ENERGEO MAGAZINE Anno V Novembre - Dicembre 2012

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Edipress Communications - Torino - Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione postale DI 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art 1, comma 1,CB/Torino - (novembre/dicembre 2012) - N. 5 - Abbonamento 6 numeri 30 euro.

Anno V - novembre/dicembre 2012 - Prezzo di copertina 5,50 euro

Periodico per la promozione dell’attività dell’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali - ITKI UNESCO, Banca Mondiale sulle Conoscenze Tradizionali - TKWB, Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, Distretti Energetici e Ambientali, Poli di ricerca, Rete delle Reti Angelo Vassallo, Osservatorio Europeo del paesaggio di Arco Latino.

Una Medaglia per la ricostruzione solidale Il Premio Spadolini torna in pista e riparte da Modena Il Manifesto dei Valori di Res tipica ANCI

Il contratto di fiume, nuovo modello di governance del paesaggio fluviale


anno 148° Serie trimestrale fondata da Giovanni Spadolini Direttore Responsabile: Cosimo Ceccuti, affiancato da un Comitato di garanti presieduto da Carlo Azeglio Ciampi e composto da Pierluigi Ciocca, Antonio Maccanico, Claudio Magris, Antonio Paolucci.

Dall’Unità d’Italia un periodico al servizio della cultura e del Paese

Dal 1866 sempre Una rivista ispirata ai sentimenti di libertà, di individualità, di spirito critico, che fanno parte insopprimibile della nostra storia. Dalle sue pagine classiche emerge un quadro fedele della cultura italiana, al di sopra delle mode vacillanti e oscillanti dell’industria culturale.

Abbonarsi è un contributo alla cultura per un mondo migliore Il costo dell’abbonamento annuo a “Nuova Antologia” (4 fascicoli trimestrali, 1600 pagine complessive di testo), è di 54,00 euro per l’Italia e 62,00 euro per l’estero. Il prezzo di ogni fascicolo è di 16,00 euro per l’Italia e di 20,70 euro per l’estero. I versamenti possono essere effettuati sul c/c n. 30896864 intestato a Periodici Le Monnier - Firenze (Italia).

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Anno V - novembre/dicembre 2012

Nasce il progetto di dar vita, attraverso la Rete delle Reti Angelo Vassallo, ad una “finestra di dialogo” con Expo 2015 per offrire una collaborazione concreta sui temi dello sviluppo e della sostenibilità

Expo 2015 fa l’occhiolino ai network virtuosi

I territori sono autentiche “officine del fare” con la capacità di organizzare la creazione di valore.

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Il Palazzo Vinciprova a Pioppi, sede del Museo della Dieta Mediterranea.

biente e il valore di dar conto alle generazioni future, favorendo l’organizzazione della loro cooperazione come vero tessuto di un Paese da ricostruire. In questo fervore operoso la proposta della Rete delle Reti Angelo Vassallo può fare da catalizzatore della metamorfosi. Perché spinge a ragionare su un obiettivo destinato ad andare oltre il 2015; perché costringe a pensare le differenze, mettendo assieme i campanili. Perché scava nella profondità delle radici culturali, favorendo la verifica della solidità delle imprese che operano in ambiti territoriali ben definiti. Perché spinge a ragionare sulla capacità della cultura del territorio di muoversi in questa direzione. Perché è forse l’unico modo di mettersi in gioco tra le due polarità dell’innovazione e l’identità, per non far morire i germogli di speranza nel lungo inverno della crisi. L’esempio è uno solo. Il Premio riparte da Modena sotto il segno di Enzo Ferrari, un uomo entrato nel mito, e di Giovanni Spadolini, due grandi protagonisti della nostra storia, entrambi con lo sguardo rivolto al futuro. Riparte con un grande progetto da un’officina entrata nella storia, diventata spazio polivalente come Museo Casa Enzo Ferrari, luogo magico, esclusivo, avvolgente, avveniristico, pieno di identità, in grado di dare un forte segnale al Paese. Ci sono, infatti, diverse opportunità di coinvolgimento nei confronti di Comuni, sindaci, abitanti dei luoghi che vanno alla ricerca di un’identità “virtuosa”, di paesaggi da tutelare, conoscenze tradizionali da riscoprire, territori che diventano officine di “migliori pratiche” da divulgare, cultura materiale da conservare, autentico motore di un Paese che ha tanta voglia di svoltare.

EDITORIALE

EDITORIALE

P

rogettualità e concretezza, passione e impegno costante. Partiamo da un episodio significativo che ci spinge a ragionare sulla capacità dei territori di muoversi nella stessa direzione. Stefano Pisani, sindaco di Pollica, dove è nata la candidatura come patrimonio UNESCO della Dieta Mediterranea, recentemente, a Napoli, nel corso di un incontro a Castel dell’Ovo, ha proposto all’amministratore delegato di Expo 2015 Giuseppe Sala, di lavorare insieme per la grande manifestazione Expo 2015, affinché l’Italia diventi il centro mondiale della nutrizione nel 2015, puntando soprattutto sulla Dieta Mediterranea. Expo Milano 2015 sarà l’occasione in cui 130 paesi, da tutto il mondo, potranno illustrare i loro programmi per la sostenibilità alimentare. Un’opportunità per educare le future generazioni a fare un uso consapevole degli alimenti e a non sprecare, pur godendo appieno del piacere del cibo. Erano presenti il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris, sindaco del capoluogo partenopeo, che hanno avviato un percorso condiviso per promuovere la rassegna mondiale. Da qui il progetto di dar vita attraverso la Rete delle Reti Angelo Vassallo ad una proposta concreta di aprire una “finestra di dialogo” con Expo 2015, in occasione della presentazione della nuova edizione del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, prevista a Milano nella prossima primavera, per offrire una efficace collaborazione sui temi dello sviluppo e della sostenibilità. L’iniziativa è condivisa da tutti gli aderenti alla Rete di cui si è fatto promotore il giovane Sindaco di Pollica, affiancato dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia che, attraverso il Premio, ha colto il brulichio operoso del territorio italiano. Una coalizione che ha dato vita, per ora, ad una micro-rete impegnata a costruire insieme una fitta trama, fatta da network virtuosi in tutt’Italia, che sono, nei fatti, apripista di un percorso nuovo da costruire attraverso un modello condiviso che lascerà la sua impronta duratura ad un evento che guarda al mondo ma che consegnerà al nostro Paese un’eredità straordinaria. Continuando sulla strada intrapresa, i sindaci di questi luoghi - ci sono anche i sindaci aderenti a Res Tipica Anci (sono oltre duemila), i quali hanno sottoscritto, recentemente, un “Manifesto di Valori” che sintetizza e materializza il localismo che fa bene, - puntano su tre elementi strategici: territorio, risorse, iniziative sostenibili. Territori che sono autentiche “officine del fare” con la capacità di organizzare la creazione di valore, il valore della cultura delle persone, il valore dell’am-

Stefano Pisani, Sindaco di Pollica, mostra la Medaglia Spadolini conferita alla Dieta Mediterranea.

T. R.

Ancel Keys, lo studioso che diede visibilità internazionale alla Dieta Mediterranea, nello studio della sua casa di Pioppi.

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Anno V - novembre/dicembre 2012

Redazione: Pierpaolo Bo edipress@hotmail.com Marketing: Luigi Letteriello - 334.120.71.85

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IL SOMMARIO

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LA MEDAGLIA SPADOLINI Una Medaglia per la ricostruzione solidale L’edizione del 2013 a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma I vincitori della Medaglia Spadolini I protagonisti della Comunicazione e dei media affiancano il Premio La Medaglia Spadolini, un riconoscimento prestigioso PRIMO PIANO - Una questione di stile Il premio in pillole - Le categorie finaliste

ATTUALITÀ Il Premio Spadolini torna in pista e riparte da Modena Il progetto decolla da un’officina entrata nella storia Un luogo prestigioso per far partire una grande iniziativa Una ribalta esclusiva Un felice connubio I territori virtuosi adottano il Premio Il ricordo della Grande Guerra di Enzo Ferrari Un evento che preannuncia forti emozioni Due grandi del nostro tempo Un premio per la ricostruzione solidale

IL GUSTO DEL TERRITORIO

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Cilento, una natura ricca di sapori antichi I meccanismi di tutela Una storia antica La Ricerca sulla Dieta Mediterranea Le Origini della Ricerca sulla Dieta Mediterranea La bella avventura di Ancel Keys La Ricerca sulla Dieta Mediterranea oggi Gli Effetti Benefici della Dieta

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Il localismo che fa bene Il Manifesto dei Valori Una condivisione culturale I nuovi scenari di Res Tipica ANCI Il Manifesto dei Valori di Res Tipica ANCI

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II contratto di fiume, nuovo modello di governance del paesaggio fluviale Rinasce il fiume Tordino Un progetto pilota premia anche la Provincia di Lucca Alla ricerca dei paesaggi fluviali perduti L a sfida di un pittore, il d’Artagnan della Val Sele

IL CALORE DELLA TERRA

RES TIPICA E DINTORNI

BEST PRACTICE

42 L’Unione europea scommette sulla geotermia 43 La geotermia può essere soltanto un’opportunità 44 Dica trentatrè

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LA LIBRERIA DI ENERGEO MAGAZINE Nuova Antologia Questa è la mia Terra L’Appennino Piemontese

Progetti speciali e Pubblicità: Promedia Srl marketing@energeomagazine.com Segreteria di Redazione: Lucrezia Locatelli Progetto Grafico: Spider S.a.s. Realizzazione grafica: Stefania De Cristofaro Comitato Scientifico: • Augusto Marinelli, già Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Firenze, Presidente della Giuria Premio Eco and the City Giovanni Spadolini. • Prof. Giovanni Puglisi Presidente CNI UNESCO e Magnifico Rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM. • Giuseppe Blasi, già responsabile delle sede Rai della Campania, coordinatore dei corsi della Scuola di Giornalismo dell’Università di Salerno. • Dario Carella, MdA Mérit Europeenne, Fondation du Mérite Europeenne, Lussemburgo. • Andrea Chiaves, progettista emerito di impianti innovativi di cogenerazione e teleriscaldamento. • Stefano Masini, responsabile Ambiente e Consumi Coldiretti. • Fabrizio Montepara, Presidente Res Tipica ANCI. • Domenico Nicoletti, Docente Università degli Studi Scienze Ambientali di Salerno. • Angelo Paladino, Presidente dell’Osservatorio Europeo per il Paesaggio di Arco Latino. • Dipak Pant, Professore di Antropologia e Economia, fondatore e direttore dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’Università di Castellanza. • Carlin Petrini, fondatore e Presidente di Slow Food. • Luigi Spagnolli, Presidente Commissione Ambiente ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani). • Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità. • Alessandro Vercelli, docente di Economia e Ambiente Università di Siena. Consulente tematiche e sviluppo azioni: • Dichiarazione UNESCO sul Paesaggio • Sistemi di Scienze locali, Tecniche e Conoscenze Tradizionali • Banca Mondiale Conoscenze Tradizionali (Banca del sapere) - TKWB • Pietro Laureano, Presidente dell’Itki International Traditional Knowledge Institute UNESCO Collaboratori: Maja Argenziano, Michaela Barilari, Serena Ciabò, Alberto Chini, Puccio Corona, Claudio Chiaves, Leone Chistè, Filippo Delogu, Lello Gaudiosi, Gabriele Maniscalco, Maria Mazzei, Adriano Pessina, Marco Pontoni, Federica Rolle, Maurilio Ronci, Carlo Sacchettoni, Alessandro Sbrana, Alessandra Santini, Francesca Vassallo.

Fotografie: Gerry Annone; Associazione Culturale Padre Chini; Coldiretti - Ambiente e Consumi; Marzia Bianchi (Fondazione Kampo; M. Cirillo; Alessandra Ciullo; Commissione Nazionale Italiana UNESCO (Ufficio Stampa); Comune di Pollica; Comune di Transacqua; Consorzio Comuni Trentini; Co.Svi.G.: Comunicazione e Territorio; Giuseppe Cucco; M. Di Berardo; Tonino di Marco; Foto Germogli; Massimo Gherardini; ITKI UNESCO-Ipogea; Relazioni Esterne La Casa Verde CO2,0; Antonio Siani; Studio 129 Modena (Museo Casa natale Enzo Ferrari); Ufficio Stampa Regione Abruzzo; Ufficio Stampa Regione Campania; Ufficio Stampa Regione Piemonte; Archivio Slow Food; Archivio Fondazione Spadolini Nuova Antologia; Ufficio Stampa Provincia autonoma di Trento; Ufficio Stampa Provincia di Modena; Angelo Trotta. Gli articoli e le note firmate esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano la direzione e la redazione di Energeo Magazine. Tutela della Privacy: Energeo Magazine viene inviato in abbonamento postale. Il fruitore del servizio può chiedere la cancellazione o la rettifica dei dati ai sensi della Legge 675/96. Prezzo di copertina: Euro 5,50 Abbonamento a 6 numeri Euro 30,00 Diffusione on line: www.regione.abruzzo.it www.comunitrentini.it www.distrettoenergierinnovabili.it www.ecoandthecity.it www.energeomagazine.com www.edipress.net www.ipogea.org/ www.osservatoriopaesaggio.eu (in costruzione) www.restipica.net Direzione, Redazione, Abbonamenti: Edipress Communications Sas Corso Re Umberto, 82 - 10128 Torino (+39)011.568.20.82 - 335.606.04.90 334.120.71.85 - www.edipress.net abbonamenti@energeomagazine.com Uffici di Corrispondenza: • Distretto Energie Rinnovabili Via Bellini, 58 - Firenze Tel. (+39)055.36.81.23 - Fax (+39)055.321.70.26 • Trento - Consorzio dei Comuni Trentini Via Torre Verde, 23 - Tel. 0461 987139 • ITKI UNESCO Ipogea (Centro ONU) Via Roma 595 - 50012 Bagno a Ripoli (Firenze) • Osservatorio Europeo del Paesaggio Arco latino - Certosa di San Lorenzo 84034 Padula (Patrimonio UNESCO) (+39)366.980.14.55 - Fax 0974.95.38.14

IL SOMMARIO

Direttore responsabile: Taty Rosa energeodirettore@hotmail.com

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Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana.

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Anno V - novembre/dicembre 2012

Una Medaglia

Il Professor Augusto Marinelli, Presidente della Commissione Giudicatrice.

LA MEDAGLIA SPADOLINI

per la ricostruzione solidale Il Premio Eco and the City, che promuove e valorizza l’eredità culturale di Giovanni Spadolini, a diciotto anni dalla morte, guarda alle aree del cratere sismico dell’ultimo terremoto che ha colpito l’Emilia e l’Oltrepò mantovano nel segno della ricostruzione e della solidarietà, per consentire ai Comuni colpiti di confrontarsi con altre realtà della penisola sul futuro del nostro Paese, sempre, purtroppo, in stato di allerta per gravi calamità, comunque pronto a gestire l’emergenza.

A

vevano tutti gli occhi lucidi e commossi, seduti in prima fila. Nella Sala del Palazzo della Provincia Autonoma di Trento, affrescata dal pittore futurista Fortunato Depero si sentiva soltanto un piccolo brusio: era un colpo d’occhio eccezionale con tante fasce tricolori in fila, i posti esauriti come nelle grandi occasioni. Erano i sindaci dell’Emilia e dell’Oltrepò mantovano venuti a Trento (più di quaranta) per ricevere un riconoscimento speciale (la Medaglia Spadolini) per l’alto senso civico in virtù del quale si sono adoperati a vantaggio delle popolazioni colpite. Anche questa iniziativa ha motivato il successo della seconda edizione Premio Eco and the City, che promuove e valorizza l’eredità culturale di Giovanni Spadolini, a diciotto anni dalla morte, che si è svolta a Trento, il 10 novembre scorso. La Fondazione Spadolini Nuova Antologia ha voluto guardare in previsione della prossima edizione del Premio che avrà per Focus “Identità, ricostruzione solidale e innovazione” alle aree del cratere sismico dell’ultimo terremoto, per consentire ai Comuni colpiti di confrontarsi con altre realtà della penisola sul futuro del nostro Paese, sempre a rischio di gravi calamità,

L’Assessore al Paesaggio e all’Urbanistica della Provincia Autonoma di Trento, Mauro Gilmozzi, ha fatto gli onori di casa.

comunque pronto a gestire l’emergenza. Il Premio, dedicato al grande statista fiorentino, fondatore del Ministero per i Beni culturali e Ambientali, dopo aver valutato circa tremila proposte, vuole segnare un’altra tappa, con l’intento di monitorare nelle prossime edizioni i lavori di ricostruzione nelle zone terremotate. Il progetto ha raggiunto nuovi traguardi ed ha dimostrato una grande capacità di aggregare, catalizzare, dialogare, informare, fare rete, almeno dal punto di vista della sostenibilità ambientale, rappresentando un momento di condivisione, conoscitivo, di riflessione e propositivo. Nel corso della cerimonia ufficiale di premiazione, organizzata grazie al contributo del Consorzio dei Comuni Trentini e della Provincia Autonoma di Trento sono stati invitati tantissimi primi cittadini premiati per le loro scelte virtuose. Un posto in prima fila è stato riservato alla madrina del Premio, Maria Romana De Gasperi, affiancata nell’occasione da Sara Simeoni, madrina della passata edizione che ha voluto premiare direttamente i candidati. Tutti si sono voluti portare una foto ricordo, o un autografo.

L’edizione del 2013 a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma

Un posto in prima fila è stato riservato ai sindaci provenienti da tutt’Italia, mai nella Sala Depero si sono viste tante fasce tricolori. E’ cominciata così la festa.

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La Fondazione Spadolini Nuova Antologia, che ha promosso il Premio, con il conferimento della Medaglia Spadolini al Presidente della Provincia di Mantova Alessandro Pastacci e all’Assessore Provinciale all’Ambiente e alla Protezione Civile della Provincia di Modena Stefano Vaccari e a tutte le municipalità del cratere sismico, ha voluto esaltare il valore della solidarietà, annunciando che la prossima edizione del Premio si svolgerà nell’area colpita dal sisma per affiancare i primi cittadini che, con la loro condotta esemplare, hanno saputo trasformare l’emergenza in una grande occasione per ripensare il rapporto con il territorio ferito: l’uso e la tutela del paesaggio, l’attenzione al consumo di suolo, la necessità di investimenti per la messa in sicurezza e la prevenzione dei rischi, la ricostruzione in chiave di sostenibilità.

