ENERGEO MAGAZINE Anno V Marzo-Aprile 2012

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Anno V - marzo/aprile 2012 - Prezzo di copertina 8.00 euro

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Edipress Communications - Torino - Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione postale DI 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art 1, comma 1,CB/Torino - (marzo/aprile 2012) - N. 2 - Abbonamento 6 numeri 40 euro.

Periodico per le Comunità Eco-Sostenibili, Comuni aderenti al Patto dei Sindaci, Partnership Campagna SEE, Distretti Energetici, Poli di Ricerca e dell’Innovazione Tecnologica. Associazione Nazionale Comuni Termali Associazione Comuni di identità tipica Iniziative per le conoscenze tradizionali Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino

UNESCO, incontro ravvicinato fra natura e cultura TRENTINO, la porta d’Europa

Paesaggi condivisi

Il nuovo cammino della Medaglia Spadolini


Campioni di sostenibilità L’Abruzzo vince il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini Una Regione pronta per farti conoscere le sue realtà virtuose Superficie regionale: 10,794 Km 65,1% area montana 34,9% area collinare 4 province: l’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara 305 Comuni 1.500.000 abitanti Un terzo della Regione è parco nazionale e regionale: Parchi nazionali: “ Gran Sasso e Monti della Laga“, “Abruzzo, Lazio e Molise e Majella”; Parco Regionale: “Sirente Velino“. Le aree protette sono di rilevante importanza ambientale e ospitano rare specie di flora e fauna, come l’orso bruno, il lupo e il camoscio. E poi …l’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano“ e oltre 25 riserve regionali naturali.

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Anno V - marzo/aprile 2012

Il paesaggio, patrimonio naturale e culturale d’Europa

EDITORIALE

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Il Paesaggio è il grande malato d’Italia. Nonostante esso sia tutelato dalla Costituzione della Repubblica (art. 9) e dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ogni anno in Italia vengono cementificati indiscriminatamente centinaia di migliaia di ettari di territorio” - denuncia il Professor Giovanni Puglisi, presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini giunge alla sua seconda edizione, abbinata al 40° Anniversario della World Heritage List UNESCO. Già al suo esordio, come hanno fatto notare illustri osservatori, il progetto, entrato in punta di piedi tra le variegate azioni a sostegno dell’ambiente in tutt’Italia, ha saputo affrontare problemi di carattere e interesse collettivo nel nostro Paese: la salvaguardia del territorio e del paesaggio nelle varie sfaccettature legate allo sviluppo sostenibile. La Fondazione Spadolini Nuova Antologia e la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, con il supporto del nostro giornale, avevano intuito fin dal primo momento che Paesaggio e Ambiente rappresentano un’unità inscindibile, tant’e che nelle varie sezioni del bando proposto nella passata edizione, c’erano già i presupposti per sostenere quello che hanno scritto di recente autorevoli osservatori su alcuni importanti quotidiani, sottolineando le differenze tra paesaggio “estetico” (da guardare) e paesaggio “etico” (da vivere). Ci sono, quindi, basi solide per guardare lontano, “perché difendere il paesaggio e l’ambiente rappresenta un gesto etico”. In tale complesso contesto emergono conven-

zioni e accordi che, promossi dai livelli internazionali e comunitari (UNESCO e Consiglio d’Europa), trovano sul territorio interessanti forme di aggregazione e percorsi attraverso cui gli individui possono trovare una strada per riscoprire denominatori comuni, in una parola per essere ancora e nuovamente comunità. Il Comitato del Patrimonio Mondiale nella sua 16a sessione (Santa Fe 1992), inserisce nelle linee guida operative per l’attuazione della Convenzione del Patrimonio Mondiale, i “Paesaggi culturali”. Beni che rappresentano “opere combinate della natura e dell’uomo”, in continuità con l’evoluzione della società umana e con lo scorrere del tempo. Il Consiglio d’Europa il 20 ottobre del 2000 promuove a Firenze la Convenzione Europea del Paesaggio, costatando che “il paesaggio svolge - come ci ricorda il nostro esperto professor Domenico Nicoletti - importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all’attività economica, e che, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro. Inoltre coopera all’elaborazione delle culture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’Europa,

contribuendo così al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell’identità europea”. La nostra società, in continuo e repentino cambiamento, ai ritmi esasperati delle trasformazioni economiche, sociali, tecnologiche e ambientali dettate dall’era globale, è sempre più consapevole che la propria identità non è statica, rigida ed immutabile, ma viva e mutevole, non è sbiadita e nostalgica copia di un passato perduto, né volontà di riscatto di origini etniche o territoriali, bensì soggetto attivo capace di arricchirsi di ogni stimolo nuovo armonizzandolo e legandolo agli altri, in un’ indispensabile prospettiva di coesione comune. “Questi assunti - suggerisce Nicoletti - aprono a nuove frontiere di responsabilità per la tutela attiva del patrimonio culturale con iniziative e processi di significativa sperimentazione che lega i beni all’identità territoriale e ne determina straordinarie forme di rispetto e valorizzazione”. Ancora un progetto che si ispira alle parole del senatore Giovanni Spadolini, fondatore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, che amava ripetere:”Una moderna politica dell’ambiente e del territorio richiede il concorso di tutte le forze vive della cultura e della società”. Soltanto in questo modo si fa nascere il seme della continuità nella promozione delle iniziative avviate localmente, interagendo con una platea ampia lungo tutta la penisola, apertamente schierata dalla parte del territorio, come quella che si sta avviando per promuovere la Rete delle Reti, ideata dal Premio Eco and the City Giovanni Spadolini e dall’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, che coinvolgerà i rappresentanti di territori che custodiscono autentici patrimoni culturali ed ambientali, impegnati in azioni collettive di tutela del paesaggio (culturale e letterario, ambientale e naturale), per stabilire

una interconnessione tra le Reti UNESCO e le varie Reti territoriali. Sono questi i valori fondanti del Premio, che viene considerato con una valenza multipla, toccando il variegato mondo delle Comunità sostenibili, in forte aumento nel nostro Paese. “Quello della sostenibilità - spiega il Presidente della Commissione Giudicatrice, Professor Augusto Marinelli - è uno dei concetti di cui più si discute a livello globale. Si tratta di un concetto dinamico che sostanzialmente si fonda sulla previsione delle condizioni delle future generazioni e in particolare dello stock di risorse non rinnovabili e del mantenimento della quantità e della qualità delle risorse rinnovabili che lasceremo ad esse, al fine di assicurare almeno l’attuale livello di benessere. Dal punto di vista economico, la sostenibilità è correlata alla quantità e alla qualità del capitale umano e delle istituzioni che saremo capaci di trasmettere alle nuove generazioni”. Il Premio debutterà il 12 Maggio al Salone del Libro di Torino (prima tappa della Road map), avviando una riflessione sulle scelte etiche per salvaguardare il paesaggio, sia esso agricolo che estetico (da guardare), allargate nella sua valutazione letteraria e culturale (legge Croce). Nel 1912 tre grandi intellettuali europei - il francese Charles Lalo, il tedesco Georg Simmel, l’italiano Benedetto Croce osservarono, indipendentemente l’uno dall’altro, che il paesaggio non è natura ma storia, ed è per questo che è protagonista della letteratura e dell’arte. Tanta sintonia riflette lo spirito del tempo di quel principio di secolo, quando i movimenti per la conservazione del paesaggio si affermavano in tutta Europa. Ma il ruolo di Benedetto Croce rispetto al paesaggio italiano non si limita alle riflessioni di un grande intellettuale. A lui si deve infatti, nel brevissimo periodo in cui fu ministro della Pubblica Istruzione nel governo Nitti, la prima legge italiana per la tutela del paesaggio: l’Italia fu infatti il primo Paese al mondo a porla fra i principi fondamentali dello Stato (art. 9, comma 2: La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione). T. R.

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Anno V - marzo/aprile 2012 Direttore responsabile: Taty Rosa energeodirettore@hotmail.com

SPECIALE UNESCO 6 8 14

Redazione: Pierpaolo Bo edipress@hotmail.com

UNESCO, un marchio che esprime credibilità e fiducia UNESCO, incontro ravvicinato fra natura e cultura Quelli che l’UNESCO…

Marketing: Luigi Letteriello - 334.120.71.85 Progetti speciali e Pubblicità: Promedia Srl marketing@energeomagazine.com Segreteria di Redazione: Lucrezia Locatelli

CONOSCERE IL TRENTINO 16 20 22 24 27 28 30

Progetto Grafico: Spider S.a.s.

Trentino, la porta d’Europa Trentino, dove l’ecocompatibilità è di casa

Realizzazione grafica: Stefania De Cristofaro

Il Trentino, dove anche le foreste hanno un certificato di garanzia Padre Kino, un precursore della sostenibilità ambientale

Comitato Scientifico: Coordinatori: • Augusto Marinelli, già Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Firenze, Presidente della Giuria Premio Eco and the City Giovanni Spadolini. • Prof. Giovanni Puglisi Presidente CNI UNESCO e Magnifico Rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM. • Arch. Pietro Laureano, Presidente dell’Itki International Traditional Knowledge Institute UNESCO. • Dario Carella, MdA Mérit Europeenne, Fondation du Mérite Europeenne, Lussemburgo. • Andrea Chiaves, progettista emerito di impianti innovativi di cogenerazione e teleriscaldamento. • Stefano Masini, responsabile Ambiente e Consumi Coldiretti. • Anna Moreno, coordinatrice di Desire-Net-Project. • Dipartimento Innovazione-Enea. • Domenico Nicoletti Docente Università degli Studi Salerno Scienze Ambientali. • Angelo Paladino, Presidente dell’Osservatorio Europeo per il Paesaggio di Arco Latino. • Dipak Pant, Professore di Antropologia e Economia, fondatore e direttore dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’Università di Castellanza. • Carlin Petrini, fondatore e Presidente di Slow Food. • Maria Claudia Sabatini pr Mda Consultant AEEE EU Bruxelles. • Luigi Spagnolli, Presidente Commissione Ambiente ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani). • Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità. • Alessandro Vercelli, docente di Economia e Ambiente Università di Siena. • Sergio Vicario, Metafora Communication Consultant.

Un museo per Padre Kino Il Trentino vuole stare al PA.S.SO con i tempi Polveri sottili: nuove iniziative di Provincia e Consiglio delle Autonomie

IL CAMMINO DEL PREMIO 32 35 37 39 40

Il nuovo cammino della Medaglia Spadolini La Medaglia Spadolini dedicata ai SITI UNESCO Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini: per il dialogo e per l’Europa I Macromondi spezzati di Riccardo Cordero Conoscere Padre Chini

UNA RISORSA DA TUTELARE

SOMMARIO

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RUBRICA BUONE PRATICHE 50 53 54 55

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Paesaggi condivisi Energie per l’ambiente e il territorio

Una Regione a tutta Energia A scuola d’Abruzzo

Collaboratori: Michaela Barilari, Puccio Corona, Claudio Chiaves, Leone Chistè, Filippo Delogu, Lello Gaudiosi, Gabriele Maniscalco, Maria Mazzei, Giacomo Mosca, Adriano Pessina, Charles Polzer, Marco Pontoni, Federica Rolle, Carlo Sacchettoni, Alessandro Sbrana, Alessandra Santini, Chiara Simonetti, Maria Torresani.

Una banca dati delle tecniche tradizionali e delle tecnologie sostenibili Le Conoscenze Tradizionali per disegnare il futuro

Uno scorcio di Amalfi.

Fotografie: Gerry Annone, Castello del Buonconsiglio (Ufficio Stampa), Commissione Nazionale Italiana UNESCO (Ufficio Stampa), Comune di Pollica, Comune di Transacqua, Consorzio Comuni Trentini, Co.Svi.G.: Comunicazione

Il Castello del Buonconsiglio di Trento e Territorio, Federutility, Denise Cainelli, Alessandro De Sio, Foto Germogli, Massimo Gherardini, Alessandra Ciullo, Tonino di Marco, Museo di Arte Moderna e contemporanea di Rovereto, Romano Magrone, Enzo Massa (Alba), Parlamento Europeo, Provincia Autonoma di Trento, Antonio Siani, Ufficio Stampa Regione Abruzzo, Ufficio Stampa Regione Campania, Ufficio Stampa Regione Piemonte, Ufficio Stampa Regione Toscana. Pubblicità Regione Abruzzo: fotografie di Bruno D’Amicis, Roberto Mazzagatti, Osvaldo Locasciulli. Gli articoli e le note firmate esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano la direzione e la redazione di Energeo Magazine. Tutela della Privacy: Energeo Magazine viene inviato in abbonamento postale. Il fruitore del servizio può chiedere la cancellazione o la rettifica dei dati ai sensi della Legge 675/96. Prezzo di copertina: 8,00 Abbonamento a 6 numeri 40,00 Diffusione on line: www.regione.abruzzo.it www.comunitrentini.it www.distrettoenergierinnovabili.it, www.ecoandthecity.it www.energeomagazine.com, www.edipress.net www.osservatoriopaesaggio.eu (in costruzione) Direzione, Redazione, Abbonamenti: Edipress Communications Sas Corso Re Umberto, 82 - 10128 Torino (+39)011.568.20.82 - 335.606.04.90 334.120.71.85 - www.edipress.net abbonamenti@energeomagazine.com Uffici di Corrispondenza: Firenze - Via Bellini, 58 Tel. (+39)055.36.81.23 - Fax (+39)055.321.70.26 Trento - Consorzio dei Comuni Trentini Via Torre Verde, 23 - Tel. 0461 987139 Osservatorio Europeo del Paesaggio Arco latino - Certosa di San Lorenzo 84034 Padula (Patrimonio UNESCO) (+39)366.980.14.55 - Fax 0974.95.38.14 Stampa: Società Tipografica Ianni Srl Strada Circonvallazione, 180 - Santena Tel. (+39)011.949.25.80 Registrazione Tribunale di Torino N° 4282 del 18-12-1990 Copyright Energeo Magazine Edipress Communications Sas Periodico bimestrale Poste Italiane Spa Spedizione Postale Dl 353/2003 (conv. in L.27.02.2004 n.46) art.1, comma 1, CB/ Torino Anno V - N° 2 - Marzo/Aprile 2012 Il periodico Energeo Magazine è iscritto nel Registro degli Operatori della Comunicazione (ROC) - N° iscrizione 17843 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana.

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Anno V - marzo/aprile 2012

Intervista al Professor Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.

UNESCO, credibilità

un marchio che e fiducia

SPECIALE UNESCO

esprime

“Il marchio UNESCO vuol essere un incentivo alla tutela del patrimonio culturale, una delle più grandi risorse per lo sviluppo del Paese. Anche la definizione di “bene culturale” è cambiato: accanto al concetto tradizionale di opera d’arte si è sviluppato quello di opera dell’ingegno e di bene paesaggistico”.

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l fatto che una grande organizzazione come l’ONU abbia deciso di intervenire per preservare la memoria storica del mondo segnala uno dei grandi rischi di oggi: la perdita di senso del passato nella vita quotidiana delle società e della gente. Non c’è dubbio che la tutela dell’UNESCO, in Occidente, e in Italia in particolare, dovrebbe funzionare come una specie di “marchio di qualità” che sprona e/o incoraggia l’opinione pubblica e quindi le autorità preposte. Ma da noi è davvero sempre così? Il “marchio UNESCO” costituisce sicuramente una straordinaria attrattiva: a tal proposito, la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ha commissionato un’indagine che rivela come, attorno al marchio UNESCO, si raccolga un bacino di fiducia e credibilità che coinvolge la maggioranza assoluta dell’opinione pubblica. Eppure, questo incide solo in parte sull’impegno delle autorità preposte alla tutela del patrimonio (come hanno dimostrato recentemente i casi eclatanti di Pompei e dei progetti - fortunatamente non attuati - sui dintorni di Villa Adriana): ciò si spiega con la tragica ed erronea convinzione, radicata in gran parte dei nostri amministratori, che la tutela del patrimonio culturale costituisca un costo per lo Stato e non, al contrario, un investimento per il Paese. Un incentivo alla tutela è il meccanismo della verifica: un bene può entrare nella World Heritage List, ma può anche uscirne, se gli impegni richiesti per la tutela del bene culturale non sono sufficienti. Quali sono le situazioni a rischio? La più nota situazione a rischio in Italia è oggi, evidentemente, quella dell’Area archeologica di Pompei, che l’UNESCO dovrà riesaminare nel 2013 per decidere sull’eventuale esclusione dalla Lista del patrimonio mondiale e sul possibile inserimento nella Lista del patrimonio in pericolo; oltre a questa, ricordo le difficoltà in cui versano il Centro storico di Napoli, che ha subito ispezioni da parte dell’UNESCO a causa del cronico problema della gestione dei rifiuti, nonché la Laguna di Venezia, minacciata da un turismo di massa ormai fuori controllo e dalle conseguenze di politiche di sviluppo non sufficientemente attente alla tutela ambientale.

Il Professor Giovanni Puglisi conferisce al Sindaco di Cividale del Friuli, Stefano Balloch il riconoscimento per la nomination della Medaglia Spadolini per l’attività di promozione del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere” (568-774 d.C.), iscritto nel 2011 nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.

dell’ingegno” e di “bene paesaggistico”. Pensiamo alle Dolomiti. Forse è il Paesaggio l’elemento messo maggiormente a repentaglio dallo sviluppo? E quanto è difficile tutelarlo efficacemente? Come ha scritto recentemente Salvatore Settis “il Paesaggio è il grande malato d’Italia”. Nonostante esso sia tutelato dalla Costituzione della Repubblica (art. 9) e dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ogni anno in Italia vengono cementificati indiscriminatamente centinaia di migliaia di ettari di territorio. Il problema, come spesso accade, non è nelle Leggi, che anzi sono - sulla carta - tra le più avanzate nel panorama internazionale, bensì nella possibilità di aggirarle: una possibilità garantita dalla profonda

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Paesaggio è il grande malato d’Italia. Nonostante sia tutelato dalla Costi-

Anche la definizione di “bene culturale” cambia. Accanto al concetto tradizionale di “opera d’arte” si è sviluppato quello di “opera

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Il Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, Professor Giovanni Puglisi.

tuzione, ogni anno in Italia vengono

cementificati indiscriminatamente centinaia di migliaia di ettari di territorio.

convinzione che la tutela dell’ambiente e la protezione del paesaggio frenino o addirittura impediscano la crescita economica. Quando si comprenderà come, al contrario, il Paesaggio costituisca da secoli una delle più grandi risorse per lo sviluppo del Paese, allora le Leggi saranno applicate. Il vero problema è che, forse, sarà troppo tardi. Altri criteri innovativi sono quello di “patrimonio culturale immateriale” (comprendente le tradizioni in generale, dalla Dieta Mediterranea al Canto a Tenores della Sardegna), ma anche quello di sito tematico (come quello de “I Longobardi in Italia. Luoghi di potere”). Quale efficacia stanno dimostrando? È piuttosto difficile parlare di queste categorie patrimoniali in termini di “efficacia”. Non vi è dubbio che la definizione di patrimonio culturale immateriale coniata dall’UNESCO abbia avuto il merito di portare anche in Italia l’attenzione su una concezione di patrimonio culturale più ampia di quella - per lo più storicoartistica e monumentalista - che è alla base del nostro Codice dei Beni Culturali: un’idea di patrimonio capace di comprendere in sé la cultura tradizionale nelle sue manifestazioni ancora vive e vitali. Per quanto riguarda invece i cosiddetti “siti tematici”, la loro efficacia dovrebbe manifestarsi nella capacità di mettere in rete e offrire al pubblico una pluralità di esperienze culturali, la cui messa a sistema dovrebbe poter favorire sia la tutela e conservazione dei singoli Siti sia lo sviluppo di un’organica offerta turistica e culturale in ampie zone del paese. Come ben sappiamo, e indipendentemente dall’UNESCO, su questo fronte in Italia c’è ancora molto - troppo - da fare. T. R.

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Dalla Casa dei libri di Giovanni Spadolini al Salone del Libro di Torino.

UNESCO, natura

incontro ravvicinato e cultura

SPECIALE UNESCO

fra

Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini approda a Lingotto Fiere, trasformato nella più grande libreria d’Italia, con il suo carico di progetti a favore del territorio e dell’ambiente: la celebrazione del 40°Anniversario della World Heritage List dell’UNESCO, la salvaguardia del patrimonio culturale, naturale e umano, e l’individuazione dei Percorsi Sostenibili, tanti ancora da scoprire, lungo tutta la penisola.

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i sarà un ideale ricongiungimento tra la “Casa dei libri” o “Tondo dei cipressi” di Giovanni Spadolini, che raccoglie nella Villa di Pian de’ Giullari lo straordinario patrimonio culturale dello statista, storico e giornalista fiorentino, fondatore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali (la preziosissima biblioteca è composta da 100 mila volumi), e il Salone del Libro di Torino. Un ricongiungimento che riguarderà anche la storica “Nuova Antologia”, ispirata a Vieusseux e Capponi, la più antica d’Europa (che sarà esposta e consultabile nello stand della Regione Piemonte) presieduta, oggi, da Carlo Azeglio Ciampi e buona parte della Storia del Risorgimento italiano, quella raccontata con grande passione dal Professore fiorentino e custodita come un “libro aperto”, nella Casa dei Libri che è anche un museo dove sono esposte le collezioni risorgimentali, comprese le raccolte garibaldine. Lo strumento che potrebbe rendere possibile l’alleanza con il Salone del Libro di Torino è rappresentato dal Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, in sinergia con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e con il patrocinio delle più importanti istituzioni. Il Premio, che rientra tra gli eventi organizzati a livello planetario, con il patrocinio dell’ONU, nell’ambito dell’Anno Internazionale dell’energia sostenibile per tutti, proclamato il 2012, approda a Lingotto Fiere, trasformato nella più grande libreria d’Italia, con il suo carico di progetti a favore del territorio e dell’ambiente: la celebrazione del 40°Anniversario della World Heritage List dell’UNESCO, la salvaguardia del patrimonio culturale, naturale e umano, e l’individuazione dei Percorsi Sostenibili, tanti ancora da scoprire, lungo tutta la penisola.

