GSA 4/2020

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Il mondo si è accorto dei “lavoratori invisibili” Massimo Stronati, presidente Confcooperative Lavoro & Servizi, lancia un appello al mondo politico e ai decisori: “Ci sarà una forte crisi di liquidità. Le imprese vanno aiutate mettendo al centro le persone e il lavoro.” 52 APRILE 2020

Da sempre l’emersione del settore è tra i vostri obiettivi primari: non suona un po’ “amaro” il fatto che, dopo tanti sforzi spesso inutili, l’opinione pubblica e i grandi del mondo si stiano accorgendo di noi solo adesso, in conseguenza di una crisi senza precedenti?

“In questi giorni, caratterizzati dalla pandemia, molti, oltre a riconoscere la meritoria opera di medici ed infermieri, si sono accorti dei lavoratori invisibili, addetti alle pulizie, disinfezioni, sanificazioni, manutenzioni, lavanolo ecc. – Io da 38 anni opero nella cooperazione di lavoro e servizi, per me il socio lavoratore è al centro ed il lavoro è al centro. Purtroppo oggi, oltre che riconoscere questi lavoratori e queste imprese, all’inizio non ritenute essenziali, dalla sequela dei codici ATECO, tutti si impadroniscono dello slogan “il lavoro al centro”. Il lavoro al centro non è uno slogan, è rispetto, è una filosofia imprenditoriale forte, il capitale umano anziché quello economico o finanziario. Chi comincia a lavorare la mattina presto, chi fa turnazioni folli, chi prende poco più di mille euro full time e che comunque ha responsabilità, non può essere considerato invisibile. Eppure il public procurement in Italia non decolla, non fa crescere im-

prese e lavoratori. La grande Centrale Acquisti di Stato, Consip, assegna gare ad andar bene dopo 5/6 anni. Tutti lo sanno, ma niente cambia.”

Quali sono e saranno, stando ai dati in vostro possesso, le ricadute di questa crisi sulle imprese? E’ vero che la loro attività si è spesso intensificata, ma non si possono escludere contrazioni dovute a chiusure di stabilimenti, fallimenti, tagli per recuperare le perdite, ecc. Può fare una stima?

“Sono convinto che chi fa questo lavoro è atavicamente senza liquidità, nonostante solo alcune attività siano ad operatività ridotta. Per le altre, tra chi lavora nell’ospedaliero e chi fa sanificazioni, il lavoro va avanti, con qualche variazione, con punte di stress nella dislocazione del personale, con assenteismo sopra al 30% ma si va avanti. Io penso che il decreto liquidità non aiuterà le imprese, soprattutto di questo settore, dove i ritardi di pagamento della PA le fanno perennemente soffrire. Pertanto secondo me saranno tante quelle che andranno in forte crisi. Non faccio stime e previsioni, sono realista: si devono aiutare, punto! Molti evocano il piano Marshall senza conoscerlo; certo dare 400mld alle imprese come fideiussioni, lasciando l’erogazione al sistema bancario, non è come dare 400mld in finanziamenti a 10 a tasso zero, direttamente dallo Stato mediante CDP.”

Cosa si può fare, e cosa deve fare un’importante associazione di categoria, affinché anche

Massimo Stronati, Presidente Confcooperative Lavoro & Servizi

al termine dell’emergenza gli operatori del settore continuino ad avere il riconoscimento che meritano?

“Le Organizzazioni devono accompagnare le imprese a superare il post crisi, tutelarle come già fanno da sempre, ma secondo me dovranno anche spianare la strada verso la digitalizzazione, le reti, con la capacità di anticipare eventi di ogni genere che possano sacrificare il nostro patrimonio imprenditoriale. Inoltre le Associazioni devono far capire alla politica che c’è un’imprenditoria strutturata e che correre a perdifiato verso le internalizzazioni vuol dire non solo penalizzare chi comunque contribuisce al PIL, ma chi dà lavoro: parliamo o no di imprese e cooperativa labour intensive? Quindi la politica deve scegliere se internalizzare per fini elettorali o se puntare su imprese strutturate e flessibili che potrebbero contribuire molto di più allo sviluppo del paese attraverso il public procurement come grande leva del piano industriale dell’Italia.”


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