GSA IGIENE URBANA 2/21

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SCENARI

Fissione e fusione nucleare c’é un vero rinascimento

NUCLEARE? di Andrea Ambrosetti

La tesi del ministro Cingolani secondo cui tra dieci anni avremo a disposizione energia in quantità illimitata generata dalla fusione nucleare è difficilmente condivisibile.

L

a fissione è un tipo di reazione nucleare da prendere in considerazione solo per nuclei ad elevato numero atomico (torio Z=90; protoattinio Z=91; uranio Z=92). Tale reazione consiste in un nucleo, ad esempio di uranio, il quale viene colpito da un neutrone assorbendolo. Nell’istante che segue, il nucleo, si spezza in altri due nuclei di medio numero atomico rilasciando un determinato numero di neutroni liberi (in genere due o tre). L’energia liberata dalla fissione nucleare è enorme e corrisponde a circa 20 milioni di chilocalorie per grammo di uranio trasformato. Un’energia paragonabile a quella ricavata dalla combustione di 2 tonnellate di petrolio. La fusione è il processo di combinazione di due nuclei molto leggeri i quali per l’appunto, fondendosi, danno origine a un nucleo più pesante. Tale processo è accompagnato dalla liberazione di una quantità di energia decisamente più alta di quella della fissione. Affinché ciò sia possibile è necessario portarli a temperature di decine o centinaia di milioni di gradi.

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Breve storia del nucleare

Lo sfruttamento dell’energia nucleare per produrre energia elettrica, iniziato negli anni Cinquanta, conobbe subito una crescita esponenziale. Il prezzo del petrolio cresceva, l’energia nucleare consentiva produzioni elevate a un costo giudicato modesto, perché non si tenevano in considerazione i costi dello smaltimento delle scorie radioattive e quelli dello smantellamento finale delle centrali, il “decommissioning”. Gli anni Ottanta segnano la fine del boom del nucleare, consapevoli dell’effettivo costo dell’energia prodotta. Ma soprattutto, dopo il disastro di Chernobyl, dei potenziali pericoli di questa tecnologia: fuoruscita accidentale di materiale radioattivo e rischi di utilizzo militare dei sottoprodotti. L’incidente di Fukushima del 2011, scatenato da un terremoto e dal conseguente tsunami accresce ulteriormente la prudenza di molti Paesi. Tuttavia, la produzione elettronucleare mantiene un ruolo di primo piano (circa il 14% della produzione elet-

trica complessiva, contro il 68% di quella termoelettrica, il 16% della idroelettrica e il 2% delle altre fonti rinnovabili). E per contenere le emissioni di gas serra, è destinata a crescere nei prossimi anni, al punto che molti parlano di “rinascimento nucleare”. Nel 2017 si contavano 441 reattori APRILE-GIUGNO 2021


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