Economy Settembre 2018

Page 1

»Parla Domenicali: «Così rinnovo il mito delle nostre dreamcar»

ECONOMY | ANNO II | N.15 | MENSILE | SETTEMBRE | DATA DI USCITA IN EDICOLA: 28 AGOSTO 2018

Settembre 2018 Euro 4,50

LAMBORGHINI

CASELLATI: «STIPENDI VARIABILI PER I PARLAMENTARI» ESCLUSIVO Intervista a tutto campo con la Presidente del Senato «Il Parlamento dev’essere più produttivo. Ho proposto un nesso stringente tra la presenza di deputati e senatori e il loro trattamento economico»

EBAY, L’E-COMMERCE CHE RILANCIA I NEGOZI I piani di Susana Voces: «Noi l’anti-Amazon? Be’, siamo molto diversi» Ma in Italia il commercio elettronico stenta. I commenti di Gay e Malgara TESORERIE

Sfida e incognite tra mercati e normative di una professione-chiave

ENERGIA

Il mondo corre in fretta l’Europa no, ma in Italia reti e rinnovabili vanno

CORRADO PASSERA

«Ora voglio fare il credito come piace a me: creando lavoro e salvando imprese» L’ex banchiere e capo di Intesa rivela la filosofia della sua sfida con illimity, la banca di nuova generazione che piace alla Borsa

BORSA

Intervista con Sironi «Il mercato è efficiente e merita meno lacci»

INCENTIVI

Arriva la nuova ondata di finanziamenti per l’Industria 4.0







EDITORIALE

NÉ SOVRANISTI NÉ ANTITALIANI: EURORIFORMISTI, MA CREDIBILI

L

o spread non ha alcun bisogno di “aver ragione” per imporre la sua legge ai mercati. Non è figlio della politica DI SERGIO LUCIANO e nemmeno al 100% della speculazione. È la differenza tra il rendimento di un Btp italiano e quello di un Bund tedesco. Se un Btp rende il 3% e il Bund il 2%, il differenziale sarà di 100 punti base. Al momento in cui quest’articolo viene scritto lo spread veleggia attorno ai 250 punti base, oltre 100 in più rispetto alla fine dell’aprile scorso, pari a un maggior costo di 2 miliardi di euro di interessi annuali che il Tesoro deve pagare a chi compra i suoi Btp… Chiamiamolo pure “ricatto dei mercati”, se ci fa star meglio, ma tant’è: un Paese indebitato per il 132% del suo Pil deve riuscire, per andare avanti a pagare pensioni e stipendi, a convincere ogni mese i mercati ad assorbire 40 miliardi di titoli. Come? offrendo rendimenti adeguati al rischio. La speculazione lo sa e appena può chiede di più: e l’Italia le offre molti pretesti per farlo. È in questa cornice che il governo Conte dovrà – nella legge di Bilancio – compiere una missione impossibile: mantenere, almeno un po’, le mega-promesse della campagna elettorale (grazie alle quali i giallo-verdi hanno vinto) senza farsi massacrare dai mercati. La prudenza di Tria e i virtuosismi dialettici di Salvini e Di Maio qualcosa faranno. Ma soldi veri da spendere non ce ne sono. E l’elettorato dovrà accontentarsi di magri assaggini... C’è però un’amarezza in più, che accompagna questa fase di attesa e di tensione, tra equilibri politici azzardati e rischi economici. Che cioè, con il velleitarismo inattuabile delle promesse elettorali, la gente – noi tutti – rimanga delusa al punto da buttar via anche quel poco di sano utopismo che c’è, in alcune delle istanze del cosiddetto sovranismo. Quale? La protesta contro un modello europeo che, com’è ridotto, pur essendo ormai inderogabile, non funziona più e an-

drebbe ridiscusso. L’economia dell’austerity ha reso perfino la Germania uno strano Paese pieno di soldi eppure lacerato. Grottescamente, la Troika ha ridato autonomia ad una Grecia ridotta da cinque anni di “cure” internazionali a una larva economica, spossessata degli ultimi asset pubblici appetibili – porti e aeroporti, oggi quasi tutti tedeschi – e sostanzialmente amputata di qualunque possibile strategia di ripresa. E gli egoismi

IL CORSIVO

PIÙ DEI COSTI, DELLA POLITICA CONTA LA QUALITÀ

U

na foto che ha fatto effetto: l’emiciclo di Montecitorio semivuoto all’inizio del dibattito sul Decreto dignità. Mille giustificazioni – i lavori in commissione, i collegi da accudire – ma un dato deprimente: anche il nuovo Parlamento, per il 58% composto da “matricole” mai elette in precedenza – riprende i vizi dei predecessori e si estranea dai lavori in aula. La verità è che, mentre ci si accaniva sullo scandalo dei costi eccessivi della politica, negli ultimi anni si è trascurato il vero problema: la qualità della politica. Qualità che dovrebbe essere fatta di scrupolo, doverismo, impegno: e anche, perché no, di preparazione. Conciliando – come’è stato fatto mille volte nella pubblica amministrazione – le pari opportunità tra i cittadini, senza distinzione di censo, di essere eletto, con un minimo di titoli culturali e professionali vincolanti per chi voglia rappresentare il prossimo. È così difficile? La presidente del Senato, Elisabetta Casellati, intanto – in una delle sue rare interviste (che ha scelto di concedere a Economy) – mette il dito sulla piaga: c’è un problema di produttività della politica, che andrebbe risolto come in azienda, collegando prestazione professionale e retribuzione. Magari! (s.l.)

nazionali in genere, attorno al tema dell’immigrazione, sono esplosi. Da noi, un partito trasversale – che è stato “anti-italiano” sin dalle trattative del 199798 per l’ingresso della lira nell’euro dalla fase uno – reclama sempre e solo austerità. Avrà pace quando l’Italia sarà una Grecia-due? Per i suoi leader ideologici l’euro è un regime di punizione per l’Italia, e l’Europa il “riformatorio” dove emendarci. Gli “antitaliani” si arrogano il merito del superamento della crisi del 2011, che va in realtà ascritto soprattutto a Mario Draghi e al suo Quantitative Easing. Ma i governi, da Monti (salvando il ruolo di Passera) a Gentiloni, sulla spesa improduttiva, sull’equità e l’efficienza fiscale, sulla sburocratizzazione, non hanno toccato palla. L’Italia così ha perso produttività, competitività e lavoro. Oggi siamo un vaso di coccio in un’Europa disegnata da altri con altre visioni e altri interessi. Non per questo è possibile ciò che vagheggiano alcuni economisti sovranisti e cioè uscire unilateralmente da quest’Europa che ha tradito la sua utopia. Ma dovremmo restarvi con più forza, per cambiarla dall’interno e ottenere, ad esempio, più flessibilità. Per riuscirci, dovremmo avere però ragioni ineccepibili, come in fondo le abbiamo sull’immigrazione. E invece non è sempre così: perché la macchina dello Stato fa acqua da tutte le parti, e i conti macroeconomici non tornano, nonostante l’austerità. Ci sarà mai un governo in grado di raccogliere consenso promettendo ai cittadini non paradisi artificiali fiscali e reddituali ma una transizione severa verso un riscatto a medio termine, che ci restituisca peso internazionale? Difficile essere ottimisti. Non c’entra il sovranismo, servirebbe l’orgoglio nazionale, quello vero, per battere i pugni con l’Europa e promuoverne una profonda riforma, suscitando attorno all’Italia il consenso che la sfida richiederebbe e archiviando sia gli anti-euro che gli anti-italiani. Sognare non è peccato. Speriamo che settembre non ci riservi un brusco risveglio.

7


SOMMARIO

Settembre 2018

012

033 GESTIRE L’IMPRESA

ECONOMY&POLITICA

INTERVISTA ESCLUSIVA AL PRESIDENTE DEL SENATO

021

COVER STORY

PERCHÉ ALLE AZIENDE NON PIACE L’E-COMMERCE?

023

I SETTORI MONITORATI/GDO, moda e tecnologia

026

L’OPINIONE/1. Gay: «Con il web si supporta l’export»

027

L’OPINIONE/2. Malgara: «Serve l’effetto-staccionata»

028

EBAY, L’ANTI-AMAZON/L’e-commerce a misura di Pmi

030

EBAY, L’INTERVISTA/«Siamo un marketplace amichevole»

Costi della politica, Elisabetta Casellati annuncia la riforma: «Si baserà sul merito: chi si assenta guadagnerà di meno»

In Italia solo il 12% delle imprese si dedica alla vendita online

049 WORKSHOP ENERGIA&RETI

Manca una strategia complessiva

052

INFRASTRUTTURE/1

053

INFRASTRUTTURE/2

PIGNORAMENTI E DEBITI

012

L’EUROPA DEI CAMPANILI

La transizione secondo Terna La sfida elettrica di Brebemi

Quando la casa è svenduta all’asta

036

SOFTWARE SENZA LICENZA

038

AUTOMOTIVE

073 WORKSHOP GESTIONI&TESORERIA

054

DECARBONIZZAZIONE

Il connubio ambiente-sviluppo

L’ad Domenicali: «Ecco il nuovo SUV»

Il biglietto da visita delle aziende

058

INSIDE THE BANK

061

SALE IL DEBITO PRIVATO

062

BANCHE & TERRITORIO

Un danno per l’economia da 10 mld

057 FINANZIARE L’IMPRESA

LA CENTRALE RISCHI

Imprese, in banca vi vediamo così I dati dell’osservatorio Experian

COMPETENZE E METODO

044

LAVORO 2.0

076

PROFESSIONISTI

Il ruolo del tesoriere in azienda

064

NUOVI ISTITUTI DI CREDITO

045

FORMAZIONE AZIENDALE

077

SOFTWARE GESTIONALI

066

BORSA ITALIANA

046

SISTEMI INFORMATIVI

078

FOREIGN EXCHANGE MARKET Le buone prassi di Thomson Reuters

068

INDUSTRIA 4.0

047

SEMPLIFICAZIONE

079

FINANZA D’IMPRESA Il bollino blu per credit manager

070

FINANZA ALTERNATIVA

042

Così si affronta l’ipercompetizione

L’app per lavorare nell’agroindustria

Il ritardo delle imprese italiane

Gli interventi che salvano l’azienda

La ricetta di Confprofessioni

8

MERCATI FINANZIARI

Arriva un 2019 da brividi

I programmi Piteco per la tesoreria

Contro la “non-riforma” delle BCC

La banca rivoluzionaria di Passera Parla il presidente Andrea Sironi Ecco i nuovi bandi del Mise Il private equity è in buona salute



SOMMARIO

Commenti

014

Il mensile dell’economia che cambia

SARÒ FRANCO di Franco Tatò

087 UOMINI&DENARI di Alfonso Ruffo 088

PRIVATE BANKER di Ugo Bertone

090 DIRITTO&ROVESCIO di Luigi

Belluzzo

091 L’INTERVENTO di Massimiliano Cagliero

091

092

QUI PARIGI di Giuseppe Corsentino

094

QUEL CHE RESTA DEL MESE a cura del Sussidiario.net

096

CI PIACE/NON CI PIACE Affari, i promossi e i bocciati

081 COMUNICARE L’IMPRESA

113

SECOND-HAND ECONOMY

116

LAVORO E SOSTENIBILITÀ

ASSICURAZIONI/2

FUGA DAI SOCIAL

119

Facebook&Co. non piacciono più

084

BRAND AWARENESS

120

099

La consulenza chiede più considerazione

CIBI PRECONFEZIONATI

TURISMO E NUOVE TECNOLOGIE

LOGISTICA DIGITALE

Con il cloud abbattiamo costi ed emissioni

103

BEVANDE: IL CASO SANPELLEGRINO

104

INNOVARE NEL BEAUTY

105

IL PAESE CHE CRESCE...

Il chinotto che ha conquistato il mondo

La depilazione a luce pulsata di No+Vello Le news dal mondo produttivo

PROFESSIONI/FINANZA

E POI IL PIACERE...

102

Crescono le richieste di preventivi

123

Il food che piace a single e professionisti

La app che premia i guidatori virtuosi

STORY-LEARNING

A Milano il forum di HRC

ASSICURAZIONI/1

Il ruolo vincente dell’omino Michelin

Un giro d’affari da 21 miliardi

118

DOMANDE & OFFERTE

La vacanza Millennials? Smart ed eco

124

TRAVEL BUSINESS/1 iH Hotels punta sulla diversificazione

127

TRAVEL BUSINESS/2

128

PLACE TO BE

130

LE RAGIONI DEL GOSSIP

Il programma di NH Hotel per le PMI

Luoghi e piccoli piaceri irrinunciabili I sussurri di Monica Setta

Direttore responsabile Sergio Luciano In redazione Francesco Condoluci (caporedattore), Marco Scotti, Riccardo Venturi Contributors Ugo Bertone, Massimiliano Cagliero, Fabio Carniol, Giuseppe Corsentino, Valerio Malvezzi, Monica Setta, Corrado Sforza Fogliani, Franco Tatò Hanno collaborato Luigi Belluzzo, Paolo Bertoli, Carlo Andrea Bollino, Alberto Bubbio, Piero Caltrin, Gilda Ciaruffoli, Angelo Curiosi, Dina Galano, Giuliana Gemelli, Marco Gemelli , Marina Marinetti, Alice Milia, Franco Oppedisano, Luigi Orescano, Vincenzo Petraglia, Alfonso Ruffo, Chiara Volontè Partnership editoriali Aifi; Assocamerestero; Confprofessioni; Federmanager; Università Carlo Cattaneo Liuc; HRCommunity; ilsussidiario.net; Reputation Manager Grafica e impaginazione Raffaela Jada Gobbi Liliana Nori Segreteria di redazione Monia Manzoni Sito web www.economymag.it Comitato scientifico Marco Gay, Anna Gervasoni, Fernando Napolitano, Giulio Sapelli, Antonio Uricchio Presidente e A.D. Giuseppe Caroccia Consiglieri Costantino Baldissara, Sergio Luciano Editore incaricato Domenico Marasco Responsabile commerciale Marco Bartolini Casa editrice Economy s.r.l.

107

Piazza Borromeo 1, 20123 Milano Tel. 02/89767777 Registrazione Tribunale di Milano n. 101 del 14/03/2017

STARTUP-TELLING

REALTÀ AUMENTATA

Le nuove frontiere della formazione

110

CYBERSECURITY E PMI

111

IL NUOVO CHE AVANZA

Economy è un marchio registrato da

Arnoldo Mondadori Editore Spa. Tutti i diritti riservati. Pubblicato da Economy Srl su licenza di Arnoldo Mondadori Editore Spa

Sicurezza informatica a prezzo di saldo Modelli e case histories in breve

123

Distribuzione

Pressdi - Via Mondadori, 1 - Segrate 02 7542097

Stampa

10

Stampa Rotolito. S.p.a 20063 - Cernusco sul Naviglio (MI)



GESTIRE L’IMPRESA LA DONNA CHE CONQUISTÒ IL SENATO ORA VUOLE PASSARE ALLA STORIA: «RIDURRÒ I COSTI DEL PARLAMENTO»

Maria Elisabetta Alberti Casellati, prima donna presidente a Palazzo Madama, anticipa in esclusiva ad Economy la sua proposta su come contenere le spese della politica e come intende connotare il mandato di Francesco Condoluci e Sergio Luciano

AUMENTARE “LA PRODUTTIVITÀ” DEI PARLAMENTARI, RAFFORZARE IL RUOLO DEL PAESE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, RIPORTARE IL SENATO AL CENTRO DELLA VITA PUBBLICA.

La donna che ha conquistato, per la prima volta nella storia d’Italia, lo scranno più alto di Palazzo Madama, non intende certo dormire sugli allori. Anzi. Maria Elisabetta Alberti Casellati, avvocato matrimonialista affermato e da sempre vicina a Silvio Berlusconi («venni scelta nel 1994, tra i professionisti in quota società civile, per il “progetto del buongoverno” da cui prese vita Forza Italia», racconta) è serenamente determinata a lasciare un segno forte su quel mandato che il Parlamento – con il numero di voti più alto mai totalizzato dal ‘94 ad oggi – le ha affidato il 24 marzo scorso. Quel giorno, l’ex sottosegretario ed ex componente del Csm ha strappato anche un altro record: quello di venire eletta alla presidenza del Senato in quota a un partito di opposizione, circostanza irrituale, almeno negli ultimi 25 anni di cosiddetta “Seconda Repubblica”. Ma i primati, alla Casellati, interessano poco. Lei guarda sempre avanti. Ci accoglie nel suo studio a Palazzo Madama con un sorriso gentile e quel piglio deciso che l’ha sempre contraddistinta, nelle aule dei tribunali come in quelle della politica. Presidente, nella sua attività parlamentare Lei si è sempre distinta per aver promosso le iniziative volte ad accelerare i tempi della giustizia e la stessa riforma del processo civile. Oggi, a che punto è la situazione? Certo, passi in avanti sono stati fatti per risolvere alcune storiche criticità. L’informatizzazione è stata senza dubbio un’impor-

12

tante rivoluzione e lo stesso si può dire sulla riforma del processo civile, avviata quando ero Sottosegretario di Stato alla Giustizia. C’è però ancora tanto da fare se penso soprattutto ai cittadini e alle loro esigenze. Tempi dei processi ancora troppo lunghi, arretrati inaccettabili sia nel civile che nel penale, eccessiva burocratizzazione. Senza considerare che la lentezza dei processi impatta anche drammaticamente, oltre che sui diritti individuali, sulla competitività del Paese. Le attuali disfunzioni sono un deterrente per gli investitori stranieri e per la concessione di fidi bancari. In questa legislatura auspico si possano mettere in campo tutte le risorse materiali e immateriali necessarie per garantire una giustizia sempre più giusta.

SARÀ UNA RIFORMA BASATA SUL MERITO. CHI SI ASSENTA E NON LAVORA, GUADAGNERÀ MENO


&POLITICA E rispetto ai costi della politica, invece, cosa pensa succederà? La nuova maggioranza, sulla questione vitalizi, ha rinfocolato le polemiche sull’incidenza del costo della politica nell’economia del Paese... La questione del contenimento dei costi non è nuova. Non attiene solo alla maggioranza e non riguarda solo i vitalizi. Il tema centrale, piuttosto, è individuare e quindi eliminare, eventuali situazioni di privilegio. Sui vitalizi, ad esempio, mi domando: avrebbe senso tagliarli con un provvedimento che poi, magari dopo pochi mesi, dovesse essere bocciato nei vari ricorsi che già sono stati annunciati? Io non credo. La Camera ha deliberato autonomamente e la nuova disciplina entrerà in vigore nel 2019. Anche in Senato rispetteremo la stessa tempistica, dopo però aver valutato con attenzione sia il metodo che il merito della questione, così come deciso dal Consiglio di Presidenza. Inoltre ho già proposto un meccanismo ancor più stringente tra trattamento economico dei parlamentari e loro presenza e produttività. A partire da una reale penalizzazione per ogni assenza in Aula o in commissione. Chi si assenta, chi non lavora, deve guadagnare di meno. E quale sarà l’iter previsto per questo provvedimento? Ce lo può anticipare? Ovviamente, così come per la disciplina dei vitalizi, l’organo deputato a decidere è il Consiglio di Presidenza. In questa fase, stiamo facendo tutti gli approfondimenti del caso, anche per capire come potrebbero essere calibrate le nuove misure e quali saranno, nel concreto, i risparmi. La mia proposta nasce proprio con l’obiettivo di ridurre i costi in una logica meritocratica e di responsabilità e la condividerò, come è giusto che sia, con tutti i senatori. Come primo presidente donna del Senato, cosa ci dice in merito alla presenza delle donne nei ruoli istituzionali più importanti? L’Italia è ancora molto indietro... Faccio mie le recenti parole del Presidente Mattarella. La presenza delle donne in ruoli apicali non può essere più un auspicio, ma è un’esortazione. Chi è chiama-

to a scegliere, a valutare funzioni e posizioni, lo faccia a mente sgombra da pregiudizi di qualsiasi tipo. D’altra parte, laddove hanno prevalso le competenze, troviamo spesso apprezzate figure femminili al vertice di Consigli di amministrazione di importanti società o con incarichi istituzionali di primo piano. Il tema non deve essere uomo o donna, ma come riconoscere e premiare il merito. Una società plurale è una società migliore, più ricca di sensibilità e punti di vista differenti.

«STIAMO DEFINENDO UN PROGRAMMA AMBIZIOSO CHE RESTITUIRÀ CENTRALITÀ A PALAZZO MADAMA, LO RENDERÀ UN SENATO A KM ZERO, APERTO AI CITTADINI»

Il 4 dicembre del 2016 la maggioranza degli italiani ha bocciato il referendum costituzionale che prevedeva, tra l’altro, la parziale abolizione del Senato. Oggi, nella sua altissima veste istituzionale, quale ruolo individua nel Senato che presiede? Voglio un Senato a chilometro zero. Non deve esserci più distanza tra l’istituzione che rappresento e i cittadini. Per questo si chiama Senato della Repubblica, perché è di tutti, tutti coloro che credono nei valori della democrazia e della libertà. Qui i cittadini devono trovare risposte alle loro esigenze e, per questo, dovranno trovare anche le porte aperte. Stiamo definendo un ambizioso programma che va in questa direzione e che restituirà centralità a Palazzo Madama. Un obiettivo importante, pensato anche per dare la possibilità alla politica di riconquistare la fiducia dei cittadini. Presidente, nella scorsa campagna elettorale lei si è pronunciata a favore di una riforma della legittima difesa e delle regole sull’accoglienza dei migranti. Come valuta le recenti vicende politiche in materia? Non sta ovviamente a me fare delle valutazioni di merito sull’operato del governo o su scelte di carattere politico. La mia non può che essere una funzione di stimolo, di incoraggiamento all’iniziativa legislativa. È evidente che la legittima difesa e l’immigrazione incontrollata sono questioni molto sentite dagli italiani, perché la sicurezza è un bene primario, non

negoziabile. Sulla gestione dell’emergenza migratoria non c’è dubbio che per troppo tempo siamo stati lasciati soli, anche a livello europeo. Gli italiani hanno fatto la loro parte, chi non ha rispettato le intese per una gestione collegiale dell’emergenza, non ha fatto la sua. Si tratta di un tema globale, che come tale deve essere affrontato. Nel corso della mia recente missione istituzionale negli Stati Uniti ho avuto modo di porre il problema anche ai vertici delle Nazioni Uniti. Ho riscontrato attenzione e disponibilità, anche perché senza un intervento deciso e coordinato delle organizzazioni internazionali sarà impossibile risolvere a monte tali questioni. In effetti, in questo primo scorcio di mandato, sembra che Lei stia dando alla seconda carica dello Stato un’impronta un po’ diversa rispetto a quella alla quale ci avevano abituato i Suoi predecessori. Più incontri di natura internazionale, più spazio alla diplomazia, maggiore vicinanza a temi ed istituzioni di natura mondiale. È così? La mia visita al Palazzo di Vetro va esattamente in questa direzione. Soprattutto in questo momento storico, dove gli equilibri e gli accordi internazionali sono messi in discussione, chi rappresenta le massime cariche dello Stato deve farsi carico di rappresentare il Paese in tutti gli scenari più importanti. Nel mondo c’è una grande attenzione verso il nostro Paese, anche per il costante impegno nelle più difficili missioni di pace. E non solo nel Mediterraneo. Ho potuto riscontrarlo nei numerosi incontri con ambasciatori e rappresentanti diplomatici, così come nelle mie missioni in Europa e negli Stati Uniti. Siamo la settima potenza industriale e il nostro peso nello scacchiere internazionale è determinante. Un ruolo che però va ogni giorno difeso e rafforzato. Quando riusciamo a fare squadra, conquistiamo quote di mercato sempre più ampie, anche perché le nostre imprese, se ben supportate dall’intero sistema, sanno essere molto competitive. Il marchio Italia è un orgoglio e un vanto per tutti noi. Racchiude storia, cultura, bellezza, gusto, ingegno. Tutte le caratteristiche che rendono l’Italia unica al mondo.

13


COVERSTORY

SARÒ FRANCO

VENEZUELA E ARGENTINA RAPPRESENTANO

C

venezuelana, non ha più on sorpresa si è potuto neppure il latte per i neonati, leggere ai primissimi i pochi medici rimasti in di agosto che la servizio sacrificano parte Parmalat ha chiuso i conti dei loro modesti e incerti semestrali in miglioramento stipendi per comprare il cibo per il minor contributo per i pazienti e in generale la negativo del Venezuela. situazione dei ricoverati fa Non ho dubbi sul risultato, sembrare il pronto soccorso ma credo sia la prima volta del più malconcio ospedale che i conti non vengono del nostro Sud una clinica presentati semplicemente svizzera. al netto dell’iperinflazione Il regime si mantiene con venezuelana, quindi deve la repressione militare e essere successo qualcosa la distribuzione quotidiana di straordinario, perché le di sussidi alimentari. La condizioni del Paese non situazione economica del sono certo migliorate rispetto paese è andata peggiorando all’anno precedente. Del negli ultimi anni ed è Venezuela in Italia si parla precipitata con il governo poco e praticamente solo dell’attuale in queste occasioni nelle IN VENEZUELA L’INFLAZIONE Presidente È ARRIVATA AL 42.000% E IL Maduro, una quali bisogna PIL È CROLLATO DEL 15%. versione se prendere IN ARGENTINA IL GOVERNO atto che DI JUAN PERON HA AVVIATO possibile ancor più l’inflazione UN PERIODO DI POPULISMO incompetente venezuelana è e demagogica del precedente giunta al 42.000% e che il Pil governo del Presidente è diminuito del 15%. Hugo Chavez, che ha Sulla stampa internazionale governato il paese quasi invece si leggono racconti ininterrottamente dal 1999 al raccapriccianti della vita 2013, mantenendosi al potere in un paese in bancarotta, con gli aggressivi programmi dove non funziona più nulla, sociali a sostegno di una dove chi può emigra - due numerosa popolazione di milioni di persone nel 2017 diseredati, senza riuscire a - dove il sistema sanitario migliorarne le condizioni, e è al collasso: solo come riuscendo invece a sperperare esempio, la Clinica Razzetti, i redditi della vendita del un importante ospedale di petrolio senza investire nelle Barcellona, grande centro a infrastrutture essenziali trecento chilometri a est di ad una florida economia di Caracas, fino a pochi anni fa mercato, quale potrebbe fiore all’occhiello della sanità

14 14

essere quella dell’undicesimo produttore di petrolio del mondo, possessore delle più vaste riserve a livello mondiale, e questo per un pregiudizio nazionalistico antibusiness, antiamericano, anticapitalistico. In altre parole, in poco più di dieci anni di regime populista si è riusciti a portare al collasso economico uno dei paesi più ricchi del mondo. Come tutti sanno, le prove generali del populismo al potere sono state fatte dall’Argentina, paese ricchissimo di risorse naturali, miraggio dell’emigrazione italiana dell’inizio del secolo scorso, luogo delle grandi fortune dei Ferruzzi e dei Rocca, e non solo, governato dal 1946 al 1955 dallo stentoreo

Generale Juan Peron, vera icona, con la moglie Evita, del populismo Latinoamericano, il quale condusse il paese verso una inarrestabile traettoria di difficoltà economiche affrontate da tutti i governi successivi con provvedimenti atipici e sorprendenti fino al default del 2002, dal quale il paese non si è ancora ripreso. I casi Venezuela e Argentina, molto diversi nei tempi e nei modi, hanno però in comune di essere il prodotto della gestione di governi dediti alla soddisfazione delle esigenze irrinunciabili del popolo senza riguardo alle conseguenze, o addirittura alla risposta a emergenze sociali spesso inventate al solo fine di coprire la propria incapacità gestionale. Non


di Franco Tatò

BENE I DISASTRI DELLA POLITICA DELLE ILLUSIONI IL CORSIVO

IL CAVALLO E LA CURA DEL CORPO E DELL’ANIMA

di Giuliana Gemelli Sin dalla preistoria con nessun altro animale l’uomo ha sviluppato un rapporto più intensamente emotivo, affettivo e di condivisione esistenziale come col cavallo, l’animale che lo ha accompagnato per secoli nella quotidianità e nelle battaglie non in forma passiva, ma con coraggio, sensibilità, umiltà e intelligenza. L”’ippoterapia” è stata usata, sin dai tempi di Ippocrate, nelle crisi isteriche, in quelle di ansia e di eccitazione psicomotoria; il cavallo è servito anche per stimolare coraggio e volontà. Animale fortemente simbolico,

Tutte le facce del populismo sudamericano Nell’altra pagina Nicolàs Maduro. Sopra, Juan Peron con la moglie Evita e Silvio Berlusconi insieme a Hugo Chavez

illudiamoci che il nostro Paese sia sicuramente immune da sviluppi analoghi a quelli citati, e con una differenza aggravante: il nostro Paese ha risorse inferiori eccetto che per le capacità lavorative, capacità che oggi vengono mortificate dal conclamato disprezzo della competenza e del sapere. Certo, la Bce ci protegge ancora dall’iperinflazione e lo potrà fare finché resteremo nell’Euro, ma i programmi continuamente enunciati e ribaditi dai nostri attuali governanti sono pericolosamente simili agli slogan chavisti e peronisti i cui risultati sono verificabili: la politica delle grandi illusioni ha sempre prodotto grandi delusioni.

è da sempre oggetto nell’immaginario collettivo di fantasie che - come scrive Alessia Giovannini - hanno a che vedere con il “Sé grandioso”, in quanto rispecchia da sempre i concetti di forza, bellezza, generosità e libertà. Il cavallo è quindi un animale che instaura un rapporto empatico con la persona con cui si relaziona, attivando un approccio selettivo a seconda dell’individuo, inoltre porta il soggetto a svolgere un lavoro psicomotorio attraverso i movimenti che è costretto a fare quando lo si monta ed è anche attraverso il movimento che la persona impara a far dialogare il corpo e psiche. L’animale dimostra una curiosità ed una costante attenzione a tutti gli stimoli esterni, provocando, per emulazione, la stessa condizione anche nella persona coinvolta. Il paziente con l’animale, con la sua corporeità, le sue reazioni, instaura un complesso rapporto interattivo che permette di sviluppare un senso di fiducia e di sicurezza, generando autostima, benessere e soprattutto consapevolezza. P.S.: il Senato della diciassettesima legislatura ha lasciato in eredità un disegno di legge recante “Norme sulla riabilitazione attraverso l’utilizzo del cavallo” volto a conferire a questa pratica tutte le caratteristiche dell’attività terapeutica vera e propria. L’appello alla Presidente del Sento Elisabetta Alberti Casellati è a non lasciar nei cassetti questo spunto e a favorire l’approvazione di quelle norme.

15

15


SHORT STORIES

Internazionalizzare

rafforzare la competitività del settore privato, a incentivare la produzione locale e la nascita di nuove industrie, soprattutto PMI, ad incoraggiare il turismo, lo sviluppo immobiliare e a rendere il business ancora più agile. Le misure entreranno in vigore entro la fine del 2018. “Gli Emirati sono e saranno anche nei prossimi anni una destinazione permanente per gli investitori esteri e ambiscono a divenire un incubatore globale per talenti eccezionali”, ha commentato Giovanni Bozzetti, fondatore e presidente di EFG Consulting, società di consulenza strategica specializzata

nell’internazionalizzazione delle aziende italiane negli Emirati Arabi Uniti. Numerosi quindi i vantaggi per gli investitori esteri: la riduzione sostanziale dei costi di avvio di nuove attività; il rilascio di nuove licenze commerciali non più soggetto alla necessità di avere un presidio fisico nei primi due anni di attività; la concessione di visti più lunghi ad alcune categorie di cittadini stranieri; la possibilità di detenere il 100 % di una società con sede negli Emirati. “Sembra esserci un segnale da parte sia del Governo Federale sia dai Governi locali, totalmente rivolto a sostenere le attività economiche, stimolare gli investimenti e gettare basi sempre più solide per lo sviluppo futuro”, aggiunge Bozzetti. Questi pacchetti aumenteranno “i livelli degli investimenti esteri, gli afflussi di popolazione, lo sviluppo di nuovi settori specie nel fronte scientifico e tecnologico”. Nella determinazione del successo del Paese gioca un ruolo fondamentale la cooperazione tra il settore pubblico e le aziende del settore privato.

Delegato. La nuova realtà, controllata da Synergia Consulting Group, è parte di Baker Tilly International, tra i più importanti network mondiali di consulenza e revisione contabile, che opera tramite 126 studi indipendenti di 147 Paesi, con 30.500 collaboratori, realizzando un volume di affari di circa 3,2 miliardi di dollari (dati 2016). “La nuova realtà - commenta Massimo Boidi – rappresenta un’operazione di alto valore strategico, che conferma il mercato italiano quale terreno d’interesse per i grandi gruppi della consulenza. L’obiettivo è portare indubbi vantaggi anche per l’internazionalizzazione delle imprese italiane assistite dagli studi del network, la cui presenza capillare a sua volta garantisce un’approfondita conoscenza del territorio, nonché un valore aggiunto di competenza ed eccellenza sulle tematiche della fiscalità.

Questa partnership rafforza il mercato italiano offrendo una panoramica sempre più di alto profilo per gli Studi, in Italia e all’estero”. Già operativo in Italia con Baker Tilly Revisa, che opera nella revisione contabile, ora il network si rafforza ulteriormente dopo l’alleanza con Synergia Consulting Group. È stato il primo caso in Italia di alleanza tra professionisti del settore in grado di offrire alle imprese italiane servizi integrati di consulenza in tutto il mondo con la comodità per il cliente di potersi continuare ad interfacciare con il proprio professionista del territorio.

Abu Dhabi: al via investimenti per 12 miliardi L’emirato pronto a incentivare un piano rivolto a industrie, pmi e turismo per la crescita Gli Emirati Arabi Uniti continuano a offrire un contesto imprenditoriale competitivo e forte, ben integrato a livello globale e molto attraente per gli investitori esteri. In un momento in cui la crescita del settore privato gioca un ruolo preponderante nell’affermazione della leadership economica del Paese e si moltiplicano le iniziative volte a rendere l’economia locale sempre più indipendente dai proventi derivanti dal petrolio, il Governo di Abu Dhabi ha annunciato un pacchetto di riforme con uno stanziamento di 50 miliardi di dirham (poco meno di 12 miliardi di euro), finalizzato a

Fisco

L’azienda che guida le PMI tra le tasse estere Con Baker Tilly Italy Tax una consulenza dedicata agli italiani all’estero e agli stranieri in Italia Nasce Baker Tilly Italy Tax, nuova realtà di 12 studi nelle principali città italiane (Milano, Torino, Roma, Verona, Modena, Firenze Napoli, Catania, Ancona, Genova, Bologna e Alba) dedicata alla fiscalità internazionale per clienti italiani attivi all’estero e a clienti stranieri che operano sul mercato italiano. Presidente di Baker Tilly Italy Tax è Massimo Boidi, socio fondatore dell’omonimo studio torinese; a Pietro Mastrapasqua, fondatore dello Studio romano MTEA, la carica di Amministratore

16

Design

L’ARCHITETTO? FIGURA CRUCIALE PER LO SVILUPPO DEL PAESE

Una ricerca Makno conferma l’importanza dei professionisti in Italia Promotore e “garante” del paesaggio urbano, motore del cambiamento a livello territoriale grazie a un’anima non solo tecnica, ma anche sociale. E’ la percezione dell’architetto e dell’urbanista secondo l’opinione pubblica italiana così come emerge dalla ricerca “L’immagine sociale dell’architetto e dell’urbanista” realizzata da Makno per il Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori – CNAPPC - e presentata durante l’VIII Congresso Nazionale del Consiglio, conclusosi oggi a Roma. Lo studio, il primo realizzato nel suo genere in Italia, condotto sia su base quantitativa che qualitativa, vede emergere l’architetto nel sentire comune come fautore della competitività all’interno delle città. L’architetto/urbanista si fa promotore e garante della bellezza del paesaggio urbano, dalle strade alle insegne, dagli spazi pubblici agli edifici. “La figura dell’architetto” sottolinea Mario Abis, sociologo, fondatore dell’Istituto di Ricerca Makno, “è nodale, ora più che mai, nei processi che indirizzano il senso e il valore dello sviluppo del Paese”.



SHORT STORIES

Cultura&Spettacoli

Docufilm, Milano chiama gli investitori Torna Visioni dal Mondo, il festival che fa incontrare produttori e autori: nel 2017, 4 mila presenze A pochi giorni dalla chiusura del Festival di Venezia, il cui programma già sottolinea la centralità del genere documentario per l’industria cinematografica internazionale presentando, tra le opere documentaristiche in concorso, quelle di registi del calibro di Emir Kusturica e Amos Gitai (ma anche di italiani come Roberto Minervini e Wilma Labate), dal 13 al 16 settembre torna “Visioni dal Mondo, Immagini dalla Realtà”, 4a edizione di un festival internazionale che punta a consolidare il ruolo di “Milano capitale del documentario”, ma non solo. «Il nostro obiettivo – dichiara Francesco Bizzarri, direttore generale dell’evento – è quello di aiutare autori e produttori del cinema indipendente sul piano del finanziamento e della distribuzione dei loro progetti audiovisivi. Puntiamo a creare un mercato del documentario all’interno del Festival sulla falsariga di quanto avviene a Cannes per il cinema tradizionale». Cuore dell’evento è infatti la sezione “Festival Visioni Incontra” (13 e 14 settembre), due giorni durante i quali produttori, distributori, broadcaster, circuiti cinema, piattaforme, acquisition manager, sales agent, direttori di festival e story editor parteciperanno alle sessioni di pitching dei 16 progetti selezionati attraverso incontri one-to-one con i documentaristi, con l’obiettivo di aiutare lo sviluppo dei loro docufilm con finanziamenti, preacquisti e distribuzione. A dare la misura dell’appeal e della capacità di muovere investimenti del genere in questo momento storico, basti citare

18

la partecipazione all’evento di colossi come Fox, Discovery, Sky, Rai, Chili, Netflix, I Wonder, Wanted, CG Entertainment e La Feltrinelli. Se infatti quella del documentario in Italia è una tradizione di lungo corso – a cimentarsi in passato maestri come Pasolini, Antonioni, Olmi e Amelio –, è negli ultimi anni che il “cinema del reale” ha ottenuto, oltre al plauso della critica, anche un notevole successo di pubblico. I recenti Orso d’Oro a Berlino per “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi nel 2016 - già Leone d’Oro a Venezia per “Sacro Gra” nel 2013 (e candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero nel 2017 proprio con il documentario sugli sbarchi a Lampedusa) - e il titolo di miglior Film nella Sezione Orizzonti di Venezia a “Liberami”

di Federica di Giacomo sempre nel 2016, sono solo i principali i riconoscimenti ottenuti negli ultimi anni dalle produzioni italiane. Un successo di critica e di pubblico, dimostrato anche dagli incassi: Rosi con “Sacro Gra” è riuscito infatti a superare la soglia del milione di euro, sfiorata tre anni dopo con “Fuocoammare”; cifre da capogiro rispetto a una media di incassi per prodotti di questo tipo che non supera i 100 mila euro. Un successo che ha contribuito notevolmente a dare nuovi stimoli al cinema italiano, il cui mercato negli ultimi decenni poggiava quasi esclusivamente su una o due commedie l’anno. Un cambiamento dimostrato anche dai numeri: dati relativi al periodo che va dal 1° gennaio al 22 luglio, infatti, mostrano

come la quota di mercato Usa in Italia sia del 53,97% per quanto riguarda gli incassi col 26,33% dei film distribuiti, mentre il cinema italiano è al 28,25% con il 34,26% dei film; un risultato che va considerando alla luce di quanto avveniva un anno fa, quando a un 67,92% delle produzioni Usa, l’Italia rispondeva con solo il 17,60%. A contribuire a questa rinascita anche iniziative come “Festival Visioni Incontra”, dalla cui fucina, ad esempio, lo scorso anno è uscito vincitore “Gli ultimo Butteri” di Walter Bencini che proprio grazie ai finanziamenti ottenuti ha avuto anche una buona distribuzione in sala lo scorso giugno. Sedici le opere sottoposte all’attenzione dei professionisti durante le giornate a loro dedicate; 30 invece i titoli del programma aperto al pubblico – l’anno scorso si è toccato quota 4000 presenze – con proiezioni displocate nelle prestigiose sedi della Triennale di Milano, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. (g.c.)


10 anni di trading in Italia Scegli l’affidabilità del broker N°1 al mondo* e il primo ad offrire i CFD in Italia. Aprendo un conto con IG potrai contare su un team di professionisti con un’esperienza decennale in Italia e operare con spread competitivi su oltre 15.000 mercati, 24 ore al giorno.

Inizia a fare trading oggi su IG.com

* Siamo il broker N°1 al mondo per i CFD nei ricavi (forex escluso). Fonte: Published financial statements, Febbraio 2018. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. I CFD sono strumenti complessi che comportano un rischio di perdita elevato dovuto alla leva. 79% dei trader al dettaglio incorrono in perdite quando fanno trading con IG. Vi preghiamo di verificare le vostre conoscenze in merito al funzionamento dei CFD e la vostra disponibilità ad utilizzare i CFD dato l’elevato rischio di perdita. Le perdite dei clienti professionali possono eccedere i loro depositi.



:

COVERSTORY

26

E-COMMERCE E AZIENDE ITALIANE QUELL'AMORE MAI SBOCCIATO Scarsa conoscenza delle potenzialità del commercio elettronico, difficoltà a cambiare i modelli di business: le imprese italiane rischiano di farsi scappare una chiave straordinaria per crescere all'estero

L'INTERVISTA 1: GAY «ENORMI POSSIBILITÀ DI CRESCITA, CON L'E-COMMERCE SI ESPORTA!»

27 L'INTERVISTA 2: MALGARA «IL FUTURO È L'INTEGRAZIONE TRA NEGOZI FISICI E VIRTUALI»

28 EBAY, L'ANTI-AMAZON TRUCCHI E SEGRETI DELL'AZIENDA CHE AIUTA LE IMPRESE A CRESCERE

30 SUSANA VOCES (EBAY) «AMO L'ITALIA E GLI ITALIANI: ECCO LA MIA RICETTA PER IL SUCCESSO»

di Marco Scotti

«L’ le. Se non lo capite, non lo fate». La

investimento deve essere raziona-

zi. Tanto più che gli italiani hanno instaurato con le vendite in rete una relazione confusa e frase è di Warren Buffett, riferita alla Borsa, confusionaria in cui a fronte di dati in aumenma può tranquillamente essere presa in preto si certifica una progressiva e ineluttabile stito per parlare del rapporto – travagliato – spaccatura tra una fetta della popolazione più tra gli italiani e l’e-commerce. Perché appare tecnologicamente alfabetizzata e un’altra che ormai evidente che, non riesce a rinunciaspecie le imprese, non IL COMMERCIO ELETTRONICO IN ITALIA re al negozio fisico. VALE 27 MILIARDI DI EURO, IN AUMENTO abbiano compreso Ma la parola, prima di DEL 15% RISPETTO AL 2017. I PRODOTTI la dirompente portatutto, ai numeri. SePESANO PER OLTRE 15 MILIARDI ta dell’e-commerce, condo l’Osservatorio una modalità di ampliare i propri mercati e il eCommerce B2C del Politecnico di Milano il pubblico potenziale che, se sfruttata a dovere, 2018 del commercio elettronico dovrebbe può dare enormi soddisfazioni. D'altronde, se chiudersi intorno ai 27 miliardi di euro, con solo il 12% degli esercizi commerciali è online un incremento di oltre 3,6 miliardi rispetto significa che manca la consapevolezza della all’anno precedente (+15%). Nel 2018, il peso spinta che l'e-commerce può offrire ai negodegli acquisti effettuati in rete rispetto a quelli

21


LA COMPONENTE ONLINE DELLA SPESA IN ADVERTISING I FORMATI E I DEVICE

COVERSTORY

LE TENDENZE DEL MERCATO

22

2

3

4

COME SI CONVERTE L'INTERESSE DEL CONSUMATORE IN ACQUISTO

42%

TASSO DI ABBANDONO DELLE RICERCHE

11,7%

TASSO DI ABBANDONO DELLA MERCE

43,9%

FREQUENZA DI RIMBALZO

1,6%

ACCESSI CHE DIVENTANO ACQUISTI

LE TENDENZE DELL'OFFERTA

IL PANORAMA TECNOLOGICO

LE QUOTE DI MERCATO E LE SCELTE TECNOLOGICHE

FONTE:OSSERVATORI.NET

nei negozi fisici è arrivato al 6,5%, miglioranPubblicità Un altro grave problema che affligge le aziendo di quasi un punto percentuale rispetto de è quello del tasso di conversione degli a dodici mesi fa. I prodotti, che già lo scorso utenti da semplici visitatori a veri e propri anno avevano sopravanzato i servizi come vaacquirenti. Secondo i dati forniti dall’Osserlore complessivo, aumentano il proprio peso vatorio eCommerce Netcomm-Politecnico di sul totale delle transazioni online, superando Milano, infatti, solo l’1,6% dei “visitatori” comi 15 miliardi totali. Un dato positivo e che dopleta l’acquisto. Questo nonostante le imprese vrebbe far pensare a un progressivo aumento spendano mediamente il 4% del proprio fatdegli acquisti fatti online. In realtà, la situazioturato in pubblicità. Il punto è che gli utenti ne è molto diversa: secondo l’Istat, infatti, solo che arrivano sul sito del vendor non trovano il 43% degli italiani connessi a internet ha efciò che cercano o non hanno un’esperienza fettuato almeno un acquisto in rete nel 2017, di navigazione sufficientemente confortevole contro l’86% del Regno Unito, l’84% della Sveda portare a termine la transazione. Il bounce zia e l’82% della Germania. Colpa degli italiani rate, cioè il tasso di abbandono pochi secondi che non si fidano di internet e che temono che dopo essere “atterrati” sulla pagina di accesso dietro l’angolo ci sia una qualche truffa? No, del portale, è pari al 43,9%, mentre il 42,8% o almeno non solo. Sono le aziende, infatti, a degli utenti lasciano il essere ancora poco IN ITALIA SOLO IL 12% DEGLI ESERCIZI sito in fase di ricerca, sviluppate dal punto COMMERCIALI È PRESENTE IN RETE, di vista dell’offerta di E SOLO IL 22% DI ESSI ESPORTA CONTRO proprio perché non e-commerce. IL 50% DELLA FRANCIA E DELLA SPAGNA hanno trovato ciò che cercavano. Infine, Prima di tutto, perché l’11,7% della clientela non conclude la transasono poche e male attrezzate. Nel 2017, le zione dopo aver inserito i prodotti nel carrello. attività che si occupavano di vendere esclusiÈ il comportamento tipico di chi trova sorprevamente online erano poco meno di 18.000, se sgradite in fase di check-out, come spese cui si devono sommare circa 10.000 negozi extra non preventivate o addebiti ulteriori per tradizionali che hanno anche una vetrina l’utilizzo di alcuni circuiti di carte di credito. I virtuale. Tanti? Pochi? Numeri alla mano, posettori in cui questo fenomeno si verifica più chissimi: come detto, soltanto il 12% circa del frequentemente sono turismo e informatica. totale delle imprese italiane. Ma ci sono altri dati ancora più preoccupanti: intanto che le Chi compra online aziende italiane che vendono sul web dipenSe la penetrazione di internet è ormai arrivadono in maniera eccessiva dai grandi player ta – nella macrofascia 11-74 anni – all’88%, il globali che, nel 30% dei casi, consentono loro pubblico dei “web-shopper” italiani non è andi realizzare oltre i tre quarti del fatturato cora così vasto. Si parla di almeno 22 milioni di complessivo. persone che, nel 2017, hanno fatto almeno un E poi c’è una carenza strutturale che rende la acquisto in rete. Di questi, il 18% meno di una situazione ancora più preoccupante: le imprevolta al mese, mentre il 22% almeno una volta se italiane non sono capaci di esportare. Solo a settimana. Un numero esiguo, come testimoil 22% degli e-shop, infatti, vende anche al di niato dall’ultima indagine Eurostat riferita al fuori del nostro paese, un dato che cozza con 2017 che certifica come i consumatori italiaquelli di Spagna e Francia (50%), ma anche ni, specialmente nelle fasce d’età più giovani, Regno Unito (48%) e Germania (46%).

1


E-COMMERCE

I SETTORI MONITORATI: GRANDE DISTRIBUZIONE Vendite in crescita del 37% e la possibilità di continuare ad aumentare l'incidenza totale

Un settore chiave del Made in Italy come la moda non può restare indietro quando si tratta di nuove tecnologie. Soltanto nell'ultimo anno, gli acquisti legati a questo comparto sono cresciuti del 30%, e in base alle stime dovrebbero ulteriormente salire del 46% in questo 2018. Un recente studio realizzato da Netcomm e Contactlab ha analizzato la competitività digitale di un panel di 19 brand italiani. Il primo asse di analisi riguarda criteri strategici

«L’1,6% dei clienti della GDO – spiega Barbara Labate, CEO di ReStore, azienda leader nell’ecommerce per la grande distribuzione - sceglie di effettuare i propri acquisti online per un giro d’affari da oltre 800 milioni di euro l’anno». Anche il segmento alimentare, dunque, sta iniziando a diventare terreno fertile per l’ecommerce, seppur con qualche resistenza residua. L’Italia, al momento, è ancora all’ultimo posto in Europa per acquisti effettuati sui canali online

come la presenza del brand sui mercati e-commerce mondiali e sui principali e-tailer, l’ampiezza di gamma dell’offerta, le attività di engagement con il cliente e la trasparenza sull’origine dei prodotti. Il secondo asse identifica gli aspetti relativi alla qualità e all’efficacia dell’interazione nella navigazione sui siti, verificando per esempio l’esperienza di acquisto online, l’offerta di servizi cross-channel, le app, i metodi di pagamento, le opzioni di consegna e reso.

I SETTORI MONITORATI: TECNOLOGIA Il secondo settore più importante per l'e-commerce è in forte crescita (+18%)

della GDO, ma il trend sembra cambiare Il 2017 ha visto un incremento medio del 37% delle vendite online rispetto all’anno precedente.: «Nei prossimi tre anni – aggiunge Labate - il 4-6% del fatturato del settore grocery in Italia deriverà dall’e-commerce». Il che sarebbe un toccasana notevole per le insegne. Sempre secondo ReStore, infatti, il cliente che acquista sia online che offline genera mediamente un introito superiore del 25% per le insegne che decidono di offrire il

I tre brand con i punteggi più alti in queste categorie sono Pinko, Furla e Patrizia Pepe. Più in generale, però, poco più del 30% dei marchi analizzati offre il ritiro in negozio dopo l’acquisto online e ancora meno (circa il 25%) quelli che danno la possibilità di rendere instore ciò che si è acquistato sul web. Le percentuali si abbassano ulteriormente se ci si riferisce ai cambi di prodotto o alla prenotazione di un appuntamento per provare un capo in negozio.

La tecnologia rimane uno dei settori più attivi dell’e-commerce, dove rappresenta una fetta sempre più consistente delle transazioni e delle ricerche online. La crescita del comparto è ben al di sopra di quella fatta registrare dalle vendite in rete (+18% contro +15%), attestandosi su livelli simili a quelli del resto del mondo, dove la tecnologia è di gran lunga il comparto più remunerativo per l'intero e-commerce. Tornando al nostro paese, l’elettronica

servizio di e-commerce. «Non è una minaccia – conclude la Labate - ma una grandissima opportunità da cogliere per tutto il settore. Grazie agli store digitali il punto vendita tradizionale fattura di più e si ottimizzano i costi. Inoltre, i clienti online sono generalmente alto-spendenti, persone “in carriera”, quindi un profilo molto differente da quello del consumatore “tradizionale”. Si tratta quindi di un’opportunità da non lasciarsi sfuggire».

