6 minute read

IL TACCUINO

Mercato dell'auto. I numeri non migliorano nel primo semestre

Sempre col segno meno le statistiche relative alle immatricolazioni delle auto nel primo semestre. I dati pubblicati dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili e elaborati dall’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) mostrano un calo delle vendite sia a giugno che nei primi sei mesi dell’anno rispetto agli stessi periodi del 2021: -15% nel mese (lo stesso calo registrato a maggio), con 127.209 immatricolazioni di vetture nuove contro 149.670 di giugno dell’anno scorso, e -22,7% nel semestre, con 684.228 unità vendute a fronte delle 885.090 del gennaio-giugno 2021. Secondo il Centro Studi Promotor (CSP), da questo dato si ricaverebbe la previsione di una chiusura del 2022 con 1.179.703 immatricolazioni: un livello di vendite confrontabile con quello della fine degli anni ’60 del secolo scorso. Il mercato stenta a riprendersi, quindi. Molteplici, in questo periodo particolare, le cause, essenzialmente di natura economica, dovute alla pandemia e riconducibili, sostanzialmente, alla crisi della catena di approvvigionamento che ha interessato materie prime e dispositivi, con conseguenti rincari, cali della produzione, ritardi delle forniture. Paradossalmente, si verifica che il forte aumento della domanda di materie prime e dispositivi generato dalla ripresa economica post-covid non possa essere soddisfatto proprio per le difficoltà che si riscontrano nel reperire buona parte dei materiali necessari. È il caso, per esempio, dei microchip. Di quei dispositivi elettronici, cioè, che rendono possibile il funzionamento delle centraline delle auto, degli smartphone, dei computer e di tanti altri apparecchi di ultima generazione. Secondo la società multinazionale di consulenza Deloitte (sedi principali Londra e New York), i tempi di fornitura di semiconduttori dovrebbero attestarsi, nel 2022, tra le 10 e le 20 settimane. Nel 2021 erano 20-52, e nel 2023 lo squilibrio tra la ripresa della domanda e la scarsità dell’offerta dovrebbe annullarsi. Resta comunque il fatto, secondo il CSP, che le prospettive di uno sviluppo positivo del mercato automobilistico italiano non sono rosee. Dall’inchiesta congiunturale condotta a fine giugno da questo Centro Studi risulta che il clima di fiducia dei concessionari è crollato a 18 nella scala da zero a cento e che il 49% degli operatori del settore auto prevede un peggioramento della situazione. A maggio questa percentuale era del 39%. Sulla stessa lunghezza d’onda i dati Istat di giugno dai quali si rileva, secondo quanto riferisce Anfia, un calo dell’indice di fiducia dei consumatori da 102,7 a 98,3 (base 2010=100) che ha un riflesso anche nel calo dell’indice della propensione all’acquisto dei beni durevoli, tra i quali l’automobile, che compie un notevole balzo all’indietro rispetto a maggio, passando da -63,8 a -87,3. L’indice del clima di fiducia delle imprese (Iesi – Istat economic sentiment indicator) è salito, invece, da 111,0 a 113,6. Per quanto riguarda le immatricolazioni, ricordiamo ancora che fino al 2020 quelle delle marche nazionali (Alfa Romeo, Fiat, Jeep, Lancia, Maserati, Fiat Professional, Abarth) erano elaborate nel Gruppo FCA (Fiat Chrysler Automobiles, sorto nel 2014 dalla fusione della Fiat col Chrysler Group, al quale appartenevano i marchi Chrysler, Dodge, Ram Trucks, Mopar e SRT); oggi rientrano in quelle conteggiate dal Gruppo Stellantis, nato il 16 gennaio 2021 dalla fusione di FCA e PSA, proprietaria, quest’ultima, dei marchi Citroen, DS Automobiles, Opel, Peugeot e Vauxhall. Le immatricolazioni del Gruppo Stellantis hanno registrato una flessione nel mese e nel semestre. A giugno sono state complessivamente 48.701 contro 56.615 dello stesso mese del 2021 (-14,0%) con la quota di mercato salita, tuttavia, al 38,3% dal 37,8% dell’anno prima; nel periodo gennaio-giugno ne sono state registrate 255.073 a fronte di 352.053 (-27,5%), con una quota di mercato scesa dal 39,8% dello stesso semestre del 2021 al 37,3%. Le marche nazionali presentano a giugno tutte il segno meno, ad eccezione dell’Alfa Romeo e della Maserati (nella foto la linea di produzione della Cielo); nel semestre, invece, questa eccezione sparisce, e le marche hanno tutte il segno meno. Questi i dettagli tra gennaio-giugno del 2022 e del 2021: - Fiat: -24,3% a giugno (16.812/22.197 le vendite di auto nuove; 13,2% e 14,8% le quote di mercato) e -28,9% nel semestre (98.653/138.730 le vendite; 14,4% e

