................7 3. L’inizio della ostpolitik................................................................................................................. 12 4. Gli obiettivi della ostpolitik....................................................................................................... 16 5. Le difficoltà per i negoziati........................................................................................... 19 6. I negoziati....................................................................................................................................... 23 7. Il rapporto fra mons. Casaroli e i vescovi............................................................................. 29 8. Il rapporto di mons. Casaroli con il card. Mindszenty..................................................... 31 9. Il rapporto di mons. Casaroli con il card. Wyszyński........................................................ 35 10. Gli interessi della Santa Sede e la sua politica nell’Europa dell’est......................... 40 11. Il processo di Helsinki.............................................................................................................. 42

Parte Seconda Mons. Casaroli nella politica internazionale Premessa ............................................................................................................................................ 47 1. Adesione al Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari (25 febbraio 1971)..... 51 2. La Santa Sede e la pace (26 maggio 1971)......................................................................... 56 3. La Santa Sede e l’Europa (20 gennaio 1972)...................................................................... 60 4. La Santa Sede e i problemi del disarmo (12 aprile 1972).............................................. 66 5. La Santa Sede e l’Europa orientale (24 ottobre 1973)........................................... 69 6. La Santa Sede e la comunità internazionale (10 dicembre 1974).............................. 78 7. La sicurezza e la cooperazione in Europa e la Santa Sede (5 marzo 1976)............. 84


8. La Santa Sede fra tensioni e distensione (17 novembre 1977)................................... 93 9. La Santa Sede e i problemi dell’Europa contemporanea (18 novembre 1977)..... 98 10. No alla violenza, sÏ alla pace (23 gennaio 1978)...........................................................101 11. The Holy See and Peace (november 18, 1983)..............................................................102 12. La Santa Sede e le sfide del mondo moderno (14 settembre 1984).....................107 13. Tra bipolarismo e responsabilità di tutti gli Stati (12 gennaio 1985)....................110 14. La Santa Sede e il rispetto dei diritti umani (20 febbraio 1989).............................113 15. La Santa Sede e il disarmo (21 febbraio 1989)..............................................................114


L’attività politico-diplomatica di mons. Casaroli nel mondo del ‘socialismo reale’

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Parte Prima L’attività politico-diplomatica di mons. Casaroli nel mondo del ‘socialismo reale’ 1. I sistemi marxisti-leninisti e il fenomeno religioso E’ il fenomeno che è passato alla storia come ostpolitik della Santa Sede, un’espressione che mons. Casaroli peraltro considerava abbastanza impropria1. Essa si inserì in una fase delle relazioni internazionali fra gli anni sessanta e settanta del ‘900, ora un po’ dimenticata, ma che fu decisiva per evitare, pur con alterne vicende, il rischio dello scontro nucleare fra i due blocchi politico-militari che si fronteggiavano (il mondo occidentale e il mondo comunista) e per favorire un assetto più pacifico del continente europeo, con ovvie conseguenze nella scena mondiale. Dalla lettura dei documenti pubblicati che si riferiscono a quel periodo è risultato che la presenza e l’attività della Santa Sede sono da valutare più che positivamente, senza enfatizzazione, ma con realismo; presenza e attività che oggi ci appaiono al passo con i profondi mutamenti allora intervenuti nelle relazioni internazionali. La documentazione evidenzia una linea politica coraggiosa e vincente oltre che le capacità politiche, diplomatiche e negoziali, fuori del comune, di mons. Agostino Casaroli. Il card. Casaroli, Segretario di Stato di Giovanni Paolo II, parlando al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede il 13 gennaio 1990 così si esprimeva: “Le tournant historique auquel nous avons assisté et auquel nous assistons encore présentait certes, lui aussi, des éléments prévisibles non négligeables, liés à la nature même de certains systèmes et à la façon dont ils étaient appliqués... Les   Abbiamo ritenuto molto utile far conoscere parte di una documentazione autentica, scelta con criteri oggettivi, limitata nel tempo e nel numero fra i documenti diplomatici conservati da mons. Agostino Casaroli: La politica del dialogo. Le Carte Casaroli sull’Ostpolitik vaticana, a cura di G. Barberini, il Mulino, Bologna, 2008. Le Carte documentano lo svolgimento e i risultati dei negoziati con i Paesi socialisti.

