Concorsi Camerana & Partners

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Benedetto Camerana – Camerana&Partners Benedetto Camerana (Torino 1963), architetto, paesaggista, PhD in Storia dell ’Architettura e dell ’Urbanistica, dopo gli studi ha proseguito la ricerca teorica lavorando sull ’integrazione tra architettura e paesaggio, nella direzione di una “green architecture ” di chiara matrice ambientale, sia come Direttore della riviste “Eden. L ’architettura nel paesaggio ” dal 1993 al 1997 e “Architettura del Paesaggio ” dal 2001 al 2005, sia in molti interventi in workshop, conferenze, no all ’invito come relatore al XXIII UIA World Congress of Architecture 2008. Dal 1999 è membro del Comitato Scientico dello IED – Istituto Europeo di Design e dal 2000 è coordinatore del Master in Exhibit Design. Dal 2010 è professore a contratto del laboratorio di progettazione architettonica presso il Politecnico di Torino.

Nel 1997 avvia a Torino Camerana&Partners, organizzazione professionale alla quale collaborano architetti italiani ed europei. Il lavoro di Camerana&Partners si è sviluppato in quattordici anni di crescente affermazione attraverso i concorsi nel disegno urbano, nel paesaggio e nelle grandi opere di architettura pubblica e privata, in particolare nei settori residenziale, ufci, commerciale, dello spettacolo e delle infrastrutture. La ricerca progettuale è diretta all ’innovazione tecnica e formale attraverso la costante attuazione di un concreto impegno ambientale, con l ’utilizzo anche sperimentale di tecnologie innovative e sistemi naturali di risparmio di energia, e l ’integrazione di essi e dell ’elemento naturale nel progetto. Tra le opere principali già realizzate il Villaggio Olimpico per i XX Giochi Olimpici Invernali Torino 2006, premiato alla Medaglia d ’Oro dell ’architettura Italiana 2006 e pubblicato in tutta Europa, la Tecnocity Environment Park

(Torino 1999), il centro commerciale Auchan (Cuneo 2004), la ristrutturazione della sala dell ’Auditorium RAI, opera di Mollino del 1952 (Torino, 2006), il centro commerciale e multisala Bicocca Village (Milano 2005), la nuova sede AMIAT a Torino (2007), il restauro critico del residence Du Parc a Torino (2007), l ’Urban Center di Rivarolo Canavese (2008), l ’Incubatore di Imprese Parco Torricelli a Faenza (2009), il ridisegno del centro urbano di Trino Vercellese (2010). Tra le opere in cantiere le nuove Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche e Biblioteca dell ’Università di Torino sull ’area Italgas, la Chiesa di Maria Madre dei Giovani per il Sermig a Torino (2011) e il complesso di torri Porta Europa a Torino (con Jan Störmer, lavori previsti dal 2012). Tra i nuovi progetti, l ’aggiudicazione nei concorsi per il piano urbanistico dell ’area Novello a Cesena (2008) e per la Città della Salute di Novara (2009).

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Palazzo della Regione Piemonte Torino, 2000-2001

Building for Regione Piemonte Torino, 2000-2001

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1 scorcio prospettico del modello virtuale

2 dettaglio di un plastico di studio

3 plastici di studio

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Una forma organica e una struttura high-tech per la nuova sede della Regione Piemonte, destinata ad accogliere i vari ufci dell ’amministrazione regionale. La carica espressiva del monolite articolato rievoca con forza le masse delle Alpi ma sottintende una realizzazione innovativa dal punto di vista costruttivo e distributivo. Il progetto si propone di mantenere i vantaggi pratici e psicologici delle torri per ufci in vetro ovviando, al tempo stesso, all ’inefcienza energetica di questa tipologia inserita nel contesto italiano, con una soluzione tecnologica studiata insieme a Permasteelisa. Il volume infatti è avvolto in uno “scudo solare ” che protegge gli interni dall ’irraggiamento diretto ma consente la penetrazione della luce naturale e la veduta del paesaggio esterno. La protezione è denita da una struttura esterna di frangisole ssi in alluminio, all ’interno della quale è sufciente realizzare un involucro vetrato low-tech, abbassando strategicamente il costo unitario dei quasi 22.000mq di facciata. Le geometrie sfaccettate dello “scudo ”, elaborate con la consulenza di Merlo Brise Soleil, dipendono dalla variazione di parametri quali l ’intervallo verticale, la profondità, l ’angolo di inclinazione,

la distanza frangisole –vetrata e rispondono all ’esigenza di garantire una diversa schermatura a seconda dell ’orientamento delle pareti. La soluzione di facciata, il softto radiante, il sistema di accumulo del freddo e l ’ottimizzazione della gestione elettrica favoriscono un comfort ambientale ottimale e un notevole risparmio dei costi di esercizio. Lo schema planimetrico a Y e la contenuta larghezza della manica (compresa fra i12 e i 17 metri) permettono di illuminare con luce naturale diretta tutti gli ambienti, eliminando di fatto dal piano gli spazi di servizio in favore di quelli destinati alle funzioni operative, consentendo un utilizzo ottimale della supercie costruita e promuovendo il massimo affaccio sull ’esterno delle postazioni di lavoro, collocabili direttamente contro la vetrata grazie alla presenza dei brise-soleil che riducono drasticamente il senso di vertigine, l ’abbagliamento, l ’irraggiamento interno della vetrata. La sagoma dell ’edicio si rastrema progressivamente in altezza e in corrispondenza dei vertici delle tre maniche, creando spazi dalle viste panoramiche che, per le loro caratteristiche di gradevolezza e riservatezza rispetto ai percorsi interni, offrono un ’ideale localizzazione per uf-

fotograa zenitale del plastico di progetto

ci di prestigio e aree d ’incontro con il pubblico. Un basamento-podio, ispirato ai giardini urbani tardo-ottocenteschi, radica in modo naturalistico la torre nella città.

