Summer Giugno2018

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BUSINESS/Come gestire, finanziare e comunicare l’impresa: modelli e soluzioni dalle pagine di Economy

summer

summer

Food&Travel • Lifestyle • Business • Playing.

SARDEGNA

COAST TO COAST Un’auto-icona senza tempo. Un’isola da scoprire. Un viaggio mozzafiato

Giugno 2018

TRAVEL

PLACE TO BE

LIFESTYLE

ENIGMISTICA

La terra promessa del golf: ecco i migliori impianti sardi

Mangiare, bere, scoprire, guida agli indirizzi migliori

I top brand dello yacht design: in barca il lusso parla italiano

FOOD&WINE

PERSONAGGI

WISHLIST

Non solo Vermentino e Cannonau: i vitigni autoctoni da scoprire

La regina del jet-set Alba Parietti ci racconta la “sua” Sardegna

Accessori e outfit per una vacanza all’insegna dello stile

Parole, numeri e immagini: i giochi di Gianfranco Brambati Y IO GG CONOM A M EE A O IAL TA PI SPEC FLOTDI O C ONE R LA MAL IZI ED

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editoriale

ANELLI FATATI

ESTATE, è ora di ricaricare le pile e rilanciare, ma sul serio, il turismo

P

DI SERGIO LUCIANO

er gli italiani – dicono i sondaggi – la Sardegna è la regione più desiderata come meta delle vacanze; ma non lo è quando si tirano le somme della stagione turistica. Perché? Perché di fatto è sempre finora rimasta una destinazione a numero chiuso, con trasporti costosi e limitati, nonostante il recente potenziamento dei collegamenti marittimi dovuto all’iniziativa del Gruppo Grimaldi, peraltro osteggiata da una concorrenza asimmetrica e sleale. Ma è tutta l’Italia a subire una specie di “gap” normativo, infrastrutturale e organizzativo che frena il pieno sviluppo della risorsa-turismo, nonostante già rappresenti, compreso l’indotto, il 12% del Pil. Ad esempio: perché i cinesi desiderano innanzitutto venire in Italia, quando pensano all’Europa, e poi invece si affollano in Germania? Banalmente, perché per la Germania trovano molti più voli... Leggendo però l’inedito “contratto” con cui la maggioranza 5stelle-Lega è riuscita a formare il governo, L'ITALIA SUBISCE UN GAP il cuore si allarga alla speranza, NORMATIVO,INFRASTRUTTURALE perché al turismo viene data E ORGANIZZATIVO CHE FRENA una centralità inedita, con LO SVILUPPO DI UNA RISORSA la promessa di ripristinare, CHE RAPPRESENTA IL 12% DEL PIL gradualmente, un ministero “ad hoc”, dotato di portafoglio. Si vedrà. Anche Federalberghi ha riscontrato nei piani “giallo-verdi” alcuni spunti promettenti: «Siamo d'accordo al 100% sul contratto» ha detto il presidente Bernabò Bocca, apprezzando tra l’altro la tassazione delle agenzie straniere di prenotazioni turistiche e l’abolizione della tassa di soggiorno. Speriamo. Come c’è da sperare che la concorrenza nei trasporti per la Sardegna venga tutelata meglio. Intanto, è iniziato quel periodo dell’anno in cui è cosa buona e giusta riposarsi e divertirsi: ed Economy non voleva ignorarlo. Così è nata Economy Summer, un’edizione speciale del nostro mensile, un omaggio per i viaggiatori delle linee Grimaldi, che tra l’altro è socio della nostra casa editrice. Un giornale diverso dal “papà”, di cui ripropone una parte dei contenuti presenti nell’edizione in edicola, arricchendola però con molti altri temi… da vacanza. Appunto.

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GIUGNO 2018

013 FOOD&TRAVEL

035 LIFESTYLE

summer Edizione speciale per Grimaldi Lines Direttore responsabile Sergio Luciano

016

SARDEGNA ON THE ROAD

Un’auto, un’isola, un viaggio magico

036

YACHT DESIGN

020

18 BUCHE VISTA MARE

038

WEDDING TRAVEL

024

L’ISOLA NEL BICCHIERE

040

IL PERSONAGGIO

026

PLACE TO BE

042

OCCHIALI DAL 1878

028

LA TAVOLA RACCONTA

044

STOFFA DA PASSERELLA

030

A PIEDI PER IL MONDO

046

UN MONDO DI BORSETTE

Benvenuti nella terra promessa del golf Vermentino e Cannonau? Non solo Mangia, bevi, scopri: tutti gli indirizzi Le confessioni di un ristoratore

In viaggio dalla Scozia al Giappone

Il lusso in barca parla italiano Sposarsi in Italia, le top destination Alba Parietti racconta la sua Sardegna Per Lozza un compleanno da ricordare Schmid conquista l’alta moda a Parigi Ecco le creazioni di Alexandra Chiolo

Coordinamento Marina Marinetti Caporedattore Francesco Condoluci In redazione Marco Scotti, Riccardo Venturi Contributors Ugo Bertone, Giuseppe Corsentino, Valerio Malvezzi, Monica Setta, Franco Tatò Hanno collaborato Alessandro Belluzzo, Granfranco Brambati, Oreste Ferrari, Giuliana Gemelli, Marco Gemelli, Alessandro Luongo, Franco Oppedisano, Vincenzo Petraglia, Alfonso Ruffo, Davide Schiavon, Luca Sciortino, Elisa Stefanati, Gianluca Zapponini Partnership editoriali Aifi; Assocamerestero; Confprofessioni; Federmanager; Università Carlo Cattaneo Liuc; HRCommunity; ilsussidiario.net; Reputation Manager

051 ECONOMY

Grafica e impaginazione Raffaela Jada Gobbi, Liliana Nori

087

PLAYING

053

CYBER-CRIMINE, CHI CI DIFENDERÀ?

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800 CAVALLI IN ACQUA

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TASSE&TAGLI, PARLA BALDASSARRI

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“NUDA” (QUASI) DA PISTA

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TIPI (E TIPE) DA SPIAGGIA

Pirelli 1900, l’ammiraglia Tecnorib

067

IMPRESE, LE FINANZIA BRUXELLES

070

MEDIA, L’OPINIONE DI DE BORTOLI

072

LIBRI, COMUNICANDO S’IMPARA

092

LEISURE TIME

073

ARTE, LE REGOLE DEL MERCATO

093

PENNE ALLA DIVERTITA

096

ECO-ENIGMISTICA

074

L’ITALIANO CHE “NUTRE” YALE

076

IL ROSSO CHE PIACE AI TEDESCHI

077

STARTUP/MOMO, IL GENIO DI CASA

079

WELFARE, GENITORIALITÀ&LAVORO

082

CONSUMI/INTEGRATORI, È BOOM

084

RESORT, IL VILLAGE È PIÙ “FORTE”

Ducati Scrambler 1100 ai raggi x

La wishlist per un’estate alla moda Orologi per chi ha classe... e polso Rimpianti Mondiali? Buona lettura! Giochiamo con Gianfranco Brambati

Segreteria di redazione Monia Manzoni Sito web www.economymag.it Comitato scientifico Marco Gay, Anna Gervasoni, Fernando Napolitano, Giulio Sapelli, Antonio Uricchio Presidente e A.D. Giuseppe Caroccia Consiglieri Costantino Baldissara, Sergio Luciano Editore incaricato Domenico Marasco Responsabile commerciale Marco Bartolini Casa editrice Economy s.r.l. Piazza Borromeo 1, 20123 Milano Tel. 02/89767777 Registrazione Tribunale di Milano n. 101 del 14/03/2017

Economy è un marchio registrato da

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Stampa

Stampa Rotolito. S.p.a 20063 - Cernusco sul Naviglio (MI)



agend

DIARIO DI BORDO

15-17 giugno

15-17 giugno

Festa del Gusto

Isolabirra

In una calda serata estiva una birra fresca è quello che ci vuole per creare la giusta atmosfera. Meglio ancora se la birra è artigianale, e se c’è la possibilità di scegliere tra le offerte di 12 birrifici italiani e internazionali. A rappresentare il panorama brassicolo locale, il Birrificio Mezzavia di Selargius, reduce dal Brussels Beer Challenge 2018 dove ha sbaragliato la concorrenza ottenendo il punteggio più alto tra le birre italiane in concorso, e il Birrificio Gattarancio di Cagliari. Spazio anche ai birrifici casalinghi con la tappa del Campionato Nazionale Homebrewers. La manifestazione si svolge presso lo spazio EXMA di via San Lucifero.

Cagliari

La tradizione sarda in tavola è protagonista della tre giorni dedicata alle produzioni artigianali locali e allo street food che anima Olbia, durante la quale è possibile scoprire ricette tipiche preparate a vista; ampio spazio è dedicato anche alla gastronomia nazionale e internazionale, per un’offerta che appaghi ogni palato. Oltre a mangiare e bere si possono acquistare manufatti realizzati dai maestri artigiani locali e divertirsi ballando assieme ai gruppi folcloristici che animano la festa.

Olbia

www.facebook.com/primaverasulcitana

www.isolabirra.it

28 giugno – 1 luglio

L’Isola delle Storie

Considerato a tutti gli effetti uno degli appuntamenti più interessanti e originali nel panorama delle manifestazioni di approfondimento culturale a livello internazionale, il Festival Letterario della Sardegna torna alla fine del mese ad animare il fiabesco borgo di Gavoi, cuore del parco del Gennargentu. Tra i protagonisti degli incontri e delle letture di quest’anno: Gian Antonio Stella, Carlo Carabba, Helena Janeczek, Sofia Viscardi, Marco Balzano, Alice Milani, Francesco Abate e Michael Frank.

Gavoi (NU) www.isoladellestorie.it

Finoal 24 giugno

Alla scoperta del folclore sardo

Consolidato appuntamento primaverile che propone un viaggio alla scoperta dei centri più tipici della Sardegna. Protagonisti della manifestazione venti paesi del Marghine, dell’Ogliastra e della Baronia che, di volta in volta, presentano ai visitatori le loro bellezze naturali e il proprio patrimonio storico-artistico, attraverso una serie di manifestazioni folcloristiche e momenti di condivisione che offrono ai turisti l’opportunità di scoprire il patrimonio culturale e le tradizioni più antiche di questi piccoli centri troppo spesso dimenticati. Protagonisti del mese di giugno sono Arbatax, Osini, Sindia, Baunei, Gairo, Bari Sardo, Silanus, Urzulei, Dualchi e Lanusei, secondo un programma di eventi consultabile sul sito internet della manifestazione.

Località varie www.cuoredellasardegna.it

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DIARIO DI BORDO

Dal calcio al fitness: lo SPORT batte il record sulle navi Grimaldi

I

DI DAVIDE SCHIAVON

nvestire il proprio tempo libero in viaggi finalizzati ad attività o manifestazioni sportive: si chiama “turismo sportivo”, tendenza in costante ascesa e al quale la compagnia di navigazione Grimaldi Lines guarda con interesse. Un legame già fortissimo quello tra Grimaldi e lo sport. Dai viaggi a tema ai rallies, dal grande calcio al Motomondiale, dall’equitazione alla vela fino al canottaggio: Grimaldi offre ai propri clienti sportivi un ampio ventaglio di scelte e vantaggi. La filosofia del benessere a bordo è parte integrante del concept Grimaldi, sviluppatasi in particolar modo negli ultimi anni con le nuove cruise ferries Cruise Roma e Cruise Barcellona, progettate per un viaggio che sia confortevole, appagante e stimolante al tempo stesso. Il centro benessere consente a tutti i passeggeri di allenarsi a bordo, usufruire dell’idromassaggio o rilassarsi con un massaggio. La traversata in ferry diventa così una mini-crociera. E i passeggeri possono godere della splendida vista del mare mentre si tengono in forma (tutte le info sul sito www.grimaldifitcruise.com). Ma i vantaggi Grimaldi sono anche indirizzati, in maniera capillare, a chi fa della passione sportiva il proprio stile di vita. CALCIO - Grimaldi è partner istituzionale della Società Sportiva Calcio Napoli. I tifosi abbonati alle partite casalinghe della squadra azzurra godono di interessanti sconti per i viaggi verso Spagna, Grecia, Sicilia e Sardegna. Per le gare in trasferta (anche nelle competizioni europee), Grimaldi vara promozioni riservate agli abbonati che intendono raggiungere la città in cui si svolge la partita servendosi dei collegamenti via mare. Sconti che sono riservati non

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SCONTI PER I TIFOSI DEI CLUB, CONVENZIONI CON FEDERAZIONI E MINI CROCIERE DANCE-FIT CON ALLENAMENTI E BALLI: LA FILOSOFIA DEL BENESSERE APPLICATA ALLA NAVIGAZIONE


In queste pagine, alcuni momenti delle Dance Fit Cruise. Sotto, la nave Cruise Olbia in servizio da Civitavecchia a Olbia

solo ai tifosi del Napoli: per le gare di Champions League tra città servite dalle navi Grimaldi la compagnia applica tariffe speciali per i sostenitori delle squadre interessate.

DANCE FIT CRUISE – Il pezzo forte dell’offerta sportiva Grimaldi è senza dubbio la Dance Fit Cruise, l’evento dedicato agli appassionati di fitness: un’esperienza unica all’insegna di attività fisica e benessere. A bordo della Cruise Barcellona dal 14 al 17 luglio (da Civitavecchia a Barcellona e ritorno), la nona edizione della Dance Fit Cruise prevede un intenso programma con sessioni mattutine e pomeridiane di zumba, spinning, energyoga, pilates, aerobica, group cycling e molte altre discipline, tutte guidate da presenter tariffe agevolate, però, non sono finalizzate solo agli eventi sportivi: Grimaldi offre infatti una riduzione fissa del 15% su tutte le tratte di fama internazionale. L’organizzazione è affidata a Never Give Up Events, associazione leader nella promozione dell’attività sportiva. per gli iscritti alla Federazione Motociclistica Italiana. Quattro giorni di sorrisi, benessere, tuffi in piscina e scatenate danze, con l’opportunità di allenare anche lo spirito d’avventura, FEDERAZIONI – La compagnia di navigazione Grimaldi è visitando Barcellona nella giornata libera del 16 luglio. A bordo convenzionata inoltre con tre gloriose federazioni sportive nazionali. Tutti i tesserati della FIC (Federazione Italiana Canottaggio) godono ci si può cimentare in oltre venti discipline del mondo del fitness: durante la navigazione i ponti esterni della Cruise Barcellona si di uno sconto del 15% per l’acquisto di biglietti delle linee nazionali trasformano in una palestra a cielo aperto. Un’opportunità per e internazionali. Tariffe ancor più vantaggiose per i tesserati FISE proseguire sul personale percorso di benessere psico-fisico oppure (Federazione Italiana Sport Equestri): sconto dal 20 al 30% sui per apprendere nuove discipline che siano stimolanti anche dopo biglietti da e per la Sardegna e del 20% sui biglietti per Sicilia, l’esperienza a bordo. La Dance Fit Cruise è un evento all’insegna Spagna e Grecia, con particolari agevolazioni per il trasporto dell’allenamento ma scandito anche da momenti di degli animali. I ribassi relax e divertimento: le feste nel Planetarium Disco DAL 14 LUGLIO LA DANCE-FIT CRUISE riguardano anche i tesserati Club e gli spettacoli nella Sala Smaila’s rappresentano DA CIVITAVECCHIA A BARCELLONA: FIV (Federazione Italiana una imperdibile occasione di svago. Affascinante, poi, ZUMBA, PILATES, GROUP CYCLING Vela). Dal 15 al 20% in meno l’Animalier party, la festa dal look felino organizzata E ALTRE DISCIPLINE, TUTTE GUIDATE sul prezzo dei biglietti per in una delle discoteche più famose di Barcelona. DA PRESENTERS INTERNAZIONALI tutti i tesserati, con sconti Su richiesta è possibile prenotare anche lo streetspeciali (fino al 50% ) che workout di lunedì 16 luglio: ci si potrà allenare passeggiando per consentono ai velisti di raggiungere i luoghi in cui sono previste Barcellona, guidati dagli istruttori. manifestazioni sportive. MOTORI – Particolarmente allettanti sono poi le promozioni che Grimaldi offre in occasione delle tappe italiane e spagnole del Moto GP. La compagnia applica uno sconto del 20% per le tratte (andata e ritorno) Palermo-Livorno e Olbia-Livorno (GP del Mugello), Civitavecchia-Barcellona e Porto Torres-Barcellona (GP di Catalunya, d’Aragona e di Valencia). Per la settima edizione del Rally Terra Sarda, nello splendido scenario dell’Ogliastra, tutti gli equipaggi che partecipano al rally hanno viaggiato con sconti del 35% sulle linee dirette in Sardegna, in virtù di un accordo di sponsorizzazione tecnica tra la compagnia di navigazione e il Porto Cervo Racing Team (ai soci del quale sono riservate particolari agevolazioni). Discorso simile per il Rally Italia-Sardegna, prova algherese del Campionato del Mondo Rally FIA. Uno sconto del 30% è previsto per chi desidera raggiungere la Sardegna via mare e assistere al rally. Sconti ancora più interessanti per gli equipaggi. Le

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summer FOOD&TRAVEL

SARDEGNA COAST TO COAST

UN’AUTO DA “COLLEZIONE”. UN’ISOLA DA SCOPRIRE. UN VIAGGIO MOZZAFIATO

020

18 BUCHE VISTA MARE

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PLACE TO BE

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A PIEDI PER IL MONDO

024

L’ISOLA NEL BICCHIERE

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LA TAVOLA RACCONTA

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ANELLI FATATI

La terra promessa del golf: ecco i migliori impianti sardi

Non solo Vermentino e Cannonau: i vitigni autoctoni da scoprire

Mangiare, bere, scoprire, guida agli indirizzi migliori

Gli aneddoti di Biffi, lo storico ristorante in Galleria a Milano

Dalla Scozia al Giappone: il racconto di un’impresa

La tradizione della fede sarda, tra artigianato e leggenda

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FOOD&TRAVEL COVERSTORY

SARDEGNA on ISOLA DEI GABBIANI

SANTA TERESA GALLURA VIA CAPO D’ORSO

ALLA SCOPERTA DELL'ISOLA E DI SCENARI STINTINO

INCONTAMINATI A BORDO DI UN'ICONA SENZA TEMPO: LA FIAT 500

CASTELSARDO

OLBIA

PORTO TORRES

TRUDDA

NURAGHE PALMAVERA SASSARI

CAPO CACCIA

ALGHERO

BUDONI

BOSA

I

PORTO CERVO

1 h 57 min 101 km

NUORO

DI FRANCO OPPEDISANO

GOLGO SANTA MARIA NAVARRESE ORISTANO

l punto di arrivo è anche quello di partenza. Golfo degli Aranci non riusciamo Sbarchiamo dal traghetto a Olbia e via per a resistere alla tentazione di una sei giorni alla scoperta della Sardegna. Scapottiamo etviaggiare coi capelli al vento: voilà: partiamo. sul nostro tappeto volante coi cerchi in lega dieci secondi di comando da 16 pollici. È una 500 Collezione, ma non una qualunque: elettrico e rinunciamo al ci piace pensare che sia la duemilionesima uscita dallo tepore (e al silenzio) garantito stabilimento di Tychy, in Polonia, tra gli applausi. Una dalla capote. Vogliamo farci regina. Fuori, la livrea avorio e i dettagli cromati. Dentro, vedere, a bordo della nostra il TwinAir Turbo da 85 cavalli. Siamo liberi di scegliere cabrio: dopotutto, stiamo per raggiungere la nostra meta giorno per giorno, liberi di muoverci, ma Porto Cervo. Nel comune di Palau, ci concediamo il primo anche di fermarci, noi e la nostra 500, un’icona senza bagno all’Isuledda, la spiaggia dell’Isola dei Gabbiani. Di tempo. Ormai qualcosa in più di due milioni di vetture fronte agli sguardi degli astanti, dal baule estraiamo il prodotte, l’80% vendute in più di 100 paesi del mondo, è set dei gitanti della domenica: stuoie, pinne, maschere da leader in nove mercati europei. Da cinque anni consecutivi snorkeling, boccagli e l’immancabile borsone da picnic con è la numero uno in Europa nel bibite (calde) e toast (freddi). Se suo segmento (con una quota CI VIENE VOGLIA DI SUONARE IL CLACSON 185 litri di bagagliaio vi sembran del 14,6% a fine 2017) e, quasi OGNI VOLTA CHE INCONTRIAMO UN'ALTRA pochi, possono arrivare a 530 incredibilmente, all'undicesimo 500. NIENTE DI PIÙ FACILE: IN UNDICI ANNI abbattendo i sedili posteriori anno di vita, nel primo trimestre NE SONO STATE PRODOTTE PIÙ DI DUE (sdoppiabili). Noi non ne 2018, la Fiat 500 ha stabilito il MILIONI E CIRCA TRENTA SERIE SPECIALI abbiamo avuto bisogno. suo record di vendite, con quasi Imprescindibile una puntata 60mila unità immatricolate in a Capo Orso e alla roccia Europa. Compresa la nostra che, come noi, ha voglia di scolpita nei millenni dai venti salmastri. Dalla caletta viaggiare. ci incamminiamo per il sentiero. I 700 metri di dislivello Anche se in Sardegna non si paga nessun pedaggio, (in salita) sono ripagati dalla vista: la più bella del cercheremo di evitare la Carlo Felice, la superstrada 131 Mediterraneo, dicono. Non ce la sentiamo proprio di che taglia in due l’isola, per percorrere solo le lunghe smentirlo, ma adesso, dopo un’ora di scarpinata, bramiamo e tortuose strade secondarie, tutte da guidare. Si parte i sedili della nostra 500. Imbottiti, avvolgenti e anche un all’alba: quella, spettacolare, che ci regala il sole nascente al po’ “contenitivi”, leggermente rialzati e regolabili: in una largo di Olbia. Un caffè con un pistoccu e si va. Ci dirigiamo parola, comodi. E freschi. Ora la nostra destinazione è il a nord, verso Porto Cervo. Fa ancora freschino, ma già al tramonto e Santa Teresa di Gallura che ci offre lo spettacolo CAGLIARI

VILLASIMIUS

CHIA

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the road

500 COLLEZIONE Motore Benzina 0.9 TwinAir Turbo 85cv Pot. Max 62,5 kW (85 CV) @ 5500 giri/min VelocitĂ Max 173 km/h Accelerazione 0 -100 km/h 11,0 SEC. Consumi (l/100 km) 3,8 Ciclo Combinato Emissioni di CO2 90 g/km Livello ecologico motore Euro 6

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FOOD&TRAVEL COVERSTORY STINTINO

CASTELSARDO PORTO TORRES

delle bianche falesie di Bonifacio tinte di rosso... di una tonalità leggermente differente dal Cannonau che stiamo per assaporare. Impossibile scegliere, fra i due.

CURVA DOPO CURVA Al secondo giorno di viaggio, cominciamo già a masticare qualcosa in sardo: a si biri, arrivederci, diciamo a tutti: siamo appena arrivati, ma già sappiamo che non potremo fare a meno di ritornare. Viaggiando ci viene voglia di suonare il clacson ogni volta che incontriamo un’altra 500. E non c’è niente di più facile., in Sardegna come in Europa. In 11 anni sono state prodotte 30 serie speciali, tra i modelli Fiat e Abarth, ed è questo uno dei segreti di un ininterrotto successo. Fiat 500 è una "trend-setter" che rimane fedele a se stessa, ma ha saputo reinterpretarsi nel corso del tempo con versioni speciali con le quali esplorare territori inusuali per una city-car: dalla moda alla nautica di lusso, dalla connettività alle competizioni sportive. Curva dopo curva, marcia dopo marcia (siamo tradizionalisti e abbiamo preferito il cambio manuale a cinque marce, con la sua leva a corsa breve e gli innesti rapidi), grazie all’assetto, alle sospensioni e al motore vivace, la risposta della 500 Collezione è (quasi) da sportiva, e la tenuta di strada, anche sui tratti un po’ sconnessi, non perde precisione. Divertendoci alla guida, tra greggi di pecore e nuraghi, arriviamo a Castelsardo e la nostra 500C Collezione ci riporta agli Anni '50 o anche prima, tra viuzze strette e ripide, reti da pesca e il castello dei Doria che si dice infestato dal fantasma del principe. Sedute fuori dalle case, le donne sono intente a intrecciare le tipiche ceste di rafia. Ci rimettiamo in strada, alla volta di Stintino. Coi turisti che affollano la spiaggia tropicale trovare parcheggio è un’impresa, ma non per la nostra

NURAGHE PALMAVERA SASSARI CAPO CACCIA

ALGHERO

2 h 6 min 96 km

BOSA

NU

500 Collezione coi suoi 357 centimetri di lunghezza. Per il pernottamento ci dirigiamo ad Alghero. Ci concediamo un aperitivo al ORISTANO porto, resistendo alla tentazione di scrivere sulla fiancata della 500 Collezione “tender to...” col nome di uno dei mega yacht ormeggiati a pochi passi dal centro storico. D’altra parte, un paio di anni fa, la 500 non è uscita anche nella serie speciale targata Riva?

SPIAGGE, NURAGHI E UN DISPLAY DA 7 POLLICI La sveglia suona all’alba, il terzo giorno del nostro viaggio. Vogliamo fare una puntata a Capo Caccia, prima di immetterci sulla E25 alla volta di Bosa. Il percorso si snoda tra siti archeologici e nuraghi. Ci fermiamo al complesso di Palmavera per visitare le torri di blocchi di calcare e arenaria. Poi proseguiamo fino in CAGLIARI cima alla scogliera. Ma non ci sentiamo di affrontare i 656 gradini dell’Escala del Cabriol che portano alla Grotta di Nettuno. Per questa volta passiamo il turno e preferiamo ridiscendere verso Alghero e la Riviera del Corallo sulla SP49. Abbiamo 45 chilometri CHIApaesaggi davanti a noi: a destra lo strapiombo sul mare, a sinistra deserti, casolari e pecore. Avremmo voluto raccontarvi di quella volta che un gregge ci ha sbarrato il passaggio. Un aneddoto da manuale. Che però, spiacenti, non c’è mai stato. L’aria rinfresca, SANTA quassù, e cominciamo a essere cotti dal sole: chiudiamo la capote elettrica e cominciamo a giocare con la plancia. Questa nuova serie speciale offre anche un bel po’ di tecnologia. La nostra ha la radio Uconnect 7'' HD LIVE, che può integrare l e funzionalità Apple CarPlay e Android STINTINO CASTELSARDO Auto, il navigatore con mappe Tom Tom, il display da 7 pollici TFT, il più PORTO TORRES ampio della categoria, e soprattutto, NURAGHE PALMAVERA per noi amanti della musica, il sistema SASSARI Beats Audio Hi-Fi. Recuperiamo ALGHERO dai numerosi vani portaoggetti CAPO CACCIA 2 h 6 min 96 km

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BOSA


Bosa

NUORO

GOLGO 5 h 48 min 344 km

ORISTANO

CHIA

distribuiti nell’abitacolo occhiali da sole e caramelle e ci godiamo il panorama. A Bosa ci sorprendono i colori. Le case blu, rosa, gialle, verdi, viola si confondono in un suggestivo caleidoscopio. Sarà l’effetto del Malvasia?

SANTA MARIA NAVARRESE

non fermarci. Un bagno e si riparte verso nord, l’Ogliastra di Cala Luna, il set dell’indimenticabile “Travolti da un’insolito destino nell’azzurro mare di agosto” di Lina Wertmuller. Vogliamo sfidare la nostra 500 Collezione su questi percorsi impervi e da Santa Maria Navarrese CAGLIARI ci inerpichiamo verso l’altopiano del VILLASIMIUS Golgo. La 500 non ci delude neppure nelle ripartenze in salita, grazie (anche) all’ESP, il controllo elettronico della stabilità (optional quantomai provvidenziale, nel nostro caso), abbinato al controllo della trazione e al dispositivo antiarretramento. Per la notte facciamo tappa a Nuoro, a fare incetta di pane frattau, che si dice venne arrangiato all’ultimo momento (in fretta) per il re Umberto I, durante una sua visita in Sardegna.

UN BAGNO E TANTI AUGURI (IN SARDO) PROMESSE INFRANTE Dormiamo il sonno dei giusti e il sesto giorno, di malavoglia, Al quarto giorno di viaggio ci manca la città e quindi, anche se risaliamo verso Olbia lungo la SS131. Ci concediamo un ultimo avevamo promesso di evitare come la peste i grossi centri, puntiamo bagno alla spiaggia candida di Budoni e poi una breve sosta a su Oristano. Vogliamo goderci l’agilità della 500 Collezione nel Trudda. Mentre sorseggiamo una traffico e abbiamo nostalgia del bip bip AVREMMO TANTO VOLUTO RACCONTARVI birra sarda, un capannello di piciòcus dei sensori di parcheggio. E poi non (bambini) circonda la macchina e abbiamo ancora testato la funzione DI QUELLA VOLTA CHE UN GREGGE CI “City”: premiamo un tasto e lo sterzo HA SBARRATO LA STRADA, BLOCCANDOCI. una vecchina ci squadra. Andhade cun fattuerettu mormora aggiustandosi diventa più leggero. Non paghi di UN ANEDDOTO DA MANUALE. CHE PERÒ, infrangere promesse, ci lanciamo sulla SPIACENTI, NON CI È PROPRIO CAPITATO il fazzoletto nero sulla testa: che la fortuna vi accompagni. Che sappia che SS131, destinazione Cagliari. Vogliamo noi e la 500 Collezione stiamo per imbarcarci sul traghetto che ci spingere al limite gli 85 cavalli del 0.9 litri TwinAir turbo. Sarà riporterà a casa? Sarà una jana, una strega? Comunque non è vero anche una citycar, ma la 500 Collezione non fa una piega davanti alle che in Sardegna non si paga nessun pedaggio. Sull’isola, infatti, noi lunghe tratte della superstrada. La capote in tela non fa rimpiangere lasciamo un pezzo di cuore. il tetto in lamiera e offre un buon isolamento acustico. E anche a 130 chilometri all’ora si intuisce che, volendo, c’è un buon margine per spingere ancora. Senza temere per la sicurezza: ci sono ben ISOLA DEI GABBIANI sette airbag, compresi quelli per le ginocchia del guidatore, la scocca è rinforzata e l’impianto TERESA GALLURA frenante maggiorato. In meno di due ore VIA CAPO D’ORSO PORTO CERVO siamo a Cagliari, ma non ci fermiamo. Ci spingiamo fino a Porto Tramatzu, nel Sulcis, per fare il bagno nella spiaggia espropriata dal Demanio alla fine degli anni '50 e usata sino a OLBIA oggi dai militari, una delle cinque appena “liberate” dal Ministero della Difesa. A Chia ci TRUDDA torniamo solo per pernottare. Al quinto giorno passiamo da Cagliari e ci immettiamo sull’orientale sarda, la SS125. Alle spiagge bianchissime BUDONI di Capo Carbonara non possiamo 1 h 23 min 101 km

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FOOD&TRAVEL 18 BUCHE VISTA MARE FOOD&TRAVEL

La terra promessa del GOLF con i fairways protesi nell'azzurro DAL CLUB DELL'AGA KHAN IN COSTA SMERALDA AL CAMPO DI IS MOLAS CON 45 BUCHE TOTALI, PASSANDO DAL PRIMO PITCH & PUTT A 18 BUCHE: PER I GOLFISTI ESPERTI (E I PRINCIPIANTI) IN SARDEGNA C'È SOLO L'IMBARAZZO DELLA SCELTA

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DI FULVIO VENTURINI

l golf non tradisce mai. È uno sport unico, che allena il corpo, ma anche (o forse dovremmo dire soprattutto) lo spirito. Il profumo dell’erba, il calore del sole, il cinguettare degli uccellini, l’occhio che si perde nel paesaggio, il fruscio dell’aria solcata dalla pallina che vola, seguendo la traiettoria perfetta (o, più spesso, non seguendola affatto). E quel “toc” del drive quando tocca la pallina, per non parlare dell’assoluto silenzio della caduta in buca: il suono più appagante che ci possa essere. Che siate neofiti o consumati golfisti, la Sardegna è la terra promessa, in cui campi a 18 e a 9 buche si alternano a percorsi promozionali e campi pratica un po’ in tutta la regione in paesaggi da sogno. Diciamocelo: tirare un drive guardando (preferibilmente con la coda dell’occhio, per lo meno al momento del tiro) il mare cristallino che azzurreggia sullo sfondo è una delle esperienze che più si avvicinano all’estasi mistica. Un’esperienza che si può provare in tutta l’isola. Non ci credete? Seguiteci nel nostro itineraio. Partiremo dal nostro approdo, Olbia, e gireremo la Sardegna in senso antiorario. Un percorso dedicato anche ai non appassionati di golf, che se non altro


potranno ammirare i paesaggi progettati dal leggendario architetto Robert Trent Jones Sr., che fu chiamato direttamente dal principe (naturalizzato britannico) Karim Aga Khan a realizzare i percorsi del Pevero Golf Club tra Cala di Volpe e Porto Cervo... con vista Corsica dal tee della buca 4. Ci mise quasi cinque anni: il club aprì i battenti nel 1972 e da allora è un punto di riferimento per i golfisti di tutto il mondo, con i più bei fairways in Europa, tra stagni naturali, ginepri, corbezzoli e mirto. Su una superficie di 60 ettari, un percorso meraviglioso ma anche insidioso (l’indice di difficoltà di gioco sul campo è par 72), con uno dei rough più impegnativi che si conoscano, che richiede tecnica, precisione e molta, molta concentrazione. Bravura nel gioco corto e freddezza sul green: per i fanatici del Pitch & Putt la Sardegna offre una varietà di location: a 4 km da Palau, nel prestigioso parco di Cala Capra e nell’omonima baia, su una collina circondata da una meravigliosa macchia mediterranea con una vista eccezionale sull’isola di Caprera, troviamo il campo nove buche Pitch & Putt del golf club Capo d'Orso, riservato ai clineti dell'omonimo hotel e ideale sia per i principianti, che potranno

perfezionare la tecnica di gioco esercitandosi sul campo pratica, sia per i giocatori esperti, che si godranno i suoi avvincenti par 27 con rough e piccoli green.Spettacolare, sia dal punto di vista tecnico che da quello paesaggistico, per via delle dune naturali nel percorso, il Golf Is Arenas di Narbolia (Oristano), che sorge all’interno di una pineta di 700 ettari affacciata su una spiaggia sabbiosa lunga più di 5 chilometri. Il percorso a 18 buche, 6,3 chilometri in totale, porta la firma degli statunitensi Von Hagge, Smelek e Baril. Da segnalare la buca 17, un vero e proprio “belvedere” sulla costa occidentale della Sardegna, e la 14, col suo green protetto da bunkers. A Is Arenas c’è anche un percorso golf executive di 3 buche (par 9) e un magnifico c a m p o UN ITINERARIO TRA NOVE IMPIANTI pratica con CON DIVERSI GRADI DI DIFFICOLTÀ 40 postazioni E PERCORSI FIRMATI DAI MIGLIORI scoperte e 10 PAESAGGISTI, DOVE I PIÙ GRANDI coperte. E si CAMPIONI SI SFIDANO 12 MESI L'ANNO gioca 365 giorni l’anno. A qualche chilometro, trpviamo il Chia Golf Club, affacciato sull’omonima laguna, è il primo campo Pitcht & Putt a 18 buche