I SETTORI MONITORATI: MODA MADE IN ITALY Nonostante sia uno dei settori chiave dell'economia, solo pochi brand sono all'avanguardia

vale 4,6 miliardi di euro, poco meno di un sesto del complessivo dell’ecommerce italiano. Si tratta della seconda categoria maggiormente rappresentata dopo il turismo, che rimane ancora il comparto più attivo per quanto riguarda le vendite tramite web. Il settore tech è presente ai primi posti delle classifiche delle diverse regioni con smartphone, notebook e tablet per quanto riguarda la parte più informatica. Mentre i

primi sono i più ricercati in 19 regioni italiane su venti, i secondi sono sul podio in Trentino, Umbria e Molise e molto ricercati anche in Veneto, Marche, Abruzzo, Piemonte, Emilia Romagna, Sicilia, Toscana e Basilicata; ed ancora i tablet, al quinto posto delle ricerche nelle Marche, in Trentino-Alto Adige e in Valle d’Aosta. Per quanto concerne l'elettronica di consumo i televisori sono particolarmente ricercati in Abruzzo, Toscana, Liguria, Campania, Puglia.

23


COVERSTORY

86% 43%

84%

82%

Persone connesse a internet che hanno effettuato almeno un acquisto

siano ancora piuttosto “indietro” rispetto ai coetanei di altri paesi. Ad esempio, solo il 14% degli italiani tra i 25 e i 34 anni ha comprato online arredamento per la casa contro il 67% dei pari età inglesi. E, addirittura, solo il 4% SVEZIA ITALIA UK GERMANIA dei trentenni italiani ha acquistato alimenti on line contro il 38% dei pari età sudditi di Sua Maestà. Eppure, è proprio questa la fascia di età più attiva (i 35-44enni rappresentano il Imprese 27% del totale) nel nostro paese, con gli uomi50% 50% che vendono 46% 41% ni che superano ampiamente le donne: 60,4% online anche a 39,6%. Infine, si notano differenze sostanzia22% all'estero li a seconda del livello di istruzione: le persone con una laurea hanno una propensione quasi sette volte superiore – per quanto riguarda ITALIA SPAGNA FRANCIA UK GERMANIA l’acquisto di viaggi - a chi ha terminato prima ce, alcune sorprese arrivano dalle zone con il proprio percorso formativo. Perché le persodare maggiori garanzie di sicurezza agli utenmaggiore propensione all’imprenditoria on ne acquistano online? In primo luogo, perché ti. Un discorso a parte, però, merita lo smarline: sono quelle del Sud, infatti, con Campala leva del prezzo rimane uno degli “asset” più tphone, il device che progressivamente sta nia in testa, che vedono la rete come un potenimportanti in mano alle aziende che vendono diventando il più influente nella nostra vita ziale “trampolino” per la propria attività. Per online. Ma non solo. La rete consente di espriquotidiana. Archiviata quasi definitivamente quanto riguarda invece i prodotti più ricercati mere giudizi e recensioni su tutti i prodotti acla funzione di telefono, oggi il “cellulare” viene e desiderati sul web, al primo posto in tutte quistati: per assurdo, qualcuno può farsi un’iimpiegato per svolgere molteplici attività tra le regioni (tranne che in Molise) ci sono gli dea estremamente precisa del prodotto o del cui, per l’appunto, anche effettuare acquisti smartphone, mentre al secondo posto si poservizio che vuole acquistare prima ancora nel 31% dei casi (mentre il 7% avviene trasizionano le scarpe da ginnastica. Molto ben di conoscerlo e di vederlo, cosa che nel retail mite tablet e il restante 62% da desktop). Da posizionati anche i frigoriferi e, più in genetradizionale non accadeva. Per questo motismartphone sono avvenuti acquisti pari a 8,2 rale, i grandi elettrovo, in rete si assiste a miliardi di euro complessivi, il 72% dei quali NELLE REGIONI MERIDIONALI, CON LA domestici. Questa un fenomeno in cui il riguardano prodotti e solo il 28% i servizi. A CAMPANIA IN TESTA, LA RETE VIENE VISTA tendenza è facilmente passaparola tradizioriprova di una sempre maggiore pervasiviCOME UN POTENZIALE "TRAMPOLINO" spiegabile: su questo nale ha moltiplicato a PER LA PROPRIA ATTIVITÀ COMMERCIALE tà di questo strumento per quanto riguarda tipo di prodotti, la leva dismisura le proprie l’e-commerce, con una crescita rispetto allo del prezzo è particolarmente significativa e gli potenzialità, divenendo uno strumento che scorso anno di quasi il 40%. italiani scandagliano il web alla ricerca del mipuò raggiungere chiunque e nello spazio di un Il futuro gliore sconto che consenta loro di risparmiaistante, mentre in precedenza era necessario È dunque piuttosto evidente che le imprese re a volte anche centinaia di euro rispetto ai l’incontro e il confronto tra le persone. italiane devono migliorare il proprio business prezzi proposti nei negozi fisici. Nelle prime Regioni e prodotti lungo diverse direttrici. In primo luogo, dotanposizioni degli oggetti più ricercati, secondo il Non tutte le regioni italiane sono attive allo dosi di un sistema di vendita online, fenomeno comparatore di prezzi Idealo, si trovano quasi stesso modo e, com’è ovvio, non in tutte si che coinvolge ancora oggi una fetta troppo esisempre oggetti di elettronica e informatica, prediligono gli stessi prodotti o servizi. Se, gua delle PMI. In secondo luogo, migliorando come notebook, televisori e tablet. La tendenquindi, è abbastanza naturale immaginare la cosiddetta customer experience, ovvero za rimane ancora quella di acquistare i prola Lombardia come la regione più attiva per rendendo più piacevole e più esaustivo il temdotti attraverso il computer fisso, il desktop quanto riguarda gli acquirenti dell’e-commerpo di permanenza dei potenziali clienti sul insomma, perché – a torto o ragione – sembra

24


E-COMMERCE

sito. Ma sono soprattutto le nuove tecnologie che possono venire in soccorso dei merchant, rendendo la vendita online una leva straordinaria di sviluppo e incremento del proprio business. Da questo punto di vista, due sono le tendenze predominanti: l’integrazione tra store fisico e virtuale e la realtà aumentata. Per quanto riguarda un rinnovato rapporto

tra negozio e canale online, dopo un iniziale momento di smarrimento in cui si temeva che il retail sarebbe stato spazzato via dal digitale, oggi invece si nota come sia l’interazione la modalità migliore per accrescere il proprio business. Secondo alcuni, infatti, nei prossimi tre anni le vendite online aumenteranno del 72%, ma bisogna anche segnalare come l’80%

QUELLA PAURA DEL «TAROCCO» CHE FRENA GLI ACQUISTI Se l'amore tra gli italiani e il commercio elettronico non è ancora sbocciato del tutto è anche perché nel nostro paese ci si fida poco di internet e dei siti in cui si compra "a scatola chiusa", senza poter provare, controllare e vedere dove fisicamente vanno a finire i nostri soldi. Ma se per qualcuno questi timori sono eccessivi o infondati, le notizie recenti che arrivano dalla Guardia di Finanza danno in qualche modo ragione agli italiani più prudenti, soprattutto a quelli che temono che il "tarocco" sia sempre dietro l'angolo. Alla fine di luglio

di quest'anno, infatti, un'imponente operazione della GDF ha portato al sequestro di interi siti web e di annunci che si appoggiavano ad Amazon Facebook ed Alibaba. I beni contraffatti proposti sulle piattaforme online rientrano tra le categorie maggiormente ricercate dagli utenti del web, dalle borse alle scarpe, dagli occhiali agli orologi, ma anche profumi e abbigliamento sportivo. I brand danneggiati dalle condotte illecite sono diversi, tra di essi Armani, Adidas, Hogan, Prada, Louis Vuitton, Rolex, Gucci, Chanel, Rayban. Le vendite avvenivano attraverso

i canali di diffusione costituiti dai siti Web, anche mediante profili e pagine presenti sui social network più noti, Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, Youtube che, ormai capillarmente diffusi tra gli utenti del Web, non richiedono costi di gestione in quanto liberamente disponibili. I fattori che maggiormente hanno inciso sull’individuazione delle fattispecie di contraffazione sono il prezzo di vendita, notevolmente inferiore rispetto a quello normalmente praticato sul mercato, nonché l’utilizzo di canali di vendita non ufficiali.

degli utenti (dati Mood Media) prediliga ancora oggi l’esperienza in negozio, che consente di testare e vedere dal vivo i prodotti. Un primo modo di migliorare l’efficienza dell’esperienza di acquisto potrebbe quindi essere un migliore assortimento dei magazzini: il cliente può trovare nel negozio i prodotti che preferisce e personalizzarli interamente online, dopo averne verificato le caratteristiche principali. Per quanto riguarda la realtà aumentata, la tecnologia divenuta famosa con PokemonGO e che consente un’integrazione tra realtà e virtuale, è oggi possibile utilizzarla per migliorare l’esperienza di acquisto online. Immaginiamo, ad esempio, di dover comprare dei mobili ma di non essere certi di come questi potrebbero inserirsi all’interno dell’arredamento della casa. NEL FUTURO L'INTEGRAZIONE CON LE NUOVE TECNOLOGIE SARÀ SEMPRE PIÙ UTILE PER SVILUPPARE IL BUSINESS: OCCHI PUNTATI SU REALTÀ AUMENTATA

Con la realtà aumentata è possibile “calare” il mobilio nelle stanze della propria casa per vedere se gli abbinamenti di forma e colore siano proprio quelli che si stavano cercando. Questa tecnologia, che sta iniziando a prendere piede in maniera sempre più rapida, può essere applicata a molte altre categorie merceologiche. Basta pensare, ad esempio, ai vestiti, che potrebbero essere visti in anteprima sulla propria persona senza muoversi di casa. Infine, un tema che rimane “sempreverde” indipendentemente dalle migliorie tecnologiche rimane quello relativo al customer care. Che si abbia un negozio fisico o uno online, il servizio di assistenza tempestivo rimane uno strumento fondamentale per fidelizzare la clientela che, se attratta esclusivamente dal prezzo, rischia di effettuare acquisti spot e poi rivolgersi ad altri vendor.

25


COVERSTORY

«Comunicare per eccellere. Il gap italiano si colma così»

Marco Gay, amministratore delegato di Digital Magics e presidente di Anitec-Assinform

stribuzione… L’abbiamo ceduta a gennaio 2017

a un multiplo di 3 cifre rispetto all’investimento iniziale: è una piattaforma tutta italiana. Ad oggi

attive in portafoglio ne abbiamo ancora un paio,

che non fanno puramente e-commerce ma che –

Il presidente di Anitec-Assinform, Marco Gay traccia un bilancio in chiaroscuro della status quo dell'e-commerce nel nostro Paese. E spiega la ricetta per il rilancio

ad esempio Quomi – aggiungono valore all’idea

imprenditoriale con attività di commercio elet-

tronico, per esempio organizzando la consegna

a casa della spesa necessaria con le ricette per

cucinare secondo i principi della dieta mediterranea… Anche questo è un caso in cui vediamo

di Sergio Luciano «LE PIATTAFORME E-COMMERCE POTREBBERO ESSERE, E SONO IN TALUNI CASI, UN INCREDIBILE ACCELERATORE DELLA INTERNAZIONALIZZAZIONE DEI PRODOTTI DELLE PMI E DEL MADE IN ITALY IN PARTICOLARE, che possono trovare un pubblico più ampio di quello che

normalmente riuscirebbero a raggiungere senza.

ottimi risultati, nel primo semestre di quest’anno

ha avuto una forte crescita e sta confermandola

anche nelle prospettive, a certificare che quando c’è un prodotto di qualità e la capacità di venderlo online, l’accelerazione è importante.

Ma quante startup dell’e-commerce state incubando?

Ma l’Italia è indietro, e deve darsi da fare»: è la

Un’altra bella realtà è una piattaforma che si

form. «A fianco di Amazon, o di eBay come mar-

interessante, perché oltre a far conoscere tutte le

sintesi di Marco Gay, amministratore delegato

di Digital Magics e presidente di Anitec-Assinketplace, ci sono molti esempi virtuosi italiani

che anche noi, nel nostro ambito, annoveriamo con orgoglio».

Quali ad esempio, Gay? Il primo progetto che mi piace citare è Foodscovery, una piattaforma di e-commerce che ha lo scopo di vendere online i prodotti-icona della gastronomia italiana, una formula che permette che i prodotti del food Made in Italy siano com-

prati ovunque, e non solo in Italia, aiutando a

far conoscere nel mondo le eccellenze locali che

diversamente pochi conoscerebbero, con l’idea

vincente di andare a scoprire e preselezionare

chiama WeBeers, ed è un e-commerce della buona birra artigianale. Offre un servizio molto

birre nazionali, e non solo, che puoi acquistare, mette anche il consumatore nella condizio-

ne di abbonarsi a un refill automatico con

proposte realizzate ad

garantita.

Dunque credete nel futuro dell’e-commerce?

Altroché! Oggi in Italia solo l’11% delle aziende

ha un sito di e-commerce. E questo è un dato che

anche solo a confronto con la Francia ci vede in-

dietro. Invece per un’economia come la nostra, la capacità di vendere tipica dell’online è un aspetto

cruciale, importantissimo, una possibile innovazione ed evoluzione del retail tradizionale.

Avendo di base un prodotto di altissima qualità riconosciuta in tutto il mondo come quello del Made in Italy, utilizzare bene l’e-commerce assume una valenza

non solo tattica, ma soprattutto strategica per

crescere. Con l’e-commerce l’azienda affina

hoc. Sta funzionando bene anche grazie ad una

oltretutto la sua capacità di parlare direttamente

della birra, e hanno lanciato una serie di prodotti

una tendenza che nei prossimi anni si affermerà

comunicazione divertente ed innovativa come il “Birrandario dell’avvento”, cioè il calendario

esclusivi, adottando un packaging accattivante e garantiscono la consegna in 48 ore.

Un incubatore come voi, per ruolo, dopo un po’ disinveste. Avete qualche caso di successo all’attivo, in questo senso?

sano sulla tradizione culinaria locale. È una piat-

la fase di incubazione, hanno trovato nuovi soci,

anche scouting dei produttori e laboratori auten-

Uno delle nostre exit nel mondo e-commerce è

taforma che in questo momento sta ottenendo

un pool di investitori che ha interesse nella di-

26

tore è pronto a favorire le offerte con domanda

«OGGI IN ITALIA SOLO L'11% DELLE AZIENDE HA UN SITO DI E-COMMERCE. MA CON LA RETE CRESCE LA CAPACITÀ DI PARLARE CON IL CONSUMATORE FINALE

i prodotti più di nicchia. E questa piattaforma fa

tici e rappresentativi e delle specialità che si ba-

che la startup ha successo, perché il consuma-

stata quella di ProfumeriaWeb; i fondatori, dopo

al consumatore finale, oggi più che mai leader dei

processi decisionali per l’acquisto. Questa sarà sempre di più.

Dove deve puntare l’e-commerce italiano per crescere?

Intanto non solo nei settori consumer, ma anche in quelli business to business. E come comparti, deve basarsi sulle quattro “a” della nostra manifattura: abbigliamento, agroalimentare, arre-

damento, automazione… A patto di imparare a comunicare bene. Nell’e-commerce è essenziale.


E-COMMERCE

«L'alternativa ai colossi digitali? I super, se sapranno innovare» A colloquio con Giulio Malgara, guru della pubblicità e fondatore dell'Auditel, per capire quali scenari impone lo strapotere dei player come Amazon e per delineare le contromisure vincenti del Made in Italy di Sergio Luciano GIULIO MALGARA, L'INVENTORE DELL'AUDITEL

«OGGI È DIFFICILISSIMO, LANCIARE UN PRODOTTO. NON C’È PIÙ L’EFFETTO-STACCIONATA!». Correva l’anno 1982 e Giulio Malgara

tavo in un lampo il magazzino.

Certo: il prodotto, lo spot, l’emozione, i consumi. E adesso?

– mister Auditel, come venne soprannominato,

Con la Rete ed anche con l’e-commerce è cambia-

nistratore delegato della Chiari e Forti e aveva

molto forte. Un po’ meno per tutti i prodotti che

per aver fondato il più convidiso metodo di misurazione dell’audience televisiva – era ammi-

scommesso tutto sul rilancio di un poco noto olio

dietetico. Aveva scommesso la sua carriera e la sua credibilità su un buon prodotto sconosciuto, convinto che una forte campagna televisiva l’avrebbe fatto amare da tutti. «E così fu, grazie

all’effetto staccionata!», ricorda sorridendo, con l’entusiasmo di quel ragazzino quasi ottantenne che è.

Dottor Malgara, cosa intende? Mi riferisco a quella pubblicità emozionale, capa-

ce di descrivere un prodotto di largo consumo in un’immagine sola, in una sola emozione, che gra-

to tutto. Oggi Amazon è il più grande negozio del

mondo e per certi prodotti durevoli ha un appeal

si mettono in bocca, che si mangiano o si vedono.

Non solo i prodotti freschi ma anche quelli confezionati li si vuol vedere e toccare. Io ho provato a usare l’e-commerce una quindicina d’anni fa,

con due prodotti che ritenevo perfetti per quel canale, il culatello e l’aceto balsamico Fini, che

non soffrono per le modalità di consegna, allo-

ra molto più lente di oggi. Ed ero convinto che avrebbero sfondato. Invece niente, fu un flop.

Ma adesso anche per questo settore l’efficacia dell’e-commerce sta aumentando.

Resterà solo Amazon? O avrà dei concorrenti?

zie alla forza della tv generalista, all’epoca unico

L’identikit del concorrente di Amazon non è, se-

E oggi, perché quest’effetto-staccionata non c’è più?

Quindi lei vede una coabitazione di e-commerce e negozi fisici?

grande medium nazionale, veniva percepita da tutti.

condo me, un’altra piattaforma digitale, ma bensì

lunga sarà la stessa Amazon ad aprire negozi fisici, come ha già iniziato a fare? Io credo che i due canali convivranno. Ma i super-

mercati come li conosciamo devono radicalmen-

te trasformarsi. Se resteranno luoghi con 100 casse e code interminabili, soccomberanno. Se

invece automatizzeranno tutto, sopravviveran-

no. Io penso che ce la faranno e che si arriverà ad una coabitazione virtuosa tra i due modelli. Occorrono però investimenti e visione del futuro...

E come cambierà la pubblicità?

Come sta già cambiando, adeguandosi al lungo salto generazionale in atto. La pubblicità per

l’e-commerce è informazione tecnica, non è più il salto della staccionata. La gente skippa – si dice

così? – non è più abituata a godersi lo spot. Così, fare pubblicità è più difficile e più freddo.

Rimpianti?

Era un’epoca in cui i più grandi registi del mondo facevano spot tv. Oggi il più grande successo è il

ballerino della Tim, un’operazione di marketing adattabile a tutti gli schermi. È stata un’opera-

un’Esselunga molto bene organizzata.

zione vincente perché ha messo insieme tutti

Perché con Internet è cambiato il mondo. Veda,

Sì, ma negozi fisici straordinariamente rinnovati.

mai come oggi il mondo vive di pubblicità: eventi,

bambini. Uno spot emozionale, su quella rete, ed

tene distributive tradizionali.

quando la tv aveva solo Raiuno, e gli spot soltanto Carosello, lanciare un prodotto era un gioco da

era fatta. Se indovinavo il Carosello giusto, svuo-

Sarà proprio Amazon, anzi lo sta già facendo, ad indurre una trasformazione potente a tutte le ca-

Ce la faranno a evolvere e resistere, o alla

i media. Ma non ha dentro l’emozionalità della

staccionata. Con questo non dimentichiamo che social media, ancora tv. Ma il motore è cambia-

to, il prodotto è la notizia, cioè l’informazione tecnica sul prodotto. Oggi il prodotto è la notizia sull’olio, non l’olio.

27


COVERSTORY

JEFF BEZOS, FONDATORE, PRESIDENTE E AMMINISTRATORE DELEGATO DI AMAZON.COM E PIERRE OMIDYAR, FONDATORE DI EBAY

eBay, l'anti-Amazon che aiuta a vendere (e non fagocita) le Pmi Visto dal lato venditori, il marketplace nato nel 1995 - a differenza del sito di Jeff Bezos che cannibalizza il commercio mondiale, imponendo le sue regole al mercato - è di sicuro un player più a misura di piccoli seller

S

di Francesco Condoluci

e nel 1651 il filosofo Thomas Hobbes identificò nel Leviatano (la mostruosa creatura biblica "che fa ribollire il mare") la traduzione allegorica della potenza assoluta dello Stato, tre secoli e mezzo dopo quella teoria immaginifica sullo Stato moderno, dal mare magnum di Internet è emerso un nuovo Leviatano che, stando ai numeri, sta fagocitando il commercio mondiale e che, a questo punto, a molti pone anche seri interrogativi circa l'influenza che potrebbe esercitare sulla stessa comunità internazionale. Con 177 miliardi di dollari di fatturato, 3 di utili e una capitalizzazione di mercato che, a sentire gli analisti, si appresta a sfondare nel giro di qualche anno il muro dei 1000 miliardi, Amazon - l'azienda fondata nel 1995 (da quello che attualmente è l'uomo più ricco del mondo, Jeff Bezos) e diventata nell'arco di un ventennio il più grande Internet Business della storia

28

- è un gigante onnivoro e vorace, un colosso tecnologico che grazie alla sua disponibilità economica è in grado di spadroneggiare più o meno a proprio piacimento sul mercato globale dell'e-commerce e permettersi il lusso di versare al fisco, nei cinque continenti, importi a dir poco ridicoli se proporzionati ai suoi profitti. Warren Buffet, il miliardario-filantropo, ne ha parlato come di "una grande, grande forza che ha già distrutto un sacco di persone e ne distruggerà sempre di più". Magari il mago di Omaha avrà anche un po' esagerato, ma resta

1995

il fatto che, a guardare la storia recente e limitandosi alla fredda verità dei numeri, Amazon (che negli ultimi 5 anni è cresciuta del 600%) si è pappata interi settori merceologici, li ha cannibalizzati, ne ha sputato l'osso e ingoiato la polpa, ossia il guadagno economico nell'averli spinti fuori del mercato. La lista è lunga ed è inutile rivangare qui il bollettino di guerra delle vittime dell'azienda di Seattle: basti dire che con il suo marketplace online (che oggi comprende circa 175 milioni di prodotti) negli USA è stata capace di mettere alle corde big storici del retail fisico come Walmart, Macy's, Limited e imporre ad altri le sue regole, con le buone e le cattive maniere. Emblematico il caso Hachette, una delle più grandi case editrici di New York che dopo aver rifiutato di abbassare i prezzi, ha visto sparire i suoi titoli dallo scaffale virtuale di Bezos. Secondo una ricerca di Civic Economics, negli Stati Uniti, nel 2015, a causa di Amazon, si sono persi 222 mila i posti di lavoro. Il suo obiettivo, del resto, è uno solo: far entrare tutto ciò che è commerciabile, e alle proprie regole, nel suo ecosistema. Nata in origine come semplice libreria online, oggi l'azienda è anche difficilmente inquadrabile sul piano del business, visto che oltre a commerciare prodotti di ogni genere, eroga prestiti attraverso Amazon Lending, fa da piattaforma musicale e televisiva, di recente si è messa a comprare negozi fisici, e a volte funge persino direttamente da operatore postale per la consegna pacchi! L'unico player che, sebbene parecchie spanne sotto, continua a rimanere in alta classifica nel mondo dei marketplace (a parte i cinesi di Alibaba che però giocano in un altro campionato) è eBay, l'ex sito di aste online nato negli stessi anni di Amazon e che si è saputo ritagliare un ruolo di spicco nell'e-commerce a livello globale. Me-

È l'anno della fondazione, come sito di vendita e aste online e con il nome Auction Web, da parte di Pierre Omidyar. Diventerà eBay nel 1997

EBAY IN NUMERI

175

Sono oltre 175 i milioni di acquirenti attivi a livello globale sul marketplace (dato aggiornato al mese di luglio 2018)


E-COMMERCE

LE CASE HISTORIES SU EBAY FIN DAL 1996

CREATI 40 POSTI DI LAVORO

FATTURATO IN SU DEL 490%

Pietro Muscara, 56 anni di Messina, è il primo venditore italiano ancora attivo su eBay. Vero “pioniere” dell’e-commerce, è sbarcato su eBay nel 1996, un anno dopo la fondazione, e quando la vendita online in Italia era ancora sconosciuta. Unendo le sue competenze informatiche con la passione per il collezionismo ha dato vita a Piero Collectibles, negozio online specializzato nella vendita di articoli da collezione e oggetti come album, fumetti, videogiochi, DVD e CD. «eBay è stato fondamentale perché è stato il mezzo che mi ha permesso di strutturarmi e di fare dell’e-commerce la mia professione - dice - ho avuto un vero boom di vendite nel 1998, con ordini soprattutto da USA, Giappone, Canada, Australia, mentre ancora in Italia si vendeva pochissimo online. Oggi i pagamenti digitali hanno reso le transazioni ancora più semplici e il bacino di utenti è aumentato enormemente, sia in Italia che all’estero, con l’export che rappresenta il 60% del nostro business».

La famiglia Calzaretta gestisce da oltre 40 anni Ricambi auto Smc un’attività specializzata in provincia di Salerno. Nel 2013 Stefano, figlio del proprietario, inizia a vendere qualche prodotto su eBay. In poco tempo le vendite online si impennano e tutta l’attività ne beneficia. «Il grande e immediato successo ci ha portati a raggiungere un fatturato milionario sulla piattaforma, innescando un circolo virtuoso per cui abbiamo aumentato volumi e liquidità, cosa che ci ha reso più competitivi anche offline - spiega Stefano - abbiamo così aperto altri punti vendita, passando da 4 a oltre 40 dipendenti con un’età media di 25 anni, dei quali la gran parte è dedicata a gestire le attività di e-commerce. La cosa che ci rende più orgogliosi è che siamo riusciti a dare lavoro ai ragazzi della zona: molti se ne sarebbero andati, mentre ora riescono a mettere a frutto le competenze acquisite nel loro territorio. Crediamo molto nell’integrazione offline-online, formula che per noi si è rivelata di grandissimo successo».

Con 5 mila mq di esposizione, oltre 40 mila di deposito e 230 mila contatti di vendita, BricoBravo è la prima azienda nel settore “Fai da Te e Bricolage” in Italia. È sbarcata su eBay nel 2004 e da allora la crescita è stata costante al punto che oggi il negozio sulla piattaforma è seguito da un category manager che conta su oltre 30 operatori dedicati. «Collaborare con eBay ci ha permesso di migliorare non solo la nostra immagine ma anche il fatturato: in pochi anni siamo arrivati a coprire l’intero territorio nazionale. È senza dubbio una partnership vincente - conferma Alessandro Samà, ceo di BricoBravo - dal 2004, grazie anche alla presenza sulla piattaforma, abbiamo registrato un aumento di fatturato pari al 490%, con l’online che oggi conta per l’80% sul volume di affari totale. In tutta Italia vengono gestite giornalmente circa 2000 spedizioni, mentre grazie alle crescenti opportunità dell’e-commerce riusciamo ad affacciarci sempre di più verso i mercati esteri».

rito soprattutto del suo business model (che a differenza di Amazon) è a prova di piccoli seller: dal punto di vista delle microimprese ad esempio, offre più libertà rispetto al sito di Bezos. Sul marketplace ogni venditore si crea la propria insegna e inserisce le foto (reali) dei prodotti in commercio. Su Amazon è tutto più omologato e le regole sono più rigide: foto dei prodotti uguali e predefinite anche se

i fornitori sono diversi, e zero concessioni alla personalizzazione. eBay infatti è l'equivalente di un centro commerciale che dà spazio a tutti i venditori (i quali invece per Amazon sono solo "espositori") e dove la politica dei prezzi è lasciata al libero gioco della domanda e dell'offerta. I due modelli di business sono molto differenti ma rispetto all'azienda di Bezos, eBay sembra puntare maggiormente sulla multica-

nalità, sull'integrazione cioè tra i negozi offline e gli spazi online dei suoi sellers. Un sistema che crea anche indotto sul territorio, come dimostrano ad esempio alcune case histories italiane legate ad eBay.it. Se dunque Amazon aggredisce il mercato del retail tradizionale, eBay funge da interfaccia per i venditori e li fa crescere in rete senza togliere loro lo spazio fisico. E se fosse questo il giusto compromesso?

2001 6

L'anno in cui eBay sbarca in Italia. Oggi ha 5 milioni di acquirenti attivi e 35 mila venditori

Ogni sei secondi, sul sito italiano ebay.it viene venduto un articolo di telefonia

100

67%

È la percentuale di venditori professionali italiani che sono riusciti a vendere i loro prodotti all’estero tramite ebay.it

Cento milioni è il numero di articoli nuovi (di varie categorie merceologiche) in vendita in ogni momento su ebay.it

29


COVERSTORY

Amazon? Noi siamo più friendly. E abbiamo appena cominciato A tu per tu con Susana Voces, general manager eBay in Italia e Spagna. Tra nuove tecnologie e necessità di aggredire il mercato ancora poco maturo: dove vuole arrivare l’ex sito di aste fondato da Pierre Omidyar? di Marco Scotti «SIAMO FATTI APPOSTA PER VOI ITALIANI, PER NOI LATINI. SIAMO IL MERCATO AMICHEVOLE, aperti a tutti, soprattutto alle piccole e

medie imprese, che con noi possono crescere davvero»: Susana Voces latina lo è, eccome. Guida eBay, l’anti-Amazon, in Spagna (dov’è nata una quarantina d’anni fa) e in Italia, dove verrà a vivere con la famiglia: «Sì, mi piace l’Italia, mi piacciono gli italiani e il loro modo appassionato di fare business. Sulla nostra piattaforma, che davvero con Amazon non c’entra nulla, tutto questo varrà sempre di più». Facile dire che eBay è l’anti-Amazon, ma è davvero così?

Non so se possiamo

SUSANA VOCES, GENERAL MANAGER DI EBAY IN ITALIA E SPAGNA

e

sistemi di image recognition che consentono,

noi le PMI trovano su internet l’opportunità di

anhe sviluppato chatbot che funzionano da veri

Attualmente

siamo

amichevole, un luogo in cui le PMI italiane possono accrescere il loro business.

Se parla di “amichevole” significa che l’azienda di Bezos non lo è… Senza voler dare giudizi di merito, è ovvio che

a

35mila,

mantenendo il nostro ruolo di partner. Grazie a sopravvivere.

È molto costoso essere affiliati a eBay?

Ci piace dire che costiamo meno di un cappuccino al giorno, e soprattutto noi non

facciamo pacchetti “flat”: se il venditore conclude transazioni ci paga, altrimenti no.

Che servizio offrite ai vostri partner?

Diamo visibilità e aumentiamo le possibilità

EBAY COSTA MENO DI UN CAPPUCCINO AL GIORNO E VIENE PAGATA SOLO SE SI CONCLUDE LA TRANSAZIONE. SULLE SPEDIZIONI, SCONTI FINO AL 40%

definirci “anti”, ma noi siamo un marketplace

arrivati

ovviamente vogliamo continuare a crescere

di

business

ma,

diversamente da altri siti, non ci occupiamo delle spedizioni.

Quindi lo shipping rimane un grattacapo in mano al venditore?

Sì, ma abbiamo stretto delle partnership con i

più importanti corrieri per avere degli sconti che arrivano fino al 40%.

Dal punto di vista degli sviluppi tecnologici, su che cosa state puntando principalmente?

ci sia una grande distanza tra noi e Amazon.

È ovvio che essendo una company tech abbiamo

abbiamo esclusivamente quello che mettono a

esigenze del mercato. In questo momento quindi

In primo luogo perché noi non abbiamo

magazzini in cui stipare le merci. A catalogo disposizione i nostri partner, cioè le PMI.

Quante sono le aziende presenti sulla vostra piattaforma in Italia?

30

sempre un occhio di riguardo particolare verso questi settori, ci evolviamo a seconda delle siamo molto concentrati su implementazione di moduli di intelligenza artificiale e IoT. In particolare, grazie all’AI stiamo sviluppando dei

attraverso una fotografia, di risalire al prodotto e cercarlo sulla nostra piattaforma. E abbiamo e propri assistenti alla vendita.

Tutte queste informazioni però significano ulteriori moli di dati da proteggere e da gestire: come vi ponete da questo punto di vista?

L’entrata in vigore del GDPR da maggio non ha

spostato granché i nostri equilibri, noi eravamo già all’avanguardia da questo punto di vista e

così è rimasto. I nostri partner, che rimangono responsabili per il trattamento dei dati che ricevono da noi, stanno lavorando bene.

Un altro tema “caldo” è quello relativo alla contraffazione: come vi premunite?

È una priorità già da molto tempo, per verificare l’autenticità di un prodotto impieghiamo data

analytics e segnalazioni degli utenti e degli altri

venditori. Anche perché essendo tutto online, impieghiamo un tempo molto ridotto a bloccare uno store o un singolo item.

Avete visto una crescita dei “tarocchi”?

In realtà l’anno appena concluso è stato quello

con il picco più basso di contraffazioni. Ci piace

considerarci dei pionieri, visto che siamo attivi da questo punto di vista fin dal 1998.

Uno dei motivi per cui i prodotti falsi prosperano è la leva del prezzo: è davvero


E-COMMERCE

È STATO MESSO A PUNTO UN SISTEMA DI PAGAMENTO CHE PERMETTE DI USARE DIVERSE MODALITÀ, NON SOLO PAYPAL il tema portante dell’e-commerce? Proprio no, almeno per quanto riguarda la nostra

esperienza: noi vediamo che il compratore cerca le cose giuste, non quelle meno care. Anche

perché se a una politica aggressiva di prezzo non

si affianca una customer experience efficace, il cliente, dopo il primo acquisto, non torna più.

A proposito di customer experience: come vedete l’interazione tra store fisico e virtuale? È un tema che vi riguarda direttamente?

Sicuramente: i negozi fisici giocano un ruolo fondamentale negli acquisti da parte degli

italiani. Il nostro approccio deve essere olistico,

offrire un’esperienza a 360° per fare in modo che i potenziali clienti diventino reali. In Italia

ci sono possibilità enormi, basti pensare che,

secondo il Politecnico, solo il 5,7% degli acquisti complessivi viene fatto online. C’è un potenziale pressoché infinito.

Vi considerate in un certo senso anche un motore di ricerca o un comparatore di prezzi? Sappiamo che gli utenti utilizzano eBay anche

con questa finalità, ma sappiamo anche che, a

livello mondiale, abbiamo miliardi di prodotti

a disposizione e che un catalogo così vasto è premiante a prescindere.

Come migliorare il tasso di conversione allora? In Italia solo l’1,6% delle visite sui

negozi online si tramuta in vendita… Dobbiamo semplificare il processo e, al tempo

Lei è a capo della divisione italiana da quasi 18 mesi: un primo bilancio?

stesso, aumentare la maturità dei consumatori,

Trovo

Pagamenti digitali è un’altra parola magica: che cosa sta facendo eBay da questo punto di vista?

23 milioni di persone che acquistano online

che sono ancora un po’ spaventati dal tema dei pagamenti online e temono le frodi.

Abbiamo già messo a punto una strategia aggressiva che partirà dal prossimo anno in collaborazione con Adyen, un sistema di

pagamento che consente di utilizzare una grande quantità di modalità, non soltanto

PayPal come avviene ora. Cambierà anche il

nostro ruolo perché saremo intermediari di pagamento, creeremo un

ecosistema

più

facile permettendo al

cliente di usare carte di

che

sia

una

estremamente

crescita incredibili. Basta pensare che ci sono ma il complessivo è ancora piuttosto scarso. A livello globale, l’Italia è vista come un mercato

importantissimo dalla casa madre, su cui stiamo puntando con forza. Il “brand” Italia è fantastico,

sta a noi capire come aumentare ancora di più la sua penetrazione.

Il digital divide vi crea problemi?

Non proprio, tanto che la Campania è la regione che sta performando meglio.

Lei è una donna manager: come vive la sua situazione?

CON SQUARE CAPITAL EBAY EROGA FINANZIAMENTI FINO A 100MILA DOLLARI ED È STATA AVVIATA UNA PARTNERSHIP CON APPLE PAY

credito, bonifici e anche

sfida

stimolante, anche perché ci sono potenzialità di

Credo che le “quote

rosa” siano necessarie

i sistemi elettronici. Negli Stati Uniti abbiamo

anche se non belle. Serve un cambiamento

Avete intenzione di offrire servizi bancari?

che dovranno operare delle scelte. Io però lo sto

avviato una partnership con Apple Pay, credo che prima o poi potrà arrivare anche in Italia.

No, quello decisamente no, ma se una PMI che

culturale, perché oggi le donne vengono fermate

quando decidono di fare carriera, dicendo loro

facendo e da settembre mi trasferirò in Italia con tutta la mia famiglia.

è sulla piattaforma dovesse avere bisogno di un

prestito, perché non mettere a punto dei sistemi

In Spagna è diverso?

Capital, negli Stati Uniti, siamo già pronti a

erogare finanziamenti fino a 100mila dollari, in

branch e

per offrire anche questo servizio? Con Square

In

futuro vedremo.

Oltre, ovviamente, a eBay…

effetti

sì:

iberiche

Google

sono

basti di

pensare

Facebook,

guidate

da

tre

che

le

Linkedin donne.

CHI È SUSANA VOCES, "LADY EBAY" IN SPAGNA E ITALIA Nata e cresciuta a Madrid, Susana Voces ha studiato presso la Pontificia università di Comillas, si è laureata nel 1995 in Ingegneria tecnica. Tre anni dopo si specailzza in marketing. Ad Harvard ha conseguito una laurea

in Business management, specializzandosi in Information technology. Prima di entrare in eBay, Susana ha lavorato per Arrow Electronics ed Ericsson. Per oltre cinque anni ha guidato l’Unità Vendite e Sviluppo del Business di Paypal in

Spagna e Portogallo, per poi diventare Direttore commerciale di eBay in Spagna e nella regione Europa-Medio OrienteAfrica. Dal 2015 è General Manager di eBay in Spagna, mentre da maggio 2017 ha assunto analogo ruolo in Italia.

31



GESTIRE L’IMPRESA

IL DANNO DEL PIGNORAMENTO E LA BEFFA DELLA CASA SVENDUTA ... per cifre che non coprono il debito e che costringono gli esecutati a continuare a pagare. Colpa dei tribunali oberati di aste e di immobili messi all’incanto a prezzi abbattuti al 25% rispetto al valore originario di Riccardo Venturi

36 SOFTWARE SENZA LICENZA OCCHI0 AI PROGRAMMI «PIRATA» SONO RISCHIOSI E NON SI RISPARMIA

38 I VALOROSI DOMENICALI, CAPO DI LAMBORGHINI FA SCINTILLARE UN MITO ITALIANO

42 EX CATHEDRA COME CAVALCARE L’EPOCA DELL’IPERCOMPETIZIONE

44 LAVORO INTERINALE OPENJOBMETIS LANCIA L’APP SU MISURA PER I LAVORI AGRICOLI

45 FORMAZIONE USARE I FONDI BILATERALI IL CASO POSITIVO DI FONARCOM

N

el 2016 in Italia sono stati messi all’asta gli immobili sono calati ulteriormente da un 267.323 immobili. Ma quel che è peggio, anno e mezzo a questa parte, da quando cioè la vendita all’asta (di 36.858 immobili) ha porsi è permesso di fare la prima asta già con uno tato all’estinzione dei debiti (fonte entietrisconto non più del 15% come avveniva prima, bunali.it) in meno del 14% dei casi. Dietro ai ma del 15 più il 25%». I tribunali, oberati di numeri ci sono decine di migliaia di persone, aste immobiliari da smaltire, vedendo che in famiglie, spesso imprenditori che oltre a perpochi si presentavano alla prima asta e che dere più spesso la prima casa, oppure negozi l’aggiudicazione avveniva in genere alla terza o capannoni, si trovao alla quarta, per vePER VELOCIZZARE LE PROCEDURE, no a dover continualocizzare il processo re a pagare quel che I TRIBUNALI ABBATTONO IL PREZZO DEL di smaltimento degli 25%: COSÌ LE CASE VENGONO SVENDUTE resta del debito. Oltre arretrati e abbassare ALL’ASTA E IL DEBITO NON VIENE COPERTO al danno, la beffa. Uno le spese di procedura dei motivi per cui questo accade è presto dethanno insomma deciso di anticipare l’abbattito: all’asta gli immobili non vengono venduti, mento del prezzo di un ulteriore 25% fin dalla bensì svenduti. «La media nazionale è del 40prima asta – il prezzo viene poi abbassato del 50% del prezzo di mercato – dice William Cap25% a ogni asta successiva. Risultato, dalle pa, cofondatore di Cappa & Associati, struttuaste immobiliari si ricavano cifre sempre più ra italiana di professionisti specializzati nel esigue, che molto spesso non coprono il desettore del debito con focus sul pignoramento bito. In altre parole un po’ più umane, le case della casa – i prezzi a cui vengono aggiudicati dove vivevano famiglie che hanno combattuto

33


GESTIRE L’IMPRESA

Nella foto, i fondatori dello studio Cappa&Associati: Barbara Delocchio e William Cappa

per non perderle vengono svendute lasciando quelle famiglie senza immobile e ancora indebitate. Evitare la svendita è quindi essenziale perché la situazione non si avviti su se stessa, ma per farlo è necessaria la disponibilità di un capitale. È questa una specificità del lavoro di Cappa & Associati, che ha ideato e sistematizzato un processo di chiusura del debito denominato “Debiti Zero”, che parte da una premessa interessante.

PER EVITARE CHE L’IMMOBILE PIGNORATO VENGA SVENDUTO, LA CAPPA&ASSOCIATI CHIUDE I DEBITI, LEVA IL PIGNORAMENTO E RIVENDE LA CASA AL GIUSTO PREZZO

«Il nostro lavoro non pesa assolutamente sulle tasche degli interessati – spiega Cappa – non ci facciamo pagare dai debitori, siamo contro il metodo utilizzato da molti avvocati o altre agenzie che chiedono qualche centinaio o qualche migliaio di euro a persone in grave difficoltà. Preferiamo lasciarle mangiare con le loro famiglie, e siccome ci facciamo pagare alla fine solo se andiamo a risultato, cioè con l’azzeramento del debito, il nostro impegno è totale». Per evitare che la casa pignorata venga venduta all’asta a un prezzo molto inferiore al suo valore, Cappa & Associati può intervenire chiudendo il debito con capitali propri, togliendo il pignoramento della casa, recuperando parte del valore dell’immobile o ven-

34

dendo l’immobile a un prezzo migliore. «Possiamo mettere il capitale che serve per trovare un accordo – spiega il cofondatore di Cappa & Associati – compriamo l’immobile per poi rivenderlo a un prezzo leggermente inferiore rispetto a quello di mercato. Questo ci permette di chiudere il debito e di ottenere un margine che non è granché, ma ci permette di pagare le tasse per l’acquisto, di vivere noi e di pagare i nostri professionisti». Per convincere la ban-

ca, serve un’offerta interessante, sensibilmente superiore alla cifra che sarebbe con ogni probabilità ottenuta dalla vendita all’asta: «se siamo al pignoramento, magari in vista della prima asta - osserva Cappa - dobbiamo lottare con il creditore, oggi le banche fanno molta forza ma noi sappiamo come muoverci». Certo perché l’operazione sia fattibile è necessario che il rapporto tra il debito e il valore dell’immobile non sia troppo sbilanciato a favore del primo. «Intendiamoci: se l’immobile vale 100mila euro e il debito è di 150mila, non posso darti 150mila euro in mano - puntualizza a scanso di equivoci Cappa - se vediamo che la pratica non si può fare, amici come prima, non ti chiedo un euro: tutti quelli con cui ho avuto a che fare possono testimoniarlo». Ma negli altri casi la soluzione può funzionare, e ha effettivamente funzionato già 108 volte; sul sito web di Cappa & Associati (www.cappaeassociati.com) si trovano diverse testimonianze di chi è uscito dall’incubo.

BRAMINI PUNTA DELL’ICEBERG DI UN MONDO IN GINOCCHIO Non di rado a perdere la casa o un altro immobile sono piccoli imprenditori. È il caso ormai celebre di Sergio Bramini, ora consulente in materia del vicepremier Luigi Di Maio, che aveva dato in garanzia la sua abitazione che poi gli è stata pignorata. «La figura dell’imprenditore in Italia è quasi demonizzata – mette in evidenza William Cappa – ma non avete idea di quanti imprenditori arrivino a svenarsi pur di tenere in piedi l’azienda, di pagare i dipendenti,

dando in garanzia il patrimonio personale, la casa. Mi inchino davanti a questi eroi che fino all’ultimo cercano di far vivere bene chi lavora con loro. Purtroppo quando arrivano a un punto di non ritorno, le aziende saltano». Il caso Bramini è seguito da un legale con cui collabora la stessa Cappa & Associati. «È lo studio legale Pagano & Partners di Monica Pagano – aggiunge Cappa – specializzato nella legge sul sovraindebitamento del

2012, in vigore dal 2014, che dà la possibilità alle persone meritevoli di azzerare tutti i debiti mettendo a disposizione il patrimonio». Una via d’uscita alternativa, con una controindicazione: «con la nostra tecnica del saldo a stralcio – osserva il cofondatore di Cappa & Associati – se la situazione è favorevole domattina esci dai debiti. Con la legge sul sovraindebitamento, con cui si possono risolvere debiti anche di milioni di euro, ci vogliono però quattro anni di tempo».


Lo shopping è solo l’inizio EVENTI, INTRATTENIMENTO, FOOD E SCONTI FINO AL 70%

STORIE di SHOPPING... OLTRE 100 NEGOZI - APERTI 7 GIORNI SU 7 www.cittasantangelovillage.com - Uscita A14 Pescara Nord - Città Sant’Angelo (PE)


GESTIRE L’IMPRESA

Occhio ai software “pirata” Sono pericolosi (e costano) Il 43% dei software installati nelle aziende italiane è privo di licenza. Un dato peggiore di molti altri paesi europei che mette a rischio la sicurezza delle imprese e che brucia ricchezza e posti di lavoro di Marco Scotti

«L’

utilizzo di software non origitempo si sarebbe detto “pirata” – nella propria nali crea un danno gravissimo azienda o a casa. Un uso che riguarda il 43% all’economia italiana. Basti delle aziende italiane e che mette a rischio la pensare che, secondo i nostri studi, per ogni sicurezza delle imprese e che mina alle fondadollaro di programmi venduti se ne creano menta una potenziale ricchezza per il nostro altri otto di indotto, tra maggiori occupati, paese. L’Italia, da questo punto di vista, non è attività di assistenza e consulenza e altro vafanalino di coda in Europa, ma poco ci manca. lore aggiunto. Nel nostro paese, quindi, siamo Come o peggio di noi solo Cipro, Islanda e Grevicini a un ammanco da 10 miliardi di euro». cia, mentre gli altri stati hanno iniziato un proLa situazione è seria e grave (parafrasando cesso di maggiore attenzione verso i software Flaiano) e si capisce molto bene dalle parole originali. Il bicchiere, però, è anche mezzo di Paolo Valcher, che pieno, perché il trend da tre anni è alla guida IL 43% DELLE AZIENDE USA SOFTWARE registrato da BSA è di del comitato italiano PRIVI DI LICENZA CREANDO UN DANNO una progressiva dimidi Bsa-The Software NOMINALE DI OLTRE UN MILIARDO, CHE nuzione della contrafARRIVA A 10 CON L’INDOTTO MANCATO Alliance, l’associafazione dei software, zione internazionale che tutela la proprietà calata nel 2017 rispetto al 2016 di un paio di intellettuale nel software. All’inizio del mese punti percentuali. di giugno di quest’anno, l’associazione ha Quello che però balza all’occhio è la ricadupubblicato il “2018 Global Software Survey: ta sul tessuto economico: se, infatti, il valore Software Management: Security Imperatinominale delle licenze non originali è di un ve, Business Opportunity”. L’indagine, che ha miliardo di euro, il conto complessivo si avvicoinvolto circa 23.000 utenti, dipendenti e cina ai 10 miliardi. «È importante – aggiunge CIO, permette di quantificare la diffusione e Valcher – tenere in conto che l’impatto econoil valore dei software privi di licenza installamico è sulla realtà locale, sulla piccola azienda ti sui computer in oltre 110 Paesi e regioni. A che opera a livello territoriale, non tanto sulle livello mondiale, il 37% dei software installati multinazionali che macinano utili e che quindi sui computer è privo di licenza. possono assorbire in maniera più agile un amAlzi la mano chi, almeno una volta nella vita, manco di questo tipo». non ha impiegato software non originali – un Un aiuto, fortunatamente, sta provenendo

36

dal GDPR: l’entrata in vigore del dispositivo normativo sulla sicurezza dei dati obbliga le aziende a un’attenzione capillare alla gestione delle informazioni e, di conseguenza, alla tutela dell’infrastruttura aziendale. I software non originali, che non offrono garanzie e che in molti casi possono fungere da “porta d’accesso” per i malintenzionati diventano quindi un pericolo da evitare. A livello globale, infatti,

Il programma è troppo caro? Compratelo usato! ReLicense AG consente di acquistare licenze “perpetue” con uno sconto tra il 40 e il 70% del totale

L’

economia circolare, ora che è stata anche normata dall’Unione Europea, è un concetto che sta continuando a crescere e,


il 54% dei CIO (i Chief Information Officer, i responsabili aziendali della sicurezza) ritiene la riduzione delle minacce informatiche come la principale ragione per evitare l’uso di software senza licenza. Anche perché il cybercrimine costa alle imprese di tutto il mondo poco meno di 300 miliardi di euro all’anno. «È vero – ci spiega ancora il numero uno di BSA – che l’organizzazione sicura al 100% non

esiste, ma è necessario mettere in atto comanalisi del software e di manutenzione che portamenti che aumentino in maniera signiconsente all’azienda di sapere in maniera più ficativa il controllo». Un’altra preoccupazione precisa quali siano le tecnologie maggiormenche turba i sonni dei responsabili della sicute utilizzate e quelle che invece rappresentano rezza aziendale è quello relativo alle possibili esclusivamente un costo. Di più: se consideproblematiche legali, sia per quanto riguarriamo esclusivamente i risparmi relativi alla da contenziosi con le aziende produttrici di parte software, le aziende che applicano un software, sia per quanto concerne le ricadute piano SAM possono arrivare a tagliare i costi legali di un eventuale data breach originato da fino al 30%». un software non autentico. Come detto, poi, Un settore in particolare che sta beneficiando c’è anche un tema di dei processi di Softwabusiness: migliora- IL CYBERCRIMINE COSTA ALLE IMPRESE re Asset Management re la compliance dei QUASI 300 MILIARDI DI EURO ALL’ANNO è la pubblica ammiIL 54% DEI CIO RITIENE CHE IL SOFTWARE software rappresenta nistrazione che, sotto SENZA LICENZA SIA UN PERICOLO un abilitatore econoil controllo di Consip, mico, visto che quando le aziende compiono hanno sviluppato dei piani di ottimizzazione azioni pragmatiche per migliorare la gestione dell’adozione di software. «Le soluzioni più dei software, possono migliorare i propri prointeressanti – conclude Valcher – sono quelle fitti dell’11%. «Questo perché un processo di ibride che comportano l’adozione di una parte SAM (Software Asset Management) – spiega in cloud e di una locale. In questo modo l’ottiancora Valcher – è un processo certificato ISO mizzazione dell’intera infrastruttura aziendaben definito e preciso. Comporta delle fasi di le può diventare notevole».

com’era naturale, ha toccato anche il mondo del software. Per chi ritiene che acquistare una licenza “perpetua” – ovvero senza scadenza e senza servizi cloud o di manutenzione – sia ancora troppo oneroso, ReLicense AG offre, dal 2013, la possibilità di comprare i programmi a un prezzo scontato dal 40 al 70% del valore complessivo. Un giro d’affari che, lo scorso anno «è stato superiore ai due milioni di euro – ci dice Corrado Farina, Director Southern Europe di ReLicense AG – anche perché qualsiasi software venduto nel territorio europeo, purché sia di tipo perpetuo, può essere ceduto di seconda mano. Il nostro ruolo è quello di comprare e

vendere licenze a Volume Microsoft (ovvero i prodotti di ampio consumo forniti dalla casa di Redmond, ndr), che paghiamo al cedente che così ottiene una plusvalenza in contanti». Si tratta di un beneficio insperato, visto che generalmente si tratta di programmi che non vengono utilizzati ma che devono comunque essere messi a bilancio. ReLicense AG si occupa poi di rivendere a chi ha bisogno di software in quantitativi di solito minori. Interessante, tra l’altro, il rapporto con la Pubblica Amministrazione, che sta iniziando a valutare la possibilità di acquistare software usati invece che nuovi. «La compravendita del software usato – continua Farina –

L’ORGANIZZAZIONE SICURA AL 100% NON ESISTE MA CI SONO MISURE CHE AUMENTANO MOLTO IL GRADO DI TUTELA

rappresenta una buona opportunità di risparmio. Dal 2014 siamo in contatto con due enti della PA: Arpa Piemonte e l’Amministrazione Provinciale di Terni. Nel primo caso abbiamo consentito l’acquisto di 330 licenze Microsoft usate che hanno così permesso di recuperare la maggior parte dei terminali in uso. Nel secondo abbiamo fatto da intermediari per comprare 50 licenze Windows 7 Upgrade a un costo decisamente inferiore». Il futuro è pieno di possibilità: Farina ha assunto da poco più di due mesi la direzione del Sud Europa che comprende Spagna, Portogallo, Francia e Grecia, tutti paesi che sono ancora poco maturi rispetto all’Italia e al nord Europa.

