Economy Like Giugno 2019

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Edizione Speciale per la flotta Grimaldi Lines

Attenti al sole Stimola la produzione della serotonina e la sintesi della vitamina D, combatte i batteri e attenua i dolori. Ma è anche pericoloso (e non solo per la pelle). Ecco come affrontarlo e come proteggersi in modo naturale (e con i prodotti di Equilibra)

food&travel La parola alla cucina stellata dello chef Andrea Berton Gli itinerari artistici e gastronomici di Toscana, Sardegna e Sicilia

lifestyle Lo speciale dedicato a Pitti, l’appuntamento con la moda maschile a Firenze giunto alla sua 96esima edizione

piaceri Può il vostro segno zodiacale influenzare la buona riuscita di un colloquio di lavoro? E qual è il mestiere più adatto a voi?




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l'editoriale dell'OSPITE

Palermo, se il profumo del gelsomino

lascia spazio ai rifiuti

CHI È giuseppe sottile, giornalista e scrittore, nativo di gangi, è stato caporedattore del gorno e di studio aperto. è responsabile dell'inserto economico del foglio.

di Giuseppe Sottile

M

a dov’è finita Palermo? Dov’è finita la città dei giardini e dei capricci barocchi, delle delizie arabe e delle meraviglie normanne, la città che i grandi viaggiatori ammiravano con occhi lucidi e insaziabili? Dov’è finita la Palermo felicissima alla quale Ibn Hamdis non aveva voluto strappare per ricordo neanche un fiore di gelsomino? “Vuote le mani ma pieni gli occhi del ricordo di lei”, si limitò a scrivere nel suo diario lo sventurato poeta costretto dai nuovi invasori a tornarsene nella sua Arabia infelice. Dov’è finita la Palermo de “La Sicilie Illustrée”, di quella rivista patinata, tutta scritta in francese, inventata negli anni della Belle Epoque per raccontare al mondo i fasti e le civetterie di una borghesia, come quella dei Florio, che aveva in donna Franca la sua immagine più scintillante e più seducente? Quella gran dama portava addosso il fuoco lucido della bellezza. Ne rimase abbagliato persino Gabriele D’Annunzio che, dopo averla incontrata, non mancò di annotare “la falcata da levriero” con la quale lei amministrava il suo passo e le sue movenze. Un arpeggio di fascino ed eleganza. Povera Palermo. Quella che c’era non c’è più; e quella che ancora resiste, scivola giorno dopo giorno in una palude di monnezza fetente e bruciacchiata, di strade sventrate, di piazze recintate, di quartieri blindati, di periferie stravolte dai bulldozer. Il sindaco Leoluca Orlando, pover’uomo non arriva certo a ripetere lo slogan che negli anni Sessanta fu del terribile Salvo Lima – “Palermo è bella facciamola più bella” – ma non se ne allontana nemmeno troppo.

Annota i problemi, elenca i disastri e, con il periodare del piccolo profeta, annuncia che il cambiamento c’è e lotta insieme a noi, che la salvezza è vicina: questione di giorni e il Rinascimento sarà cosa fatta. La fede, diceva San Paolo, è sostanza di cose non viste e di cose sperate. Ma quali leoni la tireranno fuori dal deserto? Gli unici di cui si ha memoria sono quelli, “lenti e attoniti”, intravisti in una notte di sogno da Bruno Barilli,

Un tempo città amata e felice, oggi il capoluogo siciliano vive un momento drammatico di cui non si vede la fine. Nonostante promesse da fantascienza poeta e librettista, forse suggestionato dalla dicitura frontale del tram che dal fiume Oreto arrivava fino a piazza Leoni, alle porte della Real Tenuta della Favorita, addormentata in un un profumo di faggi e limoni. Erano belve dal “crine fosforescente” che si svegliavano al crepitio delle Pleiadi. Erano belve fatte apposta per notti d’amore e d’azzardo, per notti di soave delirio; per i sogni di una Palermo immaginaria, calda e arabeggiante. Ma soprattutto bella, incantata e senza monnezza.

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appuntamenti 13 – 16 giugno

Libri in festa a Ragusa Tutto pronto per la nuova edizione di “A Tutto Volume – Libri in festa a Ragusa” che quest’anno raggiunge il traguardo delle dieci candeline. La manifestazione siciliana si regala per questa ricorrenza un giorno in più di eventi: da giovedì 13 fino a domenica 16 giugno la città si arricchirà di mostre, laboratori, reading, lectio magistralis, incontri, confronti e dibattiti tra scrittori, scrittrici, giornalisti… e i loro più appassionati lettori. La manifestazione, ideata dal direttore artistico Alessandro Di Salvo insieme ai riconfermati guest director Loredana Lipperini e Massimo Cirri a

cui si aggiungono quest’anno anche lo scrittore Antonio Pascale, il giornalista Pino Corrias e il filosofo Telmo Pievani, potrà contare su un parterre di grande spessore. Tra i primi nomi confermati: Edoardo Albinati, Ferruccio De Bortoli, Maurizio De Giovanni, Diego De Silva, Luca Dondoni, Elsa Fornero, Andrea Purgatori, Simonetta Agnello Hornby. Per celebrare questa edizione speciale l’artista Velasco Vitali ha realizzato l’opera pittorica simbolo dell’evento: raffigura un uomo intento a leggere, immerso così tanto nella lettura da volare altrove. Per il secondo anno consecutivo la cornice di “A Tutto Volume” darà spazio al Premio Goliarda Sapienza, con un progetto speciale, Malafollia: sei racconti sulla follia in carcere, scritti da chi l’ha vissuta. Darà

loro voce in un reading Francesco Montanari. Interverrà la giornalista e curatrice del progetto Antonella Bolelli Ferrera. Non solo firme note e premi letterari: Extra Volume, una sezione speciale del festival, permetterà anche quest’anno di dare spazio al fermento culturale che anima la città e il territorio.

Ragusa

15 – 16 giugno

Ferie delle messi

Confermato l’annuale appuntamento con la fiera medievale nella splendida cornice di San Gimignano. Si tratta di una manifestazione storica, organizzata dal 1993 dall’associazione deI Cavalieri di Santa Fina, il cui nome è ispirato a Fina dei Ciardi, morta nel 1253 e oggi compatrona di San Gimignano. Si tratta della rievocazione delle Ferie Messium, che si tennero nella cittadina senese tra 1255 e il 1314. Nel corso della due giorni si alterneranno spettacoli di cantastorie, musici, teatranti. Prevista inoltre la sfilata dei cavalieri e figuranti a piedi in costume e il torneo.

San Gimignano (Si)

22 – 23 giugno

Fiera delle ciliegie

Uno degli appuntamenti più attesi per celebrare il frutto più dolce e più difficile da resistere che ci sia. La tradizionale sagra è diventata negli anni un appuntamento irrinunciabile per i turisti che arrivano nella zona per gustare le ciliegie. Si tratta della produzione agricola d’eccellenza nel territorio di Lanusei. Stand gestiti dai produttori locali vengono aperti per tutta la durata della fiera per permettere ai tanti turisti di poter apprezzare il frutto rosso. Per due giorni si potrà assistere a spettacoli, mostre e degustazioni di ciliegie e di prodotti derivati.

Lanusei (Og)

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21 – 23 giugno

Festa del vino

Torna la più antica manifestazione sicilianda dedicata al vino di qualità. Si tratta di un appuntamento che ha saputo elevarsi al rango di iniziativa capace di attrarre il turismo. Inycon, questo il nome della festa dedicata al nettare di Bacco, continua a rinnovarsi di anno in anno. Per quest’anno è previsto un programma ricco di novità e di appuntamenti interessanti. Il centro nevralgico di Inycon è rappresentato da Piazza Vittorio Emanuele IIIl. Molte le etichette coinvolte, tra le quali spiccano il Mandrarossa, il Planeta, lo Stoccatello e l’Agareno. Non mancheranno poi occasioni di intrattenimento e di divertimento, come nel caso di spettacoli teatrali e concerti live.

Menfi (Ag)

26 – 28 giugno

Posidonia Festival

Giunto all’ottavo anno di programmazione, il Posidonia Festival, Festival Internazionale di Arte, Ambiente e Sviluppo Sostenibile. tra Sitges (Barcellona) il 6 Giugno, e Mallorca (Baleari) l’11 Luglio, approda ancora una volta in Italia all’isola sarda di San Pietro nel paese di Carloforte dal 26 al 28 Giugno ed infine a Santa Margherita Ligure dal 4 al 6 Settembre. Il Festival è dedicato alla difesa della Posidonia oceanica, pianta marina riconosciuta come l’endemismo più caratteristico del Mediterraneo che riveste un ruolo fondamentale nell’ecosistema marino e nel proteggere le spiagge dall’erosione.

Carloforte - Isola San Pietro (CI)

20 – 22 giugno

Torrita in blues Trent’anni e non sentirli: la manifestazione toscana, nata nel 1989, è pronta a inaugurare la 31esima edizione della rassegna, mantenendo vivo lo spirito che l’ha resa un appuntamento imprescindibile per gli appassionati della musica blues. Torrita Blues aderisce inoltre all’iniziativa “Playing For Change”: un progetto mondiale che ha come obiettivo quello di portare un messaggio di pace attraverso il linguaggio universale della musica. L’Associazione organizza durante l’anno iniziative collaterali al festival come la proiezione di

film e documentari. Molte sono le collaborazioni che l’Associazione Culturale Torrita Blues ogni anno instaura con altre associazioni come festival (ad esempio il Camigliano Blues), o rassegne con locali blues (vedi Happy Blues Train, nel 2014, Blues & Beer nel 2016, Fish & Blues 2012). Nel 2012 è nata la collaborazione con Radio Incontri di Cortona (AR).

Nel 2016 Torrita Blues, insieme al Comune di Torrita di Siena ha organizzato la 6 edizione dell’European Blues Challenge ad Aprile alla quale hanno partecipato 22 nazioni. In quest’occasione è nato il progetto per le scuole “Blues Child – il Blues visto con gli occhi di un bambino” nato come concorso di disegno sul blues che ha coinvolto più di 1000 alunni della provincia di Siena e Arezzo. Infine va ricordata “Effetto Blues”, la vetrina musicale per le blues band italiane, giunta quest’anno alla 9 edizione grazie alla quale vengono scelte ogni anno band da far suonare al Torrita Blues Festival.

Torrita di Siena (Si)

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sommario COVERSTORY

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Guida ragionata alla tintarella perché non diventi un rischio Ogni estate si ripresenta l'annoso dilemma: il sole fa davvero bene?

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Depurare e disintossicare: prendiamoci cura del corpo I prezioSi consigli della biologa nutrizionista Edy Virgili

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Il miglior alleato della pelle? L'aloe vera, ingrediente perfetto Una linea di solari Equilibra usa il vegetale contro il sole cocente

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FOOD&TRAVEL

22 Andrea Berton, l'allievo stellato

di Marchesi e Ducasse A pranzo con lo chef nel suo elegante ristorante milanese

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26 Il cioccolato artigianale che fa

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anche beneficenza in Africa La boutique di Cristina Quattrone a Reggio Calabria regala emozioni

34 Quelle due perle messinesi

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Perché la Sardegna è un'isola meravigliosa adatta a tutti Itinerari gastronomici in una terra da sempre crocevia di popoli Chi l'ha detto che la vacanza in famiglia non possa rilassare? Con le proposte VoiHotels dedicate, tutti potranno trovare l'agognata pace

che uniscono i mari Taormina e San Marco sono due facce diverse dello stesso territorio

Così a Firenze torna a tavola l'antica cultura gastronomica Abbandonate bar e trattorie turistiche: i locali cercano la storia



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sommario Edizione speciale per Grimaldi Lines

LIFESTYLE

44 Speciale Pitti: la moda uomo torna protagonista a giugno a Firenze I look più affascinanti e le tendenze più nuove raccolte per voi in anteprima

54 È l'estate dei fiori d'arancio,

ma rigorosamente in bianco Tanti vip hanno scelto il 2019 per sposarsi, con dress code total white

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Il business della moda cruelty free Un mercato da 11,9 miliardi di euro Sempre più brand abbandonano utilizzo di pellami e pellicce per essere più etici

58 La wishlist ispirata allo stile anime

Colorato, divertente e giocoso È arrivato il momento di regalarci accessori ludici per un look senza età

60 La chirurgia estetica è sempre più

attenta a mantenere i connotati Dimenticate gli interventi che stravolgono il viso. Non servono a essere belli

62 Rubrica motori, un viaggio tra

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i mezzi di trasporto più affascinanti Nuovi privée per gli appassionati di Riva ma anche station wagon fuori dagli schemi

Lnavi e novità del mondo Grimaldi, tra elettriche e divertimento

La flotta deve stare al passo con i tempi, riducendo l'impatto ambientale

Tsogno: ra rilanci improvvisi e gioielli da dietro le quinte di un'asta A tu per tu con Faraone Gioielli, un marchio storico che vende eccellenze

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PIACERI

82 Se lo zodiaco conta più del cv:

e voi di che segno siete? Si dice che anche le congiunzioni astrali contino in un'assunzione

84 È sempre l'ora di investire

in orologi, ma bisogna scegliere Sabine Kegel, esperta di Christie's, racconta come riconoscere i modelli

88 Voglia di seconda casa? Guida

pratica per l'investimento giusto Comprare o affittare? Ci sono tanti fattori che devono essere valutati

92 Rubrica Soldi 94 Enigmistica 98 Le ragioni del gossip

Allegato alla LaFreccia, mensile di bordo di Frecciarossa-Trenitalia Direttore responsabile Sergio Luciano Coordinamento Marco Scotti In redazione Marina Marinetti (caporedattore), Marco Muffato, Riccardo Venturi Hanno collaborato Nino Amadore, Gianfranco Brambati, Luigi Ciccarelli, Elena Conti, Francesca Frediani, Marco Gemelli, Franco Oppedisano, Davide Passoni, Vincenzo Petraglia, Giacomo Schiavon, Monica Setta, Chiara Volonté Grafica e impaginazione Raffaela Jada Gobbi Liliana Nori Segreteria di redazione Monia Manzoni Per la pubblicità su questa rivista commerciale@economymag.it Presidente e A.D. Giuseppe Caroccia Consiglieri Costantino Baldissara, Sergio Luciano Editore incaricato Domenico Marasco Casa editrice Economy s.r.l. Piazza Borromeo 1, 20123 Milano Tel. 02/89767777 Registrazione Tribunale di Milano n. 24 del 14/02/2019 Stampa Arti Grafiche Boccia Spa Via Tiberio Claudio Felice 7 84131 Salerno




story

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COVERSTORY

attenti al sole

Nemico o amico?

Il sole, istruzioni per l'uso L

a notizia buona (che poi non è una notizia) è che stimola la sintesi della vitamina D (fondamentale per la salute delle ossa), attenua i dolori (reumatici, ma non solo), combatte i batteri (e quindi i brufoli). Quella cattiva è che sull’altro lato della medaglia c’è un elenco di effetti negativi, sia a breve che a lungo termi-

Stimola la produzione della serotonina, e la sintesi della vitamina D. Combatte i batteri e attenua i dolori. Ma attenzione al (pericoloso) rovescio della medaglia ne, da far impallidire... vanificando l’agognata tintarella. Il sole è il nemico-amico per eccellenza. Prendiamo l’acne, per esempio: all’inizio la risolve, ma a lungo andare la pelle si inspessice e i follicoli si ostruiscono. E si ricomincia da capo. Poi

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ci sono le scottature, gli eritemi, persino l’orticaria. Ma il peggio è che a lungo andare gli effetti indiretti dell’esposizione al sole si manifestano con vasodilatazione (per via del calore dovuto ai raggi infrarossi), cheratosi, macchie scure, invecchiamento precoce della pelle, fino ad arrivare alle alterazioni del Dna e membrana cellulare che a lungo andare potrebbero degenerare in melanomi. Colpa del combinato disposto raggi infrarossi (quelli che scaldano) e di raggi ultravioletti (gli Uvb, che provocano l’arrossamento cutaneo, e gli Uva, che penetrano in profondità nel derma e ne danneggiano collagene ed alastina). L’abbronzatura è l’unico sistema di di-


fesa che possediamo, grazie al filtro naturale della melanina (quella che conferisce il colorito bruno alla nostra pelle), ma non è sempre sufficiente ad evitare scottature. A proposito: non è vero che più si sta al sole, più ci si abbronza. La produzione di melanina ha un limite, diverso da soggetto a soggetto. Inutile, quindi correre rischi. Terrorizzati? Non ce n’è motivo. Perché, come in tutte le cose, basta prendere le misure. «I raggi ultravioletti del sole stimolano la sintesi della vitamina D, che ha numerosi effetti positivi, in particolare su ossa, muscoli e cervello», spiega Fabio Rinaldi, dermatologo e tricologo a Milano: «Per questo motivo, quando si può è consigliabile tenere al sole 10 minuti al giorno almeno le braccia e le gambe, privilegiando le ore più fresche

La protezione nel piatto

di Edy Virgili - biologa nutrizionista - Borgo Pilotti Beauty Clinic Ci stiamo avvicinando alla stagione esti-

mente attenzione alla ghiandola tiroidea, protagonista nella

va, nella quale dobbiamo esporci al sole

termoregolazione. Un’alimentazione ben gestita e ricca di

per fare scorta di vitamina D, ma il nostro

vitamine, sali minerali, antiossidanti e amminoacidi essen-

corpo non deve farsi trovare imprepara-

ziali può supportare questa ghiandola. Anche i processi di-

to. La transizione primaverile è il momen-

gestivi sono meno efficienti in estate, quindi l’alimentazione

to migliore per depurarsi, drenarsi e disintossicarsi in vista

più adeguata sarà basata su cibi leggeri, a basso contenuto

del caldo estivo. La detossificazione permette al corpo di

di calorie, ma con elevato contenuto di acqua e sali mine-

rimuovere le sostanze nocive endogene (prodotte dall’in-

rali. La frutta e la verdura estive sono anche molto colorate

terno) ed esogene (provenienti dall’esterno) attraverso gli

e le sostanze coloranti presenti in questi alimenti (antiossi-

organi emuntori (intestino, fegato, reni, polmoni e pelle). In

danti come polifenoli e carotenoidi) sono proprio quelle che

questo periodo ci vengono in soccorso molte verdure ama-

ci aiutano a contrastare l’effetto dannoso dei raggi solari.

re come carciofi, cicoria, asparagi e le piante depurative

Per un'abbronzatura perfetta e per contrastare in modo

dall’ortica alle rosole, dal tarassaco ai germogli di pungitopo

efficace l'invecchiamento cutaneo è consigliabile fare "il

e poi i frutti come le fragole, che svolgono un’azione diureti-

pieno" di olio di pesce, ricco di acido eicosapentaenoico

ca, le ciliegie e le amarene ricche di antiossidanti.

(EPA), un antiossidante e antinfiammatorio in grado di ral-

In estate il nostro metabolismo si abbassa e, attraverso la

lentare il processo di invecchiamento cutaneo fotoindotto

sudorazione, perdiamo acqua e sali minerali; per reidratar-

e la formazione delle rughe, di Omega-3 (di cui è ricco il

ci è fondamentale bere molta acqua e mangiare frutta e

pesce, ma è disponibile anche sotto forma di integratori ali-

verdure. Vanno assolutamente evitate bevande gassate e

mentari), che mantengono l'elasticità delle membrane cel-

zuccherate o troppo fredde, che potrebbero causare con-

lulari, e di Omega-6 di origine vegetale, contenuti in semi e

gestioni, alcolici e caffè che portano ad aumentare la sen-

frutta secca e sotto forma di integratori alimentari, preziosi

sazione di calore e la sudorazione. Bisogna fare particolar-

per contrastare la secchezza della pelle.

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COVERSTORY

in collaborazione con

È inutile accanirsi sotto il sole se la vacanza durerà solo pochi giorni: per un'abbronzatura duratura ce ne vogliono almeno dieci

della giornata. Attenzione, però, perché i raggi ultravioletti accelerano la formazione di radicali liberi, con problemi non solo estetici, ma anche di salute favorendo, tra i tanti disturbi, anche i tumori della pelle. Perciò, è importante proteggersi» raccomanda ancora. Pensate che l’ombra vi protegga dalle radiazioni solari? Nulla di più lontano dalla verità: l’ombrellone dimezza l’irradiazione, ma non l’annulla. Senza contare il riflesso della sabbia. E non fidatevi delle nuvole: i raggi Uvb, i più pericolosi, filtrano comunque. Per questo, è sempre bene non rinunciare alla corretta protezione solare e seguire qualche semplice indicazione. Per esempio sull’orario di esposizione al sole:

è preferibile il mattino tra le 8 e le 11 e il tardo pomeriggio, dopo le 17. Non solo: è meglio evitare di stare fermi, ma esporsi al sole in movimento, in modo che le radiazioni siano uniformememente distribuite. Poi evitate di utilizzare trucchi e profumi, che potrebbero lasciarvi macchie sulla pelle (o scatenare reazioni allergiche dovute alla fotosensibilizzazione), e prestate particolare attenzione se assumete farmaci con tetracicline, antipertensivi, contraccettivi orali, antidiabetici e antinfiammatori: usate una protezione a schermo totale. E, dato che i danni causati dal sole sono cronici, la protezione della pelle non va assolutamente trascurata. Quindi, sotto coi buoni propositi e attenzione ad applicare spray e creme in modo uniforme, senza lesinare sulla quantità (e insistendo sulle zone delicate come naso, orecchie, labbra, collo, incavo delle ginocchia, dorso dei piedi).... mezz’ora prima dell’esposizione, in modo che i principi attivi penetrino nella pelle massimizzando l’effetto protetttivo. Ma non basta: occorre rinnovare l’applicazione almeno ogni due ore, specialmente se si suda o si fa il bagno (la pigrizia è un pessimo vizio, nel caso

A SCUOLA DI RISPETTO

La violenza contro le donne può manifestarsi attraverso varie forme: fisica, quella immediatamente identificabile, oppure la violenza economica, psicologica e/o stalking, più difficili da riconoscere. Nel caso dell’adolescente, è di fondamentale importanza fornire i criteri per discriminare il fenomeno, proprio perché sperimenta le prime relazioni affettive e di coppia, totalizzanti e profondamente coinvolgenti. L’associazione Equilibra per il benessere sociale Onlus, avvalendosi della collaborazione dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, delle Pari Opportunità della Regione Piemonte, mira a diffondere la “Cultura del Rispetto” attraverso un progetto di prevenzione e contrasto alla violenza. Ha avuto già rilevanti risultati nelle Scuole Italiane, nella prima edizione del 2017/2018, coinvolgendo 5 regioni italiane, e i risultati sono stati valutati e apprezzati. Infatti, nel 2019, l'Associazione ha coinvolto circa 2.500 studenti in 11 Regio-

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Regioni in cui è presente il progetto


in collaborazione con di esposizioni prolungate al sole). La crema o lo spray da associare deve avere almeno un filtro da 30 SPF, che protegge dal 96% dei raggi solari, percentuale che sale al 98% se si considerano quelli con 50 SPF. Attenzione anche a non tenere il flacone al sole, che potrebbe alternarne il contenuto. Ma proteggere pelle (e capelli) non basta. «L’ideale - prosegue il dottor Rinaldi - è abbinare la protezione solare agli integratori. Questi ultimi sono da iniziare ad assumere un mese prima dell’esposizione più intensa al sole, come quella tipica di chi passa le vacanze al mare, protraendola fino a un mese dopo il rientro». Come il Bronze Control Equilibra®, che contiene Extramel®, una varietà selezionata di melone, vitamina C che partecipa alla normale formazione del collagene, vitamina A che contribuisce al mantenimento di membrane mucose e pelle normali, rame e vitamina E che contribuiscono alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. E come l'Olio di Carota Equilibra®: l’associazione tra alte dosi di caroteni, vitamina A e rame, costituisce la ricetta naturale per proteggere la cute e favorire la pigmentazione grazie al rame. E sia chiaro: a proteggersi dal sole devono essere tutti, a prescindere dalla carnagione. Se è vero che a chi ha una pelle più chiara il sole crea maggiori fastidi rispetto a chi ce l’ha più scura, in realtà è la quantità di raggi ultravioletti a cui ci si espone a fare la differenza. E, comunque, è inutile che vi accaniate al sole se la vostra vacanza durerà solo pochi giorni: per un’abbronzatura duratura ce ne vogliono almeno dieci.

