GESTIONE PROGETTO INNOPIÙ
InnoPiù per migliorare il dialogo tra committenti pubblici e imprese di Umberto Marchi
Fra le iniziative appena messe a punto da Fondazione Scuola Nazionale Servizi ce n’è uno che permette alle imprese di conoscere meglio il mercato e dialogare più efficacemente con le committenze pubbliche: si chiama Innopiù. Andiamo a scoprirlo. 22 GENNAIO 2019
Inizia un nuovo anno e, come sempre, fioccano le iniziative di Fondazione Scuola Nazionale Servizi, che ha già in cantiere progetti di sicuro interesse per le imprese che vogliano accrescere la propria competitività in un mercato sempre più difficile e in continua evoluzione: quello degli appalti pubblici di Facility Management.
Innopiù: “Aiutateci a conoscere il mercato”
Sempre a una più precisa e consapevole conoscenza del mercato, ma ancor più per migliorare il dialogo fra committenze pubbliche e imprese mira il progetto “InnoPiù”, realizzato dalla Fondazione e dai suoi partner tecnologici, tra cui società Convective
Knowledge, con la quale svilupperà il framework con l’obiettivo di aiutare imprese e Stazioni appaltanti a valutare le innovazioni che le imprese inseriscono in gara e che, il più delle volte, vengono relegate dentro la definizione di migliorie, vista la difficoltà degli acquirenti pubblici di valutarne la reale portata. “Aiutateci a conoscere il mercato e a valutare con criteri oggettivi le innovazioni proposte dalle imprese”. L’appello lanciato da un importante dirigente nazionale dei provveditori sanitari italiani in occasione di una recente iniziativa della Fondazione Scuola Nazionale Servizi apre uno squarcio sulle difficoltà di dialogo tra committenti e aziende di servizi quando si tratta di andare a misurare e valutare le innovazioni inserite da quest’ultime nei progetti di gara.
I limiti del sistema acquisti Pa
E’ Vittorio Serafini, direttore della Fondazione Scuola Nazionale Servizi, a puntualizzare: “Dal confronto con il mercato emergono i limiti del sistema di acquisti pubblici che sulla carta favorisce il dialogo tra le parti e invita a valorizzare le aziende che offrono soluzioni innovative di prodotto, processi e servizi ma che, alla resa dei conti, non è in grado di trasformare questi propositi in elementi concreti. I criteri di assegnazione di punteggi sulle innovazioni si limitano a considerare solo le migliorie proposte dalle imprese, senza considerare quelle innovative proprio perché manca un sistema di assegnazione di punteggi in grado di misurarne l’impatto sul servizio e sul contratto”.
La spinta al miglioramento
Prosegue Serafini: “L’Unione Europea, consapevole delle difficoltà di omogeneizzare i sistemi di valutazione delle innovazioni delle imprese, sta promuovendo studi che dimostrano quanto sia bassa la presenza di progetti innovativi nel public procurement. Lo stesso sviluppo di metodologie atte a misurare il livello di innovazione e tecnologia a livello europeo è all’ordine del giorno dei legislatori comunitari. Le stesse recenti pubblicazioni dei Bandi Tipo Anac 1 e 2 (sui servizi di pulizia), pur prevedendo, nei requisiti di partecipazione, la facoltà di inserire requisiti tecnico professionali volti a selezionare qualitativamente il mercato, non entrano nel merito della valutazione delle innovazioni presentate, lasciando ancora una volta alle migliorie (definite nel capitolato tecnico “Qualità dei servizi migliorativi”) la funzione di valutarne la reale portata innovativa.
Manca un linguaggio comune
Insomma manca, in quest’ottica, un linguaggio comune, un criterio condiviso che da un lato offra alle imprese