37


GESTIRE L’IMPRESA I VALOROSI

Lamborghini rinnova il mito e con Urus crea il super-Suv Il marchio di Sant’Agata Bolognese punta su un modello del tutto diverso dai precedenti. L’ad Stefano Domenicali: ecco come puntiamo a raddoppiare le vendite entro la fine del 2019 di Franco Oppedisano STEFANO DOMENICALI HA LE SUPERCAR NEL SANGUE. NATO A IMOLA, DA RAGAZZINO PASSAVA ORE OGNI FINE SETTIMANA AL CIRCUITO, IN MEZZO A PILOTI, MECCANICI E GIORNALISTI. Dopo la laurea in economia,

ha lavorato per quasi un quarto di secolo, 23 anni per la precisione, in Ferrari, fino a diventare team principal della Scuderia e conquistare 14 titoli tra costruttori e piloti nel Campionato Mondiale Formula 1. Poi un biennio in Audi. E dal 2016 sta guidando Lamborghini nel passaggio più difficile, nella curva più stretta: quella della crescita. Per un marchio come quello di Sant’Agata Bolognese, che nel 2017 ha prodotto solo poco più di 3800 supercar, il trade off tra esclusività e fatturato è una faccenda delicata e pericolosa. In Lam-

I NUMERI

Fatturato Auto vendute (2017) Auto vendute (H1 2018) Dipendenti Area stabilimento Fonte: Lamborghini

38

L’AD DI LAMBORGHINI STEFANO DOMENICALI DAVANTI A DUE FIAMMANTI SUV URUS

borghini ci hanno pensato bene, per cinque lunghi anni, prima di far uscire un nuovo modello, il Suv Urus, completamente diverso dai precedenti, realizzare un nuovo stabilimento e puntare a raddoppiare le vendite entro la fine del prossimo anno.

Il super Suv ci ha permesso di entrare in nuove Paesi come la Russia, l’India il Sudafrica e di raddoppiare le vendite in quasi tutti i nostri vecchi mercati, a cominciare dagli Stati Uniti, che assorbono circa un terzo della nostra produzione. Ma anche in Giappone, Inghilterra, Germania ed Emirati Arabi. La nostra sfida, Missione impegnativa… ora, è consolidare la crescita, mantenerla. La Ma siamo a buon punto: Urus è nei saloni. Lo cosa che ci ha fatto più piacere è che il 70% di stabilimento, un giochi ha prenotato Urus URUS CI HA PERMESSO DI ENTRARE IN iello in cui tecnologie sono nuovi clienti che NUOVI PAESI COME LA RUSSIA, L’INDIA e competenze umane l’hanno scelta senza E IL SUDAFRICA, E DI RADDOPPIARE LE si integrano perfet- VENDITE IN NUMEROSI VECCHI MERCATI averla mai provata. tamente, è stato reaÈ filato tutto così lilizzato a tempi di record in Italia e le vendite scio? stano andando bene… In realtà è stato un processo lungo e complesQuanto bene? so. Abbiamo discusso a lungo del prodotto e della localizzazione del nuovo stabilimento con i vertici del gruppo Volkswagen. Ma alla fine anche grazie a Rudolph Stadler e Luca De Meo - rispettivamente ex ceo di Audi che controlla Lamborghini e presidente di Seat, ndr - siamo riusciti ad avere tutte le risposte giuste: un super suv all’altezza del marchio e un impianto adiacente a quello vecchio. E un mucchio di assunzioni in Italia. Abbiamo assunto 500 persone nell’ultimo anno. E ne assumeremo ancora 350. Visto il contratto integrativo che avete ap-

1,009 MLD € 3.815 2.327 1.600 160.000 MQ


IN ITALIA ABBIAMO ASSUNTO 500 PERSONE SOLO NELL’ULTIMO ANNO. MA NON È FINITA QUI, NE ASSUMEREMO ANCORA 350 pena firmato, non possono certo lamentarsi: smart working, otto ore di formazione (pagata) sulla Costituzione italiana, e, soprattutto, la possibilità di scegliere tra più soldi in busta paga o maggior tempo libero. Che senso hanno queste scelte? Ha detto la parola giusta: senso. Cerchiamo di facilitare la ricerca di un senso nel lavoro. Ne so quanto prima. Mi segua: l’azienda deve produrre in maniera efficiente con elevati standard di qualità e rendere compatibile tutto questo con un modello di lavoro quasi artigianale. La fabbrica 4.0 che abbiamo realizzato è importante, ma serve a poco se non c’è il coinvolgimento, il senso di appartenenza dei dipendenti. Vogliamo gestire la motivazione delle persone, non il loro tempo, perché vogliamo collaboratori motivati a fare quella qualità che noi vogliamo. Le mando un curriculum. Alzerebbe l’età media, che in azienda è di 38 anni, ma nella media ci sono anch’io che ne ho 53. Largo ai millenials. Puntiamo molto sui giovani e sulla formazione, partendo dalla collaborazione con gli istituti professionali e con l’università. Facciamo stage in azienda di mille ore in cui i ragazzi

imparano e non sostituiscono mai i lavoratori. Cerchiamo di far crescere e investire sulle competenze, di valorizzare tutti, e diamo la possibilità alle persone di trovare la propria strada, il proprio posto nel mondo del lavoro. Le faccio un esempio, per capire: diamo un aumento a tutti i dipendenti che conseguono un titolo di studio superiore a quello con cui sono

entrati in azienda, anche se non c’entra nulla con il lavoro che fanno. Mi sto commuovendo. Vi rendete conto di essere l’eccezione e non la regola? Siamo un’eccezione possibile. Se lo facciamo noi, non vedo perché non lo possano fare anche gli altri. Anche noi dobbiamo stare dentro i budget e confrontarci con i competitor.

amborghini è tra le realtà che aderiscono al Millennials Ambassador Forum, un think tank di confronto tra imprenditori e topmanager che grazie a esperienze di successo svolgeranno una funzione di mentorship verso il pubblico dei più giovani, offrendo la vision dei principali trend che caratterizzeranno il futuro e la generazione dei Millennials. Il 7 novembre MAF presenterà a Torino il Millennials Ambassador Outlook sul futuro del lavoro e delle professioni. L’obiettivo è quello di costituire un Osservatorio permanente sulle nuove

generazioni e sui trend del futuro, che preveda un’analisi costante, sia qualitativa, che quantitativa, orientata a creare una sintesi fruttifera e operativa. Fornire spunti utili di vision e strategie future di sviluppo aziendale, inserendo best practice, con l’obiettivo di trasferire valore aggiunto al Millennial che leggerà l’Outlook. Il contributo e la vision delle aziende coinvolte nel progetto sarà parte integrante della redazione dell’Outlook. Tra gli Ambassadors, nomi di grande prestigio delle più importanti realtà italiane tra cui: Francesco Starace, Matteo Del Fante, Lavinia Biagiotti, Luisa Todini, Chiara Appendino, Roberto Maroni, Giampiero Massolo, Luigi Ferraris, Marco Alverà, Stefano Domenicali. Per maggiori informazioni www.maforum.org

Un Ambassador nel Forum dedicato ai Millennials L

GIORDANO FATALI, FONDATORE E PRESIDENTE DI HRC GROUP. A DESTRA, LA COVER DI ECONOMY CHE ANNUNCIÒ L’INIZIATIVA DEL MILLENNIALS AMBASSADORS FORUM

39


GESTIRE L’IMPRESA I VALOROSI

Il nuovo impianto produttivo Lamborghini dove viene realizzato il nuovo super Suv Urus, su cui lo storico marchio punta fortemente

Torniamo alle auto. Quanto costa una Lamborghini? Dipende. Con un fatturato, nel 2017, di 1,009 miliardi e 3815 auto consegnate, si fa presto a fare i conti: in media più di 250 mila euro. La Lamborghini è una super car di nicchia. Una nicchia che sembra sempre più affollata. Ci differenziamo dagli altri perché il nostro è un marchio aspirazionale, il più cool tra i giovani. È un prodotto di rottura, più anticonformista, dove il colore è molto forte. Abbiamo un tipo di macchina che fa sentire protagonisti. Per questo abbiamo successo tra i giovani che per ridurre il valore medio delle emissioni sono ancora in una fase di crescita professiodella gamma venduta. Lo vogliono le nornale ed economica, meno tra coloro che sono mative. Ma per i piccoli non si fa eccezione? già arrivati o si sentono tali. Noi lo chiamiamo Dipende da paese a paese: a volte siamo con“lusso informale”. siderati parte del gruppo Volkswagen e altre Il “lusso informale” sarà mai elettrico? no. Ma, al di là delle normative, in certe città Ora non c’è la tecnologia per realizzarlo. tra qualche anno si potrà entrare solo con una Ma il gruppo Volkswagen a cui appartenete percorribilità elettrica. è deciso a seguire a tutti i costi il processo Certo, se uno ha una Lamborghini e non la di elettrificazione. può far vedere in giro che gusto c’è? Un tema è parlare di elettrico in un brand che Le nostre auto devono poter essere guidate in fa volumi, un altro in un marchio premium e tutte le condizioni. un altro ancora è farlo per vetture di nicchia Però non riesco a pensare a una Lamborcome le nostre super ghini con centinaia di LAMBORGHINI È UN MARCHIO sportive. Su questa chili di batterie per ASPIRAZIONALE, IL PIÙ COOL TRA I strada ci siamo anche fare una manciata di GIOVANI. UNA SUPERCAR CHE LI noi e lo dimostra la chilometri. FA SENTIRE PROTAGONISTI Terzo Millennio, suIl peso è il tema fondapercar elettrica che abbiamo presentato temmentale per le super sportive. Stiamo facendo po fa, ma i tempi possono essere diversi. ricerca sulle batterie non tradizionali supercaDi che parliamo? pacitive o su come sfruttare tutta la superficie Verso la fine dei prossimi dieci anni. in carbonio della vettura per assorbire e accuE le ibride? mulare energia. Ma non solo. Stiamo studianCi stiamo già muovendo. Le prossime Huracán do le nanotecnologie per l’autoriparazione e Aventador, o come si chiameranno, saranno delle carrozzerie dopo piccoli urti e lavorando ibride. su un tema di cui nessuno parla. L’elettrico serve alle case automobilistiche Quale?

40

Il suono. Per le vetture sportive è un valore importante e vogliamo essere i primi ad associare una frequenza reale di un motore elettrico che differenzi le nostre vetture da tutte le altre. Non sarà una cosa facile. Ma sarà importante come le prestazioni. Ma contano ancora così tanto? Sì, ma stanno cambiando. Oggi il tema non è andare veloci, anche perché l’accelerazione delle vetture elettriche è migliore, ma andare veloci con continuità, sostenere le prestazioni elevate per più tempo. E in futuro cosa sarà importante per una super car? Nelle fasi di transizione cambiano i parametri di riferimento: quando tutti adotteremo la stessa tecnologia si partirà a rivalutare spunto e velocità.



GESTIRE L’IMPRESA EX CATHEDRA

Più competenze e metodo per gestire l’ipercompetizione Il General Management Program della Liuc business school dell’Università Cattaneo di Castellanza sarà dedicato alle nuove sfide che incombono sulle imprese nell’era della concorrenza aumentata di Alberto Bubbio *

È

poi così difficile gestire un’impresa in rapidi. L’impresa vincente è diventata quella un contesto ipercompetitivo? Cominin grado di soddisfare tempestivamente e cociamo con confermare che il contesto munque prima dei concorrenti le loro richieambientale attuale è molto diverso da quello ste. Inoltre, i clienti hanno iniziato a ricercare del passato. Secondo una diffusa definizione, una gamma e una varietà sempre maggiore di è un mondo V.U.C.A., caratterizzato cioè da Voprodotti e di servizi. E’ l’esplosivo passaggio latility (Volatilità), Uncertainty (Incertezza), da un consumismo di massa ad uno ansiso Complexity (Complessità) e Ambiguity (Amdi trovare anche elementi di distinzione. Ci si biguità). Il contesto competitivo è diventato trova così all’inizio degli anni duemila. molto sfidante per vari motivi: il primo è la Ma il primo decennio di questo nuovo millenglobalizzazione accompagnata da una presennio ha riservato ancora nuove elementi evoluza di capacità produttiva in eccesso rispetto tivi, tra i quali quello sottolineato da Pine II e alla domanda; il seconda è una profonda evoGilmore nel loro “Economia delle esperienze”: luzione del cliente, che la ricerca di un’offerta SCENDERE LUNGO LE RAPIDE passa dall’essere un dai contenuti emoDI UN TORRENTE NON È COME numero nell’ambito zionali, in grado di NAVIGARE SU UN FIUME DAI MARGINI del mass market al disuscitare nel cliente AMPI E DALLE ACQUE TRANQUILLE ventare l’attore di una emozioni sempre più domanda specifica, con proprie connotazioni intense, meglio se condivisibili (il ruolo dei soed esigenze originali (customerizzazione delcial network). In base a queste caratteristiche la domanda). Quest’evoluzione, nei principali del contesto ipercompetitivo, che può essere Paesi industrializzati, è iniziata nella seconda metaforicamente paragonato ad una discesa metà degli anni ottanta, quando si ricercata in rafting, oltre alle nuove esigenze di analisi con sempre maggior insistenza una coerenza di mercato e di profilazione di competitor e nella combinazione prezzo/qualità. Ma quaclienti, è emersa come essenziale l’esigenza lità più alta non significava automaticamente di comprendere e gestire i flussi economila possibilità di praticare prezzi più alti, anzi co-finanziari. A tal fine essenziale è il presidio spesso si abbinava ad una richiesta di prezzi dell’Ebitda ratio, cioè il rapporto tra il margine più contenuti. Nel decennio successivo i clienti industriale e i ricavi di vendita, un indicatore hanno iniziato a pretendere di poter disporre che misura quanta cassa potenziale si genedei prodotti e dei servizi in tempi sempre più ra ogni 100 euro di ricavi di vendita. Per una

42

ALBERTO BUBBIO

discesa rafting tranquilla questo indicatore dovrebbe essere superiore al 10% nelle imprese manifatturiere e al 5% per quelle della distribuzione commerciale. Ma l’analisi del flusso deve proseguire e dalla cassa potenziale si passa alla cassa effettiva generata o bruciata dalla gestione operativa (Operating Cash flow), considerando la variazione dei crediti, delle rimanenze e dei debiti verso fornitori. A questo punto manca un passaggio per capire qual è il Free Cash Flow ovvero la cassa disponibile per gli investimenti strategici (Stratex). E’ sufficiente sottrarre dall’Operating Cash Flow gli investimenti che non si possono non fare per mantenere la normale funzionalità del business e il pagamento di eventuali dividendi. La criticità di questi flussi per un’efficace gestione d’impresa sarà al centro di una delle giornate che caratterizzano il General Management Program della Liuc Business School. Questo percorso si completerà con altre 9 giornate dedicate alla gestione delle persone, sullo sviluppo delle loro capacità di leadership e su un efficace utilizzo delle tecnologie digitali. Fare management in ipercompetizione non è difficile, ma è opportuno dotarsi di nuove competenze. Scendere lungo le rapide di un torrente non è come navigare su un fiume dai margini ampi e dalle acque tranquille. * professore Associato di Economia aziendale alla LIUC – Università Cattaneo



GESTIRE L’IMPRESA

C’è un’App che fa incontrare agroindustria e lavoratori Una novità assoluta proposta da Openjobmetis dal prossimo 3 settembre: si chiama AgriForJob e risolve un problema complesso per le aree agricole del Paese. a cura della Redazione

O

penjobmetis, unica Agenzia per il Lavoro italiana quotata alla Borsa di Milano, nel segmento Star, ha presentato al mercato AgriForJob, la prima applicazione dedicata alla gestione e alla valorizzazione dei brevi rapporti di lavoro e delle competenze nel settore agroalimentare. L’applicazione, disponibile negli store iOs e Android a partire dal 3 settembre 2018, permetterà ai lavoratori selezionati e incontrati da Openjobmetis di candidarsi sulla piattaforma AgriForJob e alle aziende di inserire offerte di lavoro di breve durata e di assumere con un regolare contratto di somministrazione. In un momento di grande metamorfosi normativa, Openjobmetis, fondata e guidata da Rosario Rasizza, investe nella realizzazione di uno strumento tecnologico in grado di garantire proprio quegli obiettivi perseguiti a livello governativo di legalità e impegno nella gestione corretta di una tipologia di lavoratori – quelli agricoli – da sempre vittima dei tristi fenomeni del lavoro nero e del caporalato. Una soluzione concreta, dunque, che si muove anticipando le reali necessità che ogni giorno le Agenzie per il Lavoro riscontrano a colloquio con gli imprenditori. L’app consente infatti di poter procedere alle assunzioni con una rapidità e un’efficienza nuove. Basandosi sulla possibilità di assumere le persone con un contratto di somministra-

44

CHIARA ZONZIN

zione, si sgancia dalla necessità di utilizzare, per esempio, i voucher, sulla cui reintroduzione il dibattito politico è oggi molto acceso. La somministrazione consente, tra i tanti vantaggi, di poter superare i concetti di categoria per fascia di età e non pone limiti alle dimensioni dell’azienda che necessita di personale. «L’applicazione - spiega Chiara Zonzin, responsabile divisione agroalimentare Openjobmetis

ROSARIO RASIZZA

- nasce quindi con l’obiettivo di gestire con trasparenza ed efficacia l’incontro tra la domanda di lavoro di breve periodo e l’offerta di impieghi proposti dagli imprenditori per affrontare le gravose criticità legate alla necessità, sia di sostituire nel più breve tempo possibile risorse attive, ad esempio in caso di malattia, che di assumerne nuove per affrontare momenti di lavoro intensi, tanto auspicati, quanto non prevedibili». Per saperne di più sui dettagli di funzionamento dell’app è possibile navigare al seguente indirizzo web: agriforjob.openjobmetis.it Attraverso l’applicazione aziende e candidati avranno la possibilità di accedere alla piattaforma AgriForJob a seguito di un colloquio con i recruiter di Openjobmetis. Le aziende potranno dunque selezionare la mansione di cui necessitano e scegliere il candidato preferito tra quelli già valutati da Openjobmetis. I candidati potranno confermare l’eventuale interesse direttamente sull’applicazione. In pochi tap imprenditore e candidato firmeranno un contratto di somministrazione e sarà poi Openjobmetis a occuparsi di tutta la gestione amministrativa. Le funzionalità dell’applicazione permetteranno inoltre all’imprenditore e al dipendente di confermare gli orari di check-in e check-out nei giorni lavorativi.

A sinistra, la schermata della App in cui l’impresa cerca il lavoratore che fa al caso suo.


«Risparmiate pure, ma investite sulle competenze» È il monito che Fonarcom rivolge alle imprese, e in particolare a quelle piccole e micro, del Paese. Per Cafà «è necessaria una grande operazione culturale» di Andrea Cafà

ANDREA CAFÀ, PRESIDENTE DI FONARCOM

Quindi i fondi interprofessionali hanno meriti e responsabilità, soprattutto nella ERA FORTE MA DA 10 ANNI STA DIMINUENDO, situazione attuale del mercato del lavoro… e questo grazie all’attività dei fondi Le dinamiche che regolano i rapporti di lavoro interprofessionali che oggi attivano oltre i 2/3 sono le stesse per tutti i sistemi produttivi: delle risorse finanziarie dedicate»: è il giudizio l’economia di mercato e gli scambi fanno di Andrea Cafà, presidente del Fonarcom, il crescere le aziende che si muovono bene e che secondo fondo interprofessionale italiano adottano scelte produttive vincenti facendole per dimensione, che finanzia i costi della guadagnare nuovi clienti e nuovi mercati. formazione continua alle aziende che vi Ma qual è l’ingrediente che rende davvero aderiscono. «Il problema è complesso – vincenti le aziende, di qualunque dimensione prosegue – c’è chi solleva la questione e settore produttivo siano? Le competenze della carente qualità dell’offerta formativa spendibili. Sta tutta qui l’operazione culturale: che il sistema è in far capire agli FONARCOM È IL SECONDO FONDO grado di proporre imprenditori che la INTERPROFESSIONALE ITALIANO: e c’è chi associa la scelta migliore non è FINANZIA I COSTI DELLA FORMAZIONE scarsa propensione cercare di risparmiare CONTINUA ALLE AZIENDE ADERENTI ad avvalersi sul costo del lavoro, della formazione continua a una criticità ma investire nelle competenze dei lavoratori. strutturale del sistema imprenditoriale È questa la strada che garantisce futuro e italiano, prevalentemente costituito, com’è crescita alle aziende e altrettanto ai lavoratori. noto, da Pmi. Ma ripeto, i fondi sono riusciti E Fonarcom? a intensificare l’impegno per la formazione Come Fonarcom abbiamo creato e continua, a consolidarne la diffusione come perfezionato strumenti e modalità di leva per lo sviluppo economico e sociale e finanziamento che consentano anche ad aumentare la propensione a investire in alle aziende con pochi dipendenti di fare competenze. In questi anni hanno promosso formazione continua gratuita, individuando un percorso di crescita culturale presso i ambiti formativi comuni. In questo, ci lavoratori e le imprese che, a mio parere, hanno aiutato le parti sociali del fondo, la dovrebbe continuare con ancora maggiore confederazione datoriale Cifa e il sindacato vigore al fine di consolidare il valore degli autonomo Confsal, particolarmente attente investimenti nel capitale umano». alle esigenze delle imprese e dei territori, a «IL RITARDO DELLE IMPRESE ITALIANE SUL

FRONTE DELLA FORMAZIONE AZIENDALE

partire da una contrattazione di qualità che lega il salario alla produttività e punta sulle competenze. Sul tema quanto incide il Decreto Dignità? Contiene indirizzi di politica del lavoro e dell’impresa condivisibili che salvaguardano il sostegno pubblico agli investimenti strutturali delle imprese, difendendolo dalle delocalizzazioni selvagge. Inoltre, introduce elementi che limitano ad alcune fattispecie e ad alcuni settori produttivi l’utilizzo dei voucher per remunerare le prestazioni lavorative che fanno emergere situazioni di lavoro nero. La direzione è giusta, ma occorre ancora tanto impegno per poter contare su un sistema efficiente di politiche attive per il lavoro, che possa garantire l’occupabilità. Un fondo come il vostro potrebbe aiutare? La bilateralità espressa dai fondi interprofessionali potrebbe essere un elemento importante di questo sistema. Un sistema in grado di fornire risposte ai fabbisogni formativi dei lavoratori con continuità, di gestire i loro percorsi di ricollocazione e di accompagnare fin dalla scuola l’inserimento lavorativo dei giovani, con la formazione in alternanza e l’apprendistato. Noi siamo determinati a creare le condizioni affinché gli investimenti delle imprese per fare formazione, ricerca e innovazione estendano i loro effetti all’intero sistema economico. Per Fonarcom “la formazione è il sale del lavoro”.

45


GESTIRE L’IMPRESA in collaborazione con ANDAF

Modelli di gestione integrati soprattutto nell'area-finanza per le imprese competitive Il mantenimento di ambienti non integrati e di sistemi diversi nelle varie unità operative è oggi non più sostenibile, e non solo sotto il profilo dei costi, ma soprattutto perché questa condizione rende l'impresa rigida di Paolo Bertoli *

(* Partner RSM e Presidente dell'Advisory Council ANDAF)

L

e imprese di tutto il mondo, qualunque sia il loro business, devono porsi con assoluta priorità la necessità di affrontare i grandi cambiamenti imposti dall'evoluzione tecnologica che interviene in ogni ambito e con incredibile rapidità. Comprendere i dati e trasformarli in informazioni utili per assumere le necessarie decisioni aziendali è la sfida maggiore di ogni manager, non solo per affrontare e reagire a questi cambiamenti, ma soprattutto per poter sfruttare i benefici che possono essere colti proprio nei momenti di cambiamento. Senza una cabina di regia e un approccio strutturato, che definisca le linee guida delle azioni da porre in essere, anche le imprese di successo devono considerare che il loro rischio di diventare obsolete, e quindi meno competitive, è assolutamente concreto. I modelli di business devono essere ripensati con nuovi

46

PAOLO BERTOLI

riferimenti che richiedono un più ve. Ma queste funzioni, tuttavia, vicino coinvolgimento dei loro sono spesso ostacolate dalla clienti, una maggiore agilità, e la complessità di sistemi disparadisponibilità di processi di inno- ti, non integrati tra loro, con una vazione continua. Analogamente proliferazione di fogli di calcolo, le strutture interne di supporto di documenti e report, e vari proall'alta direzione devono essere cessi e controlli di gestione. È ben più pronte e reattive agli stimoli evidente che il mantenimento di esterni. Tra queste, le funzioni che ambienti non integrati e di sistemi più di aldiversi nelIN PASSATO INTERVENIRE le varie unitre devono affrontare SUI SISTEMI INFORMATIVI tà operative un'enorme è oggi non AZIENDALI COMPORTAVA pressione INVESTIMENTI ALTISSIMI, più sosteniper risponbile, e non MA OGGI NON E' PIU' COSÌ dere ai bisolo sotto sogni informativi dei CEO e dei re- il profilo dei costi, ma soprattutto sponsabili delle linee di business, perché questa condizione rende sono le funzioni amministrazione, l'impresa rigida e non flessibile finanza e controllo, che fanno al cambiamento, ostacolando la capo ai Chief Financial Officer. Il capacità di fornire informazioni primo tema da affrontare per loro finanziarie tempestive e accuè di come liberare risorse oggi rate. Se queste organizzazioni dedicate alle attività ordinarie di non evolveranno, non saranno in gestione, adottando procedure grado di aggiungere, con la loro snelle e un alto grado di automa- attività, un reale valore strategizione delle attività amministrati- co per l'impresa. Se in passato affrontare progetti e interventi nei sistemi informativi aziendali voleva dire mettere a budget cifre particolarmente importanti, che andavano ad aggiungersi ai costi già rilevanti dei centri interni di

elaborazione dati, e tempi biblici, oggi, è bene sottolinearlo, non è più così. I grandi fornitori di sistemi integrati, quali ad esempio Microsoft, Oracle, SAP, e molti altri hanno portato le loro soluzioni di Enterprise Resource Planning interamente in cloud, con soluzioni verticali per ogni attività, con costi calcolati ad utenza, quindi con un ordine di spesa enormemente più basso rispetto alle soluzioni mainframe in house, e quindi accessibili anche ad aziende medio/ piccole. Le funzioni interne dedicate all'information & communication technology possono essere oggi interamente gestite in cloud con strutture e risorse interne estremamente snelle, senza necessità di scrivere nemmeno una riga di codice, con una conseguente riduzione dei costi operativi ed un quasi azzeramento dei rischi operativi. Saranno quindi le imprese che decideranno di affrontare questi interventi organizzativi che vinceranno su quelle che non hanno avuto il coraggio di mettere in discussione i loro precedenti modelli di gestione. D'altronde ... per le imprese, la sopravvivenza non è obbligatoria!


in collaborazione con CONFPROFESSIONI GESTIRE L’IMPRESA

Confprofessioni preme per la semplificazione Dopo l’abolizione dello split payment, nel mirino della Confederazione 858 adempimenti. Nel colloquio con il vicepremier Di Maio l'alleggerimento di obblighi e procedure inutili a cura della redazione

S

plit payment addio. Dal 14 luglio scorso le fatture emesse nei confronti della pubblica amministrazione, gli enti locali, le aziende partecipate dalla P.A. e le società quotate a Piazza Affari, dai soggetti i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta sul reddito, ovvero a ritenuta di acconto, non dovranno più prevedere l’applicazione del meccanismo della “scissione dei pagamenti”. È quanto prevede l’articolo 12 del decreto dignità, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 161 del 13 luglio 2018. E i liberi professionisti, in particolare le attività tecniche e quelle economico-amministrative, possono tirare un sospiro di sollievo.

GAETANO STELLA LUIGI DI MAIO

Anche grazie al pressing a tutto delegazione di Confprofessioni, campo di Confprofessioni che, che ha visto al centro dei colloqui ancora lo scorso 25 giugno, ave- proprio la lotta alla burocrazia va sollevato l’incongruenza della e lo snellimento delle procedunorma, introdotta dal decreto re amministrative. L’obiettivo correttivo dei conti pubblici del dichiarato dal ministro Di Maio 2017, davanti al ministro dello punta infatti ad alleggerire il caSviluppo rico bueconomi- E' STATO COMPIUTO IL PRIMO rocratico PASSO DI UN PERCORSO CHE che graco, Luigi DI MAIO AVEVA ANNUNCIATO va sulle Di Maio. L’ a b o piccole AL PRESIDENTE STELLA lizione e medie DURANTE L'INCONTRO dello split imprese CON LA DELEGAZIONE payment e sugli per i liberi professionisti rappre- studi professionali. Un macigno senta il primo passo di un per- di circa 858 adempimenti all’ancorso verso la semplificazione, no che, dopo anni di misure di aveva annunciato il vicepremier semplificazione, pesano ancora Di Maio al presidente Gaetano sulle spalle di imprenditori e liStella, durante l’incontro con una beri professionisti.

SALUTE, IL MINISTRO GRILLO APRE ALLA CONFEDERAZIONE Il 25 luglio scorso il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha ricevuto una delegazione di Confprofessioni per affrontare diversi temi che preoccupano gli operatori della sanità: dalla pubblicità sanitaria alla semplificazione del rapporto medico-paziente, dalla lotta all’abusivismo al nodo delle coperture dei nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza). Ma non solo. Confprofessioni ha sottolineato la necessità di sburocratizzare il rapporto tra medico e paziente e con le strutture sanitarie pubbliche, gravate dall’appesantimento

delle autorizzazioni regionali o dalle ricette ripetitive. Altro tema scottante riguarda l’ingerenza delle società di capitali nelle strutture sanitarie private, in particolare in campo odontoiatrico e farmaceutico, che spesso sconfinano nella concorrenza sleale se non proprio in forme di abusivismo dilagante. Temi complessi sui quali il ministro Grillo ha assicurato il proprio intervento, invitando Confprofessioni a contribuire con proposte e iniziative attraverso un dialogo costante con il ministero.

Archiviato il capitolo sullo split payment, restano però ancora molti nodi da sciogliere, a cominciare da una serie di norme e relativi oneri, giudicati sproporzionati rispetto alla realtà delle Pmi e degli studi. Durante l’incontro al Mise, Confprofessioni ha illustrato al ministro Di Maio le difficoltà che i liberi professionisti incontrano, per esempio, nell’applicazione delle nuove regole sulla privacy, delle misure legate alla sicurezza sui luoghi di lavoro e delle norme sull’antiriciclaggio. Interventi pensati quasi esclusivamente per la grande industria o per i conglomerati finanziari, ma che hanno un effetto dirompente (in termini di costi, adempimenti e responsabilità) sulle piccole imprese o sugli studi dove la media occupazionale si attesta intorno alle tre unità. Il prossimo passo verso la semplificazione si potrebbe compiere proprio per correggere una evidente distorsione del mercato, attraverso provvedimenti tarati sulla dimensione delle piccole e medie imprese e degli studi professionali. Non un auspicio, ma un impegno che potrebbe tradursi in un nuovo decreto di semplificazione, già il prossimo autunno.

47


Tecnologie di ricarica ovunque

... accessibili da chiunque

— Scriviamo il futuro della mobilità. Per città sempre più sostenibili. Che si tratti di trasporto pubblico o privato, che siano auto, bus o camion, le infrastrutture di ricarica sono le stazioni di rifornimento del futuro. Le tecnologie di ricarica ABB AbilityTM sono a prova di futuro. Rapide e connesse. Con oltre 7000 stazioni di ricarica installate in tutto il mondo, tra cui intere reti realizzate a livello nazionale, ABB scrive il futuro di una mobilità sostenibile a ridotte emissioni di CO2, affidabile e accessibile ovunque da chiunque.


ENERGIA&RETI

WORKSHOP POCA CHIAREZZA E TANTO DA FARE Un workshop sull’energia perchè è la prima industria del mondo, quella che abilita tutte le altre. Perchè è fonte di business, scontri e guerre. Perchè il mondo non agisce in modo coeso e l’Europa, in questo mondo policentrico, ha perso ogni centralità. Il nostro Paese, in questo contesto, non ha ancora una strategia degna di questo nome ma rivela, qua e là, iniziative tecnologiche e di servizio che meritano attenzione.

52

TERNA UNA RETE ECCELLENTE CHE ABILITA TUTTO IL «GREEN»

53 BREBEMI L’AUTOSTRADA DEI RECORD PUNTA SULL’ELETTRICO

IL MONDO DIVORA ENERGIA E L’EUROPA GIOCA COI CAMPANILI I grandi trend del mercato energetico mondiale imporrebbero all’Unione europea - e al suo interno, all’Italia - delle scelte qualificanti sulla ricerca e l’innovazione. Invece si gioca di rimessa e di rinvii È una piccola notizia di cronaca, ma emblematica, perchè il rinvio di un anno del regime di maggior tutela - deciso ai primi di agosto dal governo - è un granello di sabbia nel quadro internazionale del settore: ma le prospettive del settore energetico collocano ormai l’Europa, e in essa il nostro Paese, ai margini dello scacchiere mondiale. Ciò non deve però indurre la politica nazionale a ulteriori rinunce e indifferenze: la sfida italiana si gioca ancora e sempre sull’efficienza delle reti, sull’implementazione delle rinnovabili e sulla lotta contro le emissioni. E in questo senso, pur in un contesto statico, emergono

eccellenze e interessanti vette di

qualità, anche nel nostro strano

Paese.

L’

energia muove il mondo ai metri cubi di gas e all’equivama non sempre il pensiero. lente delle fonti rinnovabili per Problemi di portata eccezionaottenere un dato aggregato sidi Carlo Andrea Bollino * le incombono sul pianeta ma gnificativo). Il mondo industrianon bastano le delibere comunali come solulizzato circa 5,5, l’Europa 1,6 e l’Italia 0,15. Di zione. Il mondo, circa 7 miliardi di persone, questo totale il 3 per cento è costituito dalle consuma poco più di 13 miliardi di tonnellafonti rinnovabili. La crescita dei consumi prete equivalenti di petrolio (una misura tecnica vista al 2040 sarà di un incremento del 30%, che permette di sommare i litri di petrolio quasi tutta concentrata nella parte emergen-

49


>

WORKSHOP ENERGIA&RETI

te del pianeta. La crescita delle fonti rinnovabili è prevista in circa il 2 - 3 percento all’anno, quella del nucleare all’1,5 per cento. Nel 2040 il consumo procapite della Cina sarà equivalente a quello dell’Europa, con circa un quarto del fabbisogno fornito dal carbone. Sempre nel 2040 la domanda mondiale di petrolio si prevede raggiungerà il livello di 105 milioni di barili/giorno a fronte dei circa 99 odierni. Ne emerge uno scenario incontrovertibile: la spinta all’incremento del consumo di energia è inarrestabile e con esso le conseguenze in termini di inquinamento. Nel frattempo in Europa ci accontentiamo delle nuove linee tracciate dal trittico Commissione – Consiglio – Parlamento europei che hanno fissato il nuovo obiettivo al 2030 per le fonti rinnovabili un po’ più in alto di prima: il nuovo tra-

50

guardo è ora fissato continua a rendere più ambiziosi gli obiettivi al 32%, rispetto al futuri, ma non riforma le regole del presente. 27% che risultava Questo modo di agire è solo apparentemente dalle conclusioni salvifico. Si parte dai problemi mondiali che del Consiglio di otnessuno ha il potere di affrontare e si certobre 2014. In altri ca di risolvere i problemi locali con piccole termini, circa un teranalisi e piccole soluzioni. Il 5% di aumento zo dell’energia che dello sforzo per le fonti rinnovabili in Euroconsumeremo in pa rappresenterebbe circa lo 0,08 per cento Europa dovrebbe di soluzione al contenimento del consumo di essere fornita da energia inquinante nel mondo. E questa safonti rinnovabili. Se rebbe l’Europa che ha dato al mondo il diritto pensiamo all’Italia, il romano, il rinascimento, la Magna Charta, la nostro punto di pardemocrazia, la rivoluzione industriale? L’utenza è il 17,6% del nico modo per l’Europa, che rappresenta solo 2016. L’incremento il 10% del mercato mondiale dell’energia, di dovrebbe essere contare è di essere protagonista nella ricerca concentrato sul setscientifica e nel dialogo politico internazionale. tore elettrico, il cui Le scelte al 2040 nel campo dell’energia le target è stato fissato hanno già fatte altri: ad esempio, la Cina e l’Inal 55% (dal 33,5% dia per sostenere il loro sviluppo con carbone raggiunto nel 2015), e nucleare con un tributo alle rinnovabili al contro il 30% del 2035; gli Stati Uniti che sostengono lo shale termico (dal 19,2%) oil fino al punto di puntare ad ottenere la aued il 21% dei tratosufficienza energetica nel continente amesporti (dal 6,4%). E ricano al 2025, l’Arabia Saudita con il piano di quale Comune non diversificazione industriale al 2030. In conha richiamato il Proclusione, è arrivato il momento per l’Europa tocollo di Kyoto per – e per l’Italia come protagonista europeo deliberare le opportune modifiche al Piano – di pensare in grande. Come disse una volta regolatore imponendo che la progettazione Guido Carli: i grandi protagonisti affrontano i debba prevedere di coprire almeno il 50% grandi problemi guardando l’orizzonte dalla del fabbisogno annuo di energia primaria cima del Monte Bianco alla cima del Cervino, richiesta per la produzione di acqua calda le vallate le guardano le talpe. La nostra sfida sanitaria con l’utilizeuropea è di tornare zo di fonti rinnovabiad essere protagonisti BRUXELLES ALZA I TARGET MA NON INCIDE li, magari riducendo sul duplice fronte delCommissione, Consiglio e Parlamento tale limite al 20% per europei hanno elevato al 32% per il 2030 la ricerca e dell’innogli edifici situati nella gli obiettivi sulle energie rinnovabili vazione scientifica e parte di città storica della capacità di essedichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umare autorevoli nel dialogo politico internazionità? Nel frattempo succede che ogni tanto nale che questa ricerca deve sostenere. Non nel mercato elettrico il prezzo di equilibrio è abbiamo bisogno di un Archimede Pitagorico zero in Italia ed è negativo in Germania – sì isolato, ma di un sistema politico che sappia negativo, cioè il produttore paga per vendere! pensare a come sostenere e non condizionare È il risultato di un’architettura disegnata con la nuova rivoluzione energetica europea. * professore ordinario di Economia politica direttive europee ormai invecchiate, alle quaa Perugia e di Economia dell’energia alla Luiss li però nessuno vuole mettere mano. La UE



>

WORKSHOP ENERGIA&RETI

La rete elettrica di Terna al centro del cambiamento energetico La società guidata da Luigi Ferraris investe oltre 12 miliardi di euro per lo sviluppo delle infrastrutture e per favorire la crescita delle fonti rinnovabili e la loro integrazione con gli obiettivi di de-carbonizzazione

T

a cura della Redazione

erna, la società guidata da Luigi Ferra- di rete: ciò equivale a dire che a ciascun euro ris e presieduta da Catia Bastioli, e uno investito nello sviluppo delle rinnovabili dovrà dei principali operatori europei per la corrispondere un euro investito per rendere le trasmissione dell’energia elettrica con circa reti elettriche più sicure ed efficienti. Proprio 73.000 km di linee gestite in Italia, prevede di questi investimenti sulle reti, quindi, costituinvestire oltre 12 miliardi di euro nei prossimi iscono il fattore abilitante per realizzare un 10 anni per lo sviluppo e l’ammodernamento sistema elettrico sempre più interconnesso delle infrastrutture elettriche necessarie per e tecnologicamente evoluto, oltre che sostefavorire la crescita e l’integrazione delle fonti nibile dal punto di vista dei territori. Le fonti rinnovabili, avendo, come obiettivo, a tendere, eoliche e fotovoltaiche sono aumentate repenuna piena de-carbonizzazione del sistema elet- tinamente in questi anni, attestandosi in Italia trico. Il contesto è quello di un’Europa che sta in termini di potenza installata a quota 30mila puntando con decisione verso la crescita delle MW e generando un significativo incremento rinnovabili prevedendei punti di immissiodo entro il 2030 una ne su tutto il territorio, INTERNATIONAL ENERGY AGENCY loro incidenza di alme- Prevede oltre 6 triliardi di dollari che nell’ultimo decenno il 32% sui consumi di investimenti globali per il settore nio hanno superato i finali. Obiettivi chiari energetico tra il 2017 e il 2025 700mila. Nello stesso che caratterizzano in tempo la progressiva maniera significativa la transizione energetica dismissione delle centrali tradizionali a comche stiamo vivendo nel mondo intero, che pon- bustibili fossili ha portato negli ultimi 5 anni gono sfide importanti per tutti gli operatori del a una diminuzione di potenza di circa 16 GW, sistema. In questo contesto globale di grande trend tuttora in atto, cui si sovrappone il previcambiamento energetico le reti elettriche assu- sto obiettivo della completa uscita dal carbone mono un ruolo centrale e ancor più strategico nel 2025. È evidente, perciò, che la crescita delrispetto al passato. Ciò è confermato anche dai le rinnovabili sta portando ad un significativo recenti report di International Energy Agency, cambiamento di mix della capacità di generache prevedono oltre 6 triliardi di dollari di in- zione sul nostro territorio rispetto soltanto a vestimenti globali per il settore energetico tra il pochi anni fa, con inevitabili ripercussioni sul 2017 e il 2025, due terzi dei quali sono legati in sistema elettrico nel suo complesso e sulle misura paritaria prevalentemente alla genera- specificità della rete. Il vettore elettrico sarà zione da fonte rinnovabile e alle infrastrutture elemento cruciale ed abilitante: sarà necessa-

52

LUIGI FERRARIS, A.D. DI TERNA

LE FONTI EOLICHE E FOTOVOLTAICHE SONO CRESCIUTE A QUOTA 30MILA MW rio uno sviluppo significativo, in grado di recuperare i ritardi del passato e garantire al contempo la migliore qualità del servizio per i cittadini e le imprese. Terna sta già lavorando per fare in modo che questo possa realizzarsi, con una strategia focalizzata su interventi di sviluppo e potenziamento della rete nazionale, con nuove dorsali, rinforzi e magliature, nonché interconnessioni con l’estero, indispensabili per ridurre le congestioni, massimizzare lo sfruttamento delle fonti naturali ed assicurarne la massima condivisione a livello europeo. L’impegno di Terna si manifesta in primo luogo nel dialogo con le comunità interessate dalle sue infrastrutture, con un approccio basato sull’ascolto e la condivisione che consente di recepire le istanze e le necessità dei cittadini e di realizzare opere che nascono già in armonia con i territori.


Ecoautostrade l’A35-Brebemi lancia la sfida dell’elettrico L’8 settembre a Brescia convegno in occasione dell’Euro Truck Festival per annunciare uno studio di fattibilità all’avaguardia in Europa di Angelo Curiosi

FRANCESCO BETTONI, PRESIDENTE BREBEMI

L

a Brebemi rilancia la sua sfida di autosessore regionale ai trasporti Claudia Maria strada-pilota. La nuova arteria - A35, in Terzi, presidenti di autorità portuali e di intersigla - che congiunge Milano con Breporti. Brebemi è nata con una forte vocazione scia in un percorso più breve e sicuro di quello ecologica che l’ha indotta a dotarsi delle tecdell’A4 e che è anche la prima infrastruttura nologie più evolute per essere all’avanguardia autostradale italiana mai realizzata in project in questo campo in Italia e anche in Europa. financing, vuole accentuare ulteriormente il La battaglia è stata quella della decarbonizzasuo già forte carattere ecosostenibile. Ha inzione e dell’abbattimento di polveri sottili e fatti avviato uno studio di fattibilità per la morumori. L’investimento cruciale è stato destibilità elettrica dei mezzi pesanti sulle proprie nato all’asfalto, interamente drenante e fonocarreggiate, prendendo come riferimento le assorbente. esperienze sperimentali più avanzate, in atto Tutto il tracciato è dotato di un sistema di in Svezia e in Germaraccolta e trattamento nia. Per promuovere il ASFALTO DRENANTE E POCHI DECIBEL delle acque di prima confronto tra gli ope- La Brebemi è stata realizzata all’insegna pioggia e sversamento ratori più qualificati e dei miglior standard di sicurezza e di accidentale di liquidi. le istituzioni su questo sostenibilità ambientale. Traffico in aumento Elementi di particolatema ed esporre le re interesse e innovaproprie linee di sviluppo, Brebemi ha organizzione sono i bacini di fitodepurazione come zato per l’8 settembre prossimo un convegno ulteriore trattamento delle acque meteoriche internazionale dal titolo “Il trasporto elettrico di dilavamento della sede stradale. delle merci su strada” che avrà luogo in conAl fine di contenere l’impatto acustico entro i comitanza, e a due passi, dall’Euro Truck Felimiti previsti da normativa sono stati instalstival 2018, la kermesse del settore prevista lati circa 13.000 metri lineari di barriere foall’autoparco di Brescia Est. Poco distante, la noassorbenti a protezione degli insediamenti sede del convegno: al Blu Hotel Brixia, proprio sensibili di cui circa 1000 ml per la sola Intera ridosso dell’uscita A4 di Brescia Est, in via connessione. Sandro Pertini, 10 a Castenedolo. Tra i protaAttorno all’autostrada, e nel rispetto del terrigonisti istituzionai dell’evento, il ministro dei torio circostante e delle normative vigenti, il Trasporti Danino Toninelli o un suo vice, l’Asprogetto delle opere a verde ha avuto l’intento

di svolgere una funzione di mascheramento e di mitigazione nei confronti dell’infrastruttura soprattutto in corrispondenza dei nuclei abitati esistenti e di aree sensibili. Sono stati così sistemati a verde circa1,5 milioni di metri quadrati di aree esterne all’autostrada stessa, sulle quali sono state collocate circa 200.000 piante e arbusti di varie specie autoctone. Sono stati creati, nell’ambito della realizzazione di Brebemi, circa 20 passaggi fauna. Essi rappresentano delle opere che consentono alla fauna selvatica di attraversare il territorio interessato dall’infrastruttura in sicurezza senza pertanto interrompere i corridoi ecologici preesistenti sull’area ed evitando quindi così di danneggiare la rete ecologica preesistente. Tutto questo inizia a premiare, dopo gli inizi di traffico più scarso del previsto dovuti al ritardo, subito da fattori esterni a Brebemi, nell’allacciamento con l’A4. Oggi, i veicoli che scelgono l’A35 sono di circa il 30% superiori a quelli dello stesso periodo dell’anno scorso.

WORKSHOP ENERGIA&RETI > 53


>

WORKSHOP ENERGIA&RETI

Decarbonizzazione, urge una strategia industriale Federmanager sta lavorando con la Commissione Energia, in collaborazione con AIEE, a un rapporto sugli investimenti per coniugare le esigenze ambientali con quelle dello sviluppo economico di Dina Galano

Q

uando si parla di decarbonizzazione dei sistemi economici, si discute di qualcosa che ha una dimensione planetaria. Le problematiche globali richiedono soluzioni su larga scala, e l’Europa, in questo caso, ha le carte in regola per assumere una leadership. Per l’Italia, ammettiamo che, in passato, alla politica energetica nazionale è mancato l’approccio industriale. L’ambizioso programma di decarbonizzazione iniziato nello scorso decennio, anche perché non inserito in una strategia industriale strutturata, non ha sempre trovato nel settore produttivo nazionale il contributo necessario. Mancanza di filiere nelle tecnologie chiave, scarsa competitività, su cui pesa anche la stessa energia, spesa per la ricerca ridotta all’osso: questi sono i principali imputati, responsabili dei risultati non soddisfacenti ottenuti finora. I sistemi energetici dei Paesi avanzati saranno coinvolti in un processo di transizione, destinato a durare nei prossimi anni. Per il decennio 2021-2030 e, in prospettiva, fino al 2050, dovrà essere iniettata nel sistema una nuova massiccia dose di investimenti sia per l’adeguamento delle infrastrutture sia per un uso sempre più efficiente dell’energia. La possibilità che questo avvenga è certamente legata alla disponibilità di investitori accorti, di risorse adeguate e di un manage-

54

ment preparato. D’altra parte, il ruolo della mano pubblica non sarà secondario: serve fissare obiettivi stabili, assicurare regole certe e prevedere sostegni mirati. L’impresa italiana è partita con un ritardo negli investimenti nei settori tecnologici strategici che porteranno alla nascita di un nuovo sistema di produzione e utilizzo dell’energia. Ciò si è tradotto in una perdita per il Paese,

INDUSTRIA 4.0: ANDIAMO A LEZIONE DAI TEDESCHI

L’Academy di Federmanager ha ideato uno straordinario Study tour che porterà i manager in Bosch e Mercedes, in Audi e nel nuovo laboratorio di eccellenza tedesco che simula il futuro, che non a caso si chiama Arena 2036, proprio nella culla della rivoluzione digitale applicata al manifatturiero. Un percorso in chiave Industry 4.0 che si terrà dal 25 novembre al 1° dicembre, fruibile per i manager in ogni situazione di lavoro (inoccupati o in servizio), e per imprese di ogni area e dimensione, fino alle start up. I posti disponibili sono limitati a 20. Ogni necessaria informazione nel sito www.federmanageracademy. it opporre scrivendo a info@ federmanageracademy.it.

misurabile in termini di valore aggiunto e occupazione, tra diretto e indotto. Solo partendo dalla conoscenza approfondita degli elementi che hanno determinato questa situazione si potrà voltare pagina e seguire una nuova linea. «Abbiamo la necessità forte di delineare una strategia condivisa sul futuro dell’industria. Per questo Federmanager si sta impegnando con la Commissione Energia, per sviluppare un rapporto sugli investimenti strumentali a sostenere lo sviluppo del sistema produttivo e delle nostre filiere», ha dichiarato il presidente della Federazione dei manager dell’industria, Stefano Cuzzilla (nella foto). Il documento, in collaborazione con AIEE (Associazione Italiana Economisti dell’Energia), individua le vie per la decarbonizzazione e lo sviluppo economico dell’Italia, e sarà presentato il prossimo autunno in previsione del “Piano Clima Energia”, che il Governo dovrà sottoporre alla Commissione europea entro la fine dell’anno. L’obiettivo è quello di individuare una strada italiana che conduca alla riduzione dell’impatto delle attività economiche sul pianeta. Come chiarisce Cuzzilla: «Proporre un’Italian way to decarbonization significa promuovere il tessuto produttivo in coerenza con le esigenze sociali e ambientali dei territori».