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FOOD&TRAVEL 18 BUCHE VISTA MARE

GLI INDIRIZZI PEVERO GOLF CLUB Loc. Cala di Volpe, 20 07021 Porto Cervo, Arzachena (OT) Telefono: 0789 958000 www.peverogolfclub.com

GOLF CLUB CAPO D'ORSO Località Cala Capra 07020 Palau (OT) Telefono: 0789 790340 www.hotelcapodorso.com

GOLF IS ARENAS Localita' Is Arenas, Narbolia (OR) 09070 Narbolia Telefono: 335 1258322 www.isarenas.it

CHIA GOLF SPORTING CLUB Viale Belvedere, Chia, Domus De Maria 09010 Setti Ballas (CA) Telefono: 070 9230235

IS MOLAS GOLF CLUB Loc. Is Molas 09010 Pula (CA) Telefono: 070 9241013 www.ismolasgolfclub.com

GOLF COUNTRY CLUB ERCOLE CELLINO Loc. Sa Ruina 09032 Assemini (CA) Telefono: 070 9438039

TANKA GOLF VILLASIMIUS Via Degli Oleandri, 4 09049 Villasimius (CA) Telefono: 347 172 4373 www.tankagolfvillasimius.it

GOLF CLUB PUNTALDIA Localita' Punta Sabatino, 1 08020 San Teodoro (OT) Telefono: 0784 864477 www.marinadipuntaldia.it

BORGO DI CAMPAGNA GOLF CLUB Via Regina Elena, 52, 07026 Olbia-Tempio Telefono: 0789 41321 www.borgodicampagna.it

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in Italia: col suo grande circuito tecnico per chi sa già giocare, ma assolutamente accessibile anche per chi inizia, grazie anche al campo pratica dove è possibile apprendere da insegnanti qualificati i primi rudimenti del gioco o affinare la propria tecnica sui colpi. A fare da contraltare al Pevero, esattamente agli antipodi dell’isola, a Pula, si trova il campo di Is Molas, il più grande dell’isola, uno dei più famosi in Italia (e da più di trent’anni punto di riferimento per questo sport in Sardegna). Qui c’è solo l’imbarazzo della scelta: 27 buche su una distanza 10 chilometri. Le diciotto buche del campo da campionato sono nate dalla collaborazione fra lo studio Cotton, Pennink & Partners e Piero Mancinelli. I green e i bunker hanno ampiezza e taglio di stile americano, i fairways perdonano lo slice. Il campo da campionato di Is Molas è considerato uno dei campi più tecnici e spettacolari non solo d’Italia, ma di tutto il Mediterraneo; ha ospitato molte competizioni prestigiose fra cui quattro Open d’Italia ed un European Volvo Master. Le nove buche del percorso giallo, le più impegnative, hanno la firma di Franco Piras, referente in Italia della Gary Player Design. La presenza, lungo il percorso, di tutte le specie tipiche della flora spontanea della Sardegna e della macchia mediterranea fa del Golf Is Molas un bellissimo giardino con vista mare. Il futuro di Is Molas, poi, sarà a 45 buche: il progetto di sviluppo del resort prevede la costruzione di un nuovo percorso da campionato di 18 buche disegnato dal famoso Gary Player, soprannominato “The Black Knight”, lo sviluppo dell’offerta residenziale e la riqualificazione dell’offerta ricettiva con la costruzione di circa 200 ville, la costruzione di due alberghi 5 stelle (uno da 80 camere e l’altro con 39 suites), di una nuova club house e di una qualificata SPA la cui progettazione è stata affidata al genio creativo dell’architetto Massimiliano Fuksas. Per il momento


accontentiamoci di giocare12 mesi l’anno: la del golf, propone squash, palestra attrezzata, temperatura raggiunge i 20 gradi all’inizio piscina all’aperto e centro benessere. della primavera, sale oltre i 30 in estate Sulla costa di Villasimius, la Polinesia del ed anche a dicembre e gennaio è facile Mediterraneo, troviamo il Tanka Golf Club, che si superino i 15 gradi. Un microclima in località Flumini di Quartu, a un quarto unico, grazie alla vicinanza del mare e d’ora da Cagliari, che offre anche un campo alla protezione delle colline circostanti. Is pratica con 30 piazzole di gioco e putting Molas è anche sede della Academy di Dan green, oltre al percorso a 18 buche di quasi Williamson e la Club House è attrezzata con 5,5 chilometri che si snoda su un’area di 40 terrazza panoramica, shop e ristorante che ettari affacciati sull’area marina protetta di propone una cucina mediterranea creativa Capo Carbonara. Tutt’altro che semplice, basata sulle assicura chi ci p r o d u z i o n i IL CAMPO DI IS MOLAS È IL PIÙ GRANDE ha giocato: le locali della DELL'ISOLA: 27 BUCHE SU UNA DISTANZA prime 9 buche, Sardegna, da DI 10 CHILOMETRI CON GREEN E BUNKER in particolare, gustare magari DI STILE AMERICANO CHE OSPITANO richiedono una a bordo piscina. COMPETIZIONI COME GLI OPEN D'ITALIA buona varietà di Si possono colpi. A corredo, ovviamente noleggiare car, set di mazze ed un campo pratica con 12 postazioni coperte attrezzature. e 15 scoperte e uno splendido putting green, Per gli amanti del gioco tecnico il Golf Country entrambi illuminati per sfide in notturna. Club Ercole Cellino di Assemini (Cagliari) Sulla costa orientale della Sardegna, a offre una vera e propria oasi di circa 14 San Teodoro, incontriamo il Golf Club ettari. Il percorso del campo Pitch & Putt è Puntaldia: nove buche di precisione per un dotato di 18 postazioni, di cui 4 al coperto, e percorso incantevole. Il campo si apre su un si snoda su 6 buche con distanze che variano verdissimo green circondato da rinfrescanti tra i 100 ed i 160 metri. Per neofiti o virtuosi palmizi, dove incontri e sfide si affacciano del miglioramento, il Club organizza lezioni su scenari suggestivi e unici tra il turchese individuali e corsi. E per chi non ama il gioco del mare e l’azzurro del cielo, tra piccole

Le foto che illustrano questo servizio sono state scattate nei campi di Is Molas, a Pula, e al Pevero Golf Club tra Cala di Volpe e Porto Cervo, i due impianti più noti (e grandi) della Sardegna.

insenature e deliziose baie. Infine, poco prima di Olbia, nella campagna gallurese, in località Trudda, La Castagna, c'è il Golf Club Borgo di Campagna, ideale per chi è alla ricerca dei comforts di un hotel dai sapori genuini della tipica campagna gallurese, con le sue querce imponenti... e un campo Pitch & Putt a 9 buche, per migliorare la tecnica e lo stile soprattutto nei colpi corti, ed un campo pratica di mezzo chilometro per i colpi lunghi.

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FOOD&TRAVEL L'ISOLA NEL BICCHIERE

Sole, mare, VINO: millenni di storia tutti in un calice S DAL CANNONAU AL VERMENTINO, IL GIRO DELLA REGIONE IN 26 VARIETÀ TRADIZIONALI 24

DI ANDREA MOREDDU

arà che Iolao, nipote di Eracle, quando arrivò in Sardegna piantò alberi da frutta, o che Aristeo, figlio di Apollo, qui introdusse l’agricoltura, fatto sta che la terra sarda ha una vera e propria vocazione per la coltivazione della vite. Da sempre, o comunque dal XV secolo a.C., periodo delle brocche askoidi rinvenute nei complessi nuragici di Sarroch od Orroli. Una storia millenaria che ha portato le varietà tradizionali di uve sarde ad essere addirittura 26, a partire da Cannonau, Vermentino, Monica, Nuragus, Carignano e Pascale. La bacca nera più celebre di Sardegna è quella del Cannonau, la cui coltivazione si concentra in particolare nelle zone centrali dell’isola, in particolare nella provincia di Nuoro. È il vino più antico di tutto il bacino mediterraneo: resti di vinaccioli (i semi contenuti negli acini d’uva) risalenti a 3.200 anni fa sono stati rinvenuti ne-


gli scavi archeologici di Sa Orsa, nella valle del Tirso, sulle colline di Sardara, a Villanovafranca e nel villaggio Duos Nuraghes di Borore. Eppure, fino al 2002, si riteneva che fosse stato importato dalla Spagna nel ‘400. Dalle uve cannonau si produce il DOC Cannonau di Sardegna, rosso o rosato, ottenuto per il 99% di uve Cannonau e per il restante 1% al massimo da altre uve, comunque tassativamente di produzione locale. Può essere versato nel calice non prima di un invecchiamento di almeno un anno, del quale sei mesi del tempo, come minimo, debbono trascorrere al riposo in botti di rovere o castagno. Colore granato, profumo floreale speziato, trama tannica e robusta (con note di confettura nella tipologia Riserva), è l’accompagnamento ideale per selvaggina e carne ovina. Antica è pure la varietà del Torbato di Alghero, da cui si ottiene anche uno spumante a fermentazione naturale, e quella del Cagnulari che produce vini sapidi, eleganti. Radici secolare, ma non necessariamente autoctone, invece, per il Vermentino, le cui origini si perdono nel nordest della Spagna, per alcuni, del Portogallo per altri, dove si chiama Codega. Dalla penisola iberica si diffuse in Francia, poi in Liguria e sulle Api Apuane, dove prese il nome di Malvasia Grossa o Carbesso, Pizzamosca e Vermettino. Proprio con quest’ultima denominazione giunse in Corsica e, nella seconda metà dell’Ottocento, sui terreni granitici della Gallura. Oggi i 2800 ettari occupati dai vitigni producono il Vermentino di Gallura Docg, Vermentino di Sardegna Doc e Alghero Vermentino Doc frizzante. Li accomunano il giallo paglierino intenso del colore, con e i luminosi riflessi dorati accompagnati dai profumi di pesca bianca e di ginestra, la fresca acidità al palato e la densa morbidezza, che lasciano un finale di note minerali. Le diverse varietà di Vermentino sono il naturale complemento di piatti marinari e apaste ripiene ogliastrine, quelle con la chiusura a spiga, i culurgiònes, ormai Igp,

ovvero i classici ravioli sardi conosciuti anche come angiulottus. In Gallura troviamo anche il Nebiolo, introdotto dai piemontesi, e il Caricagiola, coltivati insieme al Moscato, vinificato anche nella tipologia spumante. Poi c’è il Carignano Doc che nasce nel Sulcis, dove le pendici montane lasciano il passo al mare. La sabbiosità del terreno e i venti salsi hanno preservato il vitigno dalla filossera. La produzione è limitata, in compenso il vino è vigoroso e ricco in colore, profumi e gusto di tannini, liquirizia e pepe che lasciano un ricordo indelebile al palato di chi gusta il Carignano. Ma le note dei venti salsi si riconoscono nel Monica, il cui vitigno cresce sui terreni a composizione prevalentemente calcarea

e sulle zone collinari esposte al sole. Non per ripeterci, ma antica è anche la bacca che dà origine al Bovale, nelle due declinazioni del Bovale Sardo, conosciuto anche come Muristellu o Muristeni, e del Bovale di Spagna, tipico dell’entroterra Cagliaritano e noto pure come Axina e, appunto, Spagna, dall’uva che lo genera. Due vitigni completamente diversi: il primo dalla vite selvatica addomesticata nel corso dei secoli, specie nella zona del Terralbese, a sud della provincia di Oristano e ai piedi del Monte Arci, il secondo accomunabile al Carignano, di cui pare sia una variante. Nella misura minima dell'85% i due vitigni concorrono alla produzione del Doc Terralba o Campidano di Terralba. L'elenco è lungo, ma non possiamo tralasciare il Mandrolisai, prodotto dall'omonima Cantina Sociale e da qualche piccolo produttore nel comune di Atzara, un vino pieno, di stoffa complessa e morbida. Poi il Nasco, il Cagnulari, il Girò, adatto a deliziosi vini liquorosi. Infine la Vernaccia, specie nella versione Doc di Oristano e l’Arvisionadu, coltivato nei dintorni di Benetutti nel Goceano. E tra i vini da dessert sardi troviamo anche il cagliaritano Nasco e il rosso Girò del Campidano, esclusiva di Oristano, oltre alla più nota Malvasia di Bosa Doc, che conta su pochissimi ettari vitati a Bosa e nei territori contermini.

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FOOD&TRAVEL

CULTURA

Nella Grotta, la Vipera... che non ti aspetti Tra i luoghi meno noti ma più curiosi dell’isola, vi è certamente la “Grotta della Vipera”, situata ai margini del centro storico di Cagliari, in viale Sant’Avendrace. Si tratta di un antico monumento funebre romano, un luogo di sepoltura scavato nella roccia davvero interessante da visitare. Fu voluto da Lucio Cassio Filippo per la moglie Attilia Pomptilla la quale offrì la propria vita agli dei affinchè facessero guarire il marito dalla malattia. All’interno del monumento si può ancora leggere una struggente e tenera poesia dedicata da Lucio Cassio Filippo all’amata moglie perduta. Nella chiosa dell’elogio è scritto: “Se Pomptilla sacrificò se stessa per l’amato sposo, Filippo, vivendo suo malgrado, brama ardentemente di vedere presto riunita la sua anima a quella della più dolce tra le spose”. Contrariamente a quello che oggi si sarebbe portati a pensare, la vipera, a quel tempo, l’età romana, simboleggiava la fedeltà dell’amore coniugale. www.cagliariturismo.it

RELAX Bollicine in pineta

WINE TOUR

OUTDOOR

Tra i vigneti del Golfo Panorami “da urlo” Nel secondo dopoguerra, in Sardegna vaste aree incolte furono assegnate a braccianti agricoli che iniziarono a impiantarvi vigneti. Venne fuori così la vocazione del territorio di Alghero come habitat ideale per vitigni-simbolo quali Vermentino e Cannonau ma anche per uve meno note ma pregiatissime quali Monica e Cagnulari. Qui nel 1959 venne fondata la coop Santa Maria La Palma (e realizzata una cantina) che oggi conta su 700 ettari vitati incastonati tra dolci colline e pianure affacciate sul mare. Temperature miti ed esposizione ai venti ne fanno l’ambiente perfetto per la produzione di vini di qualità. Via Zirra, Loc. Santa Maria La Palma (Ss) www.santamarialapalma.it

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Nell’area di Alghero, è d’obbligo un’escursione a Capo Caccia. Difficilmente potrà capitarvi di effettuare una passeggiata altrettanto mozzafiato, con affacci vertiginosi su altissime scogliere a picco sul mare blu. Il sentiero parte dal parcheggio panoramico al termine della S.P. 55 per Capo Caccia (circa 1 km prima dell’ingresso alla Grotta del Nettuno). Affacciandosi dalle rocce sovrastanti, si può ammirare una vista sensazionale sull’isola Foradada. Da qui un’esile traccia percorre la cresta e si getta tra la macchia, dirigendosi verso Torre della Pegna, a 271 msl. Ci si deve allontanare dalla cresta solo per aggirare Punta Malrepos, che domina la stretta Cala d’Inferno, e proseguire poi per il mare. www.ampcapocaccia.it

Era il 2008 quando Is Arenas Resort, elegante resort 5 stelle, apriva le porte ai primi ospiti, accogliendoli in un’oasi immersa nella splendida omonima pineta sulla costa sarda poco lontano da Oristano. Una location unica: 800 ettari di pini marittimi, 6 km di spiaggia bianca, un microclima mediterraneo che rigenera lo spirito, un mare meraviglioso e cristallino. Per celebrare il 10° anniversario, Is Arenas ha scelto di legarsi a un brand leggendario: la Maison di champagne Veuve Clicquot, con la quale è stato costruito il pacchetto “Dieci Anni da leggenda” che, a partire da 1295 euro a persona, offre un soggiorno di minimo 5 notti con utilizzo della spa, trattamenti relax, accesso all’area Vip in spiaggia, romantiche passeggiate al tramonto e cene luculliane, condite da aperitivi sardi e calici di Veuve Clicquot. S.S. 292 km 113,4 Narbolia (Or), Tel. 045.6279694 www.mirahotels.com/it/ isarenasresort


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FUORIPORTA

Brindare tra le dune

Il Sinis è uno dei segreti meglio custoditi della Sardegna. Qui i turisti arrivano per caso o anche per scelta ma senza troppa convinzione. Qui c’è zero mondanità, zero yacht, zero localoni. Il nulla è così assoluto che nel borgo di San Salvatore (che sembra Messico), Sergio Leone ha girato alcune scene western. E poi ci sono le spiagge: spettacolare quella di Maimoni (vicino a Cabras), dove si può camminare in riva al mare per chilometri fino a Capo San Marco e alle rovine fenicie di Tharros. Bellissima pure Mari Ermi, da cui giungere al cosiddetto Parco dei Suoni, sorta di sala concerti all’aperto, ricavata da cave dismesse di arenaria. Percorrendo poca distanza verso l’interno si arriva al “deserto” del Sinis, alle spalle della pineta di Is Arenas, creata negli anni ’50 per arrestare l’avanzata della sabbia. Per raggiungerla si passa davanti all’Is Benas Country Lodge, posto incantevole, con una piccola enoteca il cui direttore, Massimo Nioi, propone assaggi di vini sardi trascurati da vitigni come il Bovale, il Nuragus, la Vernaccia, il Nieddera. www.tharros.sardegna.it

RISTORANTI Mangiare al Caminetto? Bello anche d’estate Specialità sarde a base di pesce in un ambiente elegantemente retrò, nel cuore di Cabras, cittadina a 5 minuti da Oristano situata sulla costa centro occidentale della Sardegna e famosa per le spiagge di quarzo e gli stagni con i fenicotteri rosa. “Il Caminetto” propone una cucina di pesce entusiasmante che offre i piatti della tradizione esaltati da materie prime sempre freschissime e di grande qualità. Da provare la fregola sarda con arselle, la burrida (razza in tranci condita in salsa rossa piccante) gli spaghetti alla bottarga, le linguine ai ricci di mare, le anguille in umido o alla griglia, le cozze gratinate, l’aragosta alla catalana. Cantina impreziosita da vini regionali. Si mangia con 40 euro. Via Cesare Battisti 8, Cabras (Or) Tel. 0783.391139 www.ristorante-ilcaminetto.com

BORGHI Saperi e sapori di paese Due borghi nei pressi di Cagliari valgono sicuramente una tappa. Il primo è San Sperate, noto come il Paese-Museo perché l’artista nativo Pinuccio Sciola, scomparso nel 2016, l’ha trasformato in un polo dell’arte, con i suoi murales e le sculture sonore. A metà agosto, ogni anno, invece si va tutti a Esterzili per la Sagra de su Frigadori e de is Cocoeddas, una due giorni dedicata agli antichi sapori della tradizione: i cocoeddas sono un impasto di patate, formaggio in salamoia e ciccioli di maiale avvolti nella pasta, mentre su frigadori è un fragrante pane piatto cotto nel forno a legna il cui impasto è costituito da patate, cipolle e formaggio in salamoia. www.sansperate.com www.comune.esterzili.ca.it

FOLCLORE

Carnevale tutto l’anno Chi ha voglia di vivere un’esperienza fuori dagli schemi, può visitare il Museo delle Maschere Mediterranee a Mamoiada, nel cuore della Barbagia, la parte dell’isola dove il Carnevale si vive con più intensità. Qui, la festa (detta Su Carrasecare, “carne da tagliare”) prevede una solenne processione di mamuthones (vestiti di pelli e inquietanti maschere nere) e issohadores (maschera bianca e corpetto rosso) che tentano di trarre a sé con un lazo le giovani donne tra il pubblico. Il Museo è stato costituito nell’intento di creare un contatto tra Mamoiada e le regioni mediterranee che vantano un’analoga comunione di storia e cultura attorno al Carnevale. Piazza Europa 15, Mamoiada (Nu) Tel. 0784.569018 www.museodellemaschere.it

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FOOD&TRAVEL LA TAVOLA RACCONTA

MILANO, le confessioni di un ristoratore del centro: «Quante ne ho viste in Galleria»

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DI FRANCESCO CONDOLUCI

l cinese che mangia spaghetti ai ricci di mare, ci versa su l'aceto balsamico, quindi ci spolvera il parmigiano reggiano e infine accompagna il tutto con una birra e una tazza di cappuccino schiumato. Oppure lo straniero con l’aspetto da vagabondo e gli abiti lisi che si siede a mangiare con l’aria di chi vuole scroccare il pranzo e invece, al momento di pagare, tira fuori da un sacchetto bisunto un corposo rotolo di banconote e una sfilza di carte di credito, lasciando il cameriere con un palmo di naso. Tarcisio De Bacco potrebbe andare avanti tre giorni a raccontare gli aneddoti più curiosi e divertenti che - con tutta la clientela dall'estero che gli è sfilata davanti - ha avuto in sorte di vedere in vent’anni e più di ristorazione in galleria a Milano. Assieme a Savini e al Camparino, il suo ristorante, Biffi, è uno degli esercizi storici della Galleria Vittorio Emanuele II. L'anno scorso, per i 150 anni, Tarcisio ha riunito dipendenti e fornitori, fatto sbarrare il passaggio e messo a tavola 900 persone, tutte a cena in Galleria. «Anche se ho perso l'incasso della serata» scherza, «è stata una grandissima soddisfazione. Abbiamo anche premiato il mio socio, Giovanni Valazza, che è il mio secondo padre». De Bacco quando è sbarcato

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CONVERSAZIONE (SEMISERIA) CON TARCISIO DE BACCO, SACERDOTE DI UN TEMPIO STORICO DELLA GASTRONOMIA IN CITTÀ, COME BIFFI


Qui a destra Tarcisio de Bacco, patron di Biffi in Galleria a Milano. In apertura un'immagine attuale dello storico ristorante milanese In basso nella pagina delle immagini d'epoca

in Italia dal natìo Brasile, aveva appena 19 anni. Iniziò come cameriere, assunto dal suo attuale socio, alla gelateria "Il Gabbiano" che ancora oggi è lì, a due passi dal Biffi. La grande occasione arriva sempre per mano del suo ex capo con il quale, anni dopo, rileverà, dalla famiglia Corbara, lo storico ristorante meneghino. «Il primo Biffi era di un pasticciere che gli ha dato il nome – il telefono e poi si lamentano che la cotoletta s'è raffreddata». Il racconta – poi la proprietà è passata ad altre decano dei suoi camerieri è in servizio qui da 41 anni. Ma quante ne famiglie. Queste mura «UNO DEI PIATTI PIÙ RICHIESTO avrà viste lui!? «Bè in 40 anni ha visto venire a mangiare qui prima hanno attraversato le mamme col pancione, poi i figli, nati, cresciuti e divenuti ormai DA BIFFI È IL WI-FI... LA GENTE un secolo e mezzo di grandi» ridacchia il nostro anfitrione, dando una pacca sulla spalla PASSA ORE A COMPULSARE GLI al dipendente. «Per me sono una famiglia, pagare i loro stipendi per storia osservando la città dal suo salotto SMARTPHONE, POI SI LAMENTA me è un dovere morale». Ha rimpianti, Tarcisio? «Forse quello di simbolo». Nel vecchio CHE LA COTOLETTA È FREDDA» aver fatto il ristoratore a Milano e non altrove. Il mio commercialista, archivio Tarcisio ha a Cogne, quando vede passare una Porsche Cayenne, dice: “Ecco rinvenuto articoli scritti da corrispondenti l’auto dei baristi”. Perché? Perchè lì, nei bar o ristoranti, di spendere di guerra brasiliani che festeggiavano se lo possono permettere in pochi». proprio al Biffi la fine della seconda guerra mondiale. Ma oggi chi sono gli habituè? IL BIFFI FRA IERI E OGGI «Senza dubbio gli stranieri - dice - ci sono clienti fissi che vengono qui ogni anno per È il 15 settembre 1867 quando le fiere. I milanesi? Non vengono per il a Milano fu inaugurata la Galleria Vittorio Emanuele II e il Cafè problema del parcheggio». Il menù di Biffi è famoso per la più classica delle cotolette e Offelleria Biffi agli scalini del alla milanese, ai suoi tavoli se ne mangiano Duomo fondato nel 1852 da Paolo tremila l'anno. Se non è primato poco Biffi, confetturiere di sua Maestà, ci manca. «Niente effetti speciali però – si trasferisce nella nuova locaziocommenta il patron – sono fatte come da ne d’eccezione. Nel “salotto” di tradizione. Così pure ossobuco e risotto Milano. Da allora la storia della alla milanese. Siamo famosi proprio per Galleria e del ristorante s’intreccequesto». E, sospirando, ricorda: «Pensa che ranno in maniera inevitabile. Ben il giorno del funerale di Mike Bongiorno presto il Biffi diventò simbolo della che si è celebrato qui in Duomo ricevo una cucina meneghina e meta d’illustri personaggi storici come Arturo Toscanini telefonata: era Silvio Berlusconi in persona. ed Ernest Hemingway. Il locale, unico aperto dal giorno dell’inaugurazione, Mi ha chiesto: "fate ancora la vostra era ubicato al centro della Galleria, nell’Ottagono, occupando diverse vetrine cotoletta alla milanese?". Non credevo alle del pianterreno e un primo piano. A distanza di 151 anni si trova ancora allo mie orecchie, ma era tutto vero». Oggi però, stesso posto: su 100 metri quadri in due locali al pianterreno; e con la stessa annota non senza un pizzico di amarezza atmosfera retrò del passato e gli identici sapori genuini di una cucina tradiche «il piatto più richiesto al Biffi è il wi-fi: zionale. De Bacco, nato è cresciuto in Brasile, ma veneto di origine, dedica la i clienti passano ore chini a compulsare sua vita al Biffi in Galleria da oltre vent’anni.

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Michal Huniewicz

FOOD&TRAVEL A PIEDI PER IL MONDO

A volte la meta è il VIAGGIO: a piedi dalla Scozia al Giappone TRENI, AUTOBUS E PASSAGGI IN CAMION TRA STEPPE KAZAKE, IURTE MONGOLE, BETULLE DELLA SIBERIA MERIDIONALE, METROLI ASIATICHE E VILLAGGI DELLA CINA RURALE: DIARIO DI UN'AVVENTURA LUNGA 18MILA CHILOMETRI 30

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DI LUCA SCIORTINO

etti un giorno che hai voglia di evasione. Sei nell'isola di Skye, in Scozia, per una breve vacanza e dici: “alla solita vita non ci torno, almeno per ora”. Hai una lunga strada di fronte a te e ti viene in mente di andare sempre avanti, fino a dove puoi arrivare. Poi, qualche giorno dopo, ti metti davvero in cammino, verso Oriente. Qual è il punto più lontano che puoi raggiungere? Il Giappone. E metti che quel Paese divenga allora la tua Itaca: spendi i tuoi giorni, per quattro mesi, a cercare di raggiungerla, utilizzando tutti i mezzi possibili, dai treni agli autobus ai passaggi di autotrasportatori. Infine, arriva il giorno in cui in Giappone ci arrivi davvero e sulla tua scia ci sono le cupole dorate di Kiev, le steppe kazake, le iurte mongole, le distese di betulle della Siberia meridionale, le grandi metropoli dell'Asia, i villaggi rurali della Cina e tanti incontri con esseri umani di tutte le culture, che hai visto cambiare davanti i


tuoi occhi. Ritorni in Italia e scrivi un libro - appena uscito, ndr - che s'intitola “Oltre e un cielo in più” (Sperling & Kupfer) in cui racconti il tuo percorso, che non sta in nessuna guida turistica. Ecco come ho fatto. Una volta presa la decisione di partire, ho contattato un'agenzia per ottenere i visti in pochi giorni. Siccome la possibilità di dovere entrare e uscire dalla Russia per due volte era concreta, ho comprato visti con doppia entrata. La spesa complessiva per attraversare Kazakhstan, Russia, Mongolia e Cina è stata di 703 euro. La mia attrezzatura era volutamente leggera, sebbene modesta. Avevo con me uno zaino con pochi vestiti, un iPhone con una batteria solare ricaricabile, un Mac sottilissimo dal peso di soli 800 grammi, una macchina fotografica leggera con lente dalla grande escursione e cinque piccoli taccuini per prendere appunti. Ho attraversato Scozia e Inghilterra con un'auto affittata insieme a due polacchi incontrati sulla via, concedendomi il tempo di ammirare gli ampi panorami dei loch scozzesi, di visitare il muro di Adriano e camminare tra i ruderi delle abazie dello Yorkshire, abbandonate dopo l'Atto di Supremazia di Enrico VIII nel 1534. A Calais, in Francia, sono arrivato passando attraverso il tunnel della manica. D'altronde, la mia regola era: niente aerei. La cittadina era invasa da profughi che cercavano di raggiungere il Regno Unito.

In questa pagina, in alto a sinistra, festa di paese della minoranza A-Hmao nel Guagxi, Cina meridionale. In alto a destra, la recinzione della Calais Jungle che impediva ai migranti di raggiungere l'autostrada per il Regno Unito, In basso a sinistra, la copertina del libro di Luca Sciortino. In basso a destra, una ragazza nel costume tradizionale cinese degli A-Hmao. Nella pagina succesiva, le risaie di Longsheng.

Ho pensato che sarebbe stato interessante andare nel loro campo, soprannominato la Calais Jungle (la Giungla di Calais) e così mi sono fermato un paio di giorni in un ostello nel tentativo di accedervi. Quell'esperienza davanti ai fuochi con quegli esseri umani privati del passato mi ha toccato nel profondo, pensavo tra me e me sul treno che mi portava a Parigi, da dove ho raggiunto Budapest in diverse tappe, incluso un autobus pieno di badanti che attraversava la Slovenia e l'Ungheria. Ho dovuto trascorrere una notte nella

stazione di autobus di Nepliget, nella periferia della capitale ungherese. Finalmente, grazie al wifi di un McDonald, mi sono collegato a Internet, ho trovato dove dormire e con GoogleMaps ho scaricato le mappe per raggiungere i luoghi che desideravo visitare. Nei giorni successivi le ho usate senza il collegamento a Internet e sfruttando il carica-batteria solare. Per raggiungere Kiev ho speso un'altra notte in treno dopo aver cenato a base di galuska, tipici gnocchi ungheresi che avevo comprato in un supermercato

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FOOD&TRAVEL A PIEDI PER IL MONDO

di Budapest. Al mattino, mi diede il buon giorno un anziano con vari autobus, uno dei quali si è guastato sulla via. Urumqi, contadino ungherese : "Jó reggelt" e mi offrì alcune fettine di la prima grande città cinese era al di là di quelle montagne. Se szalonna, il lardo salato ungherese, due fette di pane imburrate l'avessi raggiunta avrei potuto prendere un “bullet train”, un treno e una bottiglia di pálinka. All'orizzonte il sole faceva capolino che viaggiava a duecentocinquanta chilometri l'ora per Pechino. sulla Puszta. "Mangia che ancora la strada è lunga" mi fece capire Ma nella mia strada ho incontrato la polizia kazaka, che bisogna a gesti. Ero arrivato a Kiev avendo speso meno di 500 euro, temere più dei malviventi: sotto minaccia di una multa ho dovuto escludendo i visti. Ora il problema era come andare avanti: dovevo pagare una piccola somma, irrisoria in euro ma di qualche valore attraversare quella parte della Russia a nord del Mar Caspio ed in tenge kazako. Da qui la decisione di cambiare rotta puntando entrare in Kazakistan per poi raggiungere Almaty, la vecchia città a nord per poi attraversare la Mongolia e raggiungere Pechino. sulla via della seta ai piedi delle montagne del Tien Shan. Una Ancora un vecchio treno per Novosibirsk e un altro per Irkutsk, volta lì, la Cina sarebbe stata dall'altra parte di quelle montagne. in Siberia, fino alla scoperta quasi casuale dell'isola di Olkhon nel Avrei potuto andare prima a Mosca, per lago Baikal raggiunta con un vecchio poi prendere una transiberiana. Ma non "HAI UNA LUNGA STRADA DI FRONTE pulmino e un piccolo battello. volevo seguire la via percorsa da milioni A TE E TI VIENE IN MENTE DI ANDARE In Mongolia mi sono ammalato e sono di turisti. Ho impiegato una settimana SEMPRE AVANTI, FINO A DOVE PUOI stato curato da due pastori, zii di un per trovare un passaggio sicuro per ARRIVARE. POI, QUALCHE GIORNO DOPO, ragazzo con cui avevo stretto amicizia Hluchiv, una città vicino al confine russo TI METTI DAVVERO IN CAMMINO" in un treno, nella loro iurta. Avevo dato e un altro da lì a Saratov, vicino il confine loro 200mila tugrik mongoli, circa 67 con il Kazakistan. euro, per una settimana. Sono rimasto per dieci giorni, curato con Per 3500 rubli (meno di 50 euro) prelevati con carta di credito metodi tradizionali a base di erbe. Prima di andare ho regalato ho viaggiato prima con un autotrasportatore ucraino di frutta e loro un samovar in argento che avevo comprato a Saratov: a quella verdura fino a confine con la Russia e poi ho raggiunto Saratov coppia di pastori devo la vita. A Pechino ci sono arrivato con un viaggiando per un giorno e una notte con un camionista russo e treno transiberiano mongolo, niente di paragonabile con il treno il suo volpino. Accanto a loro, dall'alto della cabina, mi sembrava velocissimo che da Pechino mi ha portato nel sud della Cina, nella di volare verso le steppe dell'Asia Centrale. Ancora una notte alla regione del Guangxi. Nei villaggi delle minoranze etniche cinesi la stazione di Saratov e poi ho iniziato la mia lunga traversata della vita era ben diversa da una grande metropoli come Pechino. Con steppa su un treno diretto ad Almaty. Cinque giorni e quattro notti due migliaia di yen, meno di trecento euro, prelevati nella capitale in un vecchio treno kazako con un biglietto costato meno di cento cinese ho mangiato cibo genuino e dormito in una casa di legno di euro. Un viaggio con contadini, pastori e venditori che sembrava un antico villaggio dell'etnia Miao. Poi in treno a Shanghai con un non finire mai, tra controlli alle dogane nei primi giorni in cui il altro “bullet train” e infine la mia nave è salpata per la mia Itaca, treno entrava e usciva dalla Russia e lunghe fermate in cui il treno destinazione Osaka, Giappone. Ho speso meno di cinquemila euro veniva smontato e riassemblato. adattandomi a ogni situazione, a modi di vita lontanissimi dai Sulle montagne del Tien Shan, in Kazakistan, ci sono arrivato miei. Sono tornato più ricco di prima.