progetto Benedetto Camerana con Emilio Ambasz (consulente progettazione) Luigi Quaranta (mandatario) funzioni Palazzo per ufci committente Regione Piemonte procedura concorso di idee a procedura ristretta in due fasi Proposta selezionata per la seconda fase cronologia Progetto architettonico 1° fase 2000 Progetto Preliminare 2° fase 2001 realizzazione Non eseguita localizzazione Torino, corso Mediterraneo, area spina 1


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5 render d’’inserimento urbano

6 prospetto e sezione longitudinale

7 pianta del piano terreno

8 prospetto e sezione trasversale

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9 dettaglio della facciata

10 pianta piano tipo

11 dettaglio di funzionamento climatico interno agli ufďƒžci

12 prospetto e sezione trasversale

13 vista di uno dei corridoi perimetrali

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14 planimetria d ’inquadramento

15 vista notturna del plastico di concorso

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collaboratori Mike Palmore (team leader) Alessandro Peretti Griva (coordinamento) Cristina Franco Roberta Minola Antonio Ravarino Giorgia Verardini progetto impianti Marco Lazzerini, Torino (impianti meccanici) Edoardo Ciardiello, Torino (impianti elettrici) consulenza bioclimatica John Doggart (E.C.D. Energy and Enviroment, Londra) studio delle facciate Permasteelisa s.p.a., Merlo Brise Soleil s.r.l., Gruppo Bodino s.p.a. collegamenti verticali Schindler s.p.a. dati dimensionali 40.000 mq costo dell ’opera 87.797.672,85 Euro

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Ex Stadio comunale e Palahockey Torino, 2002

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1 render in notturna dell ’apertura dei giochi olimpici

2 planimetria dell ’interno

3 planimetria d ’inquadramento

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L ’impianto sportivo è immaginato come elemento integrante e integrato di un “paesaggio urbano ” dedicato allo sport e al tempo libero, un luogo per arricchire la vita della città e del quartiere. Un progetto concepito per il concorso olimpico che richiedeva di connettere in un unicum unitario e armonioso il nuovo stadio dell ’hockey, l ’esistente stadio Comunale e l ’asse viario di corso Sebastopoli, che si prevedeva di sottopassare. Questi obiettivi sono interpretati proponendo l ’interramento parziale della pista dell ’hockey in modo da rendere praticabile la copertura del nuovo impianto, limitandone al tempo stesso l ’altezza per mantenere il prolo di quota dell ’esistente stadio Comunale. Il nuovo impianto si inserisce in un progetto di lanscaping che, collegando la piazza d ’Armi e gli spazi sportivi al di là di via Filadela, denisce un uire ininterrotto di spazi pubblici a nord e a sud del nuovo impianto sportivo, prevedendo inoltre il recupero di Piazza d ’Armi e il restauro, studiato in particolare con Albert Costantin, dello Stadio comunale. La copertura del nuovo stadio dell ’hockey è l ’idea del progetto: uno spazio su cui si può giocare e camminare, una sorta di “palestra urbana ” che si affaccia sulla piazza progettata

di fronte all ’ingresso del nuovo impianto. Questo percorso è denito da una serie di corsie parallele che richiamano le piste d ’atletica, trattate alternando porzioni di verde pubblico, a pavimentazione minerale, a superci per il gioco e lo sport (rollerblade, skateboard, bicicletta). L ’accesso al grande atrio del nuovo impianto avviene attraverso la “facciata della comunicazione ”, denita come corpo architettonico autonomo, con un fronte afancato allo stadio comunale che funziona da vetrina multimediale per la rappresentazione dell ’evento olimpico e delle attività ospitate successivamente alle Olimpiadi. L ’edicio è studiato per accogliere la disciplina dell ’hockey ma anche per garantire attraverso la essibilità degli spazi lo svolgimento di varie attività alternative come concerti, esposizioni, eventi. La necessità di certezze operabili nei tempi ristretti della scadenza olimpica ha inuito sulla mancata aggiudicazione per un progetto la cui realizzazione pareva sicuramente più complessa rispetto ad altre soluzioni proposte.

progetto Benedetto Camerana (Mandatario) Aia architectes Katene Studio Mellano Associati Giorgio Rosental Adriano Spoldi Andrea Tonin funzioni Palazzetto del ghiaccio, piscina coperta Riqualicazione stadio e area sportiva committente Agenzia Torino 2006 procedura concorso internazionale di progettazione quarto Classicato cronologia Progetto preliminare 2002 realizzazione non effettuata localizzazione Torino, c.so Sebastopoli, Ex stadio Comunale


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4 il percorso pedonale che dai campi combi porta al parco

5 dettaglio di sezione longitudinale dello stadio

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6 le funzioni possibili per lo stadio dopo le Olimpiadi

7 fotograďƒža del plastico

8 fotograďƒža ravvicinata del plastico

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9 vista dell ’ingresso in notturna

10 render dell ’atrio principale

11 render dell ’interno durante lo svolgimento dei giochi

collaboratori Hermann Kohllöffel (coordinamento) Pierluigi Gianfreda Cesare Griffa Andra Lichtenstein Antonio Ravarino Massimiliano Secco Andrea Tonin dati dimensionali 30.000 mq costo dell ’opera 76.074.669 Euro

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Ecocity, Ex-area Falck Sesto San Giovanni, Milano 2001

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Una porzione di città dall ’aspetto urbano lungo i bordi esterni e un ’organizzazione imprevedibile verso il tessuto interno, dove le coperture verdi si sollevano in quelle che sembrano grandi foglie. Una forma visivo-architettonica che deriva da una sommatoria di principi costruttivi volti al risparmio energetico, rispondendo agli obiettivi minimi stabiliti nel 1998 dall ’Unione Europea. Un esempio di pionierismo politico e intellettuale, in un ’epoca in cui il tema della città ecologica era ancora alle sue prime fasi. Il concorso richiedeva idee e soluzioni per un nuovo quartiere integrato nel verde, da realizzarsi nella vasta area delle dimesse Ferriere Falck a Sesto San Giovanni. Il progetto, denominato “Naturarchitecture ”, riformula le categorie di costruito e giardini per integrarle in un sistema armonico, proponendosi di superare le problematiche sociali e gestionali derivanti dalla tradizionale divisione fra edilizia e parco urbano. Selezionato tra 170 proposte da tutto il modo e invitato tra i migliori dieci alla seconda fase del concorso, il progetto sviluppa le esperienze di “green architecture ” dell ’Environment Park di Torino in una scala urbana integrata comprensiva di tipologie e funzioni differenziate. Le scelte di progettazione ambientale e bioclimatica (orientamento, giardini che rivestono gli edici, teleriscaldamento, free cooling,

