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PARTICOLARI SETTING ASSISTENZIALI

1. L’ANTISEPSI DELLE LESIONI CRONICHE

L’uso dell’antisettico sulle lesioni cutanee croniche é indicato in caso di lesione francamente infetta o in fase di colonizzazione critica; la valutazione della condizione di lesione infetta o colonizzata criticamente viene effettuata sulla base dei segni clinici e, solo dove indicato, in base ad esame colturale con tampone secondo tecnica di Levine.

Le indicazioni sono di detergere abbondantemente la lesione con soluzione fisiologica o ringer lattato, applicare antisettico tramite impacco da lasciare sulla lesione per 5 minuti (clorossidante elettrolitico 0,05%) e successivamente risciacquare con soluzione fisiologica o ringer lattato. La detersione della lesione si esegue tramite siringa da 30 ml ed ago del 19G.

I segni clinici di infezione, oltre ai segni e sintomi classici, sono rappresentati anche da ritardo o blocco della fase di guarigione dell’ulcera, cambiamento dell’aspetto del tessuto di granulazione (comparsa di fibrina, tessuto che da rosso brillante diventa color mattone o rosa pallido, tessuto fragile con sanguinamento). La scelta del clorossidante elettrolitico allo 0,05% è dettata dalla istofilia e non aggressività della soluzione isotonica sul tessuto di granulazione, che non interferisce e non ritarda i processi di guarigione.

2. UTILIZZO DEGLI ANTISETTICI NELLE PRATICHE DI PRONTO SOCCORSO

Nelle operazioni di pronto soccorso, l’utilizzo degli antisettici è rivolto soprattutto al trattamento delle ferite traumatiche, dove la pratica antisettica preventiva assume lo scopo di ridurre sia il rischio di contaminazione ed infezione della lesione per il paziente sia il rischio di esposizione al quale è soggetto l’operatore onde evitare il contagio di eventuali patologie (HBV, HCV, HIV, patologie batteriche, micosi, ecc).

In questo disegno l’antisettico ideale deve possedere numerosi requisiti indispensabili per ottenere la massima efficienza:

• un ampio spettro d’azione nei confronti delle diverse forme microbiche e virali, rapidità d’azione, tollerabilità ed istocompatibilità nei confronti dei tessuti sul quale viene applicato,

• non interferire con i processi fisiologici della lesione: ad esempio è sconsigliato l’uso di antisettici che colorano la zona trattata in quanto possono mascherare lo stato della lesione rendendo più complesso il successivo intervento.

• favorire l’utilizzo di formulazioni antisettiche spray (senza propellenti e non pressurizzate), oltre che l’adozione dei sistemi di protezione individuale per l’operatore, permette di ridurre il rischio di contrarre/trasmettere eventuali agenti patogeni durante il contatto diretto tra operatore e paziente.

Il trattamento di lesioni della cute (ferite, tagli, lacerazioni, morsi ecc.) viene di solito eseguito in un secondo tempo, nel pronto soccorso dell’ospedale e prevede una prima fase comune che si può riassumere in 9 punti principali

• Esporre la zona da trattare

• Informare il paziente sulle procedure a cui verrà sottoposto

• Detergere la zona con acqua distillata sterile, rimuovendo eventuali piccoli corpi estranei superficiali come terra, grasso, catrame ecc.

• Pulire il paziente rimuovendo sporco e sangue coagulato anche lontano dalla ferita

• Non rimuovere eventuali corpi estranei profondi senza la presenza del medico

• Lavare la zona con acqua ossigenata a 3 volumi (H2O2 3 volumi)

• Sciacquare con acqua distillata

• Asciugare con tamponi sterili, tamponando la zona

• Disinfettare con clorossidante elettrolitico 0.05% soluzione o spray.

Nel caso in cui una lesione debba essere seguita successivamente, la medicina d’urgenza invia il paziente all’ambulatorio infermieristico che eseguirà le successive medicazioni.

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