White Circus # 7

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Magazine of Sinetica Industries - Ottobre/October 2014

Issue # 07 anno 5

Orgatec… più che uno stand, uno specchio del mondo!

Orgatec…more than a stand, a mirror of the world!

L’evoluzione del modo di lavorare

The work mood’s evolution

Piazza Italia mette in scena trasparenza e luce Piazza Italia showcases transparency and light

Luca Manfè un italiano MasterChef USA

Luca Manfè: an Italian MasterChef USA


Sinetica Industries Srl via Plinio Fabrizio, 20 31046 Oderzo TV, Italy T +39 0422 501611 F +39 0422 501679 info@sinetica.com www.sinetica.com


VOGUE DESIGN SINETICA LAB


Editorial

Superconsumer Parola macedonia, neologismo sincratico, composto aplologico. Che brividi! Sembrano armi misteriose e terrifiche di un novello Mazinga adattato alla contemporaneità. Armi linguistiche che definiscono, invero, l’identità di un trasformer minaccioso che s’affaccia all’orizzonte di un mercato sfilacciato ed inquieto: Prosumer, ovvero producer consumer, il nuovo supereroe dei consumi che si è svincolato del suo ruolo passivo per impossessarsi del dominio sul mondo della creazione, della produzione, della distribuzione e – ovviamente – della fruizione. Complice la crisi, la condivisione dei social network ed una maggiore consapevolezza dei propri bisogni e delle proprie aspettative, il consumatore s’è fatto scaltro, guardingo, propositivo ed impositivo. L’ordine mondiale è sovvertito dal nuovo eroe, è lui a determinare tendenze individuali e ad anticipare mode globali; non si scherza più, «personalizzare» è diventato il nuovo motto di sottomissione affisso sulle forche caudine dei produttori sconfitti. Noi di Sinetica non ne siamo affatto spaventati, tutt’altro, abbiamo addirittura ospitato felicemente questa nuova «invasione» creando Engeneering, un reparto altamente specialistico concentrato sullo sviluppo esclusivo di prodotti su misura ad uso di progettisti professionali e committenti finali. Nessuna rivoluzione per noi perché «la vita – come affermava il filosofo Henri Bergson – è sempre creazione, imprevedibilità e, nello stesso tempo, conservazione integrale e automatica dell’intero passato». Quel passato di cui andiamo orgogliosi, quel cambiamento creativo che sarà vitale e benefico non per accogliere il presente ma per creare il futuro. Buona lettura. 2 WHITE CIRCUS

A portmanteau word, new or old, a composite haplology. Enough to send shivers down your spine! They seem to be mysterious and terrific weapons of a new Mazinga animation adapted to be contemporary. Linguistic weapons that indeed define the identity of a threatening transformer looking to the horizon of a ragged and restless market: Prosumer, from producer consumer, the new consumer superhero has freed himself from his passive role to take possession of dominion over the world of creation, production, distribution and - of course - fruition. Owing to the crisis, sharing social networks and having a greater awareness of their needs and their expectations, the consumer has become shrewd, careful, purposeful and imposes himself. The world order has been subverted by the new hero, he determines individual trends and anticipates global fashion; you can’t play around any more, “personalise” has become the new motto of submission fixed on the Caudine Forks of defeated producers. We at Sinetica are not at all frightened, far from it, we have even happily hosted this new “invasion” by creating Engeneering, a highly specialist department focused on the development of custom -made products for professional designers and final clients. There is no revolution for us because “life - as pointed out by the philosopher Henri Bergson - is always creation, unpredictability and, at the same time, is an integral and automatic record of the entire past”. That past of which we are proud, that creative change that will be vital and beneficial not to accept the present, but to create the future. Happy reading.

Sinetica Lab Nel 2005 Sinetica ha creato «Sinetica Lab», un reparto interno all’azienda che si occupa di Marketing, Comunicazione e Design. Da qui le idee partono per il loro viaggio e prendono forma al susseguirsi delle stazioni nelle quali accogliamo i nostri compagni di viaggio, professionisti, collaboratori e fornitori specializzati che contribuiscono alla definizione di un progetto, di un prodotto o di un’iniziativa marchiata Sinetica. Un viaggio di idee dalla lontana destinazione, un viaggio che incrocerà nuovi paesaggi, nuove suggestioni, nuove riflessioni e si nutrirà, lui stesso, di altre ed innovative idee. // In 2005, Sinetica created «Sinetica Lab», an internal department of the company, which deals with Marketing, Communication and Design issues. From here ideas start their journey and take shape, one station after another. These are the stops where we welcome our travel mates: specialized professionals, collaborators and suppliers who contribute to defining either a project, or a product, or an initiative by Sinetica. A journey of ideas, to a far destination. A journey where new landscapes, suggestions and considerations will meet. And the journey itself will feed on further, innovative, ideas.


4 trend

Concept e coordinamento editoriale: Publishing concept and coordination: Edimotion

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Marple | Gold | Gold Pink Grey | Copper Orange

Art Direction: Sinetica Station

Index

Colophon

Case History L’armonia della semplicità: la nuova sede di Value Lab The harmony of simplicity: Value Lab’s new offices

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Fabrizio Todeschini

L’evoluzione del modo di lavorare The work mood’s evolution

Progetto Grafico: Graphic design: Edimotion

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Redazione grafica e tecnica: Graphic and technical editing: Edimotion, Emilia Prevosti, Attilio Patania Comitato scientifico: Scientific Committee: Adriano Baldanzi, Emilia Prevosti, Beppe Raso, Fabrizio Todeschini, Sabrina Zannier, Team Sinetica Traduzioni: Translations: Transitus Group

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Stampa: Printing: GFP White Circus è una pubblicazione di: White Circus is a publication by: Sinetica Industries S.r.l.

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Case History

24 Events

Piazza Italia mette in scena trasparenza e luce Piazza Italia showcases transparency and light

Orgatec… più che uno stand, uno specchio del mondo! Orgatec…more than a stand, a mirror of the world!

Fabrizio Todeschini

Fabrizio Todeschini

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Case History Irinox: quando il luogo diventa racconto Irinox: when a place becomes a story Emilia Prevosti

32 Food Luca Manfè. Un italiano MasterChef USA Luca Manfè: an Italian MasterChef USA

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Emilia Prevosti

34 focus La personalità al centro Personality as its centre

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Emilia Prevosti

Customizzazione, un nuovo dialogo tra progettista e azienda Customisation, a new dialogue between designer and company

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Case History Ailita Engineerging: lo spazio dinamico Ailita Engineerging: the dynamic space Emilia Prevosti

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we like

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Trend Interview

L’evoluzione del modo di lavorare The work mood’s evolution Intervista a /Interview with Alessandro Adamo

Sono S

ono anni che si parla di evoluzione del modo di lavorare e, di conseguenza, del concetto ufficio. Si è parlato di Home Office, di Co-Working, oggi è in voga il Shared Workspace. Dall’isolamento alla condivisione. Tutto ciò come ha influito e influisce nella progettazione di spazi di lavoro efficienti? Un tempo gli uffici erano composti da lunghi corridoi su cui affacciavano stanze singole e sale riunioni; poi si è incominciato a lavorare in open space, ossia in un grande spazio condiviso, che era stato inizialmente concepito semplicemente come un modo efficace per risparmiare metri quadrati. Ma questo approccio ovviamente non ha funzionato! Oggi stiamo assistendo ad un’evoluzione dell’open space basato sull’evoluzione del modo di lavorare delle persone, vere protagoniste dei nostri progetti. Fino a circa vent’anni fa le persone tendevano ad occupare la propria postazione per tutto il giorno. Oggi non è più così! Osservando il modo di lavorare e di utilizzare gli spazi, possiamo distinguere tre profili di professionisti: i residence,

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ossia persone che quotidianamente vanno in ufficio e non hanno particolari necessità di spostarsi dalla propria postazione; gli internal mobile, cioè persone che vanno in ufficio ma trascorrono poco tempo alla propria postazione; e gli external mobile, coloro che svolgono la propria attività all’esterno dell’ufficio. Questo dato si può tradurre nella riduzione del numero di postazioni rispetto ai dipendenti che sperimentano così lo sharing della scrivania. O, addirittura, il non territorial ovvero uffici in cui nessuno ha un posto assegnato o un settore e tutti si siedono laddove ci sia bisogno, accanto a colui con cui devono collaborare quella giornata. Da tutto ciò emerge che il moderno open space non è più uno stanzone, bensì un mix di scenari. Diventa cioè un luogo frazionato in aree composte da phone booth in cui trovare la necessaria privacy per una telefonata o per scrivere un’e-mail impegnativa, in sale riunione formali o in spazi organizzati con i proiettori per veloci breafing con il proprio team.