massimizzazione della componente naturale dell ’illuminazione, adozione di tecnologie solari passive) riducono sensibilmente il costo di gestione annuo degli edici, assumendo l ’obiettivo della Commissione Europea -espresso nella Dichiarazione di Madrid - di sostituire, entro il 2010, il 15% dell ’energia fossile consumata con fonti energetiche rinnovabili. “Naturarchitecture ” propone un concetto di ecocity caratterizzata dal controllo integrato dei cicli di acqua, aria, energia, dall ’organizzazione e dalla separazione dei ussi veicolari, pedonali e ciclabili. Le soluzioni di interconnessione tra architettura e natura prevedono di usare due volte le aree che vengono trasformate da brown eld a green eld, con un rovesciamento completo della tipica situazione di consumo del territorio, attraverso la sovrapposizione dei giardini alle costruzioni e il loro inserimento in un sistema di parchi (parc-promenade) organizzati in frammenti tra loro collegati in un uire continuo di percorsi (allée-parc). In termini compositivi, il progetto è formulato in base a un “catalogo delle idee ” la cui applicazione è calibrata sul caso di Sesto, immaginando la composizione di due tipi: l ’edicio-collina a-tectonico, che occupa uno dei quattro quadranti dei lotti quadrati, di 200 metri di lato; e l ’edicio-ziggurat tectonico, con giardini a gradoni a formare lotti lineari rivolti verso il

conne esterno del progetto. L ’alternanza degli orientamenti del tipo a-tectonico - facciate o colline - tra i lotti e lungo le strade produce un gioco visivo di volumi e prospettive che dipende dalle diverse esposizioni solari, prevedendo la collocazione del prospetto vetrato solo a nordest e nord-ovest. progetto Benedetto Camerana (capogruppo) con Emilio Ambasz, Graziano Cimadon, Gianluca Cosmacini, Hugh Dutton, Pietro Jarre, Bernard Lassus, Franco Mana, Roberto Pagani funzioni Nuovo sviluppo urbano integrato con parco, terziario, produzioni, servizi e residenze committente Comune di Sesto San Giovanni procedura concorso internazionale di idee in due fasi Comune di Sesto San Giovanni, Gruppo Falck, provincia di Milano cronologia prima fase 1998 Progetto selezionato per la II fase seconda fase 1999 Progetto segnalato realizzazione Non prevista


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1 fotograa dall ’alto del plastico di progetto

2 sezione trasversale corpi collina

3 sezione trasversale corpi a terrazza

4 planimetria di inquadramento urbano

Si assume come principio generatore l ’uniformità architettonica e la conformità planimetrica dei lotti e dei tipi, con altezze di 19 metri per il tectonico e 16 m ( “in vetta ” alla collina) per il tipo a-tectonico. Entrambi sono studiati per ospitare indifferentemente abitazione, terziario, produzione, servizi per il pubblico, essendo previsto un mix funzionale con almeno un edicio per ogni lotto dedicato all ’abitare o alle attività pubbliche. Il tipo a-tectonico ha ancora due varianti: il tipo “recto ” ha ampia facciata su strada e sostiene il senso urbano dell ’insediamento; il tipo “verso ” rivolge l ’ampia vetrata verso il parco, sostenendone invece il valore immobiliare. L ’orientamento di queste facciate deriva da scelte di disegno urbano e bioclimatico (tutte le residenze, e il terziario in prevalenza, sono rivolti verso sud;

le PMI sono rivolte verso nord, come l ’unico parcheggio). Il sistema è completato dal tipo termo-botanico, organizzato per sfruttare il calore residuo del ciclo della prevista nuova centrale di cogenerazione Sondel impiegandolo per riscaldare un orto botanico protetto previsto lungo la facciata a giorno, trasformando un ’opera industriale in un ambiente accogliente e dal tipo elettro-cinetico, che è invece un mezzo di trasporto pubblico innovativo, ecologico e silenzioso: il sistema “Stream ”, di recente sviluppato da Ansaldo, è un veicolo su gomma a linea elettricata ad attrazione magnetica, di massima sicurezza per le persone, disposta sotto il piano di marcia tramite conci prefabbricati, anche in aree verdi. Per i grandi capannoni esistenti, a fronte degli

altissimi costi di rifunzionalizzazione, è stata proposta la conservazione di alcune parti delle imponenti strutture del grande altoforno di Unione, interpretate come “rovina archeologica ” elemento focale del parco centrale, riprendendo una lunga tradizione della storia dei giardini.

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5 foto del plastico di progetto

6 foto del plastico di progetto

7 planimetria piano tipo con prospetti e sezioni 8 dettaglio del plastico di progetto

localizzazione Milano, Sesto San Giovanni, Area Falck collaboratori Cristina Franco Daniele Suppo (visual) dati dimensionali 600.000 mq costo dell ’opera 620.000.000 €

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Concorso La Metamorfosi Torino, 2010