Quanto ∆ performante la tua supply chain? Per GEFCO, una partnership di successo significa cooperazione a lungo termine e crescita condivisa. Ascoltiamo, studiamo e progettiamo soluzioni flessibili ed efficaci che creano fiducia. La nostra rete globale oltrepassa i confini per vincere le sfide delle supply chain pi◊ complesse. Il nostro nuovo brand riflette un impegno costante nei confronti dei nostri clienti e partners. Gettiamo sempre il cuore oltre l’ostacolo!

à Getty Images.

In GEFCO, siamo Partners, unlimited™


FINANZIARE L’IMPRESA

IN BANCA È LA CENTRALE RISCHI IL BIGLIETTO DA VISITA DELL’AZIENDA

Fare bene i compiti e monitorare il mercato: le due regole d’oro per finanziarsi. Se ne parla nelle prossime pagine, a cominciare dallo spauracchio della centrale rischi.

Nell’ambito del rating che misura il rischio finanziario, la CR ha un peso fondamentale, che arriva fino al 60% per le Pmi. Ecco come trasformarla da spauracchio in prezioso alleato nel rapporto con il sistema bancario

62 CREDITO COOPERATIVO SONO SEMPRE LE BANCHE LOCALI A SOSTENERE LE PMI

64 CORRADO PASSERA LA NUOVA SFIDA DEL BANCHIERE CHE HA FATTO GRANDE INTESA

66 ANDREA SIRONI LABORSA FUNZIONA BENE E MERITA MENO BUROCRAZIA

68 INDUSTRIA 4.0 I NUOVI BANDI DEL MISE PER AGRINDUSTRIA E SUD

di Riccardo Venturi

L

sentativi delle posizioni intrattenute da ciae regole di Basilea 3 e il principio contascun soggetto affidato dal sistema creditizio. bile IFRS 9 indicano al sistema bancario «La ragione dell’importanza attribuita alla uno strumento fondamentale per la valutaCR è da ricercare nel suo costante aggiornazione delle imprese. È il rating, un metodo di mento – dice Valerio Vimercati, amministraclassificazione delle aziende in base al loro tore di Ratinglab, società di consulenza di firischio finanziario, o in altre parole alla loro nanza aziendale - per capacità di generare le risorse necessarie LA CR RACCHIUDE DATI E INFORMAZIONI esempio a marzo del CHE FORNISCONO ALLE BANCHE UNO 2019 verranno resi a far fronte agli impeSPACCATO ATTENDIBILE DEL RAPPORTO gni nei confronti dei DELL’AZIENDA COL SISTEMA CREDITIZIO disponibili i dati del gennaio dello stesso creditori. Il metodo anno, mentre i dati di bilancio rispecchieranprevede l’analisi di diversi elementi per giuno una situazione non più attuale, quella del dicare la solvibilità di un’impresa, ma uno di dicembre 2017». Grazie alla CR le banche riquesti riveste un ruolo preponderante, con escono ad ottenere uno spaccato attendibile un peso che va dal 50% fino ad arrivare al della salute creditizia dell’azienda: «analiz60% per le piccole e medie imprese. Si tratta zando gli ultimi 36 mesi - spiega Vimercadella Centrale Rischi di Banca d’Italia (CR), ti - è possibile capire come sta evolvendo il un database di dati e informazioni rappre-

57


FINANZIARE L’IMPRESA

rapporto del cliente con il sistema bancario, l’affidamento complessivo ottenibile che per se il rimborso degli affidamenti è regolare agevolarne le condizioni economiche (tassi oppure se ci sono degli sconfini». Inoltre e commissioni), e non ultimo per allungaresaminando l’andamento delle linee di crene l’orizzonte. Ratinglab indica una serie di dito auto-liquidanti le banche desumono comportamenti virtuosi che le imprese dose l’azienda è in una fase di espansione del vrebbero tenere per raggiungere lo scopo. fatturato ovvero di contrazione dello stesso. Per esempio, è bene richiedere a Banca d’IPossono anche capire talia la propria CR alLAVORARE IN MODO ATTIVO SULLA dove sono localizzate meno una volta ogni le vendite, quale sia CENTRALE RISCHI È MOLTO IMPORTANTE 3 mesi, imparare a PER INCREMENTARE GLI AFFIDAMENTI E la loro la stagionalità, MIGLIORARE LE CONDIZIONI ECONOMICHE leggerla e a ricavarne nonché la qualità del informazioni preziose portafoglio clienti sulla base della regolarità ai fini della valutazione del proprio “andadei pagamenti. mentale”. «Con un buon lavoro di analisi, la La CR insomma è il miglior biglietto da viCR può essere predittiva – sottolinea l’amsita per l’azienda che decide di accedere al ministratore di Ratinglab – se si è capaci di sistema creditizio per cercare nuova finanleggerla è possibile infatti capire se l’azienda za: lavorare in modo attivo per migliorarla sta andando incontro ad un momento di fuè dunque essenziale sia per incrementare tura potenziale tensione finanziaria». Un al-

Care imprese, F dall’altro lato della scrivania, vi vediamo così Occhio ai fidi a revoca. A incidere negativamente sono anche scarsa formazione o l’inesperienza dei vostri amministrativi. E dovete essere più attenti alle proroghe

di Francesco Megna

58

tro modo per utilizzare al meglio il proprio biglietto da visita è consegnare sempre la propria CR in fase di istruttoria, per impostare il rapporto secondo un’ottica di maggiore trasparenza, consentendo alla banca di ridurre al massimo l’incertezza dei dati e di avere un processo decisionale più efficiente. La singola banca infatti non conosce tutte le informazioni contenute in Centrale Rischi, ma dispone del solo dato aggregato per tipo-

idatevi: tenere sotto controllo i rating,

cliente-banca e si deducono anche

per l’impresa, dev’essere un “must”.

dall’analisi del cosiddetto CPC, il Credit

Qualunque sia il sistema di valutazione

Position Control. Le aree informative

scelto tra diversi metodi alternativi

spaziano dall’operatività all’analisi della

dalla banca, vi sono aspetti comuni a

centrale rischi e a quella del bilancio. C’è

tutti e su questi occorre concentrarsi

poi l’analisi dei prodotti utilizzati come ad

senza indugio. Il rating è il risultato di

esempio il portafoglio sbf, gli anticipi sulle

un algoritmo complesso che considera

fatture, i mutui e le relative statistiche. Ci

una serie di variabili (andamentale,

sono quindi variabili come fatture insolute

quantitativa, informazioni qualitative,

nel semestre, importi delle fatture

ambientali e settoriali, valutazione

eventualmente richiamate/radiate, effetti

della banca) ciascuna delle quali viene

impagati sul totale presentato al sbf,

pesata tenendo in particolare conto

restituzione di effetti a fornitori, impagati

la dimensione dell’impresa. Nel caso

su operazioni a scadenza. L’operatività

delle Pmi, è quella andamentale l’analisi

analizza invece gli utilizzi medi degli

decisiva per poter prevenire eventuali

affidamenti, gli indici di utilizzo e (grazie

default. Le informazioni in possesso

all’analisi della Centrale Rischi) gli

di ogni banca che vengono prese in

eventuali sconfinamenti. Il CPC raccoglie

considerazione per il rating sono legate

le tendenze a maggior rischio derivanti

alle modalità con cui si svolge il rapporto

dall’operatività più frequente. Mentre il


COMPONENTI MISURAZIONE RISCHIO DEL CREDITO

logia di linea; solo il soggetto segnalato, in un contesto di trasparenza e dialogo, può consegnare un dettaglio preciso delle posizioni e illustrare al meglio la propria posizione. Quel che propone Ratinglab è dunque un ribaltamento di prospettiva: la Centrale Rischi, da temuta lente di ingrandimento dei momenti di difficoltà dell’azienda nei confronti del sistema creditizio diventa una risorsa preziosa da utilizzare per migliorare concretamente

questo rapporto. I dati in essa riportati, data la loro autorevolezza, possono essere utilizzati anche per redigere e valutare al meglio il bilancio e le scelte di finanza aziendale. La Centrale Rischi può essere anche la base per strutturare un sistema di reportistica interno all’azienda in grado di valutare la struttura degli affidamenti, la sua maturity media, la scelta degli strumenti finanziari più adeguati al proprio scopo nonché la controparte a cui richiederli. Un ulteriore e fondamentale utilizzo dello strumento è la verifica della correttezza dei dati; non è raro imbattersi in errate segnalazioni, imputabili per lo più all’articolata normativa di riferimento e al fattore umano. Ne sono un esempio i ritardi di perfezionamento dei rinnovi fidi, la registrazione di insoluti causati da una non corretta contabilizzazio-

solo rating di bilancio, stante l’inelasticità

revoca costituisce un’anomalia. Bisogna

ritardo nei pagamenti dovuti; numero di

di visibilità “catturata” una sola volta

evitare inoltre tassativamente quegli

operazioni effettuate per periodo; giro

all’anno, costituisce un peso imperfetto.

sconfini che vengono poi segnalati

fondi ripetuto da un istituto all’altro;

C’è da dire che purtroppo, a volte, anche

alla Centrale Rischi, divenendo

grado di frazionamento del portafoglio

la scarsa formazione-esperienza degli

così visibili a tutto il sistema. La CR,

presentato. Non sempre in azienda si ha

amministrativi di alcune aziende va a

ovvero l’analisi andamentale esterna,

l’accortezza di porre attenzione ai fidi a

incidere negativamente sul loro rating.

permette di monitorare la fiducia che

scadenza e non intervenire per tempo

il sistema nutre verso l’impresa e di

con proroghe oppure con l’estinzione,

Occhio alla tesoreria

venire a conoscenza, nel giro di 2 mesi,

comporta la segnalazione di uno

Innanzitutto, vanno analizzati

di fenomeni indicatori di difficoltà

sconfinamento, circostanza che verrà

correttamente gli affidamenti concessi:

finanziarie. Bisogna evitare anche insoluti

letta da tutte le banche. Se consideriamo

l’utilizzo corretto può essere quantificato

dei clienti che vanno a peggiorare il

che nel caso delle PMI le risultanze

nel 50-60% dell’accordato ma,

giudizio di merito della banca verso

dell’analisi andamentale incidono sul

saltuariamente, si può arrivare anche

l’impresa. Giornalmente, ogni istituto può

rating mediamente per il 50%, fino ad

all’80%. L’utilizzo del fido a revoca deve

monitorare poi il puntuale pagamento

arrivare al 70% per

essere un’eccezione. Se è continuativo,

delle fatture anticipate (ad es. fatture

le banche territoriali

vuol dire che l’azienda ha una situazione

non scaricate per oltre 90-120 giorni

(per le imprese con

finanziaria squilibrata ed è meglio che

oltre la scadenza), finanziamenti

corra subito ai ripari. Per noi, infatti, in

import in essere per oltre 90 giorni

banca, il prolungato utilizzo del fido a

dalla relativa scadenza, giorni medi di

LA CR È AGGIORNATA CON DATI DI DUE MESI FA, MENTRE I BILANCI SONO BEN PIÙ DATATI

Centrale rischi Garanzie Analisi dei bilanci Informazioni qualitative

INSIDE THE BANK

L’ AUTORE, FRANCESCO MEGNA FUNZIONARIO DI BANCA

59 59


FINANZIARE L’IMPRESA

C’È ANCHE UN WORLD CHECK

ne, il procrastinarsi di segnalazioni pregresse e lettere, altri ancora solo lettere... «Ma se si che possono generare un peggioramento delanalizza l’azienda in modo critico allargando lo stato del rapporto. È dunque compito imlo spettro di analisi ad elementi quali i biprescindibile dell’azienda verificare costanlanci, il settoriale d’appartenenza, la verifica temente la presenza di errate segnalazioni degli information provider – puntualizza il e provvedere tempestivamente a chiederne socio fondatore di Ratinglab – si può essere la rettifica. Una CR regolare e priva di errate in grado di capire quale sarà il rating che una segnalazioni permette una corretta perceziodeterminata banca le assegnerà, e quindi inne del rischio da parte del sistema creditizio, dividuare le strategie per migliorarlo». Per calmiera il costo del questo il supporto di LE AZIENDE DEVONO VERIFICARE denaro, migliora il raun consulente di fiLA CORRETTEZZA DEI DATI RIPORTATI ting e in ultima istannanza aziendale, o di NELLA CENTRALE RISCHI. NON È RARO za facilita l’accesso al IMBATTERSI IN ERRATE SEGNALAZIONI rating advisory come credito. Va comunque va di moda dire oggi, ricordato che ciascun Istituto Bancario ha il può rivelarsi molto utile: «La CR è come un proprio algoritmo per determinare il rating esame del sangue: sapere che è sballato è il aziendale, che viene espresso spesso anche primo passo, ma poi si devono fare i necessain modo diverso da banca a banca – in alcuri approfondimenti, e per questi è opportuno ni casi abbiamo solo numeri, in altri numeri rivolgersi al medico» conclude Vimercati.

Una sorta di Centrale Rischi globale, che comprende dati sensibili inclusi i precedenti giudiziari. È World-Check, un database molto utilizzato da banche e istituti finanziari: lo usano 49 dei primi 50 al mondo. Ne sa qualcosa un’imprenditrice italiana che ha avuto un’indagine a suo carico per false fatturazioni, conclusa con la “non menzione” dalla Cassazione. Per la giustizia italiana, insomma,

di quell’indagine non doveva rimanere traccia. Ma dopo un anno la stessa imprenditrice si è vista revocare il rapporto bancario con una banca svizzera. Motivo: l’istituto di Lugano si affida a World-Check, ed è così venuta a conoscenza di quel precedente che avrebbe dovuto restare nascosto. L’imprenditrice si è rivolta alla Procura di Milano, che ha indagato arrivando però a un nulla di fatto.

INSIDE THE BANK

più di 50 milioni di euro di fatturato

incidere poco sul modello di rating ma

il suo giudizio può incidere per una

incide per circa il 40%) va da sé che

che concorrono invece, e spesso in

classe. Migliorare il proprio rating

una gestione attenta della tesoreria è

maniera determinante, a far maturare la

è quindi possibile; oltre a quanto già

una priorità assoluta per le imprese.

decisione di affidare o meno l’impresa.

esposto l’azienda dovrebbe equilibrare

In buona sostanza, l’introduzione dei

Un buon funzionario di banca valuta

il rapporto tra capitale investito ed

modelli di rating, in un certo senso ha

attentamente, ad esempio, la capacità

indebitamento bancario; nonché la

rivoluzionato il rapporto banca/cliente,

dell’azienda di affrontare efficacemente

composizione del debito fra debiti a MLT

con l’obiettivo di raccogliere un maggior

il mercato e quindi di adottare scelte

e debiti a BT. Ma soprattutto intervenire

numero di informazioni e rendere più

strategiche vincenti. Le nostre analisi

sugli oneri finanziari. Il rapporto tra

efficace ed efficiente la relazione. Rating

spaziano dal settore di riferimento

oneri finanziari e fatturato ha un certo

e CPC, tra l’alto, consentono un’analisi

alla “storia” dell’azienda fino al tipo

peso nella determinazione del rating. Se

più approfondita, obiettiva e tecnica dei

di governance; dall’organizzazione

gli interessi passivi sui debiti bancari

fenomeni aziendali: una foto “immediata”

aziendale all’esistenza delle funzioni di

hanno un’incidenza di più del 4% del

cioè della posizione del cliente che facilita

controllo di gestione e di pianificazione

fatturato significa che l’impresa è

la relazione tra operatori economici,

pluriennale, dalla successione ad

troppo indebitata. Fondamentale poi, è

rendendola più trasparente e obiettiva.

eventuali tensioni interne.

la gestione del capitale circolante. Un

Fatte queste analisi, si compila un

circolante gestito bene può generare

Contano anche le tensioni interne

questionario qualitativo al quale vengono

liquidità. Al contrario un circolante

Ci sono anche altri elementi che

allegati tutti i fenomeni sopra descritti

gestito male, la liquidità, finisce per

apparentemente, sembrerebbero

(rating, CPC). Nella migliore delle ipotesi,

assorbirla.

60


CREDITO&MERCATI

Il debito privato sale in Italia, per Experian è segno di fiducia

Tasso di rifiuto 2017 su persone fisiche 40,0%

30,0% 25,0% 20,0%

Il neonato Osservatorio sull’indebitamento ha analizzato le posizioni creditizie: nel 2018 cresciute le richieste di leasing, i prestiti personali e finalizzati di Francesco Condoluci

G

PERSONALE 37,0%

35,0%

15,0%

RTL 25,1%

FINALIZZATO 23,1%

LEASING 15,3%

10,0% 5,0% 0,0% L’ANDAMENTO DEI PRODOTTI RATEALI (DATI EXPERIAN). A DESTRA CARLO GABARDO

li italiani sono tornati a investire e rio nel suo primo report semestrale, è un sespendere in beni durevoli. Il leasing, gno di ripresa di fiducia nel futuro. «Il credito che sembrava andato in pensione neal consumo in Italia cresce in maniera sostegli anni più duri della crisi, si rilancia e conquinuta e stabile come in tutta l’Ue – spiega Carlo sta sempre più persone (fisiche più che giuriGabardo, Head Of Analytics di Experian Italia diche). Aumentano i prestiti personali, oltre a – finché permarranno le condizioni favorevoli quelli finalizzati e, in parallelo, il tasso di acattuali dell’economia reale e finanziaria, con cettazione delle richieste. Consumatori, protassi di interesse ancora stabili, il trend posifessionisti e imprese richiedono credito cioè tivo sarà mantenuto. La previsione, inoltre, è in condizioni tali da guadagnarsi l’esito favoquella di una crescita in larga parte “sana” e revole da parte delle istituzioni finanziarie. Il sostenibile, visti gli attuali tassi di insolvenza mercato del credito al dettaglio, in sostanza, ai minimi storici». Entrando nel dettaglio dei gode di buona salute. prestiti finalizzati, un È questa la fotografia dato emblematico, «IL CREDITO FINTECH INSISTE SULLA CAPACITÀ DI SPESA/RIMBORSO DEI del debito privato del tra quelli raccolti, è CONSUMATORI, CHE PERÒ POTREBBE Belpaese, scattata nei l’incremento (+14%) NON ESSERE RILEVATA PIENAMENTE» primi 6 mesi del 2018, delle richieste di leadall’Osservatorio sull’indebitamento di Expesing: valore in netta controtendenza rispetto rian, uno dei Sistemi di Informazione Creditialla prima fase congiunturale post-2008. A zia (SIC) più influenti tra quelli presenti in Itatrainare il segmento è sempre la componenlia. Un nuovo strumento di monitoraggio che te “auto” dove una quota consistente delle attinge da un archivio contenente decine di richieste arriva dalle finanziarie captive delle milioni di posizioni creditizie, raccoglie le ricase automobilistiche (+17% di crescita e un chieste e le concessioni di credito al dettaglio peso di circa il 50% sul totale erogato) e a col(leasing, prestiti personali e finalizzati) e anapire è il fatto che le operazioni con persone lizza un campione che rappresenta la quasi tofisiche rappresentino ormai il 43% del totale talità del mercato per mettere a fuoco lo stato (+15%): è l’avvio di un megatrend che vedrà dell’indebitamento privato nazionale. E per gli la proprietà individuale dell’auto andare in analisti, la crescita generalizzata della richiesoffitta nei prossimi anni? Forse, ma per ora sta di finanziamenti, registrata dall’Osservatoil numero dei prestiti finalizzati dice che il

“possesso” della macchina è ancora preferito rispetto a forme di utilizzo alternative. Anche i prestiti personali, quelli non finalizzati cioè a un acquisto specifico, sono aumentati di circa il 12% rispetto al 2017 e hanno registrato una crescita leggermente maggiore nel settore bancario (+13%) rispetto alle finanziarie (+10% circa). Il tasso di accettazione, nella fattispecie, è meno elevato (60% contro il 75%-85% dei prestiti finalizzati) per via della maggiore rischiosità. La qualità del credito messa in atto dagli operatori, insomma, si traduce in tassi di insolvenza a livelli mediamente molto bassi: e questo fa ritenere che gli operatori del mercato siano usciti dalla crisi finanziaria con strumenti e processi più robusti che in passato. Ma attenzione: «La situazione non è totalmente esente da rischi, potremmo essere in presenza di un effetto bolla – ammonisce Gabardo – ce lo fa pensare la crescita vertiginosa del settore auto, tradizionale volano del credito al consumo per via delle sue caratteristiche tipicamente cicliche. Negli Usa, normalmente precursori del ciclo economico rispetto all’Europa e dove i tassi di interesse sono in risalita, il settore auto infatti sta registrando un aumento delle insolvenze».

61


FINANZIARE L’IMPRESA WIN THE BANK

SONO SEMPRE LE BANCHE LOCALI A SOSTENERE LE PICCOLE IMPRESE Le BCC sono state le più vicine alla piccole e micro aziende durante il Credit Crunch. E anche un tal Enzo Ferrari riuscì a ottenere denaro soltanto grazie a un istituto locale di Valerio Malvezzi

C

hiunque provi a difendere il sistema delle banche locali italiane viene sistematicamente accusato di essere retrogrado, populista e amante dello spreco. Una certa parte dei giornali ha tentato, per anni, di far passare nel cittadino l’equazione localismo uguale a ingerenza politica. In parte, ci sono riusciti. Molta gente pensa ancora che l’efficienza sia nel privato e il male assoluto nel pubblico, che la politica sia il peggiore dei mali e che portare al “mercato” il nostro Paese sia la soluzione di tutti i mali. Come sia andata, è sotto gli occhi di tutti. Il sistema bancario italiano è un anello di trasmissione tra la domanda di moneta e l’offerta di moneta di tutto il comparto produttivo, poiché il nostro non è un Paese di piccole e medie imprese, come ci raccontano da anni, ma di piccole e micro imL’AUTORE VALERIO MALVEZZI, PARTNER WIN THE BANK E PROFESSORE A CONTRATTO PRESSO L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA.

62

UN GIOVANE ENZO FERRARI, CHE RIUSCÌ AD AVERE UN FINANZIAMENTO DA UNA BANCA LOCALE DOPO IL DINIEGO DI ISTITUTI PIÙ GRANDI

prese. Queste imprese, che cumulativamente gandovi che l’economia sia una scienza esatta, compongono la quasi totalità del mercato mentre io sostengo esattamente l’opposto. italiano e danno da mangiare alla più parte L’economia, essendo una scienza sociale il cui dei dipendenti del settore privato, raccolgofine ultimo è quello di trasferire la ricchezza no meno del 20% del credito totale. Di più, in da una parte all’altra, non può essere avulsa questi ultimi tre anni, altri dati ci dicono che il da logiche soggettive e sociali. La gravità di credito sia stato asimmetrico, cioè sia andato questa considerazione è che l’aver escluso la sempre più verso le medie e grandi imprese, e politica da questa discussione ha portato a sempre meno verso le piccole e – soprattutto gravissime scelte, con la pretesa del tecnici- micro. È in tale contesto che va letta la rivosmo della discussione. Non v’è nulla di tecnico luzione delle Banche di Credito Cooperativo, nel decidere che chi è piccolo debba morire di cioè di una “non riforma” che snatura gli stessi sete, mentre chi è grande possa bere a dismiprincipi ispiratori di un mondo nato proprio sura. Non v’è nulla di oggettivo nel ritenere per dare assistenza, che il mercato si debin logica ai tempi sia LA “NON RIFORMA” DELLE BCC CI PORTA ba equilibrare da sé, cattolica sia liberale, INDIETRO DI 150 ANNI, QUANDO I PICCOLI in luogo di dirigerlo a IMPRENDITORI NON AVEVANO ACCESSO proprio a quei ceti che AL CREDITO, TRANNE CHE DAGLI USURAI fini di pubblico inteil credito non potevaresse. Non v’è niente no avere, se non dagli usurai. Nell’Ottocento di certo nel ritenere che aggregando le diffei nostri predecessori capirono che la grande renze, annullandole e immettendo capitali finanza non avrebbe mai finanziato imprese presi da un mercato spersonalizzato si possa locali, ma che le imprese locali avrebbero porendere più stabile un sistema e non all’optuto, se finanziate, diventare globali. Una, tra posto – come io ritengo – aumentare ancor di tutte, merita di essere ricordata, ed è quella più le differenze e le sperequazioni, creando di Enzo Ferrari, che ottenne il denaro proprio le premesse per una maggiore instabilità, che da una banca locale, dopo essersi visto chiupotrebbe alla fine degenerare in rivolta. Se dere le porte da molte altre più blasonate. v’è qualcosa che mi fa ritenere che tale sceOggi, sembra di tornare indietro di 150 anni, nario sia irrealistico non è il suo verificarsi, mentre gli organismi di vigilanza europea ci ma la capacità di reazione della società, per raccontano che si tratta di modifiche normaeffetto del progressivo invecchiamento della tive improntate al progresso. Lo fanno spiepopolazione; le rivoluzioni le fanno i giovani,


non i vecchi. Ciò che invece mi preoccupa è che quei giovani, in un contesto nel quale, in molti territori italiani, le piccole imprese non potranno dar loro lavoro perché prive delle fonti finanziarie per proseguire, emigreranno. Pensare che le banche non abbiano anche un ruolo sociale è semplicemente cecità. Perché le cose sono due, ed Aristotele insegnava che una cosa può essere o vera o falsa, ma non entrambe. O riteniamo infatti che le banche debbano anche avere – come hanno avuto per molti decenni – un ruolo sociale e di sostegno socio territoriale, anche morale, anche etico e anche di annullamento delle diseguaglianze sociali, o lo neghiamo. Se lo neghiamo, allora facciamo bene a non salire sulle barricate per impedire che prosegua una visione del mondo finanziario destinata a spostare l’erogazione della ricchezza a favore dei più ricchi e della speculazione finanziaria internazionale, che non parla di derivati e titoli di livello due e tre, ma che al contrario ammonisce sui livelli patrimoniali delle banche e sugli NPLs. Salvo poi scoprire, a conti fatti, che quei deteriorati sono stati prodotti, in maggior parte, proprio dalle grandi imprese e non dai tanto vituperati piccoli. I quali - i piccoli dico – si troveranno domani a un bivio; farsi comperare dai grandi, ammesso che questi siano interessati, o sparire dal mercato. Esattamente come, per le banche, è stato deciso. Che questa non sia una questione tecnica ma una battaglia per una certa visione del mondo mi pare evidente. Si tratta di iniziare a confutare tesi preconcette ed errate, a partire da quella di una presunta “crisi” che altro non è che un cambiamento deliberato e pianificato di sistema economico. Per non dirlo e per non affrontare la vera questione, che è chiedersi perché le piccole imprese e le famiglie non riescano più a rimborsare i prestiti, e per non cambiare strada e cambiare modello economico, si preferisce annullare ogni voce dissonante e ogni modello non standardizzato atto a garantire il pluralismo e tutelare le differenze. Per tali ragioni raccomando al Parlamento di non cedere alle lusinghe del pensiero unico e di continuare a difendere le nostre differenze, prima di tutto

di pensiero, di visione del mondo e di nostra idea di società. Non serve essere economisti per capire quale sia la strada giusta; basta scendere per strada, per vederlo. Le banche di credito cooperativo rispettano pienamente quel criterio di tutela del risparmio, di cui all’art. 47 della Costituzione, e di mutualità, di cui all’art. 45 della stessa, che la riforma proposta dal vecchio governo non può garantire. Consentire a fondi speculativi esteri di entrare nel capitale significa condannarle alla stessa fine segnata per le banche di maggiori dimensioni. IL MONDO POLITICO DEVE DECIDERE SE STARE DALLA PARTE DELLA MICRO E PICCOLA IMPRESA OPPURE DA QUELLA DELLA SPECULAZIONE FINANZIARIA

Basti osservare chi siano i primi dieci azionisti delle società quotate per scoprire che le grandi banche italiane, di italiano, hanno ancora il nome. Basti poi osservare la struttura patrimoniale di molte BCC, oppure il cost income ratio, per convenire sul fatto che avessero, al momento in cui si propose la riforma, indicatori non dissimili né peggiori a quelli di molte banche in forma di società per azioni. Non vi era dunque alcun requisito di necessità o urgenza, se non quello di rimuovere un ostacolo al progetto di oligopolio bancario in atto a livello mondiale. Basti soprattutto analizzare

come sia stato il mondo delle BCC quello più vicino, insieme alle piccole popolari, al tessuto della piccola e micro impresa, soprattutto negli anni del Credit Crunch. Senza il loro contributo di politica creditizia anticiclica, lo sfacelo economico imprenditoriale, che ha condotto molte micro imprese al fallimento e taluni imprenditori al suicidio, sarebbe stato probabilmente peggiore. A coloro poi che avanzeranno la pretesa di NPLs drammatici, basti segnalare che gli indicatori sotto tale profilo, pur considerando il maggior rischio assunto per la citata azione anticiclica, non sono sensibilmente difformi da quelli delle banche in forma di società per azioni. Ciò che, invece, è radicalmente difforme è la struttura del rischio, semmai; non troverete mai, nelle banche di credito cooperativo come sono oggi, prima della riforma, livelli di asset speculativi di livello due e tre (derivati et similia) comparabili a quelli delle grandi banche speculative, orientate al mercato finanziario, specialmente dei paesi nord europei. Di qui, il mondo politico deve decidere, semplicemente, da che parte stare. Da una parte vi è il mondo della micro e piccola impresa e delle famiglie, che non hanno affatto bisogno di una riforma che apra il mondo locale alla logica speculativa dei fondi, dall’altro vi è, all’opposto, il mondo della speculazione finanziaria, quello che spinge per parlare solo di NPLs. È tutto qui.

I NUMERI DELLE BANCHE SUL TERRITORIO 440 Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali 3.499 sportelli (1° Gruppo bancario in Italia per numero di sportelli e ritmi di crescita) Presenza diretta in 2.390 COMUNI ed in 98 PROVINCE 744 MILA soci 4 MILIONI clienti 26.400 MILA dipendenti 97,9 MLD DI EURO raccolta diretta complessiva 78,8 MLD DI EURO impieghi (6° Gruppo bancario in Italia per impieghi) 13 MLD DI EURO patrimonio (3° Gruppo bancario in Italia per patrimonio) 63


FINANZIARE L’IMPRESA LA SFIDA DI PASSERA

Arriva la banca che presta soldi perfino a chi ne ha bisogno Ritorno alla grande dell’ex capo di Intesa e ministro dello Sviluppo: «La nostra banca specializzata potrà salvare imprese e posti». Con un nome semplice: illimity di Sergio Luciano

DA SINISTRA, LA SQUADRA DI PASSERA (AL CENTRO): FRANCESCO MELE, CARLO PANELLA, ENRICO FAGIOLI E ANDREA CLAMER

«LA NOSTRA BANCA SI PROPONE ENTRO CIN-

Cioè, dottor Passera, come ci torna?

QUE ANNI DI AVERE IN BILANCIO 7 MILIARDI

Con una banca specializzata nel credito alle

DI CREDITI, UN PATRIMONIO DI 1,2 MILIARDI E UTILI PER 300 MILIONI DI EURO, AVENDO GIÀ DISTRIBUITO 100 MILIONI DI DIVIDENDI. In più, questi risultati saranno raggiunti facendo una

cosa utile al nostro Paese, cioè salvando aziende e posti di lavoro»: è un ritorno alla grandissima

quello di Corrado Passera con la sua “illimity”, la banca specializzata che ha costruito e lanciato in

Borsa, raccogliendo oltre 600 milioni di euro attraverso una “spac” chiamata Spaxs, la più grande

mai collocata in Europa. Un ritorno alla grandissi-

ma nel business dove ha fatto meglio - con quello delle Poste - il credito, appunto. È stato senza dub-

aziende medio piccole che vanno bene, ma non

Be’, cominciamo a dire che molte banche sempli-

e a quelle che vanno male ma delle quali si può

genere di crediti dai loro bilanci per ragioni di

il loro potenziale; a quelle che non vanno bene,

ma che possono ancora rimettersi in carreggiata; ancora salvare qualche “pezzo”. Sarebbe stato

poco utile dedicarci alle molte aziende forti che

già vanno bene e che hanno la fila di banche fuori dalla porta.

IL CROSSOVER È IL CREDITO ALLE AZIENDE CON BASSO RATING. LE ANALIZZEREMO CON UN APPROCCIO INDUSTRIALE, E SE CI CONVINCERANNO, LE FINANZIEREMO

successo, creatore dell’unica banca italiana oggi

Cioè preferirete quelle malconce?

europeo, IntesaSanpaolo, che lasciò nel 2011 per una “chiamata” della politica nel governo di emer-

per crossover intendiamo il credito alle aziende con basso rating, dalla scarsa “affidabilità” tradi-

dal solido “ancoraggio” nazionale e dal respiro

Direi quelle con potenziale ancora da esprimere:

genza di Mario Monti e che lo vide, su indicazione

zionale eppure potenzialmente ricche di possibi-

nomico e delle Infrastrutture e Trasporti. Si devono a Passera le poche cose utili – oltre alla riforma

Fornero – che hanno giovato al Paese: start-up,

mini-bond, riordino degli incentivi, Strategia Energetica e molto altro. Ma la politica è acqua

passata per il banchiere comasco, tornato ora, e

da imprenditore, al vecchio amore: il credito appunto, ma quello “più difficile”.

64

Scusi, ma come farete a riuscire voi dove le grandi banche falliscono?

ricevono il supporto necessario per sviluppare

bio, e a conti fatti, il banchiere italiano di maggior

diretta del Quirinale, ministro dello Sviluppo Eco-

stock e transazioni da qui al 2023.

lità di sviluppo. Noi analizzeremo queste aziende

“second tier” con un approccio industriale e se

ci convinceranno, le finanzieremo. E poi affiancheremo le banche tradizionali nello smobiliz-

zare sia i cosiddetti UTP (gli Unlikely To Pay o “incagli” che dir si voglia) che i famigerati NPL

(i Non Performing Loans o “sofferenze”). Stiamo parlando di mercati enormi e relativamente poco serviti: quasi 500 miliardi di euro tra attuali

cemente non sono interessate a queste attività mentre altre sono “pressate” a togliere questo

ratios patrimoniali. Sono settori di attività dove bisogna investire in tecnologia, ma soprattutto

in competenze ed esperienza e pochi lo fanno.

Forse nessuno fa ciò che faremo noi per dare ai nostri clienti il meglio delle competenze disponi-

bili nei vari settori. Molti dei nostri “originatori” e “sviluppatori”, infatti, saranno ex dirigenti d’im-

presa con successi e lunghe esperienze sul campo: li abbiamo chiamati “tutor”. Lavoreranno con

professionisti bancari pure con grande esperienza, ma aggiungeranno quella conoscenza diretta

degli imprenditori e delle imprese che ci darà un chiaro vantaggio competitivo.

E cos’altro avrete?

Molti vantaggi competitivi soprattutto rispetto alle medie banche generaliste. Loro in questa

fase storica sono concentrate a tagliare i costi, ri-

durre il portafoglio, fare fusioni, rimodellare i sistemi, tutte attività che distraggono dal business.

Noi, invece, non abbiamo zavorre, fardelli dal passato. Saremo inoltre una banca totalmente

digitale, senza mainframe e modulare fin dall’inizio per poter inglobare continuamente le miglio-


inseriti. Per facilitare i turnaround aiuteremo

sopra il 15% oltre a tutta una serie di guard-rail…

in banca…

esempio mantenere sempre in equilibrio le du-

le imprese clienti a trovare investitori nel loro capitale. Mi creda: sarà un bel modo di lavorare

CI RIVOLGEREMO ALLE AZIENDE CON POTENZIALE ANCORA DA ESPRIMERE: UN MERCATO DA 500 MILIARDI DI EURO ri tecnologie, senza back-office e senza carta. E mentre il Cost/Income dei concorrenti sta tra il

50 e il 100%, noi puntiamo al 30. Cercheremo di

qualificarci anche per i tempi di risposta: sì o no nel giro di ore, neanche in giorni. Rispetto ai concorrenti non bancari potremo giocarci un costo più basso della raccolta per proporre condizioni più vantaggiose.

Ma come si fa a valutare un finanziamento crossover… Quando si è in presenza di imprese con rating

Si potrà aprire un conto corrente presso di voi? Naturalmente sì, e contiamo di offrire entro i

primi mesi del 2019 una delle migliori customer experience nel campo dei servizi bancari digitali.

Nei primi mesi ci avvarremo del sistema di Banca Interprovinciale che abbiamo recentemente acquistato: una delle migliori piccole banche italiane.

Risparmio gestito?

No: i nostri depositi a termine ben remunerati saranno una alternativa molto valida al risparmio gestito per la nostra clientela web.

La vostra raccolta da dove arriverà?

Partiamo con un miliardo di euro in cassa, tra il

capitale di Spaxs e i depositi di Banca Interpro-

vinciale. Raccoglieremo depositi – soprattutto a termine – sia con la nostra piattaforma italiana

che appoggiandoci ad una delle migliori piatta-

forme europee. Poi i normali strumenti come interbancario, linee BCE, obbligazioni, cartolarizzazioni.

Ma scusi, se un vostro cliente vi chiede un prestito personale?

basso o senza rating la valutazione imprendito-

Un’altra

acquisizione o una fusione può essere il modo per

all’interno solo i pro-

riale diventa fondamentale e noi avremo i “tutor”

che gli altri non hanno. Certe volte finanziare una

trasformare un’azienda mediocre in una azienda performante. Nel caso soprattutto delle ristrut-

turazioni aziendali è inoltre necessario mettere intorno al tavolo competenze non solo di credito e di industria, ma anche di equity, immobiliari,

legali specialistiche e questo noi vogliamo fare. E sempre di più varrà la capacità di maneggiare

i cosiddetti big data e le tecniche di intelligenza

caratteristica

della nostra banca sarà

quella di “produrre”

dotti e i servizi dove

Per questo gli investitori vi amano.

Anche perché sanno che noi fondatori cominceremo a guadagnare solo quando gli altri azionisti avranno maturato un rendimento di almeno

il 60%, solo allora potrò convertire l’80% delle

mie azioni speciali in azioni ordinarie, e col mio pacchetto servirò le stock option della prima linea manageriale.

Vi fidate molto del vostro progetto.

L’abbiamo studiato a fondo, ma soprattutto mi

convince la qualità professionale e umana del-

le persone che compongono la squadra. Non ci

avrei messo faccia e patrimonio personale se non

ci credessi fortemente. E sono convinto che possa essere utile al nostro Paese. Come dico spesso,

non c’è soddisfazione più grande per un banchiere che sentirsi dire da un imprenditore: “Grazie a lei ce l’ho fatta!”. È anche una bella prova di fiducia nel sistema Italia: due terzi del capitale che abbiamo raccolto è internazionale.

Allarghiamo il discorso al futuro del settore: cosa accadrà? Ci saranno alcune ban-

che grandissime che rimarranno forti e alcune

lo diventeranno ancora

di più. JPMorgan ci sarà

disposizione dei nostri clienti e porteremo loro

nuove banche specializzate che potranno in alcu-

resto verrà attraverso partnership. Mutui, crediti

personali, assicurazioni saranno ovviamente a le migliori proposte disponibili sul mercato.

Al mercato siete piaciuti. Soddisfatti, voi fondatori?

4 miliardi di impieghi totali e un chiaro utile di

per prudenza nel nostro piano non li abbiamo

tanti a poterlo garantire.

sempre anche e così pure IntesaSanpaolo in Ita-

Faremo credito, ma acquistando Utp ci troveContiamo di realizzare dei capital gain, anche se

rate della raccolta e degli impieghi. Non sono in

pensiamo di essere molto competitivi: tutto il

Ci siamo dati obiettivi sfidanti, ma raggiungibi-

remo talvolta a trasformare debito in capitale.

Sì, insomma: ulteriori precauzioni come per

IN FUTURO NEL SISTEMA BANCARIO CI SARANNO ALCUNE BANCHE GIÀ OGGI GRANDISSIME CHE LO DIVENTERANNO ANCORA DI PIÙ, ALTRE SARANNO CINESI

artificiale. Investiremo molto su entrambi i fronti.

Prenderete partecipazioni nelle aziende clienti?

I guard-rail?

li e solo quando li avremo raggiunti e superati

lia. Aspettiamoci qualche grandissima cinese. Ma tra i new winners in futuro ci saranno tante

ni casi dare soddisfazioni ai loro azionisti anche superiori.

Ultima curiosità: cosa c’è veramente dietro il nome “illimity” che avete voluto dare alla vostra nuova banca ?

potremo considerarci soddisfatti: già nel 2020,

È un nome che potrebbe sembrare presuntuo-

talizzare 300 milioni di utili, pur con un profilo di

partita della crescita insieme a tanti altri impren-

bilancio. E come dicevo nel 2023 puntiamo a to-

rischio contenuto, e con un Core Tier 1 sempre

so, ma non lo è. C’è dentro l’impegno a superare molti vincoli e formalismi attuali e a giocare la ditori come noi.

65


FINANZIARE L’IMPRESA L’INTERVISTA

«La Borsa funziona e merita tempi certi e meno burocrazia» Intervista con Andrea Sironi, presidente di Borsa Italiana Spa: «I nostri costi sono competitivi nel mondo e infatti lo scorso anno il mercato ha reagito bene alla nuova attenzione posta dalla politica al settore» di Sergio Luciano «BORSA ITALIANA PONE SEMPRE MOLTO IMPEGNO E ATTENZIONE NEL FAVORIRE IL CONTATTO TRA INVESTITORI ED EMITTENTI. HA MERCATI LIQUIDI ED EFFICIENTI CHE ATTRAGGONO SEMPRE PIÙ SOCIETÀ E INVESTITORI. Nel prossimo futuro sono ottimista che

questo quadro già positivo possa ulteriormente migliorare, perché anche l’authority – la Consob

– ha dato chiari segnali di voler contribuire ad

punto. Come Borsa siamo una società rigorosa-

ripresa delle nuove quotazioni ha contribuito

Consob e Bankitalia, che è costruttivo e positivo.

volta una grande attenzione al mercato dei ca-

mente regolamentata. Ed è giusto. Il nostro im-

pegno è nel dialogo con gli organi di vigilanza, Ovviamente poi l’attenzione per le esigenze di chi emette e colloca titoli in Borsa è sempre per noi massima.

Non è che però voi come Borsa costate troppo?

aumentare la competitività del mercato azio-

No guardi, i nostri costi sono competitivi rispetto

competitività del mercato. Su questo fronte sono

dei costi di quotazione. E’ chiaro che il costo

nario. È infatti fondamentale sia perseguire la

finalità della protezione del risparmiatore, sia la

apprezzabili le indicazioni date dal nuovo pre-

ANDREA SIRONI, PRESIDENTE DI BORSA ITALIANA SPA

a quelli di molti mercati internazionali e rappre-

sentano una porzione estremamente limitata

anche un atteggiamento del governo che, al di là delle misure adottate, ha mostrato per la prima

pitali e una forte consapevolezza sul fatto che la Borsa sia una leva strategica per lo sviluppo del

Paese e che in Italia ci sia bisogno di diversificare le fonti del finanziamento delle imprese, allonta-

nandosi dallo storico modello bancocentrico. E da questa consapevolezza sono nate misure innovative importanti, l’ultima è quella del decreto che riforma l’aspetto fiscale della quotazione

Dunque diceva che la Borsa come azienda va bene...

mercato” . Con Consob abbiamo un dialogo molto

AUSPICHIAMO CHE GIÀ NEL SECONDO SEMESTRE LE OPERAZIONI IN CORSO POSSANO TROVARE L’APPREZZAMENTO DA PARTE DEGLI INVESTITORI

Quest’anno Aim Italia sta continuando a cresce-

Andrea Sironi, economista, presidente di Borsa

complessivo di una quotazione, di cui i più con-

Mta. Il rallentamento nei primi mesi dell’anno è

nomy spiega perché.

per le aziende che decidono di intraprendere

sidente Nava nel corso della prima “relazione al

attivo e penso ci potrà essere una forte evoluzione positiva».

Italiana, è positivo sull’evoluzione del mercato

borsistico italiano e in questa intervista ad Eco-

Cosa si aspetta dalla Consob, presidente? Guardi, non servono rivoluzioni. C’è un tema di maggior certezza sui tempi e sulle procedure. Si può per esempio lavorare sull’ampiezza del prospetto, valutandone uno snellimento.

Ma non crede che ci sia, nel settore, un’iperburocratizzazione che ci nuoce? Il tema dell’iperburocrazia ci tocca fino a un certo

66

sistenti sono quelli per intermediari, consulen-

ti, legali, revisori, possono risultare importanti

un percorso di quotazione in Borsa, soprattutto per le piccole aziende, anche se l’introduzione di un credito di imposta sui costi per PMI che si quotano va proprio nella direzione di alleggeri-

re i costi di quotazione per le aziende di minore dimensione.

Siete soddisfatti dell’andamento aziendale? Dunque: nel 2017 siamo andati molto bene. Alla

re e consolidarsi. Ci aspettiamo di superare il

numero di quotazione del 2017. Siamo invece un po’ indietro per quanto riguarda il mercato

stato causato in particolare dall’incertezza poli-

tica che abbiamo vissuto, che ha contribuito ad innalzare per un po’ il rischio-Italia sui mercati

internazionali e ha causato uno slittamento e in alcuni casi annullamento di alcune operazioni di

quotazione. La situazione si è ora tranquillizzata e stabilizzata e auspichiamo che già nel secondo

semestre le operazioni in corso possano trovare l’apprezzamento da parte degli investitori, sia domestici che internazionali.

Presidente, è entrata in vigore da poco la direttiva europea Mifid 2 che regolamenta


LA MIFID 2 HA AVUTO UN IMPATTO MINORE DI QUEL CHE MOLTI SI ASPETTAVANO ED HA COMPORTATO ONERI DA ATTUTIRE

ticolarmente rilevante soprattutto sul piano dei

era realmente necessario. A fronte di questa si-

fattori che hanno determinato questa reazione,

pubblica. Per cui credo, personalmente, che chi

costi, ma non mi sembra che ci sia stata una ri-

duzione dei volumi. E’ difficile analizzare i vari direi che l’effetto sui comportamenti della clientela è stato neutrale. Peraltro la Commissione eu-

ropea sta raccogliendo i feedback dagli operatori degli Stati membri e probabilmente qualcosa col tempo verrà modificato.

Parlando a lei come economista: che pronostici farebbe sull’andamento mondiale dell’economia e quindi dei mercati finanziari?

in modo più stringente di prima il risparmio gestito. Ma chi si aspettava sfracelli è rimasto deluso!

Guardi, è la prima volta che un’economia già in

piena occupazione – quella americana - viene sottoposta a forti stimoli di politica fiscale. E’

Sì, sembra anche a me che l’impatto della Mifid

chiaro che nel breve questo dato di fatto senza

2 non sia stato al momento particolarmente

precedenti ha avuto un forte effetto sui mercati.

rilevante. Ci si aspettava che dalla maggior trasparenza imposta potesse scaturire un aumento porta dietro oneri di tipo procedurale, solo noi

so da Trump sul sistema finanziario – che lui ha

più di un anno. Sugli intermediari finanziari mi

trovato in ottime condizioni - probabilmente non

sembra invece che abbia avuto un impatto par-

viamente in questi macrofenomeni si registra

sempre uno sfasamento temporale e quindi questa situazione che oggi mi sembra un po’ drogata, potrebbe generare contraccolpi fra due o tre anni.

Infine, presidente. Lei segue con attenzione l’evolversi del fintech, è anche membro dell’advisory board di un’azienda tecnologica specializzata nel robo-advisory, come Deus Technology. Che pronostici farebbe sull’impatto dell’hi-tech nella gestione del risparmio?

svolta ormai dagli algoritmi che è sempre più

potrebbe generare dei rischi, lo stimolo impres-

dedicato uno staff di personale qualificato per

a gestire una situazione più complicata. Ma ov-

utilities… Secondo me sul medio-lungo termine

questo choc energico sull’economia americana

per implementarla nei nostri processi abbiamo

erediterà la prossima amministrazione si troverà

E’ chiaro che l’impatto dell’innovazione digitale

stino pesano molto i comparti finanziari e delle

questo pare non essere successo. La Mifid 2 si

deterioramento delle condizioni della finanza

Il confronto con l’Italia è difficile, negli Usa il peso dell’hi-tech è elevatissimo, mentre sul nostro li-

della concorrenza e un calo dei prezzi, ma tutto

tuazione privata ottimale, fa fronte negli Usa un

I nuovi collocamenti in Borsa dal 2013 ad oggi TOTAL

MTA

AIM ITALIA

MIV

2013

28

4

15

1

2014

28

6

22

-

2015

33

9

22

2

2016

19

6

13

-

2017

39

11

26

2

2018

27

1

25

1

sui mercati è già oggi molto potente. Sul versante del trading c’è tutta una parte di attività

rilevante, compresa la consulenza dei robo-a-

dvisory e dei robo-for-advisory che sviluppa tra gli altri la Deus. Noi, come Gruppo London Stock Exchange stiamo approfondendo lo stu-

dio del fenomeno blockchain, che potrà a sua volta avere un impatto significativo anche sulle

piattaforme di mercato come Borsa Italiana. Ma

attenzione: io credo che quest’impatto possa cambiare in meglio, ad esempio, i tempi di settlement o creare forme di raccolta diretta di ca-

pitali, sia su equity che su reddito fisso. Per un soggetto come Borsa italiana e il Gruppo Lse è importante restare sulla cresta dell’onda, diven-

tando sempre più efficienti e riducendo sempre

più i costi. Ma credo che noi, da sempre determinati a confermare un approccio molto aperto all’innovazione, siamo all’avanguardia rispetto

agli intermediari tradizionali. Detto ciò, è molto

difficile prevedere cosa potrà succedere. Posso solo dirle che stiamo continuando a investire molto sulle nuove tecnologie.

67


FINANZIARE L’IMPRESA

Gli incentivi pubblici al 4.0 fanno bene alla competitività 60% 50%

INDUSTRIA 4.0, I NUOVI BANDI DEL MISE PER ACCELERARE

40% 30% 20% 10% 0%

Un'indagine conferma il ruolo fondamentale delle politiche pubbliche per spingere le imprese verso il nuovo paradigma. Vanno in questa direzione due nuovi bandi dedicati all'industria, all'agrifood e ai macchinari innovativi al Sud

L’

indagine campionaria MET-MiSE, condotta tra ottobre 2017 e Marzo 2018 su un campione di 23.700 imprese operanti nei settori dell’industria e dei servizi alla produzione, ha evidenziato ancora una volta il ruolo determinante delle politiche pubbliche nel processo di convergenza delle imprese rispetto al paradigma dell’Industria 4.0. In tale solco, e nell’ottica di dare nuovo impulso agli investimenti in ricerca industriale, sviluppo sperimentale e competività delle imprese italiane, il Ministero dello Sviluppo Economico ha recentemente assegnato consistenti risorse ai bandi “Fabbrica intelligente, Agrifood e Scienze della Vita” - decreto 5 marzo 2018 - e “Macchinari Innovativi” - decreto 9 marzo 2018.