Sindaci in prima fila per ricordare i valori dell’UNESCO Le Istituzioni regionali hanno colto un’importante opportunità, ospitando in questo vivace festival della cultura, un’iniziativa che non ha precedenti, messa in cantiere dall’Ufficio Comunicazione della Regione Piemonte, interagendo con i Sindaci piemontesi che vogliono cogliere l’occasione di questa ricorrenza per dare ulteriore slancio e visibilità ai progetti avviati sul territorio, per promuovere la sostenibilità ambientale nei Comuni che beneficiano della presenza di un sito UNESCO sul proprio territorio e nelle aree confinanti. I Sindaci di questi luoghi, veri custodi di un immenso patrimonio (come d’altronde fanno tutti i loro colleghi che si occupano dei 47 siti Patrimonio UNESCO in Italia) sono responsabili

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Il pubblico affolla gli stand del Salone del Libro di Torino. In alto la Casa dei Libri di Pian de’ Giullari.

non soltanto nei confronti dei propri concittadini della tenuta sostenibile del territorio, ma del mondo intero. Con questa consapevolezza il Piemonte, in questi ultimi anni, ha segnalato all’attenzione del mondo quei luoghi e quei monumenti (Sacri Monti e Residenze Sabaude) che incarnano nel loro essere un preciso concetto, l’eccezionalità, unica condizione che può permettere ad un sito di essere accolto nel novero del Patrimonio dell’Umanità. Ma anche quella di saperlo custodire, come vuole il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, che ha realizzato un’importante sodalizio con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, tant’è che il focus dell’evento è stato dedicato allo storico traguardo di un’avventura cominciata il 16 novembre 1972, quando venne adottata la Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità dalla Conferenza generale dell’UNESCO, con lo scopo di identificare e mantenere la lista di quei siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale. Lo stesso Presidente della Commissione Italiana, Professor Giovanni Puglisi (che ha confermato la sua presenza al Salone del libro) partecipa ai lavori della Commissione Esaminatrice

delle candidature, portando il suo carico di entusiasmo, autorevolezza, cultura, rigore e competenza professionale: una Sezione Speciale del Premio è dedicata a tutti i luoghi che custodiscono un sito UNESCO. Il Comitato della Convenzione, definito Comitato per il Patrimonio dell’Umanità, ha sviluppato dei criteri precisi e scrupolosi per l’inclusione dei siti nella lista. Stando all’ultimo aggiornamento effettuato nella riunione del Comitato per il Patrimonio dell’Umanità a Parigi il 19 giugno 2011 la lista è composta da un totale di 936 siti (di cui 725 beni culturali, 183 naturali e 28 misti) presenti in 153 Nazioni nel mondo. Attualmente l’Italia è la nazione a detenere il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità (47 siti), seguita dalla Spagna (43 siti) e dalla Cina (41 siti). I paesaggi vitivinicoli del basso Piemonte sono gli unici candidati italiani in lizza per entrare nella lista dei luoghi patrimonio dell’umanità dell’UNESCO per il 2012.

Langhe: una nomination tanto attesa La notizia è stata resa nota un anno fa, ora si è giunti al rush finale: l’apposita commissione ha premiato con la nomination l’iniziativa assunta dalla Regione Piemonte, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e le province di Alessandria, Asti e Cuneo. La collaborazione tra queste istituzioni ha portato alla creazione di un’associazione, che ha presentato la candidatura. I paesaggi che i promotori sognano di far entrare nell’elite mondiale del patrimonio UNESCO appartengono a nove aree vitivinicole di eccellenza. Il progetto intende far riconoscere a livello mondiale il valore eccezionale del paesaggio e della cultura del vino, che caratterizza profondamente questi territori, influenzandone la vita quotidiana, la letteratura, le arti, la gastronomia e la lingua. Il dossier con la candidatura piemontese è stato inviato, lo scorso giugno, al Comitato UNESCO di Parigi e i risultati della selezione si conosceranno il 25 giugno a San Pietroburgo. Se la candidatura del territorio Langhe-Roero e Monferrato riuscisse a centrare il suo obiettivo, per il Piemonte si tratterebbe del terzo La spilla realizzata in occasione della nomination dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.

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SPECIALE UNESCO

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sito riconosciuto dall’UNESCO dopo i Sacri Monti e il circuito delle Residente Reali. Nell’Arena della Regione Piemonte (l’appuntamento è stato fissato sabato 12 maggio 2012, alle ore 11) ci saranno tanti Sindaci, rigorosamente con la fascia tricolore, a testimoniare con la loro presenza l’importanza di comunicare la bellezza e l’unicità del panorama piemontese nel Patrimonio UNESCO. Le curiosità della corsa alle candidature, in costante aumento (forse per l’efficacia del brand UNESCO recentemente testato dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, in collaborazione con la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM): indagine condotta da Abis Analisi/ Makno. Soltanto recentemente si è deciso alla Conferenza di Bali di mettere ordine nel Tentative List dell’UNESCO: ci sarà, ogni anno, soltanto una nomination per ciascuna nazione. Anche il Salone del Libro non trascura il territorio, anzi lo racconta attraverso i libri com’è tradizione, offrendo momenti di vivacità culturale che si estendono dalla memoria alla cultura materiale, dalla vita quotidiana al pae-

L’avvocato Angelo Paladino, Presidente dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino illustra al Presidente della Commissione Giudicatrice Augusto Marinelli il progetto di costituire una Rete dedicata ad Angelo Vassallo. A destra l’attuale Sindaco di Pollica Stefano Pisani. Di spalle il vice direttore della TGR Dario Carella, responsabile della rubrica RegionEuropa.

saggio naturale e umano. L’appuntamento culturale con la 25° edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino sarà incentrata sui cambiamenti che computer, tablets, smartphones, blogs e social networks stanno portando nella scrittura, nella sua diffusione e fruizione.

La Medaglia Spadolini catalizzatrice delle iniziative a favore del territorio Non poteva essere altrimenti per il Premio, ideato dal nostro periodico, la cui organizzazione sarà sempre più tecnologica prevedendo nuove applicazioni multimediali (è in costruzione il portale www.ecoandthecity.it per far funzionare l’agorà virtuale per le realtà locali e per lo sviluppo dell’economia della sostenibilità), assegna la Medaglia Spadolini, importante riconoscimento (vedi a pag. 32) conferito ai progetti volti alla valorizzazione dei patrimoni e dei beni culturali, alle associazioni o cittadini che hanno avuto un ruolo di primo piano nelle azioni di difesa del paesaggio e nei progetti di riqualificazione dei territori agricoli che rappresentano uno strumento importante di promozione della cultura locale.

Già nella prima edizione, come hanno fatto notare illustri osservatori, il progetto, entrato in punta di piedi tra le variegate azioni a sostegno dell’ambiente in tutt’Italia, ha saputo muoversi con idee chiare e una prorompente capacità di “bucare lo schermo” nell’affrontare problemi di carattere e interesse collettivo nel nostro Paese. E’ un progetto articolato e complesso che significa un presente vivo, ma con forti radici nel recente passato, un’iniziativa articolata in due momenti con un unico filo conduttore: il 40°Anniversario della World Heritage List dell’UNESCO appunto, e la salvaguardia del territorio intesa nelle varie sfaccettature legate allo sviluppo sostenibile: una scelta che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni(Rapporto Brundland). Tema estremamente attuale anche in Italia come conferma un predominante interesse per la UN Resolution che ha proclamato il 2012 “Anno dell’energia sostenibile a livello internazionale”, nel cui programma ufficiale il Premio è stato iscritto, in quanto nella sua mission ha inserito proprio la “valutazione e i criteri di sostenibilità a tutela del territorio”.

Paesaggio “osservato” speciale Parliamo di territorio e di salvaguardia del paesaggio, ma anche di paesaggio culturale. All’incontro previsto al Salone del Libro di Torino viene annunciata un’altra iniziativa: la Rete delle Reti, promossa dal Premio Eco and the City Giovanni Spadolini e dall’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, coinvolgerà i rappresentanti di territori che custodiscono autentici patrimoni culturali ed ambientali, impegnati in azioni collettive di tutela del paesaggio (culturale e letterario, ambientale e naturale), per stabilire una interconnessione tra le Reti UNESCO e le varie Reti territoriali. “Il progetto costituisce un’autentica novità - dice il Presidente dell’Osservatorio Angelo Paladino - ed è perfettamente allineato con le politiche unescane. E’ significativo che la sede dell’Osservatorio sia nella Certosa di Padula, patrimonio riconosciuto dall’UNESCO”. Il documento sarà denominato “RETE Angelo Vassallo” alla memoria del Sindaco di Pollica, in provincia di Salerno, ucciso nel settembre 2010 dalla malavita organizzata. Sul sacrificio del Sindaco pescatore si è scritto molto: è certo che Angelo Vassallo,

vittima di un agguato, ammazzato con nove colpi di pistola lungo la strada per casa, ha lasciato una pesante eredità: non c’è sostenibilità senza trasparenza delle procedure, rispetto delle leggi, senza una cultura profonda della tutela dell’ambiente e del paesaggio. Era un uomo battagliero e decisionista, convinto sostenitore della salvaguardia del territorio e della valorizzazioni delle migliori esperienze dei Comuni impegnati a promuovere il rapporto tra ambiente, sviluppo economico e legalità. L’obiettivo della RETE è quello di valorizzare e coordinare gli interventi e le proposte culturali non soltanto per contribuire a formare una cultura consapevole del paesaggio, ma per allargare, in futuro, la base degli aderenti all’ iniziativa che, come vedremo, hanno già attuato politiche simili di promozione per dare valore aggiunto ai territori che rappresentano. Un’intesa che vuol significare anche un’azione di marketing strategico e la realizzazione di una Rete di Reti (resa possibile grazie all’intervento strutturale e logistico della Provincia Autonoma di Trento e del Consorzio dei Comuni Trentini), che possano prevedere scambi di iniziative culturali (e non solo) tra territori che hanno i medesimi obiettivi, dando un ulte-

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SPECIALE UNESCO

riore valore aggiunto alle iniziative del Premio, che si muove perfettamente in linea con le politiche unescane. L’obiettivo è di stabilire una migliore conoscenza tra territori e paesaggi anche se già organizzati localmente, affidando il coordinamento all’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, organizzazione transazionale europea formalmente costituita presso la Certosa di Padula (Patrimonio UNESCO). In questa circostanza si farà una richiesta ufficiale alla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, presieduta dall’onorevole Rolando Picchioni di verificare la possibilità di un’ eventuale iniziativa congiunta, prevedendo per l’edizione 2013 del Salone del Libro, una più efficace ed ampia azione promozionale.

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L’Abruzzo apripista di un progetto ambizioso La firma ufficiale del protocollo d’intesa avverrà nella successiva tappa della Road Map prevista in Abruzzo a fine maggio, nel corso della quale si tracceranno le linee guida di questa nuova, efficace promozione del territorio, avviata in occasione del 40° Anniversario della World Heritage List UNESCO. L’iniziativa si inquadra nell’attività della Settimana di Educazione allo Sviluppo Sostenibile, che avrà per tema “la tutela e valorizzazione del paesaggio naturale e culturale italiano“, come anticipato dall’Ambasciatore Lucio Alberto Savoia, segretario generale CNI UNESCO nell’ultima Assemblea Generale. Tra i promotori troviamo la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO che organizza, appunto, la Settimana di Educazione allo Sviluppo Sostenibile, promossa dall’ONU; la Fondazione Spadolini

Nuova Antologia; l’ITKI (International Traditional Knowledge Institute), promosso dall’UNESCO; la Società Paesaggio Culturale Italiano; l’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino; la Regione Abruzzo, che vanta di essere il territorio più verde ed esteso d’Europa; il Manifesto dei “100 Sindaci per la Bellezza e il Paesaggio”, presentato dal Sindaco di Pollica Stefano Pisani; il Consorzio dei Comuni Trentini e la Provincia Autonoma di Trento che quest’anno ospiteranno, nel capoluogo, la cerimonia conclusiva del Premio City Giovanni Spadolini. Ed infine, il Distretto delle Energie Rinnovabili, che per primo ha creduto nelle potenzialità del Premio, forte della sua esperienza sul territorio mirata ad un equilibrato utilizzo delle energie rinnovabili in un’area che conserva e tutela paesaggi surreali e metafisici, con fumarole e lagoni geotermici. Questa nuova iniziativa si svilupperà nel corso delle varie tappe programmate per la promozione del Premio attraverso un percorso che costituisce una vera e propria road map di avvicinamento alla manifestazione conclusiva della Cerimonia Ufficiale di premiazione prevista a Trento in una sede prestigiosa, nella quale uno spazio sarà dedicato alla celebrazione della ricorrenza della World Heritage List. Quest’anno sono state programmate alcune tappe in giro per l’Italia che dovranno interessare anche i luoghi protetti dall’UNESCO. La Regione Abruzzo, vincitrice della prima edizione del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, farà da “apripista” anche a una serie di altre iniziative, dando avvio, lungo il Paese, ad un’avvincente e ricco itinerario a carattere culturale, ambientale ed etico-sociale (il progetto comprende anche l’iniziativa Adotta una Panchina Freedom), finalizzato anche alla realizzazione di iniziative mirate a rendere più autonomo la mobilità delle persone con disabilità motorie, promuovendo in questo modo il turismo accessibile. Il progetto si collega all’attività collaterale della Fondazione Spadolini Nuova Antologia sui temi dell’Ambiente che dovrà indicare i Percorsi Sostenibili, segnalati dal Premio e dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, con l’obiettivo di ridurre il gap provocato dalla separazione fra natura e cultura, anche per le persone diversamente abili.La rete servirà per un’efficace promozione del territorio ed alla valorizzazione in Italia e all’estero del patrimonio culturale, naturale e umano, con una serie di percorsi integrati di turismo responsabile, accessibile e sostenibile.

L’UNESCO tutela e valorizza il paesaggio culturale e naturale Chiarisce il Presidente della Commissione Giudicatrice, Professor Augusto Marinelli: “Queste prerogative vengono indicate nella Seconda Sezione del bando, dedicata, appunto, alla valorizzazione dei patrimoni paesaggistici e culturali. Tale sezione è dedicata particolarmente al tema della “tutela e valorizzazione del paesaggio naturale e culturale italiano”, in sinergia con le celebrazioni per il 40° anniversario della Convenzione UNESCO sul Patrimonio Mondiale. Pertanto saranno valutati progetti e programmi che sostengono iniziative di valorizzazione di aree e patrimoni immateriali inseriti nelle reti dei paesaggi culturali, parchi culturali, parchi letterari, distretti culturali evoluti, che mettono al centro della propria azione di tutela e valorizzazione la nozione di patrimonio che in questi ultimi

La Reggia di Venaria Reale il più frequentato monumento del Piemonte, Patrimonio dell’Umanità.

anni ha progressivamente ampliato contenuti, ruoli e utilizzi nella società contemporanea. Il concetto di patrimonio in continuità con l’evoluzione della società umana è andato così ad abbracciare aspetti sempre più ampi, contribuendo in misura crescente alla prosperità economica, alla coesione sociale, alla diversità culturale. Non casualmente, nella contemporaneità il patrimonio è sempre più utilizzato come strumento per la promozione turistica e culturale (quindi economico) di un territorio”. Manifesta un senso di viva soddisfazione per il dialogo aperto con la Fondazione del Salone per il Libro, Cultura e la prestigiosa Fondazione fiorentina voluta dall’indimenticato statista che si avvale dell’Alto Patronato Permanente del Presidente della Repubblica, il Professor Cosimo Ceccuti che ha seguito il Professore nelle varie tappe della sua vita da giornalista prima e politico poi. Dice Ceccuti: “Ritengo di grande significato il connubio fra il Salone del libro di Torino - e la rivista “Nuova Antologia”, fra i più qualificati periodici di cultura in Europa e nel mondo che ha accompagnato col suo secolo e mezzo di pubblicazioni ininterrotte il divenire del nostro paese. Giovanni Spadolini, direttore della testata per quarant’anni, ha fondato il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali: a sottolineare il vincolo

stretto fra cultura, ambiente, paesaggio che la Fondazione Spadolini Nuova Antologia ha fatto oggetto specifico del proprio impegno, con l’istituzione di un Premio dedicato al territorio”. Pragmatico il Professor Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO che così commenta:“ Tutti siamo chiamati a portare il nostro contributo: certamente il World Heritage Centre di Parigi, l’organo dell’UNESCO che supporta le attività del Comitato del Patrimonio Mondiale e vigila sull’applicazione della convenzione, le singole Commissioni Nazionali dell’UNESCO, e le istituzioni nazionali e locali che hanno compiti legati alla tutela e alla gestione dei beni culturali e ambientali, hanno assolto in questi 40 anni il loro compito. Non soltanto in Italia: oggi registriamo una presa di coscienza collettiva per la tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella lista del patrimonio mondiale, posti sotto la tutela dell’ UNESCO”. “Dal 1979, anno di inserimento del primo sito italiano nella lista, - aggiunge - è stato un susseguirsi di ingressi con il principale obiettivo di rappresentare l’eccellenza del nostro patrimonio culturale e naturale. Ogni anno aumenta l’interesse attorno all’attività dell’UNESCO che oggi ricorda il suo pas-

Il Professor Cosimo Ceccuti, Presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia e il Professor Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.

sato, guarda al presente e si prepara al futuro, riconoscendosi nel suo brand e nel suo impatto tra la gente”. “Una recente indagine - ricorda il Professor Puglisi - ha consentito di individuare due grandi ambiti operativi. Il primo riguarda la relazione tra l’UNESCO, istituzioni, territori ed enti culturali per lavorare su progetti culturali (attività di formazione, progetti di arte pubblica, ecc.). Il secondo riguarda la relazione tra UNESCO e aziende per intraprendere operazioni di co-marketing volte, per esempio, alla promozione congiunta dell’immagine delle imprese partners e dei rispettivi brand; alla cooperazione nella creazione di offerta, nell’acquisizione di nuovi target, nell’ ottimizzazione dei canali commerciali e delle risorse economiche”. E la scelta di promuovere il 40° Anniversario della World Heritage List al Salone del Libro unitamente al Premio Eco and the City Giovanni Spadolini? “Il Salone del Libro e il Premio si muovono su strade parallele, in linea con le politiche unescane, entrambi, con grande impegno, ci aiutano a superare la separazione fra natura e cultura”. Pierpaolo Bo

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Il brand si conferma tra i più collaudati al mondo.

SPECIALE UNESCO

Quellil’UNESCO… che

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Sono una quarantina i siti italiani che, al momento, aspirano a diventare “patrimonio mondiale dell’umanità”, iscritti nell’apposita Lista propositiva (tentative list). Nell’elenco è inserito un variegato ventaglio di autorevoli candidature pronte ad affrontare un lungo e tortuoso iter burocratico per essere catalogate nella World Heritage list come patrimonio culturale e naturale. L’ufficio patrimonio mondiale UNESCO, istituito nel 2004 all’interno del Ministero per i Beni e le Attività culturali, svolge la funzione di coordinamento delle attività connesse all’attuazione della convenzione sulla protezione, la tutela e la promozione dei beni culturali, soprattutto materiali, in termini reputazionalisimbolici. Al Ministero spetta il compito di indicare la “nomination” di una candidatura da presentare al Comitato per il Patrimonio Mondiale, che si riunisce una volta all’anno.

P

erché la dieta mediterranea sì e la pizza napoletana no? Quel riconoscimento che si identifica con l’emblema dei SITI UNESCO, rotondo come il mondo, un simbolo di tutela globale per il patrimonio di tutta l’umanità, fa gola anche ai pizzaioli napoletani che hanno candidato la pizza napoletana tradizionalmente (e storicamente) riconosciuta come la capostipite del genere, diventata nei secoli un piatto internazionale e identificativo dell’Italia - nella lista dei capolavori immateriali dell’UNESCO. Non è certamente una richiesta bizzarra, sostengono i promotori, perché l’arte della pizza napoletana è un “saper fare” tipico ed inimitabile, una componente importante del patrimonio gastronomico e culturale napoletano e campano, riconosciuto in tutto il mondo, e che quindi va opportunamente tutelato e valorizzato. Il nostro Paese, recentemente, ha avuto la soddisfazione di vedere riconosciuta tra i patrimoni immateriali UNESCO anche la dieta mediterranea, terzo elemento italiano presente nella lista, insieme all’opera dei pupi siciliani e al canto a tenore sardo. La dieta mediterranea è stata la prima pratica alimentare tradizionale al mondo ad essere iscritta nel prestigioso elenco. Un club esclusivo, con 166 soci, tra cui il tango argentino, il capodanno islamico e la calligrafia cinese. La proclamazione di un’alimentazione mediterranea quale “stile di vita sostenibile basato su tradizioni alimentari e su valori culturali secolari”, certifica “lo stretto legame tra la cultura e le pratiche alimentari tradizionali di un popolo ed è stata consacrata la loro inscindibilità”. Ora a chi tocca? In lista di attesa, come si è visto a pag. 9, c’è la candidatura del Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato che ha ottenuto per il nostro Paese, la nomination per il 2011 da esaminare il prossimo giugno. Il riconoscimento garantirebbe con un marchio di qualità la conoscenza universale di queste aree, i paesaggi e i territori vitivinicoli del basso Piemonte, culturalmente, artisticamente e naturalisticamente più prestigiosi. Sono una quarantina i siti italiani che, al momento, aspirano a diventare “Patrimonio mondiale dell’umanità”, iscritti nell’apposita Lista propositiva (tentative list). L’elenco è un variegato ventaglio di autorevoli candidature pronte ad affrontare un lungo e tortuoso iter burocratico per essere catalogate nella World Heritage list come patrimonio culturale e naturale: dai gioielli naturali come il Monte Bianco e l’Arcipelago della Maddalena, a tesori architettonici e artistici come la cappella degli Scrovegni a Padova e le cattedrali romaniche della Puglia, passando per interi centri storici come quelli di Lucca e Pavia. Le ultime candidature ufficiali per ottenere il prestigioso riconoscimento dell’UNESCO risalgono quasi tutte al 2006: le più recenti (2010) sono le colline

del Prosecco di Conegliano e Valdoppiadone; la Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monrealese e il vulcano più alto d’Europa, l’Etna (la candidatura è stata presentata poco più di un anno fa). Si affacciano (anche se non risultano ancora iscritti nella tentative list) con le loro candidature l’Associazione Città del Tartufo, gli oliveti monumentali di Ostumi, Fasano e Carovini, e il Parco Nazionale della Sila, pronti ad affrontare una lunga trafila. I nuovi criteri di selezione stabiliti dall’organizzazione delle nazioni unite mirano all’inclusione di tipologie finora poco rappresentate quali, ad esempio, i paesaggi culturali o l’architettura contemporanea. Le domande di inserimento nella lista propositiva devono essere inoltrate dalle amministrazioni competenti per la gestione del sito (ad esempio il Sindaco, il sovrintendente di un’area archeologica o di un ente parco e così via). E’ l’ufficio patrimonio mondiale UNESCO, istituito nel 2004 all’interno del Ministero per i Beni e le Attività culturali, a svolgere la funzione di coordinamento delle attività connesse all’attuazione della convenzione sulla protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale. Tocca al Ministero indicare la nomination di una candidatura già presente nella lista propositiva da presentare al Comitato per il Patrimonio Mondiale, Comitato che si riunisce una volta all’anno. Dal 2002 non ci sono più di 30 nuove iscrizioni l’anno nella World Heritage List, di cui il 50% per paesi finora non rappresentati e il 50% in applicazione dei nuovi criteri stabiliti alla Conferenza di Bali.

pania, raggiunta da Puglia e Sicilia a 9. Ecco la lista d’attesa dei siti italiani: Alpi (alpi occidentali-alpi orientali); Cascata delle Marmore e Valnerina: luoghi del monachesimo e antiche bonifiche idrogeologiche; Pelagos: il Santuario dei Cetacei; Arcipelago della Maddalena e isole delle Bocche di Bonifacio; isola dell’Asinara; la Civiltà Fenicio-punica in Italia: isola di Mozia e Lilibeo; bradisismo nell’area Flegrea; città-fortezza di Palmanova; Sulcis Iglesiente; la via Appia; gli stagni del golfo di Oristano e la penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre; le paleosuperfici del Paleolitico inferiore di Isernia-la Pineta e Notarchirico; i bacini marmiferi di Carrara; la transumanza: i Regi Tratturi; il centro storico di Lucca; Volterra: città storica e paesaggio culturale; ville della nobiltà pontificia nel Lazio; la valle dell’Aniene e la villa Gregoriana a Tivoli; le Murge di Altamura; i portici di Bologna; le grotte carsiche della Puglia preistorica; la Cattolica di Stilo e i complessi Basilianobizantini; le cattedrali romaniche della Puglia; Orvieto; centro storico di Pavia e Certosa; paesaggi lacustri del lago

Maggiore e del lago d’Orta; le ville medicee; Cittadella di Alessandria; Cappella degli Scrovegni; centro storico di Parma; giardini botanici Hanbury; la città di Bergamo; Taormina e Isola bella. La richiesta più inconsueta a livello mondiale è quella di Wikipedia l’enciclopedia aperta da editori volontari) che raccoglie le firme tra i frequentatori della rete per presentare una petizione all’UNESCO e agli Stati firmatari della Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità, per far tutelare WIKIPEDIA come Patrimonio Culturale dell’Umanità: una candidatura che mira a far riconoscere l’enciclopedia aperta da editori volontari come primo Patrimonio dell’Umanità digitale e globale. E’ la conferma della forza di un brand collaudato in tutto il mondo come una sorta di “marchio di qualità”. Pierpaolo Bo

Una lista dalle Alpi alla Sicilia Ma come cambierebbe la classifica nel caso ipotetico in cui tutti i nuovi 40 siti italiani candidati fossero riconosciuti dall’UNESCO? La Lombardia manterrebbe il primato raggiungendo quota 13, la Toscana 11, al terzo posto la Cam-

Gli ingredienti che fanno parte della dieta mediterranea Patrimonio immateriale dell’umanità.

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La Valle dell’Adige: un “link” secolare fra il mondo mediterraneo e quello tedesco.

CONOSCERE IL TRENTINO

Tla porta rentino, d’Europa

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Il Trentino è stato da sempre, in virtù della posizione geografica e della conformazione naturale, una cerniera aperta alle influenza culturali, politiche ed economiche di tutti i territori confinanti. Se in passato ha prevalso la tendenza alla difesa (lo dimostra l’incastellamento della Valle dell’Adige), in epoche più propizie al confronto, come la nostra, prevale la disponibilità ad accogliere il meglio delle esperienze più avanzate in ogni settore della società. Prima fra tutte la sensibilità per una gestione sostenibile del territorio, dell’economia e dell’ambiente. Energeo vuole dare ampio risalto anche agli aspetti storici di lettura del territorio e lo farà ancora, sistematicamente, in ogni numero, con l’aiuto dei nostri esperti.

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’ un’abitudine molto diffusa, quando si parla di un luogo e non si sa bene da dove cominciare, definirlo “porta” o “crocevia” di qualcosa. Concetti suggestivi, di sicuro effetto, che presentano solo un piccolo inconveniente logico. Infatti, il mondo non è fatto a scomparti, e i confini sono solo dei segni colorati apposti sulle carte geografiche, e quindi tutti i luoghi sono “più o meno” dei crocevia o delle porte rispetto agli altri: dipende dal punto di vista. Insomma, una cosa è la geografia, un’altra la storia. Due realtà che però interagiscono in maniera strettissima: ed è proprio in questa interazione che si formano i caratteri dei territori e delle comunità che li abitano. A sua volta, il grado di questa interazione dipende proprio dal “più o meno” di cui sopra: e sotto questo aspetto, non c’è dubbio che il Trentino sia saldamente ancorato nel settore del “più”. D’altra parte, è merito dei trentini se questa natura di “crocevia” e di “porta” del loro territorio non si è risolta, come altrove è accaduto, in una situazione di identità indistinta, bensì nell’esatto contrario, cioè in un fortissimo senso di appartenenza rafforzato a sua volta da una millenaria esperienza di autonomia politica e amministrativa. Di questa storia troviamo testimonianze dovunque; ma ci sono dei monumenti-simbolo dove le tracce sono particolarmente evidenti, a cominciare ovviamente dal Capoluogo e dal suo Castello. Il colle su cui il complesso sorge è appena più alto della città, ma la posizione è strategica: il massimo risultato con il minimo sforzo, come sempre nell’architettura militare di una volta. Nel Medioevo lo chiamavano Malconsey; ma quando si è trattato di battezzare il castello (un pò di scaramanzia non guasta) il nome è stato cambiato in Buonconsiglio. Il castello ha un andamento lineare, allungato, perché è addossato alle mura della città, da torre a torre. La prima, a sinistra rispetto a chi entra, è quella cilindrica di Castelvecchio: la parte più antica,come suggerisce il nome, e anche quella che mantiene l’aspetto arcigno di fortezza. L’altra, che “chiude” il castello sulla destra, è la cosiddetta Torre Aquila, perché si trova a cavallo della antica strada per Aquileia, e nell’involucro dal look militaresco racchiude un gioiello artistico di prim’ordine, voluto, alla fine del Trecento, da un Principe-vescovo particolarmente intraprendente, Giorgio di Liechtenstein. E’ lui, del resto, che decise di utilizzare la torre come studio privato, spazio di meditazione e di svago intellettuale, trasformandolo in uno straordinario calendario illustrato. Qui il pittore (anonimo, forse di origine boema) dipinge, come in un diorama inquadrato dagli eleganti colonnini tortili, la successione dei mesi dell’anno, con le occupazioni relative: per i comuni mortali, quelle del lavoro

nei campi; per i nobili, i divertimenti stagionali. Si comincia, a gennaio, con la sfida a palle di neve sotto il Castello di Stenico (primo paesaggio innevato nella storia dell’arte), e si prosegue con tornei, pic-nic, passeggiate, feste e così via. Una giostra di colori affascinanti dove il gotico internazionale raggiunge uno dei vertici più alti. Insomma, già nei due capisaldi dell’edificio troviamo i due poli che caratterizzano la storia del territorio: l’importanza strategico-militare, e la volontà di innestarvi sopra una precisa linea di civilizzazione. Del resto, anche la natura “anfibia” dello Stato tridentino ha giocato un ruolo importante in questo riuscitissimo crogiolo europeo, dove il mondo mediterraneo incontra quello tedesco. Dal punto di vista istituzionale Trento era un Principato ecclesiastico del Sacro Romano Impero. Il vescovo della diocesi era cioè anche il capo politico dello Stato, con un duplice punto di riferimento: il Pontefice Romano e l’Imperatore Germanico. Certo, ad aver lasciato il segno sul Castello sono stati alcuni principi-vescovi i quali, più che per lo zelo religioso, si sono distinti per la loro abilità politica. Infatti, il vescovo, come capo della Diocesi, la residenza ce l’aveva, accanto alla Cattedrale. I prelati (tedeschi e italiani) che si interessavano al castello lo facevano evidentemente nella loro qualità di Capi di Stato. A portarvi il Rinascimento, alla fine del Quattrocento, è un altro vescovo di origini tedesche, Johann Hinderbach, che fa realizzare la loggia in perfetto stile veneziano, sospesa fra il cortile e la città, con uno splendido belvedere aperto sul paesaggio. Un’opera in palese (e ricercata) contraddizione con la funzione militare, che segue la filosofia opposta della chiusura e dell’arroccamento. Si può notare di passaggio che Hinderbach, oltre al Rinascimento, nel 1475 al castello porta anche l’acqua corrente: La Loggia del Romanino al Castello del Buonconsiglio.

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CONOSCERE IL TRENTINO

cosa che i soldati e le guardie probabilmente avranno apprezzato ancora più che l’affaccio sulla città. Due interventi, a un secolo di distanza l’uno dall’altro, che segnano una direzione precisa: il Buonconsiglio diventerà sempre meno castello e sempre più palazzo; sempre meno fortezza alla tedesca e sempre più residenza all’italiana. La trasformazione definitiva si deve al principe-vescovo più importante di tutti, quello che riuscì a fare di Trento uno snodo della poli-

tappa fondamentale nella storia della Chiesa e quindi dell’intera Europa: il Concilio di Trento.

l’ulteriore nomina di Bernardo a Principe-Vescovo di Bressanone. Ma, proprio durante il banchetto per festeggiarla, Bernardo viene colto da malore e muore. A gestire il Concilio sarà il suo successore, Cristoforo Madruzzo. Se Bernardo era un genio della diplomazia, Cristoforo lo è della logistica. In città arrivano delegazioni di 12 Stati. Per loro il Comitato Alloggi trova 2699 posti letto, più 2746 posti-stalla per i cavalli. Notevole anche il servizio medico e quello di posta celere a cavallo, grazie al quale un messaggio poteva coprire la distanza fra Trento e Roma in appena 46 ore. Ma quello che più colpisce al giorno d’oggi è la forza della memoria storica che diventa tradizione: nel giorno in cui, nel 1545, si tenne la seduta inaugurale del Concilio, cioè il 13 dicembre, si insedia, ancora oggi, il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento. L’ultimo principe-vescovo che lascia un messaggio politico nel Castello del Buonconsiglio è Francesco Alberti Poia, e lo fa, ancora una volta, sia come vassallo dell’Imperatore, sia come uomo di Chiesa, in occasione di un evento che fu forse l’ultimo al quale il Papa (Innocenzo XI, come finanziatore dell’esercito) e l’Imperatore (Leopoldo I d’Asburgo, come comandante in capo) abbiano partecipato come protagonisti: la battaglia che, nel 1683, libera definitivamente Vienna l’Europa dalla minaccia dei Turchi, asserragliati sul Kahlenberg alle spalle della Capitale asburgica. Dopo una storia plurisecolare, che datava dall’anno Mille, il Principato di Trento si avviava verso la fine, in parallelo con le due grandi istituzioni sovranazionali cui faceva riferimento. Nel Castello sono allineati i ritratti di tutti i titolari, come nella Basilica romana di San Paolo Fuori le Mura lo sono quelli di tutti i pontefici. L’ultimo principe-vescovo è Pietro Vigilio Thun, deposto dalle truppe di Napoleone, che abolisce il principato, come pochi anni dopo abolirà il Sacro Romano Impero. Deposto a sua volta Napoleone, a Trento si stabiliscono gli Austriaci, e il Castello diventa caserma. Nelle Fosse (dette per questo dei Martiri) vengono giustiziati Cesare Battisti e altri patrioti italiani. Recuperato e restaurato, oggi il castello ospita le collezioni d’arte della Provincia Autonoma di Trento. Il complesso è affascinante, con il suo incastro indissolubile di epoche e di stili, che rappresenta, plasticamente, la continuità delle epoche e l’identità internazionale dell’Europa: gli Erker alla tedesca e le mura decorate con i “diamanti” all’italiana; il mondo germanico e quello latino; il potere e la cultura. Un palazzo dove si incontrano

Un evento durato quasi vent’anni, pieno di problemi prima, durante e dopo la sua realizzazione. Il principale riguardava proprio la sede: il merito di Clesio è quello di avere colto l’opportunità che gli presentava il proprio status istituzionale: come principe, era un vassallo dell’Imperatore; come vescovo, era un collaboratore del Papa. Dunque, un uomo-cerniera, in una città-cerniera fra Nord e Sud: a Trento, cattolici e luterani si potevano incontrare a metà strada. Ma la città era piccola, con un tipico impianto medievale adatto ai suoi 10.000 abitanti. Bisognava trasformarla, né più né meno come oggi si trasformano le città destinate a ospitare eventi quali le Olimpiadi o le Expo internazionali. A questo serve appunto il restyling del Castello, che inaugura quello della città: nuove strade, nuovi palazzi con le facciate dipinte, a definire un percorso aulico dal castello fino al Duomo, che, non a caso, ha due facciate: quella medievale del fronte e quella rinascimentale, sul fianco che prospetta la Fontana del Nettuno e il nuovo itinerario monumentale. Un impegno che il Papa apprezza, come dimostra

Ritratto del principe vescovo Pietro Vigilio, realizzato dal pittore Giovanni. Battista Lampi.

Ritratto del principe vescovo Alfonso Thun, realizzato da un pittore tirolese.

e convivono terre, epoche e stili. Ma l’edificio è singolare anche dal punto di vista architettonico: nato con un nucleo concentrato e racchiuso in se stesso, come tutte le strutture militari, col tempo è uscito dai suoi confini iniziali, svolgendosi e allungandosi come un fondale scenografico lungo le antiche mura urbane, con un andamento lineare, che si sviluppa per ampliamenti e giustapposizioni, passaggi e corridoi. Uno svolgimento che nel suo procedere ne ricorda un altro: il cammino degli anni e della storia.

Il Castello del Buonconsiglio visto dal basso. Sopra particolare del Loggione.

tica europea: Bernardo di Cles, che aveva latinizzato il cognome in Clesius, come si usava all’epoca fra gli uomini di cultura. Clesio aveva un’alta opinione di se stesso, e bisogna riconoscere che la fiducia era ben riposta. Cardinale, uomo di fiducia del papa e dell’imperatore, è lui a trasformare il vecchio castello nel “Magno Palazzo” attuale, così come trasformerà Trento attraverso un nuovo piano regolatore, mettendo la città in grado di ospitare il Concilio in cui la Chiesa Cattolica risponderà alla riforma luterana. Il

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carattere residenziale del Magno Palazzo è esaltato da una decorazione pittorica di alta qualità, affidata a due protagonisti del Rinascimento: il Romanino e Dosso Dossi, chiamati dalla Corte di Ferrara. Il soffitto della camera da letto vescovile (firmato dal Fogolino) è dedicato alla storia dell’antica Roma: da uomo politico, prima di addormentarsi, oltre all’esame di coscienza, Bernardo riservava evidentemente anche un pensiero alla gloria di questo mondo. Ma la cultura prevede anche una certa leggerezza nell’autocelebrazione: da qui, la soluzione adottata nel fregio del salone principale, dove i putti giocano con le lettere del suo nome, trasformandolo in un elegantissimo scherzo enigmistico. Nella loggia del giardino pensile, infine, trionfano la mitologia, l’amore profano, la gioia di vivere. Forse anche troppo, visto che i nudi vennero rivestiti (come accadde a quelli di Michelangelo nella Sistina), e lo sono rimasti fino all’ultimo restauro. Ma il capolavoro di Bernardo è proprio l’organizzazione del consesso internazionale destinato a segnare una

Marco Hagge, Magistretti.

Responsabile della rubrica della TGR Rai Bell’Italia

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Alla ricerca di emozioni in tutte le stagioni.

CONOSCERE IL TRENTINO

Tl’ecocompatibilità rentino, dove è di casa

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Un territorio fucina di cultura e di svaghi, per un turismo ecocompatibile e non solo. Il capoluogo Trento è stato nominato da una commissione internazionale “Città alpina 2004” per la sua variegata vitalità. In questa città farà tappa il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini per costruire un sodalizio tra ambiente e territorio, anche con altri luoghi del nostro Paese.

E

’ così minuscolo che quasi scompare. Piccolo per estensione, variegato. In tutto. Con spazi, monti, laghi, borghi, castelli, rocce, prati, calore, ghiacciai, succulente pietanze, rilassanti terme - e tante, tantissimi altre varianti naturali - che descriverlo diventa un’impresa. Il Trentino è tutto questo e non solo. Terra di confine, baluardo di tradizioni, memorie storiche, nuove sfide, orizzonti da scoprire, prodotti da gustare. Innovativi in quanto forti di un radicamento colturale che in Trentino diventa cultura. Cerniera climatica, barriera di caratterizzazione, che solo una visita consente di scoprire, capire, gustare. Sfide ambientali di una natura benigna: si passa dai 67 metri di quota del lago di Garda - la riviera del Trentino - ai quasi 4 mila metri del Gruppo Cevedale. Con tutte le Dolomiti - quelle di Brenta e le celeberrime consorelle di Fassa e delle Pale di San Martino - a testimoniare glaciazioni di un territorio dove il rapporto virtuoso tra habitat e cultura rendono il Trentino leader nell’ospitalità. Semplice quanto complesso risultato di tradizioni, fatiche, la sua forza è nel paesaggio, nella maestosità delle nevi perenni, nei laghi alpini - oltre 300 - sparpagliati in ogni angolo territoriale. Specchi d’acqua tra mille sentieri, laghi che quasi si confondono tra l’azzurro del cielo dolomitico e l’intensità delle loro acque purissime. Rete idrogeologica per equilibrare parchi naturali, riserve e biotopi e - soprattutto - sterminate foreste. Habitat decisamente variegato. In tutte le direzioni. Per terre curate ancor più che coltivate. Dove nei fondovalle, sulle pendici delle colline più ardite, si sviluppa un’agricoltura simile più al giardinaggio che all’uso massivo del territorio. Frutteti e vigneti, per mele e uve dal carattere inconfondibile. Frutti preziosi, prodotti nel massimo rispetto dell’equilibrio vegetativo,

Da sinistra: lavorazione del formaggio:cagliata. Meleti in fiore Valle di Non.

Mucche al pascolo.

bandendo chimica, prodotti di sintesi di ogni sorta. Puntando solo ad interpretare l’evoluzione delle piante, domarle tramite l’opera sapiente degli agricoltori. Agricoltura montana, contadini custodi del territorio e artefici della difesa di prodotti a rischio d’estinzione. Dai piccoli frutti del bosco ai formaggi d’alpeggio, ma anche agricoltori decisi a salvaguardare il patrimonio zootecnico, bestiame di razza per formaggi di rango superiore. E poi i vini. Tante esclusive variazioni di una produzione mirata esclusivamente alla qualità. Un dato solo: neppure un milione di ettolitri da ogni vendemmia, una goccia di vino nel mare delle produzioni nazionali e internazionali, ma vini autenticamente espressione del territorio dove nascono. Fatti con la forza della sincerità, per trasferire nel bicchiere l’identità stessa della gente trentina. Ogni stagione, i suoi riti. L’inverno il Trentino è il paradiso dello sci, di ogni tipo di escursione sciistica. Basta salire in quota e i “caroselli” certo non mancano. Neve per tutti i

gusti e stimoli di gusto anche per quanti non sciano. Con leccornie tipiche, con proposte culturali, con centri di benessere e relax. In inverno, ma pure in tutte le altre stagioni. Quando la vacanza, la visita al Trentino, rilancia le emozioni e invoglia a gustare - il più a lungo possibile - ogni realtà di questo territorio. Luoghi sacri, musei, ma anche cantine, caseifici, laboratori artigiani, ristoranti, osterie, masi rurali, pure malghe e rifugi alpini. Tra paesi e città, con il capoluogo Trento quanto mai attiva, città fucina di cultura e di svaghi, per un turismo ecocompatibile - è stata nominata da una commissione internazionale “Città alpina 2004” - e variegato. Tutti centri di cultura, anche e soprattutto di cultura materiale. Dove i nostri sensi vengono premiati dal lento piacere delle emozioni. Leone Chistè

Prati da alpeggio in Primiero con vista sulle Dolomiti.

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Il Trentino,

I boschi sono un patrimonio collettivo, un valore che supera ogni stima economica.

CONOSCERE IL TRENTINO

dove anche le foreste hanno un certificato di garanzia

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Le foreste rappresentano una risorsa decisiva per l’economia trentina: il settore legno produce il 6% del Pil provinciale. Il bosco trentino cresce di un milione di metri cubi l’anno. Ovvero 3 mila metri cubi al giorno, 2 metri cubi al minuto. Vive e si espande. Foreste intensive di particolare importanza per tutto l’ecosistema agricolo. Regolano il “respiro” del territorio, condizionano l’iter ambientale. Favoriscono l’escursione termica indispensabile per la frutti-viticoltura montanara e segnano il territorio stesso.

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o dice l’Inno del Trentino: “si slancian nel cielo le guglie dentate, discendono dolci le verdi vallate. Profumano i paschi … con vividi fior”. Orgoglio di una comunità che ha sempre legato la sua storia alla montagna, al bosco in primis. Dove gli alberi diventano sinonimo d’identità ambientale. Ostentati, difesi, tutelati. Per garantire futuro. Patrimonio collettivo, un valore che supera ogni stima economica: si lega all’indole stessa della gente trentina. 350mila ettari sono alberati. Praticamente oltre metà del territorio di questa provincia - gode di un particolare Statuto di Autonomia Provinciale, nell’ambito legislativo delle regioni italiane con competenze speciali - è occupato da piante d’alto fusto. Esattamente il 56%. Foreste incastonate o distese in ogni vallata, in tutti i comuni. L’abete rosso è il protagonista: ha radici sul 60% della superficie trentina. I boschi sono di proprietà pubblica, suddivisi tra varie amministrazioni comunali. Solo un terzo del patrimonio forestale è curato da privati. Impegno corale, in perfetta sinergia. Alberi con radici e legami profondi. Basti pensare che ogni abitante ha praticamente a sua disposizione ben 10 mila esemplari d’altofusto. Un record! Anche perché le foreste rappresentano una risorsa decisiva per l’economia trentina. Si tagliano alberi pregiati per oltre 500 mila metri cubi annui, poco meno di 1400 metri cubi al giorno. Il settore legno produce il 6% del PIL provinciale, dando lavoro a quasi 5 mila addetti, oltre a quanti lavorano nell’indotto, altri 2 mila operai. Complessivamente 1.445 aziende. Il bosco trentino cresce di un milione di metri cubi l’anno. Ovvero 3 mila metri cubi al giorno e dunque, si stima, cresce di 2 metri cubi al minuto. Vive e si espande. Libero, naturale per antonomasia. Foreste intensive di particolare importanza per tutto l’ecosistema agricolo. Regolano il respiro del territorio, condizionano l’iter ambientale. Favoriscono l’escursione termica - indispensabile per la frutti-viticoltura montanara - e segnano il territorio stesso. Anzi: contribuiscono a capire il Trentino, evocando il concetto più semplice di “territorio”. Sono gli alberi che rendono identificabile il Trentino. Sono le foreste e, in particolare gli scarti utilizzati per produrre il cippato, a far funzionare le centrali per il teleriscaldamento, a Cavalese come in altri centri, garantendo un’ altra forma di sostenibilita’ energetica. Il legno poi viene utilizzato per la costruzione di case di alta qualità, compreso gli infissi e i pavimenti, abitazioni che ottengono sempre più consensi, a dimostrazione che il problema salute e rispetto dell’ambiente sono al primo posto negli interessi di tutti, anche, e

Lago Fedaia ai piedi della Marmolada.

soprattutto, per garantire un futuro diverso e migliore ai figli. I paesi sono siti dove omogeneità e sintonia ambientale sono in perfetto equilibrio. Sintonia con la “fisicità” del paesaggio, omogeneità con la cosiddetta “presenza antropica” e dunque carattere nella continuità storico culturale. Recuperando al meglio le “valenze territoriali locali”. Una dimostrazione tangibile è stata la recente asta pubblica di legname trentino pregiato. Schiere di professionisti hanno fatto incetta di abete rosso, bianco e pure quello da “risonanza”, ricercato dai liutai, conosciuto già dal mitico Stradivari. Asta che ha recuperato il senso di comunità, lo spirito d’appartenenza dei paesi in quota, il legname tagliato con maestrìa, da usare in tanti modi. Per costruire case e pure per i violini. Variegato, pregiato quanto duttile. Marino Simoni, Presidente del Consorzio Comuni del Trentino, ha presentato l’asta del legname ribadendo come legno e pietra siano alla base della cultura della gente trentina. Patrimonio collettivo, patrimonio di sodale aiuto tra le genti e dunque legno di valore sociale. Le foreste dunque come elemento centrale dell’economia montanara. Boschi per la vacanza, per le escursioni, fondamentali per l’ecosistema e per lo sviluppo sostenibile delle tante attività rurali legate ai monti. La zootecnia, in primis e dunque il comparto caseario. E’ sui pascoli più in alto che l’alpeggio diventa un must. Con le malghe baluardi di saperi contadini ancor prima di sapori. Malga, una parola che ha del magico. Evoca pascoli incontaminati, bestie libere, tra foreste che si confondono con vette dolomitiche. Malga, parola foneticamente legata a culture misteriose, alla mungitura, d’accordo, ma addirittura a pratiche d’allevo in vigore tra i Mongoli. Sulle Dolomiti, malga è sinonimo di qualità verace, di formaggi inconfondibili. Voluti dai malgari. Uomini di montagna, boscaioli da sempre, nella loro sintonia con tutto quanto è “del territorio”. Gente schietta, immediata. Che attua l’antica pratica dell’alpeggio. A quel sistema arcaico di trasferire in quota, dal fondovalle, sia il bestiame che la famiglia. Su, verso le vette, verso un habitat che appare ancora più incontaminato. Appunto la malga. Termine dialettale, di origine

preromana; assonanze e storpiature fonetiche legate alla descrizione popolare dall’inconfondibile muggito delle vacche in libertà. Malghe, archetipi di un impegno prezioso. Racchiudono fatiche e speranze, economie domestiche e strategie ecocompatibili. Stili di vita e abitudini alimentari. Soprattutto perché malga è anche sinonimo di freschezza, genuinità, immediato riscontro tra foreste, pascolo, latte e formaggio. Merito di tutto questo è del “malgaro”, persona tuttofare: contadino, pastore, boscaiolo e abile casaro. Custode dei saperi e dunque dei sapori della montagna. Foreste trentine dunque come presidi della tradizione. Dove le produzioni interagiscono con il territorio e formano l’ecosistema. Con una costante consonanza tra “qualità dell’ambiente e qualità del prodotto”. E il ruolo - decisivo - di quanti ancora curano le foreste con cultura tramandata da generazioni. Per tutelare il futuro. Leone Chistè

Catasta di abeti certificati PEFC.

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A Padre Eusebio Francisco Kino sarà dedicata una Sezione Speciale dal Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, ispirata alle conoscenze tradizionali e alle sue applicazioni.

culturali. Tramite le conoscenze tradizionali si realizza l’uso appropriato delle risorse naturali: acqua, suolo, energia. Usare il sapere tradizionale non significa riapplicare direttamente tecniche del passato, ma cogliere la logica di questo modello di conoscenza. Per le imprese, i centri storici, le aziende, usare e promuovere le conoscenze tradizionali significa confrontarsi con processi, cognizioni e capacità che saranno sempre più richiesti a livello internazionale; anticipare le soluzioni necessarie allo sviluppo sostenibile e conquistare una immagine attrattiva per il turismo culturale e utile all’affermazione dei propri prodotti a livello internazionale. Il coordinatore della Sezione Speciale, nonché membro della Commissione Giudicatrice, architetto Pietro Laureano, Presidente dell’Istituto delle Conoscenze Tradizionali (ITKI), promosso dall’UNESCO, ha preso spunto dalla vita di Padre Chini, pioniere della cultura della sostenibilità e alle sue mirabili intuizioni, partendo dal modello di sostenibilità basato sulle pratiche tradizionali di gestione dell’acqua, dei suoli e dell’energia di queste antiche comunità che può essere proposto anche con tecniche innovative nella città contemporanea, per avviare un programma di conversione in città sostenibili del futuro, adottando tecniche antiche, naturalmente. Pietro Laureano, partendo dalla vita di missione di Padre Eusebio Francisco Kino, che, nel frattempo aveva ispanizzato il suo nome, dalle difficoltà incontrate, dalle instancabili esplorazioni compiute, e dalla figura del religioso, rappresentato come un gigante mosso dalla fede e dall’amore (il processo di canonizzazione, riconoscimento della chiara evidenza della santità di Padre Kino, è tuttora in corso) che ha lasciato la sua impronta nella storia, ha messo in cantiere un convegno che si svolgerà a Trento. L’evento, a cui interver-

Padre Kino, sostenibilità ambientale un precursore

CONOSCERE IL TRENTINO

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Il missionario trentino è stato un pioniere che ha saputo promuovere l’evangelizzazione e lo sviluppo civile, sociale, economico delle genti che abitano la Pimeria Alta, la nazione del popolo Pima, a nord-est del Rio Sonora al confine tra Messico e Arizona ( terre desertiche, bruciate dal sole), donando vita, e dignità alle popolazioni native, alle quali insegnò come coltivare frutti e vegetali sconosciuti in quelle terre, introducendo l’allevamento del bestiame e la lavorazione del ferro.

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l suo nome è leggenda, la sua vita, segnata da avventure e da instancabili esplorazioni, fa storia. Quando internet ancora non c’era, soltanto la voglia di avventura portò Eusebio Francesco Chini in terre lontane. Eusebio nasce a Segno, nella Val di Non, il 10 agosto 1645, da Francesco e Margherita. Battezzato nella chiesa del vicino villaggio di Torra, intraprende dopo gli studi elementari quelli ginnasiali nel Collegio gesuita di Trento, per completarli ad Hall in Tirolo dove, guarito da una grave malattia, fa voto di entrare nella Compagnia di Gesù per dedicarsi alle missioni nelle Indie. Il religioso trentino, infaticabile pioniere, gesuita, missionario, geografo, esploratore, è stato un precursore dello sviluppo sostenibile, inteso come sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future (Rapporto Brundland). Un pioniere che ha saputo determinare l’evangelizzazione e lo sviluppo civile, sociale, economico delle genti che abitano la Pimeria Alta, la nazione del popolo Pima, a nord-est del Rio Sonora, terre desertiche, bruciate dal sole, donando vita, e dignità alle popolazioni native, alle quali insegnò come coltivare frutti e verdure sconosciuti in quelle terre, introducendo l’allevamento del bestiame e la lavorazione del ferro. A Padre Eusebio Chini (lo scorso anno sono stati ricordati i 300 anni della morte) sarà dedicata una Sezione Speciale dal Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, ispirata alle conoscenze tradizionali e alle sue applicazioni, fornendo alle Associazioni di Identità tipiche e ai cultori e custodi di antichi saperi, antichi sapori, antichi profumi, la possibilità di segnalare realizzazioni che hanno utilizzato tecniche basate sulla saggezza millenaria, dimostrato la validità del recupero e della riapplicazione di queste antiche tecniche. La sezione speciale riguarda, in particolare, la qualità specifica dei siti eccezionali e il valore delle realizzazioni architettoniche e urbane e dei parchi archeologici inseriti in contesti armonici o naturali di grande varietà e pregio. Ogni bene eccezionale e opera d’arte é parte di un sistema strettamente connesso di natura e cultura. La realizzazione e la perpetuazione di questi beni sono dovute a quel complesso millenario di saperi e di tecniche che le Nazioni Unite negli organismi e conferenze internazionali hanno chiamato le Conoscenze Tradizionali e Locali. Si tratta di tecniche e pratiche antiche tramandate attraverso le generazioni diffuse nel territorio, utilizzate nella gestione dei suoli, nell’uso e nella protezione delle aree naturali, nelle architetture rurali e nell’organizzazione dei centri urbani. Costituiscono il sapere storico dell’umanità che ha permesso la realizzazione di architetture e paesaggi di valore universale protetti dall’UNESCO nella categoria dei paesaggi

Alberto Chini, Presidente dell’Associazione Culturale Padre Kino.

La statua di Padre Chini posta all’ingresso di Segno, paese natio del missionario gesuita.

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ranno autorevoli relatori internazionali, servirà per arricchire il programma ufficiale della grande kermesse: l’incontro, previsto l’antivigilia del Premio (giovedì 8 novembre 2012), sarà coordinato dallo stesso Pietro Laureano. Il tema sarà dedicato alle “Conoscenze tradizionali per proteggere il paesaggio e combattere il degrado dei suoli e la crisi globale: i costruttori di Oasi. L’insegnamento di Padre Eusebio Chini”. Ma chi è stato effettivamente Padre Chini? “Un santo, l’apostolo degli Indiani Pima - risponde, senza esitare, Alberto Chini Presidente dell’Associazione Culturale che porta il nome del suo illustre conterraneo. Una statua, alta cinque metri, è stata situata all’entrata di Segno, paese immerso nei meleti che caratterizzano il paesaggio sull’altopiano sopra il fiume Noce, nel Comune di Taio. Segno è un luogo di poche centinaia di anime, tutte devote di Padre Kino, (un fenomeno che ha contagiato i paesi vicini) che ha lanciato un ideale ponte, gemellandosi, nel luglio 2008, con Magdalena de Kino in Arizona. Anche i più giovani hanno voluto contribuire a stringere un legame oltre-oceano, realizzando e facendo pubblicare un fumetto con la storia del loro concittadino famoso. Tutta la comunità è poi in continuo fermento, in attesa di un nuovo grande evento: la Causa di Beatificazione di Padre Kino. Il postulatore generale dei Gesuiti, Padre Toni Witwer, e il suo vice Padre Domenico Calarco mostrano oggi un certo ottimismo, ricordando le parole pronunciate da Giovanni Paolo II, nella sua omelia durante la celebrazione dell’eucarestia a Phoenix in Arizona (USA). Disse il pontefice: “Certamente, la croce di Cristo ha marcato il progresso di evangelizzazione in questa area sin dal suo inizio: dal giorno, trecento anni fa, in cui Padre

La statua equestre di Padre Chini sul piazzale del Museo.

Eusebio Chini per primo portò il vangelo in Arizona”... “Con eccezionale abnegazione personale, padre Chini lavorò instancabilmente per fondare missioni in tutta quest’area (l’Arizona), cosicchè la buona novella di nostro Signore Gesù Cristo potesse radicarsi tra la gente che viveva qui”. Lontano dalla sua terra, il Trentino, a Magdalena, il gesuita alla mezzanotte del 15 marzo 1711, cessò di vivere “in pace e in povertà, sul limitare di qualcosa di molto più grande”, come scrisse P. Charles W. Polzer. Nacque così il culto di Padre Kino fra i fedeli di Sonora, Arizona, Sinaloa, Chihuahua e Bassa California. Un culto che trasforma, da trecento anni, la devozione a Padre Kino nell’omaggio degli Indios al Padre Pioniere della Pimeria Alta. In attesa della Causa di Beatificazione i sacerdoti della Val di Non stabiliscono incontri per far conoscere e divulgare l’opera di Padre Kino ed anche gruppi di preghiere. Un ricordo che consente di ripercorrere la storia dell’instancabile, religioso che compì molti viaggi di esplorazione verso nord, fino al Rio Colorado, fornendo la prova scientifica del fatto che la California è una penisola. Da un calcolo approssimato per difetto delle sue spedizioni risulta un totale di 12.800 km. percorsi a cavallo attraverso il deserto di Sonora. Un’impresa gigantesca, i cui frutti sono le anime portate a Dio, la vita donata al deserto, la dignità riconosciuta agli indiani. Il 14 febbraio 1965, nella National Hall of Statuary di Washington, il giovane Stato dell’Arizona entrato a far parte degli Stati Uniti solo nel 1911, vive un giorno di grande festa: nel Capitol della Confederazione stellata viene dedicata la statua del padre fondatore dello Stato, Eusebio Francisco Kino, accanto ai più famosi personaggi degli Stati Uniti, George Washington, Samuel Adams, Sam Houston, Andrew Jackson. “Explorer, Historian, Rancher, Mission builder and Apostle to the Indians” recita la scritta sul basamento e sintetizza una vita intera dedicata a Dio e agli indiani Pimas. Le molte missioni da lui fondate, oggi sono fiorenti città degli Stati di Sonora e di Arizona.

La grande e profonda devozione popolare, tramandata per generazioni, trova fondamento scientifico agli inizi del nostro secolo, quando vengono ritrovati negli archivi di Città del Messico i diari di Padre Kino, i “Favori celestiali di Gesù e di Maria Santissima” sperimentati nelle avventure della Pimeria. È la storia della sua vita di missione, delle difficoltà incontrate, delle instancabili esplorazioni compiute. Si comincia a ricercare il luogo della sua sepoltura, per onorarne i resti: e finalmente, dopo vari tentativi infruttuosi, il 19 maggio 1966 si localizza la tomba del Padre Kino nella città di Magdalena e si dà inizio ai lavori di costruzione del mausoleo e di trasformazione del luogo in piazza monumentale, inaugurati entrambi il 2 maggio 1971 alla presenza dei due Presidenti del Messico, Luis Echeverria e degli Stati Uniti, Lyndon B. Johnson. Vengono intitolate a Padre Kino scuole, università, ospedali; sorgono monumenti fin nei piccoli villaggi sperduti nel deserto, la città di Tucson inaugura uno splendido bassorilievo in cui l’infaticabile pioniere è raffigurato insieme ad un indio Pima sullo sfondo del deserto. Il resto non è leggenda, ma storia i cui valori sono validi ancora oggi. Valori che saranno ricordati anche dal Premio Eco and the City Giovanni Spadolini.

Il luogo racchiude la storia di zelo missionario, esplorazione scientifica ed impegno nel trasformare la cultura degli Indios in quella più complessa della civiltà europea.

Un museo per Padre Kino

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e da un lato è vero che Padre Kino lasciò il Vecchio Continente per trovare casa nel Nuovo, è altrettanto vero che il suo borgo natio non ha mai dimenticato il suo illustre conterraneo al quale ha dedicato una statua equestre. Pochi mesi prima che la statua di Kino giungesse a Segno, al suo paese natale, veniva acquistato un luogo appropriato dove il monumentale bronzo di grandezza superiore al naturale donato dai cittadini di Tucson potesse essere degnamente collocato. Era solo questione di mesi prima che l’imponente statua di bronzo compisse il viaggio finale dal Messico per inerpicarsi su per le tortuose strade di Segno. “Nel 1991, - ricorda Alberto Chini, Presidente dell’Associazione Culturale Padre Kino - una volta scoperta la statua ed inaugurato il monumento su quello stesso luogo, si iniziò a lavorare con la ferma convinzione di creare il museo dietro il monumento stesso. L’impresa avrebbe richiesto molto tempo, progetti ed una grossa somma di denaro. Per altri cinque anni si pensò alla facciata ed agli altri elementi del museo. Finalmente nel 1996 venne terminato l’elegante mosaico sulla facciata esterna dell’edificio Era il raffinato lavoro di Mariano Fracalossi, un artista di Trento”. Nel 1997 il concetto di museo prendeva forma. La statua ed il mosaico stimolavano una risposta più ampia così l’Associazione Culturale Padre Eusebio Francesco Chini (www.padrekino.org) decise di dar vita al progetto. Le raccolte di oggetti sono distribuite con cura e dovizia su tutti e tre i piani del museo. L’ingresso è dominato dal bronzo alto un metro, copia della statua della scultrice Silvercruys che si erge nel Famedio degli Stati Uniti d’America. Alcuni manifesti incorniciati conducono alla scala ed al primo piano dove l’auditorium attende i visitatori. Le pareti sono ricoperte su un lato dai brillanti murales di Nereo de La Peña, messicano nativo di Caborca (Stato di Sonora), che raffigurano la vita del missionario Kino in Sonora e Arizona. Dall’auditorium una rampa conduce alla sala del secondo piano dove in teche di vetro sono esposti l’astrolabio del XVII secolo acquistato a Granada in Spagna nel 1996. Nella stessa teca si conserva anche il telescopio Galileo del XVII secolo proveniente da Firenze ed una bussola anch’essa del XVII secolo. Il museo di Padre Kino è una meraviglia nel modo in cui esso racchiude storia di zelo missionario, esplorazione scientifica ed impegno nel trasformare la cultura dei nativi in quella più complessa della civiltà europea. Non è un monumento alla conquista ma una fedele affermazione dell’evoluzione sociale dell’uomo verso un mondo migliore seppur più complesso. Padre Eusebio non aveva portato al Nuovo Mondo solo i frutti della sua educazione gesuitica bensì la forza di ricerca individuale che egli aveva appreso con tanta ricchezza nei luoghi della sua fanciullezza in Tirolo. Charles Polzer

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Il Trentino

Un Patto per guardare oltre Kyoto.

CONOSCERE IL TRENTINO

vuole stare al PA.S.SO con i tempi

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Il Patto per lo Sviluppo Sostenibile “2010-2020 e oltre”, o più semplicemente PA.S.SO, intende fornire indicazioni e impegni su strategie sostenibili di lungo periodo, appunto, “oltre Kyoto”. Il progetto coinvolgerà Enti di ricerca, Associazioni di Categoria, Università, Amministrazioni Pubbliche, ma anche il privato cittadino potrà sottoscrivere “il patto” impegnandosi alla realizzazione degli obiettivi di miglioramento ambientale.

Il Trentino sta dalla parte del paesaggio e del territorio da sempre”- dice l’Assessore all’Ambiente e vice Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Alberto Pacher, convinto sostenitore del progetto che assegna la Medaglia Spadolini attraverso il Premio Eco and the City dedicato allo statista fiorentino. L’iniziativa consentirà alla Provincia di effettuare un confronto costante con l’Europa e altre realtà “virtuose” del nostro Paese. La Provincia Autonoma di Trento, l’Assessorato all’Ambiente del Trentino e il Consorzio dei Comuni Trentini, diventeranno “cinghia di trasmissione” di un progetto destinato a diventare catalizzatore delle iniziative avviate sul territorio nazionale e quelle di respiro internazionale. L’occasione è propizia per raccontare il percorso sostenibile di un territorio attraverso la vivacità delle strategie adottate dall’Assessorato all’Ambiente, cominciando dall’ultimo significativo provvedimento denominato Patto per lo Sviluppo Sostenibile “2010-2020 e oltre”, o più semplicemente PA.S.SO.

Il Trentino che guarda oltre Kyoto “Le scelte ambientali - sostiene l’Assessore Pacher - procedono verso una direzione unica, il Trentino sostenibile, in linea con le tendenze internazionali che si muovono verso una “governance della sostenibilità” che deve diventare più operativa, più misurabile, più coordinata e più diffusa per rappresentare la forza che ha il potere di favorire lo sviluppo dei processi di innovazione territoriale”. Poi spiega: “Occorre andare oltre l’era di Kyoto, con nuove iniziative per promuovere la sostenibilità, in particolare nelle scuole e tra i più giovani”. Il Patto, che in una prima fase (la Giunta provinciale l’adottò il 28 giugno 2000) era stato definito”Atto di indirizzo sullo sviluppo sostenibile”, intende fornire indicazioni e impegni su strategie sostenibili di lungo periodo, appunto, “oltre Kyoto”. Il progetto, presentato lo scorso febbraio, è aperto, come vedremo, alla partecipazione di tutti gli attori territoriali (Enti di ricerca, Associazioni di Categoria, Università, Amministrazioni Pubbliche), ma anche il privato cittadino potrà sottoscrivere “il patto” impegnandosi (è stato creato anche un blog per consentire a ciascuno di “dire la sua”) così alla realizzazione di quegli obiettivi di miglioramento ambientale. Migliorie che assicureranno un territorio vivibile e qualificato per le generazioni future, per puntare l’attenzione sulla Provincia di Trento, sulle sue peculiarità e sui rapporti con territorio e istituzioni. L’Assessore

Pacher snocciola le cinque strategie di fondo: sostenibilità dell’appartenenza e della responsabilità; biodiversità, ecosistemi, paesaggi; sostenibilità nel produrre e nel consumare; innovazione sociale (democrazie, informazione, partecipazione); energia, trasporti e clima. Essi si traducono a loro volta in 24 obiettivi e 108 azioni concrete, che saranno valutate alla luce di 22 indicatori. Anche la ricerca degli indicatori e dei dati ha richiesto tempo, soprattutto per cercare di armonizzare gli indicatori proponendo quelli per i quali sia possibile un confronto locale sia a livello europeo che italiano. La redazione del documento ha richiesto più di un anno di lavoro perché ha alla base un’analisi di quasi 200 pagine relativa allo stato di fatto sulle varie tematiche trattate nel PA.S.SO. L’acronimo, facile da ricordare, consente una più facile lettura del progetto anche attraverso una metafora che rientra nel linguaggio utilizzato da queste parti, in montagna, insomma, ci riferiamo alle camminate in altura che ci ricordano il passo deciso, sicuro, costante di chi va in quota e deve seguire un percorso. Tanto per capire dove vuole arrivare il PA.S.SO, ricordiamo come in montagna “la vita deve essere vissuta all’insegna dell’amore per la natura”, ove il cammino, passo dopo passo, non vale meno della meta, e che occorre adeguare il proprio passo a quello altrui. Il progetto ha già individuato le linee guida per far reggere un sistema sostenibile: ambiente, biciclette, cittadini, energia sostenibile, futuro, idee, idrogeno, mobilità, natura, parchi, partecipazione, progetti, responsabilità, rete ecologica, riserve, risparmio energetico, sostenibilità, strategie, trasporti e turismo. Le indicazioni della rotta da seguire risultano chiare partendo proprio dagli obiettivi del 20-20-20 proposti dal governo europeo che in Trentino vengono declinati in diversi atti di indirizzo politico e programmatico, come il “Piano energetico ambientale provinciale”, la legge 5/2010 “Trentino per la protezione del clima” e anche il “PASSO - Patto per lo Sviluppo Sostenibile del Trentino”.