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Il progetto “Grow Your Green City ” denisce un nuovo modello di città per il futuro di Torino. Una comunità sostenibile fondata sulla centralità dell ’individuo e su strategie a basso impatto che ridisegnano la mobilità, l ’architettura, lo spazio pubblico. Una green community che produce ciò che consuma, dall ’energia all ’agricoltura. Una nuova idea di natura: il paesaggio produttivo, a zero costo di gestione, con biomasse, riciclo degli scarti, orti urbani familiari e collettivi, per un consumo diretto. Il progetto denisce un corridoio della naturalità, il “uidum ”, un parco lineare, uno spazio pubblico con aree di sosta, gioco, edici di servizio. Il verde entra in città con una serie di radure dedicate al relax. Tutti i servizi necessari sono a breve distanza, con percorsi progettati secondo il modo di spostamento. Il progetto promuove mobilità alternative con stazioni per auto elettriche e car sharing. La linea 2 del metrò attraversa la città, promuovendo la rinuncia all ’auto. La rete di strade interne riduce il più possibile l ’interferenza degli autoveicoli, escludendo l ’attraversamento passante del quartiere. Il disegno della nuova città

nasce dalle vie diagonali, dai grandi lotti che frammentano la griglia urbana, dal recupero dei tracciati storici dei canali. Via Regaldi è l ’asse portante che divide lo Scalo Vanchiglia in due fasce: la parte a nord, a bassa densità, un tessuto di aree verdi punteggiate da ville urbane, serre, piccoli loft. La parte a sud, dalla morfologia urbana più alta e densa e un affaccio privilegiato sul paesaggio. I nuovi edici scandiscono una serie di fasce trasversali a via Regaldi, che permettono la totale permeabilità urbana tra parco e nuova città. Il disegno urbano consente un ’efcace ventilazione, il miglior soleggiamento e una profonda trasparenza visiva. Il progetto promuove un mix di funzioni urbane: servizi di interesse pubblico, un distretto produttivo leggero e una prevalenza di residenza, con modelli abitativi innovativi, dal co-housing, con spazi e servizi condivisi, spazi tipo loft per lavorare e abitare, e housing sociale. Il nuovo insediamento produce più energia di quanta ne consuma. Ogni edicio è un potenziale produttore di energia da fonti rinnovabili, messa in rete a disposizione del

quartiere. L ’architettura promuovono le più aggiornate tecnologie energetiche. Il progetto “Grow your Green City ” porta a Torino un nuovo modello di vita per il prossimo decennio. progetto Benedetto Camerana con Andreas Kipar (Land) funzioni Progetto urbanistico di riqualicazione area Scalo Vanchiglia committente Comune di Torino procedura Concorso di idee cronologia Aprile 2010 localizzazione Torino, Area Scalo Vanchiglia


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1 vista a volo d ’uccello dell ’area di intervento

2 masterplan

3 vista verso piazza verde su via Regaldi

4 schema del costruito che denisce due parti di città: quella più conecntrata, “high city ”, e quella a minore densità, “slow city ”.

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7 vista delle residenze e del sistema del verde produttivo tra via Bologna e via Regaldi

8 dettaglio del masterplan

9 vista di un interno su via Regaldi, con gli orti pertinenziali sul tetto

consulenti Andrea Boschetti, Alberto Francini (Metrogramma), Andreas Kipar (Land), AI engineering, Felice De Luca, Se-Arch, Ubaldo Bossolono, Studio Prau Marco Garosi collaboratori Paolo Dall ’Ara, Giulia Bonomi, Eugenia Comparetto, Vincent Jeanson, Aline Nunes, Sabrina Saldo, André Temporelli dati dimensionali 270.000 mq: totale 114.000 mq: parco 400.000 mq: edicato

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5 studio del sisstema di sostenibilitĂ del quartiere

6 sezioni

7 vista della piazza urbana da via Regaldi

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8 vista delle residenze e del sistema del verde produttivo tra via Bologna e via Regaldi

9 dettaglio del masterplan

10 vista di un interno su via Regaldi, con gli orti pertinenziali sul tetto

consulenti Andrea Boschetti, Alberto Francini (Metrogramma), AI engineering, Felice De Luca, Se-Arch, Ubaldo Bossolono, Studio Prau, Marco Garosi, City collaboratori Vincent Jeanson (capo progetto) Paolo Dall ’Ara, Giulia Bonomi, Eugenia Comparetto, Aline Nunes, Sabrina Saldo, André Temporelli dati dimensionali 270.000 mq: totale 114.000 mq: parco 400.000 mq: edicato

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Centro commerciale Galleria San Federico Torino, 2010

progetto Benedetto Camerana funzioni Centro commerciale committente Immobiliare Lombarda S.p.A. procedura Incarico diretto cronologia Progetto 2009 localizzazione Torino, Galleria San Federico collaboratori Paolo Dall ’Ara, Giulia Bonomi, Giovanni Comoglio, Vincent Jeanson, Aline Nunes, Sabrina Saldo, André Temporelli dati dimensionali tot. 1.900 mq

1 1 sezione del centro commerciale

2 planimetria del piano terra con la distribuzione dei negozi secondo unità differenti

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3 3 vista prospettica del centro commerciale

4 proposte di moduli a battente e scorrevole per l’’arredo interno

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Palazzo per la Provincia Bergamo, 2009

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1 fotoinserimento di progetto: vista da via Europa 2 masterplan 3 pianta del piano terra 4 le relazioni urbanistiche-compositive:profilo territoriale ovest-est 5 fotografia del plastico di progetto

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La provincia di Bergamo ha indetto un concorso internazionale in due fasi. Nella prima fase sono intervenuti 152 gruppi di progettazione con una proposta che prevede la presentazione di un’idea di progetto del tema in concorso e del proprio c.v. professionale. In seguito a ciò sono stati selezionati 10 gruppi (a voi noti) con l’esclusione di alcuni più importanti al mondo (America, Giappone, Europa). Il tema difficile del concorso era la costruzione di una headquarter della provincia di Bergamo, come primo step di un masterplan di ingrandimento della città di Bergamo. Il masterplan prevede un cluster di torri di h. massima di 88 mt. La delicatezza del tema era la relazione fra questa torre e lo skyline della Bergamo antica. La nostra interpretazione rovescia il concetto del masterplan proponendo una torre orizzontale che sale lentamente richiamando la salita di Bergamo alta, costruendo una corte e terminando con un solo elemento verticale che ospita uffici di presidenza raggiungendo una quota massima di 64 mt. La proposta della facciate e degli impianti dà una risposta estremamente avanzata e innovativa

in termini di risparmio energetico e comfort tecnico degli spazi di lavoro.