In questa occasione sono state evidenziate le attività di tante belle realtà del nostro Paese, alle quali è stata conferita la Medaglia Spadolini, ambito riconoscimento ritenuto l’Oscar delle buone pratiche, consentendo il confronto tra i 45 finalisti (nella sintesi allegata sono evidenziati i nominativi dei finalisti e le motivazioni evidenziate nel giudizio degli esaminatori) inseriti nella cinquina delle candidature, suddivise nelle nove sezioni (quattro ordinarie e cinque speciali) previste dal bando (www.ecoandthecity.it). I riconoscimenti sono stati assegnati al Comune di Bagnoli Irpino, per la Categoria alle amministrazioni locali responsabili di politiche territoriali integrate e sostenibili; al Comune di Faenza per il progetto di valorizzazione dei patrimoni paesaggistici e culturali (Carta del Paesaggio); alla Comunità del Cibo ad Energie Rinnovabili della Toscana (terza categoria dedicata ai progetti di riqualificazione dei territorio agricoli). La Medaglia Spadolini dedicata al settore privato e alle imprese virtuose e innovative (quarta Categoria) è stata conferita all’esclusivo progetto di un gruppo di giovani che hanno costituito il Polo produttivo la Casa Verde CO2, realizzato in Sardegna da 72 aziende che lavorano in distretto di filiera, le cui produzioni sono a 100% km zero dalle materie prime locali ed eccedenti al prodotto finito. Le esportazioni avvengono con Km scambiato 100% made in Italy, 100% carbon free, 100% filosofia Blue Economy: i materiali eccedenti dell’uno diventano risorsa dell’altro con zero consumo di agricoltura di paesaggio e di risorse Idriche. Nelle sezioni speciali si sono classificati al primo posto il Comune di Resia con l’iniziativa Ecomuseo Val Resia; la Comunità Montana del Pinerolese per la Gestione forestale

LA MEDAGLIA SPADOLINI

I vincitori della Medaglia Spadolini

Assegnati a Trento i prestigiosi riconoscimenti ai territori e alle aziende virtuose

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sostenibile e certificata; Dolomiti Reti Spa per la gestione sostenibile della rete idrica con lo scopo di calare le perdite idriche nelle condotte; il Comune di Morgex, per l’attenzione che pone alla difesa del territorio (Sezione Città del vino). La Medaglia Spadolini dedicata ai Siti UNESCO, in occasione del quarantennale della World Heritage List, è stata conferita alla Dieta Mediterranea, riconosciuta il 16 novembre 2010 quale bene immateriale dell’Umanità. Il primo studioso che diede visibilità internazionale alla Dieta Mediterranea fu Ancel Keys che visse in Italia per 28 anni, risiedendo a Pioppi, frazione di Pollica, comune del Cilento, dove lo scienziato ebbe l’occasione di studiare sul campo gli effetti benefici della dieta locale sulla salute della popolazione. Soddisfazione anche per candidati entrati nelle nominations giunti a Trento da tutt’Italia per partecipare all’evento conclusivo del Premio Spadolini, che si è svolto secondo un

programma fitto e articolato che prevedeva alla vigilia il convegno: Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini per il dialogo e per l’Europa, coordinato da Stefano Folli, opinionista del Sole 24 Ore. La conduzione della Cerimonia è stata affidata a due alfieri del TG2 (media partner del progetto): i giornalisti Bruno Gambacorta, inviato e ideatore della famosa rubrica Eat-Parade, e Cecilia Cappelli. Il successo del Premio è stato proprio questo: la scoperta che il senso di partecipazione è più diffuso di quanto si credesse, così come una comunione di valori, di etica, di tutela del territorio, di voglia di innovazione nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Già, l’Italia possibile. L’Italia reale della gente. Sono gli obiettivi che il Premio ha colto.

I protagonisti della Comunicazione e dei media affiancano il Premio

La Medaglia Spadolini è stata conferita (fuori concorso) ai protagonisti della Comunicazione e dei media, nonché ad iniziative editoriali, programmi e rubriche televisive che, attraverso la qualità della narrazione e delle immagini, dimostrano come la cultura e il racconto di una visione sostenibile del territorio possano essere accessibili anche al pubblico più vasto. Il riconoscimento è stato assegnato al programma televisivo Superquark di Piero e Alberto Angela. Le Medaglie Spadolini sono state conferite a Simonetta Faverio, condirettore della rubrica di Rai Parlamento, “Territori”, in onda su Rai due, e alla rubrica TGR Bellitalia (il riconoscimento è stato assegnato al coordinatore e conduttore Marco Hagge e al tele cineoperatore Claudio Francini). Il canale Ambiente di Corriere.it e i giornalisti che lo realizzano hanno ottenuto il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini con questa motivazione:”Lo spazio, tra i più cliccati, è stato pensato, curato, realizzato, coordinato, grazie a un efficace lavoro di squadra. Le pagine di Corriere.it/Ambiente, infatti, consentono agli assidui lettori delle pagine web, sempre più numerosi, di imparare a rispettare l’ambiente e vivere meglio in un mondo inquinato, affrontando con stile innovativo, i temi più disparati legati al territorio e alla società. Gli argomenti sono molteplici: dalla tecnologia alle risorse rinnovabili, dall’attualità alle iniziative ambientaliste. La sezione green del più importante quotidiano online, è una ricca fonte di notizie interessanti, continuamente aggiornate. Il canale ambiente di Corriere. it rappresenta uno spazio innovativo dove si può coniugare la responsabilità e la consapevolezza dei cittadini con la corretta e documentata informazione”. Gli esaminatori hanno inoltre voluto premiare due bravi giornalisti della TGR: Nereo Pederzolli e Luca Ponzi. Pederzolli, per aver saputo, nel corso della sua lunga e complessa attività professionale, far conoscere il valore della sua terra, il Trentino, raccontando il lavoro agricolo, saperi, sapori e profumi a rischio estinzione, offrendo tanti momenti di riflessione sulle scelte etiche per salvaguardare il paesaggio. Luca Ponzi, inviato della TGR Emilia-Romagna, ha ottenuto il riconoscimento per i suoi reportage trasmessi dalla Rai nei vari collegamenti in diretta, dopo il devastante sisma che ha colpito l’Emilia, nei mesi scorsi. Il giornalista emiliano è riuscito a trasmettere al Paese intero un segnale di speranza e la volontà della popolazione emiliana, colpita dal sisma, di ricominciare. Un riconoscimento è stato conferito al TG2, la testata giornalistica di Rai Due e al direttore Marcello Masi per l’alto senso civico Il Professor Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, si congratula dimostrato dalla testata (media-partner del Premio), che ha dimostrato con Marino Simoni, presidente del Consorzio dei Comuni di credere nella sua missione di servizio pubblico con la serie di camTrentini, per la buona riuscita della manifestazione.

pagne sull’ambiente, sulla salute e sul paesaggio, che per settimane sono state al centro delle principali edizioni del telegiornale. Anche nelle rubriche del TG2, da Eat-Parade a Costume e a Sì viaggiare, è costante l’attenzione a questi argomenti, così come all’alimentazione e al turismo sostenibili. Temi in assoluta sintonia con gli obiettivi del Premio e con le iniziative dell’UNESCO.

La Medaglia Spadolini, un riconoscimento prestigioso Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, prestigioso riconoscimento nel settore ambientale, è destinato a varcare i confini nazionali. Il progetto non vuole essere solo un evento celebrativo, ma propositivo e di riflessione sull’impossibilità di proteggere il territorio separatamente dall’ambiente e ignorando i saperi e le pratiche che lo hanno generato. In quest’ambito, la Fondazione Spadolini Nuova Antologia ha già svolto un ruolo strategico di coordinamento di iniziative locali, come la Rete delle Reti Angelo Vassallo e la sottoscrizione di un Patto per una nuova Costituente del paesaggio, attività propedeutiche e di sostegno alle iniziative dell’UNESCO. Al Premio va riconosciuto il merito di muoversi con idee chiare e una prorompente capacità di coinvolgere l’opinione pubblica nell’affrontare problemi di carattere e interesse collettivo. Il grande consenso ottenuto ha spinto la Fondazione Spadolini a sostenere, attraverso il Premio, un importante ruolo di raccordo in Italia, con le Regioni, le Province, i Comuni e le associazioni territoriali (Res Tipica ANCI, UNPLI che raggruppa tutte le Pro loco d’Italia, gli Osservatori del Paesaggio e altri sistemi di aggregazione locali), costruendo una rete di relazioni anche internazionali. T. R.

PRIMO PIANO

Una questione di

stile

A

Trento, in occasione della seconda edizione del Premio Eco and the city Giovanni Spadolini l’attenzione generale si è concentrata su due madrine di eccezione, che sono riuscite a guadagnarsela senza alcuna “premeditazione”, in virtù del loro stile, fatto di semplicità, di squisita cortesia ed apertura nei confronti di tutti, di autentica convinzione nei valori espressi dal Premio: solidarietà fra la nostra gente, da Nord a Sud alle Isole senza distinzioni, impegnata a ogni livello nella tutela del territorio compatibile con lo sviluppo e la crescita della società civile, nel rispetto della propria identità, della propria tradizione. In una parola, la valorizzazione dell’ambiente. La madrina della seconda edizione, la cui cerimonia conclusiva si è svolta appunto a Trento, la sua terra, è stata Maria Romana De Gasperi, figlia del grande statista e da lui educata con quello spirito di sobrietà e di onestà che ha fatto grande l’Italia del secondo dopoguerra. Maria Romana è vicepresidente vicario della Fondazione Alcide De Gasperi, impegnata a trasmettere alle nuove generazioni i valori che hanno qualificato l’opera del padre, per l’Italia e per l’Europa, caratterizzanti le qualità umane al pari delle capacità politiche. Con lei, la madrina della prima edizione, conclusasi lo scorso anno a Firenze, in occasione del 150° dell’unità nazionale: Sara Simeoni, elegante in quel corpo di atleta che non risente affatto del trascorrere del tempo. Con quello straordinario sorriso divenuto popolare quando compiva un exploit nel salto e saliva sul podio, mostrando con legittimo orgoglio la medaglia conquistata e agitando il tricolore. “Quella certa idea dell’Italia”, avrebbe detto Giovanni Spadolini. Cosimo Ceccuti

LA MEDAGLIA SPADOLINI

LA MEDAGLIA SPADOLINI

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Maria Romana De Gasperi, figlia del grande statista e Sara Simeoni, campionessa olimpica, protagoniste della Cerimonia.

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Anno V - novembre/dicembre 2012

L

e organizzazioni, i Comuni, le Comunità montane, le città, gli Enti, gli agricoltori e le aziende agricole, il settore privato e le imprese virtuose e innovative, e inserite nelle sezioni speciali: SITI UNESCO; Associazioni di Identità tipiche - Conoscenze tradizionali; Gestione Forestale Sostenibile; Imprese Acquedottistiche; Associazione Città del Vino, che hanno presentare la propria candidatura al Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, hanno potuto scegliere tra le seguenti categorie:

Categoria 1 • dedicata alle amministrazioni locali responsabili di politiche territoriali integrate e sostenibili.

Categoria 2 • rivolta ai progetti di valorizzazione dei patrimoni paesaggistici e culturali.

Categoria 3 • dedicata ai progetti di riqualificazione dei territori agricoli.

Categoria 4

LA MEDAGLIA SPADOLINI

• dedicata al settore privato e alle imprese virtuose e innovative. Inoltre cinque Sezioni Speciali esclusa la Sezione fuori concorso dedicata ai media: • una Categoria legata al Focus del Premio (40° Anniversario World Heritage List dell’UNESCO); • una Categoria dedicata a Padre Eusebio Chini, il religioso trentino pioniere della cultura della sostenibilità, rivolta alle Associazioni di identità tipiche, Pro loco, Ecomusei e ai Saperi Antichi; • una Categoria dedicata alla gestione Forestale Sostenibile; • una Categoria dedicata alla gestione sostenibile degli acquedotti (Federutility); • una Categoria dedicata ai Comuni che fanno parte dell’Associazione Nazionale Città del Vino.

LE CATEGORIE FINALISTE Sezione 1 Comune di Bagnoli Irpino (Primo classificato) Piccolo Comune montano in un contesto territoriale e paesaggistico di pregio ha adottato un interessante approccio attraverso la redazione di Piani annuali di iniziative di tutela ambientale da realizzare in territorio comunale con il coinvolgimento dei cittadini. Si tratta di un numero contenuto di progetti (da 10 a 14) che identificano semplici azioni, svolte con il coinvolgimento delle scuole locali ed in generale dei cittadini, mirate alla formazione di una “coscienza ambientale”, a diffondere buone pratiche, a convincere che il futuro, anche economico dell’area si “gioca” sull’ambiente, a tutelate e promuovere il territorio. Comune di Faenza Il Comune ha avviato un percorso verso la sostenibilità da oltre 10 anni intervenendo nel quadro della pianificazione territoriale con una spiccata attenzione alle problematiche ener-

In alto: Cecilia Cappelli e Bruno Gambacorta, volti noti del Tg2, apprezzati presentatori della manifestazione.

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Comune di Carugate Il Comune è noto a livello nazionale per aver intrapreso importanti azioni nella sostenibilità energetica ed ambientale da oltre 10 anni con l’adozione di un Regolamento Edilizio che puntava decisamente verso la sostenibilità del comparto edilizio. Questa visione ha generato concrete misure con una decisa applicazione della certificazione energetica degli edifici e con una esemplare applicazione del fotovoltaico e del solare termico; significativi risultati ottenuti con il coinvolgimento dei cittadini che hanno portato ad importanti valori della raccolta differenziata e l’adozione di interessanti soluzioni per la mobilità. Comune di Cassinetta di Lugagnano Piccolo Comune nel Parco del Ticino che ha intrapreso importanti decisioni

per la salvaguardia del territorio con l’adozione di uno strumento urbanistico che vieta l’occupazione di nuove porzioni di suolo per l’edificazione (Stop al consumo di territorio). Di rilievo la valorizzazione del patrimonio artistico. Provincia di Bergamo Provincia di Bergamo ha avviato una articolata azione sullo sviluppo sostenibile e sull’educazione ambientale a partire dal 2001 con il processo di Agenda 21. Il percorso ha previsto l’applicazione di metodologie di certificazioni ambientali, contabilità ambientale e la promozione di centri di educazione ambientale. Significativo il coinvolgimento dei Comuni con l’adesione al Patto dei Sindaci e alla redazione dei Piani di Azione.

Sezione 2 Comune di Faenza (primo classificato) Per aver assunto e condiviso con l’Unione dei Comuni della Romagna faentina (Faenza, Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Riolo Terme, Solarolo), la Carta del Paesaggio quale strumento per attivare attraverso la conoscenza approfondita dei vari tipi di paesaggio e della loro storia, il recupero della memoria culturale e la caratterizzazione estetica, finalizzate ad evitare la progressiva e disattenta omogeneizzazione del paesaggio con una serie di interventi ed azioni che valorizzano l’identità territoriale nel rispetto della Convenzione Europea del paesaggio. Comune di Atri Per aver coinvolto nella progettazione del Parco Agricolo i cittadini in un processo partecipato, anche attraverso la condivisione della Carta delle unità di Paesaggio da cui discendono le strategie inerenti la sicurezza, la sostenibiìità e la valorizzazione delI’identità territoriale, attraverso la diffusione delle reti ecologiche, nel rispetto dei principi della Convenzione Europea del Paesaggio. Bagnoli Irpino Per aver avviato un processo di consapevolezza del patrimonio comune per dare valore alle proprie risorse nei settori del riuso, riciclo, recupero di materie e risorse, senza compromettere i benefici per le future generazioni, sensibilizzando i cittadini sul valore intrinseco delle risorse e sul loro carattere di patrimonio da condividere.

LA MEDAGLIA SPADOLINI

IL PREMIO IN PILLOLE

getiche ed ambientali e attraverso un percorso partecipativo articolato e diffuso. L’azione verso la sostenibilità è iniziata con l’adozione di un innovativo strumento urbanistico nel 1998 fondato sull’analisi della sostenibilità ambientale delle scelte urbanistiche con specifici interventi per l’utilizzo di soluzioni di bioarchitettura ed un’attenzione alla preservazione della tipicità del suolo (recupero acque di pioggia, mantenimento della permeabilità dei suoli, piantumazione, forte accento alle energie rinnovabili).

Le immagini in sequenza mostrano la Sala Depero gremita all’inverosimile. Seguono la premiazione della Comunità del Cibo ad Energie Rinnovabili e della sezione dedicata a Padre Eusebio Chini, rivolta alle identità tipiche, ecomusei e saperi antichi. Le foto successive riguardano la premiazione della sezione dedicata alla gestione forestale sostenibile e la gestione sostenibile degli acquedotti. Infine, due sindaci rappresentanti delle zone colpite dal sisma, ricevono il riconoscimento dalle madrine Maria Romana De Gasperi e Sara Simeoni.

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Anno V - novembre/dicembre 2012

Fondazione Alessandro Kambo Per aver attivato un processo di partecipazione attiva per la valorizzazione della VALLE del SACCO che ha inteso integrare gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani concernenti sia i paesaggi eccezionali che i paesaggi

Sezione 3 Comunità del Cibo ad Energie Rinnovabili (Prima classificata) La Comunità del Cibo ad Energie Rinnovabili, in sinergia con Slow Food Toscana, ha realizzato un progetto esclusivo per affrontare nuovi mercati con le proprie prelibatezze gastronomiche. Dai formaggi, all’olio, ai vini, tutti prodotti di ottima qualità con il comune denominatore di essere realizzati con particolari tecniche a basso impatto ambientale. Azienda Agricola La Nocicchia Realizzazione di un progetto di riqualificazione di un terreno completamente incolto, con la messa a dimora di migliaia di piante da seme come il biancospino, l’iperico, l’ibiscus,le coronille, gli allori, i pitosfori, i ligustri, al fine di creare un ambiente suggestivo in cui inserire una biblioteca rurale all’aperto. E’ la prima volta che cultura e natura trovano una sintesi così efficace. Fattoria Didattica Isa Villani Un progetto che suscita interesse in ragione, tra l’altro, della valorizzazione delle erbe spontanee e della loro lavorazione a fini fototerapici lungo un percorso di conoscenza del territorio e delle più tradizionali applicazioni esperienziali.

Nb: Le altre due nominations non sono state ritenute idonee per errata presentazione della domanda.

Sezione 4 Polo produttivo la Casa Verde CO2.0 (Primo classificato) Nel Polo realizzato in Sardegna 72 aziende lavorano in distretto di filiera, e realizzano anche ricchezze immateriali come lo scambio di competenze e la ricerca condivisa. Le produzioni sono a 100% km zero dalle materie prime locali ed eccedenti al prodotto finito. Le esportazioni avvengono con Km scambiato 100% made in Italy 100% carbon free 100% filosofia Blue Economy: i materiali eccedenti dell’uno diventano risorsa dell’altro con zero consumo di agricoltura di paesaggio e di risorse Idriche. Bagni Giulia di Varazze La struttura balneare utilizza tecnologie di risparmio idrico e pone l’attenzione alle forme architettoniche come fattore di valorizzazione estetica del luogo. Edilana L’azienda sarda produce materiali termo isolanti con metodi innovativi che consentono di trasformare un sottoprodotto - la lana di pecora - che costituisce un rifiuto di difficile smaltimento per la filiera ovina.

Giovanni Malpezzi, Sindaco di Faenza riceve il Premio dall’avvocato Angelo Paladino, componente della Commissione Giudicatrice, conferito per il progetto la Carta del Paesaggio (sezione 2) all’Unione dei Comuni della Romagna faentina (Faenza, Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Riolo Terme, Solarolo).

Ecoplan L’Azienda calabra avviata dall’imprenditore Domenico Cristofaro ha promosso un territorio “difficile” con prodotti di scarto dell’agricoltura, vincendo una sfida a livello europeo.

Valle Camonica Per aver attivato il processo di valorizzazione integrata dell’arte rupestre della Valle Camonica attraverso l’interpretazione e la potenzialità espressiva dei nuovi linguaggi che costituiscono il supporto ideale anche per strumenti e interventi innovativi come il lancio del nuovo brand territoriale “Valle Camonica e La Valle dei Segni” che si configura come una vera e propria destinazione turistica. In questo caso le incisioni rupestri del sito UNESCO (i segni) diventano l’emblema della proposta culturale e turistica di un intero comprensorio.

Nb: annullata una nomination per errata presentazione della candidatura.

Sezioni speciali Una Categoria (Sezione Speciale) legata al Focus del Premio (40° Anniversario World Heritage List dell’UNESCO).