Aiutiamoci con i minerali La scottatura non è il solo rischio dell'estate. Intensa attività fisica e sudorazione possono provocare perdite di sali minerali con conseguente stanchezza, debolezza, mancanza di concentrazione e alterata pressione arteriosa. In caso di ridotto apporto con la dieta o di aumentato fabbisogno di tali nutrienti, Equilibra®, azienda leader nel settore benessere, ha messo a punto l’integratore Potassio & Magnesio. Il Potassio è uno dei minerali maggiormente presente nell'organismo. Molte sono le azioni che svolge per il corpo umano: contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso e il mantenimento di una normale pressione sanguigna, oltre a contribuire alla funzione muscolare. Il magnesio regola l’attività di oltre 300 enzimi,

controllan-

do le principali vie metaboliche dell’organismo umano. È importante

perché:

ni italiane. L'obiettivo generale del progetto è aumen-

contribuisce all'equi-

tare la consapevolezza dei giovani sul fenomeno della

libro elettrolitico ed al

violenza e sui suoi indicatori con particolare riguardo

metabolismo

alla violenza contro le donne, sensibilizzando i giovani

getico oltre a ridurre

(futuri uomini e donne di domani) e informandoli dei

stanchezza ed affa-

propri diritti in modo che possano tutelarsi, nei diversi

tcamento.

casi di violenza. Il progetto è stato condotto da psico-

& Magnesio Equilibra

loghe qualificate, per i risultati che ha ottenuto (www.

è disponibile anche

equilibrabenesseresociale.it) è richiesto in più scuole.

nella versione sen-

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Naturalmente protetti (con l'Aloe Vera)

In alto, Equilibra® Stick Solare Protettivo SPF 50+ è un prodotto ideale per la protezione delle zone più sensibili e delicate del corpo. La sua formula senza profumo aggiunto, si assorbe piacevolmente sulla pelle ed è particolarmente consigliato per le zone del contorno occhi e labbra, naso, orecchie, tatuaggi, nei e macchie. Ideale sia d’estate per proteggere dall’esposizione dei raggi solari, che d’inverno per proteggere dal freddo e dal sole. L’Aloe Vera Equilibra® idrata, rinfresca e dona sollievo alla pelle offrendo una protezione potenziata Sotto, Equilibra® Aloe salviette Sciogli-Sale rinfrescano e riequilibrano la pelle del viso e delle zone speciali stressate dal sole, dal vento e dalla salsedine. Rimuovono con facilità sale marino e residui di sabbia. Ideali dopo il bagno in mare, in spiaggia e in piscina, indispensabili in barca per restituire freschezza.

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Grazie all’esclusivo PROSUN-UV® Complex, dalla massima fotostabilità che migliora la durata della protezione, tutti le creme solari Equilibra® proteggono la pelle dalle scottature e assicurano una abbronzatura sana e naturale. Il segreto? L’importante quantità di Aloe Vera Equilibra® contenuta (40%) che idrata, rinfresca e dona sollievo alla pelle offrendo una protezione potenziata. A completare la formula, olio di mandorle dolci e burro di karité, che favoriscono l’idratazione e contrastano i processi di invecchiamento. L’olio di carota e la vitamina E, infine, aiutano a stimolare le naturali difese della pelle. La tollerabilità dei prodotti, fototestata, è rafforzata dalla presenza dell’aloe e dall’assenza di profumo. La forumulazione è priva di parabeni, petrolati, siliconi, coloranti e profumi aggiunti.

L’Olio Spray Protettivo Capelli di Equilibra® è un olio leggero che avvolge il fusto del capello proteggendolo dal sole, dal vento e dalla salsedine. Contiene olio di semi di lino nutriente e ristrutturante dei capelli aggrediti dagli agenti atmosferici, e olio di argan, che li protegge dai radicali liberi. Con filtro UV, che funge da schermo contro i raggi solari, e burro di aloe, che nutre e idrata.


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L'idea di cucina"comunic-attiva"

di Andrea Berton di Marco Scotti

«N

on è cambiato il mestiere dello chef, semmai è cambiato il peso che bisogna dare alla comunicazione. Prima bastavano i nostri piatti, oggi dobbiamo anche padroneggiare i social network e gli altri media». Una chiacchierata con Andrea Berton, friulano classe 1970, è un volo d’angelo sulla cucina italiana degli ultimi trent’anni. Lo incontriamo nel suo ristorante stellato in una delle zone di maggiore fermento di Milano, a Porta Nuova. La sua avventura culinaria inizia nelle cucine milanesi di Gualtiero Marchesi, per poi proseguire prima da Mossiman’s a Londra, poi all’Enoteca Pinchiorri e Firenze, e infine al Louis XV di Montecarlo sotto la guida di Alain Ducasse. Tornato in Italia, dal 1997 al 2001 è chef alla Taverna di Colloredo di Monte Albano, guadagnando la sua prima stella

«Oggi la comunicazione è diventata parte integrante del nostro lavoro. Non possiamo trascurare internet o i social network per relazionarci con il pubblico» Michelin. Quindi un ritorno al passato, da Marchesi come executive chef del gruppo. Con un gruppo di soci a settembre 2012 apre Pisacco Ristorante e Bar, un bistrot elegante, e, nel luglio 2013, Dry Milano Cocktail&Pizza, in cui il buon bere incontra il cibo più famoso della cucina italiana. Infine, il ritorno alla sua cucina avviene a dicembre del 2013, con il riconoscimento della stella Michelin l’anno successivo. Ad Agosto 2016, infine, lo chef inizia la sua collaborazione con Il Sereno, lussuoso resort sul lago di Como, dove apre il suo ristorante “Berton Al Lago”. Chef, com’è cambiato il vostro mestiere? In realtà non è mai cambiato, si è evoluto tanto però. Le basi del lavoro sono sempre l’impegno e la dedizione con passio-

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ne. Piuttosto, è cambiata la percezione del lavoro di chef. Oggi per fare questo mestiere bisogna avere una visione più ampia rispetto al passato, quando si stava chiusi nelle cucine. Oggi c’è invece da tenere in grande considerazione la comunicazione che è diventata parte integrante del nostro lavoro. Vuol dire che prima dell’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione non avevate rapporti con la clientela? Ovviamente no, ma si comunicava con i nostri piatti, mentre oggi possiamo impiegare altri strumenti, come i social media o internet, dando vita a una comunicazione molto più amplificata. E come cambia il pubblico? Si è molto evoluto, oggi è più preparato per quanto concerne la cucina. Si tratta di un cambiamento lento che sta proce-


dendo da una ventina d’anni. Oggi il pubblico è più curioso, e ha capito tanti aspetti del ristorante e dell’andare a mangiare fuori che magari prima non riusciva a comprendere appieno. Si tratta quindi di un’evoluzione molto positiva. Non ci sono riscontri negativi, come chi vuole sostituirsi a voi o farvi da “contraltare”? No, è un cambiamento esclusivamente positivo. Le critiche fanno parte del nostro lavoro e del mondo reale. D’altronde, non siamo tutti allenatori di calcio? Uno dei mezzi di comunicazione che pongono maggiormente sotto i riflettori gli chef è la televisione: che rapporto ha con questo medium? Ho fatto un programma lo scorso anno, su Raidue, e devo dire che mi è piaciuto molto e lo rifarei senza problemi. La televisione è ormai parte integrante del nostro ambito professionale ma, se c’è, deve essere fatta in modo coerente e qualitativamente impeccabile. Ma non si tratta più di un oggetto alieno rispetto al nostro lavoro o, men che meno, poco consono. Che tipo di pubblico accoglie nel suo ristorante stellato? La base forte è composta da una buona prevalenza di italiani, e questo è positivo. A lo si sommano degli stranieri che vengono in visita a Milano per affari o per piacere. Siamo molto soddisfatti, ovviamente, ma la fetta più significativa rimane quella italiana, sia per pranzo che per cena. Nel primo caso si tratta di una clientela business, la sera anche di persone che frequentano il ristorante per un’esperienza gastronomica particolare. Come si trova in questa zona di Milano? L’ho scelta che era ancora un cantiere aperto, il ristorante

è stato inaugurato letteralmente in mezzo alle gru. Sono molto soddisfatto dello spazio, di come lo abbiamo organizzato. Penso che quest’area sia bellissima. Per quanto riguarda i coperti, ne prevediamo circa 40-45, ma possiamo arrivare a 70 per eventi particolari. È un numero giusto per il lavoro che svolgiamo qui, non voglio fare paragoni con altri ristoranti stellati che possono aver scelto di avere più o meno posti a sedere. Oggi comunque lavorano qui 28 persone. Al ristorante Berton si affiancano i due bistrot e il resort sul Lago: che risposta sta avendo? Sono veramente soddisfatto dei risultati ottenuti. A seconda del luogo possiamo offrire un’esperienza diversa, ma sempre con in testa la qualità, che è la base fondamentale per svolgere correttamente questo lavoro. Avete in programma altre aperture? Vediamo, stiamo valutando. A Milano ma non solo. Adesso non è ancora il momento di fare annunci… Qual è il piatto che più di tutti la caratterizza? Difficile sceglierne uno, ma forse il più tipico è il brodo. Questo tipo di pietanza è entrata nella mia cucina da quando ho aperto: l’idea, infatti, è di abbinare a ogni piatto un brodo che ha la stessa “dignità” nella realizzazione del menù.

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A proposito di menù, in Italia si stanno diffondendo sempre di più vegetariani e vegani: avete un’offerta anche per loro? Sicuramente sì, affrontiamo senza nessun tipo di preoccupazione anche questo tipo di scelta. Per esempio, il mondo vegetale mi affascina molto e sto ampliando la mia proposta proprio partendo dagli ortaggi. Come nasce un suo piatto? Ci sono diverse situazioni in cui prende vita una nuova proposta nel menù. Ad esempio, si può cominciare da una suggestione esterna, oppure da uno specifico ingrediente. Sono molteplici le sfaccettature, ma un altro tassello fondamentale è rappresentato dalla collaborazione con il mio staff. Si parte da un’idea che poi viene sviluppata su carta. Le faccio un esempio: i canestrelli con la liquerizia sono nati perché facendo delle prove proprio con la liquerizia ci siamo accorti di quanto fosse sapida. Per questo abbiamo pensato che un corretto abbinamento sarebbe stato con il pesce. E in effetti, se usata correttamente e senza eccedere, dà freschezza al piatto. Quali sono i suoi maestri? Citerei sicuramente Gualtiero Marchesi e Alain Ducasse. Il primo mi ha fatto capire l’importanza di questo mestiere quando avevo solo 19 anni, il secondo invece mi ha spiegato la possibilità di essere chef e al tempo stesso imprenditori, impa-

«I miei maestri sono Gualtiero Marchesi e Alain Ducasse, che mi hanno trasmesso le capacità imprenditoriali e l'amore per questa professione» rando anche a delegare nel modo corretto, scegliendo bene i collaboratori e offrendo qualità. Perché per potersi affidare ad altre persone devi conoscere perfettamente la materia di cui ci si occupa, altrimenti è impossibile delegare. Ha “rubato” qualcosa dalle loro cucine? In entrambi i casi non piatti specifici, ma più che altro l’esperienza. Poi la cucina è ovviamente la mia, ma si lega a quelle figure e a quei momenti che mi hanno dato un imprinting forte e importante. Poi è naturale che ognuno di noi sviluppi la sua filosofia e la sua idea. Ora è lei a diventare un maestro: che consigli dà a chi si approccia a questa professione? Che bisogna avere tanta voglia di lavorare. Quando lavoravo da Ducasse nel 1994 gli chiesi che cosa servisse per fare bene. E lui mi rispose che ne bastavano tre: lavorare, lavorare, lavorare. In effetti è una ricetta molto semplice, senza particolari controindicazioni. Se hai voglia di crescere, puoi soltanto

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A pagina 22, andrea berton. a pagina 23 uno dei piatti più famosi dello chef e il ristorante stellato di milano. in questa pagina, sopra, il resort sul lago e, in basso, Sfoglia di latte, sesamo nero e kumquat

sgobbare duro. E a chi dice che questa professione è troppo faticosa che cosa risponde? Ci scagliamo sempre contro i cinesi, ma non ci sono grandi misteri: stanno crescendo in modo esponenziale perché lavorano come dei pazzi. Noi ci siamo un po’ seduti invece rispetto ai cambiamenti che ci sono stati 20-30 anni fa. Ma un sistema che funziona è quello in cui la gente si dà tanto da fare. Se non avesse fatto lo chef, in che cosa si sarebbe cimentato Andrea Berton? Ricordo che da piccolo mi sarebbe piaciuto fare il pilota delle Frecce Tricolori: abitando vicino a Rivolto (l’aeroporto in provincia di Udine dove avviene l’addestramento della pattuglia acrobatica, ndr), ogni giorno andavo a vedere le esercitazioni e nella mia testa – avrò avuto 9 o 10 anni – che un giorno sarei potuto diventare pilota. Poi però ho maturato la consapevolezza che mi sarebbe piaciuto fare il cuoco. E questo in tempi non sospetti, quando ancora non avevo idea di come si sarebbe sviluppata la mia avventura. È come se nella mia testa mi fossi immaginato qualcosa che ancora non esisteva. Credo che sia un tratto comune a tutti quelli che hanno fatto e stanno facendo qualcosa per la cucina italiana: riuscire a immaginare qualcosa che sarebbe potuto accadere. È questa la spinta principale che mi ha portato a fare questo mestiere.


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Quella bontà del

cioccolato

che fa bene anche al

C'

cuore

di Chiara Volontè

è un’insegnante di inglese di Sul lungomare di Reggio Calabria, la boutique di Cristina Reggio Calabria, Cristina Quattrone, che, una volta Quattrone offre al palato il più goloso dei prodotti andata in pensione, decide di dedicarsi anima e corpo al più goloso da pasticceria, declinato in mille varianti. E tutto l’utile dei prodotti da pasticceria: il cioccolato. viene devoluto alle popolazioni del Madagascar Una storia vera che ricorda una favola raccontata da Juliette Binoche e Johnny Depp nel 2000. Nel che studiava lì. Mi piaceva molto quella film “Chocolat” di Lasse Hallström (e chi non l’avesse visto città, in cui tutto sembrava più grande, deve necessariamente rimediare) in un piccolo e idilliaco papiù nuovo, più affascinante. E mi piaesino un giorno, annunciate da un vento impetuoso, giungoceva soprattutto perdermi tra i diversi no due donne che conquistano gli abitanti – o almeno, quasi negozi che affollano il centro cittadino. tutti, ma meglio non svelare troppo – con le loro creazioni di Uno di questi mi aveva colpito per i dolpasticceria. Una in particolare, interpretata da Juliette Binoci particolari che venivano prodotti. È che, riesce a piegare il cioccolato al suo volere, plasmandolo stato amore a prima vista. Lo gestivano in mille forme diverse e dandogli i sapori più diversi. Un due anziani, che vedevo lavorare con cioccolato capace di portare la pace anche nei rapporti più degli attrezzi di cui non conoscevo l’eturbolenti. Un film, appunto. sistenza. L’uomo manovrava una mac«Tutta la mia vita – ci spiega la Quattrone – ho fatto l’insechina da cui scendeva il cioccolato per gnante di inglese. Poi, una volta andata in pensione, ho iniriempire lo stampino, mentre la signora ziato ad andare a trovare mia figlia a Milano, dal momento continuava a lavorare senza posa. Sono

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entrata, incuriosita, e ho chiesto informazioni. Ho anche acquistato uno stampino e due forchettine». Poteva essere un incontro come tanti: è diventato il più importante della seconda vita di Cristina Quattrone. La quale, tornata a Reggio Calabria, ha continuato a rimuginare su quanto visto nel negozietto: «Potrei farne una professione – si chiedeva – o meglio lasciarne il ricordo in un cantuccio, dolce, della mia mente?». Rapidamente la decisione pende per la prima ipotesi. «Mi è stato suggerito – ci racconta – di interpellare un ragazzo che, mi dicevano, era disponibile a darmi qualche suggerimento. Ero una vera neofita e avevo bisogno di tutte le indicazioni di base, dovevo partire dall’abc. La persona che mi è stata indicata si è dimostrata molto disponibile. Anche perché, e me ne sono accorta a mano a mano che proseguivo nella mia avventura, il rapporto con il cioccolato è molto particolare: cattura l’interesse già dal profumo, prima ancora di metterlo in bocca e assaggiarlo. E poi è sempre disponibile: può essere modellato in mille forme differenti, gli si possono affidare i tanti sapori che la natura può offrire. Insomma: lavorare il cioccolato è un gioco bellissimo in cui si fonde la parte ludica con la fantasia». Finita qui? Nemmeno per sogno. La signora Quattrone, caparbia, decide di continuare nella sua avventura con il cioccolato, scoprendone ogni giorno delle particolarità differenti. «Mi sono informata – ci spiega – e ho continuato a studiare. Ho impiegato anni per riuscire a dominare alcune tecniche di base per poter lavorare con il cioccolato. Però ogni volta, nonostante dovessi ricominciare da zero per apprendere nuove tecniche, mi rendevo conto che c’era quasi una costante in questo mio lunghissimo apprendistato: la profonda gratificazione che mi dava la lavorazione di questo ingrediente così particolare. Non solo: provenendo da una terra ricca

di profumi e di ingredienti speciali, ho capito che il cioccolato poteva diventare l’involucro perfetto per custodirli. E non solo i sapori della mia terra, ma anche quelli di luoghi lontani. Oggi lavoriamo con materie prime di altissima qualità provenienti in massima parte dal territorio calabrese: agrumi, come mandarini, bergamotto, arance, limoni, castagne, noci, mele cotogne, fragoline di bosco, peperoncino e perfino la zagara. Inoltre: pistacchi di Bronte DOP, mandorle di Avola, nocciole “gentili delle Langhe”, rum austriaco 80°, il tutto ricoperto di cioccolato fondente 72%, cioccolato al latte 38%, cioccolato bianco 31%». Oggi il negozio di Cristina Quattrone, il Color Cioccolato, è diventato un punto di ritrovo immancabile per tutti coloro che si trovino a passeggiare sul lungomare di Reggio Calabria. Anche perché i cioccolatini, ognuno lavorato a mano, hanno un’ulteriore particolarità: hanno i nomi delle divinità dell’Olimpo greco. Così si può assaggiare un Demetra fatto con cioccolato al latte e sciroppo d’arance. Oppure un Apollo fondente, con mandorla intera immersa in una crema al cioccolato. Probabile che la “Stairway to heaven” di cui parlavano i Led Zeppelin sia lastricata di questi cioccolatini. Un’ultima nota, ancora più apprezzabile, è che i cioccolati realizzati da Cristina Quattrone hanno uno scopo nobile: i proventi dell’attività, infatti, vengono destinati alla realizzazione di progetti a supporto dei bambini in Madagascar. «Non ho mai voluto arricchirmi con questa attività – conclude – ma ho pensato che fosse giusto sfruttarla per fare del bene a persone meno fortunate. Per questo devolviamo alle popolazioni del Madagascar tutto quello che guadagniamo, ovviamente dopo aver coperto le spese di gestione del negozio e aver pagato gli stipendi alle persone che lavorano con noi».

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Isola

meraviglia

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Un irresistibile mix che solo una terra crocevia di popoli può sfoggiare. Dai suggestivi siti archeologici di nuraghi disseminati sull’isola alle rovine di centri punico-romani, sospesi tra un cielo e un mare che tutti ci invidiano

A

rrivando dal mare Cagliari acquista un fascino particolare, dapprima si scorge il nucleo storico della città, dominato dalle torri medievali e dalle mura bastionate. In un secondo momento si riconoscono i palazzi e le antiche chiese. Tra l’azzurro delle acque, oltre il grigio delle banchine, la città appare quasi immobile, pietrosa e arrampicata. Sicuro approdo sin dal periodo fenicio, la città ricollega lo sviluppo del porto al sorgere e al diffondersi della vita mercantile e commerciale: il grano, la lana, i formaggi, l’olio, il vino, il sale, i minerali - sin dal dominio di Cartagine e poi di Roma - passavano attraverso il porto. Ancor oggi Cagliari vive in simbiosi con il suo porto. Tra i tanti luoghi interessanti, la Grotta della Vipera è il monumento funebre romano voluto da Lucio Cassio Filippo per la moglie Atilia Pomptilla che offrì la propria vita agli Dei affinché facessero guarire il marito dalla malaria. Le isole nell’isola Rimanendo nella parte meridionale dell’isola ma all’estremità occidentale l’Isola di San Pietro con Carloforte, il principale abitato dove ancora si parla il dialetto genovese.

In apertura, un meraviglioso scorcio del promontorio roccioso di

Capo Ferrato,

sulla costa sud orientale della

Sardegna e a destra

una splendida vista dello stagno di

Notteri, a Villasimius

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La cucina di Carloforte è testimonianza materiale della sua storia millenaria, frutto di sapiente incontro di gusti liguri con i forti sapori arabi. La tappa successiva, risalendo da Portoscuso, è Oristano, fondata dai Fenici e poi capitale del Giudicato d’Arborea. E se si capita da queste parti a carnevale non perdetevi la Sartiglia, la giostra equestre di origine medievale ereditata dalla dominazione catalana. Sempre qui, nel Campidano, vicino agli stagni di Cabras, non si può non assaggiare la merca. Cioè il muggine sviscerato, lavato e fatto bollire in acqua e sale. Una volta asciutto, lo si avvolge nelle foglie carnose della zibba, una locale erba palustre a foglia piccola, che mantiene il pesce ad un giusto grado di umidità, conferendogli una fragranza unica e caratteristica. Ma Oristano è anche la città della celebre Vernaccia, pregiato vino da vitigno autoctono, e infatti il nome deriverebbe proprio da “vite vernacula” ossia vitigno del luogo. Continuiamo a risalire, nei pressi di Abbasanta merita una visita il Nuraghe Lora, di epoca prepunica. In direzione Porto Torres, si attraversa un territorio molto bello e suggestivo, squisitamente sardo: il Logudoro. Nel Medioevo un giudicato che aveva come capoluogo

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Le montagne sono spruzzate di neve d’inverno e baciate dal sole d’estate, con pascoli d’alta quota e grandi foreste, con macchie mediterranee e profonde gole rocciose In alto il Golfo di Cagliari con il promontorio di Sella del Diavolo e la spiaggia di Poetto. a sinistra, un costume tradizionale sardo e sotto un esemplare di muflone, diffuso nel

Gennargentu.

Sassari, dove, alla vigilia di Ferragosto, si tiene la Processione dei Candelieri, sfilata di nove ceri lignei in rappresentanza delle corporazioni della città. Da Sassari, deviazione verso una delle perle della Sardegna: Alghero. Qui si parla il catalano, come in Catalogna, possente magia dell’energia reticolare del Mediterraneo. Di qui si percorre il cappuc-


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cio settentrionale dell’isola per arrivare in Gallura e nel suo capoluogo: Santa Teresa.

A tavola

D

ue antipasti di mare tipici del cagliaritano: Burrida e

Bottarga. La prima è il preparato ottenuto con gattuccio di mare, prezzemolo e noci. La bottarga è costituita da uova di pesce essiccate. Il pesce può essere il tonno oppure il muggine. Primi piatti da assaggiare: Sa Fregula

sopra un piatto di

Burrida, un tipico

antipasto a base di gattuccio di mare, prezzemolo e noci

In basso, due prelibatezze gastronomiche dell’isola: formaggio e pane carasau

Ricco e ventoso il paradiso del Nord Nell’estremo lembo nord-orientale, in Gallura, si produce un gradevole vino bianco, dal colore giallo paglierino con leggeri riflessi verdognoli: il Vermentino Docg. Ottimo aperitivo ma eccellente abbinato a piatti di crostacei, molluschi e frutti di mare. Da qui comincia la ridiscesa, approcciando la costa orientale sarda. I luoghi sono tanto belli quanto famosi, assediati dai turisti vip: siamo in Costa Smeralda. Da Olbia, porta sul continente, costa orientale alla nostra sinistra, la nostra destinazione è Nuoro. Ciò significa lasciare la costa a Siniscola per inoltrarsi tra i monti Barbaricini per giungere nella città di Grazia Deledda, a cui è dedicato un museo. Da Nuoro si ritorna sulla costa orientale attraverso il Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu. È questa la Sardegna più vera. Le montagne sono spruzzate di neve d’inverno e baciate dal sole d’estate, con pascoli d’alta quota e grandi foreste, con macchie mediterranee e profonde gole rocciose. Impossibile non ricordare le parole di un grande poeta genovese che scelse di vivere in Sardegna: «La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso». Fabrizio De Andrè.

e le Panadas. Sa Fregula è una sorta di cuscus, di semola grossa impastata con acqua tiepida e ridotta in piccoli grumi che si accompagna con cozze e vongole. Le panadas sono involucri di pasta con ripieno di verdure, carni o anguille. Tra i formaggi: il Fiore Sardo, formaggio dalle antichissime origini, precedenti la conquista romana, è a base di latte crudo di pecora, da tavola e da grattugia. Per accompagnare i pasti, delizioso il Pane Carasau, altrimenti detto carta di musica. Una crosta sottilissima e croccante non lievitata, cotto due volte.

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La vacanza

in famiglia?