progetto Benedetto Camerana + Jan Störmer Partner funzioni Uffici per la nuova sede della Provincia di Bergamo, galleria commerciale e servizi committente Provincia di Bergamo procedura concorso internazinale di progettazione, selezionato tra i primi dieci per la seconda fase cronologia progetto architettonico 2009 localizzazione Bergamo


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6 prospetti nord-ovest 7 piante e distribuzione delle funzioni

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8 prospetti nord-est 9 fotoinserimento di progetto: vista da Bergamo alta

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10 vista della corte interna 11 sezione A-A 12 gli elementi di rivestimento delle facciate: dettaglio della facciata e della copertura

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13 render di progetto della nuova sede della provincia di Bergamo 14 e 15 fotografie del plastico di progetto 16 la hall: una piazza pubblica coperta

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gruppo di progettazione Jan Störmer (Jan Störmer and partners GmbH), Hermann Kohllöffel collaboratori Alexandra von Bassewitz, Sofia Castagneri, Paolo Dall’Ara, Gali Guevara, Vincent Jeanson, Aline Nunes, Simone Maniscalco, Alberto Raimondi consulenza impianti Volkmar Bleicher (Trans Solar Energietechnik GmbH), Prodim srl ingegneria per le facciate Henrich Van Heyden (PBI Planungsbüro für Ingenieurleistungen GmbH) consulenza ingegneristica Consit consulenza energetica Vincenzo Corrado consulenza strutturale Si.me.te. srl

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dati dimensionali 26.250 mq

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Ecoborgo di Mezzacampagna Verona, 2008

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Una proposta naturalistico- simbolica che integra in un disegno armonico il paesaggio, le diverse funzioni immobiliari e i temi della sostenibilità e del risparmio energetico. Il progetto riguarda una bellissima zona della campagna veronese, circondata da un paesaggio ancora in gran parte rurale, normata da un P.A.T e strategicamente localizzata nel quadrante ovest, tra il centro storico e le autostrade, in prossimità dell ’aeroporto. La trasformazione dell ’area è il risultato di un ’iniziativa mista fra operatori immobiliari consociati nella società San Massimo e la curia vescovile che, in cambio della completa demolizione e ricostruzione del complesso seminariale esistente (fatta salva la chiesa), conferisce diritti edicatori per circa 150.000 metri quadrati destinati alle diverse funzioni di residenza, commercio, terziario- ufci, servizi, centro-residenza assistita per anziani. Al concorso a inviti per l ’elaborazione di una proposta generale che ridisegni tutta l ’area del seminario partecipano, tra gli altri, Cino Zucchi, Antonio Citterio, 5+1. L ’impianto urbanistico della nostra proposta

è guidato da un ’intenzione simbolica e dall ’interpretazione di elementi caratteristici del territorio veronese: da un lato, la centuriatio romana, ancora leggibile nella struttura fondiaria e agricola del territorio, che determina una schema con orientamento nord-sud; dall ’altro la giacitura del centro storico di Verona derivante dal castrum romano, con gli assi del cardo e del decumano orientati verso nordest e sud-ovest. Su queste due geometrie si sovrappone una doppia spirale “aurea ”, avente il suo centro di costruzione geometrica nella grande chiesa, che diventa il fulcro generatore, visivo e simbolico, dell ’intero insediamento. La spirale, che non ha ne né origine, è stata scelta in quanto simbolo di armonia e collegamento ideale fra le diverse funzioni ospitate dal borgo che rappresentano anche le diverse fasi della vita umana: la gioventù del seminario e della scuola, l ’età adulta della famiglia e della residenza, la terza età. I tracciati concentrici della spirale determinano due “sollevamenti del suolo ” modellati con terra di riporto, che richiamano i bastioni in terra del sistema delle fortezze esterne.

progetto Benedetto Camerana funzioni complesso seminariale ed R.S.A. piano paesaggistico, con commerciale, religioso, abitativo, scuole, sport, rsa, commerciale, direzionale, artigianale, ricettivo specialistico, tness e salute, verde pubblico, infrastrutture sportive, polo religioso committente Seminario vescovile di Verona e San Massimo s.p.a procedura concorso di idee ad inviti cronologia progetto architettonico 2008 localizzazione Verona, Ecoborgo di mezza campagna


assi centro storico verona

spirali della sezione aurea

assi sovrapposti

disegno del verde e dei percorsi

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1 planimetria delle residenze 2 dettaglio del masterplan 3 studio del contesto storico e masterplan 4 vista degli ediďƒžci in linea 5 vista degli ediďƒžci a torre

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Ambito commerciale/direzionale/tempo libero

Parco pubblico

Ambito residenziale

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Polo religioso

Auditorium

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RSA

6 vista a volo d’’uccello 7 le residenze: tipologia a torre 8e9 miniappartamenti e comunità alloggiodella rsa

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10 residenza sanitaria assistita: vista degli edici in linea 11 polo commerciale - direzionale - tempo libero: sezione della piscina e prospetto da via lugagnano 12 vista degli edici in linea

collaboratori Stefania De Paola, Davide Ferrando, Vincent Jeanson, Hermann Kohllöffel, Simone Maniscalco, Francesca Nicolosi, Aline Nunes, Lennart Poehls, Sabrina Saldo consulenti Gianluca Cosmacini, Luisa Abrigo e Stefano Dotta (Environment Park), Marco Della Sette e Tito Stefanelli (TTA), Salvatore Calì Quaglia, Margherita Converso e Andrea Vosilla (Metec&Saggese), Marco Molon, Elisa Ziviani, Lisa Modenini dati dimensionali 60.100 mq residenze 7.000 mq commercio/direzionale/artigianale 4.700 mq ricettivo specialistico e tness & salute tot 71.800 mq

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Nuovo quartiere Cascina Merlata Milano, 2008