68

TABELLA A

Credito Iper e Start-up d'imposta Nuova Fondi di super Export e PMI R&S, Sabatini garanzia ammorinnovative Patent tamento box

Imprese tradizionali

12,8%

Imprese tradizionali con interventi 4.0 programmati

32,1% 10,0% 16,5%

3,1%

4,7%

Imprese 4.0

Altri Incentivi incentivi regioAlmeno Altri nazio- nali per un incentivi nali per R&S&I incentivo R&S&I

2,8%

0,8%

1,3%

1,2%

1,7%

4,4%

22,7%

7,7%

1,8%

4,7%

1,9%

5,9%

5,7%

47,8%

36,8% 17,0% 19,8% 11,3%

3,1%

6,7%

5,7%

9,5%

7,7%

56,9%

FONTE: RAPPORTO MISE-MET – LEGENDA: UTILIZZO DI INCENTIVI PUBBLICI, CONFRONTO TRA LE IMPRESE CHE UTILIZZANO TECNOLOGIE 4.0 E QUELLE CHE NON LE UTILIZZANO. VALORI PERCENTUALI 2017

c.d. tecnologie abilitanti (“KETs”): tecnoFabbrica intelligente, Agrifood e Scienze logie dell’informazione e comunicazione, della Vita – dotazione finanziaria pari ad nanotecnologie, materiali avanzati, biotecEuro 562,7 mln. 562,7 mln nologie, fabbricazione avanzata, spazio. Il bando agevola le imprese L’accesso alle agevolazioni, che sarà regoindustriali, agroindustriali, lato da uno specifico decreto attuativo del di trasporto, artigiane e di MiSE, sarà ammesso con due distinte proservizi alle imprese nonché, cedure: quella negoziale (accordi di innoa talune condizioni, i centri di vazione), per progetti di importo complesricerca e le imprese agricole, sivo compreso tra 5 milioni e 40 milioni, e che investono in ricerca induquella valutativa a sportello, per progetti striale e sviluppo sperimendi importo compreso tale nei settori della IL PRIMO BANDO DESTINA OLTRE 500 tra 800.000 e 5 miStrategia nazionale MILIONI DI EURO PER LA FABBRICA lioni di euro. I prodi specializzazione INTELLIGENTE, L'AGROINDUSTRIA E getti potranno essere intelligente “fabLE COSIDDETTE SCIENZE DELLA VITA presentati da singoli brica intelligente”, proponenti o congiuntamente, fino ad un “agrifood” e “scienze della vita”. L’obiettivo massimo di 3 soggetti per la procedura a del decreto è agevolare le iniziative tese al sportello e 5 per quella negoziale. Tali sogmiglioramento sostanziale di prodotti e getti, nel caso della procedura a sportello, servizi esistenti o all’introduzione di nuovi dovranno necessariamente risiedere nelle prodotti e servizi tramite lo sviluppo delle regioni meno sviluppate (Mezzogiorno) o in transizione (Sardegna, Abruzzo e Molise). NELLA FOTO L’AUTORE Per entrambe le procedure saranno ammesGIUSEPPE CAPRIUOLO, PARTNER DELL’UFFICIO se alle agevolazioni le spese sostenute per: DI ROMA DI RSM ITALY - personale dipendente e collaboratori tecnici; - strumenti e attrezzature nuovi, - servizi di consulenza ed altri servizi utilizzati per l’attività del progetto, inclusa


l’acquisizione o l’ottenimento in licenza dei risultati di ricerca, dei brevetti e del knowhow; - spese generali calcolate su base forfettaria nella misura del 25% dei costi diretti ammissibili del progetto, ad esclusione delle consulenze; - materiali impiegati nel progetto.

Fondi per la fabbrica intelligente nell’Agrifood e Scienze della Vita – 562,7 milioni di euro DIMENSIONE DELL'IMPRESA

RICERCA INDUSTRIALE

SVILUPPO SPERIMENTALE

Grande

40%

15%

Media

50%

25%

Piccola

60%

35%

47%(+3%)

22%(+3%)

Organismi di ricerca

I progetti a procedura negoziale potranno contare su contributi a fondo perduto pari vestimento innovativi coerenti con il Piano al 20% della spesa ammissibile da parte del nazionale Impresa 4.0 e la Strategia nazioMISE, che potranno essere incrementati con nale di specializzazione intelligente. ulteriori quote pari ad almeno il 3% ciascuL’intervento è teso a favorire la transizione na erogate in quote di pari importo da Redelle PMI verso la “Fabbrica Intelligente” e gioni e Province autonome e dal MISE stesaccrescere la competività dei territori ageso, ed un finanziamento agevolato del 20%. volati (Basilicata, Calabria, Campania, PuI progetti a sportello, invece, saranno ageglia e Sicilia). Per la prima volta, attuando volati con contributi a fondo perduto che le disposizioni introdotte dall’articolo 1, varieranno in base alla dimensione aziendacomma 821 della Legge di Stabilità 2016, il le ed all’attività: per decreto ammette alle IL BANDO MACCHINARI INNOVATIVI le grandi imprese, il agevolazioni anche i INCENTIVA LA LORO ADOZIONE PER 40% dei contributi liberi professionisti. ACCRESCERE LA COMPETITIVITÀ DELLE andrà alla ricerca inI programmi di inveAZIENDE NELLE REGIONI MERIDIONALI dustriale e il 15 allo stimento, dovranno sviluppo sperimentale; per le medie, il 50 essere condotti nel settore manifatturiero e il 25%; per le piccole, il 60 e il 35%. Per da imprese con almeno due bilanci approgli organismi di ricerca, la ripartizione sarà vati. Le spese potranno essere comprese tra del 47 + 3% e del 22 + 3% (vedi tabella B in 500 mila e 3 mln euro e dovranno riguardaqueste pagine). re tecnologie relative alle linee di intervento Come nel caso degli accordi di innovazione, riferibili all’area tematica “fabbrica intellianche tali progetti potranno fruire di un figente”. Le agevolazioni saranno concesse in nanziamento agevolato di importo pari al misura pari al 75% della spesa ammissibile, 20% della spesa ammissibile. sulla base di una procedura valutativa con procedimento a “sportello”, nelle modalità Macchinari innovativi al Sud - dotazione seguenti: alle medie imprese: per le imprese finanziaria pari ad Euro 341,5 mln medie, il 25% andrà in contributo conto imIl bando Macchinari innovativi, i cui termini pianti e il 50% in finanziamento agevolato; e modalità di presentazione delle domande per le micro e piccole imprese la ripartiziosaranno definiti con successivi provvedine sarà del 35 e del 40%. (vedi tabella C in menti ministeriali, agevola programmi d’inqueste pagine).

TABELLA C

Macchinari innovativi al Sud dotazione finanziaria di 341,5 milioni DIMENSIONE DELL'IMPRESA

TABELLA B

CONTRIBUTO IN C/IMPIANTI

FINANZIAMENTO AGEVOLATO

Media

25%

50%

Micro e Piccola

35%

40%

Un bonus posto fisso nel decreto dignità

L

’estensione del bonus per le aziende che assumono a tempo

indeterminato fino al 2020 invece che al 2019, e per gli under 35 invece che under 30 anche nei prossimi due anni. È la principale novità last minute del decreto dignità, introdotta dalla Camera dei Deputati a inizio agosto. I datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato avranno uno sconto del 50% sui contributi previdenziali per massimo 3 anni, con un tetto di 3mila euro su base annua. Grazie a uno stanziamento di 373 milioni dal 2019 al 2024 l’Inps stima che saranno così creati 62400 “posti fissi” in più. La stretta sui contratti a tempo determinato, però, provocherà la perdita di circa 8mila posti "a tempo" ogni anno, ed è la causa principale della dura opposizione al decreto dignità da parte di Confindustria, e in particolare delle aziende venete. Un'ostilità che il bonus sulle assunzioni a tempo indeterminato non ha fatto venir meno. Il decreto dignità riduce la durata dei contratti a tempo determinato da 36 a 24 mesi e le proroghe da 5 a 4, con un costo contributivo aggiuntivo dello 0,5% a ogni proroga. Se il contratto dura più di 12 mesi l'azienda deve apporre la riesumata e contestatissima causale (redec).

69


FINANZIARE L’IMPRESA

2015-2018: Private Equity Monitor Index – PEM®I (2003 base 100)

Il private equity in Italia è in buona salute e cresce del 50% 77 operazioni realizzate nel primo semestre dell’anno rispetto alle 51 del 2016. La Lombardia rimane protagonista insieme al Piemonte a cura della redazione

B

uone notizie dal private equity in Italia: il settore è in salute, come dimostrano i dati del primo semestre dell’anno, pubblicati dal Private Equity Monitor - Pem®. Guardando ai numeri del rapporto, sono state chiuse 77 operazioni con una crescita del 50% rispetto alle 51 realizzate nel 2016. Il secondo trimestre dell’anno è stato anche migliore del primo, con 44 deal portati a termine rispetto ai 33 del primo trimestre dell’anno. L’Osservatorio della Business School di LIUC – Università Cattaneo ha realizzato anche un indice per monitorare l’andamento del private equity, il Private Equity Monitor Index - PEM®I, che mostra l’andamento del settore. Come si può vedere dal grafico, questo valore, nel secondo trimestre 2018, ha raggiunto la soglia più alta mai registrata nella sua storia, attestandosi a 366 punti base. L’osserANNA GERVASONI, DOCENTE DI ECONOMIA DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI ALLA LIUC-UNIVERSITÀ CARLO CATTANEO

70

400 Max

350 300 250

208

200 150

275

250

267

366

183

183

167 175

217

225

Min

100 50 0 I/'15 II/'15 III/'15 IV/'15 I/'16 II/'16 III/'16 IV/'16 I/'17 II/'17 III/'17 IV/'17 I/'18 II/'18

vatorio ci permette di fare ulteriori analisi mo periodo del 2016, pari a circa 65 miliosul mercato; nel primo semestre possiamo ni di euro. Se guardiamo al fatturato medio vedere come la maggior parte degli investidelle operazioni di Buyout è pari a oltre 80 menti (73%) sono stati realizzati con operamilioni di euro, mentre per quelle di Expanzioni di Buyout (acquisizione di un’azienda sion è pari a circa 35 milioni di euro; questo mediante il ricorso al capitale di debito che denota come l’Expansion, il segmento del verrà per lo più rimborsato con l’utilizzo dei capitale per lo sviluppo, ha come sempre flussi di cassa positivi generati dall’impresa nella piccola e media impresa italiana il stessa), seguiti dagli principale interlocuExpansion (investi- LA MAGGIOR PARTE DEGLI INVESTIMENTI tore. La distribuzione REALIZZATI TRAMITE OPERAZIONI DI mento di minoranza settoriale mostra l’inBUYOUT (73% DEI CASI), SEGUITI DAI in capitale di rischio teresse verso il comTURNAROUND (21% DEL TOTALE) effettuato nelle fasi parto dei beni dedi sviluppo dell’impresa realizzato attrastinati al largo consumo e dei prodotti per verso un aumento di capitale e finalizzato l’industria, che, insieme, attraggono oltre il a espandere l’attività esistente), per il 21% 53% del mercato in termini sia di numero e dai Turnaround (operazione con la quale sia di operazioni. Si attestano su ottimi livelun investitore nel capitale di rischio acquili anche il comparto alimentare e quello dei sisce un’impresa in dissesto finanziario servizi professionali avanzati. Gli operatori per ristrutturarla e renderla nuovamente restano saldi in Italia; il 44% dei deal è staprofittevole) con il 6%. Dopo mesi tornano to realizzato da investitori non domestici, anche le operazioni di add-on (acquisizione quindi l’interesse dei fondi internazionali è di un’azienda tramite una società in portaalto. Nella distribuzione geografica, il Nord foglio al fondo) , che rappresentano il 25% Italia resta sempre la prima piazza per gli del mercato. Sul fronte delle dimensioni investimenti con il 74% del mercato, la dei deal, l’analisi mostra come il fatturato Lombardia è la grande protagonista al 32%, medio delle aziende sia sostanzialmente in seguita da Piemonte (17%), Veneto (14%) linea rispetto a quello registrato nel medesied Emilia Romagna (11%).




GESTIONI&TESORERIA

Dow Jones Industrial Avarage (valuta in USD)

22.500,00

20.000,00

17.500,00

15.000,00

2014

2015

COME INVESTIRE SENZA PAURA

2016

2017

2018

WORKSHOP

25.000,00

ALLACCIATE LE CINTURE, IL 2019 SARÀ TURBOLENTO E COMPLICATO Dopo un 2018 che dovrebbe chiudersi con guadagni da record sulle borse, il prossimo anno vedrà un dollaro più forte e la possibilità di un calo dei rendimenti anche del 25-30%. E sullo sfondo la fine del QE

76

di Ugo Bertone

FORUM AITI IN SETTEMBRE I TESORIERI A CONFRONTO SUL FUTURO

77 IL CASO PITECO COL BOOST DEL DIGITALE TESORERIE IN TUTTO IL MONDO

78 THOMSON REUTERS CAMBI, L’IMPORTANZA DEL CODICE FX GLOBAL CODE

79 ANDREA ARNALDI PROFESSIONI FINANZIARIE PIU’ FORTI CON LE CERTIFICAZIONI

E

adesso? Fare soldi in Borsa in tempi reconsumi arrivano segnali positivi. E lo stesso centi non è stato particolarmente difvale per i conti delle corporations, alimentati ficile, ammettono i gestori, almeno per chi dai benefici della riforma fiscale mentre i buy ha interpretato correttamente i segnali in back, non solo in Usa, garantiscono un comoarrivo dall’economia: costo del denaro basdo paracadute per i mercati azionari. so, a quota zero o giù Tutto bene? Anche no, di lì, inflazione sotto PREPARIAMOCI A UN 2019 DIFFICILE perché il difficile, amcontrollo, crescita in Per gli esperti già quest’estate ci sono stati moniscono gli esperti, ripresa in Usa e, a sor- i primi moniti contro l’euforia eccessiva. arriva adesso, dopo presa, pure nell’Eu- Come nel caso dei portafogli investiti in un’estate infuocata in rozona protetta da titoli all’apparenza invincibili come Facebook cui non sono mancati Mario Draghi. A prima i primi moniti contro vista, le condizioni possono apparire addiritl’euforia eccessiva. Basti pensare al fulmine a tura migliori, in vista del prossimo autunno. ciel sereno che ha colpito i portafogli investiti L’asticella del pil americano a metà anno si in titoli all’apparenza invincibili. Come quelli è alzata più del previsto, come non avveniva selezionati da William Danoff, gestore di Conda cinque anni. Dal mercato del lavoro e dei trafund (scuderia Fidelity, patrimonio di 129

73


> WORKSHOP GESTIONI&TESORERIA Mario Draghi, numero uno della Bce, resterà in carica fino alla fine del 2019

miliardi di dollari) seriamente penalizzato dal tracollo di Facebook, giù del 19 per cento di conti del secondo trimestre. Anche a stare alla larga dai titoli più speculativi ed a rischio bolla (che dire di Netflix che ai prezzi di inizio estate capitalizzava gli utili dei prossimi 150 anni) gli investitori privati - e a maggior ragione i tesorieri aziendali - devono mettere in conto le insidie di una situazione nuova caratterizzata, con buona pace di Donald Trump, dalla tendenza al rialzo del costo del denaro nell’area dollaro, dopo anni di liquidità sovrabbondante. Ma non è meno insidioso la congiuntura dei commerci, nonostante il compromesso sull’auto. Restano aperti i che coinvolge un po’ tutto il sistema finanpunti di conflitto con la Cina di Xi Jinping che ziario. In questa situazione, più che tentare si sta preparando a un lungo conflitto con l’Aprevisioni più o meno affidabili, può tornare merica con la svalutazione del renminbi. Non utile tracciare un quadro delle tendenze in meno impegnative, poi, le domande sollevate atto, così come li vedono i “guru”. dall’ Europa, alla vigilia del terremoto della Ancora azioni, ma con prudenza Brexit che si annuncia imprevedibile. Così A partire dal sondaggio di Bank of America tra come l’autunno rovente che si annuncia per gestori che amministrano complessivamente i conti dell’azienda Italia, legati a doppio filo 542 miliardi di dollari. I signori del denaro, con l’andamento dello spread e della tenuta secondo Bloomberg, hanno espresso un paredelle banche, il comparto più importante di re netto: puntare sulle Borse Usa. Il campione Piazza Affari. segnala overweight Guadagnare attrasul Wall Street (il 9% verso la gestione del UN 2018 IN CRESCITA COSTANTE in più dello scenario denaro, in questa cor- Secondo le rilevazioni Thomson Reuters, base) in netta connice, diventa davvero quest’anno potrebbe chiudersi con un trotendenza rispetto difficile. Quasi un’im- incremento dei profitti del 22,5% a fine 2017, quando presa per i privati che il termometro segnalava -17%, ovvero la vosi affidano al fai da te. Ma una sfida complessa lontà di incassare profitto e stare a vedere. A anche per i gestori, peraltro “viziati” dall’ansostenere l’ottimismo sulle Borse Usa è stadamento del recente passato, contraddistinto ta soprattutto la corsa degli utili, a sua volta da bassa volatilità che ha favorito le gestioni alimentata dall’impatto della riforma fiscale e passive e dal successo della domanda di prodagli effetti del riacquisto delle azioni proprie dotti di nuovo tipo (vedi i Pir). Lo scenario da parte delle società quotate. Il 2018, rilevanon è meno complicato per le imprese. Le no le elaborazioni di Thomson Reuters, protesorerie avranno un ruolo essenziale nella mette di chiudersi con una crescita del 22,5% sfida competitiva in un mercato in cui la difdei profitti, quasi ai massimi di sempre, una ferenza di redditività di qualche decimale di performance eccezionale tanto più perché punto potrà fare davvero differenza. Sopratrealizzata nella fase di maturità del ciclo, tutto a fronte dell’aumento delle spese in R&S

74

IL «MOMENTUM» MACRO ECONOMICO SI È IMPOVERITO E QUESTO FENOMENO HA UNA DIMENSIONE ORMAI GLOBALE arrivato al nono anno di crescita. Grazie alla crescita dei profitti, il rapporto prezzo/utili di Wall Street è sceso dalle 19 volte del 2017 al livello più sostenibile di 17 volte. Ma a fronte di questi numeri, altri dati suggeriscono cautela. Buona parte dei rialzi è legato agli effetti, ormai alle spalle, del taglio delle tasse. I ricavi, invece, non dovrebbero crescere più del 7,5% in lieve progressione rispetto al 2017 (6,6%). Le stime sugli utili 2019 sono assai più modeste: +9,9%, comunque quasi il doppio della media degli ultimi cinque anni. Diffidate però di questi previsioni così ottimistiche, ammonisce Liz Sonders, analista del colosso del trading Charles Schwab, perché non tengono conto dei fattori negativi, dalla tensione al rialzo del corso del denaro all’acuirsi della contesa sui dazi con la Cina e l’Europa.

In vista un rallentamento fisiologico

Ma a proposito del Vecchio Continente merita rilevare che gli utili non sono affatto male, in barba a tutti i segnali di crisi geopolitica: +8,2% in media per le società dell’indice Stoxx, dove brilla la stella delle blue chips italiane (+25,4% contro il ben più modesto +1,5% di quelle tedesche) con una stima di +8,6% per fine anno, con ricavi in aumento del 6%. Rispetto all’azionario Usa la sottova-


lutazione è del 25 per cento. Insomma, non mancano gli argomenti a difesa del Toro. Ma non la vede così Andrea Delitala, capo degli investimenti di Pictet Italia: il ciclo economico sta rallentando, la liquidità specie negli Usa,si sta contraendo e la volatilità è destinata a crescere. Di qui la previsione che, a parità di utili, il livello dei listini potrebbe scendere tra il 5 ed il 10 % entro fine anno. “Il momentum macro – spiega - si è impoverito e questo fenomeno ha una dimensione piuttosto globale. Dunque anche dal punto di vista degli investimenti sostanzialmente dobbiamo rivedere le aspettative tenendo conto della debolezza”. Di qui un’immagine efficace, seppur inquietante: “se la discesa dei multipli si dovesse accompagnare nel 2019 , come è possibile, ad un arresto della crescita degli utili, il mercato azionario si comporterebbe come un aereo che vola a bassa quota e incontra un vuoto d’aria: non si schianterebbe al suolo, ma scenderebbe bruscamente con momenti di paura e questa volta senza molto aiuto dalle torri di controllo (le banche centrali)”. ”Chi investe – ha aggiunto qualche giorno prima dei ribassi a doppia cifra di Facebook (ma anche di Fiat Chrysler) – deve stare attento e non escludere dal suo orizzonte la possibilità di crisi improvvisi o ribassi azionari del 2030% e anche più nei prossimi due-tre anni”. L’ultima contromisura per limitare i danni sta nel procedere con molta prudenza alla ricerca di fondamentali solidi e di alternative agli strumenti più tradizionali. Senza tirare i remi in barca perché, ammonisce Mark Haefele, chief investment officer di Ubs, “è opportuno rimanere investiti, evitando però di assumere rischi eccessivi, e prepararsi a potenziali ribassi di breve periodo”. “Se le tariffe Usa si rivelassero solo una tattica di negoziazione e le aziende continuassero a generare utili ed effettuare investimenti, l’economia mondiale andrebbe incontro a un’espansione del 4% sia quest’anno che il prossimo. Inoltre, la storia dei mercati finanziari ci insegna che, nella maggior parte degli orizzonti temporali, è più facile sbagliare per

eccesso di cautela che per eccesso di ottimismo. Nel secondo dopoguerra, il numero di rendimenti positivi dell’indice S&P 500 ha superato il numero di rendimenti negativi di 2,3 volte in un orizzonte di sei mesi e di 5,8 volte in un orizzonte di cinque anni”. OCCHIO AGLI INVESTIMENTI Bisogna tenere in considerazione possibili ribassi azionari anche del 20-30% e anche più nei prossimi due-tre anni, ma al tempo stesso non bisogna esagerare nei timori

Un poker di regole per un giusto mix rischio/rendimento Coraggio, insomma, ma “con juicio”, adottando per l’autunno strategie adeguate a contenere i rischi senza compromettere la possibilità di generare rendimenti. Quali? Proviamo ad elencare alcuni schemi di gioco.

1.

Evitare di puntare sulle obbligazioni che distribuiscono le cedole più alte. I titoli high yield, in particolare quelli in euro, non compensano adeguatamente, ai prezzi attuali, il rischio assunto. Per ridurre il potenziale di volatilità del portafoglio senza sacrificare

eccessivamente i rendimenti, meglio migliorare la qualità del credito e allungare la duration.

2.

Diversificare i rischi settoriali e geografici. A fine aprile, gli Stati Uniti, gli altri mercati sviluppati e le piazze emergenti registravano performance da inizio anno pressoché identiche e sostanzialmente invariate. Con la virata protezionista, tuttavia, le correlazioni sono diminuite e i rendimenti dei vari mercati hanno cominciato a differenziarsi. Oggi gli Stati Uniti guadagnano il 5% da inizio anno, gli altri Paesi sviluppati mostrano un andamento piatto e i listini emergenti perdono il 5% . Le tariffe creeranno vincitori e vinti a livello settoriale e geografico e quindi la diversificazione sarà essenziale per ridurre la volatilità del portafoglio ed evitare di detenere posizioni concentrate sui titoli più penalizzati. Investire in strumenti esposti alle tendenze strutturali.

3.

Puntare sui settori anticiclici. Con l’aumento delle preoccupazioni legate al commercio globale, di recente le società leader in termini di crescita strutturale nel software e nell’e-commerce hanno messo a segno una notevole sovraperformance. Questa dinamica ci sembra un esempio calzante di come le aziende esposte alle tendenze di lungo periodo, quali la crescita demografica, l’invecchiamento della popolazione e l’urbanesimo, siano in grado di tollerare meglio l’incertezza relativa alla crescita economica e al commercio internazionale rispetto a quelle più cicliche.

4.

Per tenere conto dell’aumento dei rischi, ridurre il sovrappeso sulle azioni globali e sovrappesare invece il debito sovrano dei mercati emergenti in dollari perché rendimenti, pari al 6,5%, sono abbastanza alti da compensare il livello di rischio. Comprare anche i Treasury statunitensi a 10 anni, per proteggere i portafogli da eventuali correzioni dell’azionario.

WORKSHOP GESTIONI&TESORERIA > 75


> WORKSHOP GESTIONI&TESORERIA

Tesoriere, un ruolo centrale che si impara solo in azienda Al nono Treasury finance forum day, organizzato dall’Associazione italiana tesorieri d’impresa (Aiti), si fa rete e si scambiano soluzioni, nuove strategie e informazioni di Marina Marinetti

C’

era una volta il contabile. Toccava a lui spuntare, con due penne di colore diverso, i movimenti sull’estratto conto con quelli sul libro giornale: la cosiddetta “riconciliazione bancaria”. Tipico dello slang per iniziati era il “girofondo con valuta antergata”. Poi sono arrivati il Pc, i “gestionali”, il credit crunch, Basilea, la disintermediazione creditizia, i derivati, il fair value, i test di efficacia, i crediti documentari, i performance bond, le garanzie internazionali... E addio alla signorina Silvani e al ragionier Filini. Oggi il contabile è una specie estinta, soppiantato dal Tesoriere. «È l’elemento centrale e allo stesso tempo trasversale in azienda: è lui l’interlocutore del sistema bancario, il riferimento per il cash flow, la figura a cui riferirsi nella pianificazione delle strategie aziendali», dice Fabrizio Masinelli, Group Treasurer del Gruppo Panini Spa, nonché presidente dell’Associazione italiana tesorieri d’impresa (www.aiti.it), nata nel 1992 grazie alla volontà e all’impegno di un gruppo di professionisti e manager desiderosi di ampliare i propri orizzonti e di diffondere la cultura finanziaria nelle aziende. Il 21 settembre, al nono Treasury finance forum day (al Gardaland hotel di Castelnuovo del Garda), istituti di credito, società di consulenza, operatori del mercato si confronteranno sulla Treasury evolution. Si parlerà di ottimizzazione, di impatto

76

FABRIZIO MASINELLI, PRESIDENTE AITI. A DESTRA RENATO TAGLIAVINI, CONSIGLIERE AITI

degli scenari macroeconomici, di pagamenti elettronici, di digitalizzazione della value chain, di privacy, di gestione dei rischi finanziari, di trend nei mercati, di certificazione dei processi. Ma soprattutto ci si incontrerà nei corridoi, nelle pause, al pranzo, per fare rete. «Non è l’istruzione a formare il tesoriere, ma l’esperienza. Il problema non lo risolve il direttore finanziario che ha studiato ad Harvard o si è laureato in Bocconi, ma un tesoriere che ha visto 50 volte lo stesso problema. GARDALAND HOTEL, 21 SETTEMBRE Al Treasury finance forum day istituti di credito, società di consulenza, operatori del mercato si confrontano su temi quali pagamenti elettronici e ottimizzazione

E fare network permette di risolvere immediatamente problematiche che i colleghi hanno già vissuto in anticipo», sottolinea Masinelli: «La formazione indiretta ha un valore incalcolabile». «Per stare al passo coi tempi e coi mercati è fondamentale scambiarsi soluzioni, strategie, informazioni e opinioni tra colleghi che si occupano delle tesorerie nelle altre aziende», spiega Renato Tagliavini, consigliere Aiti e financial manager di Fagioli spa. «Si è visto dopo la crisi del 2008: chi non era già strutturato e non si è adattato a investire in nuove soluzioni di

tesoreria ha subito i danni maggiori. Per questo è fondamentale l’associazione, per anticipare i tempi. Nella categoria non c’è competizione, ma collaborazione». E, in tempi di Brexit, guerra dei dazi, cambi di politiche monetarie delle banche centrali, volatilità dei mercati, la gestione della liquidità e delle linee di finanziamento è diventata ancora più fondamentale per le aziende: «Il driver è passato dal vendere/comprare all’incassare/ pagare». Così il pricing, le definizioni dei contratti, i tempi di dilazione, i metodi di pagamento, sono diventati essenziali per le aziende di qualsiasi dimensione, per ridurre al minimo i rischi di incasso e garantire una redditività che tenga in considerazione anche il fattore costo del denaro. «Non importa che nell’organigramma il tesoriere non ricopra una posizione ben precisa: a volte è a diretto contatto con il direttore generale, altre è una costola della contabilità, ma ovunque deve far dialogare uffici diversi, inclusi l’ufficio acquisti e quello commerciale. È una funzione che interessa trasversalmente tutta l’impresa». Perché se il mondo gira intorno al denaro, l’azienda gira intorno al suo tesoriere.


Tesorerie digitali fatte su misura, nella “boutique” dei software La sfida vinta da Piteco, 3500 imprese clienti in Italia, ciascuna servita con soluzioni customizzate, in grado di dialogare con ogni sistema operativo di Luigi Orescano

S

e un colosso come la Mapei, la multinazionale chimica di Giorgio Squinzi, gestisce la tesoreria in tutto il mondo, cioè in 82 consociate attive in 34 paesi, con una struttura centrale di appena due persone (2!) il merito è innanzitutto dell’imprenditore, che ha trovato l’ ”ingrediente segreto” per riuscirci, ma anche di chi quest’ingrediente l’ha creato, investendo e investendo in tecnologia, fino al 3% del fatturato annuo. E cioè? Cioè Piteco, l’azienda informatica quotata all’Aim da tre anni esatti e controllata da Dedagroup (famiglia Podini, 2,3 miliardi di ricavi nella gdo e 250 milioni nell’Itc). «Quando nel 2004, costituendo Piteco abbiamo dato un’identità societaria ad un business in cui eravamo già attivi da metà degli anni ‘80», racconta Andrea Guillermaz, direttore commerciale (uno dei tre fondatori con Paolo Virenti, amministratore delegato e Riccardo Veneziani, cfo, mentre il presidente è Marco Podini), «abbiamo ben presto voluto al nostro fianco un partner industriale. Con i Podini l’incontro è stato di quelli fatali, ideali, abbiamo iniziato a crescere, poi ci siamo quotati, e oggi il controllo è di Deda, noi fondatori siamo a poco meno del 9% e in Borsa c’è un flottante di poco meno del 22%». «La nostra idea-guida? Investire per non dover mai rinunciare alla nostra identità”, prosegue Guillermaz, “e, restando autoriferiti, oggi sia-

LA SQUADRA AL COMPLETO DI PITECO NEL GIORNO DEL LISTING: DA SINISTRA, GUILLERMAZ, VIRENTI, PODINI E VENEZIANI

mo in 42 Paesi del mondo, leader indiscussi in Italia nei sistemi gestionali per la gestione della tesoreria aziendale e pianificazione finanziaria, abbiamo una controllata negli Usa, siamo poco meno di 100 persone e abbiamo come clienti praticamente tutti i primi gruppi italiani”. Ragazzi dinamici, questi di Piteco, anche se rispetto a quando sono nati tanto ragazzi non sono più. Ma di spirito sì. “Abbiamo sempre voluto avere un prodotto proprietario, ma l’abbiamo fatto evolvere, lavorando con i grandi gruppi INVESTIRE SEMPRE NELL’IDENTITÀ La spesa in R&S sfiora il 6% del fatturato dell’azienda creata nell’80, oggi quotata all’Aim e controllata dal gruppo Deda.

che via via ci hanno scelto e puntando sempre a soddisfare esigenze complesse di aziende complesse. Oggi siamo riconosciuti come qualcuno che questi processi li ha già visti e gestiti tutti. Capaci di accogliere e armonizzare qualsiasi esigenza, di fornire una linea costante di consulenza, aggiungendo via via nuove componenti d’attività, nella sfera immediatamente prossima a quella principale, il nucleo di tesoreria, dove i potenziali competitor non osano sfidarci: dalla gestione originaria di cassa e banca oggi padroneggiamo il rischio di cambio, di tasso, gestione

linee credito, garanzie, eccetera...”. Anche perché il reinvestimento anno su anno continua. In questo modo, puntando tutto sul servizio “su misura”, Piteco ha trovato nei suoi clienti i suoi principali partner, ed è con essi che oggi è attiva in mezzo mondo. Con la piena padronanza gestionale di centinaia di specificità diverse: “Perché vede, se un sistema funziona nel mercato italiano, che per specificità e particolarità contiene tutti gli altri sistemi del mondo, per definizione funziona in tutto il mondo!”. E difatti Piteco, come se niente fosse, ha “customizzato”, come vestiti su misura, il suo prodotto per tutti i clienti, ciascuno con il suo sistema di gestione aziendale. “La metà dei nostri clienti usa Sap, e noi ci siamo”, racconta Guillermaz, “ma siamo anche dove si usano altri sistemi, da Microsoft a Ibm a ogni altro. Non c’è installazione, delle 3500 aziende che ci utilizzano, che non sia integrata col mondo contabile e non possa dialogare con tutti gli altri sistemi. Mapei, ad esempio – la cui case-history abbiamo presentato ad un recente convegno in Unicredit - ha adottato Microsoft e noi l’abbiamo accompagnata in questo processo di cambiamento di tutti i sistemi contabili interni, da un sistema custom a un Erp, un processo che dura da 6-7 anni, gradualmente, con le persone che intanto continuano a lavorare, con estrema delicatezza ed armonia”.

WORKSHOP GESTIONI&TESORERIA > 77


> WORKSHOP GESTIONI&TESORERIA

FX Global Code, il codice globale del mercato dei cambi Raccoglie un serie di principi riconosciuti a livello internazionale come buone prassi per l’operatività del foreign exchange market. Thomson Reuters ha avuto un ruolo primario nella sua creazione e diffusione a cura della redazione

L

a trasparenza e l’assoluta “compliance” alle regole del mercato e, in più, alle best-practice del mercato – quelle che vanno oltre la semplice adesione alle regole! – sono diventati un must per le tesorerie, nei tempi complessi che i mercati vivono da ormai molti anni. “E proprio per questo, Thomson Reuters ha scelto di avere un ruolo primario nella creazione del codice di condotta globale del mercato dei cambi, cioè l’FX Global Code”, spiega Vincenzo Dimase, a capo del Market Development nel Trading in Thomson Reuters. “La nostra linea è sempre stata molto chiara al mercato: nella gestione dei servizi per quanti operano nei mercati finanziari portiamo con noi decenni di esperienza costruiti anche sui valori dell’attività di agenzia stampa, che è sempre stata sinonimo di notizie certe, sempre verificate, diffuse con la massima coscienziosità e il massimo scrupolo professionale”. E l’informazione, si sa, è uno degli asset fondamentali per i mercati finanziari. “Il servizio Dealing sui cambi”, ricorda Dimase, “è stato introdotto negli anni ‘80 per contrattare elettronicamente sul mercato valutario ed ha rappresentato per noi e per i nostri clienti un elemento di profonda innovazione; ad oggi continuiamo ad offrire uno dei bacini di liquidità più ampi per il mercato Forex, con la piattaforma FX Trading che dà accesso alla liquidità ed alla comu-

78

nità globale di FXall, Dealing e Matching. Quindi di fatto i nostri servizi sono pian piano diventati l’infrastruttura del mercato”. Effettivamente, i mercati mobiliari – sia valutario che borsistico, sul versante azionario come quello del reddito fisso – sono nati e cresciuti grazie all’iniziativa spontanea e diffusa degli stessi operatori privati, persino in Italia dove pure vincoli e pastoie burocratiche non sono mai mancati. “Anche alla luce di questo ruolo infrastrutturale che abbiamo di fatto svolto da sempre”, prosegue Dimase, “abbiamo deciso di contibuire atL’ADESIONE È SU BASE VOLONTARIA Chiunque intenda aderire all’FX Global Code impegnandosi a rispettarlo, pubblica la sua dichiarazione in uno dei registri creati ad hoc

tivamente alla creazione ed alla diffusione del codice di condotta globale, appunto l’FX Global Code. Disponibile ufficialmente dal maggio 2017, il codice nasce da una iniziativa della BIS (Bank for International Settlements, in italiano Bri, banca dei regolamenti internazionali, ndr) e si è affermato con il consenso ed il supporto delle banche centrali di 16 giurisdizioni e del settore privato”. Il codice si fonda su sei principi-guida e si articola su 55 principi. Si rivolge a tutti i “market participants”, cioè i soggetti che partecipano al

VINCENZO DIMASE, MARKET DEVELOPMENT THOMSON REUTERS

mercato dei cambi. “E’ dunque globale”, spiega Dimase, “ed è autoregolatorio, dà l’indirizzo generale e le buone prassi per il presidio di un mercato che possa essere, come da abusato ma sempre prezioso criterio, equo, solido e trasparente”. Chiunque intenda aderire volontariamente al codice impegnandosi a rispettarlo, pubblica la sua dichiarazione di impegno all’interno di uno dei registri istituiti ad hoc nel mondo. “Per le aziende il registro di riferimento, tra le decine che esistono nel mondo, è quello della EACT, l’associazione europea dei tesorieri di impresa, di cui è membro l’AITI, l’associazione italiana tesorieri d’impresa– prosegue Dimase - In Italia c’è anche il registro pubblico dell’Assiom-Forex, realizzato in collaborazione con la Banca d’Italia. Ciascun partecipante al mercato dichiara dunque di aderire e applicare i principi del codice: le dichiarazioni di impegno sono disponibili nei registri pubblici così che chiunque possa verificare l’adesione”. L’esigenza di un codice condiviso è nata dall’imbarazzante “stagione” di multe che ha colpito alcune banche internazionali qualche anno fa. Ma ad oggi, secondo il Global Index of Public Registers, “hanno aderito al codice solo 400 entità”, sottolinea Dimase, “ovvero la maggior parte delle grandi banche internazionali, ma appena dieci tesorerie d’azienda. Confidiamo che il codice continui a diffondersi ”.


Finanza d’impresa, arriva il bollino blu per credit manager L’iniziativa promossa da Acmi con la consulenza dell’avvocato Andrea Arnaldi ha portato alla formalizzazione di una prassi eccellente presso l’Uni: «Mi auguro che anche tesorieri e direttori finanziati seguano»

V

di Sergio Luciano

i piacerebbe ridurre gli insoluti e le perdite su crediti dell’azienda in cui lavorate, tanto più se ne siete creditmanager o tesorieri o direttori finanziari? E che ne direste se riusciste a contenere i costi del recupero dei crediti, ottimizzare la gestione del circolante, migliorare i rapporti con il mondo finanziario, aumentare il rating societario? E ancora: migliorare la qualità delle partnership con i clienti e i fornitori, ma anche con gli azionisti? Certo che sì, piacerebbe a tutti. Uno dei modi più innovativi per farcela lo “predica” da anni Andrea Arnaldi, un avvocato che, tra Milano, Lodi e Verona, è al centro di un’intesa attività consulenziale sia attraverso lo studio Lexant, sia gestendo il recupero dei non-profit-loan (Npl) i crediti commerciali e la business informatiton attraverso la società Synergy Key sia attraverso l’Ask Advisory: una società che svolge attività di formazione, consulenza e certificazioni di processi aziendali. “Quest’ultimo fronte mi assorbe molto perché constato che il mercato sta orientandosi sempre di più a cercare, ed apprezzare, le certificazione dei processi che le imprese adottano in tutti gli ambiti della loro attività finanziari, e stiamo lavorando intensamente con l’Acmi, l’Associazione dei credit manager, l’Aiti, l’Associazione italiana dei tesorieri, e con l’Andaf, l’Associazione dei direttori finanziari”, spiega

Arnaldi. Che prosegue: “Ho intrapreso molto tempo fa una specializzazione legale nell’ambito della gestione e del recupero crediti e ho misurato sul campo quanto possa essere importante avere a che fare con interlocutori che applichino processi operativi di alta qualità, conformi ai migliori standard internazionali”. Già: ma cosa sono, in fondo, gli standard, se non “best-pratices”, le migliori pratiche messe a punto dai migliori professionisti? E quindi per avere qualche garanzia in più nella vita economica di un’impresa, trattare con conAL LAVORO CON ACMI, AITI E ANDAF La prassi già definitiva per i credit manager si trova nella fase della consultazione pubblica, poi diverrà standard nazionale

troparti che condividano questi standard è un gran passo avanti. “Per questo abbiamo deciso di impegnarci nella formalizzazione di questi standard, e abbiamo compreso che era necessario definire delle prassi talmente qualificate ed autorevoli da essere riconosciute dai primari enti di certificazione attivi sul mercato”. La novità è che da questo lavoro sul campo è nata, in materia di credit management, una prassi eccellente già formalizzata e depositata presso l’Uni – L’Ente di Normazione Nazionale (di cui Economy è stato recentemente part-

ANDREA ARNALDI, FONDATORE DELLO STUDIO LEXANT

ner in un convegno sulla sostenibilità, ndr). “Oggi questa prassi si trova nella fase di consultazione pubblica, durante la quale tutti gli interessati possono avanzare le loro osservazioni, anche critiche, per migliorarla ancora”, continua Arnaldi: “Al termine della consultazione la Prassi diverrà standard nazionale di riferimento per la definizione del processo del servizio di credit management, in tutte le fasi del ciclo attivo e dei relativi criteri per la prevenzione e gestione dei rischi inerenti il credito commerciale, sia nel mercato domestico che estero”. Le aziende che avranno processi già allineati ai parametri della Prassi potranno sottoporli agli enti preposti per conseguire la certificazione. Insieme al servizio di credit management, vengono definiti con questa procedura i profili professionali che intervengono nel processo Di tutti questi profili professionali, la prassi di riferimento intende individuare le responsabilità e le attività specifiche, nonché le relative conoscenze, abilità e competenze definite sulla base dei criteri del Quadro europeo delle qualifiche (EQF). “Il nostro obiettivo e auspicio – conclude Arnaldi - è che al più presto, e dopo l’esperienza Acmi, anche i tesorieri e i direttori finanziari avviino lo stesso percorso con UNI. Sarà un grande passo avanti per il sistema finanziario nazionale”.

WORKSHOP GESTIONI&TESORERIA > 79


9^ edizione

Media partner

&

Treasury Finance

FORUM DAY

21 Settembre 2018 Gardaland Hotel | Via Palu’ 1, Castelnuovo del Garda (VR)

Treasury Evolution

Registrazione partecipanti Inizio lavori Treasury of the future Riccardo Bua Odetti - PwC Rimanere in equilibrio “oltre lo stress personale e professionale” Leonardo Milani – Ist.Psicologia del benessere 11,00 Lo scenario attuale per le tesorerie : Effetto Brexit Impatto del protezionismo USA , guerra USA / Cina a lungo termine. Cambio al vertice della BCE Dott. Ajassa - BNL Grupo -BNP Paribas 11,30 La Treasury Evolution in azienda Alessandro Malagrinò – Luxottica 12,00 Piccoli trucchi per ottimizzare la propria organizzazione Ugo Donelli Mendes 14,30 I pagamenti elettronici: opportunità per digitalizzare la gestione delle spese aziendali. Cosa cambia : scheda carburante -fatturazione elettronica – archiviazione sostitutiva Giuseppe Di Marco - Soldo 15,00 La digitalizzazione della financial value chain: opportunità per le imprese Liliana Fratini Passi – CBI 15,30 Innovazione e Trasformazione Digitale: la sfida per le aziende. Vincenzo Dimase - Alessandro Sanos – Thomson Reuters 16,00 Il Factoring Digitale Analisi di un Case History Ignazio Rocco – Credimi 16,30 Privacy : Sfide e opportunità del mercato digitale e della economia dei dati Lorenzo Cristofaro Studio Panetta e associati

14,30 L’integrazione dei pagamenti nei servizi del futuro – il caso Nugo Alessandro la Rocca – Nugo Spa Fernando Santini – Unicredit 15,00 Gestione dei rischi finanziari effetti in bilancio di differenti strategie di copertura Luciano Bosco – Myrios 15,30 Tesoreria : Il nuovo Hub aziendale multiservizio Aldo Cacopardi – DocFinance 16,00 La gestione finanziaria : Daily Cash Liquidity & Strategic Financial Planning Roberto Spaccini – 4PLanning 16,3 Debt Capital Market –current trends and developments : focus Schuldschein Michael Spitzner – Bayern LB

L’evento è a partecipazione gratuita, per informazioni scrivere a segreteria@aiti.it oppure chiamare 02/809686 Per iscrizioni: https://tffd2018aiti.eventbrite.it

Stream 3

9,00 9,45 9,50 10,15

Stream 2

Stream 1

Plenaria

è la vecchia e nuova frontiera per affrontare il mercato e il business in modo strategico per l’azienda; partecipa al FORUM DAY e scopri quali strumenti adottare per affrontare l’evoluzione!

14,30 Open API : una concreta opportunità Blockchain in ambito Trade Finance Chiara Vignoletti Antonio Rossi Intesa Sanpaolo 15,00 La certificazione del processo di tesoreria Andrea Arnaldi – Ask ADvisory Fabrizio Fujani – TUV Rheinland 15,30 Development trends in Cash Management Tim Barlet – HSBC 16,00 Extended Treasury Management Piteco: A2A si racconta Andrea Guillermaz – Piteco Spa Enrica Mambelli – A2A 16,30 Digital Payment B2B & Treasury: Piteco ed AirPlus realizzano la prima soluzione di gestione di tesoreria aziendale integrata con Virtual Credit Cards MasterCard Salvo Torre – AirPlus Int’l Andrea Guillermaz – Piteco Spa


COMUNICARE L’IMPRESA Epicuro - filosofo di Samo, 300 anni prima di Cristo - divideva i bisogni in tre categorie: naturali e necessari (mangiare ad esempio), naturali ma non necessari (mangiare aragosta, ad esempio), nè naturali nè necessari (possedere sette ville in Sardegna). Ebbene: il grande fenomeno dei social network, capitanato da Facebook, gravita nella galassia dei bisogni naturali (l’uomo è un animale sociale, diceva Aristotele, più o meno nella stessa epoca) ma non necessari, nel senso che per esprimere la propria socialità, l’uomo può fare tante cose diverse e anche migliori che passare il tempo su Facebook. La storia qui a fianco fa capire quanto ciò preoccupi Zuck.

84 MICHELIN LE MILLE FACCE DELLA MAGNIFICA MASCOTTE

ODIO, FAKE, POCA PRIVACY, ZERO ETICA. E MOLTI SCELGONO IL NO-SHOW SOCIAL Per la prima volta in Europa, dopo anni, calano gli iscritti a Facebook. E cresce il sentiment globale di distacco da un’arena dove ormai prevalgono violenza verbale e data mining. Anche Unicredit dice stop alle inserzioni di Marco Scotti e Francesco Condoluci

I

numeri – quelli che fanno massa critica, Per altri a dare l’abbrivio – complice anche almeno – non ci sono ancora, ma il senl’introduzione del nuovo Regolamento Eurotiment sì. Ed è strisciante, serpeggiante, peo in materia, il cosiddetto “Gdpr” – è stata ancora di medio-bassa intensità ma pronto una ritrovata e improvvisa consapevolezza a sollevarsi e a montare come una marea, del valore della privacy e dei propri diritti non appena ci saranno i presupposti perché in materia di trattamento dei dati personali, si scateni l’effetto-domino. Qualcuno sostiedopo un decennio di totale ed estatica distrane che lo spartiacque sia stato lo scandalo zione sui benefici (veri o presunti) derivanti “Cambridge Analytidall’avere un profilo NON CI SONO ANCORA DATI CERTI MA ca” che ha sollevato social zeppo di inforil coperchio di quel LA SENSAZIONE È CHE UNA PARTE DEL mazioni sul proprio PUBBLICO DI LIVELLO CULTURALE ALTO vaso di Pandora che è conto da mostrare SI STIA STANCATO DI FACEBOOK Facebook, mostrando al world wide web. al mondo l’uso spregiudicato che oggi – in Quel che è certo è che il 2018 è coinciso con tempi di data mining imperante – viene fatto il materializzarsi di uno “iato”, una soluzione dei dati personali di milioni di utenti i quali, di continuità mai manifestatasi prima, nel spontaneamente e in molti casi senza alcurapporto tra utenti e social network. Nel giro na consapevolezza dei rischi, spargono ogni di poco tempo, caduto il proverbiale “velo di giorno a piene mani sulle proprie “bacheche”. Maya” sull’innocenza giocosa e sulla sedicen-

81


COMUNICARE L’IMPRESA

Mark Zuckerberg, CEO e fondatore di Facebook

te democraticità di Facebook (così come di altri network analoghi), il popolo dei social ha iniziato, insomma, a focalizzarne i punti deboli e a volersi riprendere improvvisamente il controllo dei dati. «Dopo Cambridge Analytica, le persone hanno iniziato a vedere i social da un punto di vista diverso, come dei “soggetti” che, attraverso l’analisi dei nostri dati e l’utilizzo dell’algoritmo, sono in grado di modificare le nostre opinioni – conferma Nicolò Bastaroli, legal consulting di Ealixir, azienda che opera nella rimozione di contenuti indesiderati sul web e ha come obiettivo quello di proteggere l'immagine delle persone su Internet – si è capito che la parola d’ordine era diventata "profilare", al seguito a questa campagna sono stati disatfine di capire la personalità dell’individuo e tivati il 12% degli account in Australia, il 10 agire con messaggi mirati sulle sue reazioni negli Usa e il 9 in Nuova Zelanda. Inevitabile emotive, individuando i suoi bisogni, i suoi quindi, a quel punto, che anche il manageinteressi, le sue propensioni e i suoi comment delle aziende iniziasse a prendere posiportamenti, influenzando così la libertà del zione: a cominciare ci ha pensato Elon Musk, suo processo decisionale, sia esso la scelta di fondatore di Tesla e SpaceX, eliminando da un candidato per la presidenza del consiglio Facebook le due pagine aziendali e facendosi o l’acquisto del nuovo televisore, senza che promotore attivo della campagna #deletefala persona in questione se ne accorga». Con cebook. A ruota lo hanno seguito quindi Mol’appalesamento di questo processo, si sono zilla, proprietario del browser Web Firefox, innescate anche le prime reazioni: prima la che ha messo in pausa le attività commerciali rivolta digitale, rapsulla piattaforma sopresentata dal motto EALIXIR: «STIAMO REGISTRANDO PURE cial, dichiarando che UN'ALTRA TENDENZA: MANAGER E #deletefacebook, lan«tornerà a investire IMPRENDITORI VOGLIONO SPARIRE DAL ciata proprio a ridos- WEB PERCHÈ INVADENTE E DISTORSIVO» solo quando saranno so dello scandalo, che rafforzate le protezioinvitava le persone a cancellare il proprio ni dei dati degli utenti», e il gruppo finanziaprofilo da Facebook per riappropriarsi della rio tedesco Commerzbank, il quale ha interpropria immagine online e riavere, appunto, rotto la pianificazione pubblicitaria sul social il controllo sui dati personali. Poi lo iato si è di Zuckerberg. L’ultimo (ma solo in ordine di materializzato anche nei numeri: contestualtempo) a dare un giudizio tranchant su Famente all’entrata in vigore del GDPR, come cebook, mettendo di conseguenza uno stop detto, gli utenti Facebook in Europa sono caalle interazioni commerciali a pagamento, è lati di 3 milioni passando da 282 a 279. Ma stato, ai primi di agosto durante la presentala disaffezione non è un fenomeno solo euzione dei numeri semestrali, Jeanne Pierre ropeo: secondo uno studio condotto dall’istiMustier, numero uno di Unicredit. Una sceltuto di ricerca internazionale Pureprofile, in ta, quella dell’ad francese del secondo grup-

82

po bancario italiano per capitalizzazione di mercato, dettata dalla considerazione che «il social network di Menlo Park non è etico e che Unicredit prende molto sul serio invece l’etica del business e non condivide i dati dei suoi clienti con nessuno». E non è finita qui. «Come Ealixir, oltre all'aumento di richieste di rimozione di profili social e cancellazione, come da diritto all'oblio, di notizie anacronistiche che circolano online senza il controllo del possessore dei dati personali - aggiunge Bastaroli - abbiamo registrato anche la crescita della domanda di manager e imprenditori che vogliono riallineare la loro immagine digitale con quelle reale offline e ultimamente abbiamo anche indentificato una nuova tendenza, quella dei top manager che semplicemente vogliono sparire dal web, perché lo percepiscono come invadente e distorsivo». Ma in tutto questo, Mister Zuck? Intanto, a fare il paio con il (per ora non ingentissimo) calo degli iscritti in Europa, è arrivato anche un "venerdì nero" nel quale, all’indomani della pubblicazione dei dati trimestrali, i mercati hanno abbandonato Facebook facendogli perdere 120 miliardi di capitalizzazione e facendo insorgere gli azionisti che chiedevano la testa dell'ex enfant prodige. Ma cos'è che ha provocato questo calo quantitativo, il più eclatante nella storia di Wall Street? Un indebitamento cresciuto a dismisura? No: nell’era della tecnologia dominante, è appunto, un problema filosofico ad aver fatto crollare tutto. Ovvero: se il social network inizia a rallentare o a perdere terreno nei paesi più ricchi e che quindi consentono di monetizzare maggiormente con la pubblicità, si crea un problema enorme. Se Zuck non può contare su un incremento costante degli utenti (e quindi una loro monetizzazione crescente, oggi ferma a poco più di 20 dollari pro capite), deve trovare una nuova strategia di business. Sì ma quale? Ai posteri l'ardua sentenza.