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Parte Prima

systèmes socio-politiques auxquels nous nous référons continuaient à paraître forts et solidement organisés, comme des arbres luxuriants, au feuillage encore riche, et chargés de fruits, même si, intérieurement, une continuelle érosion les vidait progressivement de leur vigueur idéologique et de leur force de conviction et de séduction, spécialement pour les générations les plus jeunes. Mais il était difficile de prévoir avec une certaine exactitude à quel moment les structures extérieures, maintenues par des régimes autoritaires se soutenant les uns les autres, céderaient à l’appel du vide intérieur ou sous la poussée de quelque force extérieure, pas nécessairement militaire. De ce fait, l’effondrement de ces derniers mois a pris de court un peu tout le monde”.2 Erano parole che consentivano di capire come Agostino Casaroli sia stato per quasi tre decenni un osservatore molto attento del mondo comunista e un testimone diretto della vita interna degli Stati del c. d. socialismo reale, che erano gli Stati governati da regimi fondati sul marxismoleninismo; dalla impenetrabilità dei sistemi, alla disponibilità al dialogo, fino alla loro caduta. Nei contatti con gli esponenti dei governi dell’Europa centroorientale si manifestò sempre una sua conoscenza precisa del fenomeno religioso ed ecclesiastico come sopravviveva nel quadro degli ordinamenti sociali e giuridici di tipo marxista, che ben pochi spazi lasciavano alla pur dichiarata libertà religiosa. E’ stato possibile verificare nella documentazione disponibile lo studio attento del marxismo-leninismo condotto da mons. Casaroli dal momento in cui, per la decisione del papa Giovanni XXIII, convinto che bisognasse fare “qualche cosa” per le comunità cattoliche dell’est europeo, fu incaricato di varcare la “cortina di ferro” (come Churchill aveva chiamato la frontiera che divideva l’occidente dal mondo comunista) e di negoziare condizioni sociali e giuridiche che consentissero la sopravvivenza (quasi un modus non moriendi) della Chiesa che agli occhi dell’Inviato della Santa Sede appariva “boccheggiante”, come egli stesso la descrisse nelle sue Memorie, presentate agli studiosi sotto lo stimolante titolo “Il martirio della pazienza”3. Il card. Silvestrini, 2 3

“L’Osservatore Romano” del 14 gennaio 1990. Il martirio della pazienza. La Santa Sede e i paesi comunisti (1963-89), Einaudi, Torino, 2000, p. 43.


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che di Casaroli forse fu il più stretto collaboratore, nella Introduzione al volume, opportunamente parla della “solitaria avventura” di mons. Casaroli e di “accidentato, insidioso cammino, tanto più solitario non solo perché compiuto attraverso un mondo ostile e diffidente, ma perché assillato da continui dubbi e timori che periodicamente risorgevano in vari ambienti della Chiesa”4. Sulla scena internazionale vi erano segni evidenti dell’autorevolezza che veniva riconosciuta a chi era considerato l’immagine più viva e più vera della moderna diplomazia vaticana. Peraltro, nei discorsi e nelle conferenze in cui si dedicava spazio all’Europa dell’est, emergeva anche la visione oggettiva e serena della realtà, propria di Casaroli. 2. Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI E’ trascorso mezzo secolo dalla morte di Pio XII e dall’inizio del pontificato di Giovanni XXIII: due papi che, seguendo ciascuno la propria linea pastorale e politica, sono stati protagonisti della storia della Chiesa nell’epoca contemporanea. Pio XII con il suo lungo pontificato (1939-1958) ha governato la Chiesa in un periodo molto tumultuoso e complesso e si è trovato a vivere vicende che hanno sconvolto l’umanità con l’affermazione di regimi totalitari e con la seconda guerra mondiale, segnando poi la storia dell’Europa e registrando il dominio del comunismo in un’ampia regione del continente. Pio XII ha governato la Chiesa durante la ‘guerra fredda’ con le sue asprezze e le sue contrapposizioni ideologiche, che mons. Casaroli così descriveva in una Conferenza tenuta all’Istituto di Studi di Politica Internazionale a Milano nel 1972: “Due filosofie di vita, non solo sociale ma individuale, due concezioni del mondo, due volontà decise – di conquista o di sopravvivenza – sono venute così a trovarsi di fronte, idealmente divise dalla radicale difformità o inconciliabilità dei rispettivi sistemi, entrambi proclamanti le proprie convinzioni, le proprie decisioni, le proprie profezie; aggressive, o almeno aggressivamente poste sulla difensiva, l’una o l’altra: per la 4

Il martirio della pazienza…, cit., p. IX.