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ANELLI FATATI FOOD&TRAVEL

FEDE SARDA l'incantesimo d'amore creato dalle fate TRADIZIONE POPOLARE E ARTE ORAFA DELLA FILIGRANA SI FONDONO IN UN ANELLO CHE TIENE ANCORA VIVA L'ANTICA MAGIA DELLE JANAS

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DI PAOLA BELLI

vete mai visto le Janas? Non sono fate, né streghe: sono creature magiche, minuscole, alte quanto il palmo di una mano, bellissime nei loro abitini rossi, la testa coperta da fazzoletti ricamati d’oro e d’argento, al collo pesanti collane d’oro, alle mani unghie talmente lunghe e appuntite da poter scavare nelle rocce. Vivono nei boschi della Sardegna e sono loro, tessendo sottili fili d’oro e d’argento e intrecciandoli con gemme preziose, a realizzare le tradizionali fedi in filigrana che gli uomini regalano alle loro innamorate. L’incantesimo legherà la coppia per tutta la vita. Da indossare rigorosamente all’anulare sinistro, vicino all’arteria che arriva dritta al cuore, la fede sarda è uno dei dei prodotti migliori dell’artigianato sardo. È un anello piatto che ricorda molto il pizzo chiacchierino: solitamente aperto sul lato rivolto verso il palmo della mano, è forgiato in quattro fili d’argento (o anche oro), sui quali vengono microsaldate altrettante file di sfere del diametro di un millimetro circa, cesellate e anch’esse microsaldate fra loro, spesso

circondate da altre sfere ancora più piccole, in modo che ricordino i chicchi del grano che germoglia, come augurio di prosperità e di fertilità., Anticamente era un vero e proprio anello di nozze, tanto che in molte famiglie, in occasione di fidanzamenti, matrimoni o nascite di primogeniti, si tramanda come un prezioso cimelio la fede sarda donata dal proprio avo alla bisnonna o alla trisnonna. Ancora oggi in Gallura la tradizione della fede sarda regalata per il fidanzamento è molto sentita e nel cagliaritano si usa far incastonare una minuscola pietra color miele, per allontanare la negatività. Come da antica tradizione, le fedi sarde vengono forgiate in oro o in argento lavorando sulle forme classiche con la tecnica della filigrana sarda e del filo ritorto saldato su piastra, tipico anche della tecnica orafa etrusca. Una curiosità: una fede sarda venne rinvenuta persino sul relitto del Mercure, un brigantino napoleonico costruito nel 1805 e ceduto al regno Italico nel 1809, che la notte del 21 febbraio 182 incappò, appena fuori dal porto di Venezia, nella flotta navale inglese: fu l’inizio della celebre battaglia di Grado. Il Mercure venne spezzato in due tronconi e si inabissò. Il suo relitto venne scoperto nel 2001. E tra gli oggetti appartenuti ai 92 membri dell’equipaggio, il mare restituì proprio una fede sarda in oro.

DUE MANI UNITE PER LA VITA

C’è altro anello simbolo dell’isola: il maninfide, “mani in fede”. Rappresenta due mani unite e suggellava il patto d’amore tra una fanciulla e il suo fidanzato. Accettando l’anello, la ragazza accettava di unirsi all’innamorato per tutta la vita. In cambio, regalava al ragazzo un coltello con il manico in corno.

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summer LIFESTYLE

IN BARCA IL LUSSO PARLA ITALIANO

VIAGGIO TRA I TOP BRAND DELLO YACHT DESIGN MONDIALE 038

WEDDING TRAVEL

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OCCHIALI DAL 1878

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BAGS, MA NON SOLO

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PERSONAGGI

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STOFFA DA PASSERELLA

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ARTE&INDUSTRIA

Il business delle nozze d’autore che attira vip da tutto il mondo

La regina del jet-set Alba Parietti ci racconta la “sua” Sardegna

Lozza compie 140 anni: tra innovazione e modelli iconici

L’haute couture parigina sceglie i tessuti della milanese Schmid

Alexandra Alberta Chiolo presenta le sue creazioni

Apre al pubblico la collezione Agrati sui maestri del Novecento


LIFESTYLE FOCUS

YACHT DESIGN, i super-panfili vanno sull'onda del made in Italy

IL BELPAESE È LEADER NELL'ALTA GAMMA, TRA BRAND COME FERRETTI E BAGLIETTO, DISEGNATORI FAMOSI E GIOVANI TALENTI EMERGENTI

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DI MARINA MARINETTI

abriele Teruzzi ha 29 anni, un diploma allo Ied-Istituto europeo di design di Milano (con una tesi, Wind Rose, progetto di yacht a motore di 26 metri, per Filippetti Yacht esposta a Cannes), un master IED a Torino (e una collaborazione con Southern Wind) e cinque anni a Trieste con AM Yacht Design (con clienti come Mangusta Overmarine, Azimuth, Fairline, Dominator). Il mondo lo conosce per il suo Shaddai, il concept yacht superlusso da 150 metri (largo 22) con la cabina armatoriale sospesa a 38 metri di altezza e una piscina a cielo aperto sulla terrazz a sovrastante. «L’ispirazione nasce dai grattacieli delle grandi metropoli», spiega il giovane designer «dove i più ricchi abitano sempre in attici con vista mozzafiato. Ho voluto portare l’armatore a nuove altezze, restituendogli quel senso si onnipotenza che ritrova nell’architettutra contemporanea». Selezionato per il Premio Regula 2018, ora Gabriele Teruzzi Yacht & Design sta progettando, in colaborazione con lo studio di ingegneria navale NavalHead, Stella del Sud, uno yacht di 115 metri con soluzioni estetiche e di layout innovative, come una grande vetrata laterale a forma di diamante che connette tutti i deck. È giovane, è di talento, ed è in buona compagnia: sono italiani tutti i più bravi designer di imbarcazioni di lusso, mostri sacri come il fiorentino Tommaso Spadolini, che ha firmato l’intera serie Akhir dei Cantieri di Pisa, il Don Giovanni di Apreamare, lo Yacht reale spagnolo, o Maurizio Cossutti, “arruolato” dal colosso tedesco Bavaria, o ancora Marco Casali, l’autore del Tomahawk da esplorazione concepito per Palumbo Group. D’altra parte, la metà di tutti gli yacht supelusso nasce in Italia: siamo i leader del settore, secondi, nel mondo, solo agli Stati Uniti. Ferretti, (il maggiore produttore mondiale di yacht di lusso, acquisito nel 2012 dalla cinese Shig-Weichai), Baglietto (acquisita da Gavio nel 2012), Azimut Benetti (che investirà 100 milioni di euro nel prossimo triennio), Perini Navi (recentemente premiata al Boat international design e Innovation awards) sono brand del lusso conosciuti in

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PER I VOYEUR DA DIPORTO C'È ANCHE UN'APP Chissà quante volte, passeggiando sui moli dei porti turistici, vi siete chiesti di chi fosse quello yacht da 24 metri e dove fosse diretto. Non negatelo: vi siete persino immaginati a bordo, a gozzovigliare con gli amici, sorseggiando un Bollinger del 2004 e fumando Cohiba Behike. Ebbene, per voi (noi) voyeur da diporto, ci sono un paio di siti fondamentali. Si tratta di www.marinetraffic.com. e di www.shipfinder.com, disponibili persino in apposite versioni app per smartphone MarineTraffic (€ 5,49) e Ship Finder Lite (gratis), che tracciano in tempo reale, direttamente sulla mappa, tutte le imbarcazioni, navi e gli yacht, dotate di Autimatic Identification System (Ais). Saprete che bandiera battono, da dove sono partite, dove stanno andando. Certo, difficilmente scoprirete l’identità dei loro proprietari, a meno che non siano così famosi da essere apparsi sulle cronache mondane delle riviste di gossip.


IN QUESTE PAGINE ALCUNI RENDERING DI SHADDAI, IL MEGA YACHT DISEGNATO DA GABRIELE TERUZZI (IN ALTO A DESTRA)

tutto il mondo. affiliata a Fondazione Altagamma, che conta oggi oltre 100 associati Nello scenario delle barche oltre i 30 metri (e organizza il Versilia Yachting Rendez-vous) per un fatturato di lunghezza, che tecnicamente andrebbero globale che supera gli 1,8 miliardi di euro e oltre 4 mila addetti definite “navi da diporto”, infatti, ad oggi diretti, parla di «un mercato vivace in netta ripresa con numeri che il nostro Paese ha consegnato ben 1588 parlano chiaro». E tutti sono alla ricerca di personale: costruttori, imbarcazioni, pari al 32% della flotta cantieri, porti. Persino Engel & Volkers, il brand dell’immobiliare globale (circa 5200). Il portafoglio ordini di lusso, sta cercando agenti da impiegare nel settore yachting. italiani per il 2018 è di 175 unità, con una L’associazione dei brand di fascia alta stima il valore dell’intera lunghezza media di 45 metri: l’Italia è produzione cantieristica italiana, per il 90,4% entrobordo e ancora una volta leader, con il 41,3% del sterndrive, a 2,3 miliardi di euro per il 2017, in crescita del 13% numero totale di ordini rispetto all’anno precedente. Merito, anche, di studi globali. La Confederazione OGNI TRE BARCHE OLTRE I 30 METRI di design come Nuvolari e Lenard a Venzia, Zuccon nazionale dell’artigianato ALMENO UNA È ITALIANA. PER IL 2018 a Roma, Francesco Paszkowski a Firenze, Team for e della piccola e media IL PORTAFOGLIO ORDINI È DI 175 Design di Mestre, Mario Pedol o Francesca Muzio (FM impresa (Cna) nell’ultimo UNITÀ, VALE A DIRE IL 41,3% DEL TOTALE World) a Milano, Ceccarelli Yacht Design di Ravenna, Rapporto di ricerca sulla DEGLI ORDINI DI TUTTO IL MONDO solo per citarne alcuni. Non stupisce quindi che il filiera nautica lo dice Paese offra diverse opportunità agli aspiranti yacht chiaramente: «La cantieristica italiana designer. Oltre al già citato Ied, che ha stretto un accordo con Amer dei grandi yacht, dei maxi rib e della vela Yacht del gruppo Permare per portare gli studenti direttamente d’eccellenza, si conferma leader mondiale in cantiere, c’è il corso di Yacht Design dell’Università europea su tutti i mercati» e parla di «valore record del design di Pescara, la laurea magistrale offerta dall’Università della percentuale di export, superiore al Marconi di La Spezia e il corso erogato dall’Università degli 95% della propria produzione». Non per Studi di Genova, lo Yacht Desing Master della Scuola del Design niente Lamberto Tacoli, presidente di del Politecnico di Milano o dell’Università di Venezia. L’elenco è Nautica Italiana, l’associazione di settore, incompleto, ma ogni istituto offre partnership con cantieri e studi nata nel 2015 per volontà di 25 tra i brand di progettazione, che guardano agli atenei come vivai dai quali più in vista del comparto nautico italiano, attingere in cerca di creatività fresca.

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LIFESTYLE WEDDING TRAVEL

ITALY is the new LAS VEGAS: tutto per un "sì" SI CHIAMA "WEDDING TRAVEL" E NEL BELPAESE MUOVE QUASI MEZZO MILIARDO CON MATRIMONI DA FAVOLA IN LOCATION STREPITOSE

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DI MARINA MARINETTI

ustin Timberlake e Jessica Biel hanno scelto Borgo Egnazia, in provincia di Brindisi. George Clooney e Amal Alamuddin il Canal Grande a Venezia. John Legend e Chrissy Teigen Villa Pizzo, sul Lago di Como, Kim Kardashian e Kanye West il Forte di Belvedere a Firenze. Prima di loro Tom Cruise, per il suo terzo “sì”, quello con Katie Holmes, aveva scelto il Castello Odescalchi di Bracciano. Il concetto è chiaro: per un matrimonio da favola ci vuole una location da favola. E l’Italia, in quanto ad angoli incantevoli, paesaggi suggestivi e architetture indimenticabili tra borghi, castelli, ville, non è seconda a nessun altro paese nel mondo. Gli stranieri lo sanno, e sono sempre di più quelli, vip e non vip, che scelgono il Belpaese per celebrare le loro nozze. Arrivano dal Regno Unito (26,4%), dagli Stati Uniti (20,7%), dall’Australia (8,4%), dall’Irlanda (5,4), dalla Germania (4,9). E anche dall’India: lo scorso dicembre la diva di Bollywood Anushka Sharma e il capitano della nazionale di cricket Virat Kohli hanno pronunciato il fatidico “sì” a Borgo Finocchieto, il complesso acquistato nel 2001 dall’ex ambiasciatore americano John Phillips nella campagna senese, affitabile per la modica cifra di 110mila euro a settimana. È proprio la Toscana a svettare in

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SOLE, MARE E UN BUDGET DI ALMENO 50MILA EURO: TANTO COSTA SPOSARSI IN COSTA SMERALDA. A DESTRA, LA WEED

cima alla classifica delle mete predilette dagli sposi d’oltreconfine: è teatro del 31,9% dei matrimoni, seguita dalla Lombardia, col 15% degli eventi, poi viene la Campania, in particolare la Costiera Amalfitana, col 14%, il Veneto, che arriva quasi all’8%, e il Lazio col 7%. Il che non significa che le altre regioni d’Italia vengano snobbate: tutt’altro. Sempre più alla ricerca di mete meno note e tutt’altro che scontate, le regioni del Sud e le isole stanno vivendo un vero e proprio boom di richieste. E le amministrazioni locali, con gli ufficiali di stato civile in prima linea (solo il 34,4% opta per una cerimonia in chiesa, mentre la maggioranza si sposa con rito civile o con una funzione simbolica), si stanno attrezzando. A metà marzo, per esempio, l’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Sardegna ha organizzato una tre giorni a Cagliari, Santu Lussurgiu, Tortolì e Alghero dal titolo quantomai esplicativo: “Wedding tourism: opportunità per i territori regionali”. L’isola, d'altronde, è un set ideale per matrimoni da sogno. Come quello organizzato a fine maggio 2014 per una misteriosa coppia libanese (si vocifera fosse il figlio di Gilbert Chagoury, amico del finanziere Tom Barrack, tra gli invitati al banchetto nuziale) dalla giovane weeding


Per il 2018 si prevede un’ulteriore crescita del business, tra il 5% e il 7% per un settore che, sempre secondo il Centro Studi Turistici di Firenze, dà lavoro a 52.600 operatori tra albergatori, addetti all’accoglienza, fotografi e filmakers, musicisti, fioristi, truccatrici, estetiste, parrucchiere, ristoratori. Merito di chi, guardandosi intorno, scopre sempre nuove mete (come Vicenza, nelle residenze estive dei Montecchi e dei Capuleti, o la Sardegna) e “destagionalizza” il matrimonio. Perché non c’è solo il periodo da giugno a settembre. Gli indiani Anushka Sharma e Virat Kohli, per esempio, si sono sposati a dicembre. E sono sempre di più le richieste “in bassa stagione” di asiatici e cinesi. Va da sé che, DING TRAVEL SPECIALIST BIANCA TRUSIANI E LA WEDDING PLANNER SARDA ELISA MOCCI per offrire un buon servizio, è fondamentale conoscere bene le tradizioni, le usanze, anche in tema culinario o di trucco e parrucco, delle varie etnie e nazionalità che si rivolgono agli operatori planner Elisa Mocci (la stessa che ha firmato il matrimonio di Elisabetta Canalis con Brian Perri): prenotò in esclusiva il Cala nostrani. Per cinesi, per esempio, il bianco è un colore funebre, di Volpe, il Cervo e il Romazzino, stanze extra lusso da destinare i numeri devono essere rigorosamente pari, ma il 4 va evitato agli oltre 250 invitati, offrendo loro una serata con ingaggi come la peste perché nefasto. «Stiamo facendo un’operazione ancora avvolti dal mistero e uno chirurgica, andando sui territori per spettacolo pirotecnico, il tutto per CASTELLI, VILLE E ANCHE SPIAGGE preparare un’accoglienza dedicata al target, un costo di oltre 450 mila euro. D'ITALIA SONO LA SCENOGRAFIA DI tramite una nuova figura professionale: il «I libanesi sono molto eleganti, NOZZE PER CELEBRITY E MANAGER wedding travel coordinator, una figura ibrida ricercati», ricorda l’organizzatrice CHE SI AFFIDANO A PROFESSIONISTI tra l’accompagnatore turistico e il mediatore «la sposa scelse l’hand made per SPENDENDOCIFRE DA CAPOGIRO culturale», sottolinea Bianca Trusiani, la maggior parte dei dettagli e solo pioniera del settore nonché fondatrice, nel 2012, del primo operatore di wedding tourism italiano: Wedding per gli addobbi floreali, fatti arrivare dall’Inghilterra, ci vollero 250mila sterline». Cifre record anche per un brand, quello di Elisa and travel. È lei che ha aperto la via alle location alternative, come Mocci Events, noto per occuparsi del segmento lusso: «Il budget i castelli vicentini residenze estive dei Montecchi e dei Capuleti, varia molto a secondo del numero degli ospiti, può essere di o alcuni siti del Fai. Nella residenza gardesana di Gabriele 40mila per un evento riservato a poche persone, ma se gli invitati D’Annunzio proprio la società di Trusiani sta organizzando un matrimonio di una coppia inglese di origine indiana che durerà sono almeno un centinaio, i costi vanno dai 100mila euro in su». Dal punto di vista del business, le cifre sono decisamente tre giorni, con balli e scenografie in pieno stile Bollywood. «Ma interessanti non solo per lei, ma per una variegata filiera del non chiamatemi wedding planner: sono un’operatrice di viaggio settore: il fenomeno del Wedding Tourism (turismo nuziale) o esperta in destination wedding», dice. «Avevo un sogno: fare Destination Wedding (destinazione matrimonio) in Italia è in dell’Italia una sorta di Las Vegas, con pacchetti per nozze rapide continua crescita: se nel 2015 valeva 380 milioni di euro, nel ed economiche». Oggi con la sua Italy Destination Wedding, che 2016, ultimo dato disponibile, i milioni erano già diventati 440,8 in sinergia con operatori turistici del wedding crea pacchetti per i spesi per 8.085 matrimoni ognuno dei quali, in media, è costato grandi distributori internazionali, e di Wedding Made in Italy, una 54.516 euro. A rilevare il giro d’affari è il Centro Studi Turistici di sorta di certificazione “doc” con cui le agenzie italiane partecipano Firenze, che ha appena pubblicato il report “Destination Wedding alle fiere del settore, anche all’estero. «Stiamo lavorando molto in Italy” censendo l’attività di 1.500 “diretti interessati” tra anche la Fondazione Italia Cina, organizzando corsi con sinologi proprietari di location, wedding planner, società di catering che si con un taglio pratico anche su cosmesi, menu, fotografia, stilisti, sono affaccendati per rendere indimenticabile l’esperienza a ben che sono un target molto richiesto. Stiamo preparando persino un 1,368 milioni di individui, sposi compresi. manuale accademico ad uso operativo wedding».

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LIFESTYLE PEOPLE

TRA YACHT E MARE DA SOGNO: L'ESTATE A PORTOCERVO È PROTAGONISTA NEI RICORDI DELL'ATTRICE TORINESE

«Vi racconto la mia Sardegna»: l'estate secondo ALBA PARIETTI LA REGINA DEL JET SET APRE L'ALBUM DEI RICORDI TRA FESTE, GOSSIP E AMORI INDIMENTICABILI

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DI MONICA SETTA

Da qualche anno ha casa a Ibiza ed il suo topless è il più fotografato della season mondana 2018. Ma nel cuore di Alba Parietti, una delle star più amate dallo show biz, gli anni trascorsi in Sardegna, anzi nella lussuosa cornice della Costa Smeralda restano indimenticabili. «Mi viene in mente una festa straordinaria che organizzai per un mio amico agli inizi degli anni 90 a Porto Cervo», racconta la Parietti, «con Paolo Villaggio e Massimo Troisi. Avevo invitato mezzo mondo. Fu uno spettacolo assoluto di fantasia, magia, musica e tanta allegria. Quegli anni le estati smeralde erano rinomate dovunque, arrivavano imprenditori famosi, attrici, un’atmosfera di grande serenità e divertimento che poi è passata». Al giro di boa dei 57 anni Alba è ancora una donna bellissima che gira il pianeta attraversando le sue case, gli amori, gli umori di una stagione della sua vita che lei considera sinceramente splendida. Ci sono state estati di fuoco sulle spiagge della Sardegna, ci sono stati amori da copertina: uno fra tutti Christopher Lambert, che


recentemente è tornato al suo fianco per un breve periodo di passione. «Anni meravigliosi, ricordi magnifici, ma poi il tempo passa e anche l’amore si trasforma. Oggi da un uomo voglio più tenerezza, magari meno baci o sesso. Cambiano i modi di approcciare le estati», confida Alba, «si fanno le stesse cose, la barca, le feste, ma il respiro ê meno intenso, ci si rilassa, si vive il presente con meno ansia e forse pure con un desiderio più razionale». Malgrado la «CAMBIANO I MODI DI APPROCCIARE maestosa villa di Ibiza, Alba LE ESTATI: IL RESPIRO È MENO INTENSO, torna anche CI SI RILASSA, SI VIVE IL PRESENTE questa estate in CON MENO ANSIA E FORSE PURE alla Juventus, a numero uno dei ristoranti di Porto Cervo: Giancarlo Sardegna con CON UN DESIDERIO PIÙ RAZIONALE» Alessandrelli da dieci anni è il patron del Next Door, locale chic di le amiche care Liscia di Vacca che proprio in quel 2011 ha inaugurato la nuova come Paola Ferrari che lei segue in barca stagione. «Un avvio sobrio, senza fuochi d’artificio», ricorda la pure a Cannes insieme al marito della Parietti scherzando. «In realtà io arrivai dopo la mezzanotte a giornalista Marco De Benedetti. I posti festeggiare i miei 50 – Alba Parietti è nata il 2 luglio del 1961, ndr preferiti? Le cene al Pescatore, gli aperitivi e insieme a me arrivarono i calciatori Alberto Aquilani e Federico al Romazzino o al Cala di Volpe, il posto Macheda. Fu una festa bellissima». Due dei tanti calciatori e preferito da Sandra Carraro. E i ricordi si allenatori che presenziavano allora, come ogni anno, in Costa Smeralda. Fra loro, a brindare con Alba, anche Roberto Mancini e Marek Hamsik. La serata si concluse con la musica dal vivo. A condurre le danze il gruppo di Francesco Bove, chirurgo ortopedico che per hobby ogni anno inaugura la stagione del Next Door. Anche se adesso la casa è in Spagna, il cuore di Alba batte per la Sardegna. Il prossimo 2 luglio champagne a Ibiza o a Porto Cervo? srotolano come un vecchio film. Ti ricordi quella volta che Silvio Berlusconi ti voleva a Mediaset? «Era estate», rammenta lei: il Cavaliere le offrì quasi 10 miliardi per un contratto di esclusiva. Ma Alba disse di no, i soldi in fondo non sono mai stata la sua ossessione. «Piuttosto l’amore: se tornassi indietro forse ci sarebbe una estate del cuore»... Quella con Lambert? Forse, ma adesso Alba sospira. «Meglio guardare al futuro», dice, «alla prossima estate che, chissà, porterà qualcosa di nuovo». Da eterno secondo alle spalle di Dino Zoff

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LIFESTYLE OCCHIALI DAL 1878

140 anni di LOZZA, la lunga storia dell'occhiale made in Italy SONO STATI I PRIMI A PREVENIRE GLI INFORTUNI, A RIUTILIZZARE GLI SCARTI E A PENSARE AL DESIGN. E ANCORA OGGI I LORO "ZILO", NATI NEGLI ANNI '40, VANNO A RUBA. PARLA BARBARA DE RIGO, AL MARKETING DEL BRAND

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DI MARINA MARINETTI

utti abbiamo invidiato qualcuno, fra i nostri coetanei. Per noi “ragazze” nate a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta, in particolare, quel qualcuno potrebbe essere Barbara De Rigo. Le sono sfilati sotto il naso Bruce Willis, George Clooney, David Beckham, Alessandro Gassman e diversi altri sex symbol. Li ha conosciuti tutti, probabilmente assediata dalle amiche, imploranti di essere presentate agli uomini dei loro sogni. «Effettivamente...», abbozza lei. Onori (e oneri) di nascere da uno come Ennio De Rigo, che nel ‘78 fondò a Limana, nel bellunese, una piccola realtà artigianale di produzione di occhialeria conto terzi, la Charme Lunettes. «Il gruppo De Rigo è nato come un po’ per caso», ricorda: «Mio padre e mio zio Walter iniziarono la loro attività facendo i costruttori a Cortina d’Ampezzo, dopo il boom delle Olimpiadi, in quei primi anni ’60 che furono decisamente buoni. Poi entrarono come finanziatori in un’azienda di occhiali, per poi aprirne una seconda a Limana, in provincia di Belluno». Oggi il Gruppo De Rigo distribuisce in un’ottantina di nazioni, dà lavoro a circa 3mila persone e per il quattordicesimo anno consecutivo ha messo a segno un risultato in crescita: nel 2017 ha fatturato 449,5 milioni di euro (+5,5% a cambi costanti). Produce occhiali per Escada, Furla, Carolina Herrera Ny, Blumarine, Converse e Fila e ha tre marchi propri: Police, Sting e Lozza. Brand di cui Barbara De Rigo è Direttore marketing. Vi siete reinventati l’occhiale da sole come accessorio fashion.

In effetti questo merito ci viene riconosciuto. Nel canale ottico il business dell’occhiale da sole rappresentava una nicchia, poi, nel 1983 lanciammo il marchio Police e divenne una moda.

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Barbara De Rigo insieme al padre Ennio, fondatore e presidente del gruppo che oggi ha tre marchi propri: Lozza, Police e Sting

C’era per caso qualche fan del gruppo rock londinese, in famiglia?

Beh, io, mi tocca dire. Ero innamoratissima di Sting. L’idea fu di Michele Aracri, che già allora era l’ammistratore delegato del gruppo. Police è una collezione indirizzata al target giovani, trasmettendo l'immagine Usa, che ha contribuito in maniera importante a portare l'azienda a questi livelli. Gli occhiali dell’ indimenticabile Poncharello dei chips... Prima Police, poi Sting.

In effetti, quando due anni dopo valutammo che c’era ancora spazio per una nuova linea di fascia un po’ piu bassa, mio padre mi disse: «Tu che sei giovane, perché non tiri fuori un bel nome?». Siccome era un nickname e non un nome proprio, si poteva usare. Il 1983 è stato cruciale anche per l’acquisizione di Lozza, il marchio dell’occhialeria più antico d’Italia.

Il simbolo dell’eccellenza Made in Italy nel mondo. Per i mieri genitori era un sogno che si avverava. Nel Cadore Lozza, era un punto di riferimento, era un po’ l’Olivetti della nostra zona. Imprenditoria sociale?

Una storia affascinante. L’azienda fondata da Giovanni Lozza e dai fratelli Frescura nel 1878 è stata anticipatrice perché era attenta all’ambiente di lavoro e alle persone già dagli anni ’20. Sono stati i primi a usare la celluloide, materiale plastico all’avanguardia derivato dalla cellulosa, a impiegare macchinari progettati per ridurre al minimo gli infortuni degli addetti, a riutilizzare gli scarti di produzione per la

fabbricazione di altri oggetti, come per esempio i bottoni. Per non parlare del design senza tempo dei suoi occhiali. E infatti gli Zilo vengono prodotti ancora oggi.

Negli anni ’70 erano un must e restano fra i cinque modelli piu venduti. Sono iconici. E poi hanno un bellissima storia da raccontare: nati negli anni ’40, frutto di uno studio all’avanguardia per quel tempo. Due fogli di acetato incollati intorno a un’anima di metallo: leggeri, robusti e duttili.

Li abbiamo visti nelle foto indossati da Fausto Coppi, Jackie Stewart. Alain Delon e da una serie di politici e divi del cinema.

Per il 140° compleanno di Lozza, che festeggiamo quest’anno, ne abbiamo realizzato una limited edition in titanio: 140 pezzi numerati nelle varianti silver e gold, con lenti polarizzate in cristallo Barberini, la lente italiana top per antonomasia. A proposito di icone: il gruppo è stato tra i primi a ricorre a testimonial celebri.

Con Police siamo partiti con Maldini e poi abbiamo avuto Bruce Willis e George Clooney, David Beckham, poi Antonio Banderas e da ultimo il brasiliano Neymar. Per il marchio Sting abbiamo avuto Nek, Schumacher, poi Battistuta e Cannavaro proprio nel 2006, quando l’Italia vinse i Mondiali di calcio. Un tema delicato, quello dei mondiali, quest’anno.

Lasciamo stare. Meglio parlare dei testimonial: quelli di Lozza sono stati

Alessandro Preziosi, Marco Mengoni e da ultimo Mika, cercando sempre andare pescare personaggi in linea col nostro brand. Ho avuto la fortuna di conoscerli tutti. Un bel lavoro, il suo. Ma dica la verità: cosa avrebbe voluto fare, da grande?

In seconda elementare avevo scritto che volevo fare la maestra di lingue. Le lingue sono sempre state la mia passione e sicuramente volevo fare qualcosa a livello di comunicazione. Non ci è andata troppo lontana.

Oggi sono direttore marketing housebrand e comunicazione corporate, ma ho iniziato a lavorare in azienda come area manager nella parte export, quindi viaggiando e utilizzando le lingue. Il 2018 è un doppio anniversario: 40 anni di De Rigo, 140 di Lozza. Come vede il futuro?

Ci sono nuovi mercati e nuovi canali, come la rete. Noi cerchiamo di muoverci con prudenza nei vari ambiti. Ma c’è molto da correre: se prima un modello durava dieci anni, adesso si brucia nel giro di sei mesi. È la fast fashion.

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LIFESTYLE STOFFA DA PASSERELLA

L'haute couture nasce a Milano coi TESSUTI firmati Schmid LOUIS VUITTON, BALENCIAGA, DIOR: L'ALTA MODA PARIGINA SI RIFORNISCE IN ITALIA

S

DI MARINA MARINETTI

ulle passerelle dell’alta moda, da Milano a Parigi, sfila anche una piccola azienda italiana: molte delle scarpe e borse dei maggiori marchi internazionali - Dolce&Gabbana e Balenciaga, Prada e Louis Vuitton, Dior e Fendi - sono realizzate con i tessuti di Schmid, pmi milanesissima a dispetto del nome. Un esempio di quel made in Italy d’eccellenza che ha saputo reinventarsi negli anni: era il 1942, in piena guerra mondiale, quando l’imprenditore zurighese Walter Schmid fondò a Milano quella che oggi ancora si chiama Schmid Spa, allora focalizzata sulla distribuzione di filati e articoli tecnici per la produzione di calzature. Poi, negli anni ’60, con la nascita del prêt-à-porter e dell’alta moda, la specializzazione in tessuti e materiali per scarpe e borse. Dieci anni dopo, grazie al rapporto sempre più stretto con artigiani lombardi e toscani, l’azienda era già marchio di qualità e innovazione. Oggi Schmid, coi suoi 25 dipendenti a San Giuliano Milanese e un fatturato che veleggia intorno agli 8 milioni di euro, è uno dei leader nella fornitura di tessuti e materiali per il settore calzaturiero e della pelletteria, con Italia, Francia, Inghilterra e Stati Uniti come principali mercati di sbocco. Per l'amministratore delegato Paolo Ciccarelli, una carriera nella finanza dopo la laurea

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in Economia aziendale a Venezia, con incarichi in Fininvest e Borsa Italiana fino a diventare Director of Finance del London Stock Exchange, «Schmid è stata il primo passo della mia nuova vita professionale. Nel 2010, in piena crisi post Lehman, ho avviato la mia attività per aiutare azionisti, fondi e imprese nelle fasi di cambiamento aziendale», racconta. «Il principale azionista di Schmid mi chiese di capire perché la società era in crisi di liquidità. Poco tempo dopo, quando per gli stessi azionisti non è stata più strategica, ho deciso di rilevarla». Decisione coraggiosa…

Schmid è un’azienda che sa farti innamorare, fatta di persone che ogni giorno le dedicano la loro passione e competenza, di prodotti che escono dal magazzino per diventare borse e scarpe delle più grandi griffe internazionali, di una rete di artigiani tra i


Paolo Ciccarelli, amministratore delegato e azionista di Schmid Spa

migliori del nostro made in Italy. E dopo tanti abiti grigi e blu del mondo della finanza, occuparsi di moda e colori non era poi così male! Piccoli fra i grandi, in un mercato molto competitivo: come avete fatto a farvi strada sino a diventare fornitori dei grandi marchi del lusso?

Direi “piccoli ma grandi”: nel nostro settore siamo la seconda azienda per fatturato e la prima per posizionamento e qualità del prodotto. La nostra strategia si basa su due convinzioni: che in un mercato sempre più globale e competitivo non abbia senso proporre prodotti di qualità media, facilmente producibili da tanti e a prezzi sempre più bassi. E che se vuoi essere apprezzato dai grandi marchi devi parlare la loro lingua e soddisfare sempre le loro esigenze. Da qui i tre “pilastri” su cui abbiamo impostato la nuova vita dell’azienda: qualità del prodotto, qualità del servizio e innovazione. Si dice che la piccola dimensione delle aziende italiane sia un ostacolo allo sviluppo e all'ingresso nei mercati competitivi, ma forse ci sono anche dei vantaggi…

È vero, la piccola dimensione è più un rischio che un’opportunità: limitato potere contrattuale, scarsa considerazione da parte delle banche e degli investitori più evoluti, difficoltà di fare ricerca, equilibrio economico e finanziario a volte instabile. Però anche vantaggi: nel nostro caso una struttura non verticistica e burocratizzata, tutti i decision takers intorno al tavolo il lunedì mattina alle 10 per il nostro monday meeting, velocità di decisione e coinvolgimento diretto nei risultati che aiuta a capire dove sbagliamo e a fare meglio. Eppure non sono state sempre rose e fiori.