Interview Trend L’ufficio viene disegnato in relazione alle attività e diviso in aree dedicate a specifiche esigenze. Le aree di Co-Working, ovvero spazi che chiunque può affittare per lavorare per un periodo di tempo limitato, nascono negli USA e ce ne sono sempre di più. In questi luoghi posso nascere cose interessanti tra team diversi che magari si incontrano in modo casuale. Nell’interscambio c’è sempre crescita! Il modo di lavorare cambia continuamente, ma ultimamente sembra si stia assistendo ad una più veloce evoluzione. Qual è la sua esperienza? Le persone sono molto più dinamiche rispetto ad un tempo e si plasmano velocemente in relazione a quello che serve all’organizzazione. Noi affrontiamo progetti enormi, che durano magari un paio d’anni tra progettazione, costruzione del building e layout interno; spesso le organizzazioni dei diversi dipartimenti cambiano prima ancora del trasferimento nella nuova sede. Qual è il vostro approccio? Il nostro approccio è basato sulla comprensione delle esigenze del cliente, dei suoi bisogni, delle sue dinamiche. Fotografiamo le organizzazioni attraverso l’osservazione e l’ascolto per comprendere come viene utilizzato lo spazio nel corso della giornata lavorativa (Tie Utilization Survey) prima di fare qualsiasi altra considerazione. Diventiamo così un mezzo per plasmare lo spazio e renderlo perfettamente aderente alle sue esigenze attuali e, per quanto possibile, future. Interdisciplinarietà sembra essere la parola chiave dei nuovi modelli di business. Questo concetto trova una rispondenza anche nel vostro lavoro: come ha modificato il vostro modo di lavorare? Da noi i professionisti sono altamente specializzate. La nostra materia è complessa e non è possibile improvvisarsi. Proprio grazie alla nostra alta formazione, alla nostra dimensione (più di 100 professionisti tra architetti e ingegneri) e alla nostra copertura di tutti

gli aspetti della progettazione, dall’edilizia, all’interior design, allo space planning, alla consulenza strategica, agli impianti, a seconda della tipologia di progetto siamo in grado di costruire i team di lavoro su misura per i nostri clienti. Quali sono gli elementi chiave che distinguono un moderno ed efficiente ambiente di lavoro da un ufficio obsoleto? Gli uffici sono cambiati perché sono cambiate le persone. Gli uffici più di qualsiasi altro spazio rispecchiano l’evoluzione di una società: il suo modo di concepire il lavoro, la privacy e la socialità. Sono le persone a fare la differenza! Ha ancora senso parlare di ufficio del futuro? Se si, secondo voi come sarà? La parola chiave è flessibilità. Gli spazi devono agevolare i flussi. Il progetto deve agevolare i cambiamenti organizzativi. In questo contesto, il tema spazio è solo uno degli aspetti. La gestione delle risorse deve essere altrettanto flessibile così come la fornitura delle tecnologie e la gestione delle persone non più giudicabili sulla base delle ore di lavoro svolte ma sul raggiungimento degli obiettivi. Solo così si può parlare di benessere in ufficio e di vera evoluzione.

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Interview

For F

or years we have talked about the evolution of working practices and, consequently, of the office concept. The Home Office and Co-Working have been discussed and today the Shared Workspace is in vogue. From isolation to sharing. How has this influenced the design of efficient work spaces? In the past, offices were often composed of long corridors where individual rooms and meeting rooms faced each other; this then gave way to working in open space, or in a large shared space, which was originally conceived as simply an effective way to save square meters. But this approach obviously hasn’t worked! Today we are witnessing an evolution of open space based on the evolution of the way people work, the real protagonists of our projects. Up until about twenty years ago people tended to occupy their own workstations for the entire day. Today this is no longer the case! By examining the way we work and use spaces, we can distinguish three profiles of professionals: residences, i.e. people who go to the office on a daily basis and have no particular need to move from their work station; the internal mobiles, that is, people who go to the office but spend little time at their workstation; and the external mobiles, those who carry out their activities outside the office. This data can be translated into a reduction in the number of workstations with respect to the employees who thus experience desk sharing. Or, even, the non-territorials or offices where no one has an assigned workstation or area and everyone sits down where required, next to colleagues with whom they will be working on that particular day. From all this it appears that the modern open space is no longer a large room but a mix of scenarios. It becomes, that is, a place that is divided into areas made up of phone booths in

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which to find the necessary privacy for a phone call or to write a challenging e-mail, into formal meeting rooms or into spaces that are organised with projectors for fast briefings with the team. The office is designed in relation to the activities and divided into areas dedicated to specific needs. Areas of Co-Working, or spaces that anyone can rent to work for a limited period of time, are springing up in the United States and are increasing in number. In these places, interesting things can arise between different teams that perhaps meet randomly. With interchange there is always growth! The way we work is changing constantly but lately it seems to be witnessing a faster evolution. What is your experience? People are much more dynamic than in the past and will quickly adapt in relation to what the organisation requires. We deal with huge projects, which perhaps last a couple of years, involving planning, construction of the building and internal layout; often the organisations of different departments change even before moving to the new location. What is your approach? Our approach is based on the understanding of customer requirements, their needs and their dynamics. We photograph organisations through observation and listening to understand how space is used in the course of the working day (Tie Utilisation Survey) before continuing with any other consideration. We thus become a means to shape the space and to make it perfectly adherent to its current needs and, as far as is possible, for future needs.


Interview Interdisciplinarity seems to be the keyword of the new business models. This concept also finds a correspondence in your work: how have you changed your way of working? In our organisation, the professionals are highly specialised. Our theme is complex and it is not possible to improvise. Thanks in fact to our advanced training, our size (more than 100 professionals including architects and engineers) and our coverage of all the aspects of the design, including construction, interior design, space planning, strategic consultancy and systems, depending on the type of project, we are able to create bespoke work teams for our clients. What are the key elements that distinguish a modern and efficient working environment from an obsolete office? Offices have changed because people have changed. Offices, more than any other space, reflect the evolution of a company: its way of conceiving work, privacy and sociability. It is people that make the difference!

Alessandro Adamo, architetto, direttore di DEGW Italia. Alessandro Adamo, architect, director of DEGW Italia

Does it still make sense to talk of the office of the future? If yes, in your opinion, what will it be like? The key word is flexibility. The spaces must facilitate flows. The design must facilitate organisational change. In this context, the theme of space is only one aspect. The management of resources must be flexible as must the provision of technologies and the management of people that can no longer be judged on the basis of the hours worked but on the achievement of objectives. It is only in this manner than we can refer to well-being in the office and to true evolution.