Verona Quadrante Europa

Verona ZAI 2 Bassona

Rovigo Interporto

AREE EDIFICABILI Disponibilità immediata

FABBRICATO Disponibilità immediata

PIATTAFORMA LOGISTICA Disponibilità immediata

Ubicazione: Incrocio A4-A22 Interporto Q.E. circa 5 Km dalla A4 Uscita Verona Sud circa 4 Km dalla A22 Uscita Verona Nord

Ubicazione: Incrocio SR11 zona industriale ZAI 2 Bassona circa 3 Km dalla A22 Uscita Verona Nord

Ubicazione: In prossimità SS12 - SS434 circa 3 Km SS12 - SS434

Superficie area: 68.300 mq frazionabili

Superficie area: 5.500 mq circa - area comune

Superficie copribile: 26.700 mq frazionabili

Superficie coperta: 2.600 mq frazionabili

Altezza: 20m - altezza max edificabile

Altezza: da 8,70 a 9,30 m

Baie di carico: da definire in fase di progetto

Baie di carico: 2 portoni per modulo

Superficie area: 17.000 mq circa - area comune Superficie coperta: 6.700 mq frazionabili Altezza: da 8,00 m Baie di carico: 4 per modulo di cui 2 con rampe idrauliche

www.quadranteeuropa.it • consorzio.zai@qevr.it • Tel. +39 045 8622060


COMUNICARE L’IMPRESA

Le mille facce della mascotte più bella del mondo Brand awareness e salienza di marca raccontate attraverso la storia di una pila di pneumatici. Un marchio che è nato come produttore di pneumatici ma che è diventato sempre più “partner” delle esperienze di viaggio degli utenti di Marina Marinetti

S

e qualcuno vi dicesse che la catasta di prodotti che avete ammassato nell’angolo del magazzino assomiglia a un pupazzo, o vi suggerisse di sponsorizzare una pubblicazione su un tema che con il vostro business non c’entra nulla, non storcete il naso dandogli del naive: a volte le idee migliori sono proprio le più balzane, quando si parla di comunicazione d’impresa. Prendere il caso di Michelin: produce pneumatici, ma si occupa di turismo con le sue guide, di cartografia con i suoi atlanti stradali (e il sito viamichelin.it) e persino di giocattoli, con una mascotte che ormai vive di vita propria. Perché fin dall’inizio (il prossimo anno festeggerà il 130mo anno di attività) l’azienda non ha mai spezzato il filo che lega il successo di un pro-

84

UNA STRIP RACCONTA LA GENESI DELLA MASCOTTE PIÙ FAMOSA DEL MONDO

dotto all’empatia col cliente. Che si conquista grazie a iniziative di marketing azzeccate. «La mobilità, il viaggio, è il denominatore comune ad ogni nostra attività, ricerca, produzione, e ciò che ispira ogni nostra comunicazione», spiega Marco Do, Direttore Comunicazione Michelin Italiana : «Produrre pneumatici o redigere la Guida non è il nostro fine, anche se non sono poche le persone che OGGI MICHELIN VENDE IN 171 PAESI, CON 70 SITI PRODUTTIVI IN 17 NAZIONI CHE PRODUCONO 190 MLN DI GOMME. DÀ LAVORO A 114MILA PERSONE

scindono la Guida Michelin dai prodotti Michelin. La Guida nasce come aiuto per chi viaggia, come l’Omino Michelin e come nostro ogni prodotto (pneumatici, carte e guide), e continua ad esserlo». Difficile quantificare esattamente l’apporto che l’Omino Michelin e la Guida Michelin hanno dato al gruppo, che dalla sede storica di Clermont-Ferrand (Francia) si è espanso in 171 Paesi con ormai 70 siti in

17 paesi diversi (che nel 2017 hanno prodotto 190 milioni di pneumatici), impiega 114mila persone e investe circa 700 milioni di euro l’anno in Ricerca e Sviluppo, strategia alla base di tutte le sue innovazioni. Certo, le due iniziative hanno letteralmente costruito l’immagine dell’azienda. Che, se vogliamo dirla tutta, lavorando (anche) sulla brand awareness ha allargato la platea dei consumatori target fino a diventare un Top of mind.

Nato per caso

Era il 1894 quando, all’Esposizione Universale e Coloniale di Lione, vedendo una pila di pneumatici, Édouard Michelin ebbe un’idea: «Guarda, con un paio di braccia in più sembrerebbe un omino!». Quattro anni dopo l’artista Marius Rossillon, conosciuto con il nome d’arte di “O’Galop”, darà vita all’Omino Michelin, rendendolo protagonista di uno straordinario manifesto dal titolo “Nunc est Bibendum” (“Adesso bisogna bere”), in cui cita l’Ode di Orazio (I, 37) per dire che il pneumatico Mi-


chelin “beve” l’ostacolo. Anche se le gambe gli spunteranno qualche anno dopo : nel 1901. «L’Omino Michelin è un personaggio che ha avuto successo dalla nascita, perché sembra essere presente ovunque ce ne sia bisogno, anche in periodi storici drammatici», continua Do: «Arriva quando una famiglia con due bambini si ritrova in mezzo a una strada con la gomma a terra o quando lo pneumatico bucato è quello di un’ambulanza della prima guerra mondiale. In entrambi i casi risolve il problema cedendo uno degli pneumatici che lo compongono». L’obiettivo più alto di una buona strategia di brand awareness è la salienza di marca. Che poi serve ad aumentarne la performance commerciale, e quindi sostanzialmente le vendite. L’Omino Michelin non è rimasto semplice icona, ma da subito è apparso su ogni canale pubblicitario, impegnato a fornire informazioni tecniche relative all’uso corretto dello pneumatico. Man mano Bibendum ha acquisito una personalità grazie ad altri grandi nomi del mondo della pubblicità e dei manifesti, come Hautot, Grand Aigle, Riz, Cousyn e René Vincent. Ma per rendere l’Omino Michelin facilmente riconoscibile per tutti, era necessario uniformarne l’immagine: negli anni Venti, gli artisti dediti a Bibendum lavorarono nello studio grafico Michelin assegnando un numero ben preciso di pneumatici come struttura per il corpo e forme definite. La comunicazione è sempre stata al centro delle politiche del Gruppo : «La nostra storia inizia a cavallo tra Ottocento e Novecento, con uno pneumatico da bicicletta, una pila di pneumatici che danno vita a Bibendum, e la Guida Michelin, allora un libretto che aveva lo scopo di spingere i pochi automobilisti francesi del tempo a viaggiare di più», sottolinea Marco Do.

Miglior logo di tutti i tempi

C’è la risppsta affettiva e quella cognitiva: l’impatto sulla valutazione e la preferenza rispetto a un prodotto si ottiene coinvolgendo il consumatore, portandolo a immedesimarsi, inducendolo a memorizzare i contenuti pubblicitari associati al marchio. E la lezione che ci insegna la storia della mascotte di Michelin riguarda

l’identificazione tra immagine del prodotto e consumatore. E che dice molto della storia dell’industria dell’automobile. All’inizio, i suoi tratti rispecchiavano quelli dell’unica classe sociale che poteva permettersi il nuovo mezzo di trasporto: monocolo, sigaro, anello con sigillo, gemelli. Ma con la diminuzione dei prezzi delle automobili, ormai più accessibili, l’Omino Michelin abbandonò gli accessori, diventando per tutti il compagno di viaggio amichevole e

ideale. «Nel 2000 è stato eletto miglior logo di tutti i tempi dal Financial Time», conclude Do. «È un oggetto di citazioni, perché appartiene all’immaginario collettivo. E continua ad esserlo: è sempre giovane, non come un Dorian Gray, ma come chi sa leggere i segni dei tempi per essere sempre più vicino a chi viaggia e saper rispondere alle sue nuove esigenze. È così che sarà anche nel futuro: fedele a se stesso, in linea con i tempi».

IL MITO DELLA GUIDA MICHELIN

P

ochi sanno che gli americani sono sbarcati in Normandia con la Guida Michelin in mano. Era l’edizione del 1939, con la raccolta completa delle piante delle città, ristampate a Washington con la dicitura «For official use only». La piccola guida ideata nel 1900 Édouard e André Michelin per le (allora) poche migliaia di automobilisti francesi alle prese con un viaggio, che conteneva informazioni pratiche (dove fare rifornimento, dove trovare un’officina, dove cambiare i pneumatici) e indicazioni su dove mangiare e dormire, era già uno strumento indispensabile. «Questa guida nasce con il secolo, durerà tanto quanto lui», diceva André Michelin. Era stato lungimirante, ma non abbastanza. «Michelin è nata con il viaggio. La nostra storia inizia a cavallo tra Ottocento e Novecento, con un pneumatico da bicicletta, una pila di pneumatici che danno vita a Bibendum, e la Guida Michelin, allora un libretto che aveva lo

scopo di spingere i pochi automobilisti francesi del tempo a viaggiare di più, fornendo gli indirizzi dei posti migliori per mangiare e dormire», spiega Marco Do, Direttore Comunicazione Michelin Italiana. Oggi la Guida Michelin copre 30 Paesi ed è talmente slegata dal mondo degli pneumatici da decretare il successo o il fallimento di uno chef, grazie alle ambitissime stelle. Nate negli anni ’50 ad affiancare i primi espressivi simboli testimoni dell’epoca (un termosifone indica la non scontata presenza di riscaldamento, una minuscola vasca il “Bidet con acqua corrente”, un rubinetto, una brocca con la bacinella e una candela “Solo acqua corrente fredda”, “Senza acqua corrente” e “Senza elettricità”), nel 1959 compaiono le prime stelle. Sono stelle “uniche”: le due stelle arriveranno nel 1969 a indicare una “Tavola eccellente: merita una deviazione”, con l’avvertenza “Non aspettatevi una modica

spesa per dei pasti di simile classe”. Le tre stelle compariranno per la prima volta nel 1986, “Una delle migliori tavole: vale il viaggio”, che incoroneranno Gualtiero Marchesi. Dando il via a un business, quello dei ristoranti stellati, che secondo la società di ricerca Jfc muove 400 milioni di euro l’anno. Ricevere una stella significa raddoppiare il proprio fatturato: in Italia una stella vale in media 708mila euro di giro d’affari, due valgono 1,1 milioni di euro e con tre stelle si supera il milione e mezzo di fatturato.

85



UOMINI&DENARI

ANDREA PRETE

I COMMENTI

L’INGEGNERE GENTILE CHE SA SUSSURRARE PERFINO A DE LUCA Andrea Prete è stato appena nominato numero due di Unioncamere con delega al Centro Studi. Ma il percorso per arrivarci è costellato di trofei

88 UGO BERTONE LA MANIFATTURA TORNA AL CENTRO DELL’ECONOMIA

90 DIRITTO&ROVESCIO CHE TRATTAMENTO RISERVARE AL “PRIVATE INSURANCE”?

91 L’INTERVENTO/ BANOR PERCHÉ LA SOSTENIBILITÀ È DIVENTATA UN ASSET

92 QUI PARIGI LA RIFORMA DEL LAVORO CHE DOVREBBE LEGGERE DI MAIO

94 ILSUSSIDIARIO.NET I MIGLIORI COMMENTI DEL MESE, DAL PORTALE

96 CI PIACE/NON CI PIACE SALE FOODORA CHE DIVENTA “GRANDE”, SCENDONO I SINDACATI

di Alfonso Ruffo

L’

ultimo incarico, maturato a luglio di quest’anno, è una vice presidenza. Ma pesante perché Andrea Prete, classe 1956, nato a Giugliano in provincia di Napoli ma Salernitano di adozione, è da poco diventato il numero due di Carluccio Sangalli a Unioncamere nazionale con l’ambita delega al Centro Studi. Laureato in Ingegneria alla Federico II con 110 e lode, quest’uomo mite all’apparenza e determinato nei fatti può vantare una lunga storia associativa nelle file confindustriali dove ha fatto esperienza ed è cresciuto spalla a spalla con l’attuale leader Vincenzo Boccia, condividendone molte battaglie. Volendo tentare una rapida escursione degli incarichi ricoperti nel tempo, e restando per brevità sulle sole presidenze, possiamo ricordare la conferma a gennaio scorso al vertice delle Camere di commercio della Campania, la rielezione nel 2017 a capo di Confindustria Salerno (che aveva già guidato dal 2003 al 2007), la nomina a capo dell’ente camerale salernitano nel L’AUTORE ALFONSO RUFFO

2016, la guida del Comitato Piccola industria di Salerno dal 1995 al 1999, l’esordio alla testa del Gruppo giovani di Salerno dal 1990 al 1994. Oggi - oltre a sommare la vice presidenza italiana di Unioncamere e le tre presidenze regionali di Unioncamere Campania, Camera di commercio e Confindustria a Salerno - è anche coordinatore nazionale del tavolo dei presidenti camerali di estrazione confindustriale e come tale è invitato a riferire all’Assemblea generale di Confindustria. Uno così, verrebbe da pensare, non avrà altro impegno che badare alla rappresentanza. E invece Prete riesce a essere molto attivo anche in azienda, la Imc, specializzata nella produzione di cavi elettrici: una piccola realtà (fattura poco più di 20 milioni) ma molto dinamica in quanto esporta l’80 per cento. Azienda e associazionismo non sono le uniche attività dell’ingegnere napo-salernitano che è spesso impegnato a fare da ponte tra il mondo imprenditoriale e l’uomo forte della politica campana, Vincenzo De Luca, oggi presidente della Regione e ieri potentissimo sindaco di Salerno. È tra i pochi cui è permesso chiamarlo al cellulare ed è tra i pochissimi al quale De Luca risponde. Per tutto questo, c’è chi lo invidia e chi no…

87


PRIVATE BANKER

Addio social network, la mobilità torna il fulcro dell'economia Musk annuncia nuovi investimenti per produrre 500mila Tesla all'anno. Un'azienda cinese che realizza batterie al litio è pronta a uscire dai propri confini e a sbarcare in Europa. È il ritorno della manifattura di Ugo Bertone

B

asta Faang (ovvero il pacchetto Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google) è l’ora dei Maga, che sta per Microsoft, Apple, Google ed Amazon. Fuori, dopo il tonfo delle trimestrali, sia Facebook, frenata dagli scandali ma ancor di più dalla disaffezione dei più giovani, che Netflix, salita a valutazioni siderali (165 volte gli utili). È questo il verdetto che emerge dalla campagna dei conti. Ma l’impressione è che qualcosa sia cambiato. Il dazio da pagare per chi ha deluso le attese è stato terribile: Twitter ha perso il 21%, il suo peggior ribasso di un giorno dal febbraio 2014; a Intel non è bastato battere le stime di utili e ricavi, una guidance negativa ha innescato un non insignificante -8.6%; peggio di tutti ha fatto Facebook, che ha lasciato sul terreno 130 miliardi di dollari in una sola riunione. In cambio, chi ha presentato risultati eccellenti, migliori delle attese, ha registrato un apprezzamento tiepido, come nel caso di Amazon, regina del clou oltre che dell’e-commerce. La sensazione è che il mercato si stia concentrando su una rosa di titoli sempre più ristretta, indice di L'AUTORE UGO BERTONE. TORINESE, EX FIRMA DE "IL SOLE-24 ORE" E "LA STAMPA", È CONSIDERATO UNO DEI MIGLIORI GIORNALISTI ECONOMICOFINANZIARI D'ITALIA

88

ELON MUSK, CEO DI TESLA

una certa fragilità del trend del settore che 14 Gigawatt/ora sorgerà a Erfurt, nel centro ha trascinato finora i listini, in assenza di aldella Germania, in modo da poter servire tri driver di crescita. Tensioni sui tassi Usa e al meglio le necessità dei grandi costruttoguerre commerciali, del resto, non favoriscori auto tedeschi. BMW ha anticipato che nei no stabili progressi del Toro. Che fare? Una prossimi anni farà acquisti da CAT per circa soluzione potrebbe essere quella di puntare 4 miliardi di euro. Stesso copione a Bruxelles su settori che offrono garanzie di crescita al per una controllata del gruppo che fa capo a netto delle tensioni geopolitiche. Tra i comAlbert Frère: la capitalizzazione di Umicore, parti a più sicura vocazione di crescita figura produttore belga di prodotti chimici, è tripliquello delle batterie a celle per i veicoli eletcata negli ultimi tre anni. Quel che attira gli trici, impermeabile alle guerre commerciali: investitori è la leadersphip tecnologica nel i cinesi vengono in Europa, dove sono ben ciclo di produzione del trittico nickel-manaccolti, gli americani vanno in Cina, semganese-cobalto, tre elementi cardine per gli pre più aperta agli investimenti esteri, soelettrodi delle batterie al litio. La rivoluzione prattutto nel settore elettrica in corso non FACEBOOK HA BRUCIATO 130 MLD dell’alta tecnologia. può certo rinunciare DOPO LA COMUNICAZIONE DELLA Un esempio? Elon al rame. Il prezzo del TRIMESTRALE. SI INIZIA A PALESARE Musk ha firmato un UNA FRAGILITÀ DEI TREND DEL SETTORE metallo utilizzato nei accordo programmacavi di trasporto, è tico per realizzare un impianto di produzione in questi giorni sui minimi dell’ultimo anno, da mezzo milione di Tesla l’anno: un obiettima la recente discesa è stata provocata solo vo da raggiungere nel giro di due o tre anni. dalla minaccia delle guerre commerciali. Tra Per il produttore di auto elettriche di lusso, i produttori, Deutsche Bank consiglia la cala Cina non è solo l’area che oggi vale il 15% nadese First Quantum, possibile preda del del suo giro d’affari, è il mercato strategico colosso Rio Tinto, gigante minerario che da dove è obbligatorio essere presenti. Intanto tempo dice di volersi rafforzare nelle matela cinese Contemporary Amperex Technolorie prime legate ai nuovi mondi elettrici. Quel gy, il primo produttore al mondo di batterie che si propone di fare anche la tedesca Sgl a celle per i veicoli elettrici, ha annunciaCarbon, un grande nome nella grafite che to la realizzazione del suo primo impianto sta cercando di adeguarsi sviluppando le produttivo fuori dalla Cina. La fabbrica da produzioni più legate alle batterie.



DIRITTO&ROVESCIO

Le Private Insurance alla prova della Cassazione Quale trattamento devono ricevere i contratti assicurativi sulla vita ad elevato contenuto finanziario? Secondo la Suprema Corte come un investimento di Luigi Belluzzo

U

na recente sentenza (Cass. 10333/18) ha riaperto la discussione sulla (ri) qualificazione giuridica dei contratti assicurativi sulla vita ad elevato contenuto finanziario. Tema non nuovo a chi si occupa di wealth management. La Suprema Corte ha ribadito che in assenza di garanzia della conservazione del capitale alla scadenza, il prodotto oggetto dell’intermediazione deve essere considerato un vero e proprio investimento finanziario In taluni casi l’eccessiva finanziarizzazione dei contratti assicurativi pare perdere la dimensione previdenziale, che ha invece – nell’interpretazione della Giurisprudenza – valore centrale. Il problema è certamente ampio e si pone in particolare per le Unit Linked (o Index Linked) e che rappresentano una fetta del mercato (il cd. ramo III delle assicurazioni). Queste polizze collegano strettamente l’aspettativa finale di capitale/rendita dell’assicurato all’andamento di specifici parametri finanziari; nel caso in questione all’andamento sul mercato delle quote di fondi di investimento in cui i premi pagati dall’assicurato sono stati investiti. In assenza di garanzie sul capitale investito, tipico invece delle polizze di ramo I, il rischio viene traslato sull’assicurato che potrebbe perdere l’intero capitale.

90

Luigi Belluzzo, (* Equity Partner, Belluzzo)

gnorabilità e la insequestrabilità delle somme dovute dall’assicuratore al contraente o al beneficiario, offerte dall’articolo 1923 del codice civile, sarebbero compromesse (come peraltro già statuito in alcune sentenze dei tribunali di merito). Sempre sul piano giuridico, il contratto così riqualificato dovrebbe essere incluso nell’attivo ereditario. Sul piano tributario si verificherebbe un effetto distorsivo, probabilmente non voluto, dato che impatterebbe la fiscalità diretta e le somme ricevute dall’assicurato sarebbero da assoggettare ad imposta sulla successione, La recente pronuncia si inserisce nel solco come accade alle somme sui conti correnti o, giurisprudenziale (es. Cass. n. 6061/2012) e, appunto, per le gestioni patrimoniali. in breve, se il rischio concernente la perforIn tema occorre tuttavia considerare anche mance del prodotto è spostato in capo all’inl’esistenza di polizze cd “private insurance” vestitore (il soggetto assicurato), il contratto genuine, per la prassi dell’Amministrazione non svolge più la sua tipica funzione previfinanziaria sono già trattate come strumenti denziale, bensì assume connotati di investifinanziari ai fini dell’Imposta di bollo o dell’Imento in un prodotto finanziario. vafe. L’intervento della recente Cassazione Stabilire la natura di tali polizze è dunque si pone quindi in un contesto che certamenuna (delicata) questione interpretativa che te abbisogna di maggiore chiarezza, così da deve prendere in considerazione gli elementi dare certezza al private banking, settore che caratterizzano il caso concreto. In partidavvero tra quelli trainanti dell’economia colare tale esercizio è da condurre in modo italiana. Non sono mancate le prese di poapprofondito sul parco di polizze sottoscritte sizione tra cui quella di Ania, che sottolinea in passato, quando come non sia in dubminore era l’atten- LE POLIZZE "PRIVATE INSURANCE" SONO bio la connotazione GIÀ TRATTATE COME STRUMENTI zione specifica, oltre di prodotto assicuraFINANZIARI AI FINI DELL'IMPOSTA che in sede attuale di tivo delle polizze con DI BOLLO E DELL'APPLICAZIONE IVA sottoscrizione di nuovi contenuto finanziario, strumenti. Il mercato vede contratti con caribadendo il contesto specifico del caso come ratteristiche assai differenti, anche considedatato. rando i temi delle così dette polizze di ramo Si aggiunge che occorre anche guardare al “misto”, e che, dunque, ogni generalizzaziocontesto comunitario, auspicando una magne sarebbe fuorviante. giore chiarezza interpretativa, idealmente Le conseguenze della riqualificazione si moattraverso una posizione di prassi. Non vi è strerebbero assai rilevanti, con riguardo al dubbio infatti che pare oggi necessario rifletcontesto giuridico, tributario e regolamentere le valutazioni e considerazioni della mitare. La perdita della natura di contratto gliore dottrina, così da conciliare lo strumenassicurativo, comporterebbe la piena applito assicurativo e quello finanziario a beneficio cazione al contratto delle norme contenute del mercato. È tuttavia certo che un sasso nel TUF ed emanate dalla Consob. L’impinello stagno è stato gettato.


L'INTERVENTO

Un vento di valori sostiene in Borsa le aziende attente alla sostenibilità Warren Buffet è stato uno dei primi a valutare il rischio di un investimento anche tenendo in considerazione l’eticità del management di Massimiliano Cagliero *

È

IL FONDATORE E AD DI BANOR, MASSIMILIANO CAGLIERO

in atto da qualche tempo con rilevan(esg nell’acronimo inglese) è diventata una te incisività un importante cambiacomponente fondamentale nell’analisi di mento valoriale sui mercati finanziari qualsiasi tipo di investimento. Tale attenziosviluppati relativo ai criteri di indirizzo degli ne presenta due dimensioni: la prima verso investimenti negli ultimi anni. Ha preso piel’interno dell’azienda, e la seconda verso il de inizialmente - fine anni ’90 - nei mercati mercato e gli stakeholders esterni. Rispetdegli Stati Uniti, per poi diffondersi anche to alla prima dimensione, sempre maggioverso i mercati europei ed asiatici. re attenzione ed enfasi è posta alla cultura L’investimento in titoli quotati è sempre stamanageriale dell’azienda, alla presenza to ispirato negli anni dal criterio chiaro e delle giuste regole di corporate governancondiviso del ritorno economico. Le compoce, alla tutela delle minoranze, all’orizzonte nenti di tale ritorno erano – e sono – la partemporale delle decisioni di investimento ed te di capital gain ed il dividendo. A livello di al rispetto in genere di un codice di condotta “value Investing” – che è la filosofia che da e comportamento accettabile e condiviso. sempre segue Banor A titolo indicativo A LIVELLO DI “VALUE INVESTING” – il testo “base” è “The dell’importanza di IL TESTO “BASE” È “THE intelligent investor” questo valore “inINTELLIGENT INVESTOR” di Benjamin Graham terno”, basti penDI BENJAMIN GRAHAM DEL 1949 (1949): un testo focasare ai recenti casi lizzato sull’analisi fondamentale volta ad di Uber e di Starbucks. Il fenomeno dello individuare opportunità di investimento che sviluppo delle aziende BCorp si inserisce in possano comportare un ritorno economiquesto quadro di ragionamento. co positivo negli anni. Non si fa riferimento Per quanto riguarda la seconda dimensioad altre considerazioni/ valori nella valutane, i valori rilevanti verso gli “stakeholders zione dell’investimento. Warren Buffet, uno esterni” sono invece i più comuni principi di dei maggiori investitori di tutto il tempo, cui sentiamo ormai parlare spesso: sopratè stato forse uno dei primi a sottolineare tutto l’attenzione all’ambiente ed al sociale, come per valutare correttamente il profilo quindi alle modalità di produzione, alle ridi rischio di un investimento fosse necessasorse impiegate nel processo manufatturierio prestare anche attenzione all’eticità del ro, dall’energia al personale. I valori che mi management…Attualmente l’attenzione ai sentirei di definire come i più rilevanti sono valori di sostenibilità, eticità e trasparenza da un lato quelli della cultura aziendale in-

NON SI È ANCORA IMPOSTO NEL MONDO UN ENTE CERTIFICATORE CHE POSSA DARE UN RATING “ESG” terna e della corporate governance e dall’altro quelli dell’attenzione alle risorse produttive impiegate ed all’utilità del prodotto per il sociale. Si è ancora indietro – e si evolve con difficoltà – nel dettagliare il discorso della gestione delle risorse umane impiegate nel processo produttivo. L’attenzione a questa tipologia di valori non è uniformemente applicata a livello Usa ed europeo. Essendo il mercato Usa più avanti di noi, cominciano a non essere più presenti in esso quei fenomeni di “greenwashing” che invece sono ancora presenti – e talvolta diffusi – nel campo europeo. Un altro aspetto da tenere presente è che non si è ancora imposto a livello mondiale un ente certificatore terzo e “superiore” che possa dare un “rating esg” ai vari businesses ed alle varie società. E’ questione di tempo, verosimilmente sarà uno dei grandi nomi - S&P sta cercando di farsi spazio in questo settore – ma ad oggi non vi è un ente riconosciuto da tutti. In assenza di una certificazione esterna accettata da tutti, molti gestori incorporano l’attenzione verso questi valori nelle loro analisi, e si sono sviluppati un sistema di rating interno che influisce sul tasso di sconto utilizzato per la valutazione delle aziende, e quindi sulla valutazione stessa. * amministratore delegato e fondatore di Banor

91


QUI PARIGI, APPUNTI DALLA DÉFENSE

Altro che dignità, chi lavora va formato Il duo Macron-Philippe (antisovranista e lontanissimo dai pentastellati) ha approvato una riforma del mercato del lavoro che punta forte sulla formazione, liberandola dai lacci della burocrazia. Di Maio dovrebe prendere appunti di Giuseppe Corsentino

ANTIPATIE ANTI-MACRONIANE A PARTE, FORSE IL GIOVANOTTO A CINQUE STELLE CHE GUIDA IL MINISTERO DEL LAVORO, PRIMA DI AVVENTURARSI SULL’INFIDO TERRENO DEL COSIDDETTO DECRETO DIGNITÀ, AVREBBE FATTO BENE A DARE UN OCCHIO ALLA RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO CHE IL GOVERNO LIBERAL-LIBERISTA DI MACRON-PHILIPPE (e quindi “nemici” dei sovranisti nostrani) è riuscito a portare a termine, cioè all’approvazione del Parlamento il giorno prima della pausa estiva, il 1° agosto. Certo, è sempre un po’ urticante prendere lezioni dai cugini francesi ma questo pezzo di riforma, che porta orgogliosamente il nome di “Loi pour la liberté de choisir son avenir professionnel”, ha il gran merito di cancellare tutta quella complessa burocrazia giuslavoristica, fatta di uffici pubblici e procedure, che qui in Francia va sotto il nome di Pôle Emploi e, da noi, in Italia, di Centri per l’impiego. In questi uffici, infatti, il “machting”, l’incontro tra domanda e offerta è un evento assai raro per una ragione molto semplice e ben nota da tempo: “la grande inadaptation des compétences aux besoins des entreprises, che è l’identico male che affligge il mercato del lavoro italiano: mancanza di competenze, assenza delle specializzazioni richieste dalle aziende. Risultato: chômage de masse, disoccupazione di massa al di qua e al di là delle Alpi (da noi supera il 10% secondo le ultime rilevazioni Istat con un drammatico 30% tra i giovani e fa davvero impressione sentire il professor Giuseppe Di Taranto, economista della Luiss, dire che

92

ormai il tempo necessario perché un neolaureato trovi un’occupazione coerente con la sua formazione è arrivato a 19 anni). Con i dati della Luiss, che non sono poi tanto diversi da analoghe rilevazioni qui in Francia, siamo arrivati al punto. Cioè alla formazione, lo strumento che può provocare - come ha ben scritto il quotidiano Le Figaro - un Big Bang del mercato del lavoro. E’ proprio quello che ci si aspetta dall’ultima Loi che punta tutto sulla libertà individuale. “In un mercato del lavoro che cambia velocissimamente - ha dichiarato la ministra del lavoro Muriel Penicaud, un’esperta, ex responsabile delle risorse umane del gruppo Danone prima di essere reclutata da Macron (astenersi da qualsiasi paragone con il nostro, svp) - chacun doit pouvoir choisir de se former, être acteur de sa vie professionnelle et non plus la subir”. Chiarendo una volta per tutte che “la compétence est la meilleure des protections”. Per questo, dice la legge francese, la formazione è un asset che il lavoratore deve poter maneggiare in assoluta libertà, aggirando tutte le burocrazie. Ed è ancora per questa ragione che il Compte personel de formation (Cpf), creato con una legge del 2014, non funzionerà più a ore (24 all’anno), ma permetterà di scegliere la formazione che si desidera grazie a un contributo annuale di 5mila euro (che diventano 8mila per i lavoratori meno qualificati che hanno un percorso più lungo da fare). “Individualisation et libéralisation” diventano la chiave del processo formativo: non si dovrà più passare dalle forche caudine degli uffici

regionali e provinciali, dai centri per l’impiego, ma si potrà scegliere direttamente l’offerta considerata più utile e conveniente per il proprio sviluppo professionale (magari con l’ausilio di un esperto: si chiama Cep, Conseil en évolution professionnelle) e si potrà far tutto on-line grazie a una “super application mobile”, una app che la ministra ha promesso di realizzare al più presto. La liberalizzazione interessa, ovviamente, anche l’offerta, cioè a dire i centri di formazione (Cfa, Centre de formation d’apprentis) che ora saranno finanziati con un meccanismo di “coût contract”, collegato al numero dei contratti di lavoro ottenuti grazie ai corsi. Insomma, più risorse a chi realizza programmi di formazione che funzionano, che portano all’occupazione: altro che parcheggio o fabbrica di disoccupati (come certi corsi di formazione per estetiste o registi in Campania, come s’è saputo recentemente). Lo stesso meccanismo premiale vale per le aziende che assumono apprendisti, magari gli studenti dei licei professionali in regime di alternanza scuola-lavoro (che da noi è stato un flop). Le imprese avranno diritto a contributi e sgravi fiscali, gli apprendisti a uno stipendio mai inferiore a 500 euro al mese. E’ una questione di dignità, per dirla con il ministro Di Maio.


FONDO PARITETICO INTERPROFESSIONALE NAZIONALE PER LA FORMAZIONE CONTINUA

FonARCom è il Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale che finanzia la Formazione Continua dei lavoratori e dei dirigenti delle aziende italiane.

Le imprese italiane di qualsiasi settore, aderendo gratuitamente a FonARCom, hanno l'opportunità di utilizzare il versamento INPS 0,30% delle retribuzioni soggette all'obbligo contributivo, per realizzare Piani Formativi a vantaggio delle risorse umane e dello sviluppo aziendale. FonARCom finanzia la formazione attraverso procedure adeguate a tutti i contesti aziendali, per questo ha istituito differenti Strumenti: Avviso Generale, Avvisi Tematici, Detto/Fatto! Aziende, Conto Formazione Aziendale o Aggregato Chiuso o di Rete, Avviso per Dirigenti e Avviso per Studi Professionali.

Con FonARCom è possibile ogni tipo di formazione perché permette: Il finanziamento di attività info-formative, a vantaggio dei dipendenti, dirigenti e collaboratori, anche in assolvimento di obblighi normativi (ad es. sicurezza, privacy, HACCP) e dedicate inoltre agli apprendisti e ai loro tutor; L’utilizzo di metodologie didattiche tradizionali ed innovative (ad es. formazione d’aula, a distanza, sul luogo di lavoro, autoformazione, seminari);

L’integrazione nei Piani Formativi di attività preparatorie e complementari alla formazione (ad es. analisi del fabbisogno, del clima, delle competenze ed organizzativa);

Il recupero dei costi accessori alla info-formazione (ad es. vitto, trasporto, alloggio, spese generali); La pianificazione interni all’azienda.

di attività info-formative anche al di fuori dell’orario di lavoro e con docenti

Aderire a FonARCom è semplice e gratuito! SEDE NAZIONALE Salita di San Nicola da Tolentino, 1/B 00187 Roma Italia

fonarcom.it

06 55301819

SEDI TERRITORIALI Via Luigi Borghi, 7 21013 Gallarate (VA)

Via Ruggero Settimo, 55 90139 Palermo


QUEL CHE RESTA DEL MESE in collaborazione con ILSUSSIDIARIO.NET

Lo spread torna a salire perché l’Italia non sa più come si cresce Il Paese è di fronte a un bivio: se al ritorno dalle vacanze la finanziaria non dovesse piacere ai mercati, ci ritroveremmo con un altissimo “rischio Grecia”, lo Stato che più di tutti ha pagato la crisi PAOLO ANNONI, GIORNALISTA FINANZIARIO AL CORRIERE DI COMO

I

eri il “rischio Italia” si è palesato sul mercato sotto forma di un aumento dello spread e del rendimento del decennale arrivati a livelli che non si vedevano da quasi due mesi. Non servono riflessioni particolarmente geniali per mettere in fila alcuni elementi e concludere che ci sono i presupposti per “un aumento della volatilità” sul mercato italiano. Il quadro internazionale è sicuramente peggiorato e gli interventi americani su dazi e tariffe con la loro sfida per il modello europeo e per il surplus commerciale italiano sono solo una parte dello scenario. Questo però non è il problema di fondo. L’Italia non riesce a trovare una via per la crescita e da anni si accontenta di raccogliere le briciole della crescita globale occupando costantemente gli ultimi posti tra i Paesi europei. Quando le cose vanno bene nel mondo in Italia vanno meno bene e quando vanno male in Italia vanno ancora peggio. L’Italia non si è mai ripresa dalla crisi del 2008 e da quella del 2012 e a questi ritmi serviranno molti anni solo per tornare al punto di partenza mentre gli altri sono an-

94

MANIFESTAZIONI NELLE STRADE GRECHE CONTRO L’AUSTERITY IMPOSTA

dati avanti. A questo si unisce un debito che, con una crescita così anemica, non scende mai. Questa situazione di stasi si produce in un contesto globale positivo, ma è un equilibrio instabile perché il contesto globale può anche peggiorare e a quel punto ci si accorge che l’Italia ha un debito molto alto, una disoccupazione a due cifre e stenta a ritrovare la via della crescita. A ogni tornante dei mercati globali l’Italia si ritrova suo malgrado al centro del palcoscenico con tutte le magagne ben illuminate e gli investitori che fanno LA BANCA D’ITALIA NON HA MOSTRATO GRANDE SOLERZIA NEL RINTUZZARE ATTACCHI SPECULATIVI CHE AVREBBERO MINATO ANCHE ECONOMIE PIÙ SANE

due più due quando devono scegliere su chi puntare, al ribasso, per fare la performance. Aggiungiamo che la banca centrale italiana non sempre ha dimostrato una solerzia eccezionale nel rintuzzare attacchi speculativi che rischierebbero di mettere in moto circoli viziosi anche in economie più sane. Pensare che si possano risolvere problemi che durano almeno da un decennio con una finanziaria è una follia. Anche la migliore delle finanziarie possibili o dei governi possibili avrebbe bisogno di una difesa esterna in un momento di fragilità oggettiva. Oggi poi è

chiaro che in uno scenario di deterioramento o di “speculazione” o di aumento dello spread si metterebbe in moto, probabilmente, lo stesso meccanismo del 2012. Un giro di “austerity” con cui comprare la copertura dell’Unione europea. Ieri Zerohedge mostrava un bel grafico che evidenziava come la crisi greca sia la più lunga depressione della storia. Ora, i greci hanno le loro gravi colpe, ma rimane il fatto che nell’attuale quadro non ci sia una soluzione al problema greco. Solo un pazzo può pensare che la Grecia con l’economia a pezzi possa ripagare un debito che sta al 180% del Pil e magari farlo con i “tagli” e le efficienze. Non che i tagli e le efficienze non servano, anzi, ma un po’ di buon senso indica che senza un qualche tipo di rottura, di politica anticiclica che autonomamente la Grecia non si può dare, non c’è una soluzione al problema. Per l’Italia il futuro oggi è quello greco. Se a settembre la finanziaria non piace, o non piace la crescita, o non piace il contesto internazionale e lo spread va a 500 ci ritroviamo nella stessa situazione del 2011 e subiremo le stesse conseguenze del 2011, perché né l’Europa, né l’Italia sono cambiate, con una austerity da cui si esce con l’economia a pezzi e 10 punti di debito su Pil in più. Che l’Italia abbia ampissimi margini di efficientamento


è noto, soprattutto, spiace dirlo, in alcune regioni dove la macchina pubblica è fuori controllo. Rimane la questione di come e cosa fare per ritornare a una crescita sana che non si vede almeno dal 2007 e forse da ancora prima e di come evitare, nel frattempo, che la speculazione rovini tutto impedendo qualsiasi possibilità di risalire la china. Abbiamo perso industrie, anche chiave, banche, assicurazioni, fabbriche nell’assenza totale di politica industriale che gli altri facevano, all’occorrenza, fregandosene bellamente delle regole europee; basti dire che il terzo principale azionista di Psa oggi è lo Stato francese e che buona parte del sistema bancario tedesco è al riparo dalle regole della Bce. Non siamo in grado di scommettere su grandi opere infrastrutturali o su settori di avanguardia mentre tutti gli altri intorno a noi fanno ragionamenti di sistema Paese selezionando, eventualmente, anche settoL’ITALIA DEVE CONVINCERE I MERCATI NON TANTO DI VOLER ABBATTERE IL DEBITO MA DI AVERE UNA RICETTA PER TORNARE A CRESCERE STABILMENTE

ri dove si possono perdere soldi pubblici. L’euro con le sue rigidità assolute, quelle che fanno divaricare la performance economica di Svezia e Finlandia, due Paesi non particolarmente mediterranei, non ci aiuta. Uscire da questa situazione in un contesto emergenziale o senza la possibilità di fare politiche anticicliche o industriali è impossibile. Risolvere la disoccupazione giovanile oltre al 50% in regioni come la Calabria con “l’austerity” espansiva è ridicolo. L’Italia deve convincere i mercati, innanzitutto, non che il debito scenderà a tempo record, ma con una ricetta credibile per tornare a crescere che è l’unica condizione per ridurre il debito. E non si può prescindere da mostrare la buona volontà di eliminare alcune prassi impresentabili. Per fare questo serve una mano esterna, dall’Europa, o da chiunque sia in grado di darla, e un progetto di crescita credibile. (Articolo pubblicato il 3 agosto)

DI ANTONIO NAPOLI

DIETRO LA DEIFICAZIONE DI MARCHIONNE UNA STRANA IDEA DI LEADERSHIP

D

alle loro sedie a sdraio, all’annuncio del fatidico “rompiamo le righe e andiamo tutti in ferie”, molti italiani — autorevoli e non — hanno rilanciato sui social, con parole accorate di esortazione all’ascolto, un breve video in cui Sergio Marchionne diceva alcune semplici verità. Non ci sono diritti acquisiti per sempre e non ha senso reclamarli se non si parla prima di doveri e di come una società dovrebbe funzionare, produrre e crescere. Che i nostri giovani sono stati — attraverso un lento ma inesorabile percorso di svuotamento culturale — spinti a non considerare più l’impegno, il sacrificio e la serietà di valori su cui costruire il proprio avvenire, perché questo viene loro quasi sempre offerto gratis da genitori troppo premurosi e essi stessi appagati. Cosa resterà in eredità agli italiani del pensiero di Marchionne e del suo esempio nei prossimi anni è difficile dirlo oggi, anche se già vediamo sfumare, come nei titoli di coda di un film, il dispiacere collettivo per la sua scomparsa. Quello che invece sappiamo da sempre è che gli italiani scelgono i loro miti secondo una modalità abbastanza semplice. Piacciono loro solo due tipi di leader, perché due sono i tipi di eroi in cui riescono a immedesimarsi. Il primo tipo è il leader che diventa tale in quanto di gran lunga migliore dell’italiano medio. Di fatto un diverso, un caso raro, in cui a un tratto è bello provare a riconoscersi e pensare che potremmo aspirare a essere tutti come lui un giorno. Lo si ama proprio perché irraggiungibile: è il leader dei momenti difficili a cui affidare le sorti del Paese ormai giunto sull’orlo del precipizio. Il

secondo tipo è invece l’eroe che incarna l’italiano più italiano di tutti gli altri. Quello che tu guardi e ascolti e col quale SERGIO MARCHIONNE ti immedesimi totalmente, purtroppo. Dalle barzellette che racconta al giudizio sul “décolleté” della signora seduta accanto, dall’indulgenza verso le piccole trasgressioni, alla convinzione che con la fantasia e la creatività si aggiusti tutto. Ovviamente è il leader giusto per i momenti più facili, e se c’è in cassa qualche soldo da spendere. Lascio a voi il compito di abbinare nomi conosciuti ai due profili descritti. Marchionne ha colpito gli italiani per i suoi meritati guadagni e per le ferie mai consumate, per aver preso ben due società fallite e averle trasformate in poco tempo in due aziende con utili stratosferici, per aver imposto — praticamente vivendo su un aereo — regole, orari, modelli competitivi. Di Marchionne vivo non potevamo farcene nulla, vista la sua idiosincrasia per la politica. Non era un divo e non ha perso tempo a lasciare tracce del suo pensiero, se non involontariamente. Non aveva tempo per la vita sociale e di conseguenza gli aneddoti noti e le sue frasi celebri sono stati esauriti tutti nei giorni trascorsi tra la notizia della malattia e la fine effettiva. Resta il fatto che decine di migliaia di imprenditori che hanno tentato — nei dieci lunghi anni di questa crisi — di fare quello che ha fatto lui lo considereranno l’ultimo eroe di una guerra combattuta in silenzio e in solitudine. Una lotta in nome delle aziende che guidavano, per difendere posti di lavoro, per non disperdere la ricchezza prodotta fino a poco tempo prima. E per costoro alla loro morte non vi sarà neanche il piccolo monumento a memoria dei caduti, proprio come quelli che due guerre vere hanno disseminato in ogni angolo di Europa.

95


TALENT SHOW

P

CI PIACE FOODORA LASCIA DELIVEROO RESTA... E RADDOPPIA Se la prima sta smobilitando dall’Italia, sicuri che sia colpa di Di Maio e non invece dell’effetto di una sana concorrenza?

D

ue premesse, a scanso di malintesi incensatori: il mestiere del food-delivery non ha niente di innovativo, come ha ben scritto Carlo Alberto Carnevale Maffè – i “garzoni” del bar sono comparse cinematografiche dai tempi del neorealismo! - e c’entra con la platform economy molto marginalmente. Inoltre non produce lavori soddisfacenti e stabili se non in misura marginalissima. Però, se a patti chiari, non è il demonio: va usato per quel che può dare, senza l’enfasi di chi annovera i “lavoretti” della gig-economy tra le “nuove forme” del lavoro futuro (ma quali nuove?) e senza lo scandalo di chi, quando finalmente il ministro Di Maio ha dato una strettina alle norme del settore, ha subito gridato allo scandalo. In questo papocchio, ha fatto notizia – per la sterminata platea di giornali antigovernativi – Foodora che lascia l’Italia (ma lascia anche Australia e Olanda) e non che invece Deliveroo (nella foto il capo italiano Matteo Sarzana) estende i suoi servizi a Milano anche alle ore notturne, fino alle 3 del mattino. Intendiamoci: non è che non se ne potesse fare a meno, ma è una cosa intelligente. Che peraltro, e prudentemente, Deliveroo lascia gestire in proprio, sul marketplace aziendale, dai ristoranti che decideranno di servirsene per dare più senso al fatto di restare aperti fino a tardi, in modo che siano essi a pagare i rider, direttamente. Sarà mica che questi di Deliveroo siano i più bravi, e stiamo quindi giustamente prevalendo su qualche concorrente? Di sicuro un mestiere semplice richiede efficienza ed economia di scala, e non c’è posto per troppi concorrenti. Quindi, largo alla selezione naturale, non si colpevolizzi Di Maio, e bravi questi di Deliveroo.

96

Il mercato del food-delivery non regge tanti protagonisti ma il gruppo del “canguro” si sta affermando offrendo nuovi servizi In realtà, Tim e le altre guadagnano ancora molto, ma stanno perdendo clienti, e i dipendenti sono in preallarme

roprio un Paese che non vuol saperne della libera concorrenza, l’Italia. La tendenza a “fare cartello” e a chiudere a qualunque alternativa di mercato è fortissima e ubiquitaria, quando riesce ad affermarsi. È il caso del settore telefonico, dove la fusione tra Wind e Tre, dapprima sotto il controllo congiunto sia dei soci cinesi di Tre che dei padroni russi di Wind e ora tutta sotto il controllo cinese, ha indotto l’Antitrust dell’Unione Europea a imporre l’ingresso sul mercato italiano di un quarto operatore, proprio per neutralizzare il principale effetto voluto dai due “sposi”, che era appunto (a dispetto delle smentite) quello di smetterla di farsi concorrenza sui prezzi in modo da rialzare concordemente quelli più bassi e guadagnare tutti di più. La feroce commissaria Vestager ha detto no, ed oggi sul mercato italiano imperversa Iliad, operatore francese low-cost fondato dal magnate Xavier Niel (nella foto) che sta stracciando i prezzi e in poche settimane ha portato via 400 mila clienti agli altri. E che ti fanno i sindacati confederali dei telefonici? Si appellano all’Agcom – l’Authority del settore – affinchè impedisca a Iliad di praticare quei prezzi così bassi, dicendo che una concorrenza così spinta eroderà i guadagni (ancora spropositati) che i big (cioè Tim, Vodafone e Wind-Tre) continuano a maturare e le spingerà a tagliare posti di lavoro. Mondo alla rovescia: i sindacati semmai dovrebbero imporre alle società ricche di ridurre l’utile pur di non licenziare, più che difendere vecchi oligopoli fregando i consumatori... Poi ci si meraviglia se la sinistra è in crisi: con questo sindacato!

NON CI PIACE SE I SINDACATI ATTACCANO LA LOW COST ILIAD I confederali dei telefonici si appellano all’Autorità delle tlc contro i prezzi bassi praticati dai francesi



PIATTAFORMA LIFE@WORK

La Piattaforma multicanale Life@Work è di proprietà di Eudaimon ed è stata sviluppata internamente come infrastruttura di supporto all’offerta di tutte le soluzioni di welfare aziendale maturate in oltre 16 anni di attività.