Fare impresa in Italia non è mai “rose e fiori”: noi abbiamo puntato su qualità, del prodotto e del servizio, e innovazione. Siamo in grado di evadere quasi tutte le richieste in un tempo massimo di quattro

settimane e, se la merce è disponibile a magazzino, anche entro due giorni; non abbiamo minimi d’ordine e la nostra gamma colori, per alcuni articoli, arriva ad oltre 100 varianti. Questo significa mettere i clienti nelle migliori condizioni operative sia che abbiano una programmazione industriale della loro produzione sia che, in corso di campagna vendite, debbano urgentemente riassortire la produzione. Guardando al futuro, Schmid investe sui giovani e sulle collaborazioni con scuole di design.

Unici nel nostro settore, abbiamo collaborazioni e partnership con le principali scuole di design e formazione tecnica in Italia e all’estero, che ci permettono un costante scambio di idee, creatività e innovazione, indispensabili per la crescita della Schmid e per restare competitivi in un mercato difficile come la moda: l’Accademia di Brera di Milano, l’Istituto Europeo di Design di Torino, il London College of Fashion, la scuola di calzatura e pelletteria “Arsutoria” di Milano, Palazzo Pucci Fashion Academy di Laura Chini. A queste istituzioni forniamo materiali da mettere a disposizione degli studenti di tutto il mondo per realizzare le loro collezioni. Qual è il fiore all'occhiello, tra i vostri prodotti?

Il nostro glitter: non è un caso che i sandali di Stuart Weizmann o le creazioni di Chiara Ferragni siano realizzate con i nostri prodotti. Stiamo poi lavorando molto su materiali innovativi e sostenibili, approcciando ad esempio il mondo delle fibre naturali riciclate, mentre, dal punto di vista dell’innovazione di prodotto direzione high tech, abbiamo appena lanciato un prodotto realizzato con la fibra di carbonio, interpretata da Schmid con un processo di realizzazione brevettato in esclusiva. La commessa che vi riempie di orgoglio?

Una delle ultime, la “stampa check” realizzata per Fendi. Siamo partiti da

un’idea del loro team pelletteria per personalizzare alcuni accessori e l’articolo messo a punto è stato poi utilizzato anche per le calzature.

Come si veste un manager abituato a maneggiare tessuti che diventeranno borse di Vuitton e Prada?

Dopo tanti anni di Borsa e banche, il tre pezzi grigio o blu, la camicia con i gemelli e la cravatta regimental diventano quasi una seconda pelle e così mi sono all’inizio presentato nel mondo della moda. Risultato: era come se un marziano fosse sbarcato dalla sua astronave direttamente negli show room o negli uffici stile dei nostri clienti! Ma se vuoi farti ascoltare devi parlare la lingua dei tuoi clienti: ho deciso quindi che a parlare con i “millennials” andassero colleghi più giovani. Io mi dedico invece a relazioni più istituzionali, dove giacca e cravatta sono ancora parte del linguaggio. E poi mi piace sempre ricordare una delle lezioni della grande Coco Chanel che diceva: “Vesti male e noteranno il vestito; vesti bene e noteranno la donna”. E nel vestire bene, lo stile della persona e la qualità dell’abito non passeranno mai di moda.

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LIFESTYLE BAGS, MA NON SOLO

La borsa è un gioco che si chiama PRINCI BAG COLORATE, LEGGERE, LAVABILI: LE NUOVE CREAZIONI FIRMATE ALEXANDRA ALBERTA CHIOLO

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DI CECILIA MAJORANA

n «bellissimo gioco, seppure dannatamente serio»: Alexandra Alberta Chiolo, giovane designer torinese trentenne, definisce il fashion come la sua “conditio sine qua non”. «Probabilmente anche se fossi diventata un’astronauta avrei cercato il giusto abbinamento tra la tuta e il casco», scherza. Così, anche mentre dava gli esami per laurearsi in Scienze della Comunicazione, parallelamente frequentava corsi di taglio, cucito e modellistica insieme ad attempate signore «che mi hanno insegnato i trucchi del mestiere», dice: «non c’è nessuno che ti possa istruire quanto le vere sarte di una volta». Dall’amatoriale (il vestito per i 50 anni della madre, l’abito per la discussione di laurea della sorella) al professionale il passo è stato breve: nel 2008 è nata

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Alexandra Alberta Chiolo Spa. «Nel 2012 ero già al distretto calzaturiero marchigiano, uno dei più importanti d’Italia, per avviare il progetto delle Albertine». Ovvero le prime (e uniche) decolletè modulari, con tacco e plateau intercambiabili: «Il concetto era quello di dare la possibilità a ogni donna di essere libera e indipendente nelle proprie scelte partendo dalle scarpe che indossa tutti i giorni», spiega la stilista. «Il tutto declinato in un oggetto che crea emozione, frivolo se vogliamo, con tutta la leggerezza del caso. Perché comunque, essendoci molte varianti sia di colore che di altezze, c’è possibilità di utilizzare questa scarpa in diversi momenti della giornata». Un’idea rivoluzionaria, che ha avuto una gestazione alquanto impegnativa: «Ci sono voluti circa cinque anni dal progetto allo sviluppo», ricorda, «Abbiamo anche dovuto


Le borse della nuova collezione Princi firmata da Alexandra Alberta Chiolo

sottoporre le scarpe a una sorta di crash test per via del meccanismo di aggancio e sgancio del tacco, che è certificato in sicurezza, oltre che brevettato a livello mondiale». Oggi Alexandra Alberta Chiolo ripropone la stessa filosofia di modularità nelle borse della linea Princi, tutte rigorosamente Made in Italy. Prendiamo la Princi Bag, per esempio: è una shopper in Lycra imbottita con manici rinforzati in tessuto gommato, fondo potenziato, piedini in metallo salvaborsa, chiusura interna con accessori in metallo, chiusura esterna con elastico calamitato e dettaglio in tessuto gommato con logo, che all’interno ha un capiente organizer con tasca frontale e chiusura zip che può essere utilizzato anche separatamente con l'utilizzo della tracolla in gommato nero inclusa all’interno e regolabile in lunghezza. E non è tutto: leggerissima e rainproof, Princi può essere lavata in lavatrice a 30°. «Il fil rouge che lega il progetto delle Albertine a quello delle Princi bags è l’intercambiabilità, l’accessorio che si abbina all’altro accessorio. E ha caratteristiche che per me sono fondamentali in una borsa»,

spiega ancora Alexandra Alberta Chiolo: «la leggerezza, la lavabilità, la capienza e allo stesso tempa la trasformabilità». Ce n’è per tutti i gusti: il Princi Backpack, lo zainetto, leggerissimo e rainproof in Lycra imbottita con bretelle in tessuto gommato, fondo rigido removibile, doppia chiusura con zip in metallo ed elastico calamitato e dettaglio iconico in tessuto gommato con logo, che permette di inserire al suo interno un pc 11 pollici; il portafoglio Princi Wallet con le due ampie tasche con chiusura a zip al cui interno è possibile inserire comodamente smartphone di ultima generazione e passaporto, oltre a 20 tessere; la Princi mini bag per chi non vuole rinunciare al design anche di sera, ma anche per chi predilige il formato contenuto, estremamente curata nei dettagli, realizzata in Lycra imbottita con manici rinforzati in tessuto gommato, ha il fondo potenziato, dei piedini in metallo salva borsa, una chiusura interna con accessori in metallo, una chiusura esterna con elastico calamitato e la tracolla in gommato nero regolabile in lunghezza; infine le tracolle colorate Princi Straps, disponibili in diverse lunghezze, adattabili a Princi Bag, Mini Princi

LA GIOVANE DESIGNER TORINESE FIRMA ANCHE LE "ALBERTINE": LE PRIME (E UNICHE) DECOLLETÈ MODULARI, CON TACCO E PLATEAU INTERCAMBIABILI A PIACERE

LA DESIGNER ALEXANDRA ALBERTA CHIOLO

Bag e a Princi Organizer, estremamente curate nei dettagli, realizzate in tessuto gommato impreziosite da particolari floreali realizzati in Lycra imbottita metallizzata e tessuto gommato. Non solo: le Princi Bags sono tutte rigorosamente Made in Italy, come qualsiasi prodotto firmato dalla designer Alexandra Alberta Chiolo.

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LIFESTYLE ARTE&INDUSTRIA

MECENATI alla scoperta del Novecento LA COLLEZIONE AGRATI A MILANO APRE AL PUBBLICO FINO A DOMENICA 19 AGOSTO

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DI MARINA MARINETTI

on solo viti e bulloni: quando nel novembre del 1970, in uno dei momenti epocali dell’arte contemporanea, Christo rimuoveva il telo bianco con cui aveva impacchettato il Monumento a Vittorio Emanuele II di piazza del Duomo a Milano per coprire il Monumento a Leonardo di Piazza della Scala, Luigi e Peppino Agrati vivevano in diretta il grande evento. I due industriali brianzoli, eredi dello storico Agrati Group, hanno sempre condiviso un’intuizione sensibile e sottile per l’arte, cogliendo le profondità delle immagini che stavano “costruendo” il loro tempo e, conciliando l’impegno imprenditoriale con la sensibilità e la passione per l’arte, hanno creato nel secondo Novecento quella che oggi può considerarsi una delle più importanti raccolte private d’arte moderna in Italia e nel mondo. Dopo la morte di Peppino, il testimone è stato raccolto dal fratello Luigi che, insieme alla moglie, ha deciso di donare la raccolta a Intesa Sanpaolo. Per la prima volta, oggi la collezione, un corpus di 500 opere dell’arte italiana, europea e americana, del secondo Novecento, è in mostra al pubblico, fino a domenica 19 agosto, alle

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IL CURATORE LUCA MASSIMO BARBERO

Gallerie d’Italia, in Piazza Scala, sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano. Il progetto “Arte come rivelazione” è curato da Luca Massimo Barbero con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli. Da un primo grande nucleo di sculture di Fausto Melotti, che fa perno all’esposizione, ad alcuni capolavori di Lucio Fontana, Alberto Burri, Yves Klein e Piero Manzoni, il percorso approfondisce la pittura di “nuova figurazione” italiana, con opere, tra gli altri, di Jannis Kounellis e Mario Schifano, per arrivare alle radici della nascente Arte Povera, con Piero Gilardi, Luciano Fabro, Mario Merz e Giulio Paolini. Luigi e Peppino Agrati, grazie alla curiosità tipica del loro essere imprenditori e a una non comune capacità di approfondimento, hanno costruito una collezione che rappresenta le molteplicità di interessi del loro modo di vivere l’arte contemporanea. La scoperta dell’arte americana corrisponde all’acquisto di opere dei principali esponenti sia della corrente Pop – ne è icona Andy Warhol e il suo monumentale Triple Elvis – sia delle tendenze minimali, di cui è emblematico il grande neon di Dan Flavin dedicato a Peppino Agrati. Accanto all’arte italiana entrano così nella raccolta le straordinarie opere di Robert Rauschenberg, collezionato ampiamente dalla fine degli anni sessanta agli anni ottanta, di Cy Twombly, originale mediatore tra cultura d’oltreoceano e cultura italiana, e di artisti concettuali come Bruce Nauman e Joseph Kosuth, le cui ricerche sul linguaggio sono messe in dialogo con quelle di Alighiero Boetti e Vincenzo Agnetti.


Better Than a Bertram. Legendary. We don’t need to explain what it means. Think of a legendary athlete, a legendary destination, or the most legendary catch you’ve ever seen. The picture forms in your mind as clearly and quickly as your eyes move across this page. Legends are larger than life. And if you’ll excuse us, we’ll take a bit of credit by noting that many believe Bertram falls squarely in the category of legendary. We may also need you to excuse us for essentially saying, f– it. It needs to be even better. Here’s the thing. You don’t become a legend by being content with the status quo. When Dick Bertram created the deep-vee hull on the original Moppie,it was a total revelation. And each subsequent model broke new barriers, pushing performance into uncharted waters.

Naturally, the new Bertram Yachts are a total departure. The newest incarnation takes another surprising turn, which isn’t so unexpected, is it? Sure, it’s based on the timeless, original deep-vee design. The superior performance and reliability are straight from Bertram’s roots. But everything else, you’ll find bolder and better, with design, detail and craftsmanship on a completely new level. Here is a vessel that blows everything you’ve ever experienced at its size, and everything we’ve ever made, straight out of the water. This is a Bertram in every sense of the word, including the part where it’s like nothing that’s come before it. DISCOVER MORE AT B E R T R A M . C O M



FATTURAZIONE ELETTRONICA - Carburanti e fornitori della Pubblica Amministrazione, obbligo da luglio

www.economymag.it LA GDF/ «Le insidie nel deep web»

IL MAGISTRATO / «Rischi sistemici»

Pc non aggiornati, telefoni elettrodomestici: spie ed hacker s’infiltrano ovunque. Ma le contromosse sono efficaci e chiare. Tutto sta a capire ed investire

CYBERCRIME

COME DIFENDERSI. ORA

KROLL / «L’IoT è il cavallo di Troia»

SAMSUNG / «Occhio agli smartphone»

«IMPRESE, L’EUROPA È PRONTA A FINANZIARVI»

PARLA BEATRICE COVASSI: BRUXELLES OFFRE STRUMENTI POCO SFRUTTATI FISCO/TASSE E TAGLI

IL MERCATO DELL’ARTE

DONNE E CARRIERA

FERRUCCIO DE BORTOLI

STARTUP-TELLING

INTEGRATORI, È BOOM

Per l’ex viceministro Baldassarri: «Troppe promesse dalla politica» BEATRICE COVASSI, CAPO DELLA RAPPRESENTANZA IN ITALIA DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Media 2.0, l’ex direttore Corsera spiega qual è il futuro dei giornali

Fiscalità, limiti e normative: ecco tutte le regole che bisogna sapere Giovani e innovazione, arriva Momo l’home-robot che protegge la casa

Welfare/Il caso Mellin: l’azienda che sostiene le madri lavoratrici Energia & nutrition, 32 milioni gli italiani interessati al mercato



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COVERSTORY 54 I DATI GLOBALI 2017 ANNUS HORRIBILIS: IL 100% DELLE AZIENDE È STATO ATTACCATO

TUTTI CONNESSI, MA CHI CI DIFENDE DAL BRACCIO VIOLENTO DELLA RETE? Lo dicono i numeri - 500 mld di euro di danni nel 2017 - lo confermano gli esperti, lo certificano le istituzioni: il cyber-crime è la minaccia del presente e del futuro. Aziende e consumatori, siete avvisati di Francesco Condoluci

56 LA LEZIONE DI KROLL GLI 007 AMERICANI DEL CORPORATE: VOI ITALIANI SIETE ARRETRATI DIGITALI

58 LE "DRITTE" DI SAMSUNG BARLOCCO: GLI SMARTPHONE OGGI SONO I DEVICE PIÙ VULNERABILI

60 L'ANALISI DEL GIUDICE IL PROCURATORE DNA GIOVANNI RUSSO PARLA DI «ALLARME-CYBER-MAFIE»

63 LA DENUNCIA DELLA GDF L'UNITÀ FRODI TECH: «I PERICOLI MAGGIORI VENGONO DAL DEEP WEB»

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’impiegato che in ufficio tiene il wi-fi attivo, mentre è collegato con l’Ethernet. La segretaria a digiuno di frodi online che, ricevuta una mail dal suo capo e senza aver fatto altre verifiche, invia un bonifico a 9 zeri su un conto corrente estero. I sistemi digitalizzati di controllo del porto di Anversa. La nave della marina militare Usa di stanza nel Pacifico teleguidata dal sistema GPS. Quattro situazioni diverse tra loro, un comune denominatore: sono tutti potenziali vittime di hacker e cyber criminali. E infatti – pagando dazi di peso e gravità diversi – ci sono cascati tutti. Le aziende rimettendoci soldi e dati per colpa dell’involontaria complicità del loro personale; il porto belga lasciandosi sfilare sotto il naso dei container carichi di droga per via dei sistemi di controllo hackerati; la flotta americana con una collisione e una strage scampata per un pelo, causa la correzione di rotta provocata da un malware.

È la cyberwar, bellezza. E se qualcuno non l’avesse ancora capito, siamo tutti sotto attacco. Nell’era dei big data e dell’IoT, il cyberspazio è disseminato di varchi nei quali truffatori, cyberspioni e criminalità organizzata (l’azienda di information security Kaspersky ogni giorno monitora in Europa almeno 100 gruppi di criminali in azione sul web) si possono infilare con le intenzioni peggiori. E il computo dei cyber-danni fa paura: 500 miliardi di euro, tra truffe, estorsioni e furti di dati, nel 2017. Ma a rischio non ci sono solo i sistemi economici. Il procuratore della Dna, Giovanni Russo ha detto molto acutamente ad Economy che in gioco a questo punto «c’è la tenuta stessa del sistema democratico, sempre più dipendente dall’informazione digitale». Potete anche storcere il naso ma sappiate che, stando ai dati, i primi a incappare in una trappola informatica sono proprio i cyber-scettici.

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COVERSTORY

2017 annus horribilis, il 100% delle aziende infettate su mobile I tentativi di phishing sono decuplicati, metà delle organizzazioni mondiali ha subito un attacco. Viaggio nel mondo del cybercrime e delle (scarse) contromisure messe in campo per difendersi di Marco Scotti

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piace infrangere i sogni di chi pensava di essere al sicuro dai cyberattacchi: nessuno ne è immune, specialmente ora che tutto è connesso e connettibile. Non c’è privato cittadino o azienda che possa affermare di essere a prova di “intemerate” dei cybercriminali. Perché è inutile usare giri di parole: non ci sarebbe bisogno di alcuna sicurezza cibernetica se non ci fosse l’enorme problema di una criminalità, a volte un po’ raf-

fazzonata, a volte estremamente organizzata, che ha trovato nella rete e nella proliferazione di oggetti online, terreno fertile per un nuovo, redditivo racket. I dati sono veramente drammatici e impongono una riflessione seria nelle aziende e tra i professionisti. L’entrata in vigore del GDPR, infatti, ha amplificato a dismisura le sanzioni possibili ma ha anche messo a nudo le vulnerabilità della rete. Basta pensare che il 97% delle aziende, secondo Check Point

Software Technologies, è indietro di dieci anni dal punto di vista della sicurezza informatica rispetto alle minacce attuali. Sì, perché mentre le aziende sono in grado di proteggersi contro la terza generazione di infezioni, i cybercriminali sono già arrivati alla quinta. Una lotta che ricorda quella, persa in partenza, tra antidoping e doping. Eppure, i segnali che la situazione è davvero complessa ci sono tutti. Il 2017 è stato, finora, l’anno peggiore per quanto

I 10 PEGGIORI CYBERATTACCHI DELLA STORIA • ASHLEY MADISON: Nel 2015 il sito che permette alle persone sposate di godersi una "scappatella" viene violato. Risultato: vengono rubati i dati di 37 milioni di utenti. • MELISSA: Nel marzo del 1999 venne diffuso un virus che si propaga come allegato di posta elettronica che contiene un elenco di siti pornografici. Una volta scaricato però va a impattare con la suite Office di Microsoft modificando file di Word e “autospedendosi” ad altri contatti tramite Outlook. Ha causato danni per circa 1,3 miliardi di dollari. • MORRIS WORM: Uno studente della Cornell University,

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Robert Tappan Morris, crea un “worm” per sondare la profondità della rete. Ma il software si trasforma in un pericoloso D Dos e infetta oltre 60.000 computer, causando danni fino a 10 milioni di dollari. • NEW YORK POST: Ad aprile dello scorso anno viene hackerata l’app mobile del New York Post, uno dei più importanti quotidiani americani. Tramite l'intromissione, i cybercriminali mandano agli utenti alert contenenti fake news. • PETYA: A giugno dello scorso anno un ransomware prende di mira i colossi della logistica come FedEx, Maersk e WPP.

• SHADY RAT: Tra il 2006 e il 2012 un’ondata di cyberattacchi prende di mira numerose istituzioni plaentarie come Onu e Cio con l'intento di rubare dati e denaro. • SONY PLAYSTATION: Nel 2011 vengono rubati i dati di 77 milioni di utenti del PlayStation Network, la community online della piattaforma di gaming di Sony. Si ipotizza che sia stata un’azione mirata per mettere in difficoltà il colosso nipponico e fargli perdere quote di mercato. • STUXNET: Si tratta di un virus che avrebbe dovuto danneggiare le centrali nucleari iraniane aumentando la


CYBERCRIME

concerne la sicurezza informatica. Secondo il rapporto Clusit, infatti, c’è stato un incremento del 1116% alla voce “tentativi di phishing” e oltre il 50% delle organizzazioni mondiali ha subito almeno un attacco grave. Qualunque – e sottolineiamo qualunque – azienda al mondo è a rischio di subire un attacco informatico di entità significativa nei prossimi mesi. Secondo Kaspersky ogni giorno vengono create 360 mila nuove minacce, soprattutvelocità delle turbine fino al collasso degli stabilimenti. Creato – si dice, ma non abbiamo conferme ufficiali – da Usa e Israele nel 2006, si è poi diffuso infettando decine di migliaia di impianti industriali ed energetici nel mondo. • UBER: A novembre del 2017 i dati di 57 milioni di guidatori e clienti di Uber vengono rubati. L’azienda non rivela il data breach e sceglie di pagare 100.000 dollari di riscatto pur di riuscire a nascondere l’intromissione. • WANNACRY: Nel maggio del 2017 si diffonde un potente ransomware che infetta oltre 230.000 computer chiedendo un riscatto da 600 dollari da pagare rigorosamente in bitcoin.

to ransomware. Si può andare avanti ancora a lungo, soprattutto se ci si sposta sul versante mobile. Secondo Check Point, infatti, il 100% delle aziende (nessun errore di battitura, è la totalità delle imprese mondiali) ha subito lo scorso anno un attacco tramite device mobile. Non basta ancora? Oltre 300 app presenti nel Google Play Store contenessero malware che hanno raggiunto oltre 106 milioni di persone in tutto il mondo. Ma ancora non si ha del tutto la percezione delle dimensioni e della pervasività del fenomeno. Secondo Check Point, 39 dei 50 Stati americani sono stati coinvolti da intromissioni durante i meccanismi di voto delle ultime elezioni presidenziali. Significa che ogni settore della nostra esistenza è ormai inevitabilmente “infettata” – senza giochi di parole, per carità – dai cyberattacchi. Durante l’infezione di WannaCry, il ransomware che si propagò nel maggio 2017 infettando i computer di mezzo mondo, vennero cancellati quasi 20.000 appuntamenti ospedalieri.

La situazione in Italia

L’Italia non è certo messa bene, anzi. È quarta al mondo per incidenza degli attacchi informatici e, solo nel 2016, sono aumentati del 102% i tentativi di intromissione al Sistema Sanitario Nazionale, del 70% quelli contro il retail e del 64% quelli contro banche e soggetti finanziari. Soltanto in Italia i costi stimati per arginare gli attacchi dei cybercriminali sono di poco inferiori al miliardo di euro. E poi c’è il dato che forse più di tutti rende palese l’inadeguatezza della cybersecurity nel nostro paese: il 60% delle imprese che hanno subito un data breach non è a conoscenza dell’attacco. Vuol dire che la percezione del rischio è talmente lontana dalla realtà che non si sanno neanche i rischi che si corrono. A proposito di aziende, è bene ricordare che per riprendersi da un attacco hacker sono necessarie dalle 2 alle 52 settimane a seconda della pervasività e gravità dell’intrusione. Le imprese, d’altronde, sono ancora i bersagli privilegiati del cybercrimine, ma sbaglia clamorosamente chi pensa che siano solo i colossi a rischiare grosso. Anzi, proprio scendendo di dimensione si incontrano i

soggetti più vulnerabili, quelli che non hanno avviato una strategia – anche minima – di cybersecurity. D’altronde, tre aziende su quattro lamentano lacune nel personale e nei team dediti alla sicurezza. Secondo IDC, nel 2016 il 18% delle aziende italiane ha subito almeno un data breach, ma l'1% fino a dieci. Non c’è GDPR che tenga, insomma. Pubblica amministrazione, imprese, professionisti sono sotto attacco. Ma fanno finta di non saperlo.

GLOSSARIO MALWARE:

qualsiasi programma informatico realizzato appositamente per disturbare le operazioni svolte da un computer, rubare i dati in un server, accedere a sistemi informatici privati.

RANSOMWARE:

si tratta di un programma in grado di criptare le informazioni contenute in un computer o in un server privato chiedendo un riscatto per renderle nuovamente utilizzabili dagli utenti.

TROJAN:

sono autentici “cavalli di Troia” che si palesano sotto forma di innocue applicazioni da installare nel computer ma che, una volta penetrati, diffondono rapidamente infezioni nei gangli principali.

ATTACCHI APT:

acronimo di “Advanced Persistent Threat”, una tipologia di attacchi mirati contro uno specifico soggetto o azienda. Per farlo, si punta a terminali gerarchicamente meno importanti all’interno della rete che fungano però da porta d’accesso ai dati più “preziosi” contenuti in altri computer che fanno parte della medesima rete.

ATTACCHI D DOS:

acronimo di “Distributed Denialof-service” consiste nell’ingorgare di dati inutili il sito della propria vittima per rallentarne le operazioni fino a mandarlo offline.

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COVERSTORY

Kroll, gli 007 del corporate: «Siamo tutti sotto attacco»

IN ITALIA C'È MOLTA ARRETRATEZZA E CONFUSIONE SULLA CYBERSECURITY: E MENO NE SAI, PIÙ SEI ESPOSTO

Per Marianna Vintiadis, country manager per l'Italia della potente agenzia investigativa Usa, «La diffusione dell'IoT aprirà ancora più varchi ai cybercriminali» di Francesco Condoluci PROFESSIONISTI

DELL’INTELLIGENCE

DA

QUARANT’ANNI. UNA RETE DI AGENTI E SPIE – ANCHE SE LORO PREFERISCONO CHIAMARLI “COLLABORATORI ESTERNI” – che an-

novera tra le sue fila ex membri della Cia, ex poliziotti, ma anche giornalisti ed esperti di economia e finanza. Con loro si scherza poco, insomma. In azienda dicono che il loro core-business è il risk-mitigation, “la mitigazione del rischio”, ma in realtà quando c’è da indagare, recuperare documenti riservati, pedinare e stanare spie industriali e sabotatori, quelli di Kroll non sono secondi a nessuno. Ventotto i Paesi del mondo nei quali lavorano e un elenco alto così di governi e multinazionali nel loro portafoglio-clienti. Da una decina d’anni circa si occupano in maniera serrata di cyber security. Da quando cioè negli Stati Uniti è entrata in vigore la normativa sul data breach. E la loro leadership nel settore investigativo anti-hackeraggio negli Usa si è talmente consolidata che chi compra polizze di cybersecurity, se chiama – da qualunque punto del Paese – il numero verde del pronto intervento, si sentirà rispondere proprio dalle telefoniste di Kroll. Ma anche in Italia, gli 007 americani al servizio del corporate fanno da sempre buoni affari. «È perché il vostro è un Paese opaco, qui c’è sempre qualcuno che fa cose poco chiare e qualcun altro che vuole vederci chiaro»: sinte-

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si perfettamente eloquente, Mrs Ventiadis, c’è poco da dire. È lei, Marianna Vintiadis, natali greci e studi a Cambridge, il Country Manager che Kroll ha scelto per dirigere le operazioni quaggiù nel Belpaese. Ed è proprio lei – in azienda dal 2004: divisione Business Intelligence and Investigations, tanto per intenderci – che spiega ad Economy un po’ di cosette interessanti sull’approccio del nostro Paese all’information security e sul rapporto inversamente proporzionale che c’è tra la disinformazione sul tema e il dilagare dei crimini informatici. Cominciamo dal circoscrivere l’entità del cybercrime in Italia, Mrs Vintiadis… Vuole che le confermi che i casi di attacchi informatici sono notevolmente aumentati? È abbastanza scontato: l’Internet of Things apre molti varchi. Di solito, parlando di cyber crime, si tende a pensare ad attacchi hacker, furti di dati, cose così. Sono aspetti molto seri anche quelli, ma il problema vero oggi è l’attacco all’hardware. E meno se ne sa e più si è esposti ai pericoli. Il grande problema dell’Italia rispetto al cyber crime, è l’arretratezza digitale. Ma si riferisce anche al mondo aziendale? Certo. Anzi, soprattutto. Nelle imprese di questo Paese si fa una gran confusione sulle competenze. Si parla di cyber-security confondendola con l’attività di IT management: chi fa quest’ultimo mestiere è un amministratore di

sistema e non ha le competenze per occuparsi di sicurezza informatica! Poi ci sono quelli che si spacciano per professionisti della cyber-security ma in realtà si occupano di compliance, ad esempio rispetto al GDPR. Niente di tutto questo ha a che fare con la messa in sicurezza dai crimini informatici. Kroll cosa suggerirebbe agli imprenditori? Di mettersi innanzitutto in testa che il cybercriminale non ti ruba solo i dati, ma può anche ridurti sul lastrico, incidere cioè parecchio sul tuo business. Pensiamo al caso di Sony: a seguito dell'attacco informatico subìto nel 2011, s'è vista sorpassare per la prima volta dal suo competitor, sul mercato delle consolle. E poi ogni imprenditore dovrebbe ripensare completamente la formazione aziendale sulla cybersecurity, che è il vero cuore del problema. Ogni azienda, ad esempio, potrebbe fornire ai dipendenti un manuale illustrativo così da aiutare le persone a entrare nell’ordine delle idee che il rischio di attacchi informatici ormai fa parte della vita di tutti coloro che usano Internet, per lavoro e per piacere. Aggiornamento e formazione devono essere costanti. La prima domanda che facciamo alle aziende-clienti quando ci chiamano è se il personale è aggiornato sui crimini informatici. E poi, come vi muovete per risolvere i casi? Ogni caso fa storia a sé. Ci serviamo molto dei


CYBERCRIME

collaboratori esterni che devono essere molto molta dimestichezza su come girano le frodi informatiche. C’è da dire che i messaggi sono “skillati” perché le attività di intelligence imsempre più realistici, perché i truffatori pescaplicano competenze specifiche. Mi spiego: se no i dati sui social e ricreano e-mail attendibili, il cliente è una banca, i suoi nemici punteranmagari rubando anche informazioni aziendali no a impadronirsi dei conti correnti, perciò a poco protette. La prima cosa che noi ci facciaKroll serviranno persone in grado di affrontamo quando ci chiama un’azienda per indagare re una tematica di questo tipo. I nostri collasu un cyberattack, è controllare come si comboratori, sul versante cybersecurity, non sono portano i dipendentie e se sono aggiornati sulsolo esperti informatici, anzi. La risoluzione la cybersecurity. In buona parte, i crimini indei casi è quasi sempre un mix tra indagini cyformatici vanno a segno perché dall’altra parte ber e attività di intelligence tradizionale. c’è complicità - dolosa o colposa - ma qualcuGià che ci siamo, perché non proviamo a no che apre il messaggio di posta o l’allegato classificare questi crimini informatici e i ci deve essere sempre. filoni di business dei «I CRIMINI INFORMATICI SONO SEMPRE E gli altri tipi di attaccyber criminali? PIÙ SOFISTICATI: OGGI ANCHE I GOVERNI chi cyber? In maniera esempliUSANO VIRUS PER I LORO FINI. PER ficativa, si potrebbe- DIFENDERSI SERVE ESSERE AGGIORNATI» Sono i più complessi. Si tratta degli attacchi ro suddividere in 4 all’hardware e quelli di tipo "D Dos" che mangrandi filoni: il furto di dati, ovvero il crimine dano i siti in tilt bombardandoli di traffico e ripiù classico. Poi le frodi, come ad esempio il chieste artificiali. Questi ultimi sono diventati cosiddetto “Fake Ceo”: la mail perfettamente particolarmente problematici tanto che è veverosimile in arrivo dal capo che invita un suo nuta fuori una particolare categoria di hacker subordinato a spostare soldi su un conto corche “vende” le sue competenze al miglior ofrente straniero per un’improvvisa contingenferente. za. Una truffa con la quale negli anni sono stati Ma chi c’è dietro tutto questo? Si può fare sottratti alle aziende circa 3 miliardi di dollari. un identikit del criminale informatico? Oggi all’estero non ci casca più nessuno, in Direi proprio di no. O meglio, oggi non è più Italia invece funziona ancora perché non si ha

VADEMECUM PER L'IMPRENDITORE CYBER-SICURO

1 Sapere che il cybercrime può colpire chiunque, anche la signora Maria 2 Essere sempre, costantemente aggiornati sulla cybersecurity 3 Non fare confusione sulle competenze in azienda 4 Formare il personale per evitare complicità fortuite con gli hacker 5 Non confondere la cybersecurity con l'IT management 6 Tenere a a mente che un attacco hacker può anche far fallire l'azienda 7 Non sottovalutare il valore dei dati del cliente. Chi li perde, perde business 8 Essere coscienti che meno se ne sa e più si è esposti alle minacce online 9 Considerare che più si è connessi, più aumentano i cyber-rischi 10 Non ignorare mai alcun avviso di aggiornamento dei device

NELLE MANI DI PERMIRA Duemilacinquecento dipendenti e 55 sedi cittadine in tutto il mondo per un raggio d’azione che spazia in 28 Paesi. Kroll lavora molto sia nel mondo occidentale che nei Paesi cosiddetti "in via di sviluppo". Investigazioni legali, digitali e finanziarie, business intelligence, cyber security, due diligence, sicurezza fisica: l’agenzia si occupa di tutti questi servizi e fa parte di Duff & Phelps, società di valutazioni tecniche e finanziarie con sede a New York che a fine 2017 è stata acquisita dal fondo internazionale di private equity Permira. possibile. L’ampliamento dell’ambito di applicazione di Internet – prima c’era solo la Rete da postazione fissa, poi sono arrivati i dispositivi mobili, domani con la diffusione massiccia dell’IoT intorno a noi ci saranno sempre più oggetti connessi che raccoglieranno dati – ha reso tutto più complicato, più collegato, più pervasivo. E ha dato maggiori possibilità di progettare ed eseguire attacchi informatici: un tempo c’erano i “lupi solitari” in cerca di guadagni facili e gli “smanettoni” che hackeravano per divertimento o per ribellione. Oggi ci sono organizzazioni criminali e c’è lo spionaggio di Stato. I governi, in particolare russi e cinesi, che usano virus e cyber attacchi per fini politici ed economici. Dietro la diffusione di un virus molto noto come NotPetya, ad esempio, si sospetta che ci sia un attacco dei russi contro l'Ucraina che ha finito per infettare aziende terze. I russi, del resto, lo hanno detto chiaramente che “il prossimo conflitto mondiale si combatterà nel cyberspazio”. Il futuro, dunque, è sempre più distopico? Dipende dalla direzione che prenderà il mondo della tecnologia e della sicurezza. Molti dei chip messi nell’IoT, ad esempio, non sono abbastanza grandi da poter essere aggiornati e dunque sono violabili. Se pensiamo che anche i mezzi militari possono essere attaccati, c’è poco da stare allegri, perlomeno sul breve periodo. Ma io confido che l’uomo saprà reagire positivamente alle distorsioni della tecnologia.