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Case history

Piazza Italia mette in scena trasparenza e luce Piazza Italia showcases transparency and light by Fabrizio Todeschini Photo Marco Casciello

La L

a nuova sede di Piazza Italia, azienda di riferimento del fashion retail, è all’interno dell’interporto di Nola; occupa un edificio di nuova costruzione a pianta ovale di 4100 mq, disposti su 5 livelli di cui uno interrato. La trasparenza e la luce, elementi fortemente percepibili all’interno dell’edificio, sono alla base di questo importante intervento progettato dall’architetto Antonio Sirignano e dal suo staff. Infatti, particolare attenzione è stata posta al progetto di interior, per offrire alle persone, ambienti ottimali, stimolanti e belli, in cui trascorrere la giornata lavorativa. La comunicazione e la collaborazione tra le persone, alla base del modo di concepire la vita e il lavoro di Piazza Italia, sono il supporto da cui nascono i flussi di lavoro e le conseguenti relazioni. Tutte le aree operative convivono in sinergia, da qui la scelta di lavorare in open space o comunque in uffici chiusi ma resi trasparenti grazie all’uso di partizioni interne in cristallo. La trasparenza rappresenta perfettamente 14 WHITE CIRCUS


Case history

l’approccio aziendale di questa importante realtà che basa il proprio leitmotiv sulla collaborazione, il coinvolgimento dei dipendenti e la comunicazione. E così anche l’involucro architettonico, percepito dall’esterno come totemico, restituisce all’interno un concetto di trasparenza e rarefazione che trasmette energia ma, soprattutto inonda di luce gli ambienti che, in questo modo, paiono dilatati. Gli uffici diventano così piacevoli e mai opprimenti. La razionalità, che è alla base di tutte le valutazioni aziendali, ha portato alla scelta di arredi sobri e raffinati, essenziali e tecnicamente all’avanguardia come il versatile Diamond la cui apparente semplicità nasconde un lungo processo di ricerca e sviluppo sulle potenzialità applicative ed espressive, formali e materiche. Utilizzato nelle aree operative più grandi con i formidabili Screen Plus, gli schermi di ultima generazione che garantiscono totale copertura visiva e acustica, Diamond si rivela perfetto alleato del confort.

Così come Frame+ Meeting prestigioso e minimalista ma mai banale, bellissimo abbinato alle sedute Captain Visitatore e Manager con imbottiture in piuma d’oca e rivestimento in fior di pelle o in denim. Pareti, armadi, cassettiere, tavoli tutto è previsto in bianco. Quel bianco, bruscamente interrotto dalle coloratissime sedute che sottolineano la mission aziendale di moda e creatività. Questa rottura è tale da crea un motivo architettonico che esalta il colore rendendo i luoghi di lavoro raffinati e personali. Sfilano così, lungo i tavoli, inedite Blue previste in mille colori e raffinatissime Captain. Per non dimenticare le accoglienti poltrone Allure caratterizzate da forme pulite e proporzioni generose oltre che dagli eleganti sostegni in alluminio. Al centro di questo progetto: la persona. Tutte le sedute previste, da quelle operative a quelle direzionali, sono dotate di supporto lombare e multi regolazione per garantire massimo confort e benessere.

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Case history

The T

he new offices of Piazza Italia, a well-known company in fashion retail, is located within the Nola freight terminal and occupies a new oval-shaped building of 4100 sqm arranged over 5 levels with one basement. Transparency and light, elements strongly perceptible on the inside of the building, are the basis of this important design by the architect Antonio Sirignano and his staff. In fact, particular attention has been paid to the interior to offer people optimal, stimulating, and beautiful environments in which to spend the day. Communication and cooperation between people is at the heart

of perceiving the way of life and work at Piazza Italia, from which arises the flow of work and resulting inter-relationships. All operational areas live in synergy; from here the choice is to work in an open space or in closed offices but all made transparent through the use of internal glass partitions. The transparency perfectly represents the business approach to this important environment that bases its leitmotif on collaboration, involvement of employees and communication. The architectural envelope too, perceived from the outside as totemic, returns on the inside to a concept of openness and space that transmits energy, but especially floods the environment with light that seems to dilate the space. Offices therefore become pleasant and never oppressive. The rationality which forms the basis of all the company’s evaluations, led to the choice of sober and refined furnishings, essential and technically advanced such as the versatile, expressive, formal and textural Diamond range whose apparent simplicity hides a long process of research and development in potential applications. Used in large operational areas with the formidable Screen Plus, the latest generation screens that ensure total visual and acoustic coverage, Diamond is the perfect ally for 16 WHITE CIRCUS


Case history comfort. Frame+ Meeting is also prestigious and minimalist but never banal, beautiful too when paired with Captain Visitatore and Manager chairs that have goose feather padding and coverings in soft leather or denim. All walls, cabinets, pedestals and tables are to be supplied in white. This white, brusquely interrupted by colourful chairs, emphasizes the corporate mission of fashion and creativity. These interruptions create an architectural pattern that enhance colour, making workplaces refined and personal. Aligned together around the tables is the original Blue series in a wide choice of colours

and the stylish Captain range. Not to forget the cosy Allure chairs characterised by a clean shape and generous proportions as well as the stylish aluminium supports. At the centre of this project: the person. All planned seating, from operational to managerial, is equipped with lumbar support and multi-adjustment to ensure maximum comfort and well-being.

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Interview

Customizzazione, un nuovo dialogo tra progettista e azienda Customisation, a new dialogue between designer and company

La L

by Emilia Prevosti

a customizzazione, ossia la realizzazione di un prodotto personalizzato, è un elemento ormai fondamentale in termini di marketing da cui le aziende non possono prescindere. Si perché oggi la globalizzazione, l’emergere di nuove tecnologie, l’evoluzione della domanda e le tecnologie produttive uniformate, stanno cambiando la relazione tra consumatore e prodotto. Sono anni questi in cui il consumatore, sempre più al centro di scelte e strategie, matura consapevolmente nuove aspettative e

mantenersi aperte a quella variazione e a farla diventare di serie. Il punto è: cosa accade se un cliente che ha acquistato cento tavoli speciali, necessita dieci postazioni in più dopo sei mesi? Invece, in altre aree come le reception, gli auditorium o le aree break oltre a rispondere ai temi che ho elencato prima, devono anche caratterizzare lo spazio ed esprimere il brand. In queste aree è fondamentale per noi avere maggior libertà compositiva e non accontentarci di prodotti standard.

getta le basi per relazionarsi in modo diverso con le aziende. Ma davvero è possibile parlare di customizzazione? Cosa comporta modificare la produzione per un’azienda? Tutte le aziende sono in grado di farlo? É possibile in tutti i settori? Questi aspetti sono fondamentali: un conto è fare un’operazione di marketing, ma tutt’altra questione è modificare sensibilmente la produzione mantenendo inalterata la qualità. In questo scenario, per il settore dell’arredamento, il ruolo dell’architetto è fondamentale per divulgare le novità del mercato e tutelare il cliente da scelte grossolane. Abbiamo incontrato l’arch. Alessandro Adamo direttore di DEGW Italia e l’arch. Giuseppe Ferrara Contract & Corporate Client Manager di Sinetica.

In ultimo ci sono piccole zone di servizio, come le aree fotocopie, spesso ottenute in piccoli ritagli di spazio strategici, che necessitano arredi particolari per sfruttare al meglio la superficie a disposizione.

Architetto Adamo, cosa pensa della customizzazione del prodotto? DEGW è specializzata nella realizzazione di uffici e, normalmente, i nostri progetti sono indirizzati ad aziende leader che occupano grandi superfici e impiegano un considerevole numero di persone. Progettare uffici significa tenere in considerazione aspetti normativi, di sicurezza ma anche di manutenzione e flessibilità. Le modalità di lavoro dei nostri clienti si trasformano continuamente e gli spazi sono pensati per essere facilmente riconfigurabili. Per questo motivo noi cerchiamo di adottare prodotti standard. Certo, ci sono aziende disponibili a modificare la produzione, ma perché ciò abbia senso devono essere disponibili anche a 18 WHITE CIRCUS

…e lei architetto Ferrara, cosa pensa della customizzazione? Esistono molti modi diversi di interpretare la customizzazione del prodotto. L’abilità dell’azienda consiste infatti nel conciliare la necessaria standardizzazione delle conoscenze e dei metodi con quel particolare caso/progetto. È proprio cambiato il dialogo tra architetto ed azienda; oggi è possibile sublimare quello che è la richiesta della progettazione con la possibilità della produzione. Noi diventiamo così partner tecnici capaci di fornire soluzioni in armonia con il progetto più che semplici prodotti. Oggi è molto più importante per l’organizzazione degli uffici lo style symbol e non più lo status symbol, e ogni azienda cerca di farlo percepire anche attraverso lo spazio, mission e policy. Sono le aree reception, le lounge, le sale attesa che necessitano particolare cura e personalizzazione. Soprattutto però è cambiato il modo di lavorare e il modo di relazionarsi all’interno dell’azienda. In poche parole il lavoro non ha più bisogno di uno spazio fisico e i nuovi uffici diventano destrutturati e dinamici; sono spazi difficili da immaginare a priori. Concepito il progetto generale, noi produciamo ad hoc quel tipo di arredo che costituisce l’hub dell’ufficio e che non può essere pensato a priori e messo a catalogo.


Interview Quindi, architetto Ferrara, per un’azienda è fondamentale il reparto di engeneering? Assolutamente si, anzi il plus di un’azienda consiste proprio in questo; nel saper trasformare determinati standard in particolarità. Noi progettiamo, produciamo e mettiamo a catalogo tutti quegli arredi tradizionali ideali per gli spazi caratterizzati da maggior rigidità, mentre per l’arredo delle aree dinamiche, che oggi costituisce la parte preponderante e in continua crescita, diventiamo partner del progettista. Cosa pensa dei reparti di engeneering, architetto Adamo? Per un’azienda moderna è fondamentale. Soprattutto in questi anni, le aziende per sopravvivere devono investire nella ricerca e nella sperimentazione di materiali inediti. Tutto cambia velocemente. Oggi sono le tecnologie stesse a plasmare gli arredi. Prendiamo ad esempio i tavoli “ad elle”, in voga qualche anno fa, oggi non hanno più alcun senso. L’angolo serviva per accogliere il grande ingombro dei monitor a tubo catodico; finita quell’era, non esiste più la necessità di adottare quella sagoma. Secondo me oggi i tavoli potrebbero essere addirittura meno profondi; i monitor sono piatti, molti utilizzano addirittura computer portatili, e gli oggetti, che un tempo si appoggiavano sul tavolo, sono diventati icone del monitor!

Customisation C

ustomisation, i.e. the creation of a customised product, has now become a fundamental element in terms of marketing that companies simply cannot afford to ignore. That’s because today, the emergence of new technologies, the evolution of demand and standardised production technologies are changing the relationship between consumer and product. In this modern age, the consumer, increasingly at the centre of decisions and strategies, consciously matures new expectations and lays the foundation for interaction with companies in a different manner. But does customisation per se actually exist? What does modifying production entail for a company? Are all companies able to do so? It is possible in all sectors? These issues are fundamental: it’s one thing to undertake a marketing exercise but it’s quite another to significantly change the production set-up while maintaining quality. In this scenario, for the furniture sector, the role of the architect is essential to disseminate market innovations and to protect customers from making inappropriate choices. We met the architects Alessandro Adamo, director of DEGW Italia, and Giuseppe Ferrara, Contract & Corporate Client Manager of Sinetica.

Architect Adam, what do you think of product customisation? DEGW specialises in the creation of offices and our projects are normally directed at the leading companies that occupy large areas and employ a considerable number of people. Designing offices means taking into account regulatory and safety aspects but also matters regarding maintenance and of course flexibility.

The work methods of our customers are continually changing and the spaces are designed to be easily reconfigurable. For this reason we seek to utilise standard products. Naturally, there are companies that are willing to modify the production set-up but for this to be feasible, they must also be receptive to that sort of change and to make it standard. The point is: what happens if a customer who has purchased a hundred special tables needs a further ten workstations six months later? Instead, in other areas such as reception, the auditorium or the break area, in addition to responding to the issues that I listed before, they must also characterise the space and express the brand. In these areas it is essential for us to have greater compositional freedom and not to be limited to standard products. Finally, there are small service areas, for example for photocopying, which are often achieved in small strategic usable spaces, which require particular furnishings to make the most of the area available. ...and you architect Ferrara, what do you think about customisation? There are many different ways of interpreting product customisation. The skill of the company lies in reconciling the necessary standardisation of the knowledge and methods with that particular case/project. The dialogue between architect and company has changed radically; Now it is possible to sublimate what is the demand of the design with the possibility of production. In this way, we become technical partners able to provide solutions in harmony with the project more than just simple products. Today what is much more important for the organisation of offices is style symbol and no longer status symbol and every company also tries to express this through space, mission and policy. Is it the reception areas, the lounges and waiting rooms that require particular attention and customisation. Above all, however, the way of working and the way of interraction within the company have changed. In short, work no longer requires a physical space and new offices are becoming destructured and dynamic; they are spaces that are difficult to imagine beforehand. Having conceived the overall design, we produce ad hoc the type of furniture that is the hub of the office and that cannot be thought of in advance and included within a catalogue. So, architect Ferrara, is an engineering department crucial for a company? Absolutely, in fact the strength of a company lies precisely in this notion; in being able to transform certain standards into particularity. We design, produce and catalogue all those traditional furnishings that are ideal for spaces characterised by greater rigidity while for the furnishing of dynamic areas, that today constitutes the main part and and is constantly evolving, we become partners of the designer. What do you think of engineering departments, architect Adam? For a modern company, it is crucial. In recent years especially, in order to survive, companies must invest in research and in experimenting with novel materials. Everything changes so quickly. Today it is technologies themselves that are shaping furniture. Take for example the “ad elle” tables which were in vogue up until a few years ago but which are now relatively obsolete. The corner was used to accommodate the bulk of CRT monitors; those times are over and that sort of shape no longer needs to be adopted. In my opinion, nowadays tables could be even be thinner; monitors are flat and in fact many people use laptops, and objects that were once placed on desks have now become monitor icons! WHITE CIRCUS 19


Case history

L’armonia della semplicità: la nuova sede di Value Lab The harmony of simplicity: Value Lab’s new offices by Fabrizio Todeschini Photo Filippo Patrese

Un U

n palazzo meraviglioso, immerso nella cornice di Piazza Diaz, cuore pulsante di Milano. Un edificio storico, gemello dell’Arengario ovvero di uno degli edifici simbolo della città. Al quarto piano delle’edificio di proprietà Reale Immobili SpA gruppo Reale Mutua Assicurazioni, si estende per 1000 mq la nuova stupenda sede di Value Lab, una società giovane e dinamica, in continuo sviluppo; al punto che, appena trasferiti stanno già ampliando lo spazio espandendosi al piano sottostante. La società, specializzata in marketing, statistica e Information Technology, tra i propri clienti vanta tutti i leader nei rispettivi settori di appartenenza. Dipendenti giovani, metodi di lavoro innovativi, assenza di archivio, volontà di assecondare il cliente nelle proprie esigenze; questi alcuni degli aspetti che li caratterizzano e che sono stati tradotti in spazio 20 WHITE CIRCUS

e volumi armonici dall’architetto Paolo Pasquini e dal suo staff dello Studio Elementare. Il progetto infatti decodifica perfettamente, in un innovativo e originale space planning, il loro affascinante, quanto inusuale, sistema lavorativo. Lo spazio è stato plasmato, in sintonia con i bisogni espressi, per agevolare i flussi di lavoro, migliorare le attività quotidiane e rispecchiare i valori della società. Il risultato? Fantastico. Pochi elementi semplici creano grande armonia. Partendo dalla reception avvolgente e sinuosa, caratterizzata da un bancone in Corian con divano d’attesa integrato realizzato su disegno, fino alla bellissima area break, anch’essa realizzata ad hoc, affaccia su un lungo terrazzo. Tutto segue una logica di grande morbidezza, come l’approccio al cliente di Value Lab che, tradotto in forma, diventa equilibrio e sinuosità. Anche il corridoio, inevitabile


Case history per la sagoma dell’edificio e per la volontà di non lavorare in open space, è privo di angoli; tutte le pieghe sono stondate e perfino nel punto in cui piega e si trasforma in snodo naturale di accesso a due delle quattro sale riunione previste e agli uffici di dirigenza, mantenendo un aspetto dolce. Le accoglienti sale riunione, prive di angoli e arredate con Glamour, il tavolo meeting caratterizzato dalle morbide gambe, previsto con un piano dalla sagoma stondata, accentua questa scelta di fondo, riflessa anche nei controsoffitti fonoassorbenti che assumono così valenza estetica. Gli uffici, tutti di media grandezza, composti da 6, 4 o 2 postazioni realizzate con il versatile Diamond, sono divisi dal corridoio attraverso pareti vetrate serigrafate da tenui sfumature che sottolineano gli aspetti dolci di questo intervento e garantiscono luminosità e grande respiro al corridoio. Lo spazio, caratterizzato dal colore bianco delle pareti è incorniciato dal lucido pavimento in finitura pietra, sui toni del marrone, e dai piani dei tavoli in faggio naturale. A completare l’intervento, delle rassicuranti inclusioni di verde verticale che integrano organicamente il progetto, assecondando la volontà di Value Lab di accogliere i propri ospiti con la giusta naturalalezza.