Così è anche rilassante L

a vacanza è relax, questo è un dato di fatto. Tanto più quando le ferie di famiglia coincidono con uno dei pochi momenti insieme, però, è importante che alle attività da vivere con i figli se ne accompagnino altre in cui i più piccoli vengono lasciati a socializzare con i propri coetanei, divertendosi in ambienti stimolanti e protetti. Proprio per venire incontro alle esigenze delle famiglie in vacanza, la catena Voihotels (gruppo Alpitour) ha lanciato una serie di pacchetti, sotto il nome di Voi For Family. Un servizio che prevede spazi, attrezzature e programmi di animazione e intrattenimento per bambini e ragazzi, divisi per fasce d’età, che spaziano dallo sport all’animazione ai giochi con personale altamente qualificato che regola le attività in orari che consentono sia ai genitori che ai figli di godersi la vacanza. Nelle strutture aderenti – sono 5 tra Sardegna (Tanka e Colonna Village), Puglia (Alimini), Calabria (Floriana) e Sicilia (Arenella) - le attività all’interno del resort sono vocate al divertimento, declinato nelle modalità più diverse. C’è l’Athletic Camp, il programma di atletica leggera dedicata ai più piccoli, in cui ogni settimana i bambini imparano a conoscere il proprio corpo in maniera giocosa, praticando attività diverse (velocità, lancio del peso, ostacoli, staffetta, salto in lungo) che culminano nelle Mini Olimpiadi. Gli appassionati di calcio potranno provare la Soccer School, la scuola di calcio di Voihotels, sfidando infine i genitori. Per chi ama la danza, invece, la Dance Academy offre la possibilità di impararne le basi: bambini e bambine miglioreranno coordinazione motoria ed equilibrio, imparando passi semplici che uniti insieme daranno vita a una coreografia. Anche in questo caso, a fine settimana le bambine

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mostrano i passi imparati accompagnati dai papà in un piccolo saggio di danza. Alternativa alla Dance Academy è la Hip Hop Crew, dove i bambini migliorano la coordinazione e l’equilibrio imparando le basi della danza hip hop e sviluppando, a fine soggiorno, una coreografia intera. In linea con le tendenze social, inoltre, per i ragazzi dai 13 ai 18 anni è previsto un laboratorio in cui approfondire una delle arti visive più vicine ai teenager: la fotografia digitale, diventando fotoreporter. I ragazzi imparano a utilizzare gli smartphone in modo da eseguire scatti di qualità, i migliori dei quali vengono pubblicati sui social Voihotels. Ma le proposte non finiscono qui: dai giochi d’acqua di “Splash” (gavettoni, pistole ad acqua, telo saponato, tuffi) al programma “Ecoart” che abbraccia il tema dell’ecosostenibilità imparando a ricavare oggetti dalle risorse che hanno intorno, grande attenzione è posta al riciclo in chiave artistica (VoilArt), alimentare (con la merenda salutare a km0) e persino modaiola, imparando le tecniche per riciclare, modificandoli, vestiti vecchi o rovinati. I programmi Voihotels per bambini e ragazzi – animati dalla mascotte Voilà - non tralasciano le attività da svolgere insieme agli adulti, come nel caso dello spettacolo “Voi4Family”, due volte a settimana, cui prendono parte bambini e animatori.



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Taormina e San Marco: due perle che uniscono i mari

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di Nino Amadore


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In apertura, il Teatro Antico, vero simbolo

Taormina. A destra, il tempio di Ercole di

che accoglie il visitatore all’ingresso di

San Marco

L'una è donna di mondo, l’altra un’intellettuale schiva. La prima, Taormina, piace a tutti ed è stata amata tanto, ma spesso in modo superficiale. La seconda, San Marco d’Alunzio la conoscono in pochi, ma quanti l’han vista non se la sono più scordata

S

i guardano a distanza, ma senza darsi troppa confidenza. Due facce, tanto diverse quanto in ugual misura affascinanti, della stessa medaglia. Quella della provincia messinese, che può vantare d’esser lambita da due mari. Di là, adagiata sullo Ionio, a sud dello Stretto, a metà strada tra Messina e Catania e con l’Etna subito dietro, c’è la sciccosa Taormina, florida, elegante, orgogliosa della sua nobiltà. Di qua, affacciata sul Tirreno e coi monti Nebrodi alle spalle, la piccola, colta, timida e meno conosciuta San Marco D’Alunzio. Che, quanto a storia, certo nulla ha da invidiare alla più blasonata “cugina”, essendo i suoi natali risalenti al IV secolo avanti Cristo quando i Greci la fondarono battezzandola col nome di Alontiom. Ma se togliamo bellezza, fondamenta e tradizioni in comune, le affinità tra le due perle peloritane si fermano qui. Oggi infatti, se Taormina

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è l’indiscussa e gettonata capitale del turismo della Sicilia Orientale, San Marco deve "accontentarsi" d’essere una meta per turisti dal palato fine. Dolce Vita... con lentezza Vien da sorridere a pensare all’immagine distorta che il turismo di massa ha di Taormina, conosciuta vieppiù per la Dolce Vita e il lato glamour, che per i fasti culturali di cui anch’essa può, a pieno diritto, fregiarsi. Per averne contezza basterebbe fare un giro in centro, magari guidati da quella donna raffinata e intrigante che è Antonella Ferrara, libraia di gran gusto che ha dato vita a quel nuovo cenacolo di intellettuali che è Taobuk, il festival delle belle lettere che quest’anno si tiene dal 20 al 26 settembre. Insieme a lei, si potrebbero andare a cercare ad esempio le radici della cultura occidentale nel luogo in cui Nietzsche scrisse Così parlò Zarathustra o gli affacci ove fece tappa Goethe nel suo Viaggio in Italia. Lungo Corso Umberto I, cuore pulsante di Taormina, a ogni passo c’è un pezzo di storia: della Sicilia, del Paese, del mondo. Cogliere tutta la bellezza dei palazzi nobiliari, delle testimonianze storiche, degli edifici d’arte, disseminati su questa via, richiede molta pazienza e concentrazione. Anche se sarà difficile non farsi tentare da una pausa in pasticceria per deliziarsi con una tipica pasta di mandorle. Vale, in questa parte del mondo, l’elogio della lentezza: a piccoli passi da Porta Catania a Sud fino all’altro capo, Porta Messina a Nord. Con quest’andazzo, ci si inoltra fino in Piazza IX aprile, il “salotto” più elegante in città, con i caratteristici bar all’aperto, e la presenza costante di ritrattisti e paesaggisti: impossibile, qui, non fermarsi a gustare una granita oppure un gelato rigorosamente artigianale per poi raggiungere la celeberrima balconata, dalla quale si ammira un panorama mozzafiato che abbraccia l’Etna, la baia di Naxos e i ruderi del Teatro Antico, un capola-

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Taormina, città di cultura

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nche oggi che è tutto un brulicare di turisti mordi-e-

fuggi e di giapponesi alla ricerca della griffe, la città che Maupassant definì “la più bella della Sicilia” resta sempre un posto magico. Così la trovarono Truman Capote, André Gide, Liz Taylor o Romy Schneider, e basterebbe sfogliare le immagini della mostra che l’Istituto Luce ha realizzato per la 60° edizione di Taormina Arte per rivivere in bianco e nero i grandi momenti e i grandi personaggi che nel corso degli anni hanno popolato il Teatro Antico. Ma a Taormina non ci si annoia mai e ancora oggi l’estate è un’esplosione di appuntamenti, eventi, mostre internazionali, grandi concerti e raffinato teatro.

voro che è lì da tre secoli prima di Cristo e che rappresenta il vero simbolo di Taormina. Anche se i tempi del Mocambo – il Caffè Concerto dell’estroso playboy Robertino Fichera dove si potevano incontrare artisti, nobili, viveur, scrittori, personaggi curiosi e “matti” di ogni risma – sono passati, percorrere le vie del centro è sufficiente per rivivere atmosfere, voci e rumori di un’epoca irripetibile, quella della Dolce Vita che ha caratterizzato per anni la Perla dello Jonio e che l’ha segnata indelebilmente. Per ripercorrere quella stagione, bisogna tornare a quando tutto è cominciato: quando Taormina è diventata Taormina. Bisogna andare dunque alle porte del Teatro Antico, e percorrere quella piccola salita (via Teatro greco appunto) per fermarsi davanti all’ingresso dell’Hotel Timeo, il primo albergo della città, ampliato dalla famiglia La Floresta grazie a Lady Florence Trevelyan, la nobildonna che acquistò l’Isola Bella, perla che ogni buon viaggiatore non può non


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Vien da sorridere a pensare all’immagine distorta che il turismo di massa ha di Taormina, tutta glamour e mondanità. Quasi ci si dimentica a volte che lungo Corso Umberto I a ogni passo s'incontra un pezzo di storia della Sicilia Piazza IX aprile, il “salotto” più elegante di Taormina con i caratteristici bar all’aperto

visitare. Dalla terrazza del Timeo, lì dove Truman Capote sorseggiava bibite con abbondanti dosi di ghiaccio, la vista mozza il fiato. E su tutto incombe l’Etna, presenza costante, terribile e rassicurante allo stesso tempo. Alle porte dei Nebrodi E se con la sua storia, i nomi illustri, i suoi eccessi barocchi e le eleganze classiche, Taormina è la rigogliosa donna di mondo che tutti conosciamo, sua sorella, lontana centinaia di chilometri e affacciata sulle sponde del Tirreno, è l’intellettuale di casa, schiva e allergica alle frivolezze. Di lei non s’innamora forse il viveur, ma lo storiografo sì, e il colto appassionato alla ricerca di tracce nascoste, del segno lasciato dai secoli e dai dominatori che si sono avvicendati in Sicilia. Ma San Marco D’Alunzio non è un punto d’arrivo, bensì la prima tappa di un percorso che può abbracciare l’intero territorio dei Nebrodi. Da qui, terra ricca di storia e maltrattata dai contemporanei, luogo di scoperte meravigliose come le due necropoli che risalgono al periodo compreso tra la fine del IV secolo e gli inizi del II secolo avanti Cristo, può cominciare il viaggio in un’area rigogliosa e ricca di tradizioni, sempre più aperta all’ospitalità con un’offerta che varia dal turismo culturale a quello naturalistico, ai percorsi enogastronomici. E si scoprono, quasi nascoste, inaspettate eccellenze. È infatti

vero che San Marco D’Alunzio non può contare sui clamori e la notorietà che derivano dalla presenza di star, scrittori, politici e governanti ma dalla sua ha un patrimonio per palati raffinati, una posizione davvero invidiabile che domina il Tirreno e offre un paesaggio spettacolare con le Isole Eolie a far da sfondo. Anche qui c’è una porta e un corso e anche qui spesso le chiese e i palazzi hanno preso il posto di antichi sedimenti greci o romani: lungo il corso di San Marco è possibile intravedere le stratificazioni ma colpisce ancora di più la struttura urbanistica medievale che gli vale la qualifica di “Borgo tra i Più Belli d’Italia”. Stupiscono ad esempio le sue 22 chiese spesso edificate lì dove c’era un tempio e che contengono opere di Giacomo Serpotta e Domenico Gagini; quelle di impianto bizantino, come la chiesa di San Teodoro, a croce greca con decorazioni e stucchi del XVII secolo, e l’Annunziata; nonché luoghi di culto precristiani, come quel tempio di Ercole che accoglie il visitatore all’ingresso del paese. Vale la pena inoltre visitare i suoi musei: quello delle Arti figurative Bizantine e Normanne, ospitato nei locali dell’ex Monastero delle Benedettine, costruito nel XVI secolo su una chiesa di età bizantino-normanna; il museo di Arte sacra e la Gadam, la Galleria d’arte ospitata nella casa che fu dello scrittore Antonino Meli. Quello a San Marco D’Alunzio sembra davvero, al di là della retorica, un piccolo viaggio nel tempo, in un luogo non consumato e che sa difendersi e valorizzare quello che ha.

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Firenze a tavola ritorno al passato

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di Elena Conti


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Dimenticate bar e trattorie fintamente tradizionali, trappole per turisti troppo presi dall’arte per rendersi conto dell’inganno nel piatto. Oggi l'antica cultura gastronomica fiorentina viene esaltata in tanti locali, storici e di più recente apertura, accanto a elaborazioni sperimentali nate dall’estro di chef stellati Fiorentina, ribollita e crostini restano però sempre protagonisti

«A

Firenze c’è una tradizione gastronomica forte, ci sono trattorie che cucinano oggi esattamente come cento anni fa, e altro non sono che la versione locale delle osterie romanesche». A iniziarci ai segreti della gastronomia fiorentina, Gianni Mercatali, pr, dandy, creativo ma soprattutto grande esperto in fatto di tradizioni e tendenze. «Nella mia città – ci racconta – la cucina è storicamente povera, non per le idee delle preparazioni, solo per il costo delle materie prime. È anche la cucina del recupero, e a volte certe rielaborazioni inventate per riciclare piatti avanzati hanno dato origine a vere e proprie delizie. Come la Francesina, nome che allude a Caterina de’ Medici, che trasferì in Francia la grande cultura gastronomica che già c’era a Firenze, contaminandola con usi d’oltralpe. Ancora oggi la si può trovare proposta nei menu delle trattorie: si tratta del lesso del giorno prima, rifatto con le cipolle, all’uso francese. Assolutamente squisito». Piatti che fanno la storia... Pappa col pomodoro, ribollita, fagioli al fiasco, tutte preparazioni gustosissime, ma realizzate con ingredienti poveri, seppur di qualità. Eccezione a questa regola, la bistecca alla fiorentina, che fa spesso impennare il conto del ristorante. Per essere tale, la bistecca alla fiorentina deve pesare da 700 gr a 1 kg, avere il filetto e l’osso e essere tagliata alta almeno 5 cm. La carne deve essere di vitellone razza Chianina, e anche la cottura farà la differenza. «Va messa sulla brace di olivo, per servirla deve essere ben cotta all’esterno e cruda all’interno, cosparsa, solo alla fine, di sale grosso» ci spiega Mercatali. Ci sono altri piatti così tipici a Firenze? «C’è il Gran Pezzo, inventato cinquanta anni fa dal ristoratore Vin-

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A cena con i Medici di Marco Gemelli

È

tra le colline del Carmignano, nel cuore verde della Toscana, che stanno tornando a fiorire alcuni

sapori perduti della cucina dei Medici: la dinastia che per trecento anni governò Firenze e il Granducato era sì originaria del Mugello ma fu a cavallo delle province di Firenze e Prato che costruì ville, palazzi, giardini e residenze di caccia oggi diventate Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. In quest’area, soprattutto intorno alla metà del ’500, personaggi come il Granduca Ferdinando e Caterina de’ Medici ispirarono la nascita di ricette, metodi di cottura e prodotti in parte rimasti nella tradizione culinaria italiana in parte invece caduti preda dell’oblio oppure profondamente modificati rispetto all’originale. Nella prima categoria rientrano i cantuccini, i tipici biscotti di Prato con le mandorle da bere col Vin Santo, e il gelato così come oggi lo conosciamo, ideato da tal macellaio Ruggeri e perfezionato da Bernardo Buontalenti; tra i piatti trasformati dalle mode e dai gusti del tempo c’è invece lo zuccotto fiorentino, il tradizionale dolce con l’Alchermes, ricotta e pan di spagna chiamato in origine “l’elmo di Caterina” proprio perché veniva realizzato all’interno di un piccolo

In alto, Grif firmati da Itala Rota. Sotto, Gianni Mercatali gli interni del

elmo chiodato da combattimento in uso alla fanteria dell’epoca. Oppure la ribollita alla Carmignanese, «una zuppa di verdure e pane – spiega Michela Bottasso, chef del ristorante della villa medicea di Artimino – saltata nella padella di ferro e servita con una crosticina croccante, con la forma di una frittata. Oggi viene proposta come zuppa, ma al tempo del Granduca si mangiava così». Solo il lavoro di ricerca di alcuni chef ha invece permesso di riportare in auge i fasti della cucina

cenzo Sabatini – prosegue – È un pezzo di costata di manzo intero con l’osso, lo stesso da cui si ricavano le bistecche, ma cotto al forno e servito rosato, non al sangue, col suo fondo di cottura». E la trippa? «Questa è tutta un’altra storia. Trippa, poppa e lampredotto sono la base della tradizione del cibo di strada, che a Firenze è radicatissima; questi piatti si trovano anche in trattoria, ma sono più buoni mangiati fuori, guardando le meraviglie di questa città».

medicea con varianti creative dei “punti forti” d’epoca rinascimentale, a partire dalla cacciagione, come il filetto di manzo o piccione al Barco Reale (il rosso tipico delle vigne medicee) o il petto d’anatra all’arancia. Infine, anche se pochi lo sanno, lo zampino dei Medici è anche su un altro piatto tipico italiano. È infatti proprio a Firenze che nel 1439 nacque il termine “arista”, durante il banchetto del Concilio ecumenico voluto da Cosimo de’ Medici il Vecchio: la leggenda vuole che il cardinale

… e gli indirizzi giusti per gustarli! Finita la moda delle vetrine di panini omologati e plastificati degli anni Novanta, anche il centro storico di Firenze, quello più battuto dai turisti, si è rinnovato, con vinai e piccoli

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greco Basilio Bessarione esclamò aristos (“il migliore”) dopo aver assaggiato un arrosto. E da quel giorno la lombata di maiale ebbe un nuovo nome.


itinerari Dall'alto, il suggestivo giardino d’inverno dell'Enoteca

Pinchiorri e la sua ricca cantina.

Sotto lo Marco Stabile dell'Ora d'aria chef

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locali tradizionali o innovativi, che offrono per tutti i prezzi prodotti del territorio e materie prime eccellenti, come una semplice bruschetta di pane e olio extravergine di oliva. Prendiamo ad esempio l’Enoteca Pinchiorri Florence, una cantina unica nel suo genere per varietà e prestigio dei vini proposti: etichette pregiate e millesimi storici offerti al bicchiere per un totale di oltre 4000 etichette. In cucina Annie Féolde, francese di nascita e fiorentina d’adozione, è la prima chef tristellata d’Italia. Particolarmente suggestivi il giardino d’inverno e la saletta ormai comunemente detta “Stefano Ricci”: intima e accogliente, è la prescelta dallo stilista fiorentino per le sue cene di lavoro. Il pesce lo troviamo… Fuor d’acqua, dove arriva ogni giorno freschissimo dalla Versilia. Specialità: crudo con tartare battute al coltello di spada e di tonno; da provare gli spaghetti con le arselle, e i pesci bolliti accompagnati da maionese espressa all’olio di oliva. Merita una visita anche l’Ora d’aria, il cui curioso nome è legato alla prima sede di questo ristorante che si trovava di fronte al carcere delle Murate. Qui il giovane chef Marco Stabile, una stella Michelin, propone una cucina creativa sulla base di ricette tradizionali.

Anche il centro storico di Firenze, quello più battuto dai turisti, si è rinnovato. Al posto dei soliti bar sono spuntati vinai e localini che offrono prodotti del territorio e di grande qualità, come una semplice bruschetta di pane e olio d'oliva Assolutamente da provare “la gallina con la nonna”, rivisitazione molto complessa della gallina lessa, servita con paté e frattaglie di pollo. Impossibile infine non citare un paio tra le migliori trattorie della tradizione cittadina. Come Oliviero, quasi nascosta in vicolo a 50 metri dall’elegante Via Tornabuoni. In inverno da non perdere il carrello dei bolliti, in ogni stagione invece la bistecca alla fiorentina preparata davvero comme il faut. Concludiamo questo viaggio gastronomico con un altro tradizionale punto di riferimento per il gourmet fiorentino: I 13 gobbi. Abbandoniamo il design e le atmosfere eleganti per tornare a rilassarci nell’accogliente contesto di una trattoria della tradizione, tra le preferite dai fiorentini. È famosa per i suoi indimenticabili crostini neri, fatti con un paté di fegatini di pollo cotti nel burro con acciuga e capperi; la crema così ottenuta, addolcita da un goccio di Vin Santo secco, viene spalmata su crostini di pane appena sfiorato nel brodo. Un assaggio di Firenze. Un sogno a occhio aperti.

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Speciale Pitti

Pitti, così per tre giorni la moda uomo

si riprende il palcoscenico di Firenze di Marco Gemelli

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hiamarla “settimana della moda” farebbe storcere il naso a più di un addetto ai lavori, ma non c’è dubbio che, per fiutare l’aria che tira nel mondo delle tendenze maschili, Pitti Uomo sia la più grande vetrina di respiro internazionale per tendenze e muovi look. Giunta alla sua 96° edizione, la manifestazione di riferimento a livello globale per il menswear e il lifestyle contemporaneo è a Firenze dall’11 al 14 giugno 2019, alla Fortezza da Basso, nei cui padiglioni si alternano l’eleganza più classica, le eccellenze della manualità artigianale e le proposte più sperimentali o forward-thinking, in una mappatura delle diverse identità della moda maschile. In fondo, ogni sei mesi Pitti Uomo continua a giocare un ruolo di scouting per i talenti del

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La Fortezza da Basso torna l'epicentro del mondo fashion, tra sfilate di brand esclusivi, artisti poliedrici, eventi imperdibili e ricordi dei grandi del passato sistema moda italiano e internazionale: «Lo scouting e il sostegno ai talenti emergenti della moda italiana è iscritto da sempre nel Dna di Pitti Immagine – spiega Agostino Poletto, direttore generale della kermesse - e Pitti Uomo in questo senso gioca un ruolo fondamentale come piattaforma di promozione e proiezione internazionale. Facciamo scouting attraverso la selezione dei marchi che partecipano al salone nelle varie sezioni: alcuni li "scopriamo" noi stessi attraverso un network consolidato di collaboratori, ma anche facendo noi stessi da scouter alle manifestazioni internazionali e viaggiando nelle capitali della moda. Presentiamo i designer più talentuosi rendendoli protagonisti dei nostri eventi speciali, come per esempio i Pitti Italics, designer e brand italiani già con una certa notorietà internazionale e grandi aspettative. E, last but not least, lo scouting e il supporto ai designer più talentuosi è l'attività core della nostra divisione Tutoring


& Consulting, con cui dal 2016 siamo al servizio del sistema moda proprio seguendo i designer nella loro carriera e nello sviluppo del proprio brand, in tutte le sue sfaccettature. Poletto, quali sono i fattori determinanti nel generare una "tendenza", nel settore moda? Quali sono i codici, i canali, i linguaggi, i registri di chi vuol dettare la linea? Nella moda, così come in tanti altri settori è sicuramente la concomitanza e la sinergia di tanti fattori a generare una tendenza. È un mix di marketing, comunicazione, fattori culturali e input che arrivano dalla società, che nel mondo di oggi è reso ancora più sfaccettato e turbinoso grazie ai social media, e a tutti gli aspetti direttamente connessi col mondo digitale. Il tema di questa stagione estiva dei nostri saloni, The Pitti Special Click, parla anche di questo: del ‘click’ che si crea a Firenze durante i saloni di Pitti, energetico ed emozionale, la scintilla che produce alchimie sempre diverse e insieme il Fattore X che decreta il successo stesso dei saloni. E che proprio da Firenze fa partire a ogni stagione le nuove tendenze, nella moda e nel lifestyle. Come sta cambiando l'approccio del consumatore finale al mondo della moda e del manifatturiero in generale? Le nuove agostino poletto, direttore generale di pitti

tecnologie (smartphone, criptovalute) possono giocare un ruolo decisivo? Viviamo in una fase di grandissima evoluzione delle attitudini di consumo, in cui i retailer online giocano sempre di più un ruolo da protagonisti, anche grazie alla spinta dei social media e dei millennials, che sempre di più si affidano al fattore digital per vivere le loro esperienze, anche di consumo. Per questo i negozi fisici stanno cambiando molto la loro pelle, diventando sempre di più luoghi in cui vivere esperienze uniche per i loro clienti, attraverso uno storytelling e un editing sempre più accurati. Il consumo di moda si sta trasformando e se non si guarda in modo innovativo all'esperienza di acquisto, sia fisica sia online, il rischio di uscire dal mercato è davvero dietro l'angolo. Un paio di nomi da tenere d'occhio per il prossimo futuro, sotto l'aspetto delle tendenze moda? Non parlerei tanto di nomi quanto di stili e segmenti di mercato che vedo molto forti in questo momento. Da una parte l'outdoor style: l’incontro tra la passione per gli sport all’aperto e la ricerca stilistica avanzata, la voglia di vestirsi con capi e accessori che combinano performance e stile, funzionalità e ricerca progettuale, come veri e propri esploratori dei tempi moderni, una dimensione di moda che a Pitti Uomo presentiamo nella sezione I GO OUT, l'ultima lanciata al salone. E poi sicuramente il ‘new formal’, il ritorno forte al vestirsi elegante, in modo ricercato, al look formale sempre però reinterpretato con un guizzo contemporaneo. E con uno sguardo a Instagram, con cui tra l'altro lanciamo una speciale collaborazione proprio al prossimo Pitti Uomo.

