GSA 6/2022

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GESTIONE

ORGANIZZAZIONE E PREVENZIONE,

LA RICETTA DELLA SICUREZZA S Anche il settore delle pulizie, servizi integrati e multiservizi fra le maglie nere degli infortuni sul lavoro. Spesso si tratta di situazioni prevedibili – e prevenibili – con una corretta organizzazione. Ecco cosa può accadere e come evitarlo.

di Giuseppe Fusto

N

on è sicuramente un momento felice per gli infortuni sul lavoro in Italia. Negli ultimi mesi si sono susseguite, nel nostro Paese, tragiche notizie di cronaca che hanno tristemente riportato alla ribalta un tema su cui non ci si può permettere di abbassare la guardia.

Un bollettino di guerra Anche al di là dei fatti più eclatanti, non è esagerato parlare di ecatombe quotidiana. Basta leggere i dati: denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail solo tra gennaio e aprile sono state 254.493 (+48,1% rispetto allo stesso periodo del 2021), 261 delle quali con esito mortale (-14,7%). E il bollettino nero non termina qui. Risultano in aumento anche le patologie di origine professionale denunciate, che sono state ben 19.287 (+3,5%): non si parla solo di eventi tragici, dunque, ma anche di situazioni che, protratte nel tempo (pensiamo ad esempio a contesti poco ergonomici, o a condizioni

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di rischio chimico, biologico o meccanico), portano al verificarsi di malattie con esiti infausti o in molti casi invalidanti. Fra l’altro numerosissimi di questi incidenti e infortuni accadono durante o a seguito di operazioni di manutenzione, pulizia o altri servizi assimilabili. Il nostro settore non può quindi ritenersi esente, anzi.

Spesso si può prevedere Senza voler puntare il dito contro nessuno, anche perché ogni situazione ha una sua storia e un proprio contesto eziologico, bisogna rilevare come – anche nel nostro settore – nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di situazioni prevedibili, alla luce della tipologia di servizio svolto e delle effettive condizioni di sicurezza e organizzative: cadute dalle scale o da cantieri in quota, scivolamenti, schiacciamenti, rischio elettrico, rischio di inalazione di sostanze nocive, ma anche rischio chimico legato ai formulati impiegati, urti, contusioni, politraumi sono solo alcuni degli esempi purtroppo più frequenti.

Occhio alle leggerezze… possono costare caro E perché non ricordare gli usi impropri di

strumenti, prodotti o macchinari o le decisioni improvvide prese da personale che opera con eccessiva leggerezza, magari non sotto adeguata vigilanza? Spesso accade che l’operatore, non correttamente formato o vigilato (consideriamo anche le difficoltà linguistiche dovute all’elevato tasso di stranieri addetti nel settore), si avventuri in aree off limits con conseguenze purtroppo immaginabili, o semplicemente “dimentichi” di indossare i dispositivi di protezione individuale (anche su questo è importante insistere, con consegne “certificate” da apposita ricevuta e verifiche periodiche).

Esternalizzazioni… “pericolose” Questo solo per limitarsi a ciò che può accadere agli operatori nel proprio lavoro. Se a ciò si aggiunge che ormai la terziarizzazione è sempre più evoluta, il quadro si completa perché vi si devono annoverare anche i rischi interferienziali, come quelli legati alle attività di pulizia di macchinari di produzione industriale – ad esempio nel settore alimentare, della stampa ed altri-, e quelli dovuti al lavoro in altri contesti già di per sé particolarmente a rischio.


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