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Case history

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wonderful palace, immersed within the context of Piazza Diaz, the pulsating heart of Milan. An historical building, the twin of Arengario that is one of the city’s symbolic architecture. On the fourth floor of the Reale Immobili SpA (Reale Mutua Assicurazioni group) building that extends over 1000 sqm are the superb new offices of Value Lab, a young and dynamic company that is in continuous development and that is already expanding into the floor below. The company that is specialized in marketing, statistics and information technology can count on customers that are all market leaders in their respective sectors. Young employees, innovative working methods, no archives and a desire to assist the customer with their needs; these are some of the aspects that characterise the company and which have been translated into harmonious spaces by Paolo Pasquini and his staff of Studio Elementare. The project, in fact, reflects perfectly, in an innovative and original space, the company’s fascinating and unusual, work system. The space has been created, tuned with the requirements, to facilitate the flow of work, to improve day-to-day operations and to reflect the values of the company. The result? Fantastic. A few simple elements create great harmony. Starting from the welcoming and sinuous front desk, a counter in Corian with an integrated made-to-measure sofa for waiting guests, up to a beautiful break area that has also been personalised for the space and which overlooks a long terrace. Everything follows a logic of great softness, an approach to the Value Lab customer which, when translated into shapes becomes all curves and balance. Also the corridor, inevitable for the size of building and for the desire not to work in open space, does not have any corner. All corners

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are rounded off even to the point where a normal bend is turned into natural access to two of the four senior management meeting rooms, all this whilst maintaining a soft feel in the environment. The cozy meeting rooms, devoid of corners, are furnished with Glamour, a meeting room table characterised by soft legs and a rounded profile surface, all accentuating this fundamental design choice, even reflecting in the sound insulating false ceilings adding to their aesthetic value. The offices, all of medium size and consisting of 2, 4 or 6 work stations, are furnished with the versatile

Diamond range and are divided from the corridor by silk-screened glass walls in soft shades that emphasize the delicate aspects of this project, guaranteeing brightness and a feeling of space in the corridor. The space, characterised by the white colour of the walls, is framed by the shining floor in stone finish and by the brown tones including the natural beech table tops. Completing the project is the reassuring inclusion of green verticals that organically bring the project together, thus meeting the desire of Value Lab to welcome their guests in just the right natural way.

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Events

Orgatec… più che uno stand, uno specchio del mondo! Orgatec…more than a stand, a mirror of the world! Intervista a /Interview with Marco Viola by Fabrizio Todeschini

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l mondo rappresentato in uno stand. Un mondo fatto di stanze che dialogano tra loro e che raccontano la vita delle persone; i loro sogni e desideri, ciò che amano e ciò che sentono. Un incantevole caleidoscopio che rappresenta molto di più di un’azienda; che rappresenta i diversi modi di vivere l’ufficio del terzo millennio. Uno stand speciale firmato da un uomo speciale: Marco Viola. Un uomo che è tante cose insieme, unico nella sua semplicità e nella sua comprensione del mondo e delle cose autentiche. Un uomo genuino e geniale che riesce ad interpretare le esigenze dei propri clienti e a dare loro risposte concrete. Chiacchierare con lui è stata un’esperienza!

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Uno stand è un sistema di comunicazione complesso. Rappresentare l’essenza di un’azienda in 200 mq non è affatto semplice. Su quali elementi hai basato il progetto dello spazio Sinetica a Orgatec? Lo spazio, così come lo abbiamo concepito, è l’espressione del momento di crescita ed evoluzione che sta vivendo una realtà come quella di Sinetica. Sono 540 mq dedicati al mondo dell’ufficio attraverso l’ambientazione del prodotto. Abbiamo cercato di reinterpretare la filosofia dei nuovi cataloghi: quasi dei Quaderni di Viaggio, dentro i quali annotare sensazioni e sguardi sul diverso modo di vivere le città ed il mondo dell’ufficio. Le ambientazioni dovrebbero rafforzare questo concetto: un vero e proprio reportage. L’architettura dello stand è molto semplice: ci sono 8 stanze sfalsate rispetto all’area. Quando si entra, si passeggia al suo interno, si scoprono nuovi volumi e inaspettate prospettive date dalle pareti in specchio quasi fosse un caleidoscopio.


Events

Ci racconti lo stand che hai progettato per Orgatec? Le 8 stanze di cui accennavo sottolineano e disegnano il percorso di questo stand che è quasi la rappresentazione di un racconto teatrale. Abbiamo voluto che ogni area di lavoro fosse quindi creata da strutture molto aeree, tutte con altezze e sezioni diverse e tutte realizzate con materiali, tonalità di colore, finiture e illuminazione differenti le une dalle altre. Lo spazio espositivo è stato studiato con tre ingressi: e da ogni entrata la prospettiva apre un mondo a sé, un nuovo viaggio. Ogni ufficio ideale ha almeno un lato completamente aperto e un lato decorato da un elemento caratterizzante: c’è la carta da parati con fiori generosi, ci sono le mappe antiche austere e decise, una composizione di azulejos ma desaturati e convertiti in bianco/ nero, vecchi affreschi, mattoni bianchi, lamiere arruginite e specchi ovattati che fanno intravedere sagome e volumi. Il risultato è un mixage di mondi molto diversi che alle volte contrastano e alle volte colloquiano.

Tu sei designer, arredatore, scenografo, allestitore, progettista, grafico e molto altro ancora. Come convivono e si fondono tutte queste competenze nella tua attività quotidiana? Convivono con la naturalezza di chi come me, da autodidatta, ha sempre amato immergersi con tutto sé stesso negli incarichi affidatimi. Sono nato e cresciuto in campagna, con l’abitudine alla curiosità che quotidianamente mi porta a considerare ogni minuscolo elemento e il tutto di cui ne fa parte. Mi è sempre piaciuto lavorare con semplicità e cercare di raccogliere, conservare, accumulare per poi mescolare, comporre e combinare. È un approccio che non lascia spazio alle esclusioni. Ogni mondo per me è un’occasione per attingere. Ogni progetto, ogni decoro e ogni idea è il risultato naturale dell’immedesimazione nella parte e della concentrazione che mi piace mettere quando lavoro. Amo lavorare dietro le quinte, senza pubblico…con semplicità.

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Events

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he world in one stand. A world made of rooms that communicate with each other and tell the story of people's lives; their dreams and desires, what they love and feel. An enchanting kaleidoscope that represents much more than just a company; it represents the various ways of experiencing life in the office in the third millennium. A special stand signed by a special man: Marco Viola. A man who embodies so many things, yet unique in his simplicity and understanding the world and the authentic things. A genuine and brilliant man, able to interpret the needs of his customers and provide them with concrete solutions. Just chatting with him was an experience!

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A stand is a complex communication system. Representing the very essence of a company in 200 sq m is no easy task. What are the key elements on which Sinetica space is based at Orgatec? The space, as we have conceived it, mirrors the moment of growth and evolution that a company like Sinetica is experiencing. 540sq m dedicated to the office world through product setting. We tried to reinterpret the philosophy of the new catalogues: genuine Travel Notebooks used for writing down feelings and insights on the different ways of experiencing the cities and the office world. The settings should reinforce this concept: a veritable reportage. The architecture of the stand is very simple: there are 8 rooms, evenly spaced within the area. When entering and walking inside it, you discover new volumes and unexpected perspectives created by the mirrored walls, almost like a kaleidoscope.


