rispettare l’ambiente? è un problema etico
28 NOVEMBRE 2018
La seconda sessione del Forum, nel pomeriggio di mercoledì 10 ottobre, è stata tutta all’insegna di “Etica e ambiente”: un tema molto attuale e molto ampio affrontato da diverse prospettive: dalle aziende ai macro-scenari storici, dall’Italia e all’Europa, raccontando anche una case history virtuosa tutta “made in Italy”: quella di Lucart SpA. Una volta tanto, partiamo dall’etimo: la parola “ambiente”, che deriva direttamente dal latino “ambire”, cioè circondare, stare intorno, avrebbe secondo alcuni più di un legame di parentela con l’aggettivo ambi-guo, nel senso di “qualcosa di doppio”, che si può interpretare in vari sensi.
Etica e ambiente, un binomio inscindibile
Se così fosse, il profondo legame con la dimensione etica sarebbe già presente fin dall’antichità: dove c’è ambiguità e possibilità di diverse letture e interpretazioni, infatti, entra in gioco
l’uomo, che con le sue scelte e i suoi comportamenti può migliorare le cose o renderle peggiori. Gli esempi, anche ai nostri giorni, non mancano di certo: lo sfruttamento selvaggio e sconsiderato delle risorse primarie, giusto per dirne una. Non si tratta soltanto di un pericolo per i delicati equilibri degli ecosistemi in scala locale e globale: infatti questa situazione sollecita un intervento urgente e collettivo. Si deve pensare a come riprogettare un sistema di regole, relazioni e nuovi modelli di produzione di beni e servizi, in una volontà di ricostruzione del tessuto sociale e morale. Di tutto questo, e di molto altro, si è parlato nella sessione di Forum Pulire dedicata a Etica e Ambiente, moderata dal vicedirettore Tg La7 Andrea Pancani nel pomeriggio di mercoledì 10 ottobre. La discussione ha subito assunto una prospettiva alta e di ampio respiro grazie al lungo intervento di Giulio Sapelli, storico, economista e già ordinario all’Università Statale di Milano, che in quella che è stata una vera e propria lezione magistrale (Etica e ambiente in ambito economico) ha inquadrato la questione economica in una dimensione europea, fra moti dal basso e tecnocrazia continentale. Sapelli ha dato poi una propria definizione di etica, come “associazione volontaria che deve raggiungere uno scopo”. Fondamentale dunque diventa l’aspetto culturale, come ha sottolineato Piermario Barzaghi, Partner KPGM Advisory di KPGM Italia: “Il tema del rapporto fra economia e ambiente va ripensato in una prospettiva allargata”. In questo senso, oltre a cambiare mentalità le aziende, dovreb-
bero contribuire in modo più organico anche le istituzioni, ha sintetizzato Barzaghi parlando di “Responsabilità sociale d’impresa come vantaggio competitivo”.
Braungart fra biosfera e tecnosfera: pensare “in cerchio”, dalla culla alla tomba
Molto atteso anche il contributo di Michael Braungart (CEO | EPEA - Internationale Umweltforschung Hamburg), che si è concentrato su “Filosofia Cradle to Cradle: Ripensare al modo di fare le cose” in un intervento divertente e dinamico che ha mostrato come i tempi stiano cambiando e sia ormai necessario ragionare in cerchio, dalla culla alla tomba, sui prodotti e sui processi produttivi, ma anche per ciò che riguarda i servizi. Suggestivo il parallelo fra i nutrienti biologici, quelli appartenenti cioè al ciclo della natura nella biosfera, e nutrienti tecnologici, cioè quei prodotti e servizi che rappresentano la base del funzionamento delle città, dei meccanismi economici e produttivi: si parla in questo caso di tecnosfera. Per entrambe le cose si deve assumere un approccio circolare, ragionando sulle possibilità di recupero e reimpiego delle risorse e sulle generazioni future.