SCENARI
Il Cleaning professionale: tra Recovery Plan, Next Generation EU e dazi climatici di Paolo Fabbri
S Di fronte a una serie di cambiamenti epocali e in risposta a una crisi senza precedenti le aziende del cleaning professionale devono investire in eco-innovazione secondo i principi della green economy.
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er contribuire a mitigare i danni economici e sociali causati dalla pandemia da coronavirus, la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e i leader dei Paesi dell’Unione hanno concordato un piano per la ripresa all’insegna della sostenibilità economica, ambientale e sociale. Due sono gli strumenti su cui si basa il piano di ripresa europeo: il bilancio a lungo termine dell’UE (2021-2027) e il NextGenerationEU. Il piano di ripresa voluto dall’Europa getta le basi affinché tutti i comparti produttivi – tra cui il Cleaning professionale – siano più moderni attraverso l’applicazione dei principi della Green Economy.
Le risorse messe in campo dall’Europa Il NextGenerationEU è uno strumento temporaneo pensato per stimolare la ripresa, costituirà il più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato dall’UE. Per “ricostruire” l’Europa dopo la pandemia di COVID-19 verrà stanziato un totale di 1800 miliardi di euro. Il nuovo bilancio a lungo termine potenzierà i meccanismi di flessibilità volti a garantire la possibilità di fare fronte a esigenze impreviste. Sarà quindi adeguato non solo alle realtà
34 GSA gennaio 2021
attuali, ma anche alle incertezze future. Il 10 novembre 2020, in sede di Consiglio, il Parlamento europeo e gli Stati membri hanno raggiunto un accordo sul prossimo bilancio a lungo termine dell’UE. L’accordo andrà a rafforzare programmi specifici nel quadro del bilancio a lungo termine per il periodo 2021-2027, per un totale di 15 miliardi di euro di finanziamenti. In questo contesto verranno quindi sostenuti economicamente: • il programma quadro dell’UE per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027 (Orizzonte Europa); • il nuovo programma per la salute (EU4Health) finalizzato ad aumentare la resilienza dei sistemi sanitari e a promuovere l’innovazione nel settore; • il ReactEU creato per rafforzare gli strumenti di coesione esistenti e per sostenere i settori più colpiti dalla crisi, finanzierà progetti di digitalizzazione e di green economy. Gli Stati europei sono tenuti a presentare dei piani di ripresa nazionali coerenti con le priorità individuate dalla Commissione europea e dagli Stati membri stessi, dei Piani nazionali integrati per l’energia e il clima e degli altri strumenti di coordinamento strategico attivi in Europa.
Il piano di ripresa proposto dall’Italia: la bozza del Recovery Plan Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) – meglio conosciuto come Recovery Plan – è il programma di investimenti che l’Italia dovrà presentare alla Commissione europea per accedere ai fondi del piano Next Generation Eu. Il Piano, ancora in bozza, si articola in tre linee strategiche: modernizzazione del Paese; green economy; inclusione sociale e territoriale e parità di genere. In particolare alla Green Economy vengono destinati 68,9 miliardi di euro. “La modernizzazione dell’economia comporta il completo abbandono di paradigmi produttivi ormai superati – scrive il premier Giuseppe Conte nella sua introduzione – Per realizzare la transizione verso un’economia rispettosa dell’ambiente innanzitutto proseguiremo sulla strada indicata dal PNIEC1 e dagli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo e dell’agenda 20302. Il piano prevede interventi per aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili, miglio1 - Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030, inviato alla Commissione Europea in attuazione del Regolamento (UE) 2018/1999. 2 - L’Agenda 2030 è il programma d’azione per lo Sviluppo Sostenibile definito dall’ONU.