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1 render di progetto

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Un nuovo quartiere circondato da un grande parco pubblico e senza trafco raccoglie l ’eredità di uno delle ultimi spazi agricoli della periferia milanese. Il progetto riguarda un ’area residuale di 530.000 mq nel quadrante nordovest della città, in una zona strategicamente adiacente all ’area eristica di Rho, a quella industriale di Pero, alla ferrovia, al quartiere di San Siro e al Cimitero Maggiore. La società immobiliare “Euromilano ” si associa al consorzio dei costruttori di Milano “Greenway ” e acquista l ’area per costruire 316.000 mq di SLP mista, prevedendo un quartiere multifunzionale con maggioranza residenziale, un grande albergo, un complesso ufci e un enorme centro commerciale. Viene bandito un concorso a inviti richiedendo a dieci studi la formulazione di un masterplan con approfondimenti sui dettagli delle residenze, su soluzioni nalizzate al risparmio energetico e sull ’integrazione con i grandi assi stradali esistenti e in progetto. Gli studi vincenti sono tre, Cucinella, Citterio e Caputo, ma non vi sono stati esiti di incarico diretto. L ’area di concorso è un grande vuoto “disegnato ” nel territorio da scelte insediative e infrastrutturali fatte in precedenza. Per

ridare un ’identità a q uesta sorta di “nonluogo ” si sceglie come fulcro generatore del nuovo disegno urbano la Cascina Merlata, che rappresenta un segno territoriale forte sia come edicio sia per le tracce agricole della roggia e il disegno dei fondi e diventa il punto di partenza di un “boulevard ” urbano pedonale che attraversa il quartiere verso il centro commerciale e gli ufci. Volendo mantenere quest ’ultima porzione di campagna milanese e una supercie naturale la più ampia possibile, si sceglie di concentrare l ’edicato sul lato ovest e sud-ovest. La densità quasi urbana del costruito (e dei parcheggi, realizzati su due livelli esclusivamente al di sotto dell ’impronta a terra degli edici) permette, da un lato, di massimizzare la supercie verde ltrante, dall ’altra di ridurre le distanze interne al quartiere, caratterizzato da strade pedonali e percorsi verdi che “portano ” il parco all ’interno del complesso urbano. L ’accesso veicolare è infatti permesso solo da un lato come viabilità di accesso alla residenza, ma è escluso il trafco passante. Si sceglie di non connotare le differenze fra edilizia convenzionata ed edilizia libera prevedendo una distribuzione a isolati misti, alternando edici alti e bassi. Gli isolati

inquadramento urbano 3 vista aerea del complesso 4 fotograe del plastico di progetto

sono aperti con interni semipubblici con un piano terra rialzato affacciato su corti private, isole di verde al di sotto delle quali si trovano i parcheggi. progetto Benedetto Camerana gruppo di progettazione Consulenza trasporti: Marco Dellasette, TTA Consulenza energia: Emilio Paolucci, Pianeta srl, Settimo T.se Consulenza urbanistica: Gaetano Lisciandra, Studio Liscandra, Milano funzioni Nuovo quartiere urbano con residenza libera e convenzionata, ufci, albergo, servizi pubblici, parco committente Euro Milano S.p.A. (Gruppo Intesa SanPaolo), Greenway S.p.A. procedura cronologia Gennaio - aprile 2008


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5 planimetria complessiva

6 dettaglio sull ’asse del parco

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01. “Cascina Merlata ”: centro civico intergenerazionale e porta urbana 02. Complesso scolastico 03. Scuola superiore di design 04. Lago dell ’energia 05. Asilo nido 06. Centro sportivo e di informazione “Cascina Merlata ” 07. Boulevard pedonale 08. Corridoio verde 09. Canale Merlata 10. Green front 11. Asse del parco 12. Pergola solare 13. Piastra commerciale 14. Torre per ufci integrata 15. Portale del complesso alberghiero 16. Business Forum 17. Collina del minieolico

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7 prospetti 8 studio delle facciate delle residenze 9 e 10 render di progetto

collaboratori Vincent Jeanson Hermann Kohllรถffel Simone Maniscalco Aline Nunes Lennart Poehls

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dati dimensionali tot. 360.000 mq 360.000 mq SLP

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Polo Scientiďƒžco e Tecnologico Area ex-Alumix Bolzano, 2008

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Rappresentare il nuovo con un segno visibile ma contenuto, per rileggere e recuperare elementi formali e organizzativi della preesistenza, importanti esempi di architettura industriale del razionalismo europeo. Questa la losoa progettuale del progetto elaborato per il riuso dell ’ex area industriale Alumix costruita nel corso degli anni 1936-40 dal governo mussoliniano. Nel 2007, per favorire l ’insediamento di aziende di alta tecnologia nell ’area dismessa, l ’amministrazione propone la realizzazione di un parco scientico tecnologico. Il concorso internazionale aperto in due fasi bandito dalla Provincia di Bolzano prevedeva: il recupero del complesso per la produzione di alluminio; la realizzazione di un edicio per ufci e laboratori nel lotto dell ’area ex Magnesio; un masterplan per un ’area di 20.000 mq destinata a ospitare aziende ed enti

di ricerca privati e pubblici. Vince la seconda fase del concorso, che ha visto il confronto fra le dieci migliori proposte selezionate fra circa 80 candidature, il progetto della società inglese Chapman Taylor, preferito dalla giuria per la sua esuberanza comunicativa. Il progetto di Camerana, arrivato secondo, opta invece per un inserimento discreto nell ’esistente. Per il recupero dei due grandi fabbricati esistenti (edici A e B), caratterizzati da facciate rivestite in clinker e travertino e grandi serramenti in ferro e vetro, propone una reinterpretazione degli interni, mantenuti nel loro valore originario con l ’inserto di pochi elementi architettonici di completamento: legno per le pavimentazioni, pareti divisorie in vetro, collegamenti verticali, solai e partizioni leggeri, reversibili, in metallo e in materiali montabili a secco.

progetto Benedetto Camerana con Kerschbaumer Pichler & Partner Hermann Kohllöffel Politecnica Ingegneria funzioni Riconversione del complesso industriale monumentale per la produzione dell ’alluminio e del magnesio in Incubatore per imprese e centro espositivo. committente Provincia di Bolzano procedura Concorso internazionale di progettazione preliminare in due fasi; aggiudicazione del secondo premio di 50.000 Euro cronologia Marzo – giugno 2007 (prima fase), Settembre – dicembre 2007 (fase nale)