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«La protezione deve coprire innanzitutto gli smartphone» Intervista con Carlo Barlocco, presidente di Samsung Electronics Italia: «La digital transformation è nulla senza la sicurezza, e noi proteggiamo i nostri device con la piattaforma Knox, certificata da 29 governi» di Riccardo Venturi «DI CYBERSECURITY SI PARLA ORMAI UN GIORNO SÌ E L'ALTRO PURE, MA LE PMI SEMBRANO FARE ORECCHIE DA MERCANTE. Se-

ricerca condotta negli Stati Uniti, il 20% degli incidenti di sicurezza informatica avvenuti nelle grandi aziende ha coinvolto uno smartphone. Non è difficile immaginare che per le Pmi, meno strutturate e quindi inclini a lasciar usare gli smartphone personali dal proprio personale anche per le attività aziendali, questa percentuale possa essere ancora più alta.

condo un recente studio della Banca d'Italia, nel 2016 le imprese hanno investito in media 4.530 euro ciascuna, una cifra modesta che scende tra le aziende a bassa intensità tecnologica e si dimezza al sud. L'atteggiamento più diffuso è quello di chiudere la stalla dopo che i buoi sono già scappati: secondo lo stesso stuE allora, dottor Barlocco: cosa proponete dio, infatti, chi subisce un attacco si decide quavoi di Samsung, visto che in Italia avete si sempre a spendere per rinforzare le difese, circa il 37% di quota di mercato negli mentre chi non è mai stato colpito tende a non smartphone? investire nemmeno un La digital transformaI DEVICE NON SONO TUTTI UGUALI, centesimo nella pretion senza la sicurezNEMMENO NELLA SICUREZZA. I NOSTRI venzione. Al Business za è nulla, in quanto SONO "SECURED BY DESIGN" CIOÈ SONO Summit che abbiamo espone il business PROGETTATI PER ESSERE SICURI dedicato alla cyberseal rischio di attacchi curity, il Cio di una grande azienda specializzaesterni. Samsung è da sempre attenta ai temi ta in questo genere di servizi ha raccontato un della sicurezza con particolare attenzione alla aneddoto significativo”, dice Carlo Barlocco, sfera della mobilità, dell’IoT, dei pagamenti presidente di Samsung Electronics Italia (neldigitali e dello smart working, e cerca di ricola foto): “Se è tutto tranquillo, il mio capo mi prire il ruolo di facilitatore che accompagna le dice: va tutto bene, che ti pago a fare? E quanaziende in questo viaggio, per aumentarne la do subiamo un attacco, mi dice: ci hanno violaproduttività. to, che ti pago a fare?”. E’ proprio per cambiare E dunque? questa mentialità che noi di Samsung stiamo Partiamo dallo smartphone, utilizzato ormai cercando di fare passare il concetto che la proper il 60-70% degli accessi totali a Internet. tezione dei dati è sempre una necessità, per le I device non sono tutti uguali, nemmeno dal imprese come per i privati». Che Barlocco sia punto di vista della sicurezza. I nostri prodotla persona giusta per parlare di cybersecurity ti sono secured by design, cioè ingegnerizzati lo dimostra un altro dato: secondo una recente per essere sicuri e inviolabili fin dalla proget-

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tazione. Sono protetti da Knox, piattaforma multilivello integrata nell'hardware e nel software, certificata da 29 governi, che verifica costantemente l'integrità del dispositivo mediante una serie di controlli di sicurezza che coinvolgono il sistema operativo, rilevando eventuali manomissioni al fine di garantire la costante sicurezza dei dati. Knox è adatto al Bring your own device, come si chiama l’uso dei telefoni personali da parte del personale anche per scopi aziendali? Lo facilita e lo rende sicuro, perché con Knox Workspace si ha a disposizione uno spazio di lavoro per l'azienda che isola applicazioni e dati professionali dal resto del dispositivo, che resta privato e inaccessibile all'azienda, supportato dal chipset e dalla piattaforma Knox. C'è la consapevolezza del pericolo che corre senza fili? No. Quando guardiamo come avvengono gli attacchi hacker, come si generano buchi nelle aziende, vediamo spesso che ci sono antivirus, server, reti controllate... Ma le aziende che blindano solo le reti fisse sbagliano. 50 euro risparmiati sugli smarphone in meno possono diventare 50 milioni di danni in caso di intrusione nei dati aziendali. Se gli smartphone non sono sicuri, basta dimenticarne uno al bar, come è successo, e la frittata è fatta. Ci vuole più attenzione al device, dunque... Oggi il device è diventato “il telecomando del-


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la vita”, sia nel business che nel consumer. È il In che modo? Pur non essendo un'azienda di consulenza, punto d’accesso alle nostre azioni, lavorative e grazie al nostro team dedicato a small e menon. In azienda è cruciale il lavoro del Cio che dium business del dipartimento Product & Socerca di proteggere al massimo i device, che lutions, stiamo diventando un partner che cuperò devono essere stati progettati sicuri, da stomizza soluzioni su misura per ogni cliente un’azienda certificata, come siamo noi. Tante business. Non facciamo tutto da soli, ci avvaliavolte vengono certificati i device, ma non le mo di una rete di partner certificati. Quel che aziende che li producono… Quando ti accorgi conta è la soluzione per l'azienda, la capacità che i dati aziendali sono stati violati, e magari ingegnerizzare il percorso dell'azienda verso hai subito un danno enorme, è già troppo tarla cybersecurity. di. Una volta i registri STIAMO DIVENTANDO UN PARTNER CHE Di cosa hanno più cartacei dei clienti si CUSTOMIZZA SOLUZIONI SU MISURA bisogno le aziende tenevano in cassaforte, PER OGNI CLIENTE BUSINESS E CI medie e piccole? oggi si dovrebbe fare la AVVALIAMO DI UNA RETE DI PARTNER Spesso le Pmi hanno i stessa attenzione con i server protetti, ma non le reti di smartphone dati informatici. Invece spesso funziona un po' che si collegano ad essi e non le piattaforme di come con gli antifurti delle case, quando subie-commerce. Dove invece la sicurezza conta sci un'intrusione e ti accorgi del danno subito, altrettanto. Per questo hanno bisogno di una solo allora decidi di metterlo. Per questo è neconsulenza su misura, anche in base al sistecessario fare cultura della sicurezza. ma operativo utilizzato. Siamo in grado di forE voi lo fate? nire alle aziende una soluzione anche per le Da leader di mercato dei device e delle appacomplesse problematiche di sicurezza legate recchiature tecnologiche sentiamo il dovere di all'avvento dell'Internet of Things, grazie alla parlare costantemente e in mille modi di quenostra piattaforme cloud secure. sto tema. È un lavoro di consulenza, formazioCome funziona? ne, quasi di evangelizzazione che costa tanto e Si chiama Artik ed è la piattaforma integrata non porta direttamente revenues, però porta Smart IoT di Samsung che aiuta le aziende a consapevolezza sia tra i privati che nel mondo trasformare i concetti di IoT in realtà, attrabusiness, nell'auspicio che poi si capisca quali verso prodotti e servizi veloci, sicuri, interosono i prodotti sicuri e quali non lo sono. Anperabili ed intelligenti. Artik Cloud raccoglie, che perché siamo sempre più operativamente conserva ed elabora dati provenienti da qualaccanto alle Pmi.

SAMSUNG ELECTRONICS ITALIA • Ha chiuso il 2017 con un

fatturato di circa 3 miliardi

• Nel 2015 ha venduto oltre 17

milioni di prodotti: 47.000 al giorno, 2000 all’ora, 33 al minuto • 1 TV venduto su 2 in Italia e 1 smartphone su 2 è Samsung • Circa il 25% del valore del settore della Consumer Electronics in Italia è generato da Samsung • Nel 2015 è stato inaugurato il Samsung District, nuova sede milanese presso l’edificio “Diamantino” nel polo dell’innovazione e del business di Porta Nuova • In linea con l’impegno globale di Corporate Citizenship, ha sviluppato iniziative in diversi ambiti: dall’arte alla scuola, dalla sicurezza alla formazione professionale

siasi dispositivo o servizio cloud, fornendo alle aziende la possibilità di ottenere informazioni in merito alle modalità di utilizzo dei propri prodotti che possono essere poi utilizzate per generare nuove opportunità di business. Il sistema è protetto da diverse tecnologie: sistemi di crittografia integrati, secure boot e storage sicuro dei certificati. Però tutti questi servizi, e più in generale la cybersecurity, hanno un costo... Senta, la cybersecurity deve diventare una parte della nostra quotidianità. E invece oggi la sicurezza digitale è in genere una cosa da ricchi, ha un costo che non è accessibile a tutti e questo secondo noi non va bene. La persona deve avere il diritto di proteggere i suoi dati indipendentemente dal suo reddito. La sicurezza è un diritto, noi di Samsung siamo a favore della sua democratizzazione e per questo abbiamo messo a punto soluzioni e servizi veramente alla portata di tutti.

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LA PISTOLA NON SERVE PIÙ, LE CYBERMAFIE USANO LA TASTIERA. COSÌ LA MINACCIA SI FA SISTEMICA Intervista esclusiva con il Procuratore aggiunto presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Giovanni Russo, sulle evoluzioni presenti e future della criminalità online ai tempi del Big Data e dell’IoT di Francesco Condoluci CRIME-AS-A-SERVICE. “IL CRIMINE COME UN SERVIZIO”. A BASSO COSTO E ALTISSIMO POTENZIALE DANNOSO. Alla portata di tutti,

degli automatismi che catalogano gli atti e ne estraggono i dati con l’utilizzo di algoritmi di apprendimento e logiche di machine learning. Naturalmente il tutto viene validato da analisti umani esperti di informazioni che appartengono alle forze di Polizia. E sono particolarmente orgoglioso di aggiungere che stiamo realizzando altri importantissimi esperimenti con UNICRI e il CERN di Ginevra in materia di big data, e con le Università di Pavia e di Salerno sulla georeferenziazione delle sostanze stupefacenti e la rilevazione delle minacce informatiche».

organizzazioni mafiose comprese, e senza che vi sia bisogno nemmeno di avere particolari competenze per utilizzarlo. Nessuno può considerarsi al riparo, nemmeno i big tech della Rete o le organizzazioni più complesse, figuriamoci il consumatore più o meno sprovveduto che naviga sul web con regolarità o la piccola azienda che non protegge al meglio i suoi dati. Chiamatela “criminalità ai tempi di Internet” o “cyber-mafia”, tanto cambia poco. «Il cosiddetto cyber-crime oggi è una minaccia sistemica» ammonisce Giovanni Russo, procuSu quali dati si fonda il livello di allerta ratore aggiunto presso generale rispetto al «GLI STRUMENTI DI HACKING, ANCHE la Direzione Nazionale cyber crimine? QUELLI PIÙ POTENTI, OGGI SONO Antimafia e AntiterroBe’, secondo l’ultimo ACCESSIBILI A TUTTI, COSTANO POCO E rismo: un magistrato PER USARLI NON SERVONO COMPETENZE» rapporto Italia che si occupa di inforEurispes, gli attacchi matica e sicurezza da ormai vent’anni. Un arco informatici causano alle nostre imprese danni di tempo abbastanza lungo da aver vissuto per per 9 miliardi di euro l’anno. Gli ultimi 10 anni intero l’evoluzione del fenomeno ma anche sono stati caratterizzati da una enorme crescita quello dei mezzi per contrastarlo. del numero di incidenti legati alla sicurezza «Sì, attualmente la Dna italiana può consideinformatica di natura molto eterogenea: dal rarsi all’avanguardia nell’impiego di risorse furto di identità al cyberspionaggio, dalle digitali», spiega, «l’ufficio si è dotato di un sitruffe finanziarie ai ransomware. Questo stema per il trattamento informatizzato dei fenomeno è la conseguenza di un’evoluzione dati di interesse investigativo che è uno dei paradigmatica del mondo del cybercrime, più avanzati strumenti al mondo di knowche oggi agisce secondo un modello ledge management. Il “SiDNA” infatti è una di “crime-as-a-service” in piattaforma multimediale che raccoglie un cui strumenti di hacking milione e mezzo di atti giudiziari riguardanti estremamente potenti e tutte le indagini antimafia e antiterrorismo in complessi diventano accessibili Italia e altri Paesi: la sua ultima versione offre a prezzi contenuti e possono

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SONO A RISCHIO ANCHE LE IDENTITÀ REPUTAZIONALI DI PERSONE E IMPRESE


CYBERCRIME

essere utilizzati senza richiedere competenze tecniche approfondite. Il Rapporto Clusit sulla sicurezza Ict evidenzia, infatti, un trend inarrestabile di crescita degli attacchi e dei danni conseguenti. Nel 2017 a livello mondiale sono stati registrati 1.127 attacchi “gravi” ovvero con impatto significativo per le vittime in termini di perdite economiche, danni alla reputazione, diffusione di dati sensibili. Per sintetizzare, io ritengo che il cyber crime debba essere necessariamente incluso tra le minacce prioritarie del presente e del prossimo futuro. E in Italia, il quadro di allarme è simile al resto del globo? Diciamo che l’Italia si caratterizza per un minore sviluppo cyber-infrastrutturale rispetto, ad esempio, ai principali attori europei. Sulla base delle cifre in gioco a livello globale, si stima tuttavia che l’Italia nel 2016 abbia subito danni derivanti da attività di cyber crimine per quasi 10 miliardi di euro: si tratta di un valore dieci volte superiore a quello degli attuali investimenti in sicurezza informatica, che arrivano a sfiorare il miliardo di euro. Oltre 16 milioni di utenti della rete sono caduti in trappole informatiche lo scorso anno: rappresentano oltre un terzo della popolazione adulta (37%) ed ogni vittima ha perso in media più di 2 giorni lavorativi per occuparsi delle conseguenze del crimine informatico subito. È possibile quantificare quanto valga nel nostro

Paese il business dei reati informatici? truffe, ricatti, estorsioni e furti, riciclare Non voglio confrontarmi con questo tipo di capitali illeciti o operare nel gioco d’azzardo stime non sempre attendibili. Nel rapporto e scommesse illegali. Le infinite possibilità Polizia delle Comunicazioni 2017 si fa di realizzare scambi finanziari o informativi riferimento a sequestri per un valore di 25 in maniera anonimizzata e protetta, inoltre, milioni di euro, ma è evidente che si tratta costituisce un ambiente perfetto per tutti i solo della punta delll’iceberg. La cifra oscura crimini correlati al terrorismo, soprattutto la rappresentata dai profitti illeciti legati a reati disseminazione della propaganda. informatici non denunciati o non accertati è E chi deve temere di più gli attacchi anche 100 volte maggiore! Preferisco, però, informatici? sottolineare che le finalità che sono poste alla Tra le vittime ci sono giganti come Equifax, base dei reati informatici sono le più varie: Target o Yahoo e le stesse agenzie di sicurezza ai più ovvi scopi economici vanno aggiunti degli USA: ciò dimostra come i cybertutti i casi in cui il mezzo informatico mira criminali siano in grado non solo di infiltrarsi a realizzare un reato di tipo “tradizionale”, in organizzazioni complesse, prenderne il nonché i casi in cui il reato ha lo scopo di completo controllo e persistere per anni in tali compromettere l’integrità e il funzionamento sistemi, ma che anche colossi della tecnologia di un sistema informatico, di una realtà possano essere attaccati. Ma se vuole un produttiva - si pensi ai casi di esfiltrazione identikit della vittima comune, possiamo dire di dati sensibili - o, più “semplicemente” , di che si tratta di soggetti che utilizzano la Rete colpire l’identità reputazionale di persone, con regolarità, presumono di possedere abilità enti, imprese. Ripeto: nell’impiego delle «NEL 2017 IN ITALIA RISULTANO oggi il cybercrime tecnologie digitali, SEQUESTRI PER 25 MLN DI EURO, MA dev’essere ritenuto usano più dispositivi I PROFITTI ILLECITI DEL CYBECRIME una minaccia per connettersi sia da NON ACCERTATI SONO 100 VOLTE DI PIÙ» sistemica. casa che in mobilità: Ma chi sono i cyber-criminali? Hacker in realtà curano poco gli aspetti relativi alla votati al male? Delinquenti comuni? Gruppi protezione dei loro device e delle loro attività organizzati? su internet. Ad esempio, una su tre delle vittime Nel cyberspazio c’è molta eterogeneità. di crimini informatici utilizza un dispositivo Dagli hacker isolati che lavoravano su un PC smart per lo streaming (31%). Una novità, domestico lanciando attacchi contro singoli nel 2017, è rappresentata dalla tipologia e computer, ora si è passati a forme molto più distribuzione delle vittime. Rispetto all’anno organizzate, una sorta di cellule di “cyberprima c’è stato un incremento a tre cifre, pari mafia” in grado di attraversare ed utilizzare al 353%, a conferma del fatto che nessuno le più invisibili reti informatiche per può ritenersi escluso dall’essere un obiettivo e perpetrare crimini su scala globale. che gli attaccanti sono sempre più aggressivi: Il mercato del “computer crime si avvalgono di mezzi “industriali”, spaziano consente, sia a singoli individui in ambiti mondiali e agiscono secondo che ad organizzazioni criminali, logiche proattive. Quindi ad essere esposti di alimentare un mercato e vulnerabili sono sia i comuni cittadini che nero in cui è possibile realtà produttive o istituzionali più complesse commerciare contenuti e organizzate. Serve la massima protezione illegali quali stupefacenti, delle infrastrutture critiche dunque, non solo materiale pedopornografico per garantire i servizi essenziali ma anche o protetto da copyright; la stessa tenuta del sistema democratico, realizzare reati contro sempre più dipendente dall’informazione il patrimonio e cioè digitale.

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Ma, in tutto questo, la criminalità Antiterrorismo sono innumerevoli, e ancora organizzata? di più quelli che si sono avvalsi della nostra Ha scoperto certamente da tempo che collaborazione. In particolare, svolgiamo Internet può fornire nuovi benefici. Del resto un prezioso compito di “agevolazione” e la criminalità organizzata è continuamente supporto nelle attività investigative di natura alla ricerca di “zone d’ombra” in cui condurre sovranazionale. Ad esempio, grazie a una con tranquillità i propri affari illeciti. Internet serie di “Memorandum of Understanding” rappresenta un’area franca perché è in grado stipulati con uffici giudiziari stranieri di fornire sufficienti garanzie di sicurezza ed analoghi al nostro, garantiamo celerità e anonimato. E il crimine organizzato non ha concretezza al sistema della cooperazione bisogno nemmeno di sviluppare la perizia giudiziaria internazionale. In ambito europeo, tecnica necessaria per navigare su Internet: e non solo, è molto forte il legame operativo può impiegare i migliori esperti informatici con Eurojust. Alcune delle indagini nelle mondiali utilizzando ricompense o minacce quali è stato determinate il nostro apporto pur di raggiungere i propri obiettivi; si parla, hanno riguardato, appunto, l’impiego delle a tale riguardo di “Crime-as-a-Service (CaaS)”. reti di comunicazione, i flussi finanziari Fermo restando, quindi, che le organizzazioni transnazionali correlati al terrorismo e in criminali tradizionali continuano ancora un caso abbiamo contribuito a prevenire un operare nel mondo reale, è evidente attentato in un Paese nordeuropeo. Abbiamo l’incremento del grado di sovrapposizione diversi gruppi di studio al lavoro sui fenomeni fra i crimini tradizionali e quelli realizzati nel criminali emergenti o che avranno una più cyberspazio. visibile diffusione E dal punto di vista «LA DNA È IMPEGNATA A TENERE IL PASSO nei prossimi CON L’EVOLUZIONE DEL CYBERCRIME MA di chi le fronteggia? mesi. Per fare un PER LA SICUREZZA DI TUTTI SERVONO La normativa di esempio della prima CONSAPEVOLEZZA E INFORMAZIONE» riferimento è al categoria, stiamo passo coi tempi? approfondendo l’uso del sistema delle Per ciò che concerne il nostro Paese, nel 2015 criptovalute, quale mezzo per la commissione il legislatore ha affidato la responsabilità del di attività illecite da parte della criminalità coordinamento delle indagini antiterrorismo, mafiosa o terroristica. oltre a quelle già esistenti, al Procuratore Lei, però, per converso all’utilizzo diffuso Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Sono della Rete come strumento di attacco dei state introdotte, nel contempo, delle fattispecie cybercriminali, in passato ha parlato del di reato che consentono di intervenire nei digitale anche come arma di contrasto alla confronti di coloro i quali si servono del web stessa criminalità. per finalità terroristiche: e cioè comunicare, Sì, certo. E non dobbiamo perdere l’occasione finanziare, reclutare o propagandare il credo di utilizzare come risorsa investigativa la di violenza. In linea di massima le indagini capacità computazionale che il panorama possono contare su una “cassetta degli tecnologico oggi ci offre. Soltanto un attrezzi” sufficiente a fronteggiare i fenomeni approccio sistemico, direi olistico, può qui esaminati. Strumentari che altri Paesi, alle consentire di tenere il passo con l’evoluzione prese con i medesimi fenomeni criminali, i multidimensionale delle minacce criminali creda, ci invidian. organizzate, in un contesto sempre più E da quello operativo invece? La DNA come caratterizzato da uno schema di relazioni lavora quotidianamente per affrontare le reticolari. Questa è la “mission” che cerco di minacce del computer crime? realizzare, insieme con i colleghi della DNA. I procedimenti sorti in virtù dell’impulso Gli analisti però dicono che la sicurezza del della Direzione Nazionale Antimafia e cyberspazio è tanto più in pericolo quanto

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GIOVANNI RUSSO INSIEME A FILIPPO SPIEZIA DI EUROJUST

più ampio è l’ambito di applicazione del digitale. Calcolando che nel 2020, nelle case di tutto il mondo, ci saranno oltre 20 miliardi di dispositivi connessi, che scenario si prospetta? L’IoT, cioè l’Internet of Things o come viene definita in modo ormai più appropriato, l’Internet of Everything, se da un lato rappresenta un’opportunità di grande sviluppo per l’umanità – si pensi alle smart city, alla cryptocurrency, alla blockchain, all’Industria 4.0 – d’altro canto porta con sé nuovi rischi e nuove debolezze che possono essere sfruttate come risorse criminali. Le organizzazioni criminali si avvarranno sempre più della Rete, dei suoi strumenti e dei nuovi “professionals”: essi diverranno i capi di vere e proprie agenzie del crimine on-line. Occorre essere pronti a prevenire e a reagire. E come? Come ci si può difendere cioè, per evitare che alla fine, lo sviluppo tecnologico e digitale non diventi un’arma a doppio taglio per la nostra sicurezza? In Italia c’è molta disinformazione sull’argomento… La sicurezza comincia dalla consapevolezza, dall’informazione e dalla formazione. Occorre promuovere, quindi, l’educazione e l’alfabetizzazione “digitale”, tanto a livello individuale, quanto aziendale ed istituzionale. In tale scenario, va assolutamente colmato il gap - non solo tecnologico - ma anche di conoscenza all’interno delle imprese e delle istituzioni, attraverso l’individuazione di una visione strategica comune.


CYBERCRIME

E nel deep web c'è chi «spaccia» virus e istruzioni per cyberattack Sono gli abissi della Rete le nuove "piazze di spaccio" da dove arrivano i pericoli. Il colonnello Reccia della Guardia di Finanza: «Negli ultimi 5 anni aumentati i reati scoperti dal Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche» di Francesco Condoluci

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il web, incrociando dati digitali e tracce fisiche uantificare il giro d’affari che per mettere il sale sulla coda ad hacker e cyruota attorno ai crimini informatici economico-finanziari in ber criminali responsabili di frodi e reati ecoItalia? È praticamente impossibile, ci sono nomici perpetrati attraverso Internet, come troppe variabili da considerare. Quel che è clonazioni di carte di credito, furti di identità certo che Stato e società civile, al cyber crime, digitali, phishing, invio di ransomware, sotoggi pagano un tributo altissimo anche sul trazioni indebite di danaro dai conti correnti. piano sociale, se pensiamo che le vittime delle «Una delle aree che seguiamo di più è il deep frodi informatiche in gran parte sono anziani, web – spiega il colonnello – è lì, negli abissi pensionati, piccoli risparmiatori, micro impredel World Wide Web, la parte più sommersa se». Giovanni Reccia, colonnello della Guardia e non indicizzata della Rete, raggiungibile solo di Finanza, è a capo del Nucleo Speciale Froattraverso browser come Tor, che ogni giorno di Tecnologiche delle nascono gli attacchi e IL COLONNELLO RECCIA: «LA NOSTRA Fiamme Gialle, da i pericoli maggiori per ATTIVITÀ DI CONTRASTO AGLI ILLECITI settembre dell’anno imprese e cittadini. SUL WEB, È VOLTA A TUTELARE AL scorso. Otto mesi: non Dalle nostre indagini MEGLIO CONSUMATORI E CITTADINI» tantissimi, ma abbaè emerso che nel deep stanza per farsi un’idea molto definita dell’enweb italiano, è possibile reperire per il 60% tità e dei contorni del fenomeno cyber-crimisostanze stupefacenti, per il resto armi di ogni ne. Le competenze in materia, del resto, non tipo, documenti falsi o rubati e servizi anch’esgli mancano, visto che nel suo corposo cursus si illegali come la guida per iniettare virus inhonorum – tra il comando di reparti impegnaformatici o per effettuare cyberattack». ti nel contrasto al contrabbando, all’evasione La linea sottile che separa l’universo cybercrifiscale, al riciclaggio e alla criminalità econominale “prima maniera”, fatto in buona parte mica – vanta anche esperienze significative da hacker ideologizzati che attaccavano gli nell’Ufficio Telematica e come project maapparati istituzionali o i siti delle multinazionager di informatica operativa della GdF. Un nali per una forma di antagonismo sociale, da investigatore capace ed esperto di IT: l’uomo quello di oggi popolato da criminali votati al giusto insomma per dirigere gli 80 uomini business e pronti a tutto, è data dalla nuova del Nucleo Speciale che ogni giorno dragano presenza, sullo sfondo, della criminalità orga-

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nizzata: «Le piazze del dark web – conferma Reccia – sono le nuove “piazze di spaccio” e dietro ai traffici c’è sempre un’organizzazione criminale. Gli hacker puri, forse, sono solo quelli che “vendono” informazioni su come eseguire cyber attacchi». Il Nucleo Speciale delle Fiamme Gialle, dalla sede romana da dove viene coordinata una rete di circa 300 CFDA (Computer Forensics Data Analysis: specialisti di indagini informatiche) dislocati in tutta Italia, non a caso negli ultimi 5 anni ha visto impennare il volume delle sue attività di contrasto ai reati informatici economico-finanziari: «Lo spettro delle nostre investigazioni del resto è sempre più ampio – conclude il comandante del Nucleo – va dal perseguimento delle frodi più diffuse come phishing o MITM, il “Man-In-The-Middle”(il caso della terza persona che s'inserisce in un’operazione di compravendita e, rubando l’identità digitale di uno dei soggetti interessati, dirotta le transazioni di danaro sul proprio conto corrente, NdR) all’intelligence antiterroristica: nell’operazione eseguita dallo Scico a Brescia contro le cellule di jihadisti, c’era anche il nostro contributo di carattere informatico. L’attività svolta dalla Guardia di Finanza quale polizia economico-finanziaria a contrasto degli illeciti sul web resta comunque sempre rivolta alla tutela dei consumatori e dei cittadini».

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GESTIRE L'IMPRESA

Tasse & tagli, dove vai se la copertura non ce l'hai? La campagna elettorale ha partorito una miriade di promesse fiscali ma nessuno sa dove e come prendere i soldi per realizzarle. Ma per Mario Baldassarri, ex viceministro del Tesoro, trovare 100 miliardi si può di Gianluca Zapponini

MARIO BALDASSARRI, EX VICEMINISTRO DEL TESORO

Professor Baldassarri, la politica è in stalmolto migliori sia in termini di crescita ed oclo, l’economia rallenta, l’Europa ci chiede cupazione, sia in termini di più solido equilicoerenza. Qual è l’analisi appena elaborata brio di finanza pubblica con maggiore riduziodal suo Centro studi Economia reale? ne del debito pubblico in valore assoluto ed in Tutte le forze politiche fanno a gara a chi % del Pil, sia in termini di equità sociale. promette tagli di tasse ed aumenti di spesa Cioè? pubblica senza dire dove vanno a prendere Una riforma strutturale dell’Irpef su tre alile risorse. Noi proponiamo di fare a rovescio. quote, 20% fino a 35.000 euro di reddito, Prima indicare dove prendere le risorse. Con 30% fino a 100.000 e 40% sopra 100.000 che una nostra analisi abbiamo indicato 100 micomporterebbe uno sgravio fiscale di circa 40 liardi di risorse da prendere per 40 miliardi miliardi contro i 60 miliardi determinati dalla tagliando le Tax expenditure, per 40 miliardi Flat-Tax al 23%. Proponiamo poi l’azzeramentagliando i fondi perduti e per 20 miliardi lito dell’Irap per 20 miliardi di euro e l’aumento mitando gli acquisti di beni e servizi di tutte degli investimenti pubblici per 20 miliardi di le pubbliche ammieuro. Gli effetti che si nistrazioni. Di questi UNA RIFORMA STRUTTURALE DELL’IRPEF determinerebbero da SU TRE ALIQUOTE, 20% FINO A 35.000 100 miliardi, circa 20 questa nostra strateEURO DI REDDITO, 30% FINO A 100.000 devono servire per gia di politica econoE 40% SOPRA 100.000 non far aumentare l’Imica si mostrano, a va e le accise come previsto dalla legge vigente parità di risorse rese disponibili dai tagli proper il 2019 e il 2020. posti, notevolmente superiori a quelli, pur poCaspita, 100 miliardi! Per fare la flat-tax? sitivi, prodotti congiuntamente dalla Flat Tax O il reddito di cittadinanza? O entrambe le e dal Reddito di cittadinanza. In termini di crecose? scita del Pil ci si attesterebbe strutturalmente I restanti 80 miliardi circa possono servire per attorno e sopra il 2%, contro poco più dell’1% fare la Flat-Tax al 23% (che costerebbe 60 midel caso di Flat Tax e Reddito di cittadinanza. liardi di minori entrate da Irpef) ed il reddito Detta così migliore…perché? di cittadinanza per 20 miliardi. Ma rispetto a In realtà, la riforma Irpef a tre aliquote daquesto utilizzo delle risorse, noi proponiamo rebbe maggiore stimolo ai consumi perché un altro impiego che produrrebbe risultati gli sgravi fiscali sarebbero più concentrati sui

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redditi medio bassi. Infatti, i 60 miliardi di sgravi previsti dalla Flat Tax sono maggiori dei 40 miliardi previsti dalla riforma Irpef a tre aliquote, ma i 20 miliardi in più andrebbero ai redditi elevati, quelli sopra i 100.000 euro, per i quali è ragionevole attendersi solo un modesto impulso ai consumi. Anche da questo nasce la nostra proposta di dedicare quei 20 miliardi all’azzeramento dell’Irap. Per di più con l’Irpef a tre aliquote si otterrebbe anche un effetto di migliore equità sociale. Le maggiori risorse destinate ad investimenti pubblici, provenienti dai 20 miliardi di tagli di spesa corrente (acquisti di beni e servizi) darebbero un forte impulso alla crescita conseguente al noto maggiore effetto moltiplicatore-acceleratore di tali spese rispetto ad aumenti di spesa corrente o a tagli di tasse. Va bene, ma dove e come pensa di prendere i soldi per finanziare tutto questo? Dalla nostra rapida ma puntuale spending review emergono tre specifiche voci di copertura che, al massimo possibile, potrebbero rendere disponibili 100 miliardi di risorse, cioè circa il 5% del Pil. Una cifra che ci sembra la minima adeguata per poter parlare di cambiamento. Con manovre da 0,5-1% del Pil non si cambia niente, si accetta di fatto il profilo tendenziale e soprattutto non si va da nessuna parte.


CI SONO 100 MILIARDI DA RISPARMIARE, I CONTI PUBBLICI DA SISTEMARE, E RIFORMARE IL FISCO. COME SI DEVE Dunque? Tali coperture potrebbero provenire per 40 miliardi dal taglio massimo possibile delle Tax Expenditure (agevolazioni tributarie, ndr) per 40 miliardi dal taglio massimo possibile dei Fondi perduti in conto corrente ed in conto capitale e per 20 miliardi dal contenimento della voce acquisti di Beni e Servizi di tutte le pubbliche amministrazioni. Ci rendiamo conto che una manovra di queste dimensioni non è certamente facile da attuare. Ci rendiamo però ancora più conto che con manovre di 1% o meno di Pil non si cambia niente e non si va da nessuna parte. Però anche gli altri partiti hanno indicato delle coperture. O no? Certo, tutti i partiti politici promettono tagli di tasse ed aumenti di spesa. Ma indicano coperture finanziarie sempre molto generiche, spesso fragili, qualche volta del tutto assenti. Pertanto, senza dire dove prendere le risorse, quelle promesse peggiorano le prospettive dei conti pubblici e, per un paese che ha 2.300 miliardi di debito pubblico, pari al 132% del Pil, aumentano i rischi di instabilità finanziaria con la conseguente spada di Damocle di una crisi da debito pubblico. Sarebbe allora bene per tutti rovesciare il ragionamento partendo prima da dove prendere le risorse e “poi” indicare dove andarle a mettere.