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Speciale Pitti

sterling ruby, artista americano noto per la capacità di variare la natura delle sue opere a seconda della tecnica e della superficie impiegata

drea Panconesi, CEO di LuisaViaRoma, per celebrare il 90° anniversario della nota boutique, in programma a Firenze il 13 giugno. Creato con il figlio e partner commerciale Vladimir Restoin-Roitfeld, lo show inaugurale combinerà una sfilata a tema anni '90 con la performance di Lenny Kravitz. Cina A Firenze ci sarà spazio anche per i nomi più promettenti della nuova scena creativa cinese in collaborazione con Shanghai Fashion Week: ben 11 designer (8ON8,

Eventi speciali Anche quest’anno, il parterre dei protagonisti è di prim’ordine: a Firenze arrivano la nuova generazione di talenti dal Nord Europa e le nuove leve della scena fashion dal Medio Oriente, così come mostri sacri dello stile internazionale. Givenchy, ad esempio, è il guest designer di questa edizione di Pitti Uomo: Clare Waight Keller - stilista britannica e direttore artistico della maison del gruppo LVMH a partire dalla primavera del 2017presenterà la nuova collezione menswear del brand icona dell’eleganza francese attraverso un evento speciale. Altro nome di spicco è Sterling Ruby, artista americano noto per la natura poliedrica del suo lavoro - tra pittura, ceramica, collage, video e fotografia, tessuti artwork, scultura e installazioni - e per la personale rivisitazione del workwear americano. Ma gli occhi di Firenze saranno soprattutto per la maison Salvatore Ferragamo, che ha scelto piazza della Signoria come palcoscenico per la nuova collezione menswear Primavera-Estate 2020: sotto la direzione creativa di Paul Andrew, l’11 giugno i modelli sfileranno accanto alla fontana del Nettuno di Ammannati, grazie all’accurato restauro frutto proprio del contributo della maison. «Firenze è il nostro cuore, è parte della nostra storia – sottolinea Ferruccio Ferragamo, presidente di Salvatore Ferragamo – e siamo entusiasti di tornare qui. In questa fase di grande consolidamento stilistico e identitario per il nostro marchio, riteniamo che Pitti sia il contesto ideale per sottolineare il percorso che stiamo compiendo, portando in scena una forte collezione maschile». «Salvatore Ferragamo è uno dei marchi che hanno reso Firenze riferimento della moda nel mondo – aggiunge Raffaello Napoleone, chief executive officer di Pitti Immagine - e la sfilata in piazza della Signoria sancisce ulteriormente il legame con il mondo di Pitti e con la città». Inoltre, Carine Roitfeld, fashion visionary e fondatrice di CR Fashion Book e CR Studio, presenterà la sua prima sfilata ufficiale CR Runway e si unirà ad An-

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La mostra che celebra i trent’anni di Pitti

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n occasione di Pitti Uomo 96, al Museo della Moda e del Costume (Palazzo Pitti, Firenze) Fondazione

Pitti Immagine Discovery presenta la mostra Romanzo breve di Moda Maschile (12 giugno – 29 settembre / inaugurazione 11 giugno) a cura di Olivier Saillard. Un viaggio attraverso tre decenni di moda uomo, dal 1989 a oggi, con la lente di Pitti Uomo: la storia e l’evoluzione del menswear incrociano il Made in Italy con i Guest Designers, i talenti della moda oggi con la grande imprenditoria. Un progetto-mostra dedicato a Marco Rivetti che sarà anche una collezione permanente e un libro/catalogo pubblicato da Marsilio Editori e disegnato dallo Studio Lenthal.


Danshan, FFIXXED STUDIOS, Junwei Lin, Percy Lau, Private Policy, PRONOUNCE, Samuel Guì Yang, Staffonly, The Flocks, Untitlab) sono stati scelti per presentare le loro collezioni con uno showcase alla Fortezza da Basso, cui si aggiungeranno una serie di eventi e progetti speciali. Il progetto culminerà con il fashion show del duo cinese Pronounce, il fashion brand di ricerca fondato da Yushan Li e Jun Zhou, che lancerà in passerella anche una versione decostruita delle scarpe Converse Jack Purcell, nonché con la mostra fotografica di Leslie Zhang, uno dei più affermati fotografi di moda cinesi, curata da Dan Cui. «La Cina – conferma Lapo Cianchi, direttore eventi speciali di Pitti Immagine – è diventata uno dei territori più fertili e dinamici a livello globale per la sperimentazione nel fashion: per questo abbiamo deciso di presentare undici tra i più innovativi brand cinesi, designer giovani e altri più affermati, tutti capaci di sviluppare in modo personale una visione creativa fortemente contemporanea, spesso in aperta contaminazione tra Oriente e Occidente». «La nostra collaborazione con Fondazione Pitti Immagine Discovery – aggiunge Christina Fontana European Head of Fashion and Luxury di Tmall - si propone di aprire una finestra sui designer cinesi per aiutare i brand italiani e internazionali a comprendere meglio i gusti dei giovani consumatori e i trend di un mercato che sarà a breve uno dei principali per il fashion e il lusso. La Cina è anche il luogo dove l'innovazione tecnologica e digitale domina tutti i settori e la moda e il lusso non fanno eccezione. È per questo che tutti gli espositori già presenti sulla piattaforma di Alibaba, durante il Pitti Uomo saranno in contatto con 700 milioni di consumatori attivi che potranno acquistare direttamente dai loro smartphone».

2020 di abbigliamento uomo, donna, calzature, occhiali, denim e beachwear, il tutto accompagnato da una performance live dell'artista londinese Endless: un'installazione di 5x9 metri dove la street artist dipingerà un ritratto di Karl Lagerfeld durante i quattro giorni della fiera. Dal canto suo, nell’anno del 50° anniversario Moon Boot lancia la prima collezione estiva della sua storia: la sfida per il brand è quella di esplorare nuovi orizzonti apparentemente opposti alla sua natura tipicamente invernale, rimanendo però fedele al proprio stile. Da segnalare l’esordio di Drumohr, storico marchio fondato nel 1770 nelle Highlands scozzesi, oggi Made in Italy, con uno spazio al Piano Attico che fa da cornice agli iconici filati del brand, ma anche per una serie di novità: dalla nuova Capsule Swimwear alla linea I-Drumohr, nata per dare spazio ad un look più sportivo. Oppure l’iconico marchio sartoriale di origini partenopee Marinella che racconta la sua storia centenaria e le quattro generazioni con un happening alla Limonaia del Giardino Corsini, in cui l’azienda ripercorre più di un secolo di eleganza attraverso i suoi tessuti, le sue celebri cravatte e gli accessori. Infine lo storico brand bolognese Jeckerson rinnova la sua presenza al salone presentando il progetto Jeckerson Racing ispirato al mondo dei piloti e dei circuiti degli anni ’70, che comprende anche la capsule Polistil X Jeckerson, marchio icona che da oltre 50 anni è punto di riferimento per gli appassionati di motori.

Tra gli stand Al Pitti Uomo il brand Karl Lagerfeld rende omaggio alla memoria del grande stilista e celebrerà la sua immensa eredità creativa come icona della moda. In mostra le collezioni p/e

549 esteri (45%) 230 tra nomi nuovi e rientri

Tutti i numeri 1.220 marchi Superficie espositiva

60.000 metri quadrati Buyer / visitatori oltre 30.000 i visitatori del salone oltre 19.100 i compratori all’ultima edizione estiva dei quali 8.400 buyer dall’estero I principali mercati esteri di riferimento: Giappone, Germania, Regno Unito, Olanda, Spagna, Turchia, Francia, Cina, Svizzera, Corea, Stati Uniti, Russia, Belgio, Austria e Svezia.

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accessori

Dal tie al

nelle

"tiè", i segreti

sette pieghe

Per chi vuole indossare un accessorio come la cravatta, la prima scelta resta sempre il prodotto artigianale. A Pitti Uomo la capsule collection di Ulturale, che al prestigio della tradizione unisce elementi originali Le cravatte del brand partenopeo ulturale uniscono la tradizione e l'innovazione, con soluzioni "inattese" come nel caso del taschino nascosto

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n un campo come quello delle cravatte, radicato agli stilemi della tradizione e solitamente refrattario a grossi cambiamenti, è riuscito a portare una sferzata d’aria nuova innovando pur senza distaccarsi dal solco della classicità. Per il brand napoletano Ulturale, presente a Pitti Uomo con una serie di capsule collection, la cravatta è un accessorio su cui sperimentare. Pensiamo al modello scaramantico, con un cornetto di corallo portafortuna nascosto in una “sette pieghe” (la regina dell’eleganza napoletana) che ha declinato in maniera spiritosa il passaggio dall’inglese tie all’apotropaico napoletano tiè. Oppure al modello “00tie” che nel cappuccio vede nascosto un taschino che può contenere una carta di credito, utile per effettuare pagamenti contactless direttamente dalla cravatta. Dietro le innovazioni griffate Ulturale c’è il fondatore dell’azienda, Vincenzo Ulturale, che dall’85 esprime la più alta tradizione sartoriale italiana. Eppure se la storia del brand non raggiunge i 35 anni, quella della famiglia affonda le radici in un passato ben più lontano. «Già quando ho creato Ulturale – spiega il fondatore – avevo alle spalle un’esperienza familiare di 40 anni: quando ero piccolo avevamo un


piccolo laboratorio sartoriale allestito in una stanza di casa, che produceva conto terzi. I miei giochi da bambino sono stati metri e scampoli di tessuto. Siamo partiti da Napoli, col tempo ci siamo ampliati in Campania e poi nel resto d’Italia, e oggi siamo presenti in Giappone, Corea, Russia e Svizzera. All’inizio la produzione era affidata a me e ai miei genitori, adesso abbiamo meno di dieci dipendenti ma sto cercando di creare piccole strutture autonome in grado di poter fare numeri importanti senza perdere le caratteristiche dell’artigianalità e del fatto a mano. Mi piacerebbe organizzare una rete di produzione che possa supportare la nostra volontà di entrare in mercati come quello statunitense e sudamericano». Per diversi anni Vincenzo Ulturale ha visitato i padiglioni del Pitti Uomo, e

da 7-8 stagioni è presente con un proprio stand: «La considero una fiera strategica, la più frequentata da distributori e agenti, in grado di attirare operatori da tutto il mondo. La frequento da una vita. Da qualche anno abbiamo deciso di sviluppare e portare a Firenze alcune capsule collection, per dare alla stagionalità un carattere forte: accanto a una base di tessuti permanenti, evergreen, elaboriamo capsule specifiche per mercati particolari o con modelli peculiari per dare un’identità ben precisa alla nostra idea di stile. In fondo – aggiunge Vincenzo Ulturale – la cravatta resta un marchio imprescindibile per l’uomo elegante. Forse non tanto nel mass market, è vero, ma di sicuro nel campo del lusso rimane un must. Per chi vuole indossare questo accessorio, in altre parole, la soluzione artigianale resta la prima scelta». E anche quest’anno al salone fiorentino della moda maschile Ulturale mette in mostra una collezione - interamente fatta a mano in Italia – che esprime straordinaria vivacità e dinamismo, grazie all’incontro di stili e gusti differenti, che trovano nella qualità dei tessuti e nella ricchezza dei dettagli l’espressione dell’eleganza sartoriale made in Italy. La nuova collezione omaggia la crescita di una realtà che negli ultimi cinque anni ha incrementato del 50% il proprio fatturato, vicino al traguardo dei due milioni. Attualmente Ulturale distribuisce le proprie cravatte, realizzate in fibre naturali di lana e cotone di provenienza italiana, attraverso una rete di oltre cinquanta punti vendita in Italia e all’estero, monomarca e wholesale, oltre alla presenza sul mercato corporate b2b.

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Speciale Pitti

In doppiopetto ma sportivo: ecco la moda uomo di

Pitti

TAGLIATORE Abito gessato extralight totalmente sfoderato e destrutturato, in pura lana, monopetto

Giacche sciancrate e aderenti, doppiopetto a sei bottoni, tessuti sfoderati e scarpe comode ma senza mai rinunciare allo charme SANTANIELLO Dettagli sartoriali combinati a una vestibilità morbida, leggera ed estremamente comoda. Ecco

2 bottoni, dettagli sartoriali, bottoni laserati con logo Tagliatore. Track pants con coulisse.

le coordinate del completo doppiopetto blu navy in pregiata

SARTORIA LATORRE Giacca a righe azzurra

tela di lana e mohair con esclusiva

decostruita con fit

frosted che conferisce al tessuto

tintura in capo e trattamento un inimitabile gusto rétro.

sartoriale che esalta

L’effetto denim è il protagonista

la vestibilità e la qualità dei materiali.

Realizzata

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tasche a toppa

sofisticato blend di cotone extra light e lino, sottoposto al caratteristico trattamento enzimatico che rende possibile il tipico colore indaco.

Elegante,

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Perfetto per un gentleman contemporaneo.

BRIMARTS Modello Derby con punta cucita. La leggerezza è ottenuta anche grazie al fondo in EVA con intersuola, guardolo cucito e foxing-like-band applicato. La tomaia alterna camoscio ingrassato a dettagli in vitello stampato. modello slip-on con linee geometriche e volumi oversize.

La tomaia è multi materiale. la fodera è in materiale tecnico ad elevata traspirabilità, il sottopiede è in vitello e la suola in materiale tecnico

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tricolore.

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TAGLIENTE La giacca in jersey costruita per l'Uomo.



IL PROGETTO BRIMARTS Il progetto Brimarts nasce nel 2010 con l’obiettivo di creare un prodotto capace di esprimere il gusto della grande tradizione calzaturiera italiana, ma con un’anima giovane e urbana e uno straordinario know-how. Così è nata la prima collezione Brimarts: una collezione accattivante che rivive in modo inaspettato e ironico i modelli classici. Un mono-concetto più che un mono-prodotto. Indossare Brimarts significa amare l’eleganza e lo stile, ma con ironia. Non un’ostentazione, ma una scelta. La reinterpretazione stilistica di modelli classici, realizzati con materiali leggeri e moderni e sapiente lavorazione artigianale, hanno creato un progetto straordinario, adatto a molte occasioni, versatile e non ordinario. Il progetto Brimarts è nato dalla convinzione che coloro che non si sentono comodi e a proprio agio nelle scarpe non possono sentirsi sicuri di sé. Ecco perché vengono testati sia la qualità dei materiali che la portabilità di ogni nuovo modello: una tradizione che innova e rinnova.

La libertà di conoscere l’ignoto Chi indossa Brimarts è sempre alla ricerca di nuovi modi di interpretare la realtà, vuole conoscere ciò che non ha ancora conosciuto per arricchirsene, non ha paura delle novità, non teme l’ignoto, non si fa fermare dall’avvertimento “hic sunt leones” o “hic sunt dracones”, non si lascia spaventare da

Le sneakers secondo Brimarts Linea 435 new (mod.418190)

Le espadrillas secondo Brimarts Linea 1626 Le espadrillas della collezione Spring/Summer presentano nuove tomaie e un nuovo fondo. Indossandole si immagina di essere immersi nel sole di una giornata estiva molto luminosa, rilassati e percepiti come molto chic e calati in una contemporaneità cangiante. In questa collezione le versioni disponibili sono tre: slip-on con elastico interno, slip-on con elastico a vista e chukka boot come il modello della foto (mod.321390).

ciò che non gli è noto. È sempre disponibile a cambiare se il cambiamento lo giudica migliorativo per sé ed è aperto a valutarlo, senza mai rinunciare alla sua identità più profonda. È una persona che pensa che i confini possano essere varcati per scoprire ciò che non conosce. Il confine non viene

percepito come una protezione dai pericoli esterni, un modo per mettere ordine ai propri spazi in cui vivere in modo confortevole. Non è una barriera, ma un percorso, un sentiero che invece di rappresentare un ostacolo a procedere oltre, invita ad andare alla scoperta del nuovo, del non conosciuto.

La famiglia 435 si arricchisce di una novità in assoluto per il mondo Brimarts: linee geometriche, volumi oversize e particolari inediti. La tomaia è multi materiale. Diversi tipi di materiale tecnico, camoscio e materiale tecnico catarifrangente completano la struttura della tomaia. Fodera in materiale tecnico ad elevata traspirabilità e sottopiede in vitello. Lacci in poliestere intrecciato a tre fili con macchina a 24 fusi e 3 anime nei due

La tomaia è in camoscio con una nuovissima stampa microintreccio e il fondo in gomma esclusivo Brimarts in materiale riciclato. Tra la tomaia e il fondo gli stilisti hanno inserito un bordo in iuta naturale con cuciture dai colori fluorescenti. Per evitare l’effetto tipico e non gradito delle espadrillas, viene applicata una soletta interna rialzata nella parte posteriore che, grazie al materiale usato, una volta che l’espadrillas viene calzata si sagoma sulla forma della pianta del piede per poi tornare allo stato iniziale una volta cessata la pressione.

colori del battistrada del fondo e fermacoulisse trasparente. Loop posteriore personalizzato con logotipo e pittogramma del marchio Brimarts. Il fondo è in materiale tecnico tricolore. Come ulteriore particolare sulla porzione della tomaia in camoscio è serigrafata la denominazione (435) e la misura della calzatura (ad esempio numero 42).


La collezione Brimarts spring-summer all’insegna del sole Creatività, attenzione ai dettagli e alle esecuzioni sono le caratteristiche che da sempre identificano le collezioni Brimarts. Tre sono i motivi che hanno ispirato e guidato lo sviluppo della collezione Spring-Summer 2019: il sole o meglio la solarità, la leggerezza e il cuoio. In momenti come quelli attuali c’è proprio bisogno dell’energia che solo il sole sa fornire per guardare con ottimismo al presente e per preparare e prepararsi al futuro. La collezione Spring-Summer è stata pensata avendo come linea guida la solarità intesa come carattere delle persone che vivono bene con se stesse e con gli altri. I colori delle calzature sono vivi, energetici e trasmettono una chiara sen-

sazione di benessere. La leggerezza è una caratteristica essenziale per Brimarts e chi sceglie queste calzature è un cliente molto esigente che pretende al tempo stesso leggerezza e consistenza. Il cuoio sin dalla notte dei tempi è un materiale presente nelle calzature. Il cuoio insieme alla lavorazione artigianale è per le calzature la tradizione. Un oggetto fatto a mano con cura artigianale è pensato come unico e genera una nuova realtà. È, pertanto, insieme novità e tradizione. Il progetto Brimarts coniuga la tradizione e l’artigianalità con l’innovazione stilistica e l’uso dei materiali sempre nuovi e attuali. Una tradizione che si innova e rinnova.

Il fondo in Eva: estrema leggerezza e comodità - Linea 1823 La leggerezza è da sempre una caratteristica distintiva delle calzature Brimarts e in questa linea è ottenuta anche grazie al fondo in EVA con battistrada inciso che oltre ad assolvere ad una funzione estetica, garantisce flessibilità e funziona come antiscivolo. L’EVA è un copolimero che grazie alla struttura a celle chiuse non assorbe i liquidi, non permette la proliferazione di batteri, è particolarmente

resistente agli agenti atmosferici, favorisce un effetto shock-absorber migliorando l’appoggio del piede ed è leggerissima. I modelli disponibili in questa linea sono molti: dal Derby liscio alla punta cucita e duilio, dall’Oxford duilio e punta cucita alla doppia fibbia che nella versione della foto qui sopra (mod.316390P) è realizzato in vitello spazzolato e vitello intrecciato con dettagli fluorescenti.

Il fondo in cuoio: l’interpretazione di Brimarts della calzatura classica ed elegante - Linea 1949

La nuova collezione fa della linea cuoio un progetto articolato con ben tre linee diverse tra loro, ma che seguono un filo logico e si completano l’un l’altra. Rappresentano per le loro specifiche caratteristiche ognuna un modo di interpretare la calzatura elegante e il cliente Brimarts le può acquistare tutte per indossarle in diverse occasioni o per la stessa occasione. Il modello 315090P della foto è caratterizzato da un’estrema flessibilità grazie al fondo in vero cuoio ultrasottile e ultraflessibile. La tomaia è in vitello intrecciato. La particolarità di queste tomaie è

legata alla colorazione che partendo da una pelle di colore neutro viene colorata a mano sulla forma con colori esclusivamente ad acqua. Questa lavorazione richiede una notevole abilità che si arriva a padroneggiare solo dopo anni di lavoro ed è tipica degli ormai quasi scomparsi artigiani e rende particolarmente preziosa questa linea di calzature oltre a conferirgli una aspetto vintage, vissuto. La calzatura è destrutturata e molto morbida da indossare. Le fodere sono in vitello, materiale che permette una resa termica eccezionale.


lifestyle

calda società

È l'estate dei

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fiori d'arancio

ress code, bianco panna. Bianco che abbaglia su veli, tendaggi e tappeti di chiffon adibiti a white carpet per gli eventi più esclusivi della season mondana: i matrimoni vip. Il 25 maggio si è sposata Milena Miconi, attrice di fortunate serie televisive - da Don Matteo alla Famiglia in giallo - e mamma di due figlie adolescenti. Milena ha detto sì al regista Mauro Graiani, suo compagno da oltre vent'anni. A metà giugno, invece, convolano a nozze i due promessi sposi di Pechino Express, il reality di Rai 2, ossia Roberta Giarrusso e Riccardo di Pasquale. Testimoni morali di questa unione - già allietata dalla nascita di una bambina - saranno Adriana Volpe e Marcello Cirillo. Ma il clou della socialité sarà il matrimonio di Stefania Orlando che il 1° luglio sposa sulla spiaggia di Maccarese il suo fidanzato storico Simone Gianlorenzi. Il fil rouge che lega questi eventi è il colore candido delle mise di sposi e invitati. La Orlando come le altre amiche e colleghe

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di Monica Setta

rigorosamente in bianco

in questa pagina, a sinistra stefania orlando, sopra riccardo di pasquale e roberta giarrusso. nell'altra pagina, dall'alto, ingrid muccitelli, simona ventura ed eleonora daniele


ha preteso che tutto - arredi, abiti, accessori e fiori - fosse bianco assoluto. Sulla sabbia davanti al mare del litorale romano arriveranno i bei nomi dello show biz. Centotrenta ospiti che vanno da Lorella Cuccarini a Giancarlo Magalli fino a Lorena Bianchetti o Ingrid Muccitelli passando per Tiberio Timperi, Marta Flavi e Michele Guardì. Menù raffinatissimo a base di pesce, crudité e fiumi di champagne per le nozze d'estate più seguite dalle telecamere dei talk show televisivi o dai paparazzi dei magazine di gossip. Ma al giro di boa delle ferie di luglio ci sono al-

Da Stefania Orlando a Milena Miconi, da Eleonora Daniele a Roberta Giarrusso: è l'estate dei matrimoni da red carpet tre coppie su cui scommettere. Proviamo a farlo insieme? Simona e Giovanni in love Tornata regina di Rai 2 con The Voice of Italy, Simona Ventura a 54 anni vive una seconda giovinezza. La carriera va a gonfie vele e l'amore la segue a ruota. Giovanni Terzi, giornalista e opinionista di molti salotti tv, è il suo nuovo compagno. Giovanni ha alle spalle due matrimoni ed una lunga storia d'amore con Dalila Di Lazzaro. Di Simona è pazzamente innamorato e, chiacchierando con gli amici più cari, non esclude le nozze. La Ventura è divorziata da Stefano Bettarini da cui ha avuto i due figli Niccolò e Giacomo (la terza bimba Caterina è adottiva) e teoricamente potrebbe risposarsi. Terzi e Simona si sono conosciuti la scorsa estate quando la conduttrice era ancora legata a Gerò Carraro. Tra loro esisteva solo una bella amicizia che nei mesi si è trasformata in un sentimento tenero e serio. «Quando ho incontrato Simona le ho detto subito che io ero un tipo semplice, niente barche o party a base di champa-

gne» confida il giornalista. «Ma lei mi ha detto che era felicissima di vivere con me emozioni normali senza fasto né clamore mediatico. Simona è una donna speciale che sa riconoscere i veri sentimenti dalle apparenze». Quando sono a Milano, Terzi e la Ventura non si fanno mancare il cinema con gli amici o la pizza del sabato che lei ama postare su instagram (la sua preferita è alla diavola). Vita da persone normali, dunque. Sara così anche il matrimonio, se ci sarà? Eleonora in bianco E si sposa finalmente, dopo 15 anni di fidanzamento, anche Eleonora Daniele, bella bionda e capace conduttrice del programma di Rai 1 Storie italiane. Dopo un lungo amore sfociato in una convivenza nel sontuoso palazzo del futuro sposo, la Daniele dirà si all'imprenditore farmaceutico Giulio Tassoni rigorosamente in abito bianco. La coppia, che condivide la passione del mare in Sardegna o all'Argentario (qui Eleonora e Giulio scorrazzano felici nel week end sulle moto d'acqua) si sposa entro l'estate per consentire alla Daniele di tornare a settembre alla guida del suo talk di approfondimento giornalistico in onda tutti i giorni sulla rete ammiraglia. Alle nozze ci saranno molti amici comuni a partire da Bruno Vespa fino a Vittoriana Abate opinionista della Daniele e fidanzata del parlamentare leghista Simone Billi. Vittoriana ha festeggiato il compleanno a fine aprile all'ex Tazio di Roma Ballando un romantico valzer proprio con Vespa. Tra gli invitati Roberta Bruzzone, Manila Nazzaro, Monica Marangoni, Vira Carbone ed il marito ex onorevole PD Renzo Lusetti. Ma a festeggiare Eleonora Daniele e Giulio Tassoni ci sarà tutta la Roma che conta della politica e della finanza. Immancabili Rita Rusic e l'ex consorte Vittorio Cecchi Gori per cui Eleonora ha apparecchiato una magnifica cena con torta dedicata ai 70 anni dell’ex produttore cinematografico fiorentino. Sarebbe stata infatti proprio la Daniele a voler brindare nella sua fastosa magione al compleanno di uno degli uomini più liquidi e popolari della storia del cinema italiano. Qualche giorno dopo, ve lo diciamo per dovere di cronaca, Cecchi Gori ha festeggiato anche con la ex fidanzata Valeria Marini in un ristorante romano.