Events Can you tell us about the stand that you designed for Orgatec? The 8 rooms I mentioned point out and draw the path of this stand, which is almost a theatrical representation. We wanted each work space to be created of very aerial structures, with different heights and sections made of different materials, with different colour shades, finishing and lighting. The exhibition space features 3 entrances: from each entrance, the perspective opens a new world, a new journey. An ideal office has at least one side completely open and one side decorated with a distinguishing item: wallpaper with generous flowers, old maps, austere and precise, a composition of azulejos, but attenuated and converted to black and white, old frescoes, white bricks, rusty metal sheets and hushed mirrors showing glimpses of shapes and volumes. The result is a mix of very different worlds, sometimes in contrast, sometimes communicating.

You are a designer, a decorator, set designer, assembler, architect, graphic designer and much more. How do all these skills coexist and merge in your daily activity? They coexist with the simplicity of those who, I am self-taught, love to dedicate with all their heart to the assignments entrusted to them. I was born and raised in the countryside, with that specific curiosity that makes you pay attention to every detail and the whole it is part of. I always loved to work with simplicity and try to collect, preserve, gather and then mix, compose and combine. It is an approach that leaves no room for oversight. To me, any world is an opportunity to dip into. Each project, setting and idea is the natural result of how I identify myself with my work and the dedication I work with. I love to work behind the scenes, with no audience.... with simplicity.

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Irinox: quando il luogo diventa racconto Irinox: when a place becomes a story by Emilia Prevosti Photo Marco Zanta

Riqualificare R

iqualificare il territorio partendo dal singolo progetto è possibile anzi auspicabile per rendere le aree industriali cresciute troppo velocemente, organizzate solo attraverso scatole di calcestruzzo che rispondono a esigenze funzionali ma prive d’identità, luoghi piacevoli in cui lavorare. Questa occasione è stata colta al volo dagli architetti dello studio mzc+ quando, all'inizio dell'estate dello scorso anno, Irinox, azienda leader nella produzione di abbattitori di temperatura, di sistemi di conservazione e di quadri elettrici in acciaio inox, si rivolse all’architetto Cangialosi per l’ampliamento della palazzina che ospitava gli uffici e per il layout interno. Il tema non era semplice, proprio per l’assenza d’identità dell’area 28 WHITE CIRCUS

di Scomigo di Conegliano in provincia di Treviso, valorizzata solo da pochi edifici realmente progettati. Tra le esigenze espresse dal cliente: la volontà di rappresentare la propria azienda in maniera più significativa ma, soprattutto, il desiderio di migliorare il quotidiano di chi lavora in Irinox anche attraverso luoghi pensati per trascorrere bene la lunga giornata lavorativa. Un progetto concepito per creare soluzioni, non solo esteticamente convincenti ma, soprattutto, adeguate alle necessarie esigenze di comfort. L’ingresso, con il banco reception e il salottino attesa, è fortemente caratterizzato dalla bianca scala a semicerchio che conduce al piano superiore e dai fantastici tagli di luce che definiscono tutto


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l’intervento. Proprio grazie al sapiente uso della luce a soffitto che si riflette sulle pareti vetrate che delimitano gli uffici, i corridoi smettono di essere spazi di sevizio e diventano luogo dinamico delle relazioni, una sorta di tapis-roulant virtuale che guida tra i diversi settori dell’azienda. I lunghi passaggi diventano così spazi dilatati particolarmente suggestivi che hanno il valore dell’esperienza sensoriale. Tutti gli spazi comuni assumono il colore bianco o marrone scuro a seconda che siano spazi concavi o convessi. Gli uffici sono pensati come spazi domestici e caratterizzati da colori naturali: pavimento color terra e pareti del colore del tronco degli alberi; le persone sono l'elemento colorato dello spazio che, con la loro presenza gli danno vita.

Gli uffici direzionali arredati da Vogue in versione rovere cotto e in versione laccato tortora e dal più classico Ego in ebano e nero, privi di colori forti, sono caratterizzati dai toni bianco e tortora. Per le aree operative è stato scelto Diamond completamente bianco, per enfatizzare gli oggetti personali che rendono vivo lo spazio. In questo modo ogni tavolo diventa palcoscenico neutro in cui viene rappresentato un modo di lavorare: un ordine, un metodo, i propri oggetti, le proprie preferenze. Così il luogo di lavoro diventa un racconto. Un luogo dove viene rappresentata la personalità di ognuno di noi, dove carattere e temperamento si manifestano e diventano relazione.

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Upgrade U

pgrade the territory starting with a single project is possible, even desirable, to make industrial areas, that have grown too quickly and that are only organised boxes of concrete meeting functional needs but with no identity into, pleasant places to work. This opportunity was taken by mzc+ architects when, at the beginning last year’s summer, Irinox, a leader in the production of chillers, conservation systems and electrical switchboards in stainless steel, apllied to architect Cangialosi for the widening of the office building and the design of a new layout. The theme was not simple due to the absence of identity of the Scomigo Conegliano area in the province of Treviso where only

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a few buildings have actually been designed. The customer requirements: the desire to represent their company in a more significant way but above all, the desire to improve the daily life of those who work at Irinox by designing places to comfortably spend the long working day. A project designed to create solutions, not only aesthetically convincing but, above all, appropriate to the necessary requirement for comfort. The entrance, with reception desk and waiting room, is strongly characterised by a white semicircle staircase that leads to the upper floor and the fantastic shafts of light that define the whole project. Thanks to the wise use of light in the ceiling, which is also reflected in the glass partitions that delimit the offices, the corridors


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stop being just service spaces and become a dynamic location of interaction, a sort of virtual guide that takes you through the different sectors of the company. The long passages therefore become particularly suggestive and expansive spaces that provide you with a sensory experience. All the common spaces take on a white or dark brown colour depending on whether they are concave or convex spaces. The offices have been designed as homely spaces full of natural colours: earth-coloured flooring and walls with the colour of tree trunks. People provide the colour element of the space and with their presence give it life. The managerial offices are furnished with Vogue range with oak-style and lacquered dove-grey cotto flooring,

as well as furnishings from the classic Ego range in ebony and black, all devoid of any strong colours and with white and dovegrey colour tones. A completely white Diamond range was chosen for operative areas to emphasize personal objects that make the space alive. In this way, each table becomes a neutral stage representing a way of working: an order, a method, its own objects, its own preferences. So this is how a place of work becomes a story. A place where the personality of each one of us is represented, where character and temperament are manifested and become relationships.

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Food

Luca Manfè un italiano MasterChef USA Luca Manfè: an Italian MasterChef USA

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rentadue anni, friulano, trapiantato a New York da quasi 10, Luca Manfè è il vincitore della quarta edizione del noto programma culinario, MasterChef USA. La tua storia sembra una favola…un ragazzo italiano poco più che ventenne sbarca in America con tanti sogni e pochi soldi e, 10 anni dopo, conquista fama e notorietà! Come ti ha accolto New York? Cosa ha significato iniziare a vivere in una città dalla cultura tanto distante da quella italiana? Tutto questo è stato fantastico! Vivere a New York ha significato vivere in un luogo molto diverso dal mio; un luogo dove tutto mi sorprende, mi affascina e mi incuriosisce. Eliminato nell’edizione Masterchef 2012, non ti sei arreso e, l’anno successivo hai vinto! Cosa ha significato per te tutto questo? Una storia incredibile la mia! Essere eliminato per poi ritornare e vincere ha qualcosa di magico! Un bel trampolino di lancio per i miei progetti futuri! Inseguire un sogno e realizzarlo. Qual è l’ingrediente che non può mancare? La tenacia nel rimettersi in gioco.

by Emilia Prevosti

Quale consiglio daresti ai ragazzi di ogni età che, stufi e disillusi, stanno valutando di fare le tue stesse scelte e di sbarcare in “un’America” con l’ambizione di realizzare i propri sogni? Cercare la propria fortuna altrove è la cosa migliore. L’unico mio consiglio è quello di trovare la propria vera passione e non arrendersi mai. Prima la vincita a MasterChef, poi il libro “My Italian Kitchen” ora sei in procinto di aprire un ristorante a New York. Sarà un angolo di Friuli nella Grande Mela? Come riuscirai a recuperare gli ingredienti indispensabili alla preparazione di alcuni piatti della tradizione, ma di difficile reperimento fuori dal territorio friulano? Sarà una taverna Friulana, vecchio stile con una prosciutteria e vino alla spina. Cercheremo di portare a New York e di far conoscere agli americani i nostri piatti tipici. A New York non ci sono problemi nel reperire materie prime …e se mai dovessimo incontrarne, ci vorrà poco a farsele spedire! 32 WHITE CIRCUS


Food La cucina non si può spiegare la si deve assaggiare…questo si sa! Ma ci racconti le tue peculiarità di chef? Prima di tutto la conoscenza e il rispetto degli ingredienti, ossia capire qual è il modo migliore di cucinare un certo prodotto per ottenere il risultato migliore. Poi cercare di stravolgere un poco gli schemi; ad esempio mi piace accostare sapori dolci alla carne o sott’aceto ai dolci.

