GSA IGIENE URBANA 2/21

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TERZA PAGINA

UNA RONDINE CHE PRENDE IL VOLO di Guido Viale

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agazzi di Vita, pubblicato da Bompiani nel 1955 è il primo di tre romanzi (l’altro è Una vita violenta; il terzo, Il rio della Grana non è mai stato completato) con i quali, insieme ai primi film (Accattone e Madre Roma) Pasolini, friulano di origine e ancora tale nelle sue prime prove poetiche, aveva voluto immergersi nella Roma degli esclusi e dei reietti che andava scoprendo da “straniero”, ma che aveva deciso di mettere al centro della sua poetica fino all’ultima sua prova, Petrolio, rimasta incompleta e pubblicata postuma. Fin dall’inizio lo sforzo di Pasolini è stato quello di adottare e assimilare il linguaggio dei suoi personaggi – le espressioni e i modi di dire del romanesco di Trastevere – mischiandolo a quello letterario, senza mai, però, identificarsi con loro, ma attenendosi alla mera descrizione di fatti, eventi e contesti, conscio del fatto che anche se quello dei suoi personaggi era il mondo che amava, tuttavia non gli apparteneva e non avrebbe mai potuto appartenergli interamente. Ragazzi di vita racconta fatti e azioni sia minuti che importanti vissuti da ragazzi sbandati a cavallo tra la fine della Seconda guerra mondiale – in una Roma ancora occupata dai tedeschi – e i primi accenni del “miracolo economico” che avrebbe trasformato radicalmente, e sfigurato quel mondo di figure analfabete e innocenti perché senza morale né punti di riferimento come la famiglia o la scuola, in una città costellate di rovine ed edifici ab-

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In questa sua prova di scrittura, con un ampio ricorso al romanesco, Pasolini ci accompagna a vedere, attraverso le avventure del Riccetto, la fine di un’epoca e di una cultura. bandonati. Il romanzo si sviluppa per episodi, ciascuno dei quali occupa un capitolo, a volte contigui nel tempo, a volte distanziati di alcuni anni, attraverso le vicende di Riccetto, che incontriamo ancora bambino, ma già emancipato e “autosufficiente”, sempre circondato da gruppi di amici e compagni che concorrono a costruire l’atmosfera, e che accompagna il lettore fino all’ultimo capitolo che, nell’intento di Pasolini, doveva evidenziare le trasformazioni che l’omologazione del miracolo economico avrebbe finito per imporre non solo al protagonista, ma a tutto il suo mondo. Nel primo episodio del libro Riccetto, poco più che dodicenne, rischia di annegare per salvare una rondine dopo esser saltato giù da una barca con cui, insieme a una banda di amici o semplici suoi simili, provava per la prima volta l’emozione di navigare sul Tevere. Nell’ultimo episodio, ormai integrato da lavoro e famiglia - un vero proletario, diremmo noi. Ormai un aspirante piccolo borghese, lascia intendere Pasolini - benché ancora giovane, assiste senza intervenire, pur potendolo fare, alla morte per annegamento di un bimbo travolto anche lui, come la rondine, dalla corrente del fiume. Ragazzi di vita non era piaciuto inizial-

mente alla critica e si era affermato solo per il grande successo riscosso tra un pubblico ufficialmente non qualificato; ed era incorso pure in una denuncia e un processo per oscenità, perché racconta alcune vicende di prostituzione maschile, da cui Pasolini sarebbe comunque uscito assolto, anche grazie alla mobilitazione in sua difesa di diversi intellettuali importanti. La nuova, allora, poetica di Pasolini appare in tutto il suo sviluppo – l’autore aveva lavorato per ben cinque anni alla stesura di questo suo primo romanzo, forse alternandola con quella degli altri due – fin dal primo capitolo di Ragazzi di vita: Ferrobedò (Ferrobeton), una fabbrica abbandonata affidata alla custodia degli ultimi occupanti tedeschi, ancora piena di materiali da prelevare per rivenderli, intorno a cui si accalca una moltitudine di romani che trovano nel saccheggio di quello, come di altri edifici abbandonati, gli espedienti per sopravvivere in una città allo sfascio. Riccetto e i suoi amici sono tra loro. La strada che porta al Ferrobodò ci fornisce un primo quadro dello stato in cui si trova l’Urbe negli ultimi giorni dell’occupazione tedesca: “tra le palazzine in costruzione valanghe d’immondezza, case non ancora finite e già in rovina, grandi sterri fangoAPRILE-GIUGNO 2021


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