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IL GIOVANE CONSULENTE? PREFERISCE I CONTENUTI, FA RETE ED È SOCIAL

Secondo la ricerca della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, gli under 40 sono interpreti di un modello di professione differente rispetto, che guarda al futuro con visione

Laureati, più specializzati e desiderosi di approfondire i contenuti lavoristici. Ma anche di aggregarsi con i colleghi e fare rete con altri professionisti. E sull’uso dei social e delle tecnologie consapevoli di avere maggiore conoscenza e dimestichezza rispetto ai professionisti più adulti. È il profilo del giovane Consulente del Lavoro che emerge dalla ricerca “Giovani e professione: evoluzione e prospettive del Consulente del Lavoro”, curata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, con il contributo dell’Enpacl e della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, e presentata nel corso dell’evento sul futuro della professione che si è svolto gli scorsi 25 e 26 novembre al Palazzo dei Congressi di Roma. Un rapporto che fotografa, in chiave comparata rispetto a dieci anni fa, le caratteristiche strutturali del mondo dei giovani Consulenti, interpreti di un modello di professione diverso e discontinuo rispetto alle generazioni più adulte. Una professione profondamente cambiata a partire dal titolo di studio utile all’accesso, come evidenzia l’indagine realizzata attraverso un’analisi degli iscritti all’ente di previdenza e assistenza e una survey su oltre 800 giovani. L’elevazione del titolo di studio ha di fatto accentuato l’immagine di una professione a forte vocazione femminile; tra i giovani, infatti, la quota di donne è del 51,6% mentre tra le over 40 scende al 46% e tra i percorsi di studi ad affermarsi sempre più è la laurea in economia, quale canale principale di accesso alla professione (ben il 48,6% degli intervistati proviene da una facoltà economica). Molti gli elementi di discontinuità rispetto alle generazioni

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