Plus

Tecnologia

• accesso con modalità flex al paniere di beni, servizi e prestazioni TUIR

Basata su tecnologia cloud Salesforce, soluzione CRM n°1 al mondo, disponibile su tutti i device fissi e mobili, anche in modalità responsive

• credito welfare gestito anche con multi plafond

Integrabile in SSO con portali e intranet aziendali

• numerosi servizi di welfare che rispondono ai bisogni dei lavoratori

Personalizzabile nella grafica (corporate image) e nei contenuti

• conversione del premio di risultato con apposito simulatore • comunicazione diretta ai lavoratori

Migliori standard di performance per availability, scalability e security

• integrazione e valorizzazione delle iniziative di welfare già presenti in azienda

APP gratuita per iOS e Android personalizzata graficamente

• area dedicata a sconti e agevolazioni riservate ai dipendenti

Integrata con i principali sistemi di payroll

Lo strumento che consente l’erogazione di piani di welfare flexible benefits nelle 3 modalità:

WELFARE ON TOP

WELFARE DI PRODUTTIVITÀ

Chi la utilizza

www.eudaimon.it

WELFARE CONTRATTUALE


STORY-LEARNING, CHE COSA INSEGNANO QUESTE STORIE

Una famiglia che da quasi 50 anni vende prodotti ortofrutticoli di altissima qualità e che è diventata leader del mercato italiano. Una piattaforma digitale capace di traghettare la logistica verso un nuovo livello di efficienza e di sicurezza. E un marchio storico che da sempre ha saputo fare rima con le più importanti bibite nostrane. Tre esempi di come l'imprenditoria italiana sia in grado di innovare anche in settori che esistono da decenni ma che sono ancora vitali per l'economia

LA (QUARTA) GAMMA DI VEGETALI CHE HA CONQUISTATO GLI ITALIANI Zerbinati è leader nei prodotti ortofrutticoli confezionati e pronti al consumo: un mercato da 700 milioni nel quale l'azienda piemontese svetta per innovazione, lungimiranza e rispetto delle tradizioni di Piero Caltrin

“C

ucina di famiglia” recita il pay off che mavera di quest’anno, il primo vero piatto accompagna il marchio Zerbinati, pronto vegetale fresco che combina i superun’azienda italiana, con base in Piemonte food più in voga del momento. La chiave del a Casal Monferrato, fondata e guidata dal successo di Zerbinati è in primo luogo nella 1970 dall’omonima famiglia attiva nel settosua vocazione all'innovazione. Il mercato re dei prodotti ortofrutticoli cosiddetti di "IV della IV gamma, infatti, nel nostro Paese è gamma" (la frutta, la verdura e, in generale, in crescita costante, anche se dimensionagli ortaggi freschi, a ta rispetto al passaelevato contenuto di UN'AZIENDA DI MEDIE DIMENSIONI CHE to. Ecco dunque che FUNZIONI IN QUESTO SETTORE DEVE servizio, confezionati un’azienda di medie AVERE LA CAPACITÀ DI ANTICIPARE e pronti per il con- GLI ORIENTAMENTI DEI CONSUMATORI dimensioni che vuole sumo, NdR), un meraumentare il fatturacato che oggi in Italia vale circa 700 milioni to e ampliare le sue referenze, dev'essere di euro. In questo comparto, Zerbinati, è riuin grado di anticipare le tendenze dei conscita non solo a crescere ed espandersi, sul sumatori. Quello dei prodotti confezionati mercato interno e all’estero, ma soprattutto e pronti al consumo, del resto, è un mondo ad anticipare con successo i trend di consuche si mostra molto favorevole alle novità, ai mo: basti pensare alla produzione di piatti nuovi sapori e ai nuovi trend. «Noi - spiega pronti freschi (zuppe, vellutate, contorni) Simone Zerbinati, direttore generale dell’atra cui i recenti Burger’Z gluten-free, i Flan’Z zienda e figlio dell’attuale titolare, Giorgio vegetali e infine le Bowl’Z lanciate nella priZerbinati - presidiamo il mercato tenendo

99


STORY-LEARNING

Simone Zerbinati, direttore generale dell'azienda di famiglia

sempre vivo l’obiettivo di regalare tempo libero ai consumatori, offrendo prodotti di grande qualità negli ingredienti, facili da preparare in pochissimi minuti, senza conservanti e, nel caso dei piatti pronti freschi, anche con selezionato olio extravergine di oliva italiano». Nell'ambiente, in effetti, agli Zerbinati viene riconosciuta una patente da innovatori in ragione del fatto che in passato la loro azienda ha avuto il coraggio di affrontare sfide e progetti che precorrevano tempi «le leve che spingono il consumatore moe mode. Coraggio che mantengono intatto derno all’acquisto dei nostri prodotti sono oggi e che li caratterizza sempre di più. Cosa di sicuro l’alta qualità di prodotti freschi li guida? «In realtà cerchiamo di guidare noi preparati come a casa ma con ricettazioni il mercato e di conseguenza anche i consuspecifiche che li rendono veri pasti completi, matori», racconta ancora Simone Zerbinati, il servizio che li rende pronti in pochissimi «da sempre uno dei primi obiettivi che ci pominuti e adatti anche a un pratico consumo niamo è quello di rispondere ad ogni tipo di fuori casa». esigenza e ad ogni sfumatura di gusto, senza E le future strategie di crescita? I mercati mai trascurare qualità della materia prima, esteri? Anche da questo punto di vista Zerbibontà gastronomica e livello di servizio». Le nati è già avanti: «Da poco abbiamo acquisiultime novità in casa Zerbinati rispecchiano to la Business Unit “Salads & Fruits” di Cenle caratteristiche di gusto, benessere e contrale del Latte D’Italia, localizzata a Casteggio tenuto di servizio (da sempre proprie del - puntualizza ancora il direttore generale - in brand) con una serie questo modo, oltre «DA POCO ABBIAMO ACQUISITO LA BU di referenze a base alla costante presen"SALADS & FRUITS" DI CENTRALE DEL di ingredienti freschi za nei canali GDO e LATTE D'ITALIA. SIAMO LEADER IN ITALIA stagionali e di superHo.Re.Ca, possiamo MA GUARDIAMO ANCHE ALL'ESTERO» food disponibili in presidiare attraverconfezioni stand alone, che possono essere so il normal trade la commercializzazione, preparate in soli 5 minuti inserendo direttasui territori presidiati dal gruppo, di tutta mente la busta in microonde. la nostra ampia gamma di prodotti. Siamo Nel 2017, Zerbinati ha registrato una crescii leader del settore in Italia ma la nostra ta a doppia cifra e quest’anno ha dichiarato apertura verso l’estero è in completa evoche punta al traguardo dei 50 milioni di euro luzione e stiamo ottenendo ottimi risultati di fatturato grazie a quella che considerano grazie anche ad azioni mirate che ci portala loro “ricetta perfetta” per il 2018: consolino costantemente a vedere numerosi spazi dare prima di tutto i valori aziendali. «Per noi di crescita anche oltre confine.Un obiettivo ci sono caratteristiche ed ingredienti precisi per il fuori confine è approfondire i consumi che rappresentano i pilastri fondamentali dei vari paesi per poi provare a presidiardella nostra storia sui quali proseguiremo ne direttamente uno, come facciamo per la ad investire per rimanere una realtà vincennostra Italia». Alla sfida della digital trante del settore» prosegue il giovane manager, sformation, l'azienda ha risposto con un ap-

100

IL DIGITAL È UNO STRUMENTO UTILE PER CRESCERE, ASCOLTARE E CONDIVIDERE proccio frizzante sui canali digital sui i quali la Zerbinati ama coinvolgere i consumatori, attuali e potenziali, in tutte le sue iniziative e novità: «Il digital - prosegue Simone - è diventato uno strumento importantissimo per crescere, ascoltare e condividere, anticipando le tendenze. Siamo attivi su Facebook, Instagram, Twitter, YouTube e LinkedIn anche tramite l’attivazione di progetti particolari e il ricorso ad attività specifiche con influencer, blogger e digital pr». È proprio da un contest realizzato su Instagram che ha coinvolto migliaia di followers che sono nate le “Zuppe dal Mondo”. Recentemente, è stato effettuato un restyling del sito internet, rinnovando i contenuti e realizzando una sezione interamente dedicata a ricette creative e innovative proposte dagli utenti. «Non sempre - conclude Zerbinati - si vince perchè si è grandi, ma sempre più spesso si vince perché si è veloci. Inoltre, un elemento fondamentale dello sviluppo e della competitività sono le persone e per attirare le migliori competenze bisogna saper innovare anche nel modo di gestire le aziende: oggi il confronto è quotidiano e globale, spesso è un’opportunità, a volte però può diventare una criticità. Le PMI a “matrice familiare” hanno una grande opportunità, quella di essere più veloci ad entrare in nuovi mercati ma è fondamentale fare chiarezza all’interno della governance, sia per la famiglia che per le persone che ci lavorano».


THINKING INDEPENDENTLY, TOGETHER. Idee diverse, un unico obiettivo. Noi di Legg Mason abbiamo riunito nove gestori specializzati e indipendenti, ognuno con le proprie idee e convinzioni. Tutto questo per offrirti un’ampia scelta di strategie e strumenti che ti aiutino a diversificare i tuoi investimenti, ottenere i risultati che desideri e realizzare così i tuoi obiettivi finanziari.

Incontra i nostri gestori su www.leggmason.it/about

Prima dell’adesione leggere il Prospetto. Ad uso esclusivo di clienti professionali

Pubblicato e approvato da Legg Mason Investments (Europe) Limited, sede legale 201 Bishopsgate, Londra, EC2M 3AB. Società registrata in Inghilterra e Galles al n. 1732037. Autorizzata e regolamentata dall’UK Financial Conduct Authority.


STORY-LEARNING TRASPORTI

La logistica in cloud che abbatte costi ed emissioni Digitalizzazione, comunicazione e collaborazione in tempo reale: sono questi i pilastri della piattaforma Transporeon di Chiara Volontè

M

ovimentare merci senza possedere camion, connettere le aziende con i trasportatori, abbassare le emissioni di anidride carbonica, aumentare l’efficienza e i guadagni, garantendo così un flusso di prodotti intelligente in tutto il mondo. Sono questi gli obiettivi che si era prefissato nel 2000 a Ulm, in Germania, Marc-Oliver Simon, founder e managing partner di Transporeon, la piattaforma cloud che ha migliorato il settore della logistica, diventando leader nella gestione intelligente dei trasporti. L’organizzazione, completamente digitalizzata e focalizzata sulla cooperazione simultanea, ha garantito a Transporeon 100.000 utenti in oltre 100 paesi del mondo. Attualmente è leader mondiale nella gestione dei trasporti, mettendo in contatto oltre 1.000 aziende appartenenti a diversi settori industriali e 65.000 trasportatori. I clienti possono connettersi tra loro tramite una soluzione in cloud chiamata software as a service, e sono supportati dalla piattaforma di logistica che garantisce assistenza in 24 lingue. L’azienda tedesca, tramite la sua soluzione, è riuscita a mettere in collegamento imprese produttrici, rivenditori e grossisti con i propri fornitori di servizi logistici, supportando flussi di merci trasparenti ed effi-

102

ANDREA FURLANETTO E ROBERTO OSTILI

cienti in termini di costi in tutto il mondo. La piattaforma di Transporeon ha digitalizzato l’intera supply chain logistica, facendo sì che i trasportatori dell’azienda possano collaborare in tempo reale: è proprio la comunicazione continua che contribuisce a produrre i risparmi nella programmazione e nella gestione dei trasporti.

TRANSPOREON HA RAGGIUNTO 100MILA UTENTI IN 100 PAESI DEL MONDO, CON LA CONNESSIONE DI OLTRE 1.000 AZIENDE E 65MILA TRASPORTATORI

Inoltre, la società tedesca offre servizi di consulenza nell’implementazione delle soluzioni e supporto a vita per garantire un’adozione personalizzata per ciascuna impresa. L’azienda guidata da Simon comprende tre piattaforme che garantiscono un controllo completo della supply chain: Transporeon, che coordinando i trasporti consente l’assegnazione elettronica dei viaggi in tempo reale direttamente dall’ERP aziendale (Enterprise Resource Planning, ovvero software di gestione che integra tutti i processi di business rilevanti di un’impresa), la gestione online degli appuntamenti al carico-scarico e il monitoraggio dello stato di consegna della merce; Ticontract, che si occupa della comparazione (tendering) e

gestione dei prezzi di trasporto, e, tramite l’utilizzo di risorse esterne all’azienda per svolgere attività basate su tecnologie internet (e-sourcing) propone numerose soluzioni per ottimizzare i costi e per assicurare un controllo automatizzato delle fatture; Mercareon, che ottimizza i processi logistici per la grande distribuzione organizzata. Tra le aziende che hanno deciso di rivolgersi a Transporeon ce ne sono un centinaio provenienti dal nostro paese, dal momento che si fa ancora ampio ricorso al trasporto su gomma. Tra queste spiccano anche i nomi di importanti società, tra cui Barilla, Henkel e Magneti Marelli: le tre aziende hanno infatti assegnato a Transporeon la gestione del proprio settore logistico, con lo scopo di aumentarne l’efficienza e incrementare i guadagni. Aver creato un sistema di logistica intelligente dei trasporti ha fatto conferire all’impresa tedesca una “notable mention” da parte di Gartner, società leader nella ricerca e consulenza per l’IT, all’interno del suo Magic Quadrant dedicato ai sistemi di Transportation Management pubblicato nel marzo 2018.


FOOD&BEVERAGE STORY-LEARNING

Brand globale, chinotti locali: la ricetta di una bibita-icona

STRATEGIE SOSTENIBILI

Storia di un frutto, materia prima di una bevanda amata in tutto il mondo, che nasce in non più di 5 ettari in Sicilia, e del legame storico tra Bibite Sanpellegrino e l’azienda agricola Castrorao di Gilda Ciaruffoli

H

a il 70% del mercato italiano di riferimento, le sue bottiglie vengono esportate in buona parte del mondo e il gruppo che lo produce, Sanpellegrino, è una delle più importanti realtà globali del settore bevande con un fatturato che nel 2017 ha raggiunto gli 895 milioni, per 3,7 miliardi di bottiglie prodotte. Dal 1998, l’azienda appartiene a Nestlé, la multinazionale svizzera che ha in portfolio marchi come S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima. Facile capire che stiamo parlando di un colosso mondiale. Ma quanti sanno che dietro Chinò Sanpellegrino, il brand dall’iconica etichetta nera con la stella, c’è una filiera produttiva riconducibile a un’unica azienda e ad appena 5 ettari di terreno? Se non è un caso unico al mondo, poco ci manca: un prodotto globa-

le che si regge sulla produzione di una sola azienda sita ai piedi dell’Etna, per giunta la stessa nella quale il chinotto Sanpellegrino ha avuto origini 60 anni fa. Se Chinò nasce negli anni ’80, la storia del chinotto Sanpellegrino inizia molto prima, nel 1958, per opera di Roberto Gavinelli, papà di un’altra bevanda simbolo come il Sanbittèr. Siamo a Giardini Naxos, provincia di Messina, nelle terre dell’azienda agricola Castrorao dove già dal 1935 la famiglia Misitano forniva succo di arance e limoni all’azienda lombarda. Quando, a metà anni ’50, la Sanpellegrino propose di puntare sul chinotto, l’idea venne accolta con entusiasmo. «La scelta è costata molti sacrifici, ma ne è valsa la pena – spiega Francesco Misitano – abbiamo convertito al chinotto terre coltivate a frumen-

I NUMERI DI UN SUCCESSO

88.000 KG, i chinotti usati da Bibite Sanpellegrino 73.000 le tonnellate di arance 30.000 le tonnellate di limoni 1.600 MILIONI, le bottiglie vendute nel mondo 54% la quota di export 410 MILIONI, il fatturato del gruppo in Italia

«Quello dei chinotti Castrorao è l’unico caso in cui compriamo i frutti e non il succo» racconta Ponzetto, «all’inizio compravamo al kg. Poi abbiamo deciso di assicurare ai Misitano una certa entrata a prescindere dai kg acquistati. L’anno scorso abbiamo comprato tutta la produzione. Quest’anno faremo lo stesso. Il legame con Castrorao è talmente stretto che quando arrivo sul campo, Francesco mi dice, “dottore guardi le ‘sue’ piante”». Questo tipo di rapporto è emblematico della filosofia di Bibite Sanpellegrino. Anche dopo l’ingresso in Nestlè, i prodotti continuano a essere realizzati con frutta 100% italiana: le arance da Sicilia e Calabria, i limoni dalla Sicilia. «Se prendete una delle nostre bibite e leggete gli ingredienti – aggiunge Ponzetto – vi rendete conto che ne contengono 5 o 6. Non è facile restare in questi margini. Per ottenere un prodotto sempre uguale è necessario conoscere i frutti delle varie zone, le variabili che influenzano il raccolto ma anche le aziende conferitrici. Il mio lavoro è eliminare le differenze e garantire sempre lo stesso equilibrio». to o abbandonate e oggi abbiamo circa 9000 piante su 5 ettari di terreno, le uniche sulle quali ancora oggi nascono i chinotti utilizzati per l’intera produzione di Chinò». La coltivazione viene condotta senza pesticidi e la raccolta viene fatta a mano da manodopera specializzata. «La resa è bassa, fino a 15/20 volte inferiore a quella degli aranci. Ma abbiamo trovato il giusto equilibrio tra dimensioni del frutto atte all’estrazione degli oli essenziali ed esigenze della pianta». A maturazione il chinotto ha un gusto amarissimo. Per questo in etichetta la percentuale di estratto è dello 0,05%. «Potremmo anche metterne il 5% – sottolinea Mauro Ponzetto, Responsabile Ricerca e Sviluppo Bibite Sanpellegrino – ma poi dovremmo diluirlo con acqua per renderlo bevibile. Sarebbe solo un’operazione di marketing».

103


STORY-LEARNING FRANCHISING

No+Vello un nome che è tutto un programma Grazie alla tariffa unica ha conquistato la leadership in Italia nella depilazione a luce pulsata. La testimonianza del founder Antonello Marrocco di Marina Marinetti

S

opracciglia, gambe, petto e spalle: la guerra ai peli superflui, dati alla mano, la stanno vincendo gli esponenti del sesso forte. Una ricerca Eumetra dice il 44% degli uomini italiani dai 18 ai 60 anni si depila: praticamente un maschio su due. E non stiamo parliandoo della barba. Ma nell’era della depilazione a luce pulsata e Laser il rasorio perde terreno: ora ci si rivolge alla foto-termolisi selettiva, che garantisce risultati più duraturi, se non permanenti. E c’è chi, intuendo il trend in anticipo, ha costruito un business di successo. È il caso di Antonello Marrocco, romano, ex poliziotto che tra gli anni ‘90 e i primi anni 2000 aveva già calvalcato il business delle videoteche aperte h24, con un migliaio di punti vendita. C’è lui dietro la catena in franchising di No+Vello (si pronuncia alla spagnola, nomasvejo), brand specializzato

104

IL FOUNDER DELLA CATENA NO+VELLO IN ITALIA, ANTONELLO MARROCCO

nella depilazione a luce pulsata, che con l’ache ha lasciato il posto fisso per dedicarsi dozione della tariffa unica (36 euro a zona) completamente al proprio centro». Le esteha rivoluzionato il mercato rendendo il trattiste? Sono solo il 3%, mentre un 7% è raptamento alla portata di tutti proponendo presentato da autoimpiego. E un franchisee la vendita a “singole sedute”, in un settore su cinque, prima, era un cliente. I principali che al contrario era dominato dalla vendipunti forza del franchising No+Vello sono il ta a pacchetti. Un successo che ha bruciato supporto all’affiliato e l’alta redditività del le tappe: nel maggio 2010 l’accordo con gli centro, garantita da un piano investimenti spagnoli, a ottobre volto a far crescere il la presentazione del IN 7 ANNI LA CATENA IN FRANCHISING marchio attraverso il HA APERTO PIÙ DI 180 CENTRI brand alla fiera del miglioramento delle CON UN MODELLO DI BUSINESS franchising di Milaperformance degli CHE ASSICURA ALTA REDDITIVITÀ no, a dicembre l’astessi centri locali. pertura del primo centro, di sua proprietà, «Siamo in Italia dal 2011 – conclude Antoe a gennaio 2011 la prima apertura di un nello Marrocco – e vogliamo coprire capilcentro No+Vello affiliato. Nel giro di un paio larmente il nostro paese. A questo link htd’anni No+Vello è diventata la più importps://franchising.nomasvello.it/doveapro. tante realtà nazionale del settore, con centri php chi sta pensando di aprire un Centro o aperti in tutta Italia (mentre la casa madre un Point può capire quali sono le aree più ha raggiunto la leadership a livello mondiaappetibili. Ma in generale invitiamo tutti gli le): più di 180 centri in franchising, che iminteressati a contattarci: in Italia città appiegano circa 300 addetti per un giro d’afparentemente piccole svolgono un ruolo di fari di circa 25 milioni di euro. «Gli affiliati attrattore per territori più vasti. Basta avere sono per il 90% imprenditori o investitori doti imprenditoriali e voglia di entrare in un alla ricerca di nuove opportunità di reddisettore in continua crescita, quello del beto e il 15% hanno pià di un centro», spiega nessere: il supporto tecnico, commerciale e Antonello Marrocco: «Tra loro ci sono proprofessionale lo mette No+Vello». Contando fessori, rappresentanti, professionisti vari, sul marchio leader mondiale della depiladipendenti, una biologa, un finanziere, un zione permanente, nella classifica TOP 100 militare. C’è anche un’impiegata di banca Franchise Direct.


IL PAESE CHE CRESCE STORY-LEARNING

KASANOVA PRONTA A SEDURRE ANCHE LA CINA

LA SCHERMATA DI KASANOVA SU TMALL

La società approda su Tmall, marketplace di proprietà di Alibaba Group L’azienda fondata nel 1968 da Giannina Fontana e cresciuta fino a diventare leader italiana nella produzione di articoli per la casa, ha stretto una partnership con il colosso cinese Alibaba, uno dei maggiori portali di e-commerce al mondo. Kasanova sbarcherà dunque su Tmall (piattaforma di scambio commerciale tra produttori e consumatori, di proprietà, appunto, di Alibaba Group) ed è pronta a conquistare la piazza dello shopping-web asiatico, esportando la creatività e la qualità che da sempre contraddistinguono il marchio.

Grazie a questo accordo, Kasanova potrà raggiungere gli oltre mezzo miliardo di utenti attivi presenti su Alibaba, e avrà la possibilità di immettere i propri prodotti su un mercato in ascesa e sensibile al Made in Italy. “A premium Italian brand”, si legge nella home page dell’azienda su Tmall che ne narra la storia attraverso fotogrammi e didascalie: basta uno sguardo veloce per capire quanto notevole sia stata la crescita dell’azienda, dalla sua fondazione, nel 1968, fino al raggiungimento, nel 2016, di 450 punti vendita aperti.

Leggi la storia integrale su: www.economymag.it

LA CYBERSECURITY CHE IMPARA DA SOLA È il core business di Darktrace, gruppo inglese con sedi in Italia

Leggi la storia integrale su: www.economymag.it

Darktrace si conferma una delle imprese più performanti a livello mondiale. Un fatturato che aumenta del 100% ogni anno e contratti stipulati per un totale di oltre 400 milioni di dollari. L’azienda, con un valore di 1,25 miliardi e oltre 700 dipendenti al suo servizio tra USA, Europa, Giappone, Australia e America Latina, si conferma leader nella tecnologia di intelligenza artificiale per la cyber defense. La società difende 7.000 reti e le applicazioni (deployment) di Darktrace Antigena, la soluzione di risposta autonoma dell’azienda, sono aumentate del 30% nell’ultimo trimestre. L’impresa, nata nel 2013

dalle menti di matematici dell’Università di Cambridge, è arrivata anche in Italia. Darktrace utilizza la piattaforma Enterprise Immune System, che tramite machine learning e algoritmi di AI rileva e risolve in modo autonomo le minacce informatiche, senza che ci sia una conoscenza pregressa della natura degli attacchi e senza richiedere configurazione, poiché identifica i rischi in tempo reale. La funzionalità Darktrace Antigena migliora le capacità dei sistemi di sicurezza neutralizzando i rischi informatici, evitando così che i dati vengano bloccati e che i computer si arrestino.

OBIETTIVO: INTEGRAZIONE RETAIL-ONLINE

ZANELLATO E FILOBLU INSIEME PER MIGLIORI PERFORMANCE

Zanellato ha scelto FiloBlu per migliorare la sua customer experience Ogni brand che vuole crescere e ampliare il proprio giro d’affari deve essere “catchy” anche e soprattutto in rete. Per questo è fondamentale affidarsi a società specializzate nello sviluppo delle soluzioni digitali, come ad esempio FiloBlu. La società, creata da Christian Nucibella, ha i suoi punti di forza nello sviluppo del business online e nell’integrazione tra e-shop e retail tradizionale. Per questo motivo Zanellato, un’eccellenza di prodotti di lusso Made in Italy, ha scelto di affidarsi a FiloBlu per la creazione del suo

nuovo sito di e-commerce. La partnership, che ha come obiettivo lo sviluppo della maison sul mercato internazionale, ha dato vita a un portale personalizzato sviluppato in italiano, inglese, russo e giapponese. L’e-store coniuga storytelling di prodotto, comunicazione corporate e immagini, e garantisce una buona navigazione anche da mobile per rendere piacevole e agevole la visualizzazione degli articoli. FiloBlu, gestirà direttamente lo store online e il servizio di customer care.

L’ANALISI DEI RISCHI POTENZIALI SVOLTA DAL SOFTWARE DARKTRACE

Leggi la storia integrale su: www.economymag.it

105


WEB

La forte presenza sul web è un aspetto vincente del network di Panorama, con il sito del magazine ma anche con Panoramauto.it, Icondesign.it e Iconmagazine.it. Un mondo online dove le news, ma anche la moda, lo stile, il design e i motori attirano ogni giorno una grande audience.

POLO DEL LUSSO

Due testate upmarket che raccontano il lifestyle contemporaneo: moda, stile, design e le loro contaminazioni. Icon e Icon Design rappresentano l’universo più ampio di Panorama, la sua capacità di intercettare la contemporaneità e di rappresentare target diversi.

EVENTI

Panorama d’Italia è un viaggio alla scoperta delle eccellenze del made in Italy. Un format di successo che conferma per l’edizione 2018 nuove sfide e nuove città da scoprire con l’obiettivo di raccontare il meglio dell’Italia attraverso le storie di personaggi dell’attualità, dell’imprenditoria, del cinema, della letteratura, della musica, dell’enogastronomia e dell’innovazione. Dopo aver toccato 45 città, raggiunto 20.000.000 di persone con 550.000 partecipanti agli eventi e 373.000 utenti social raccogliendo tra il pubblico di tutta Italia e dal mondo consensi e riconoscimenti con il 2018 il tour di Panorama d’Italia giunge alla sua quinta edizione.

Panorama è molto più di un leader storico nell’informazione italiana. È un network multicanale che vive nel quotidiano l’evoluzione della nostra società. E che sa, attraverso le sue molteplici emanazioni, ispirare e coinvolgere una vasta audience composta da target anche diversi tra loro. Ma che hanno in comune il dinamismo e la visione di un’Italia che vuole ritornare protagonista.


STARTUP-TELLING: IMMAGINARE IL FUTURO La realtà virtuale per migliorare la formazione all’interno delle aziende è sempre più realtà anche grazie a un progressivo abbassamento dei costi di avviamento e a un miglioramento delle tecnologie. Tecnologie che, però, devono continuare a migliorare il tema più “scottante” di questo 2018: la sicurezza informatica dell’azienda, un asset ancora più da tutelare dopo l’entrata in vigore del GDPR

AUMENTATA O VIRTUALE, QUELLA REALTÀ CHE AIUTA LE IMPRESE AnotheReality applica le più moderne tecnologie per sviluppare moduli dedicati alla formazione del personale in azienda. In questo modo si migliora l’efficienza, si riducono i costi e si abbatte l’incidenza dei guasti di Marco Scotti

U

n mercato da 100 miliardi di dollari enplice una congiuntura economica favorevole, tro il 2023 a livello mondiale che, nel un ritorno agli investimenti in trasformazione solo 2017, è cresciuto nel nostro paese del digitale e gli incentivi governativi di Industria 335,6%. Stiamo parlando di realtà virtuale e 4.0 e Impresa 4.0 ha vissuto una seconda giorealtà aumentata, due dei tanti bracci di cui si vinezza. La realtà virtuale, d’altronde, esiste compone la digital transformation. Ma di che da sempre seppur in ambito militare: già nel cosa si tratta? La realtà virtuale non è esatta1929 è stato realizzato un simulatore per l’amente uno strumento eronautica militare IL PRIMO SIMULATORE RISALE AL 1929 innovativo, esiste già americana che riproda quasi un secolo ma IN AMBITO MILITARE. IN UN PAIO D’ANNI duceva le condizioni IL COSTO DELL’ATTREZZATURA È CALATO solo negli ultimi temdi un vero e proprio DI OLTRE 30 VOLTE E OGGI È ACCESSIBILE pi ha scoperto la sua aeroplano. Ma il tema vera vocazione: quella del business. Negli anni dei costi ha reso questa tecnologia disponibile scorsi, infatti, la realtà virtuale “consumer” vesoltanto in settori in cui l’errore umano può niva applicata quasi esclusivamente per i videavere impatti enormi. Oggi però, con l’abbasogiochi e per l’intrattenimento in genere. Ma samento dei prezzi - passati da 50mila a 1.500 è nel settore business e della formazione che euro nel giro di un paio d’anni - sono sempre si stanno ottenendo i risultati migliori. Una di più i comparti che possono permettersi di tecnologia, quindi, che negli ultimi anni, comutilizzare questa tecnologia per svolgere la

107


STARTUP-TELLING

formazione del personale. Walmart, ad esempio, utilizza la realtà virtuale per mettere alla prova 150mila persone negli Stati Uniti soprattutto in vista del Black Friday, il venerdì di fine novembre in cui si praticano sconti pazzeschi. Un dipendente non formato e non abituato a gestire flussi di persone così ampi rischia di andare in crisi e causare un danno all’azienda in termini economici. Per quanto riguarda la realtà aumentata, poi, anche questa ha un ruolo fondamentale nella gestione della formazione, anche se è assurta agli onori della cronaca solo con la creazione di PokemonGO, il videogioco mobile che consisteva nell’individuare dei Pokemon all’interno della vita quotidiana, in luoghi “ordinari” come strade, ristoranti o ponti. Boeing, ad esempio, ha implementato un modulo di resenza sperimentazioni particolari, ma creanaltà aumentata per posizionare i cavi di una do qualcosa che a livello costi-benefici sia sopiastra all’interno dell’aereo. In questo modo, stenibile per il cliente. Tutto questo poggia sua attraverso l’invio di informazioni aggiuntive una piattaforma, Virtualdemy, che consente di all’operatore, si potevano raggiungere risulrealizzare delle Academy VR all’interno delle tati migliori riducendo i rischi di errore. Tra i aziende. Tra i progetti che sono stati avviati ce settori più attivi, oltre alla difesa, l’healthcare ne sono alcuni in particolare che meritano di e la tecnologia consumer. essere segnalati. «Il primo - ci spiega CappanIl mercato effervescente, la possibilità di apnari - è con Olivetti, che ancora oggi fornisce plicare le nuove tecnologie ai settori più dila stragrande maggioranza dei device in uso sparati e – perché negarlo – l’idea di potersi nella pubblica amministrazione. In questo divertire lavorando ha convinto tre soci a caso abbiamo realizzato un simulatore di redare vita ad AnotheReality, una startup nata altà virtuale, composto di 50 passaggi succesnel 2016 dall’idea di sivi, per insegnare la ANOTHEREALITY COLLABORA CON Matteo Faravelli, Facorretta installazione bio Mosca e Lorenzo OLIVETTI PER INSEGNARE AI DIPENDENTI delle stampanti. Non DELLA PA COME INSTALLARE IN MODO Cappannari. Lo scopo si tratta di una cosa CORRETTO LE STAMPANTI NEGLI UFFICI principale era quello banale: molta parte di realizzare soluzioni formative più coinvoldei disservizi erano generati proprio da una genti. «La prima commessa “seria” che siamo cattiva manutenzione e gestione dei disposiriusciti a ottenere – ci racconta Cappannari, tivi. Senza contare che, in caso di guasto, era un passato nelle multinazionali prima di scepoi necessario aspettare un tecnico che tropgliere di puntare sulla realtà aumentata e virpo spesso non è specializzato, ma è quello che tuale – è stata il simulatore di formazione per si occupa di sistemare una serie di apparecun grosso player nel settore dell’energia. Ma chiature che vanno dai pc alle stampanti, dalda lì in poi abbiamo iniziato ad avere rapporti la televisione al condizionatore». con un numero crescente di clienti». La formazione dal vivo è naturalmente più La particolarità di AnotheReality è di utilizefficace rispetto a quella digitale tradizionale: zare solo hardware consumer, ovvero visori ottiene risultati concreti con i dipendenti nel già disponibili in commercio, realizzando poi 75% dei casi, ma ha anche dei costi molto alti. software che siano fin da subito operativi, La realtà virtuale, invece, ha un buon ritorno

108

in termini numerici, sicuramente migliori dei corsi statici davanti allo schermo di un computer, e un prezzo decisamente più contenuto. Consentendo, oltretutto, un tracciamento dei dati particolarmente efficace. Un altro progetto su cui hanno lavorato i ragazzi di Anothereality – oggi una decina in tutto – è quello con Widiba per la creazione di un avatar, all’interno delle filiali di Mps, con cui interagire per svolgere le principali operazioni bancarie. «In generale – conclude Cappannari – siamo sempre alla ricerca delle interazioni migliori tra digitale e reale. Ad esempio, per quanto riguarda la manutenzione, abbiamo sviluppato una piattaforma di smart assistance che consente, da remoto, di vedere che operazioni sta svolgendo il manutentore e, di conseguenza, indirizzarlo in tempo reale». Il progressivo ridursi dei costi delle apparecchiature sta iniziando a ingolosire un numero crescente di soggetti. Ad esempio, i centri commerciali, che potrebbero sviluppare moduli di realtà virtuale o aumentata per attirare e trattenere le persone per un tempo più lungo. O, addirittura, per pensare a eventi privati. Il passo successivo, quindi, è il B2B2C, servizi studiati per aziende che a loro volta si rivolgono a un pubblico consumer che è ben disposto a sperimentare soluzioni di realtà virtuale o aumentata a un prezzo più contenuto.


IL FUTURO PASSA DA QUI MiCo Milano Congressi 7|8|9 Novembre 2018

Il più importante evento in Italia sull’innovazione e i pagamenti promosso dall’Associazione Bancaria Italiana per favorire lo sviluppo, diffondere conoscenza e dare spazio alle persone che lavorano per rendere il futuro alla portata di tutti. Tre giorni di presentazioni, incontri e opportunità per presentare a professionisti e cittadini le tendenze, gli strumenti e le nuove tecnologie dei pagamenti grazie al contributo di esperti del mondo delle Istituzioni, della Pubblica Amministrazione, dell’Accademia e di imprese bancarie e non. Il futuro passa ancora una volta da qui ed è sempre più sicuro, semplice e trasparente.

TI ASPETTIAMO!

INGRESSO GRATUITO Registrati su www.salonedeipagamenti.com Per informazioni scrivi a segreteria@salonedeipagamenti.com #salonepagamenti2018

#payvolution


STARTUP-TELLING CYBERSECURITY

Arriva da Dublino la cybersecurity a prova (e tasca) di microimpresa Dall’idea di due giovani “expat” di origine calabrese trapiantati in Irlanda è nato ACSIA, sistema che rende la sicurezza informatica “democratica e accessibile” di Vincenzo Petraglia

U

n ethical hacker calabrese trapiantato a Dublino, con un’esperienza ventennale nella progettazione di infrastrutture informatiche e sistemi di sicurezza e il pallino di costruire un sistema di cyberdefence a misura di piccole imprese. Un irlandese con una laurea in legge e una rete commerciale già avviata. E un altro calabrese, consulente informatico, con un background di full stack development. È lo strano ma ben assortito terzetto che ha dato forma a corpo alla startup “4Securitas”, un progetto di cybersecurity nato e cresciuto appunto in Irlanda e che ha fatto presto ad attirare l’attenzione (e gli investimenti) di Enterprice Ireland, l’organizzazione governativa responsabile per la crescita internazionale delle imprese irlandesi. L’idea è nata dalla fervida mente di Stefan Uygur, l’ex hacker, evangelista del Free Open Source Software, e con la passione per la condivisione della conoscenza: «Il problema della cybersecurity – racconta l’attuale Ceo di 4Securitas – è trasversale a tutte le aziende, dalla multinazionale alle Pmi. Tutte le attività commerciali possono subire attacchi informatici, ma molte medie e piccole imprese hanno difficoltà a trovare soluzioni adatte, perché percepiscono il problema come complesso da risolvere e potenzialmente costoso. Qualche tempo fa mi sono accorto che mancava sul mercato un prodotto di “cyberdefence” democratico, che

110

QUI SOPRA UNA VIDEATA DELLA PIATTAFORMA ACSIA. A DESTRA STEFAN UYGUR

potesse essere utilizzato facilmente anche in aziende in cui non c’è un esperto di information security, un sistema che monitora i server e fornisce in tempo reale un messaggio chiaro che può essere compreso da chiunque, anche da coloro che non hanno un background tecnico». Ma per realizzarla, Uygur aveva bisogno di una squadra, ed ecco entrare in scena – in uno dei tanti incontri che si tengono a Dublino per parlare di futuro e tecnologia – l’irlandese Donald Kerr e il conterraneo calabrese Domenico Chirabino al quale verrà demandato in seguito lo sviluppo informatico dell’idea-progetto.

«CI SIAMO ACCORTI CHE SUL MERCATO MANCAVA UN SISTEMA DI CYBERDEFENCE FACILE DA USARE ANCHE PER CHI NON HA UN BACKGROUND TECNICO»

I tre fondano nella capitale irlandese 4Securitas, puntando a costruire un prodotto di sicurezza informatica con un costo competitivo, user friendly, adatto anche alle Pmi: è questa, la genesi di ACSIA (Automated Cybersecurity Interactive Application) un sistema di cyberdefence interattivo e automatizzato che monitora e cattura i tentativi di intrusione malevola sul web, sia con strumenti di hacking automatico sia con tecniche manuali. Ogni qualvolta il sistema rileva un possibile attacco, crea un avviso e genera un rapporto sugli attacchi in

tempo reale. «ACSIA fornisce una mappa completa di tutti gli attacchi, tra cui la geolocalizzazione e i dettagli chiave», spiega ancora Uygur, «funziona in modo intuitivo, e l’installazione avviene con un click, al contrario di molti prodotti che richiedono giorni per essere configurati e sono difficili da utilizzare. Grazie ad algoritmi creati dall’intelligenza artificiale, il nostro sistema riconosce le anomalie che sfuggono ai tradizionali prodotti di cybersecurity e segnala tutte le minacce, anche quelle potenzialmente sconosciute, i cosiddetti zero day». «Oltre il 90% degli avvisi di intrusione generati dagli attuali sistemi sul mercato sono falsi e questo crea un carico di lavoro enorme per coloro che devono controllarli», continua lo startupper, «con ACSIA, gli avvisi falsi positivi sono quasi pari a zero e ciò consente alle aziende di risparmiare tempo e denaro e permette a CTO, reparti IT e sicurezza informatica di concentrarsi su attività di alto valore. ACSIA fornisce avvisi chiari e il monitoraggio avviene tramite una semplice dashboard. Le imprese possono rispondere a un avviso, consentendo l’accesso o arrestando la connessione, il tutto guidato dal software in tempo reale».


IL NUOVO CHE AVANZA STARTUP-TELLING

I CONSUMI DOMESTICI A PORTATA DI APP

NED SI COLLEGA DIRETTAMENTE AL QUADRO ELETTRICO

Midori lancia NED, il dispositivo che abbatte gli sprechi in casa Controllare i consumi energetici all’interno della propria abitazione per imparare a risparmiare sulle bollette, installando un solo dispositivo in grado di connettersi contemporaneamente ad ogni apparecchio domestico: tutto questo è possibile grazie a NED. Creato dalla PMI innovativa Midori, NED è l’unico dispositivo di misurazione intelligente capace di interagire simultaneamente con tutti gli elettrodomestici di casa semplicemente collegandosi al quadro elettrico; analizzando il consumo dell’appartamento catturato dal dispositivo di

misura, NED rileva quando gli apparecchi vengono utilizzati e quanto consumano, segnalando sprechi e anomalie. Inoltre, tramite una sola app per smartphone, l’utente può accedere ad una vasta gamma di servizi volti a monitorare il reale utilizzo dell’energia, riuscendo così a ridurre le spese fino al 20% ogni anno. NED è recentemente approdato sulla piattaforma di equity crowdfunding Mamacrowd, e durante le prime 24 ore di funding ha già raccolto 120.000 € che verranno investiti per migliorarne le funzionalità.

Leggi la storia integrale su: www.economymag.it

RESTITUIRE LE CHIAVI DOPO LE VACANZE? ORA UN’APP RENDE IL PROCESSO PIÙ FACILE Keesy permette di svolgere in totale autonomia anche il disbrigo delle pratiche burocratiche per case vacanza, B&B e residence

Leggi la storia integrale su: www.economymag.it

È il primo servizio al mondo di self check-in e self check-out completamente automatizzato, disponibile tutti i giorni, 24 ore su 24, per appartamenti, case vacanza, B&B, residence e affittacamere. Lo propone Keesy, una start-up italiana nata solo nel maggio 2017 a Firenze, frutto dell’iniziativa imprenditoriale del fondatore Patrizio Donnini. «Anche il turismo sta vivendo di contaminazioni tecnologiche - dice Donnini - Keesy ha voluto sfruttare le opportunità dell’innovazione e ha portato, anche nel mondo del vacation rental, il self-check-in». Keesy permette di scegliere tra due modalità: Keesy Box, per il

ritiro e la consegna delle chiavi e l’espletamento delle procedure burocratiche legate all’accoglienza presso un Keesy Point; Keesy Digital, relativa al solo completamento delle pratiche burocratiche, soluzione pensata per gli host che non vogliono rinunciare alla consegna di persona delle chiavi, ma che desiderano comunque ricorrere a Keesy per la gestione degli aspetti burocratici legati alla permanenza dei loro ospiti. Keesy è nato dall’intuizione del fondatore Patrizio Donnini di rispondere al bisogno di facilitare il momento del ritiro e della consegna delle chiavi.

INNOVARE LE AZIENDE E MIGLIORARE IL B2B

UNA SCHERMATA DI APPAROUND

Apparound entra nel portafoglio dell’incubatore per imprese digital Gellify Digitalizzare i processi di vendita: è questo lo scopo del matrimonio tra Gellify e Apparound, che hanno deciso di unire le proprie competenze ed esperienze. Per favorire la crescita delle imprese Apparound, l’unica società italiana del settore IT specializzata nei processi di vendita con tecnologia cloud, è entrata nel portafoglio della piattaforma di innovazione B2B Gellify, che seleziona e investe in aziende del settore digitale. Fondatore e CEO della società, nata a Bologna nel 2017, è Fabio Nalucci, che ha il

merito di aver creato la prima piattaforma di “imprese per le imprese” capace di connettere le aziende tradizionali alle startup software digital e agli investitori, con l’obiettivo di accelerare l’evoluzione in chiave digitale delle imprese. Apparound, ideata nel 2008 dall’attuale CEO Gianluca Cagiano, supporta i processi di vendita delle aziende, introducendo in un’unica soluzione tutti gli strumenti utili al venditore per aumentare l’efficacia complessiva della rete commerciale.

IL FONDATORE DI KEESY PATRIZIO DONNINI

Leggi la storia integrale su: www.economymag.it

111



DOMANDE &OFFERTE Oggetti lasciati a impolverare sugli scaffali che diventano una buona occasione di un guadagno extra: è la second hand economy, con un giro d'affari da 21 miliardi. E poi il settore delle assicurazioni che, anche lui, sta vivendo una seconda giovinezza ma che necessita di una spinta ulteriore.

116 IL WELFARE «LAVORARE TUTTI» LA NUOVA SFIDA DEI CAPI DEL PERSONALE

118 LE ASSICURAZIONI ITALIANI ANCORA POCO ASSICURATI, SERVE UN CAMBIO DI ROTTA

120 I CONSULENTI A NAPOLI L'8 E 9 OTTOBRE IL CONGRESSO DI CONSULENTIA

ADDIO AL SOLAIO: LA SECONDA VITA DELL'USATO VALE ORO

Con la second hand economy si ottengono risparmi, ci si libera del superfluo e si fa un regalo all'ambiente. Non è un caso che il fenomeno sia in forte crescita con un giro d'affari da oltre 21 miliardi di euro di Marco Scotti li italiani accumulatori e incapaci di Negli ultimi quattro anni, infatti, il volume separarsi da oggetti che vengono ined’affari di questo settore è aumentato in modo vitabilmente abbandonati in solaio al grido costante grazie al forte traino della compradi “potrebbe sempre tornare utile” oggi hanvendita online (+72% rispetto dal 2014 al no un motivo in più per lasciarsi alle spalle il 2017). Non solo: secondo la quarta edizione passato: il denaro. La “second hand economy”, dell’Osservatorio Second Hand Economy – ovvero il giro d’affari conodotto da DOXA LE COMPRAVENDITE ONLINE SONO che ruota intorno al per Subito – emerge CRESCIUTE DEL 72% IN QUATTRO ANNI mercato dell’usato, che l’online pesa per E OGGI VALGONO, DA SOLE, QUASI LA è arrivata a valere METÀ DELLA SECOND HAND ECONOMY 9,3 miliardi di euro sui 21 miliardi di euro, 21 complessivi, con l’1,2% del pil, con un guadagno medio per un aumento del 31% rispetto al 2016 quando ogni venditore improvvisato di oltre 1.000 valeva poco più di sette miliardi. Il 48% degli euro all’anno. Gli italiani sono protagonisti di italiani ha comprato o venduto qualcosa nel questo trend che – nato per caso come siste2017 e il 42% di loro l’ha fatto online, sopratma per svuotare gli armadi – ha beneficiato di tutto per la velocità e la semplicità che la rete un autentico boom proveniente dalle nuove garantisce. Internet e app sono il canale prefetecnologie. rito per la vendita nel 54% dei casi.

G

113


DOMANDE&OFFERTE

Melany Libraro, CEO di Schibsted Italy, che ha nel suo portafoglio Subito, Pagomeno e Infojobs

«La second hand – spiega Melany Libraro, CEO di Schibsted Italy, il marchio che racchiude Subito, InfoJobs e Pagomeno – è oggi un vero e proprio state of mind integrato perfettamente nelle abitudini di consumo e di vita delle persone, in grado di rappresentare valori ed esigenze di una generazione dinamica e consapevole in crescita nel nostro Paese. Penso in particolare ai Millennials, più attivi nella compravendita dell’usato rispetto alla media della popolazione, per cui ciò che guida la scelta è l’oggetto in sé, nuovo o usato poco importa. Oltre che nativi digitali, potremmo definirli nativi second hand. L'economia dell'usato interrompe il paradigma lineare produzione-consumo-dismissione, allungando la vita degli oggetti e rendendo il consumatore protagonista di un'economia sostenibile e circolare che nel 2017 ha risparmiato all'ambiente 4,5 milioni di tonnellate di emissioni di CO2. Credo fortemente in questa rivoluzione e ci scommetto, perché la logica dell’usato entra nelle vite delle persone, le rende protagoniste di un sistema economico sostenibile dove possono mettersi in gioco, creare relazioni basate su passioni comuni ma anche sulla prossimità

LA SECOND HAND ECONOMY HA FATTO RISPARMIARE ALL'AMBIENTE NEL 2017 4,5 MILIONI DI TONNELLATE DI CO2 geografica, nonché ridurre il proprio impatto ambientale senza rinunce». IL GUADAGNO MEDIO PER I VENDITORI DI USATO È DI 1.013 EURO SE SI TIENE CONTO DI ONLINE E OFFLINE MENTRE PER IL SOLO WEB È DI 1.030

Che cosa si compra online Il digitale rappresenta la risposta ideale per chi desidera acquistare o vendere oggetti appartenenti ad alcune categorie in particolare. Analizzando infatti cosa viene effettivamente comprato e venduto in Italia attraverso l’online, si comprano soprattutto arredamento e

Volume d'affari online

€ 5 MILIARDI € 2,6 MILIARDI € 1 MILIARDI

Motori

114

Casa e persona

Elettronica

€517 MILIONI

Sport e hobby

casalinghi, seguiti da auto e libri. Si vendono invece auto, attrezzature sportive e telefonia. Dei 9,3 miliardi complessivi, 5 vengono realizzati dalla compravendita di auto e moto usate, seguiti dai 2,6 provenienti dal settore casa e persona, dal miliardo destinato all’elettronica e dagli oltre 500 milioni destinati a sport e hobby. Il guadagno medio per i venditori di usato è di 1.013 euro (in aumento del 16% rispetto al 2016) se si considera online e offline insieme. Per quanto riguarda le sole vendite tramite internet, invece, si è passati dagli 843 euro medi di due anni fa ai 1.030 del 2017, con un incremento del 22%. Gli oggetti che hanno già vissuto una “prima vita”, grazie alla Second Hand Economy ne vivono una seconda (e a volte anche una terza, una quarta…), venendo reimmessi nel circolo virtuoso dell'economia circolare. Nel 48% dei casi il bene viene salvato dalla discarica e usato dal suo nuovo proprietario fino ad essere consumato, nel 26% viene collezionato e conservato, nel 15% viene regalato a una “terza vita” quando non più utile, e nell’11% viene rivenduto. Per quanto riguarda invece i guadagni generati dalla vendita di oggetti usati il 40% degli italiani li mette a disposizione dell'economia domestica, il 25% li utilizza per altri acquisti nella stessa categoria di prodotto ma più re-


Cosa si compra online

cente, ad esempio il modello successivo, e il ti altrimenti costosi a un prezzo conveniente 19% per un oggetto usato della stessa cate(58%). goria o di altre, infine il 16% per un oggetto Questo scenario è ancora più vero tra le nuove nuovo. generazioni dei Millennials (ovvero le persoIl 48% degli italiani dichiara di avere comprane nate tra il 1980 e il 2000) che sono granto o venduto usato nel 2017, al 4° posto dei di utilizzatori di second hand (59%) e le cui comportamenti sostenibili più diffusi, subito percentuali di questi trend crescono ulteriordopo la raccolta differenziata (93%), l’acquimente al 71% se si prende in considerazione sto di lampadine a LED (75%) e prodotti a km il desiderio di favorire la sostenibilità ambien0 (56%). tale grazie al riutilizzo; al 67% se si esamina la L’aspetto valoriale ha infatti un ruolo centrale necessità di dare una seconda vita agli oggetnella decisione di compravendere beni usati, ti. Mentre il desiderio di acquistare oggetti a dimostrando che il consumatore oggi vuole un prezzo conveniente, pur essendo un tema fare scelte consapevoli e coerenti con i princisentito dai più giovani, è meno importante di pi che guidano il proprio stile di vita. In questo quanto non lo sia contesto, indubbiamente la capacità di poter Percorrendo la penisola l’Osservatorio Second acquistare facendo un buon affare in termini Hand Economy di Subito svela che ci sono aleconomici, garantendo un risparmio rilevancune regioni più attive dove fare second hand te, è la prima motivazione per il 70%, affiancaè all’ordine del giorno come in Lombardia, ta dalla scelta distinprima regione assoPER CHI COMPRA IL RISPARMIO È LA tiva di trovare pezzi luta con 3,4 miliardi unici, d'antiquariato o LEVA PRINCIPALE PER ACQUISTARE COSE di valore generato, USATE. PER CHI VENDE È INVECE non più in commercio seguita dalla Toscana LIBERARSI DI COSE SUPERFLUE (35%) che permettocon 2,8 miliardi. Terza no di rendere unico il quotidiano, e seguita l'Emilia Romagna con 2,3 e al quarto posto la dall’opportunità di conquistare l'oggetto dei Sicilia, prima regione del Sud, con 1,5. Il podio desideri perfetto per le proprie necessità e cambia se consideriamo il guadagno medio passioni (10%). Entrando nel merito delle pro capite per i venditori: prima la Toscana ragioni che spingono alla vendita, il primo con 1.802 euro a persona, seconda la Lombardriver è la voglia di leggerezza e decluttering dia con 1.289, terza la Sicilia con 1.090. per liberarsi del superfluo (55%), seguito dalI 3 anni in crescita appena trascorsi non sala possibilità di comprare altri oggetti nuovi o ranno un trend del passato ma un volano per usati (21%). Chi invece riteneva che i motivi un’ulteriore evoluzione in positivo dell’ecofossero prevalentemente di carattere econonomia dell’usato che per il 75% è destinata mico rimane in qualche modo deluso: solo a crescere ancora nei prossimi 5 anni. Questa il 19% del campione decide di vendere per percezione nasce in primis dalla sua capacità guadagnare. di essere un driver di risparmio (49%), in seDa queste tendenze emerge un cittadino itacondo luogo una scelta sempre più ecologica liano molto attento alla sostenibilità ambiene sostenibile (45%), ma anche distintiva e tale che cerca di favorire attraverso il riutilizzo smart (29%), oltre a rendere i consumi acces(66%), legato affettivamente agli oggetti a cui sibili a più persone (21%) e trasformarsi in un attribuisce la possibilità di una seconda vita canale di acquisto tra gli altri, normalizzando (60%) e che non rinuncia ad acquistare oggetcompletamente questa modalità (16%).