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lifestyle

moda

Moda vegan, quando l'etica si fa business

Da qui al 2022 quello dei prodotti cruelty free diventerà un mercato da 11,9 miliardi di euro. Così il fashion insegue il trend abbandonando l’utilizzo di pellami e pellicce: dai grandi brand alle imprese innovative del made in Italy

S

econdo l’ultimo rapporto Vegano OK, il più diffuso standard etico al mondo con oltre 1000 realtà certificate e decine di migliaia di prodotti sia in Italia che all’estero, da qui al 2022 il mercato planted based passerà dagli attuali 7,4 a 11,9 miliardi di euro. Per quanto riguarda l’alimentare, i sostituvi dela carne persano per 5,2 miliardi di euro. Usa, Europa e Giappone sono i mercati principali (non vi sarà sfuggito l’approccio sempre più vegan-friendly intrapreso da McDonald’s e TGI Fridays). Aggiungiamoci il rating etico con cui la Lav, la più importante associazione animalista italiana, classifi-

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di Vincenzo Petraglia

ca le aziende di moda in base al non utilizzo di materiali di origine animale: sostituzione della pelliccia animale (V), sostituzione anche delle piume (VV), sostituzione dei precedenti più seta e pelle (VVV), sostituzione anche della lana (VVV+). Così designer, trendsetter e manager del fashion sono sempre più impegnati nella ricerca di nuovi materiali in linea con i loro valori aziendali... o per conquistare nuove fette di mercato. Basti solo pensare alle recenti decisioni di alcune grandi maison del lusso come Chanel, Gucci, Armani, Versace, Tom Ford & Co., Calvin Klein e diversi altri o di brand low cost come Oviesse, Zara, H&M e Bershka, di abolire l’uso di pellicce o pelli esotiche dalle loro collezioni. «Il futuro del fashion», ne è convinto Aiko Bode, group chief sustainability officer di Fenix Outdoor, il gruppo svedese (572,4 milioni di euro di fatturato nel 2018) a cui appartengono marchi quali Fjällräven, Hanwag, Brunton, Royal Robbins e Globetrotter, che si è posizionato con i suoi prodotti per l’outdoor proprio in questo ambito, «sarà sempre più orientato verso la sostenibilità. In caso contrario, saremo condannati ad assistere al crollo della nostra cultura e dei nostri stili di vita. Conviene a tutti fare meno male al pianeta e agli esseri che lo abitano, solo così potremo sopravvivere. È giusto, dunque, che anche la moda e l’industria tessile si prendano le proprie responsabilità, anche sensibilizzando i consumatori rispetto a certe tematiche. Il problema è che la maggior parte delle persone solo quando scoppia qualche grosso scandalo tende a rivolgersi a marchi consapevoli che già da tempo hanno preso in considerazione le problematiche ambientali e sociali facendone parte integrante del loro modello d’impresa. In futuro ci sarà, però, una richiesta sempre maggiore di trasparenza e responsabilità a livello internazionale, sia da parte delle persone sia dei governi, per cui assisteremo a un trend a cui nessuno si potrà sottrarre nel lungo periodo». «Posizionarsi come brand di moda ecosostenibile sarà sempre più un valore aggiunto agli occhi del consumatore nel prossimo futuro più che nell’immediato», sottolinea Gloria


Barana, founder di Filotimo, l’azienda veronese animal friendly che ha puntato su capi di seta grezza, quella cioè che non uccide i bachi, ma è ricavata dai bozzoli lasciati a terra da questi insetti, su lana che arriva da allevamenti in grado di garantire il benessere degli animali, e su fibre vegetali come canapa e ortica che hanno bisogno di poca acqua, non richiedono trattamenti chimici e hanno una resa maggiore in quanto viene utilizzata tutta la pianta (a differenza, per esempio, del cotone, di cui si usa solo il fiocco). «Difficilmente», continua Barana, «si potranno reggere ancora per molto i ritmi di questo sistema moda e le persone iniziano a comprenderlo e a compiere scelte che premiano le realtà virtuose, ma la strada è ancora lunga. La speranza è che si arrivi a un momento in cui non ci sia più bisogno di specificare che un brand è attento all’ambiente, ma che si possa dare per scontato. Nessun abito vale il prezzo che stanno pagando ambiente, animali e non da ultime le persone. Sapere di poter indossare un capo che non ha recato danno, o il meno possibile, a ciò che ci circonda è un modo per dargli dignità e valore, cose che si stanno perdendo in un sistema in cui i prezzi sono molto bassi, la qualità scarsa e il ricambio di merci velocissimo». La pensa così anche Mateja Benedetti, sustainable fashion designer che ha dato vita al brand Benedetti Life, artefice di moda ecologica e cruelty-free attraverso prodotti realizzati con materiali cento per cento naturali come, per esempio, la buccia di mela. «Le nuove generazioni sono più consapevoli del danno che la società capitalista ha provocato non solo sul pianeta, ma su tutti gli esseri viventi, incluso l’uomo. Gli scienziati ce lo hanno detto: ci restano piu o meno dieci anni per ridurre il danno irreparabile sull’ambiente che le emissioni di Co2 hanno provocato e continuano ad arrecare. La moda non può far finta di nulla: le alternative ci sono rispetto ai tessuti ottenuti dagli animali o dalle colture che richiedono molta acqua e verso le quali si usano pesticidi e sostanze chimiche che inquinano. Da quelli riciclati fatti con bottiglie di plastica e reti, per esempio, a quelli ricavati da piante e frutti come ananas, uva, funghi, mele».

Nella pagina a fianco, mateja benedetti In questa pagina dal basso Aiko Bode, Gloria Barana ed enrica arena

Si va dai tessuti totalmente naturali ricavati, tramite sofisticate procedure tecnologiche, con i rimasugli della polvere di caffè, al latte scaduto e ai mozziconi di sigarette, dall’ananas alle foglie e al fusto di banano o altri legni, passando per le alghe, come nel caso del marchio italiano SeaCell, che dalla lavorazione dell’alga bruna del Nord Europa ricava una fibra che rilascia peraltro anche una sostanza nutriente e protettiva molto utile specie per le persone con pelli sensibili. L’Italia, d’altronde, non è seconda a nessuna in quanto a innovazione applicata al fashion. Vegea, per esempio, produce scarpe, borse e vestiti realizzati con biomateriale ricavato dagli scarti dell’uva, mentre Fera Libens dà vita a scarpe senza usare nessun materiale di derivazione animale: Alcantara per la tomaia, microfibra per la fodera, gomma Vibram per le suole e cotone cento per cento ecofriendly per i lacci. Orange Fiber è stata, invece, la prima e unica azienda al mondo ad aver brevettato e a produrre e commercializzare tessuti sostenibili a partire dai sottoprodotti dell’industria di trasformazione degli agrumi, nella quale mediamente il 60% del peso di un’arancia è considerato “scarto” dopo la produzione di succo. Considerando che l’Italia produce ben 700mila tonnellate di sottoprodotto di agrumi ogni anno, si può ben comprendere la portata di un tale business. Non è un caso che nel 2017 una maison come Salvatore Ferragamo abbia dato vita alla Ferragamo Orange Fiber Collection, con capi realizzati proprio con questa metodologia, e che il tessuto Orange Fiber sia stato inserito nella Conscious Exclusive 2019, una collezione speciale lanciata una volta l’anno dal colosso svedese H&M interamente dedicata alla natura e ai materiali sostenibili. «Oggi», spiega Enrica Arena, una delle due giovani fondatrici di Orange Fiber, «i consumatori, accanto alla sostenibilità, ricercano il gusto, la mano dello stilista, la bellezza degli abiti e dei materiali».

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lifestyle

Anime style wishlist

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ole, caldo e tanta voglia di giocare. Di tornare all'infanzia, sfoggiando mise e accessori rubati al mondo dei cartoon. Sfoggiando mise giocose e allegre. Come quelle che abbiamo raccolto in queste pagine. Se l'estate vi ha riportato indietro di qualche anno, perchÊ non approfittarne concedendosi un look all'insegna del cartoon style? Sotto, per esempio, vi proponiamo un abitino millerighe in cotone di United Colors of Benetton, leggero e colorato, perfetto per ragazzine di tutte le età . Magari associato a un profumo delicato come la Poweder Soap Colonia di Acqua di Parma. Oppure la mise della sfilata di Ermanno Scervino, qui a sinistra: un impalpabile caftano in foulard chiffon stampato, su un costume intero tempestato di paittes e un sandalo macramè argento, con la suola in cuoio e il tacco fasciato. Che il gioco abbia inizio!

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Nostalgia dell'infanzia? Voglia di giocare? È arrivato il momento di regalarci accessori ludici, per un look assolutamente senza età. Ma con molta autoironia...

CARRÉ 90 ANIMAPOLIS IN SETA (HERMÈS); BORSA BALLOON IN RESINA E PLEXI MULTICOLORE CON TRACOLLA CATENA INTRECCIATA (CHANEL); BORSA A MANO IN PELLE CON STAMPA TAPESTRY (VERSACE, € 2.390); BORSA TRAPEZE IN PREGIATA PELLE DI VITELLO IN STAMPA “SPLASH” CON PRATICO MANICO A CATENELLA IN METALLO DALLA FINITURA ARGENTATA (LOUIS VUITTON € 2.680); PORTADOCUMENTI IN CAPRA MYSORE (HERMÈS)

DALL'ALTO: CHARM BULBO IN METALLO COLOR ORO (TRIBUTE, VERSACE, € 520); CUSTODIA IN PLASTICA A FORMA DI MICKEY MOUSE (GUCCI); COLLANA FLOREALE IN METALLO SMALTATO CON STRASS (VERSACE, € 5.500); CHARMS IN PIUME E PELLE (HERMÈS); SNEAKER IN TESSUTO TECNICO E SUEDE (HERMÈS)

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lifestyle

Il ritocco c’è ma non si vede beauty di Francesca Frediani

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l giorno d’oggi combattere i segni del tempo significa, soprattutto, esaltare le caratteristiche della persona ma senza stravolgere la morfologia dell’individuo. E questo grazie ad una nuova consapevolezza, ma anche a errori commessi in passato in cui si tendeva a standardizzare (e appiattire!) ad un unico format il modello di riferimento della bellezza. Le aziende che operano nel settore della medicina estetica sono venute incontro a questa nuova esigenza con diversi protocolli e tecnologie sempre meno invasive. In Italia le innovazioni vengono presentate a medici ed esperti della comunicazione in occasione di diversi Congressi di Medicina Estetica (organizzati da ben note e accreditate scuole e società scientifiche di Medicina ad indirizzo estetico). L’ultimo in ordine di tempo è il Sime (Società Italiana di Medicina Estetica) che si è svolto a Roma e che, proprio quest’anno, ha compiuto i suoi primi 40 anni. In anteprima le novità più performanti che saranno presenti sul mercato nei prossimi mesi. 1.

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Finita l’epoca in cui la medicina e la chirurgia estetica significavano, nella maggior parte dei casi, cambiare i connotati, oggi essere belli significa prendersi cura di sé e apparire sempre giovani, ma in modo naturale

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1) TEOXANE LABORATORIES | Teoxane Laboratories lanciano sul mercato Rha® topical skin booster, la nuova soluzione skincare specifica per il trattamento della pelle sensibilizzata dopo le procedure estetiche. Si tratta del primo filler topico sterile a base di acido ialuronico crosslinkato Rha® capace di aumentare l’efficacia dei trattamenti ai quali viene associato e di rinforzare e rigenerare la barriera cutanea, preservando l’idratazione e favorendo un rapido recupero della pelle di viso collo e décolleté. https://teoxaneshop.it/ 2) MERZ AESTHETICS | Sfruttare il potere dell'ecografia per guidare il ringiovanimento. È quello, in estrema sintesi, che promette Ultratherapy, l’innovativo macchinario di Merz Aesthetics. Si tratta di ultrasuoni microfocalizzati ad alta intensità a guida ecografica per generare precisi punti di coagulazione termica e indurre la riparazione dei tessuti. Unico con ecografia real time approvato FDA. www.merz.it

STANCO

RUGOSO

DEFORMANTE

MUSCOLARE

La novità del settore che farà subito tendenza, è l’individuazione di nuovi protocolli nella scelta dei trattamenti applicati ai pazienti, seguendo le caratteristiche tipiche dei diversi morfotipi del viso. Stanco, Rugoso, Deformante e Muscolare sono i quattro diversi morfotipi individuati dal Dottor Lucio Miori (medico chirurgo dermatologo a Peschiera Del Garda e docente all’Agorà di Milano) in collaborazione con Seventy BG.

3) SEVENTY BG | Prostrolane Natural-B è un prodotto iniettabile, che fa parte della gamma dei prodotti Prostrolane B-Series, indicato per le correzioni di rughe e pieghe del viso da moderate a gravi, come le pieghe naso-labiali, e per ripristinare il contorno del viso. L’azione è potenziata dai peptidi biomimetici, sostanze di sintesi che mimano l’azione di una proteina naturale alla quale assomigliano. È un bio-filler non volumizzante, per un effetto naturale. www.seventybg.it 4) ALLERGAN | Secondo una ricerca condotta da Allergan su 870 donne, la maggior parte delle intervistate riferisce che la linea mandibolare deve essere ben delineata e con una chiara definizione tra collo e area del mento. Allergan ha creato un nuovo iniettabile a base di acido ialuronico cross-linkato, con tecnologia Vycross®, creato appositamente per ripristinare e ricreare volume nella zona del mento e della linea mandibolare. I risultati sono visibili dai 18 ai 24 mesi. www.allerganbeauty.it

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lifestyle

barche

Riva destination:

Lounge, privée e deck esclusivi in località da sogno

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i sono nomi che sono archetipi di un sogno: Ferrari, Lamborghini, Bugati. Da 177 anni a questa parte un altro brand si è ritagliato il ruolo di realizzatore delle barche più famose del mondo: è Riva, i cui motoscafi ancora oggi sono parte integrante delle immagini più iconografiche del Canal Grande veneziano. Con l'intenzione di rendere l'esperienza per la clientela ancora più esclusiva, il costruttore di barche ha lanciato Riva Destination, una serie di spazi (lounge, privée e deck esclusivi) in località che sono parte integrante del mito: oltre alla già citata Venezia, amche Montecarlo, Formentera, Mykonos o Palm Beach. Il desgign degli interni di questi spazi è immediatamente riconoscibile:

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Angoli esclusivi e di charme in cui il mito Riva si fonde con lo stile unico di una brand experience innovativa

in copertina, il riva lounge di venezia. qui sotto quello di opatija

lo stile anni ’50 tipico della Dolce Vita e i dettagli unici, come le cromature in acciaio e il mogano laccato, rievocano a colpo d’occhio gli yacht iconici di un’epoca dorata e indimenticabile. Il concept e tutti i complementi d’arredo, come le sedie e i tavoli Aquarama o la lampada Aquariva, sono parte della preziosa collezione Riva Brand Experience, i cui pezzi rappresentano l’espressione più autentica della qualità e del fascino senza tempo dei Cantieri Riva. Il Riva Lounge sulla terrazza del The Gritti Palace a Venezia è un luogo rinomato per la sua eccellente ospitalità, in cui gli arredi Riva hanno creato un'atmosfera magica, con affac-



lifestyle

barche

a sinistra il dettaglio di un'imbarcazione riva. sopra, il privée del garage italia. in alto a destra un motoscafo, in basso la lounge di montecarlo

Ferretti Group ha infatti aperto presso l’esclusiva Nammos Beach di Mykonos il primo Riva Private Deck. Il nuovo concept, creato insieme a Ekka Yachts, dealer esclusivo del brand Riva in Grecia, prevede un hub d'élite per gli armatori di yacht e superyacht, con servizi esclusivi, lounge e bar. Il Riva Private Deck offre anche ai visitatori la possibilità di usufruire del nuovo complesso di 4 Cabanas. Ogni Cabana comprende una vasca idromassaggio privata all'aperto, champagne no-limits, pasti gourmet, un maggiordomo e un autista privato. Diversi Riva Yacht sono inoltre a disposizione degli ospiti per i trasferimenti e per esplorare l'isola. Prossime, attese aperture: la Riva Lounge presso l’Ikador Luxury Boutique Hotel & Spa a Opatija (Croazia), famosissima località turistica croata che fu luogo di villeggiatura di re, imperatrici e artisti e che oggi incanta il jet set internazionale per le bellezze paesaggistiche e il mare cristallino; il Riva Privée al Molo47restaurant di Formentera, la meta più glamour delle Isole Baleari; la Riva Lounge a Palm Beach, dove vivere a pieno il vero spirito della Florida.

Da Montecarlo a Mykonos fino alle coste croate di Opatija, Riva offre alla clientela una serie di spazi esclusivi nelle località più rinomate in Europa e Usa

cio sul Canal Grande e vista mozzafiato sulla Cattedrale di Santa Maria della Salute. La bellezza di un Aquariva Super “In Doge” lì ormeggiato e a disposizione degli ospiti, completa e rende ancora più esclusiva la Riva Brand Experience a Venezia. Sono location da sogno anche la Riva Lounge presso lo storico Cantiere Riva di Sarnico, oppure quella al quarto piano dello Yacht Club di Montecarlo, o presso il Riva Privée di Garage Italia a Milano, creato da Lapo Elkann e dedicato alla personalizzazione delle auto, che si ispira al motoscafo Riva Aquarama. Un’altra novità si aggiunge alle Riva Lounge e ai Privé:

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lifestyle

motori

a cura di Franco Oppedisano

Quando la

esce

station wagon

fuori dagli schemi

Gran classe e praticità, ma anche soluzioni innovative: è la cifra stilistica della Mercedes E400. Che offre spazio e sistemi di assistenza all’avanguardia, al di là dell’eleganza. Con un colpo d’occhio di tutto rispetto

U

na vera signora, con una gran classe e aspetto un molto elegante. Ma sotto il vestito della Mercedes E400 c’è ancora di più. Gli interni sono curatissimi. Pelle, legno e alluminio si sprecano. Niente di esagerato, di pacchiano. Tutta sostanza che si percepisce appena al volante. E aria. perché la versione station vagon è l’auto di fascia alta che offre la maggior quantità di spazio sia all’interno che nel bagagliaio. Potremmo dire che ha oltre 1800 litri di bagaglio e che, volendo, si possono abbassare i sedili posteriori “imbarcando” oggetti alti quanto una porta. Ma sarebbe inutile. Nessuno la compra per fare un trasloco. La si compra per portare in giro, magari, tre o quattro sacche da golf senza fare nessuna fatica ed evitando

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manovre alla tetris nel bagagliaio. E soprattutto per la sua linea, per l’dea di sicurezza e di robustezza che trasmette. E anche un po’ per distinguersi uscendo dagli schemi che oggi vanno per la maggiore e che sono ben rappresentati dall’esplosione delle vendite dei suv. Dal punto di vista estetico, infatti, non c’è partita. Come spazio neanche, mentre dal punto di vista tecnologico la partita non potrebbe che finire alla pari, visto che alla Mercedes E400 non manca proprio nulla. Dal sistema di assistenza attivo alla regolazione della distanza che aiuta nei lunghi spostamenti e nel traffico stopand-go, ai sensori e alla telecamera che calcolano la distanza tra l’auto, le vetture intorno, i pedoni e gli oggetti fissi frenando in caso di necessità. C’è persino un sistema che


riconosce le possibili situazioni critiche e predispone guidatore e passeggero a un possibile impatto riducendo i rischi di lesioni. Di tutta questa tecnologia vedrete poco o niente, mentre sarà impossibile non notare lo schermo largo quasi quattro spanne che comprende il classico cruscotto in versione elettronica e il centro di controllo con i sistemi di navigazione, telefono, audio, video o Internet (a vettura ferma) e i servizi Mercedes Me Connect di impostazione dell’auto, monitoraggio, servizi di navigazione e di concierge. Il tutto attivabile, semplicemente e in totale sicurezza, con la voce.

Jaguar Land Rover punta sulle digital skill dei giovani

D

ire che i ragazzi di oggi saranno i motori

Il baule diventa un succedaneo della portineria

dello sviluppo di domani è una banalità. Ma

trasformare questo trito assunto in una iniziativa concreta è un’altra cosa. Lo ha fatto Jaguar Land Rover lanciano per la prima volta il programma Digital Skills

Se non avete un servizio di portineria a disposizione e

Apprenticeship per reclutare i più brillanti

fate acquisti su internet, questa è un’idea che vi piacerà.

programmatori che contribuiranno allo sviluppo dei

Skoda Auto DigiLab sta testando una soluzione sicura

veicoli elettrici, connessi e autonomi di prossima

e pratica per tutti coloro che sono stanchi di dover

generazione, supportando così quella che

recuperare i pacchi nei depositi o chiedere favori ai vicini

dovrebbe essere la futura produzione.

di casa. In futuro, chiunque acquisterà online potrà far

Si stima che i veicoli autonomi richiederanno

recapitare il pacco direttamente nel baule della propria

programmi da un miliardo di linee di codice -

Skoda. Per sfruttare questo metodo di consegna,

quasi 7.000 volte di più delle 145.000 linee che

il cliente dovrà prima acconsentire alla consegna

furono necessarie alla Nasa per far atterrare

tramite la app per smartphone. Quando l’ordine

sulla Luna l’Apollo 11. E i ragazzi sono già su una

verrà confermato, il corriere potrà vedere, tramite

buona strada. Quelli che hanno partecipato alle

un localizzatole gps, la posizione dell’auto. Sempre

finali mondiali del Land Rover 4x4 In Schools

utilizzando l’App, al corriere sarà, poi, permesso un

Technology Challenge - un’altra iniziativa educativa

solo accesso sicuro al vano bagagli della vettura e solo

mondiale che vuole incoraggiare i giovani ad

per un periodo di tempo limitato. Il corriere posizionerà

intraprendere questo tipo di carriera - sono

il pacco, richiuderà l’auto, sempre tramite l’app, e al

stati in grado di scrivere in trenta minuti un

cliente, al quale verrà notificata l’avvenuta consegna

programma da 200 linee, che ha consentito a un

sullo smartphone, non resterà che portare a casa la

modellino della Range Rover Evoque di percorrere

merce. Semplicemente geniale.

autonomamente un circuito di 5,7 metri.

