Consulenti del lavoro marzo_2023

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RAZIONALIZZARE E SEMPLIFICARE GLI INCENTIVI FISCALI

Dall’attività di ricerca dei Consulenti del Lavoro, il “Rapporto sulle Semplificazioni Possibili” per attenuare le storture del sistema giuslavoristico italiano

Per il mondo del lavoro, il 2023 passa da una parola: semplificazione. Dall’obiettivo, cioè, di svincolarsi da tutti quegli inutili orpelli amministrativi e burocratici che ostacolano l’operato di imprese e datori di lavoro e impediscono di raggiungere una reale parità di condizioni tra contratto subordinato e autonomo, fino a ridurre la competitività dell’intero sistema produttivo. Un cambio di passo che non ammette più deroghe, visto che a imporlo sono state prima una pandemia senza precedenti nella storia e poi una crisi energetica che, come dimostrano diverse ricerche, ha contribuito a esacerbare il pessimismo degli italiani verso il futuro. Due eventi che hanno segnato uno spartiacque indelebile anche per il mondo del lavoro, manifestando l’urgenza di un suo adeguamento alle transizioni

digitali. Transizioni in atto da tempo, destinate a impattare con sempre più veemenza su lavoratori e aziende. D’altra parte, lo sviluppo tecnologico ha reso sempre più necessarie figure professionali inedite, capaci di padroneggiare nuove competenze tecniche e ricoprire ruoli in settori emergenti. Cambiamenti che, in un contesto di forte disoccupa-

zione come quello emerso all’indomani della crisi economico-sanitaria, devono necessariamente andare di pari passo con processi di formazione upskilling e reskilling, che (ri) qualifichino i lavoratori e facilitino l’incontro domanda-offerta.

Novità che rappresentano vere e proprie sfide per chi ha il compito di programmare le politiche economiche e del lavoro, ma che non devono spaventare: un buon punto di partenza, infatti, può essere mettere a sistema tutte le risorse e le energie che il nostro Paese già offre. Per questo i Consulenti del Lavoro – con grande senso di responsabilità – continueranno, anche nel 2023, a offrire al legislatore la propria esperienza e il proprio contributo per far sì che il mercato del lavoro rifletta e concretizzi le transizioni digitali. Abbracciare il futuro, però, implica liberarsi di ciò che ci incatena al passato. Da qui, l’urgenza di semplificare e di liberare risorse per velocizzare i processi, così da poter concentrare le energie sulla revisione dei modelli organizzativi e sull’acquisizione delle competenze necessarie alle aziende per essere

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IN SETTORI EMERGENTI
LO SVILUPPO TECNOLOGICO HA RESO SEMPRE PIÙ NECESSARIE FIGURE PROFESSIONALI CAPACI DI RICOPRIRE
RUOLI

all’altezza delle sfide poste dalla congiuntura economica e dall’innovazione. Attuare un processo di semplificazione, però, è possibile solo se si conoscono i fattori che favoriscono la complessità. Ne è convinto Rosario De Luca, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro (CNO). Proprio da questa convinzione prende le mosse l’intensa attività di ricerca svolta quotidianamente dal CNO, dai Consigli provinciali e dai Centri studi territoriali, confluita nel Rapporto sulle Semplificazioni Possibili, il documento che riassume tutte le proposte di semplificazione in materia di lavoro e di legislazione sociale e amministrativa presentato al Senato lo scorso 8 febbraio. Cinquantaquattro suggerimenti per attenuare le storture del sistema giuslavoristico, ma soprattutto “semplificazioni possibili, che possono concretizzarsi subito attraverso una norma o una circolare di facile emanazione”, ha precisato De Luca. Perché se è vero che la strada italiana verso il futuro è lastricata di piani di investimento e riforme strutturali –come ben ci ricorda il programma Next Generation EU della Commissione europea – è altrettanto vero che molte migliorie non devono aspettare domani per essere realizzate. Tra queste, il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC), necessario alle impre-

se per accedere a numerosi benefici normativi e contributivi. La proposta del CNO sulla misura è di estendere dagli attuali 15 giorni a 30 giorni l’arco temporale entro cui l’azienda può regolarizzare la propria posizione contributiva, prevedere una norma di “contemperamento” in caso di recupero dei benefici contributivi indebitamente goduti e introdurre un tetto percentuale meno stringente oltre il quale il DURC viene negato. A proposito di transizione digitale, lo sforzo della Categoria si è concentrato anche sul contratto di assunzione e sull’informativa

amministrative o statutarie o ai contratti collettivi, nonché l’abrogazione delle previsioni relative alla programmazione dell’orario di lavoro. Inoltre, a dover essere aggiornato alle nuove esigenze del mercato del lavoro, per i Consulenti, è anche il contratto a tempo determinato attraverso, per esempio, l’eliminazione dei vincoli previsti per le assunzioni fino a 24 mesi e l’eventuale estensione di ulteriori 12 mesi. La Categoria, poi, preme per una semplificazione del contesto normativo delle agevolazioni alle assunzioni, caratterizzato da diversi incentivi con target che tendono a sovrapporsi tra loro, generando difficoltà applicative.

previsti dal D.Lgs. n. 104/2022 (cd. Decreto Trasparenza), che rappresenta un passo indietro rispetto ai processi di digitalizzazione nell’obbligare datori di lavoro e committenti a comunicare ai lavoratori, in fase di assunzione, una mole di informazioni relative al rapporto di lavoro, che di fatto appesantiscono gli oneri burocratici nella gestione dello stesso. L’auspicio, in questo caso, è di una revisione normativa che fornisca nuovamente informazioni ai lavoratori mediante rinvio alle disposizioni legislative, regolamentari,

Sono solo alcune delle proposte concrete e di rapida attuabilità formulate dai professionisti intermediari, che permetterebbero ad aziende e lavoratori di tirare un sospiro di sollievo nell’attesa di una riforma del lavoro che porti con sé soluzioni definite (e definitive). “Essere interpreti di un mondo del lavoro che cambia e che presenta il conto di due anni di pandemia è la sfida che dobbiamo cogliere nei prossimi mesi, facendo rete e proiettando il nostro sguardo ai bisogni futuri delle imprese e dei lavoratori”, sottolinea De Luca. Rispondere a queste esigenze, tuttavia, è impossibile con l’attuale apparato burocratico e normativo. La semplificazione, allora, diventa a tutti gli effetti un obbligo sociale, capace di scardinare una cultura propensa alla complicazione, come dimostra il citato Decreto Trasparenza. Il nostro Paese è il peggiore in Europa, appena dopo la Spagna, per i cavilli burocratici che frappone tra aziende e imprenditori da un lato e progetti e investimenti dall’altro. Il Rapporto sulle Semplificazioni Possibili, ponendosi l’obiettivo di coinvolgere tutti gli attori del mercato del lavoro, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali all’Agenzia delle Entrate, fino alla Funzione Pubblica, può essere l’occasione per far fronte comune contro questo malcostume. Un primo passo decisivo per un’Italia lanciata verso il futuro.

in collaborazione
Fondazione
Lavoro > III >
con la
Studi Consulenti del
SOLO SE SI CONOSCONO I FATTORI CHE FAVORISCONO LA COMPLESSITÀ
ATTUARE UN PROCESSO DI SEMPLIFICAZIONE È POSSIBILE

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