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1 render di progetto dell ’edicio parte A, area ex alumix

2 piante delle coperture

3 sezioni edicio parte A

4 dettaglio facciata edicio parte A

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5e8 render zona creativa e centro servizi parte B 6e7 sezione della zona creativa e centro servizi parte B

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10 render di progetto dell’’ediďƒžcio parte B

11 sezione centro tecnologico parte B

12 pianta centro tecnologico parte B

13 dettaglio facciata centro tecnologico parte B

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14 pianta area ex Magnesio

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localizzazione Bolzano, ex area Alumix

sezione area ex Magnesio 16 e 17 render area ex Magnesio

collaboratori Soa Castagneri Hermann Kohllöffel Alexandra von Bassewitz Simone Maniscalco Aline Nunes Lennart Poehls Paola Robbe Sabrina Saldo Agostino Tudda dati dimensionali 78.000 mq SLP costo dell ’opera 22.500.000 Euro

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Museo nazionale dell’’Auto Torino, 2005

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1 vista dal piazzale di corso Unità d ’Italia

2 fotograa zenitale del plastico

3 planimetria d ’inquadramento urbano

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Un percorso espositivo che si sviluppa come un nastro e superci metalliche cangianti per comunicare il mondo dell ’automobile attraverso l ’architettura. L ’ampliamento e la ristrutturazione del Museo dell ’Automobile, opera di Amedeo Albertini del 1960, erano gli obiettivi del concorso aperto internazionale bandito dal Comune di Torino e vinto da Cino Zucchi. Un intervento necessario per un edicio che non rispondeva più alle esigenze di una collezione cresciuta nel tempo e non offriva i servizi museali oggi necessari per il pubblico e l ’equilibrio nanziario di un museo. Il progetto proposto da Camerana guarda all ’idea generatrice di Albertini che, con il dinamismo della facciata in curva lungo il viale di scorrimento veloce di corso Unità d ’Italia, si proponeva di comunicare il carattere dell ’automobile attraverso il linguaggio architettonico. Considera inoltre il rapporto del progetto originario con il paesaggio, unica concessione al contesto per un architetto che ispirava la sua ricerca ai modelli di architettura del Nord Europa e del Nord America, evitando riferimenti al linguaggio formale e ai materiali del luogo. Il museo, affacciato lungo una delle principali direttrici di accesso alla città, è situato in un contesto di forte visibilità, ma è a sua volta un punto di osservazione privilegiato verso il viale, la collina, il ume e il parco. Il visitatore è introdotto in una corte aperta, percorribile

dalle auto e delimitato da una parete vetrata oltre la quale si accede all ’interno e alla doppia scala ellittica che organizzava la circolazione verticale del museo. Il progetto di Camerana unisce in un continuum l ’architettura esistente e il suo ampliamento prevedendo un passaggio coperto che attraversa la corte e conduce nel nuovo edicio, dove un atrio passante a tutt ’altezza è il punto di avvio di una rampa che, richiamando quella del Lingotto - simbolo della Torino automobilistica - crea un nuovo percorso inglobando lo scalone ellittico. Una cupola bird-cage, anch ’essa ispirata al mondo delle automobili, copre lo spazio centralmente vuoto del nuovo volume in cui si muovono gli ascensori per il trasporto dei visitatori al terzo piano, punto di partenza della visita museale che si svolge percorrendo in discesa la rampa no al piano terreno. Avvolge il nuovo edicio una pelle di acciaio inox micropallinato, con una nitura a effetto satinato di grande durabilità che riette luci e colori esterni e richiama le superci delle carrozzerie. Il nuovo e l ’esistente hanno il loro punto di tangenza a sud, dove la facciata riprende gli allineamenti, il gioco di arretramento, l ’aggetto dei volumi e la verticalità dei segni dell ’architettura di Albertini. Le nuove maniche propongono un linguaggio simile a quelle esistenti e la loro copertura riprende, enfatizzandolo, il gioco di pieghettature delle lamiere del tetto del corpo esistente. Il progetto di ampliamento ricerca

una integrazione nel tessuto urbano torinese attraverso la ripresa del prolo dell ’isolato. Il volume a sbalzo dell ’ultimo piano, destinato a funzioni di rappresentanza, si affaccia verso sud con una vetrata a tutta altezza che permette una straordinaria veduta panoramica sul parco di Italia ‘61. La vetrata è protetta da un rivestimento, ancora in inox micropallinato ma con trattamento a microperforazione, che la protegge dall ’irraggiamento solare diretto diurno ma appare quasi impercettibile di notte quando il nuovo volume, illuminato all ’interno, appare esternamente come una scatola luminosa. progetto mandatario: Benedetto Camerana mandanti: Hugh Dutton Associés sarl, Hermann Kohllöffel, AI Engineering s.r.l., AI Studio, Giuseppe Amaro, Teknema Progetti s.r.l., Andrea Tonin funzioni Edicio adibito a museo e centro congressi committente Comune di Torino procedura concorso internazionale di progettazione Quarto Classicato cronologia Progettazione 2005 realizzazione non eseguita


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4 il nuovo corpo museale visto da via Richelmy

5 foto del plastico di progetto

6 il plastico visto dall ’alto

7 la facciata principale del museo

8 vista dall ’alto laterale del modello di studio

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9 sezione longitudinale del nuovo ampliamento

10 tre ipotesi di allestimento

11 schema distributivo a discesa dal 3 piano

12 il nuovo corpo museale collega i diversi piani

13 l’’arrivo al piano terreno

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14 planimetria piano terreno

15 vista dal basso del nuovo corpo

16 l ’ultimo piano verso il belvedere

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18 passaggio dal secondo all ’ultimo piano

19 il belvedere verso il Po

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localizzazione Torino, corso Unità d ’Italia collaboratori Claude Balthasart Eugenio Bastianini Mauro Comoli Hermann Kohllöffel Nicoletta Pramaggiore Sandrine Ravet Catherine Thiemann Andrea Tonin dati dimensionali 12.000 mq costo dell ’opera 11.742.799 Euro

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Nuova sede Angelini Roma, 2006