Torniamo alla Flat tax e al reddito di cittadinanza: lei non li demonizza, pur preferendo la sua manovra... No, confermo che le notevoli risorse che comunque resterebbero a disposizione dopo aver finanziato la nostra riforma, incentrata sull’Irpef, potrebbero essere usate a copertura delle eventuali decisioni di taglio di tasse ed aumenti di spesa indicate dai vari partiti, tra cui la Flat Tax. Mettiamo si vari sia la Flat Tax al 23%, sia il Reddito di cittadinanza con le coperture residue. I risultati che abbiamo ottenuto indicano che tali provvedimenti, unitamente alla nostra proposta, sarebbero fattibili e produrrebbero effetti positivi sulla crescita che si attesterebbe stabilmente sopra l’1% e sulle condizioni di finanza pubblica, con un deficit che si porterebbe a zero sin dal primo anno ed un avanzo primario al 4% del Pil, ovviamente a condizione che abbiano in testa e come priorità le coperture finanziarie che abbiamo indicato. Però la vostra proposta è prioritaria… Sì. In termini di occupazione si produrrebbero quasi 700.000 occupati in più rispetto alle sin-

gole proposte di centrodestra (flat tax) e M5S (reddito di cittadinanza) e circa 1,2 milioni di occupati in più rispetto al dato del 2018. In altri termini si potrebbe sostenere che, attraverso la maggiore occupazione strutturale, si viene ad avere un reddito di cittadinanza per 1,2 milioni di cittadini perché hanno trovato una solida occupazione e non perché sono privi di occupazione e di reddito e ricevono sussidi. Per di più, dati i notevoli avanzi di bilancio pubblico ci sarebbero più risorse per eventuali sostegni alle persone che resterebbero comunque nella necessità di essere assistite. Molto più forte sarebbe anche il miglioramento dei conti pubblici. L’avanzo primario si attesterebbe al 5% del Pil. Il debito pubblico si ridurrebbe in valore assoluto a poco più di 2.200 miliardi nel 2022 ed il suo rapporto sul Pil scenderebbe al 110%, dovuto ad una maggiore crescita reale in condizioni di assoluta stabilità dei prezzi. Si noti che dall’attuale 130% circa si passerebbe al 110% in quattro anni con una riduzione pari al 5% all’anno. Si profilerebbe pertanto la possibilità di rispettare anche il famigerato Fiscal Compact!

LE CIFRE DELLA MANOVRA DI ECONOMIA REALE

SPENDING REVIEW 40 MILIARDI Taglio delle agevolazioni tributarie 40 MILIARDI Taglio dei fondi perduti 20 MILIARDI Risparmio su acquisto beni e servizi LE NUOVE ALIQUOTE IRPEF 20% fino ai 35 mila euro 20% fino ai 100 mila euro 40% sopra i 100 mila euro 65



BRUXELLES CHIAMA L’ITALIA «IMPRESE, VI FINANZIAMO NOI»

BEATRICE COVASSI, COMMISSIONE EUROPEA IN ITALIA

FINANZIARE L’IMPRESA Unione Europea sì o no? In tempi di “sovranismo” e di euroscetticismo esasperato, il dibattito, nel Vecchio Continente, è apertissimo. Mai come in questo momento storico, le istituzioni, la moneta unica e la stessa visione europeista sono state più messe in discussione. Ma, a parte le politiche comunitarie effettivamente lacunose su alcuni temi e le diseguaglianze sociali crescenti, il vero problema forse è che delle opportunità che l’Europa ci offre, se ne parla sempre troppo poco. Economy, in proposito, ha provato a chiedere al capo dell’Ufficio di rappresentanza della Commissione Ue in Italia, quali sono le risorse che Bruxelles mette a disposizione della crescita delle nostre imprese. Finendo per scoprire un sacco di cose interessanti.

Intervista-appello con Beatrice Covassi, capo della rappresentanza in Italia della Commissione europea, il governo dell’Unione: «Invito gli imprenditori ad alzare lo sguardo all’Europa e ai suoi mille strumenti» di Sergio Luciano

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attivi, ricordandosi che l’orizzonte è il mondo, lle imprese voglio lanciare un invito», ma almeno cominciamo dall’Europa». dice Beatrice Covassi, con quel suo Benarrivata la Commissione europea dal volto tono insieme determinato e suadente: «L’inviumano – e nella fattispecie anche sorridente to è di alzare lo sguardo all’Europa e ai suoi e avvenente – che avremmo sempre desidemille strumenti di promozione dello sviluppo. rato vedere, al di là dell’austerity che viene Agli imprenditori italiani, io – italiana come imposta all’Italia a causa della sua indiscutiloro ma interna al sistema di questa nostra bile indisciplina finanziaria. Beatrice Covassi Europa da vent’anni - dico che devono renderè direttore della sede si conto che ci sono CI SONO GLI SPORTELLI EUROPE italiana della Commistanti partner con cui DIRECT CUI RIVOLGERSI, GLI SPORTELLI sione, risponde diretlavorare e tanti fondi IMPRESA, TANTISSIME ISTANZE tamente al presidente da utilizzare, ricordarDOVE CHIEDERE INFORMAZIONI della Commissione Jesi che fanno parte di an-Claude Juncker, e svolge con assoluta conun sistema economico e sociale molto più amvinzione un ruolo quasi apostolico a favore di pio della loro sola nazione, un mercato che ha un’istituzione in cui crede e che ama. oltre 500 milioni di cittadini e potenziali clienDottoressa Covassi, dal suo appello agli ti. Siate più curiosi, cercate di andare avanti, imprenditori è chiaro che per lei l’Europa sempre più in là. L’Europa vi sorprenderà. Ci reale ci è utile. Ma davvero lo pensa o il suo sono gli sportelli Europe Direct cui rivolgersi, è legittimismo di ruolo? gli sportelli impresa, tantissime istanze dove Lo penso eccome! E senza addentrarci in chiedere informazioni, basta essere più pro-

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FINANZIARE L’IMPRESA

Un’immagine della seduta di presentazione del budget europeo al Parlamento di Strasburgo da parte della Commissione europea

esempi complessi, si pensi solo all’abolizione del roaming internazionale della telefonia mobile o alle compagnie aeree low-cost. Grazie a chi, se non all’Europa, i cittadini di tanti Paesi possono avvalersi di questi straordinari risparmi? E l’Austerity? Intanto quel che lei definisce Austerity è un insieme di regole concordate in Trattati liberamente sottoscritti da tutti gli Stati membri, Italia compresa. E poi applicandola ci sono Stati che hanno prosperato e prosperano: evidentemente è possibile. E allora veniamo ai fondi per lo sviluppo, di cui l’Italia non è una brava utilizzatrice... Ultimamente le cose sono un po’ migliorate e qualcosa si è mosso. Sicuramente però non siamo i primi della classe, siamo sotto il dieci per cento di utilizzo, nell’insieme! Però ci sono cose sorprendenti in Italia. Ho scoperto che la Puglia è avanzatissima per l’uso dei fondi legati agli open-data e al digitale in genere, in Calabria hanno sviluppato l’uso di Por e Pon, insomma: a volte incontri eccellenze dove non te le aspetti. Il problema italiano rispetto ai fon di europei è però che non c’è ancora un metodo di sistema, a livello nazionale, valido per tutti. E c’è ancora una grande disparità tra le varie regioni su come vengono utilizzati i fondi. Non è che la burocrazia europea sia troppo dissuasiva? No, guardi. Lo so che molto spesso su tutto il

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pacchetto-fondi si chiede di fare all’Europa quello che non viene fatto dalle nazioni per sopperire a carenze strutturali che dovrebbero essere invece evidenziate e risolte localmente, ma non è così. C’è troppa casualità, le opportunità sono tante e sono accessibili ma vanno scaricate a terra con impegno. Cioè in che modo? E’ chiaro che per utilizzare i fondi europei bisogna avere delle conoscenze. Ebbene: dovrebbero essere messe a sistema e rese accessibili a tutti. Anche le istituzioni territoriali piccole, che da sole non sono in grado, dovrebbe essere messe nelle condizioni di riuscirci. Rivolgersi a esperti di progettazione europea. Ci rimproverano sempre la troppa burocraticità, ma anche la ricaduta nazionale complica. Ci spieghi le voci essenziali dell’intervento di sostegno che l’Europa fa, o potrebbe fare, a favore dello sviluppo... Be’, innanzitutto il piano Juncker. Tutti parlano degli investimenti infrastrutturali ma pochi della finestra Pmi, cioè degli accordi con le banche che fa la Banca europea per gli investimenti che cogarantiamo anche noi, per erogare questi prestiti agevolati per investimenti considerati ad alto rischio che altrimenti non esisterebbero. Ne firmiamo di continuo, sono interessate 200 mila imprese. Ma tutte le imprese devono sapere che questa forza economica c’è, e che permette di garantire prestiti che altrimenti non verrebbero erogati.

Poi? Parlerei di Horizon 2020. Sono fondi che richiedono un partneriato di almeno tre soggetti e di almeno due stati. Devono essere focalizzati su progetti di ricerca, molto spinti verso l’innovazione, che si concentrano sulla fase precompetitiva del mercato. Danno la possibilità di fare esperimenti protetti di innovazione. Cioè? Per esempio fare, sui big data, una partnership per sperimentare la convidisione dei dati stessi nelle tlc, nell’agricoltura di precisione, nell’intermodalità; e puoi testare il tuo progetto in un safe-enviroment, un ambiente protetto. Resti nel precompetitivo ma molto vicino al mercato. Le imprese hanno spesso il timore di mettersi in pool con soggetti più grandi di loro, come le università, ma sbagliano: è una grandissima opportunità. Che sta andando molto bene, in tanti campi: per esempio nel farmaceutico. Un concetto-chiave è quello delle public-private partnership. Sono quelle che permettono di avere un effetto leva e mettono a disposizione una base di soldi pubblici che poi si moltiplica con quelli degli investitori privati. Anche questo è un concetto che sta diventando sempre più utilizzato nel mondo della ricerca che stimola investimenti. Non c’è numero chiuso, gli attori che possono aggregarsi sono virtualmente infiniti. Più è complesso il campo di applicazione della ricerca, tanto più è utile avere dei partner europei. E per trovare il partner giusto? La Commissione ha attivato un sistema di speed dating molto efficace, con momenti di networking e molte informazioni di base. E per le aree svantaggiate, come ad esempio il Sud Italia? Molti interventi dei fondi strutturali sono dedicati allo sviluppo sul territorio, però indiretti. Ci sono enti di gestione che sono fondamentali, anche in Italia c’è un’Agenzia pubblica per lo sviluppo della coesione (Invitalia, ndr).


UN MONDO DI VANTAGGI TUTTI DA COGLIERE H2020

Horizon 2020 è il programma europeo per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2014-2020. Dotato di un budget totale di circa 80 miliardi di euro, è il più grande tra i programmi europei e persegue gli obiettivi della Strategia Europa 2020, ovvero una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile. Lo scopo di H2020 è favorire lo sviluppo della ricerca scientifica di altissima qualità, rimuovendo le barriere all’innovazione incoraggiando le partnership fra pubblico e privato. Sostenendo la ricerca e l’innovazione, Horizon 2020 si struttura su tre priorità: eccellenza scientifica, leadership industriale, sfide della società. L’obiettivo principale è incrementare la competitività globale dell’Europa, creando posti di lavoro e migliorando le condizioni di vita per cittadini. https://ec.europa.eu/programmes/horizon2020/en/ what-horizon-2020

> Fondo sociale europeo– inclusione sociale e buon governo > Fondo di coesione – convergenza economica delle regioni meno sviluppate > Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale > Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca Per accedere alle sovvenzioni dell’UE, occorre farne richiesta mediante le autorità regionali o nazionali competenti (le cosiddette autorità di gestione) nello Stato membro in cui avete sede. https://opencoesione.gov.it/it/

PRESTITO D’ONORE

In Italia, il Fondo Europeo per gli Investimenti strategici ha attivato circa 39 miliardi di euro di investimenti complessivi. Sono stati approvati 57 grandi progetti infrastrutturali e 66 accordi con istituzioni bancari e finanziarie dai quali scaturiranno benefici per circa 210mila PMI (dati ad Aprile 2018) https://ec.europa.eu/commission/priorities/jobsgrowth-and-investment/investment-plan-europejuncker-plan/investment-plan-results/investmentplan-italy_en

Il prestito d’onore è un finanziamento personale caratterizzato da condizioni più favorevoli di rimborso e da un accesso semplificato al capitale, visto che il richiedente non deve necessariamente essere in possesso di un reddito dimostrabile e che non è richiesta la presenza di un garante o di un coobbligato. Come chiederlo? Per le microimprese, le imprese in franchising e il lavoro autonomo il prestito d’onore è gestito da autorità nazionali (in Italia Invitalia - l’Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e dello Sviluppo d’Impresa) e la domanda può essere presentata online, specificando le finalità della richiesta, compilando e inoltrando la domanda che può essere scaricata dal sito. Quando i prestiti d’onore sono erogati da altri soggetti, come ad esempio, le Regioni o i Comuni, la domanda va inoltrata a questi ultimi enti secondo le modalità previste dal bando. Per gli studenti: il prestito d’onore prevede precise convenzioni tra le università e le banche. Per inoltrare le domande, è necessario rivolgersi alla segreteria dell’ateneo dove ci si può anche informare su quali siano le banche convenzionate. Best practice Regione Marche : http://ec.europa.eu/ esf/main.jsp?catId=46&langId=it&projectId=1618

FONDI INDIRETTI

START-UP

PIANO JUNCKER

Il Fondo Europeo per gli Investimenti strategici ha attivato fino ad oggi 284 miliardi di euro di investimenti. Sono stati approvati grandi progetti innovativi per 384 infrastrutture e 398 accordi con istituzioni bancari e finanziarie dai quali scaturiranno benefici per circa 611,000 SMEs ( dati ad Aprile 2018) https://ec.europa.eu/commission/priorities/jobsgrowth-and-investment/investment-plan-europejuncker-plan/investment-plan-results_en

I finanziamenti indiretti sono gestiti dalle autorità nazionali e regionali e comprendono quasi l’80% del bilancio dell’UE, soprattutto mediante i 5 grandi fondi noti come Fondi strutturali e d’investimento europei. Eccoli: > Fondo europeo di sviluppo regionale – sviluppo regionale e urbano

Esistono vari tipi di finanziamento dell’UE per le imprese startup. E’ utile visitare il sito dello Startup Europe Club http://startupeuropeclub.eu Potete anche usufruire della piattaforma partnership Startup Europe https://startupeuropepartnership.eu/ per ricevere assistenza nel caso voleste espandere o sviluppare la vostra impresa.

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COMUNICARE L’IMPRESA

Per i giornali del futuro, meno conformismo e più autocritica I media parlino delle patologia del sistema: è doveroso farlo perché solo così si mettono coloro che devono decidere nella condizione di decidere al meglio di Sergio Luciano «UNA DELLE MALATTIE DI FONDO DEL NOSTRO GIORNALISMO, MA IN FONDO DELLA NOSTRA SOCIETÀ, È UNA SORTA DI CONFORMISMO GENERALE, LA TENDENZA AL PENSIERO UNICO, AD UNA FALSA UNITÀ DI PENSIERO SU ALCUNI GRANDI TEMI, NELL’IDEA SBAGLIATA CHE L’UNANIMISMO POSSA FAVORIRE LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI», dice Ferruccio

De Bortoli, già direttore del Corriere della Sera – di cui è editorialista - e del Sole 24 Ore, presidente di Vidas e della Longanesi: “Spesso mi sono sentito chiedere di non pubblicare qualcosa perché, secondo gli interessati, la vicenda di cui volevano che il giornale non si occupasse si sarebbe risolta prima. E non era mai vero. Invece posso dirvi con certezza che se una notizia viene pubblicata correttamente, la veridicità e la tempestività con cui viene diffusa concorrono a far sì che la comunità che ne viene coinvolta riesca ad affrontarla nel modo migliore. Invece la falsificazione o la dissimulazione delle notizie cancellano queste capacità. Una buona informazione mette il buon padre di famiglia, in senso lato, nella condizione L’INTERVISTATO FERRUCCIO DE BORTOLI, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE VIDAS ED EDITORIALISTA DEL CORRIERE DELLA SERA

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di fare le scelte giuste anche le più dolorose. Quindi bando al conformismo. Esempi? Per esempio tutto il dibattito economico, durante l’ultima campagna elettorale, si è svolto su un piano di falsità. Si è colpevolmente sottovalutato il problema del debito pubblico, che è un’ipoteca pesantissima su qualsiasi manovra finanziaria che incida sul bilancio pubblico in maniera sensibile. Per molti i giornali e oramai anche i social deformano in peggio la realtà… Io non che sia vero. Certo, i media parla anche, e dettagliatamente, delle patologia del sistema: è doveroso farlo perché solo così si mettono coloro che devono decidere nella condizione di decidere al meglio. Ma gli stessi media riescono anche, contemporaneamente, a raccontare le positività del sistema, a rendere l’idea che esiste un capitale sociale. Anzi: il nostro Paese, se vuole trovare nuovi elementi di fiducia nella costruzione del futuro, li trova nei tanti esempi di apostolato laico che illustrano l’Italia, di solidarietà attiva a favore degli altri. Ammetterà che nel nostro mondo non c’è molta tendenza all’autocritica. Sì, un po’ di autocritica nella categoria servirebbe, soprattutto a liberarsi dai corporativismi. Questo ci ha forse impedito di essere più consapevoli dei cambiamenti che stavano verificandosi nella società e nell’opinione pubblica.

Però il giornalismo professionale serve. O no? Serve eccome. E’ indispensabile. E serve che sia professionale. Oggi in Italia ci sono una decina di giornalisti sotto scorta per le minacce della malavita. Guai se non fossero professionisti. Se andiamo a contare i giornalisti che ogni anno perdono la vita sul lavoro, sono tra i 50 e i 100, e spesso sono free-lance che non hanno alle spalle nessuno se non la loro passione per l’informazione, che proprio per la debolezza delle aziende editoriali si sono improvvisati editori di se stessi. Mi fa anche piacere citare il recente concorsone Rai, con 4000 giornalisti candidati: in commissione ne abbiano scelti 100 e sono stati poi assunti assunti 150. Mi sono trovati di fronte a giovani preparatissimi con esperienze internazionali maturate però nell’assoluto precariato. Lei ha avuto rapporti difficili con Berlusconi, Prodi, D’Alema, Renzi. Però una volta invitò Gianroberto Casaleggio a parlare ai giornalisti del Corriere. Perché? Casaleggio era l’artefice del successo del blog di Beppe Grillo, l’ho invitato come un esempio di grande webmaster e mai avrei immaginato, allora, che lui e la sua società diventassero padroni di quel movimento che oggi ha il 32% di voti. Devo dire che disegnò il futuro del movimento con grande lucidità. Disse alla redazione: tra poco sarete tutti disoccupati… Confesso che rimasi anche un po’ imbarazzato!


ph. ales&ales


LETTI PER VOI

Le lezioni americane di Calvino, il filo di Arianna di chi vuole comunicare (bene) l'impresa Nel libro di Roberto Olivi si prendono come riferimento i sei criteri-guida indicati dal grande narratore italiano: leggerezza, velocità, esattezza, visibilità, molteplicità e consistenza. Pensati nell'85, ma più attuali che mai di Franco Oppedisano

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oberto Olivi lo conosciamo bene. Macina e libri e chilometri con costanza. Per piacere e per lavoro. Senza fare, almeno sembra, alcuna differenza tra una cosa e l’altra, alla ricerca di idee, di punti di vista diversi dai suoi, di persone interessanti da conoscere e da mettere insieme, in rete. Il libro che ha scritto per la collana Le onde de La Nave di Teseo lo rispecchia totalmente. Si intitola “La comunicazione è un posto dove ci piove dentro”, con un sottotitolo che sintetizza l’autore: “Perché i libri salveranno il marketing”. Tra le pagine ci sono i suoi amici (primo fra tutti Jovanotti, che ha scritto la prefazione tutta giocata su un supposto equivoco che rivela una grande vicinanza al tema), le persone incontrate, gli scrittori che ha letto,

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amato e dai quali ha imparato, e il mente in movimento)». Ma subito suo lavoro che lo appassiona ogni trova un punto fisso di riferimengiorno. Roberto Olivi è il direttore to, naturalmente in un libro: Le delle comunicazioni di Bmw Italia, lezioni americane di Italo Calvino. ma è un comunicatore anomalo, Senza nessun timore reverenziavotato alla costruzione e alla spie- le, Olivi scomoda un mostro sagazione di un’azienda che rifletta cro della letteratura per fargli da l’immagine positiva che vuole dare guida nel comunicare l’impresa. al mondo di «Quello OGGI LE AZIENDE DI se stessa. che mi ha SUCCESSO HANNO Per questo, sempre UN DOVERE: QUELLO spiega Olicolpito delDI REINVESTIRE PARTE vi, nella cole lezioni municazio- DEL LORO SUCCESSO NELLA americane ne ci deve è la visione. SOCIETÀ IN CUI OPERANO “piovere Innanzitutdentro”, ovvero deve essere aper- to il titolo “Six memos for the next ta alla idee nuove, alle persone millenium”. Era il 1985 e Italo Calche apparentemente poco c’en- vino con una lucidità impressiotrano con il settore, alle esperien- nante e con un anticipo incredibile ze diverse, deve cogliere gli aspet- andava a definire i temi che avrebti positivi degli errori commessi. bero caratterizzato l’epoca che «Decidere di scrivere un libro sul- stiamo vivendo. Le Lezioni amela comunicazione» ammette Olivi ricane infatti si dovevano tenere nelle prime pagine «è un viaggio, su sei argomenti guida: lightness, che ha un inizio, ma certamente quickness, exactitude, visibilty, non una fine. Non ce l’ha perché multiplicity, consistency. Ora per è un divenire continuo, con infiniti chiunque si occupi del tema di spunti e poche certezze (costante- questa pubblicazione non potrà che risultare immediatamente evidente la forza e la chiarezza di NELLA FOTO ROBERTO OLIVI, DIRETTORE DELLA COMUNICAZIONE BMW ITALIA. queste parole: leggerezza, velociIL SUO LIBRO È EDITO DA LA NAVE DI TESEO tà, esattezza, visibilità, moltepliNELLA COLLANA LE ONDE (17 EURO)

cità e consistenza fanno parte del vissuto quotidiano di ciascuno di noi, del mondo attuale». Olivi affronta i sei argomenti approfondendo gli aspetti della comunicazione, poi parla di storytelling e di reputazione aziendale, sempre seguendo lo stesso filo fatto di libri, citazioni ed esperienze personali e professionali. Anche nella Corporate social responsability: «Oggi le aziende di successo hanno un dovere. Quello di reinvestire parte del loro successo nella società in cui operano», scrive, raccontando l’importanza di creare una rete di relazioni per portare avanti i progetti e come questa rete cresca collegando tra di loro le persone coinvolte per crescere ulteriormente. «SpecialMente - il programma di Csr di Bmw Italia, ndr - è diventato il simbolo del nostro impegno in tema di inclusione sociale, dialogo interculturale, sicurezza stradale. Un simbolo che ha fatto del linguaggio della differenza una ricchezza per i nostri valori che ci ha aiutato a mantenere la posizione di leadership in termini di reputazione in Italia». I proventi del libro andranno a Dynamo Camp.


BENI RIFUGIO

No ai collezionisti improvvisati: l'arte è un mondo complesso Fiscalità, limiti alla circolazione delle opere, regole: conoscere tutte le norme che regolamentano l'arte è fondamentale per mercanti e amatori di Alessandro Belluzzo

È

molto difficile rispondere a tutte le problematiche che un collezionista, un gallerista, un artista o un mercante incontrano nella compravendita di un'opera d'arte in Italia. Sul fronte fiscale, ad esempio nel caso di vendita di opere d’arte, bisogna differenziare il collezionista che vende come privato senza partita Iva (un tempo tassato se effettuava la rivendita prima dei due anni dall’acquisto, oggi invece non più) dal mercante d’arte imprenditore che fa trading e attività speculativa sulle opere d’arte, che dovrà aprire la partita Iva ed essere tassato. Sul fronte invece della circola-

zione dei beni, il trattamento relative pratiche di circolazione delle opere d’arte ai fini delle che sono un altro punto dove imposte di successione e dona- esistono diverse problematiche zione presenta alcune peculia- che riguardano la movimentarità che generano una serie di zione delle opere d’arte. Si penproblematiche. si, ad esempio, alla necessità di Le criticità riguardano, soprat- dover richiedere l'autorizzaziotutto, la ne all'uffid e t e r m i - È STATA ELEVATA LA SOGLIA cio esporDA 50 A 70 ANNI PER LA nazione tazione TUTELA DELLE OPERE della base della Soimponibi- D'ARTE. QUESTO AGEVOLERÀ p r i n t e n le. In base GLI SCAMBI, MA ATTENZIONE d e n z a alla legge, A FISCALITÀ E CIRCOLAZIONE prima di si considepoter far rano compresi nell’attivo eredi- circolare l'opera. tario denaro, gioielli e mobilia A tal riguardo, il fatto che sia per un importo pari al 10% del stata elevata la soglia da 50 a 70 valore dell’asse ereditario netto anni di eta’ dell’opera, al di sotto (ovvero, eccedente la franchigia) della quale le opere d'arte non anche se non dichiarati o dichia- sono soggette alle disposizioni rati in misura inferiore. di tutela, agevolerà gli scambi Diventa quindi essenziale tenere in particolare delle opere d'arte le collezioni in maniera ordina- moderna e di design create tra il ta non solo in termini di certi- 1947 e il 1967 rendendo le opere ficazione dell’opera, ma anche esportabili oltre i confini nazioriguardo alla data di acquisto e nali. Questa agevolazione accentuerà ancora di piu il fatto che NELLA FOTO ALESSANDRO BELLUZZO, EQUITY molti patrimoni artistici saranPARTNER DI BELLUZZO IN ALTO, "SACCO E ROSSO" DI BURRI no prensenti in case o gallerie situate in diversi Paesi, inne-

stando diverse problematiche legate alla circolazione e alla fiscalità in caso di esportazione, importazione, ovvero “consigment” per procedere alla vendita dell’opera. Tutti argomenti che sono noti agli operatori ma che, sulla base della esperienza professionale, trovo che siano sempre poco chiari a coloro che vogliono gestire una collezione d’arte. Diventa quindi importante avere una visione della propria collezione, facendosi aiutare da esperti del settore, al fine di creare valore attraverso esposizioni nelle mostre organizzate da gallerie o musei. Un esempio in questo senso è rappresentato, nella nostra esperienza, dalla vendita del famoso Burri “Sacco e Rosso” (1959), in foto, venduto a oltre 9 milioni di sterline, in modo tale che il Cliente potesse procedere con assoluta tranquillità alla vendita dell’opera, coprendo tutti i servizi legali e fiscali, seguendo percorsi specifici e di prassi, che hanno consetito di liquidare l’asset con metodo e trasparenza legale.

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STORY-LEARNING NO PROFIT

Le mille vite di Andrea Corazzini, l’uomo con l’impresa nel sangue A vent’anni ha risanato una tessitura in Venezuela, a quaranta ha lanciato una panetteria che ha fatto “il botto”. Scampato a un rapimento, è emigrato negli Stati Uniti e con la sua attività dà lavoro anche a una profuga irachena

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di Angelo Curiosi

come un assillo, un tafano, un qualcosa che ci segue, non ci molla mai, ci attrae e ci possiede: la voglia di fare impresa. Andrea Corazzini, cinquantadue anni, abruzzese d’origine, è nato imprenditore. Naturalmente non lo sapeva, di essere un imprenditore nato, ma adesso a New Haven – dove ha creato un’industria alimentare che nutre, tra l’altro, i famelici yuppie di Yale, una delle dieci università più prestigiose degli Stati Uniti – sono in tanti a sapere che uomo, che grande uomo, è Andrea. «Sono uno che ama la materia prima», dice semplicemente di sé, molti fatti e poche parole, come sempre. Cresciuto tra Italia e Spagna – ma soprattutto Italia, dov’è nato suo padre, mentre la mamma è spagnola – Andrea ha una storia spontaneamente imprenditoriale. Incarna la banalità del bene. Meno male che c’è. Non è un “figlio di nessuno”. Papà – imprenditore edile - lo fa studiare bene, ingegneria aerospaziale, perché investe i suoi soldi per crescere al meglio i suoi tre figli. Ma quello che più degli altri ha dentro di sé è il demone dell’impresa, deve seguire la sua stella e così a vent’anni, anche se il traguardo della laurea è ancora lontano, senza ascoltare i consigli di prudenza, decide che il suo momento è adesso. Ha saputo da un amico di famiglia che c’è un’azienda in Venezuela piuttosto malandata, nel settore tessile, che an-

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drebbe ripresa in mano, rigovernata, ristrutturata: e ci va. Parte, convinto, sicuro, deciso. Ci lavora - notte e giorno – e quest’azienda semifallita di Caracas, che faceva alla meno peggio filature di secondo livello, diventa pian piano un’eccellenza nella tintura tessile, uno dei pochi settori specialistici della filiera a trovare ancora nei Paesi occidentali uno spazio competitivo al riparo dall’imbattibile concorrenza dei prezzi asiatici. Nel giro di qualche anno l’azienda è diventata un missile, e i pochi dipendenti dell’epoca prefal-

C’È CHI NASCE CON LO SPIRITO DA IMPRENDITORE: ANDREA CORAZZINI È UNO DI QUESTI E A 20 ANNI VA IN VENEZUELA PER GESTIRE UNA TESSITURA

limentare diventano 120 addetti in camice blu, ben pagati e gratificati. Intanto, siccome Andrea è un latino vero, per quanto le 24 ore delle giornate di noi comuni mortali non gli bastino, trova il modo e il tempo di sposarsi, a soli 22 anni, e fare due figli entro i 25 anni. Lui, sempre più sicuro che quella dell’impresa sia la sua strada, prosegue nell’espansione e nell’impegno notte e giorno. Vede nell’imprenditoria uno spazio per l’espressione di sé e per l’auto-realizzazione, è appassionatissimo della “materia prima” - in quel momento il tessile - e capisce, per istinto all’inizio, e razionalizzandolo sempre meglio col fluire

ANDREA CORAZZINI E LO STAFF DI WHOLE GERMAN FOODS

degli anni, che molto dipende dal rapporto umano con i suoi collaboratori, che lo ricambiano con l’abnegazione che merita un capo esemplare. Crescita chiama crescita, un po’ di accumulo di capitale ormai è in casa e dunque dieci anni fa – cioè a vent’anni dagli esordi – Andrea si vede proporre un nuovo investimento, in un nuovo settore, ancora una volta molto “old economy”, ancora una volta molto “materia prima”: si tratta di una panetteria, il brand è “Panes alemanos” - pani tedeschi – ancora a Caracas, fondata da due fratelli tedeschi. L’acquisto gli sembra all’inizio un investimento finanziario, ma si sbaglia. Il suo demone è quello del fare, non del comprare per poi vendere al doppio, quello è il mestiere dei lupi di Wall Street, una razza molto diversa dalla sua. Andrea si appassiona anche dell’industria alimentare ed anche lì ripete il suo approccio integrale, iniziando a far crescere anche la sua seconda industria, in parallelo alla prima. Ma quando nel karma di un uomo c’è la fatica, be’: il karma non perdona. E infatti il partner nell’industria tessile di Andrea viene rapito dai banditi, e per giunta a causa di un equivoco: aveva comprato una macchina nuova per regalarla ad Andrea e gliela stava portando, ma la gang, pensando che dietro i vetri oscurati di quella lussuosa limousine non potesse che esserci lui, l’imprenditore, rapiscono la


persona sbagliata. Andrea passa al telefono 48 ore di fuoco per negoziare il riscatto. Ci riesce, ma capisce subito che era lui il vero bersaglio della banda. Si rende conto che i banditi lo avevano seguito per mesi, studiando tutte le sue mosse. Sapevano che stava bene, volevano i suoi soldi. Paga, libera l’amico e si ribella, dice basta. Decide di andarsene da un Paese senza Stato, dove la ricchezza è un pericolo. Prende la moglie e parte per gli Stati Uniti, la terra delle opportunità, la terra promessa per lui. Sua moglie aveva degli amici a New Haven, e questo bastava per scegliere la città. Arriva, si sistema – effettivamente un

po’ di soldi a quel punto li aveva! – e inizia a rifugge dall’industrializzazione seriale che guardarsi attorno. Non deve attendere molto rende meglio ma deprime la qualità dei cibi. per adocchiare una nuova opportunità: capiIl suo karma imprenditoriale contiene una sce che l’alimentare di qualità - in una cittatara, infatti, quasi un “limitatore di velocità”, dina universitaria dove migliaia di persone come i Tir: la competizione sui margini non fa ogni giorno “mangiano fuori” - produrre bene per lui, proprio perché l’efficienza delle granalimenti sani può essere la pietra filosofale. di corporation, che si nutre anche di stanTrapianta a New Haven il suo brand “Panes dardizzazione, richiede una fondamentale Alemanos”, ribattezzandolo in inglese come indifferenza per i dettagli e per il prodotto, “Whole German Breads”. Fa crescere il nuovo mentre invece lui il suo prodotto lo ama, oggi brand con l’amore e l’impegno incondizionapanini, brioches e dolci come ieri le stoffe fito di sempre, senza guardare l’orologio ma nemente tinte e stampate, è un imprenditore puntando ai risultati, e trova riscontro pieno latino che produce per amore. Finché incroe agevole in un ambiente di business molto cia un gruppo di studenti – una dozzina – che ma molto diverso da poche settimane priquello venezuelano: WHOLE GERMAN BREADS È UN’AZIENDA ma dell’ambitissimo DI SUCCESSO CON 50 DIPENDENTI. IN USA più fertile ma più fe- OPERA NEL CONNECTICUT, SOPRATTUTTO traguardo, la laurea rocemente competi- PER LA PRESTIGIOSA UNIVERSITÀ DI YALE a Yale, con tanto di tivo. Lui, ormai, sa di discorso celebrativo essere quasi un “artigiano” rispetto ai “cordi Hillary Clinton (mica pizza e fichi) scoporate” americani, tutti in giacca e cravatta, prono quanto sia bello e gratificante unire il tutti computer e power-point, con le mani inbusiness alla solidarietà. Gli chiedono di ofguantate e senza contatti fisici – orrore! – col frire, gratis, le sue cucine industriali, che nel prodotto. weekend sono meno cariche di lavoro, per “Whole German Breads”, oggi, è un’azienda produrre dei dolcetti fatti da una rifugiata di successo, impiega 50 dipendenti, sforna di guerra Irachena. Andrea dice subito sì. La prodotti da forno per Yale e per esercizi alino-profit gestita dagli studenti provvederà mentari in tutto il Connecticut, la gente li a tutto. Ed oggi gli studenti di Yale, quando sceglie perché sono buoni e sempre “appena gustano le squisitezze dolci prodotte nei sfornati”, non ha problemi di domanda, semforni di Andrea sulle ricette di Yasmine, così mai qualche problema di marginalità, perché vogliamo dire che si chiama l’anima creativa di questa nuova industria, non sanno che dietro quel gusto delicato e irresistibile c’è un ingegnere aerospaziale italo-spagnolo, un’industria tessile venezuelana scampata al fallimento, una banda di rapitori che, malvivendo, hanno involontariamente dato una seconda chance alla vita di una donna, mettendola senza saperlo nelle mani di un gruppo di ragazzi entusiasti e di un benefattore. È la teoria del caos che diventa vita, carne e sangue di persone vere, un battito d’ali di una farfalla venezuelana può trasformarsi in un prelibato falafel a New Haven, che sazia centinaia di brufolosi secchioni destinati a dirigere gli Stati Uniti e quindi il mondo e che trasforma un’emarginata in una richiestissima chef di pasticceria.

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STORY-LEARNING FOOD&WINE

Si alza l’asticella se l’Amarone incontra la tecnologia La Famiglia Tedeschi produce da oltre 400 anni il suo vino in Valpolicella. Da otto anni ha avviato un processo di innovazione dei metodi produttivi di Alessandro Luongo

UNA VEDUTA DELLA TENUTA DI FAMIGLIA. A FIANCO, I TEDESCHI

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terreni ha consentito persino di capire come a quattro secoli di storia e tradizione la composizione degli stessi sia uno dei fattori l’azienda vinicola Tedeschi della Valpoliin grado di influenzare l’aroma di un vino. Da cella, che porta nel mondo un’eccellenza veri pionieri, la famiglia Tedeschi (Lorenzo e italiana come l’Amarone. E che è sempre più Bruna, patron, genitori di Antonietta, Sabrina attenta all’innovazione dei metodi produttivi. e Riccardo, ora alle redini dell’azienda), ha inNel 2010, infatti, sono stati avviati i lavori di zonazione nel centro di Pedemonte di Valpolicella, trapreso un originale e inedito studio di caratda anni indicato come il punto di partenza neterizzazione aromatica dei vigneti. Rilevando cessario per una viticoltura di qualità. che la frazione calcarea dei suoli dona intensità Gli interventi mirati hanno riguardato un proe complessità aromatica; la presenza di ossidi di cesso d’inerbimento per rafforzare le difese ferro e manganese favorisce le note speziate e di naturali del vigneto; un piano di controllo dello frutta rossa, come amarena e ciliegia. E ancora: stress idrico e un innalla frazione sabbiosa acL’85% DELLA PRODUZIONE VA zamento del contenuto centua note di frutti di ALL’ESTERO CON CANADA, SVIZZERA E di carbonio organico. bosco, ribes e lampone. GERMANIA A FARE LA PARTE DEL LEONE. Inoltre, un arricchiSi è investito molto, LO SCORSOANNO FATTURATO SU DEL 5% mento del terreno dunque, in ricerca e mediante semina di alcune essenze e l’apporto sperimentazione; ma anche sulla sostenibilidi concimi organici. Infine, sono stati installati tà. Riducendo, in quest’ultimo caso, l’utilizzo sensori a forma di foglia di vite per misurare di prodotti fito sanitari. I vini simbolo della il grado di umidità e bagnatura e sondare la Valpolicella e di quest’azienda ultracentenaria presenza di attacchi patogeni. In definitiva, una sono l’Amarone e il Recioto, senza dimenticare ricerca accurata per portare le cantine di Pedeil Valpolicella. Parliamo di ben 6 cru individuati monte di Valpolicella alla completa sostenibilità con gli studi di zonazione. E di un vero e proprio nella gestione agronomica e filiera enologica. “stile Tedeschi”, che esalta cioè la potenza ed Sostenibilità garantita, fra l’altro, dalla presenza eleganza e i profumi tipici dei vitigni anziché del di un bosco di 45 ettari nella proprietà di Malegno. Si utilizzano difatti solo botti in rovere di ternigo, che assolve la funzione di fondamentale Slavonia, della capacità da 10 a 50 ettolitri. assorbitore di anidride carbonica. Lo studio dei Amarone e Recioto non trovano sistemazione

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negli scaffali della Gdo, «perché è un canale che mira a prezzo basso e grandi volumi – spiega Sabrina Tedeschi – il nostro obiettivo è difatti mantenere e aumentare la quota di mercato e orientarci sempre più nella fascia di punta di eccellenza, di qualità elevata e artigianale che ci rappresenta». L’85 per cento della produzione (500mila bottiglie l’anno) va all’estero. Canada, Germania, Svizzera sono i mercati di maggior successo e con la distribuzione più capillare. E in Italia? Piazze importanti sono il Veneto, con Verona e Venezia in prima fila; Brescia e Milano in Lombardia, poi Roma. Il bilancio dell’anno si chiude con un aumento del fatturato del 5 per cento. E l’obiettivo di consolidare la presenza negli States, nonostante i timori dell’imposizione dei dazi minacciati da Donald Trump. Insomma, dall’acquisto del vigneto Monte Olmi nel 1918 (di cui ricorre il centenario quest’anno) si è virato sulle punte di eccellenza, non sui volumi. Sui vigneti di collina, e sui cru. Non a caso il primo cru Tedeschi e fra i primi della Valpolicella è l’Amarone Capitel Monte Olmi, le cui uve provengono proprio dal vigneto Monte Olmi.


ROBOTICA

STARTUP-TELLING

La lampada con dentro il genio ideata a Catania Momo è un home robot che consente di rilevare situazioni di allerta e di monitorare o controllare la casa attraverso una telecamera interna di Riccardo Venturi

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l genio della lampada di design si chiama Momo, l’home robot integrato in un’elegante lampada dal design italiano che grazie all’intelligenza artificiale e alla tecnologia IoT controlla in modo multifunzionale tutta la casa, rendendola più sicura e confortevole. Il progetto della startup di Catania Morpheos si è aggiudicato l’Aviva Customer Innovation Award, iniziativa promossa da Aviva, assicurazione tra i leader in Europa presente in Italia dal 1921, e da PoliHub, l’Innovation district & Startup Accelerator del Politecnico di Milano, secondo incubatore universitario in Europa e terzo al mondo, gestito da Fondazione Politecnico. «La nostra mission è impiegare sistemi intelligenti nello sviluppo di soluzioni innovative che ci aiutino a vivere meglio – dice il co-founder e CEO di Morpheos Edoardo Scarso -. Crediamo nelle potenzialità dell’ingegno umano, nella ricerca industriale e nell’innovazione tecnologica. Etica e professionalità sono alla base del nostro team». La startup di Catania, composta da un team di sei persone con esperienza pluriennale di ricerca e sviluppo di software, Artificial Intelligence e Connected Devices, è stata premiata per il livello di maturità del progetto e la sua italianità, e ha avuto così l’opportunità di presentare Momo ai Senior Innovation Leader del Digital Garage Aviva di Londra, fucina

MOMO, LA LAMPADA CON INTELLIGENZA ARTIFICIALE CHE RICONOSCE I VOLTI, I MOVIMENTI E LE VOCI CON LA SUA TELECAMERA

dell’innovazione dell’Insurtech. Non è necessario strofinare l’elegante lampada Momo per attivare il suo genio tecnologico. L’home robot di design è in grado di riconoscere i volti, i movimenti, le voci e i suoni sia con la sua telecamera interna rotante e a visione notturna, sia con quelle eventualmente connesse. Questo le permette, ogni volta che rileva qualcosa di potenzialmente pericoloso, come un’intrusione, un vetro che si rompe, un grido di aiuto, non solo di accendersi di un bel rosso, ma soprattutto di inviarti messaggi istantanei LA LAMPADA SI ACCENDE DI ROSSO OGNI VOLTA CHE VIENE CAPTATO UN PERICOLO, COME UN’INTRUSIONE O LA ROTTURA DI UN VETRO

di allarme sullo smartphone. I suoi sensori rilevano in tempo reale anche eventuali fughe di gas o presenza di fumi, e monitorano la qualità dell’aria in casa, inviandoti tempestivamente una notifica. Grazie ai diversi standard di compatibilità integrati Momo collabora con qualunque altro sistema di gestione della sicurezza e con i relativi sensori, diventandone una sorta di centrale operativa. Se mentre stai uscendo hai dimenticato il forno acceso o una finestra aperta, il genio della lampada te lo comunica all’istante sullo smartphone.

A queste funzioni, e ad altre ancora, si aggiunge l’intelligenza artificiale che permette a Momo di imparare dalle tue abitudini e preferenze in casa, suggerendoti automazioni intelligenti che rispecchiano il tuo stile di vita. Per esempio, se arrivi a casa dall’ufficio tutti i giorni alle 6 e mezza, accendi le luci, regoli il termostato o il condizionatore, metti su un po’ di musica e disattivi l’allarme, Momo ti proporrà di occuparsi lui di tutto ciò al momento del tuo arrivo, automaticamente, e tu potrai decidere se farlo solo oggi, sempre oppure mai. L’home robot capirà presto anche se preferisci modificare le impostazioni di un device a lui connesso direttamente dal pannello di controllo del device stesso, oppure tramite la app di Momo, o ancora se vuoi che se ne occupi direttamente lui. «Con la duplice finalità di andare incontro alle esigenze dei consumatori che cambiano e di plasmare il futuro del business assicurativo, valori fondanti dell’Aviva Customer Innovation Award, Momo è in grado di offrire agli utenti maggiore sicurezza e protezione, sia negli ambienti domestici sia in quelli lavorativi, prevenendo danni e incidenti» si legge nella motivazione del premio ottenuto dal team catanese Morpheos. È possibile ordinare Momo su Indiegogo Indemand al prezzo scontato di oltre il 50% di 329 dollari, circa 275 euro.

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DOMANDE &OFFERTE Che in Italia non si facciano più figli è come dire che non esistono più le mezze stagioni. Scontato e banale. Meno scontato è cercare di capire invece perchè siamo diventati un "Paese per vecchi". Crisi economica? Destrutturazione sociale? Paura del futuro? Egoismo? Un po' di tutto questo, certo. Tuttavia secondo la Mellin, azienda che si occupa di bambini da oltre un secolo, c'è anche un problema di scarsa sensibilità delle aziende rispetto al tema della "genitorialità". In sostanza, nel mondo produttivo, in pochi si preoccupano di mettere le mamme e i papà nelle condizioni di poter coniugare lavoro e famiglia. Loro, quelli di Mellin, con un pò di buona volontà e lungimiranza, invece ci sono riusciti. E adesso lo vogliono raccontare a tutti, perchè - dicono - la tendenza, con un po' di impegno, si può invertire.

NON È UN PAESE PER MAMME? SBAGLIATO, PAROLA DI MELLIN

L'azienda del gruppo Danone, grazie a politiche di welfare avanzate che favoriscono le madri-lavoratrici nella convinzione che la maternità sia un valore, ha un tasso di natalità interno del +7,5% (contro il -3% nazionale) di Francesco Condoluci e non lo facciamo noi, chi altri dovrebE invece quella di Mellin S.p.A., azienda il cui be farlo?». Nell’Italia che non fa figli – e nome, da oltre un secolo, fa rima con prodotti che si avvia mestamente a diventare, entro il per l’infanzia, è una case history vera, anzi di 2050, il terzo Paese più anziano dell’area Ocse più: una best practice italiana che fa scuola in – e nella quale la maternità, sul mercato del latutto il mondo. Gavelli, forlivese, padre di una voro è vissuta come un intralcio alla carriera, bimba e con una seconda in arrivo, da ottobre c’è un’azienda dove i dipendenti prolificano è l’amministratore delegato di questa società e mettono su famiglia come se ci trovassimo che oggi fa parte del gruppo Danone, e per la ancora in pieno boom economico. Roba che, stessa multinazionale guida la divisione Early a mettere a confronto Life Nutrition nel l Sud L'ITALIA È ULTIMA IN EUROPA PER LA il dato con gli attuali Europa. «La Mellin, MEDIA DI NASCITE (1,34) A DONNA E indici Istat, c’è quasi PER L'ETÀ MEDIA DI NASCITA DEL PRIMO che pur appartenendo da non crederci. E in- FIGLIO: 31 ANNI CONTRO I 29 DI MEDIA UE a un gruppo francese vece è tutto vero. «Sì, conserva un'anima grazie alla nostra parental policy, il tasso di molto italiana, è da sempre vicina alle mamme natalità interno, dal 2011 ad oggi, è aumentato e ai papà con prodotti e servizi per la crescidel 7,5%, contro il meno 3 del tasso in Italia»: ta dei bambini – spiega – è per questo che nel sorride Fabrizio Gavelli mentre snocciola i nu2011 si è chiesta cosa poteva fare per sostenemeri, e alza le spalle ripetendo schermito: «Se re la genitorialità in un Paese che ha il tasso di non lo facciamo noi, chi altri dovrebbe farlo?». natalità tra i più bassi al mondo e nel quale, Come se non ci fosse alcun merito particolasecondo i dati Inps, il 20% delle donne lavorare ad aver implementato, negli ultimi 7 anni, trici perde il lavoro 2 anni dopo la nascita del delle politiche di welfare che forse nemmeprimo figlio, e subisce un taglio salariale del no in Svezia hanno prodotto questi risultati. 35%. È da dati come questi che siamo partiti».

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DOMANDE&OFFERTE

FABRIZIO GAVELLI (AMMINISTRATORE DELEGATO)

E in cosa si è tradotta questa riflessione sul combinato disposto tra tabù-maternità e "culle vuote"? Dentro Mellin pensiamo che l’energia, la creatività, l’empatia e la capacità organizzativa di una mamma sono un patrimonio anche per l’azienda. E che la prima responsabilità di chi si occupa di bambini e del miglioramento della nutrizione, sia quella di muoversi non solo sulla qualità del prodotto, ma anche su tematiche sociali che creano influenze positive. Così abbiamo deciso di supportare i nostri dipendenti nel percorso di creazione di una famiglia. Lo step successivo è stato il varo del cosiddetto "Baby Decalogo" col quale l'azienda si è impegnata a supportare la genitorialità e viverla positivamente sul posto di lavoro, attraverso una serie di misure che vanno dall'integrazione del contributo economico durante la maternità facoltativa al supporto ai papà con 10 giorni di paternità retribuita al 100% contro i 4 previsti dallo Stato, dalla flessibilità circa l'orario di entrata/uscita dal lavoro al sostegno per la cura, la crescita e la formazione dei figli. Questo è quello che abbiamo fatto all’inizio e che poi è stato esportato in altri Paesi. È stata una strategia nata in casa Mellin e poi diffusasi nel resto del gruppo Danone? Sì, e il merito se questo stimolo si è fatto stra-

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AUMENTARE IL TASSO DI NATALITÀ IN ITALIA SI PUÒ: LE AZIENDE DEVONO IMPEGNARSI da per poi allargarsi sempre di più all'interno del gruppo, è del nostro direttore del personale Sonia Malaspina, che ha fatto tesoro del proprio vissuto personale e professionale. Nel 2011, dunque abbiamo fatto da Paese-pilota, poi due anni dopo le politiche di welfare implementate da Mellin sono diventate una best practice globale di Danone in tutto il mondo e di conseguenza tante aziende del gruppo l’hanno seguita, registrando risultati molto positivi sia in termini di benessere aziendale che di produttività tanto da essere considerate come best case a livello internazionale. E dopo il Baby Decalogo? Sono stati fatti altri passi in avanti. Nel 2016 è arrivato un altro segno importante dell’impegno di Mellin e di Danone a supporto della genitorialità: la partnership con la Clinton Foundation per promuovere migliori opportunità di carriera per i genitori che lavorano e migliori servizi per i bambini dei propri dipendenti. Poi è stata lanciata la “Danone Global Parental Policy”, ispirata al Baby Decalogo, e l’Italia è diventata un benchmark per l’implementazione in tutti i Paesi. Quest’anno ci sono due progetti importanti: “Genitori che Lavoro”, un progetto divulgativo promosso da HR Community e dedicato alla formazione, su salute e nutrizione dei bambini, dei genitori delle circa 300 azien-

IL BABY DECALOGO • Ascolto delle mamme prima, durante e dopo la maternità per facilitare il rientro al lavoro; • Integrazione del contributo economico durante la maternità facoltativa (dal 30% al 60%); • Supporto ai papà con 10 giorni di paternità retribuita al 100%; • Possibilità di anticipare o posticipare l’entrata/uscita dal lavoro in occasione dell’entrata dei bimbi al nido o alla scuola materna; • Pacchetto di supporto psicologico per i genitori; • Corso di educazione nutrizionale per mamma e bambino prima e dopo la nascita; • Sostegno delle famiglie attraverso un supporto anche di natura economica per la cura, la crescita e la formazione dei propri figli (progetto welfare)

de affiliate compresa Mellin e le altre aziende di Danone in Italia. Quindi, assieme a Danone e Nutricia, le altre due aziende del gruppo in Italia, abbiamo aderito al “MAAM-Maternity As A Master, strumento di formazione con il quale vorremmo diffondere nel mondo del lavoro il concetto che la maternità è un valore.


MELLIN VISTA DA VICINO Presente in Italia dal 1886, Mellin S.p.A. – che tra Milano e altre sedi, oggi conta 200 dipendenti – produce e commercializza alimenti specifici per bambini da 0 a 3 anni con i marchi Mellin e Aptamil, e fa parte di Danone Company, leader globale dei prodotti

Va bene, ma i risultati di questo impegno, in termini concret, quali sono stati? Se già la storia di questi sette anni di impegno è importante, i risultati lo sono ancora di più: vuole qualche esempio? Da Mellin le mamme lavoratrici che rientrano al lavoro dopo la maternità sono il 100%, a fronte di un dato nazionale purtroppo molto inferiore. E poi c'è il tasso di natalità interno che dal 2011 ad oggi si è attestato al +7,5%. Non sappiamo se siamo l'azienda italiana con più nascite, ma di sicuro siamo tra le imprese più all'avanguardia sul fronte del welfare e delle politiche per la genitorialità. Altrove si stanno accorgendo solo adesso che l’argomento è rilevante. Noi, non a caso, siamo da 5 anni "Great Place to Work" e credo che anche questo sia un dato significativo. Infatti ci teniamo tantissimo. E ora vorreste portare la vostra esperienza fuori per aprire un dibattito serio sul tema? Sì, vorremmo provare a estendere all’intero Paese i vantaggi sul tessuto economico-sociale che siamo riusciti a creare al nostro interno. Mi piace sottolineare che in questo percorso di

IL DIRETTORE DEL PERSONALE, SONIA MALASPINA

lattiero-caseari. Retail, farmacie, baby store e e-commerce sono i canali distributivi in cui opera e che le consentono di detenere una quota complessiva di circa il 32% a valore, con una leadership nel segmento dei latti per l’infanzia.

Mellin, le parti sociali ci sono state molto vicine. Ora, come portatori di una case history importante in argomento, auspichiamo un confronto anche con le parti politiche, alle quali ci piacerebbe dimostrare, numeri alla mano, che le azioni svolte su welfare e genitorialità possono ispirare anche le politiche pubbliche. «NON SAPPIAMO SE SIAMO L'AZIENDA ITALIANA CON PIÙ NASCITE, DI SICURO SIAMO TRA LE IMPRESE CON LE POLITICHE DI WELFARE PIÙ AVANZATE»

Perchè invece la genitorialità resta un tema sul quale in Italia c’è scarsa sensibilità? È un problema culturale, contingente, economico? È una questione complessa. Ci possono essere tante ragioni. Oggi non si fanno figli per scelte personali, per ristrettezze economiche, perchè quel sistema sociale che in passato prevedeva ad esempio l'aiuto dei nonni oggi non c'è più. Perchè vi sia poca sensibilità è difficile dirlo. E in fondo, se penso alla mia esperienza professionale - ho lavorato in In-

HO SPINTO PER FAR SÌ CHE LA MATERNITÀ VENISSE PERCEPITA COME UN VALORE

ghilterra, Olanda, Polonia, Croazia, Slovenia dico che in ognuno di questi Paesi la questione è aperta. Quello che possiamo dire invece è che le aziende hanno la responsabilità di supportare la genitorialità. Insomma, oggi è l’azienda privata che, attraverso politiche di welfare mirate, deve supplire alla destrutturazione sociale e alla congiuntura che hanno tolto alle famiglie aiuti e supporto economico? Qui alla Mellin la vediamo così: l’azienda ha una responsabilità sociale che va oltre gli obblighi di legge. Nel momento in cui la viviamo in maniera concreta, possiamo dire che aumentare la natalità è possibile. Esistono modelli politico-sociali e normativi ai quali bisogna guardare? Bè di sicuro quello francese. Infatti la Francia ha uno dei tassi di natalità più alti d’Europa. Per cui ci vorrebbe un confronto allargato all'Europa. Il nostro impegno futuro, intanto, è aprire un confronto con le istituzioni nazionali. Vogliamo raccontare la nostra esperienza e confrontarci con altre esperienze analoghe e con aziende che guardano all’area del welfare rivolto alla genitorialità come a una priorità. Abbiamo già iniziato e siamo molto fiduciosi.

DONNE & LAVORO: I NUMERI DI MELLIN

100% LE MAMME LAVORATRICI CHE RIENTRANO DOPO LA MATERNITÀ

7,5%

TASSO DI NATALITÀ INTERNO DAL 2011

45%

TASSO DI DONNE MANAGER NEL 2017 (CONTRO IL 40% DEL 2011)

42%

MAMME PROMOSSE NEL RIENTRO LAVORO

TASSO ASSENTEISMO

(5,4% DATO NAZIONALE)

0,7% 81


DOMANDE&OFFERTE

Ed integrar m’è dolce, in questa dieta da manager

Un mercato da 3 miliardi di euro di valore che interessa, secondo Gfk, ben 32 milioni di italiani: sono gli integratori alimentari assunti per aumentare energie e benessere o fronteggiare carenze specifiche di Elisa Stefanati

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l 65% della popolazione italiana adulta, parliamo di 32 milioni di italiani, utilizza integratori alimentari per aumentare tono, rinforzo ed energie, situazioni specifiche, prevenzione e benessere in generale. (Fonte: GfK Food Supplements Monitor per FederSalus 2017). Si identificano nuovi segmenti di mercato attenti alla salute ed in particolare cresce il target “senior e uomini”. E oltre due terzi dei consumatori considera gli integratori prodotti sicuri ed efficaci. Gli italiani risultano il paese europeo con la più alta spesa procapite in integratori del Vecchio Continente. La segmentazione di mercato sulle vendite in farmacia nel 2017 vede sul podio integratori multivitaminici e multiminerali, grande exploit per i probiotici per la salute dell’intestino ed impennata sul mercato di due categorie di prodotto: gli integratori per il benessere del cuore e che abbassano il colesterolo e quelli per la funzionalità gastrica e contro l’acidità di stomaco. Seguono quelli che facilitano il riposo notturno ed il benessere mentale. In flessione gli integratori che attivano il metabolismo e aiutano nella regolazione del peso corporeo. Il mercato degli integratori in Italia vale cir-

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ca 3 mld di euro. “Un comparto interessangratori? Vitamine e minerali sono l’integrate per due ordini di ragioni”, spiega Arrigo zione più popolare e utilizzata dalla popolaCicero Presidente della Società Italiana di zione. Il mercato degli integratori risponde Nutraceutica: “Innanzitutto, nonostante la alla domanda crescente e sempre più incrisi, non ha subito flessioni nella domanda formata, ma è bene sapersi destreggiare in interna; inoltre gli integratori di nostra proquesto mare, perché il rischio di acquistare duzione sono sempre più forti sui mercati prodotti inutili o scadenti è dietro l’angolo. esteri”. “Del Made in Italy viene apprezzata Perché oggi più di un tempo, è importante l’eccellente filiera produttiva e la qualità integrare nell’alimentazione? A rispondere delle materie prime”, prosegue Cicero, “e è Giulia Sturabotti, medico e ricercatore circa il 92% del valore di mercato deriva presso il Centro Studi Tisanoreica di Gianludalle vendite in farmacia ( canale consolidaca Mech. “Negli Stati Uniti è stata documento che veicola prodotti di qualità superiore). tata la diminuzione del valore nutrizionale Il restante 8% è gedi frutta e verdura LA SEGMENTAZIONE DI MERCATO nerato nella grande dal 1975 ad oggi. A SULLE VENDITE IN FARMACIA NEL distribuzione”. Le causa dei suoli sem2017 VEDE SUL PODIO INTEGRATORI grandi aziende Italiapre più poveri di miMULTIVITAMINICI E MULTIMINERALI ne, produttrici di innerali e della crescita tegratori, hanno saputo investire in una rete ottenuta tramite potenziamento genetico, di comunicazione efficace, puntando sulla le piante hanno perso micronutrienti fino promozione scientifica ai medici; che in efal 75% del valore originario. Le conseguenfetti si sono dimostrati i primi interlocutori za è sulle nostre tavole: cibi vuoti, poveri a prescrivere integratori, seguiti a stretto di vitamine, minerali e nutrienti. La dieta giro dai farmacisti. Gli investimenti in ricerdell’era moderna è basata su alimenti induca scientifica da parte delle aziende leader striali, raffinati e ipercalorici, poverissimi di di settore, hanno rappresentato il secondo oligoelementi e vitamine; non è difficile cadriver di competitività per il successo nella pire l’importanza e la necessità di integrare. competizione globale. Minerali e vitamine non vengono utilizzate Ma quando e come è bene assumere intecome sorgente di energia, ma hanno un ruo-


Giulia Sturabotti, medico e ricercatore presso il Centro Studi Tisanoreica di Gianluca Mech

lo di “facilitatori” di molteplici ed importanti funzioni che avvengono nell’organismo, dall’attività degli enzimi, alla trasmissione nervosa, fino alla conduzione muscolare”. Ma in questo periodo dell’anno, in particolare, con l’estate alle porte come orientare le scelte? “Gli integratori più utili sono quelli asparago, per la loro azione sul drenaggio destinati all’azione detox , alla regolazione di liquidi e l’effetto diuretico). Per aiutare il del metabolismo e al controllo del peso corporeo. La depurazione è sempre consigliata, nostro organismo, in funzione di una perdisoprattutto nei cambi di stagione, perché ta di peso o nel suo mantenimento”, prosegue la dottoressa Sturabotti, “ci affidiamo permette di eliminare le tossine accumua mix di piante che late nell’organismo, GLI INTEGRATORI PIÙ UTILI SONO determinando una QUELLI DESTINATI ALL’AZIONE DETOX, abbiano un impatto ripresa del metaboli- ALLA REGOLAZIONE DEL METABOLISMO riconosciuto a più smo e delle funzioni E AL CONTROLLO DEL PESO CORPOREO livelli: sui centri nervosi che regolano la degli organi (piante come il carciofo, il cardo mariano, attive fame, sulle attività energetiche cellulari, sul controllo della produzione di lipidi”. sul fegato come protettori degli epatociti e stimolanti dell’attività epatica, betulla e II controllo del peso può trarre beneficio

Integratore fa rima con gusto, soprattutto per i manager

Un mercato da oltre 3 miliardi di euro che interessa metà della popolazione italiana, che cerca sempre più prodotti per regolare il metabolismo

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ice il presidente della Società italiana di nutraceutica Arrigo Cicero che il fenomeno della crescente diffusione degli integratori alimentari in Italia si spiega anche con l’eccellente qualità della filiera produttiva e delle materie prime impiegate, come dimostra anche il grande

successo che la nostra produzione riscuote all’estero. Inoltre, visti i dati eclatanti che il servizio in queste pagine illustra,siamo di fronte ad una marcata evoluzione del gusto e della sensibilità dei consumatori, che rispondono anche con queste scelte alla sensazione -

DAL ‘75 AD OGGI I VALORI NUTRIZIONALI DI FRUTTA E VERDURA SI SONO IMPOVERITI ED IN MOLTI CASI INTEGRARLI DIVENTA UNA VERA ESIGENZA dalla Garcinia Cambogia, che regolando i livelli di serotonina conduce ad una riduzione dell’appetito, e dal Yerba Matè, che ugualmente agisce sui centri della fame. L’azione termogenica dell’arancio amaro e l’azione tonica e di sostegno metabolico del Caffè Verde sono invece le piante scelte per l’integratore che aiuta i metabolismi rallentati a riattivarsi, in funzione della perdita di peso. Il punto di forza dei dell’approccio del team fatto di medici, dietisti ed erboristi presso il centro studi Tisanoreica è valutare per ogni esigenza la giusta integrazione.

come sottolineato da Giulia Sturabotti - di inadeguatezza che soprattutto i prodotti vegetali restituiscono a chi li gusta nell’ordinaria filiera distributiva. Dunque, non una moda ma una vera e propria metamorfosi del gusto e della sensibilità, che coinvolge soprattutto il ceto manageriale.

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PLACE TO BE a cura di Marco Scotti

Altro che viaggi d’affari, il Forte è la meta perfetta per le famiglie 21 ristoranti, 35 negozi, 8 strutture in 48 ettari di parco per avere il “lusso dello spazio” Quaranta milioni di euro investiti negli ultimi tre anni per rendere l’esperienza al Forte Village ancora più… forte. Non ha bisogno di grandi presentazioni questo esclusivo resort a Santa Margherita di Pula in cui gli otto alberghi sono immersi in 48 ettari di parco. Tutte le strutture sono state interamente ammodernate, i tagli delle camere sono state ampliate, le aree pubbliche sono state restaurate. Insomma, non c’è pericolo di smentita nell’affermare che non esistono in Europa strutture simili per offerta, varietà e completezza. La parola d’ordine è privacy: i tanti vip che frequentano la struttura hanno la garanzia di poter godere del riserbo cui tanto aspirano. L’accesso

è limitato ai soli ospiti, e la temuta “caccia agli autografi” può non rappresentare un problema così drammatico, anche perché i 1.500 ospiti che possono affollare la struttura nei mesi di luglio e agosto hanno talmente tanto spazio a disposizione che non si corre il rischio di fare code in qualcuno dei 35 negozi o di dover attendere per sedersi in uno dei 21 ristoranti presenti. E poi la comodità: il Forte Village è un complesso dove tutto è a portata di mano, al massimo a cinque minuti a piedi. Un ambiente estremamente sicuro dove però si possono svolgere molteplici attività. Ad esempio, se si è appassionati di sport, il resort ha una vastissima offerta. Chi vuole giocare a basket può farlo con Ettore Messina, storico allenatore della nazionale azzurra e primo assistente allenatore in Nba, la lega professionistica americana. Ancora: se si

IL FORTE VILLAGE UNISCE LUSSO, MARE E ATTIVITÀ SPORTIVE DI OGNI TIPO

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è amanti del rugby si può giocare con dei campioni del mondo della nazionale inglese, se si è appassionati di calcio si può provare a segnare a qualche vecchia gloria del Chelsea. E poi il cibo, immancabile protagonista di ogni vacanza che si rispetti. Proprio sul food il Forte Village ha puntato con decisione attraverso partnership con chef stellati o etnici che sono fisicamente presenti nella struttura. Tanto per citarne qualcuno: Gordon Ramsay, Carlo Cracco, i fratelli Cerea, Aimo e Nadia – che resteranno per 90 giorni nel resort. Le esperienze che la clientela può vivere all’interno del Forte sono uniche proprio perché “reali”. I ristoranti non sono semplicemente dei luoghi in cui il richiamo del grande nome si fa sentire, ma consentono di incontrare e di vedere all’opera chef che sono saliti nel firmamento della cucina contemporanea. Ma qual è la ricetta del Forte? Che cosa rende un resort di lusso la meta più desiderabile tanto da meritarsi – per 18 volte consecutive! – la palma

di “miglior albergo del mondo” ai World Travel Awards e per tre volte di fila il premio di “World’s Leading Sport Academy”? Sicuramente il lusso dello spazio, che garantisce anche nei periodi di maggiore affluenza un’ampia “comfort zone” per ogni ospite. E poi l’unicità dei servizi e la scelta. Senza dimenticare che, lato corporate, fare eventi o incentivi – grazie a partnership con grandi firme – rende gli incontri più efficienti anche dal punto di vista economico.


Happy holiday!

e on u B nze! acavacaciones! vFelices

Schöne Feiertage!

Bonnes Vacances!

Счастливый летний отдых 快乐的暑假

Il pet food che parla chiaro


Diario di bordo Sei curioso? Sei creativo? Hai meno di 13 anni? Diventa il nostro inviato (o la nostra inviata) speciale: raccontaci, disegnaci, fotografaci il tuo viaggio! Lo pubblicheremo sulla rivista e su www.economymag.it

Finalmente in viaggio! Cosa ricorderai di queste vacanze? Quali città, porti, paesi visiterai? Traccia sulla cartina il tuo itinerario, incolla una tua foto (ma andrà benissimo anche un autoritratto), e poi sbizzarisciti a rappresentare quello che non dimenticherai mai della tua vacanza con un testo, o un disegno, un collage, una fotografia. Siamo certi che ne avrai tante, di cose, da raccontare: avrai fatto un incontro speciale, oppure scoperto un piatto particolarmente gustoso, o avrai trovato un tesoro, imparato un nuovo gioco, ti sarai inventato una bella storia... Mandaci la tua “cronaca” per posta (Economy, piazza Borromeo 1, 20123 Milano)o via email (info@economymag.it) e la pubblicheremo su Economy Summer e sul sito www.economymag.it. Per ricompensarti, avrai un abbonamento a Economy per il “grande” cui vuoi regalarlo.

Non vediamo l’ora di leggere il tuo Diario di bordo!