Dieta Mediterranea - Comune di Pollica

Roberto Cerrato, presidente dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di langhe-Roero e Monferrato, finalista nelle due sezioni dedicate alla tutela del Paesaggio e alle Città del Vino, si candida per costruire “un’officina del fare” nei luoghi del vino, che costituiscono la candidatura alla World Heritage List UNESCO.

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Marino Simoni, Sindaco di Transacqua, come “padrone di casa” premia il collega Sergio Chinese per aver realizzato il progetto Ecomuseo Val Resia e la signora Pia Ambrosio per la produzione di Termit, prodotto eco-compatibile per il Restauro degli edifici storici e di Pregio, una malta che contiene solo materie prime di origine rigorosamente naturale.

(Prima classificata) Per aver costruito, sostenuto e raggiunto il riconoscimento della Dieta Mediterranea patrimonio immateriale dell’Umanità dall’UNESCO con questo prezioso riconoscimento Spagna, Marocco, Grecia ed Italia, hanno raccolto i frutti di un lavoro congiunto per la valorizzazione di un patrimonio di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. Il Comune di Pollica, la frazione Pioppi e il contesto territoriale Cilentano ne hanno saputo interpretare la migliore espressività tanto da rappresentare per la nazione il luogo simbolo che rilancia con la cooperazione internazionale che ha inteso riconoscergli il Centro Internazionale della Dieta Mediterranea e la sua piena attivazione.

LA MEDAGLIA SPADOLINI

LA MEDAGLIA SPADOLINI

Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato Per aver promosso un paesaggio culturale che nel rispetto della tradizione e della cultura identitaria determina una economia territoriale e sostenibile parte integrante dei progetti di valorizzazione del territorio di appartenenza oltre a consolidare e diffondere quel patrimonio di conoscenze tramandato di generazione in generazione come presupposto di qualificazione ed innovazione in continua evoluzione impregnando integralmente ogni aspetto della qualità della vita del territorio.

della vita quotidiana e i paesaggi degradati in attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio. Bio Energy Landscape, ha inteso offrire al territorio un nuovo ciclo di produttività fondato sulla green economy, dove energia pulita, turismo culturale, prodotti agroalimentari e valorizzazione delle risorse naturali possano rappresentare gli ingredienti per la formazione di un nuovo paesaggio.

Comune di Vicenza Per aver saputo interpretare attraverso il restauro di palazzo Chiericati la motivazione del riconoscimento UNESCO (dalla città al museo, dal museo alla città) oltre che i valori e i principi unescani integrando la storia della città con uno dei monumenti palladiani che ha offerto la possibilità di esaltare la qualità ambientale tramite il suo patrimonio di ville palladiane.

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Anno V - novembre/dicembre 2012

Comune di Barumini Per aver promosso la valorizzazione dell’Area Archeologica “Su Nuraxi”, emblema della antica civiltà sarda e massima espressione architettonica della Sardegna preistorica, inserita nel 1997 nella World Eritage List (UNESCO) attraverso il progetto

Aniello Chieffo, Sindaco di Bagnoli Irpino ritira la Medaglia Spadolini (sezione 1, primo classificato) conferita alle Amministrazioni locali responsabili di politiche integrate e sostenibili. In attesa di essere premiato l’Assessore Attilio Galli, in rappresentanza del Comune di Carugate.

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Comunità Montana del Pinerolese

Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata a Padre Eusebio Chini, il religioso trentino pioniere della cultura della sostenibilità, rivolta alle Associazioni di identità tipiche e ai Saperi Antichi, Ecomusei, Pro loco.

Comune di Resia (primo classificato) Gli esaminatori hanno tenuto conto che l’Ecomuseo Val Resia ha l’obiettivo di valorizzare la peculiarità della comunità resiana individuando, catalogando ed evidenziando tutti gli aspetti naturalistici, paesaggistici, storico-culturali, peculiari di questo straordinario territorio. La struttura risulta un modello di offerta culturale e di promozione territoriale che si traduce in luoghi da visitare, iniziative, raccolte, pubblicazioni.

Sergio Chiacchella, Direttore Generale del Co.Svi.G., tra i primi ad aver intuito le potenzialità del Premio, conferisce la Medaglia Spadolini ai ragazzi del Polo Produttivo la Casa Verde CO2.0 che raggruppa 72 aziende virtuose le cui produzioni sono a 100% a chilometri zero.

Tenuta della Colombara Ecomuseo spontaneo, denominato il Torrone, situato nella pianura irrigua di Vercelli, l’iniziativa ha consentito il recupero della struttura, che ha gradatamente rioccupato i locali della cascina Colombara, ricostruendo i laboratori del fabbro, del falegname, del sellaio, della sarta, le abitazioni, la scuola, il dormitorio delle mondine. Il lavoro di riallestimento è avvenuto attraverso il recupero degli oggetti, rispettando rigorosamente la memoria storica del luogo.

dei caratteri identitari dei paesaggi da parte delle comunità. Gli enti locali hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per avviare un percorso partecipato che dovrebbe condurre entro il 2013 all’istituzione condivisa dell’Ecomuseo del Paesaggio del Trasimeno (EPT) . E’ stato altresì valutato che l’Ecomuseo del Paesaggio nasce dal basso, essendo un “patto” non scritto ma sostanziale, tra una comunità e il suo territorio, un patto di riconoscimento, di attenzione, di cura di progettazione del presente e del futuro.

Gal Trasimeno Orvietano Progetto dell’Ecomuseo del Paesaggio, legato al Piano di Sviluppo Locale del Trasimeno Orvietano, che ha avviato un processo di autoriconoscimento

Ambrosio Edilizia Termit, prodotto eco-compatibile per il Restauro degli edifici Storici e di Pregio: è una malta che contiene solo materie prime di origine rigorosamente naturale. Il prodotto è nato dalla ricerca e dall’esperienza acquisita in cinquant’anni di interventi e di successi nel risanamento del patrimonio edilizio e storico. Termit rappresenta un ritorno alla tradizione con la riscoperta di materiali già in uso nell’antichità. Grazie alla sua struttura a macropori, l’innovativo prodotto aumenta e velocizza la traspirazione, permette il risanamento della muratura smaltendo l’umidità che lo impregna, sia essa dovuta a risalita capillare sia da infiltrazione meteorica.

Maria Romana De Gasperi, figlia del grande statista, si congratula con Alessandro Vaccari, assessore all’Ambiente e alla Protezione Civile della Provincia di Modena per l’attività di coordinamento svolta in occasione dell’emergenza nei Comuni colpiti dal sisma in Emilia.

Comuni promotori dell’Ecomuseo di Valle d’Itria I Comuni di Alberobello, Cisternino, Fasano, Locorotondo, Martina Franca, Monopoli, hanno presentato un progetto avveniristico che vuole essere un museo di vita diffuso sul territorio. E’ un modo razionale per documentare, conservare e valorizzare i tanti siti naturali e le altrettanto numerose manifestazioni della cultura materiale e immateriale (trulli, masserie, iazzili, muretti a secco, tratturi, pozzi, lavatoi, aree archeologiche, ma anche pratiche di vita e di lavoro, saperi tradizionali, produzioni locali) che in Valle d’Itria costituiscono un vero e proprio sistema. L’iniziativa risulta un modello di offerta culturale e di promozione territoriale che si traduce in luoghi da visitare, iniziative, raccolte, pubblicazioni, in quanto espressione delle componenti materiali e immateriali del paesaggio, e di una forte identità territoriale da salvaguardare.

(Prima classificata) La certificazione di Gestione Forestale Sostenibile secondo lo schema PEFC, delega le attività di gestione forestale ad un unico soggetto facente capo alla Comunità Montana che dovrà svolgere le attività di gestione forestale delle proprietà comunali delle valli Chisone e Germanasca, e dal 2012 anche della Val Pellice. L’ufficio forestale della Comunità Montana del Pinerolese e molti dei comuni aderenti si sono dotati di Piani Aziendali Forestali e 6 di questi Comuni (Roure, Salza di Pinerolo, Massello, Pragelato, Usseaux e Fenestrelle) hanno certificato le proprie superfici forestali secondo lo schema PEFC. Regione Lombardia L’Ersaf, Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste della Lombardia ha elaborato un documento di principi ed impegni, denominato la “Carta delle Foreste di Lombardia”, per costituire una rete

LA MEDAGLIA SPADOLINI

LA MEDAGLIA SPADOLINI

UNESCO Elea Per aver proposto in occasione del 40° anniversario della Convenzione Internazionale UNESCO in cooperazione con i Comuni del Parco del Cilento, con il Club Rotary Cilento Vallo della Lucania, il progetto “I luoghi del Patrimonio Mondiale dell’Umanità”, attraverso la riscoperta identitaria di luoghi mitici del nostro paese come Palinuro dell’Eneide, della scuola Eleatica di Parmenide, del “Mito della Sirena Leucosia” dell’Odissea, al fine di diffondere il genius loci, l’orgoglio di appartenenza e la forza espressiva dei “luoghi dei patrimoni” dichiarati Patrimonio Mondiale UNESCO.

Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata alla gestione Forestale Sostenibile in collaborazione con PEFC - Programma per il Riconoscimento di schemi di Certificazione Forestale.

“Barumini: valorizzare il passato progettando un futuro sostenibile” per garantire la tutela, la valorizzazione, la conservazione, il restauro e salvaguardia delle peculiarità culturali e ambientali ed assicurare nuove pratiche di gestione capaci di rafforzare i valori della cultura, quale base fondamentale di ogni processo di crescita civile ed assicurare uno sviluppo sostenibile e il benessere dei cittadini.

Il conferimento della Medaglia Spadolini, categoria Città del Vino, al Comune di Morgex (Valle d’Aosta) e Isera (Trentino).

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Anno V - novembre/dicembre 2012

Consorzio Forestale dell’Amiata Il progetto vuole favorire tutte le pratiche forestali per promuovere i prodotti legnosi locali e il loro consumo a livello locale per ridurre l’emissione di CO2. L’Ente, attraverso manifestazioni annuali (Montagnando e Festa degli alberi) ha preso contatto con la popolazione comunicando quali sono i corretti comportamenti da tenere per rispettare la natura, concentrandosi in particolare sugli insegnanti e sugli alunni delle scuole. Sul territorio si svolgono, altresì, attività rivolte anche a persone diversamente abili, come il percorso per non vedenti, per trasmettere importanti concetti e modelli di gestione forestale sostenibile, adottati regolarmente nei boschi di Arcidosso, Castel del Piano, Seggiano, Santa Fiora e Castell’Azzara e di proprietà dell’Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetana.

Consorzio Comunalie Parmensi Le Comunalie Parmensi - proprietà collettive risalenti all’epoca preromana sulle quali gli abitanti della frazione esercitano il diritto di uso civico di legna, funghi, pascolo e acqua - hanno adottato efficaci Piani di Gestione finalizzati a miglioramenti dei boschi, viabilità forestale, sentieristica, impianti di energia rinnovabile, sistemazione dei pascoli. Il Consorzio ha progettato e realizzato una gestione forestale oculata che, da qualche anno a questa parte, viene studiata al fine di creare il microclima favorevole alla produzione di porcini che, insigniti del marchio Indicazione Geografica Protetta - IGP (“Fungo di Borgotaro”), sono diventati il volano economico e turistico del territorio.

Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata alla gestione sostenibile degli acquedotti (in collaborazione con Federutility).

Dolomiti Reti Spa (Primo classificato assoluto) Il progetto ha lo scopo di calare le perdite idriche e quindi l’acqua che viene emunata da pozzi o prelevata da sorgenti. E’ stato altresì valutato che l’ottimizzazione delle reti e degli assetti permette, oltre che a risparmi diretti di energia elettrica, di aumentare la vita utile e la durata delle tubazioni installate, con un risparmio netto sui costi di esercizio e quindi permette maggiori investimenti a parità di costo delle tariffe. Grazie a questi interventi sarà possibile migliorare notevolmente l’efficienza della rete acquedottistica di

I media hanno affiancato il Premio, entrando in assoluta sintonia fin dalla prima edizione. La Fondazione Spadolini Nuova Antologia ha conferito la Medaglia Spadolini a Marcello Masi, direttore del Tg2 per aver patrocinato il progetto, dimostrando l’alto senso civico della testata. Nereo Pederzolli della TGR Trentino. Claudio Francini (cineoperatore) e Marco Hagge, curatore della trasmissione della TGR Bellitalia.

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Trento, con interventi poco invasivi per l’ambiente interessato. Ps. Le altre candidature, senza il requisito di adesione a Federutility, non sono state ritenute idonee.

a loro volta frutto e ad un tempo modellatrici del paesaggio (le case di terra, i percorsi campestri, le viti, i gelsi).

Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata alle Città del Vino.

Comune di Morgex (primo classificato) I Comuni di Morgex e di La Salle e la Comunità di Comuni Faucigny-Glières dell’Alta Savoia hanno avviato un’iniziativa di cooperazione transfrontaliera. L’obiettivo del progetto “Á la découverte des Cépages ancestraux des territoires du Mont-Blanc” è stato quello di innalzare il livello di conoscenza dei territori alpini fragili e svantaggiati, offrendo al turista - sempre più desideroso di vivere esperienze originali e autentiche - un itinerario transfrontaliero lungo i vigneti autoctoni del Monte Bianco, quale scoperta di un territorio attraverso i suoi prodotti, le sue genti, la sua cultura e le sue tradizioni comuni. Comune di Isera L’amministrazione comunale ha avviato un’iniziativa di promozione del vitigno autoctono Marzemino, attraverso un concorso dedicato al lavoro del viticoltore e alla sua vigna, che premia il vigneto e non il vino. Al centro ci sono i vigneron e la passione per il proprio lavoro che ogni anno li spinge a gareggiare in un concorso vinicolo unico al mondo: a vincere non sarà l’etichetta, ma il produttore più attento alla cura del proprio vigneto. Comune di Novi Ligure L’amministrazione comunale ha puntato sul tradizionale patrimonio architettonico in terra cruda. L’arte di fare il vino (ad esempio il Timorasso , vitigno autoctono presente da molto tempo nella zona di Novi Ligure e Tortona, come pure il dolcetto, il Cortese e il Gavi), si sviluppa sulle colline che si affacciano sulle prime propaggini dell’Appennino ligure, dove la vigna emerge come tratto dominante del paesaggio. La viticoltura intensiva si inserisce, infatti, in questo percorso che accompagna un processo naturale innovativo che affonda le radici nella tradizione. Non meno impellente è apparsa l’esigenza di ristabilire interconnessioni di ambito storico, economico, etnologico,

Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato L’associazione promuove la viticoltura che caratterizza da lungo tempo i paesaggi piemontesi, affondando le proprie radici in una consolidata tradizione che ha dato origine alla “Cultura del Vino”, fortemente condivisa dai luoghi e dalle comunità che li abitano. Tale ruolo sociale ed economico della produzione vitivinicola, il cui patrimonio di conoscenze viene trasmesso di generazione in generazione, impregna integralmente ogni aspetto del vivere, rappresentando il fulcro dell’identità locale di un territorio. I luoghi del vino, che costituiscono la candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, possono essere considerati tra le espressioni più significative del paesaggio, sia per la marcata presenza di tradizioni culturali che ad essi si associano, sia per il forte segno impresso al territorio dalle necessità tecniche e agronomiche che la conduzione della vigna comporta fisiologicamente.

LA MEDAGLIA SPADOLINI

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significativa di esperienze-modello di gestione dei boschi per una gestione sostenibile e durevole delle Foreste e degli Alpeggi Demaniali Regionali.

Consorzio Comuni Trentini Il progetto ha fornito garanzie etiche e ambientali e sulla tracciabilità dei prodotti forestali certificati secondo lo standard internazionale PEFC, fino al consumatore finale. Gli esaminatori hanno tenuto conto delle molteplici ricadute positive e degli aspetti economici, sviluppando il sistema di certificazione delle catene di custodia (Chain of Custody) per poter “marchiare” diversi prodotti trentini della filiera foresta legno, attestando in tal modo la provenienza della materia prima.

Il conferimento della Medaglia Spadolini a Luca Ponzi, inviato della TGR Emilia Romagna nelle zone terremotate e il condirettore di Rai Parlamento Simonetta Faverio, premiata per la realizzazione della trasmissione “Territori”. Sono stati premiati, infine, il programma della Rai, Superquark (nella foto Piero Angela) e il canale Ambiente di Corriere.it (nella foto: il l giornalista del Corriere della Sera Paolo Virtuani ritira la Medaglia Spadolini).

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Anno V - novembre/dicembre 2012

Da Trento a Modena sotto il segno di Enzo Ferrari e Giovanni Spadolini, con lo sguardo rivolto al futuro

Il Premio Spadolini Identità, ricostruzione solidale e innovazione sono i valori ai quali si ispira la prossima edizione del Premio Eco and the City, in linea con l’intesa tra la Fondazione Spadolini Nuova Antologia e la Fondazione Casa di Enzo Ferrari Museo. Appuntamento a Modena il 9 novembre 2013, nello spazio polivalente del Museo Enzo Ferrari per la Cerimonia ufficiale di premiazione. Una Sezione Speciale del Premio, con il coinvolgimento dei giornalisti della TGR, sarà dedicata al compianto Ezio Trussoni, che aveva ben capito come la presenza capillare della Rai sul territorio è elemento distintivo importante del servizio pubblico radiotelevisivo.

La magia di un progetto.

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I

l Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, che è riuscito a far dialogare i territori riconosciuti come autentiche officine delle buone pratiche sostenibili, raccogliendo l’eredità dell’esperienza fatta in Trentino, ha saputo esprimere, ancora una volta, il concetto di continuità e di legame con i luoghi dove ha messo le radici. La provincia di Trento ha dimostrato di essere un laboratorio in grado di leggere e anticipare i tempi, essendo riuscita a valorizzare, in modo unitario, l’integrazione tra tutti i suoi punti di forza, dall’importante funzione turistica che tutela l’identità locale fino all’innovazione, senza mai dimenticare il valore della solidarietà, predisponendo in maniera concreta iniziative a supporto della ricostruzione nei territori colpiti da calamità naturali, ha ispirato con i suoi principi di grandi valori internazionali ed etici, il nuovo focus del Premio. Identità, ricostruzione solidale e innovazione sono i valori che il Premio vuole esprimere ed ai quali si ispira l’edizione del 2013, in linea con l’intesa tra la Fondazione Spadolini Nuova Antologia e la Fondazione Casa di Enzo Ferrari - Museo. Le due prestigiose istituzioni hanno stretto una preziosa alleanza per organizzare la prossima edizione a Modena il 9 novembre prossimo, nello spazio polivalente Museo Casa Enzo Ferrari, luogo magico, esclusivo, avvolgente, avveniristico, pieno di identità, e al tempo stesso innovativo, dalla forma di “contenitore”, di scocca dinamica e protettiva che avvolge “un’anima“ articolata e complessa, il motore.

Il progetto decolla da un’officina entrata nella storia L’imponente opera di architettura contemporanea, che porta la firma dello studio Future Systems di Londra, di cui era titolare il grande architetto Jan Kaplicky, recentemente scomparso, spazio elegante e contemporaneamente, unico e prestigioso in cui organizzare convegni ed eventi culturali, appare come un sipario in cui si affaccia l’insolita ribalta dove si può sintetizzare il percorso del Premio che riparte da un luogo capace di parlare di futuro, indicare un progetto, un luogo da riscoprire attraverso un’iniziativa di successo che, nelle passate edizioni, ha saputo rappresentare e valorizzare l’Italia migliore, quella delle identità locali e dello sviluppo sostenibile. Offrendo diverse opportunità di coinvolgimento ai Comuni, ai Sindaci, agli abitanti dei luoghi che vanno alla ricerca di un’identità “virtuosa”, di paesaggi da tutelare, conoscenze tradizionali da riscoprire, territori dove andare alla ricerca delle “migliori pratiche” da divulgare, cultura materiale da conservare,

Una concreta visione del futuro.