15,7% le quote) - Jeep: -21,3% a giugno (5.125/6.514 le vendite; 4,0% e 4,4% le quote) e -23,6% nel semestre (28.585/37.404 le vendite; 4,2% la quota, identica nello stesso periodo dei due anni a confronto) - Lancia: -14,3% a giugno (3.716/4.335 le vendite; 2,9% la quota, invariata nei due periodi) e -20,7% in gennaio-giugno (21.483/27.106 le vendite; 3,1% la quota, uguale nei due periodi) - Alfa Romeo: +27,7% a giugno (1.435/1.124 le vendite; 1,1% e 0,8% le quote) e -9,3% nei sei mesi (5.683/6.263 le vendite; 0,8% e 0,7% le quote) - Maserati: +59,3% a giugno (274/172 le vendite; 0,2% e 0,1% le quote) e -1,7% nel semestre (880/895 le vendite; invariata nei due periodi la quota dello 0,1%). Nel settore dei veicoli commerciali leggeri (VCL, con peso totale a terra, ptt, fino a 3,5 t), i dati elaborati dal Centro Studi e Statistiche di Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) su dati pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili si riferiscono al mese di maggio e mostrano, a confronto col 2021, una flessione sia nel mese che nel progressivo dei primi cinque mesi dell’anno. A maggio il mercato ha registrato il quarto calo consecutivo con 15.835 immatricolazioni di veicoli a fronte delle 17.847 dello stesso mese del 2021 (-11,3%). Nel periodo gennaio-maggio si sono totalizzate 74.076 immatricolazioni contro 80.925 dello stesso periodo dello scorso anno (-8,5%). Anche i dati del settore dei veicoli industriali medi e pesanti (medi, con ptt maggiore di 3,5 t e minore di 16,0 t; pesanti, con ptt uguale o superiore a 16,0 t), elaborati dall’Anfia, sono relativi a maggio e al periodo gennaio-maggio. Le immatricolazioni di nuovi autocarri mostrano un incremento complessivo nel mese e una contrazione nel cumulato. A maggio sono stati rilasciati, in totale, 2.440 libretti di circolazione, con un aumento del 10,7% rispetto a maggio 2021, quando i libretti rilasciati sono stati 2.204; i nuovi documenti rilasciati nei cinque mesi, invece, sono diminuiti del 2,2%, con 11.079 rilasci a fronte degli 11.328 dello stesso periodo 2021. Il settore dei rimorchi e semirimorchi pesanti (ptt di questa categoria maggiore di 3,5 t) ha messo a segno un incremento sia nel mese che nel cumulato: +45,4% a maggio, con 1.791 libretti rispetto ai 1.232 di maggio 2021, e +12,2% in gennaio-maggio, con 7.341 nuovi documenti su 6.545. Nel comparto trasporto passeggeri – autobus con ptt superiore a 3,5 t – il mercato ha subito a maggio una contrazione del 23,6%, con 214 nuove vendite su 280 di maggio 2021. Tutti i settori all’interno di questo comparto hanno registrato un calo nel quinto mese dell’anno ad eccezione dei minibus, che sono aumentati del 52%, con 38 vendite di veicoli nuovi su 25. Gli autobus adibiti al TPL (Trasporto Pubblico Locale) hanno avuto una flessione del 34,7% (124/190 il rapporto vendite), gli autobus e midibus turistici del 12,5% (rapporto vendite 35/40) e gli scuolabus del 32%, con 17 vendite su 25. Nei primi cinque mesi dell’anno tutti i settori, compreso quello dei minibus che aveva chiuso maggio col segno più, hanno subito una contrazione: gli autobus adibiti al TPL hanno accusato un calo a doppia cifra del 20,1% (726/909 il rapporto vendite del periodo negli anni 2022 e 2021), gli autobus e midibus turistici sono scesi del 6,5% (144/154 il rapporto delle vendite), i minibus hanno fatto registrare anch’essi una flessione a due cifre (-13,0% col rapporto vendite 161/185), gli scuolabus sono diminuiti del 5,3% con 180 vendite su 190. Nel suo complesso, il comparto trasporto passeggeri ha totalizzato, nel periodo gennaio-maggio 2022, 1.211 vendite di veicoli nuovi a fronte dei 1.438 dello stesso periodo del 2021 (flessione del 15,8%). Secondo Giovanni De Filippis, presidente della Sezione Autobus di Anfia, l’andamento negativo di questo comparto risente particolarmente degli effetti combinati della pandemia e del conflitto bellico che aggravano ulteriormente la catena degli approvvigionamenti, sulla quale pesa, per di più, il forte aumento della richiesta di materie prime conseguente alla ripresa economica post-covid. (g.c.) u

This article is from: