ENERGEO MAGAZINE Anno V Giugno-Luglio 2012

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Edipress Communications - Torino - Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione postale DI 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art 1, comma 1,CB/Torino - (maggio/giugno/luglio 2012) - N. 3 (doppio) - Abbonamento 6 numeri 40 euro.

Anno V - maggio/giugno/luglio 2012 - Prezzo di copertina 8.00 euro

Periodico per la promozione dell’attività dell’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali - ITKI UNESCO, Banca Mondiale sulle Conoscenze Tradizionali - TKWB, Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, Distretti Energetici e Ambientali, Poli di ricerca, Rete delle Reti Angelo Vassallo, Osservatorio Europeo del paesaggio di Arco Latino.

Carlo d’Inghilterra: God save the Earth Dal passato la chiave del futuro del pianeta Agire insieme per sottoscrivere un Patto per la bellezza e il paesaggio

Al Teatro Sociale di Trento andrà in scena il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini


Campioni di sostenibilità L’Abruzzo vince il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini Una Regione pronta per farti conoscere le sue realtà virtuose Superficie regionale: 10,794 Km 65,1% area montana 34,9% area collinare 4 province: l’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara 305 Comuni 1.500.000 abitanti Un terzo della Regione è parco nazionale e regionale: Parchi nazionali: “ Gran Sasso e Monti della Laga“, “Abruzzo, Lazio e Molise e Majella”; Parco Regionale: “Sirente Velino“. Le aree protette sono di rilevante importanza ambientale e ospitano rare specie di flora e fauna, come l’orso bruno, il lupo e il camoscio. E poi …l’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano“ e oltre 25 riserve regionali naturali.

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Anno V - maggio/giugno/luglio 2012

Fra memoria delle antiche

EDITORIALE

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Fare rete è assolutamente essenziale. I problemi posti dai cambiamenti climatici, dalla sostenibilità ambientale delle nostre scelte, sono tali che nessun territorio e nessun paese può affrontarli da solo”. Con queste parole del Presidente della Provincia Autonoma di Trento Lorenzo Dellai, il giornale Energeo apre una nuova stagione di impegno pensando al futuro. Fare rete, anzi “reti di reti”, ma con chi? con quali presupposti? con quali strategie e prospettive? Il Presidente Dellai traccia una strada possibile: “La crisi va affrontata adottando strategie di sviluppo complesse e di lungo periodo. Il futuro sarà all’insegna della valorizzazione delle risorse presenti in ciascun territorio: il paesaggio, l’ambiente, la qualità della vita, così come i centri per l’innovazione, la ricerca, l’alta formazione.” E allora la questione si sposta sulla consapevolezza di fare politiche aderenti a questi principi ed avere strumenti e mezzi idonei per affrontare queste ambiziose sfide. Energeo, nel suo ormai ultra quinquennale impegno, intende dare il proprio contributo nel ricercare, riconoscere e divulgare esperienze e buone pratiche italiane che interpretino il senso e la volontà del paese di voltare pagina, chiedendo e dando voce ai protagonisti dell’innovazione. Il successo dell’edizione 2011 del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, ideato da Energeo, confortato dalla partecipazione di oltre 1600 tra Comuni, Comunità montane, Associazioni di Comuni, Consorzi, organizzazioni o sistemi territoriali, aziende e strutture agricole che riqualificano il territorio difendendo il paesaggio con innovativi sistemi di produzione ecosostenibili, il settore privato e le imprese che si sono distinte per azioni innovative e proposte virtuose nell’ambito delle proprie attività, è stata una prima straordinaria dimostrazione della volontà del paese di partecipare a questi scenari e dare voce e contenuti alle scelte coraggiose di crescita ed evoluzione culturale e scientifica a partire dal territorio di appartenenza e dalle sue conoscenze tradizionali. In questa direzione il Premio rilancia e si fa interprete dell’”eccellenza italiana”, nella scia dei principi unescani, coinvolgendo in prima linea la Banca Mondiale sulle Conoscenze Tradizionali e il loro uso innovativo (www.tkwb.org). Tale iniziativa, portata avanti insieme all’UNESCO attraverso la creazione dell’Istituto Internazionale delle Conoscenze Tradizionali (ITKI), con sede a Firenze, avrà un ruolo determinante nella nuova Convenzione sul Paesaggio proprio nella straordinaria occasione del 40° Anniversario della World Heritage List dell’UNESCO, che dal 1972 riconosce i Siti Patrimonio dell’Umanità. Infatti la responsabilità di salvaguardia e di tutela di questo immenso patrimonio internazionale, troppo spesso trascurato, è affidata alle capacità, sensibilità e volontà territoriali che, nell’occasione, inten-

dono promuovere un Patto per la Bellezza e il Paesaggio che, partito dall’iniziativa dei Sindaci di Bari e Pollica, vedrà nella sede della Fondazione Spadolini (nella foto) di Pian dei Giullari a Firenze, il prossimo 19 settembre, la condivisione di 100 Sindaci Italiani da nord a sud che intendono guardare alla cultura del territorio come risorsa e come valore, investendo in questa sfida con scelte consapevoli e coraggiose. Dalle piccole scelte, infatti, dipendono gli scenari futuri. I sindaci lo sanno. Non è di poco conto quanto è accaduto a Bologna dove, qualche giorno fa, è stato sottoscritto un Patto per le popolazioni colpite dal sisma, promosso dall’UNESCO. Un protocollo che punta a dare “una risposta rapida, di qualità e partecipata all’emergenza”, individuando “modalità innovative di tutela del territorio, così da dare nel mondo un’immagine un pò diversa di un Paese che mostra non pochi problemi”. “Il Patto arriva nel momento giusto - ha sottolineato il vice direttore generale UNESCO Francesco Bandarin,- perché dopo l’emergenza questa è la fase più delicata per il futuro della regione interessata dal sisma”. “Una fase in cui la tutela del patrimonio non va considerata come un’operazione “marginale” ma, piuttosto, deve diventare una struttura portante della riqualificazione”, - avverte il vice direttore dell’UNESCO, perché - “qualsiasi territorio è il prodotto di una storia, spesso

stratificata”. Da questo punto di vista, l’Italia ha assistito spesso a “disastri di questa natura e sarebbe utile guardare al passato” - sottolinea Bandarin. Il Friuli, ad esempio, ha rappresentato:“un caso interessante di ricostruzione che ha modernizzato il territorio e allo stesso tempo ne ha salvaguardato l’identità”, ricorda il vicedirettore dell’UNESCO. Mentre un caso “assolutamente negativo è quello dell’Aquila: lì siamo all’urbicidio e come sia stato possibile abbandonare una città non riusciamo a capirlo, un guaio colossale”. Bisogna procedere - è emerso nella riunione - ad una “ricostruzione che non faccia dell’emergenza un alibi”. “Proprio per questo si stanno riunendo le grandi eccellenze italiane che a L’Aquila non si sono dispiegate”, ha commentato Pietro Laureano, consulente UNESCO e fondatore dell’ITKI, invocando una “mobilitazione nazionale che coinvolga una nuova leva di architetti, progettisti e studiosi che su questa esperienza possano coltivare una vera e propria militanza”. Dall’emergenza, infatti, bisogna “cogliere un messaggio di lungo periodo”, “L’obiettivo, ad esempio, continua Laureano - è evitare che la ricostruzione porti ad un eccessivo consumo di territorio o vi introduca tipologie architettoniche estranee, privilegiando il recupero dell’esistente e salvaguardando gli assetti urbani”. In senso generale è necessario che gli uomini tornino a essere abitanti del loro territorio, riprendano in mano la questione ecologica della loro sopravvivenza per la crescita della coscienza del luogo e per l’affermazione di modelli di sviluppo fondati sulle peculiarità socioculturali, sulla cura e la valorizzazione delle risorse locali - territoriali, ambientali e quindi produttive e sostenibili - e su reti di scambio complementari e reciprocitarie, invece che gerarchiche, fra entità locali. Allora l’uomo si sentirà parte di una comunità, protetto, e quindi avrà verso di essa un comportamento sobrio, responsabile e consapevole. Perché ogni cittadino ha il diritto di sentirsi in dovere. È necessario un nuovo paradigma, che mostri l’indispensabilità di un mutamento epocale sul piano reale: culturale, sociale ed economico. Costruendo delle identità comunitarie tese al bene comune e alla ciclicità della natura, e mettendole in rete, si possono creare modelli di sviluppo vincenti, legati alla sostenibilità. Il pacchetto di iniziative presentate, nei giorni scorsi, dal Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Mario Catania, porta in questa direzione, perché rappresentano i primi provvedimenti concreti per frenare l’edificazione nei territori agricoli. La collaborazione del Tg2, che sarà media

partner del Premio, è stata annunciata dal direttore Marcello Masi: “sarà una partecipazione concreta, costante, propedeutica e di stimolo per le varie campagne di sensibilizzazione promosse in questo campo dal nostro telegiornale che, oggi più di ieri, si propongono di affrontare le tematiche ambientali, con un occhio attento a tutte le tematiche di salvaguardia del territorio”. Per citare le parole di Spadolini “Una moderna politica dell’ambiente e del territorio richiede il concorso di tutte le forze vive della cultura e della società”. “Il concetto di sostenibilità è in piena evoluzione - afferma il professor Augusto Marinelli, Presidente della Commissione Giudicatrice del Premio - e la questione non è più ora solo ambientale, ma estesa e livello economico, sociale e istituzionale: le motivazioni di fondo che animano l’impegno della Fondazione sono legate alla conoscenza e trasferimento attivo del patrimonio ambientale e della diversità culturale alle generazioni future con un obiettivo nazionale ed europeo”. Fare rete è assolutamente essenziale, la sfida è quella di cercare nel passato il seme del futuro. Domenico Nicoletti Componente del Comitato scientifico di Energeo Magazine

EDITORIALE

conoscenze e futuro

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Anno V - maggio/giugno/luglio 2012

Redazione: Pierpaolo Bo edipress@hotmail.com Marketing: Luigi Letteriello - 334.120.71.85

IL SOMMARIO

Carlo d’Inghilterra: God save the Earth

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L’INTERVISTA Costruttori di futuro

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LA MEDAGLIA SPADOLINI Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini e l’UNESCO alleati nella difesa del territorio Le categorie ammesse Focus UNESCO 40° Anniversario World Heritage List 1972-2012 Oro blu, un premio alla trasparenza Nel bosco soltanto scelte virtuose Buon compleanno Città del Vino

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SPECIALE PREMIO Al Teatro Sociale di Trento andrà in scena il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini Il Premio, osservatorio di assoluta competenza sulla green economy

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ITKI UNESCO Carlo d’Inghilterra: God save the Earth Le conoscenze tradizionali, un patrimonio prezioso Dal passato la chiave del futuro del pianeta I patrimoni di Comunità L’ecomuseo delle Khettara in Marocco: un’architettura che produce acqua ed energia LA RETE DELLE RETI Agire insieme per sottoscrivere un Patto per la bellezza e il paesaggio Sindaci in prima linea per salvaguardare la bellezza e il paesaggio

APPROFONDIMENTI 40 Il paesaggio come infrastruttura dell’agricoltura di qualità PRIMO PIANO 44 Il Trentino operoso conquista l’Europa dell’est 46 47 48

PROTAGONISTI L’uomo delle missioni impossibili Ancora una sfida: il vecchio leone non demorde La Green Way Primiero

PROGETTI CONDIVISI 50 Un territorio che fa scuola, eccellenze alimentari a basso impatto ambientale RAPPORTO SCUOLA 52 I ragazzi d’Abruzzo ad un passo dal Premio Awards 2012 RIO+20 54 Crescita verde, il modello della Regione Abruzzo

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Progetti speciali e Pubblicità: Promedia Srl marketing@energeomagazine.com Segreteria di Redazione: Lucrezia Locatelli Progetto Grafico: Spider S.a.s. Realizzazione grafica: Stefania De Cristofaro Consulente tematiche Sistemi di Scienze locali, Tecniche e Conoscenze Tradizionali: Pietro Laureano, Presidente dell’ITKI UNESCO International Traditional Knowledge Institute. Comitato Scientifico: • Augusto Marinelli, già Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Firenze, Presidente della Giuria Premio Eco and the City Giovanni Spadolini. • Prof. Giovanni Puglisi Presidente CNI UNESCO e Magnifico Rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM. • Dario Carella, MdA Mérit Europeenne, Fondation du Mérite Europeenne, Lussemburgo. • Andrea Chiaves, progettista emerito di impianti innovativi di cogenerazione e teleriscaldamento. • Alberto Chini, Associazione Culturale Padre Chini. • Carlo Francini, coordinatore scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO. • Stefano Masini, responsabile Ambiente e Consumi Coldiretti. • Fabrizio Montepara, Presidente Res Tipica ANCI. • Domenico Nicoletti Docente Università degli Studi SalernoScienze Ambientali. • Angelo Paladino, Presidente dell’Osservatorio Europeo per il Paesaggio di Arco Latino. • Dipak Pant, Professore di Antropologia e Economia, fondatore e direttore dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’Università di Castellanza. • Carlin Petrini, fondatore e Presidente di Slow Food. • Luigi Spagnolli, Presidente Commissione Ambiente ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani). • Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità. • Alessandro Vercelli, docente di Economia e Ambiente Università di Siena. Collaboratori: Michaela Barilari, Denise Cainelli, Paolo Corbini, Puccio Corona, Claudio Chiaves, Leone Chistè, Maria Ida Clementel, Filippo Delogu, Lello Gaudiosi, Gabriele Maniscalco, Stefano Masini, Maria Mazzei, Giacomo Mosca, Adriano Pessina, Marco Pontoni, Federica Rolle, Carlo Sacchettoni, Alessandro Sbrana, Alessandra Santini, Chiara Simonetti. Fotografie: Gerry Annone, Ambrosio Edilizia, Cavagna Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento, Associazione Culturale Padre Chini,Marco Comuzzi Centro Santa Chiara - Teatro Sociale,

Coldiretti- Ambiente e Consumi, Commissione Nazionale Italiana UNESCO (Ufficio Stampa), Comune di Pollica, Comune di Transacqua, Consorzio Comuni Trentini, Co.Svi.G.: Comunicazione e Territorio, Federutility, Alessandro De Sio, Ecomuseo della Cultura e della lavorazione della Canapa di Carmagnola, Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite di Cortemilia, Foto Germogli, Massimo Gherardini, Alessandra Ciullo, Cristiano Proia/ GreenPress EnvironMedia, ITKI UNESCO-Ipogea, Tonino di Marco, Museo di Arte Moderna e contemporanea di Rovereto, Romano Magrone, Parlamento Europeo, Petrolvilla-Pvb, PEFC Italia, Mauro Rosso, Antonio Siani, Ufficio Stampa Regione Abruzzo, Ufficio Stampa Regione Campania, Ufficio Stampa Regione Piemonte, Ufficio Stampa Regione Toscana, Antonio Vassallo. Pubblicità Regione Abruzzo: fotografie di Bruno D’Amicis, Roberto Mazzagatti, Osvaldo Locasciulli. Gli articoli e le note firmate esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano la direzione e la redazione di Energeo Magazine. Tutela della Privacy: Energeo Magazine viene inviato in abbonamento postale. Il fruitore del servizio può chiedere la cancellazione o la rettifica dei dati ai sensi della Legge 675/96. Prezzo di copertina: 8,00 Abbonamento a 6 numeri 40,00 Diffusione on line: www.regione.abruzzo.it www.comunitrentini.it www.distrettoenergierinnovabili.it www.ecoandthecity.it www.energeomagazine.com www.edipress.net www.ipogea.org/ www.osservatoriopaesaggio.eu (in costruzione) http://issuu.com/edipressonline Direzione, Redazione, Abbonamenti: Edipress Communications Sas Corso Re Umberto, 82 - 10128 Torino (+39)011.568.20.82 - 335.606.04.90 334.120.71.85 - www.edipress.net abbonamenti@energeomagazine.com Uffici di Corrispondenza: Distretto Energie Rinnovabili Via Bellini, 58 - Firenze Tel. (+39)055.36.81.23 - Fax (+39)055.321.70.26 Trento - Consorzio dei Comuni Trentini Via Torre Verde, 23 - Tel. 0461 987139 ITKI UNESCO Ipogea (Centro ONU) Via Roma 595 - 50012 Bagno a Ripoli (Firenze) Osservatorio Europeo del Paesaggio Arco latino - Certosa di San Lorenzo 84034 Padula (Patrimonio UNESCO) (+39)366.980.14.55 - Fax 0974.95.38.14

IL SOMMARIO

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Intervista al Presidente della Provincia Antonoma di Trento Lorenzo Dellai.

Costruttori di futuro

INTERVISTA

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“La crisi va affrontata adottando strategie di sviluppo complesse e di lungo periodo. Il futuro sarà all’insegna della valorizzazione delle risorse presenti in ciascun territorio: il paesaggio, l’ambiente, la qualità della vita, così come i centri per l’innovazione, la ricerca, l’alta formazione. E’ quello che cerchiamo di fare in Trentino, dove da un lato troviamo le Dolomiti, uno dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, e dall’altro realtà tecnologiche di avanguardia, ai primi posti nelle classifiche nazionali. Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini ha il pregio di mettere assieme tutti questi elementi, all’interno di una cornice che è anche di natura istituzionale”

residente, il Trentino si prepara ad accogliere una manifestazione che racchiude, sotto il segno di Spadolini, storia, cultura, ambiente, territorio, agricoltura sostenibile ed ecologia, raccogliendo anche il messaggio che viene dall’UNESCO in occasione dei suoi primi quarant’anni di tutela del territorio e dei beni culturali e naturali. E’ una missione possibile? “Direi che non solo è possibile ma è anche necessaria, tantopiù in una fase di crisi quale è quella che stiamo attraversando e che dobbiamo affrontare non solo con misure di emergenza ma con strategie di sviluppo complesse e di lungo periodo. Parlo di sviluppo perché questa parola comprende tutte quelle che Lei ha adoperato: storia, cultura, ecologia e quant’altro. Il futuro, infatti, sarà all’insegna della valorizzazione delle risorse presenti in ciascun territorio: il paesaggio, l’ambiente, la qualità della vita, così come i centri per l’innovazione, la ricerca, l’alta formazione. E’ quello che cerchiamo di fare in Trentino, dove da un lato troviamo le Dolomiti, uno dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, e dall’altro realtà di avanguardia nel campo delle ICT o delle biotecnologie, come la nostra Università, costantemente ai primi posti nelle classifiche nazionali, le Fondazioni Kessler e Mach o Trento Rise, nodo di rete europeo dell’EIT-Istituto europeo di innovazione e tecnologia. La manifestazione da voi promossa ha il pregio di mettere assieme tutti questi elementi, all’interno di una cornice che è anche di natura istituzionale”. Nel programma c’è il richiamo a due grandi personaggi del Trentino: padre Eusebio Chini e lo statista Alcide De Gasperi. Cosa rappresenta per la Sua provincia l’eredità morale di questi due personaggi, entrati nella storia del nostro Paese? “Parlavo appunto di cornice istituzionale perchè la “buona governance” è il terzo elemento da tenere presente, assieme al patrimonio storico-ambientale e a quello culturale- scientifico, nell’affrontare le sfide poste dalla globalizzazione. I due personaggi al centro del programma di “Eco and the city” sono in questo senso emblematici: da un lato abbiamo De Gasperi, il grande statista europeo, l’uomo a cui dobbiamo l’Autonomia del Trentino Alto Adige, oggi nota in tutto il mondo come buon esempio di autogoverno regionale e di risoluzione pacifica dei conflitti che si possono generare in una terra di confine, quale è appunto la nostra; dall’altro padre Kino, un esempio emblematico della capacità del Trentino di guardare “fuori da sé”, di aprirsi al resto del mondo anziché chiudersi in difesa, e di farlo con quella generosità testimoniata oggi ad esempio dall’impegno della

nostra Protezione civile in Emilia Romagna e prima in Abruzzo o in Kosovo, e dai tanti progetti di cooperazione allo sviluppo realizzati in Asia, Africa, America Latina da oltre 250 associazioni di volontariato”. Il Premio, che ha messo in circuito una rete di relazioni internazionali (l’ultima con la Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri appena istituita per il rilancio dell’immagine dell’Italia), potrebbe diventare strategico anche per il Trentino, un territorio a vocazione green. Si può lavorare insieme in questa direzione per costruire le grandi vie della sostenibilità verso l’Europa? “Fare rete è assolutamente essenziale. I problemi posti dai cambiamenti climatici, dalla sostenibilità ambientale delle nostre scelte, sono tali che nessun territorio e nessun paese può affrontarli da solo. Il Trentino è quindi aperto ad ogni forma di cooperazione su questo terreno. Già lo fa nell’ambito dell’Euregio, entità transfrontaliera che raggruppa i tre territori del Tirolo storico, oltre al nostro l’Alto Adige e il Land Tirol. E lo fa con molte realtà in Europa e nel mondo, in particolare nel campo della green economy, soprattutto sui versanti dell’edilizia sostenibile (con particolare attenzione alle case in legno), e delle energie rinnovabili. La rete di relazioni internazionali creata dal Premio può essere dunque preziosa anche per noi”. Il Piano urbanistico provinciale (Pup), che segna le linee guida per il Trentino di domani, mette le basi sulla tutela del paesaggio come elemento cardine di sviluppo dell’intera provincia. Può un territorio così avanti nell’applicazione delle normative fare da traino ad un’azione di sensibilità portata avanti dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia per tutto il territorio nazionale?

“Ci auguriamo che il Trentino possa rappresentare per il Paese un piccolo - se vogliamo - ma importante esempio di come il paesaggio deve essere considerato al tempo stesso un bene da tutelare e una risorsa per lo sviluppo. Le due cose sono viste a volte come in contrasto: il nostro sforzo è al contrario quello di farle convivere, conformemente peraltro alla visione della stessa Unione europea. E i fatti mi sembra ci stiano dando ragione”.

Trento. All’epoca il concetto di pianificazione urbanistica e territoriale era agli albori, in Italia. Ci lavorarono alcuni dei migliori cervelli del Paese. Oggi non c’è chi non veda come la gestione del territorio, conformemente alle sue vocazioni e ai valori che esso racchiude - anche simbolici - sia una delle sfide fondamentali di qualsivoglia amministrazione e di qualsivoglia comunità. Non c’è idea di futuro che possa prescindere da questo punto”.

La Fondazione Spadolini Nuova Antologia, promotrice di questa iniziativa, conta molto sulla collaborazione della Provincia Antonoma di Trento per dare, attraverso il Premio, un concreto contributo ai lavori che in un futuro, ormai prossimo, dovranno stabilire le nuove linee guida dell’UNESCO nella tutela del paesaggio. Stando alle prime indicazioni, la protezione del patrimonio non è finalizzata soltanto ai monumenti, ma anche alla salvaguardia delle conoscenze che ci hanno permesso di creare i monumenti e il paesaggio, e quindi, in ultima analisi, l’UNESCO intende tutelare le persone che sono depositarie di queste conoscenze e del saper fare dei popoli, in modo da garantire la manutenzione del patrimonio e la sua trasmissione alle generazioni future. Ci sembra di leggere lo strumento urbanistico del Trentino che poggia proprio su una visione di sviluppo che tiene conto della tradizione e dell’innovazione, della salvaguardia dell’identità e della competitività, dell’apertura internazionale e dell’adeguatezza delle condizioni di crescita umana, intellettuale e sociale. Questo significa anticipare i tempi? “Se è così non possiamo che esserne orgogliosi. Del resto il Piano urbanistico nacque, con l’allora Presidente della Provincia Bruno Kessler, proprio come una scommessa, dal forte carattere anticipatore, al pari dell’Università di

Ritornando all’UNESCO, le Dolomiti del Trentino hanno saputo utilizzare il brand coinvolgendo gli abitanti e gli enti locali, motivati per salvaguardare il patrimonio culturale e ambientale e le tradizioni culturali. Il metodo Trentino può indicare la strada per tutelare l’immenso patrimonio riconosciuto dall’UNESCO che abbiamo in Italia? “Ci auguriamo di sì. Il Trentino ha il 17% del suo territorio sottoposto a tutela ambientale e il 60% della sua superficie coperta da boschi, ma anche una dorsale in fibra ottica lunga quasi 800 chilometri, fra le più estese in Europa. Possiamo essere, credo, un buon esempio di territorio che concilia tradizione e modernità, tutela dell’ambiente e servizi wireless innovativi”.

INTERVISTA

Anno V - maggio/giugno/luglio 2012

T.R.

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A Trento, il 10 novembre 2012, la cerimonia conclusiva del Premio Eco and the City, dedicato al fondatore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali.

Il Premio Eco and the City Giovanni

LA MEDAGLIA SPADOLINI

Spadolini e l’UNESCO alleati nella difesa del territorio Il Focus è dedicato al 40° Anniversario della World Heritage List. La manifestazione, unica in Italia, è stata voluta dalla Provincia Autonoma di Trento e dal Consorzio dei Comuni Trentini, che hanno deciso di cogliere e promuovere nel nostro Paese una nuova sfida per tutelare il territorio e il paesaggio quali elementi che svolgono importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale, costituendo una risorsa favorevole all’attività economica poiché, se salvaguardati, gestiti e pianificati in modo adeguato, possono contribuire alla creazione di posti di lavoro.

L

’organizzazione del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini è il risultato di un lavoro di equipe, che vede coinvolti diversi attori, nel convincimento che la piattaforma comune per tutte le attività sociali, in grado di catalizzare e aggregare tutte le energie possibili, in particolare quelle umane, possa essere costruita con il contributo di tutti. Al Salone del Libro di Torino è stato dato il via, ufficialmente, al prologo della seconda edizione, che si preannuncia particolarmente interessante. Siamo dunque partiti dalla più grande libreria d’Italia che, a maggio di ogni anno, trasuda storia e cultura, in ogni angolo, ma crea anche occasioni di dibattito sui temi di grande attualità, come la tutela dell’ambiente, del territorio e del paesaggio. Su questo palcoscenico è cominciato il viaggio dell’ambizioso ed esclusivo progetto della Fondazione Spadolini Nuova Antologia (che opera sotto l’Alto Patronato Permanente del Capo dello Stato), proseguendo verso Trento (l’appuntamento è per il 10 novembre 2012) per assegnare la Medaglia Spadolini, diventata l’Oscar delle best practices, della tutela del territorio e del paesaggio e della salvaguardia dei beni culturali e ambientali, coinvolgendo, nell’anno del 40° Anniversario della World Heritage List, i 47 Siti del Patrimonio UNESCO del nostro Paese, “eccellenze” del patrimonio culturale e ambientale. La manifestazione, realizzata a Firenze lo scorso anno (Palazzo Incontri) nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ritorna dopo il successo della passata edizione (si registrarono 1600 adesioni), proponendosi di raccontare le vicende, le storie e i progetti che animano l’intero territorio nazionale nell’ambito delle iniziative sostenibili di promozione delle energie rinnovabili e delle buone pratiche, ma anche per confermare la stretta collaborazione nell’organizzazione della Settimana (5-11 novembre 2012), inquadrata nel DESS - Decennio di Educazione allo Sviluppo Sostenibile 2005-2014 -, campagna mondiale proclamata dall’ONU e coordinata dall’UNESCO, che ha affrontato negli anni i vari temi chiave dello sviluppo sostenibile. Il Premio vuole caratterizzarsi come elemento di discussione e dibattito a sostegno della salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente, quale componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale d’Europa, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell’identità europea. Già nella prima edizione il Premio è riuscito a catturare l’attenzione di organizzazioni territoriali, Comuni, Unioni di Comuni, città, Enti, agricoltori, vitivinicoltori e aziende agricole, il settore privato e le imprese virtuose e innovative delle varie regioni d’Italia con la sua ricca dotazione di proposte, Anche i sindaci che ospitano i siti UNESCO in Piemonte tra il pubblico.

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stimoli e riflessioni a favore del territorio. Per valutare l’efficacia di questo progetto bastano i numeri a quattro cifre che hanno segnato il clamoroso successo della prima edizione. L’edizione del 2012 (madrina sarà la signora Maria Romana De Gasperi), rilanciando questi temi fondamentali, sarà celebrata a Trento nel centralissimo Teatro Sociale con un ricco calendario di manifestazioni, nell’ambito del 40° Anniversario della World Heritage List UNESCO (Focus del Premio), assumendo il tema “Patrimonio mondiale e Sviluppo sostenibile: il ruolo delle comunità locali”, rappresentando, in questa stessa giornata, anche la giornata conclusiva della Campagna DESS UNESCO. La manifestazione, unica in Italia, è stata voluta dalla Provincia Autonoma di Trento e dal Consorzio dei Comuni Trentini, che hanno deciso di cogliere e promuovere nel nostro Paese una nuova sfida per tutelare il territorio e il paesaggio quali elementi che svolgono importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale, costituendo una risorsa favorevole all’attività economica poiché, se salvaguardati, gestiti e pianificati in modo adeguato, possono

contribuire alla creazione di posti di lavoro. Il concorso è ricco di iniziative collaterali come vedremo nelle pagine che seguono. D’altro canto, come dicevano lo statista trentino Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini, la cultura, il paesaggio, il territorio e l’ambiente (che sono poi gli obiettivi del Premio) sono simboli di un nuovo modello di sviluppo. Il Premio, che intende onorare e celebrare chi - istituzioni, Enti e imprese singole e associate - con le proprie attività, norme, piani e azioni, ha operato per l’affermazione del concetto di sostenibilità, rimane fermo sulla sua struttura base con quattro categorie fisse, le cosiddette Sezioni storiche, inserite fin dal primo momento nel bando, con l’aggiunta di cinque sezioni speciali, compreso il capitolo che riguarda il Focus dedicato ai SITI UNESCO. Nelle sezioni speciali, infatti, concorreranno: SITI UNESCO; Associazioni di Identità tipiche; Gestione Forestale Sostenibile; Imprese Acquedottistiche (Federutility); una Sezione Speciale è dedicata alle Città del Vino per raccontare come l’Associazione sia riuscita, in 25 anni di attività, a compartecipare i Comuni vitivinicoli

alla difesa delle loro tradizioni locali, delle filiere produttive e del territorio. Chi intende presentare la propria candidatura al Premio Eco and the City Giovanni Spadolini dovrà scegliere tra nove categorie (quattro sezioni ordinarie e cinque speciali), secondo le modalità indicate nel bando, che si può scaricare dal Sito www.ecoandthecity.it. I candidati dovranno compilare l’applications form per essere ammessi alla selezione; le candidature dovranno pervenire entro il 20 settembre 2012. Nell’ambito di questo ciclo di manifestazioni sono previsti convegni (De Gasperi, Spadolini, Padre Kino), e saranno invitati gli autori del documentario di Al Gore (Premio Nobel) “The last call at the oasis” sulle necessità di salvaguardia del Pianeta; sono inoltre previsti dibattiti sulle prossime iniziative dell’UNESCO e confronti con altre realtà che adottano gli eco principi di salvaguardia del paesaggio, tutela dell’ambiente e del territorio, individuati dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, istituzione di riferimento per la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, con la quale opera in sinergia. L. L.

LA MEDAGLIA SPADOLINI

Anno V - maggio/giugno/luglio 2012

Il vice Presidente della Regione Piemonte incontra i promotori del Premio.

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Le categorie ammesse

Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini è strutturato in quattro Categorie (Sezioni), che costituiscono la base storica del Premio. Il bando è stato compilato da un apposito Comitato Scientifico (che fungerà anche da Giuria del Premio), che ha coinvolto accademici, opinionisti e tecnici di alto livello. La Giuria si avvale del supporto di un rappresentante dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia). Il questionario dovrà essere compilato con risposte semplici e chiare, contenute negli spazi previsti nel documento. Il bando e il formulario allegato on-line è presente sul Sito www.ecoandthecity.it ed altri siti che saranno via via collegati come partner del progetto.

Politiche territoriali integrate e sostenibili. Focalizza la propria attenzione sui progetti che riguardano il concetto di “Comunità sostenibili”, al fine di selezionare esempi di eccellenza nel nostro paese da promuovere per un’idonea replicazione su tutto il territorio nazionale. Le candidature avranno per oggetto progetti e iniziative che, a giudizio dei proponenti identificano il proprio territorio come “sostenibile”. La sostenibilità va intesa in senso ampio, toccando le tematiche ambientali ed energetiche, sociali ed economiche, includendo le azioni di comunicazione e formazione adottate al fine di attivare un processo partecipativo sempre più ampio della collettività. L’adesione al Patto dei Sindaci, ovvero l’iniziativa della Commissione Europea promossa in Italia dal Mini-

stero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, e la successiva redazione del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES), possono rappresentare un valore aggiunto interessante (ma non determinante), in quanto azioni integrate già riconosciute a livello europeo.

SEZIONE 2 Valorizzazione dei patrimoni paesaggistici e culturali. La sezione è dedicata alla “tutela e valorizzazione del paesaggio naturale e culturale italiano”: il tema apre ai progetti e programmi che sostengono iniziative di valorizzazione di aree e patrimoni immateriali inseriti nelle reti dei paesaggi culturali, parchi culturali, parchi letterari, distretti culturali evoluti, che mettono al centro della propria azione di tutela e valorizzazione la nozione di patrimonio che

in questi ultimi anni ha progressivamente ampliato contenuti, ruoli e utilizzi nella società contemporanea.

SEZIONE 3 Riqualificazione dei territori agricoli. Il paesaggio è stato introdotto quale obiettivo del Piano Strategico Nazionale di Sviluppo Rurale 2007-2013. Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel concepire la ruralità nel suo complesso, dal momento che la tendenza è attualmente quella di ricercare una sorta di qualità integrale: ciò che presuppone il rispetto di due aspetti fra loro inscindibili, la qualità del prodotto e la qualità del paesaggio (ovvero un “marchio” nel mercato globale della qualità). Numerose indagini hanno già indicato la fondamentale importanza della dimensione paesaggistica nel valore di mercato di alcuni prodotti tipici (il

Comunità sostenibili, patrimonio paesaggistico tout court , riqualificazione dei territori agricoli, settore privato e imprese virtuose costituiscono la base storica del Premio.

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Le conoscenze tradizionali, i saperi antichi o sistemi di scienze locali rientrano nella prima Sezione Speciale dedicata al missionario trentino Padre Eusebio Chini.

vino, per esempio) e nel turismo rurale (agriturismi). Non casualmente, il modello territoriale che oggi più guadagna spazio in Europa sul piano di uno sviluppo insieme economico, sociale e demografico è quello dei territori a debole urbanizzazione (assai spesso a vocazione rurale), in grado di catturare più che di produrre ricchezza. Sono le regioni che si caratterizzano per un’offerta anzitutto territoriale, basata sul paesaggio e su attività qualificate nei servizi e nella produzione agricola di qualità.

SEZIONE 4 Il settore privato e le imprese virtuose e innovative. Un riconoscimento alle imprese e alle istituzioni del settore privato che si sono distinte per azioni e proposte virtuose nell’ambito delle proprie attività, con una particolare attenzione ai soggetti attivi in Italia nell’ambito della campagna Sustainable Energy Europe (SEE), coordinata a livello europeo dalla Commissione Europea e a livello nazionale dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Si intende quindi valorizzare l’azione di promozione della cultura ambientale ed energetica sostenibile da parte degli attori del panorama nazionale provenienti da settori diversi da quello pubblico.

CATEGORIE SPECIALI • Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata a Padre Eusebio Chini, il religioso trentino pioniere della cultura della sostenibilità, rivolta alle Associazioni di identità tipiche e ai Saperi Antichi. In linea con l’attività di Res Tipica, Associazione, costituita dall’ANCI insieme alle Associazioni Nazionali delle Città di Identità, per la promozione delle identità territoriali italiane, il Premio intende promuovere l’immenso patrimonio ambientale, culturale, turistico ed enogastronomico dei Comuni piccoli e medi del nostro Paese, valorizzando la cultura dei territori, per far conoscere in Italia e nel mondo la ricchezza di paesaggi, saperi e sapori. Tramite le conoscenze tradizionali si realizza l’uso appropriato delle risorse naturali: acqua, suolo, energia. Usare il sapere tradizionale non significa riapplicare direttamente tecniche del passato, ma cogliere la logica di questo modello di conoscenza. Per le imprese, i centri storici, le aziende, usare e promuovere le conoscenze tradizionali significa confrontarsi con processi, cognizioni e capacità che saranno sempre più richiesti a livello internazionale; anticipare le soluzioni necessarie allo sviluppo sostenibile e conquistare una immagine attrattiva per il turismo culturale e utile all’affermazione dei propri prodotti a livello internazionale. Nello specifico il Premio si ispira a Padre Eusebio Chini, antesignano della cultura della sostenibilità e grazie alle sue mirabili intuizioni, propose un modello di sostenibilità basato sulle pratiche tradizionali di gestione dell’acqua, dei suoli e dell’energia di antiche comunità. Un modello che può essere proposto oggi anche con tecniche innovative nella città contemporanea, per avviare un programma di conversione in città sostenibili del futuro, adottando tecniche antiche, naturalmente. Qualità specifica dei siti eccezionali è il valore delle realizzazioni architettoniche e urbane e dei parchi archeologici inseriti in contesti armonici o naturali di grande varietà e pregio. Ogni bene eccezionale e opera d’arte é parte di un sistema strettamente connesso di natura e cultura. La realizzazione e la perpetuazione di questi beni sono dovute a quel complesso millenario di saperi e di tecniche che le Nazioni Unite negli organismi e conferenze internazionali hanno chiamato le Conoscenze Tradizionali e Locali. Si tratta di tecniche e pratiche antiche tramandate attraverso le generazioni diffuse nel territorio, utilizzate nella gestione dei suoli, nell’uso e nella protezione delle aree naturali, nelle architetture rurali e nell’organizzazione dei centri urbani. Costituiscono altresì il sapere storico dell’umanità che ha permesso la realizzazione di architetture e paesaggi di valore universale protetti dall’UNESCO nella categoria dei paesaggi culturali.

LA MEDAGLIA SPADOLINI

LA MEDAGLIA SPADOLINI

SEZIONE 1

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• Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata alla gestione Forestale Sostenibile in collaborazione con PEFC (Programma per il Riconoscimento di schemi di Certificazione Forestale). La buona gestione forestale si caratterizza attraverso continui controlli dei boschi da parte delle autorità competenti e/o da volontari. Questa attività consente di verificare se nelle aree boschive si effettuano tagli illegali o interventi irresponsabili che possono portare all’impoverimento e alla distruzione delle risorse forestali. In particolare il Premio vuole considerare la Gestione Forestale Sostenibile che tenga conto di: • Equilibrio tra crescita legnosa e tagli di prelievo • Biodiversità e rinnovamento naturale del bosco • Tutela delle funzioni di protezione svolte dalla foresta nei confronti del clima, suolo e acqua. • Vitalità e salute delle foreste • Circolo del carbonio • Aspetti sociali e culturali Gli esaminatori valuteranno le candidature che presentano una corretta gestione delle risorse forestali che garantisce nel tempo la loro conservazione e miglioramento per promuovere la campagna di certificazione PEFC

(Programma per il riconoscimento di schemi di Certificazione Forestale). • Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata alla gestione sostenibile degli acquedotti (in collaborazione con Federutility). Il Premio si propone di valutare le proposte dei gestori degli acquedotti e delle aziende dei servizi pubblici per la gestione sostenibile della risorsa idrica, la sua conservazione e la tutela dell’acqua Il “governo complessivo” delle risorse idriche disponibili è diventata un’esigenza urgente e prioritaria, in questo senso Federutility, partner di Eco and the City Giovanni Spadolini, vuole evidenziare e promuovere i nuovi modelli di gestione della risorsa idrica, basati “sull’ecointelligenza”, per esempio il riciclaggio ; “sull’ecosufficienza” e su processi produttivi che riescano a far reagire i sistemi naturali in modo sempre più naturale. • Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata alle Città del Vino per raccontare come l’Associazione sia riuscita, in 25 anni di attività, a compartecipare i Comuni vitivinicoli alla difesa delle loro tradizioni locali, delle filiere produttive e del territorio. In questo saranno considerati i progetti e i modelli che puntano ad una maggiore sostenibilità delle aspirazioni di crescita dei territori che hanno scommesso sulla campagna, sull’agricoltura, sulla vitivinicoltura perché si consolidi

quel circuito virtuoso che ha consentito a molte piccole municipalità di tornare a vivere, di fare restare i giovani, di guardare ai propri cittadini con l’orgoglio di rappresentare, non solo per il turista ma in primis per se stessi, una comunità migliore che vive su un territorio migliore. L’Associazione Nazionale Città del Vino, inserita nel circuito Res Tipica, ha scelto il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini per segnare, tra le altre celebrazioni, un tappa importantissima nella propria storia: gli esaminatori dovranno valutare le candidature che si propongono di salvaguardare un immenso patrimonio fatto di conoscenze, ma anche di storia e cultura, di ambiente e paesaggio, di produzioni tipiche e artigianali, di opere d’arte e bellezze architettoniche. La candidatura alla Medaglia Spadolini terrà conto anche del progetto Piano Regolatore delle Città del Vino, strumento messo a disposizione degli amministratori per far tesoro di utili consigli per una corretta gestione del territorio in fase di programmazione delle scelte urbanistiche, aiutando i Comuni a valorizzare e comunicare le loro attività in questo campo; un impegno che pervade in modo costante tutte le azioni dell’Associazione che hanno a che vedere con lo sviluppo del territorio.

Gestione forestale sostenibile, utilizzo virtuoso delle risorse idriche, Città del Vino che raccontano 25 anni di attività rientrano tra le Sezioni Speciali.

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Focus UNESCO 40° Anniversario World Heritage List 1972-2012 La tutela e valorizzazione specifica, come voleva Giovanni Spadolini, riguarda anche il Patrimonio Mondiale dell’Umanità: il Premio, che ha già avuto come partner la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, vuole, infatti, evidenziare lo stato di salute dei SITI UNESCO italiani nell’anno in cui si celebra il 40° Anniversario del riconoscimento ufficiale di questo esclusivo patrimonio. Il 40° Anniversario della World Heritage List rappresenta il Focus dell’edizione 2012 che si svolgerà a Trento, il 10 novembre 2012. Si sta anche valutando la possibilità di offrire l’opportunità di candidarsi (in una categoria a parte) anche ai siti italiani (sono una quarantina) che, al momento, aspirano a diventare “Patrimonio mondiale dell’umanità”, iscritti nell’apposita Lista propositiva (tentative list). E’ un modo per far valutare al grande pubblico, con l’aiuto del web, questi progetti da vicino. Il logo celebrativo del quarantennale della World Heritage List, assieme a quello ufficiale dell’UNESCO, ci accompagnerà per tutto il 2012. Insieme al logo che rappresenta il Patrimonio Mondiale, progettato dall’artista Michel Olyff ed adottato ufficialmente nel 1978, saranno utilizzati anche sul materiale informativo. Questi simboli sono entrati ormai nella memoria collettiva: l’emblema rotondo, come il mondo, rappresenta un simbolo di tutela globale per il patrimonio di

tutta l’umanità. Il cerchio che racchiude un quadrato posto al suo interno: le due figure geometriche, rappresentano rispettivamente i beni naturali e quelli culturali. E’ evidente il forte richiamo alla figura di Giovanni Spadolini, che ha fondato il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Una sezione speciale, come si evince dal programma ufficiale, è dedicata ai SITI UNESCO: è un modo di parlare al territorio e alla gente che vive il territorio, in una società, oggi, decisamente più aperta e disponibile con la consapevolezza di poter utilizzare il brand UNESCO legato al proprio patrimonio culturale e naturale, sapendo che la responsabilità nei riguardi di questo patrimonio internazionale deve concretizzarsi in efficaci politiche di conservazione e valorizzazione con un controllo costante del territorio, con restauri e manutenzioni efficaci, dan-

done una sempre più ampia accessibilità e visibilità anche per le località che li ospitano, alle quali è affidato il compito di tutela e di salvaguardia. La Fondazione Spadolini condivide il programma con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, al fine di ricordare la figura di Giovanni Spadolini, un nome che significa amore per l’Italia intera, per le grandi città come pure per i più piccoli comuni, ricchi di storia e di tradizioni, senza distinzione fra nord e sud, centro e isole. La sua onestà, la sua cultura, la sua civiltà, il suo alto senso dello Stato sono valori ancora attuali, patrimonio di tutti, dell’intera umanità. Ecco perché l’edizione del Premio Eco and the City, dedicata al 40°Anniversario della proclamazione dei primi “SITI” da parte dell’UNESCO, gli sarebbe stata particolarmente cara.

LA MEDAGLIA SPADOLINI

LA MEDAGLIA SPADOLINI

Anno V - maggio/giugno/luglio 2012

La tutela e valorizzazione dei Siti Patrimonio dell’Umanità rappresentano il Focus del Premio.

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Anno V - maggio/giugno/luglio 2012

Nel bosco soltanto scelte virtuose

Verso un uso responsabile dell’acqua, bene primario e prezioso.

Oro blu, un premio alla trasparenza

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Il Premio Eco and the City, dedicato a Giovanni Spadolini, si propone di valutare le candidature degli acquedotti e delle aziende

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dei servizi pubblici per la gestione della risorsa idrica, la sua conservazione e tutela. La Giuria terrà conto anche dell’aspetto etico, nonchè della responsabilità sociale delle imprese associate, in grado di garantire la sostenibilità lungo tutta la catena del valore.

S

ottolineare l’importanza delle acque dolci, incentivare la sostenibilità nella gestione delle risorse idriche. E’ quanto Federutility si prefigge di ottenere con le sue iniziative di comunicazione, a garanzia della sicurezza e trasparenza nei confronti dei cittadini. Federutility (federazione che riunisce le aziende di servizi pubblici locali che operano nei settori Energia Elettrica, Gas e Acqua ) anche per questa edizione, affianca il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, collaborando nella diffusione del bando (www.ecoandthecity.it) tra i propri associati, in particolare promuovendo la Categoria dedicata alla gestione sostenibile degli acquedotti (Sezione Speciale). Il Premio, che vuole assegnare la Medaglia Spadolini ad un acquedotto “virtuoso“ che sappia coniugare i valori della sostenibilità con lo sviluppo, si propone, infatti di valutare le proposte dei gestori degli acquedotti e delle aziende dei servizi pubblici per la gestione sostenibile della risorsa idrica, la sua conservazione e la tutela dell’acqua. Il “governo complessivo” delle risorse idriche disponibili è diventata un’esigenza urgente e prioritaria, in questo senso Federutility, partner di Eco and the City Giovanni Spadolini, vuole evidenziare e promuovere i nuovi modelli di gestione basati sull’“eco-intelligenza” (per esempio il riciclaggio), sull’“eco-sufficienza” e su processi produttivi che riescano a far reagire i sistemi naturali in modo sempre più naturale. Federutility ha elencato sul proprio sito web le pagine di tutte le aziende che pubblicano i parametri chimico-fisici dell’acqua di rete distribuita. Quella della federazione (che riunisce la totalità delle aziende italiane dell’acqua, oltre a quelle di energia e gas) vuole essere una campagna di trasparenza finalizzata a comunicare a cittadini e utenti i risultati della complessa e severa filiera di controlli cui l’acqua potabile è sottoposta per legge. Le campagne portate avanti da Federutility, (anche il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini vuole

La firma del protocollo di intesa che prevede collaborazione e supporto operativo tra 4 istituzioni, locali (Consorzio Comuni Trentini e Bim Adige) e nazionali (PEFC e Federforeste).

rappresentarne una) sono realizzate a garanzia della massima trasparenza e sicurezza, con l’intento di promuovere l’utilizzo nel territorio gestito, con grandi benefici per i cittadini e la tutela dell’ambiente. Per quanto attiene al Premio, il riconoscimento terrà conto anche dell’aspetto etico della gestione degli acquedotti. La Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day), svoltasi lo scorso marzo, ha avuto come tema centrale:”Il mondo ha sete perché abbiamo fame”, legato al tema della sicurezza alimentare. Oggi esistono infatti sul pianeta 7 miliardi di persone da nutrire e, entro il 2050, se ne prevedono 2 miliardi in più. Secondo le statistiche, ognuno di noi beve circa 2-4 litri d’acqua al giorno e la maggior parte dell’acqua da bere fa parte del cibo che viene consumato. Per fronteggiare questa emergenza, è necessario in primo luogo garantire la disponibilità idrica in quantità sufficiente e di qualità adeguata, nonché produrre più cibo utilizzando meno acqua, ridurre gli sprechi e le perdite e adottare diete più sostenibili. E’ l’inizio di un percorso al quale si aggiunge una partnership con l’ITKI UNESCO che si occupa del recupero delle Conoscenze Tradizionali, quindi anche dell’uso dell’acqua, e del rispetto dell’ambiente. Soluzioni accompagnate dal rispetto delle normative, sensibilità e buon senso. Attraverso la ricerca e la promozione di tecnologie appropriate, le candidature al Premio vogliono essere espressione di valori ecologici, sociali e solidali. E c’è di più: si terrà conto della responsabilità delle imprese associate, l’utilizzo nel territorio gestito, dai diritti umani all’ambiente, passando per l’impatto sulla società, mettendo in campo varie strategie per garantire la sostenibilità lungo tutta la catena del valore. Quello dell’uso “responsabile” dell’acqua, bene prezioso. Maria Mazzei

LA MEDAGLIA SPADOLINI

Acqua, legno, foreste, territorio”. Elementi di un nuovo patto di sistema per le comunità locali: il dibattito aperto da Consorzio dei Comuni Trentini, Bim dell’Adige, Federforeste e PEFC Italia, con la collaborazione della Provincia Autonoma di Trento, riassume, in questo modo, la Categoria (Sezione Speciale) dedicata alla gestione Forestale. Il Premio invita a fare scelte di lungo respiro, lungimiranti, coraggiose e univoche. È necessaria una visione ambientale e di mantenimento del territorio, che si coniughi con lo sviluppo dell’economia dei territori: il bosco è una risorsa da coltivare e da mantenere. Se ciò non accade c’è il rischio che si creino dissesti territoriali e idrogeologici: il bosco va gestito dall’uomo. A Trento, nel frattempo, è stata avviata un’iniziativa lungimirante che ha offerto momenti di confronto e dibattito sui temi della conservazione del territorio, della biodiversità, della tutela del paesaggio, dei livelli di stabilità dei versanti e della qualità della vita, con contributi importanti. In questa occasione è stato firmato un protocollo di intesa che prevede collaborazione e supporto operativo tra 4 istituzioni, locali (Consorzio Comuni e Bim Adige) e nazionali (PEFC e Federforeste). La formula individuata associa l’utilizzo più razionale delle risorse all’integrazione delle tecnologie innovative. L’Europa incoraggia le comunità “intelligenti” che vadano verso soluzioni integrate e sostenibili in grado di consentire una gestione oculata del territorio e del patrimonio forestale. Il futuro sta nella filiera ecosostenibile dei boschi che possono fornire anche energia pulita e sicura a prezzi accessibili ai cittadini, ridurre i consumi e creare nuovi mercati.

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Anno V - maggio/giugno/luglio 2012

II Premio Eco and the City Giovanni Spadolini segnerà un tappa importantissima nella storia dell’Associazione.

Buon compleanno Città del Vino

L’Associazione, nata a Siena venticinque anni fa, si propone di salvaguardare un immenso patrimonio fatto di conoscenze, ma anche di storia e cultura, di ambiente e paesaggio, di produzioni tipiche e artigianali, di opere d’arte e bellezze architettoniche. Vuole inoltre formare e informare gli amministratori pubblici, ma anche le imprese, dell’importanza del “buon governo dei territori”, delle buone pratiche, dell’etica e della professionalità, della qualità della vita nei territori del vino.

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enticinque anni e non li dimostra.. L’Associazione Nazionale Città del Vino, nata a Siena il 21 marzo 1987, per volontà di un gruppo di trentanove sindaci che decisero di dar vita a questo sodalizio per contribuire a rilanciare l’immagine e la qualità del vino italiano, ha scelto il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini per segnare, tra le altre celebrazioni, un tappa importantissima nella propria storia. E per ricordare che l’Associazione si propone di salvaguardare un immenso patrimonio fatto di conoscenze, ma anche di storia e cultura, di ambiente e paesaggio, di produzioni tipiche e artigianali, di opere d’arte e bellezze architettoniche. Vuole inoltre formare e informare gli amministratori pubblici, ma anche le imprese, dell’importanza del “buon governo dei territori”, delle buone pratiche, dell’etica e della professionalità, della qualità della vita nei territori del vino. Nel bando è stata inserita una Sezione Speciale dedicata a questi temi. Una candidatura alla Medaglia Spadolini che terrà conto anche del progetto Piano Regolatore delle Città del Vino, strumento messo a disposizione degli amministratori per far tesoro di utili consigli per una corretta gestione del territorio in fase di programmazione delle scelte urbanistiche, aiutando i Comuni a valorizzare e comunicare le loro attività in questo campo; un impegno che pervade in modo costante tutte le azioni dell’Associazione che hanno a che vedere con lo sviluppo del territorio. “L’idea fondante fu quella di organizzare un “movimento” che potesse sostenere le imprese vitivini-

cole nella promozione del vino ma al tempo stesso individuava già allora nel valore del territorio la carta da giocare per lo sviluppo delle aree rurali. - dice il Presidente dell’Associazione Giampaolo Pioli - Un’idea che oggi trova riscontro concreto nel forte sviluppo che ha avuto il turismo enogastronomico, nella nascita di oltre 140 Strade del Vino in Italia (forma di offerta turistica integrata), rafforzata dai successi quantitativi e qualitativi del vino italiano sui mercati internazionali e dal crescente interesse dei consumatori verso il vino, inteso di nuovo anche come alimento e come parte fondamentale della nostra ‘Dieta Mediterranea’ (riconosciuta patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco), in grado di aiutare anche a migliorare la propria qualità della vita. C’è da sottolineare quanto siano stati importanti i risultati ottenuti dalle ricerche mediche che dimostrano degli effetti benefici del vino per la salute umana, se consumato con moderazione; studi che continuano e che riserveranno ulteriori interessanti sorprese”. “Infine, - ricorda Pioli - la straordinaria crescita culturale del mondo che ruota intorno al vino ha consentito di realizzare nel corso degli ultimi anni un complessivo salto di qualità che oggi si manifesta attraverso una sempre più diffusa consapevolezza, sia tra gli amministratori pubblici e tra i Sindaci, sia tra i vignaioli e i produttori, che al centro di tutto questo c’è il valore del territorio, il suo rapporto con il prodotto, e la conseguente necessità di saperlo tutelare, salvaguardando le sue peculiarità ambientali e paesaggistiche”. L’Associazione Nazionale Città del Vino, avendo assunto questi concetti fin dall’inizio della sua attività, ha sviluppato nel corso di questi venticinque anni un’innumerevole quantità di progetti, organizzato eventi ed iniziative, promosso convegni ed incontri, sollecitato Governo, Parlamento e Istituzioni pubbliche sui più importanti temi che interessano la filiera vitivinicola, costruendo attorno al suo “marchio” un vasto consenso e accrescendo il suo ruolo di interlocutore tecnico e politico. Fanno parte dell’Associazione soprattutto Comuni piccoli, quelli che da soli non avrebbero la forza di farsi conoscere, di rivendicare spazi di promozione e ascolto da parte delle istituzioni superiori; l’Associazione dà loro voce, li mette in contatto, costruisce la rete dei rapporti e li fa diventare più forti. Così possono compartecipare alla difesa delle loro tradizioni locali, delle filiere produttive, sviluppare incoming turistico e impegnarsi per una maggiore sostenibilità delle loro aspirazioni di crescita; sono i Comuni che, prima di altri, sono disposti a scommettere sulla campagna, sull’agricoltura, sulla vitivinicoltura perché si consolidi quel circuito virtuoso che ha consentito a molte piccole municipalità di tornare a vivere, di fare restare i giovani, di guardare ai propri cittadini con l’orgoglio di rappresentare, non solo per il turista ma in primis per loro, una comunità migliore che vive su un territorio migliore. La partnership con il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini (il Focus, lo ricordiamo, è dedicato al quarantesimo Anniversario del riconoscimento dei Siti protetti dall’UNESCO) consentirà di guardare ancora più lontano. Paolo Corbini


Appuntamento a Trento il 10 novembre 2012 .

Al Teatro Sociale di Trento

SPECIALE PREMIO

andrà in scena il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini

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Il Teatro, non soltanto scena per maestose opere, il 10 novembre prossimo ospiterà un evento che entrerà nella storia dei Siti UNESCO per celebrare i primi quarant’anni della World Heritage List UNESCO, con l’obiettivo di tracciare le linee guida per riprogettare il futuro del patrimonio dell’Umanità. Dal Trentino partirà anche il “Viaggio alla ricerca della Conoscenze Tradizionali, sulle tracce di Padre Chini”, inventariate da UNESCO ITKI, da utilizzare per la Banca Mondiale delle Conoscenze tradizionali.

L

a cerimonia ufficiale del conferimento della Medaglia Spadolini che si svolgerà a Trento il 10 novembre prossimo, non avrebbe potuto svolgersi in un luogo migliore del prestigioso Teatro Sociale di Trento. Luogo di gran fascino, un vero teatro all’italiana con quattro ordini di palchi, il loggione e la platea per complessivi 754 posti. Il Teatro, non soltanto scena per maestose opere, il 10 novembre prossimo ospiterà un evento che entrerà nella storia dei SITI UNESCO per celebrare a Trento, snodo delle attività UNESCO per la creazione di una nuova economia e tecnologia sostenibile, i primi quarant’anni della World Heritage List e per tracciare le linee guida per riprogettare il futuro del patrimonio dell’Umanità. Verrà ricordata la figura di Padre Eusebio Chini, il missionario trentino precursore della sostenibilità a cui è dedicato il progetto: “Il Viaggio alla ricerca delle Conoscenze tradizionali, sulle tracce di Padre Chini”, inventariate da ITKI UNESCO (Istituto Internazionale delle Conoscenze Internazional), per l’uso della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali. Quest’ultima raccoglie le tecniche tradizionali e le tecnologie sostenibili, (il Principe Carlo d’Inghilterra, alfiere delle buone pratiche, è uno dei più concreti sostenitori) e, una volta pienamente operativa, avrà una diffusione mondiale,

Immagini suggestive dello storico Teatro Sociale di Trento. In alto: Marino Simoni e Cosimo Ceccuti davanti all’ingresso del Teatro che ha quattro ordini di palco, dopo aver fatto un sopralluogo.

diventando il portale privilegiato di certificazione e diffusione per soluzioni e buone pratiche realizzate dalle imprese impegnate in produzioni di qualità e nella diffusione dell’ eccellenza italiana nel mondo, con il Trentino e la Toscana (la sede di ITKI UNESCO è a Bagno a Ripoli) che hanno fatto da apripista. Il Teatro Sociale di Trento, fondato nel 1819 da Felice Mazzurana, da quasi due secoli è il teatro di tradizione della città. Una storia che cominciò il 29 maggio 1819 con la messa in scena della Cenerentola di Gioachino Rossini. In una vivace cronaca dell’epoca leggiamo che “le persone sagge e religiose non potevano darsi pace

nel vedere scelta una giornata di tanta divozione...”: si era infatti alla vigilia di Pentecoste. Il teatro si chiamava Teatro Mazzurana, dal nome del fondatore, promotore della costruzione e primo proprietario. Ma chi era Mazzurana? Nato a Trento nel 1780, la sua prima attività fu la confezione e la vendita di dolciumi, poi la gestione di un caffè. Verso il 1815 aveva in affitto la più lussuosa locanda della città e l’idea del teatro doveva contribuire allo sviluppo della sua attività commerciale, che proseguì poi anche in altre direzioni. Adottò Paolo Oss, che, assumendo anche il suo cognome, divenne poi il famoso podestà di Trento al quale la via dove è ubicato il teatro è intitolata. Un self made man direbbero gli americani.Un imprenditore moderno, che raccolse parte dei soldi per la costruzione vendendo i palchi alle famiglie nobili e benestanti della città. Capace di accogliere fino a 1200 spettatori, il Teatro fu realizzato su progetto dell’ingegner Giuseppe Maria Ducati all’interno del palazzo del conte Tommaso Festi. Nel 1835 l’imprenditore-caffettiere cedette la proprietà ed il Teatro cambiò nome in Teatro Sociale, gestito dalla Società del Teatro. Nella Trento

ottocentesca, il Teatro Sociale fu motore di un’intensa attività culturale, ospitando un cartellone che andava dalla stagione lirica a quella di prosa, dalla danza alla musica classica, ma fu anche utilizzato per comizi politici, veglioni, spettacoli di magia. Vi si scrissero pagine di storia: nel 1893 ci fu la seconda rappresentazione assoluta di Manon Lescaut con in sala Giacomo Puccini, nel 1895 e 1896 sul podio salì Arturo Toscanini, nel 1898 vi cantò Enrico Caruso. La Società del Teatro ebbe vita travagliata e dopo 102 anni cessò di esistere. Il Teatro fu venduto a privati e la programmazione fu in seguito imperniata sul cinema ma ospitò ancora spettacoli di prosa e lirica fino agli anni ‘60. Nel 1983 i proprietari chiusero definitivamente la sala. Nel 1984 l’immobile fu acquistato dalla Provincia Autonoma di Trento. Nel 1989 iniziarono importanti lavori di ristrutturazione che hanno portato, il 22 giugno 2000, alla restituzione alla città del suo Teatro. La ristrutturazione dell’architetto Sergio Giovanazzi lo ha riportato ai fasti del passato con stucchi dorati e decorazioni di sapore neoclassico. L. L.

SPECIALE PREMIO

Anno V - maggio/giugno/luglio 2012

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La Rai, attraverso il Tg2, in qualità di media partner, collabora alla realizzazione del progetto.

Il Premio, osservatorio di assoluta

SPECIALE PREMIO

competenza sulla green economy

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La Fondazione Spadolini Nuova Antologia impegnata, in sinergia con la Commissione Nazionale Italiana UNESCO, verso un Paese più equo, ambientalmente più sicuro, più sostenibile, si è legata a doppio filo con il Traditional Knowledge Institute (Istituto per le Conoscenze Tradizionali), istituito dall’UNESCO, collaborando alla realizzazione di un evento internazionale (The International Protection of Landscapes. A global assessment on the occasion of the 40th Anniversary of the World Heritage Convention) in cui si metteranno le basi per una nuova convenzione UNESCO per il paesaggio, al fine di individuarne la tutela anche dal punto di vista “etico”.

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Trento cresce l’attesa per dare il via a questo percorso di aggregazione tra comunità eco-sostenibili: un progetto che ha convinto per l’importanza strategica di trasmettere modelli di sviluppo poco diffusi che si integrano anche nelle conoscenze tradizionali promosse dal all’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali (UNESCO-ITKI), fondato dall’UNESCO e con la Traditional Knowledge World Bank (TKWB) www.tkwb.org (Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali) con sede a Firenze e non soltanto limitati all’ambiente e al paesaggio. Se ne è parlato, nel corso della conferenza stampa (12 giugno 2012), nella sede della Provincia Autonoma di Trento, i relatori ( erano presenti: Cosimo Ceccuti, Presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia; Augusto Marinelli, Presidente della Commissione Giudicatrice; Pietro Laureano, Presidente dell’Istituto per le Conoscenze Tradizionali UNESCO; Alberto Pacher, vice Presidente della Provincia Autonoma di Trento; Marino Simoni, Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini; Alberto Chini, Presidente dell’Associazione Culturale Padre Eusebio Chini) hanno mostrato molto interesse per questa iniziativa della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, coadiuvata dal nostro giornale, che promuove un confronto tra le varie realtà locali, creando tra loro opportunità di dialogo sullo sviluppo di questi temi specifici. Un dialogo che dovrà consolidarsi negli anni rappresentando le varie tappe di un lungo percorso attraverso il Paese dell’Energia possibile. Un percorso che dovrà prendere in considerazione, in questo caso, anche l’energia umana, poichè ogni singolo può cogliere e proporre immediatamente proposte e idee per sviluppare e tutelare il territorio. Queste tematiche sono parte integrante del progetto Eco and the City Giovanni Spadolini che si propone di far lavorare insieme le realtà territoriali che hanno realizzato le soluzioni tecnologiche più interessanti per promuovere l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili: luoghi più efficienti per infrastrutture, amministrazione, servizi e più attraenti per la qualità della vita, ambiente, paesaggio, cultura, chiamati a vincere facendo una gara verso nuovi orizzonti di sviluppo qualitativo e sostenibile. A sostenere le stesse istanze c’è il Tg2 che affianca, ufficialmente, il Premio, per ribadire la linea editoriale e l’impegno della testata giornalistica di Rai Due nell’avviare campagne di successo per sensibilizzare azioni a favore della green economy e di tutti i settori che si sono distinti per l’ispirazione eco-friendly, mostrando particolare interesse per la natura, la tutela del paesaggio e dell’ambiente, in tutti i suoi aspetti. “Una collaborazione - annuncia il direttore del Tg2 Marcello Masi - che sarà concreta e costante, propedeutica e di stimolo per le varie campagne di sensibilizzazione promosse in questo campo dal nostro telegiornale che, oggi più di

Marccllo Masi, direttore del Tg2.

ieri, si caratterizzano di affrontare le tematiche ambientali, con un occhio attento a tutte le tematiche di salvaguardia del territorio”. Augusto Marinelli, Presidente della Commissione Giudicatrice composta da nove esperti, ha ricordato che fin dalla fondamentale conferenza di Stoccolma nel 1972 il tema dell’ambiente è sempre più al centro dell’attenzione mondiale: la governance deve coinvolgere le istituzioni e il singolo cittadino. Per citare le parole di Spadolini “Una moderna politica dell’ambiente e del territorio richiede il concorso di tutte le forze vive della cultura e della società”. “Il concetto di sostenibilità è in piena evoluzione - ha ribadito il prof Marinelli - e la questione non è più ora solo ambientale, ma estesa e livello economico, sociale e istituzionale: le motivazioni di fondo che animano il Premio sono legate al trasferimento attivo del patrimonio ambientale e della diversità culturale alle generazioni future con un obiettivo nazionale ed europeo”. Il professor Augusto Marinelli, intravede per il futuro del Premio un percorso agevole perché “l’approccio è stato quello giusto perché rappresenta una grande opportunità per la creazione di valore. L’ottimizzazione sostenibile sta dando buoni frutti un po’ ovunque, perché lo sviluppo è passato dalla fase dei bisogni alla fase dei desideri”: ed aggiunge: “Il Premio, in collaborazione

con Res Tipica ANCI e l’UNESCO, e di tutti i partners, vuole provare a ridefinire l’identità territoriale e la competitività dei territori conferendo valore aggiunto a tutti i servizi emanati in quell’area”. In sostanza la formula ruota attorno a tre concetti base. Il primo viene chiamato elemento di comunità. Passa attraverso il recupero di tutte le risorse culturali, compresi i momenti di aggregazione locali e le tradizioni, che contribuiscono a rinsaldare appunto la comunità, lo stare insieme. Il secondo è un elemento di riordino ambientale: occorre creare luoghi gradevoli, sostenibili da un punto di vista socio-ecologico, che puntino decisamente sulle energie alternative. Il terzo elemento è la connettività: il salto di qualità che potrà rendere i piccoli comuni appetibili è uno sforzo di investimento tecnologico per la massima connettività ed operatività infotelematica. Eccolo dunque l’obiettivo del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini che vuole rappresentare tutti i luoghi “virtuosi”: una grande mix tra comunità ecostenibili e filiere locali tra creatività, tecnologie e risorse del territorio, come modello vincente di competitività. “Questo evento si colloca all’interno di un percorso che il Trentino sta facendo a tutti i livelli in direzione delle scelte sostenibili - ha commentato l’assessore provinciale all’ambiente Alberto Pacher - il 30% del nostro territorio è sotto tutela e le aree protette sono diventate motivo e motore di sviluppo”. Il Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini Marino Simoni, spiega così la candidatura: “La scelta di ospitare la nuova edizione del Premio in Trento, porta d’Europa dal Mediterraneo verso la Germania e terra di autonomia che guarda a buone pratiche esportabili. La rete di relazioni che ha messo in circuito questa prestigiosa iniziativa può senz’altro passare da Trento: un paese come il nostro spiega la green economy lungo strade di saperi e sapori, strade dei fiori, vino, mele e formaggi in risposta a un’economia in

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crisi, in un territorio virtuoso, insomma”. Pietro Laureano, Presidente dell’Istituto per le Conoscenze Tradizionali UNESCO, che attraverso l’ITKI, ha portato nuova linfa all’organizzazione del Premio (è anche componente della Commissione Giudicatrice), ha riconosciuto un ruolo di primo piano al Premio Eco and the City dedicato al fondatore del Ministero per i Beni culturali e Ambientali, in un contesto legato a doppio filo ad un evento internazionale (The International Protection of Landscapes. A global assessment on the occasion of the 40th Anniversary of the World Heritage Convention) in cui si metteranno le basi per una nuova convenzione UNESCO per il paesaggio, al fine di individuarne la tutela anche dal punto di vista “etico”. La manifestazione è parte integrante del Premio, tant’è che a Pian de’ Giullari, è prevista, in concomitanza una grande manifestazione che coinvolgerà i proponenti del Patto della Bellezza e del Paesaggio che sottoscriveranno i documento programmatico e tutte le Associazioni di Identità Res Tipica che, nella stessa giornata, (ore 15,00), nella Biblioteca Spadolini, prepareranno un documento sulla tutela del paesaggio da allegare ai lavori). Una collaborazione che lusinga gli organizzatori ben sapendo che l’impegno diventa ancora più grande. Inoltre, facendo riferimento al territorio delle Dolomiti, inserito tra i Patrimoni dell’Umanità, ha sottolineato: “la necessità della consapevolezza di una crisi epo-

cale delle risorse negli ecosistemi, giacché consumiamo in pochi mesi le risorse producibili in un anno. È quindi fondamentale l’educazione alla scienza e alla cultura: l’UNESCO intende risolvere i problemi con chi li ha creati e con chi agisce il proprio territorio”. La diga di Abu Simbel è un simbolo della catastrofe compiuta senza una visione del progetto, insieme locale e globale. “A questo proposito - ha concluso l’architetto Laureano - la figura di padre Chini risulta esemplare per portare il benessere dove non c’era: con lui il concetto di oasi e di sostenibilità viene rilanciato a livello mondiale ed abbiamo scelto di affiancare al convegno sulla sua figura la presenza degli autori del nuovo documentario di Al

Gore Ultima chiamata per l’Oasi”. Alberto Chini, Presidente dell’Associazione Culturale Padre Eusebio Chini, ha infatti espresso interesse nel “coinvolgimento della figura del missionario trentino come precursore della sostenibilità del territorio. Passando per diverse realtà, portò sempre con sé le diverse esperienze vissute in Germania, Spagna, California, Messico Arizona: oltre a collaborare al convegno, inviteremo i partecipanti a visitare il museo di Segno, il monumento equestre donato dalla città di Tucson e la statua che abbiamo invece messo lungo la strada, visibile dalla statale”. Luigi Letteriello

Immagini della conferenza stampa nel Palazzo della Provincia Autonoma di Trento.


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Il Principe Carlo ambasciatore delle Conoscenze tradizionali nel mondo.

Carlo d’Inghilterra: L’erede al trono inglese, affascinato dall’idea di costituzione della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali (www.tkwb.org), si è candidato per promuovere le conoscenze tradizionali, antiche pratiche diffuse in tutto il mondo. L’UNESCO, attraverso l’ ITKI (Istituto Internazionale delle Conoscenze Internazionali), vuol promuovere una nuova economia sostenibile, mettendo in rapporto la domanda di tecniche appropriate crescente nel mondo, ed in particolare negli oltre 800 siti UNESCO, con le imprese che operano in questo settore. Attraverso l’Associazione Culturale Padre Eusebio Chini, uno snodo delle attività è previsto in Trentino, terra di origine del missionario precursore delle Conoscenze tradizionali e della sostenibilità.

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i svolgerà a Firenze, dal 19 al 22 settembre 2012, il Convegno dal titolo “The International Protection of Landscapes. A global assessment on the occasion of the 40th Anniversary of the World Heritage Convention”, con lo scopo di lanciare la nuova iniziativa UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) che vuole promuovere l’ Istituto Internazionale delle Conoscenze Internazionali, denominato ITKI UNESCO(International Traditional Knowledge Institute). In questo ambito si metteranno le basi per una nuova Convenzione UNESCO per il paesaggio, al fine di individuarne la tutela anche dal punto di vista “etico” e saranno avviate nuove iniziative collaterali per riflettere sulle emergenze e gli interventi da effettuare subito, in maniera concreta e coordinata, con tutte le realtà territoriali. Il Principe di Galles, fervido ecologista e amico della Toscana, ha manifestato vivo interesse per i temi del convegno. E’ nota la stima del primogenito di Elisabetta per Pietro Laureano, l’uomo che recupera le oasi nei deserti sahariani, architetto e urbanista, consulente dell’ Unesco per le zone aride, la civiltà islamica e gli ecosistemi in pericolo (recentemente è stato inserito nella Commissione UNESCO per la ricostruzione delle zone terremotate dell’Emilia), promotore del Convegno. Tra i due è nato un feeling profondo che si fonda su una marcata affinità ed una comune sensibilità ambientale. Entrambi condividono l’obiettivo di tutelare il pianeta: ne discutono per corrispondenza, incontri, scambi di idee. Un legame intellettuale diventato ancora più saldo ora che l’architetto lucano (è nato a Tricarico il 16 febbraio 1951), quasi coetaneo dell’erede al trono inglese, ha avviato uno studio che propone l’inventario delle conoscenze tradizionali come una lista di 78 voci di tecniche o pratiche raggruppate in 7 differenti tematiche che vanno dalla lotta contro l’erosione eolica o idrica, all’organizzazione idrica per la conservazione dell’acqua. Ed ancora: Il miglioramento della fertilità dei suoli, la protezione della vegetazione, la silvicoltura, l’organizzazione sociale. Infine: architettura ed energia. L’inventario così strutturato è motivato per la necessità di sintetizzare una materia molto vasta e, progressivamente ampliato e corredato da elaborati grafici sulle differenti tecniche e procedure, costituisce un utile repertorio delle conoscenze tradizionali necessarie per la creazione di una nuova economia e tecnologia sostenibile, mettendo in rapporto la domanda di tecniche appropriate crescente nel mondo, e in particolare negli oltre 800 SITI UNESCO, con l’offerta di imprese che operano in questo settore. Tale iniziativa avrà uno snodo delle attività UNESCO anche in Trentino, dove si svolgerà il Premio Eco La coltivazione della canapa nella zona di Carmagnola ha origini remote: fibra grezza e corde robustissime furono oggetto di un commercio fiorente.

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Colazione di lavoro nel villaggio restaurato con tecniche tradizionali: ospite Carlo d’Inghilterra.

and the City Giovanni Spadolini (novembre 2012), promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia (partner dell’ITKI UNESCO). Il lavoro sarà monitorato dall’Associazione Culturale Padre Eusebio Chini, il missionario trentino precursore delle Conoscenze tradizionali e della sostenibilità, a cui è dedicata una seconda iniziativa denominata “Viaggio alla ricerca delle Conoscenze tradizionali, sulle tracce di Padre Chini”. Il Principe Carlo è rimasto affascinato dall’idea di costituzione della Banca Mondiale sulle Conoscenze Tradizionali, cogliendo in pieno il significato e il modo di operare delle tecniche tradizionali e, per conto dell’ITKI UNESCO, promuoverà in Romania le Conoscenze tradizionali come ambasciatore di queste antiche pratiche che non sono un espediente per risolvere un singolo problema, ma rappresentano un metodo elaborato, spesso polifunzionale e che fa parte di un approccio integrato (società, cultura, economia), strettamente legato a una concezione del mondo basata sulla gestione accurata delle risorse locali. Ad Highgrove, nella residenza reale di campagna c’è, tangibile, l’applicazione del credo del principe. Nell’azienda agricola di sua proprietà, che funziona e produce nel

rispetto dell’ambiente, sono vietati i pesticidi e i fertilizzanti chimici per le coltivazioni e l’allevamento del bestiame viene fatto secondo i metodi tradizionali. Questo principio, così simile al funzionamento della natura in cui ogni residuo di un sistema è utilizzato da altri sistemi e non esiste il concetto di rifiuto o la possibilità di ricorrere a risorse esterne, è quello che ha permesso la sopravvivenza dei gruppi umani nella storia. Carlo d’Inghilterra ne è un convinto sostenitore e da molti anni, con vera passione, predica queste buone pratiche. Pietro Laureano, membro del gruppo di esperti UNESCO che sta lavorando alla stesura della nuova Convenzione sul Paesaggio, non si sbilancia. Preannuncia il valore esclusivo di questa manifestazione internazionale (sarà presente il vice direttore Generale dell’UNESCO Francesco Bandarin) e, come Presidente del Panel per le conoscenze tradizionali, non dissimula la propria viva soddisfazione, poichè l’UNESCO vuole segnare quasi una svolta epocale promuovendo concetti nuovi e innovativi che saranno determinanti nella realizzazione di una Banca Mondiale sulle Conoscenze tradizionali e il loro uso innovativo (www.tkwb.org). Pierpaolo Bo

ITKI UNESCO

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God save the Earth

Il primogenito della Regina Elisabetta si confronta con Pietro Laureano.

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Le conoscenze tradizionali e il loro uso innovativo, che rappresentano la base per una tecnologia sostenibile, indispensabile per l’elaborazione di un nuovo modello di progresso umano, sono un giacimento di possibilità che si va perdendo.

Le conoscenze tradizionali,

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un patrimonio prezioso Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, insieme all’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali (ITKI), fondato dall’UNESCO e al Traditional Knowledge World Bank (TKWB) - Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali -, partendo da padre Eusebio Chini, pioniere dell’alta Pimerìa, antesignano dello sviluppo sostenibile, vuole premiare, in omaggio al missionario trentino, le antiche pratiche usate dai nostri avi, con lo scopo di riscoprirle per risparmiare energia ed emissioni.

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e “conoscenze tradizionali” sono quei saperi, innovazioni o pratiche legate alla tradizione di un territorio o di un popolo. Fanno parte della cultura materiale, e costituiscono autentici laboratori di approfondite ricerche archelogiche-industriali : ci sono luoghi come gli ecomusei, aree attrezzate e musei della memoria dove si possono ripercorrere la storia, la cultura e lo stile di vita della civiltà contadina e protoindustriale. Esistono aziende che utilizzano sistemi che si rifanno all’esperienza trasmessa da generazioni, applicazioni che vengono utilizzate nella preparazione dei prodotti alimentari: storici mulini a pietra, laboratori tessili come il Gualchiere che sorge sull’Arno, alla periferia di Firenze, alambicchi per preparare esclusivi infusi, cantine storiche che lasciano riposare vini famosi, campi coltivati con sistemi antichi che appartengono ai nonni. Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, insieme all’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali (ITKI), fondato dall’UNESCO e al Traditional Knowledge World Bank (TKWB) - Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali -, che classifica le antiche pratiche usate dai nostri avi, vuole mettere in luce le conoscenze tradizionali, al fine di non dimenticarle e ricominciare ad usarle per risparmiare energia ed emissioni. E vuole rendere omaggio a padre Eusebio Chini, pioniere dell’alta Pimerìa, antesignano dello sviluppo sostenibile, che spese la propria vita tra le popolazioni meno progredite di Paesi lontani, trasformando argini di fiumi in fattorie, recuperando dimore antiche e chiese. L’edizione del 2012 dedica una Sezione Speciale a queste tecniche antiche, che sono state classificate dall’ITKI UNESCO in 700 “grandi famiglie” di tecniche “salva-ambiente” sopravvissute allo scorrere del tempo. Uno sguardo al passato e alle tecniche “green” usate dai nostri nonni può essere illuminante in tema di risparmio energetico. La società Ipogea, di Bagno a Ripoli (dove sorge il Centro Internazionale) che si avvarrà anche di Energeo Magazine per divulgare le Conoscenze tradizionali, ha lanciato l’idea della “Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali”, che metterà a disposizione di governi, amministrazioni pubbliche e cittadini i risultati di questa capillare indagine. Un caso particolare riguarda le antiche tradizioni culturali per una corretta gestione della risorsa idrica che possono fornire, anche nel terzo millennio, risposte alla desertificazione e alle crisi siccitose che si stanno espandendo in molte aree del pianeta a causa dei cambiamenti climatici. Di questo si è discusso, recentemente a Yazd, in Iran, dove si è tenuto il primo congresso internazionale sulle Conoscenze tradizionali per la gestione delle risorse idriche. Il luogo scelto per l’evento è un simbolo degli L’applicazione dell’intonaco naturale TERMIT-Bio rappresenta un ritorno alla tradizione italiana con la riscoperta dei materiali più nobili usati nell’antichità.

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antichi saperi messi a frutto per la gestione dell’acqua. Infatti la città di Yazd, posta a cavallo dei due grandi deserti iraniani, iscritta nel patrimonio mondiale UNESCO come una delle più antiche città del mondo, è celebre per i Qanat, i tunnel di captazione lunghi anche 40 chilometri che convogliano l’acqua verso la città, i caravanserragli di terra cruda e i badgir, le torri del vento che rinfrescano le abitazioni. “Le conoscenze tradizionali hanno permesso nel passato la realizzazione dei monumenti, delle città e dei paesaggi che apprezziamo, ma non vanno studiate e protette solo per il loro significato storico: esse hanno una validità di riproposizione di grande attualità” - ha dichiarato Pietro Laureano, direttore di Ipogea e Presidente dell’Istituto internazionale delle conoscenze tradizionali, che ha tenuto una lectio magistralis di apertura dal titolo “Le conoscenze tradizionali per rispondere alla crisi globale”. “La crisi idrica, il degrado dei suoli, la desertificazione - ha puntualizzato Laureano - possono trovare risposta in queste conoscenze e tecniche, che permettono un approccio più adatto alla situazione locale e rispettoso degli ecosistemi. Queste tecniche recupe-

rano le identità delle comunità, sono ad alta componente di lavoro e non distruggono risorse naturali, contribuendo alla diminuzione della povertà, al perseguimento della pace e di un futuro sostenibile”. Ai margini del congresso, organizzato dal Centro internazionale sui Qanat e da altri organismi internazionali, oltre 300 esperti e studiosi da 30 paesi del mondo, hanno fatto il punto sulle ricerche e gli interventi di tutela in corso, e sul modo in cui le tecniche tradizionali di gestione dell’acqua possano essere utili nella società contemporanea, hanno lanciato un appello per salvaguardare le tecniche e le conoscenze tradizionali dell’agricoltura e dell’architettura, che ad oggi stanno scomparendo, ma che è necessario conservare per poter rispondere alla crisi ambientale ed economica globale e migliorare, come conseguenza virtuosa, la qualità della nostra vita. Semsar Yazdy, direttore del Centro Internazionale dei Qanat dell’Iran, ha proposto di organizzare in Italia presso l’Istituto Internazionale delle Conoscenze tradizionali (sede attuale a Bagno a Ripoli), il prossimo appuntamento internazionale. E’ entrato a questo punto in gioco la Medaglia Spadolini che, con l’obiettivo

di premiare gli esempi più singolari di utilizzo di tecniche tradizionali, vuole servire da stimolo per l’arricchimento della banca dati ITKI UNESCO: Energeo Magazine, cinghia di trasmissione del Premio, vuole indagare sui segreti della memoria, favorendo un progetto già avviato dall’ITKI UNESCO. La mappatura dei casi più eclatanti (ecomusei, antichi frantoi, storici laboratori tessili), potrà essere consultata da tutte le pubbliche amministrazioni del mondo, tramite un report annuale disponibile on-line, che raccoglierà le centinaia di migliaia di soluzioni antiche e attuali ai problemi della desertificazione, della mancanza d’acqua, delle frane e dello spreco di energia. “Il lavoro di ITKI UNESCO - ha commentato il vice direttore Generale dell’UNESCO, Francesco Bandarin - è una buona notizia per l’UNESCO”. “Le conoscenze tradizionali e il loro uso innovativo rappresentano la base per una tecnologia sostenibile, indispensabile per l’elaborazione di un nuovo modello di progresso umano, sono un giacimento di possibilità che si va perdendo, con l’affermarsi della monocultura del cemento e anche con gli spostamenti di popolazioni”. Pierpaolo Bo

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Nonno Felice mentre fa la manutenzione del mulino Marino a pietra naturale e a cilindri da lui reso funzionante, nel 1955, a Cossano Belbo.

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Dal passato la chiave

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del futuro del pianeta Protezione del territorio, inteso non solo in senso fisico, ma anche come storia della popolazione che ci vive e dei segni materiali e immateriali lasciati da coloro che lo hanno abitato in passato. Pietro Laureano: “Ogni pratica tradizionale è sempre un metodo elaborato, spesso polifunzionale e che fa parte di un approccio integrato (società, cultura, economia), strettamente legato ad una concezione del mondo basata sulla gestione accurata delle risorse locali”.

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’UNESCO lo ha comunicato ai responsabili dell’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali ITKI soltanto pochi giorni fa. Se n’è fatto carico lo stesso direttore generale Francesco Bandarin, spiazzando un po’ tutti. In autunno, subito dopo il Convegno, previsto a Firenze “The International Protection of Landscapes. A global assessment on the occasion of the 40th Anniversary of the World Heritage Convention”, si darà il via ad una massiccia campagna di sensibilizzazione sulla raccolta e mappatura delle “Tecniche tradizionali o sistemi di scienze locali”, stimolando una gara tra territori (saranno coinvolte anche le scuole) in un Viaggio alla ricerca delle Conoscenze Tradizionali: l’iniziativa sarà dedicata al missionario trentino Padre Eusebio Chini. A quasi dieci anni (2003) dalla Conferenza generale di Parigi, quando l’UNESCO iniziò ad affrontare il difficile tema della tutela del patrimonio immateriale, si preannuncia una svolta epocale, partendo dalla nostra storia. Il patrimonio locale delle Conoscenze Tradizionali può essere promosso, secondo i responsabili dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (che sta tracciando le nuove linee guida per una nuova Convenzione UNESCO per il Paesaggio), soltanto coinvolgendo le popolazioni e i Comuni, creando un collegamento tra le diverse iniziative avviate

Francesco Bandarin, vice direttore generale UNESCO a fianco l’attivista e ambientalista indiana Vandana Shiva.

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sul territorio. Le sinergie qui sono obbligatorie. Ed occorre far rete. In questo contesto, come abbiamo visto a pag. 20, il Principe Carlo d’Inghilterra ha già annunciato la propria disponibilità ad essere il primo ambasciatore di questo “viaggio nella conoscenza” che interesserà l’intero pianeta. Altri autorevoli personaggi sono apparsi particolarmente interessati a questo nuovo movimento che coinvolgerà i popoli del mondo che dovranno aprire il “libro dei ricordi”. Altri ne seguiranno: già sono interessati imprenditori che hanno messo in campo strategie idonee per valorizzare le comunità locali, garantendo la sostenibilità lungo tutta la catena del valore, personaggi dello spettacolo sensibili a queste tematiche, gente comune. Possono partecipare a questo ambizioso progetto piccoli Comuni, Unioni di Comuni, associazioni di Città Tipiche, Province, Regioni, G.A.L. (Gruppo di Azione Locale) e gli Ecomusei che in questi ultimi anni sono diventati sempre più l’espressione di un territorio dove si è potuto conservare ma anche saper utilizzare, per l’oggi e per il futuro, il proprio patrimonio culturale in modo da aumentarne il valore anziché consumarlo. “Territorio” inteso non solo in senso fisico, ma anche come storia della popolazione che ci vive e dei segni materiali e immateriali lasciati da coloro che lo hanno abitato in passato. Gli ecomusei rappresentano le strutture dove sono state già inventariate queste antiche pratiche. Anche in questo caso, la Fondazione Spadolini Nuova Antologia, il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini e l’ITKI UNESCO viaggeranno insieme verso lo stesso obiettivo di tutela del territorio anche dal punto di vista etico. Il Trentino e la Toscana diventano lo snodo delle attività UNESCO per la creazione di una nuova economia e tecnologia sostenibile, mettendo in rapporto la domanda di tecniche appropriate crescente nel mondo, e in particolare negli oltre 800 SITI UNESCO,

Una riunione a Trento per lanciare il progetto “Viaggio alla ricerca delle Conoscenze tradizionali sulle tracce di Padre Eusebio Chini”. Nella foto: Pietro Laureano e Alberto Chini, Presidente dell’associazione Padre Kino incontrano i giornalisti.

con l’offerta di imprese che operano in questo settore. L’inventario così strutturato è motivato per la necessità di sintetizzare una materia molto vasta e, progressivamente ampliato e corredato da elaborati grafici sulle differenti tecniche e procedure, costituisce un utile repertorio delle conoscenze tradizionali che saranno d’ora innanzi certificate dall’ITKI UNESCO dopo un attento esame. L’Istituto, fondato da Ipogea, The Maria Nobrega Foundation, Fondazione Romualdo Del Bianco, Comune di Bagno a Ripoli, Politecna, riconosciuto dall’UNESCO, gode della collaborazione delle amministrazioni toscane (regionali, provinciali e comunali), nella forma giuridica di un’associazione privata partecipata da soci, sostenitori e fondazioni, ed è lo snodo di una rete internazionale preposta all’inventario, alla salvaguardia e alla diffusione innovativa delle Conoscenze Tradizionali. Tuttavia la classificazione basata sulla separazione per obiettivi e funzioni rischia di impoverire la tematica e di non cogliere il significato e il modo di

operare della tecniche tradizionali. Le conoscenze tradizionali e locali fanno parte di un sistema complesso e quindi non possono essere ridotte ad una lista di soluzioni tecniche e circoscritte a un insieme di applicazioni distinte secondo i risultati da ottenere.

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In autunno partirà una massiccia campagna di sensibilizzazione sulla raccolta e mappatura delle Tecniche tradizionali o sistemi di scienze locali.

Fabrizio Montepara, Presidente di Res Tipica ANCI.

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I patrimoni di Comunità Sebbene alcuni siano antichissimi, i Patrimoni di Comunità (nome coniato solo da alcuni anni) da un punto di vista concettuale stanno appena emergendo: si tratta di realtà spesso ancora vive e vitali, nella maggior parte dei casi non conosciute, comunque superficialmente ritenute marginali e poco significative, se non aspetti del folklore popolare, comunque utili per allestire la Banca Mondiale delle conoscenze tradizionali (www.tkwb.org). La definizione di Patrimonio di Comunità parla di “... ecosistema naturale o modificato, che include una biodiversità significativa, fornisce servizi di natura ecologica e/o possiede valori culturali propri, conservato in modo volontario da una o più comunità interessate secondo costumi tradizionali o tramite altri mezzi efficaci”.

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nazionale in materia di ecomusei e di aree protette, ha reinterpretato il loro ruolo quali strumenti a disposizione delle comunità locali per conoscere, conservare e valorizzare le proprie risorse ambientali, le proprie tradizioni, la propria storia. In questo percorso politico e culturale, in cui il “territorio” nelle sue varie componenti, emerge come sistema di valori e di relazioni, le realtà locali sono interpreti insostituibili per affrontare in

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“La loro efficacia dipende da interazioni tra più fattori - spiega Pietro Laureano - Questi vanno accuratamente considerati se si vuole comprendere i successi storicamente realizzati tramite le conoscenze tradizionali e comprenderne la logica per una riproposizione contemporanea”. “Ogni pratica tradizionale - precisa - non è un espediente per risolvere un singolo problema, ma è sempre un metodo elaborato, spesso polifunzionale e che fa parte di un approccio integrato (società, cultura, economia) strettamente legato ad una concezione del mondo basata sulla gestione accurata delle risorse locali”. Il Presidente di Res Tipica Fabrizio Montepara, che da novembre guida la rete

per salvaguardare e promuovere l’immenso patrimonio ambientale, culturale, turistico ed enogastronomico dei Comuni piccoli e medi del nostro Paese, valorizzare la cultura dei territori, per far conoscere in Italia e nel mondo la ricchezza di paesaggi, saperi e sapori. Altro giacimento prezioso per ricercare le Conoscenze tradizionali sono gli Ecomusei, quali processi “dal basso” e strumenti di gestione del territorio in grado di porre l’accento sulla con-

Il Principe Carlo d’Inghilterra in una fase dei lavori con Pietro Laureano.

delle associazioni di identità che include 27 associazioni in rappresentanza di circa 2000 Enti Locali, commenta: “Ci sembra che l’UNESCO con questa iniziativa - spiega Montepara - abbia fatto un notevole passo in avanti, continuando a dar voce agli ideali di un territorio: le nuove politiche dovranno preservare e favorire l’immenso patrimonio che incorpora i saperi delle comunità, le caratteristiche dell’ambiente e le produzioni tipiche, trasformando questo grande capitale culturale e sociale in qualità della vita per chi in quei luoghi risiede anche solo temporaneamente e in occasioni di sviluppo sociale ed economico rispettoso dei valori e della cultura locale”. Montepara è favorevole a collaborare a questa iniziativa, destinata a varcare i confini nazionali, per dare ulteriore slancio a Res Tipica. Insiste: “si mettano i piccoli Comuni nelle condizioni di poter valorizzare al meglio i propri territori e soprattutto si incentivino con premi coloro che portano avanti politiche virtuose del territorio”. Res Tipica, l’Associazione, costituita dall’ANCI insieme alle Associazioni Nazionali delle Città di Identità, che promuove le identità territoriali italiane, è, infatti, perfettamente allineata con le più recenti politiche dell’UNESCO: nasce, infatti,

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L’Ecomuseo dei terrazzamenti sul monte Oliveto a Cortemilia, in alta Langa.

servazione della memoria e del passato, in funzione di una progettazione del futuro. La realtà e l’evoluzione dell’ecomuseologia italiana e straniera, in alcune regioni è regolata da un’apposita legge regionale. Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise, Piemonte, Provincia di Trento, Sardegna e Umbria hanno fatto da apripista per garantire il necessario sostegno tecnico-scientifico alla politica regionale sugli ecomusei, istituendo, in molti casi, un gruppo di lavoro, con specifica competenza ecomuseale. L’esperienza gestionale acquisita sia a livello regionale, sia nazionale e inter-

modo efficace, risolutivo ed equo i grandi e i piccoli problemi connessi alla conservazione delle risorse naturali e non, dando vita a processi di sviluppo fondati su veri criteri di sostenibilità. Sotto questo profilo il “territorio” offre esperienze antiche e consolidate di gestione delle risorse naturali, attuate dalle comunità locali attraverso strutture organizzative sviluppate e modulate sulle caratteristiche delle specifiche realtà, per rispondere a criteri da un lato di conservazione e incremento delle risorse stesse e dall’altro di equa ripartizione dei loro prodotti. Tipiche attrezzature nell’Ecomuseo della cultura della lavorazione della canapa di Carmagnola.

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Da alcuni anni (il sud anche in questo caso viaggia ad un’altra velocità) c’è un vivace confronto di diverse esperienze da tutta Italia, avendo tra i tanti obiettivi l’apertura verso forme di cooperazione internazionale tra Patrimoni di Comunità del nord e del sud del mondo, prendendo spunto dalle importanti collaborazioni maturate in questi anni tra numerosi Parchi piemontesi e africani con l’accompagnamento e l’assistenza tecnica fornita dalle Regioni che hanno iniziato questo percorso da tantissimi anni. Consapevoli che l’identità e l’appartenenza territoriale sono elementi strategici nei processi di sviluppo di un territorio, costituendo entrambi la base di partenza per costruire e sviluppare, a livello locale, un’attiva partecipazione e una corretta gestione dei progetti di sviluppo, torneranno in auge con questo ambizioso progetto le parole: partecipazione, identità territoriale, patrimonio locale. Basta affacciarsi sulla costa del continente africano, nel sud est del Marocco, a Fezna, nella regione del Tafilalelt (Errachidia), per aver un esempio di best practices dove nascerà nel deserto un’architettura che produce acqua ed energia, da un progetto di Pietro Laureano.

L’ecomuseo e la grotta nella collina.

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L’ecomuseo delle Khettara in Marocco: un’architettura che produce acqua ed energia Si tratta dell’eco museo delle Khettara. L’architettura sarà realizzata in terra cruda e pietra e sarà completamente autosufficiente per acqua ed energia. Il progetto è finanziato dal Ministero dell’Urbanistica del regno del Marocco e dalla Regione del Tafilalelt, il cui governatore Ahmed Marghich, in una riunione con i più alti responsabili locali e nazionali, ha approvato il progetto esecutivo. Questo coinvolgerà la popolazione locale, costituirà una attrattiva turistica, salverà la memoria delle antiche tecniche tradizionali che hanno permesso la vita in uno dei luoghi più aridi del pianeta e costituirà un centro propulsivo per il restauro e la salvaguardia delle oasi. In particolare il museo è dedicato alle khettara, gli antichi tunnel di captazione d’acqua chiamati anche qanat in Iran, foggara in Algeria e falaj in Oman che riescono in modo che sembra miracoloso a produrre acque libere dove non esiste alcuna risorsa superficiale apparente. Il progetto è stato realizzato dall’architetto Pietro Laureano, consulente

UNESCO per le zone aride e gli ecosistemi in pericolo e uno dei più importanti esperti mondiali di oasi e tecnologie sostenibili. Architetto Laureano, come nasce questo progetto? Due anni fa con la mia società IPOGEA (www.ipogea.org ), centro internazionale delle conoscenze tradizionali, partecipammo a una gara indetta dal Ministero dell’Urbanistica del Marocco (DAT), il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUD) e il Programma Oasi Tafilalelt (POT) per lo studio delle tecniche idriche locali, la scelta del sito e la realizzazione di un museo nel deserto. Vincemmo la gara battendo importanti progettisti, università e centri di ricerca internazionale; così iniziammo il lavoro con gli studi sulla storia, le tecniche, le tradizioni locali e la concezione del progetto che ora è stato approvato. Perché la vostra proposta vinse la gara? Proponemmo non un museo convenzionale ma un ecomuseo, un museo vivente del territorio e del paesaggio. Con l’obiettivo di proteggere, promuovere e valorizzare tutta l’area con i suoi abitanti, i modi di vivere, le identità, le tecniche, le pratiche ancestrali e anche i modi appropriati di gestione ed evoluzione. Dimostrammo la nostra forte conoscenza di queste tematiche e la capacità di creare un’architettura in continuità con la tradizione locale e avanzatissima dal punto di vista della sostenibilità. Come avete realizzato tutto questo? E’ stato fatto lo studio dettagliato dei luoghi e l’inventario tramite le carte satellitari e la geo localizzazione sul web di tutti gli elementi di interesse utilizzando il Sistema Informatico delle Tecniche Tradizionali e Innovative (SITTI) da noi elaborato per l’Istituto Internazionale delle Tecniche Tradizionali dell’UNESCO (ITKI) e la Traditional

Inserimento dell’ecomuseo nel paesaggio del deserto del Marocco.

Knowledge World Bank (sito www. tkwb.org). La procedura utilizzata, per le sue particolari caratteristiche innovative, ha avuto il riconoscimento di essere pubblicata dalla Agenzia Spaziale Europea. E’ stato possibile tramite Google Earth individuare e recensire tutte le antiche gallerie sotterranee e ricostruire gli ecosistemi delle oasi. Ogni luogo di interesse, le associazioni e le stesse famiglie che partecipano al progetto sono taggate, identificate nel sistema e diventano parte vivente del circuito museale. Quindi dal monumento al paesaggio e dal turismo all’agriturismo, fino al geo turismo. Ma esiste anche un’architettura specificatamente progettata? Lungo la strada che, a sud di Marrakech, va dalla celebre Ouarzazate verso sud est alle dune di Merzougha, è stato individuato un luogo nell’Oasi di Fezna dove si può ammirare un’area di deserto solcata da centinaia di chilometri di gallerie che convergono verso le oasi. Qui abbiamo progettato il centro di interpretazione e diffusione delle visite in un’architettura appositamente costruita. Quali sono le sue caratteristiche? La tipologia e i materiali si riallacciano alla tradizione locale. Abbiamo individuato una collina di

pietra che si affaccia sullo splendido paesaggio delle oasi. La collina viene scavata e fornisce i materiali per la costruzione del museo. In essa è realizzata una grotta che fornirà l’energia passiva e l’acqua per l’edificio. L’energia attiva è ottenuta tramite l’utilizzo sulla copertura di mosaici in maiolica locale integrati con tasselli fotovoltaici che diventano parte della composizione. L’edificio è completamente integrato nel paesaggio. Il visitatore che arriva dal deserto entra in un giardino murato irrigato da canalizzazioni superficiali. Seguendo a ritroso il percorso dell’acqua si ritrova negli ambienti freschi e protetti della caffetteria ristorante, le sale di esposizione, attrezzate con schermi interattivi sulle oasi e infine entra nella grotta dove scopre il segreto della origine dell’acqua. Poi si risale all’aria aperto sulla terrazza e la collina rocciosa da dove si ha la visuale del paesaggio. Intorno è attrezzato uno spazio nomade con tende, artigianato, gli stand delle associazioni che invitano ai circuiti sul territorio e i terrazzamenti per il riciclo dell’acqua e la fito depurazione. Quali sono le dimensioni dell’architettura, i costi, le collaborazioni utilizzate e i passi futuri per la realizzazione? L’edificio è di circa 9.000 m2, compresi i giardini e le corti, e costa 1.100.000

euro. A questo si aggiungeranno i costi degli interventi a scala territoriale. Il direttore del Programma Oasi, Tafilalelt Mohamed Baddou, ha dichiarato di avere per la realizzazione un budget di 2.000.000 di euro. Alla progettazione ha collaborato tutto il team IPOGEA, in particolare l’architetta Miriam Bruni e l’architetto marocchino Amine Ahlafi. Il prossimo passo è preparare entro settembre prossimo i documenti per l’appalto dei lavori e lanciare le gare per la realizzazione. Pierpaolo Bo

ITKI UNESCO

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Interno dell’ecomuseo del Marocco.

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Agire insieme per sottoscrivere

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un Patto per la bellezza e il paesaggio L’iniziativa è della Fondazione Spadolini Nuova Antologia che, forte dell’eredità culturale del suo fondatore, guarda oggi con particolare attenzione alle tematiche ambientali e di tutela e fruizione del territorio e del paesaggio, portando avanti un’azione di sensibilizzazione tra le forze del Paese. Il progetto ambizioso (la Rai, attraverso il TG2, è media partner dell’iniziativa), realizzato in collaborazione con l’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, con l’obiettivo di rafforzare l’interconnessione con le Reti UNESCO, si snoda attraverso la Rete delle reti (www.retedellereti.it) per la tutela e valorizzazione del paesaggio naturale e culturale italiano in memoria di Angelo Vassallo, il Sindaco di Pollica, vittima di un agguato.

In alto: la copertina del libro dedicato ad Angelo Vassallo, scritto dal fratello Dario, edito dalla Mondatori sulla storia esemplare di un eroe civile, moderno e meridionale, capace di farsi interprete del riscatto del Sud Italia. A lato: Angelo Vassallo, il Sindaco pescatore è stato un uomo capace di fare il bene, di pensare per gli altri, di alzare lo sguardo verso quell’orizzonte limpido che aveva imparato a guardare durante le albe al lavoro sul suo peschereccio. Un uomo che era già un eroe prima che qualcuno lo ammazzasse.

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Il paesaggio è quella parte del mondo che esiste realmente per ogni individuo, è la sua stessa realtà, è la sua stessa vita. Il resto dell’universo ha solo un valore astratto. E ogni specie umana ha il suo paesaggio ed ogni uomo il suo…”. E ancora: “il Buono, con la natura, è un immenso paesaggio nel quale l’uomo avanza attraverso secoli di esporazioni”. Cosi scriveva il filosofo spagnolo Josè Ortega y Gasset. Il professor Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO nello scorso numero di Energeo Magazine ha denunciato con determinazione: “Il Paesaggio è il grande malato d’Italia. Nonostante esso sia tutelato dalla Costituzione della Repubblica (art. 9) e dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ogni anno nel nostro paese vengono cementificati indiscriminatamente centinaia di migliaia di ettari di territorio”. La Fondazione Spadolini Nuova Antologia, che si fregia dell’ l’Alto Patronato permanente del Presidente della Repubblica, forte dell’eredità culturale del suo fondatore, guarda oggi con particolare attenzione alle tematiche ambientali e di tutela e fruizione del territorio e del paesaggio, attraverso il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, portando avanti una concreta azione di sensibilizzazione tra le forze vive del Paese. Verrà sottoscritto un Patto per la bellezza e il Paesaggio, una sorta di “costituente della bellezza e il paesaggio”, fra i rappresentanti di una parte viva del Paese incaricati di studiare un documento programmatico in grado di stabilire le linee guida di un nuovo percorso, che si snoda attraverso la Rete delle reti (www.retedellereti.it) per la tutela e valoriz-

zazione del paesaggio naturale e culturale italiano, organizzazione dedicata alla memoria di Angelo Vassallo, il Sindaco di Pollica ucciso dalla malavita organizzata per difendere il territorio minacciato dalle speculazioni. Un progetto ambizioso (la Rai - attraverso il Tg2, in qualità di media partner - collaborerà alla realizzazione dell’iniziativa) avviata, in collaborazione con l’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, con l’obiettivo di rafforzare l’interconnessione con le Reti UNESCO, e ripensare un nuovo modello di sviluppo che includa cultura e tutela del paesaggio e dell’ambiente tra i parametri da considerare come priorità di un’azione di governo del territorio. La sottoscrizione del Patto da parte dei proponenti (Fondazione Spadolini Nuova Antologia; Provincia Autonoma di Trento che farà da capofila, in quanto ha adottato per prima uno strumento urbanistico che poggia proprio su una visione di sviluppo che tiene conto della tradizione e dell’innovazione, della salvaguardia dell’identità e della competitività, dell’apertura internazionale e dell’adeguatezza delle condizioni di crescita umana, intellettuale e sociale; Consorzio Comuni Trentini; Regione Abruzzo alla quale è stata conferita la Medaglia Spadolini 2011; Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino; i promotori del manifesto “100 Sindaci per la Bellezza e il Paesaggio”- d’intesa

con l’ANCI; Istituto Internazionale delle Conoscenze Tradizionali, denominato ITKI-UNESCO International Traditional Knowledge Institute; il (TKWB) Traditional Knowledge World Bank - Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali, Associazione dell’A.N.C.I. Res Tipica; Distretto Energie Rinnovabili - Co. Svi.G.), avverrà il 19 settembre 2012, a Firenze a Pian de’ Giullari, ospiti della

esclusivo legato a doppio filo ad un evento internazionale (The International Protection of Landscapes. A global assessment on the occasion of the 40th Anniversary of the World Heritage Convention) in cui si metteranno le basi per una nuova convenzione UNESCO per il paesaggio, al fine di individuarne la tutela anche dal punto di vista “etico”, secondo un nuovo

Il professor Cosimo Ceccuti, Presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia ospiterà nella Casa-Museo o Tondo dei Cipressi o più comunemente Casa dei Libri, in un contesto esclusivo, la firma del Patto per la Bellezza e il Paesaggio.

Fondazione Spadolini Nuova Antologia, nella Casa-Museo o Tondo dei Cipressi o più comunemente Casa dei Libri (la preziosissima biblioteca, composta da 100 mila volumi, è la sede di rappresentanza del Premio), in un contesto

modello appena tracciato (e non ancora divulgato), anche alla luce del recente terremoto che ha colpito l’Emilia. L’iniziativa ha già determinato la promozione di un patto per il sisma che ha già importanti firmatari tra università, amministrazioni, categorie professionali. In estrema sintesi l’idea è impegnarsi ad aiutare tutti con inventari, soluzioni urgenti, codici di procedure in rete, prezzi trasparenti in cambio della garanzia di salvaguardia degli ecosistemi rurali e urbani e del paesaggio e la sostenibilità nel lungo periodo (ne parleremo dettagliatamente nel prossimo numero). Spiega l’Architetto Pietro Laureano, consulente UNESCO, Presidente dell’ITKI: “L’UNESCO vuole ribadire, nelle nuove linee guida, che la protezione del patrimonio non è finalizzata soltanto ai monumenti, ma anche alla salvaguar-

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Cultura del paesaggio e tutela dell’ambiente rappresentano impegni prioritari dell’azione di governo del territorio.

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Il porticciolo di Acciaroli sul mare da bandiera blu di Pollica da dove partiva il peschereggio di Angelo Vassallo.

zionale dei paesaggi, una valutazione globale in occasione del 40° Anniversario della Convenzione del Patrimonio Mondiale”, è organizzato da UNESCO e ITKI dal 19 al 21 settembre a Firenze, Palazzo Medici Ricardi, sala del Luca Giordan. In tale ambito si inserisce il Patto, che aderisce ad una costituente della bellezza e del paesaggio che si propone di riattivare il circolo virtuoso tra conoscenza, promozione, tutela e salvaguardia, in una nuova visione del governo del territorio nella sua complessità, inteso quale matrice identitaria dei territori e dei suoi abitanti, come già compreso nell’Art. 9 della Costituzione. I territori promotori, disponibili al confronto con altre realtà simili, si candidano come “laboratorio a cielo aperto per l’adozione e promozione delle politiche unescane”, con la consapevolezza che le scelte effettuate per soddisfare i bisogni del presente non devono compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Con questa iniziativa si vogliono mettere basi solide per guardare lontano, “perché la difesa del paesaggio, i beni culturali, l’ambiente, le buone pratiche, la sostenibilità, rappresentano un gesto etico e propositivo per la tutela del territorio”. Energeo Magazine è in grado di illustrare in anteprima la bozza del Patto, redatto dall’architetto Domenico Nicoletti, docente di gestione e salvaguardia delle aree protette dell’Università di Salerno che anticipa: “E’ necessario promuovere nel paese una nuova stagione di consapevolezza, riscatto d’identità e orgoglio di appartenenza, riscoprendo nella “bellezza e nel paesaggio”, un bene prezioso e vitale per la stessa economia della nazione. Una recente indagine del Censis (febbraio 2012), ha rilevato che per il 70% degli italiani, vivere in un posto bello aiuta a diventare persone migliori, viene riconosciuto

Stefano Pisani, attuale Sindaco di Pollica, promotore del manifesto “100 Sindaci per la Bellezza e il Paesaggio”- Domenico Nicoletti, docente di gestione e salvaguardia delle aree protette dell’Università di Salerno e Angelo Paladino, Presidente dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco latino, artefici di un progetto, insieme ad Energeo, che guarda lontano: la Rete delle Reti Angelo Vassallo.

valore in termini di sviluppo complessivo di un territorio e di una comunità. Esiste una fortissima relazione tra cultura e innovazione, tra accesso alla cultura e qualità della vita, tra formazione permanente, istruzione, occupazione e sviluppo, tra valorizzazione del patrimonio culturale e attrazione degli investimenti internazionali. • I progetti per lo sviluppo della cultura del territorio dovranno contenere precise indicazioni di sostegno alla ricerca e all’innovazione, dovranno orientarsi verso la crescita di una società che fa della conoscenza un terreno fondamentale di impegno, dovranno dimostrare capacità di produrre occupazione, favorire lo sviluppo della moderna impresa, avere la capacità di connettersi con altri settori, a partire dalla ricerca, la formazione e il turismo. • Indispensabili sono, in tal senso, un comune sentire e una comune volontà che nascano da proposte condivise, capaci di superare i limiti di un eccessivo attaccamento al proprio specifico e alla propria realtà.

• l sottoscrittori del presente patto per la bellezza e il paesaggio, potranno svolgere, anche con il sostegno del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, una funzione di stimolo, propositiva per programmi e progetti condivisi fra una pluralità di Enti, per lo sviluppo di sistemi e di reti di reti, che vedano il coinvolgimento anche di soggetti privati, delle fondazioni bancarie, la collaborazione degli operatori dei beni e delle attività culturali con le Università, le Accademie, i Conservatori e gli Istituti di ricerca, l’intreccio fecondo tra il mondo della cultura e quello dell’economia e del lavoro. • La condivisione dello spirito e l’adesione a questo documento per la difesa e la valorizzazione della cultura del territorio, della bellezza e del paesaggio, costituiscono gli elementi di partenza di un lavoro che si dovrà sviluppare, anche con il sostegno del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, concretamente nell’immediato futuro. • Il Patto aderisce ad una “costituente della bellezza e il paesaggio” che riat-

tivi il circolo virtuoso tra conoscenza, promozione, tutela e salvaguardia, già compreso nell’Art. 9 della Costituzione. Con l’obiettivo di rafforzare l’interconnessione con le Reti UNESCO, per ripensare il nostro modello di sviluppo che include cultura e tutela del paesaggio e dell’ambiente tra i parametri da considerare, come priorità di un’azione di governo del territorio. Luigi Letteriello

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dia delle conoscenze che ci hanno permesso di creare i monumenti e il paesaggio, e quindi, in ultima analisi, l’UNESCO tutela le persone che sono depositarie di queste conoscenze, dimostrando di essere vicina alle popolazioni e ai problemi di coloro che sono stati colpiti dal terremoto (sono intervenuti nella zona sismica affermati consulenti internazionali)”. L’occasione sarà utile per riflettere sulle emergenze e gli interventi da effettuare subito, in maniera concreta e coordinata con tutte le realtà territoriali, non soltanto con i Comuni che beneficiano della presenza di un sito UNESCO sul proprio territorio e nelle aree confinanti. A Firenze saranno presenti i massimi vertici dell’Istituzione Intergovernativa dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e tutti i rappresentanti di Res Tipica, l’Associazione costituita dall’A.N.C.I. insieme alle Associazioni Nazionali delle Città di Identità, per la promozione delle identità territoriali italiane, che raggruppa 1968 Enti locali. Il convegno, intitolato: “La protezione interna-

cioè un legame tra etica ed estetica, ritenendo che la bellezza ha un valore educativo e che la crisi si supera investendo sul paesaggio”. Lo scopo è la diffusione di competenze, conoscenze e capacità necessarie per assumere un atteggiamento responsabile nei confronti dei beni comuni e ambientali di cui tutti fruiamo o, più semplicemente, dovremmo/potremmo fruire. Ecco i punti principali che verranno sottoscritti: • La bellezza e il paesaggio, la ricchezza e la qualità del patrimonio artistico, archeologico e architettonico, l’originalità e l’importanza della ricerca culturale e della tradizione musicale, teatrale, della moda e più in generale della creatività fanno dell’Italia un Paese unico al mondo. • Il diritto alla bellezza e la tutela del paesaggio costituiscono una delle missioni irrinunciabili della Repubblica italiana, risultato di un’identità millenaria e riconosciuta nel dettato costituzionale. • L’impegno e la costruzione di un percorso comune di consolidamento dei principi e delle iniziative attinenti la cultura del territorio come risorsa e come valore, assumono priorità nella difesa della bellezza e del paesaggio, tanto da meritare un’ apposita normativa nazionale a sostegno e rilancio dell’Art. 9 della costituzione italiana. • Il presupposto di questa scelta è un concetto di cultura ampio, che ricomprende i beni e le attività culturali e ambientali, le imprese verdi e creative, l’innovazione innestata sulla tradizione, la cura e la manutenzione del territorio e tutti gli ambiti di produzione di contenuti e di valorizzazione materiale e immateriale di storie e beni di eccellenza dichiarati dall’UNESCO Patrimoni dell’umanità. Esperienze, queste, accomunate dall’essere aperte a una ricerca di bellezza e di verità che rende positivamente inquieti, aperti, creativi. • Sono tutti ambiti che producono ritorno economico, identità, coesione e sicurezza sociale, ma soprattutto

Il professor Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, ha aperto il dibattito sul Paesaggio, il grande malatod’Italia.

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La “Casa dei Libri” di Giovanni Spadolini si trasforma in un’agorà in cui la cultura del territorio torna ad essere elemento di crescita individuale e collettiva della nostra società.

Sindaci in prima linea per salvaguardare la bellezza e il paesaggio

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A Pian de’ Giullari confluiranno almeno 100 sindaci che potranno svolgere, alla vigilia della nuova Convenzione UNESCO per la tutela del paesaggio, una funzione di stimolo per programmi e progetti condivisi fra una pluralità di Enti per lo sviluppo di sistemi e di reti che vedano il coinvolgimento anche di soggetti privati, fondazioni bancarie, oltre alla collaborazione degli operatori dei beni e delle attività culturali con le Università, le Accademie, i Conservatori e gli Istituti di ricerca, innescando un intreccio fecondo tra il mondo della cultura e quello dell’economia e del lavoro.

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resce l’attesa per un evento planetario (The International Protection of Landscapes), organizzato in occasione del 40°Anniversario della World Heritage Convention UNESCO, che lascerà un forte segno a Firenze. Di fronte ai massimi esperti di tutela del patrimonio mondiale nel settore dei monumenti e dell’ambiente, vogliono fare la loro parte anche i sindaci italiani che hanno condiviso il manifesto “100 sindaci per la bellezza e il paesaggio” a cui hanno di recente dato adesione le Città slow d’Italia e i proponenti di un Patto tra territori che pongono particolare attenzione alle tematiche ambientali (la Provincia Autonoma di Trento e la Fondazione Spadolini Nuova Antologia faranno capofila, con la partecipazione della Regione Abruzzo, l’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, Res Tipica, lo stesso Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali UNESCO, il Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana e il Consorzio dei Comuni Trentini). L’iniziativa, che intende promuovere una nuova Costituente del Paesaggio, ha l’obiettivo di rafforzare l’interconnessione con le Reti UNESCO attraverso la Rete delle Reti intitolata ad “Angelo Vassallo”, consolidando l’interesse per il paesaggio - in quanto entità culturale e progettuale, nonché etica - in modo durevole, polarizzando l’attenzione di studiosi, progettisti, amministratori, e favorendo il dialogo tra tutti coloro che operano nel complesso sistema di relazioni riguardanti la natura, il territorio, le città, l’architettura. I Sindaci “virtuosi” coinvolti, hanno scelto di impegnarsi in programmi e progetti innovativi, di tutela e rispetto per la bellezza e il paesaggio, diventando esempio per il Paese. Insieme potranno svolgere, alla vigilia della nuova Convenzione UNESCO per la tutela del paesaggio, una funzione di stimolo, propositiva per programmi e progetti condivisi fra una pluralità di Enti, per lo sviluppo di sistemi e di reti che vedano il coinvolgimento anche di soggetti privati, fondazioni bancarie, oltre che la collaborazione degli operatori dei beni e delle attività culturali con le Università, le Accademie, i Conservatori e gli Istituti di ricerca, innescando l’intreccio fecondo tra il mondo della cultura e quello dell’economia e del lavoro. L’incontro è stato stimolato dai sindaci di Bari Michele Emiliano e dal Sindaco di Pollica Stefano Pisani, forte del proprio impegno per ricordare il suo predecessore e maestro di vita Angelo Vassallo, ucciso dalla malavita organizzata. Stefano Pisani, sostenuto dalle Città Slow, si farà portavoce di queste istanze, di fronte ad un parterre esclusivo (la sede sarà scelta tra il Salone dei Cinquecento, a Palazzo Vecchio, o il Palazzo Medici Riccardi nella vicina via Cavour), dove sono attesi autorevoli ospiti internazionali. Oltre a decine di studiosi, hanno confermato Augusto Marinelli, Commissione Giudicatrice del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini.

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L’arrivo dei sindaci virtuosi a Pian de’ Giullari prevede una grande festa.

la propria presenza numerose personalità, tra cui il direttore generale UNESCO Francesco Bandarin, il professor Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, Claudio Ricci, Sindaco di Assisi, Presidente dell’Associazione Italiana Siti UNESCO, il principe arabo Sultan Bin Salman al Saud. In qualche modo farà sentire la sua voce anche Carlo d’Inghilterra, appassionato paladino della salvaguardia del paesaggio. I sindaci “intendono guardare alla cultura del territorio come risorsa e come valore, investendo in questo settore con scelte consapevoli e coraggiose, in controtendenza rispetto alle politiche nazionali”. Il raduno, fissato il 19 settembre prossimo, considerato il “prologo” alla grande manifestazione che ha fissato le sue tappe nei luoghi più prestigiosi del capoluogo toscano, avrà luogo a Pian de’ Giullari, nella Casa dei Libri di Giovanni Spadolini, dove sarà allestito un “laboratorio a cielo aperto” per discutere sulle linee guida della nuova proposta sul Paesaggio UNESCO. In questo inconsueto salotto nel verde della collina di Montici, dove, il 19 maggio 2011, decollò il progetto legato al nome del grande statista

fiorentino, fondatore del Ministero per i beni culturali e ambientali, si confronteranno i rappresentanti di territori per conoscersi, discutere, capire. Parteciperanno i sindaci di tre città capoluogo (Bari, Bologna e Potenza) e gli altri Comuni medio-piccoli, dai più noti (Positano, Amalfi, Urbino, Fontanellato. Brisighella, Greve in Chianti, Acqualagna, San Miniato, San Gemini) ai luoghi amati e conosciuti per lo straordinario giacimento di risorse materiali e immateriali, profumi e sapori irresistibili, panorami suggestivi, di cui sono ricchi. Nel “Tondo dei cipressi”, gli spazi della villa che ospita la Fondazione Spadolini Nuova Antologia, tra prati verdi e profumati, saranno trasformati in un’agorà in cui la cultura del territorio tornerà ad essere elemento di crescita individuale e collettiva dei cittadini che definiscono e identificano il paesaggio come “soggetto” ideale, dotato di una specifica qualità, e come “oggetto” materiale, estremamente reale. Dibattiti, tavole rotonde, incontri di lavoro sono previsti, invece, a Palazzo Medici Riccardi e nell’Auditorium del Duomo. Il cardine della discussione sarà costituito da tutte le proposte locali promosse dalle Associazioni di

Comuni d’Identità Res Tipica, Province, Regioni, Consorzi di Comuni, che vogliono dare un concreto contributo al lavoro degli esperti internazionali, cercando allo stesso tempo di stabilire relazioni efficaci con istituzioni esterne, creando un campo di relazioni favorevoli allo sviluppo di programmi e di iniziative di sostegno al progetto, interagendo con la Fondazione Spadolini Nuova Antologia, il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, attraverso Energeo Magazine, partners ufficiali dell’ITKI UNESCO, che ha curato la complessa organizzazione. Un ruolo attivo lo avrà anche ICCROM (Centro Internazionale di Studi per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali), l’organizzazione intergovernativa di cui fanno parte 130 Paesi, che sovrintende alla conservazione e al recupero dei Beni Culturali mobili e immobili ritenuti patrimonio dell’umanità. “Non c’è che dire - ammette il professor Augusto Marinelli, Presidente della Commissione giudicatrice - Il Premio ha implementato la sua attività, facendo fino in fondo la sua parte, prevedendo una Sezione che tenga conto della salvaguardia del patrimonio culturale, naturale e umano“. “Ora - prosegue Marinelli - dobbiamo dialogare con i Centri di studi dedicati al paesaggio, prevalentemente promossi da Fondazioni, Musei, Sovrintendenze, Regioni, per lo più dediti alle tematiche della sostenibilità, della difesa del territorio, della valorizzazione delle culture locali. Per questo abbiamo appoggiato i sindaci che hanno lanciato una nuova sfida che l’UNESCO ha intenzione di promuovere partendo da Firenze e dal Trentino”. Ciò renderà necessaria la divulgazione di temi e problemi che appartengono a una dimensione internazionale, in una prospettiva “globale”, con estrema attenzione alla rapidità dei cambiamenti prodottisi negli ultimi decenni, essendo il paesaggio una realtà in sempre più rapido movimento. P. B.

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Il professor Stefano Masini, responsabile Ambiente e Consumi Coldiretti, nonché membro del Comitato Scientifico di Energeo Magazine, affronta il tema del paesaggio e delle sue interconnessioni con il mondo dell’agricoltura.

Il paesaggio come infrastruttura L’agricoltura si trova a perseguire la valorizzazione delle specificità ambientali anche attraverso la diversificazione delle attività e delle opportunità occupazionali connesse al valore culturale e ricreativo della campagna, in un contesto in cui il paesaggio assume nuove importanti valenze, specialmente per attività quali l’agriturismo e la vendita diretta. Il paesaggio è in grado di produrre benefici sociali ed economici relativi alla salute ed al benessere, migliora il valore immobiliare dei terreni e dei fabbricati, promuove una domanda ricreativa ed agrituristica e crea le condizioni per un vero e proprio marketing del territorio.

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ell’affrontare il tema del paesaggio e delle sue interconnessioni con il mondo dell’agricoltura il pensiero corre a quel magnifico affresco del Lorenzetti esposto a Siena nel Palazzo Pubblico, noto con il titolo convenzionale di Allegoria del Buono e Cattivo governo, nel quale l’artista dimostra come sia possibile costruire un rapporto armonico tra l’intervento dell’uomo e la natura, mettendo a punto le funzioni di relazione che legano gli esseri viventi al loro ambiente. Si tratta di una concezione che abbraccia l’identità del paesaggio italiano, configuratosi grazie al lavoro di generazioni di agricoltori e oggetto di importanti trasformazioni anche a seguito dell’influenza della stessa Politica Agricola Comunitaria (PAC). Vengono in mente, ad esempio, le immagini delle colline toscane illuminate dal giallo della colza e dei girasoli quali esempio di una fisionomia paesaggistica legata alla diffusione di colture scelte dall’uomo a fronte di incentivi previsti nell’ambito dell’evoluzione delle misure del piano regionale di sviluppo rurale. Ad ulteriore testimonianza della consistente influenza esercitata dalla PAC sul paesaggio italiano, si osserva come l’evoluzione delle superfici destinate a colture estensive (oleaginose, mais, grano ecc.) nonché di quelle interessate dalle misure agroambientali (realizzazione di siepi, boschetti, zone umide) o destinate all’agricoltura biologica, abbiano determinato un cambiamento nei colori, nelle forme e a volte nell’assetto stesso del territorio. L’intervento dell’agricoltore appare, in generale, determinante nel modificare il paesaggio, aggiungendo la propria opera ai doni che la natura ha già impresso. Si è già evidenziato come i fattori che incidono sulla qualità estetica del paesaggio in senso migliorativo siano proprio la presenza di siepi e filari, di prati e di alberi sparsi e da frutto, di boschi in pianura, così come quella di corpi idrici e di fabbricati rurali, di strade bianche non rettilinee; mentre peggiorano l’immagine del paesaggio, ad esempio, i tralicci dell’alta tensione, i fabbricati moderni e le strade di grande percorrenza. In sostanza, risultano preferiti i paesaggi che contengono, al loro interno, elementi di carattere storico culturale e naturalistico oppure paesaggi funzionali ad alcune attività svolte o svolgibili dall’osservatore (produttive, ricreative ecc.). Le pratiche di sistemazione del suolo e di bonifica delle acque e le caratteristiche di determinate zone hanno finito, infatti, per contrassegnare, nel tempo, la tipologia di un paesaggio che risulta costruito artificialmente, sebbene in equilibrio biologico con la natura. Il paesaggio, quindi, non può sottrarsi ai condizionamenti di una dinamica di forze

Stefano Masini, Comitato Scientifico di Energeo Magazine.

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Lavori in risaia in piena estate.

naturali e, soprattutto, da una prassi umana che, senza interruzione, promuove il miglioramento delle condizioni di vita e delle possibilità di sviluppo della persona nell’ambiente. In questo contesto, l’agricoltura si trova a perseguire la valorizzazione delle specificità ambientali anche attraverso la diversificazione delle attività e delle opportunità occupazionali connesse al valore culturale e ricreativo della campagna, in un contesto in cui il paesaggio assume nuove importanti valenze, specialmente per attività quali l’agriturismo e la vendita diretta. Il paesaggio è in grado di produrre benefici sociali ed economici relativi alla salute ed al benessere, migliora il valore immobiliare dei terreni e dei fabbricati, promuove una domanda ricreativa ed agrituristica e crea le condizioni per un vero e proprio marketing del territorio. Non stupisce, allora, il fatto che la sfida più recente delle imprese agricole sia proprio quella di presentare negli scambi commerciali non solo prodotti di eccellenza ma, soprattutto, l’identità dei territori di cui sono espressione. Ed è proprio il ter-

ritorio riconducibile a forme di paesaggio, a testimonianze artistiche e naturali a dare personalità ad un prodotto, in particolare a quello alimentare, aggiungendo una irresistibile seduzione alla sua immagine commerciale. Nel moderno mercato, infatti, la necessità dei bisogni ha lasciato il passo alla logica dei desideri e questa presidia l’orientamento all’acquisto al di là del confronto sul prezzo. Ecco, allora, che la pubblicità è indotta a rivedere le proprie tecniche di persuasione per soddisfare le attese di un consumatore che non è più influenzato dal rispetto di standard produttivi o dall’assenza di difetti, quanto dalla relazione con il territorio di origine, dai connotati di qualità, soggettivamente percepiti e non oggettivamente stabiliti, in termini di attributi di artigianalità-tradizione, genuinità-sicurezza, naturalitàambiente. Si assiste, così, ad una riscoperta delle aree rurali e dell’agriturismo con una domanda di prodotti a forte contenuto simbolico, così come si registra la crescita della domanda di prodotti territoriali, a Km0, presenti nei farmer

markets e nelle botteghe degli agricoltori, in risposta al timore della perturbazione chimica o transgenica. Si profila, dunque, lo sviluppo di una moderna ed efficiente agricoltura territoriale e di prossimità laddove le imprese siano in grado di legare la dimensione economica dell’iniziativa a quella geografica di localizzazione spaziale per trarne elementi distintivi e caratterizzanti nell’offerta di beni e servizi. Ciò che rende ogni prodotto agricolo ed ogni offerta agrituristica unica ed irripetibile è, infatti, proprio il radicamento con il territorio di provenienza. Non è un caso, quindi, che l’Italia vanti come primato assoluto la cultura enogastronomica, un panorama ricchissimo di biodiversità agroalimentari e di itinerari paesaggistici di grande pregio. Tuttavia occorre ancora un maggiore impulso alla promozione di strumenti innovativi ed in grado di condurre il turista alla scoperta ed alla fruizione di queste ricchezze che rappresentano anche un’occasione di sviluppo economico e culturale del territorio e del suo paesaggio, in sintonia con la salvaguardia delle sue

APPROFONDIMENTI

APPROFONDIMENTI

dell’agricoltura di qualità

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APPROFONDIMENTI

risorse ambientali e dei suoi valori rurali. Nel momento in cui l’accesso ai territori anche piu’ interni non rappresenta piu’ un semplice processo di rimbalzo dalle aree litoranee da parte dei turisti, occorre cominciare a dotare i luoghi di adeguate infrastrutture attraverso servizi di supporto e predisposizione di eventi e di attrattive. A tal fine uno strumento utile è costituito dagli itinerari per la scoperta dei sapori e dei luoghi quali, ad es., le strade del vino (l. 268/99) e dell’olio che

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assicurare che le inevitabili mutazioni del paesaggio avvengano in modo ordinato e nel rispetto dell’ambiente nella sua interezza. Privilegiare la qualità della vita attraverso una maggiore sicurezza sociale, una buona alimentazione ed un ambiente più sano rappresentano scelte che implicitamente portano al riconoscimento dei valori

Un gregge sul tratturo a Cugnoli.

rappresentano i mezzi attraverso i quali pubblicizzare l’offerta turistica di alcune aree apprezzate per le loro produzioni, soprattutto vinicole e olivicole, ma anche di altri prodotti tipici a denominazione di origine DOP e IGP. Altro strumento interessante è rappresentato dalle greenways. Si tratta di aree riservate alla mobilità lenta (ciclistica, pedonale, acquea ecc.) e, cioè, percorsi verdi, protetti e riservati a biciclette, pedoni, cavalli, che si snodano lungo un percorso di pregio ambientale e culturale e che permette di conoscere il territorio, il paesaggio agricolo e le sue ricchezze, connettendo gli insediamenti urbanistici con il territorio e le sue risorse (naturali, agricole, paesaggistiche, storico-culturali). Per le ragioni sopra evidenziate, appare di grande importanza la messa a punto di una programmazione territoriale che abbia come obiettivo quello di contrastare ogni possibile minaccia all’integrità del paesaggio agrario, quali, ad esempio, la perdita di superficie produttiva, l’installazione di grandi torri eoliche o di centrali termoelettriche ed ancora il fenomeno degli incendi. Si tratta, infatti, di fattori che pregiudicano in maniera inesorabile le attività turistiche offerte dalle imprese agricole. In sostanza, tutelare il territorio ed il paesaggio dalle deturpazioni delle opere infrastrutturali ed urbanistiche diviene un obiettivo prioritario per l’agricoltura di qualità. Né l’azione di tutela del paesaggio deve essere limitata alla protezione delle forme che esprimono un valore estetico ed alla conservazione delle preesistenze naturali, ma deve considerarsi, invece, come uno strumento in funzione del controllo e della direzione degli interventi che agiscono sul territorio, al fine di

della campagna e dei suoi prodotti, specie laddove questi rappresentano una componente fondamentale del tessuto economico, sociale ed ambientale. Anche in questo contesto ci sembra indispensabile recuperare, come opportunità per un nuovo rapporto fra impresa e ambiente, i valori e l’importanza del paesaggio agrario. Si tratta di un segnale che testimonia come l’Italia, oggi, stia tornando a capire e a sostenere l’agricoltura non tanto per nostalgia del mondo antico o per quello che storicamente ha significato, ma per quello che le nostre imprese possono dare come contributo per un ambiente salubre, per un paesaggio godibile, per una serie di servizi utili a migliorare la qualità della vita dei cittadini: una direzione non modificabile per una crescita responsabile. Stefano Masini


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Nel mese di giugno, in Bulgaria, è stata inaugurata la centrale elettrica di Tserovo, realizzata da Petrolvilla-Pvb, il cui programma prevede la realizzazione di 9 centrali idroelettriche a circa un’ora di auto da Sofia, su un affluente del Danubio, il fiume Iskar. PVB Group, una realtà trentina all’avanguardia, ha saputo trasformarsi in un gruppo internazionale sempre più orientato verso la produzione tecnologica avanzata e lo sviluppo di soluzioni a forte compatibilità ambientale.

Il Trentino operoso conquista La Provincia Autonoma di Trento affianca l’impresa Petrolvilla-PVC Group nelle sfide in Europa. Il Presidente Lorenzo Dellai: “Siamo felici di poter lavorare assieme per il perseguimento di obiettivi e priorità che accomunano l’intera Unione europea. Continueremo a scambiarci idee, esperienze, tecnologie, consapevoli come siamo che quella dell’energia è la sfida fondamentale per il futuro e che quello che stiamo facendo qui può essere di esempio”.

Un momento della cerimonia dell’inaugurazione.

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C

’è un pezzo di storia del Trentino operoso nella crescita di un gruppo industriale che ha conquistato, con un avanzato know out, l’Europa dell’Est. Un esempio positivo di internazionalizzazione, come sottolineato dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, che premia una realtà trentina diventata leader internazionale in questo settore, portando al tempo stesso un importante contributo alla produzione di energia pulita. È la storia di tre amici (Sergio Bortolotti, Renzo Bortolotti e Diego Maule) cominciata nel 1980. Un progetto decollato a Villa Lagarina, dove ha iniziato l’attività Petrolvilla (è intuibile il significato del nome), azienda regionale incentrata su attività tradizionali legate alla commercializzazione dei prodotti energetici. In pochi anni Petrolvilla (che oggi si chiama PVB Group) ha saputo trasformarsi in un gruppo internazionale sempre più orientato verso la produzione tecnologica avanzata e lo sviluppo di soluzioni a forte compatibilità ambientale, realizzando impianti eolici (anche in Croazia) e centrali idroelettriche tra le più avanzate in Europa (quella di Tserovo utilizza la più grande turbina del suo genere, con un impatto paesaggistico peraltro ridottissimo). Nel mese di giugno si è raggiunto un altro ambizioso obiettivo: a Svoghe, in Bulgaria, è stata inaugurata la centrale elettrica di Tserovo, sul fiume Iskar, realizzata da Petrolvilla-Pvb group sulla base dell’accordo siglato fra il Trentino e il governo bulgaro nel luglio 2003 a Sofia. Alla cerimonia hanno preso parte numerose autorità del governo bulgaro, fra cui il ministro dell’economia, dell’energia e del commercio Delian Dobrev, segno dell’importanza strategica che il progetto riveste. Presenti inoltre l’ambasciatore d’Italia a Sofia, Stefano Benazzo, il Presidente di Petrolvilla Sergio Bortolotti e diversi altri ospiti trentini fra cui i vertici di Dolomiti energia e Aew, partner di Pvb, e di Habitech. Con l’occasione, il Presidente Lorenzo Dellai, ha anche siglato un nuovo memorandum di collaborazione fra la Provincia autonoma di Trento, la regione di Sofia, con il governatore Krassimir Gifkov, e il Comune di Sofia, con il Sindaco Yordanka Fandakova. Ospite d’onore alla cerimonia Radostin Stoytchev, allenatore dell’Itas Diatec Trentino volley. Un progetto all’avanguardia, sul piano della partnership pubblico-privato da cui ha preso vita, delle tecnologie impiegate, della sicurezza, delle certificazioni (le più avanzate a livello europeo), dell’impatto ambientale. Un’iniziativa in evoluzione (altre due centrali sono in fase di collaudo), che utilizza al meglio le competenze locali, giovani ingegneri e progettisti bulgari che si affiancano al personale italiano. Un volano per l’economia locale, con i posti di lavoro creati, oltre 300 e naturalmente l’indotto, compresi i lavori di infrastrutturazione. Tutto questo è il programma che Pvb sta portando avanti a circa un’ora di auto da Sofia, su un affluente del Danubio, il fiume Iskar, che

Lorenzo Dellai, Presidente della Provincia Autonoma di Trento e Sergio Bortolotti, Presidente di Petrolvilla P.V.C. Group visitano gli impianti. In basso: La firma del memorandum di collaborazione fra la Provincia Autonoma di Trento e Regione di Sofia, in Bulgaria.

prevede la realizzazione di 9 centrali idroelettriche. L’inaugurazione dell’impianto di Tserovo, la terza della serie, è stata un po’ una festa per tutta la valle, in cui ai discorsi ufficiali si sono alternati momenti di spettacolo con gruppi folcloristici locali. “Sono particolarmente lieto di partecipare all’ inaugurazione di un opera tanto importante per lo sviluppo di questo territorio e improntata a criteri di sostenibilità e di produzione di energia pulita - ha detto Dellai nel corso della cerimonia. “Siamo felici di poter lavorare assieme per il perseguimento di obiettivi e priorità che accomunano l’intera Unione europea. Continueremo a scambiarci idee, esperienze, tecnologie, consapevoli come siamo che quella dell’energia è la sfida fondamentale per il futuro e che quello che stiamo facendo qui può essere di esempi”. Con il Sindaco di Sofia Dellai ha parlato inoltre della possibilità di una candidatura congiunta della capitale bulgara e di Venezia a capitale europea della cultura, che coinvolgerebbe anche il Trentino assieme agli altri territori del Nord est italiano. L’Italia, dal canto suo, è divenuta nel 2011 il quarto partner commerciale della Bulgaria. Le premesse per una buona prosecuzione di questa partnership ci sono dunque tutte. L’accordo siglato in Bulgaria dal Trentino con la Regione ed il Comune di Sofia, in margine alla recente inaugurazione,

si incentra sullo sviluppo della collaborazione in campo economico, tecnologico e culturale e segue a quello firmato nel 2003, con cui è partito il progetto per la realizzazione delle 9 centrali sull’Iskar. L’attività nel campo dello sfruttamento dell’energia elettrica fa capo alla Pvb Power Bulgaria spa, società del gruppo fondata nel 2003 di cui fanno parte anche Dolomiti Energia e Azienda energetica spa Etcschwerke ag. La Pvb ha in corso anche altri progetti in Bulgaria come pure nella confinante Romania. Ma l’accordo siglato nel mese di giugno scorso, pone le basi anche per le attività che altre imprese trentine, in diversi settori, vorranno sviluppare il Bulgaria. Uno degli ambiti più interessanti e’ quello della casa-passiva, su cui il Trentino ha sviluppato forti competenze. Sergio Bortolotti, Presidente del Gruppo, ricorda il recente passato del Petrolvilla Group, diventato già all’inizio del nuovo millennio, un’impresa leader in tutto il Nordest e, grazie alla tecnologia avanzata nel trading di prodotti energetici e nella produzione di energia da fonte rinnovabile, pronta e preparata per l’esperienza internazionale. Dice: “Nel 2006 il progetto Bulgaria era già decollato (nove centrali idroelettriche nella regione di Sofia) e nel 2010 prese avvio il progetto Croazia (realizzazione di campi eolici nell’area dei Balcani). Nel 2010 il Gruppo Petrolvilla festeggiò i trent’anni di attività e intraprese un profondo processo di riorganizzazione interna. Il risultato fu l’adozione di una nuova ragione sociale, PVB, e un diverso assetto organizzativo, con il Gruppo ripartito non più in aziende ma in quattro grandi business area: Fuels, Power, Facility, Systems. Ora siamo pronti a nuove sfide”. Marco Pontoni

PRIMO PIANO

PRIMO PIANO

l’Europa dell’est

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L’uomo

PROTAGONISTI

delle missioni impossibili L’ex Presidente della municipalizzata della comunità di Primero fu il primo a credere che sarebbe stato possibile trasformare la Valle del Cismon in una Oil free zone Valley. Questo incantevole territorio ai piedi del Gruppo Dolomitico delle Pale di S. Martino, recentemente nominate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, ha percorso la strada verso la completa sostenibilità energetica ed ambientale attraverso un progetto avveniristico. Zeni oggi medita nuove sfide a favore della montagna per costituire un movimento trasversale non generalizzato ma con un focus specifico, in grado di essere espressione della gente di montagna e dei territori interessati.

S

i commuove ma dissimula. Sul volto di Luciano Zeni, uomo di montagna di 65 anni ( il Primiero è la sua terra d’origine), vecchio soldato della Scuola Militare Alpina di Aosta, si intravedono una lacrima e il sorriso buono di chi non ha perso la voglia di credere nel futuro. Attorno a lui tantissimi invitati all’inaugurazione della nuovissima centrale di teleriscaldamento a biomasse di Primiero festeggiano: l’avveniristica realizzazione costituisce un’altro importante tassello che è servito per svincolare l’area dall’inquinamento e dall’oscillazione dei prezzi dei derivati dal petrolio. Un progetto che rientra nel sistema green del Primiero, realizzato con un coinvolgente gioco di squadra. Il Presidente Lorenzo Dellai ha appena tagliato il nastro tricolore e si concede alle luci delle numerose televisioni presenti. Luciano Zeni, si muove a piccoli passi, quasi si schermisce. Il 30 giugno del 2012, questa giornata particolare, l’ha registrata con gli occhi: è tutta da ricordare. Scorrono attraverso dei flash back le memorie di tanti anni di lavoro, impegno, dedizione al territorio. In questi luoghi, negli anni passati, c’è stata la volontà politica, con il coinvolgimento di tutta la popolazione, di creare un nuovo mix energetico: più sostenibile, più verde e meno dipendente da fonti fossili. Questi obiettivi sono stati raggiunti solo incentivando la nascita di nuove “filiere” di prodotti ad alto contenuto tecnologico ed utilizzanti risorse rinnovabili (scarti agricoli e forestali, idroelettrico, solare, ecc.), in modo da creare economie verdi. Ed ora si sta sperimentando anche la mobilità sostenibile. Racconta: “Nel 1902, sei piccoli Comuni della valle di Primiero, nel Trentino orientale, decisero di puntare all’indipendenza energetica e di realizzare, con notevoli sacrifici delle popolazioni locali, un impianto idroelettrico e una rete di distribuzione che rifornisse di energia elettrica l’intero territorio montano”. A più di un secolo da allora, il Primiero gioca ancora la carta della lungimiranza. Tanti meriti vanno a Luciano Zeni, sognatore coraggioso che ha visto in questi anni crescere l’azienda municipalizzata Acsm, dove ha lavorato dal 2001, fino a rivestire la carica di Presidente, realizzando un grande desiderio: trasformare la Valle del Cismon in una Oil free zone Valley. Questa verdeggiante valle alpina ai piedi del Gruppo Dolomitico delle Pale di S. Martino, recentemente nominate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, ha percorso infatti la strada verso la completa sostenibilità energetica ed ambientale attraverso il progetto “oil free zone”. Un’iniziativa sostenuta dalla locale municipalizzata energetica (ACSM), dalla Comunità di Primiero con le otto amministrazioni comunali e dal Distretto Tecnologico Trentino. Le rinnovabili made in Italy non potranno essere a breve Don Gianpietro Simion, decano di Primiero benedice l’impianto prima del taglio del nastro.

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termine concorrenziali con i prezzi del gas metano e del barile, ma spingere per risorse locali potrà creare un circolo virtuoso ed un indotto di settore. Dice Zeni: “La transizione verso un’economia ad emissioni zero e ad alto utilizzo di rinnovabili, in sostituzione delle fonti di energia fossile, doveva passare inevitabilmente per laboratori pilota di piccole dimensioni, in aree dove le risorse naturali si combinano con un tessuto economico ad alta innovazione.” Aggiunge che: “la visione per il futuro green di questo territorio ha fatto il suo percorso nell’uso equilibrato dell’acqua e del legno, unita ad una mobilità sostenibile”. Senza dimenticare i problemi legati alle giovani generazioni: “se non lavoriamo per creare una cultura diffusa partendo dalle scuole elementari, che consideri il rapporto innovazione - tradizione locale, difficilmente potremo rendere autonomo energeticamente il nostro territorio”.

Ancora una sfida: il vecchio leone non demorde Non è questa l’ultima sfida di Zeni. Oggi il tecnico-manager che ha contribuito a rivoluzionare la vita del Primiero facendolo diventare un esempio virtuoso di glocal, propone di creare un movimento di opinione trasversale finalizzato ad ottenere e programmare la creazione di uno strumento autonomo regolato per la gestione dei beni comuni (acqua e legno almeno) in capo alle comunità territorialmente vicine. In sostanza vuole creare una nuova forma di organizzazione sociale che riscopre il valore delle “comunità”. Suggerisce: “Non più risorse affidate al mercato o ad un potere centralista ed accentratore (spesso si dice sottoposte alla tutela pubblica) ma mantenute nel loro stato di bene collettivo comune”. E propone alle popolazione e ai comuni: “di rivendicare un ruolo nella gestione e valorizzazione dei beni

L’inaugurazione dell’impianto di teleriscaldamento del Primiero: Luciano Zeni taglia il nastro, a destra il Presidente della Provincia Autonoma di Trento Lorenzo Dellai.

comuni ad essi più vicini”. Aggiunge: “Dobbiamo creare un organo di rappresentanza istituzionale che possa sedere ai tavoli romani dove si scrivono le norme contribuendo alla stesura delle proposte di legge nel rispetto degli interessi anche delle genti di montagna: la marginalità non deve essere un destino! Non possiamo lamentarci sempre a cose fatte ...da altri”. E’ importante, secondo Zeni:“far convergere in questo progetto tutte quelle spinte autonomistiche non condivisibili dal sistema-paese, senza mai provare ad emarginarle. Le province confinanti sono per noi, gente del Trentino, una risorsa e alleati preziosi perchè rientrano in un ambito di interessi comuni. Le pressioni sulle Regioni a statuto speciale non servono proprio a nessuno. Soltanto in questo modo si può far nascere dal basso un’economia del margine quale spinta propulsiva dello sviluppo spontaneo di iniziative che non trasformano beni di terzi provenienti da fuori e che tornano fuori, ma che utilizzano risorse locali rinnovabili, materia prima a costo contenuto ed indipendente da terzi, per dare inizio ad una “soft economy compatibile “ con forti ricadute locali. Integrare tali attività con altre per la promozione turistica al fine di poter condividere, con la gente di pianura, un interesse comune: quello di disporre di un territorio per il tempo libero - la salvaguardia dello stesso dal punta di vista idrogeologico - il governo dell’ acqua, bene comune, e del bosco/legno indispensabile a tutti per la funzione regolatoria della CO2”. Una proposta “in progress” che, in via preliminare, è stata ampiamente condivisa e si prepara a compiere i primi passi: “I

PROTAGONISTI

A colloquio con Luciano Zeni.