Il luogo giusto per una grande sfida.

autentico motore di un Paese che ha tanta voglia di svoltare. Il Premio riparte da Modena dalla casa officina trasformata in un Museo dedicato ad Enzo Ferrari, con la figura di Giovanni Spadolini, due grandi protagonisti della nostra storia, con lo sguardo rivolto al futuro.

Il focus del Premio sarà dedicato ad Enzo Ferrari Già nella passata edizione il Focus è stato dedicato a due significative iniziative: il 40° Anniversario della World Heritage List UNESCO e la Dichiarazione di Firenze sul Paesaggio, documento ufficiale che ha messo in moto la procedura delle Nazioni Unite per arrivare a una nuova Convenzione internazionale sul paesaggio, affiancando l’UNESCO, che del Premio è un partner d’eccellenza. I riflettori saranno puntati, quindi, in questa edizione, non soltanto sulle categorie tradizionali, ma su tre sezioni speciali che evocheranno temi di grande attualità. Il focus dell’edizione 2013 sarà dedicato a Enzo Ferrari, il mitico costruttore che, partito con la fondazione della sua celebre Scuderia, ha esportato l’eccellenza italiana nel mondo.

Un luogo prestigioso per far partire una grande iniziativa Il lancio dell’iniziativa avverrà nella prossima primavera a Milano, per significare come tantissimi Comuni d’Italia, aderenti a RES Tipica ANCI, partner del progetto, sono pronti ad affrontare le tappe di avvicinamento alla rassegna Mondiale EXPO 2015, in una sede di rappresentanza prestigiosa. La scelta è caduta sullo storico Palazzo di via Solferino 24, sede della Fondazione del Corriere della Sera e del quotidiano simbolo della città, per ricordare Giovanni Spadolini che fu direttore della testata dal 1968 al 1972. Il Premio dedicato al professore fiorentino, fondatore del Ministero per i Beni culturali e Ambientali, rimarcando il concetto di continuità, in effetti, si

candida come evento già collaudato nell’ambito delle manifestazioni di Expo 2015. Resta evidente l’omaggio al grande costruttore modenese, e ad un amico, recentemente scomparso, del Premio, Ezio Trussoni, il responsabile della redazione di Milano, che è stato un esempio di attaccamento alla vita e alla professione di giornalista, svolta con impegno e senso etico non comuni. Aveva a cuore in particolare i giovani precari, per i quali vedeva un’azienda nuova dove tutti hanno una possibilità per farcela. L’assegnazione della Medaglia Spadolini, dedicata a Ezio Trussoni, vuole far emergere il grande lavoro che si svolge nelle redazioni Rai delle sedi regionali, attraverso i reportage che raccontano il territorio, facendolo assurgere a protagonista, con la dignità del bene culturale, cioè come memoria collettiva formatasi attraverso il tempo: il paesaggio e le tradizioni immateriali, le vicende, anche negative come il dissesto ambientale, che caratterizzano i luoghi, le denunce di mancata tutela dell’ambiente, le storie di vita e di

ATTUALITÀ

ATTUALITÀ

torna in pista e riparte da Modena

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genti, che rappresentando uno dei più importanti momenti di riflessione e dibattito sul giornalismo d’inchiesta televisivo. Punta tutto sul giornalismo d’inchiesta televisivo la Sezione Speciale del Premio dedicata al compianto Ezio Trussoni, che aveva ben capito come la presenza capillare della Rai sul territorio è elemento distintivo importante del servizio pubblico radiotelevisivo. La Sezione Speciale sarà coordinata da Giuseppe Blasi, un nome noto negli ambienti della televisione e del giornalismo italiano, dirigente Rai, già responsabile delle sede della Campania, coordinatore dei corsi della Scuola di Giornalismo dell’Università di Salerno. La TGR intende condividere e sostenere sfide dettate dalla passione di muovere il Paese verso un futuro sostenibile. Non mancherà l’interazione con “Ditelo alla TGR”, a cui i candidati al Premio possono segnalare i loro progetti, compilando l’apposita scheda inserita nel bando ufficiale che sarà divulgato in questa occasione, attraverso la quale si possono offrire suggerimenti alle redazioni regionali della TGR per una valutazione (ad esclusivo giudizio dei responsabili delle sedi locali) di realizzare un servizio dedicato negli spazi del telegiornale regionale o delle rubriche. Il Concorso è riservato ai giornalisti, precari e/o praticanti della Rai TGR (Sedi Regionali), autentico trampolino di lancio per tanti volti noti dei tg nazionali che hanno realizzato servizi, reportage e inchieste televisive su temi che riguardano le tematiche del premio, rilevanti per la vita sociale della Regione di competenza e che, sovente, vengono utilizzate anche da Tg e/o rubriche Rai di carattere nazionale. L’obiettivo è favorire la crescita di una cultura dell’informazione più attenta alle

problematiche del territorio e, allo stesso tempo, di far crescere l’attenzione dei media verso questi temi. In ogni capoluogo di regione e provincia autonoma, la Rai dispone di una sede dalla quale trasmette i programmi a diffusione regionale (ad eccezione di Abruzzo e Calabria che hanno rispettivamente le sedi a Pescara e a Cosenza. Le sedi di Bari, Bologna, Firenze, Palermo, Torino e Trieste e Trento realizzano anche delle rubriche settimanali in onda su Rai 3, Rai 2 e Rai Med. Vi sono poi le sedi distaccate regionali di Bolzano, l’Aquila, Catania, Sassari, Pordenone, e Udine. In questa mega struttura sono occupati circa 800 giornalisti, il direttore responsabile (Alessandro Casarin) e cinque vice direttori di supporto. La Fondazione Spadolini Nuova Antologia, insieme alla Fondazione Casa natale Enzo Ferrari, vuole conferire ai giornalisti che sapranno meglio interpretare le tematiche del Premio Eco and the City, la Medaglia Spadolini, sul retro dedicata a Ezio Trussoni con il suo messaggio lasciato nella lettera testamentaria “tutti i giovani hanno la possibilità per farcela”. Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini ha sempre tenuto conto del ruolo dei media nel promuovere il territorio e l’ambiente. La Commissione giudicatrice ha conferito, nelle passate edizioni, la Medaglia Spadolini a rubriche, Tg, programmi che hanno svolto attività di promozione delle tematiche previste nel bando. Iniziativa che sarà mantenuta anche per le prossime edizioni, porgendo attenzione anche alle iniziative avviate dai nuovi media. Il TG2, la prima testata generalista Rai digitalizzata, che ha segnato recentemente un passaggio epocale, riaprendo la sfida del primato tecnologico della RAI sull’informazione, ha fatto da apripista, nel sostegno come partnership del Premio, dimostrando di credere nella sua missione di servizio pubblico con la serie di campagne sull’ambiente, sulla

salute e sul paesaggio, che per settimane sono state al centro delle principali edizioni del telegiornale. Anche nelle rubriche del TG2, da Eat-Parade, Costume e Società e a Si Viaggiare, è costante l’attenzione a questi argomenti, così come all’alimentazione e al turismo sostenibile. Temi in assoluta sintonia con gli obiettivi del Premio e con le iniziative dell’UNESCO.

La Sezione Speciale del Premio, dedicata al compianto giornalista Ezio Trussoni (in basso), responsabile della Sede regionale di Milano della TGR, rivolta ai redattori della Testata Giornalistica Regionale, sarà curata da Giuseppe Blasi (in alto), un nome noto negli ambienti della televisione (è stato responsabile della Redazione della TGR della Campania), coordinatore dei corsi della Scuola di Giornalismo dell’Università di Salerno.

La storia di Enzo Ferrari, figlio Adalgisa Bisbini, originaria di Forlì, e di Alfredo, meccanico modenese, prese avvio dalla Casa-officina situata nei pressi della Stazione ferroviaria, oggi trasformata in un importantissimo Complesso Museale. In futuro questo luogo magico è destinato a diventare baricentro delle iniziative avviate sul territorio del nostro Paese per promuovere sul territorio, attraverso il Premio, “le officine del fare…”.

Una ribalta esclusiva Ci saranno anche i riflettori della televisione sul complesso museale che ospiterà il Premio, nato dal restauro della casa in cui Enzo Ferrari nacque a Modena nel 1898, che ha conservato intatti nel tempo sia il corpo abitativo che quello di officina, e dalla costruzione di un nuovo edificio dal design automobilistico, l’ormai famoso “cofano” in alluminio giallo, colore simbolo della città di Modena e colore scelto da Enzo Ferrari come sfondo del Cavallino, il marchio dell’azienda che porta il suo nome. La posa della prima pietra avvenne il 20 febbraio 2009 alla presenza di Piero Ferrari, tra momenti di commozione e di sicuro ottimismo. “Il Museo Casa Enzo Ferrari rappresenta un completamento dell’offerta turistica in tema di motori del nostro territorio - spiega Adriana Zini, Segretario Generale della Fondazione - ed è diventato il luogo di culto per gli appassionati di motori e meta ambita per il turismo culturale ed industriale. Per la città di Modena la struttura è già diventata un’icona di livello internazionale. In rete col Museo Ferrari di Maranello, col quale opera in sinergia, e con altre importanti realtà motoristiche del territorio, come il nuovo Autodromo di Marzaglia e le Collezioni Righini, Panini e Stanguellini, garantirà la piena soddisfazione delle aspettative di visitatori provenienti da ogni parte del mondo”.

Un felice connubio L’ospitalità del Premio rientra nel programma di iniziative della Fondazione modenese per ricordare l’uomo che, con una straordinaria intuizione, è entrato nella storia dei grandi del nostro tempo, creando il mito delle “rosse”. L’Istituzione, nata proprio dieci anni fa, il 29 gennaio 2003 per iniziativa dei Soci fondatori e finanziatori della Fondazione Casa di Enzo Ferrari, sono il Comune di Modena, la Provincia di Modena, la Camera di Commercio di Modena, la Ferrari S.p.A. e l’Automobile Club d’Italia e che annovera fra i partners e sostenitori nella realizzazione, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la Regione Emilia Romagna, l’Unione europea (POR FESR 2007 -2013 della Regione Emilia- Romagna) oltre a BPV-Banco S. Geminiano e S. Prospero, UniCredit Banca, Banca Popolare dell’Emilia Romagna.

ATTUALITÀ

ATTUALITÀ

Anno V - novembre/dicembre 2012

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La sicurezza di un grande protagonista della storia.

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I territori virtuosi adottano il Premio Si partirà quindi da un luogo simbolo, con quella scocca di automobile che invita all’accoglienza tutti, grandi e bambini, fornendo spunti per elaborare nuove proposte, inventare iniziative in attesa di una road map definitiva che si sta programmando, dando spazio alla Rete delle Reti Angelo Vassallo. Tra le novità l’iniziativa “Adotta una Sezione del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini” che appare una formula insolita per questo tipo di manifestazioni: in sostanza, si propone di far gestire le singole sezioni e le iniziative collaterali, dalle stesse Comunità sostenibili che vi hanno già preso parte, per vivere insieme l’esperienza di un progetto destinato a crescere anno dopo anno. Utilizzando questa ingegnosa tecnica, intendiamo mettere insieme partners promotori (si darà spazio anche ai partners sostenitori) che ricoprono un ruolo istituzionale, pronti a creare distintamente sinergie. Emerge in tutta la sua dimensione il ruolo della Fondazione Spadolini Nuova Antologia che ha promosso il Premio, orgogliosa della propria autonomia, che sa, con toni pacati, ma fermissimi, dispensare sempre nuovi stimoli al Paese. In sostanza saranno gli stessi territori a promuovere altri territori, diventando al tempo stesso protagonisti e sostenitori della manifestazione, che si ravviva con una partecipazione collettiva. Una sponsorship inconsueta che sarà applicata per dare valore aggiunto anche dal punto di vista etico al progetto, distante da speculazioni o profitti non giustificati. Sono stati gli stessi sostenitori del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini a suggerire con convinzione questa formula innovativa, arricchendo con nuove idee i percorsi futuri. Hanno già risposto positivamente al nostro invito l’Associazione Paesaggi Vitivinicoli del

La grande festa dei territori che hanno ritrovato un’identità virtuosa si svolgerà qui.

Piemonte Langhe-Roero e Monferrato, insieme alla Regione, candidata all’inserimento della World Heritage List UNESCO, che ha adottato la seconda Sezione e il Co.Svi.G. (Consorzio per lo Sviluppo Aree Geotermiche), braccio operativo della Regione Toscana che coordina il Distretto tecnologico della Toscana ed ha promosso il Distretto delle Energie Rinnovabili. Il Consorzio dei Comuni Trentini e la Provincia Autonoma di Trento hanno adottato, invece, il focus del Premio (Identità, ricostruzione solidale, innovazione). Altri hanno manifestato un certo interesse come sostenitori. Percorsi futuri che si intrecciano con l’attualità, come è accaduto nella prima edizione inserita nel programma ufficiale delle celebrazioni dei 150 Anni del Giubileo della Nazione, e nella seconda dedicata al 40° anniversario del Worl Heritage List UNESCO, tematiche che hanno caratterizzato nelle ultime edizioni il focus del Premio dedicato al professore fiorentino, fondatore del Ministero per i Beni culturali e Ambientali, rimarcando il concetto di continuità.

ATTUALITÀ

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Martini Illuminazione e Mapei sono stati rispettivamente sponsor per l’illuminotecnica e per la pavimentazione in resina del complesso museale. “Il progetto - ricorda Adriana Zini - ha consentito il restauro della casa natale di Enzo Ferrari e la realizzazione, nello spazio antistante, di una nuova galleria espositiva”. Per comunicare la vocazione motoristica del territorio e raccontare la storia di prestigiosi costruttori di automobili sportive come Ferrari e Maserati, si è trasformato in un luogo di culto per gli appassionati di automobilismo sportivo e meta ambita per il turismo culturale e industriale il complesso museale - che misura ben 5mila metri quadrati. “La struttura rappresenta un importante contenitore culturale”dice Mauro Tedeschini, Presidente della Fondazione Casa di Enzo Ferrari - con l’obiettivo di promuovere

scambi culturali, manifestazioni e ogni altra attività utile alla promozione di confronti con altre associazioni, enti e organizzazioni anche private presenti nella realtà italiana, europea ed internazionale, per favorire la conoscenza della storia dell’automobilismo modenese e per raccontare la vocazione motoristica di un territorio, lo scorso anno, terribilmente ferito dal grave sisma, caratterizzato da un’identità molto vivace e rappresentativa”. Il Museo Enzo Ferrari, che si trova al civico 85 di Via Paolo Ferrari, è situato nelle immediate vicinanze del centro storico di Modena e degli stabilimenti Maserati, nella zona della prima espansione della città fuori le mura (primi del ‘900), dove si insediarono, nei pressi della linea ferroviaria, i primi grandi complessi industriali ora dismessi. Questo luogo straordinario è diventato la sede prescelta per la Cerimonia ufficiale di conferimento della Medaglia Spadolini, giunto alla terza edizione.

Il ricordo della Grande Guerra di Enzo Ferrari La Fondazione Spadolini Nuova Antologia porrà, per il 2014, particolare attenzione alla ricorrenza dei cento anni dallo scoppio del Primo conflitto mondiale. L’iniziativa sarà avviata in collaborazione della Provincia autonoma di Trento, in sinergia con la Fondazione Museo storico del Trentino, il Museo Storico italiano della Guerra, Trentino Marketing e altri soggetti sul territorio interessati a rendere attuale il ricordo della Grande Guerra. Non è un caso ma c’è un legame con la manifestazione che si svolgerà a Modena nel 2013 che ricorda Enzo Ferrari e le tragiche vicende della Grande Guerra. Scorrendo le pagine dell’affascinante storia di Enzo Ferrari, figlio di Adalgisa Bisbini, originaria di Forli, e di Alfredo, meccanico modenese, si scopre come il conflitto mondiale si intreccia con le vicissitudini, spesso drammatiche, che hanno colpito il giovane campione automobilistico. La passione per l’automobile spinse Enzo Ferrari ad entrare nel settore anche se il Paese era ancora in una sorta di stato di guerra: la circolazione del traffico privato era proibita e ciò bloccava il mercato. Ricordava Ferrari: “Nel 1915 persi mio padre a causa di una polmonite; l’anno seguente morì al fronte anche mio fratello Alfredo. Nel 1917 venni arruolato nel Regio Esercito, ma lo stesso anno fui congedato a causa di una pleurite”. Dopo la prima guerra mondiale Enzo Ferrari cercò un lavoro presso la FIAT, ottenendo un rifiuto; trovò però un’opportunità in una piccola impresa meccanica, la CMN. Cominciò anche a correre nel 1919, con discreto successo.

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Nel 1920 iniziò a correre con l’Alfa Romeo, che all’epoca era un club per gentlemen driver. Nel 1923, in occasione di una gara a Ravenna, Enzo Ferrari incontrò il Conte Enrico Baracca, padre dell’eroico aviatore. Fu un incontro molto affettuoso; tra il giovane pilota e l’anziano gentiluomo nacque una stima ed amicizia che ebbe per conseguenza un gesto, di cui ancora oggi si trova traccia su ogni automobile Ferrari. Il ricordo di quell’incontro rimase sempre molto vivo in Enzo Ferrari che così lo raccontò: “Quando vinsi nel 1923 il 1° Circuito del Savio, che si correva a Ravenna, conobbi il Conte Enrico Baracca, padre dell’eroe: da quell’incontro nacque il successivo incontro con la madre di Francesco Baracca, contessa Paolina Biancoli, che mi consegnò il simbolo che il leggendario aviatore portava sulla carlinga: un cavallino rampante”. Ricordo ancora le sue parole: “Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna…”.

recuperare il patrimonio di documenti, anche i meno noti, che riguardano l’età giovanile dell’uomo che ha dato vita al mito del cavallino rampante, indiscusso protagonista del ‘900. Enzo Ferrari e Giovanni Spadolini s’incontrarono alla fine degli anni sessanta, quando il professore fiorentino ricopriva il ruolo di direttore del Resto del Carlino. “Il grande e geniale costruttore che onora e diffonde il nome dell’Italia del mondo”. Così Spadolini definiva Enzo Ferrari in un corsivo sul Resto del Carlino, datato 22 dicembre 1967. Un rapporto di reciproca stima ha unito la figura del pioniere modenese, l’uomo che marciava con entusiasmo verso la conquista di frontiere nuove, al direttore della gloriosa testata più diffusa in Emilia, il quotidiano che all’epoca aveva già una pagina speciale dedicata al mondo dell’automobile, introdotta e potenziata proprio da Spadolini. Una pagina resa sempre più ricca di notizie sul mondo delle automobili sotto la sagace regia di Severo

Boschi, resa più accattivante dai reportage di Dario Zanasi. Il professore fiorentino volle scrivere personalmente un elogio alla memoria di Dario Zanasi, giornalista e scrittore, sinceramente e profondamente legato a Enzo Ferrari, al quale venne conferito il Premio Dino Ferrari.

Due grandi del nostro tempo Cosa può unire due grandi del secolo scorso in un’unica, grande manifestazione sempre più proiettata oltre i confini nazionali? Troviamo subito un elemento in comune che unisce le due Fondazioni che hanno il compito di valorizzare la storia e il messaggio culturale che ci hanno lasciato Spadolini e Ferrari. Entrambi guardavano alle future generazioni. Gli scopi della nascita della Fondazione Spadolini Nuova Antologia vengono riassunti dallo stesso professore fiorentino: “Il mio desiderio è quello di vedere le stanze

Un evento che preannuncia forti emozioni Resta evidente che, come è accaduto nella Sala Depero del Palazzo della Provincia Autonoma di Trento, anche in questo luogo dove si svolgerà la Cerimonia conclusiva di conferimento della Medaglia Spadolini, si preannunciano forti emozioni. A partire dalla magia della straordinaria cornice del complesso museale dove è stato allestito un Centro di documentazione con archivio, computer room con database informativo e spazi dedicati allo svolgimento di attività didattiche e seminariali. Il Centro è nato con l’obiettivo di

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La storia dell’automobile sportiva in un ventaglio di immagini.

Il lavoro per Enzo Ferrari, i libri per Giovanni Spadolini: le storie di vita di due grandi protagonisti del nostro tempo.

della mia casa a Pian dei Giullari quando io non ci sarò più - popolate di giovani che studiano le carte e i libri che ho raccolto nel corso di tutta la mia vita. Aiutati da un’università più aperta di quella che noi siamo riusciti a costituire e illuminati da un amore per l’Italia maggiore di quello che noi siamo riusciti a trasmettere loro. Voglio che quella casa, dopo la mia morte, rimanga la “casa dei libri”. Tutto dovrà rimanere così come è, in cima a quel poggio di cipressi antichi: l’emeroteca, i libri, le collezioni, al servizio delle nuove generazioni di studiosi”. Tante biografie illustrano, invece, la vita di Enzo Ferrari, un uomo, un mito che ha lasciato il segno nelle generazioni di oggi. Sono le stesse generazioni di giovani che frequentano con assiduità, attraverso le scuole, la “Casa dei libri”a Pian de Giullari. Le due residenze sono salvaguardate e custodite, trasformate in Museo, accessibili al pubblico, distinte ma non distanti negli obiettivi comuni. Entrambe trasudano storia e cultura. Tant’è che è stato proprio il Ministero per i Beni

Culturali, fondato da Giovanni Spadolini, ad aprire la lista dei promotori della Casa Museo dedicata ad Enzo Ferrari. Il Premio potrebbe trasformare il luogo dov’è nato Enzo Ferrari nel baricentro delle attività di iniziative locali come la Rete delle Reti Angelo Vassallo e di attività propedeutiche e di sostegno alle iniziative che affrontano problemi di carattere e interesse collettivo. La biografia di Giovanni Spadolini, invece, si riassume ricordandolo come “padre della Patria e garante delle Istituzioni”. Tanti scritti e tanti saggi ricordano l’impegno politico e sociale del professore fiorentino.

Un premio per la ricostruzione solidale

ATTUALITÀ

ATTUALITÀ

Anno V - novembre/dicembre 2012

Il Premio, nell’edizione del 2013, punterà i riflettori sulla ricostruzione solidale, temi di grande attualità nella terra di Enzo Ferrari, ferita dal grave sisma. La Fondazione Spadolini Nuova Antologia ha voluto conferire un riconoscimento ufficiale ai sindaci dei Comuni, premiando l’alto senso civico in virtù del quale si sono adoperati con abnegazione, coraggio e generosità a vantaggio delle popolazioni colpite. Una condotta esemplare che ha saputo trasformare l’emergenza in una grande occasione per ripensare il rapporto con il territorio ferito: l’uso e la tutela del paesaggio, l’attenzione al consumo di suolo, la necessità di investimenti per la messa in sicurezza e la prevenzione dei rischi, la ricostruzione in chiave di sostenibilità. Temi perfettamente allineati con gli obiettivi del Premio e con le iniziative dell’UNESCO, partner del progetto promosso dalla Fondazione voluta da Giovanni Spadolini. Questa scelta sarebbe stata apprezzata da Enzo Ferrari che amava tenacemente la sua terra. Un motivo in più per avvalorare la decisione di effettuare la prossima edizione del 2013 a Modena, città natale del mitico costruttore di automobili, nella casa museo Enzo Ferrari. Pierpaolo Bo

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giare sano, mediterraneo, cercando, al tempo stesso, di combattere l’obesità che sempre più spesso affligge le giovanissime generazioni. Basti pensare che, secondo un recente studio del Ministero della Salute, il 22 per cento dei bambini tra gli 8 e i 9 anni è sovrappeso e l’11,1 per cento è obeso, mentre il 23 per cento dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura - base della piramide della Dieta Mediterranea - e che il 48 per cento assume quotidianamente bevande zuccherate e gassate.

La Medaglia Spadolini è stata conferita alla Dieta Mediterranea

Cilento,una natura

Una proposta di legge mirata alla valorizzazione e promozione della Dieta Mediterranea è stata presentata al ministero delle Politiche agricole. Il provvedimento prevede l’istituzione di “Una giornata nazionale dedicata alla Dieta Mediterranea” da celebrare il 16 novembre, nell’anniversario del riconoscimento ottenuto dall’UNESCO. E’ stato istituito anche un Comitato per la tutela e la valorizzazione della Dieta Mediterranea presieduto dal ministro delle Politiche agricole e composto da esperti dei ministeri della Salute, Affari esteri, Istruzione, Beni culturali e Ambiente. Il provvedimento mira anche alla diffusione della Dieta Mediterranea nelle mense scolastiche, prevedendo in fase di bando di gara una riserva di punteggio per le offerte di servizi e forniture rispondenti a questo sano modello nutrizionale.

Due pilastri della Dieta Mediterranea: l’acqua sale (in alto), una ricetta povera e tradizionale e l’olio di oliva del Cilento.

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l Premio Eco and the City, che ha conferito lo scorso 10 novembre a Trento la Medaglia Spadolini nella sezione dedicata al 40° Anniversario della World Heritage List UNESCO (focus della manifestazione) alla Dieta Mediterranea, inserita nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, è stato certamente di buon auspicio alla proposta di istituire “Una giornata nazionale dedicata alla Dieta Mediterranea” da celebrare il 16 novembre, nell’anniversario del riconoscimento ottenuto dall’UNESCO. Due anni fa, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha incluso la Dieta Mediterranea nella World Heritage List, accogliendo la candidatura congiunta di Italia, Spagna, Grecia e Marocco. Era il 16 novembre del 2010 e il riconoscimento fu dedicato alla memoria di Angelo Vassallo, Sindaco di Pollica, nel cui Comune risiedette Ancel Keys, lo studioso che diede visibilità internazionale alla Dieta Mediterranea. Lo scienziato che visse in Italia per 28 anni, dimorando a Pioppi, frazione del piccolo comune del Cilento, ebbe l’occasione di studiare sul campo gli effetti benefici della dieta locale sulla salute della popolazione. La Dieta da allora, quale patrimonio dell’UNESCO è un marchio ad hoc, di proprietà esclusiva del Ministero delle Politiche agricole, per una sua migliore promozione. Sono stati questi gli argomenti che hanno motivato la scelta della Commissione Giudicatrice del Premio, culminata nell’incontro presso il Ministero delle Politiche agricole tra il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera Paolo Russo, il Presidente della Commissione Agricoltura del Senato Paolo Scarpa Bonazza Buora, il Vice Presidente della Commissione Agricoltura del Senato Alfonso Andria, il Rettore della IULM di Milano, nonché presidente della Commissione nazionale Italiana per l’UNESCO Giovanni Puglisi e il Consigliere Michele Corradino per la improvvisa indisposizione del Ministro Catania. La proposta di una giornata nazionale della Dieta Mediterranea è contenuta nel disegno di legge mirato alla valorizzazione e promozione della Dieta Mediterranea, di cui è primo firmatario il senatore Alfonso Andria, insieme ad un nutrito gruppo di colleghi. L’iniziativa di legge è stata presentata al ministero delle Politiche agricole “a cui lo stesso ddl assegna un ruolo motore” per la promozione della Dieta Mediterranea. Il provvedimento prevede anche l’istituzione di un Comitato per la tutela e la valorizzazione della Dieta Mediterranea presieduto dal ministro delle Politiche agricole e composto da esperti dei ministeri della Salute, Affari esteri, Istruzione, Beni culturali e Ambiente, tutti coinvolti a vario titolo nei molteplici aspetti che rientrano nelle pratiche e tradizioni riguardanti la Dieta Mediterranea, come

Una storia antica Gli ingredienti che fanno parte della Dieta Mediterranea Patrimonio immateriale dell’umanità.

segnala il riconoscimento UNESCO che riguarda finora Italia, Spagna, Marocco e Grecia ma in cui chiedono di rientrare anche Croazia, Cipro e Portogallo. Il provvedimento mira anche alla diffusione della Dieta Mediterranea nelle mense scolastiche, prevedendo in fase di bando di gara una riserva di punteggio per le offerte di servizi e forniture rispondenti a questo sano modello nutrizionale. A gennaio del prossimo anno il ministero delle Politiche agricole dovrà trasmettere all’UNESCO una relazione sull’attività posta in essere per valorizzare il riconoscimento, arginando i rischi della “commercializzazione”.

I meccanismi di tutela L’istituzione di un Comitato per la tutela e la valorizzazione della Dieta Mediterranea Patrimonio dell’Umanità presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - avente il compito di promuovere la diffusione della Dieta Mediterranea a livello nazionale e internazionale, tutelarne le origini culturali mediante la valorizzazione degli aspetti sociali, economici e storicoculturali e la trasmissione alle giovani generazioni, provvedere alla definizione della programmazione degli interventi di promozione, sviluppo e valorizzazione - ha rappresentato un primo passo in avanti. In una fase successiva è stato introdotto un marchio registrato“Dieta Mediterranea Patrimonio dell’Umanità”, con l’obiettivo di salvaguardare e valorizzare lo stile di vita della “Dieta Mediterranea” e di promuovere i prodotti ad essa connessi, i paesaggi rurali storici e le colture tipiche tradizionali. L’idea di introdurre un “Marchio” della Dieta Mediterranea era stata avanzata da un folto gruppo di agricoltori e di imprese dell’agroalimentare nel corso del Forum Internazionale della Dieta Mediterranea svoltosi ad Imperia nel novembre 2011. Infine la previsione della “Giornata Nazionale della Dieta Mediterranea Patrimonio dell’Umanità”, che verrà celebrata il 16 Novembre (giorno in cui la Dieta è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità UNESCO) con specifici eventi ed attività di comunicazione e informazione. L’obiettivo è la promozione della Dieta Mediterranea e dei valori a essa connessi nei servizi di mensa scolastica. Quest’ultimo strumento ha proprio lo scopo di diffondere nelle scuole la cultura del man-

“Una storia che parte da lontano, - si legge nella candidatura presentata al Premio Eco and the City Giovanni Spadolini - oltre le rinomate spiagge del Cilento, a due passi dalle piazzette assolate, dalle case basse e dalle barche ancorate a riva. Le tracce partono dal Paleolitico, attraversano il Medioevo e arrivano fino ai giorni nostri”. È proprio in questa suggestiva terra del Cilento che si raccoglie la sfida di una più ampia cooperazione mediterranea. L’UNESCO, infatti, iscrivendo la Dieta Mediterranea nella prestigiosa lista, ha evidenziato il valore culturale di questa pratica alimentare che non e` soltanto un insieme di prodotti, una “gastronomia” sic et simpliciter, ma - come e` stato osservato in dottrina - un modello di sviluppo sostenibile unico al mondo, basato sul concepire l’alimentazione come un rito conviviale e collettivo, che si tramanda di generazione in generazione, che supera le divisioni sociali, religiose, etniche, riunendo intorno ad un stesso tavolo culture e lingue diverse. Non a caso le comunità emblematiche che rappresentano la Dieta Mediterranea sono quattro: per l’Italia la comunità del Cilento e il Comune di Pollica, luogo di nascita del modello nutrizionale della Dieta Mediterranea ed oggi sede del Centro studi internazionali

IL GUSTO DEL TERRITORIO

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ricca di sapori antichi

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per la Dieta Mediterranea“Angelo Vassallo”, voluto sia nella legge della Regione Campania che indicato nel disegno di legge nazionale: il Sindaco del Comune di Pollica si è fatto promotore con i partners internazionali di un programma di lavoro di comune interesse sulla scorta di apposito Protocollo d’Intesa “Per la promozione, divulgazione, formazione scambi culturali e turistici legati al riconoscimento della Dieta Mediterranea nella lista del patrimonio Immateriale dell’Umanità” in base al quale 12 giovani di diversi paesi del mediterraneo del Master of Science in “Mediterranean Organic Agriculture” 2011/12 presso IAMB, hanno visitato il Biodistretto del Cilento quale buona pratica di Distretto Biologico Italiano. Sfefano Pisani, giovane successore del compianto Sindaco Angelo Vassallo, è soddisfatto:“Abbiamo concordato un documento comune per attivare un programma di azione coerente alle Linee Guida per la Sostenibilità della Dieta Mediterranea e riguardante i tratti identitari della Dieta Mediterranea comuni alle diverse culture alimentari del Mediterraneo, che prevede interventi e misure per la salvaguardia e la promozione della Dieta Mediterranea”. Il Sindaco di Pollica è visibilmente compiaciuto dell’accordo per programmare le future azioni per la valorizzazione della Dieta Mediterranea tra le quattro comunità e per la realizzazione del Centro Studi per la Dieta Mediterranea, dedicato ad Angelo Vassallo nello splendido Palazzo Capano di Pollica. Tra le altre proposte, è stata individuata la possibilità di realizzare un unico sito web multilingue per raccogliere, condividere e diffondere il patrimonio di storia, tradizioni, cultura agroalimentare ed enogastronomica

Il porticciolo di Acciaroli sul mare da bandiera Blu di Pollica.

propri dello stile di vita mediterraneo. All’incontro hanno preso parte rappresentanti del Portogallo e della Giordania che hanno chiesto di poter partecipare alle iniziative. Lo stesso sindaco di Pollica, recentemente, ha incontrato l’amministratore delegato di Expo 2015 Giuseppe Sala, in un incontro a Castel dell’Ovo, proponendo di lavorare insieme per la grande manifestazione Expo 2015, affinchè l’Italia diventi il centro mondiale della nutrizione nel 2015, puntando soprattutto sulle Dieta Mediterranea. Expo Milano 2015 sarà l’occasione in cui 130 paesi, da tutto il mondo, potranno illustrare i loro programmi per la sostenibilità alimentare. Un’opportunità per educare le future generazioni, a fare un uso consapevole del cibo e a non sprecare, pur godendo del piacere che dal cibo traiamo. Erano presenti il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris, sindaco del capoluogo campano che hanno avviato un percorso condiviso per promuovere la rassegna mondiale.

La Ricerca sulla Dieta Mediterranea La ricerca scientifica sulla Dieta Mediterranea affonda le sue radici nel passato, ma con i metodi scientifici odierni i ricercatori hanno potuto dimostrare ed approfondire gli effetti benefici di questo insieme di abitudini alimentari. E’ già disponibile un grande numero di studi scientifici sugli effetti della Dieta e i suoi elementi, molti dei quali sono citati in questo sito. Tuttavia, è necessario approfondire la conoscenza sulla Dieta come insieme di abitudini alimentari benefiche, come area di applicazione di tecniche di produzione agricola innovative, e come espressione culturale dei popoli mediterranei. La Dieta Mediterranea (dal greco diaita, o stile di vita) comprende più di un semplice stile alimentare. Essa promuove l’interazione e la coesione sociale, dal momento che i pasti comuni sono la pietra angolare dei costumi sociali ed eventi festivi. Il sistema si fonda sul rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri legati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo. La Dieta Mediterranea oggi rappresenta il paradigma della cultura alimentare nel mediterraneo. Considerando che la produzione alimentare attuale, la trasformazione del cibo, la fornitura e distribuzione degli alimenti, sino al consumo finale non rappresenta più un modello sostenibile per la perdita di biodiversità, il degrado delle risorse naturali, il cambiamento climatico, l’at-

Angelo Vassallo, il Sindaco-eroe di Pollica.

Stefano Pisani, Sindaco di Pollica, mostra la Medaglia Spadolini conferita alla Dieta Mediterranea.

tuale vulnerabilità di molte comunità rurali del mediterraneo, appare necessario assumere misure urgenti per promuovere e diffondere il concetto di “Diete sostenibili” nei paesi del Mediterraneo.

Le Origini della Ricerca sulla Dieta Mediterranea La paternità della ricerca sulla Dieta Mediterranea è attribuita a Lorenzo Piroddi (1911 - 1999), scienziato ligure attivo dalla prima metà del ‘900, che studiò la connessione tra abitudini alimentari e malattie del ricambio. Per curare i suoi pazienti, Piroddi elaborò una prima versione della Dieta Mediterranea, che limitava il consumo di grassi animali privilegiando quelli vegetali.

La bella avventura di Ancel Keys Ancel Keys (1904 - 2004), biologo e fisiologo statunitense, fu il primo studioso che diede visibilità internazionale alla Dieta Mediterranea. Keys contribuì al consolidamento dell’espressione “Dieta Mediterranea” e diede dignità medica e scientifica a tale espressione, codificando le caratteristiche della dieta. Lo studioso, esperto di epidemiologia e nutrizionista alla School of Public Health dell’Università del Minnesota, approfondì in particolare la relazione fra l’alimentazione e le malattie cardiovascolari. Attraverso un’ampia indagine chiamata “Seven Countries Study” (studio dei sette paesi), mise a fuoco la relazione tra alimentazione dei paesi mediterranei e statistiche sulle patologie dell’apparato cardiocircolatorio. Lo studio, considerato una pietra miliare della scienza della nutrizione, dimostra che la causa delle migliori condizioni di salute dei cittadini dei paesi mediterranei, soprattutto per quanto riguarda le malattie cardiovascolari, è proprio l’alimentazione. Keys inoltre studiò i componenti di tali abitudini alimentari e rese popolare la Dieta Mediterranea in tutto il mondo, auspicando soprattutto che i propri concittadini statunitensi cambiassero le proprie abitudini alimentari uniformandosi a quelle mediterranee, per migliorare le condizioni generali di salute della popolazione. Il suo nome è anche legato alla formulazione, nel 1942, durante la seconda guerra mondiale, della Razione K, che costituì la base per l’alimentazione di sussistenza dell’esercito americano. Nel 1961 Time gli dedicò la copertina. In seguito si trasferì a Pioppi acqui-

A Marina di Pisciotta la pesca de “le alici di Menaica” avviene con un’antichissima tecnica sviluppatasi in tutto il mediterraneo al tempo dei greci.

stando una casa in una località che sarà da lui battezzata Minnelea, un omaggio alla città di Minneapolis dove era nato e alla vicina polis magnogreca di Elea nel Cilento, sua terra di adozione. Rimase in questa località per 28 anni, studiando accuratamente l’alimentazione della popolazione locale e giungendo alla conclusione che la Dieta Mediterranea apportava evidenti benefici alla salute. Il suo ragionamento partiva dall’allora scarsa incidenza delle malattie coronariche al Sud e qui riuscì a provare la relazione tra l’assunzione dell’olio d’oliva e il funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio. Insomma, qui, nella quiete del Cilento, è nata una categoria scientifica ben definita. Angelo Vassallo fu tra i primi promotori della Dieta Mediterranea un patrimonio culturale immateriale millenario, vivo e in continua evoluzione, condiviso da tutti i Paesi del Mediterraneo, che incorpora saperi, sapori, elaborazioni, prodotti alimentari, coltivazioni e spazi sociali legati al territorio. Questo stile di vita salutare è anche la conseguenza della diversa disponibilità della produzione agricola locale, in relazione al mosaico geografico e climatico del Mediterraneo che nel nostro Paese ha trovato

IL GUSTO DEL TERRITORIO

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la massima espressione grazie alla laboriosità della popolazione contadina e grazie all’impegno di personalità come Angelo Vassallo.

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La Ricerca sulla Dieta Mediterranea oggi

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La ricerca sulla Dieta Mediterranea ha fatto notevoli progressi negli ultimi anni, grazie a nuove risorse disponibili e nuove tecniche di studio. Ma i progressi nella ricerca sono dovuti soprattutto all’emergenza di nuovi preoccupanti scenari nel panorama della salute pubblica: ad esempio i problemi di obesità, che colpiscono sempre più persone in Italia ed in tutto il Mediterraneo. Anche a causa di queste emergenze, è necessario approfondire e focalizzare lo studio degli effetti, degli elementi della Dieta e delle patologie che la Dieta può aiutare a prevenire. La ricerca sulla Dieta Mediterranea oggi si concentra su due principali aspetti: gli effetti benefici della Dieta, intesi come riduzione dell’incidenza di varie patologie, tra cui il cancro e le patologie cardiovascolari e del metabolismo; il miglioramento delle tecniche di coltivazione e produzione degli alimenti. A Pioppi, il testimone della Dieta Mediterranea è passato a Jeremiah Stamler, professore emerito della Northwestern University di Chicago, che oggi ha raggiunto l’età di 92 anni e che ancora ogni anno nei mesi invernali passa lunghi periodi nel paese del Cilento; chi ha la fortuna di poterlo incontrare rimane stupito dal suo stile di vita: ogni giorno un’ora di ginnastica, tre pasti al giorno vari nella composizione, rigorosamente cucinati senza sale ed insaporiti dalle numerose erbe aromatiche e spezie, conditi con poco olio di oliva (è solito ricordare ai suoi ospiti che ogni grasso e qual-

Il Professor Jeremiach Stamier (92 anni) continua nella ricerca sulla Dieta Mediterranea.

Il Professor Ancel Keys sul terrazzo della sua casa di Pioppi fotografato nel 1990 da Giuseppe Cucco.

siasi tipo di olio contiene molte calorie); sulla sua tavola il formaggio è presente non più di una volta a settimana, l’uso del burro e della panna così come altri grassi di origine animale è limitatissimo, usualmente sostituito con uso moderato di olio di oliva, verdure e frutta a volontà, legumi, pesce, raramente carne e poco zucchero aggiunto. Malgrado gli impegni, accoglie i collaboratori e gli allievi con grande disponibilità insegnando a tutti come alimentarsi e come aumentare il livello di attività fisica quotidiana (almeno 30 minuti al giorno di cammino, se possibile di più). Famosi sono i suoi studi sulla relazione tra consumo di sale e pressione arteriosa, primo e più importante fattore di rischio per l’ictus. Jeremiah Stamler è fautore della prevenzione, addirittura di quella primordiale, sostenendo che per godere una buona salute in età avanzata è importante iniziare la prevenzione prima di nascere. E ancora ci fa dono della sua esperienza commentando minuziosamente manoscritti scientifici.

Gli Effetti Benefici della Dieta

Il Cacioricotta ottenuto esclusivamente da latte di capra è prodotto solo in alcune zone del Cilento.

Negli ultimi anni sono state pubblicate ampie e significative ricerche che sottolineano un rapporto causale tra la Dieta Mediterranea e la riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari, tumori ed altre patologie gravi. Importanti studi sull’influenza della Dieta Mediterranea su tali patologie sono attualmente in corso in tutto il mondo. Ne parliamo con il Professor Giorgio Calabrese, nutrizionista e dietologo di fama:“La Dieta Mediterranea è l’arma principale della prevenzione - spiega - Viene raccomandata perché assicura un apporto adeguato di nutrienti, essenziali per la prevenzione di malattie metaboliche: è basata su cibi naturali e stagionali e poco elaborati, riduce il rischio di malattie metaboliche, come ad esempio, il diabete di tipo II, l’obesità ed i problemi di natura cardiovascolare, legate allo stile alimentare squilibrato”. Gli alimenti base della Dieta Mediterranea sono le verdure, la frutta, il pesce, la frutta secca, il vino con moderazione, le carni bianche, l’olio di oliva e i cereali, preferibilmente integrali e varie erbe aromatiche. Le scelte alimentari ispirate ai princìpi della Dieta Mediterranea consentono di prevenire numerose malattie. “In particolare - ricorda il noto scienziato - la dieta svolge un prezioso effetto protettivo sulle malattie cardiovascolari poiché apporta pochi grassi saturi, il cui eccesso aumenta i livelli di coleste-

rolo LDL e con essi il rischio dell’insorgenza della malattia ateriosclerotica”. Gli alimenti risultano ricchi di fibra, che riducono l’assorbimento intestinale dei grassi. La Dieta abbassa il colesterolo LDL senza influenzare quello HDL, inoltre apporta erbe aromatiche, che contribuiscono a ridurre l’aggiunta di sale e condimenti ai vari cibi. Ancora un vantaggio: fornisce acidi grassi omega-3 che hanno spiccate proprietà antitrombotiche. “La Dieta Mediterranea - insiste il professor Calabrese - riduce il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 poiché è ricca di fibra vegetale che rallenta la velocità di assorbimento intestinale degli zuccheri, prevenendo i picchi glicemici”. Infine è ricca di carboidrati complessi, moderatamente ipocalorica ed è particolarmente indicata sia nella prevenzione che in associazione al trattamento farmacologico. Le quantità degli alimenti? La Dieta Mediterranea riduce il rischio di insorgenza dell’obesità, poiché è moderatamente ipocalorica. “Ci sono molti vantaggi - precisa Calabrese - si tratta di un tipo di alimentazione che apporta molte fibre che saziano più velocemente e modulano l’assorbimento di vari nutrienti: è ricca di erbe aromatiche che contribuiscono a ridurre l’utilizzo dei condimenti per insaporire le pietanze”. Infine, la Dieta Mediterranea previene la comparsa di vari tumori poiché apporta pochi acidi grassi saturi e molte fibre. E’ ricca di vitamine e minerali antiossidanti. “Quindi, - consola tutti il Professore che ha dedicato una vita alla ricerca - pur non facendo miracoli, lo stile alimentare ispirato ai princìpi della Dieta Mediterranea è in grado di ridurre il rischio di sviluppare numerose patologie”.

IL GUSTO DEL TERRITORIO

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Pierpaolo Bo Ha collaborato Francesca Vassallo

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Anno V - novembre/dicembre 2012

RES TIPICA E DINTORNI

Il localismo che fa bene Res Tipica ANCI intende delineare politiche e presentare soluzioni sostenibili anche in materia di alimentazione per essere protagonista della sfida planetaria che l’Italia e Milano intendono cogliere con l’organizzazione dell’EXPO 2015: un evento che rappresenta una grande opportunità di sviluppo per il Paese e un’occasione di crescita per tutti i Comuni italiani.

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n posto in prima fila per la presentazione del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini che si svolgerà in primavera a Milano nel Palazzo della Fondazione del Corriere della Sera, è stato prenotato dall’Associazione Res Tipica ANCI, partner del Premio, con l’intenzione di aprire una finestra su Expo 2015 (i rappresentanti saranno invitati alla conferenza stampa) che rappresenta un’occasione di crescita per tutti i Comuni italiani. “Le identità territoriali sono un’entità complessa, - dice il Presidente dell’Associazione Fabrizio Montepara - da costruire non solo preservando le tradizioni e rafforzando la tutela delle produzioni agroalimentari locali, ma anche presidiando e salvaguardando il territorio mediante l’utilizzo di tecniche sane, ecocompatibili e eticamente accettabili e migliorando la qualità della vita e la sostenibilità ambientale. Viviamo in un mondo ormai che ha scoperto la correlazione fra sicurezza, qualità dell’alimentazione e salute, e dove gravi eventi climatici e crisi alimentari hanno portato il consumatore ad un ripensamento dello stile di vita”. L’associazione, che promuove il patrimonio enogastronomico, artistico e culturale di oltre 2.000 Comuni italiani, ha scelto il Premio per stabilire un contatto più stretto con gli associati, ma anche per aprire uno spazio nuovo finalizzato a delineare politiche e presentare soluzioni sostenibili anche in materia di alimentazione. Oggi più che mai, Res Tipica ANCI vuole essere protagonista della sfida planetaria che l’Italia e Milano

intendono cogliere con l’organizzazione dell’EXPO 2015: un evento che rappresenta una grande opportunità di sviluppo per il Paese.

Il Manifesto dei Valori Recentemente Res Tipica ANCI ha presentato il Manifesto dei Valori, che vuole accomunare le 27 associazioni di identità che aderiscono al progetto. Viene da domandarsi quale ruolo oggi giochino o possano giocare le diverse realtà locali, e le loro assunzioni di responsabilità in materia di tutela in Italia dell’ambiente, sostenibilità durevole, impegno a favorire la salubrità dei prodotti, conservazione del paesaggio naturale (anche alla luce della recente dichiarazione di Firenze dell’UNESCO per una nuova convenzione internazionale sul Paesaggio), senza dimenticare l’autenticità, l’accoglienza, l’ospitalità, puntando sul turismo di qualità come volano per la crescita del Paese.

Una condivisione culturale Regole perfettamente indicate nel Manifesto dei Valori lanciato dall’Associazione che vuole adesso avviare un percorso nuovo. Il Manifesto è un percorso di condivisione culturale, che prevede una adesione volontaria. Il documento sintetizza e “materializza” la visione e la strategia di Res Tipica ANCI, che prevede la partecipazione a dei momenti di sensibiliz-

Il trifulao, la figura più caratteristica del mondo dei tartufi.

zazione e di formazione, che non si esauriscono nei due work shop di maggio 2012, o nella partecipazione compatta al Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, ma costituisce un impegno che si rinnova tra tutti gli associati. Il documento, che non richiede agli aderenti un impegno burocratico, rappresenta un vantaggio in termini di comunicazione e di posizionamento per tutte le Associazioni aderenti. “Il Manifesto rappresenta una carta, frutto di un percorso di condivisione dei valori di riferimento che accomunano le associazioni d’identità - ricorda il Presidente di Res Tipica ANCI, Fabrizio Montepara, - che delinea l’avvio di una nuova e diversa progettualità in diversi ambiti, dall’artigianato all’agroalimentare, fino alle diverse azioni di sensibilizzazione rivolte agli operatori pubblici e privati per sviluppare reti e filiere di qualità”. Il Manifesto dei Valori rappresenta

Il Manifesto dei Valori di Res Tipica ANCI • Per noi ogni visitatore è un residente (temporaneo); • Da noi ogni attività commerciale è un luogo di relazioni; • Ogni prodotto locale è una risorsa unica; • Ogni ristorante è una finestra del territorio; • Alberghi e bar sono luoghi di accoglienza, di incontro e conversazione, ma anche di relax e riposo; • Le cantine sono presidi di tipicità; • Itinerari e sentieri sono racconti del luogo; • Ogni evento è un momento vero, pensato per essere piacevole, ed organizzato per essere memorabile; Fabrizio Montepara, Presidente di Res Tipica ANCI.

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Un tipico paesaggio delle Langhe candidato a Patrimonio dell’Umanità.

• Le nostre città e i nostri borghi ti offrono uno stile di vita e di vacanza di qualità.

l’occasione per ribadire che l’appartenenza a Res Tipica ANCI comporta per tutti un forte impegno a fare sistema, così come è già avvenuto per quelle associazioni che hanno già approvato dei documenti analoghi o si accingono a farlo.

I nuovi scenari di Res Tipica ANCI Res Tipica ANCI, nata mettendo in rete le associazioni di tipicità, ha dovuto fare i conti con uno scenario completamente cambiato, e con il diverso peso che oggi hanno i Comuni, una situazione che spinge l’organizzazione a “riconsiderare e rivedere il proprio ruolo” per adeguarlo sempre più alla situazione attuale. Affidabilità, qualità dei prodotti, professionalità, sostenibilità, legame con il territorio, trasparenza, sono i principi che guidano l’attività e l’impegno di Res Tipica ANCI. “Per raggiungere i nuovi obiettivi di Res Tipica, e per accompagnare il percorso delineato - conclude Montepara abbiamo due strade: la prima, tradizionale e consolidata, consiste nella creazione di un marchio di qualità. L’operazione garantisce razionalizzazione e rispetto delle regole, degli standard, da parte degli aderenti e garantisce anche una certa possibilità di comunicazione unitaria e visibilità del progetto”. L.L.

RES TIPICA E DINTORNI

Il Manifesto dei Valori sintetizza e “materializza” la visione e la strategia dell’associazione delle Città d’Identità

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Inchiesta di Energeo sulle tante, mirabili iniziative che mirano a tutelare il territorio.

II contratto di fiume,

BEST PRACTICE

nuovo modello di governance del paesaggio fluviale I nuovi aspetti legati ai Contratti di Fiume, nati in Francia negli anni ‘80 e nell’ultimo decennio si sono affermati anche in Italia, sono stati affrontati nell’ambito VII Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume (CdF) - Per un “Green New Deal” dei territori fluviali italiani, tenutosi il 16 ottobre 2012 a Bologna. Il tavolo si configura come un laboratorio di idee, durante il quale si confrontano esperienze provenienti da tutta Italia condividendo indirizzi e approcci diversi.

Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga.

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aramente è possibile circoscrivere un“paesaggio” all’interno di confini amministrativi, eppure è proprio entro tali limiti che sono sviluppati e applicati piani, programmi e azioni di governo, gestione e trasformazione del territorio. Ciò rende spesso difficoltoso tutelare e gestire le unità paesaggistiche in modo omogeneo e nella loro interezza. Energeo Magazine analizzerà, con l’aiuto di esperti, a partire da questo numero le tante, encomiabili iniziative che mirano a tutelare il territorio. I paesaggi fluviali sono certamente tra gli ambiti più suscettibili a tale problematica soprattutto per quanto attiene ai fenomeni di dissesto idrogeologico, per la prevenzione dei quali è necessario avere una visione unitaria dell’intero bacino e l’artificializzazione delle pianure alluvionali, che senza un adeguato coordinamento dei diversi strumenti urbanistici che ne determinano le modifiche, sta procedendo a ritmi elevatissimi come testimonia il fatto che tra 1 e 5 Km dagli alvei fluviali si concentra la quasi totalità delle aree produttive italiane. A fronte di ciò, nel recente periodo, si stanno sperimentando numerosi strumenti di pianificazione “non convenzionali” che hanno per obiettivo la gestione dei paesaggi, così come definita dalla Convenzione europea del Paesaggio, ovvero “un insieme di azioni volte, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, a garantire il governo del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali” e che si attuano attraverso strumenti di programmazione negoziata tentando di superare così la frammentarietà delle competenze istituzionali e territoriali. Una delle sperimentazioni meglio riuscite in tal senso, che ha per ambito di riferimento proprio il bacino fluviale è costituita dai Contratti di Fiume (CdF). Essi nascono come uno strumento volontario e partecipato di governance del bacino fluviale e, secondo quanto riportato nella Carta Nazionale dei Contratti di Fiume sono definibili come “processi di programmazione negoziata e partecipata volti al contenimento del degrado eco-paesaggistico e alla riqualificazione dei territori dei bacini/ sottobacini idrografici. In un sistema di governance multilivello, dunque, si configurano come processi continui di negoziazione tra le Pubbliche Amministrazioni e i soggetti privati coinvolti a diversi livelli territoriali e si sostanziano in accordi multisettoriali e multiscalari caratterizzati dalla volontarietà e dalla flessibilità tipiche di tali processi decisionali.” I Contratti di Fiume costituiscono l’occasione per mettere in pratica un nuovo modello di governance del territorio che vede al centro del progetto il bacino idrografico inteso come “unità di paesaggio”. Gli Enti e tutti gli stakeholders firmatari si fanno pro-

ponenti e attuatori di un progetto che utilizza la dimensione ambientale, e non solo i limiti amministrativi, come “nuovo” ambito di riferimento delle politiche di programmazione e pianificazione nonché nucleo intorno a cui ricostruire una diversa territorialità. I contratti di fiume nascono in Francia negli anni ‘80 e nell’ultimo decennio si sono affermati anche in Italia, dove, pur non essendo formalmente riconosciuti dalla normativa nazionale di settore, si stanno lentamente affermando a scala locale, tanto che sono stati introdotti anche in alcune leggi regionali (es: Piemonte e Lombardia). Attualmente sono 66 i processi avviati a scala nazionale, di cui solo 6 sono giunti a conclusione. Questo dato è dovuto sia alla diffusione ancora recente di tale strumento soprattutto se paragonata alla lunghezza del processo (si pensi che l’iter di realizzazione di un contratto di fiume dura in media 3-4 anni), sia alle difficoltà che inevitabilmente si incontrano nel rendere cogente uno strumento volontario. Per questo, per la buona riuscita di un contratto di fiume è indispensabile ottenimento di un’ampia partecipazione degli attori locali, tanto pubblici quanto privati, portatori di informazioni, di interessi e di progettualità in quanto le conoscenze acquisite grazie all’apporto di numerosi stakeholders rappresentano la base imprescindibile per indirizzare le azioni di governance del bacino fluviale verso un rilancio del territorio basato sulle sue specificità. Al di là degli scopi di salvaguardia ambientale, il Contratto di Fiume deve dunque essere inteso come lo strumento con cui determinare l’affermazione di principi economici indirizzati non più verso un’ulteriore espansione materiale della base produttiva e del territorio urbanizzato ma, al contrario, verso la creazione di uno smart territory ovvero lanciando una versione locale di un

Fiume Sangro presso Ateleta in provincia di Chieti.

nuovo modello di partenariato che, attraverso la ristrutturazione e il recupero, il riuso e il riciclo, porti ad un ripensamento dell’esistente, introducendo soluzioni tecnologiche multilivello che hanno come filo conduttore l’integrazione di saperi e artefatti tradizionali. Di questo e di altri aspetti legati ai Contratti di Fiume si è recentemente parlato nell’ambito VII Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume (CdF) - Per un “Green New Deal” dei territori fluviali italiani, tenutosi il 16 ottobre 2012 a Bologna. Il tavolo, che si configura come un laboratorio di idee, durante il quale si confrontano esperienze provenienti da tutta Italia condividendo indirizzi e approcci, è stato organizzato in tre sessioni tematiche: • Integrazione e diffusione dei Contratti di Fiume all’interno delle politiche nazionali, regionali e locali; • Uso del suolo, pianificazione del territorio e del paesaggio. • Crescita sostenibile e green economy attraverso i contratti di Fiume. Quest’ultimo tema ed il richiamo al Green New Deal nel titolo della manifestazione, si ricollegano fortemente a quanto detto sinora facendo comprendere come, anche alla luce delle esperienze già attuate, il Contratto di Fiume possa concretamente rappresentare il tramite attraverso cui imperniare gli strumenti di pianificazione cogenti, particolarmente quelli che agiscono a scala locale (primi fra tutti quelli urbanistici) dei principi della sostenibilità, determinando il passaggio dal cosiddetto “localismo vandalico” (Magnaghi, 2004) a quello che il CENSIS ha definito, in riferimento alla Green Economy, “localismo che fa bene” (De Rita, 2009).

BEST PRACTICE

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Inchiesta di Energeo sulle tante, mirabili iniziative che mirano a tutelare il territorio

Rinasce

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il fiume Tordino L’esperienza dell’ENTE, a fronte dell’evidente frammentazione amministrativa e programmatica che interessa i bacini idrografici, ha individuato nel Contratto del Fiume, l’occasione per mettere in pratica un nuovo modello di governance, finalizzato allo sviluppo sostenibile del territorio. Il Progetto è risultato vincitore del primo premio della Sessione 2 Crescita sostenibile e green economy attraverso i contratti di fiume del VII Tavolo dei Contratti di Fiume.

Foce del Tordino in provincia di Teramo. In alto: Martin pescatore.

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o sviluppo del contesto locale della Provincia di Teramo è stato da sempre strettamente legato ai corsi d’acqua presenti, come si evince anche dall’origine etimologica del nome del capoluogo Teramo (Interamnia Urbs “città tra i due fiumi”). Attualmente però la pressione esercitata sui fiumi dalle attività antropiche, che tendono progressivamente ad intensificarsi, sta portando alla manifestazione di svariate problematiche attraverso fenomeni acuti ed emergenziali come drastici abbassamenti del livello qualitativo delle acque, smottamenti ed inondazioni in corrispondenza di abbondanti precipitazioni. Tali eventi negli ultimi anni hanno portato all’attenzione delle istituzioni e dei media la gestione degli ambiti fluviali, che per far fronte ai problemi emersi necessita obbligatoriamente di un ripensamento. La Provincia di Teramo, a fronte dell’evidente frammentazione amministrativa e programmatica che interessa i bacini idrografici, ha individuato nel Contratto del Fiume l’occasione per mettere in pratica un nuovo modello di governance, finalizzato allo sviluppo sostenibile del territorio, che vede al centro del progetto le unità di paesaggio, identificate nei bacini fluviali, superando i limiti della pianificazione ordinaria elaborata sulla base dei soli confini amministrativi e dai soli enti pubblici. La sperimentazione di tale strumento, nuovo per la Regione Abruzzo, si concretizza con il “Contratto del fiume Tordino”, progetto finanziato tra l’altro dalla Comunità Europea nell’ambito del Progetto di Cooperazione Territoriale INTERREG IVC denominato ERCIP (European River Corridor Improvement Plans). Il Progetto è risultato vincitore del primo premio della Sessione 2 - Crescita sostenibile e green economy attraverso i contratti di fiume del VII Tavolo dei Contratti di Fiume, a conferma di una nuova visione che esuli dai confini amministrativi e la ricomposizione delle poliedriche peculiarità del bacino fluviale rappresentano le sfide principali del progetto. “Un riconoscimento - spiega l’Assessore all’Ambiente, Francesco Marconi - che premia la sperimentazione, avviata con il coinvolgimento dei 17 Comuni del territorio ricadenti nel bacino idrografico del Tordino, di un modello innovativo di governance per il risanamento delle aste fluviali. Il nostro impegno, con il supporto della Regione, è quello di estendere l’esperienza teramana a tutti i corsi d’acqua abruzzesi”. Gli ausili più appropriati per il raggiungimento degli obiettivi prefissati sono l’animazione territoriale, portata avanti in questo caso secondo le modalità dell’Agenda 21 locale e, da un punto di vista tecnico, la creazione di un sistema informativo territoriale intersettoriale e multidisciplinare.

Il progetto, per il quale si prevede una durata di 36 mesi, si appresta a concludere i primi dieci mesi di attività con la sottoscrizione di un Protocollo di Intesa da parte dai Sindaci del bacino idrografico del Tordino e una prima ricomposizione del quadro conoscitivo dell’ambito territoriale di riferimento. Affinché il progetto non diventi un mero esercizio di elaborazione tecnico-teorica è stato individuato un percorso metodologico che, con un processo di Multilevel Governance (MLG), si sviluppa simultaneamente entro tre diverse aree di lavoro. La prima interessa l’Area normativa che punta a delineare il complesso quadro legislativo cui è soggetto l’ambito fluviale allo scopo di individuare: gli stakeholders da coinvolgere, i campi di azione entro cui è possibile intervenire, gli strumenti di programmazione con cui interagire. Mentre la seconda riguarda l’Area tecnica che comporta la raccolta e la sistematizzazione dei numerosi studi e lavori che nel corso degli anni sono stati svolti da Enti, Associazioni, Istituti di ricerca, ecc. allo scopo di: mettere a sistema le informazioni già disponibili, ricomporre i dati disponibili in un quadro di conoscenza multilivello e multisettoriale, costruire una banca dati (GIS) a disposizione di tutti. Infine la terza interessa l’Area dell’animazione territoriale (partecipazione, stakeholders, Enti, Associazioni, …) che, attraverso un profondo lavoro di coinvolgimento attivo dei vari portatori di interessi da svolgere secondo le modalità consolidate dell’Agenda 21 Locale, punta a rendere protagonisti del progetto tutti gli attori coinvolti. L’obiettivo è di incrementare la consapevolezza degli stakeholders sulle responsabilità e i benefici derivanti dalla sottoscrizione del Contratto di Fiume. Solo agendo in questo modo il Contratto di Fiume potrà costruire un progetto condiviso che, seppur costruito in forma volon-

taristica, porterà tutti i partecipanti alla sottoscrizione di impegni reali volti ad individuare nella gestione ordinaria dei fiumi e del suolo la vera opera pubblica di interesse collettivo. Per rendere efficace il processo di MLG sono state selezionate alcune invarianti strategiche. A partire dal Contratto di Fiume che si configura come lo strumento finalizzato all’attuazione locale del Piano di Tutela della Acque della Regione Abruzzo. Nella fattispecie il bacino idrografico è l’unità territoriale ideale per la risoluzione di problemi di competenze e per conseguire razionali e unitarie pianificazioni fisico-ambientali e socio-economiche. Si evince che il bacino idrografico è frazionato in alta, media e bassa Valle del Tordino. I tre ambiti previsti dal Piano di Tutela delle Acque, consentono di superare le frammentazioni amministrative. Mentre si considera che il percorso di animazione territoriale coincide e sostanzia il processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

Questa convergenza garantisce la partecipazione istituzionale e pubblica e favorisce l’individuazione di indicatori da analizzare e azioni da mettere in atto. La MLG, gestita attraverso un approccio bottom-up, ha garantito un avvio partecipato della sottoscrizione del Protocollo d’Intesa “Verso il Contratto del fiume Tordino” da parte della Provincia e dei 12 Sindaci dei Comuni del bacino idrografico. Durante i lavori è stato presentato il quadro conoscitivo scaturito dall’incrocio dei dati forniti dalla Provincia di Teramo e dalle organizzazioni locali. Il documento finale ha evidenziato e affrontato i seguenti temi: dissesto idrogeologico, qualità delle acque, biodiversità, tutela del paesaggio, pianificazione urbanistica, assetto socio-economico. Le informazioni sono confluite in un Sistema Informativo Territoriale (SIT) che ha restituito una visione multidisciplinare del territorio analizzato, un utile supporto alle scelte decisionali che interessano il bacino fluviale.

progetto

Un pilota premia anche la Provincia di Lucca

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BEST PRACTICE

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nche la Provincia di Lucca è all’avanguardia in questo modello di gestione del territorio. Al Tavolo dei Contratti di fiume di Bologna l’Ente è stato premiato per il documento Verso un Contratto di Fiume per il Serchio: gestione sostenibile delle aree di pertinenza fluviale, che illustra il progetto pilota sviluppato all’interno del programma Med Water in core, di fatto la prima esperienza condotta in Toscana sull’integrazione dei contratti di fiume all’interno delle politiche locali, realizzata dal servizio pianificazione territoriale della Provincia. L’area scelta per la sperimentazione pilota riguarda il tratto del Serchio che va da Ponte di Campia a Ponte a Moriano, una zona ricca di insediamenti e interessata da alcune criticità in ordine alla sicurezza idraulica, la cui corretta gestione rappresenta un importante obiettivo per le comunità e le attività insediate. La particolarità del progetto e le motivazioni del suo successo sono da ricercarsi nell’approccio e nella metodologia utilizzata che ha visto il coinvolgimento nei vari tavoli tematici di enti pubblici, associazioni di categoria, ambientaliste e professionali. Inchiesta a cura di Serena Ciabò ha collaborato Maurilio Ronci, architetto, consulente Agenda 21 Locale Provincia di Teramo

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Dal contratto di fiume, ai conflitti per salvare i corsi d’acqua.

Alla ricerca dei paesaggi fluviali perduti

Un viaggio negli inquietanti scenari del nostro Paese. Il caso della Valle di Sacco e della Val Sele. Daniela Bianca, Presidente della Fondazione Kampo.

BEST PRACTICE

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ggi sembra facile sottoscrivere un Contratto di fiume. In passato, invece, era più semplice avviare, senza esitazione, un “Conflitto di fiume“, con la fredda determinazione di salvare quelle che erano, un tempo, le “Chiare, fresche e dolci acque” nella riqualificazione fluviale dei diversi e inquietanti scenari del nostro Paese. L’esempio più clamoroso è quello della Valle del Sacco che, dagli anni ’50, ha avuto un incontrollato sviluppo industriale nelle aree finanziate dalla Cassa del Mezzogiorno, in un territorio articolato e complesso. Il grande afflusso di capitali e finanziamenti verso quelle aree indusse molte imprese chimiche e farmaceutiche a costruire impianti in quella zona, provocando numerose situazioni critiche. A seguito di questa intensa attività industriale, la mancanza di controlli e la presenza di numerose discariche a cielo aperto, nel 2005 ne è stato dichiarato lo stato di emergenza socio-economiche-ambientale. Il 40% delle zone

da bonificare si trovano a meno di 300 metri dai centri abitati e 19 industrie sono a rischio di incidente. E’ partita da queste criticità la presa di coscienza degli abitanti del Frusinate, motivati dalla Fondazione Kampo, l’istituzione nata nel 1914 con un lascito testamentario utilizzato in seguito per restituire al territorio una precisa identità. All’orizzonte si intravvede un processo di riqualificazione e valorizzazione che mette a sistema tutte le iniziative e i progetti elaborati nel tempo. L’iniziativa, così complessa da gestire nella fase iniziale della condivisione tra gli abitanti, prima di approdare alla realizzazione di un piano di insieme, è stata premiata con la Medaglia Spadolini per aver avviato un nuovo ciclo di produttività fondato sulla green economy, dove energia pulita, turismo culturale, prodotti agroalimentari e valorizzazione delle risorse naturali possano rappresentare gli ingredienti per la formazione di un nuovo paesaggio: il bio Energy Landscape. “Siamo convinti - dice Daniela Bianchi, Presidente della Fondazione - che la sostenibilità sia soprattutto la capacità di organizzare la creazione di valore, il valore delle persone, il valore dell’ambiente e il valore di dar conto alle future generazioni. Per questo abbiamo tracciato un nuovo corso che mira a costituire un network virtuoso nel territorio, in grado di produrre e diffondere conoscenza,

Il pittore Lello Gaudiosi che ha avviato la campagna per salvare il fiume Sele.

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valorizzare le eccellenze, che si basa su tre elementi strategici: territorio, risorse, iniziative”. In sostanza si chiede Daniela Bianchi: “Può un territorio, un paesaggio, ferito molti anni fa da interventi che ne hanno pregiudicato l’intero ecosistema, avviare un processo di riqualificazione e valorizzazione per se stesso, per gli uomini e le donne che lo abitano, per le industrie che vi producono, per le imprese che ne caratterizzano la vocazione? Si può immaginare una nuova sfida, mettendo a sistema tutte le iniziative che già sono in atto, i progetti che nel tempo sono stati elaborati, gli studi e le riflessioni prodotte e diventate il fulcro del cambiamento?” Pare di si. Il risultato di questo laboratorio è il Master Plan redatto dall’architetto Andreas e da Land Srl, che, promosso dalla Fondazione Kampo, ha ottenuto il sostegno di Unindustria Lazio, il Consorzio di Sviluppo Industriale Frosinone e alcune banche locali. Un Masterplan il cui tema principale è la ricerca di una nuova identità per i paesaggi post-industriali, la possibilità, per un territorio in stato di emergenza, di ricreare una propria qualità paesaggistica mediante la conversione di distretti industriali in luoghi di cultura e di svago per la comunità, la conservazione e valorizzazione dell’uso agricolo dei terreni e una produttività industriale compatibile. Soltanto allora si potrà andare alla ricerca dei paesaggi fluviali perduti.

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BEST PRACTICE

La sfida di un pittore, il d’Artagnan della Val Sele

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“Il deflusso minimo vitale del fiume Sele potrebbe essere la vita del territorio che mostra oggi profonde cicatrici” - immagina Lello Gaudiosi, il pittore salernitano che da oltre quarant’anni denuncia che il Sele sta morendo. Una battaglia, quella di Gaudiosi, che da sempre ha lottato per la restituzione da parte dell’acquedotto pugliese, di almeno 1000 litri al secondo, dei 4000 che capta dal Sele. Il d’Artagnan dei valligiani che sempre combatte ma non si abbatte, oggi ha ritrovato l’ottimismo, anche se ammette che il conflitto con il grande acquedotto che disseta la Puglia, potrebbe rimanere aperto. Lunghe ed estenuanti battaglie si sono svolte in questi anni perché quasi tutta l’acqua che sgorga dalla fonte nei pressi di Caposele, in Irpinia, ha alimentato in gran parte il sistema idrico-potabile in Puglia, complesso e articolato, unico al mondo. Si è prontamente schierato al suo fianco l’assessore regionale all’ambiente, Giovanni Romano, che vigila per evitare ulteriori rinvii sull’ormai prossima definizione del deflusso minimo vitale, da parte dell’Autorità di Bacino “Campania Sud” nel cui territorio di competenza ricade il fiume Sele, noto perché sulle sue rive sgorgano tantissime sorgenti termali. I valori di portata in alveo necessari a garantire la vita del fiume ovvero la salvaguardia delle condizioni di naturalità dell’asta fluviale, sono stabiliti da leggi regionali (anche la Regione Puglia è stata coinvolta nella vicenda). Gli studi che hanno condotto alla definizione di questo importante parametro ambientale, previsto dal testo unico sull’ambiente - d. lgs.

152/2006, il cui rispetto deve essere garantito da tutte le derivazioni e/o captazioni già assentite ovvero da richiedere alle autorità amministrative competenti (regione e provincia). Il fiume Sele inizia il suo corso dal Monte Paflagone (contrafforte del monte Cervialto) in Irpinia, scorrendo impetuoso fino a quota 420 s.l.m., dove riceve prima la sua vena d’acqua più importante nei pressi di Caposele. Il Sele prende a scorrere lungo tutta la valle tra zampilli, mofite e riflessi delle acque, fino alla confluenza con il Tanagro, che incrementa notevolmente la portata del fiume. Da questa confluenza il fiume Sele rallenta la propria corsa, attraversando l’Oasi di Persano, zona di notevole attrattiva naturalistica. Poi entra nell’ampia e fertile pianura detta appunto Piana del Sele, fino a riversarsi nel Golfo di Salerno. Il fiume è conosciuto fin dai tempi antichi per la proprietà di mutare in pietra qualunque oggetto ligneo che restasse immerso nelle sue acque per qualche tempo. Cominciò Aristotele, il sommo filosofo greco vissuto nel IV sec. A.C., segnalando che “in questi posti abitati dai lucani, un fiume di nome Ceto, nel quale le cose che vi si gettano, in un primo momento galleggiano e poi si induri-

Le sorgenti del fiume Sele in Irpinia.

Le acque e le sponde del fiume Sacco.

scono come pietre“ e tantissimi antichi scrittori. Sulle sue rive è stata scritta la storia dei popoli che hanno vissuto in queste sicure terre del Sud, già allora autentiche oasi di benessere. E lo sarebbero ancora oggi se non ci fossero stati indolenza, mancata presa di coscienza e abbandono da parte della popolazione locale e una sconsiderata programmazione territoriale. Il dopo terremoto dell’Irpinia ha dato, infine, un ultimo, durissimo colpo a queste vallate. Dopo i danni del sisma (ci furono migliaia di morti tra i valligiani), le zone devastate rappresentarono un’enorme prateria che apriva la strada alla speculazione per imprese e clan camorristici, che subito fiutarono l’affare che girava intorno alla ricostruzione e ai finanziamenti che sarebbero arrivati, e infatti arrivarono a pioggia: i fondi pubblici fecero gola a quanti (e sono tanti) participarono alla spartizione di una grande torta. Sconsolato commenta Lello Gaudiosi:“I finanziamenti legati alle industrie che non avevano niente a che vedere con il territorio della Val Sele, oggi cattedrali nel deserto, insediate lungo l’asta del fiume, sono quelli che ci hanno dato il colpo di grazia”. Con una punta di orgoglio dice:“Dopo aver salvato il fiume, anche grazie alla realizzazione di un collettore di valle che ha evitato un inquinamento diffuso, dobbiamo pensare ad un distretto termale prima che sia troppo tardi”. L.L.

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A Piancastagnaio, alle pendici del monte Amiata, nel corso del Convegno: “Il calore della terra: conoscere per capire e condividerne l’uso”, un gruppo di scienziati di fama mondiale ha esaminato lo stato di salute della crosta terrestre: ne è emerso che la situazione è sotto costante controllo

L’Unione europea

IL CALORE DELLA TERRA

scommette sulla geotermia Nasce il progetto Geo-DH, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma “Intelligent Energy”. In questo contesto, il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche, che ha fatto del comprensorio geotermico della Toscana una piattaforma di eccellenza di applicazioni e di progetti innovativi legati ai vapori endogeni da condividere e replicare in Europa, rappresenta una realtà di riferimento internazionale.

Gabriele Berni, Assessore all’Ambiente della Provincia di Siena.

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a Toscana strizza l’occhio all’Europa centrale e orientale (Ungheria, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Bulgaria e Romania), mettendo in evidenza i diversi aspetti della multiculturalità del nostro continente con una serie di iniziative che tendono a migliorare le prestazioni ambientali, creando un modello di territorio, già riconosciuto come punto di riferimento a livello mondiale per la grande esperienza maturata con la geotermia. Se n’è parlato a Piancastagnaio, alle pendici del monte Amiata, durante il Convegno: “Il calore della terra: conoscere per capire e condividerne l’uso” e nel workshop “Opportunità e sviluppi dei teleriscaldamenti geotermici”, organizzato dal Co.Svi.G. (Consorzio Sviluppo Aree Geotermiche), con la collaborazione della Regione Toscana. L’Unione Europea che si è concentrata sulle nuove frontiere in ambito geotermico, vuole ripercorrere, attraverso il progetto GEO DH, i sentieri già affrontati con successo nella ricerca di aree idonee all’individuazione di nuovi potenziali geotermici di bassa, media e alta temperatura. Il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche, che ha fatto del comprensorio geotermico della Toscana, un’eccellenza, avrà un ruolo di apripista attraverso una piattaforma di applicazioni e di progetti innovativi legati ai vapori endogeni da condividere e replicare in Europa. Lo straordinario esempio dell’area toscana può essere utilizzato per realizzare e replicare su scala europea la combinazione dei concetti di risparmio ed efficienza energetica con quello di approvvigionamento energetico sostenibile, lontano, per quanto riguarda il riscaldamento domestico, anche dai rischi di mancate forniture di combustibili. Il progetto GEO-DH, promosso dalla Commissione Europea, copre 14 paesi con diversi gradi di maturità tecnica, realizzando lo straordinario esempio di come possa essere realizzata su scala europea la combinazione del concetto di zona a basso consumo energetico, con quello di approvvigionamento energetico sostenibile. I mercati maturi, che fanno anche riferimento a Germania, Francia, Ungheria, faranno da traino a questa iniziativa che promuove l’uso delle fonti di energia geotermica tramite teleriscaldamento e sistemi di raffreddamento, stimolando anche i mercati nuovi dei Paesi Bassi, Regno Unito, Irlanda, dove l’uso della geotermia ha cominciato da qualche anno a suscitare grande attenzione, pur avendo quei territori risorse estremamente minori rispetto a quelle italiane. I Paesi europei dal canto loro, aderendo al progetto GEO-DH, hanno accettato la sfida di eliminare gli ostacoli amministrativi e finanziari che ancora esistono in maniera più o meno importante in tutti i paesi europei. Il progetto GeoDH propone di accelerare la diffusione dei teleriscaldamenti

geotermici e garantirne la sicurezza della fornitura, contribuendo così a sostituire l’utilizzo dei combustibili fossili per la produzione di calore. Dopo un ventennio di lento sviluppo, il mercato dei teleriscaldamenti geotermici negli ultimi 3 anni sta vivendo un momento di rinnovato sviluppo. Attualmente in Europa vi sono 216 impianti di teleriscaldamento geotermico operativi, corrispondenti ad una capacità termica di 4900 MWth. Di questi 200 MWth sono stati installati solo nell’ultimo anno. Inoltre, salvo ostacoli di carattere non tecnico, con i nuovi progetti in fase di sviluppo (166 solo nell’UE-27), è previsto che entro i prossimi 3 anni la capacità termica installata arriverà a raddoppiare. In questo modo si è spianata una strada percorribile anche in Italia, dove si vogliono semplificare le procedure per gli operatori, proporre innovativi modelli finanziari, implementare la formazione dei tecnici e la sensibilizzazione dei decisori al fine di promuovere le migliori condizioni per sviluppare l’utilizzo di fonti di energia geotermica. Sergio Chiacchella, Direttore Generale del Consorzio Sviluppo Aree geotermiche, che ha tracciato le conclusioni di queste giornate di studi, considera la geotermia una risorsa strategica nel quadro della programmazione energetica in tutti gli ambiti territoriali. “Con questa iniziativa - dice - Co.Svi.G. vuole offrire un contributo agli operatori di settore e agli amministratori perché l’utilizzo della risorsa possa avvenire in un quadro di sostenibilità a livello locale”. Nel percorso individuato dall’UE, i Paesi che rientrano nel progetto GEO-DH per la disponibilità della risorsa destinata a non esaurirsi, potrebbero diventare autentici laboratori per sviluppare queste tecnologie, veri e propri luoghi della modernità, con un futuro strettamente connesso alla capacità di promuovere progetti di sviluppo sostenibile. In tal modo andranno ad occupare un ruolo nient’affatto marginale nelle dinamiche della globalizzazione. L’importante progetto prevede il coinvolgimento dei decisori politici di enti nazionali, regionali e locali che giocano un ruolo chiave nel quadro normativo e autorizzativo, dei tecnici di enti locali e regionali, banche, investitori potenziali e altri protagonisti del mercato. Fra i risultati attesi c’è una migliore comprensione delle tecnologie correlate, dei costi e dei finanziamenti attivabili, così come delle modalità di trasferimento delle best practices per le autorità nazionali e locali. In tale ambito, l’attesa principale è costituita dal miglioramento delle prestazioni ambientali, creando tanti “modelli di territorio” da diffondere anche in Europa, sull’esempio di quello toscano: qui, con le reti di teleriscaldamento geotermico dei Comuni di Pomarance, Monterotondo Marittimo, Castelnuovo Val di Cecina, Santa Fiora, attualmente vengono serviti immobili per circa 1,5 milioni di metri cubi, con circa 5.000 utenze allacciate, per un beneficio ambientale pari a circa 12.100 TEP risparmiate e circa 38.000 tonnellate di CO2 non emessa ogni anno. Tra i progetti futuri a cui il Consorzio sta lavorando è opportuno ricordare lo sviluppo di reti di teleriscaldamento per Chiusdino, Radicondoli, Monteverdi Marittimo e Montieri e degli usi diretti della risorsa, come piattaforma di progetti innovativi da condividere e replicare in Europa.

La

geotermia può essere soltanto un’opportunità

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iero Ceccarelli, Presidente di Co.Svi.G. (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche), evidenziando che ogni crisi, come quella in atto, può costituire un’opportunità, sollecita una maggiore vivacità anche nell’ambito delle applicazioni relative alla bassa e media entalpia, anche con il nuovo Dlgs 22/2010 che, liberalizzando di fatto, la materia della ricerca e coltivazione delle risorse geotermiche, e la presenza di oltre 50 richieste di sfruttamento, potrà permettere l’avvento di nuove tecnologie, ambientalmente più sostenibili, capaci di attivare azioni anche preventive oltre che di abbattimento come ha fatto ENEL, sui grandi impianti ad alta entalpia con il sistema di abbattimento AMIS, che elimina Hg (mercurio) e H2 (idrogeno solforato) dagli effluenti gassosi in atmosfera. Per completezza di informazione il criterio di classificazione più comune delle risorse geotermiche è basato sull’entalpia dei fluidi, nel loro trasferimento di calore dalle rocce calde profonde alla superficie. Portando il contributo dell’Amministrazione provinciale di Siena al convegno di Piancastagnaio l’Assessore Gabriele Berni ha affermato che “grazie alla tecnologia oggi possiamo superare le criticità del passato, dal punto di vista della tutela della salute e dell’ambiente, e possiamo guardare all’utilizzo di una risorsa che anche un Paese all’avanguardia in questo campo, come la Germania, ci invidia per disponibilità e tecnologia applicata.”

IL CALORE DELLA TERRA

Anno V - novembre/dicembre 2012

Piero Ceccarelli, presidente del Co.Svi.G.

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Anno V - novembre/dicembre 2012

A colloquio con il professor Giorgio Ranalli del Department of Earth Sciences, Carleton University di Ottawa (Canada)

Dica trentatrè Geofisici, geologi, vulcanologi, studiosi delle Scienze della Terra di fama internazionale hanno dato un consulto nella quiete di Piancastagnaio, piccolo centro del Monte Amiata, zona tradizionalmente nota per la presenza di vapori geotermici. La terra si avvia ad un lento, ma costante raffreddamento. La situazione però non è allarmante anche perché la perdita complessiva di calore è leggermente superiore alla produzione globale.

IL CALORE DELLA TERRA

I

l cuore caldo della Terra presenta qualche acciacco. Cosa succede? Geofisici, geologi, vulcanologi, studiosi delle Scienze della Terra di fama internazionale hanno dato un consulto nella quiete di Piancastagnaio, piccolo centro del Monte Amiata, zona tradizionalmente nota per la presenza di vapori geotermici, per capire se sono in atto profondi sconvolgimenti geologici. Qual è lo stato di salute della crosta terrestre? Il Professor Giorgio Ranalli del Department of Earth Sciences, Carleton University di Ottawa (Canada), che si è confrontato con altri luminari nel corso di un simposio vivacizzato da scambi di esperienze sul campo,

ci tranquillizza: “La terra si avvia ad un lento, ma costante raffreddamento dice.“La situazione però non è allarmante anche perché la perdita complessiva di calore è leggermente superiore alla produzione globale”. I dati forniti sciolgono ogni dubbio. Lo scienziato italo-canadese, parlando del bilancio energetico del nostro pianeta, e della perdita di calore della Terra, stimabile attraverso il parametro del flusso di calore superficiale dovuto a conduzione (energia per unità di tempo ed area), il cosiddetto SHF (Surface Heating Flow), ha rilevato che tale parametro medio, del nostro pianeta, è di circa 60 mW/ m2, corrispondente, in aree continentali, ad un gradiente geotermico medio di 20-25 °C/km, che arriva a superare in terreni ancora giovani (con attività sismica significativa) a 100 mW/m2 nelle aree vocate alla geotermia. Si tratta di un fenomeno imputabile per due terzi alla radioattività delle rocce e per un terzo dal raffreddamento della litosfera. Il flusso di calore superficiale ed il gradiente geotermico sono, infatti, soggetti a notevoli variazioni regionali, collegate a fattori geodinamici, magmatici e geologici. Tale flusso varia da meno di 40 mW/m2 in terreni

Giorgio Ranalli, studioso di fama internazionale delle Scienze della Terra.

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molto antichi (Scudi Precambriani, di età > 600 Ma; 1 Ma=106 anni) fino a piú di 100 mW/m2 in aree geotermiche, dove la temperatura aumenta con la profondità ad un tasso molto più alto della media, a causa di recenti eventi tettonotermici (di età minore di 10 Ma come ordine di grandezza) e conseguente circolazione di fluidi idrotermali. “Dal punto di vista del possibile uso come fonte di energia,spiega il Professor Ranalli - queste “anomalie geotermiche” sono concettualmente equivalenti alle anomale concentrazioni di petrolio e minerali che costituiscono una parte importante della base materiale della società”. Secondo il Professor Giorgio Ranalli, non ci sono rischi di cont e n i me n t o d e l l a p r o d u zi o n e geotermica. “Di fatto, - dice - la Terra, la cui perdita totale ammonta a 42 TW corrispondenti a 10 23 J/anno, di molti ordini di grandezza superiore all’energia liberata dai terremoti, si raffredda perchè il fenomeno è impu-

tabile per due terzi alla radioattività delle rocce e per un terzo dal raffreddamento della litosfera, aspetto comunque assolutamente trascurabile anche in tempi geologici (< 100 °C/Ga dove Ga = 1 miliardo di anni)”. A proposito la struttura interna del nostro pianeta è composta dalla Litosfera (primi 100 km di profondità) con 1300 °C alla base; il Mantello (fino a 2900 Km di profondità) circa 3000 °C alla base; il Nucleo (6371 km di profondità) circa 4000-5000 °C al centro. L’ammontare di energia termica che la Terra produce non è riferito alle effettive quantità sfruttabili: intanto è necessario avere in maniera contemporanea diverse condizioni utili, ovvero una crosta sottile, un tenore di calore molto alto e sismicità superficiale. Quindi se si vuole aumentare la potenza totale della geotermia è necessario avere una vasta conoscenza delle aree di sorgente e poi cercare le zone probabili ma meno ovvie da utilizzare. Non vi è dubbio però che l’utilizzo diretto del calore geotermico è senz’altro più semplice e a portata di gran parte dei territori. I qualificatissimi relatori, definendo gli aspetti geofisici, geologici e di localizzazione e valutazione della risorsa e dei sistemi energetici per la conversione energetica, hanno mostrato come la geotermia da tutti i punti di vista ha buone prospettive di utilizzo, senza rischi, in tutti i suoi variegati aspetti, comprese le applicazioni a media e bassa entalpia, in particolare nel teleriscaldamento geotermico. A tale riguardo il professor Ranalli ha precisato come sia fondamentale verificare per l’individuazione di un’area a vocazione geotermica l’alto flusso di calore superficiale, il basso spessore della roccia interposta, l’attività pragmatica recente. Luigi Letteriello

Periodico per la promozione dell’attività dell’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali - ITKI UNESCO, Banca Mondiale sulle Conoscenze Tradizionali - TKWB, Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, Distretti Energetici e Ambientali, Poli di ricerca, Rete delle Reti Angelo Vassallo, Osservatorio Europeo del paesaggio di Arco Latino.

IN UN MONDO CHE CAMBIA, LA NUOVA SFIDA DI ENERGEO Energeo si propone di raccontare, attraverso il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, ideato dal nostro giornale e promosso della Fondazione Spadolini Nuova Antologia che si avvale dell’Alto Patronato Permanente del Capo dello Stato, l’Italia delle buone pratiche, i progetti volti alla valorizzazione dei patrimoni e dei beni culturali, alle associazioni o cittadini che hanno avuto un ruolo di primo piano nelle azioni di difesa del paesaggio e nei progetti di riqualificazione dei territori agricoli. Energeo è stato scelto dall’ITKI UNESCO per divulgare tutte le fasi che rappresenteranno le tappe di avvicinamento della nuova Convenzione UNESCO sul Paesaggio e della diffusione della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali, iniziativa sostenuta dal Principe di Galles, S.A.R. Carlo d’Inghilterra, ambasciatore ufficiale. Due progetti che l’UNESCO vuole divulgare in tutto il mondo.

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Anno V - novembre/dicembre 2012

Nuova Antologia Gli argomenti trattati sull’ultimo numero

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el fascicolo (dicembre 2012) di Nuova Antologia, la serie trimestrale fondata da Giovanni Spadolini, oggi diretta dal professor Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, appaiono particolarmente rilevanti, fra gli altri, i testi di Giorgio Napolitano su Benedetto Croce, (sempre sulla lezione del filosofo i saggi di Giuseppe Galasso e Michele Maggi a sessant’anni dalla scomparsa). Significativo e toccante l’intervento di Maria Romana De Gasperi sui legami del padre Alcide col suo Trentino. L’ambasciatore Pasquale Baldocci si sofferma su “Un’Europa in cerca d’identità”, Enrico Decleva ricorda Luigi Albertini e Bianca Montale, nipote prediletta del poeta, traccia un incisivo profilo di Randolfo Pacciardi, “Ultimo inno del Risorgimento”. Angelo Varni pone a confronto “il cittadino e il bene culturale”; Adelfio E. Cardinale analizza con attenzione il rapporto fra “medicina e storia”. Accanto alle rubriche dedicate da Ermanno Paccagnini alla letteratura e da Gian Luigi Rondi al cinema, Stefano Folli traccia il quadro della politica italiana nell’ultimo trimestre. Fra gli inediti, un interessante documentario sul primo governo Mussolini, il 31 ottobre 1922. Chiude il fascicolo un’intervista esclusiva di Caterina Ceccuti alla scrittrice Laura Pariani su: “La dignità dell’essere donna”. Il costo dell’abbonamento annuo a “Nuova Antologia” (4 fascicoli trimestrali, 1600 pagine complessive di testo), è di 54,00 euro per l’Italia e 62,00 euro per l’estero. Il prezzo di ogni fascicolo è di 16,00 euro per l’Italia e di 20,70 euro per l’estero. I versamenti possono essere effettuati sul c/c n. 30896864 intestato a Periodici Le Monnier - Firenze (Italia).

LA LIBRERIA DI ENERGEO MAGAZINE

Questa è la mia Terra Immagini e racconti delle case di terra in Italia Autori: Marco Alberto Desogus, Giovanni Sacchetti e Maria Chiara Esposito Editore: Tiligù, Cagliari - www.tiligu.eu - info@tiligu.eu Progetto a cura dell’Associazione Nazionale Città della Terra Cruda l Libro è un viaggio tra Sardegna, Abruzzo, Marche e Piemonte, attraverso la normalità della terra cruda. Nelle fotografie di M. Desogus e G. Sacchetti, c’è il racconto di un’architettura popolare assolutamente presente nella contemporaneità e vissuta con pieno senso di appartenenza. I protagonisti sono gli abitanti delle case di terra, ritratti nei loro interni domestici. I loro racconti, raccolti da M. C. Esposito, testimoniano un nuovo fenomeno cresciuto sottotraccia: il diffondersi capillare di una nuova quotidianità dell’architettura in terra e di quella qualità dell’abitare, frutto di una pratica realmente ecologica. Non tutti i protagonisti ne sono pienamente consapevoli e certo non c’è nulla di ideologico in questa riscoperta. Ciò che colpisce è l’adesione piena tra un progetto di vita e il recupero degli spazi abitati. Un libro che grazie agli sforzi dell’Associazione Nazionale Città della Terra Cruda “si impone come una bella lezione di architettura e di sana resistenza” (Prof. Hubert Guillaud - CraTerre Centre international de la construction en terre, Grenoble).

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L’Appennino Piemontese Autore: Rocco Morandi Con i contributi di Marco Grassano, Damiana Schiavi e del S.I.T. ’è un angolo di Appennino segreto, nascosto, poco conosciuto. Non è la spina dorsale verde che discende sinuosamente lungo la penisola, né una catena massiccia e spettacolare come quella dell’arco alpino. Si protende verso la parte nord-occidentale dell’Italia, a cavallo tra Piemonte e Liguria, Lombardia ed Emilia-Romagna, non troppo lontano dalle grandi città affollate e dagli insediamenti produttivi dove la vita è intensa. Chi dalla pianura Padana si inerpichi tra prati e boschi fino alle vette, scoprirà di avere raggiunto il confine tra due mondi: perché si troverà sulla cresta montana del displuvio tra le acque che discendono verso il Po o al mar Tirreno, presso i valichi delle antiche comunicazioni tra le genti, lungo i passaggi delle grandiose migrazioni stagionali degli uccelli più diversi. Questi territori trascurati dal moderno turismo non sono tristi e poveri come si potrebbe credere, anzi è proprio lì che si riscoprono oggi atmosfere perdute, assaporando tesori inattesi. Vastità e solitudine, luci e colori, pensieri e ricordi di una giornata trascorsa in libertà fanno ritrovare il contatto con la terra, con le sue energie benefiche, con lo spirito dei luoghi. E forse aiuteranno a comprendere che la vera ricchezza del domani è custodita proprio lì, tra le valli e i boschi dell’Appennino segreto.

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UN’ASSOCIAZIONISMO ISPIRATO AI VALORI DELLA COOPERAZIONE L’A.N.C.I. ha riconosciuto statutariamente (art. 32) il Consorzio dei Comuni Trentini quale sua articolazione istituzionale in Provincia di Trento. Il Consorzio dei Comuni Trentini (A.N.C.I. TRENTINO) è una Società Cooperativa costituita il 9 luglio 1996 alla quale sono associati la totalità dei Comuni (217) e delle Comunità (16). Considerati gli scopi statutari, il Consorzio dei Comuni Trentini: presta ai Comuni e alle Comunità ogni forma di assistenza anche attraverso servizi, con particolare riguardo al settore contrattuale, amministrativo, contabile, legale fiscale, sindacale, organizzativo, economico e tecnico; esercita tutte le prerogative, compiti e funzioni atte ad assicurare al Consiglio delle Autonomie Locali ogni forma di assistenza, collaborazione e supporto; rappresenta, difende e tutela gli interessi dei Comuni e delle Comunità intrattenendo, allo scopo, opportuni contatti con enti, istituzioni, uffici ed organi di ogni ordine e grado; promuove e favorisce l’innovazione nei Comuni e nelle Comunità attuando iniziative e compiendo operazioni atte a favorirne l’ottimale assetto organizzativo, anche attraverso relazioni con enti di ricerca; presta ai Comuni e alle Comunità ogni forma di assistenza per i problemi legati all’applicazione dei contratti provinciali di lavoro al personale dipendente; è presente con un proprio rappresentante nell’A.P.R.A.N. per la definizione degli strumenti contrattuali; promuove e attua la formazione e l’aggiornamento professionale del personale dipendente dei Comuni e delle Comunità; attiva specifici interventi di formazione e aggiornamento per gli Amministratori comunali; attua tutte le iniziative previste per il mantenimento della certificazione della gestione forestale sostenibile delle foreste di proprietà comunale secondo lo schema PEFC.

Consorzio dei Comuni Trentini Via Torre Verde, 23 - 38122 TRENTO Tel. 0461-987139 - Fax 0461-981978 info@comunitrentini.it - www.comunitrentini.it



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