Il Frico di Luca

Il Frico, piatto tipico della cucina friulana, è stato il piatto della vittoria, ma qual è il tuo piatto preferito? Ci racconti come prepararlo al meglio? Sicuramente il Frico è di gran lunga il mio piatto preferito! Tre ingredienti semplici: formaggio Montasio in 3 stagionature (60 giorni, 6 mesi, 15 mesi) in parti uguali, patate e cipolla.

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hirtytwo years old, coming from Friuli, region in the north-east of Italy, and moved to New York almost 10 years ago, Luca Manfè is the winner of the fourth edition of the well-known culinary program, MasterChef USA. Your story seems to be a fairy tale…an Italian boy of little more than twenty years old arrives in America with many dreams and little money and, 10 years later, conquers fame and notoriety! How has New York welcomed you? What has it meant to begin to live in a city that has a very different culture to Italy? It has been fantastic! Living in New York has meant living in a place that is very different from mine, a place where everything surprises me, fascinates me and keeps me intrigued. Eliminated from the 2012 edition of Masterchef, you didn’t give up and you won in the following year! What has all this meant for you? Mine is an incredible story! To be eliminated and then to return and to win is something magical! A nice springboard for my future projects! To pursue a dream and to realize it. What is the ingredient that is the secret of your success? The tenacity to not give up but to keep on going. What advice would you give to kids of any age who, tired and disillusioned, are thinking to follow your footsteps and come to America with the ambition to realise their dreams? Look for your fortune elsewhere is the best thing. My only advice is to find your true passion and never give up. First the MasterChef win, then the “My Italian Kitchen” book, now you’re about to open a restaurant in New York. Will it be a corner of Friuli in the Big Apple? How will you succeed in obtaining the indispensable ingredients for some traditional dishes that are difficult to replicate outside of Friuli territory? It will be a Friulana tavern, old style with a “prosciutteria” for producing prosciutto hams and wine on tap. We will try to bring our typical dishes to New York so that the Americans can get to know our cooking. There is no problem finding fresh ingredients in New York …and if ever we should need to, we can get someone to send it over from Italy! You can’t explain the cooking, you have to taste it…this we know! But tell us what distinguishes you as a chef? Above all, knowledge and respect for the ingredients i.e. to understand the best way to cook a certain product in order to obtain the best result. Then try and modify recipes. For example, I like to add sweet tastes to meat or pickled vegetables to desserts. The Frico, a typical Friuli dish, was actually your winning dish and it is obviously important for you but what is your favourite dish? Tell us how best to prepare it? The Frico is by far my favourite dish! Three simple ingredients: Montasio cheeses in 3 stages of ageing (60 days, 6 months, 15 months) in equal parts, potatoes and onion.

Fate appassire la cipolla. Tagliate a dadini le patate e fatele rosolare velocemente. Tagliate a dadini il Montasio stagionato di 60 giorni e quello di 6 mesi. Grattugiate il Montasio di 15 mesi. Amalgamate il tutto in una padella anti-aderente e lasciate che il formaggio inizi a sciogliersi. Aiutandovi con 2 cucchiai di legno mescolare il tutto fino a che il formaggio si sia completamente sciolto. Lasciate formare una bella crosticina, capovolgete e fate la crosticina anche dall’altra parte. Aspettate almeno 5 minuti prima di servire. Accompagnate con un bel Refosco dal Penduncolo Rosso dei Colli Orientali del Friuli! Lightly fry the onion. Dice the potatoes and fry them quickly. Dice the Montasio cheeses of 60 days and 6 months. Grate the 15-month-old Montasio cheese. Blend everything in a non-stick pan until the cheese starts to melt. Using two wooden spoons, blend everything until that the cheese is completely melted. Leave it to form a good crust, then turn it over to form a good crust on the other side. Wait at least five minutes before serving. Accompany it with a fine Refosco from Penduncolo Rosso from the Eastern Hills of Friuli!

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La personalitĂ al centro

Personality as its centre

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by Fabrizio Todeschini


Comunicare

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omunicare. Tutti quanti noi abbiamo bisogno di comunicare e desiderio di “comunicarci". Di far emergere la nostra personalità, il nostro carisma, la nostra essenza. Questo è sempre stato importante e da sempre è stato espresso, ad esempio, nel modo di vestirsi ma, negli ultimi anni è diventato addirittura un’esigenza primaria. E allora ci riscopriamo a dedicare tempo, per esprimere la nostra opinione sui social network, a divertirci cliccando “I like”, a pubblicare foto che dicono qualche cosa di noi, anche solo nel riflesso degli occhi che, emerge da un selfie. Gli ambienti in cui viviamo non sono esenti da tutto ciò anzi… questa è la vera differenza che esiste tra una camera d’albergo e una casa. Gli arredi posso essere simili, ma una casa trasuda l’essenza di chi la vive, di chi l’ha scelta e, a volte, odiata. In ufficio accade esattamente la stessa cosa. Ogni postazione racconta l’animo di chi la occupa attraverso foto e oggetti. Addirittura il modo di organizzare lo spazio sul tavolo, i documenti, le penne, i dispositivi mobili, rivelano moltissimo di chi occupa quella scrivania. In ufficio però tutto è limitato a piccoli oggetti e accessori… pensate a quanto sarebbe bello contaminare anche gli arredi con la nostra presenza! Di questo dovrebbero tenerne conto i datori di lavoro; migliorare il confort in ufficio, e anche questo lo è, aumenta le prestazioni dei dipendenti, vero cuore di qualsiasi azienda o realtà lavorativa. Il nuovo direzionale Sinetica, Vogue sembra nato apposta per assolvere a questa necessità. Vogue infatti cede il posto di protagonista dello spazio alla personalità di chi lo sceglie e lo fa suo; quasi si lasciasse plasmare per diventare ogni volta qualche cosa di diverso. E così è possibile pensarlo in uffici lussuosi o in loft metropolitani con la consapevolezza di non sbagliare mai. Vogue è perfetto come tavolo direzionale di dirigenti in doppio petto ma, altrettanto intrigante, come tavolo di creativi con la voglia di rompere gli schemi. Come riesce ad essere tanto versatile?

Focus Perché è fatto di materia; certo ha una forma e un volume, ma alla fine, ciò che si percepisce è la forza delle finiture e dei materiali siano essi classici o un po’ bizzarri! Si perché Vogue è previsto con finiture ricche e classicissime, come i rivestimenti di cuoio o le essenze dei legni migliori, ma anche con laccature di altissima qualità ma assolutamente informali e imprevedibili come il rosa pastello, il rosso o il giallo.