Un progetto a tutto campo Il fine ultimo è che questi due temi si trasformino in due paradigmi fondamentali per la formazione delle scelte strategiche del futuro in tutti i campi del governo della società, dall’urbanistica all’economia, passando attraverso le scelte individuali di buone pratiche da attuare nella vita di tutti i giorni. Nel concreto, rispetto alla tradizionale forte produzione di energia idroelettrica e al largo utilizzo delle biomasse nel settore civile, si aprono spazi di crescita su altri fronti, come il solare termico e fotovoltaico e le pompe di calore. Notevole è poi il potenziale di riduzione dei consumi del comparto civile (un potenziale “giacimento energetico”) con l’obiettivo di giungere alla fine del decennio alle soluzioni “nearly zero energy” richieste dall’Europa. Inoltre l’evoluzione del sistema energetico europeo, con il ruolo centrale delle “smart grids”, richiederà l’introduzione di soluzioni intelligenti nella gestione dell’energia nei centri urbani e lo sviluppo strategico di sistemi di accumulo. Questo consentirà la creazione di nuove opportunità di occupazione, si pensi ad esempio alle ESCO (Energy service companies) che, grazie al nuovo quadro di incentivazione, stanno avendo un ampia diffusione, oppure all’esponenziale sviluppo di iniziative nel campo dell’innovazione che, grazie a nuovi sistemi di coofinanziamento (fondo di rotazione di Kyoto, innalzamento del valore dei certificati bianchi, opportunità per le rinnovabili termiche), porteranno le energie rinnovabili e il risparmio energetico ad essere nuovi territori di investimento sia dal punto di vista economico che dell’impiego di risorse umane. Sullo sfondo di tutte queste iniziative resta sempre il tema

dell’utilizzo dell’idrogeno quale vettore energetico del futuro su cui anche la Provincia di Trento sta investendo in termini di ricerca, sia nel campo della mobilità, che dell’utilizzo nel comparto civile.

Un Patto anche per la salvaguardia del paesaggio E, per stare in tema con il progetto del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, che darà una nuova vivacità alle iniziative avviate sul territorio, si guarda al 40° Anniversario della World Heritage List e all’ assegnazione della Medaglia Spadolini per avere i riflettori puntati sull’evento e non solo. L’Assessore Pacher riflette su una delle questioni che riguardano il paesaggio, tema affrontato in questo numero di Energeo e dal Premio: “Il paesaggio di questi luoghi, tra i più suggestivi del nostro Paese, si salda intimamente, tanto da un punto di vista visivo, tanto da quello storico e culturale, con le innumerevoli iniziative di tutela e di salvaguardia. - dice l’Assessore Pacher - In questo caso appare di fondamentale importanza

Alberto Pacher, Assessore ai Lavori Pubblici, Ambiente e Trasporti della Provincia Autonoma di Trento.

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CONOSCERE IL TRENTINO

Le misure sono previste dal Piano provinciale per la qualità dell’aria.

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la ricerca di uno sviluppo sostenibile fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, le attività economiche e l’ambiente, nella consapevolezza che il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e rappresenta una risorsa favorevole alle attività produttive”. Ed ammonisce, riferendosi al Patto per lo Sviluppo Sostenibile: “La qualità del paesaggio costituirà sempre più nel futuro un elemento essenziale per il successo delle iniziative economiche e sociali, siano esse private o pubbliche, contribuendo, se adeguatamente, salvaguardato, gestito e pianificato alla creazione di nuovi posti di lavoro”. “Il paesaggio, come suggerisce la Convenzione Europea dei Paesaggi e la tutela dell’Ambiente, e come vuole il buon senso - conclude Pacher - deve pertanto, diventare un tema politico di interesse generale, poiché contribuisce in modo rilevante al benessere collettivo”. www.passo.tn.it/condizioni-duso/

Polveri sottili: nuove iniziative di Provincia e Consiglio delle Autonomie

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om’è lo stato della qualità dell’aria in Trentino? “Se guardiamo al trend degli ultimi anni - spiega l’Assessore all’Ambiente Alberto Pacher vediamo un miglioramento progressivo, a cui concorrono naturalmente diversi fattori, in parte climatici, ma certamente anche legati alla riduzione delle fonti inquinanti, con il rinnovo del parco macchine circolante, il miglioramento del patrimonio edilizio e così via”. L’allarme scattato nel 2011 fece registrare un aumento degli sforamenti delle polveri sottili a Trento e Borgo Valsugana, che superarono il limite annuale dei 35. A gennaio del 2012, quale che sia il significato di questo dato, sono stati registrati 7 superamenti della media giornaliera di Pm10 a Trento, 9 a Borgo, 3 a Riva del Garda, 2 a Rovereto, 1 in Piana Rotaliana. “La causa - avverte Pacher - va ricercata nella mancanza di piogge, tuttavia non dobbiamo abbassare la guardia. Di qui l’opportunità di una nuova campagna di sensibilizzazione rivolta ai cittadini, per incentivare comportamenti virtuosi come la rinuncia all’auto privata, l’abbassamento della temperatura domestica a 18-20 gradi o l’uso corretto della stufa a legna”. Accanto a ciò, l’Assessorato all’Ambiente ha annunciato altri interventi, in particolare un nuovo bando, di alcuni milioni di euro, per contributi in favore del miglioramento energetico degli edifici privati, che verrà erogato in base al reddito e svolgerà anche una funzione di “sostegno” ad un settore, quello dell’edilizia, oggi in particolare sofferenza. E’ stata, inoltre, avviata già lo scorso anno, tramite il Fondo per lo sviluppo sostenibile, in collaborazione con la Comunità di valle della Valle di Sole, una sperimentazione nell’abitato di Bolentina, con elettrofiltri di nuova concezione per gli impianti di riscaldamento domestici, al fine di verificare la capacità di abbattimento delle polveri sottili e di ripulire l’aria. “Se la sperimentazione avrà successo, - conclude l’Assessore - incoraggeremo l’adozione degli elettrofiltri a tutto il territorio. Non esiste, infatti, e non ci stanchiamo mai di ripeterlo, un’unica soluzione: esistono tante diverse iniziative che possiamo mettere in campo per far sì che la qualità dell’aria migliori”. Il Sindaco di Rovereto Andrea Miorandi, delegato all’Ambiente del Consiglio delle Autonomie, ha espresso la sua soddisfazione per la collaborazione fornita dai Comuni interessati, attivati congiuntamente per realizzare questa nuova campagna. “Da questo punto di vista un importante risultato è già stato raggiunto - dice Moriandi - Questo è il modo di agire, e continueremo lungo questo percorso anche con altre iniziative comuni”. La campagna sottolinea innanzitutto che il problema delle polveri sottili è ormai un “vecchio argomento”, sul quale però non bisogna mollare la guardia, al fine di prevedere un’inversione di tendenza. In secondo luogo si propone di avvicinare la tematica alla sensibilità individuale di ciascun cittadino, suggerendo che cambiare in meglio la qualità dell’aria dipende anche dal comportamento di ciascun cittadino. La campagna curata dalla Plus Communication - che sarà veicolata dai principali media nonché via internet e con affissioni pubbliche - rientra fra le misure previste dal Piano provinciale per la qualità dell’aria: la prima fase della promozione, partita ai primi di febbraio, si è conclusa a marzo. L’iniziativa sarà successivamente ripresa - anche questa è una novità - ad ottobre.

Andrea Miorandi, Sindaco di Rovereto.

Marco Pontoni


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Il Trentino ospiterà la grande kermesse.

Il nuovo cammino Medaglia Spadolini IL CAMMINO DEL PREMIO

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Il Premio Eco and the City, dedicato alle memoria dello statista fiorentino, si presenta come un progetto avveniristico, diventando nei fatti, come una sorta di “Oscar” delle best practices, e della salvaguardia dei beni culturali e ambientali. In questa edizione saranno coinvolti anche i siti del Patrimonio UNESCO del nostro Paese, presi in considerazione nell’anno del 40° Anniversario della World Heritage List. Una sezione speciale sarà dedicata alle Città del Vino.

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l Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, ambizioso ed esclusivo progetto della Fondazione Spadolini Nuova Antologia (che opera sotto l’Alto Patronato Permanente del Capo dello Stato), farà tappa a Trento per assegnare la Medaglia Spadolini, diventata nei fatti, come una sorta di “Oscar”delle best practices, della tutela del territorio e del paesaggio e della salvaguardia dei beni culturali e ambientali, coinvolgendo, nell’anno del 40° Anniversario della World Heritage List, i 47 Siti del Patrimonio UNESCO del nostro Paese, presi in considerazione in quanto punte di eccellenza del patrimonio culturale e ambientale. La manifestazione, realizzata a Firenze lo scorso anno (Palazzo Incontri) nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ritorna dopo aver dimostrato di avere una prorompente capacità nell’affrontare problemi di carattere e interesse collettivo e di garantire un sicuro successo (si registrarono 1600 adesioni), proponendosi di raccontare, come un camminatore instancabile, le vicende, le storie e i progetti che animano l’intero territorio nazionale nell’ambito delle iniziative sostenibili di promozione delle energie rinnovabili (non più universo misconosciuto) e delle buone pratiche come elemento di discussione, dibattito e di sfide per indirizzare l’Italia su un sentiero “a bassa emissione di anidride carbonica”, attraverso politiche ambientali, fiscali, industriali, di ricerca e sviluppo forti e integrate. La presentazione ufficiale sarà fatta alla stampa in due diversi momenti: a Trento il 4 maggio 2012 con la partecipazione delle Autorità Provinciali, locali e dei Promotori, e al Salone del Libro di Torino (sabato 12 maggio, ore 11) ospiti nello Spazio (Arena) messo a disposizione dalla Regione Piemonte, dove saranno presenti i vertici della Commissione Nazionale Italiana per

l’UNESCO che, in questo modo, apriranno il ciclo di celebrazioni del 40° Anniversario della World Heritage List. Dal canto suo, il territorio alpino, con le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità, avvezzo alle sfide in tema di sostenibilità, è diventato prezioso alleato di una manifestazione unica in Italia, grazie alla Provincia Autonoma di Trento, l’Assessorato all’Ambiente della stessa Provincia e il Consorzio dei Comuni Trentini, promotori della tappa a Trento. Ci si prepara ad una grande kermesse, con una formula organizzativa pensata per coinvolgere tutti i Comuni della Provincia, i giovani e la popolazione (anche scolastica). Il programma prevede convegni, dibattiti e confronti con altre realtà che adottano gli eco principi di salvaguardia del paesaggio, tutela dell’ambiente e del territorio, individuati dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, istituzione di riferimento per la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, con la quale opera in sinergia, a sostegno degli obiettivi del DESS (Settimana di Educazione allo Sviluppo Sostenibile) promosso dall’ONU nel nostro Paese. Il Premio, che rientra quest’anno nel calendario degli eventi organizzati con il patrocinio dell’ONU nell’ambito dell’Anno Internazionale dell’energia sostenibile per tutti (UN Resolution), proclamato per il 2012, s’ispira all’azione di tutti coloro che, aderendo al bando, hanno mostrato di volersi adoperare, singolarmente o congiun-

tamente, per diffondere la cultura dello sviluppo sostenibile nel nostro Paese. L’iniziativa si proietta, con questi presupposti, verso la giornata “clou” del 10 novembre 2012, quando è prevista la cerimonia ufficiale di conferimento della Medaglia Spadolini. Ancora prima è prevista una road map in giro per l’Italia con un variegato programma di iniziative e di proposte a favore del territorio. Anche questa edizione, consacrata fra gli appuntamenti in favore dell’ambiente e del paesaggio più attesi e apprezzati dai media, vanta un calendario ricco di eventi collaterali legati al territorio, in particolare quello trentino, dove è cresciuto notevolmente l’interesse nei confronti dell’ambiente ed in particolare delle foreste, gestite ormai da tempo in modo sostenibile. Sono previsti (le date sono state fissate l’8 e il 9 novembre) due convegni di altissimo livello, dedicati al missionario trentino, padre Eusebio Chini (precursore dello Sviluppo Sostenibile) e allo statista Alcide De Gasperi, storico europeista, Padri nobili di questa provincia autorevole, austera, dei mille volti, fedelmente legata al suo fulgido passato, con una risoluta coscienza e fiducia nelle proprie potenzialità.

Tutte le novità sul percorso del Premio Marino Simoni, Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini che aveva candidato il Trentino ad ospitare l’edizione del 2012, con un inaspettato annuncio sotto i riflettori delle televisioni, sul palco di Palazzo Incontri a Firenze, davanti a un pubblico competente e sorpreso, considera il Premio un acceleratore di sostenibilità per la sua terra. Dice il Presidente Simoni: “Oggi tocca ai Sindaci, rappresentanti del territorio, avere un ruolo determinante nello sviluppo e nella comunicazione delle iniziative in campo energetico ed ambientale, così come delle nuove tecnologie, anche perché il pallino dello sviluppo di questo settore, strategico per il Paese, è in mano alle realtà locali”. Ed aggiunge: “Come rappresentanti dell’ANCI (che tra l’altro patrocina il Premio) abbiamo voluto il Premio in Trentino perchè è in linea con il contenuto del manifesto del nuovo welfare adottato dal Consorzio che esplicita in maniera chiara e condivisa i valori espressi dalla cooperazione di comunità”. “Il mondo - aggiunge - deve tener presente delle esigenze di tutti privilegiando realtà ed operatori locali capaci di creare valore aggiunto nel rispetto del concetto di impresa sociale e di comunità. E naturalmente di Comunità sostenibili”. Le novità di quest’anno riguarderanno lo spazio dedicato alle Associazioni di Identità tipiche che troveranno ampio rilievo, come nella passata edizione, per valorizzare la cultura dei territori e per far conoscere in Italia e nel mondo la ricchezza di paesaggi, saperi e sapori. Il Consorzio sta valutando la possibilità di organizzare un meeting a Trento per favorire uno scambio di conoscenze per “il buon governo” dei territori. “ResTipica” è l’As-

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Nella ricorrenza del 40° Anniversario della World Heritage List

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sociazione costituita dall’ANCI per salvaguardare e promuovere l’immenso patrimonio ambientale, culturale, turistico ed enogastronomico dei Comuni piccoli e medi del nostro Paese. L’Associazione Nazionale Città del Vino, inserita nel circuito Res Tipica, nata a Siena il 21 marzo 1987 per volontà di un gruppo di trentanove Sindaci che decisero di dar vita a questo sodalizio per contribuire a rilanciare l’immagine e la qualità del vino italiano, dal canto suo, ha scelto il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini per segnare, tra le altre celebrazioni, un tappa importantissima nella propria storia, raccontata, come in un film, in 25 anni di attività, e che segna il primo Giubileo dell’Associazione. E per ricordare che l’Associazione si propone di salvaguardare un immenso patrimonio fatto di conoscenze, ma anche di storia e cultura, di ambiente e paesaggio, di produzioni tipiche e artigianali, di opere d’arte e bellezze architettoniche. Soddisfatto il Presidente dell’Associazione Città del Vino, Giampaolo Pioli: “Questa iniziativa - dice - è la conferma che siamo sulla strada giusta. Anche noi vogliamo formare e informare gli amministratori pubblici, ma anche le imprese, delle

La Medaglia Spadolini dedicata ai SITI UNESCO

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A destra il Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini Marino Simoni che ha raccolto il testimone del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, la cui prima Medaglia Spadolini è stata assegnata alla memoria di Angelo Vassallo, Sindaco-pescatore di Pollica, ucciso dalla malavita, diventato la “bandiera” dei primi cittadini impegnati nella difesa del territorio e del paesaggio.

buone pratiche, dell’etica e della professionalità, della qualità della vita nei territori del vino”. La candidatura alla Medaglia Spadolini (Sezione Speciale) terrà conto anche del progetto Piano Regolatore delle Città del Vino, strumento messo a disposizione degli amministratori per far tesoro di utili consigli per una corretta gestione del territorio in fase di programmazione delle scelte urbanistiche, aiutando i Comuni a valorizzare e comunicare le loro attività in questo campo; un impegno che pervade in modo costante tutte le azioni dell’Associazione che hanno a che vedere con lo sviluppo del territorio.

Il valore di un’iniziativa esclusiva Il Premio si ispira alle parole del senatore Giovanni Spadolini, fondatore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali che amava ripetere:”Una moderna politica dell’ambiente e del territorio richiede il concorso di tutte le forze vive della cultura e della società”. Sono questi i valori fondanti del Premio, che viene considerato con una valenza multipla, toccando il variegato mondo delle Comunità sostenibili, in forte aumento nel nostro Paese. Il progetto, ideato da Energeo Magazine e promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, forte delle collaborazioni istituzionali (Senato della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero per i Beni Culturali, Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, A.N.C.I.) e dei principali quotidiani, e in sinergia con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, vuole essere un aggregatore di situazioni sostenibili e un catalizzatore di iniziative a favore della tutela del territorio.“Quello della sostenibilità - spiega il Presidente della Commissione Giudicatrice, Professor Augusto Marinelli - è

Il Presidente dell’Associazione Città del Vino, Giampaolo Pioli.

uno dei concetti di cui più si discute a livello globale. Si tratta di un concetto dinamico che sostanzialmente si fonda sulla previsione delle condizioni delle future generazioni e in particolare dello stock di risorse non rinnovabili e del mantenimento della quantità e della qualità delle risorse rinnovabili che lasceremo ad esse, al fine di assicurare almeno l’attuale livello di benessere. Dal punto di vista economico, la sostenibilità è correlata alla quantità e alla qualità del capitale umano e delle istituzioni che saremo capaci di trasmettere loro”. Un’iniziativa, insomma, che ponendo l’attenzione alla tutela e valorizzazione del paesaggio naturale e culturale italiano, ha saputo aprire con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, una finestra, in occasione del 40° Anniversario della World Heritage List, sulla tenuta dei Patrimoni riconosciuti in Italia dall’UNESCO, assegnando la Medaglia Spadolini ai siti che meglio hanno saputo salvaguardare e promuovere il Patrimonio. L’ambito riconoscimento, coniato per l’occasione,

a tutela e valorizzazione specifica, come voleva Giovanni Spadolini, riguarda anche il Patrimonio Mondiale dell’Umanità: il Premio, che ha già avuto come partner la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, vuole, infatti, evidenziare lo stato di salute dei SITI UNESCO italiani nell’anno in cui si celebra il 40° Anniversario del riconoscimento ufficiale di questo esclusivo patrimonio. Si sta anche valutando la possibilità di offrire l’opportunità di candidarsi (categoria a parte) anche ai siti italiani (sono una quarantina) che, al momento, aspirano a diventare “Patrimonio mondiale dell’umanità”, iscritti nell’apposita Lista propositiva (tentative list). E’ un modo per far valutare al grande pubblico, con l’aiuto del web, questi progetti da vicino. Il 40° Anniversario della World Heritage List rappresenta il Focus dell’edizione 2012 che si svolgerà a Trento, il 10 novembre 2012. Il logo celebrativo del quarantennale della World Heritage List, assieme a quello ufficiale dell’UNESCO, ci accompagnerà per tutto il 2012. Insieme al logo che rappresenta il Patrimonio Mondiale, progettato dall’artista Michel Olyff ed adottato ufficialmente nel 1978, saranno utilizzati anche sul materiale informativo. Questi simboli sono entrati ormai nella memoria collettiva: l’emblema rotondo, come il mondo, rappresenta un simbolo di tutela globale per il patrimonio di tutta l’umanità. Il cerchio che racchiude un quadrato posto al suo interno: le due figure geometriche, rappresentano rispettivamente i beni naturali e quelli culturali. E’ evidente il forte richiamo alla figura di Giovanni Spadolini, che ha fondato il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Una sezione speciale, come si evince dal programma ufficiale, è dedicata ai SITI UNESCO: è un modo di parlare al territorio e alla gente che vive il territorio, in una società, oggi, decisamente più aperta e disponibile con la consapevolezza di poter utilizzare il brand UNESCO legato al proprio patrimonio culturale e naturale, sapendo che la responsabilità nei riguardi di questo patrimonio internazionale deve concretizzarsi in efficaci politiche di conservazione e valorizzazione con un controllo costante del territorio, con restauri e manutenzioni efficaci, dandone una sempre più ampia accessibilità e comprensione anche per le località che li ospitano a cui è affidato il compito di tutela e di salvaguardia. La Fondazione Spadolini condivide il programma con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, al fine di ricordare la figura di Giovanni Spadolini, un nome che significa amore per l’Italia intera, per le grandi città come pure per i più piccoli comuni, ricchi di storia e di tradizioni, senza distinzione fra nord e sud, centro e isole. La sua onestà, la sua cultura, la sua civiltà, il suo alto senso dello Stato sono valori ancora attuali, patrimonio di tutti, dell’intera umanità. Ecco perché l’edizione del Premio Eco and the City, dedicata al 40°Anniversario della proclamazione dei primi “SITI” da parte dell’UNESCO, gli sarebbe stata particolarmente cara.

Il Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO Professor Giovanni Puglisi che ha rinnovato la collaborazione con la Fondazione Spadolini Nuova Antologia.

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al posto delle tre bandierine simbolo del Giubileo della Nazione, avrà inciso il logo celebrativo del quarantennale della World Heritage List che ci accompagnerà per tutto il 2012. La questione, come si evince, è di grande attualità. L’UNESCO si pone infatti come soggetto attivo nello sforzo di assistere i luoghi patrimonio dell’umanità. Il rilancio di Pompei è partito proprio da qui: dall’approvazione da parte della Commissione europea, del piano di restauro e valorizzazione da 105 milioni di euro, necessari per la messa in sicurezza del sito archeologico che, con i suoi 44 ettari di estensione, è il più grande d’Italia. Il Grande Progetto Pompei, relativo alla ”preservazione, mantenimento e miglioramento”, potrà contare sul maxi-investimento “combinando contributi Ue e nazionali”, fanno sapere dalla Commissione. Per evitare altri disastri (a volte irrecuperabili) toccherà ai Sindaci di questi luoghi vigilare, perché essi non sono soltanto responsabili nei confronti dei cittadini della tenuta sostenibile del territorio, ma del mondo intero. Nel caso degli scavi di Pompei, sono state coinvolte le istituzioni italiane, europee e l’UNESCO. La recente apertura agli sponsor privati è stata annunciata dal Governo Monti, un estremo tentativo per salvare l’antica Pompei, il più grande sito archeologico all’aperto d’Europa, dopo crolli, scandali, proteste: le sue Domus spazzate via dall’incuria e dal tempo. Il Professor Giovanni Puglisi, Presidente della CNI UNESCO avverte: “Quando un sito viene iscritto l’UNESCO lo ‘fotografa’, di quel sito si definisce il ‘nocciolo duro’, si perimetra la zona di rispetto, a questo punto l’UNESCO riconosce quel luogo in quelle condizioni, se queste si deteriorano il luogo di fatto si modifica”.

“L’UNESCO - spiega Puglisi - non compie monitoraggi costanti ma raccoglie segnalazioni e, se lo ritiene, richiama il Paese responsabile del sito, chiede di ripristinare le condizioni come erano, può iscrivere il sito nella lista di quelli in pericolo e se a quel punto non accade nulla prima o poi l’UNESCO può anche espungerlo. è già successo, ad esempio per la città tedesca di Dresda”. Ed aggiunge:“Il Premio è un’ottima opportunità per monitorare i 47 siti riconosciuti in Italia per completare quello sforzo saggiamente intrapreso dall’Organizzazione diretto ad avvicinare i cittadini e le istituzioni alle nostre iniziative promozionali”. La Commissione Giudicatrice del Premio è consapevole di questo mandato. Il Professor Giovanni Puglisi ha rassicurato il Presidente della Giuria Professor Augusto Marinelli, garantendo la sua diretta partecipazione e quella del suo staff, alla verifica delle candidature alla Medaglia Spadolini che riguarderanno i 47 SITI italiani iscritti nella World Heritage List.

grande pubblico che potrà interagire con i lavori della Commissione Giudicatrice. Riassumendo: le Città del Vino aprono la lista delle Sezioni Speciali per raccontare come l’Associazione sia riuscita, in 25 anni di attività, a compartecipare i Comuni vitivinicoli alla difesa delle loro tradizioni locali, delle filiere produttive, sviluppare incoming turistico ed impegnarsi per una maggiore sostenibilità delle aspirazioni di crescita dei territori che hanno scommesso sulla campagna, sull’agricoltura, sulla vitivinicoltura perché si consolidi quel circuito virtuoso che ha consentito a molte piccole municipalità di tornare a vivere, di fare restare i giovani, di guardare ai propri cittadini con l’orgoglio di rappresentare, non

Giovanni Spadolini consentirà di guardare ancora più lontano. Una categoria (Sezione Speciale) è dedicata, sull’esempio del Trentino che è riuscito a trovare il giusto equilibrio tra le esigenze produttive e quelle ambientali e sociali, secondo lo schema PEFC (Programma per il Riconoscimento di schemi di Certificazione Forestale, alla gestione forestale Sostenibile); una terza Sezione Speciale viene dedicata alla gestione sostenibile degli acquedotti (in collaborazione con Federutility). Infine il Premio, nell’intento di dedicare al missionario trentino Padre Eusebio Francisco Chini una Sezione Speciale, ispirata alle conoscenze tradizionali e alle sue applicazioni, vuole fornire, aprendo un’apposita categoria

solo per il turista ma in primis per se stessi, una comunità migliore che vive su un territorio migliore. La partnership con il Premio Eco and the City

alle Associazioni di Identità tipiche e ai cultori e custodi di antichi saperi, antichi sapori, antichi profumi, la possibilità di segnalare realizzazioni che hanno

utilizzato tecniche basate sulla saggezza millenaria, dimostrando la validità del recupero e dell’applicazione di queste antiche tecniche. In particolare la qualità specifica dei siti eccezionali è il valore delle realizzazioni architettoniche e urbane e dei parchi archeologici inseriti in contesti armonici o naturali di grande varietà e pregio. Ogni bene eccezionale e opera d’arte é parte di un sistema strettamente connesso di natura e cultura. La realizzazione e la perpetuazione di questi beni sono dovute a quel complesso millenario di saperi e di tecniche che le Nazioni Unite negli organismi e conferenze

Convegno nazionale a Trento.

Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini: per il dialogo e per l’Europa E’ prevista la partecipazione della figlia dello statista Maria Romana De Gasperi e di autorevoli esperti.

Il bando migliorato nei criteri di valutazione Gli esaminatori (è stata praticamente confermata la vecchia squadra, tranne qualche sostituzione e nuovi inserimenti di autorevoli protagonisti della green economy) hanno trovato un bando migliorato nei criteri di valutazione, con l’aggiunta di cinque sezioni speciali, compreso il capitolo che riguarda il Focus dedicato ai Siti UNESCO che merita un discorso a parte. L’autorevole squadra di esaminatori avrà a disposizione per la selezione delle schede e nuove tecnologie messe a disposizione dal Consorzio dei Comuni Trentini. Altre novità sono in arrivo e riguardano la diffusione del bando ed un eventuale coinvolgimento del

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o stretto legame tra la CNI UNESCO e il Premio viene evidenziato da una serie di iniziative. Nella foto (in alto) la Tavola Rotonda - A come Acqua, moderata da Dario Carella, vice direttore della TGR, curatore della Rubrica RegionEuropa incontra i protagonisti della Campagna di Educazione allo Sviluppo Sostenibile promossa da Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. Da sinistra: Pietro Laureano, consulente presso l’UNESCO per le zone aride e gli ecosistemi in pericolo, fondatore di Ipogea (Centro Studi sulle Conoscenze tradizionali); Aurelio Angelini, sociologo ambientale, Presidente del Comitato Italiano UNESCO DESS (Decennio di Educazione allo Sviluppo Sostenibile); Sergio Chiacchella, Consorzio Sviluppo Aree Geotermiche; Gianluca Spitella relazioni esterne Federutility; Mario Scalet, Capo Ufficio Scienza, Ufficio UNESCO diVenezia (Regional Bureau for Scienze and Culture in Europe).

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ome ogni scrigno magico che si rispetti anche il programma della Cerimonia ufficiale per il conferimento della Medaglia Spadolini dedica alla città di Trento diverse iniziative per rendere più interessante la vigilia di un evento già atteso. Ne segnaliamo alcune che potranno arricchire un weekend (lungo) ideale per chi desidera regalarsi un’occasione di conoscenza e di cultura politica. Mentre la Commissione Giudicatrice sarà impegnata ad esaminare le nominations delle varie categorie, e nel teatro cittadino ferveranno gli ultimi preparativi per l’allestimento del giorno dopo (come accadde a Firenze sono attese delegazioni da tutt’Italia), i riflettori saranno puntati su un convegno già di per sé di grande attrazione. E’ un appuntamento studiato per la gente del Trentino e non solo, terra di origine di Alcide De Gasperi, fondatore e dirigente della Democrazia Cristiana, e statista di primo piano nella storia italiana. L’evento, che si svolgerà nell’ambito della seconda edizione del premio Eco and the city Giovanni Spadolini, condiviso dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, è promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia e dalla Fondazione Alcide De Gasperi. Avrà il suo svolgimento nel pomeriggio di venerdì 9 novembre, giorno antecedente l’assegnazione del premio ed avrà l’obiettivo storico e culturale di approfondire alcuni aspetti del pensiero e dell’impegno politico di Alcide De Gasperi e di Giovanni Spadolini. Il tema: Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini: per il dialogo e per l’Europa. Il convegno sarà aperto dopo i saluti delle autorità da Maria Romana De Gasperi, vicepresidente della Fondazione intestata al padre, con un intervento su “De Gasperi e le sue montagne”. Modera e introduce Stefano Folli, opinionista del Sole 24 Ore . Sono previste le relazioni di Piero Craveri, “I rapporti tra cattolici e laici nel secondo dopoguerra”; Pierluigi Ballini, “L’europeismo di Alcide De Gasperi”; Cosimo Ceccuti ,“L’europeismo di Giovanni Spadolini“. Intervento conclusivo del on. Franco Frattini, Presidente della Fondazione De Gasperi, che tratteggerà le prospettive dell’Italia in Europa e dell’ Europa di oggi.

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saranno sempre più richiesti a livello internazionale; anticipare le soluzioni necessarie allo sviluppo sostenibile e conquistare una immagine attrattiva per il turismo culturale e utile all’affermazione dei propri prodotti a livello internazionale. internazionali hanno chiamato le Conoscenze Tradizionali e Locali. Si tratta di tecniche e pratiche antiche tramandate attraverso le generazioni diffuse nel territorio, utilizzate nella gestione dei suoli, nell’uso e nella protezione delle aree naturali, nelle architetture rurali e nell’organizzazione dei centri urbani. Costituiscono il sapere storico dell’umanità che ha permesso la realizzazione di architetture e paesaggi di valore universale protetti dall’UNESCO nella categoria dei paesaggi culturali. Tramite le conoscenze tradizionali si realizza l’uso appropriato delle risorse naturali: acqua, suolo, energia. Usare il sapere tradizionale non significa riapplicare direttamente tecniche del passato, ma cogliere la logica di questo modello di conoscenza. Per le imprese, i centri storici, le aziende, usare e promuovere le conoscenze tradizionali significa confrontarsi con processi, cognizioni e capacità che

Una filosofia vincente Il Premio, che intende premiare chi - istituzioni, Enti e imprese singole e associate - con le proprie attività, norme, piani e azioni, ha operato per l’affermazione del concetto di sostenibilità, rimane fermo sulla sua struttura base con quattro categorie fisse (il bando si trova sul sito dedicato al Premio www.ecoandthecity.it). E’ prevista una leggera implementazione della Seconda Sezione, dedicata, appunto, alla valorizzazione dei patrimoni paesaggistici e culturali. Tale sezione, dedicata alla “tutela e valorizzazione del paesaggio naturale e culturale italiano” (il tema è lo stesso previsto dalla Settimana di Educazione allo Sviluppo Sostenibile dell’UNESCO nel 2012), aprirà ai progetti e programmi che sostengono iniziative di valorizzazione di aree e patrimoni immateriali inseriti nelle reti dei paesaggi culturali, parchi culturali, parchi letterari, distretti culturali evoluti, che mettono al centro della propria azione di tutela e valorizzazione la nozione di patrimonio che in questi ultimi anni ha progressivamente ampliato contenuti, ruoli e utilizzi nella società contemporanea. Sono comunque le categorie storiche, inserite fin dal primo momento nel bando, a costituire l’elemento attrattivo che è riuscito ad imbarcare sulla nave ammiraglia salpata sulla rotta della sostenibilità ambientale, il nutrito sodalizio degli enti locali, consorzi di municipalità, associazioni di identità, province, intere regioni (la Medaglia Spadolini è stata conferita nella prima edizione alla Regione Abruzzo) che, adottando politiche territoriali integrate e sostenibili (sezione 1), sono riusciti a focalizzare la propria attenzione sui progetti che riguardano il concetto di “Comunità sostenibili”, al fine di selezionare esempi di eccellenza nel nostro paese (si valutano anche le adesioni al Patto dei Sindaci)

La Medaglia Spadolini conferita nella passata edizione alla Regione Abruzzo (Sezione 1) ritirata dal Presidente della Provincia di Teramo Valter Catarra, dal direttore generale della Regione Abruzzo Antonio Sorgi e dall’Assessore del Comune di Teramo Sandro Cozzi.

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da promuovere per un’idonea replicazione su tutto il territorio nazionale. Le candidature avranno per oggetto progetti e iniziative, modelli e metodi di sviluppo che, a giudizio dei proponenti, identificano il proprio territorio come “sostenibile”, infatti si parla nel bando di applicazioni semplici e concrete, rivolgendosi a quell’entità composita, in un certo senso impalpabile, che è il local. Esaminata la Sezione 2, che è stata leggermente modificata (l’importante riconoscimento è conferito alle associazioni o cittadini che hanno avuto un ruolo di primo piano nelle azioni di difesa del paesaggio), poniamo l’attenzione sulla categoria (Sezione 3) che riguarda i progetti di riqualificazione dei territori agricoli che rappresentano uno strumento importante di promozione della cultura locale. Una categoria (Sezione 4) pone l’attenzione sul settore privato e sulle imprese virtuose e innovative: il Premio vuole essere un riconoscimento alle imprese e alle istituzioni del settore privato per valorizzare l’azione di promozione della cultura ambientale ed energetica sostenibile da parte degli attori del panorama nazionale provenienti da settori diversi da quello pubblico. Discorso a parte per la Sezione Speciale dedicata ai protagonisti della comunicazione, media, nuovi media e emittenti televisive nazionali e regionali (la selezione sarà effettuata direttamente dalla Commissione Giudicatrice). Le televisioni e i media hanno aiutato a far crescere il Premio che aveva dedicato, nel 2011, il focus alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, dando un sostegno concreto alla diffusione su scala nazionale dell’iniziativa. Il Premio si è avvalso della collaborazione dei principali giornali (Corriere della Sera, la Stampa, il Resto del Carlino, la Repubblica, la Nazione, il Giorno) ma anche del sostegno determinante delle principali reti televisive nazionali: Tg2, le rubriche del Tg2; TGR, le rubriche della TGR

Mostra a Percine Valsugana dello scultore che ha modellato la Medaglia Spadolini

I Macromondi spezzati di Riccardo Cordero

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’ soltanto una felice coincidenza ma l’autore della Medaglia Spadolini, Riccardo Cordero, quasi in contemporanea, ha voluto rendere omaggio alla provincia che ospita il Premio con una mostra, inaugurata lo scorso 21 aprile, che rientra nell’ormai storico appuntamento (giunto alla ventesima edizione) con la scultura contemporanea di grandi dimensioni, organizzata nel suggestivo scenario di Castel Pergine. L’esposizione ha per titolo “i Macromondi spezzati”, rappresentati dalle maestose sculture in metallo realizzate dall’artista torinese, autore della Medaglia Spadolini. Si tratta di volumi possenti che si oppongono o interagiscono con l’ambiente. La mostra, patrocinata dalla Provincia Autonoma di Trento e dal Comune di Pergine Valsugana, è stimolante e spettacolare in un rapporto diretto con il castello che si erge sul colle di Tegazzo, una collinetta a est di Pergine Valsugana. E’ stata infatti allestita negli spazi aperti tra le cinta murarie e nei saloni del Castello, ed è documentata da un prezioso catalogo bilingue (italiano - tedesco). La mostra, si potrà visitare tutti i giorni con ingresso libero fino al 4 novembre 2012 (lunedì dalle 17 alle 22). Nato nel 1942, Riccardo Cordero vive a Torino, dove si è formato ed è stato docente di scultura. Attivissimo promotore culturale, ha sempre guardato con attenzione alla ricerca contemporanea, pervenendo alla definizione di un linguaggio espressivo autonomo, riferito alle più importanti tendenze internazionali. Ha privilegiato la progettazione tridimensionale nell’ambiente e sue opere figurano in numerosi siti pubblici, musei e prestigiose collezioni in tutto il mondo, dagli U.S.A. alla Cina. La Medaglia Spadolini, molto ambita, commemorativa dei 150 Anni delle Celebrazioni dell’Unita d’Italia, realizzata in un numero limitato di copie, è una delle sue ultime realizzazioni. La Medaglia che sarà coniata nel 2012, oltre al logo del premio e della Fondazione Nuova Antologia, al posto delle tre bandierine simbolo del Giubileo della Nazione, avrà inciso il logo celebrativo del quarantennale della World Heritage List che ci accompagnerà per tutto il 2012. La nuova illustrazione interagisce con l’emblema rotondo, che rappresenta un simbolo di tutela globale per il patrimonio di tutta l’umanità dal 1972. Il cerchio che racchiude un quadrato posto al suo interno, le due figure geometriche, rappresentano rispettivamente i beni naturali e quelli culturali, è situato sulla sinistra. In questo simbolo c’è tutto, ed ogni persona vede attraverso gli occhi della propria sensibilità e il fatto curioso è che scopre sempre cose nuove. E’ un disegno accattivante, meno rigoroso dell’illustrazione del tempio di Apollo Epikorios che si trova nella regione di Messenia, in Grecia. Un logo conosciuto a livello planetario.

Una scultura di Riccardo Cordero esposta a Percine Valsugana.

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(Prodotto Italia, RegionEuropa, il Settimanale della TGR); Rai International; Rai Parlamento, le rubriche di Rai Parlamento (Quelli che.. e programmi radiofonici); la struttura Rai 150 e la Storia Siamo Noi, coordinate da Giovanni Minoli hanno realizzato una puntata speciale dedicata al grande statista. Saranno presenti per l’edizione del 2012 sulla ribalta di Trento nomi noti (ancora top secret) della cultura e della televisione per dare uno riconoscimento ufficiale (anche alla carriera) a chi ha dedicato tempo alla cultura della sostenibilità ambientale, raccontandola attraverso le immagini.

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Il Premio vuole stare dietro ai fatti L’iniziativa, dalla forte matrice toscana (oltre alla Fondazione Spadolini Nuova Antologia ha fornito un concreto contributo per far decollare il progetto il Distretto delle Energie Rinnovabili), ha stabilito un percorso privilegiato con il Consorzio dei Comuni Trentini, per far nascere il seme della continuità nella promozione del Premio ed interagendo con una platea assai ampia lungo tutta la penisola, apertamente schierata dalla parte del territorio. D’altro canto le motivazioni e l’ispirazione del progetto sono legate al ricordo vivo di Giovanni Spadolini, fondatore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, del suo impegno culturale, politico, civile in una dimensione italiana ed europea. Un capitolo a parte riguarda l’attualità: un’assegnazione fuori concorso della Medaglia Spadolini già, peraltro, prevista dall’ordinamento interno del Concorso, sulla scorta della positiva esperienza della passata edizione, potrebbe esserci anche quest’anno. Significativo fu lo scorso anno, il conferimento della Medaglia Spadolini alla memoria del Sindaco di Pollica Angelo Vassallo, vittima di agguato malavitoso, per il suo impegno nella lotta alle pratiche illegali e nella difesa dell’ambiente e del proprio Comune dalle speculazioni. Una seconda Medaglia Spadolini, fuori concorso, ritirata da Giuseppe Catania, Sindaco della città di Venaria Reale, ci pone importanti interroga-

tivi sulla tutela del patrimonio dei beni culturali e ambientali: la località venne scelta da Giovanni Spadolini, all’inizio della sua carriera di Ministro per un primo intervento di recupero della Reggia, oggi polo culturale di grande attrazione: una storia, fino ad oggi non conosciuta, tutta da raccontare perché sollecitata da Aldo Moro e dall’editore Giulio Einaudi. Similmente la Commissione Giudicatrice e gli organizzatori del Premio vogliono cogliere i fatti di recente attualità, esaminandoli con la lente d’ ingrandimento di chi vigila sulle iniziative avviate sul territorio nazionale, dove spesso si registrano emergenze, anche gravi. Recentemente il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha annunciato un Piano nazionale per la sicurezza del territorio. Anche questo è il senso del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, che vuole rimarcare la vitalità dei luoghi individuati come un cantiere aperto di idee, adottando politiche e misure finalizzate a prevenire il ripetersi di questi drammi. Luigi Letteriello

Il Convegno viene organizzato a Trento.

Conoscere Padre Chini Il curatore Pietro Laureano, esperto UNESCO per le zone aride, inviterà relatori da tutto il mondo per affrontare la tematica delle conoscenze tradizionali nella sua complessità di definizione storica e nelle sue implicazioni operative.

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ltro appuntamento giovedì 9 novembre 2012 radunerà architetti, archeologi, storici e studiosi attorno al tema: “I costruttori di Oasi: le conoscenze tradizionali per rispondere alla crisi globale”. Un Convegno a Trento per studiare questa problematica fondamentale nella ricerca di soluzioni e tecniche desunte dalla tradizione e di proposte innovative e sostenibili alle crisi climatiche e ambientali. Il Convegno viene organizzato a Trento perché centrale nella realizzazione di oasi è la figura di Padre Eusebio Chini, originario di queste terre. Al Convegno è prevista la partecipazione di studiosi provenienti da Tucson in Arizona, dove Eusebio Chini operò e condusse le sue prime missioni. Insieme ad essi, potranno giungere a Trento rappresentanti delle popolazioni native americane, dei popoli Masai, e ospiti da tutto il mondo per affrontare questa tematica nella sua complessità di definizione storica e nelle sue implicazioni operative. Il Convegno sarà curato da Pietro Laureano, esperto UNESCO per le zone aride, uno dei primi studiosi di Oasi, e coordinatore di progetti di studio e realizzazione delle stesse. Studiosi locali presenteranno l’opera di Padre Chini e sarà organizzata una visita al Museo di Segno, a progetti della Provincia di Trento di alto valore ecologico e ogni ecomusei del territorio.

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Paesaggi, parchi e distretti culturali.

UNA RISORSA DA TUTELARE

Paesaggi condivisi

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Il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all’attività economica e, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro. Inoltre coopera all’elaborazione delle culture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’Europa, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell’identità europea.

L

’ incalzante globalizzazione, come i processi di emancipazione e democratizzazione delle società, dai processi di deregulation all’omologazione dilagante che ne deriva, stanno in maniera dirompente disgregando la coesione e l’identità delle comunità. Una situazione preoccupante che vede, da un lato, il rischio di una perdita totale dei valori condivisi che legano le persone in comunità e le comunità al loro territorio e, dall’altro, insicurezza ansia e disagio che rischiano di sfociare in atteggiamenti localistici e di chiusura. In tale complesso contesto emergono convenzioni e accordi che, promossi dai livelli internazionali e comunitari (UNESCO e Consiglio d’Europa), trovano sul territorio interessanti forme di aggregazione e percorsi attraverso cui gli individui possono trovare una strada per riscoprire denominatori comuni, in una parola per essere ancora e nuovamente comunità. Il Comitato del Patrimonio Mondiale nella sua 16a sessione (Santa Fe 1992) inserisce nelle linee guida operative per l’attuazione della Convenzione del Patrimonio Mondiale i “Paesaggi culturali”. Beni che rappresentano “opere combinate della natura e dell’uomo”, in continuità con l’evoluzione della società umana e con lo scorrere del tempo. Il Consiglio d’Europa il 20 ottobre del 2000 promuove a Firenze la Convenzione Europea del Paesaggio, costatando che il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all’attività economica, e che, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro, aggiungendo che il paesaggio coopera all’elaborazione delle culture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’Europa, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell’identità europea. La nostra società, in continuo e repentino cambiamento, ai ritmi esasperati delle trasformazioni economiche, sociali, tecnologiche e ambientali dettate dall’era globale, è sempre più consapevole che la propria identità non è, e non potrà essere, statica, rigida ed immutabile. Un’identità del presente, viva e mutevole, che non è sbiadita e nostalgica copia di un passato perduto, né volontà di riscatto di origini etniche o territoriali, bensì soggetto attivo capace di arricchirsi di ogni stimolo nuovo armonizzandolo e legandolo agli altri, in una indispensabile prospettiva di coesione comune. Questi assunti aprono a nuove frontiere di responsabilità per la

Domenico Nicoletti (al centro), coordinatore dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino con il Presidente dell’Osservatorio avv. Angelo Paladino e il Sindaco di Pollica, promotore del Manifesto “100 Sindaci per la Bellezza e il Paesaggio”. In alto: lo scalone Vanvitelliano della Certosa di Padula.

Il chiostro grande (celle dei monaci e giardini, appartamento del priore, biblioteca) della Certosa di San Lorenzo di Padula. Oggi la Certosa, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità, ospita l’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco latino.

tutela attiva del patrimonio culturale con iniziative e processi di significativa sperimentazione che lega i beni all’identità territoriale e ne determina straordinarie forme di rispetto e valorizzazione. E’ il caso dei Parchi Culturali, esperienze sviluppatesi nel corso del 2009 e del 2010 dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura che ha elaborato una proposta in due distinte aree: quella del Parco Paesaggio Umano nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria, e quella del Parco Culturale Terre di Vino e di Riso nell’area del Nord Piemonte che gravita attorno a Ghemme e all’asse del fiume Sesia, estesi in questa ultima edizione del Salone del Libro di Torino alla proposta del Parco Culturale “Piemonte Paesaggio Umano”. “Teatri e castelli, boschi e cantine, biblioteche civiche e imprese private. Ciascuno ha concorso con le proprie vocazioni e specificità a posare le prime pietre di questo equilibrio affascinante fra cultura materiale e immateriale, fra luoghi e flussi. Una vera e propria esercitazione di metodo: una prova virtuosa di sussidiarietà orizzontale e verticale che supera i tradizionali modelli della partnership e della sponsorship per offrire interessanti elementi di analisi sulla cultura del futuro e sulle sue possibili, inedite modalità di organizzazione e sostentamento”. Ma ancora, i Distretti Culturali, modello di sviluppo territoriale, in cui la finalità prima è la valorizzazione dei beni culturali presenti, non si costituiscono in maniera spontanea. Pur essendo i beni una dotazione già appartenente al territorio, infatti, spesso l’implementazione di un distretto culturale è il risultato finale di un progetto e, in quanto tale, necessita di un’autorità che definisca una strategia di intervento per il territorio, e che ne individui la forma più appropriata di gestione, in cui gli attori pubblici e privati cooperino per la concretizzazione degli obiettivi.

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UNA RISORSA DA TUTELARE

• Possibilità di vivere e lavorare Recentemente si è affermato il concetto di distretto culturale evoluto: esso è fondato sul presupposto concernente l’esistenza di complementarità strategiche tra filiere culturali differenti, appartenenti a settori produttivi diversi. Il distretto culturale evoluto si caratterizza, inoltre, per una combinazione di elementi organizzativi che nasce da un complesso processo di contrattazione tra i vari attori locali coinvolti nel processo di sviluppo e dal ruolo specifico che ciascuno di essi assume in uno specifico contesto locale. La competitività del sistema economico, in questo caso, sarà maggiore e dipenderà in misura crescente dalla presenza di elementi quali: 1. La collocazione, nell’ambito del territorio locale, di un appropriato sistema di infrastrutture culturali e ricreative; 2. Un sistema sociale ben integrato, reso adeguatamente partecipe del progetto di sviluppo grazie all’ introduzione di risorse e politiche destinate alla partecipazione degli individui; 3. La presenza di un sistema formativo di livello elevato; 4. Un sistema economico-produttivo che consenta l’interazione con gli attori preesistenti. Le caratteristiche distintive per la creazione di un sistema territoriale competitivo sono quindi individuabili nella: • Presenza, a livello locale, di attività economiche, nei campi della produzione di beni e di servizi ad alto valore aggiunto, in grado di favorire la circolazione delle conoscenze e di generare innovazione; • Presenza di capitale umano di elevata qualità, che si approcci in modo creativo alla produzione e alla risoluzione di problematiche; • Possibilità di costituire un network in grado di collegare industria privata e istituzioni pubbliche, istituzioni culturali e sistema educativo, strutture comunitarie, associazioni;

in un luogo ricco di infrastrutture culturali e sportivo/ricreative che la presenza di diversità culturale renda luoghi di formazione e arricchimento personale dell’individuo attraverso momenti di confronto e scambio relazionale con altre persone e culture. Le forme di cooperazione che rendono possibile la creazione di sistemi di obiettivi condivisi possono dare avvio ad un processo di trasformazione del territorio, che consenta un orientamento crescente verso la creazione e la diffusione di conoscenza. Esemplare in tal senso il Distretto culturale Rovereto-Trento (TrentinoAlto Adige). Le città di Rovereto e Trento si rendono animatrici, grazie alla presenza del MART (Museo d’Arte moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto), del fermento culturale della regione del Trentino-Alto Adige/ Sudtirol, la quale si sta palesando, negli ultimi anni, come un esempio di best practice nella valorizzazione del territorio attraverso l’arte e la cultura. Il

Il tracciato del tratturo Magno che collega l’Aquila con Foggia. Un gregge sul tratturo a Cugnoli.

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Il Museo d’Arte Moderna e contemporanea di Rovereto (Mart).

Mart si è affermato sulla scena nazionale e internazionale, dando grande visibilità, così, al territorio trentino (in particolare all’asse culturale Rovereto-Trento). Il ruolo fondamentale del museo è quello di propagare energia ed innovazione in un contesto territoriale che moltiplica continuamente la propria offerta culturale e fa di essa un fattore di rinnovamento e di sviluppo del territorio. Il museo è stato inaugurato il 15 dicembre 2002, ed è una struttura specializzata su Futurismo e Novecento. Il Mart si articola in tre sedi (MartRovereto, sede principale, dedicata alle collezioni di arte del ‘900 e della contemporaneità, ai fondi archivistici e bibliografici; MartTrento, Palazzo delle Albere, sede delle collezioni di arte dell’800 e Casa Museo Depero, a Rovereto, dedicata al Futurismo), aspetto che rende chiara la nascita di un vero e proprio distretto culturale che coinvolge la città di Rovereto e il capoluogo trentino. Ancora di rilevante interesse, i Parchi letterari, un approccio che integri il turismo culturale alla conservazione dei beni culturali e dell’ambiente, mettendo in risalto la stretta relazione fra sviluppo turistico, crescita economica

e conservazione del patrimonio culturale ed ambientale, guarda con attenzione anche al Patrimonio Immateriale attraverso la promozione di manifestazioni finalizzate alla valorizzazione della letteratura orale e scritta, delle cerimonie, delle tradizioni imprenditoriali, artigianali ed enogastronomiche. La salvaguardia e la valorizzazione dei luoghi dell’ispirazione letteraria nati dall’idea e dall’opera di Stanislao Nievo, sono elementi di grande importanza per promuovere nel territorio nazionale e internazionale la conoscenza del nostro paesaggio culturale nel suo complesso, facendone allo stesso tempo un motore economico. Sono i luoghi stessi che comunicano le medesime sensazioni che hanno ispirato tanti autori per le loro opere e che i Parchi intendono fare rivivere al visitatore elaborando interventi che ricordano l’autore, la sua ispirazione e la sua creatività, attraverso la valorizzazione dell’ambiente, della storia e delle tradizioni del luogo. Un metodo di interpretazione dello spazio che consente di reinterpretare il territorio e di dare un significato ai luoghi in un equilibrato connubio tra paesaggio, patrimonio culturale e attività economiche. Il lettore diventa visitatore e dispone così di una chiave di lettura che stimola la visita di località altrimenti considerate solo per il loro panorama, e partecipa alla loro salvaguardia. Per questi motivi I Parchi Letterari sono fatti di accoglienza, di visite guidate, di eventi spettacolarizzati, e prevedano la possibilità di coinvolgere anche le realtà imprenditoriali identificative dall’enogastronomia all’artigianato. La letteratura diventa anche un mezzo per contribuire a tutelare l’ambiente inteso come luogo dell’ispirazione; un metodo originale che attraverso gli autori interpreta i luoghi come insieme di risorse ambientali,sociali, storiche, artistiche e di tradizioni. Uno strumento di sviluppo sostenibile che gratifichi il territorio e distribuisca benefici socio-economici attraverso un indotto diversificato. In questo ambito, e per propria missione opera l’Osservatorio Europeo del Paesaggio (OEP) che sulla scorta delle Raccomandazioni CM / Rec (2008) 3 del Comitato dei Ministri degli Stati membri del Consiglio d’Europa sugli orientamenti per l’attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio ha il compito di:

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UNA RISORSA DA TUTELARE

• Descrivere la condizione

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dei paesaggi in un dato periodo di tempo; • Scambiare informazioni sulle politiche e le esperienze in materia di protezione, la gestione e la pianificazione dei paesaggi e il livello della partecipazione alle scelte ai vari livelli decisionali; • Utilizzare ed elaborare documenti storici sui paesaggi per la comprensione e l’interpretazione dei livelli evolutivi del paesaggio (banche dati, archivi, testi, fotografie, ecc); • Elaborare indicatori quantitativi e qualitativi per valutare l’efficacia delle politiche del paesaggio secondo le linee guida del Coe; • Fornire dati ed informazioni che portano ad una comprensione delle tendenze e delle previsioni di scenari (forward-looking); • Scambiare informazioni ed esperienze tra le regioni del mediterraneo e le comunità territoriali, comprese quelle già in atto, basate su esemplarità ed integrazione delle politiche, sociali, ecologiche e culturale per il paesaggio. L’OEP si pone come obiettivo strategico l’applicazione della CEP ispirandosi ai seguenti principi: a. riconoscere il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità; b. stabilire ed attuare politiche paesaggistiche volte alla protezione, alla gestione, alla pianificazione dei paesaggi tramite l’adozione delle misure specifiche nel rispetto della CEP;

Il vigneti delle Langhe. Sullo sfondo le Alpi Cozie e il Monviso.

c. avviare procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità locali e regionali e degli altri soggetti coinvolti nella definizione e nella realizzazione delle politiche paesaggistiche; d. promuovere il paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanistiche e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico, nonché nelle altre politiche che possono avere un’incidenza diretta o indiretta sul paesaggio. L’Osservatorio è istituito secondo il modello del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT), nuovo strumento giuridico europeo introdotto dal regolamento (CE) n. 1082 del 5 luglio 2006 , ‘’al fine di superare gli ostacoli che impediscono la cooperazione transfrontaliera e consentire la creazione, sul territorio della Comunità, dei gruppi cooperativi dotati di personalità giuridica”. La base giuridica di tale nuova figura del panorama europeo si ritrova nell’art.159 del Trattato di Roma per il quale, accanto ai Fondi Strutturali, possono disporsi azioni specifiche per realizzare il perseguimento della coesione economica e sociale prevista dal Trattato stesso e, in particolare, strumenti di cooperazione a livello territoriale che permettano agli Stati membri e alle loro articolazioni (regioni ed enti locali) di meglio coordinare gli interventi sinergici pur in contesti di legislazioni e procedure nazionali differenti. La cooperazione territoriale si attua in maniera conforme ai principi di sussidiarietà e proporzionalità, così come enunciati dall’art. 5 del Trattato istitutivo della Comunità Europea, e non esclude la possibilità di far partecipare ad un GECT entità territoriali di Paesi terzi. Il GECT ha la facoltà di attuare programmi di cooperazione transfrontaliera cofinanziati dalla Comunità, segnatamente a

titolo dei Fondi strutturali in conformità del regolamento CE relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale, nonché programmi di cooperazione transnazionale e interregionale, oppure di realizzare azioni di cooperazione transfrontaliera unicamente su iniziativa degli Stati membri e delle loro regioni ed enti locali, senza alcun intervento finanziario della Comunità. Il GECT è dotato di personalità giuridica ed ha capacità di agire in nome e per conto dei propri membri, segnatamente degli enti regionali e locali da cui è costituito. L’Osservatorio ha sede nella Certosa di San Lorenzo in Padula (Patrimonio Mondiale dell’Umanità). L’Osservatorio opera monitorando ed individuando strumenti e strategie per il paesaggio, che a livello locale trovano concreta applicazione condividendo esperienze e programmi di attività strettamente correlate ai paesaggi locali; attività che vedono la loro più efficace applicazione proprio per il contributo di più parti ad ispirarne l’attuazione. In relazione al duplice contesto geografico di riferimento, mediterraneo e nazionale, per le attività svolte dall’OEP, sono state

individuate due linee di intervento: la prima linea di intervento riguarda le attività istituzionali definite, in senso lato, internazionali, aventi ad oggetto tutti i luoghi della cooperazione, volta a definire criteri, indirizzi e strategie, oltre che a realizzare gli obiettivi dell’art. 6 della CEP (in questo settore è attualmente in corso un programma EMPI per il Mediterraneo e un programma di censimento delle aree naturali di Arco Latino; la seconda linea di intervento comprende attività a connotazione locale (nazionale) volte principalmente all’identificazione e alla conoscenza dei paesaggi del territorio locale oltre che all’applicazione concreta di quei criteri e strategie individuati dalla sinergia internazionale (con attività formative informative e di integrazioni di reti di interessi comuni ad altre realtà operative come nel caso del Premio Eco and City promosso dalla Fondazione Giovanni Spadolini, la Banca Mondiale sulle Conoscenze tradizionali e il loro uso innovativo (www.tkwb.org), l’Istituto Internazionale delle Conoscenze Tradizionali (ITKI), La Federazione dei Club e Centri UNESCO, la rete delle aree protette, ecc.). Peraltro, è evidente che la demarcazione tra le due linee d’intervento ha valore relativo, in quanto anche un’attività connotata da elementi di specificità locale è può creare un patrimonio di conoscenze ed esperienze, soprattutto in campo metodologico, che possono essere “esportate” in altri contesti geografici, e, anzi, realizzare una tale “permeabilità” di competenze è proprio uno degli obiettivi principali dell’OEP. In quest’ottica, i temi del Paesaggio, come indicati negli auspici della Convenzione Europea del Paesaggio, rappresentano il campo di azione e monitoraggio nelle declinazioni che il territorio e i suoi abitanti interpretano e “percepiscono” funzionali alla qualità della vita. Domenico Nicoletti, Giornalista, Segretario Generale dell’OEP, Docente presso l’Università di Salerno.

Il porticciolo di Acciaroli sul mare da bandiera Blu di Pollica.

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Alla scoperta di un fumigante paesaggio.

Energie territorio ambiente UNA RISORSA DA TUTELARE

e il

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Nell’oasi toscana dei saperi, o più comunemente Distretto delle Energie Rinnovabili, costituito per consentire il trasferimento di conoscenze in materia di utilizzo di risorse energetiche pulite e di esperienze maturate nel loro ambito, si sviluppano e si confrontano le competenze realizzate sia in ambito nazionale che internazionale.

N

per l’

on poteva mancare in questa carrellata di territori, un comprensorio dove si fondono natura, arte, storia e il mistero del fumigante paesaggio. Ma anche sviluppo ed eco sostenibilità. Un territorio che fuma e sbuffa: la magica atmosfera si coglie quasi d’istinto attorno a fumarole, biancane e sorgenti calde, in una natura potente e magica, unica al mondo, ricca di odori, suggestioni e paesaggi straordinari. Un’altra Toscana spalanca le braccia agli arditi profili di tanti piccoli paesi emergenti sui dorsi dei colli, tra prati verdissimi e fitta vegetazione, incastonati nel verde intenso di estesi boschi di querce e castagni. Ad occhio, in questa Toscana che sa di zolfo, sono almeno una ventina i borghi - con le frazioni sparse qua e là, in un territorio ricco di sorgenti naturali calde, lagoni, putizze, emergenze geotermiche - interessati allo sviluppo di un nuovo spazio tecnologico, definito “l’oasi toscana dei saperi”, o più comunemente Distretto delle Energie Rinnovabili, costituito per consentire il trasferimento di conoscenze in materia di utilizzo di risorse energetiche pulite e di esperienze maturate nel loro ambito, in sinergia con altre competenze realizzate sia in ambito nazionale che internazionale. Quelli dei bollori nelle vasche, il sibilo e il brontolio che annunciano la nebbia di acque salse, di solfatare, di lagoni o fumacchi sono rumori consueti in questo territorio che occupa una superficie di 1.200 chilometri quadrati: il groviglio di letti di fiumi, borri, torrenti caratterizzano queste antiche valli già abitate dagli Etruschi. Qui la terra fuma da sempre e naturalmente, poi cominciano i bianchi fuochi fatui (le biancane), con il fuoco del profondo che freme e alimenta le fumarole e i getti di vapore, considerati come segni dell’esistenza di Divinità sotterranee (alcune delle quali benevole, altre malvagie e pericolose), conosciute già nel Paleolitico. Le emissioni di vapore acqueo e di gas si sprigionano dal profondo, energia indispensabile per lo sfruttamento geotermico. E poi c’è il territorio del Parco Nazionale delle Colline Metallifere, entrato il 1 ottobre 2010 ufficialmente nella rete dei geoparchi UNESCO, qualificandosi con il nome di Tuscan Mining Geopark. Ed ancora: la prima Comunità Mondiale del Cibo ad Energia Rinnovabile, frutto di un’intesa tra Slow Food Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità, e Co.SVI.G. (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche), che hanno avviato nel 2008 un’iniziativa assolutamente nuova, individuando soluzioni appropriate per la produzione agro-alimentare con sistemi innovativi per il risparmio energetico e per la tutela dell’ambiente, anche attraverso l’utilizzo diretto del vapore endogeno e di altre fonti energetiche rinnovabili.

Ce n’è abbastanza per motivare l’inclusione di questo territorio (l’attività del Co.SVI.G. si estende anche ai Comuni del Monte Amiata) nella Rete Angelo Vassallo, la Rete delle Reti promossa, in occasione del 40° Anniversario della World Heritage List, dal Premio Eco and the City Giovanni Spadolini e dall’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, coinvolgendo i rappresentanti di territori che custodiscono autentici patrimoni culturali ed ambientali, impegnati in azioni collettive di tutela del paesaggio (culturale e letterario, ambientale e naturale), per stabilire una interconnessione tra le Reti UNESCO e le varie Reti territoriali.

L’obiettivo è fare sistema L’obiettivo è di stabilire una migliore conoscenza tra territori e paesaggi anche se già organizzati localmente per contribuire a formare una cultura consapevole della sostenibilità, lanciando in questa occasione di riflessione, un messaggio forte e chiaro per la salvaguardia del patrimonio culturale, naturale e umano, e l’individuazione dei Percorsi Sostenibili, tanti ancora da scoprire, lungo tutta la penisola. C’è una curiosità in questa storia: la prima traccia dei Percorsi Sostenibili, ora in evoluzione sull’intero territorio nazionale, perché abbinata alle strategie del Premio e della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, è stata lasciata proprio da queste parti, dove è maturata l’idea di un Premio che facesse da collante fra le varie iniziative avviate sull’intero territorio nazionale. Ricorda Piero Ceccarelli, Presidente di Co.SVI.G. “Il progetto si è sviluppato proprio nel nostro comprensorio geotermico, con un programma articolato e ambizioso, visti i risultati, funzionale per far confrontare tanti territori che hanno fatto scelte sostenibili diverse per promuovere l’economia green”. Un comprensorio che è stato definito il crocevia delle iniziative avviate in Italia, dove c’è la possibilità concreta di sperimentare un percorso di sviluppo sostenibile del territorio attraverso la produzione e l’uso di energia da fonti rinnovabili, legando questi processi alle caratteristiche e tradizioni dell’area e all’innovazione tecnologica, è Piero Ceccarelli, Presidente del Co.Svi.G.

diventato la piattaforma di lancio di un progetto destinato a varcare i confini nazionali. “Fondamentale - aggiunge - l’alleanza con la Fondazione Spadolini Nuova Antologia e con il periodico Energeo Magazine e, in una fase successiva, con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO per far segnare uno step importante nella storia del Premio, dedicato allo statista Giovanni Spadolini”. La tempestività con cui nel Distretto è stato colto questo interessantissimo processo - che si è ulteriormente sviluppato negli ultimi anni non soltanto per far riconoscere i propri luoghi per le caratteristiche turistiche, ma anche per il raggiungimento della consapevolezza di applicare nuove formule sostenibili nel rispetto dell’ambiente, della tutela del paesaggio e del risparmio energetico - fa scuola. Anche perché si è capito che quando un territorio progetta il suo futuro, dichiara subito la sua vera identità, è facile che il nuovo modello di sviluppo adottato possa essere confrontato con altre realtà. Ecco perché il Distretto entra a pieno titolo, da protagonista, nella RETE che vuole raccogliere i luoghi con una gran voglia d’identità. L. L.

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La Regione Abruzzo, vincitrice della Medaglia Spadolini, ha intrapreso in collaborazione con Energeo Magazine, un ruolo guida per favorire la divulgazione delle buone pratiche.

RUBRICA BUONE PRATICHE

Una Regione a tutta Energia

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Nel corso degli ultimi anni ha aderito a diversi progetti europei nel campo delle fonti di energia rinnovabile, risparmio ed efficienza energetica Molti i progetti sviluppati e conclusi dalla Regione Abruzzo che promuovono da un lato la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale e dall’altro lato lo sviluppo equilibrato del territorio. Essi consistono in iniziative di cooperazione tra Paesi confinanti, inserite nella politica europea di un mercato sempre più allargato e complesso.

L

a Commissione Europea eroga fondi per realizzare progetti o attività in relazione alle politiche dell’Unione europea inerenti ad esempio ricerca, istruzione, sanità, ambiente, energia, gli aiuti umanitari, sviluppo rurale, pari opportunità. Questi fondi possono essere destinati a organizzazioni private o pubbliche; ogni anno, i servizi della Commissione che gestiscono le sovvenzioni, pubblicano dei bandi con indicazione delle linee generali delle sovvenzioni che sono previste nel corso dell’anno (area di attività, obiettivi, tempi, budget disponibile, condizioni di aggiudicazione). Gli interessati, secondo quanto indicato dagli specifici bandi, presentano attraverso procedure telematiche, una proposta di azione/progetto che corrisponde agli obiettivi perseguiti e soddisfa le condizioni richieste. In generale la presentazione di un progetto viene fatta da un gruppo di soggetti (pubblici e privati, nazionali ed esteri) chiamati “consorzio” che svolgono insieme le attività di progetto e lo attuano nel proprio territorio. Tutte le domande vengono valutate sulla base di criteri prefissati e sulla base del principio di trasparenza, successivamente i servizi della Commissione pubblicano sui loro siti Internet l’elenco delle sovvenzioni concesse. In linea generale i fondi sono una forma di finanziamento complementare. L’Unione europea non finanzia i progetti fino al 100% (ad eccezioni di alcuni progetti che si svolgono al di fuori dell’Unione europea); inoltre non possono essere concessi con effetto retroattivo per le azioni che sono già completate. I progetti prevedono l’attuazione di azioni pluriennali, studi, ricerche, attività di informazione e formazione dei cittadini e degli addetti ai lavori. Fonte(http://ec.europa.eu/grants). La Regione Abruzzo Servizio Energia, vincitrice della Medaglia Spadolini, ha intrapreso in collaborazione con Energeo Magazine, un ruolo guida per favorire la divulgazione delle buone pratiche. Nel corso degli ultimi anni ha aderito a questi programmi con diversi progetti europei nel campo delle fonti di energia rinnovabile, risparmio ed efficienza energetica. Qui di seguito una sintesi delle attività svolte allo scopo di informare il lettore sulle molteplici possibilità offerte dai fondi europei ed altresì i numerosi campi di applicazione. I Progetti INTERREG promuovono da un lato la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale e dall’altro lato lo sviluppo equilibrato del territorio. Essi consistono in iniziative di cooperazione tra Paesi confinanti, inserite nella politica europea di un mercato sempre più allargato e complesso. Tra questi la Regione Abruzzo ha già concluso: Enerwood: energia rinnovabile e patrimonio boschivo. Il progetto ha avuto come

Mauro Di Dalmazio, Assessore all’Ambiente.

obiettivo la Ricognizione delle tecnologie consolidate e innovative per la produzione di energia da fonte rinnovabile, la Creazione di una banca dati comune per una migliore gestione delle risorse boschive, delle attività agricole connesse e uno sviluppo sostenibile dei territori (progetto realizzato con Molise, Puglia, Provincia di L’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara, Università di L’Aquila, Università di Chieti, di Lecce, Abruzzo promozione Turismo, Croazia, Serbia, Slovenia, Albania). Con Regenergy è stato affrontato il tema del riscaldamento e raffrescamento con un approfondimento sul teleriscaldamento insieme a partners provenienti da Spagna, Germania, Danimarca, Grecia, Lituania, Polonia, Regno Unito, Ungheria, Italia, Lettonia, Estonia. Enersun: Sviluppo e sperimentazione congiunta di un sistema di generazione e stoccaggio di energia dal sole. Grazie a questo progetto è stato realizzato un impianto fotovoltaico presso una struttura pubblica del comune di Pescara, sono state fatta attività di informazione ai cittadini circa i benefici economici e ambientali delle energia da fonti rinnovabili. More4energy: promozione, sviluppo ed utilizzo delle fonti rinnovabili. Alla fine del progetto, i partner hanno anche riportato la loro esperienza in un manuale pratico per le strategie energetiche regionali, anche per dare un supporto alle regioni partner meno avanzate nella definizione e nel miglioramento degli obiettivi delle loro strategie energetiche sostenibili. Tale manuale include anche le linee guida per un sistema di monitoraggio per valutare il progresso degli obiettivi energetici identificati. Partner di progetto provenienti da Flevoland (NL), EPF/Gabrovo (BG), Lazio (I), Maramures (RO),Norrbotten (S), Noord-Brabant (NL),Prahova (RO), Västernorrland (S), Valencia (E), Grecia occidentale (GR). Il nuovo progetto Regions4GreenGrowth prevede la continuazione delle attività svolte. La Commissione Europea, attraverso il bando Intelligent Energy Europe, finanzia progetti innovativi in efficienza energetica, sull’ utilizzo razionale di nuove e diversificate fonti energetiche rinnovabili anche nel settore dei trasporti, erogando un contributo sino al 75% del costo previsto. Il progetto deve essere presentato da almeno tre persone giuridiche con sede in tre diversi paesi dell’Unione Europea (imprese, enti locali, centri di ricerca). Probio: Incoraggia l’integrazione la produzione e il consumo del biodiesel tramite lo sviluppo di iniziative concrete di mercato a livello locale,

Un disegno realizzato dai che ha partecipato al concorso Energiochi.

attività di promozione e formazione. Porgetto realizzato con Province di Burgos, Ávila e Huelva (Spagna), Regione Pomurje (Slovenia); Biogas Regions: incoraggia la diffusione di impianti di digestione anaerobica nel settore agricolo per la produzione di Biogas per la produzione di energia elettrica e calore. Sono stati organizzati seminari e visite guidate ad impianti esistenti per agricoltori, rappresentanti di enti pubblici e tecnici, nonché brochure informative sul biogas e studi di fattibilità di impianti all’interno delle regioni partner di progetto. Partner: Francia, Spagna, Germania, Polonia, Austria, Belgio, Slovenia, Regione Abruzzo (Italia), Regno Unito. Biomethane Regions (si tratta di un progetto particolarmente innovativo tuttora in corso): l’attività del progetto Biogas Region continua con attenzione particolare alla produzione di Biometano dal Biogas, da usarsi come combustibile per veicoli o da immettersi nella normale rete del gas metano. Il Programma di Cooperazione transfrontaliero IPA-Adriatico, oltre alle province adriatiche italiane, considera eleggibili territori di Slovenia, Grecia oltre che di Croazia, Bosnia Erzegovina,

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RUBRICA BUONE PRATICHE

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Montenegro, Albania e Serbia (solo per progetti di cooperazione istituzionale). Il programma IPA-Adriatico si pone l’obiettivo rafforzare la cooperazione e lo sviluppo sostenibile della regione adriatica attraverso la realizzazione di iniziative riferite ai tre assi prioritari: cooperazione economica, sociale e istituzionale; risorse naturali e culturali e prevenzione dei rischi; accessibilità e reti. Per il territorio italiano il Programma è finanziato per l’85% da fondi comunitari (FESR e IPA) e per il restante 15% da fondi nazionali. o Il progetto POWERED (l’iniziativa è tuttora in corso) è finalizzato alla definizione di strategie e metodi condivisi per lo sviluppo dell’energia eolica offshore in tutti i paesi che si affacciano sul mare Adriatico. Lo scopo principale del progetto è di stilare delle linee guida per la realizzazione di parchi eolici offshore nel mare Adriatico compatibili con la politica di pianificazione e conservazione condivisa fra i partner del progetto. Parallelamente saranno individuati bacini marittimi di sviluppo per la tecnologia energetica in oggetto. Alterenergy - partner: soggetti istituzionali competenti nel settore energetico (18 tra Regioni, Ministeri e Agenzie pubbliche per l’energia) di Italia (tutte le regioni adriatiche – Regione Puglia, in qualità di Lead partner), Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia, Albania, Montenegro e Grecia. Il progetto (anch’esso in fase di attuazione) punta a promuovere lo sviluppo di una Comunità Adriatica sostenibile dal punto di vista energetico. In particolare, si intende promuovere la sostenibilità energetica nelle piccole comunità dell’area adriatica, attraverso una gestione integrata e sostenibile delle risorse energetiche e della produzione da fonti rinnovabili. Il progetto, pertanto, si concentra nello

sviluppo di modelli replicabili di gestione integrata e sostenibile delle risorse energetiche per le piccole città dell’area adriatica, migliorandone le capacità di pianificazione e gestione degli interventi di risparmio energetico e produzione di energia rinnovabile. Per quanto riguarda i progetti South East Europe, essi sono cofinanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) ed hanno l’obiettivo di migliorare “il processo d’integrazione territoriale, economico e sociale e contribuire alla coesione, alla stabilità e alla competitività” mediante lo sviluppo di partenariati transnazionali. Il programma si impernia su quattro priorità tematiche: innovazione, ambiente, accessibilità e sviluppo urbano sostenibile. Ciò costituisce un’opportunità concreta per i Balcani occidentali di avvicinarsi all’Unione europea e di approfondire le relazioni con i paesi viciniori dell’UE. In particolare il progetto EFFECT (in corso di svolgimento con altri 15 partner) nasce dalla necessità di innovare le procedure degli appalti pubblici e stimolare la loro integrazione con criteri di efficienza energetica. Tale attività permette alla Regione Abruzzo di approfondire nuove tematiche e conoscere meglio il proprio territorio, verificando anche quali possono essere le tecnologie che meglio si adattano alle potenzialità della Regione. Importanti sono anche le attività di informazione e formazione dei cittadini, per una migliore accettazione e comprensione di tecnologie che magari ancora non sono presenti nel territorio, nonché la formazione di tecnici e imprenditori abruzzesi. Rubrica a cura della Prof.ssa Iris Flacco - Dirigente Servizio Politica Energetica Qualità dell’Aria, SINA Ing. Alessandra Santini - Direzione Servizi Politica Energetica della Regione Abruzzo

Per maggiori dettagli www.regione.abruzzo.it/xaraen Fonti: (http://ec.europa.eu/grants) - www.fondieuropei2007-2013.it www.regione.abruzzo.it/xaraen - www.powered-ipa-it http://www.programmasee.it/ - http://www.balcanicaucaso.org/

Il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi.

A scuola d’Abruzzo Energiochi, il concorso che coinvolge tutte le scuole Abruzzesi, ha ottenuto la nomination per la categoria Istruzione al premio Awards 2012 della Campagna Europea Sustainable Energy Europe. Si tratta di un risultato importantissimo poiché testimonia la validità di questo progetto nell’educazione sostenibile sui temi dell’energia e la sua replicabilità anche in altre regioni italiane ed europee, nonché un riconoscimento all’impegno della Regione Abruzzo e di tutti gli alunni e gli insegnanti delle scuole.

Abbiamo fatto l’abitudine a vincere, ma fa sempre molto piacere, anche perché adesso tocca ai giovani”. Così il governatore della Regione Abruzzo Gianni Chiodi commenta la notizia, giunta da Bruxelles, che l’iniziativa Energiochi, il concorso che coinvolge tutte le scuole Abruzzesi, è in nomination per la categoria Istruzione al premio 2012 della Campagna Europea Sustainable Energy Europe. Gongola il governatore: “Sono i nostri under 16 eccellenza: piccoli campioni che crescono nella nostra terra dove nasce il seme della continuità nella promozione della sostenibilità ambientale. Qualche mese fa è toccato ai grandi che hanno conquistato la Medaglia Spadolini, speriamo che arrivi la statuetta degli Awards”. La Campagna Energia Sostenibile per l’Europa è un’iniziativa della Commissione Europea per accrescere la consapevolezza e la conoscenza sui temi dell’energia ed inoltre contribuire al raggiungimento degli obiettivi della politica energetica comunitaria in materia di fonti di energia rinnovabili, efficienza energetica, trasporti e combustibili alternativi. La premiazione, che si svolge nella prestigiosa sala dell’Albert Hall di Bruxelles, si inserisce nella settimana europea dell’energia sostenibile e, più in generale, nella campagna europea per l’energia sostenibile. L’obiettivo di questo concorso internazionale è puntare i riflettori sulle iniziative più notevoli, ambiziose e innovative nel settore dell’energia sostenibile e premiare i progetti più meritevoli. Inoltre, con questi premi (una statuetta che riproduce il logo della Campagna SEE) si intende favorire lo sviluppo delle più recenti iniziative in materia di energia in Europa. I vincitori possono essere progetti elaborati nell’UE ma anche partecipanti e beneficiari internazionali. Il concorso Energiochi, organizzato dal Servizio Politica Energetica della Regione Abruzzo, unitamente al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, all’Ufficio Scolastico Regionale e all’Università degli Studi dell’Aquila, Teramo, Chieti e Pescara, è già alla sua settima edizione e vede ogni hanno la partecipazione di oltre 10.000 studenti. Essere in nomination per la Campagna Sustenergy rappresenta un risultato importantissimo poiché testimonia la validità di questo progetto nell’educazione sostenibile sui temi dell’energia e la sua replicabilità anche in altre regioni italiane ed europee, nonché un riconoscimento all’impegno della Regione Abruzzo e di tutti gli alunni e gli insegnanti delle scuole. I vincitori delle diverse categorie saranno annunciati il 19 giugno 2012 a Bruxelles durante la settimana dell’energia sostenibile. La Settimana dell’Energia Sostenibile é un evento che si ripete ormai ogni anno con l’obiettivo di catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica europea sui temi dell’energia e fare il punto della situazione sullo sviluppo della campagna. In tali occasioni é possibile partecipare in tutta Europa a conferenze, workshop, attività didattiche e visite ad aziende ed impianti che producono o utilizzano energia rinnovabile e tecnologie per l’efficienza energetica. Il riconoscimento sarà assegnato durante la Settimana europea dell’energia sostenibile, inserendosi nel più ampio contesto della Campagna europea per l’energia sostenibile. A margine di questa notizia, l’Assessore all’Ambiente e Energia della Regione, Mauro Di Dalmazio, commentando il rapporto 2012 sulle fonti energetiche rin-

novabili che colloca l’Abruzzo tra le regioni più virtuose del Paese, dice: “Non è esagerato parlare di Abruzzo come modello di riferimento di una regione all’avanguardia che si sta caratterizzando per aver messo in campo una serie di politiche di sviluppo energetico che sono prese ad esempio a livello nazionale ed europeo. Su tutte, la nostra governance sul Patto dei Sindaci, riconosciuta best practice dall’Unione europea e che più di tutte dà l’idea delle linee innovative che propone l’Abruzzo’’. Con il Patto dei Sindaci l’obiettivo della disseminazione su tutto il territorio regionale di casi concreti di efficientamento energetico e’ stato pienamente raggiunto con l’apertura di 650 cantieri in Abruzzo. Il cittadino, in sostanza, vede nel proprio comune, piccolo o grande che sia, l’adeguamento di un edificio pubblico con parametri di efficientamento energetico. ‘’Non solo insiste l’Assessore - siamo regione leader e capofila sull’eolico off-shore con il progetto europeo Powered, che ha ottenuto peraltro importanti riconoscimenti a livello europeo e nazionale. Sullo stesso filone dell’energia, guidiamo anche il programma See Europe Effect che è finalizzato a definire linee per inserire nei bandi pubblici la valutazione dell’efficienza energetica. Un’attività a tutto campo compreso il coinvolgimento dei più giovani conclude Di Dalmazio - che è anche segnale di una politica sul territorio che sta portando avanti questo governo regionale: volevamo il coinvolgimento di tutti su problemi che interessano direttamente il cittadino. Se i risultati sono questi, ci stiamo riuscendo’’.

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Anno V - marzo/aprile 2012

Una banca

L’iniziativa è stata promossa dall’UNESCO.

RUBRICA BUONE PRATICHE

dati delle tecniche tradizionali e delle tecnologie sostenibili A Firenze è stato creato un Istituto Internazionale delle Conoscenze Tradizionali denominato ITKI (International Traditional Knowledge Institute) per mettere in rapporto la domanda di tecniche appropriate crescente nel mondo, e in particolare negli oltre 800 siti UNESCO, con l’offerta di imprese che operano in questo settore.

L

’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione la scienza e la Cultura) ha promosso la creazione a Firenze di un Istituto Internazionale delle Conoscenze Tradizionali denominato ITKI (International Traditional Knowledge Institute). L’Istituto ha la forma giuridica di un’associazione privata creata da soci, sostenitori e fondazioni che possono aderire con varie forme di contribuzione definite nello statuto. L’istituto è già operativo, riconosciuto di fatto dall’UNESCO e avrà statuto formale alla Conferenza Generale dell’UNESCO del 2013. L’Istituto è lo snodo di una rete internazionale preposta all’inventario, alla salvaguardia e alla diffusione innovativa delle Conoscenze Tradizionali. Si tratta di competenze, attività produttive, tecniche e pratiche antiche, tramandate attraverso le generazioni, diffuse nel territorio, utilizzate nella gestione dei suoli, nell’uso e nella protezione delle aree naturali, nelle architetture e nell’organizzazione dei centri urbani. Costituiscono il sapere storico dell’umanità che ha permesso la realizzazione di prodotti, architetture e paesaggi di valore universale. Tramite le conoscenze tradizionali si realizza l’uso appropriato delle risorse naturali: acqua, suolo, energia. Si determina l’armonia architettonica ed ambientale, la simbiosi tra le tecniche di organizzazione dello spazio, le tradizioni, le consuetudini sociali e la fusione di funzionalità e bellezza. Oggi queste conoscenze sono preziose sia per la gestione dei siti di valore sia per una riproposizione innovativa come tecnologie capaci dare una risposta alla crisi globale e di sviluppare innovazione sostenibile. Usare il sapere tradizionale non significa riapplicare direttamente le tecniche del passato, ma cogliere la logica di questo sistema di conoscenza e riapplicarla in modo creativo: le innovazioni appropriate di oggi sono la conoscenza tradizionale di domani. L’istituto ha il compito di creare una banca dati delle tecniche tradizionali e delle tecnologie sostenibili, già avviata allo stato prototipale (ww.tkwb.org). Una volta pienamente operativo il sito internet avrà una diffusione mondiale e diventerà il portale privilegiato e un sistema di certificazione e diffusione per soluzioni, buone pratiche e imprese impegnate in produzioni di qualità e nella diffusione della eccellenza toscana nel mondo. Con questa iniziativa Firenze diventa lo snodo delle attività UNESCO per la creazione di una nuova economia e tecnologia sostenibile. La conoscenza tradizionale e locale, infatti, è un fattore economico propulsivo in diversi settori produttivi. I valori della tradizione, le pratiche di lavorazione e

le capacità artigianali, sono la base su cui si fonda l’altissimo valore aggiunto di produzioni di enorme importanza economica. E’ un vanto per le case di produzione più raffinate enumerare tecniche tradizionali nei loro modi di lavorazione e il successo di tante imprese è proprio dovuto alla capacità di avere incorporato la tradizione nei loro processi o di essere localizzate in ambienti e centri storici tradizionali. Compito del Centro Internazionale delle Conoscenze Tradizionali di Firenze è inventariare le conoscenze antiche e promuovere e diffondere le pratiche di successo. Mettere in rapporto la domanda di tecniche appropriate crescente nel mondo, e in particolare negli oltre 800 siti UNESCO, con l’offerta di imprese che operano in questo settore. Le imprese appariranno sul portale UNESCO della banca dati delle conoscenze tradizionali con l’offerta di soluzioni e prodotti innovativi in sintonia con la richiesta crescente a livello internazionale di sostenibilità e qualità e potranno disporre di una vetrina esclusiva e di prestigio per l’affermazione dei propri prodotti a livello internazionale.

Grande successo a Yazd (Iran) del primo congresso mondiale sulle conoscenze tradizionali.

Le Conoscenze Tradizionali per disegnare il futuro

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i è concluso a Yazd, in Iran, il primo congresso internazionale sulle Conoscenze Tradizionali per la gestione delle risorse Idriche (TKWRM), svoltosi dal 21 al 23 Febbraio 2012. Yazd, antica capitale carovaniera posta a cavallo dei due grandi deserti iraniani, è stata iscritta nel patrimonio mondiale UNESCO come una delle più antiche città del mondo. E’ celebre per i qanat, i tunnel di captazione lunghi anche 40 chilometri che convogliano l’acqua verso la città, i caravanserragli di terra cruda e i badgir, le torri del vento che rinfrescano le abitazioni. Dal 2000 a Yazd opera il Centro internazionale sui Qanat (ICQHS), istituto a statuto privato riconosciuto dall’UNESCO che, insieme ad altri organismi iraniani e internazionali, ha organizzato il meeting. Il congresso ha riunito oltre 300 esperti e studiosi da 30 paesi del mondo, permettendo di fare il punto sulle ricerche e gli interventi di tutela in corso, e sul modo in cui le tecniche tradizionali di gestione dell’acqua possano essere utili nella società contemporanea. Pietro Laureano, direttore di IPOGEA e Presidente dell’Istituto Internazionale delle Conoscenze Tradizionali, che ha tenuto la conferenza magistrale di apertura dal titolo “le Conoscenze Tradizionali per rispondere alla crisi globale”, ha dichiarato: “Le conoscenze tradizionali hanno permesso nel passato la realizzazione dei monumenti, delle città e dei paesaggi che apprezziamo, ma non vanno studiate e protette solo per il loro significato storico: esse hanno una validità di riproposizione di grande attualità. La crisi idrica, il degrado dei suoli, la desertificazione possono trovare risposta in queste conoscenze e tecniche, che permettono un approccio più adatto alla situazione locale e rispettoso degli ecosistemi. Queste tecniche recuperano le identità delle comunità, sono ad alta componente di lavoro e non distruggono risorse naturali, contribuendo alla diminuzione della povertà, al perseguimento della pace e di un futuro sostenibile”. Il convegno è stato importante per il carattere operativo dato dagli esperti, che si sono organizzati in network per realizzare progetti ed esperienze concrete di uso innovativo delle tecniche tradizionali per combattere la siccità e la desertificazione, e promuovere un nuovo modello di sviluppo. Lucilla Minelli, italiana, che lavora all’UNESCO a Parigi ha dichiarato ”E’ entusiasmante vedere riunite qui in Iran le più alte competenze dei cinque continenti per affrontare in maniera innovativa problemi fondamentali per il pianeta. E’ grazie a questi momenti che si affermano le idee, le professionalità e i progetti che avranno un impatto nel futuro. Erano manifestazioni che una volta si facevano in Italia, quando eravamo all’avanguardia nella teoria e nella pratica del restauro, e ora dobbiamo ringraziare l’Iran di farsene portatore”. Il prossimo incontro si terrà fra tre anni e la Cina si è candidata come paese ospite, ma Semsar Yazdy, direttore del Centro Internazionale dei Qanat dell’Iran, ha proposto di organizzarlo in Italia presso l’Istituto Internazionale delle Conoscenze Tradizionali promosso dall’UNESCO a Firenze, con sede attuale a Bagno a Ripoli (FI). Intanto se ne parlerà a Trento il prossimo novembre. A cura di Ipogea (www.ipogea.org)

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Yazd, Iran, il Centro Internazionale dei Qanat e delle strutture idrauliche, sede del convegno sulla Gestione delle Conoscenze Tradizionali Idriche.

In alto Pietro Laureano davanti ad una neviera a Yazd, Iran. Pietro Laureano, direttore di IPOGEA e Presidente dell’Istituto Internazionale delle Conoscenze Tradizionali.

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