Diario di bordo di...........................età.......... INCOLLA QUI LA TUA FOTO

Il/la sottoscritto/a .............................................................................................................................................., esercente la potestà genitoriale/tutela legale sul minore ................................................................................., ne autorizza la pubblicazione dell’immagine sulla rivista Economy Summer e sul sito www.economymag.it Data, ................ Firma ....................


summer PLAYING

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800 CAVALLI IN ACQUA

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WISHLIST

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ECONIGMISTICA

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“NUDA” DA PISTA

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PENNE ALLA DIVERTITA

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SUSSURRI&GRIDA

Pirelli 1900, la nuova ammiraglia Tecnorib firmata Mannerfelt

Dotazioni (quasi) da superbike per la Ducati Scrambler 1100

Accessori e outfit d’autore per una vacanza very glamour

Sfumati i mondiali, non ci resta che filosofeggiare sul calcio

Parole, numeri e immagini: i giochi di Gianfranco Brambati

Si dice, non si dice: il gossip a cura di Monica Setta


MOTORI

PIRELLI bagnato estremo che tiene la rotta 800 CAVALLI E 18,5 METRI PER LA NUOVA AMMIRAGLIA DELLA FLOTTA TECNORIB: IL 1900 FIRMATO MANNERFELT DESIGN TEAM

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DI LUCA GROSSI PIERONI

portivo fuori, confortevole dentro e con l’inconfondibile disegno del battistrada sui tubolari: quelli del Cinturato™ Blue Wet Pirelli. Perché, in effetti, parliamo di “bagnato estremo”. La nuova ammiraglia della flotta Tecnorib si chiama Pirelli 1900: 18,5 metri di lunghezza, 5 di larghezza per 16 tonnellate di dislocamento. È il gommone della casa lombarda più grande di sempre e, come il Pirelli 1400, anche il 1900 porta la prestigiosa firma del Mannerfelt Design Team, studio con una lunghissima esperienza anche nella creazione di scafi da competizione. Lo scafo è realizzato in infusione, così come l’hard top in carbonio che si allunga verso poppa a proteggere il

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pozzetto, pensato per abbassare il baricentro e migliorare le performance. In sala macchine ci sono due MAN I6 da 800 HP ciascuno, con eliche di superficie, accoppiate alle trasmissioni Top System che consentono all’imbarcazione di raggiungere una velocità massima (da progetto, ovviamente) di 45 nodi, pur rimanendo sempre agevole da condurre grazie al joystick e trim automatico che ne facilita la guida sia alle alte che alle basse andature. Immancabile, come su tutti i battelli della gamma, l’impronta degli pneumatici Pirelli, segno distintivo sui tubolari. Questa volta però la scolpitura cambia, e arriva il disegno del battistrada del pneumatico da bagnato Cinturato™ Blue Wet, utilizzato da Pirelli nella massima competizione automobilistica. Un omaggio all’expertise maturata da Pirelli in fatto di gomme da “bagnato estremo”. In crociera il confort è garantito da spazi accoglienti, come lo sconfinato prendisole a prua e il pozzetto completamente personalizzabile. Gli interni, poi offrono un’altezza fino a 2 metri: sotto coperta il living centrale con cucina, dinette (trasformabile in un posto letto aggiuntivo) e tavolo da pranzo è vivo, elegante ed essenziale. Legni detonalizzati, laccature ad effetto metallico dai colori morbidi e chiari, tessuti preziosi nelle due cabine, con altrettanti bagni (uno privato nella cabina armatoriale di prua) in Corian e mosaici: tutto è studiato per creare un’atmosfera calda ed elegante. Il jolly? Il gavone tecnico a poppa sulla dritta, trasformabile in terza cabina per l’equipaggio.


MOTORI

NAKED per modo di dire: la Scrambler 1100 che vale un Gp MOTORE E DOTAZIONI ELETTROMECCANICHE DA CATEGORIA SUPERIORE PER L'ULTIMA NATA DI CASA DUCATI

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DI DANIELE RAFFAELE

os’hanno in comune una naked e una superbike? Niente, ovviamente. Anche se c'è una naked che ha molto della superbike. Altra categoria, intendiamoci. Ma il motore e le dotazioni sono davvero notevoli. A cominciare dal bicilindrico a L raffreddato ad aria e olio da 1.079 cm3 con distribuzione desmodromica, due valvole per cilindro e iniezione elettronica, 86 cavalli a 7.500 giri, con una coppia di 88,4 Nm già a 4.750 giri. L'avete riconosciuta? Stiamo parlando della nuova Ducati Scrambler 1100, esaltazione dello spirito della Land of Joy con le sue linee mature e ricercate, solido equilibrio tra muscoli e compattezza, nonché sorella maggiore – anche se dovremmo dire minore, dato che è l’ultima arrivata – delle versioni 400 e 800. Di livello superiore, la nuova Scrambler non ha solo il motore. Ci sono anche il sistema antisaltellamento della frizione (multidisco in bagno d’olio con comando idraulico) con controllo della coppia della ruota posteriore nelle scalate più violente, e l’ABS Cornering

Bosch, l’impianto frenante con doppio disco da 320 mm morso da pinze Brembo. E poi c’è l’elettronica a fare la differenza tra questa supernaked e le altre. È l’unica della categoria, infatti, ad avere, oltre all’acceleratore elettronico ride by wire, anche la piattaforma inerziale, il Ducati Traction Control (DTC) regolabile su quattro livelli, da meno a più invasivo (disinseribile) e i tre nuovi Riding Mode (Active, Journey e City). Libertà espressiva, comfort superiore e padronanza inimmaginabile: è anche questione di telaio. Completamente rivisto, il traliccio in tubi di acciaio ora abbraccia anche il bicilindrico e offre una posizione di guida migliore rispetto alla Scrambler 800, più sdraiata, col manubrio in posizione avanzata e bassa, regalando più spazio anche tra sella e pedane. Per le finiture poca, pochissima plastica e tanto alluminio, incluso quello delle guance intercambiabili laterali e la nuova cornice del faro anteriore a led, su cui spicca una croce con il logo Ducati.

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TIPI DA SPIAGGIA

Tipi (e tipe) GLAMOUR da spiaggia ACCESSORI E OUTFIT

Lo spirito di Blu Mediterraneo nella fragranza Chinotto di Liguria (Acqua di Parma, €112 il flacone da 150 ml)

PER UNA VACANZA ALL'INSEGNA DELLO STILE

T-Shirt con stampa (€12,95) e bermuda (€19,95) per lui, shorts (€19,95) e camicia in denim (€19,95) per lei. Tutto United Colors of Benetton Kids, come il cappello in paglia a tesa larga. A destra, ciotole in plastica della linea My Fusion, design Setsu&Shinobu Ito (Guzzini, €19,90)

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Per lei, occhiali da sole cateyes con lenti sfumate nere di Alberta Ferretti (€195), come il bikii in kycra stretch con motivo a righe bicolor e grafica a contrasto (€265) e le ciabattine in denim con dettagli oro (€650). Orecchini pendenti in oro bianco e pavè di diamanti (Antonini, €4.950) e bangle in argento elasticizzato (Morellato, €79).


A sinistra, occhiali Dominique in acciaio con naselli in ceramica (Italia Independent, €180) e polo in cotone piquet stretch (Scuderia Ferrari, €105). Sotto, trolley in policarbonato con finiture in pelle e quattro ruote piroettanti (Bric’s)

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A sinistra, sunglasses con lenti fumé (Chanel) e intero in jersey tecnico con micro cristalli (Max Mara, €185)

Per lui, occhiali in acetato a stampa animalier (Louis Vuitton, €285), camicia in twill di seta Brids of Paradise (Villebrequin, €320) e costume da uomo elasticizzato Hypnotic Turtles (Villebrequin, € 195). In alto, carrè 90 in twill di seta “Sea-surf and fun” disegnato dall’artista brasiliano Felipe Jardim (Hermès, €350). Sotto, borsone Keepall in tela monogram eclipse e argento con parti metalliche in metallo argentato (Louis Vuitton)

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It's TIME to leisure

SEGNATEMPO DA POLSO AD ALTO TASSO DI CLASSE I. Philip Watch Sealion Cronografo con data, cassa 42mm in acciaio, bracciale in acciaio lucido e satinato. Prezzo: 560 Euro II. Sector SGE 650 Cronografo con cassa 42 mm in acciaio, bracciale in acciaio. Prezzo: 269 Euro III. Rolex Yacht Master 37 cassa in acciaio Oystersteel e platino. Prezzo: 10.250 Euro IIII. Maserati Trimarano Yacht, cassa 41 mm bianca in fibra di vetro, dial white guilloché e cinturino NATO. Fondello col record di attraversata oceanica di Giovanni Soldini. Edizione limitata. Prezzo: 349 Euro V. TAG Heuer CAW211R.FC6401 Calibro 11. Cronografo automatico con datario, cassa 39mm in acciaio, quadrante PVD blu soleil. Prezzo su richiesta VI. Jaeger-LeCoultre Polaris con cassa in acciaio e cinturino in caucciù. Funzione datario. Prezzo: 7.850 Euro VII. Hublot Big Bang Referee 2018 FIFA World Cup

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LEISURE TIME

Russia Smartwatch compatibile Android 4.4+/iOS 9+, cassa 49 mm in titanio. Edizione limitata. Prezzo su richiesta VIII. Zenith Pilot Tipo C-P 2 Flyback Cronografo automatico, riedizione del Cairelli anni ’60, cassa 43 mm in bronzo. Prezzo su richiesta IX. IWC Portugieser Chronograph Edition 150 Years movimento cronografico meccanico a libro, fondello in vetro zaffiro, cinturino in pelle di alligatore. Tiratura limitata. Prezzo su richiesta X. Excalibur Spider Automatic Pirelli calibro 820SQ, design Roger Dubuis, titanio nero, corona in caucciù. Prezzo su richiesta. XI. Calvin Klein Achieve Cronografo con bracciale in acciaio e quadrante a contrasto in blu, giallo e corallo. Swiss made. Prezzo: 359 Euro XII. Patek Philippe Aquanaut chronograph 5968A-001. Automatico, cronografo flyback, cassa 42,2 mm in acciaio. Prezzo: 40.374 Euro


PENNE PENNE ALLA ALLA DIVERTITA/1 DIVERTITA

Il calcio, le donne, i MONDIALI BREVE TRATTATO DI FILOSOFIA SPORTIVA PER OFFRIRE AI NAVIGANTI GLI SPUNTI DI CONVERSAZIONE DA USARE DURANTE L’HAPPY HOUR

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DI GIANFRANCO BRAMBATI

Purtroppo risulta difficile ancora oggi, anno di grazia 2018, superare l’ostracismo che si manifesta nei confronti delle ragazze ier Paolo Pasolini riteneva che il calcio fosse una che sognano di calpestare i prati d’erba dell’Old Trafford e del rappresentazione sacra, anzi addirittura “l’ultima Camp Nou. E che al momento trovano chiuse persino le porte rappresentazione sacra del nostro tempo” mentre per Julio dello stadio Biondi di Lanciano, diventato suo malgrado uno dei Velasco, che non è stato, come molti potrebbero ingenuamente problemi (ma non il solo), che probabilmente ha contribuito ad pensare un pittore spagnolo del tardo ‘500, ma solo l’ex CT della aumentare in maniera impressionante il dividendo azionario nazionale di pallavolo (1989-1996), il calcio è e rimane un gioco della Weyth, che - se non lo sapete ve lo dico io - non è una ditta in cui 22 uomini in mutande si divertono a inseguire un pallone. che fabbrica cioccolatini, ma è la casa produttrice del Tavor, E questo perché, come dicono tutti i grandi evasori fiscali, “siamo che con 22 milioni di confezioni l’anno domina indisturbata sin onesti: in quel pallone c’è tutto”. Tutto quello che un uomo può dall’inizio degli anni Ottanta la classifica dei farmaci più venduti desiderare dalla vita: il successo, la fama, le donne, la ricchezza… in Italia. Una cosa che nemmeno la Juventus di Platini e di Allegri Ma cosa si nasconde dietro a questa disciplina di cui non solo messi insieme è mai riuscita a fare, avvalorando l’ipotesi che gli gli antichi romani non sapevano nulla, ma di cui persino grandi psicanalisti servano soprattutto a trasformare i conti correnti dei civiltà millenarie come i sumeri, gli egiziani e gli ittiti hanno pazienti in una perfetta replica sempre fatto tranquillamente Gianfranco “Brambo” Brambati , ha un passato del deserto del Sahara. Ora a meno? Che si siano estinti di quelle lui chiama “piccole collaborazioni qualcuno mi dirà: ma le ragazze, proprio per questo motivo? autorali” di tutto rispetto: da Radio Popolare invece di giocare a pallone, Vai a sapere. In fondo è un (Borderline) a Radio 2 (Caterpillar) al ventennale non potrebbero fare qualcosa po’ come chiedersi se nella ruolo di redattore per la Gialappa’s Band in tutte le loro trasmissioni radiofoniche relative di meno complicato, chessò, famosa finale dei mondiali a Sanremo, ai Mondiali e agli Europei di calcio. la ricercatrice bio-molecolare, del 1966 tra Inghilterra e Sempre e soltanto cose comiche, comunque. la programmatrice di sistemi Germania, il tiro di Hurst informatici evoluti o magari anche l’estetista? era davvero entrato in rete oppure no. Noi purtroppo non lo Insomma, diciamolo: c’è qualcosa che una donna possa fare senza sappiamo. O meglio: diciamo che io non lo so e che sono in buona che sia considerato disdicevole? In teoria sì, ma in pratica poi... compagnia perché lo ignorano in molti, ma forse lo sa qualcuno La società è molto maschilista e le donne vengono marginalizzate. della Fifa e magari anche Moggi, che resta comunque uno che la Perché sono troppo brave. Possono essere competenti in tutto, sa lunga su un sacco di cose. purché non esagerino. A questo punto cosa vogliamo aggiungere? In Italia nel 2013 c’erano circa un milione e 360 mila tesserati Che la nostra nazionale “maschile” i mondiali russi li vedrà alla Figc, quella che un tempo veniva regolarmente scambiata stando comodamente seduta nel salotto di casa, mentre quella per la Federazione Giovanile Comunista e che dopo anni e anni “femminile” è pienamente in corsa per partecipare all’edizione di governi di centrodestra si è finalmente capito che era solo francese del 2019? O vogliamo invece dire che le ragazze sono al la Federazione Italiana Gioco Calcio. Il problema vero, però, 17° posto del ranking Fifa mentre i baldi giovanotti dalla maglia non è rappresentato dal numero dei tesserati, ma dal fatto azzurra sono ruzzolati al 20° e che hanno buone possibilità di che nonostante il calcio sia in assoluto lo sport più importante scendere ancora più in basso? Come cantarono con incredibile praticato in Italia, per il “gentil sesso” il calcio è peggio dei mezzi preveggenza i Nomadi nei lontani anni ‘60, a Kiev e dintorni: pubblici: non c’è posto. La nazionale femminile continua ad “Vedremo soltanto una sfera di fuoco… Ma noi non ci saremo”. essere considerata un vezzo, un’anomalia, che però, risultati alla L'occasione, come si dice, fa l’uomo ladro. Non la donna. mano, ultimamente funziona molto meglio della versione macho.

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PENNE PENNEALLA ALLADIVERTITA DIVERTITA/2

La guerra dei BOTTONI Xxx xxxxxxxxLOZZA, xx xxx xxxx Q xx xx xxx xxxx xxx xx xxxxxxxxx DI BRUNO MELIS

Jean e Paul avevano avuto indicazioni precise: scendere dal treno e dirigersi a casa di Oreste. Fuori dalla stazione Ago aveva piazzato uando cominciava a sbattere l'occhio destro Astolfo due top model dentro uno stand a forma di grappolo d'uva che Manichini metteva a fuoco le sue idee, come se avesse proponeva assaggi gratuiti di vini DOCG. I due francesi si dissero una slot machine al posto dell'organo visivo. “Il vecchio merciaio che un bicchiere non gli avrebbe di certo impedito di ostacolare la Oreste ha inventato il bottone che non si sbottona. Sarà il futuro della loro missione. Si mossero così in direzione delle due ragazze che, moda e noi dobbiamo impossessarcene. Dobbiamo vincere questa saggiamente istruite, avevano il compito di attrarre con sensuale guerra. Dobbiamo arrivare per primi usando l'astuzia.” I quattro lascivia e bicchieri di vino i due sarti. Questi, fieri delle capacità assistenti di Astolfo cominciavano a dare segni di preoccupazione, amorose di cui si ritenevano padroni assoluti, non tardarono a vedendolo in preda a una perversa eccitazione dettata da numerosi cascare nella trappola allestita a loro insaputa. Senza nemmeno tic che interessavano più muscoli facciali. “Ho un piano infallibile.” rendersene conto i sarti caddero in un profondo sonno etilico. Ago Astolfo guardava tutti e nessuno. “Ma dobbiamo eseguirlo alla arrivò con un furgone e li trasportò in uno scantinato, lasciandoli perfezione. Quattro altri stilisti si sono messi sulla strada per il russare sogni di vane conquiste. bottone di Oreste: Bon Ton ha inviato due suoi sarti con la passione Sulla strada che portava al laboratorio di Oreste c'era un campo della degustazione del vino d'annata, Ago, pensaci tu. Rocket Jacket da basket. A Filo era giunta la voce che i cinque modelli di Rocket ha inviato cinque modelli afroamericani; Filo, li fermerai; Mistyro Jacket tra una sfilata e l’altra erano soliti giocare con la palla a Sudato ha sguinzagliato due apprendisti del prêt a porter maestri spicchi per distrarsi un po'. Questi non poterono non notare cinque nell'arte dell'origami; Lana, risolvila tu; Vestivodi Nehru ha messo ragazzi intenti a giocare tra di loro. Cinque ragazzi ingaggiati da Filo sulle tracce del bottone tre abili nelle categorie minori, Bruno Melis, milanese non imbruttito, classe 1979, giocatori di scacchi; Nodo, a te ha in curriculum una laurea e un master che gli sono perfidi mestieranti dei l’onore di fermarli. Utilizzate parquet della penisola serviti a masticare quattro lingue e a divincolarsi tra otto diverse esperienze lavorative. Sempre in al meglio il poco tempo che italica. Renzo Bordone, bici, ex cestista, ha da sempre il piacere di riuscire abbiamo e tutte le risorse di noto spacca nasi, quando a trasformare un fatto bizzarro o un momento cui disponete per arrivare li vide passare recitò la particolare in una storia o in una poesia. prima degli altri a mettere le frase che gli impartirono mani sul bottone che non si sbottona. Dopodiché non avremo più di pronunciare, “Do you want play with us? 20 baskets.” I cinque rivali.” Astolfo uscì dalla stanza lasciando i quattro collaboratori a modelli non aspettavano altro. Sul punteggio di 16 a 15 per i guardarsi l'un l'altro con fare interrogativo. Filo diede voce ai suoi modelli, mestieranti ingaggiati da Filo diedero corpo alla loro pensieri, “Pensate anche voi che sia uscito fuori di testa? Un bottone fama. Cominciarono a volare gomitate sui denti, ginocchiate sui che non si sbottona? Dobbiamo assecondare questa sua follia?” quadricipiti e falli terminali. L'incontro finì 20 a 16 per Renzo e soci. Lana aveva preso appunti e li stava rileggendo, alzò lo sguardo e I cinque modelli passarono la notte al pronto soccorso. disse “Non abbiamo alternative. Lui è il capo e fino ad oggi non ha Oreste abitava in un paesino affacciato sul mare. Lana riuscì a sbagliato una campagna. E se avesse ragione anche questa volta?” bloccare il lungomare e riempirlo con una finta fiera dei giochi Ago continuava a muovere la testa sconsolato. “Lana ha ragione. di carta. Curiosi come solo loro sanno esserlo, i due giapponesi Non abbiamo alternative e magari è veramente la trovata del futuro. ci fecero un salto. Lana mise anche uno stand dove si invitavano i Conosciamo tutti la maestria di Oreste, rimbocchiamoci le maniche presenti a costruire il più grosso origami del mondo per entrare nel e portiamo a casa il risultato.” Nodo, rassegnato, disse la sua, “Più Guiness dei primati. I due nipponici pensarono fosse un'occasione che il risultato, dobbiamo portare a casa il bottone.” irripetibile per dare prova della loro arte. Iniziarono a costruire

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una torre che speravano potesse toccare il cielo. Da dentro la torre, mentre lavoravano alacremente a piegare e unire fogli, non potevano vedere che all'esterno Lana stava srotolando decine e decine di metri di scotch da imballaggio. Al segnale di Lana i ragazzi da lei ingaggiati chiusero ermeticamente i due nella torre, schiacciandoli stretti con la faccia verso quel cielo che volevano raggiungere. Ago arrivò col furgone e fece un secondo giro verso lo scantinato. Per portare a termine la sua missione, Nodo fece rapire i tre più forti Gran Maestri di scacchi in circolazione e li mise nell’hotel dei tre nepalesi, corrompendo il proprietario per allestire la sala riunioni a torneo di scacchi. Ai tre brillarono gli occhi nel vedere il cartello messo da Nodo, 'Gran Torneo di Scacchi aperto a tutti: sfida i Grandi Maestri Casilla de Péon, Piskopos e Bokštas'. Nella sala c'erano solo i tre rapiti, i quali avevano avuto ordine di giocare una partita infinita. Ognuno di loro si sedette al tavolo di un Gran Maestro e iniziò a giocare, senza sapere che non si sarebbero più alzati. Ricevute le telefonate dai suoi assistenti, Astolfo entrò in uno girotondo di tic per la felicità: l'occhio destro sembrava un panno steso al vento, le guance salivano e scendevano come se qualcuno gli tirasse dei fili dall'alto, le mani gli tremavano che pareva fossero state impostate sul programma della centrifuga e i piedi si alzavano e si abbassavano come se li appoggiasse sulle braci ardenti. Si avviò verso la casa del merciaio. Questi andò ad aprirgli sorprendendosi di vedere il famoso stilista, di cui si diceva non si sporcasse le mani nemmeno per pagare il conto al ristorante. “Buongiorno Oreste. Immagino che tu sappia perché sono qui.” Un sorriso istrionico apparve sulle labbra di Astolfo. Il merciaio lo guardò stranito. “Accomodiamoci, così mi potrai spiegare perché sei qui.” Astolfo era sicuro che Oreste stesse recitando la parte di chi non sapesse niente per non vendere la sua invenzione a nessuno. Lo stilista azzannò il silenzio. “Quanto vuoi?” Oreste strabuzzò gli occhi, non capendo cosa volesse. “Per cosa?” Astolfo a stento trattenne l'irritazione. “Io voglio il bottone che non si sbottona. Quanto vuoi?” Astolfo era paonazzo. “Tutti sanno che sei in possesso del bottone che non si sbottona e io lo voglio.” Oreste lo guardò sconsolato. “Te lo vado a prendere.” Astolfo già pensava alla prossima campagna: 'Un bottone è per sempre'. Oreste tornò con un pappagallo. “Te lo do anche gratis. Ce l'ho da un mese ma non sono riuscito a fargli dire una parola. Guarda. Bottone, dì ciao.” Il pappagallo non emise un verso, restando immobile sul suo trespolo. “Vedi, l’ho chiamato Bottone ma non ne vuole sapere di sbottonarsi. Non ti sembra uno scherzo?” Astolfo cominciò a piangere come un bambino. Il pennuto sudamericano lo fissò e tutto fiero gli disse “Meglio muti che stupidi.”

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ECONIGMISTICA a cura di Gianfranco “Brambo” Brambati MOTORI

Cruciverbone 1 1

2

3

4

5

6

7

17

8

18

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23 28 34

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54 59

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73

63

69 74

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75

70 76

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Orizzontali 1. Gestiva i telefoni prima della SIP 7. Le vocali della mamma 9. La prima persona singolare 11. Scottato in maniera molto grave 17. Ansie profonde 18. Agitare con forza un oggetto o un’arma 21. Si valuta insieme al “contro” 22. Un operatore booleano 23. Celebre brano di Lucio Battisti 27. Palermo sulle targhe 29. Il film di Sydney Pollack con Dustin Hoffman vestito da donna 30. La fibra di poliestere in chimica 31. Una modesta costruzione con giardino 34. Il nome di Cavour 36. Un po’ di fiato 38. La cornice di un mobile

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39. L’eroe greco figlio di Talamone 40. Le lettere apostoliche del Papa 44. Il nome di King Cole 45. Areonautica Militare 46. Nel collegio giudicante affianca il Presidente 49. Guida i marinai verso il porto 50. La squadra di Ferrara 52. Un modello di Alfa Romeo 53. Lo dice chi obbietta 54. Cullare dolcemente 55. Il nome della Curie premio Nobel 57. Trasformano i casi in cose 59. Il Cesare che amministrò la Fiat 62. Particella pronominale che non è mai seguita dal verbo 64. Benestante 66. L’emittente che trasmette sui 102,5 MHz

68. Così sono detti i fiori commestibili 69. Si pronuncia sull’altare 70. Attraversa la pianura Padana 71. Un olio essenziale ricavato dai fiori d’arancio amaro 73. Fastidiose infiammazioni delle orecchie 74. Sublimi, sommi 77. Si possono leggere in entrambi i sensi 78. Un modello della Canon 79. L’eroico gallo che combatte i romani nei fumetti

Verticali 1. Il segnale ottagonale 2. I bisonti della strada 3. Imperia in auto 4. Un genere musicale 5. Non conformi all’ortodossia


6. Un tipo di pavimento molto resistente 7. Non basta per fare il monaco 8. Il Marte greco 9. Femmine dei cetacei tipici dell’America Meridionale 10. Una poesia come il 5 Maggio 11. Una famosa motosidecar sovietica 12. Il verbo essere degli spagnoli 13. Illustrano i passi dei libri sacri 14. Eliminare contrasti e divergenze 15. Il verbo che serve a chiudere un contenzioso 16. Un tipo di farina 19. Il programma spaziale per i razzi vettori ad uso civile 20. Lo sport a cui si invitavano gli… incapaci 24. La nota più luminosa 25. Original Version 26. Nascono dall’unione di alghe e funghi 28. È definita la TV di Stato 32. Le iniziali del patriota Manara 33. Divide due vocali tra due sillabe 34. Il Pino, comico di Zelig 35. Imbroglioni degli anni ‘50 che vendevano stoffe scadenti 36. Progettò la torre del Castello Sforzesco di Milano 37. Vi si conserva l’erba per il bestiame 40. Ha scritto “Il nome della rosa” 41. Scampò col padre al diluvio 42. Le consonanti dei lati 43. La migliore può essere costruttiva 45. Malattia respiratoria 47. Lo era Giove 48. Lo segue la pratica 49. Tutt’altro che complesso 51. La sirenetta disneyana 56. Famosa università inglese 58. Si alternano ai bassi 60. Risoluta ostilità 61. Il centro dei Camuni 63. Il Rio di Palazzeschi 65. Il vecchio… inglese 67. Lo zio della capanna 69. Va allestito per girare un film 70. Devoti 72. Un andare poetico 75. Le iniziali dello scrittore Sgorlon

Sudoku

Completare lo schema in modo che ogni riga, ogni colonna e ogni riquadro contenga le cifre da 1 a 9 senza ripetizioni.

Rebus

Cambio di consonante

Frase 5,2,4,3,2,6 (uccelli di palude) Che sia maggiore o minore per me ogni xxxxxx vederlo che si tuffa è un grande xyxxxx

(artisti al lavoro) Col xxxxxxxxxx posso disegnare

Frase 9,3,2,5,6

ma serve un xxxyxxxxxx sennò niente da fare

(al vernissage) Ho visto un quadro dipinto da Xxxxxx con due ciccioni che ballano il xxyxxx

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ECONIGMISTICA a cura di Gianfranco “Brambo” Brambati MOTORI

Tra una spiaggia e l’altra Trovate le 20 piccole differenze tra i due disegni.

Crittogramma A numero uguale corrisponde lettera uguale. A enigma risolto, apparirà una battura di Bruno Gambarotta.

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Cruciverba 1

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32 34

Orizzontali 1. Affetto da manie di grandezza

33 35

36

Verticali 1. Il Nanni regista di Ecce Bombo

10. Abbreviazione di decibel

2. Contrarie all’ortodossia

12. Si consulta quello ferroviario

3. Lo sono il nervino e l’iprite

13. L’alternativa al petto…

4. Un indirizzo liceale

15. Il ferro su cui si appoggiava la lancia

5. Nota scrittrice di romanzi d’appendice

17. Sicuri, decisi

6. Il pareggio a reti inviolate

18. Esempio in breve

7. Avanti Cristo

19. Rischiarato dalla luce

8. Le cercava il manzoniano fra’ Galdino

22. I confini di Tripoli

9. Esonerate dall’obbligo

Crescendo e Calando _ 1 __ 2 ___ 3 ____ 4 _____ 5 ______ 6 _______ 7 ________ 8 _______ 9 ______ 10 _____ 11 ____ 12 ___ 13 __ 14 _ 15 1) Il simbolo dell’ossigeno 2) Scorre nella pianura Padana 3) Un nome da Papa 4) Una coppia di scarpe 5) Si corre in Piazza del Campo 6) Era “Piccolo” quello di Salvator Gotta 7) Popolo nord europeo

23. Il Nazario patriota e martire

10. Porta immagini d’epoca medioevale

8) Lo erano i Picari

24. Pubblica famose guide turistiche

11. Il cavallo dal manto rossastro

9) Un vetro azzurrognolo

25. Può essere psicologico o di gravidanza

16. È stato per 100 anni il carcere di Firenze

10) Il frutto della pigna

27. Famosi pittori bolognesi

20. Rende brillanti le scarpe

11) Il gradino della scala di legno

29. Minerale ferroso

21. Una sierra spagnola

12) Il più pesante è quello di… gomito

31. Uno strumento inglese

26. La …. Bike della palestra

13) Lanciò “Amoreux solitaires”

32. Lo è il geranio parigino o il filodendro

28. La parte finale dell’intestino tenue

14) L’articolo di certe… coppie

34. Il sangue carico di anidride carbonica

30. Abatantuono lo era… del quartiere

35. Preposizione articolata

32. Viene difeso dalla torre

36. Era il soprannome di Giacomo Agostini

33. Le consonanti dell’étoile

Tutte le soluzioni su www.economymag.it

15) L’Italia sulle targhe

Vero o falso? 1. Frèdèric Chopin negli ultimi 18 anni della sua vita si esibì solo in 30 spettacoli pubblici?

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LE RAGIONI DEL GOSSIP a cura di Monica Setta

IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO ALLA PROVA DELL’IMMUTABILE PIANETA RAI Quelle di viale Mazzini rientrano tra le prime nomine che Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno la possibilità di varare dimostrando in concreto le buone intenzioni enunciate: merito, competenza e continuità È IL LORO ALBERGO DEL

apparso raggiante accanto alla

ad alcuni compensi miliardari.

nel cda in scadenza, è uomo

CUORE, LO STESSO IN CUI

sua giovane compagna molto

L’essenziale è dare l’esempio:

con ottime sponde sia dal lato

BEPPE GRILLO DORME

ammirata dal popolo dei 5 stars.

Elisa Isoardi, futura moglie.di

Berlusconi che da quello pd

QUANDO SCENDE A ROMA

Ma di che cosa si è parlato alla

Salvini, non becca da tempo un

rispetto al pur nobile Giovanni

CONSUMANDO PASTI A CUI SI

low festa dei nuovi potenti della

euro di aumento e conquista

Minoli); nel cda potrebbe trovare

DEDICA PER LUI CON SOMMA

politica? Argomento clou è stata

La prova del cuoco (che già lei

posto l’ottimo Fabrizio del

PROFESSIONALITÀ IL MAITRE

la Rai, pratica di cui si occupa

portò al successo quasi 12 anni

Noce. Paolo Corsini andrebbe

RINO, già stella dell’Hilton

da martedi 5 il capo leghista

fa quando Antonella Clerici era

a Rai Parlamento mentre fra gli

prima che il 5 stelle di Monte

accademici di provata capacità

Mario diventasse l’attuale Rome

e gestione dei programmi si

Waldorf Astoria.

segnala Casimiro Lieto, papabile

I pentastellati hanno scelto il

per la direzione di Rai 2. Ancora

Forum della famiglia Troiani per

nessun nome per la direzione

festeggiare il nuovo governo.

di Rai 1 mentre per la direzione

Tutto è successo la notte del 2

generale si parla solo di “profili”

giugno dopo i festeggiamenti

e di manager dalla consolidata

istituzionali per la Repubblica:

esperienza tv. Con un simile

Beppe, Casaleggio junior, Gigi

profilo, uno dei nomi quotati è

Di Maio ma anche i ministri

quello di Antonio Azzalini che, non

Tria, Bongiorno, Bonafede, e

coinvolto dai renziani, fu fatto fuori

la sindaca di Roma Virginia

da Campo dall’Orto nonostante una

Raggi, si sono ritrovati intorno

sfilza di programmi di successo

alle 23 nel roof dell’albergo

perchè refrattario alla pratica degli

affacciato sui Fori imperiali

“inciuci”. Azzalini è in feeling con i

per un festeggiamento grillino,

grillini ma ha un carattere tosto,

cioè con tartine, focaccine,

perfetto per i leghisti. Basti pensare

acqua di rubinetto ghiacciata come piace a Beppe e qualche

DALL’ ALTO E DA SINISTRA, ELISA ISOARDI CON MATTEO SALVINI, MAZZUCA, DEL NOCE E AZZALINI

che per rientrare in Rai è pronto a rinunciare alla causa fatta alla Rai

bottiglia di prosecco italiano.

Salvini. Matteo ha condiviso con

incinta di Maelle) solo perchè

sine pecunia. Altro nome è quello

Nel parterre, c’era pure la bella

Di Maio tre punti focali per viale

la conduttrice di Legnano dopo

del mitico e bravo Fabrizio Salini ex

Giovanna Melodia fidanzata

Mazzini: merito, competenza e

18 anni di onorato servizio ha

La 7, oggi dg di Stand by me della

siciliana del vicepremier Di Maio

continuità. Mai più extraterrestri

scelto di tornare al nord per

coppia Simona Ercolani e Fabrizio

che aveva disertato la parata

come Antonio Campo Dall’Orto,

sposare il fidanzato petroliere

Rondolino. Altra nomination in rosa

del 2 giugno per precedenti

manager straordinario ma

Vittorio Garrone. Insomma: il

per il ruolo di dg è quella di Teresa

impegni facendo scattare il

troppo “visionario” per operare

presidente Rai potrà essere di

de Santis sostenuta pare da Luigi

sospetto che anche questa

una razionalizzazione dei costi e

garanzia (favorito Giancarlo

Bisignani ottimo amico di Mario

liason del brillante “Gigino” fosse

il rafforzamento delle produzioni

Mazzuca, che pur essendo stato

Orfeo. Come finirà? Con buona

finita male. E invece Di Maio è

interne con un deciso lifting

consigliere indicato da Salvini

pace della polenta, o no?

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