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Focus

Communication

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ommunication. All of us need to communicate and desire to “communicate”. To let our personality, our charisma and the essence of ourselves emerge. This has always been important and it has always been expressed, for example, in the way we dress but in recent years, it has even become a primary requirement. And so we are now rediscovering the need to devote time to express our opinions on social networks, have fun by clicking “Like” and publishing photos that say something about us, even if it is only the reflection of our eyes in a selfie. The environments in which we live are not exempt from all these things, indeed this is the real difference that exists between an hotel room and home. The furniture may be similar but a house exudes the essence of those who live there, who have a choice and, at times, may hate it. The exact same thing happens in an office. Each workstation recounts the soul of the person who occupies the space through photographs and personal objects. Even in the way the space is organised on a desk, the documents, pens, mobile devices can reveal a lot about the person who occupies the desk. In the office, however, everything is limited to small objects and accessories…think how nice it would be also to personalise the furnishings! To do this would mean to take into account the employer’s needs; improve comfort in the office and even increasing the performance of the employees are at the very heart of any business or workplace. The new Vogue executive range by Sinetica seems to have been born to fulfil this need. Vogue in fact surrenders the role of

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protagonist of the space to the personality who chooses it and makes it their own, almost allowing itself to be shaped and to become something different every time. It is therefore not difficult to imagine the range in luxurious offices or in metropolitan lofts with the knowledge that you will never go wrong. Vogue is perfect as a boardroom table for executives in doublebreasted suits, but equally intriguing, as a table for creative thinkers with the desire to break out of the mould. How does it manage to be so versatile? Because it is made of materials that certainly have a defined shape and a volume, but in the end, what you perceive is the strength of the finishes and materials that make you wonder whether they should be considered classics or a little bizarre! Vogue has rich and classic finishes such as the leather coverings and essences of the best woods, but it also has absolutely informal and unpredictable lacquered finishes of the highest quality such as those in pink, red or yellow pastels.


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Ailita Engineerging: lo spazio dinamico Ailita Engineerging: the dynamic space by Emilia Prevosti Photo Claudio Rocci

Per P

er realizzare un buon progetto in termini di qualità e fruibilità degli spazi, è indispensabile partire dalla conoscenza approfondita del committente per comprendere il modo in cui è strutturato e quali sono le logiche e gli aspetti organizzativi della sua attività. L’architetto Pierangelo Turchetto ha certamente posto al centro della sua progettazione le esigenze di Ailita Engineering, realtà dinamica che opera nel campo dell’energia da fonti rinnovabili, per poter ottenere un ambiente di lavoro funzionale, flessibile e confortevole. La nuova sede di Ailita Engineering, si sviluppa su un’area di circa 9.500 mq, in un edificio di circa 1.400 mq composto da due piani, che comprende un piano di uffici e un piano adibito

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a laboratorio e magazzino. Il volume della costruzione trae origine dalla perfetta intersezione dell’asse del lotto con l’asse solare nordsud della copertura, ideale orientamento per ottenere il massimo rendimento dai pannelli fotovoltaici adottati. La sovrapposizione delle due geometrie ha dato origine ad una meravigliosa e singolare articolazione di volumi. Forma architettonica e funzioni operative, efficienza energetica e luminosità dell’ambiente, razionalità e dinamicità dello spazio, questi sono i grandi temi che caratterizzano l’intervento. Lo spazio interno, luminosissimo, conserva un sapore domestico perfettamente trasmesso dai materiali naturali utilizzati. E così l’abete naturale della copertura, i pavimenti in rovere naturale e pietra grigia, la scala in marmo rosso di Verona, contribuiscono ad allontanare quell’atmosfera di grigiore tipico di molti ambienti di lavoro e trasmettono una piacevole sensazione di confort. L’inconsueto taglio della superficie interna e la percezione di uno spazio che in parte è basso e in parte è alto non può che stupire. Infatti, la volontà di creare degli spazi articolati passando da stretti corridoi ad ampie zone in cui lo spazio non più costretto dalle

pareti si dilata, come il grande open space della zona operativa caratterizzata da meravigliose vetrate a doppia altezza, crea una contrapposizione che dona vivacità allo spazio. Una dinamicità che si rivela anche nella bellissima area della reception in cui il banco Factory, previsto in bianco, con il suo accogliente minimalismo rivela subito la personalità dell’azienda e, dall’area dedicata all’attesa in cui il divano Ice rosso, unica nota di colore, si rivela in tutta la sua eleganza. Infatti il colore dominante di questo intervento è il bianco. Lo sono infatti tutte le pareti così come tutti gli arredi previsti sia nella zona operativa, arredata con i contenitore Use Me e Diamond. L’ufficio direzionale è arredato con il contenitore Dado e la scrivania Vogue completamente bianca abbinato alla seduta Captain in pelle beige. Questa scelta cromatica nasce dalla volontà di creare un contesto neutro, pulito e ordinato che agevola lo stare bene oltre che aiutare ad affrontare le difficoltà che ogni lavoro presenta. Sorpresa, benessere e ricerca si rivelano anche all’esterno dell’edifico attraverso un percorso d’acqua che, in asse con l’ingresso accoglie e accompagna visitatori e dipendenti.

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To T

o achieve a good project in terms of quality and usability of spaces, it is essential to gain significant knowledge of the customer to understand the way in which they are structured and what their organisational needs are and how they perform their activities. The architect Pierangelo Turchetti has certainly placed the needs of Ailita Engineering at the centre of his design, a dynamic company that operates in the field of energy from renewable sources, to obtain a functional working environment that is also adaptable and comfortable. The new offices of Ailita Engineering extend over an area of approximately 9,500 square meters in a building of approximately 1,400 sqm over two floors. One floor is office space whilst the other has been turned into a laboratory and warehouse. The building space draws its inspiration from the perfect intersection of the axis of the land area with the north-south solar axis of the roof, the ideal orientation to obtain maximum efficiency from the building's photovoltaic panels. The superimposition of the two geometries has given rise to a wonderful and singular joining of spaces. Architectural Form and operational features, energy efficiency and a luminous environment and rationality and dynamism of space are the principal themes that characterise this project. The space inside is bright whilst retaining a homely flavour that is carefully transmitted with the use of natural materials. It is the natural pine of the roof, floors of natural oak and grey stone, a stairway in red Verona marble that all help to distance this space

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from the typical grey interiors of many work areas, instead transmitting a pleasant sensation of comfort. The unusual division of the inner area and the perception of space that is in part low, and in part high, does nothing but amaze you. In fact, the desire to create space by passing along narrow corridors into large areas in which the space, no longer enclosed by walls, expands like the great open space of the operational area that is characterised by wonderful double-height glass partitions, creating contrast and giving vitality to the space. A dynamism that also reveals itself in the beautiful reception area in which the Factory desk, designed in white, immediately reveals the personality of the company with its cosy minimalism and, from the dedicated waiting area with its Ice red sofa and the only note of colour, divulges all its elegance. In fact, the dominant colour of this project is white. Also all the divisions as well as all the furniture planned for the operating area are to be furnished with Use Me and Diamond cabinets. The office space is furnished with Dado cabinets and Vogue desks that are completely white, coordinating with the beige leather Captain chairs. This chromatic choice arises from the desire to create a neutral, clean and tidy context that facilitates well-being in addition to helping tackle the difficulties inherent in each job. Surprise, wellness and finesse are also to be found on the outside of the building in a water course that, positioned in the same axis as the entrance, welcomes and accompanies visitors and employees as they enter and exit the building space.

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We Like BOOK Le illustrazioni di Ana Juan Un catalogo delle opere dell’artista e illustratrice spagnola. (Logos Edizioni, euro 40,00)

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Illustrations by Ana Juan The catalog recollect works of art of the Spanish artist. (Logos Edizioni, euro 40,00) www.anajuan.net

ART Van Gogh: “L’UOMO E LA TERRA” in mostra a Milano A Palazzo Reale l’importante esposizione sul pittore olandese: dal 18 ottobre 2014 all’8 marzo 2015 Van Gogh : “THE MAN AND THE LAND” Visit at Palazzo Reale, Milan from 18th October 2014 to 8th March 2015 www.vangoghmilano.it

2 FOOD Londra. Eataly, nel 2016 apre dentro a Selfridges London. Look out for Eataly in Selfridges from 2016

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How it’s Wemade Like BOOK Makers: The New Industrial Revolution (Rizzoli Etas – pag. 311, euro 19,00) Makers: The New Industrial Revolution (Rizzoli Etas – pag. 311, euro 19,00)

4 ETIC Medici con l’Africa: “ALTRI SCATTI DOC” Un contest fotografico online per stimolare la fantasia e aiutare Medici con l’Africa con pochi, semplici click Partecipa su app.altriscattidoc.it Medici con l’Africa: “ALTRI SCATTI DOC” An online photo-contest in order to motivate the imagination and help Medici con l’Africa with few simple clicks Share on app.altriscattidoc.it www.mediciconlafrica.org

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