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Presidenti dei Consorzi dei Comuni di montagna, per il tramite delle loro organizzazioni (ANCI - UNCEM ecc.), rispolverando i documenti a suo tempo istituzionalmente condivisi (convenzione delle Alpi, raccomandazione del Consiglio d’ Europa del 2004, carta europea dell’ acqua, protocolli vari ecc), si attivino per costituire un movimento trasversale non generalizzato ma con un focus specifico in grado, per numeri ed autorevolezza, di farsi ascoltare dentro le stanze del decisore politico, utilizzando movimenti di parlamentari già esistenti (amici della montagna) e sensibilizzando su tali questioni tutti i parlamentari che sono espressione dei territori interessati. Alla fine ammoni-

sce: “Si costituisca una lobby finalizzata allo scopo utilizzando uffici e logistica esistente a Bruxelles e si utilizzino gli uffici romani per organizzare il movimento nelle modalità più opportune”. Il vecchio leone non demorde. Chi lo conosce nel privato sa che non lascia cadere nessuna sfida. Anche quelle più grandi. P. B.

PROTAGONISTI

Il Sindaco di Transacqua Marino Simoni si congratula con l’artefice di questo successo Luciano Zeni.

La Green Way Primiero

N

atura come modo di essere. E’ il claim che identifica un territorio che ha scelto di diventare “Oil free zone”. La “Green Way Primiero” è decollata con il suo carico di progetti avveniristici: un insieme di azioni che riguarderanno tutta la comunità, volte a ridurre l’impiego di combustibili fossili, sostituendole con fonti rinnovabili, ma anche a catalizzare e coordinare tutte le azioni volte alla sostenibilità ambientale nel territorio (produzione di energia e impiego della stessa, mobilità e promozione dell’immagine turistica). Il territorio del Primiero già indipendente sotto il profilo elettrico grazie alla locale produzione idroelettrica, punta, tramite il teleriscaldamento a biomassa, a costruire con il legno i combustibili fossili destinati al riscaldamento urbano. Questo progetto, unitamente ad altre azioni di tipo ambientale, contribuiscono fortemente al perseguimento in Primiero di una nuova strada di sviluppo e gestione del territorio, basata sull’ambiente e sulle fonti rinnovabili.

Il Progetto Il progetto prevede la realizzazione di una centrale in zona baricentrica nel Comune di Transacqua connessa ad una capillare rete per il trasporto di energia termica su tutto il fondovalle di Primiero (Comuni di Fiera di Primiero, Imer, Mezzano, Siror, Tonadico e Transacqua). Il dimensionamento dell’impianto viene calcolato in funzione delle potenziali necessità termiche del territorio, anche in considerazione delle fluttazioni determinate dall’afflusso determinate dall’afflusso turistico. Il combustibile prescelto è il cippato legnoso integrato in minima parte da gasolio solo in occasioni di punte di prelievo o emergenze. Unitamente la produzione termica, al fine di valorizzare ulteriormente l’impiego della biomassa, viene installato in accoppiamento ad una caldaia anche un modulo ORC per la produzione di energia elettrica tramite cogenerazione. L’impianto viene gestito per tramite di ACSM S.p.A: società degli enti pubblici locali che vanta una esperienza ultracentenaria nel campo energetico e nello sviluppo di progetti ambientali a livello locale.

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Un territorio che fa scuola,

PROGETTI CONDIVISI

eccellenze alimentari a basso impatto ambientale Gli agricoltori del Distretto delle Energie Rinnovabili, custodi del saper fare di intere generazioni, danno priorità alla sostenibilità ambientale e sono autentici paladini di un nuovo modo di produrre nel settore agroalimentare. Per questo motivo sono saliti in cattedra per insegnare ad un gruppo internazionale di giovani laureati dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, provenienti da tutto il mondo.

C

arlin Petrini, fondatore e Presidente di Slow Food lo ha sempre affermato: “la sostenibilità salverà le economie malate”. Il Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana ha sposato in pieno la filosofia di Slow Food “Buono, Giusto e Pulito” e fin dal 2006 ha adottato un modello “virtuoso” di efficientamento e produzione energetica rinnovabile applicato all’agricoltura, valido anche sotto il profilo della riproducibilità e dell’impatto ambientale e sociale in generale. I protagonisti sono piccoli imprenditori del settore agro-alimentare, autentici pionieri di un nuovo modo di produrre prelibati formaggi, salsicce e prosciutti di cinta senese con DNA Toscano e con tanto di certificazione eco-compatibile. E’ stata aperta, in questo modo, una strada nuova che avrebbe portato lontano, grazie all’alleanza tra Slow Food e Co.Svi.G., creando proseliti in tutt’Italia, favoriti dalla diffusione di nuove tecnologie: pannelli fotovoltaici, pompe di calore, piccoli sistemi di cogenerazione a biomasse prodotte in azienda (ad esempio cippato di vigneto), geotermia, collettori solari ed anche mini-eolico. E’ questa l’idea originale della prima Comunità Mondiale ad energia rinnovabile, presentata a Terra Futura nel 2007, in un’anteprima nazionale. Il progetto sperimentale, frutto di un’intesa tra Slow Food Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità e Co.Svi.G (Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche), aveva l’obiettivo di dare vita in questo comprensorio ad un’ iniziativa assolutamente nuova, individuando soluzioni appropriate per la produzione agro-alimentare con sistemi innovativi per il risparmio energetico e la tutela dell’ambiente, puntando sulle produzioni caratterizzate dalla tecnologia di processo. Il progetto si caratterizza, infatti, per la qualità e la sostenibilità delle produzioni agro-alimentari in un territorio particolarmente favorito dall’uso diretto della geotermia, dove sono state individuate e sperimentate soluzioni innovative (nel distretto è operativo il Centro di Ricerca per le Energie Rinnovabili EnerGea) per la riduzione dell’impatto e per lo sviluppo sostenibile, nelle fasi di allevamento del bestiame e di produzione di formaggi, salumi, ortaggi ed erbe officinali. La nuova sfida di Slow Food, che teneva conto anche del tipo di energia utilizzata per ottenere i prodotti della terra, decollò proprio nell’area geotermica tradizionale e rientrava a pieno titolo tra le scelte del Distretto Energetico, nell’ambito della rete locale di Terra Madre, facendo registrare un’autentica svolta nel settore agricolo e in quello vitivinicolo. Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, ricorda: “questi produttori si sono preoccupati per primi del tipo di energia utilizzata per ottenere

Una serra della Cooperativa Parvus Flos.

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i loro squisiti prodotti”. Slow Food avviò questo progetto, auspicando che gli agricoltori facessero qualche sforzo in più per il destino del pianeta. Da allora sono entrati nel vocabolario degli agricoltori e vitivinicoltori, a fianco alla definizione di filiera corta, parole come risparmio energetico, sostenibilità, obiettivi del protocollo di Kyoto, carbon free, riduzione delle emissioni di CO2, impatto ambientale, off grid (che è poi la definizione che riassume l’autonomia energetica della struttura agricola, senza collegamento alla rete di distribuzione elettrica). Oggi in quest’Oasi Toscana dei saperi e dei sapori, considerando che il rilancio del territorio dovrà puntare sulla ricerca di qualità, l’ideazione, la sperimentazione di nuovi prodotti e sui benefici dei trasferimenti delle ultime esperienze nel settore strategico delle energie rinnovabili, si è realizzato un laboratorio a cielo aperto, che è diventato sede didattica dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Gli agricoltori di questo comprensorio, custodi e tutori del saper fare di intere generazioni, sono autentici paladini di un nuovo modo di produrre nel settore agroalimentare, dando priorità alla sostenibilità ambientale e per questo motivo sono saliti in cattedra per insegnare ad un gruppo internazionale di giovani laureati, provenienti da tutto il mondo (hanno partecipato al viaggio master di specializzazione in “food culture and communications”, lo scorso giugno) come si possono

Una lezione nel caseificio Podere Paterno.

Sergio Chiacchella intervistato dall’inviato del Tg2 Eat Parade Andrea Martino.

ottenere prodotti alimentari d’eccellenza grazie alle energie da fonti rinnovabili, imparando soprattutto a conoscere i luoghi dove si produce e si ottiene l’energia dalle forze della natura. E’ un corso di studio in piena regola, con un fitto programma di lavoro che prevede visite guidate nelle aziende e cooperative del territorio che producono a basso impatto ambientale utilizzando il vapore e le altre energie rinnovabili, riducendo sensibilmente i costi di gestione. Il territorio geotermico della Toscana ha fatto da apripista a queste nuove applicazioni aprendo una nuova era condivisa da Slow Food, diventando, nei fatti, sede di uno stage della rinomata Università fondata da Carlin Petrini. Soddisfatto, il direttore generale del Consorzio Sergio Chiacchella dice: “L’iniziativa offre certa-

mente una nuova opportunità per lo sviluppo del sistema economico e imprenditoriale legato alle fonti energetiche rinnovabili. Anche in agricoltura il miglioramento dell’efficienza energetica, la soluzione di problemi ambientali e di sicurezza sono indispensabili per l’ottimizzazione del processo produttivo, con la promozione di soluzioni all’avanguardia, in questi campi, contiamo di fare numerosi proseliti”. E gli studenti? Molti sono venuti da Paesi lontani: Brasile, Australia, Usa, Taiwan, Costarica, Giappone, Zimbabwe, Israele, Tailandia, Turchia, Svizzera, Olanda, Belgio, Germania. Una soltanto da Sondrio: “L’esperienza che matureranno i nostri allievi - sostiene Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità - contribuirà a far capire come si può integrare la produzione di energia geotermica con le produzioni alimentari di piccoli e medi operatori di qualità. L’integrazione dell’energia geotermica nel modello produttivo rappresenta una sfida importante per cogliere concretamente il concetto di sostenibilità ambientale con la valorizzazione economica delle risorse e la comunicazione al mercato di un prodotto realizzato con ingredienti “puliti” non solo sul piano gastronomico ma anche sotto il profilo energetico.” P. B.

PROGETTI CONDIVISI

E’ un corso di studio in piena regola, con un fitto programma di lavoro che prevede visite guidate nelle aziende e cooperative del territorio che producono a basso impatto ambientale utilizzando il vapore e le altre energie rinnovabili, riducendo i costi di gestione.

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La nomination è stata festeggiata a Chieti da tantissimi giovani radunati nella piazza di San Giustino.

I ragazzi d’Abruzzo

ad un passo dal Premio Awards 2012

nelle scuole della Regione. Il progetto Energiochi, il concorso che ha coinvolto tutte le scuole abruzzesi e che punta le sue basi su un’attenta e validissima attività didattica, inserito nella cinquina vincente per gli Awards, rappresenta un autentico laboratorio didattico sul territorio. Essere in nomination per la Campagna Sustenergy rappresenta un risultato importantissimo poiché testimonia la validità di questo progetto nell’educazione sostenibile sui temi dell’energia e la sua replicabilità anche in altre regioni italiane ed europee, nonché un riconoscimento all’impegno della Regione Abruzzo e di tutti gli alunni e gli insegnanti delle scuole.

P

er un soffio non ce l’hanno fatta. A Bruxelles, lo scorso giugno, i ragazzi d’Abruzzo che hanno coronato il sogno di essere tra i bravi d’Europa, hanno toccato il Premio Awards con un dito. Non è mai accaduto che tra le nominations per la categoria Istruzione nell’ambito del Premio Awards 2012 della Campagna Europea Sustainable Energy Europe, fosse segnalato il lavoro di oltre 10 mila studenti di una regione italiana. L’Abruzzo può vantare il primato d’aver raggiunto i vertici in Europa per l’attività educativa in materia energetica realizzata nelle scuole della Regione. Il progetto Energiochi, inserito nella cinquina vincente, per Bruxelles, dove si è svolta, lo scorso giugno, la Cerimonia Ufficiale di premiazione, nella prestigiosa sala dell’Albert Hall, ha comunque colto nel segno. “La conquista della prestigiosa statuetta che riproduce il logo della Campagna SEE - dicono in Regione - è stata soltanto rinviata: metteremo ulteriore impegno nell’attività di promozione delle esperienze locali già, comunque apprezzate”. La manifestazione era stata inserita nella settimana europea dell’energia sostenibile e, più in generale, nella campagna europea per l’energia sostenibile. L’obiettivo di questo concorso internazionale è quello di puntare i riflettori sulle iniziative più lodevoli e innovative nel settore dell’energia sostenibile e si propone di premiare i progetti più meritevoli. Con questo riconoscimento si vuole favorire lo sviluppo delle più recenti iniziative in materia di energia in Europa. Il concorso Energiochi, organizzato dal Servizio Politica Energetica della Regione Abruzzo, unitamente al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, all’Ufficio Scolastico Regionale e all’Università degli Studi dell’Aquila, Teramo, Chieti e Pescara, giunto alla sua settima edizione, rappresenta un autentico laboratorio didattico sul territorio. Essere in nomination per la Campagna Sustenergy rappresenta un risultato importantissimo poiché testimonia la validità di questo progetto nell’educazione sostenibile sui temi dell’energia e la sua repli-

Iris Flacco (a destra), responsabile del Servizio Politica Energetica della Regione Abruzzo ha coordinato i lavori per la realizzazione delle settima edizione di Energiochi.

cabilità anche in altre regioni italiane ed europee, nonché un riconoscimento all’impegno della Regione Abruzzo e di tutti gli alunni e gli insegnanti delle scuole. “I nostri under 16 rappresentano l’eccellenza in Europa - dice l’Assessore all’Ambiente Mauro Di Dalmazio - piccoli campioni che crescono nella nostra terra dove nasce il seme della continuità nella promozione della sostenibilità ambientale”. A Chieti, in una piazza gremita all’inverosimile di giovanissimi, animata da un festoso ritmare di cori e di voci, i rappresentanti di oltre 10 mila studenti della Regione Abruzzo in nomination, si sono riuniti per festeggiare, a modo loro, l’importante riconoscimento e

l’energia (quella rinnovabile e sostenibile) che da queste parti (siamo in terra d’Abruzzo, la Regione più verde d’Europa) si coniuga con il messaggio “salviamo il mondo“. Oggi i protagonisti, piccoli e grandi, che hanno partecipato alla settima edizione di Energiochi, insieme ad una folta rappresentanza di sindaci (scuola e istituzioni viaggiano nella stessa direzione), guardano all’Europa, sapendo di essere “osservati speciali” dalla Commissione Europea, per accrescere la consapevolezza e la conoscenza sui temi dell’energia ed inoltre contribuire al raggiungimento degli obiettivi della politica energetica comunitaria in materia di fonti di energia rinnovabili, efficienza energetica,

trasporti e combustibili alternativi. Il concorso ha ricevuto già il plauso della Regione Ile de France e il riconoscimento “Un Bosco per Kyoto”. La Settimana dell’Energia Sostenibile é un evento che si ripete ormai ogni anno con l’obiettivo di catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica europea sui temi dell’energia e fare il punto della situazione sullo sviluppo della campagna. In tali occasioni é possibile partecipare in tutta Europa a conferenze, workshop, attività didattiche e visite ad aziende ed impianti che producono o utilizzano energia rinnovabile e tecnologie per l’efficienza energetica. P. B.

RAPPORTO SCUOLA

RAPPORTO SCUOLA

L’Abruzzo può vantare il primato d’aver raggiunto i vertici in Europa per l’attività educativa in materia energetica realizzata

Immagini della grande festa vissuta a Chieti dai ragazzi delle scuole della Regione Abruzzo.

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Anno V - maggio/giugno/luglio 2012

Crescita verde, il modello

della Regione Abruzzo

Il World Summit of the Regions ha riunito i rappresentanti dei principali governi sub-nazionali da tutto il mondo per discutere di green economy e sviluppo sostenibile. L’evento è stato un’importante occasione di confronto fra gli Stati, le Regioni, le Province dei cinque continenti che hanno ribadito il proprio impegno per lo sviluppo sostenibile in stretta collaborazione e complementarietà con tutti gli altri livelli di governo e con il settore privato.

RIO+20

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on c’erano molte aspettative alla conferenza Onu Rio + 20, dedicata al futuro del pianeta, che si è chiusa il 22 giugno a Rio de Janeiro. Energeo ha raccolto il commento della dirigente del Servizio Politica Energetica e qualità dell’Aria Iris Flacco che, insieme ad Alessandra Santini, ha rappresentato la Regione Abruzzo alla Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile. Direttore, come giudica l’ultimo summit Rio+20? “Le conclusioni del vertice riconoscono che la crescita verde è l’obiettivo comune di tutti i Paesi. La Regione Abruzzo ha relazionato circa le proprie attività e l’importanza per lo sviluppo sostenibile della Governance delle Regioni in un’ottica Bottom UP durante la conferenza ‘Rio Conventions Pavilion: Business Day. Examples of innovative regional action’ svoltasi il 18 Giugno presso l’Atlets Park, organizzata da RTCC (Responding to Climate Change). In particolare per l’Abruzzo è stato evidenziato il ruolo chiave degli enti locali intermedi per lo sviluppo sostenibile delle Regioni, anche a seguito delle risultanze dei lavori dell’ OCSE (Organisation for Economic Co-operation and Development) pubblicati nel documento “Linking Renewable Energy to Rural Development:Drivers and Constraints”.

Iris Flacco alla conferenza Onu Rio+20.

La Regione Abruzzo può fare la differenza? “Da tempo abbiamo impostato una politica che deve essere predisposta e garantita da una governance strategica da sviluppare nei livelli intermedi (amministratori pubblici e stakeholders), come ad esempio le amministrazioni regionali. In quest’ottica l’attività sinergica svolta dalla Regione Abruzzo, dalle Province e dai Comuni per l’attuazione del Covenat of Mayors rappresenta una best practice a livello europeo”. Un commento? “Al summit deve seguire una collaborazione maturata a livello nazionale e regionale con scambi di esperienze tra enti locali, l’Abruzzo può fare la sua parte perché, nonostante la crisi economica dei paesi come l’Italia, è in grado di fare una green economy redditizia”. La Regione Abruzzo ha dimostrato una certa vivacità d’azione nei vari contesti internazionali, come è andata al World Summit of the Regions? “Il Summit è stato organizzato dal Governo di Rio de Janeiro, in collaborazione con le Regioni Unite (ORU-FOGAR), la Rete dei governi regionali per lo sviluppo sostenibile (nrg4SD) e il Climate Grou ed ha riunito i leader e i rappresentanti dei principali governi sub-nazionali da tutto il mondo per discutere di green economy e sviluppo sostenibile”. Che cosa è accaduto? “L’evento è stato un’ importante occasione di confronto fra gli Stati, le Regioni, le Province dei cinque continenti che hanno ribadito il loro impegno a continuare la loro azione concreta per lo sviluppo sostenibile in stretta collaborazione e complementarietà con tutti gli altri livelli di governo e con il settore privato” . Missione compiuta? “Si, positivamente. Abbiamo potuto incontrare i rappresentanti di altre regioni e realtà europee tra cui Michelle Sabban del AER (Assembly of European regions), John Griffiths, Ministro dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile del Galles, Annick Delhaye e la delegazione della Regione Provenza e Costa Azzurra. Abbiamo stretto un prezioso contatto”. T.R.


UN’ASSOCIAZIONISMO ISPIRATO AI VALORI DELLA COOPERAZIONE L’A.N.C.I. ha riconosciuto statutariamente (art. 32) il Consorzio dei Comuni Trentini quale sua articolazione istituzionale in Provincia di Trento. Il Consorzio dei Comuni Trentini (A.N.C.I. TRENTINO) è una Società Cooperativa costituita il 9 luglio 1996 alla quale sono associati la totalità dei Comuni (217) e delle Comunità (16). Considerati gli scopi statutari, il Consorzio dei Comuni Trentini: presta ai Comuni e alle Comunità ogni forma di assistenza anche attraverso servizi, con particolare riguardo al settore contrattuale, amministrativo, contabile, legale fiscale, sindacale, organizzativo, economico e tecnico; esercita tutte le prerogative, compiti e funzioni atte ad assicurare al Consiglio delle Autonomie Locali ogni forma di assistenza, collaborazione e supporto; rappresenta, difende e tutela gli interessi dei Comuni e delle Comunità intrattenendo, allo scopo, opportuni contatti con enti, istituzioni, uffici ed organi di ogni ordine e grado; promuove e favorisce l’innovazione nei Comuni e nelle Comunità attuando iniziative e compiendo operazioni atte a favorirne l’ottimale assetto organizzativo, anche attraverso relazioni con enti di ricerca; presta ai Comuni e alle Comunità ogni forma di assistenza per i problemi legati all’applicazione dei contratti provinciali di lavoro al personale dipendente; è presente con un proprio rappresentante nell’A.P.R.A.N. per la definizione degli strumenti contrattuali; promuove e attua la formazione e l’aggiornamento professionale del personale dipendente dei Comuni e delle Comunità; attiva specifici interventi di formazione e aggiornamento per gli Amministratori comunali; attua tutte le iniziative previste per il mantenimento della certificazione della gestione forestale sostenibile delle foreste di proprietà comunale secondo lo schema PEFC.

Consorzio dei Comuni Trentini Via Torre Verde, 23 - 38122 TRENTO Tel. 0461-987139 - Fax 0461-981978 info@comunitrentini.it - www.comunitrentini.it



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