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Spazi verdi e permeabilità fra spazi pubblici e privati per creare un ’armonica integrazione fra la sede della più importante azienda farmaceutica italiana e il contesto urbano di insediamento, un isolato del quartiere Tuscolano, nella grande periferia romana. È con questa proposta che Camerana risponde alle richieste della Angelini SpA, che per realizzare la sua sede principale italiana, in accordo con il Comune di Roma e il Municipio, bandisce un concorso invitando importanti architetti italiani e stranieri tra cui Nicholas Grimshaw e Wiel Aretz. Il giudizio all ’organizzazione del complesso, dato collegialmente tra pubblico e privato ha premiato il locale Studio Transit. Il concorso richiede il progetto della sede farmaceutica, il recupero di un grande fabbricato produttivo degli anni dell ’immediato dopoguerra, la realizzazione di nuovi edici destinati ad ospitare le attività di ricerca, gli ufci e una serie

di servizi per i dipendenti (asilo, ristoro, centro sportivo, ecc), la riqualicazione dell ’asse via Nocera Umbra, integrando gli spazi pubblici con quelli privati con gestione di uso pubblico del lotto di Angelini. Più o meno tutti i partecipanti al concorso localizzano il quartier generale nell ’angolo nord del lotto, all ’angolo fra Viale Amelia e la strada (via Narni???? Nel pdf le vie non sono segnate e dal testo non è chiaro quali vie sono dove) che, con un forte dislivello scende verso l ’ampia via Nocera Umbra. Per l ’esistente edicio multipiano razionalista, il progetto di Camerana prevede una ristrutturazione degli interni “denunciata ” anche esternamente da nestre doppie “tecnologiche ” che scandiscono con un nuovo ritmo la regolare facciata, che funzionano come mini-macchine di gestione dell ’energia perché costituiscono una riserva di calore in inverno e permettono la dissipazione del calore in estate.

Alcune di queste nestre sono allestite nello spessore murario, con la doppia vetrata a lo esternamente e internamente, altre sporgono di 40-45 cm verso l ’esterno. progetto Benedetto Camerana funzioni Ristrutturazione urbanistica di un isolato sede della Angelini S.p.A. con nuove palazzine ufci, trasformazione edici esistenti, asilo pubblico e aziendale, auditorium e spazi aperti committente Angelini S.p.A. procedura Concorso di progettazione a inviti cronologia Autunno 2005


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Per il nuovo fabbricato, localizzato sull ’angolo nord-est del lotto, è stata proposta un ’immagine volutamente contemporanea: i quattro piani di ufci per la dirigenza si sviluppano fra un piano terra trasparente, organizzato su pilotis e chiuso da vetrate, e un coronamento destinato a tness club a disposizione degli impiegati, formalmente progettato per comunicare con un ’immagine forte le caratteristiche di un ’azienda che si occupa di ricerca e innovazione. Il design interno integrato richiama i movimenti dei percorsi esterni e l ’immagine dell ’azienda. Il concorso richiedeva, inoltre, la ristrutturazione di via Nocera Umbra, la realizzazione di una piazza con parcheggio interrato e un asilo pubblico. Il progetto realizza il collegamento fra le diverse parti del nuovo quartiere creando una rete di spazi verdi e connessioni fra pubblico e privato lungo il percorso che partendo dalla piazza, risale da via Nocera no alla quota di

via Narni?????, attraversando in salita tutto il lotto. Parte fondamentale dell ’integrazione sono gli asili, quello pubblico affacciato sulla piazza, e uno per i dipendenti Angelini affacciato sul giardino interno dell ’azienda, come pure l ’edicio dell ’auditorium, privato ma utilizzabile anche dal Comune per usi pubblici specici. Questa ricerca di permeabilità fra gli spazi e di commistione fra fruizioni pubbliche e private degli spazi non ha tuttavia incontrato l ’approvazione di un ’azienda che, facendo ricerca, preferisce riservatezza e protezione dall ’esterno.

1 render di progetto

2 planimetria generale di progetto

3 pianta del livello delle funzioni pubbliche

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4 prospettiva esterna dell ’edicio 5 sezioni 6 piante della nuova palazzina 7 vista interna degli ufci

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localizzazione Viale Amelia 70, Roma collaboratori Mauro Comoli Hermann Kohllöffel Alessandro Rigazio Andrea Tonin Agostino Tudda progetto impianti Metec & Saggese dati dimensionali 18.000 mq SLP

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costo dell ’opera 24.500.000 Euro

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Concorso per la Nuova Sede centrale del San Paolo IMI Torino, 2006 progetto Studio Daniel Libeskind (capogruppo) Benedetto Camerana funzioni Torre ufci per la nuova Sede centrale del Sanpaolo IMI, con ufci, auditorium, ristorante e liale bancaria committente Sanpaolo IMI cronologia Primavera 2006 collaboratori Antonio Bellonio, Mauro Comoli, Hermann Kohllöffel, Alessandro Rigazio, Andrea Tonin, Agostino Tudda dati dimensionali 50.000 mq SLP costo dell ’opera 99.900.000 Euro

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1 planimetria urbanistica

2 pianta piano secondo

3 vista dell’’atrio di ingresso

4 vista diurna della torre 5 vista interna degli ufďƒžci 6 vista del ristorante interno 7 la sala conferenze

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RFI concorso “cintura sud� Milano, 2007

progetto Benedetto Camerana con Hermann KohllĂśffel, Studio 3TI Progetti, Paolo Villa (paesaggista) studio AGEP, AI Group funzioni Barriera antirumore su linea ferroviaria committente RFI, gruppo ferrovie dello stato procedura Concorso internazionale di progettazione, Secondo classificato cronologia concorso, progetto preliminare 2007 localizzazione Milano, cintura sud dati dimensionali Tratta ferroviaria di 3,5 km.

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planimetria e prospetto della barriera 2 render della barriera 3 prospetto e sezione della barriera

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Camerana&Partners via Quittengo 35/d 10154 Torino Italia tel +39 0112475409 fax +39 011 2876084 amministrazione@camerana.com www.camerana.com


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