GIUGNO 2019

67


lifestyle

motori

a cura di Franco Oppedisano

L'esotica

esclusività

di un'auto su misura S

i chiama Sciàdipersia, tutto attaccato, anche se la realizzano, quasi interamente a mano, a Terrazzano di Rho, in provincia di Milano, e a Torino. È l’ultima nata della storica carrozzeria Touring Superleggera riaperta nel 2009, ed è stata presentata sia nella versione coupé lo scorso anno e che cabriolet quest’anno. Si basa su una Maserati Granturismo nella versione chiusa e sulla Maserati GranCabrio in quella aperta. Il modello da cui parte nella versione aperta motore V8 da 4,7 litri, leggero e compatto ed eroga 460 cavalli e 520 Nm di coppia massima a 7.500 giri/min con una velocità massima che sfiora i 290 chilometri all’ora e un prezzo che oltrepassa i 160 mila euro. L’obiettivo di Touring Superleggera è stato mantenere i quattro veri posti, la comodità per passeggeri e guidatore anche sulle lunghe distanze, alleggerendo la percezione delle dimensioni fino a rendere la

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GIUGNO 2019

L'ultima nata della storica carrozzeria Touring Superleggera si chiama Sciàdipersia (ma viene realizzata a Rho) e bisogna aspettare sei mesi per mettersi alla guida vettura, lunga quasi cinque metri, eterea e filante. Per questo sono state stravolte sia le linee originali, combinando pannelli d’alluminio battuti a mano con elementi in fibra di carbonio, sia gli interni della vettura originale e rendendola un’auto esclusiva che verrà realizzata in soli 15 esemplari. La fabbricazione è stata misurata al decimo di millimetro con strumenti digitali, in ogni fase, dalla costruzione dei pannelli alla scocca lastrata fino alla vettura finita, per assicurare precisione e qualità al più alto standard. L’intero processo è registrato e documentato. In pista è stata poi testata la tenuta ad aria e acqua, l’assenza di rumorosità e scricchiolii, la guidabilità, la frenata, la velocità massima, handling su asciutto e bagnato e comportamento su diverse superfici accidentate. Il prezzo della Sciàdipersia cabrio, naturalmente, è solo su richiesta e Touring Superleggera è in grado di consegnare la vettura completa a sei mesi dal ricevimento della vettura di


motori a cura di Franco Oppedisano

lifestyle

Il Suv diesel si concede un aiutino elettrico

L

a gamma della Hyundai Tucson

sioni di CO2 fino

si arricchisce con una versione

all’11%. e una se-

48V Mild Hybrid.

rie di vantaggi nel

Una vettura omologata Full Hybrid

traffico cittadino,

che somma i vantaggi dell’elettrico

come il recupe-

a quelli del diesel permettendo sia

ro dell’energia in

risparmi sul carburante nei lunghi

frenata o decele-

abbinabili alla trazione anteriore o

trasferimenti, sia l’accesso ad aree a

razione, la funzione start-stop estesa

integrale, e un duemila, sempre a

traffico limitato in diverse città e dei

fino a 30 chilometri all’ora, ripartenze

gasolio, da 185 cavalli con il cambio

benefici fiscali come l’agevolazione

più confortevoli e un’accelerazione

automatico e quattro ruote motrici.

sulla tassa di circolazione in alcune

più pronta. L’auto è disponibile con

Nelle fase di lancio, Tucson ibrida

regioni.

due motorizzazioni Euro 6d Temp:

nella versione XPrime - con carica-

La tecnologia Mild Hybrid utilizzata

un diesel 1.6 Crdi da 136 cavalli,

tore wireless e Krell Premium Sound

da Tucson permette, inoltre, un mi-

con cambio manuale o automati-

System - è offerta a 27.150 euro con

glioramento di consumi e delle emis-

co a doppia frizione 7Dct, entrambi

un vantaggio cliente di 4.600 euro.

La city-car del futuro parla francese

N

on si può certo dire che sia bella,

di adattarsi, in maniera sorprendente,

ma ha tante altre qualità. La

alle specifiche esigenze di ogni tipo

Ami One Concept di Citroen che sta

di utilizzatore. Con il car sharing, il

facendo il giro dei saloni nel mondo,

noleggio e l’acquisto si ha, infatti,

viene definito un «veicolo innovativo,

la possibilità di guidarla da 5 minuti

di tendenza, ultra compatto, 100%

a 5 anni, usando un’applicazione

elettrico che permette a 2 persone

mobile dedicata. La parola d’ordine,

di muoversi liberamente in città». Un

naturalmente, è “digitale” e per

sacco di pregi a cui si sommano una

questo a Parigi hanno pensato

reale accessibilità a chiunque perché

a anche a un’esperienza cliente

si guida senza patente e la capacità

innovativa che comprende tutte le tappe in rete dalla presentazione on line alla richiesta

base. «Siamo un po’ vittima del nostro successo» ha spiegato il ceo dell’azienda Piero Mancardi. «La richiesta da parte di appassionati ed estimatori è stata incredibile. Tuttavia dobbiamo mantenere la parola data ai clienti, mantenendo il numero massimo fissato all’inizio per la serie, senza intaccare l’esclusività».

di test drive, dalla configurazione dei servizi alla prenotazione e alla consegna. Il futuro, insomma, già pronto, letteralmente, in una scatola.

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sailing

Il futuro della crocieristica?

green

e sostenibile

I

l trasporto merci via mare rappresenta ancora oggi il 90% del trasporto merci totale e, sebbene continui a crescere in quanto a volumi trasportati, resta comunque – secondo quanto certificato dall’International Maritime Organization (Imo) – un settore eco-friendly e, soprattutto, perennemente alla ricerca di innovazioni che possano ridurre l’impatto ambientale delle navi. L’International Chamber of Shipping (che riunisce l’80% degli armatori mondiali) ha infatti stabilito un obiettivo ambizioso: il dimezzamento delle emissioni di CO2 entro il 2050: la cosiddetta ‘decarbonizzazione’, un processo monitorato da una task-force (con la presenza di Commissione e Parlamento Europeo) che porterà le compagnie di navigazione al progressivo abbandono di combustibili fossili, che dovranno essere sostituiti con fonti di energie rinnovabili e a ridotto impatto ambientale. Un percorso che vede il Gruppo Grimaldi capofila tra i grandi player internazionali.

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Elettrica

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di Davide Schiavon

Il Gruppo sta infatti significativamente investendo nella svolta green del trasporto via mare. Prova ne è la recente commissione di 12 mega "ro-ro", navi merci all’avanguardia, che Grimaldi identifica con la sigla G5GG (Grimaldi 5th Green Generation) e che saranno pronte a partire dal 2020. Le unità sono concepite per ridurre a zero le emissioni quando ormeggiate in porto, un drastico calo di emissioni che determina un risparmio di carburante e un’aria decisamente più salubre anche per coloro che abitano nei quartieri portuali delle città di mare. Le navi commissionate saranno lunghe 238 metri e peseranno 64mila tonnellate, con una capacità di trasporto su 7.300 metri lineari (pari a circa 500 autoarticolati). Anche nella concezione delle nuove unità Grimaldi si può ravvisare l’attenzione per l’ambiente: l’enorme capacità di trasporto (doppia rispetto alle più grandi navi attualmente nella flotta del Gruppo e tripla rispetto alle ro-ro di vecchia generazione) consente, a parità di velocità, di consumare la medesima


quantità di carburante per trasportare il doppio della merce. In porto le “nuove” mega navi Grimaldi, impiegate sulle tratta Civitavecchia-Porto Torres-Barcellona, saranno a impatto zero: questo è reso possibile dalle batterie a litio che si ricaricano durante il viaggio. L’energia che si accumula nelle batterie è fornita dai pannelli solari installati a bordo delle navi e dall’innovativa tecnologia del peak-shaving, una modalità di accumulazione d’energia in discesa, utilizzata già su alcune automobili. Un altro fiore all’occhiello del progresso tecnologico a bordo delle navi

Il Gruppo Grimaldi sta puntando su nuove navi con batterie al litio che si ricaricano in navigazione e che permettono di abbattere le emissioni Grimaldi – che si traduce poi in termini di minor impatto ambientale – è il sistema di bolle d’aria che ‘lubrifica’ la chiglia, riducendo l’attrito e di conseguenza il fabbisogno di carburante. La vernice utilizzata per la nave, inoltre, non è tossica e crea una superficie liscia che contribuisce a ridurre l’attrito e abbassare i consumi. I considerevoli investimenti del Gruppo non confluiscono solo nella costruzione di nuove unità: Grimaldi ha stanziato centinaia di milioni di euro in retrofit - ammodernamento delle navi. Di recente, infatti, i cruise ferry Cruise Roma e Cruise Barcelona sono entrati nello stabilimento Fincantieri di Palermo per un intervento di allungamento. Da 225 metri, Cruise Roma e Cruise Barcelona sono passate a 254 metri, grazie a un troncone di 29 metri che consente l’aggiunta di 80 posti letto in cabina, 450 poltrone reclinabili, un nuovo ristorante

self service e 650 metri lineari per merci pesanti. Aumentare la capacità di trasporto delle navi, però, non era l’unico scopo della complessa operazione eseguita dalla divisione Ship Repair and Conversion di Fincantieri a Palermo. Cruise Roma e Cruise Barcelona, infatti, hanno ora a bordo quattro scrubber, impianti di pulizia dei gas di scarico che riducono il particolato dell’80% e abbassano le emissioni di zolfo, ben oltre quanto fissato come obiettivo dall’Organizzazione Marittima Internazionale. L’attenzione di Grimaldi si è già spinta oltre gli obiettivi minimi fissati dalle organizzazioni di settore: il gruppo è infatti entrato a far parte del programma H2Ports, che promuove la transizione da carbone fossile a zero emissioni. La consociata del Gruppo Grimaldi, Valencia Terminal Europa (Vte), infatti, gestisce il primo terminal europeo che testerà ed utilizzerà macchinari alimentati a idrogeno (nello specifico una motrice per la movimentazione di merce rotabile e una stazione di rifornimento idrogeno). La questione ambientale in generale, e quelle della riduzione delle emissioni in particolare, è affrontata costantemente dal Gruppo Grimaldi: un impegno che ha consentito al gruppo napoletano di entrare a far parte della Global Industry Alliance (GIA), che riunisce le 20 compagnie marittime più rispettose dell’ambiente. La task force che monitora la decarbonizzazione, e che include Commissione e Parlamento Europeo, International Maritime Organization e organismi multilaterali, ha stabilito l’obiettivo del 2050 come termine ultimo per la riduzione del 50% delle emissioni di CO2. In pochi mesi il Gruppo Grimaldi, principalmente attraverso interventi di retrofit e nonostante un aumento dell’11% del carico trasportato via mare, è riuscito a ridurre le emissioni di CO2 / miglio del 3,3% e di SO2 / miglio del 6,2%.

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sailing

bambini: così il viaggio è una vacanza

Le iniziative Grimaldi per i

di Luigi Ciccarelli

Q

uando si viaggia in compagnia dei propri bambini è naturale per i genitori cercare di organizzare ogni minimo dettaglio nel migliore dei modi, avendo come interesse principale il benessere dei piccoli accompagnatori. Che sia per le tanto attese ferie estive o anche soltanto per un weekend, prima ancora di partire e già nel momento in cui si progetta dove, quando e come andare, ogni genitore cerca di selezionare le proprie opzioni possibili anteponendo alle proprie priorità quelle del bambino, in ogni fase della vacanza. Tra queste, un’attenzione particolare viene data alla fase in cui la famiglia si sposta verso la meta del proprio soggiorno. Lungo il tragitto che ci conduce al luogo della nostra vacanza, infatti, i bambini hanno bisogno di essere intrattenuti, in modo che per loro (e anche per i genitori) il viaggio risulti il più confortevole possibile. Una valida alternativa in grado di rendere il viaggio un'esperienza più rilassante per l'intera famiglia e più stimolante per i bambini è rappresentata sicuramente dalla scelta di spostarsi in nave. Innanzitutto perché, per un bambino, compiere il viaggio a bordo di una nave è un’esperienza sicuramente insolita, caratterizzata da una forte dose di fascino e, perché no, di magia. Inoltre, a bordo della nave i bambini possono avere molte occasioni di intrattenimento e di svago. Da questo punto di vista, a scaldare i motori in vista dell'imminente stagione estiva ci

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ha pensato Grimaldi Lines, che ha in serbo per i suoi piccoli passeggeri alcune novità, grazie alle quali promette di rendere la loro esperienza di viaggio divertente e stimolante. Libri e cinema Tra le novità di maggiore rilievo pensate per quest'anno dalla compagnia partenopea spicca su tutte la creazione a bordo delle proprie navi passeggeri di uno spazio riservato ai lettori più giovani. Grazie alla collaborazione con un importante gruppo editoriale italiano specializzato in libri per bambini, ci saranno tanti titoli suddivisi per fasce di età (0-6 e 6-12 anni) messi a disposizione di chi vorrà approfittare della navigazione per soddisfare il proprio piacere per la lettura. In base a quanto è trapelato dalla società armatoriale, il servizio dovrebbe prevedere per i piccoli lettori la possibilità di noleggiare i libri durante il viaggio, ma è prevista anche la creazione di momenti di lettura collettiva, per stimolare la socializzazione e condividere il momento ludico-culturale. Oltre alla biblioteca, Grimaldi Lines punta a creare per i suoi passeggeri più piccoli anche un


cinema di bordo, con una selezione accurata di film di vario genere suddivisi anch’essi per fasce d’età. Il gioco è una cosa seria Oltre ai libri e al cinema, a bordo delle navi Grimaldi i bambini avranno soprattutto tante opportunità di gioco e un ulteriore motivo per godersi la traversata in pieno relax. A loro disposizione, infatti, ci saranno anche dei giochi da tavolo, grazie ai quali i piccoli passeggeri potranno allenare le proprie abilità e sfidarsi tra loro. Per i più piccini, invece, come sempre le navi Grimaldi mettono a disposizione una play-room, attrezzata con tavoli e sedie a misura di bambino, uno scivolo, una casetta in cui poter giocare. Insomma, la compagnia di via Campodisola dimostra di fare sul serio nel voler offrire ai propri passeggeri più piccoli tutto ciò di cui hanno bisogno per divertirsi giocando durante la loro permanenza a bordo. Perché, per dirla con il filosofo francese Michel De Montaigne, "i giochi dei bambini non sono giochi, e bisogna considerarli come le loro azioni più serie”. PortAventura e Cinecittà World Ai più piccoli sono rivolte anche altre due iniziative messe in campo dal Gruppo Grimaldi già da diversi anni. Tramite Grimaldi Lines Tour Operator, infatti, è possibile acquistare un pacchetto nave+hotel e soggiornare in uno degli hotel presenti nei pressi di PortAventura World, il parco divertimenti spagnolo che sorge sulla Costa Dorata. Grazie alla partnership con Cinecittà World, invece, chi viaggia sulle navi Grimaldi ottiene uno sconto per l'ingresso al parco tematico alle porte di Roma. Promozioni speciali e servizi Per i passeggeri più piccoli, inoltre, Grimaldi Lines attua anche per quest'anno una politica tariffaria di vantaggio. In tema di

prezzi, per i bambini compresi nella fascia di età 0-3 anni non compiuti il viaggio a bordo delle navi Grimaldi è gratis. Dai 3 ai 12 anni non compiuti, invece, la compagnia napoletana applica uno sconto del 50% (diritti fissi esclusi) sul costo del passaggio ponte, che sulle linee da e per Palermo arriva al 100% (diritti fissi esclusi). Un'altra promozione speciale, che si rivolge anche a chi viaggia con bambini, è la “Superfamily & Friends”, che si applica

Giochi, libri e film dedicati per i passeggeri più giovani, per un'esperienza di viaggio che sia rilassante per tutta la famiglia. E se poi si può anche risparmiare qualcosa... sui viaggi di andata e ritorno con sistemazione in cabina sulle tratte dall'Italia verso la Spagna e viceversa. La promo prevede uno sconto del 100% per il terzo e quarto passeggero che viaggiano nella stessa cabina con due adulti paganti e rappresenta una formidabile occasione di risparmio per quei nuclei familiari composti da mamma, papà e due bambini. In tema di servizi di bordo pensati per i più piccoli, le ammiraglie della Compagnia napoletana possono offrire la presenza di una piscina per bambini (con profondità ridotta). Su tutte le navi, inoltre, i ristoranti di bordo prevedono un menu dedicato ai bambini, con tanto di immancabile gadget da colorare. A tal proposito, è da segnalare che Grimaldi Lines ha ideato per i suoi piccoli passeggeri tre mascotte (il marinaio Marec, il polipo Otto e la sirena Partenope), che li accompagneranno in modi differenti durante la navigazione. All'interno delle cabine o delle aree comuni, infine, viene messa a disposizione dei più piccoli tutta una serie di dispositivi, come lettini da campo, barre anticaduta, fasciatoi e seggioloni.

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lifestyle

gioielli

Rilanci e gioielli Dietro le quinte di un'asta di Chiara Volonté

Viaggio nel mondo "prezioso" di Faraone Gioielli, storico marchio che ha offerto ai clienti oggetti mitologici come zaffiri Kashmir, rubini birmani o smeraldi provenienti dalla Colombia

S

i dice che un diamante sia per sempre, ma non ditelo a Faraone Casa d’Aste, che proprio grazie ai preziosi si è affermato come uno dei protagonisti del settore, dopo la fondazione nel 1860. «Ci occupiamo solo di preziosi esclusivi, firmati e non, che abbiano un quid che li differenzi da quanto si trova abitualmente sul mercato» ci spiega Vittoria Bianchi, Ceo di Faraone Gioielli, mentre ci introduce nello sfavillante mondo dell’azienda. «Ricerchiamo – prosegue – una lavorazione particolare di una certa epoca, gemme dalle caratteristiche uniche, diamanti over-size o purissimi, perle naturali, orologi quasi introvabili, dunque in condizioni impeccabili. Ma oltre a questi capolavori, durante i nostri eventi vengono battuti gioielli anche di minor valore, ma sempre originali. In questo

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GIUGNO 2019


gioielli

modo anche i privati possono fare il loro affare, e aggiudicarsi dei pezzi rari che difficilmente potrebbero trovare sul mercato». L’azienda oggi non si limita più alla vendita dei propri articoli, ma propone anche un servizio di aste in cui sono battuti pezzi unici. «Questo nuovo ramo della società è nato da una specifica analisi della tendenza del trend nell’utilizzo dei preziosi – prosegue Bianchi – Le occasioni per indossare gioielli di una certa importanza sono ormai rare: oggi, tendenzialmente, si porta un solo pezzo e neppure troppo vistoso, scelto per poter essere indossato tutti i giorni, e uno o due, purissimi ma al tempo stesso discreti, per le grandi occasioni. È così che le parure e le spille delle nostre nonne sono uscite di scena. Perché non venderle a chi darebbe loro una nuova vita, o trasformarle in qualcosa di più portabile? Alla nostra clientela non solo proponiamo la vendita all’incanto, ora disponibile online, ma anche la permuta del gioiello con una versione più attuale e l’acquisto diretto da parte della maison (nel caso di capolavori di grande valore) sia di nostra firma sia di altre griffe. In soli diciotto mesi, grazie ai risultati conseguiti e al servizio offerto, abbiamo raggiunto la giusta conoscibilità. Questo anche perché arricchiamo di volta in volta il nostro catalogo con oggetti di grande spessore, originali ed eleganti, selezionati appositamente per andare incontro alle richieste del nostro pubblico». Da sempre amatissima da star internazionali del calibro di Maria Callas, Anna Magnani, Ava Gardner, Ingrid Bergman, e da casate nobiliari come i Savoia e la famiglia reale Monegasca, grazie alle aste «la società ora vanta un parterre molto variegato, composto da collezionisti, privati e commercianti, italiani e stranieri. Siamo molto soddisfatti perché stiamo registrando un’affluenza davvero inaspettata, quasi triplicata rispetto alle precedenti edizioni e con numerosi rilanci sia in sala sia tramite collegamento telefonico. Ciò significa che i nostri eventi sono diventati un appuntamento imperdibile non solamente per gli esperti del settore». E con un nome così storico e rinomato, il brand riceve moltissime richieste per la valutazione di oggetti di diverso tipo. Il momento della scelta dei pezzi è estremamente delicato, perciò Faraone Casa d’Aste si avvale di un team di esperti accuratamente selezionato, che «compie un’attenta analisi per determinare, in primo luogo, l’autenticità di ogni articolo. Si tratta di un controllo approfondito, che coinvolge ogni dettaglio: vengono esaminate le firme, che ovviamente devono essere originali, e viene analizzata la congruenza tra le pietre e il loro certificato, ove presente – ci spiega il Ceo della Maison - Qualora le gemme non fossero garantite, ci operiamo per ottenerne la certificazione più adatta. Successivamente, verifichiamo che siano naturali e non sintetiche, e appuriamo il titolo dell’oro o degli altri

lifestyle

nella pagina a fianco, collier

Chopard

in oro bianco con pavé di diamanti battuto per

714.444 €.

a destra vittoria bianchi, ceo di faraone gioielli e casa d'aste

Da sempre amatissima da star internazionali come Maria Callas, Anna Magnani, Ava Gardner, Ingrid Bergman o da teste coronate come i Savoia

metalli. Per quanto riguarda gli orologi da polso, ci accertiamo dell’originalità di ogni componente: movimento, quadranti, casse, ghiere, cinturini e fibbie. Controlliamo anche se sono state apportate modifiche, ad esempio se il quadrante è stato ristampato o il vetro sostituito». In modo particolare per le pietre, si rendono spesso necessarie delle analisi di laboratorio; proprio per questo motivo, il brand collabora con i più importanti istituti di certificazione del mondo (quali Gia negli Stati Uniti, Ssef e Gubelin in Svizzera, Hrd e Igi ad Anversa, nonché quelli italiani come Igi e Cisgem). Constatata l’autenticità degli articoli, il team effettua «un’attenta selezione sui gioielli e gli orologi, scegliendo solamente quelli altamente ricercati e de-

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lifestyle

gioielli

siderabili. I preziosi oggetto di selezione sono tendenzialmente quelli di signature prestigiose come Cartier, Boucheron, Bulgari e Buccellati, ma non solo. – afferma Vittoria Bianchi - È indispensabile che i pezzi vantino uno stato di conservazione impeccabile, un design particolare, materiali e manifatture eccelse. Sicuramente di nostro gradimento sono i gioielli con gemme oggi considerate introvabili, come gli zaffiri Kashmir e i rubini birmani non sottoposti a trattamenti termici, e gli smeraldi colombiani. Molto interessanti sono anche i gioielli con un’importante storia, magari appartenuti a regnanti e a rinomate casate nobiliare. E poi ovviamente i diamanti, che non passano mai di moda, e i fili di perle naturali che costituiscono un classico intramontabile. Lo stesso discorso vale per gli orologi: nel processo di scelta favoriamo pezzi del ventesimo secolo, altamente desiderati dai collezionisti, tra cui non possono mancare brand prestigiosi come Rolex, Patek Philippe, Vacheron Constantin, Iwc, Breguet, Jaeger-LeCoultre, insieme a marchi magari meno noti ai più ma sicuramente di nicchia». Una storia lunga poco meno di 160 anni è sicuramente ricca di aneddoti, eventi curiosi, aste dagli infiniti rilanci e mille altre curiosità. A confermarlo è la stessa Vittoria Bianchi, che non lesina qualche ricordo particolare. «Il pezzo più caro mai battuto durante un nostro evento è stato un anello in platino con zaffiro Kashmir taglio cuscino del peso di circa 9 carati, che è stato venduto a 545 mila euro, mentre la stima era di soli 100 mila euro. Questo prezioso è stato oggetto di una lunga battaglia a suon di importanti rilanci da parte di dodici offerenti stranieri collegati via telefono; una volta che si è stabilito il “vincitore”, il pubblico in sala è esploso per l’entusiasmo. Anche un filo composto da cinquantasette perle naturali è stato conteso in una gara tra due pretendenti: alla fine è stato battuto a 105 mila euro, mentre il valore di stima era di 20 mila». Sembra proprio che alcuni gioielli da capogiro facciano letteralmente perdere la testa, trasformando le aste in veri e propri campi di battaglia a suon di martellate.

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Alcuni dei pezzi battuti recentemente. tutti i preziosi devono rispondere a rigorosi criteri di qualità e originalità

Ma i pezzi proposti da Faraone Casa d’Aste non sono solo belli, spesso hanno anche un trascorso interessante. Infatti, il Ceo della società ci riferisce un aneddoto degno di nota: «Un articolo curioso, data la sua storia che narra appartenesse alla Regina d’Italia Margherita di Savoia, era costituito da una parure aggiudicata per 185 mila euro, insieme ad un anello Faraone con zaffiro centrale per 330 mila euro. E sempre per diversificare la nostra offerta, abbiamo cominciato ad inserire dei lotti particolari e insoliti, quali gioielli disegnati da artisti del calibro di Arnaldo Pomodoro e Agenore Fabbri, oltre a due sculture del primo battuti lo scorso novembre». Proprio per valorizzare ogni singolo articolo e dedicargli le giuste attenzioni, Faraone durante il suo ultimo evento andato in scena il sei maggio presso il Four Seasons Hotel di Milano, ha organizzato due aste distinte, la prima per i gioielli e la seconda per gli orologi. «L’ultimo appuntamento che abbiamo organizzato nel capoluogo lombardo si è sdoppiato: in questo modo i gioielli e gli ottanta lotti di orologi hanno avuto i giusti e rispettivi spazi - ci racconta il Ceo della società – In tutto sono passati sotto al martello del banditore oltre tre-


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lifestyle

gioielli

centoventi lotti, quindi abbiamo proposto un’offerta molto variegata ad un pubblico principalmente composto da collezionisti e commercianti italiani e stranieri». La mattinata è stata dedicata a un’importante selezione di orologi da polso, per la maggior parte del ventesimo secolo «tra cui risaltavano brand prestigiosi come Rolex, Patek Philippe e Vacheron Constantin, e di nicchia come Carlo Ferrara, Cvstos e Tag Heuer – continua Bianchi Sicuramente tra i più ricercati e desiderati dai collezionisti spiccava il vintage Rolex Explorer II di fine anni ‘70, soprannominato “Freccione” per la lancetta laccata arancione con finale a freccia per l’indicazione giorno-notte. E sempre nella categoria Rolex, risaltava il ricercatissimo “Cioccolatone”, cosi chiamato vista la somiglianza della cassa quadrata con un cubo di cioccolato, un pezzo considerato dagli estimatori una rarità soprattutto in oro rosa, avendo la casa con la corona creato pochissimi orologi quadrati. E ancora un raro Iwc Portugieser in oro bianco anziché in classico acciaio, perpetuale con calendario annuale, fasi lunari con raffigurazione della luna vista dall’emisfero nord e riserva di carica, e una serie Jaeger-LeCoultre e Cartier, sia vintage anni ‘60 che più contemporanei, oltre a modelli di marchi iconici come Breguet e Omega. Hanno completato la proposta di Faraone Casa d’Aste un Panerai Luminor ed un più recente e ricercato Tudor Heritage Montecarlo». Ma se durante il mattino si è divertito più che altro il pubblico maschile, è nel pomeriggio che le signore hanno avuto modo di rifarsi – o forse bruciarsi, vista la quantità di brillanti presenti in sala - gli occhi, grazie alle due tornate di gioielli. Accanto a pezzi vintage di Tiffany, Van Cleef & Arpels, Cartier e cinque lotti con fili di perle naturali, spiccavano una spilla Buccellati con diamanti in oro giallo, una parure ed un paio di orecchini della medesima maison, un completo Pomellato anni ‘80

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Nell'asta che si è tenuta a Milano lo scorso 6 maggio due sessioni distinte: al mattino orologi da polso "mitologici", al pomeriggio spazio ai gioielli di Tiffany o Cartier composto da collana, anello, orecchini e bracciale in oro bianco e giallo con diamanti, e una serie di gioielli Scavia del medesimo periodo. «Tra i gioielli che abbiamo proposto durante la tornata pomeridiana, sicuramente degni di nota sono stati un diamante taglio marquise D Color Vvs2 da 4,98 carati (certificato Gia) e tre anelli con zaffiri Burma non scaldati: uno da 7 carati, uno da 4 e l’ultimo con taglio cabochon da 26. Pezzi esclusivi e di rara bellezza – conclude il Ceo del brand, facendoci sognare ad occhi aperti - E ancora, tre smeraldi colombiani rispettivamente montati su un anello in oro giallo da 14,84 carati, uno Faraone in oro bianco da 4 ct. e un altro su un pendente da 16, più due solitari Bulgari con diamanti da 3 carati ciascuno». Gioielli e orologi ai quali si è affiancata, sempre in un percorso di diversificazione intrapreso dalla Maison meneghina, una serie di pezzi di fine argenteria Faraone e non, e di borse di marchi iconici e intramontabili come Hermes, Bulgari e Cartier. Partecipare a una delle aste organizzate da Faraone, nonostante i pezzi esclusivi, è molto più semplice di quanto si pensi. Infatti, mentre per prendere parte alla maggior parte degli eventi di questo tipo è necessaria una fideiussione bancaria, per partecipare a una delle sue aste Faraone richiede una carta di credito a garanzia sulla quale verrà chiesta un’autorizzazione del 20% in caso di aggiudicazione. Perché in fin dei conti un diamante... è del migliore offerente!



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l banchiere americano JP Morgan sosteneva che «i milionari non usano l’astrologia, i miliardari sì». «Non vi è un rapporto di causa-effetto tra astri e avvenimenti», spiega Paolo Quagliarella esperto di astrologia psicologica ad indirizzo junghiano, «ma esiste quel rapporto “sincronistico” di cui Wolfgang Pauli, Nobel per la fisica, e Carl Gustav Jung hanno scritto abbondantemente». «La vera astrologia», puntualizza Dante Valente, biologo, presidente del Centro Italiano Discipline Astrologiche, ente storico

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operante nel settore da quasi cinquant’anni, «non ha nulla da spartire con quella degli oroscopi che si vede in tv o sulla stragrande maggioranza dei giornali, che getta soltanto discredito sulla materia a causa di personaggi poco seri e incoscienti, e può dare indicazioni utili in molti campi». Come la selezione del personale. «L’astrologia è molto più immediata, rispetto a un percorso standard di selezione, nel comprendere i temperamenti e le potenzialità dei soggetti», spiega Quagliarella. «Basta uno sguardo al tema natale da parte dell’astrologo esperto per capire innanzitutto verso quale settore o funzione aziendale una persona sia naturalmente più indirizzata». Gli elementi che vengono presi in considerazione sono svariati, a partire da data, ora, città e nazione di nascita, da cui si ricava un’analisi che farebbe emergere le attitudini professionali, le qualità e le aree problematiche di ogni candidato, utili a scegliere le persone più adatte alle esigenze del datore di lavoro e del tipo di azienda. Si lavora in genere su due livelli, uno individuale e uno di “coppia” tra il candidato e il suo futuro potenziale capo allo scopo di individuare il soggetto più compatibile con la posizione proposta. Elementi additati dai contestatori di quest’approccio come una discriminazione su base astrale delle persone perché escluderebbe dalla selezione, in base a presunte mancanze di affinità, individui che invece avrebbero tutte le carte in regola per ottenere un determinato lavoro. Cri-


tiche alle quali gli esperti del settore rispondono puntualizzando che quelle ottenute attraverso le analisi astrali sono solo informazioni aggiuntive che completano il quadro di ogni candidato e le basi di partenza di ogni selezione rimangono comunque il curriculum e le reali competenze della persona. Ma non c’è solo la selezione del personale, che si affida alle stelle. Fra gli altri campi di applicazione dell’astrologia, c’è anche quello della finanza. Anche qui, che si creda o meno a questo tipo di approccio, resta il fatto che, ad esempio, la crisi del ‘29 pare abbia avuto passaggi planetari che si sono poi ripetuti in modo analogo tra il 2008 e il 2010. Coincidenze? Probabile, non ovviamente per i sostenitori dell’astrofinanza, che sembra siano parecchi, soprattutto Oltreoceano. «Se pensiamo al prezzo, che

è un valore nell’unità di tempo, e al ciclo dei pianeti, che sono una possibile misura del tempo», spiega Quagliarella, «si possono costruire delle relazioni tra l’uno e l’altro tanto da poter affermare che, magari, quando la Luna transita nel segno dell’Ariete è possibile che un certo titolo possa subire un rialzo del prezzo. Se uniamo questa informazione astrologica all’analisi tecnica e finanziaria di uno specifico titolo potremmo trovare un elemento che possa farci riflettere sulla possibilità di un rialzo del titolo. Così se l’analisi tecnica dice che è possibile un rialzo dei prezzi di un titolo nella seconda settimana di giugno e in quel periodo l’analisi storica sui cicli astrologici ha evidenziato che la Luna in Ariete fa aumentare i prezzi, e proprio in quel periodo la Luna è in Ariete, allora è come se avessimo una conferma in più».

Dimmi di che segno sei e ti dirò la professione più adatta a te ARIETE

LEONE

SAGITTARIO

Partono a testa bassa in ogni

Particolarmente adatti a ruoli diri-

Sono congeniali con lavori che

cosa, per cui sono predisposti a

genziali e che implicano una veste

hanno a che fare con l’istruzione,

ruoli d’azione, in cui bisogna far partire

pubblica. È un segno che ha bisogno di

la filosofia, i lunghi viaggi. Possono es-

nuovi progetti o nuove iniziative impren-

essere apprezzato dagli altri, ma che è

sere quindi ottimi insegnanti, ma anche

ditoriali per i quali c’è quindi bisogno di

anche generoso nei confronti dei suoi

commerciali cui affidare l’espansione

un bello sprint iniziale.

sottoposti.

sui mercati esteri.

TORO

VERGINE

CAPRICORNO

Sono molto concreti, per cui

Sono ordinati nella vita e nel lavo-

Gli si confanno ruoli di responsa-

sono adatti a professioni legate,

ro per cui eccellono nelle attività

bilità, essendo persone equilibra-

per esempio, all’agricoltura, al cibo, al

organizzative e nei lavori d’ufficio,

te e stabili, che riescono a costruire nel

vino. Possono essere anche ottimi chef.

quindi legati alla routine, ma anche in

tempo, come nel caso di solide realtà

Sono bravi anche nel mettere da parte

professioni in cui l’ordine, il corpo, la

imprenditoriali.

denaro, per cui si prestano bene a svol-

pulizia, la capacità di mettere da parte

ACQUARIO

gere attività finanziarie e bancarie.

danaro, occupano un ruolo importante.

Persone che sanno tenere e

GEMELLI

BILANCIA

fare gruppo ma che sono anche

Adatti a tutte quelle professio-

Tutte le professioni legate a bel-

molto indipendenti. Tutti quei ruoli che

ni che richiedono velocità e che

lezza, poesia, estetica, arte gli si

gli consentono di mantenere, quindi,

hanno a che fare con la comunicazione,

confanno.

la propria indipendenza all’interno di

la scrittura, il viaggio. Possono essere,

Come pure quelle legate alla giustizia,

un’azienda sono fatti per loro, come

quindi, buoni giornalisti o essere adatti

come per esempio quella dell’avvocato,

pure le professioni legate alla tecno-

anche professioni legate al commercio.

e al rapporto con gli altri. Sono, infatti,

logia.

CANCRO

ottimi mediatori.

PESCI

Sono particolarmente predisposti

SCORPIONE

Sono persone valide nel suppor-

ad attività e ruoli professionali che

Adatti a professioni in cui non si

tare gli altri, possono essere quin-

hanno a che fare con la gestione della

opera in prima linea, ma dietro le

di buoni psicologi o anche ottimi religio-

casa e della famiglia, come per esem-

quinte, che può voler dire anche ruoli

si. Sognatori, poeti dotati di creatività,

pio i bambini e i servizi appunto alla fa-

di potere di chi tesse accordi e trame

sfuggono la routine. Si trovano bene in

miglia. Adatti anche a contesti lavorativi

nell’ombra, ad esempio tutti quei ruoli

situazioni “liquide” quindi anche nei set-

quali le case di moda o a svolgere pro-

legati alla Borsa e alla gestione delle at-

tori che hanno a che fare con questi tipi

fessioni legate agli immobili.

tività finanziarie.

di elementi.

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piaceri

collezionismo

orologi ma scegliere bene è da intenditori È sempre l'ora di investire in

di Davide Passoni

Sabine Kegel, esperta del settore per Christie’s a Ginevra: «Guadagna solo chi ha una profonda conoscenza dei modelli, della storia e del valore»

L'

orologio è un bene di investimento su cui vale la pena puntare? Secondo gli esperti sì, purché ci si avvicini a questo mondo nella maniera più corretta, prudente e professionale possibile. Se la passione per le lancette è un ottimo driver che può spingere a intraprendere un’avventura collezionistica è tuttavia bene affidarsi, almeno all’inizio, a chi il settore lo conosce bene. Quali sono i modelli su cui puntare? Quali le caratteristiche di un orologio che lo rendono un pezzo pregiato? Che cosa vendere, che cosa acquistare o che cosa tenere? A queste e ad altre domande ha risposto, per Investire, Sabine Kegel, head of department e senior watch specialist di Christie’s Ginevra, in cui è entrata nel 1995. Kegel viaggia regolarmente in tutta Europa mantenendo contatti con rinomati collezionisti e valutando orologi di tutte le epoche e ha contribuito a una serie di aste di grande successo tra cui la Rolex Daytona “Lesson One”. Gli orologi rari o preziosi sono un buon investimento? Come per qualsiasi investimento è necessario conoscere il relativo mercato e i suoi movimenti, prima che l’investimento stesso possa creare valore. Per essere in grado di scoprire quale saranno il prossimo marchio, modello o referenza che aumenteranno di valore, serve una profonda conoscenza del mercato e bisogna essere un esperto nel campo: conoscere il movimento, la bellezza meccanica che letteralmente dà vita all’orologio. È necessario anche considerare dove acquistare il segnatempo e quale garan-

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Sabine Kegel, head of department e senior di

watch Specialist Christie’s Ginevra

zia sarà rilasciata al momento dell’acquisto, oltre che conoscere chi può consigliare per il meglio. Più gli orologi si possono esaminare, tenere tra le mani, toccare e guardare con attenzione, più l’occhio sarà allenato e più la conoscenza dei dettagli e della loro linea temporale prenderà forma. Come si deve comportare chi si avvicina per la prima volta al collezionismo orologiero? Se si è completamente nuovi nel campo del collezionismo, consigliamo di non acquistare un orologio durante il primo anno, ma di parlare con i rivenditori, partecipare a mostre e anteprime delle aste, conoscere gli sviluppi dei prezzi, seguire la community degli orologi su Instagram e iscriversi a una varietà di blog e riviste. Il primo acquisto dovrebbe essere guidato dalla passione, dato che difficilmente ci si separa dal primo orologio comprato, perché ci accompagna attraverso la vita. Si tratta del passare del


tempo, ed è ciò che rende questo tipo di collezionismo così unico e speciale. Quali sono le referenze, i marchi o i modelli più ricercati che mantengono e aumentano il proprio valore? Quando viene chiesto quale referenza vintage di Rolex è in cima alla lista dei desideri del collezionista, la maggior parte delle persone nominerebbe la 6062 “Stelline” (che prende il soprannome dalle stelline che formano gli indici sul quadrante, ndr) anziché, come ci si potrebbe aspettare, un Submariner o Paul Newman Daytona con un quadrante speciale. Ciò che rende questo triplo calendario Rolex così speciale sono il suo design e il fatto che la produzione è stata limitata a poche centinaia di orologi - gli studiosi stimano intorno ai 350 - in 10 anni. Presentata alla Fiera di Basilea nel 1950, la referenza 6062 è uno degli unici due modelli Rolex del periodo a presentare la complicazione del triplo calendario. L’altro è la referenza 8171 “Padellone”. A

5 suggerimenti per mantenere l'orologio al top della condizione CORRETTA CONSERVAZIONE Umidità e polvere sono i principali nemici degli orologi che, quindi, andrebbero conservati in ambienti asciutti e a temperatura controllata. L’umidità può entrare negli orologi, può distruggere i quadranti e far arrugginire i movimenti. I segnatempo dovrebbero anche essere conservati lontano dalla luce che, a volte, può far sbiadire i quadranti neri sui pezzi vintage. ASSICURARE I PEZZI DI VALORE I proprietari dovrebbero assicurare adeguatamente i loro oggetti di valore. Poiché sono beni piccoli e portatili, gli orologi sono spesso oggetto di furto. È quindi utile mantenere una registrazione dei numeri di serie e scattare fotografie ai propri orologi. In molti casi è possibile inviare le denunce dei furti direttamente alle case madri in modo che, se il segnatempo arrivasse da loro per la manutenzione, possa essere restituito al legittimo proprietario. INDOSSERESTE OROLOGI DI VALORE? Che siano vintage o nuovi, i collezionisti amano spesso indossare i loro orologi, anche se solo nelle giuste circostanze. Dipende dall’età dell’orologio: quelli degli anni ‘30 e ‘40 possono essere più sensibili all’umidità, a seconda del design della cassa, mentre spesso con i pezzi dagli anni ‘60 in poi non è necessario preoccuparsi. REVISIONARLI REGOLARMENTE Bisognerebbe far revisionare il proprio orologio ogni pochi anni da uno specialista. In generale, gli esperti suggeriscono di sottoporre a manutenzione ogni tre o cinque anni gli orologi che si indossano spesso. Se si conserva un segnatempo correttamente e lo si indossa solo un paio di volte all’anno, potrebbe non essere necessario eseguire la manutenzione in modo regolare. Pezzi più complessi, come cronografi e ripetizione minuti, possono richiedere un’attenzione più frequente e accurata se usati regolarmente.

Un Rolex della referenza

CONSERVARE I bracciali originali hanno un valore crescente per i collezionisti. A volte hanno importanti caratteristiche estetiche, come quelli realizzati per Patek Philippe, Rolex e altri marchi da Gay Frères. Sempre più collezionisti vogliono avere i loro orologi con i bracciali autentici, sia per il loro aspetto, sia per come vestono al polso. Ma più importanti sono la scatola originale, la fattura, la garanzia e tutti gli altri accessori ricevuti al momento dell’acquisto. Sono tutte parti del Dna dell’orologio e contribuiscono ad aumentare il prezzo che si può ottenere rivendendolo.

6062 “Stelline”

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collezionismo

differenza della 8171, la 6062 è stata alloggiata nell’iconica cassa Rolex “Oyster”, che protegge sia il movimento sia il quadrante da umidità e polvere. La cassa Oyster della metà del secolo ha un diametro ben proporzionato di 36 mm. Oltre a Rolex, l’altro marchio che tende ad aumentare il proprio valore nel tempo è Patek Philippe. Ovviamente Patek Philippe e, in particolare la referenza 2499, è un’altra icona. Mentre la referenza 1518 iniziava a scomparire nel 1951, fu avviata accanto a essa la 2499 ma, mentre la 1518

Un Patek Philippe estremamente prezioso, della referenza 2499

Quindi su quale serie puntare? La prima serie della 2499 è spesso descritta come la più rara e la più desiderabile. Questo perché lo stesso gruppo di orologiai di talento ha contemporaneamente terminato la produzione della referenza 1518 e avviato la nuova 2499, il che significa che sono stati realizzati meno orologi di quest’ultima. In totale, attraverso quattro iterazioni e 35 anni, sono stati creati solo 349 pezzi della referenza 2499, che equivale a circa 10 orologi all’anno. La prima e la seconda serie sono durate solo quattro o cinque anni, rendendole le più rare di tutte. La 2499 più comune è la terza serie, 1960-a1978, che rappresenta circa la metà degli orologi realizzati. La quarta serie, che ha portato la referenza fino al 1985, rappresenta circa un quarto del totale, con alcuni pezzi marcati come 2499/100.

In che modo una casa d’aste e i suoi professionisti «A chi vuole accostarsi a questo mondo consiglio aiutano investitori e collezionisti a scegliere i pezzi migliori? di partecipare a mostre e anteprime delle aste, Christie’s ha un team internazionale di specialisti dell’orologeria, ciascuno esperto in modelli e refee conoscere gli sviluppi dei prezzi» renze di marchi specifici. In questo modo abbiamo una conoscenza ben definita degli orologi e del durò solo 13 anni dal 1941 al 1954, la 2499 sarebbe durata loro mercato e possiamo consigliare i collezionisti nel modo 35 anni, un tempo notevole nella line-up di Patek Philippe, più informato. Condividiamo inoltre le nostre conoscenze tediventando la grande complicazione di riferimento del marnendo regolarmente conferenze e partecipando a tavole rochio. La prima serie della nuova referenza 2499 condivideva tonde in tutto il mondo. alcune caratteristiche comuni con la 1518: i pulsanti quadrati, Di recente abbiamo pubblicato il libro My Time, che mostra le lancette, il quadrante e le cifre arabe applicate. Il design circa metà della straordinaria collezione di orologi di Sandro della cassa, tuttavia, era stato trasformato con una forma più Fratini, il più grande collezionista italiano. Un insieme di all’avanguardia, dalle dimensioni aumentate, che le davano 1.200 segnatempo che non è stato mai visto da nessun memun’estetica più moderna e una maggiore presenza al polso. La bro della comunità degli appassionati. 2499 ha avuto quattro iterazioni e il livello di rarità dipende Il libro ha stimolato l’entusiasmo all’interno di questa comuda quale serie si considera. Per esempio la scala tachimetrica nità e ha sottolineato il fatto che Christie’s ha un accesso priè stata omessa dal quadrante delle serie 3 e 4, il che è insolito, vilegiato ai tesori nascosti. Inoltre, conoscendo i propri clienti, dato che l’orologio ha una funzione cronografica. Altri fattori il loro gusto e la loro collezione, è possibile aiutarli a trovare da considerare includono il tipo di oro o di metallo utilizzato i pezzi migliori che potrebbero rendere queste collezioni davnella realizzazione e se il nome del rivenditore appare o meno vero uniche. sul quadrante.

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piaceri

collezionismo immobiliare

Quasi quasi mi faccio la casa e

la seconda è meglio della prima di Marina Marinetti

Comprare o affittare? Dipende da vari fattori, ma in primis conta il posto. E per chi ha già una casa che non utilizza più c'è sempre la carta degli affitti brevi

C'

è la prima casa, che come il primo amore non si scorda mai, e spesso c’è n’è anche una seconda, che spesso si ama e si coccola più della prima. E se non c’è, vorremmo che ci fosse, ma siamo indecisi tra l’acquisto e l’affitto. Oppure vorremmo che non ci fosse, perché il gioco non vale più la candela. In ogni caso i numeri parlano chiaro: il 18% delle case esistenti in Italia non sono abitazione principale e ci sono nove milioni di “seconde case” (a volte pure terze e quarte) tra abitazioni di vacanza, immobili in affitto o sfitti. Il tema, insomma, è caldo. E tutt’altro che stagionale. Acquistare o affittare? Questo è il dilemma Abbiamo trovato un luogo incantevole per i nostri momenti

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di relax e vogliamo tornarci più spesso possibile, ma in un ambiente gradevole, personalizzato. E senza ogni volta dover organizzare una sorta di piccolo trasloco. A questo punto si impone una scelta tra l’acquisto e la locazione, che non dipende solo dalle nostre disponibilità finanziarie. Intanto perché affittare o affidarsi a un mutuo, coi tassi ai minimi, non fa molta differenza. Piuttosto, c’è da valutare se quel posto meraviglioso che adoriamo potrebbe, tra qualche anno, non essere più in cima alla lista dei desideri (nostra e degli altri turisti). Se temiamo la disaffezione, meglio sicuramente affittare. Oppure, al contrario, se pensiamo che nella località il turismo non possa che incrementare (e quindi l’immobile potrebbe anche essere messo a reddito), vale la pena farci un pensiero, sull’acquisto. In ogni caso, come


qualunque investimento, va ben ponderato. E quindi? Se nell’era dell’iperinflazione la rivalutazione nominale media degli immobili è stata superiore al 20% l’anno, dai cinque agli otto punti più di BoT, titoli di Stato a lungo termine e azioni e le case sono state l’unico investimento che abbia avuto un rendimento reale medio positivo al netto dell’inflazione, oggi le cose sono cambiate radicalmente. L’inflazione è bassa e la rivalutazione degli immobili anche. Perché è vero che i prezzi stanno crescendo, ma di percentuali inferiori al punto, ed è altrettanto vero che il mito del prezzo delle case sempre in crescita è stato sfatato da una delle crisi più dure: quella innescata a partire dal 2008, dalla quale siamo appena usciti. Comprar casa impegna risorse notevoli ed è un investimento illiquido e difficilmente smobilitabile (perlomeno non in tempi stretti), quindi meglio andarci coi piedi di piombo. Per chi vende case (vedi box "Meglio comprare" nella prossima pagina), l’acquisto di una seconda casa possa essere una buona scelta in un'ottica di ritorno economico futuro, mentre chi si occupa di formazione finanziaria (vedi riquadro a fianco) sostiene invece sia meglio affittare. Come dice il proverbio, “scegliendo il consigliere hai già preso la decisione”. E a dirla tutta, alcune scelte si fanno con la pancia, più che col cervello. C'è anche una terza via Che siate proprietari di una seconda casa che magari non usate tutto l’anno, che ne abbiate ereditata una e non sappiate che farvene, che stiate meditando di fare il grande passo e acquistare un appartamento in una località di villeggiatura o in una città a vocazione turistica, perché non ricavarne anche del reddito? Secondo Halldis, che gestisce più di 2.000 proprietà in 25 località in Italia ed Europa per conto dei proprietari, affittate per uso turistico o motivi di lavoro (oltre 27 milioni di euro il volume d’affari nel

Meglio affittare

M

eglio l’acquisto o l’affitto? Nicola Zanella di YouInvest non

ha dubbi. Ha ipotizzato il caso di una famiglia che ha in banca 60mila euro vuole comprare un appartamento da 180mila euro accendendo un mutuo. Secondo il modello di prevedibilità dei rendimenti pubblicato nel 2015 da Zanella nel Journal of Wealth Management, dopo 22 anni il valore dell’immobile sarà di 238.057

Certe tentazioni sono irresistibili. Come quella di comprar casa nei posti incantevoli delle nostre vacanze.

Salvo poi dover fare i conti con costi di gestione non sempre sostenibili. Male che vada, c'è sempre l'affitto... anche breve.

euro, con un minimo di 166.099 euro e un massimo di 329.161 euro. Se la famiglia avesse optato per l’affitto, investendo in azioni italiane, la ricchezza finanziaria finale sarebbe invece di 407.093 euro, con un mini-

2018), in Italia un milione di immobili potrebbero essere locati secondo la formula degli affitti brevi. Ciò genererebbe un guadagno per i proprietari di 1,8 miliardi. I numeri sono impressionanti: su un totale di 34,4 milioni di abitazioni, quelle principali sono 19,8 milioni, le seconde case 5,7, quelle già locate 2,8 e quelle disponibili sul mercato 6 milioni. Poi c’è quella fetta di mercato immobiliare legato ai cosiddetti crediti deteriorati (NPL – Non Performing Loans), che la Banca d’Italia quantifica in circa 350 miliardi di euro. Se solo il 15%, degli NPL trovasse una soluzione di reddito attraverso il mercato dell’affitto a breve

mo di 72.653 euro e un massimo di 1.176.891 euro. «Si può dire che per coloro che consapevolmente decidono di rimanere in affitto nonostante la loro capacità di risparmio, l’affitto rappresenta un costo e quindi del “denaro buttato via”, come spesso si dice», spiega Zanella. «Ma viene più che controbilanciato dal fatto che questa scelta permette di mantenere una più alta capacità di risparmio e di investire i risparmi in beni con un profilo rischio/rendimento differenti da quelli degli immobili, magari migliori». Vale la pena pensarci.

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piaceri

collezionismo

Secondo una ricerca di Halldis, mettendo a reddito le case sfitte con locazioni a breve termine si metterebbe in moto un sistema economico da 4,1 miliardi di euro termine, si potrebbe tradurre in almeno altri 50-60 mila immobili potenzialmente da inserire nel settore degli affitti brevi, facendoli gestire da società specializzate di Property Managers. Secondo Halldis, appunto, considerando le case disponibili, le seconde case utilizzate sempre meno dai proprietari per le loro vacanze e il mondo degli NPL, è possibile ipotizzare che il mercato degli affitti brevi possa interessare almeno 1 milione di immobili che, se fossero messo a reddito farebbe guadagnare i proprietari, lo Stato e l’economia complessiva. Se ci calcola un incasso medio annuo per i proprietari di 2.300 euro (dati Airbnb, una media che va da Milano a Siracusa, da Firenze a Savona), il guadagno per i proprietari sarebbe pari a 2,3 miliardi. Se si sottrae il corrispettivo del 21% della cedolare secca pari a 483 milioni di euro, ai proprietari rimarrebbe un netto di 1,8 miliardi di euro al netto delle imposte. Per l’economia italiana, sostiene Halldis, ci sarebbero ricavi complessivi per 4,1 miliardi di euro tra tasse, indotto su ristoranti, bar, musei, negozi, il ricavo complessivo per il sistema economico raggiungerebbe i 4,1 miliardi. «Abbiamo di fronte una grande opportunità per il nostro Paese», afferma Vincenzo Cella, managing director di Halldis: «Accettare o meno la sfida che una domanda in continua crescita, spesso internazionale, ci sta ponendo. Se l’accettiamo, abbiamo un sistema win-win dove le famiglie hanno una nuova fonte di reddito, lo Stato ha un ritorno di imposta maggiore di quanto ottiene oggi, l’economia intera sarebbe coinvolta, sia per i lavori necessari per ricollocare sul mercato questi immobili (messa a norma di impianti, ristrutturazioni, ri-arredo degli appartamenti), sia per tutto l’indotto che ne consegue per trasporti, ristoranti, musei eccetera. Col conseguente aumento di posti di lavoro che creano ulteriori

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circoli virtuosi». Per non parlare dei piccoli borghi semiabbandonati: «Gli affitti brevi possono servire anche, se non soprattutto, alla riqualificazione di borghi e comuni depressi, dove molti immobili sono inutilizzati», interviene Alberto Melgrati, CEO di Halldis . «Un utilizzo minimo, se non proprio nullo di questi immobili sul territorio ha un impatto negativo fortissimo sulle stesse località, tanto da metterne in discussione la stessa sopravvivenza. Ecco allora che un cambio di direzione che porti ad un utilizzo di questo enorme portafoglio immobiliare aprendolo al mondo delle permanenze temporanee potrebbe essere una giusta soluzione, importante per centinaia di migliaia di famiglie e alternativa per soggetti istituzionali in possesso di immobili di difficile ricollocazione attraverso il mercato più tradizionale».

Meglio comprare

P

rezzi delle case in calo,

cui paga ogni anno la ce-

tassi ai minimi, boom

dolare secca al 21% (1.764

del mercato degli affitti:

€ all’anno). Detratte dai

sono tante le ragioni per

canoni lordi tasse, spese

valutare l’acquisto di una

di manutenzione straordi-

seconda casa. Che può

narie (che vanno sempre

tradursi anche in un inve-

messe in conto) Imu e Tasi,

stimento. È la tesi che l’Uf-

in tasca gli restano 5224

ficio Studi Tecnocasa ha

euro l’anno, vale a dire

voluto dimostrare, immagi-

quasi 78.500 euro, dopo

nato una famiglia con una

15 anni. E se avesse inve-

somma di 237mila euro

ce acquistato un Btp a 15

da investire in un bilocale

anni? Con un rendimento

situato in una zona semi-

netto dell’1,93%, l’investi-

centrale di Milano, con un

tore a fine periodo avrà in-

orizzonte temporale di rife-

cassato meno della metà:

rimento di 15 anni. L’acqui-

appena 30.300 euro. Una

rente decide poi di affittarlo

differenza netta tra i due

stipulando un contratto di

investimenti, con l’immobi-

locazione con un canone

le che rende oltre 48 mila

di 700 euro al mese, su

euro in più rispetto al titolo.


ph. ales&ales


soldi

Conto deposito, perché ora è davvero "interessante"

di Riccardo Venturi

U

n conto che offre un rendimento più alto rispetto al normale conto corrente, in cambio del vincolo per il risparmiatore a non riprendersi le somme depositate per un certo periodo di tempo: più lungo è il periodo, maggiori sono i tassi di interesse. È il conto di deposito, che si può paragonare a un salvadanaio dove mettere la liquidità in eccesso, vincolandola per 6, 12, 18 mesi o per periodi più lunghi, e ottenendo in cambio un rendimento crescente. Sul conto deposito però non è possibile effettuare alcuna operazione bancaria, a eccezione di versamenti e prelievi – almeno questa è la regola, anche se ci sono banche online che offrono in abbinamento al conto deposito le funzioni di conto corrente, ma con tassi di interesse più bassi. I conti di deposito stanno tornando di moda perché i tassi di interesse proposti dalle banche hanno ripreso a crescere dopo un periodo nel quale sono stati molto bassi. Oggi alcune proposte sono tornate a un 2 per cento lordo di interessi per chi vincola i soldi per 12 mesi; nel 2018 il tasso medio offerto era dell’1,2 per cento. Probabilmente i rendimenti dei conti di deposito continueranno ad aumentare nei prossimi mesi: gli esperti vedono

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Dopo un periodo di tassi bassi, oggi questo tipo di conto torna ad essere appetibile. Ma come funziona? E perché nei prossimi mesi potrebbe tornare a essere uno dei prodotti più richiesti, complice l'addio di Mario Draghi? che le banche sono alla ricerca di liquidità alternativa, e ritengono che l’aumento dei rendimenti si estenderà a tutti i player del mercato. Il motivo è che le banche si trovano ad affrontare una situazione difficile: la frenata dell’economia, il rischio Paese che ha fatto crescere lo spread BTp/Bund, la vicina scadenza della presidenza di Mario Draghi alla Bce che porta con sé da un lato la fine del quantitative easing (l’acquisto dei titoli di stato dei paesi dell’area euro con i fondi della Banca Centrale Europea) da lui voluto, dall’altro l’incertezza sulle aste di rifinanziamento delle stesse banche (Tltro, Targeted Longer-Term Refinancing Operations). In periodi difficili come questo le banche fanno più fatica a trovare risorse sui mercati delle obbligazioni, e quindi cercano liquidità presso i risparmiatori, anche con offerte più vantaggiose sui conti di deposito. Non per niente, secondo dati della Banca d’Italia aggiornati a tutto il 2018, le obbligazioni emesse dalle banche italiane sono scese del 12% a 56,8 miliardi di euro, mentre l’ammontare complessivo dei depositi in conto


corrente è cresciuto del 4,7% a 1.109 miliardi. Maggiori sono le difficoltà delle banche, più alti diventano i tassi di interesse dei conti di deposito: nel 2012, in piena crisi del debito sovrano, con lo spread che aveva toccato il suo massimo storico a 574 punti, erano arrivate a offrire un tasso lordo del 4,8 per cento, proprio a causa della difficoltà di rifinanziarsi sul mercato interbancario. L’avvento di Mario Draghi con il cosiddetto bazooka, cioè il quantitative easing con l’aumento della moneta in circolazione, l’immissione di liquidità e l’acquisto di titoli di stato e obbligazioni, ha permesso di abbassare spread e tassi di interesse, e così i rendimenti offerti dai conti deposito sono scesi al minimo, tanto da non riuscire nemmeno a difendere i risparmi dall’inflazione. Ma oggi il ritorno delle difficoltà bancarie sta rendendo nuovamente interessanti i tassi di interesse dei conti deposito. Gli istituti meno conosciuti cercano di accattivarsi la clientela, per esempio accollandosi l'imposta di bollo, e quindi elevando dello 0,2% il rendimento netto. Nessuno invece sfugge alla tassa del 26% sugli interessi, applicata a qualunque tipo di investimento. Di norma i tassi sono inversamente proporzionali alla solidità della banca che li offre. Questo è bene considerarlo, anche se i capitali depositati fino a 100mila euro sono tutelati dal Fondo di garanzia dei depositi, mentre per importi maggiori è buona norma diversificare tra più istituti. Anche con le banche non particolarmente in salute si può quindi stare tranquilli, perché la norma sulla tutela dei depositi non protegge “i depositi per i quali il depositante ha ottenuto dalla banca, a titolo individuale, tassi e condizioni che hanno concorso a deteriorare la situazione finanziaria della banca” ma protegge invece i conti offerti

Mario Draghi, presidente uscente della banca centrale

Non c'è da temere anche per quanto concerne la solidità del sistema che, pur attraversando un momento complicato, rimane tutelato al pubblico a condizioni uguali per tutti, come sono appunto i conti deposito, coperti dal Fondo di Garanzia. I conti di deposito sono tornati in auge anche per la sempre più scarsa appetibilità dei titoli di Stato, compreso l’aumento del rischio, su cui ha pesato il downgrade del rating italiano da parte di Moody’s. Ci sono risparmiatori che a fine 2018 sono andati in banca per acquistare BTp e si sono sentiti dire che, per il loro profilo, l’emissione del BTp Italia presenta un livello di rischio eccessivo. Non solo: agli aspiranti possessori di titoli di stato italiano è stato richiesto di sottoscrivere una manleva con cui dichiarano di scaricare dalla banca la responsabilità del rischio legato all’investimento. Con questi chiari di luna, si capisce come i risparmiatori abbiano riscoperto l’interesse verso i conti

europea

deposito. Anche perché, da tre anni, esiste una forma aggiuntiva di protezione dei depositi. Si tratta dei cosiddetti saldi temporanei elevati, vale a dire importi superiori a centomila euro per i quali la legge prevede una tutela rafforzata a fronte delle esigenze sociali ad essi legati. Il limite di centomila euro non si applica, nei nove mesi successivi all'accredito o al momento in cui divengono disponibili, ai depositi di persone fisiche aventi ad oggetto importi derivanti da operazioni relative al trasferimento o alla costituzione di diritti reali su unità immobiliari adibite ad abitazione, divorzio, pensionamento, scioglimento del rapporto di lavoro, invalidità o morte, pagamento di prestazioni assicurative, di risarcimenti o di indennizzi, in relazione a danni considerati dalla legge come reati contro la persona o per ingiusta detenzione. Si vuole evitare che un depositante venga colpito dal dissesto per depositi che hanno origine da fattispecie importanti come quelle indicate. La copertura superiore a centomila euro vale solo trascorsi nove mesi dal momento del deposito o dell'intervenuta disponibilità di quelle somme. Scaduti i nove mesi, queste sono trattate come tutte le altre e il limite torna a centomila euro complessivi.

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Enigmistica Orizzontali 1. Un grande poeta ermetico italiano 9. In termini militari precedono il grosso delle truppe 19. Fa coppia con la cicala di una famosa fiaba 20. Un evento che rivela un intervento sovrannaturale 22. Scatta allo stadio 23. La carta speciale usata dai salumieri 25. Lavorò con Totò in Totòtruffa (iniziali) 26. Analizzare attentamente 28. L’istituto nazionale che si occupa del censimento 29. Quello cerebrale è causato dalla rottura di un vaso sanguigno 32. Lo era … l’oncle di Jacques Tati 33. La voce di Velvet Underground, musa di Andy Wharol 36. Pietra di colore bianco lattiginoso 38. Il cane di Ulisse che morì dopo il suo ritorno a Itaca

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41. Il milite sepolto all’Altare della Patria 43. Il permesso dall’autorità religiosa per le opere religiose 47. Quello informatico altera le funzioni del computer 49. Nasce dal Monviso 50. Percussioni classiche di origini africane 51. La reggia Reale”che si trova alle porte di Torino 53. Me in francese 55. Il gatto con gli occhi a mandorla di colore blu-azzurro 57. Un’opera lirica di Giacomo Puccini 58. Il tetto massimo previsto per una spesa 61. Quelle musicali non si possono… lavare 62. Sono ottimi con le uova ma anche nel risotto 64. Il movimento politico che si opponeva al cardinale Mazzarino 65. Chiude ogni preghiera 66. Il marchio del lusso creato da Giulia Ligresti 67. La Gardner diva del cinema che sposò Sinatra

Il gusto di giocare

69. Il regista Gianfranco Rosi lo ha definito “sacro” in un suo documentario 70. Si valuta sempre con i contro 71. Quello Pontificio ha un proprio assistente 73. Il dio egiziano con la testa di cane 74. Quello Adriatico naviga in mezzo alle pratiche assicurative 76. Un famoso dirigente sportivo italiano (iniziali) 77. Rivolto nella direzione di un punto cardinale 78. Cose da nulla prive di valore

Verticali 1. L’oggetto volante non identificato 2. Procurano un guadagno agli armatori 3. Quello porcellanato è una ceramica a pasta dura 4. Lo è il livello opposto a quello agonistico 5. La santa di Cascia 6. Strage con un numero impressionante di caduti 7. Il cuore delle patate


8. Imperia sulle automobili 9. Il leggendario re della Tavola Rotonda 10. La nave…. felliniana 11. Un micidiale colpo del tennista 12. Era il noi dei latini 13. Un termine che indica fascino, eleganza e sensualità 14. Adamo è stato il primo 15. Volano soltanto per i creduloni… 16. Il nome d’arte del cantante Rosalino Cellammare 17. Di lui si conosce soprattutto la… figlia! 18. Un brano di grande successo dei Duran-Duran 21. Nel 2010 conquistò il Triplete con Mourinho 24. La casa produttrice della Duna e della Ritmo 27. Nel 1950 il Papa ne indisse uno Santo 30. Un circolo esclusivo riservato ai soci 31. Il torrente che da il nome al comune di San Lazzaro (Bo) 34. La farina migliore 35. Si inserisce nel telefono cellulare 37. Parte di territorio che si abbraccia con lo sguardo 39. Malanno che trae origine dal naso 40. Si scorrono con la mano recitando il rosario 42. La moto di Marquez e di Valentino Rossi 44. Cosmetico usato per le ciglia 45. Il re di Troia che morì alla caduta della città 46. Infinitamente vasto ed esteso 48. Gestiva i telefoni prima della Telecom 51. I semi che compongono certi oli 52. La prima lettera dell’alfabeto greco 53. L’indimenticata Marylin 54. Il nome dell’attrice Di Benedetto 56. Di fisico gracile e fragile 57. L’Hector autore di “Senza Famiglia” 59. Il cuore del diario 60. Il Riccardo che cantava con i Pooh 63. Un tipico raviolo piemontese che si chiude con un “pizziccotto” 67. Un codice bancario 68. Quello “santo” è dolce e liquoroso 70. Quello greco vale 3,14 72. Un operatore logico 73. L’autore di “Sostiene Pereira” (iniziali) 74. Il regista de “Il medico della mutua” (iniziali) 75. Nel centro del podere

Sodoku

Completare lo schema in modo che ogni riga, ogni colonna e ogni riquadro contenga le cifre da 1 a 9 senza ripetizioni.

Rebus Frase 9,10,3,5

Anagrammi (Sulle orme di Canaletto) Camminando per le calli di Venezia ho fatto una lunga xxxxxxxxxxx nei luoghi immortalati dall’artista che divenne ai suoi tempi, il più famoso xxxxxxxxxxx

(La seconda chance) Che un concorrente che è stato eliminato in qualche caso si possa xxxxxxxxx non dico che sia ingiusto né sbagliato però il motivo è sempre meglio

Frase 11,2,6,10

Sciarada

(Memoria corta)

Xxx la tua festa Mario oggi è venuto ma si è scordato di comperarti un yyyy e ora lo vedi che è lì mortificato e non sa come chiederti xxxyyyy

Zeppa

(Vita d’artista)

Pur non famoso per le sue doti xxxxxx a 15 anni Bach erà già un xxxyxxx

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enigmistica

a cura di Gianfranco “Brambo” Brambati

Vacanze differenti

Ci sono 15 piccole differenze tra l’immagine in alto e quella in basso. Riuscirete a individuarle tutte?

Chi la canta?

Accoppiate a ogni canzone il suo interprete . Alla fine le iniziali daranno il titolo di un album di Franco Battiato

1. Come Thelma e Louise 6. Deborah 2. Un emozione da poco 7. Le divagazioni 3. Se mi vuoi lasciare 8. Caravan Petrol 4. Se telefonando 9. Una carezza in un pugno 5. Dimmi come 10. Il clarinetto Celentano – Mina – Leali – Antoine – Oxa - Carosone – Giorgia - Alexia - Michele

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Le coppie

Cancellare tutte le coppie di immagini presenti nel disegno. Le iniziali di quelle rimanenti, prese nell’ordine, formeranno il nome di una pianta erbacea.

I quadrati magici Le 18 parole risultanti dalle definizioni date dovranno potersi leggere tanto in orizzontale quanto in verticale.

I calcoli curiosi

Eseguite le operazioni inserendo i numeri delle definizioni date

- Il famoso amaro Isolabella prodotto dall’Ilva di Saronno - Un modo particolare di portare il cappello - È per antonomasia il giorno in cui si prende lo stipendio - La Radio che trasmette un famoso “Zoo” - Il massimo voto con cui ci si può laureare - Tanti sono i tasti di un pianoforte - Il giorno di Settembre reso famoso dall’Equipe 84

+ + + + + + =

I “Colpi” di un celebre film di Truffaut - I “...minuti per morire” del secondo film “Die Hard” - Un famosissimo modello della Porsche - La “route” che collega Chicago a Santa Monica - Il numero di giri del piatto, per gli LP in vinile - Gli anni di solitudine narrati da Garcia Marquez - La biglia nera che a Carambola può decidere la partita - La durata in ore della più famosa gara di Les Mans La cilindrata del motore Harley Davidson “Evolution”

+ + + + + + =

1. La pelliccia di coniglio 2. Lo è un luogo piacevole, gradevole, delizioso 3. È composto da 5 linee parallele 4. Una importante fabbrica di microprocessori 5. Vi ha sede l’Aprilia 6. La lingua persiana per i… persiani 7. Il Delon attore francese 8. Sinceramente addolorato per un errore 9. Formava un duo musicale con Art Garfunkel 10. Inutile, inconsistente, vuoto 11. Il rivoluzionario francese assassinato nel bagno 12. Reggono i ceppi nel camino 13. L’Armata italiana mandata in Russia nel 1942 14. La corona del Papa detta anche Triregno 15. I migliori sono quelli su misura 16. La classica pancetta inglese 17. Era un concorso basato sulle corse dei cavalli 18. Estremamente poveri

Vero o falso? 1. Fu il padre che spinse Claude Monet a dedicarsi alla pittura? 2. Pelè non è mai riuscito a vincere la Coppa America?

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LE RAGIONI DEL GOSSIP

a cura di Monica Setta

“Magna, bevi e... posta”: la dolce vita della Roma attovagliata è un duro lavoro da condividere sui social Tra nuove aperture e locali storici, tra foto al menu e immagini del backstage, tra veri vip e aspiranti tali, la movida della capitale si consuma davanti al cibo. Ecco la mappa dei ristoranti preferiti dalle celebrità

C

i sono i ristoranti blindati come il Tazio di Palazzo Naia-

nografico ristorante situato nella riservatissima via Plana a due pas-

di, nella centralissima piazza della Repubblica a Roma,

si da Piazza Euclide, Gina è meta di volti noti dello show biz come

dove il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Sal-

Matilde Brandi o Samantha de Grenet ma anche Belen con Stefano

vini ha cenato con la fidanzata Francesca Verdini nella

de Martino ed il piccolo Santiago. La business community pranza

prima uscita ufficiale dopo l’anteprima del film Dumbo di Disney. O

invece da Madre. Nella splendida cornice del Roma Luxus Hotel si

il nuovo Verve, una “costola” di Renzo Valeriani, patron dell’esclu-

trova, infatti, un giardino rigoglioso, una dimora luminosa calda e

sivo Madre che ha portato in cucina Adriano Magnoli e Antonella

accogliente, che come una madre ci accompagna in ogni momento

Mascolo aprendo le porte di

della giornata, dalla colazione

un locale ad alto tasso di gos-

fino a tarda notte. L’atmosfera

sip patinato.

è ospitale e rilassante, il tem-

Mercoledì 8 maggio nella se-

po sembra scorrere lento.

rata inaugurale ecco la Roma

Manager, banchieri e impren-

pariolina

indiscutibilmente

ditori sono il target di questo

glam rappresentata da Mi-

locale che piace tanto anche

chela Quattrociocche, Pippo

alla bella Fanny Cadeo che ci

Inzaghi e tanti altri vip. Qui,

porta la mamma Rosanna e la

si prenota un tavolo in bella

piccola figlioletta Carol.

mostra per farsi vedere o per

Altro posto da provare è il

postare poi la foto sui social

Ginger Sapori e Salute al Pan-

isolando elementi del menu

theon, un luogo dove il cibo

o immagini del backstage.

è convivialità, è il piacere di

Insomma, andare a cena in

stare con la famiglia, gli ami-

certi casi è un vero e proprio

ci e le persone che si amano.

mestiere.

Prodotti locali, frutta esotica,

A parte le novità, esistono lo-

verdure di stagione, carne e

cali nella capitale dove è un

pesce freschi, spezie e l’olio

must fare tappa almeno una

extravergine di oliva: tutto ciò

volta. La movida radical e

DALL’ALTO: DARIO ASARAPATRON E SHARON LANDERSZ; RENZO VALERIANI ED ELEONORA SPAGNOLI

chic di viale Parioli si ritrova da

che Sharon Landersz, chef di Ginger mette nel piatto è selezio-

Palmerie a piazza Ungheria, fusion, asiatique in salsa borghese. Ci

nato con impegno per offrire il meglio. Il “qualitel” del menu è di

puoi trovare Luca di Montezemolo ma anche Francesco Totti con

tutto rispetto.

Ilary Blasi, Elisabetta Gregoraci e Melissa Satta.

Ma su tutti adesso che arriva la bella stagione si staglia la sola ter-

Restando in area Parioli i veri vip puntano sull’Euclide di Vito Trica-

razza con piscina affacciata sui tetti di Roma. Il 1° maggio Niko Si-

rico che accoglie Gianni Morandi, Andrea Carnevale, Maria Monsé,

nisgalli e la moglie Maria Rosito hanno inaugurato il Posh del Tazio.

Penelope Cruz e perfino Antonio Banderas. Al primo piano nobi-

Tavoli bianchi, cocktail favolosi e cene a base di ostriche e aragoste

le del ristorante pizza con lievito madre e mozzarella di Gioia del

a bordo piscina come non accade in nessun altro ristorante della

Colle servita su piatti di porcellana in un contest dove prevalgono

capitale. La perla dei Sinisgalli è già opzionata da ricchi arabi ame-

rose bianche, lilium e trionfi di peonie rosa fucsia. Tra Nina’s e Gina

ricani e russi. Cenare al Posh non è alla portata di tutte le tasche ma

scende il primo mentre il secondo è sempre sold out. Piccolo e sce-

è una esperienza rara. E per viverla non si bada a spese of course...

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