32%

Casa e Persona

31%

Elettronica

28% Motori

26%

Sport eHobby

Top 3 prodotti

1° 2° 3°

Arredamento

Auto

Libri e riviste

115


DOMANDE&OFFERTE

Nuovi modelli di lavoro sostenibile I capi del personale studiano quali Il 29 ottobre a Milano, organizzato da Hrc Group e ospitato da Unicredit, avrà luogoWell@Work, un momento di confronto professionale sui nuovi modelli di lavoro sostenibile, a dimensione «antropocentrica» di Sergio Luciano

I

l modo di lavorare è cambiato definitivamente, prendiamone atto e adeguiamoci, cercando di farlo al meglio: per capire come, il 29 ottobre a Milano si terrà un importante momento di confronto sul tema del benessere delle persone al lavoro, Well@Work, organizzato da HRC Group, e ospitato da UniCredit. HRC, che è il network di Direzioni Risorse Umane più rilevante in Europa, ha sentito la responsabilità di mettere insieme istituzioni, aziende virtuose e player di mercato su un tema così importante. Le aziende sempre più spesso mettono in campo, in questa logica, iniziative a sostegno del benessere dei dipendenti (smart working, nuovi sistemi di welfare aziendale, work life balance, wellbeing nei luoghi di lavoro, nuovi programmi di performance più sostenibili per le persone).

116

Ma è davvero sufficiente? Per ridefinire concretamente nuovi modelli di lavoro, è necessario un cambio di paradigma, verso una nuova dimensione antropocentrica, contribuendo a sviluppare ambienti di lavoro in cui la persona possa vivere la propria professionalità non in conflitto o a discapito di una vita personale appagante, ma come qualcosa che vi si integri armonicamente. Per questo c’è bisogno di uno sforzo collettivo che coinvolga istituzioni, imprese, ma anche chi offre servizi al mercato, per costruire un dialogo efficace e piani concreti di benessere. Un nuovo welfare fondato sui valori del pluralismo e della sussidiarietà. È questa la strada che bisogna intraprendere per rimettere al centro la persona, investendo su un rapporto di fiducia e scambio.

EMANUELE RECCHIA EMANUELE RECCHIA, 49 ANNI, È IL RESPONSABILE DEL DIPARTIMENTO LABOUR POLICIES, INDUSTRIAL RELATIONS, E WELFARE DI UNICREDIT. Lo abbiamo intervistato per

capire come si sta evolvendo il welfare aziendale in UniCredit Perché UniCredit ha deciso di ospitare un evento che mette al centro il benessere? Quando abbiamo ricevuto la proposta da HR Community, abbiamo subito trovato un forte punto in comune: la convinzione che un buon equilibrio tra vita professionale e privata sia di fondamentale importanza per le persone in azienda perché influisce positivamente sull’ambiente di lavoro, sul coinvolgimento dei dipendenti, sulla produttività e rafforza il senso di appartenenza al gruppo. In questo modo, siamo certi di contribuire anche al miglioramento della qualità della vita dei colleghi e, dunque, del loro benessere. In UniCredit, il ben-essere è una forma di evoluzione del welfare aziendale, un segno tangibile per tutti i dipendenti a dimostrazione del fatto che ci interessiamo a loro in quanto persone, seguendo un approccio individuale, durante tutte le diverse fasi di vita professionale. Vogliamo essere la banca per le cose che contano e per questo stiamo lavorando, insieme alla mia squadra, per comunicare in modo sempre più concreto questo valore a tutti i colleghi. Ci riassume la strategia del welfare in UniCredit?


Uno dei pilastri della mission di Human Capital è creare un ambiente di lavoro positivo in cui i colleghi siano motivati e contribuiscano attivamente al successo dell’azienda. Il welfare è uno dei principi che guidano la nostra ambizione di essere the best place to work. Nel tempo, i cambiamenti socio-demografici ci hanno condotto alla definizione di una strategia di welfare meno tradizionale, più coerente con l’attuale contesto e allineata ai bisogni reali dei colleghi. Il tutto guidato dai tre driver: utilizzabilità, flessibilità e distintività. Quali sono le nuove prospettive? L’evoluzione del nostro welfare si sta sviluppando principalmente su 3 aree: - la conciliazione vita privata e professionale, che comprende molteplici misure per agevolare i colleghi nel bilanciare gli impegni lavorativi e quelli personali; - l’ascolto dei bisogni, che include iniziative quali il counseling psicologico telefonico e la consulenza legale/fiscale, dedicate ai colleghi che affrontano difficoltà psicologiche o pratiche legate alla vita quotidiana; - l’intangible welfare, che comprende le iniziative a favore del benessere della persona. E il work-life balance? Per quanto riguarda la conciliazione vita privata e professionale, lo scorso novembre abbiamo firmato, con il Comitato Aziendale Europeo del Gruppo, la Dichiarazione Congiunta sul Work-life Balance, la prima del genere nel settore bancario a livello europeo, con l’obiettivo di definire un approccio globale sulla conciliazione vita-lavoro. In relazione all’ascolto, abbiamo invece istituito la figura del Disability Manager con l’obiettivo di supportare i colleghi disabili durante il ciclo di vita lavorativa, favorendo la risoluzione dei loro bisogni speciali e sostenere una cultura inclusiva e partecipata. Infine dallo scorso anno abbiamo iniziato, insieme ai nostri colleghi, un vero e proprio viaggio nel ben-essere, il cosiddetto intangible welfare. Un percorso che dura 24 mesi e si compone di 4 aree tra loro strettamente collegate: alimentare, fisica, cognitivo-emotiva, relazionale. Una strada di non ritorno, che ci porterà grandi soddisfazioni.

LIVIO ZINGARELLI PHILIPS È UN ALTRO PROTAGONISTA DI WELL@WORK. Abbiamo ascoltato Livio Zingarelli, Head of HR & Business Transformation – Italy, Israel & Greece Philips. Il Corporate Wellness sebbene oggi sia un tema di tendenza, ancora non ha fatto breccia nelle organizzazioni. Cosa sta facendo Philips per la propria popolazione aziendale? Per Philips innovare significa cambiare il paradigma con cui guardare il mondo, e il cambiamento comincia sempre da una profonda trasformazione interna. Dalla consapevolezza che il processo di trasformazione richiede il coinvolgimento dell’intera popolazione aziendale, Philips ha redatto il Bilancio del Capitale Umano, una survey orientata a comprendere il rapporto che le persone in azienda hanno con il proprio lavoro. I risultati hanno guidato l’attivazione di un programma di welfare aziendale focalizzato su tre aree principali: work-life conciliation,, inclusion&diversity e BWell per la salute e il benessere delle persone in azienda. Ciò con l’obiettivo di migliorare sempre più la conciliazione vita-lavoro, il progetto Io lavoro smart ha portato all’eliminazione della rilevazione dell’orario e all’introduzione della possibilità di lavorare da remoto favorendo ulteriormente la cultura basata sulla performance, la gestione del feedback e l’aggiornamento continuo di competenze

attraverso la Philips University. Inoltre sono stati introdotti un piano di flexible benefit che permette di scegliere benefit e servizi nel rispetto delle esigenze individuali e familiari, e il programma Women@Work dedicato allo sviluppo di una leadership inclusiva che valorizza e supporta le donne sia dal punto di vista professionale che personale. Per esempio, a quante scelgono di usufruire del periodo di maternità facoltativa Philips assicura il 50% dello stipendio normalmente percepito (rispetto al 30% previsto). Questi progetti hanno consentito negli ultimi 4 anni di incrementare sia il livello di engagement della popolazione Philips del 26% sia la produttività aziendale del 18% (fonte: Philips). Quali sono le opportunità che Philips vede nel mercato del corporate wellness a livello globale e in particolar modo in Italia? Philips, azienda leader nel settore dell’health technology, la cui mission è quella di rendere migliore la vita delle persone mediante innovazioni tecnologiche significative, ha intrapreso il programma BWell in collaborazione con il Gruppo Ospedaliero San Donato – GSD Foundation. BWell è il programma di Philips Italia, per le aziende, che promuove uno stile di vita sano attraverso la prevenzione e l’innovazione; il programma unisce la tecnologia Philips al know-how di professionisti ed esperti, attraverso momenti informativi dedicati, per contribuire a sostenere uno stile di vita sano per le persone, per esempio in ambito alimentare. Il programma, inizialmente realizzato per le persone di Philips Italia, ora proposto alle aziende per i propri dipendenti, prevede incontri informativi con medici nutrizionisti, in cui la tecnologia Philips interviene a sostegno di uno stile di vita sano, nel quotidiano. Sempre nell’ambito BWell – salute e benessere - in Philips Italia abbiamo anche attivato un percorso per smettere di fumare e stiamo attivando un programma che promuove e insegna a gestire la giornata lavorativa e non, utilizzando una corretta postura, anche differenziata rispetto alle attività che devono essere svolte.

117


DOMANDE&OFFERTE

descrittive del viaggio, comprensive di data, distanza e durata. GoDifferent prevede inoltre l’arrivo immediato dell’assistenza stradale in caso di incidente, che può essere addirittura allertata automaticamente in caso di incidente grave tramite il “panic button” presente sul dispositivo posto sul parabrezza. “Genertel è da sempre attenta al tema dell’innovazione, - dichiara Manlio Lostuzzi, Amministratore Delegato della compagnia – vuole proteggere e premiare i propri clienti Una novità di Genertel che innova la polizza auto telematica con in modo semplice e smart, pensando ad una GoDifferent: un dispositivo che rileva il movimento del veicolo, soluzione telematica veloce e a portata di trasmette i dati all’App e collega allo stile di guida consigli e sconti mano. È importante saper rispondere alle a cura della redazione esigenze dei clienti che sono sempre più digitalizzati e che cercano soluzioni immediate enertel, la compagnia diretta di Generali dell’auto e trasmette i dati all’App che, ed efficaci”. Italia, innova la polizza auto telematica attraverso un algoritmo, valuta lo stile di Genertel, la compagnia diretta di Generali offrendo protezione e assistenza in caso di guida (frenate e accelerazioni non aggressive, Italia, è nata a Trieste nel 1994 e dal 1996, incidente e premiando i comportamenti rispetto dei limiti di velocità, andatura e dopo l’avvio telefonico, ha fatto il suo virtuosi al volante con uno sconto al rinnovo capacità di prevedere precosissimo esordio GODIFFERENT PREVEDE INOLTRE della polizza. Tutto a portata di smartphone le situazioni di nell’attività on-line, L’ARRIVO IMMEDIATO DELL’ASSISTENZA collegandolo via bluetooth ad un dispositivo pericolo rapportati a vera “early adopter” STRADALE IN CASO DI INCIDENTE, autoinstallante posizionato sul parabrezza incroci, curve e strade del nasciente mercato GRAZIE AD UN “PANIC BUTTON” del veicolo. E’ un’iniziativa con cui una delle rettilinee) fornendo al delle polizze online. compagnie dirette più qualificate del mercato, cliente feedback e consigli personalizzati volti Insieme a Genertellife, costituisce l’unico polo nonchè pionera nel settore per aver iniziato a migliorare lo stile di guida e a raggiungere il assicurativo vita e danni dedicato ai canali l’attività via telefono nel 1994, supera di slancio maggior sconto possibile. diretti e alternativi, forte di 31 miliardi di attivi molti dei condizionamenti del mercato finora Nel caso l’auto venga guidata da più persone, e oltre un milione e centomila clienti. sviluppato con l‘uso incrociato dei Gps e degli ciascuna può collegare il proprio smartphone Nel 2017 Genertel/Genertellife è ormai un vero smartphone nel settore dell’assicurazione al dispositivo, beneficiando delle prestazioni di colosso del settore, con numeri impressionanti RcAuto. assistenza in caso di necessità e contribuendo in termini assoluti: ha raggiunto una raccolta La connessione tra il dispositivo e lo al punteggio finale. superiore ai 4,7 miliardi di euro e, attraverso il smartphone avviene tramite l’applicazione I feedback sono puntuali e legati alla suo Servizio di Assistenza Clienti, gestisce oltre GoDifferent. Il dispositivo rileva il movimento geolocalizzazione GPS visibile nelle mappe 20 mila contatti quotidiani con la clientela.

RcAuto, arriva l’App che premia i virtuosi della guida sicura

G

118


Siamo un popolo poco “assicurato” Ma la consulenza ci potrà salvare

STRUTTURA E DISTRIBUZIONE % DELLE FAMIGLIE (FONTE: ANIA)

INCIDENZA DELLE FAMIGLIE CHE HANNO ACQUISTATO ALMENO UNA COPERTURA ASSICURATIVA SUL TOTALE DELLE FAMIGLIE ITALIANE Danni escluso RCA

di Fabio Carniol Altro

Casa

Responsabilità civile generale

13,9%

4,9%

7,0%

10,8%

2,1%

Single donna 20,0%

10,0%

2,6%

3,4%

7,6%

1,6%

Coppia

19,5%

21,2%

6,6%

9,3%

18,7%

4,0%

Genitore con 1 figlio

6,1%

14,4%

7,1%

6,7%

12,9%

3,7%

Coppia con 1 figlio

14,1%

17,9%

11,7%

9,0%

15,3%

6,7%

Genitore con due figli

2,9%

14,4%

6,2%

7,3%

12,7%

0,9%

Coppia con due figli

14,7%

16,2%

11,3%

7,2%

14,0%

6,0%

Coppia con tre figli

4,8%

14,8%

7,9%

7,9%

14,0%

4,2%

4,3%

13,9%

3,5%

8,1%

11,4%

3,7%

6,9%

7,1%

13,2%

3,8%

li Italiani sono sottoassicurati, come 100% 15,5% TOTALE emerge chiaramente da una recente indagine condotta da ANIA. Solo il 15,5% della popolazione ha acquistato almeno una polizza danni diversa dalla RC auto obbligatoria e basso livello di educazione finanziaria) e il 38% in particolare solo il 13,2% ha assicurato la lo fa per far fronte a spese impreviste, cioè si propria casa. Bassissima la diffusione delle autoassicura contro i rischi, ma la percentuale polizze infortuni o malattia, soprattutto fra sale al 42% per le famiglie con meno di 25.000 le famiglie con figli. Il rapporto fra premi euro di ricchezza finanziaria, cioè per quelle per polizze danni non auto e PIL (1,5%) ci che avrebbero più bisogno di assicurarsi. vede agli ultimi posti in Europa, con punte Infatti, il 61% delle famiglie dichiara di drammatiche in Calabria (0,1%) e Molise non poter fare fronte a spese impreviste di (0,4%). Secondo studi del Centro Einaudi, di 10.000 euro, mentre tra gli eventi più temuti IPSOS e di Prometeia, solo il 9% degli Italiani vi sono le malattie gravi ed invalidanti (73%) è assicurato contro il caso di morte. Un dato e i gravi danni alla casa (48%). In questo molto basso, che sale al 16% nelle famiglie quadro si coglie molto bene l’importanza della con figli minorenni. consulenza. Cresce DIETRO LA CRESCITA DI CHIARA La sottoassicurazione infatti il numero di ASSICURAZIONI, +24% NEL 2017, C’È rende gli Italiani famiglie interessate a ANCHE IL FORTE IMPEGNO NELLA molto vulnerabili e, ricevere un servizio CONSULENZA AL CLIENTE soprattutto, li porta di analisi dei rischi a privilegiare in modo eccessivo la liquidità. sebbene nessuno lo abbia mai proposto (22% Il 64% delle famiglie tiene in liquidità tutto il nel gennaio 2018 contro il 9% nel gennaio portafoglio finanziario (90% per quelle con 2017), che si aggiungono a quelle che lo hanno già ricevuto (10%). La nuova normativa L’AUTORE FABIO CARNIOL, IDD, che entrerà in vigore il prossimo 1 AMMINISTRATORE DELEGATO HELVETIA VITA E CHIARA ottobre, obbligherà peraltro gli intermediari ASSICURAZIONI - GRUPPO a supportare il cliente nella valutazione delle HELVETIA ITALIA proprie esigenze assicurative. Le banche stanno entrando con decisione nel mercato dell’assicurazione danni. I premi raccolti dal

G

Incendio, furto, kasko dei veicoli

13,6%

Single uomo

Cresce il numero di famiglie interessate a ricevere un servizio di analisi dei rischi: il 5% in più in un solo anno. E da ottobre le norme accentueranno il trend

Infortuni o malattia

canale bancario per polizze danni non auto sono cresciuti del 14,5% nel 2017 e si prevede che cresceranno del 21% nel 2018. Il rapporto di fiducia con il cliente, che nel 65% dei casi preferisce comunque recarsi allo sportello per fare operazioni complesse (come una polizza danni), pone la banca nelle migliori condizioni per offrire la consulenza per l’analisi dei rischi e per offrire soluzioni assicurative, purchè siano semplici e pensate per essere vendute in banca. In particolare, gli istituti di credito stanno proponendo non solo polizze abbinate a prestiti o mutui, ma anche e soprattutto polizze “stand alone”, in grado di soddisfare in modo più efficace le esigenze assicurative dei clienti. Non sorprende quindi che Chiara Assicurazioni, società del gruppo Helvetia Italia dedicata alla bancassicurazione danni, che opera con oltre venticinque banche partner di medie dimensioni fortemente radicate nei rispettivi territori, abbia fatto registrare una crescita del 24% nel corso del 2017, soprattutto grazie ad un catalogo prodotti completo e dedicato e a specifiche iniziative per la formazione del personale bancario coinvolto nella consulenza al cliente.

119


DOMANDE&OFFERTE

I consulenti: «Par condicio tra noi e il mondo delle polizze»

A Napoli si svolgerà il 9 e 10 ottobre prossimi “ConsulenTia 2018” dal titolo “Non solo Mifid”. I consulenti finanziari soci Anasf si incontrano per riaffermare il loro ruolo di “stelle polari” del risparmio di Sergio Luciano TEMEVANO LA MIFID II, LA DIRETTIVA EUROPEA CHE HA INOCULATO MASSICCE DOSI DI TRASPARENZA NELL’INDUSTRIA DEL RISPARMIO: AVREBBE POTUTO INTACCARE LA FIDUCIA CHE I RISPARMIATORI NUTRONO IN LORO. Ma i 23 mila consulenti finanziari

italiani – quelli attivi, su un totale di 56 mila, e in particolare i più dinamici e motivati, cioè i 12 mila che aderiscono all’Anasf – sanno ormai di essere loro (piaccia o no, e nonostante la Mifid II) i veri “influencer” del risparmio degli italiani: e ne sono molto contenti. Ma non cantano vittoria: piuttosto si incontrano, anche di frequente, per capire insieme come gestire al meglio questo “goodwill”, questo avviamento reputazionale presso la clientela di cui godono e che, per esempio proprio in occasione dell’avvento della Mifid II, ha evitato gli sconquassi che un’utilizzo diffidente della Direttiva avrebbe potuto indurre. La prossima volta che i consulenti Anasf si incontreranno per preparare un futuro migliore a se stessi e quindi ai risparmi degli italiani sarà a Napoli dal 9 al 10 ottobre, per l’edizione di ConsulenTia 2018 che avrà come titolo: “Non solo Mifid”. Germana Martano, direttore dell’Anasf, spiega in quest’intervista ai lettori di Economy – che sarà supporter della “due giorni” – il perché di questo titolo. «Il pay-off della precedente edizione di ConsulenTia a Roma era stato “Il valore del cambiamento”. Ora che la Mifid è già in atto, anche se non ha

120

ancora dispiegato tutti i suoi effetti, vogliamo andare avanti a interrogarci su chi siamo e come possiamo migliorare, insieme con i risparmiatori». E come vi rispondete? Per esempio dicendo che la tutela del risparmio non è solo Mifid. Raccoglieremo le fila dei lavori di analisi che sta svolgendo con noi McKinsey. Aggiungeremo il tema della Idd, Insurance distribution directive, che dovrebbe avere nel settore assicurativo lo stesso ruolo della Mifid II in quello del risparmio. PARLA IL DIRETTORE GERMANA MARTANO: «VOGLIAMO ANDARE AVANTI A INTERROGARCI SU CHI SIAMO E COME POSSIAMO MIGLIORARE»

Dal primo ottobre ci dovrà essere il recepimento della direttiva Idd, che sostanzialmente stabilirà anche all’interno del comparto assicurativo regole di trasparenza nuove, rendendo teoricamente omogenei una serie di canali e processi tra questi due mondi contigui eppure ben distinti. Esempi? Uno, semplice. Mentre la Mifid ha dettato regole chiare all’operatore, anche stringenti, nel mondo assicurativo non è ancora accaduta la stessa cosa, ma dovrà accadere, se si pensa solo ai costi di caricamento che di trasparente oggi hanno ben poco. E quindi?

GERMANA MARTANO

Be’, quindi il problema ci interessa e ci riguarda. Vorremmo stimolare le autorità a livellare gli approcci a prodotti costituzionalmente simili. Costi, regole, trasparenza: è giusto che la normativa sia implementata. Andremo a trattare questo tema. E non da soli: portando con noi il mondo delle reti. Si pensava che la Mifid avesse un impatto rivoluzionario, ma non si direbbe. Che ne pensa? Con la Mifid è cambiato tanto ma gli ultimi passaggi sono da mettere a punto. Dal prossimo aprile arriverà la nuova rendicontazione dettagliata al cliente, vorremmo capire le dinamiche reali della riduzione dei margini: sappiamo che si ridurranno, non vorremmo che a pagarne il costo fosse solo la nostra categoria. Ancora: c’è stato un calo della raccolta sul gestito a favore dell’amministrato. È un fenomeno tutto da capire. Vabbe’, però non lamentatevi: siete una categoria compatta... Da quando la categoria nacque, vent’anni fa, si molto è consolidata, 23 mila professionisti esercitano questa attività e se non la sanno svolgere a dovere, con una spiccata componente di assistenza e vicinanza al cliente, con informazioni di qualità, con capacità di analisi e confronto, non riescono ad arrivare a quel portafoglio di 23 milioni che è la dimensione media della professione di consulente finanziario....



© Save the Children

A NAtAlE UN’AZIENDA sI vEDE DAl rEgAlo.

A Natale, per far notare il regalo della tua azienda sotto l’albero, scegli Save the Children. Per i regali aziendali scegli dei doni che fanno la differenza, per chi li riceve e per i bambini ai quali andrà la tua donazione aziendale. Fare gli auguri con Save the Children a dipendenti, clienti e fornitori, sarà una sorpresa che migliora la vita di tanti bambini in Italia e nel mondo e farà conoscere meglio la tua azienda, raccontando ciò che ti sta più a cuore. Donare un futuro a tanti bambini renderà il tuo gesto indimenticabile.

SCoPrI tuttI I regalI Su

savethechildren.it/nataleaziende


NON È PECCATO: I PIACERI CHE FANNO BENE “…e poi il piacere”, abbiamo titolato questa sezione: perché trattarsi bene, volersi bene, concedersi pause piacevoli dopo il lavoro, o anche durante i break dell’orario lavorativo, non soltanto “non è peccato” ma è necessario. Anche per riprendere ancor meglio con il “dovere”. E quindi: bei posti, buon cibo, viaggi emozionanti, servizi confortevoli, appuntamenti imperdibili, un po’ di lusso (per chi può). Non fanno la felicità: però, di sicuro, aiutano.

124

TRAVEL/BUSINESS L’OFFERTA A 360 GRADI DI IH HOTELS, IL PACCHETTO PER PMI DI NH HOTEL

128-130 PLACE TO BE LE RAGIONI DEL GOSSIP

SMART(PHONE) E SOSTENIBILE, ECCO LA VACANZA-MILLENIALS

Che (anche) il turismo passi sempre più dal web e dal mobile è cosa nota. Ma i viaggi online registrano trend vecchi e nuovi: Italia seconda tra le top destination, cresce l’extra-alberghiero e ora si cerca l’hotel eco-friendly di Marco Gemelli ontinua a viaggiare sulle maglie della dell’e-commerce nel nostro Paese, ma questo rete globale, il turismo in Italia. I dati trend è aumentato del 9% rispetto all’anno sull’estate appena trascorsa lo dimostrano in precedente. In questo scenario, un ruolo di maniera inequivocabile: anche quest’anno la primo piano lo giocano le case vacanze, gli scelta della destinazione, la programmazione, affittacamere, i bed & breakfast e in generale l’organizzazione logistica e persino la fruiil settore extra-alberghiero. E anche l’estate zione di una vacanza 2018 ha una sua spesono passate attraver- PER L’ESTATE 2018, GLI ITALIANI HANNO ciale classifica con le SCELTO SANTORINI, AMALFI, ORTIGIA, so i canali di internet destinazioni più clicPOI MIKONOS, PORTO PALO, COSTA e – nel 45% dei casi, cate dagli italiani che AZZURRA, LA PUGLIA E LA SPAGNA soprattutto per i last hanno preferito sceminute – degli smartphone o dei tablet. Secongliere online: in testa c’è Santorini, in Grecia, do uno studio dell’Osservatorio Innovazione seguita dalla costiera amalfitana e da Ortigia digitale nel turismo della School of Manage(Siracusa). Appena fuori dal podio Mikonos, ment del Politecnico di Milano, non soltanto altro must ellenico, che precede Porto Paolo shopping per viaggi e turismo rappresenlo (Sicilia), la Costa azzurra (Francia), Torre ta oggi il 20% del panorama complessivo dell’Orso (Puglia), Formentera e Barcellona

C

123


E POI IL PIACERE... TRAVEL/LEISURE

(Spagna). Chiude la top10 Braies, in Alto Adito che “su scala globale, la crescita delle case ge. Che non si tratti di un bolla destinata a vacanze aumenterà più del previsto e divenscoppiare in un orizzonte temporale limitato terà un mercato significativo per la sua azienlo dimostrano le previsioni degli analisti di da”. Da un punto di vista geografico, la meta settore, secondo cui nel 2022 il mercato delle più ambita da chi cerca vacanze online nel case vacanze peserà mondo sono stati StaIL WEB FA CRESCERE L’EXTRApoco più di 200 miliarti Uniti con il 24,37% ALBERGHIERO MA LA RICETTIVITÀ di di dollari (contro gli delle preferenze, menTRADIZIONALE PRIMEGGIA: IL MERCATO attuali 144), con una tre l’Italia rientra nella DEGLI HOTEL VALE 920 MLD DI DOLLARI crescita annua attesa top five. Un trend che di quasi il 6,9%. Cifre importanti, ma comunè confermato anche dalle statistiche di Airbque ancora lontane da intaccare il primate nb: il colosso di San Francisco considera infatdella ricettività tradizionale: nel 2017 il merti il nostro Paese la seconda top destination cato globale degli hotel è stimato infatti in 920 del pianeta (dopo gli Stati Uniti) per numero miliardi di dollari. In una recente intervista, il di strutture disponibili in affitto. Per chi proCeo di Booking.com Gillian Tans ha confermagramma su internet le proprie vacanze, ben

Viaggi d’affari, iH Hotels Group punta sull’offerta a tutto campo

il 64,2% della scelta cade sugli affitti di case vacanze gestite direttamente dai proprietari. Il motivo? Se lo è chiesto la Technavio, il cui report di mercato per il 2017 individuava le cinque principali ragioni per cui i viaggiatori scelgono questa soluzione: al primo posto c’è il risparmio (65%), seguito dalla presenza della cucina (58%), più spazio a disposizione rispetto a una camera d’hotel (52%), maggiore

dell’hospitality come l’interlocutore ideale della clientela business grazie alla varietà delle sue strutture – dai City Hotel di Milano ai Resort nelle isole maggiori, alla Guest House in pieno centro a Roma – e alla ricca offerta di servizi rivolti ai clienti, in particolare a chi si sposta per affari. Destinazione Roma

Dalla Val d’Aosta alla Valle dei Templi, da Roma a Firenze: dopo l’acquisizione di Piazza di Spagna View, il gruppo propone ben 25 strutture diversificate tra loro dal carattere fortemente italiano

Da sempre chi lavora nel settore turistico

di Alice Milia

apprezza il cliente business: silenzioso, puntuale,

esigente

su

due

aspetti

fondamentali quali il Wi-Fi e il check-out

segmento MICE ma anche per il turismo in

rapidissimi. Oggi però chi viaggia per

generale, e che è possibile ritrovare nelle

affari non si accontenta di hotel capaci

strutture dell’iH Hotels Group.

di ospitare incontri e meeting aziendali,

«Grazie all’operazione Piazza di Spagna

ma cerca strutture che si distinguano

View – ci racconta Giovanni Luongo,

per una forte identità, rappresentata sia

Cluster Manager per tutte le strutture iH

el 2017 il numero dei viaggi d’affari

dall’aspetto architettonico che da uno staff

del Centro-Sud Italia – iH Hotels Group

intrapresi dalle aziende italiane è

disponibile e premuroso; strutture capaci

ha completato la sua offerta business

aumentato del 18% rispetto allo

di offrire servizi e proposte culinarie ad hoc

su Roma. Di particolare interesse per

stesso periodo del 2016, con un +5%

e che si distinguano per location facilmente

la clientela che viaggia per lavoro è, ad

relativo alle spese di viaggio (dati UVET

raggiungibili, senza trascurare il vantaggio

esempio, l’Hotel Cicerone ubicato nel cuore

Travel Index). In questo contesto, l’iH

economico. Caratteristiche che, da sempre,

degli affari romani, limitrofo alla Corte di

Hotels Group si presenta sul mercato

rappresentano un privilegio non solo per il

Cassazione, alle principali ambasciate e ai

N

124


OGGI SI PRENOTA CON L’APP, E EDREAMS SI ADEGUA

privacy (46%) o comfort (41%). Per i gestori di case vacanze, il mercato di riferimento sono i millennials e le loro famiglie – che nel 74% dei casi prenotano online e generalmente sono più propensi a preferire le abitazioni private agli alberghi – seguiti dai viaggiatori business costretti a fermarsi in una località per periodi abbastanza lunghi. Tra i trend dell’estate per chi ha affidato al web la propria vacanza

Il successo dell’e-travel è testimoniato dai risultati e dalle strategie di eDreams Odigeo, la più grande agenzia di viaggi online d’Europa, che al 31 marzo 2018 ha fatto registrare margini sui ricavi del 5%, un incremento dell’EBITDA rettificato del 10% arrivando a 118,3 milioni di euro e un aumento del 3% nelle prenotazioni totali di voli, di cui il 35% avviene via smartphone (+21%). L’approccio “mobile-first” ha portato eDreams a costruire un’app leader nel settore, ottenendo nel 2018 un totale di prenotazioni

tramite dispositivi mobili ben al di sopra della media (24%). La compagnia prevede che l’incremento dell’attività via mobile contribuirà per l’87% alla crescita totale del comparto entro il 2020, e gli smartphone dovrebbero rappresentare la principale fonte di traffico già nel 2019. «In linea col nostro ruolo di precursore del canale mobile – spiega Dana Dunne, CEO di eDreams Odigeo - continuiamo a focalizzarci sulla risposta alle esigenze in continua evoluzione dei clienti. In futuro, la nostra strategia

di diversificazione ci consentirà di trarre vantaggio da uno scenario macroeconomico in cui molti clienti ricercano online le opzioni di viaggio migliori e più convenienti. Grazie alla nostra app, con un miliardo di ricerche online al mese continuiamo ad essere l’interlocutore privilegiato di chi viaggia». I numeri di eDreams, d’altronde, fanno guardare al futuro con ottimismo: oltre 18,5 milioni di clienti e più di un miliardo di ricerche mensili.

TRAVEL/BUSINESS 1 leisure che business grazie alla vicinanza

offre 5 sale meeting e 260 camere di varia

ai ministeri, tra cui quello degli Interni, al

tipologia tutte recentemente rinnovate.

quartier generale dell’Esercito Italiano e al

«Una struttura sulla quale stiamo puntando

Quirinale».

moltissimo,

dopo

l’acquisizione

dello

scorso febbraio, è il Resort Pian dei Mucini Maestri nel settore congressuale

nella splendida Maremma Toscana che ha

Punto forte delle strutture iH Hotels

una grande capacità ricettiva ed è adatto a

Group è inoltre l’organizzazione di eventi

ospitare anche eventi di altissimo livello –

e congressi, grazie alla presenza di

commenta Giovanni Luongo – Composto da

personale dedicato e ad una logistica

diverse strutture caratteristiche in pietra,

ideale, caratteristiche che rendono ottimale

come il borgo, la nobiliare Villa Moris, gli

la realizzazione di ogni genere di meeting.

appartamenti, l’albergo Vittoria e la piccola

più importanti studi legali del centro Italia.

Restando nel Centro-Sud Italia, ad esempio,

chiesa consacrata alla Madonna, il Resort

Proprio per questa sua posizione strategica,

degno di nota è l’iH Hotels Selene di Pomezia

offre nel suo complesso una location unica.

al di fuori della zona ZTL, la struttura

grazie alle 18 sale meeting a disposizione

Immerso tra le colline toscane e i vigneti,

rappresenta la perfetta destinazione per

degli ospiti e all’esperienza pluriennale

può anche essere affittato per intero

organizzare eventi aggregativi a qualsiasi

nell’organizzazione di eventi di ogni tipo;

– sottolinea Luongo – come location in

livello, grazie anche all’altissima capacità

l’hotel è un punto di riferimento sia per le

ricettiva (300 camere). Sempre a Roma

aziende chimico farmaceutiche della zona

abbiamo il quattro stelle Hotel dei Borgia

sia per quelle del settore logistico che del

– prosegue il manager – un ex palazzo

retail anche grazie agli spazi modulabili per

della Banca d’Italia adiacente a Via

creare scenografie ad hoc. Si presta bene

Nazionale, completamente ristrutturato

allo scopo anche il moderno iH Hotels Roma

con sale meeting e un ristorante; una

Z3, nella zona sud-est della Capitale a poca

location molto richiesta sia dalla clientela

distanza dall’ingresso autostradale, che

L’ELEGANTE COMPLESSO DEL RESORT PIAN DEI MUCINI IN MAREMMA

125


E POI IL PIACERE... TRAVEL/LEISURE

CHI VIAGGI IN ITALIA 46,2% viaggiatori in coppia 31,2% viaggi in famiglia 13,1% viaggiatori in gruppo 9,5% viaggi per lavoro Fonte: Travel Appeal

c’è la possibilità di viaggiare con gli animali dustria del turismo non abbastanza attenta domestici al seguito: il 31% dei viaggiatori ha alla sostenibilità dei territori di destinazione scelto una destinazione proprio in base a querispetto al singolo fruitore. sto fattore. Le agenzie di booking online regiNon marginale è poi il fattore politico: da strano poi un forte aumento di richieste per la una ricerca di Contiki, il 63% dei millennials prenotazione di alloggi inconsueti, curiosi o considerano il viaggio come un’esperienza in quantomeno lontani grado di influenzare il DAI TURISTI PIÙ RICHIESTE DI dal mainstream: è il loro punto di vista sulCONTATTO CON LE COMUNITÀ LOCALI caso di fienili, case galla politica globale, ed E MAGGIORE SENSIBILITÀ VERSO leggianti o sugli alberi, ecco spiegato l’appeal I TERRITORI DI DESTINAZIONE chalet e caravan. Altra di destinazioni come leva di primo piano è la possibilità di entrare la Catalogna o gli Stati Uniti del post-Trump. in contatto con le comunità locali, dedicanLast but not least, i vacanzieri non rinunciadosi a un turismo più responsabile: secondo no alle comodità della tecnologia: secondo una ricerca del gruppo Tui, un viaggiatore un recente report di HomeAway, l’86% dei europeo su dieci prenota un hotel millennials è disposto a pagare di più per eco-friendly, mentre i due terzi dei stare in una casa vacanza fornita di smart turisti continentali considerano l’inhome technology.

TRAVEL/BUSINESS 1

LA PISCINA DEL GRANDE ALBERGO DELLE NAZIONI DI BARI

Oriente, adiacente al famoso Teatro

partecipazione alle più importanti fiere

Petruzzelli. Entrambe strutture che

nazionali ed internazionali – ci svela il

permettono al Gruppo iH di aprirsi

manager – poi con l’ampliamento della rete

una porta d’ingresso su una città

commerciale con sales specializzati sul

che è in grande evoluzione». Il

mercato delle singole città, e soprattutto

capoluogo pugliese, definito oggi

attraverso il rafforzamento del brand e dei

la “Milano del Sud”, in quest’ultimo

servizi presenti all’interno degli alberghi.

periodo ha visto in effetti una

Inoltre, si sta predisponendo un’apposita divisione MICE specializzata».

esclusiva o per attività di team building o

grande crescita turistica e ha vissuto

convention aziendali, ad esempio”. Immerso

una notevole riqualificazione territoriale

in un parco botanico privato presso la Valle

affermandosi come meta interessante a

Non solo lavoro

dei Templi, anche il Resort Agrigento Kaos

prescindere alla Fiera del Levante, che

Obiettivo del gruppo iH è inoltre quello

si presta a ospitare eventi speciali fino a

fino a poco tempo fa era l’unico evento

di offrire un servizio “taylor made” per

700 persone; così come il Porto Giardino

importante; Bari inoltre è sempre più una

coinvolgere il cliente al 100%, permettergli

Resort di Monopoli, Puglia, al cui interno il

location ambita per l’organizzazione di

di sentirsi bene fuori casa e, perché no,

moderno palazzo dei congressi Albatros è

eventi anche grazie alla crescita del Polo

fargli desiderare di tornare anche in

stato pensato proprio per soddisfare ogni

Universitario. L’acquisizione dei due gioielli

occasioni meno formali. L’iH Resort Le

tipo di esigenza aziendale.

del Sud, e in particolare del Grande Albergo

Zagare, nella cornice del mare turchese

delle Nazioni, ha permesso al gruppo iH

della Sardegna, e l’Hotels Mont Blanc a

Più forza al comparto “trophy”

di affacciarsi al prodotto “trophy”, già

Courmayeur in Valle d’Aosta, ai piedi della

«Altro obiettivo strategico dell’acquisizione

presente

vetta più alta d’Europa, sposano appunto

del Gruppo Piazza di Spagna View –

Milano, e che ora rafforza maggiormente

questa

continua Luongo, che ha oltre 20 anni di

la sua presenza. «L’obiettivo è quello di

piscine, campi da tennis, lounge bar e SPA

esperienza nel settore, di cui 11 nel mondo

posizionarsi come gruppo leader nel

presenti in alcune delle strutture iH Hotels

degli eventi – è stata la presenza delle

segmento MICE – spiega Luongo – Un

rappresentano, infine, quel plus che attira

due strutture nella città di Bari, il Grande

traguardo che si raggiunge attraverso

l’attenzione e stuzzica l’interesse del cliente

Albergo delle Nazioni, storico e unico

un preciso percorso: innanzitutto con

business come quello leisure, indirizzandoli

cinque stelle della città, e l’elegante Hotel

un piano commerciale che prevede la

nella scelta finale.

126

con

l’Hotel

Ambasciatori

di

filosofia.

Ristoranti,

palestre,


TRAVEL/BUSINESS 2 urban hotel moderni e funzionali, un mix di comfort, servizio e location strategiche ma con tariffe accessibili; e nhow Milano, unconventional

hotel

di

design

dalla

personalità unica. Tra i servizi offerti dal programma anche assistenza personalizzata, wi-fi gratuito, la possibilità di prenotare sempre online sale meeting accedendo alla pagina L’NH HOTEL DI VENEZIA RIO NOVO. IN BASSO A DESTRA UN’ IMMAGINE DELLA CAMPAGNA PUBBLICITARIA DEDICATA ALLE PMI

NH Hotel Group rilancia il programma dedicato alle PMI

“Meeting ed Eventi” sul sito nh-hotels.it e compilando il form con tutte le informazioni relative al catering, agli spazi necessari e alle attrezzature multimediali. Gli hotel del gruppo infatti mettono a disposizione dei loro ospiti location sempre più attrezzate per

NH Hotel Group Companies intende migliorare e semplificare l’esperienza dei clienti business. Le piccole e medie imprese che partecipano hanno diritto a sconti fino al 20% in Italia e all’estero

accogliere

conferenze

ed

eventi

(circa 430 le sale meeting solo all’interno delle strutture italiane), con un occhio di riguardo alle tecnologie: vari gli strumenti innovativi dei quali dispongono gli hotel in

di Gilda Ciaruffoli

S

tutto il Paese, come smart room o Meeting Planner 3D. Attraverso il programma NH

i chiama NH Hotel Group Companies

qualsiasi struttura di NH Hotel Group in

Hotel Group Companies l’azienda spagnola

il programma che offre alle piccole

tutto il mondo. C’è inoltre l’opportunità di

dimostra insomma il suo continuo impegno

e

l’opportunità

usufruire di uno sconto del 10% presso

nel migliorare l’esperienza delle piccole

di risparmiare fino al 20% sui costi di

ristoranti e bar aderenti, senza necessità

e medie Imprese, confermandosi come

soggiorno in Italia e all’estero

di soggiornare in hotel.

un partner attento e all’avanguardia per

clienti

Per entrare nel programma è sufficiente

clienti business e MICE.

business e semplificarne il più possibile

registrarsi gratuitamente al sito www.nh-

l’organizzazione

Migliorare

medie

imprese

l’esperienza

dei

lavoro,

hotels.it/companies; a disposizione anche

mettendo a disposizione le migliori location

un servizio di prenotazione on line dedicato

in Italia e nel mondo a un eccellente

da gestire personalmente a qualsiasi ora

rapporto qualità-prezzo. Questo l’obiettivo

del giorno, con la possibilità di modificare

che si è posto NH Hotel Group, una delle

le date, allungare il soggiorno o cancellarlo

principali catene alberghiere al mondo

senza alcun costo aggiuntivo a seconda

con circa 400 hotel e 60.000 camere in 30

della politica di cancellazione indicata nella

diversi Paesi, decidendo di rilanciare NH

mail di conferma.

Hotel Group Companies, iniziativa che già

Aderiscono all’iniziativa tutte le strutture

in passato tanto successo ha avuto tra i

del gruppo NH Hotel, che solo in Italia mette

clienti business e MICE.

quindi a disposizione dei propri ospiti 51

Il programma è dedicato esclusivamente

alberghi (7.894 camere) in 25 città e divisi in

alle piccole e medie Imprese. Offre alle

tre categorie: NH Collection, premium hotel

realtà aderenti tariffe esclusive nelle

ubicati nelle location più suggestive delle

strutture NH con sconti fino al 20%, sui

principali città e con un livello di servizio

soggiorni sia di lavoro che di piacere, in

capace di sorprendere gli ospiti; NH Hotels,

dei

viaggi

di

127


PLACE TO BE

a cura di Gilda Ciaruffoli

Salone Nautico: crescita in senso verticale

In mongolfiera sopra la “nuova” Matera

Dal 20 al 25 settembre va in scena il 58° Salone Nautico organizzato da UCINA Confindustria Nautica a Genova, punto di riferimento per l’intero settore in Europa e nel Mediterraneo. Il Salone, che lo scorso anno ha visto in esposizione 884 brand e 1.100 imbarcazioni, richiamando 148.228 visitatori con un incremento del 16,5% rispetto al 2016, conferma la volontà di rinnovare la propria formula, abbandonando la sua storica natura di piattaforma orizzontale a vantaggio di un assetto prettamente verticale. Protagonista del Salone oggi è infatti “l’esperienza mare” nella sua totalità; a uscirne rafforzata dunque la natura

Conto alla rovescia per l’ingresso di Matera nel suo anno da Capitale europea della Cultura. Un ingresso che la città lucana farà in pompa magna, visto che dopo la nomina nel 2015 la vita fuori e dentro i Sassi – le grotte adattate ad abitazione rupestre fin dal IX secolo, primo sito del sud Italia nominato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1993 – è cambiata parecchio e in meglio. Negli ultimi anni infatti la città ha vissuto un restyling che l’ha resa straordinariamente attrattiva, passato attraverso una riqualificazione architettonica rispettosa dell’esistente, l’apertura di decine di bed and breakfast e nuove realtà come l’Open Design School. Tutte iniziative che puntano al ringiovanimento del flusso turistico e della stessa popolazione. In linea con questa rinnovata offerta culturale anche l’iniziativa proposta dalla Landing on South Italy – compagnia aerea certificata ENAC, formata da un team di piloti esperti che viaggiano da anni su Matera e i cieli del Sud Italia – che a settembre e per tutto l’anno propongono voli in mongolfiera sulla città e sul Parco Naturale della Murgia Materana (ma anche su Puglia e Calabria), per scoprirne le meraviglie da un punto di vista insolito. Un consiglio per la notte è poi quello di fare sosta alla Masseria Fontana di Vite, un boutique hotel del XVIII secolo, circondato da campi di grano e ulivi, adiacente a una sorgente naturale su una collina che volge lo sguardo a Matera.

Riva del Sole, resort sostenibile che piace all’estero Sono passati 60 anni dalla posa della prima pietra del Riva del Sole Resort & SPA di Castiglione della Pescaia: era il 16 marzo 1958. Del 1960 invece l’inaugurazione di questo 4 stelle Superior immerso in una pineta nel cuore della Maremma. Le camere sono 155, più i 182 appartamenti del Residence 3 stelle, e la struttura è interamente votata all’eco-sostenibilità grazie a soluzioni come il corretto approvvigionamento di materiali e risorse, i

128

multispecialista di un evento che quest’anno vede affiancare alle novità di prodotto convegni istituzionali, workshop, premiazioni e le attività del Sea Experience dove toccare con mano le ultime tendenze in fatto di sport acquatici. Il Salone Nautico di Genova cresce dunque in linea con un mercato che conferma per il terzo anno consecutivo l’andamento positivo dell’industria della nautica da diporto in Italia. Un’indagine condotta dall’Ufficio Studi di UCINA Confindu-

stria Nautica sulle previsioni 2018 vede infatti il 69% delle aziende coinvolte dichiarare, sulla base del portafoglio ordini, una crescita del fatturato. Bene il mercato interno, trainato anche dal settore del leasing che ha registrato un +58% di stipulato nel 2017 e un +29% nei primi 5 mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; ma bene anche il contesto mondiale ed europeo dove si assiste a una crescita generale dell’industria nautica.

pannelli solari e la riduzione del carbon impact. Un’attenzione speciale all’ambiente dovuta anche all’origine scandinava della proprietà, totalmente svedese fin dalla fondazione. Se il Riva del Sole si rivela una location perfetta per una clientela business, che ha anche a disposizione le 8 sale del Centro Meeting & Congressi, tanti anche i turisti italiani e stranieri accolti ogni anno. In aumento in particolare quest’anno il flusso di presenze da Svizzera e Germania grazie all’inaugurazione, lo scorso maggio, di un collegamento aereo diretto tra Berna e l’aeroporto Corrado Baccarini di Grosseto, struttura militare che grazie alle Istituzioni locali, al Ministero Trasporti e alla compagnia Skywork Airline, ora fa anche da scalo per i voli turistici svizzeri. “Quest’ultimo miglioramento

nei collegamenti BernaGrosseto, unito alle novità del Riva del Sole, come il definitivo restyling della struttura, l’inaugurazione di una nuova Suite arredata con materiali di pregio e la proposta gastronomica del nuovo Executive Chef – commenta Carlo Castelli, Managing Director del Gruppo Riva del Sole S.p.A. – porteranno sicuramente un incremento della domanda turistica internazionale”. Castelli, che è anche Console Onorario di Svezia per la Provincia di Grosseto – il Riva del Sole ospita il Consolato Onorario di Svezia –, è stato il primo Manager alberghiero in Italia a istituire i premi di risultato e assistenza sanitaria integrativa anche per i lavoratori “a termine”. Un grande traguardo per una struttura che al culmine della stagione occupa più di 150 dipendenti, prima azienda italiana del comparto turistico a riconoscere e attuare tali sistemi di welfare assistenziale, indicata come ottimo esempio per gli Alberghi italiani dalla stessa Federalberghi.


Iscriviti al Club, hai subito una notte gratis! Join the Club, a free night for you!

Convertible Rate! Change date and structure whenever you want

club.allegroitalia.it Con la Tariffa Convertibile cambi data e struttura quando vuoi Vivi l'estate con noi: Isola d'Elba, Costa Smeralda, Siracusa Ortigia Live the summer with us: Elba Island, Costa Smeralda, Syracuse Ortigia

www.allegroitalia.it reservations@allegroitalia.it +39 011 5512727


LE RAGIONI DEL GOSSIP a cura di Monica Setta

ADDIO AL “CAFONAL”, OGGI LA VACANZA DI MODA È QUELLA LONTANA DAGLI SGUARDI INDISCRETI Da Mika a Cameron Diaz, da Madonna a Raoul Bova, tutti i vip in vacanza ricercano luoghi isolati, in cui i servizi siano da “Mille e una Notte” ma che non siano sotto i riflettori, tra attracchi privati e cene a picco sul mare L’ULTIMO CASO DI CRONACA

fuori dal comune. Prendete

musica mondiale, si rilassa

euro con la piscina e l’approdo

RIGUARDA UN MAGNATE

posto sul vostro lettino e

a La Peschiera small luxury

direttamente in mare. L’altro

AMERICANO CHE, IN

immediatamente arriverà un

hotel del gruppo Talea che

optional è la spiaggia dedicata

VACANZA A PORTO CERVO,

cameriere in livrea bianca

comprende anche le Tamerici

solo agli ospiti dove il servizio

HA CONSUMATO IN UNA

pronto a proporvi dal drink

beach club nella sontuosa

è a 360 gradi”. Quest’anno

SOLA SERA AL BILLIONAIRE

personalizzato alla centrifuga

landa di Capitolo, nel cuore

le presenze nelle strutture

CHAMPAGNE D’ANNATA

passando per la convenzionale

dell’alto Salento. Qui Raoul

Talea grazie ad Andrea

PER UNA SPESA DI 150MILA

flute di prosecco. Su nella

Bova festeggerà cenando

Sabato sono raddoppiate,

EURO. Ma di paperoni

anzi per trovare un posto

straricchi che vivono secondo

libero bisogna arrivare a

il mood delle mille e una

metà settembre. Dicono che

notte, è piena l’estate 2018.

arriverà anche Madonna e

Gianluca Vacchi impazza sui

che Cameron Diaz si farà una

social vestito alla maniera del

palestra in camera mandando

burlesque: lo consiglia la sua

a chiamare il personal trainer

personal assistant in tema

più costoso d’italia, Antonio

di look & dintorni che altri

Mariano, l’uomo che allena

non è se non quella Raffaella

divi del calibro di Harrison

Zardo un tempo nota ai più

Ford e Susan Sarandon

per l’appellativo datole da

ancora bellissima a dispetto

Dagospia ossia “badante di

dei super “anta”. Ma le manie

Emilio Fede”. Altre sono le

dei vip non finiscono qui. Ad

follie o i luoghi dove si spende

allietare le serate delle celeb

una fortuna in cambio di

in Puglia ci pensa il maestro

esclusività e lusso a cinque

Mauro Liuzzi artista eclettico,

stelle. A Roma i ricchi arabi

diplomato al Conservatorio con

che in passato scendevano all’Hilton di Monte Mario, oggi

IN SENSO ORARIO: CAMERON DIAZ, L’HOTEL A.ROMA, ANDREA SABATO E ROCIO MUNOZ

un repertorio bellissimo. Per averlo fanno a gara e nessuno

sono tutti da A.roma life style,

terrazza panoramica invece

su una piattaforma sospesa

bada a spese. O suona Liuzzi

straordinario complesso

si pranza o si cena a la

sopra un mare cristallino il

o meglio niente. “Chi arriva

immerso nel verde a due passi

carte ma con la possibilità

suo compleanno d’agosto con

in Puglia in queste strutture

da villa Doria Pamphili con

di attingere ad una decina di

la compagna Rocio Munoz

non pensa a risparmiare”

una Spa degna delle migliori

buffet dedicati alle principali

incinta del secondo bebè dopo

annota Andrea Sabato: “Vuole

beauty farm americane. Il

cucine internazionali. La parola

la piccola Luna. “Chi viene da

la qualità, costi quel che costi.

must della nuova struttura

d’ordine nel ristretto club dei

noi chiede privacy assoluta”

Non è tanto la moda che si

è una piscina con una simil

vip è: esagerare restando

racconta il general manager

segue, quanto gli standard

spiaggia incastonata fra gli

però entro i parametri dello

Andrea Sabato, brindisino

elevatissimi dei servizi, anche

alberi e i fiori e con un servizio

stile. Mika, la star della

doc: “Abbiamo suite da 2mila

quelli in outsourcing”.

130




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.