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Parte Prima

consapevolezza delle ragioni vitali della rispettiva impermeabilità, se non spinte da uno spirito ‘messianico’ d’affermazione e d’espansione”5. Durante il pontificato di Pio XII la Chiesa fu quasi demolita nelle sue istituzioni dalla persecuzione durissima messa in piedi negli Stati dell’est europeo dai regimi fondati sul marxismo-leninismo. Giovanni XXIII, pur avendo retto la Chiesa per pochi anni (19581963), è stato protagonista dinanzi al mondo. Rappresentava una novità, un volto nuovo della Chiesa; una novità bene avvertita anche all’interno della stessa Chiesa cattolica. Vogliamo sottolineare che papa Roncalli, pur essendo per molti versi un tradizionalista, si è rivelato un grande innovatore, intuendo la necessità di un rinnovamento non soltanto nella Chiesa, ma anche nella politica internazionale. Ha vissuto e favorito i segni di disgelo, di riavvicinamento e di un lentissimo superamento della guerra fredda, come pure i tentativi di dialogo con quelli che erano i Paesi del ‘socialismo reale’. Mons. Casaroli ricordava come “il dialogo si rifacesse ad un’antica tradizione della Santa Sede ed allo spirito della Chiesa”6. Riflettendo a distanza di decenni sul ruolo di Giovanni XXIII per quanto concerne l’apertura all’est e l’inizio di quella che fu chiamata ostpolitik della Santa Sede dobbiamo ricordare le critiche, le perplessità, le obiezioni che caddero, anche da parte di ambienti cattolici e anche vaticani, sulle iniziative assunte da papa Giovanni per il dialogo con i Paesi del blocco comunista; un dialogo, lo abbiamo già rilevato, mosso unicamente in quel momento dal desiderio di “fare qualche cosa” per le Chiese dell’est in sofferenza e per non farle sentire abbandonate. Nei suoi confronti vi fu chi parlò di “ingenuità”, di “temerarietà”, di “incoscienza”7. I rischi esistevano ma a questa politica non vi era alternativa. Mons. Casaroli, nella ricordata conferenza tenuta a Milano, a proposito della lotta dei regimi comunisti contro la religione ebbe a dire: “Sarebbe superfluo analizzare qui in concreto sino a che punto le ragioni ‘politiche’, invocate dai regimi comunisti per spiegare e giustificare in quegli anni il loro atteggiamento di governo nei riguardi della Chiesa A. Casaroli, Nella Chiesa per il mondo. Omelie e discorsi, Rusconi, Milano, 1987, p. 268. A. Casaroli, Nella Chiesa per il mondo…, cit., p. 274. 7 A. Casaroli, Il martirio della pazienza…, cit., p. 74. 5 6


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cattolica e della Santa Sede, tendessero a coprire consapevoli e, in ogni caso, oggettivamente reali motivazioni antireligiose; oppure sin dove queste ultime, per la logica del sistema ideologico marxista, davvero potessero assumere, agli occhi, di quei governanti, carattere e contenuto politici: in riferimento, cioè, alla affermazione e alla difesa del proprio ordinamento economico-sociale e della propria stabilità politica. Affermazione e difesa che, secondo quella logica appunto, erano da considerarsi valori supremi, tali da esigere e da giustificare ogni sacrificio, proprio e degli altri, a cominciare da quello di libere scelte, soprattutto sul piano dello spirito, in contrasto e non in armonia con la visione marxista della vita sociale…”8. Ma ora ci possiamo chiedere: fu il calore umano di Giovanni XXIII, capace di sciogliere barriere di ghiaccio (secondo un’espressione di Casaroli)9, e la sua carica di simpatia a provocare le aperture, inizialmente timide, che si registrarono da parte di alcuni governi comunisti nei confronti della Santa Sede? Oppure le aperture di quei governi erano progressivamente maturate per ragioni politiche e poi furono quasi fatte emergere dal calore umano universalmente riconosciuto di un papa che aveva conquistato tutti con il suo sorriso? Noi propendiamo a dare una risposta affermativa a questo secondo interrogativo. Quelle aperture erano il frutto della destalinizzazione avviata da Krusciov e, per quanto concerne il fatto religioso, c’è da riflettere che la persecuzione violenta messa in atto in precedenza contro la Chiesa non rientrava ormai negli interessi diretti e principali dell’Unione Sovietica e degli altri Stati socialisti come in passato; la Chiesa cattolica aveva resistito, non era stata annientata mentre, d’altra parte, il prestigio internazionale della Santa Sede andava aumentando. Si tendeva, cioè, a distinguere fra Chiesa come istituzione con rilevanza politica e religione che si voleva comunque combattere. Inoltre, non erano senza significato i gesti di attenzione che Krusciov riservava a Giovanni XXIII; anche se le asprezze della lotta contro la religione non erano venute meno10. La coesistenza A. Casaroli, Nella Chiesa per il mondo…, cit., p. 271. A. Casaroli, Il martirio della pazienza…, cit., p. 17. 10 Ricordiamo che nel 1961 era stato pubblicato in URSS il rapporto Ilitchev (dal nome dell’ideologo del partito) che dettava disposizioni dettagliate, vincolanti per gli Stati socialisti, 8 9


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